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CAI

II edizione 2021
21
CATALOGO

CATALOGO ARTISTI ITALIANI


ARTISTI
ITALIANI

Ricognizione sull’Arte
Contemporanea Italiana

CAI 21
II edizione 2021
CAI
2 Introduzione di Gianpaolo Coronas

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Gianpaolo Coronas
Ideatore
Prefazione di Federico Caloi 3

L’evento pandemico che ha coinvolto tutti, in questi ultimi due anni ha cambiato notevolmente usi, costumi e
abitudini delle persone. Non c’è un settore della vita civile che non abbia risentito di queste differenze, non
fa sicuro eccezione l’arte che, in particolare nel settore espositivo, pubblico e privato, ha subito una battuta
d’arresto rilevante. Proprio in questo periodo, la metà dell’anno in corso, il settore dell’arte è comunque
riuscito spesso a riaprire i battenti, seppur, giustamente, adeguandosi alle misure di cautela e protezione
dalla diffusione del virus e limitatamente alle possibilità date dalla situazione. Musei ed esposizioni hanno
ricominciato a ricevere pubblico e la gente ha ripreso a godere della cultura e dell’arte. Lo sforzo di
qualsiasi operatore del settore è stato massimo, per poter raggiungere gli obiettivi della diffusione della
bellezza. La ripresa da una pesante crisi sarà lunga e il futuro è ancora incerto.
Non tutto nell’arte però, in quest’anno, è andato male, perché la chiusura forzata nelle nostre dimore ha
dato un nuovo impulso alla scoperta di alternative nella fruizione dell’arte, come Instagram in particolare,
diventato ormai un media credibile e di spessore per artisti, gallerie ed enti, e che è in grado anche di
sviluppare canali di vendita con volumi rilevanti e di promuovere e diffondere iniziative culturali. L’altra
novità di rilievo dei cambiamenti che ha portato la pandemia è la vendita online. Molte gallerie, proprio
nei momenti bui delle più severe restrizioni alla circolazione delle persone, hanno visto improvvisamente
nascere il business della vendita online. Se anni fa poteva sembrare peregrino che un amante dell’arte
potesse acquistare un’opera senza averla vista prima dal vivo, oggi il dato è quello di un mercato consolidato
e di una capacità, da parte di chi vuole acquisire opere d’arte, di saper valutare virtualmente l’opera e di
non avere paura nel procedere all’acquisizione.
Insieme a tutto questo, il mondo dell’arte e della cultura sperano e si aspettano un rinvigorito desiderio di
partecipazione delle persone; le risposte a queste speranze arriveranno nel breve e medio futuro.
Diventa quindi, oggi, ancora più importante realizzare una ricognizione ragionata sullo stato dell’arte in
questo periodo storico, in ragione di capire quali artisti sono attivi in un mondo che è cambiato e quali le
loro espressioni. Mi accingo perciò a collaborare, per il secondo anno, a questa pregevole iniziativa, diretta
con le capacità e lo sforzo del direttore Gianpaolo Coronas, che, con cipiglio e passione, è riuscito anche
questa volta a raccogliere intorno a sé, per il CAI, figure di spicco del mondo dell’arte: esimi colleghi,
uomini di cultura e del mercato stesso dell’arte, un gruppo di professionisti, insomma, per dare la possibilità
ai partecipanti del catalogo di essere valutati, conosciuti e diffusi a livello nazionale, proprio nel mondo
dell’arte, dove senza meno potranno esprimere tutte le loro potenzialità o semplicemente vedere confermate
le loro capacità, anche esattamente attraverso la possibilità di essere convalidati per mezzo di un segno
importante come la presenza in questo prestigioso volume.

Fedrico Caloi
Critico d’arte
4 Premessa di Luigi Fusco

Tra ripartenza e antiche considerazioni in merito all’arte: Il CAI 2021

L’arte sta finalmente riconquistando gli spazi che le sono stati da sempre deputati: gallerie, luoghi espositivi
e musei. La ripresa della fruibilità delle arti visive è il frutto di un epocale cambiamento dell’attuale società,
le cui dinamiche sono tornate a svilupparsi nel giusto modo, mentre sta per esaurirsi la curva pandemica da
covid-19 che, per quasi due anni, ha tenuto “in scacco” il mondo intero. Gli artisti, gli operatori culturali, gli
appassionati e i fruitori dei linguaggi visivi contemporanei hanno subito una considerevole battuta d’arresto
in virtù dei continui lockdown e delle frequenti norme anti-covid emanate dalle istituzioni governative.
L’isolamento ha, però, sostenuto la “creazione”, è stato fonte di ispirazione per molti autori che, trovandosi
da soli, hanno potuto maturare nuove idee e, soprattutto, hanno potuto condurre nuove ricerche stilistiche
e compositive.
Sono questi i motivi che hanno spinto Gianpaolo Coronas a sviluppare un ulteriore progetto artistico ed
editoriale volto alla realizzazione di un altro CAI, cioè dell’edizione 2021 del Catalogo Artisti Italiani: una
vera e propria ricognizione sull’Arte Contemporanea Italiana.
Un’iniziativa di non poco conto che mette insieme critici, editori, grafici e, specialmente, gli artisti. Saranno,
difatti, proprio quest’ultimi ad avere grande spazio e altresì rilievo, in quanto il catalogo di quest’anno sarà
per essi uno strumento da esibire nel corso della loro carriera, a corredo del loro personalissimo curriculum
professionale.
Al riguardo, il CAI è da ritenersi una sorta di compendio sugli sviluppi artistici che in questo momento sono
presenti in Italia, ma, al contempo, è da considerarsi come una specie di manuale di Arte Contemporanea
con tutti i suoi più recenti sviluppi. Sin dall’epoche più antiche, si è avvertita la necessità di classificare
l’operato di chi contribuiva ad abbellire la propria società con opere d’arte realizzate nel modo più
diversificato. Un’esigenza che è venuta a determinarsi con maggiore insistenza a partire, in special modo,
dall’età tardo rinascimentale. Basti pensare a Giorgio Vasari e alle sue Vite, ma anche a tutta la produzione
letteraria che è stata approntata, poi, nei secoli successivi.
Senza arte non c’è completezza culturale e, soprattutto, non c’è possibilità di ritornare al bello e alla visione
estetizzante del nostro universo circostante, ma, ancor di più, non c’è opportunità di redenzione, in questo
singolare periodo storico, che consenta al mondo intero di riscoprire la naturale bellezza di una pittura o
di una scultura, se non anche di un’installazione, capace di restituire serenità e desiderio di ritorno ad una
tanto agognata normalità.

Luigi Fusco
Critico d’arte
Un pensiero sull’arte contemporanea di Cesare Orler 5

Create il vostro vaccino

Questo testo vuole essere al tempo stesso un augurio e un appello rivolto a tutti coloro che lo leggeranno,
in particolar modo agli artisti presenti nel CAI 2021 (Catalogo Artisti Italiani), quest’anno alla sua seconda
edizione.
È stato un anno molto difficile, per la cultura in particolare. Mostre annullate, fiere rimandate e ridotte a
inefficaci vetrine digitali, gallerie, teatri e cinema chiusi, eventi culturali di ogni tipo sospesi. Nonostante
l’attenzione da parte dei piani alti verso questo settore sia stata pressoché inesistente e le doverose risposte
si siano limitate alla riproposizione dei soliti luoghi comuni, il cuore dell’arte non ha mai smesso di battere
e questo cuore sono gli artisti.
Tutti quegli artisti che in questo ultimo anno non sono riusciti a proporre il loro lavoro, che non hanno avuto
modo di sviluppare i propri progetti e che non hanno potuto confrontarsi con colleghi e collezionisti. A loro
va il mio più caro augurio e anche i miei più sentiti complimenti per aver affrontato quest’emergenza con il
pennello in mano e la testa china sulla tela, continuando a fare quello che sanno fare meglio.
L’arte non si è fermata e anche in questo periodo sono venute alla luce opere grandiose, nonostante siano
state quelle più scadenti a troneggiare su social network, telegiornali e stampa. Per chi non fa questo lavoro
e non si confronta quotidianamente con gli artisti, ciò che avrà visto sul grande schermo al massimo è stata
la Gioconda con la mascherina, la Marilyn di Warhol con la mascherina, la Nike di Samotracia con la
mascherina e altre buffonate di questo tipo. È bene allora chiarire che questo è a tutti gli effetti un gioco e,
come tutti i giochi, è bello finché dura poco.
Purtroppo, così non è stato e troppe volte ho sentito parlare di depressione artistica per indicare la mancanza
di fantasia nelle opere d’arte di questo ultimo anno. La verità è che ho visto con i miei occhi innumerevoli
lavori di gran pregio che, tuttavia, non sono stati minimamente considerati da chi avrebbe potuto e dovuto
portarli all’onore della cronaca.
Ho sentito parlare di bellezza. Quella bellezza che doveva salvare il mondo ma che non ha salvato proprio
nessuno. Quella bellezza con cui tutti si riempiono la bocca ma che nessuno ha mai visto. Una bellezza dai
contorni sfocati, nebulosa e sfuggente. Tutti aspirano ad essa ma chi ne coglie anche soltanto il più piccolo
frammento? Perché continuare su questa strada?
L’arte è sempre stata un linguaggio e, come tutti i linguaggi, si basa sulla comunicazione. Ci deve essere un
mittente, un messaggio e un mezzo che permetta di veicolarlo a un destinatario.
Troppi si focalizzano sulla bellezza delle parole, ma pochi riflettono sul significato di quanto stanno dicendo
e lo stesso avviene nell’arte.
Il mio augurio è che ci sia più attenzione alla comunicazione e alle sue dinamiche, ma soprattutto più
attenzione al pubblico che godrà di quelle opere. Un pubblico che finché verrà educato ad adagiare lo
sguardo sulle gioconde con le mascherine sentirà soltanto l’amaro in bocca e della bellezza neanche
l’ombra.
Pertanto, e mi rivolgo agli artisti, prima dovete capire cosa volete trasmettere e dopo trovate il modo più
efficacie per farlo, non il contrario. E, possibilmente, non limitatevi a raccontare ciò che accade in questi
giorni. Per quello esistono le radio, le televisioni e i giornali. Cercate piuttosto di produrre il vostro antidoto,
anzi, il vostro vaccino. Ma non siate didascalici e non abusate dei simboli del presente. Distaccatevene
perché soltanto così vedrete con lucidità che le più grandi opere d’arte sono figlie di un determinato periodo
storico ma sopravvivono in eterno. Guernica di Picasso nasce in occasione della guerra civile spagnola
ma non si limita a quello, è uno scenario sempre verosimile che ci racconta della brutalità umana, della
spietatezza e dell’ingiustizia della guerra e lo stesso si può dire per Fucilazioni del 3 maggio 1808 di Goya.
Le icone pop con la mascherina oggi vorranno dire qualcosa ma domani saranno obsolete e avranno
esaurito tutta la loro forza espressiva. In conclusione, individuate simboli e caratteri che raccontino l’oggi,
ma che spieghino il domani.

Cesare Orler
Gallerista
6 Il bisogno dell’arte di Dante De Nisi

L’arte dispone di una grande varietà e vastità, sempre in cambiamento e in evoluzione. Il bisogno dell’uomo
di esprimersi si esplica concretizzandosi al di fuori di lui, su una tela o in un blocco di marmo. Questo
esprimersi ha una conseguenza particolare: concepire e realizzare una parte intangibile del nostro essere,
rendere visibile o leggibile qualcosa che di per sé non lo è: un pensiero, un’emozione....
Se pensiamo ad un artista come ad un cronista del proprio tempo, allora una galleria d’arte è il luogo nella
quale vengono raccolte e raccontate le vicissitudini del mondo (contemporaneo) in una certa epoca storica.
Entrandovi non ci troveremo davanti a meri oggetti con il solo scopo di essere contemplati, ma piuttosto
incontreremo domande, interrogativi e risposte, se saremo fortunati.
Le gallerie d’arte e i musei, celebrano proprio questa forma di scambio, questo dialogo che rimbalza
continuamente tra artista, arte e collezionista. La sublime importanza della raccolta e della divulgazione
dell’arte è proprio il permettere agli esseri umani di non smettere mai di porsi interrogativi.
Ciò possiamo capirlo collegandoci a uno dei principi di Aristotele, il quale riteneva che i concetti e i pensieri
si formassero grazie all’intelletto: essendo superiore ai sensi, esso è capace di cogliere l’intelligibilità,
l’essenza stessa degli oggetti, i quali esercitano una certa attrazione. Dunque, la conoscenza avviene
tramite l’esperienza sensibile dal momento che la prima la si desidera solo quando la seconda ha fatto
breccia.
L’oggetto del desiderio può quindi muovere un’anima.
Immaginate quante anime possono muovere intere raccolte di opere d’arte. Promuovere e divulgare
arte e artisti significa promuovere e divulgare pensieri, emozioni, domande in grado di scovare, nutrire e
accrescere quella preziosa perla presente in ognuno di noi chiamata emotività, che in definitiva, si traduce
nell’empatia, che altro non è che l’attitudine da proteggere e valorizzare in ogni persona. Con piacere e
con questo fine, che ho aderito alla proposta di Gianpaolo Coronas di collaborare alla stesura del presente
Catalogo.
A lui, ideatore di una rassegna importante, agli Artisti partecipanti, vanno i miei migliori auguri di una
carriera foriera di soddisfazioni e meritati successi

Dante De Nisi
Gallerista
ARTISTI
8 LAURA AMATO

BURN IT DOWN COFFEE BREAK


Acrilico su tela - 120 x 80 cm Assemblage caffè acrilici carta piume su tela - 120 x 80 cm

L’evoluzione della sua ricerca artistica si focalizza nell’esigenza di comunicare attraverso l’espressività del corpo:
sensibilità affinata negli anni dedicati allo studio della danza classica che si trasforma nella scelta di fare del
proprio corpo il medium perfetto per stendere il colore, in una tecnica che è diretta espressione dell’istinto che
muove l’artista.
Colori vividi per comunicare emozioni intime, senza uso del pennello, solo il suo corpo a dare forma alle
figure delle composizioni: il corpo ricoperto di colore diventa pennello per trasferire emozioni e sensazioni
imprimendosi sulla tela in una azione performativa. L’artista si fonde così in modo viscerale con la sua creazione.
Il suo stile si distingue per l’uso di vari media come i colori acrilici, il collage e l’assemblage.
Oltre a Roma, dove Laura Amato vive e lavora, le sue opere sono state esposte in numerose gallerie e in musei
nazionali ed internazionali come a Seul, New York, Miami, Basilea, Zurigo e Montecarlo.

Note Critiche
Laura Amato dipinge della figure snelle e sfuggenti, nelle quali si intuisce l’amore che ella deve aver avuto per i grandi maestri, del
tratto rapido e sicuro, come Diego Velazquez e Chaim Soutine: un’ immagine sintetica, eppure vivida, lo stesso tratto che attraverso
il tempo proietta il proprio riflesso dalle primordiali caverne francesi di Lascaux.
Figure di donne, che si stagliano su un fondo monocromo, del corpo delle quali ne percepiamo appena una gamba, una testa,
una mano: immagini che rimandano all’autrice stessa e nelle quali vi scorgiamo la concezione della relazione ch’ella ha col tempo
e lo spazio.
Queste figure, quasi delle decalcomanie che sembrano sovrapporsi allo spazio entro cui fluttuano, rimandano al profilo di un’ombra
cinese che traversa lo scenario indefinito del ricordo: il fondo monocromo non offre alcun appiglio spaziale e, come in alcune tele
di Caravaggio, da quel nero catramoso o da quel giallo senape, affiora una figura, come fosse l’eco transitoria di un pensiero, di
un ricordo, di un sogno.
Vi è una elegante tensione tra un “qui e ora” e l’attrazione verso il fuggevole, l’indefinito, il momentaneo.
E’ uno spazio solido quello che ci avvolge, dal quale l’artista si divincola, relegando il mondo sensibile a semplice quinta scenica:
pura astrazione immateriale e inafferrabile, contro il cui fondo monocromo si staglia un profilo scorporato e divincolato dalla
costrizione che impongono la luce, che è il tempo, e lo spazio, che è lo sfondo, di un quadro.(…)
Luigi Senise, storico dell’ Arte
MANOLA ANDREANI 9

FUOCO VIVO
Tecnica mista su tela - 90 x 80 cm

OIL
Tecnica mista su tela - 100 x 100 cm

Classe 1974 di La Spezia, diplomata al Liceo Artistico di Carrara e poi frequentarice


dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Dapprima raffinata ritrattista di noti personaggi politici,
artistici e di attualità e nel 2010 per un noto pub londinese, di una serie di ritratti storici relativi
al mondo artistico e politico di William Shakespeare, decide anche di dare vita all’associazione
culturale Berthe Morisot in onore della nota ritrattista impressionista. Negli ultimi anni più tesa
all’espressività astratto-informale attraverso la ricerca e la realizzazione di una forma di pittura
scultorea (pitto-scultura) che affondi dentro e comunichi attraverso la fisicità del vivere.
MOSTRE COLLETTIVE: Intrecciarte di Pietrasanta, Deodato Arte Milano, Carrara Fiere, Arte
Padova, C. Culturale Garibaldi Pisa, Galleria Domus Romana evento Future World Art Festival
Roma, Art Fiera di Genova, Matera

Note Critiche
Artista da sempre affascinata dal “colore” e dalle espressioni “colorate” della realtà, negli anni ha approfondito lo studio delle
intersezioni cromatiche, forma e materia con varie tecniche pittoriche su vari tipi di superficie (tela, legno, materiali di recupero)
per raccontare attraverso un percorso espressivo astratto-informale, l’itinerario necessario per recuperare l’amore a sé, più intimo
e vero di ogni essere umano, spesso diluito nella “mercificazione” del quotidiano.
Ha ampliato la propria capacità espressiva pittorica utilizzando con padronanza materiali e colore come linguaggio universale
dell’Amore, tesa all’espressività astratto-informale attraverso la realizzazione di una forma di pittura scultorea (pitto-scultura) che
affondi dentro e comunichi attraverso la fisicità del vivere.
“la pittura e la scultura sono il palcoscenico del mio mondo; cioè il linguaggio più intimo e privato dell’espressione del mio essere
perché nell’amore, tutto è avvenimento!”
10 RAIQUEN ARDUINI
EMOZIONI
Olio su tela.
40 x 30

IL PICCOLO PAGLIACCIO
Olio su tela - 80 x 60

PIÙ IN LÀ DEI LIMITI ED I SOGNI


Olio e acrilico su tela.
100 x 100

Arduini Mirta Lucia, Nata a Corrientes (Argentina)-Italo-Argentina, abita a Monfalcone (Gorizia)Italia.


Percorsi scolastici: Scuola superiore ed università. Autodidatta. Nel percorso istruttivo superiore ha
imparato certe tecniche in disegno,ed altre nei sue due anni di architettura. Non le piace parlare d’arte,
senza identificarla con il mondo,l’integrazione dei popoli. La psicologia,la sociologia, l’antropologia,
la geografia,la storia,soprattutto la terra,la donna e gli emarginati, l’animo umano, dove è la nascita
vera del arte. Ha in attivo concorsi e mostre riscuotendo notevoli consensi di critica e pubblico. Le sue
opere sono pubblicate su prestigiose riviste e cataloghi d’arte ,casa d’aste e recensite da illustri critici.
Tra gli eventi più recenti citiamo: 2021 mostra il DANTE a ROCCA BRIVIO a Milano; 2021 Venezia “La
primavera nell’arte”; 2020 Mostra a Venezia in Venice Art Gallery; 2020 Mostra Colletiva a Treviso
ELLE Galleria; 2020 Mostra Personale patrocinata dal Comune di Monfalcone(GO); 2020 Mostra
Accademia Internazionale di significazione di Poesia e Arte a Roma; 2020 Mostra a Parma Capitale
della cultura; Mostra a Matera città della cultura; 2019 Mostra “La democrazia nell’Arte” “La fabbrica
del vapore” Milano; 2019 Mostra Spazio M’Arte “La pittura figurativa a Brera” Milano; 2019 Mostra
“Lo stato dell’arte nella 58ma Biennale di Venezia” Palazzo Zenobio; 2018-Mostra Internazionale”Arte Palermo” Palermo.
Esposizioni internazionali: Atene 2019, New York 2019, Premio Star dell’anno 2019, Museo Modigliani-
Spoleto, Museo Sciortino, Monreale 2019, Fiera ArtNordic 2019, Parigi 2019, Lisbona 2019, Praga 2019,
Spagna 2019, Brick Lane, London 2018, San Pietroburgo e Mosca (Russia) 2018, 57° Esposizione d’Arte
Internazionale “La Biennale di Venezia” 2017 a Palazzo Albrizzi-Sede Padiglione di Guatemala a gli Uffizi (Firenze).

Note Critiche
L’animo umano indagato attraverso la pittura, è rappresentato nelle opere di Raiquen, attraverso pennellate cariche di colore,
dense di cromie intense e brillanti che fanno dell’opera stessa, un racconto intenso dove le immagini sostituiscono le parole.
Raiquen è espressiva e profonda e questo suo slancio sentimentale che modula il gesto pittorico rende la sua produzione artistica
ancora più autentica, aiutando anche l’istante a mettere in piedi una valutazione che vada oltre l’estetica, ma che approfondisca il
settore tecnico, ambito in cui l’artista è a suo agio dato il profondo talento che la contraddistingue, e allo stesso tempo fa in modo
che la sua attenzione si focalizzi su quegli elementi che l’artista stesso nasconde tra le composizioni, che ne svelano il significato.
Pochi tratti ma sicuri, tessono la rete ordita che da vita alla trama artistica di Raiquen, intensa ed emozionante, armoniosa nelle
forme e nella segnica.
Levi Paolo
ARVEDO ARVEDI 11

FRANCE FLAGS PROJECT FIREWORKS LA FALENA


120 x120 cm - Tecnica mista 100 x 100 cm - Tecnica mista

SPIRALE QUADRATA - 70 x 50 cm - Tecnica mista

Arvedo Arvedi ( www.arvedoarvedi.it ) nasce a Verona e vive nella villa di famiglia ( www.villarvedi.it )
circondato da opere della cultura classica.
Qui ne assorbe l’eleganza e l’equilibrio nel 1993 in un viaggio a Chicago incontra l’artista
internazionale John David Mooney ( www.mooneyfoundation.org ), diventa suo assistente per oltre
15 anni coinvolto in grandiosi progetti di illuminazione assorbendo lo spirito della Pop Art americana.
Dopo essersi trasferito a Roma nel 2005 collabora con l’artista Massimo Catalani ambientalista con
cui condivide la passione del rispetto per il mare. Dopo questa su ennesima contaminazione artistica
e filosofica nei suoi quadri richiama sempre il rapporto tra uomo e mare inserendo dei pesciolini che
diventano icona e metafora dell’uomo. Ha Esposto a New York, Chicago, Cannes, Roma e Verona e
in molte altre città italiane. Da alcuni anni si sta dedicando alla Corporate Art mettendo al servizio di
aziende italiane la propria arte.
Note Critiche
Sono cascate letterali di colore, fogli fossili, pesci, nascere arcaiche, graffiti primitivi, i componenti dell’universo rivelato e rivelatore
di Arvedo Arvedi, il conte artista veronese, che racchiude nella sua arte molti mondi “dal classico italiano al futurismo, dalle
ispirazioni di Pollock a quelle di Wharhol, o alla materiticità dell’italiano Burri, alla sensibilità del mio maestro John David Mooney
per la scenografia e composizione. Tutto questo convive in me e quando dipingo ogni gesto, come un terremoto, fa emergere o
inabissare, mescola o cela elementi nuovi e misteriosi.
Nei suoi lavori inserisce spesso dei pesciolini dal valore metaforico, li definisce “IcUPe” Icona Umanita Pesce, rappresentano
l’umanità i suoi sogni le sue realizzazioni, il pesce inoltre è un simbolo cristiano antichissimo ed è archetipo in tutte le culture del
mondo.
Dopo aver lavorato per oltre 15 anni come assistente di John David Mooney per progetti internazionali (Olimpiadi di Atlanta,
150°anniversario dello Chicago Tribune, o a Malta per il capodanno 1999/200) ha deciso di tornare in Italia e portare il meraviglioso
bagaglio acquisito in quei vorticosi anni.
Le sue diverse tecniche ispirate a correnti artistiche del passato e del presente si intrecciano, dialogano in un continuo rincorrersi
di riferimenti rimbalzando fra epoche, stili, grafismi e civiltà di tutto il mondo piacevolmente sorprendendo lo spettatore che si
immerge in un mondo di colore gioia e rimandi arcaici.
Citazione di Gabriella Poli
12 DANIELA BERTANI

CARRARA
Acrilico su tela - 60 x 80 cm

SPERANZE MATERNITÀ
Mista su tela - 60 x 60 cm Acrilico su tela - 60 x 80 cm

Daniela Bertani nasce a Carrara il 2 Novembre del 1974. Consegue il Diploma Accademico, con lode,
nel 1998 presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara (MS). Nel 2006, il Diploma Specialistico .Da giugno
2012 a gennaio 2013 collabora con l’Associazione Acqua come Coordinatrice Artistica nell’ambito del
calendario eventi programmati dall’associazione all’interno del Parco del Monte di Pasta di Massa. Dal
2015 fa parte di Associazione Artemisia Carrara (MS) con cui collabora come artista e co-organizzatrice
eventi. Partecipa dal 1996 ad oggi a numerosi eventi di importanza nazionale ed internazionale, ottenendo
diversi riconoscimenti per il suo operato artistico.

Note Critiche
Il critico Salvatore Ragonesi di lei scrive … Daniela Bertani possiede in realtà una straordinaria competenza
nel disegno e un a profonda e larga visione poetica. Quest’ultima si manifesta soprattutto nella concezione
neorinascimentale di una natura animata e spiritualizzata in equilibrio nei suoi elementi e pacificata con l’intera umanità. Una natura
umanizzata e divinizzata ed una umanità naturalizzata costituiscono pertanto il binomio indissolubile della poetica bertaniana. Di
qui la sottolineatura abbastanza esplicita della fortissima aspirazione a semplificare le linee e le forme per farle rientrare tutte nel
medesimo orizzonte di naturalità ed evitare le loro frantumazioni e complicanze di gestazione nella civiltà dei consumi e degli
apparati di una modernità più o meno burocratizzata, spersonalizzante e alienante…
Salvatore Ragonesi
NORMA BINI 13

FORGET IRIDESCENZE DELL’ANIMA


Olio su tela - 100 x 100 cm Olio su tela - 100 x 100 cm

NON VOLTARTI
Olio su tela - 100 x 50 cm

Norma Bini ha il primo contatto con la pittura durante le scuo¬le medie, quando, stimolata dalla docente di Arte,
comincia ad eseguire i primi dipinti. Racconta che già al primo incontro con i colori sente un brivido attraversare
la sua anima…ed è subito amore! Nei momenti tormentati della giovinezza, rifugiarsi nei colori riesce a darle
sempre serenità. Poi, le vicissitudini della vita, suo malgrado, la conducono su altri percorsi, allontanandola dalla
pittura, fino a condurla alla laurea in Economia e Commercio.
In seguito, costretta a letto da un tragico incidente, sente riaccendersi la passione e comincia a trasferire sulla tela
le sue emozioni, creando atmosfere suggestive e vedute paesaggistiche di rilevante forza espressiva. Il tutto crea
un incanto d’insieme per quella particolare luminosità e movimento che rapiscono l’interesse dell’osservatore e
regalano impressioni e sensazioni di infinito e di spiritualità.

Note Critiche
La pittura di Norma Bini è una pittura fatta di simboli e messaggi; ogni espressione si collega ad uno stato
d’animo. Entrambi, il segno e il colore, sembrano rafforzare le dimensioni psicologiche dell’immagine. La
tonalità dei colori, la loro pastosità e matericità, l’uso di strumenti diversi (fino a stendere il colore direttamente
con le mani), esprimono i suoi i più profondi sentimenti.
Norma dipinge spesso il mondo femminile: si tratta di donne sofferte che richiamano ad una profonda riflessione
sullo spirito femminile, invitando ad osservare il mondo della donna da una nuova angolazione. Si è di fronte
ad una miriade di sensazioni: passione, angoscia, tormento, turbamento e inquietudine…..ma, al contempo,
speranza. La speranza sempre presente nei dipinti di Norma Bini, espressa da quegli orizzonti infiniti e lum¬inosi.
“Per Norma Bini l’esistenza è donna e questa è viaggio: cammino coraggioso e solitario da percorrere silenti e a piedi nudi per
comprenderne l’essenza, poichè l’orizzonte, per quanto lontano, attende luminoso.”
Antonella Nigro, critico d’arte
14 SELENE BONAVITA

AMALGAMA CALA
70 x 50 cm - Acrilico su tela 50 x 30 cm - Acrilico su tela

FIORE APERTO
50 x 70 cm - Acrilico su tela

Beneventana, classe 1984, Selene esprime sin dalla tenera età una forte vocazione
verso il disegno e la pittura ed inizia giovanissima a muovere i primi passi nell’atelier
del pittore italo-brasiliano Mario Ferrante, inaugurando una lunga stagione artistica
che la vedrà protagonista di numerose esposizioni collettive tra cui una personale a 12
anni. La strada artistica subisce negli anni un momentaneo arresto lasciando il posto
agli studi in Psicologia, altro ambito verso il quale Selene manifesta le proprie attitudini.
Dopo aver vissuto un’esperienza decennale nel settore HR, attualmente Selene si divide
tra il percorso della libera professione e l’attività artistica, esprimendo nelle sue opere
una predilezione per lo stile astratto che si concretizza attraverso una spiccata gestualità
e la forza prorompente e vitale del colore.

Note Critiche
<<Selene Bonavita, formatasi sotto l’egida di Mario Ferrante, ha sviluppato una ricerca imperniata attorno ad un linguaggio
fenomenico di matrice astratta e informale, ove il solo appiglio al dato reale è offerto dalle titolazioni. Ella procede e sperimenta al
fine di generare una personale geografia interiore che, seppur priva di un raccordo di mimesis con luoghi riconoscibili, ne sostanzia
la più profonda essenza, che è quella emozionale, determinante nell’istante maieutico.
Altrove ho affermato quanto la poetica della Bonavita si soffermi sul dualismo relazionale ed intrinseco tra universo inconscio e
sfera cosciente, dimensioni che “traslate sulla tela mediante il ricorso ad una sorta di ‘ascolto intimo’ che affiora tramite il gesto, il
segno ossia traccia di un mondo celato, altrimenti inenarrabile” tende verso una peculiare “osservazione del quotidiano secondo
un idioma generato da commistione di casualità ed imprevedibile quanto inenarrabile prorompenza”.>>
<<Lo spettatore si sentirà come ammaliato ed ipnotizzato, recepirà in maniera sinestetica quanto l’artista ha lasciato sulla tela,
traccia di una visione personale ed intima ma pronta a farsi portatrice di sentimenti universali. (…) La sorpresa è profonda, lo
stupore è fonte di un concatenarsi di emozioni che paiono frastagliarsi con lo stesso ritmo offerto dal segno pittorico e dalla
gestualità epifanica; di volta in volta qualcosa rinasce, con la stessa energia catartica della vita.>>
Azzurra Immediato
ALEXIA BOTTA 15

HANNE’
250 xx 190 cm - Acrilico su tela

PRESENT
130 x 90 cm - Acrilico e cemento su legno

SINCE
80 x 100 cm - Acrilico e colla per piastrelle su legno

Alexia Botta è una giovane artista, nata nel 1999, che ci offre con le sue opere l’identità frammentata di ognuno
di noi, attraverso la rappresentazione graffiante prevalentemente di delicati volti femminili.
Nata e cresciuta a Pavia, Alexia si sta formando all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano.
La gamma di colori tenui, in certi punti si va a mescolare grazie ad una pennellata decisa e quasi tagliente,
rendendoci spettatori di quello che altro non è che l’esperienza umana, mai definita e sempre mutevole proprio
come gli sfuggenti contorni delle figure che ci propone la nostra artista
Un volto di donna, l’abbraccio di due amanti, una ferita dell’anima, ogni figura porta con sé, in ciascun
frammento di colore, un’esperienza, che, andandosi a sommare l’uno all’altro, formano la vita stessa.
La pittura a tratti graffiante aderisce in un interessante contrasto alla morbidezza delle forme e dei colori che
Alexia Botta usa nelle sue tele, e ci rende partecipi di un’esperienza artistica essenziale: lo specchiarsi della
stessa artista nella tela, che da bianca prende le forme e i colori della sua identità, coincide con lo specchiarsi
dello spettatore, restituendogli la capacità di immedesimarsi e rendendo l’arte un’esperienza collettiva.

Note Critiche
Il processo creativo di Alexia Botta parte dalla propria individualità, da come percepisce la propria immagine in relazione con sé
stessa e con il mondo che la circonda. La sua pennellata frammentata raccoglie e mette insieme pezzi di realtà che conserva nella
mente, sottoponendoli al filtro della propria sensibilità. Una volta esplicati in arte, essi prendono la forma di volti, per la maggior
parte di donne, nelle quali Alexia si rispecchia, e dalle quali prende e dà in prestito pezzi di esperienze e di anima, mescolando
la propria individualità con il resto del mondo. I volti che l’artista ricrea non sono altro che uno specchio in cui tutti noi possiamo
riconoscere la nostra identità o identità che ci circondano: attraverso il volto Alexia stimola l’empatia degli esseri umani, rendendo
l’esperienza artistica comune ad ogni anima che vi assiste.
16 IONELA BURSUC

JOHN LENNON
74 x 60 cm - Olio su tela

IL RE LEONE
77 x 58 cm - Olio su tela

Nata in Romania, Botosani nel 1979. Fin da piccola appassionata all’arte ha coltivato la pittura come hobby, ha
iniziato a dipingere per commissione ritratti e animali. Ionela è attratta dai colori vivi dei paesaggi primaverili e
autunnali. Ama gli animali in modo particolare. Si trasferisce in città per studiare il liceo meccanico, dove ottiene
ottimi risultati alle Olimpiadi di disegno tecnico, in seguito si laurea in Storia all’ Università Alexandru-Ioan Cuza
Iasi – Romania. Autodidatta, dopo 17 anni lontana dalla sua passione non riesce più a resistere al forte richiamo
della pittura. Vive in Italia dal 2004 .

Note Critiche
Laureata in storia, vive in Italia da più di quindici anni, la sua pittura è realistica, l’artista ritrae scene della realtà,
oggetti del mondo, animali, volti famosi. Il tratto della sua pittura è dolce, la resa pittorica è immediata. L’artista
predilige la pittura a olio e spicca sempre, nelle sue opere, la luminosità della composizione pittorica. Dipinge
anche opere su commissione e la sua arte è particolarmente apprezzata dagli amanti del genere figurativo.
Federico Caloi
GENNARO CAIAZZA 17

CAPITAN JASPER
Tecnica mista su tela - 24 x 30 cm

NELLA MIA TESTA E NELLE MIE MANI


Tecnica mista su tela - 40 x 50 cm

MY MASTER GAVE ME A HAND


Tecnica mista su tela - 24 x 30 cm

Gennaro Caiazza nasce a Caserta il 17 febbraio del 74, dopo aver frequentato gli studi all’Istituto Statale
d’arte di San Leucio sotto la guida del maestro Bruno Donzelli, si diploma successivamente all’Accademia
di Belle Arti di Napoli frequentando il corso di pittura del maestro, nonché direttore dell’epoca, Gianni
Pisani. Fin da bambino ha la passione per il disegno e nel corso degli anni cresce il suo interesse
verso la grafica, la fumettistica e la Pop Art, che lo porteranno a realizzare opere con uno stile pittorico
inconfondibile. Il suo inizio è stato ispirato dall’Artista e maestro Bruno Donzelli, famoso in tutto il mondo
per le sue tele pop con riferimenti e citazioni sull’arte contemporanea. Caiazza frequenta lo studio di
Donzelli ed apprende molto dal punto di vista artistico. Le sue opere hanno una forza cromatica esuberante legata molto al fumetto,
rielabora i personaggi e le citazioni e il riferimento all’arte contemporanea sono presenti costantemente sulle sue tele. Sembra che
questi siano indiscussi protagonisti di un immaginario Pop-story: si stagliano da una liquida realtà metafisica in una dimensione
asettica, levigata, fluorescente, oltre la realtà fisica delle cose. Particolarmente interessante è la varietà dei temi che è in grado di
affrontare con disinvoltura: teste, mani, soggetti e ritratti maschili e femminili, animali. In questo ventennio di lavoro Caiazza ha
esposto le sue opere in prestigiose gallerie in Italia e all’Estero e realizzato numerose mostre personali e collettive su tutto il territorio.
Nell’Ottobre del 2008 riceve il premio della critica al Premio Arte della Mondadori alla Permanente di Milano. Oggi la sua attività
lavorativa è concentrata in modo particolare verso il restauro che alterna il più possibile con la sua continua ricerca artistica.

Note Critiche
Il mondo elettronico del terzo millennio è malato della sindrome del “troppo”. Nel nostro randagismo tendiamo ad occupare gli
spazi vuoti dell’opera. Gennaro Caiazza non è definibile come terminale dell’arte ma, piuttosto, come medium della funzione
sociale dell’estetica che deriva dal pop e, nella restituzione all’individuo della poetica artistica, Caiazza usa se stesso come elemento
di raccordo tra il nulla in cui si nasconde la creazione ed il pieno soggettivo dell’immaginario iconico dell’inner space dell’essere
umano post 2000. Il suo linguaggio formale si slabbra, diviene funzionale ad una concettualità che usa la porta degli accumuli
di memoria per penetrare negli spazi profondi della mente. Come il suo maestro, Bruno Donzelli, egli lavora sul un cross over
fra i mondi dell’immagine, si relaziona con la sfera dell’immaginario della pubblicità sfondando la sottile parete che la separa
dall’arte visuale. I linguaggi della visualità, d’altra parte, sono di per se permeabili, frammentati e, molto spesso, indefiniti. Se,
da un lato riesce difficile mantenere la propria identità nel mondo multimediale, dall’altra parte lo stile, onnipresente nel terzo
millennio è per sua natura estremamente elastico ed indefinito non presupponendo, obbligatoriamente una memoria. Gennaro
Caiazza vive esattamente su questo confine, sforando continuamente il limite fra la cultura popolare e l’arte visuale rendendole,
anzi, compresenti in tutto il suo lavoro.
Massimo Sgroi
18 ANTONELLA CALORINI

SERENITÀ
Acquarello - 55 x 70 cm
VITA
Olio su tela - 70 x 50 cm

Sono nata a San Miniato (PI) il 20/09/1957, ed ancora oggi vivo in questa cittadina medievale ricca di storia e
di bei paesaggi. Fin da piccola ho giocato con i colori, sperimentando modi e tecniche per rappresentare quello
che il mondo attorno a me mi trasmetteva. Dilvo Lotti, un famoso pittore di San Miniato, dopo aver visto alcuni
miei lavori, avrebbe voluto che andassi all’Accademia di Firenze (mi avrebbe accompagnato lui) e venne a dirlo
ai miei genitori che, seppur felici di questa “attenzione”, misero come condizione che andassi in un collegio, ed
io rifiutai. Così, mi iscrissi al Liceo Scientifico e poi alla Facoltà di Lingue e Lett. Stran. Mod. ad Ind. Europeo a
Pisa, per poi lavorare come impiegata bancaria , ma la passione per la pittura, e soprattutto per l’acquerello,
non mi ha mai lasciato. Per me l’Arte è Comunicazione, è trasmettere e ricevere emozioni, ed il Colore è il
Mezzo. Un’opera “riuscita” è quella che Ci mette in contatto, per empatia, Ci trasporta nella Luce o Ci trascina
negli abissi del Buio: Ma io scelgo la Luce.

Note Critiche
Leggere l’arte della Calorini è come un Viaggio nell’Infinito porta lo spettatore nell’onirico mondo dell’infinito, tema centrale di
moltissime sue opere. Tra cerchi geometricamente impossibili, squilibri del piano e mutazioni dello spazio, spicca l’esplorazione
dell’infinito, che per l’artista rappresenta un vero e proprio viaggio. Affascinata dal vuoto cosmico che si cela al di là delle stelle,
dove non esiste il concetto di spazio, Antonella Calorini prova a cogliere le diverse dimensioni dell’infinito. E lo fa con composizioni
dai motivi ripetitivi, che convergono verso un centro, riducendosi o espandendosi all’infinito. Anche i cerchi concentrici sono d’aiuto
alla pittrice per esprimere questo concetto che tanto gli è caro e che la perseguita. Sono cerchi in cui la distanza tra l’uno e l’altro
diminuisce fino a formare una spirale logaritmica; nonostante Calorini non fosse a conoscenza di questa nozione matematica, ne
è stata ugualmente attratta per l’idea di vortice infinito che essa esprime.
Antonella Calorini, infatti, non è un’artista: è una talentosa illustratrice che sonda la psiche umana e la sua maniera di percepire il
mondo. È una minuziosissima osservatrice della realtà che riporta, con uno stile preciso, con colori pieni di vitalità.
L’artista visionaria che ha affascinato critici d’arte e collezioni , nel 2021 durante la Biennale Internazionale in Santa Severina –
Crotone/Italia ha colto l’interesse di esperti e promotori di fama internazionale che di certo faranno emergere la stessa sui mercati
esteri. E’ da ritenere la Calorini un’artista di prossima emergenza è di grande interesse artistico.
Prof. Donald Ryan
RITA CANINO 19

CULLARE UN SOGNO LIBER


Olio su tela - 80 x 80 cm Acrilico su tela - 100 x 100 cm

OLTRE LA FORMA
Acrilico su tela - 100 x 100 cm

Rita Canino nasce a Cosenza. Coltiva la sua passione fin da piccola con il disegno, crescendo il
suo amore per l’arte la porta ad approfondire le sue ricerche visitando le più grandi città d’arte.
L’artista trasporta le sue emozioni sulla tela. Le sue opere sono l’istinto delle emozioni. Dai colori
eleganti come il blù, che rappresenta l’anima.
Attualmente sta realizzando mostre personali in Italia ed all’Estero.
Alcune sue opere sono attualmente esposte presso Artheerenveenart Art Gallery, Olanda.
Presentazione alcuni quadri su L.Arte Tv Sky.
Alcune esposizioni:
2019 – “Arte Paris 2019”, Premio internazionale di arte contemporanea “Pablo Picasso”, Parigi
2019 – Mostra d’arte contemporanea “Il bacio che non ti ho dato” presso Villa Lysis Capri
2017 – Arte Padova, Padiglione 1
2016 – Venezia in Arte – Palazzo Flangini, Venezia
2012 – Concorso Internazionale TIMES SQUARE BILLBOARD PREMIER EVENT con visualizzazione
opera sui cartelloni di Time Square, New York.

Note Critiche
“Il valore della sua ricerca stilistica nel panorama artistico contemporaneo. la creatività è una delle più importanti forme di
trasmissione del sapere”
Vittorio Sgarbi
20 DANIELA CAPUANO
MARIA CRISTINA CARBONE 21

L’ONDA LA BAMBINA COL PALLONE


80 x 80 cm - Acrilico e olio su tela 70 x 50 cm - Acrilico su tela

LA MIA AFRICA
100 x 70 cm - Acrilico su tela

Mi chiamo Maria Cristina Carbone, ho 54 anni, sposata con tre figli ed abito nella provincia di Caserta.
Ho il diploma di ragioneria ed ho svolto lavori inerenti al mio diploma.
Poi all’improvviso, una decina di anni fa, ho sentito il desiderio di dipingere e disegnare, ho scoperto di avere
questa passione che non mi ha più abbandonato.
Quando dipingo, vivo una piccola estasi, mi estraneo, esistono solo i colori da mettere su tela, esiste solo il
desiderio di rappresentare il mio sentire.

Note Critiche
Trasmetto calma nelle forme e passione nei colori come un sogno romantico di fine ottocento che non tornerà mai più.
I miei quadri sono occhi dallo sguardo ingenuo e sincero sul mondo e a volte su dettagli che lasciano immaginare il senso della
minaccia ambientale.
Paura, tristezza nostalgica, pudore e voglia di vivere si mischiano in una sola dimensione presente paragonabile ad un nuovo
concetto di estasi nonostante il velo di inquietudine che trasmetto.
Qualsiasi cosa provo ad esprimere, tristezza, gioia, paura, l’importante è che sia grande, come è grande il mio sentire.
22 MARIO COBÀS

The Man and the Tree, E PENSO A TE


40 x 40 cm - Olio su tela Tecnica mista su tela - 60 x 80 cm

TREES
Tecnica mista su tela - 80 x 80 cm

Mario Carchini docente di Anatomia Artistica dell’Accademia di Belle Arti di Urbino attualmente docente
dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Negli anni precedenti ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di
Sassari, all’Università di Firenze e all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. E.mail: mario.carchini@
gmail.com Istagram: studio_mm_mc Mario Carchini ha un nome artistico, con atto di notorietà, Mario
Cobàs ed è un artista internazionale e puoi trovare le informazioni nei motori di ricerca. Mario Cobàs
(Mario Carchini) lavora su una ricerca pittorica, fotografica e video al centro della quale si pongono
problemi di frammentazione e rielaborazione dell’immagine, riferita all’analisi dell’inconscio attraverso i
sogni. L’artista svolge la sua attività creativa nello Studio MM MC, scultura, pittura e design, a Carrara, in
Toscana. Le finestre rappresentano finestre sul mondo interiore di Cobàs; il rosso magenta funge da anello di congiunzione tra
l’inconscio e la tecnica pittorica personale dell’artista, in cui elementi simbolici vengono frantumati ed elaborati in nuove forme, nel
tentativo di superare la realtà contemporanea e la costante proiezione nel futuro. Opere d’arte permanenti: Pinacoteca Civica A.
Modigliani, Follonica (GR); Centro L. Pecci, cid, Prato; The Art Museum, Sharjah, Emirati Arabi Uniti; Museo Ugo Guidi, Forte dei
Marmi; Museo della Carta, Pescia; Museo Storico di Sant’Anna di Stazzema; Museum of New Art, Detroit; Museo Civico Santacruz,
Messico; Centro Atlantico d’Arte Moderna, Las Palmas de Gran Canaria.
Cataloghi: Flash Art Museum Biennale d’Italia, Trevi; 2°Triennale d’Arte Sacra Arcidiocesi di Lecce; 4°Festival Internazionale del
Cinema Europa Cinema Viareggio; 3°Biennale d’Arte Contemporanea di Salerno 2018; Infinity Academy 2019, G. Mondadori;
3°Biennale d’Arte di Genova 2019; Dia de los Muertos, Museo Civico di Veracruz, Mexico; Angels & Artists, Santa Maria della Scala,
Siena; BAU Contenitore di Cultura Contemporanea,CAMeC, La Spezia; Infinity Academy 2020, Gubbio (PG), G.Mondadori; Kalos
2020, Dubai; Museum of Modern Art MoMA, New York; Guggenheim Museum, artista invitato, New York

Note Critiche
Nel suo interessante percorso artistico, Mario Cobàs ha privilegiato il momento della progettazione delle opere stesse per cui
queste si presentano come lavori intellettualmente complessi, lontani da ogni improvvisazione, pensieri che si fanno racconto, che
in un riproporsi creativo, e contemporaneamente discreto, rivelano un approccio estetico coinvolgente. Egli riesce, nello stesso
momento, a realizzare una interessante continuità creativa nell’utilizzo dei colori pur giocando sulla irripetibilità del segno grafico
di cui conosce i segreti più intrinsechi e sulla molteplicità delle tecniche espressive. Le sue opere rappresentano l’estrinsecazione di
un sogno, di un immaginario che supera la realtà conosciuta per introdurci, attraverso la mediazione della window, in uno spazio/
tempo infinito dove ognuno può entrare e ritrovarsi o perdersi definitivamente.
Maria Pina Cirillo
IULA CARCIERI 23

E PENSO A TE SEDUZIONI
Tecnica mista su tela - 60 x 80 cm Acrilico su tela - 40 x 50 cm

NATURA MORTAL CON BIFORA


Acrilico su tela - 50 x 70 cm

Iula Carcieri nata a Marzano Appio, in provincia di Caserta il 04/04/1954, diplomandosi


presso il Liceo Artistico di Cassino. Dal 2017 espone dapprima alla Mediolanum Art Gallery
di Padova, prendendo parte al Premio Internazionale d’Arte di Milano e al Master of Fine Arts
tenutosi a New York. Partecipa anche a Gallipoli presso il Castello Angioino per l’International
Art, a Spoleto per l’Art Festival, alla prima Biennale d’Arte Contemporanea presso il Belvedere
di San Leucio ed a Pesaro all’Alexander Museum Palace. Nel 2018 ha esposto presso il Palazzo
Ximenes a Firenze ed il Palazzo Zenobio a Venezia, mentre nel 2019 ha partecipato a varie
mostre, come presso la Fabbrica del Vapore a Milano, il Museo Mitreo a Roma, il Primo
Municipio di Roma e nuovamente presso il Palazzo Zenobio a Venezia. Oltre a numerose mostre
in varie città come Gallipoli, Ariccia, Roma e Galatone. Inoltre, Iula collabora in qualità di artista
alla pubblicazione del libro dal titolo “La Buona Mephite”. Nel 2019 dal 6 al 30 novembre ha
partecipato alla mostra “Confluencias” Fundaciòn Paurides in Spagna al Museo del Calzado.

Note Critiche
Per Iula Carcieri, la memoria è una visione perduta dell’infinita bellezza della natura che va recuperata attraverso la magia della
pittura. Forme, figure e colori sono i cardini dei suoi dipinti, la cui matrice compositiva prende spunto dal meglio della produzione
pittorica figurativa dei secoli passati; ed è proprio da quest’enorme rispetto provato nei confronti dell’arte “classica” che Iula è
riuscita ad inaugurare, oltre modo, un proprio stile: moderno nell’impianto tecnico adottato e visivamente accattivante nella resa
dei soggetti e dei temi espressi.
Ut pictura poësis, “come nella pittura così nella poesia”: locuzione oraziana su cui sono stati innestati buona parte dei principi
estetici e filosofici riscontrabili nella migliore produzione pittorica italiana, dal Cinquecento ad oggi. Tale ed inossidabile legame tra
pittura e poesia lo ritroviamo, in maniera felice, proprio nei dipinti di Iula, le cui raffigurazioni sono contraddistinte da pennellate
stese in modo da ricordare i dolci lirismi di rime senza tempo.
Gianpaolo Coronas
24 CONCETTA CARLEO
COLORI NEL VENTO
80 x 60 cm - Acrilico su tela

VELVET
60 x 40 cm - Acrilico su tela

AZZURRO
35 x 50 cm - Acrilico su tela

Concetta Carleo, Artista salernitana diplomata all’Istituto Statale d’ Arte nell’ anno 1979 , ha studiato
all’Accademia di Belle Arti di Napoli frequentando il corso alla Scuola Libera del Nudo.
Ha partecipato a numerose Collettive, Personali e Concorsi in Italia e all’ Estero, con opere apprezzate e
premiate dalla critica.
Ha esposto nelle maggiori città italiane, ricordiamo: Salerno, Benevento, Napoli, Assisi, Genova, Viterbo
,Palermo, Alberobello, Nuoro, Firenze, Bologna, Varese, Spoleto, Melfi, Matera, Perugia, Sorrento, Venezia
,Pisa, Milano, Gubbio.
All’estero a: Montecarlo -Santiago de Compostela -Pazardjik (Bulgaria)-Marrackeh (Marocco).
11°Festival delle Arti al Casino Municipal de La Bouboule (Francia). Dubai-Rassegna Italian Art Fair-Dubai:Mall
of the Emirates (Dubai).
Hanno scritto di lei: G.Taddeo, V.Quarta, F.D’Episcopo, G.Giannetti, E.Ostrica, M.Mastrangelo, L.Crescibene,
A.Mariano, R.Coppola, S.Telese, L.Bruno, I.Rampino, A.Pasolino, G.Siano, A.Palumbo, A.Calabrese,
E.D’Auria,C. Galluzzo, A.Cortese, U.Lamparelli.
Vincitrice di numerosi Concorsi ha destato l’interesse della critica, guadagnandosi giudizi positivi su testate giornalistiche e riviste
specializzate. Le sue opere sono esposte in collezioni pubbliche e private.

Note Critiche
Una scelta difficile quella del figurativismo per l’artista contemporaneo in quanto arduo è lo studio del corpo,problematica la
costruzione delle proporzioni, della simmetria e della prospettiva.
Ma proprio questa scelta, questa coraggiosa dedizione alla figura ha compiuto e compie costantemente nel suo gesto artistico
attuale Concetta Carleo che a già alle sue spalle una attività pittorica disseminata di autorevoli riconoscimenti.
All’avanguardia storica che ha messo in crisi in un recente passato il “figurativo”, ponendosi in collisione ed in rottura con la
cultura tradizionale accademica, predilige un ritorno proprio alla “bella pittura” che richiede una notevole capacità tecnica di
costruzione delle immagini. Ma naturalmente non si tratta di un passivo e piatto ritorno alla tradizione, al contrario, le opere
vengono vissute con animo contemporaneo e con la consapevolezza del percorso che ha preceduto l’artista.
Spesso le sue tele hanno spunti diversificati che attingono a scuole e movimenti eterogenei ma questi stessi vengono rielaborati e
rivissuti con una sensibilità artistica peculiare.
Un viaggio artistico che è ancora nel suo pieno evolversi ed è determinato da una costante e tenace volontà di ricerca e di
affermazione di un linguaggio artistico che sia sempre più specifico e che dall’ interiorità si apra alla più ampia fruibilità..
Gabriella Taddeo
ENRICO CARNIANI 25

IL PENSIERO ATTRAVERSO I MIEI OCCHI: Autoritratto IL PENSIERO ATTRAVERSO I MIEI OCCHI


60 x 60 cm - Acrilico su tela 60 x 40 cm - Acrilico su tela con particolare in sughero

IL PENSIERO ATTRAVERSO I MIEI OCCHI


60 x 50 cm - Acrilico su tela

Enrico Carniani nasce a Firenze nel 1942. Dal 1995 vive e lavora a Rosignano M.m. (LI). La sua infanzia è
segnata dall’affetto e dal legame con il nonno Umberto Bargellini, professore di pittura. Da autodidatta dipinge
paesaggi e nature morte, ma altre espressioni lo attraggono. E’ il cugino della madre, Silvano Bazzolini, pittore
ed incisore astrattista, che lo spinge a dipingere ciò che sente. La sua attività artistica si fa più intensa ed egli
partecipa a Biennali (Firenze La Spezia, Salerno), Mostre, Manifestazioni e Festival in tutta Italia (Napoli, Firenze,
La Spezia, Salerno, Carrara, Lucca, Genova, Torino) e all’estero (Colonia, Londra, Innsbruck, Amsterdam,
Argentina, Hollywood, New York, Washington, Bulgaria). Esegue anche grandi lavori ed installazione ed edita
cartelle di xilografie, serigrafie, lineleografie. Molte le personali a Firenze, Milano, Pisa, Roma, Rosignano S..
Sue opere sono state acquisite da strutture pubbliche e sono in musei, gallerie e collezioni private. E’ presente in
moltissime recensioni e pubblicazioni.

Note Critiche
Dall’astrattismo geometrico e pulito, Enrico Carniani ama strutturare le sue opere in maniera inusuale, integrando le caratteristiche
tecniche della pittura e della scultura al fine di una resa estetico-emozionale capace di arricchire le potenzialità artistico-comunicative
di entrambe. Ad una scelta grafico-stilistica severa e priva di orpelli, che utilizza un segno ben definito e pochi colori netti, egli
conferisce forza e personalità attraverso l’uso minimalista di un multimaterico quasi pittorico che riempie spazi importanti ma non
sostanziali ed acquista nuova vita grazie ad una riutilizzazione creativa di elementi poveri che consentono una fruizione non
solo visiva ma anche tattile. Sui suoi lavori, alternativamente su tela o su compensato in rapporto al momento creativo vissuto
dall’artista ed alle necessità espressive dell’opera stessa, nascono lievi impalcature, limpidi e lineari prospetti schematici, frutto
dall’assemblaggio armonioso e curato, nella sua rigorosa geometricità, di materiali spesso trash che trasformano l’opera in un
delicato bassorilievo. In tal modo il bianco, luminoso e denso di possibilità espressive, che costituisce la base cromatica di molte
sue opere, diventa una sorta di presenza-assenza in cui, come da un vuoto esistenziale, emerge l’idea/progetto, un’organizzazione
spaziale esile, aerea nella sua strutturazione ma decisamente significativa, quasi pensante, capace di guidare la nostra mente ed i
nostri sensi verso significati reconditi e condivisi.
M.P. Cirillo
26 ENZO CASALE

SENZA TITOLO IX VITE PARALLELE XLVII


100 x 80 cm - Olio su tessuto-chiffon 44 x 32 cm – Tecnica Mista – Olio su Carta

SELECTED SOLO EXHIBITIONS


2019 One Man show a cura di A. Dambruoso – Sala Feltre – Roma
2011 Corazze - Palazzo Baronale – Fondi (LT)
2006 Sguardi – Giudea Fondi
2005 Sguardi Quotidiani a cura di F. Tondinelli – Roma
SELECTED GROUP EXHIBITIONS
2021 Selezionato per LAS.fair 2021 - Pescara 2021 Human Right? @work – a cura di R. Ronca
–Rovereto
2017 Trascendenze –BoCs8 – Atelier villaggio globale – Rome art week
Tiny a cura di Susan Moore – Temple University - Roma
2015 United Factories – Villa Rescalli Villoresi” Busto Garolfo (MI)
Wunderkammer - Museo R. Bilotti Ruggi d’Aragona - Rende (CS)
2012 Human Right 2012? - a cura di R. Ronca – Rovereto - Lecce
2010 Mostra Internazionale Cinema GLBT – galleria Artevision – Torino
2009 A Better Word – Galleria Infantellina – Berlino
2008 Biennale Arti Unità d’Italia (Premio Pittura) San Leucio (CE)
2007 The Odyssey Within” a cura di Angela Di Bello – Agora Gallery – New York

Note Critiche
Affrontare le mie insicurezze, accettare la mia identità, i limiti e i difetti. Esplorare nelle ferite, passate e presenti. Ecco la mia pittura:
è il mio grido, il discorso che non so fare, tutto quello che non so dire con le parole. I miei ritratti indagano la relazione tra memoria,
sensazioni, presentimento, sogni e intuizioni. Nella ripetizione sistematica della stessa immagine per la mostra “One Woman
Show”, curata da Alberto Dambruoso, ho sperimentato nuovi modi di dipingere, nuove forme, nuovi segni e nuovi materiali.
Dipingo usando lo chiffon, filtro tra colore e pennello e tela. La leggerezza di quel tessuto è il diaframma tra la mia volontà e quello
che resta al termine sulla tela: un’essenza purificata, una figura visivamente scolata ma psicologicamente aggregata che solletica la
memoria. Il resto del colore rimane sullo chiffon, è come se quest’ultimo filtrasse la sofferenza e diventasse l’altra faccia del ritratto,
quello in cui i contorni si perdono e le macchie si allargano, come sangue fuoriuscito dalle ferite, per mostrare la trasparenza
più intima. La forma e il colore sullo chiffon variano per luce, colori e posizione di chi guarda. Ho staccato il quadro dal muro.
Cambiare forma e colore alla ricerca di una identità che continua a perdersi, variare e ritrovarsi. Non esiste più il davanti o il dietro,
il dritto e il rovescio, sono vite parallele che quasi si sfiorano in un perenne divenire.estetici e filosofici riscontrabili nella migliore
produzione pittorica italiana, dal Cinquecento ad oggi. Tale ed inossidabile legame tra pittura e poesia lo ritroviamo, in maniera
felice, proprio nei dipinti di Iula, le cui raffigurazioni sono contraddistinte da pennellate stese in modo da ricordare i dolci lirismi di
rime senza tempo.
VALTER ADAM CASOTTO 27

STRINGIAMOCI A COORTE
Silicone , yak hair, colori ad olio, legno,
struttura di metallo e fibra di vetro - 120 x 50 x 60 cm

I LIVED FOREVER
Silicone , fibra di vetro, yak hair, colori ad olio, legno, tessuto
90 x 45 x 40 cm

IN THE BOX EXTENDED


Silicone, resina epossidica, lenza da pesca, colori ad olio
44 x 49,5 x 25 cm

Valter Casotto nato a Padova, attualmente vive e lavora principalmente a Londra. I suoi
esordi lavorativi sono nel mondo della televisione come video operatore e creatore di
format TV e poi nel cinema internazionale come senior prosthetic make-up artist nelle crew
di film tra cui Harry Potter (D. Yates), X-Men: First Class (M. Vaughn), Prometheus (R. Scott)
e Lo Hobbit (P. Jackson). Parallelamente al lavoro nel mondo del cinema, ha continuato a
realizzare progetti personali , tra cui opere di design, pittura, video e scultura. Ispirato ed
influenzato dall’arte pittorica di William Turner, dai lavori surrealisti visionari di H.R. Giger
e dalla scultura barocca di Bernini, predilige le tecniche della scultura e del video, anche
unite tra loro, come ad esempio nel progetto “We Will Never Meet at that Age”.
Si tratta infatti di un makeup prostetico di invecchiamento da lui realizzato ed applicato su
se stesso, unito alla documentazione video della reazione dei genitori nel vedere il figlio ad un’età alla quale non potranno mai
vederlo in vita, creando così un impossibile varco temporale.

Note Critiche
Nei miei lavori mi dedico principalmente, all’esplorazione concettuale delle sfaccettature e trasformazioni legate all’identità umana
e individuale rispetto alla nozione del tempo. A partire da questa ricorrente tematica, miro, tramite la realizzazione di opere
iperrealistiche e non, a suscitare una reazione riflessiva: un invito aperto a meditare sull’importanza della propria identità nel
tempo, e la possibilità di oltrepassare le barriere convenzionalmente attribuitegli.
28 ELISABETTA CASTELLO

L’ELEGANZA SULLE PUNTE


Pastello secco su cartone vegetale - 35 x 50 cm

LIBERE INTERPRETAZIONI
Pastello secco su cartone vegetale - 50 x 35 cm

SOCIETA’
Pastello su carta - 20 x 30 cm

Elisabetta Castello nasce a Genova nel 1959, ha scelto studi artistici, ha lavorato come grafica pubblicitaria nella
sua agenzia e successivamente come insegnante di arti figurative. Questo le ha permesso di lavorare dipingendo
e di potersi dedicare alla sua inclinazione. Il suo percorso va a toccare diversi stili passando dall’acrilico
all’acquerello e infine al pastello, dove si aggregano i vari linguaggi attraverso cui questa artista comunica la
propria estetica della vita. Partecipa a diverse mostre sia personali che collettive in Gallerie d’Arte di prestigio,
ricordiamo Palazzo Zenobio a Venezia, Cælum Gallery a New York, Caffè Letterario di Roma, Museo del Mare
a Genova e Museo del Vetro e dell’Industria a Bruxelles dove due sue opere sono state acquisite nella loro
collezione privata permanente. Elisabetta oltre a dipingere per sè tiene corsi di pittura. È un’artista professionista
riconosciuta Aiapi Unesco ed è presente sui social con pagine dedicate alla sua arte.

Note Critiche
Elisabetta Castello è una pittrice da sempre, ha impostato la sua vita sul suo bisogno espressivo, il suo percorso è iniziato da
tele ad olio e acrilico, passando poi all’acquerello e infine alla sua grande passione, il pastello. Osservando con attenzione
la sua produzione, composta prevalentemente da figure umane, si può facilmente intuire come il suo linguaggio sia radicato
profondamente in un principio estetico fondamentale, quello di una sempre percepibile articolazione tra sensibilità, emozione e
disciplina pittorica. Anche nelle sue ultime produzioni di volti meno realistici, ella si esprime con un linguaggio che non lascia spazio
ad illusori soggettivismi spontaneisti di una immediata e diretta espressività del sentire, concettualmente impossibile, ma affidandosi
alla guida della disciplina pittorica, permettendo anche in queste opere di apprezzarne la valenza comunicativa, proprio perché
sostenuta da una sintassi universale. L’incontro con il pastello è stato per lei il mezzo rivelatore di una potenzialità pittorica ed
emotiva a lungo cercata e la sua carica espressiva ha potuto usufruire della nuova tecnica per addivenire a nuovi linguaggi in cui
l’articolazione tra rappresentazione e creatività ha trovato il proprio medium. Così i suoi nuovi volti sostengono un’espressione
in cui la forza delle emozioni e dei significati infiltra la trama del disegno esaltandolo al massimo grado, rendendo l’espressione
artistica più completa e profonda.
ALFREDO CELLI 29

KLC53
Tecnica mista su carta applicata su mdf
50 x 70 cm

ES011
Tecnica mista su carta applicata su mdf
60 x 60 cm

EROS - IONE
Tecnica mista su carta applicata su mdf - 100 x 100 cm

Alfredo Celli , Maturità d’Arte Applicata, Laurea in Architettura.


Alcune partecipazioni in questi ultimi anni:
“Icone dell’Invisibile” Galleria Marchetti, Roma 2013; “Il Metaformismo” Palazzo Isimbardi, Milano 2014;
“Atomosfera.7” Aurum, Pescara 2016; “Astrazioni Parallele” Museo La Civitella, Chieti 2017; “Proiezioni
dell’Essere” San Benedetto del Tronto Palazzina Azzurra 2018; “Il Sesto Giorno” Aurum, Pescara 2018;
“Abstraction of nature” Galleria SMAC Segni Mutanti Arte Contemporanea, Roma 2019; “La Scienza del fare”
Palazzetto dei Nobili, L’Aquila 2019; “Il Giro del Mondo in 80 quadri” Museo Colonna, Pescara,
2019. Inoltre le rassegne:
“54^ Biennale di Venezia” Padiglione Italia, Viterbo 2011; “Premio Vasto”, 2010, 2013 e 2018; Rassegna
d’Arte “G.B. Salvi”, Sassoferrato 2013 e 2014; “PescarArt”, Pescara 2016 e 2018; “Premio Sulmona”, 2012,
2014, 2016, 2017, 2018 e 2019.

Note Critiche
Celli tende a tonificare e a corroborare aspetti visuali, nonché tracce che possano manifestare specularità ripetute. Nei lavori si
presentano scansioni, ritmi, cadenze, accenti, variazioni. Le redazioni di Celli oscillano tra pittura totalizzante e plastica di sostanza.
Tracciati e margini vengono dall´artista siglati per comprendere la “coscienza del mondo”.
Maurizio Vitiello

... Nel lavoro di Alfredo Celli, dove monocromia e oggettualità si ripropongono nella struttura tormentata, che sembra quasi voler
uscire da se stessa. Il rigoroso processo costruttivo attraversano la composizione di piani sovrapposti, suggerisce una simbiosi
di pittura e scultura, originando una forte tensione tra opposti: tra il rigore compositivo e l’energia espressiva, che trasforma le
“cicatrici” della materia in metafora esistenziale.
Silvia Pegoraro

Alfredo Celli compie un lavoro di pitto-scultura che esige un’esattezza quasi tagliente. La scelta si è orientata sul legno, sui quali
infine interviene con una marcata densità materica. Ne derivano composizioni di forte icasticità, capaci di caricarsi di tensioni
drammatiche, ma capaci anche, per la definizione formale e cromia, di far proprie suggestioni di sapore quasi orientale.
Carlo Fabrizio Carli

Alfredo Celli unifica pittura e scultura in un discorso globale; le forme sono i segni del conflitto, vivacemente vissuto tra interno/
esterno. Le opere, chiuse nel loro corpo segreto, trapassati dalla luce che filtra attraverso la composizione di piani sovrapposti,
originano una scultura dove i volumi d’aria danno vita a una materia che ne penetra un’altra.
Eros Costantini
30 BIAGIO CERBONE

IL DRONE E IL CARDELLINO
Olio su tela - 100 x 80 cm

FUSIONI
Olio su tela - 90 x 90 cm

Biagio Cerbone nasce a Cardito (NA) nel 1956 dove tutt’ora ha l’atelier artistico ..
Si laurea in Pittura con il massimo dei voti all’Accademia delle Belle Arti di Napoli.
Apprende sin da giovanissimo l’arte della pittura frequentando botteghe di scultori e maestri d’arte.
Dopo un inizio figurativo sposta la sua attenzione verso un Surrealismo onirico fino ad avventurarsi verso
nuove ricerche che vedono per protagonista i Sensi. Ha amato le tecniche e la scienza artigianale,il buon
disegno e la ricerca ,i colori, il loro dinamismo le loro direzioni e il loro moto. Affascinato dalle sensazioni
emotive,approda ad una pittura sensoriale nella quale utilizza i sensi con originalità. Oggi membro di
un Comitato Scientifico di un Museo di Arte Contemporanea. E’ presente con le sue opere in numerosi
Musei , Chiese , e collezioni pubbliche e private. Ha partecipato a numerosissime esposizioni Nazionali e
Internazionali in città come Napoli, Caserta, Salerno, Roma, Perugia, Firenze, Genova, Milano, Palermo,
Benevento, L’Aquila, Berlino, Lisbona, Praga, Parigi, 47° Premio Sulmona ecc … ottobre 2019 Arte
Firenze vincitore del Primo Premio Leonardo da Vinci esposizione ad Assuan -Egitto nel Festival Afro-Chinese , Biennale di Atene
, Fiera Internazionale di arte Contemporanea Skope - New York, Rio de Janeiro, Brasile, Emirati Arabi Dubai e Abu Dhabi, Elda
Spagna, presente nel catalogo CAI 20 , nell’Atlante di Arte Contemporanea De Agostini 2020.

Note Critiche
….....Biagio Cerbone appartiene proprio a quelle creature che si sono fatte carico delle angosce e delle preoccupazioni del
mondo,egli si è ritagliato un posto importante nella pittura a noi contemporanea; ha scelto di appartenere all’umanità piu’
sensibile,quella che meglio avverte i moti tumultuosi e le angosce del pensiero..........
Rosario Sprovieri

….....Biagio Cerbone ci introduce in maniera garbata e discreta-ad una visione placida di un mondo nuovo,che ci fa riscoprire
antiche bellezze e che contemporaneamente ci ammalia con altre sfumature,del tutto nuove,in una grande serenità tutta da
assaporare.
Rosario Sprovieri

…...... nell’approcciarci ad una sua tela,oltre che ad una logica della sensazione (per dirla con le parole Gilles Deleuze)sentiamo
crescere in noi un forte richiamo verso qualcosa di altro.E’ quel qualcosa di altro che da lontano sembra pretendere la nostra
attenzione,altro non è che un dinamismo delle forme,un roboare dei colori,che deflagra immediatamente in una modalità percettiva
che non si ferma al solo figurativo ma trasborda quasi nel musicale, nel sonoro. Alle volte nell’olfattivo anche. C’è il profumo
perenne di una primavera che è sempre appena sbocciata nelle tele di Cerbone .
Luca Cantore D’Amore
ANNALISA CERIO 31

Senza Titolo
Olio su tavola - 35 x 30 cm

Senza Titolo
Ossidi e terre su tavola - 100 x 70 cm

Senza Ttolo
Ossidi, terre e foglia argento su tavola
70 x 20 cm

Pittrice, ritrattista, ceramista e decoratrice di stile figurativo, nelle sue opere evoca le più intime valenze
simboliche dei soggetti indagati, quasi sempre inseriti in contesti ciclici comparativi e progressivi.

Dal 2007 ha realizzato i cicli: La Faglia, Segni del tempo, Amalfi. Immagini di una festa, Altilia, Natività, Ritratti
50x50, Magia popolare, Il Sogno, L’Annunziata di Ravello, Ritratti immaginari, Trionfi.

Ha partecipato ai seguenti eventi: “I Biennale di Arte Contemporanea del Belvedere di San Leucio (2017)”;
“Ritratti Contemporanei (Pescara 2018)”; “Art Escape (Venezia 2018)”; “III Biennale d’Arte Contemporanea
di Salerno (2018)”; “VII Biennale Premio Pescarart (Pescara 2018)”; “Rinascimento Contemporaneo (Napoli
ed Ercolano 2019)”; “Arte all’opera (Venafro 2019)”; “3° Premio alla I Biennale Premio Caramanico Terme
(2020)”; “1° Premio (Sezione Pittura) alla X Biennale Premio Pescarart (Pescara 2020)”.
È presente nel volume CAI 20.

Note Critiche
Annalisa Cerio apre la sua quotidianità fatta di gesti usuali, comportamenti conosciuti e tempi organizzati negli automatismi comodi
della vita con il principio focale, igneo, polmonare di quegli elementi della sostanza vitale che si avvicinano, per condizione mentale,
alla precognizione votata alla missione dell’artista che concepisce il mondo solo ed esclusivamente attraverso l’uso perpetuo
della creatività. Tutto delinea un confine preciso stirato tra la cardiologia e l’amore del vivere, tutto deve concorrere a creare
desiderio continuo alimentato dalla condizione irrefrenabile, ma organizzata nei gesti e nelle azioni, del fare; costruire immagini
che diverranno muri, architetture, urbanistica, particelle molecolari degli affreschi che alitano nella compiacenza visiva tra le
sinopie e la pregnanza intonacata del piano. E poi tele come coppe intrecciate nel tessuto a sostegno del cromatismo equilibrato dei
segni e la soddisfazione del gusto per le forme. Annalisa Cerio respira l’operatività compartecipata alla costruzione del sensibile,
gli automatismi della creazione, direi femminile, e con questo ci si colloca nel delicato settore dell’arte di genere tanto infuocata
quanto il desiderio richiede per dare forza spirituale alla razionalità che ha obbligo e incarico, nei devoti dell’arte, di manovrare i
demoni della tecnica e i sogni della materia artigianale. Se esistesse un istinto della rinascita, si attribuirebbe, all’artista.
Antonio Picariello
32 SLOBODANKA CIRIC

ZAFUANTUS - 50 x 29 cm ARS AMANDI - 84,1 x 59,4 cm


Performer e poesia: Slobodanka Ciric Performer e poesia: Slobodanka Ciric
Foto: Gianni Biccari Foto: Bruno Ciniglia - Grafica: Carmine Meraviglia

TERRA DEI FUOCHI OLIM CAMPANIA FELIX


34 x 50 cm
Performer e poesia: Slobodanka Ciric
Foto: Gianni Biccari

Poetessa, saggista, traduttrice, scrittrice e performance artist, Slobodanka Ciric nasce a Belgrado
nel 1961. Immigra a Napoli, dove consegue la Laurea Magistrale in Culture e Letterature
Comparate presso L’Università degli Studi L’Orientale. Le sue opere hanno ottenuto numerosi
riconoscimenti, tra i quali il Premio Regionale “Caputo Brut”, il Premio Internazionale “Città di
Venezia” e il Premio Speciale “Eudonna”. Finalista del Premio “Città di Gaeta”, si è classificata
al II e al III posto del Premio “L’Iguana”. Nel Concorso letterario “Mille parole per una foto” si è
aggiudicata il II posto e la sua fotografia “La rosa di carta” ha vinto il Premio Speciale Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo del X° Concorso letterario nazionale Lingua Madre. Il suo docu-corto
“‘A figliata”, finalista al Festival del Cortometraggio accordi@DISACORDI, ha ottenuto il II posto
al Premio “L’Iguana”, e il prestigioso Visconti Award, lo stesso che si è aggiudicata con il format
multimediale “Licantropa”, realizzato a Napoli, in Piazza Municipio, tra i lupi di Liu Ruowang.

Note Critiche
Il percorso della ricerca della perfetta individuazione dell’artista Slobodanka Ciric si è compiuto a Napoli, perché qui trova l’habitat
ideale per l’impresa di suscitare la trasformazione creatrice alimentandola con gli umori del Mito. In effetti a Napoli l’artista trova
l’humus ideale per alimentare la sua istintiva e assai ferace attitudine alla percezione simbolica della realtà: l’inclinazione a esporsi
– senza reti di protezione – al mondo delle forme strutturatici dell’inconscio.
Ma l’arte si evolve continuamente e così, inseguendo costantemente una nuova dimensione, pure l’artista Slobodanka, che propone
sempre nuove performances sperimentali e rappresentazioni in cui agiscono ed interagiscono le espressioni corpo-esistenza e
universo-spazio.
Performances: “Pandora”, Napoli, PAN - Palazzo delle Arti Napoli, settembre 2019; “Licantropa”, Napoli, Piazza Municipio, giugno
2020; “Terra dei Fuochi olim Campania Felix”, Napoli, Belvedere del Parco Virgiliano, settembre 2020; “Sorabia”, Napoli, Galleria
d’Arte We Space, ottobre 2021; “Streaptease”, Roma, Palazzo Velli Expo, maggio 2021; “Bella ‘Mbriana”, Napoli, Piazza del
Plebiscito - Quartieri Spagnoli, giugno 2021.
MASSIMO CLEMENTE 33

GRAFFI ALLA NATURA OM 005 GRAFFI ALLA NATURA


Tecnica mista su tela - 80 x 80 x 4 cm Installazione LIGNANO SABBIADORO

GRAFFI ALLA NATURA XPS 002


124 x 40 x 6 cm - Tecnica mista

GRAFFI ALLA NATURA XPS 003


125 x 60 x 6 cm - Tecnica mista

Clemente Massimo, nato il 29-07-1963 a Cividale del Friuli, ove risiedo. diplomato Disegnatore Tecnico del
mobile e dell’arredamento. Designer di complementi d’arredo e di interni, per molti anni Project Manager per
aziende del settore del mobile. Nel 2019 creo Savalon Project dando vita ai “Graffi alla Natura” utilizzando
un semplice rastrello da giardino. Sulla battigia traccio forme d’arte temporanea che non seguono schemi
predefiniti, ma gesti spontanei di pura liberta’ e armonia con la natura. Per dare longevita’ ai miei graffi,
utilizzando tecniche miste, in studio artistico creo opere materiche in contrasti cromatici e volumetrici. Le mie
creazioni sono state ospitate per diverse installazioni, volte a ricreare le suggestive emozioni che generano
i “Graffi alla Natura”. Dalle prime esposizioni a Cividale del Friuli e Lignano Sabbiadoro, passando per la
mostra C.A.I. presso il Museo D’arte Contemporanea di Anagni, fino a presentare un’ opera scultorea a tema
Dantesco in Villa de Claricini a Bottenicco (UD). In questi anni le mie influenze artistiche e le mie ispirazioni si
sono evolute e la mia arte con esse.
Note Critiche
Artdesigner, cosi mi definisco e mi sento. i “Graffi alla Natura” sono opere uniche e irripetibili, destinate a scomparire in tempi
relativamente brevi, dopo aver regalato emozioni e sensazioni personali a chi le ammira. I graffi sono la metafora dell’opera
dell’uomo che, con la sua azione, modifica l’ambiente illudendosi di poterlo dominare. La natura, pero’, inesorabilmente ritrova
il suo equilibrio rimettendo in armonia gli elementi graffiati. Questa la novita’ di un pensiero artistico che, seppur effimero nella
materialità, resta visibile per sempre nell’immaterialità della rete.
Sharing Art: modernissima nella sua semplicita’, che segue anche l’onda emozionale del non possesso a vantaggio della fruizione
e che riporta al rispetto della natura. grazie alle nuove tecnologie social puo’ essere fotografata e ripresa da tutti, diventando
permanente. Mescolando pero’ all’espressione artistica il design di prodotto, do forma e dimensioni a opere collocabili in ambienti
domestici interni ed esterni. Mi piace pensare che creino sensazioni piacevoli allo sguardo e al tatto. L’apparente mancanza di
un soggetto riconoscibile rimanda ad echi dell’espressionismo astratto e inoltre i ”Graffi alla Natura” creano sensazioni oniriche
positive, contrapposte a una dominante realta’ negativa. Ci viene insegnato che esiste un ambiente “fuori” che puo’ essere utilizzato,
io “…quando sono dentro al graffio sento l’armonia dello scambio con la natura…”
Massimo Clemente
34 PIERO COLLE

LA PIETÀ
Foto digitale

ANGELA E ROBERTA CON UOMO IN GABBIA


Foto digitale

STREGA E BIANCANEVE CON MELA


Foto digitale
Piero Colle è avvocato, scrittore, poeta, fotografo.
Ha pubblicato con diversi editori, di cui si citano, tra gli altri: “Silente cavalleria di primavera” (Spirali,
Milano, 1991) e “Lo spaccio della malabestia” (Spirali, Milano, 2005); per i tipi di Giunti, è uscito “Aceto
fino all’ultimo Palio” (Firenze, 1996). Con Gaspari Editore è recentemente uscito il libro fotografico e
narrativo: “Cent’anni in uno sguardo” (Udine, 2020).
Come fotografo, annovera una buona carriera espositiva con mostre in varie città italiane e estere.

Note Critiche
Indipendente e impositivo, l’obiettivo fa emergere dalle cose inerti e dalle forme viventi le filigrane degli archetipi umani, assilli della
coscienza: eros e thanatos, le illusorie soste persuase e l’inarrestabile divenire.
Tutto questo avviene senza dubbio quando dietro lo strumento tecnico, perfetto e fin sapiente, agiscono l’occhio e la sensibilità di un
artista come Piero Colle, scrittore e poeta, avventurosamente, tragicamente, drammaticamente curioso di ogni chiaroscuro della vita.
Il ciclo delle donne ingabbiate con la sua semanticità polimorfa sollecita una convinta collaborazione dialettica, nella quale si
accendono curiosità a catena che innescano un effervescente gioco di ipotesi interpretative.
In queste composizioni si esplicitano le valenze sadiche e masochistiche serpeggianti esasperate o ritualizzate nel perenne incontro
del maschile con il femminile e viceversa.
La fotografia di Piero Colle è duttile e differenziata nelle tecniche, ma sempre in coerenza con il baricentro di uno stile che il ritmo
marcato delle immagini, la freschezza delle intuizioni assieme all’ardimento del pensiero ideante rendono inconfondibile.
Essa è scandaglio coraggioso nelle zone infere della psiche e delle pulsioni; ascesa nelle regioni mondate e veggenti della mente;
racconto simpatetico e fulmineo di personalità e caratteri che nei volti portano il sigillo delle loro verità, chiare e arcane a un tempo.
Gianfranco Scialino
GIORGIA CONIGLIO 35

SOCIAL NETWORK SCHELETRI IN OGNI ARMADIO


30 x 80 x 30 cm 50 x 80 cm
Olio acrilico e applicazioni polimateriche Olio e applicazioni in gesso

DEFORESTAZIONE
30 x 30 cm
Olio, acrilico e applicazioni polimateriche

Giorgia Coniglio, nata il 2 maggio 2004 è una giovanissima artista comasca, che tentò fin da piccola di
avvicinarsi al mondo dell’arte sperimentando con diversi strumenti e tecniche. L’incontro con la bottega d’artista
del suo territorio, indirizza il suo percorso verso la creazione di opere d’arte. Attualmente frequenta il Liceo
Artistico F. Melotti di Cantù e dal 2019 partecipa a diverse mostre collettive sul territorio Italiano.

Note Critiche
L’artista fruisce di svariate tecniche singolari, rendendo estremamente contemporaneo il cosiddetto
mondo della pitto - scultura; attraverso un attento studio delle forme, le quali emanano una forte
tensione psicologica e fisica, conferisce un’identità ben precisa a tutte le realtà che la circondano.
La sua è una comunicazione senza limiti, spaziando dall’uso di sostanze liquide, fino alla fruizione
delle più svariate sostanze materiche. Le sue opere sono caratterizzate da un personale codice stilistico - espressivo.
Trasmettono in modo istintivo, diretto ed efficace il messaggio artistico ed emozionale, che nasce da una ferrea idea creativa,
collocata tra la fusione di un concetto di carattere sociale e una forte impressione figurativa. Le sue creazioni si trovano al confine tra
realtà e fantasia; il suo è un palcoscenico percorso da sequenze di carattere sociale che coinvolgono l’intera umanità, creando una
scena unica e omogenea. Costruisce nuovi scenari in cui abitare, situazioni che vorrebbe cambiare, realtà sconosciute da scoprire.
Dai suoi micro universi emergono pensieri, riflessioni e desideri in continuo mutamento.
Alisia Viola
36 MAURIZIO SCHÄCHTER CONTE

ASTRATTO URBANO N.5


Fotografia digitale, stampa Fine Art
multiplo di edizione limitata

ASTRATTO URBANO N.0


Fotografia digitale, stampa Fine Art

Maurizio Schächter Conte nasce a Napoli da padre napoletano e madre viennese. Da studente coltiva la
fotografia che accompagnerà l’attività di architetto sino a consolidarsi quale autonoma possibilità espressiva.
Esordisce pubblicamente nel 2016 con la personale “Molteplici Orizzonti” inaugurando un intenso percorso
artistico con partecipazioni a collettive d’arte in Italia, tra le quali si segnalano nel 2017 “Prospettive del Terzo
Millennio” presso il MACA di Acri (CS), con l’acquisizione dell’opera “Giardino verticale” (misure 150x100)
alla collezione permanente del Museo, e nel 2019 la II edizione del “Rospigliosi Art Prize”, premiata con
l’acquisizione in collezione privata dell’opera “Geometrico n.1” (misure 70x105). Sue opere sono pubblicate
negli annuari d’arte “Percorsi d’Arte in Italia” edizioni 2017 e 2018 e “Panorama dell’Arte Contemporanea
in Italia 2019”. Nel 2020 è docente presso il DiArch dell’Università Federico II con il corso “Lo sguardo
dell’architetto. Fotografia e progetto”.

Note Critiche
M.S.C. è sempre preciso … In un “frame” c’è palpito, battito, fremito, oscillazione atmosferica, credibile interpretazione, sensibilità
liberale, declinazione magistrale, tensione creativa, espansione razionale indotta, apporto partecipativo. In un’immagine si racconta
anche di più della realtà colta nella frazione dello scatto, e ciò è vero. (Maurizio Vitiello 2019)
Le opere di M.S.C. sono annotazioni di un diario di viaggio dedicato alla memoria, alla sensazione che consegue la visione dello
sguardo. La Natura è l’elemento non detto di riprese fotografiche che riprende nel mutare delle luci del giorno, incrinando le
ombre a sottolineare i fondamentali dettagli che connotano le sue opere, diventando ombra e luce e rendendoli visibili con effetti
pittorici senza pennello. Le sue riprese fotografiche colgono l’attimo nel suo farsi, alcune trapassano l’Iperrealismo per entrare
nell’ambito visivo di sapore duchampiano, di pura adesione post futurista. (Mimma Sardella 2018)
Viene da immaginarselo M.S.C., armato di pazienza certosina, attendere l’istante giusto, magari ore, prima che la lama di luce
trasformi quel bosco verticale nella potenza di un’immagine irruente e insieme ambigua … I piani, dunque. Di luce, di materia, di
volumi e geometrie. Che Conte sa cogliere in quell’unico scatto capace di moltiplicare l’orizzonte. Seguendo l’intuizione leopardiana
lo guida il concetto di limite, non più inteso come confine, piuttosto come soglia.
Melania Guida
CARLO CURATOLI 37

BLU OLTRE URBUS


Smalto, legno e acrilico su tavola - 80 x 60 cm Acrilico su tavola - 80 x 80 cm

Carlo Curatoli vive e lavora a Napoli, dove, oltre all’attività pittorica, svolge la professione
di Architetto. La sua attività lo porta a collaborazioni con alcuni dei maggiori studi
internazionali di Ingegneria ed Architettura negli Emirati Arabi e nella Penisola Arabica
dove, talvolta, ha arricchito le sue progettazioni di edilizia pubblica e privata con alcune
delle sue opere pittoriche. A Napoli, tra i suoi lavori più importanti si annovera la
partecipazione alla progettazione di alcune stazioni della Linea 1 della Metropolitana
collinare. L’artista Curatoli si avvicina alla pittura da giovanissimo ed infatti, negli anni
’70, produce “Architetture Mediterranee”, una serie di opere in cui prevalgono calde
atmosfere caratterizzate da colori intensi quali il blu e l’azzurro. Profondo estimatore
del Cubismo di Picasso e Braque, si dedica anche alla realizzazione di “papiers collès”,
per poi passare allo studio della figura umana e delle nature morte senza perdere
mai di vista l’impronta tipicamente cubista. Gli elementi si scompongono e vengono
posizionati su piani sovrapposti che, intersecandosi tra di loro, creano effetti cromatici e volumetrici di notevole interesse. Dalla
pittura di Curatoli si evince, comunque, una matrice tipicamente architettonica che produce un assetto fortemente geometrico.
La sua ricerca si rivolge anche alla scelta di materiali che si prestano a conferire alle opere una forte impronta materica. Infatti,
vengono usati stucchi, smalti, stoffa, legno, gomma e cellophane sulla base di colori acrilici lavorati su tavola. La sua recente
ricerca si rivolge ad una corrente che può definirsi astratta evidenziando composizioni ritmiche senza riferimento ad oggetti reali
ma che coinvolge appieno l’osservatore catalizzando attenzione ed emozione. Sue opere sono in collezioni private ed è seguito da
critica ed estimatori d’arte.

Note Critiche
La pittura di Carlo Curatoli ha inizio negli anni ’70 quando comincia a rappresentare “ Architetture Mediterranee” in cui si notano
atmosfere caratterizzate da colori azzurri e blu molto intensi. Profondo ammiratore del Cubismo di Picasso e Braque si dedica
anche alla produzione di “papiers collès” per poi passare alla figura umana ed alle nature morte senza perdere mai di vista l’ottica
tipicamente picassiana. Infatti questi suoi lavori sono stati sempre caratterizzati dalla scomposizione degli elementi che, a loro
volta, vengono posizionati su piani sovrapposti ed intersecanti tra di loro e caratterizzati da effetti cromatici molto rilevanti.
Dalla pittura di Curatoli si evince , comunque , una matrice tipicamente architettonica. Infatti l’impalcatura predominante nelle sue
opere ha un assetto fortemente geometrico. Oggi la sua produzione è sicuramente rivolta all’Astrattismo geometrico caratterizzato
da stesure di colore basate sulla rappresentazione di effetti materici assumendo e di increspature di’intonaco grezzo. Infatti nei
suoi lavori, di cui molti eseguiti su tavola, compaiono, oltre all’uso di smalti acrilici, materiali quali il legno, la stoffa, il cellophane,
la gomma. La sua indagine della realtà si manifesta attraverso rappresentazioni ritmiche che si basano principalmente su corpose
campiture di colore senza riferimento ad oggetti reali.
38 CARMELA CUSANO

AFRICA MEDUSA
Fluid painting - 80 x 90 cm Fluid painting - diametro 60 cm

SPACE
Fluid painting - 60 x 90 cm

Carmela Cusano , nasce il 28 gennaio del 1988 , a Sant’ Agata de’ Goti , in provincia di Benevento .
Da autodidatta, esprime la sua arte passando da un figurativo all’astratto, dal classico al moderno,
utilizzando diverse tecniche : acrilico, fluid painting, vino.
Ha realizzato, in collaborazione con la Cantina di Solopaca , i “vinarelli” , quadri dipinti con pigmenti
derivati dal vino ( tannino e antociani ) che fissano il colore sulla tela, dando vita così alle opere della
Cusano. Ha partecipato alla mostra collettiva d’arte contemporanea “LE FORME DELL’ ARIA” alla Rocca
Paolina di Perugia e alla MOSTRA CAI 20 al Maca di Anagni .

Note Critiche
La produzione pittorica di Carmela Cusano si basa su pochi, ma essenziali, principi di forma e di stile:
l’eleganza della linea che caratterizza, in maniera misurata, il contorno delle figure espresse in modo
bidimensionale; la calda vivacità cromatica impiegata che rende le forme sinuose ed avvolgenti allo stesso
tempo; gli ampi e gonfi fondali, quasi come se fossero vele dispiegate al vento, su cui si sviluppano i dolci
paesaggi fatti di case fiabesche e di immaginifiche vegetazioni.
L’insieme di questi fattori, tecnici ed estetici, rende ogni singola opera di Carmela Cusano straordinaria
nella sua composizione, in quanto il dato iconografico tende ad assumere una rilevanza fantastica e senza
tempo, in cui ogni particolare sembra esser sospeso in un dimensione onirica, la cui percezione è prerogativa di chi è riuscito a
mantener vivo, nel proprio io, il culto per bellezza della natura ancestrale e l’intima visione dell’epifanica “fanciullezza” universale.
Gianpaolo Coronas
ANNA D’ELIA 39

SOGNI NELLA NOTTE


Tecnica mista su pannello in MDF
90 x 60 x 0.5 cm

ENTUSIASMO ESPLOSIVO PASSIONE


Tecnica mista su pannello in MDF Tecnica mista su pannello in MDF
80 x 70 x 0.5 cm 80 x 70 x 0.5 cm

Anna D’Elia nasce ad Olten (Svizzera) il 19/06/1970, dove vive per i primi anni della sua vita. Trasferita a
Cava de’ Tirreni studia e si laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Salerno. Insegna Italiano e Storia in un
Istituto di Istruzione di secondo grado a Napoli.
Coltiva la passione per pittura da autodidatta con l’unica finalità di raccontare e amplificare la bellezza del
mondo che la circonda, partendo sempre da luoghi reali, vissuti, respirati.

Principali esposizioni: Biennale del Tirreno - Cava de’ Tirreni 2018 (Premio della critica menzione speciale
sezione Pittura Paesaggistica Iperrealista). Mare Nostrum – Arsenale di Amalfi Museo della bussola e del
ducato marinaro - Amalfi 2018. Arte Milano Factory – Fabbrica del Vapore Milano 2018 con la presenza
di Philippe Daverio ( Premio internazionale “Gran Tour”). Arte Salerno – Palazzo Fruscione – Salerno 2018.
Biennale Internazionale Arte Praga – Praga 2019 (Primo Premio Alfons Mucha). Personale “Il mondo salverà
la Bellezza” Marzo 2019 presso Ars Perpetua Gallery Via dei Coronari Roma. Personale “Il mondo salverà la Bellezza” Maggio
2019 presso Ars Perpetua Gallery Via Arringa Vitorchiano. Arte Lisbona Premio Vasco Da Gama - Lisbona 2019 (Premio
Internazionale “Gran Tour”). Biennale Milano International Art Meeting 2019 presentata da Vittorio Sgarbi. Tra Sacro e Profano
– Museo Venanzo Crocetti Roma 2019. Artexpò 2019 – Fiera delle Arti Contemporanee- Chiostro Monumentale di S. Domenico
– novembre- dicembre Cosenza. L’Arte a Venezia ad Agosto mostra collettiva presso Venice Art Gallery a cura del prof. Giorgio
Gregorio Grasso, agosto 2020. Mostra di arte collettiva presso Museo di Arte Contemporanea (MACA) di Anagni, settembre,
2020. OpenArt XVIII edizione 2021, febbraio 2021 Biblioteca Angelica Roma.

Note Critiche
Come una ventata di desideri esplorativi ci si addentra nel suo mondo onirico. Artista elegante e raffinata che trasferisce i palpiti
dell’anima verso un cripticismo difficilmente decifrabile. La sua pittura non conosce spazi e contiene significati d’indagine da
analizzare con costanza, nei loro movimenti alti e sinfonici protesi verso un mondo meditativo eccellente, un fiume lirico per
scoprire l’anima. D’Elia lascia il fruitore in sospeso tra il silenzio latente ed interpretabile con uno sguardo diretto nella dimensione
sovraumana che si addensa nella potenza del sogno. I suoi cromatismi costituiscono un varco di evasione affine al sentiero
emotivo, impervio durante le salite e ascendente nella continua ricerca del Sé in un interminabile processo evolutivo. Tra sogno
e realtà pertanto, è il principio biblico che invita gli spettatori ad entrare in una sovrapposizione di mondi sospesi nella materia
e rivelatori di preziose visioni, dove è l’incanto a voler primeggiare nel suo destreggiarsi limpido e surreale. L’artista trasferisce la
sua vocazione sognante ad un vasto pubblico, dove il mutare interiore diviene una pagina aulica per sorgere e risorgere senza
limitazioni. È sempre la profondità a padroneggiare la tassonomica razionalità, una parte minimale sovraccaricata dai fluidi tocchi
cromatici che tende a spostare l’attenzione su aeree prospettive. Un viaggio a contatto con i misteri universali è tutto ciò che la
D’Elia dona incondizionatamente alle impronte esistenziali, che desumono una calma eterea e riflessiva al fine di non giungere ad
una conoscenza totalizzante dell’Essere.
Arianna Di Presa
40 TIZIANO DALL’OMO

Anime bruciano all’inferno con le lingue nere e diavolo guardiano Diavoli attendono il loro turno per la liberazione ma
che le sbeffeggia - Olio su Tela - 70 x 80 cm il cesso è intasato - Olio su Tela - 100 x 120 cm

Diavolo sulla città - Olio su Tela - 70 x 80 cm

Nasco a Venezia nel 1964 e mi occupo di Private Equity come investitore e imprenditore.
Nel mio curriculum c’è qualche premio vinto ma soprattutto c’è una cosa: ho un soggetto
molto forte, riconoscibile, vero, e cioè il diavolo in tutte le sue forme, senza negativismi,
anticlericalismi o vertigini mistagogiche; un buon diavolo, insomma.
La mia esperienza pittorica nasce da bambino e da quell’epoca ho concentrato il mio
lavoro su un tema unico, il diavolo, per dare sfogo a quell’insieme di paure e di sensazioni
interiori clownesche che tutti hanno, ma che io riesco ad esprimere per liberarmene, anche
se tornano sempre. Tuttavia, i miei diavoli non sono metaforici, bensì veri, nel senso che
quando dipingo un quadro ho il fiatone, mi lacrimano gli occhi, sono preso da tremori, e in questo orgasmo ritmico sento di
esprimere me stesso. Quando dipingo credo di avere una regressione all’infanzia. Credo di esprimere un espressionismo simbolista.

Note Critiche
Tiziano Dall’Omo è il pittore dei diavoli di Federico Caloi.
I diavoli di Tiziano Dall’Omo non sono frutto di fantasia perché sono veri.
La critica del diavolo simbolico o filosofico di Dall’Omo indica i diavoli come essenza del male, ma di un male moderno, che
è il disagio della civiltà. I diavoli infestano i suoi quadri; quando uno o più diavoli aggrediscono un condominio o la città, ecco
spuntarne altri più piccoli e tremendi dalle finestre; quando un diavolo abbraccia il suo autoritratto, ecco spuntarne altri cento che
lo divorano lentamente. Tutto questo sembrerebbe truculento o almeno sanguigno, invece è la pittura nella sua forma più pura: il
diavolo di Dall’Omo è lui stesso, è la rappresentazione orgasmica delle sue manchevolezze o incomprensioni della realtà.
Se la realtà come ci appare potesse essere compresa e quindi espressa allo stesso modo, il gioco sarebbe fatto, e non ci sarebbe
bisogno dell’arte. Ma purtroppo il mondo non funziona così: il gioco delle parti tra Dio e il mondo vede il diavolo come antimateria
del mondo aggregato di Dall’Omo. Si esprimono proprio attraverso di lui e della sua opera di pittore tormentato dalla trasfigurazione
della fede nel male organico del nostro tempo: l’indifferenza. Dall’Omo non è spaventoso ma intrigante, non gronda sangue e
vomito ma protesta e tace nella disperazione più profonda che sale dalle viscere del sentimento.
Federico Caloi
MATILDE DAMELE 41

ESILI 01 - serigrafia su sacchetto di plastica - 82 x 55 cm ESILI 02 - serigrafia su sacchetto di plastica - 82 x 55cm

ESILI 03 - serigrafia su sacchetto di plastica - 82 x 55 cm

Matilde Damele si trasferisce a New York nel 1999 per imparare la fotografia, dopo aver conseguito
una laurea in lingue all’Università di Bologna. Frequenta l’Internationl center of photography dove
tiene un’aula di fotografia oltre, insegnare dei worshop al Brooklyn College e al Fashion Institute
of Technology. Il giorno 11 settembre documenta il crollo delle torri gemelle dove aveva trovato
un lavoro a metà tempo e le sue foto verranno incluse nel libro ‘Here is New York, a democracy of
photographs’.Partecipa a diverse collettive e a una personale all’Empire State Building. Nel 2014
si trasferisce a Londra dove completa un master di fotografia all’università Central Saint Martins.
In seguito la Marlborough gallery di Londra la premia per ‘Exiles’ (Esili), il progetto sperimentale
di serigrafie su sacchetti della spazzatura ed espone a Photo London 2019 dove il quotidiano il Guardian la cita tra le opera più
innovative del 2019.

Note Critiche
Il Progetto di serigrafie su sacchetti di plastica “Esili”,è nato da un profondo senso di perdita e dislocamento a seguito del diniego
del rinnovo del visto per New York dove ho vissuto per quindici anni. Il progetto esplora un senso di non appartenenza alla propria
vita, rappresentando un’umanità senza dimora emotiva, esiliata dall’ambiente circostante. Esprime un senso di sradicamento
ed estraniamento dalla realtá. Ho selezionato una serie di fotografie scattate nel quartiere dove vivevo a nord di Londra e le ho
stampate sperimentando il metodo della serigrafia sulla difficile superficie di sacchi neri della spazzatura. Le immagini in bianco
e nero che rappresentano gente ripresa a propria insaputa per la strada, sono poi state esposte dando al sacco di plastica un
movimento che rende l’opera sculturale. La qualità fragile delle stampe e l’uso del sacco della spazzatura per la rappresentazione
del tema dell’esilio vuole mettere in risalto il fatto che le vite degli individui sono effimere e spesso vengono trattate come rifiuti,
senza valore da parte di chi ha potere e autorità.
“Esili” di Matilde Damele
42 ANNA DE ROSA

MANUEL BORTUZZO IL NUOTATORE


50 x 70 cm - riciclo cosmetici

DONNA IN ARABO
100 x 70 cm - riciclo cosmetici

Anna De Rosa è una pittrice salernitana. Sognatrice instancabile e figura versatile, ha attraversato la vita
usando l’Arte per lasciare la propria personale impronta. Fra i suoi innumerevoli dipinti, esposti negli
anni ovunque: nella propria città, in altre regioni e in altre nazioni, si possono ritrovare vivaci vedute
di scene di vita, soprattutto nei suoi murales: paesaggi montani, mare, laghi, nature morte e intensi
ritratti con una forte espressività negli occhi dei soggetti dipinti. Attraverso la caratteristica del suo
linguaggio artistico basato sul riciclo dei cosmetici in disuso, Anna De Rosa vuole aprire una riflessione
su un tema caldo nella nostra epoca e a lei molto caro: l’ecosostenibilità. Artista, ma anche curatrice di
eventi con un buon riscontro di critica e di pubblico, organizzati con passione e ricerca di armonia. In
questi eventi fa esporre le opere originali di diversi artisti, alcuni dei quali suoi conterranei, che lei
rispetta e tutela, e con il coinvolgimento di relatori, attori, performer e poeti per arricchire gli eventi di
diverse forme artistiche. Tutte le mostre e le altre attività finora svolte, sono elencate sulla sua pagina di artista FB, nella sezione
eventi: facebook.com/artistaannaderosa. Ha partecipato a collettive locali, nazionali , internazionali  (a Napoli, Milano, Novara,
Matera ,Caserta, Genova, all’Expo di Milano,Firenze, Venezia, Fiumefreddo (CS) ecc. e internazionali (Madrid, Dubai, Grecia,
Londra, San Pietroburgo, Mosca,Qatar, utilizzando il riciclo dei cosmetici come colori su supporti di fortuna , e sono presente su
numerosi siti d’Arte online. Ha vinto Premi importanti , come eccellenza nel suo campo). e  ha realizzato mostre  personali l’ultima
a Milano dal 31 aprile a fine maggio 2021.Il richiamo dell’arte è più forte di virus e dei problemi quotidiani, perché l’Arte è il senso
della sua vita, la sua aria. Le sue attività culturali  non sono realizzate a scopo di lucro: le uniche motivazioni sono di arricchirsi
spiritualmente attraverso le esperienze e la conoscenza di persone creative e ogni giorno nuove e il piacere dell’aggregazione
artistica e culturale. 

Note Critiche
Decisamente inconsueta è la scelta artistica di Anna de Rosa, che guidata da una joie de vivre,  oltre che da una forte attenzione
all’ambiente e ad uno sviluppo sostenibile, ha deciso già dal 2011 di realizzare le sue opere con i cosmetici dismessi, trasformando 
in bellezza ciò che era destinato ad essere scarto. Sempre alla ricerca di nuove strade  che le consentano di  realizzare qualcosa
che sia capace di emozionare e, contemporaneamente, trasmettere messaggi etici,   trasforma ogni tela in un manifesto d’intenti.
Guidata e, non di rado, trasportata  da una viva curiosità che la porta ad indagare ogni fenomeno per poterlo analizzare ed
interiorizzare, Anna  sperimenta continuamente e liberamente passando dalla realtà al sogno. Di fronte alle sue creazioni, dalle
inconsuete e suggestive cromie, che hanno spesso per soggetto la figura umana, non possiamo  ignorare la bellezza del creato e
l’indicibile dignità dell’uomo libero, autentico che lotta per realizzare ciò in cui crede, che non si lascia abbattere dalle difficoltà
della vita  ma rivendica, in ogni circostanza, il proprio diritto ad un’esistenza dignitosa e armoniosamente inserita nel più vasto
universo che ci circonda.
Maria Pina Cirillo - Critica d’Arte
MARIANNA DE ROSA 43
EBBRO
Patchart -120 x 76 cm

“RITRARRE” Jeanne Hébuterne e suo figlio


Patchart - 70 x 48 cm

EFFETTO PLACEBO
Patchart - 70 x 50 cm

Marianna De Rosa, nata nel ’64 e cresciuta a Cava de’ Tirreni. Ha studiato Arti Tradizionali all’A.C.A.P.A.T.
di Cava de’ Tirreni e conseguito il diploma, con successiva abilitazione all’insegnamento. Autodidatta,
dopo un lungo studio realizza il primo quadro in patchart. Viene scelta dal prof. Vittorio Sgarbi per far
parte dell’elité che avrebbe partecipato ad Arte Firenze 2016 alla Fortezza Da Basso. Nel 2018 partecipa
alla 1° Biennale del Tirreno dove viene selezionata da Jean Blanchaert per prendere parte alla mostra di
artisti di sua scelta alla “Alson Gallery” di Milano, nello stesso anno partecipa alla mostra internazionale
Arte Salerno 2018 “Metamorphosis” dove viene premiata con un attestato di merito artistico. Selezionata
dal Dott. Rino Lucia per EA Edizioni partecipa a Mantova Artexpo 2019 al Museo Gonzaga.
I suoi quadri hanno riscontrato successo di pubblico e di critica, guadagnando una videorecensione dal
critico Federico Caloi e una recensione scritta da Rosita Taurone e Veronica Nicoli, oltre agli entusiastici plausi di Vittorio Sgarbi,
Philippe Daverio e Jean Blancheart. Nel 2020 viene, inoltre, selezionata dalla Fondazione Amedeo Modigliani ricerca scientifica
per il “tributo al centenario della morte di Amedeo Modigliani”.

Note Critiche
Marianna De Rosa,artista che si esprime con molta semplicità,il suo è un linguaggio pittorico preciso e attento al dettaglio.A metà
tra un dipinto ed un bassorilievo.L’artista infatti trasporta la propria visione poetica del mondo,non adoperando i colori, bensì le
stoffe,assecondando le linee e le forme precedentemente incise in lastre di polistirolo.La particolarità che contraddistingue l’opera
di Marianna De Rosa e che dipinge scolpendo, prendedo forma mentre lo si fa,adoperando i giusti tessuti per descrivere e restituire
le sensazioni che la struttura della materia riesce a dare,andando a definirne le forme. Il risultato sono immagini forti,dal taglio
fotografico che riescono a restituire uno spazio vivo,quasi impressionista.A ogni forma corrisponde un tessuto con richiami alla
struttura della materia stessa.Un’attenzione nel modellato delle figure,con un’accentuata ricerca di effetti plastici.La fase di studio
del disegno è indispensabile al processo di modellizzazione.L’artista trattando la superficie della lastra in polistirolo,scalfisce la
materia accarezzandola con docile maestria.Asseconda le forme attraverso la scelta estetica di un tessuto,che fa diretto richiamo
con la materia dell’oggetto raffigurato,diventa un modo per esplorare ulteriormente la materia.La ricerca dei tessuti è una fase
molto importante,facendosi recapitare dal Giappone molti tessuti.
Commissione di Arte Salerno dai critici: Jean Blanchaert,Federico Caloi,Rosario Sprovieri e Rosita Taurone
44 ALIDA DE SILVA

CRISTO CORONATO DI SPINE


35 x 35 cm - Ceramica policroma

L’AMICO FRIZ
30 x 40 cm - Ceramica policroma

MADONNA CON BAMBINO


40 x 45 cm - Ceramica policroma

Alida De Silva nasce ad Avellino ma si trasferisce, ancora giovanissima a Pescara, dove si diploma all’Accademia di
Belle Arti. Allieva di Michele Cascella, di cui mette decisamente a frutto la grande lezione, si stabilisce definitivamente
a Salerno, dove tuttora vive. Ceramista e pittrice, tutte le sue opere sono una autentica esplosione di colori, capace
di coinvolgere i fruitori e regalare loro emozioni. Apprezzata caricaturista, presente su riviste specializzate, la De
Silva, che ha collaborato con vari giornali e periodici di arte e cultura, è stata per molti anni la mordace matita di
Miscellanea, la prestigiosa rivista, su cui ha pubblicato molti lavori satirici che hanno attirato su di lei l’attenzione,
oltre che dei critici, di moltissimi personaggi del mondo dello spettacolo e della politica che ne hanno apprezzato i
lavori ed a cui, non di rado, ha dedicato la sua arte. Ha tenuto nel corso degli anni interessanti mostre che l’hanno
vista protagonista ed è stata recensita da Maria Pina Cirillo e da diversi critici.

Note Critiche
Creativa, poliedrica, solare, Alida De Silva passa con disinvoltura dalla ceramica alla pittura, dal disegno alla caricatura con esiti
artistici ammirevoli. Formatasi alla scuola di Michele Cascella e poi nell’ambiente effervescente della Salerno degli anni ottanta,
Alida usa il colore come efficace strumento per arrivare al cuore di tutti. E se una indiscussa maestria tecnica le consente di plasmare
l’argilla in modo eccellente, dando vita a dolcissime Madonne o a tragiche immagini di un Cristo coronato di spine oppure di
trasformare la creta in rose sontuose come dame ingioiellate, glicini delicati mossi da un vento leggero, mimose splendenti come
piccoli soli d’oro, non meno interessanti sono le sue tele. Ora esplosioni di colori in grado di coinvolgere il pubblico e di offrirgli
incantate suggestioni, ora impalpabili come la brezza che soffia sulle spiagge dorate, le sue creazioni sono strumenti con cui Alida
va alla ricerca del senso profondo del mondo che la circonda per entrare in empatia con la natura, con gli altri ma, soprattutto,
con il proprio io più autentico. Particolarmente interessanti sono, infine, i suoi disegni umoristici spiccatamente contemporanei, le
caricature con cui  invita a leggere la quotidianità con un pizzico di ironia, ritrovando un sano humour capace di far fiorire il sorriso
anche in momenti difficili e, soprattutto, di riportare situazioni e personaggi alla loro dimensione reale.
VINCENZO DEL SIGNORE 45

AIUTO
opera digitale

ATOMO - Donna in Rinascita


opera digitale

SAPIENS - Evoluzione Liquida


opera digitale

Vincenzo Del Signore nasce a Pontecorvo (FR) il 24/09/1980. Frequenta la facoltà di Architettura
all’Università “La Sapienza” di Roma. Architectural designer e art designer, lavora in diversi settori: design
architettonico, scultura, installazioni luminose e arte presepiale. La formazione professionale ed artistica
avviene lavorando sul campo. Ha frequentato vari studi di progettazione e diverse botteghe di artisti locali,
ampliando così il proprio bagaglio artistico, architettonico e culturale. Vive e lavora tra Roma, Cassino
(FR) e Fondi (LT), dedicandosi allo studio di progettazione, al laboratorio di scultura e all’atelier. Progetta
e crea con lo spirito della ricerca continua, formale e materica, proponendo una sua personale rilettura
del design e della scultura, dove l’uno insegue l’altro, sostenendo che la creatività è coraggio. “Bisogna
avere il coraggio di non essere capiti, sapendo che non esiste né un ambiente né una forma perfetta per
tutti, ma esiste solo un’emozione.”

Note Critiche
Nella personalità dell’artista, una tecnica interpretativa peculiare, originale sperimentazione materica, eloquenza delle forme.
Venature sinuose mutano nell’essenzialità delle geometrie, nella modulazione dei volumi e delle tensioni.
Figure umane conducono l’osservatore entro cavità intime e snodi poetici. Torsioni, slittamenti, verticalità di elementi strutturali
seguono le esigenze ideative dell’artista, ricercando identità ed evidenziando valenze sensoriali cromatiche. La morfologia plastica
è luce dell’inconscio: spazialità e libertà compositiva si traducono in sagome dialoganti, respiro espressivo che interroga la scultura
e ne dilata il senso. L’osservatore non si riconosce in forme concluse ma in un gioco tra pieni e vuoti, nella linearità di una
sensibilità percettiva, custode di sinestesie e di un linguaggio scultoreo cadenzato da un intreccio palpabile e al contempo sfuggente.
L’opera diviene spunto narrativo che informa l’immaginazione e la calibra su stratificazioni interiori, tra spartiti non cristallizzati
ritmicamemente e armonicamente.
Intenzione dell’artista non è soggiacere alla staticità materica ma indagarla oltre il visibile, nella curvilinea tridimensionalità dei
corpi allungati e dinamici che, con leggerezza evocativa, si ricolleghino ad arcane e universali memorie.
Roberta Recchia, Critica d’arte
46 DANIELA DELLE FRATTE

E ANCHE QUESTA PASSERÀ UMILTÀ


Acrilico su tela - 70 x 100 cm Acrilico su tela - 70 x100 cm

VELATA REALTÀ
Acrilico su tela - 50 x 35 cm

Daniela Delle Fratte “DiDiF”


Artista internazionale, senatore accademico dell’AIAM.
Presente nella “Raccolta delle Stampe e dei Disegni” Collezione Sgarbi N. P75 e P76.
Due Premi alla Carriera, alla Camera dei Deputati in Roma e al Maco Museum.
Ha esposto con mostre personali in Italia, con molte gallerie all’estero oltre che in diverse fiere.
Vanta un’ampia bibliografia mondiale, Nell’Atlante dell’arte contemporanea DeAgostini 2019, 2020,
2021 e nel Catalogo dell’Arte Moderna Num. 55 Mondadori, nell’ Annuario Acca 2020, 2021 e nel
CAI 2020.
In esposizione permanente all’Istituto di Cultura in Guatemala e in diverse collezioni private.
Ha esposto a: Bangkok, Barcellona, Basilea, Belgio, Berlino, Budapest, Boston, Francia, Guatemala,
Londra, Malta, Miami, Monaco di Baviera, Mosca, New York, Spagna, Montecarlo.
Di lei hanno scritto: Alberto Iron D’Atanasio, Daniele Radini Tedeschi, Francesco Chetta, Fulvia Minetti
Gianni Dunil, Grigoriy Ginzburg, Ilaria Rosu, Ivan Caccavale, Maria Rosaria Belgiovine, Martha Gonzales, Paolo Levi, Rosanna
Chetta, Salvatore Russo, Sandro Serradifalco, Veronica Ferretti, Vittorio Sgarbi.

Note Critiche
Cosa mai dipingerebbe la romana Daniela Delle Fratte, se non esistesse la natura?
Domanda solo apparentemente insidiosa a cui si potrebbe rispondere in questo modo: continuerebbe a dipingere ciò che dipinge
ora ovvero se stessa.
Nel più autentico spirito romantico come se lo Sturm Un Drang fosse fenomeno culturale di piena attualità e non appartenente
a oltre due secoli addietro, la Delle Fratte si confronta con una natura che non è mai qualsiasi, anche quando non viene colta,
grandiosa, mentre libera forze di titanica esuberanza o, più acquietata, genera atmosfere di struggente sospensione.
La natura della Delle Fratte, come quella di Friedrich o Turner, ha uno scopo primario rivelare l’interiorità dell’uomo nel momento
della sua percezione, perchè nulla potrebbe aspirare ad un significato, in animali dall’intelletto irrimediabilmente relazionale
come il nostro, se non facendo capo a ciò che ci portiamo dentro, nel cervello e nel cuore. Nulla è davvero come è, ma solo come
ci può sembrare, sulla base delle nostre umanissime facoltà di comprendonio, oltre non c’è permesso andare. Considerarsi al
centro dell’universo, allora, come se il tutto fosse stato creato non per proprio conto, ma per farci da spettacolo, non è un atto di
insopportabile superbia, ma l’unica posizione che si possa assumere rispetto ad una immensità destinata altrimenti a rimanere al
di fuori delle nostre capacità di commensurazione. Per questa via, la Delle Fratte scopre che la natura non è, non può essere un
oggetto, salvo ingannarsi sul suo conto, come Leopardi invitava a non fare.
Vittorio Sgarbi
ROSANNA DI CARLO 47

COME IL VENTO - Olio su tela - 50 x 70 cm

CRISTO RE - Creta su legno - 40 x 30 cm

UN BIDONE DI CONOSCENZA
Olio su tela - 70 x 50 cm

Rosanna Di Carlo è nata l’8 gennaio del 1956 a Scoppito in provincia dell’Aquila. Frequenta il Liceo
Artistico Statale presso la città di Cassino diplomandosi. In Svizzera acquisisce le tecniche della pittura
sul legno (Bauernmahlerei) e la tecnica incisoria sul vetro. Rientrata in Italia si dedica anche alla pittura
su ceramica. Successivamente trasferisce la tecnica incisoria sui quadri, incidendo di soggetti di natura
morta e in seguito anche di paesaggi, per poi iniziare a lavorare con le tecniche ad olio ed in acrilico,
partecipando a vari eventi. Nel 2018 espone presso Palazzo Zenobio a Venezia e a Tivoli. Nel 2019 espone
presso Palazzo Zenobio a Venezia, alla Fabbrica del Vapore a Milano, presso il Museo del Mitreo a Roma
e presso il Primo Municipio di Roma, presenziando, in varie mostre nelle città di Roma, Gallipoli, Ariccia,
Bari e Galatone, collaborando, inoltre, in qualità di artista, alla pubblicazione del libro dal titolo “La Buona
Mephite”.

Note Critiche
Se la pittura è la porta dell’anima, allora Rosanna di Carlo ha le chiavi per aprirla. Il suo stile, difatti, nasce da una pittura carica
di visioni, la cui dimensione onirica affiora dall’approfondita riflessione di ancestrali beltà naturali. Dolci e calde cromie avvolgono
tornite figure su cui si posa il tempo silenzioso che, con una carezza, dona un tocco di poesia a paesaggi immaginifici o a figure
di surreale ascendenza. Oltre i temi raffigurati, negli stessi dipinti di Rosanna non resta che la meditazione, la profonda riflessione
di ciò che è manifesto, per poi essere apprezzato, anche emotivamente, da chi vede nell’arte la sola salvezza estetica del mondo.
Gianpaolo Coronas
48 ANNA ISKRA DONATI
393
Tecnica mista su legno
40x70 cm

392
Tecnica mista su legno - 81 x 74cm

396
Tecnica mista su legno - 91 x 57 cm

Anna Donati studia all’Istituto d’Arte e si perfeziona all’Accademia Belle Arti di Macerata. Dopo il diploma,
lavora nella moda e collabora con l’architetto Aldo Tomassini Barbarossa. Nei primi anni Novanta si dedica
solo all’arte. Sue opere sono presenti in molti musei e luoghi pubblici. Dal 2006 organizza i Martedì dell’Arte,
incontri su personaggi e movimenti artistici. Nel 2012 fonda l’Associazione Arte. Iskra è inserita nell’Atlante
degli Artisti marchigiani pubblicato nel 2007. Armando Ginesi, Marisa Vescovo, Luca Beatrice, Alvaro
Valentini, Giorgio Di Genova, Stefano Papetti, Luigi Dania, Nino Ricci, Carlo Melloni, Leo Strozzieri, Lucio Del
Gobbo e Leonardo Mancino firmano la sua V monografia. Dal 2017 inizia un periodo di ricerca utilizzando
tessuti in chiave scultorea.Personali più importanti: Museo Bargellini(BO), Fith Avenue 225 NewYork, Scoletta
San Giovanni(VE), Galleria La Molinella(Faenza), City Art Galleri Greenville North Carolina U.S.A., Villa
Fidelia Spello, Chiesa della Maddalena(Pescheria) Pesaro. L’artista ha pubblicato nr.5 monografie.

Note Critiche
ANNA DONATI: LA LIBERTÀ DI INSEGUIRE L’ASSOLUTO
Nell’esperienza creativa di Anna Donati si evidenzia un fare che è intento continuo di libertà. La necessità di esprimere a suo modo
quel che giudica “suo” per sensibilità e vocazione, è la molla che la spinge a una ricerca. che, pur essendo in sintonia con la storia
e con l’attualità (che è data , dall’invenzione), è personale, svincolata sia dalle mode del fare, sia dai modi del proporre: una libertà
incondizionata “costruita” nell’assoluta individualità, nell’originaIità.
La sperimentazione è la situazione in cui si verifica meglio se stessi: una condizione di solitudine dove dolore e gioia, esaltazione e
rinuncia si avvicendano, assurgendo all’epicità d’un esclusivo sentire. La poesia ha bisogno di questa solitudine per un suo assoluto;
la Donati lo sa.
La bellezza, la grazia, l’eleganza della composizione costituiscono insieme la sola condizione in cui la Donati accetta di rinunciare
alla propria libertà, la sola in cui la sua ribellione si acquieta, quella dove il suo spaziare trova, se non una stabile dimora, almeno
una direzione e una speranza da inseguire.
Lucio Del Gobbo
GIULIANA FARINARO 49

BOCCA DELLA VERITÀ CASCATA NELLE MARMORE


Fotografia Fotografia

SANTA LUCIA
Fotografia

Giuliana Farinaro nasce a Marcianise (CE) dove vive e risiede, Docente a tempo indeterminato di
Scienze nelle Scuole Medie di Secondo Grado, da sempre appassionata di fotografia e come tanti
ha iniziato con una piccola macchina fotografica a fuoco fisso seguita da una reflex ed infine con
una digitale. Per le sue foto prende in considerazione solo la luce solare e numerosi sono i soggetti
che prende in considerazione, fiori, animali, paesaggi, statue, tutto ciò che la colpisce diventa un
soggetto da fotografare. Ogni soggetto presenta una particolarità e, a volte sono numerosi sono i
tentativi che si fanno prima di riuscire a coglierla, altre volte basta solo una scatto.

Note Critiche
YuliA - Il suo tempo, le sue foto
La fotografia è arte e pertanto la sua ragion d’essere va ricercata nella passione, così come
nell’inventiva, manifesta, in prim’ordine, nell’animo del suo principale attore: l’artista/fotografo.
L’approccio a questa tecnica artistica non è tra i più semplici, poiché è effimero, tradisce per l’innocenza dei gesti che lo caratterizzano:
dal posizionamento della macchina stessa allo scatto vero e proprio. Al riguardo, nonostante la fortunata affermazione di Oliviero
Toscani, riferita all’ingenuità della fotografia, tanto da poter esser praticata anche da un mulo, c’è da precisare, invece, che proprio
per le sue delicatissime peculiarità necessita di una formazione, di uno studio e di una ricerca continua, in cui vengono presi in
esame una serie interminabile di aspetti che vanno dal dato tecnico a quello propriamente stilistico.
Difatti, la buona riuscita di un originale lavoro fotografico, in cui il luminismo e il tema raffigurato vengono a concretizzarsi nel
momento in cui viene a stabilirsi un equilibrato espressionismo compositivo, è sempre il risultato di un certosino lavoro condotto
nel corso del tempo e nel rispetto di tutti i passaggi manuali e formali previsti. I lavori di YuliA sono contraddistinti da una potenza
evocativa, in quanto le immagini riprodotte tendono a far affiorare sublimi ricordi legati ad esperienze vissute: dal viaggio alla
semplice osservazione di un’opera d’arte del passato.
Luigi Fusco
50 ANDREA FELICE
OLTRE L’ORIZZONTE
Tecnica mista - 78 x 78 cm

SCHIAVI DEGLI INVISIBILI


Tecnica mista - 111,5 x 87 cm

I FIGLI DELLA NUVOLA


Tecnica mista - 92 x 82 cm

Andrea Felice (1961) è Architetto e Artista, docente universitario di materie attinenti all’architettura al cinema e
al design presso le Università di Roma Tor Vergata, La Sapienza e Università Federico II di Napoli. Con il suo
studio Andrea Felice Art & Design, si occupa di progettazione partecipata, allestimento, interior design, sistemi
multimediali. Come pittore e videoartista, inizia nel 1991 con una personale a Roma, a cui seguono altre mostre
personali e collettive dal 2001 al 2021, presso sedi istituzionali e gallerie private, esponendo a Londra, Berlino,
Sidney, Ginevra, Roma, Firenze, Milano, Torino, Genova, Lampedusa, Bergamo, Vigevano; è vincitore di premi
alla pittura e alla critica d’arte e all’architettura. Da aprile 2020 in poi, ha curato una serie di rubriche online di
arte e comunicazione su design, cinema, architettura, arte contemporanea, in particolare “Fare Arte Insieme”,
“Art Talk” e “Opere da Ascoltare”.

Note Critiche
È un viaggio immersivo quello intrapreso da Andrea Felice, artista poliedrico capace di coniugare i differenti aspetti tecnici del
sapere artistico, partendo dall’elaborazione grafica del bozzetto fino ad arrivare alle sperimentazioni tecniche contemporanee che
prevedono la commistione di tutte le tecniche artistiche. qualificando così la sua indagine come un’innovazione nel panorama
artistico odierno. Allegorie figurative e allegorie cromatiche conducono verso riflessioni profonde dove le personificazioni dei
soggetti raffigurati spaziano dal richiamo ai fumetti di Barks, alle stampe dell’incisore settecentesco Giovan Battista Piranesi, alle
figure femminili - ora erotiche, ora divine - approdando agli strascichi emozionali della recente pandemia che ancora incombe sugli
animi. La semiotica, applicata al mondo dell’arte che studia la varietà dei segni usati nel vasto e intricato labirinto iconografico,
sempre più contaminato da generi e tecnologie meno “nobili” rispetto a quelli adottati per dare corpo una visione classica del fare
artistico, potrebbe esserci di grande aiuto per provare a scrivere e declamare letture adatte ad analizzarne i contenuti non visibili e
trarne conclusioni non banali del fenomeno artistico di Andrea Felice. L’intricatissima rete segnica e di contenuti che anima le opere
di Andre Felice potrebbe essere un esercizio valido per tutti coloro che avranno la possibilità di osservare le sue opere dal vivo.
FAUSTA FEOLA in arte Rosaoriginaria 51

ASCOLTANDO
Prova d’Autore di Incisione calcografica
23 x 17,5 cm

L’ISPIRAZIONE CONDUCE, L’ISPIRAZIONE È FORZA


Tecnica mista su carta - 70 x 50 cm

Classe ‘81, in arte Rosaoriginaria, Fausta Feola inizia in pochi anni, manifestando subito la nota tipica
del suo percorso: Femminile, tra terra e cielo. Inizia a usare l’Acquerello a 15 anni. Si diploma in Pittura
all’Accademia di Belle Arti di Urbino, dove approfondisce i temi di sensualità, corpo ed esistenzialismo
onirico in grandi dipinti materici ed accesi, Incisioni e Installazioni. Si perfeziona in Illustrazione allo IED
di Roma, tornando all’Acquerello che resta la sua tecnica preferita. Ottenendo anche riconoscimenti,
espone in collettive di molte città, tra cui Urbino e Parete presso i rispettivi Palazzi Ducali, Carrara, New
York. A Salerno, dov’è nata, si annovera anche la prima personale. È apparsa nel n.1 di Carie Letterarie,
ha collaborato con molte case di Moda e un suo disegno per tessuto è apparso su Vogue Italia nella
precollezione Spring Summer ‘18 di Cavalli. Attualmente sta diventando insegnante d’Arte. Di lei, ha
parlato il critico Maria Pina Cirillo.
Note Critiche
Inizia a disegnare verso i 3 anni sui muri di casa, con gesti impetuosi, ampi e incisivi per trasmutare le emozioni. Il segno, anche
violento, è stato il suo modo di esprimersi ben oltre la voce e le azioni, timorosa di venire alla luce nella sua Solarità. I cerchi
animaleschi che ricordavano cetacei, si sono strutturati in immagini femminili strutturanti per lei: la Dea, la Ninfa, la Principessa da
diventare. Il percorso è proseguito su questi temi: Femminilità divina e simboli, sviluppandosi di pari passo con lei. Ha affrontato
materia, colori, grandi nudi femminili, sfruttamento del corpo. Si è poi indirizzata su note più dolci e l’Acqua è divenuta suo
Elemento principale, portavoce di sensualità: ama l’Acquerello, con colori e supporti di pregio: l’oggetto d’Arte, diventa oggetto
che Eleva. La ricerca personale sfocia, infine, nel Risveglio d’Anima che l’ha immersa nella profondità del suo Essere Autentico;
la sua pratica artistica si è acquietata e illuminata divenendo connessione con il Cosmo e la sua rinata Bambina Interiore: il suo
Fare Arte, ora, è una fresca forma di Meditazione. Tra estetica e profondità d’Anima, la femminilità, il decorativismo, le suggestioni
delicatamente simboliche e floreali sono state apprezzate dal mondo della Moda. Ora, sta entrando nella Scuola, con l’intento di
trasmettere ai nuovi ragazzi il piacere nei confronti della Bellezza e la consapevolezza del suo Potere Curativo e Strutturante.
52 YEHUDITH MARIA FERRARA

MEDITERRANEO MARE CHE UNISCE


50 x 60 cm - Tecnica mista

ESPLOSIONE DI PENSIERI FONDALE MARIANO


50 x 50 cm - Tecnica mista 50 x 50 cm - Tecnica mista

Yehudith Maria Ferrara e’ di sicuro una giovane promessa del mondo dell’arte. Un’artista sorprendente capace
di coniugare una poetica espressiva di indubbio spessore. Nei suoi lavori troviamo, a volte, racconti che sfociano
in ambito sociale, le sue opere sono una richiesta di attenzione ed un grido rivolto alla speranza. Un perfetto
bilanciamento cromatico è prerogativa dell’arte di Yehudith Maria Ferrara. Una trama pittorica ben armonizzata,
definita con cura certosina sempre in ottimo equilibrio tra segno e spazio. Ogni opera è un’emozione capace
di indurre lo spettatore a proiettarsi verso un mondo immaginifico, Ferrara dona la sua creatività in maniera
genuina, scevra da inutili sofismi e congetture, il frutto delle sue elaborazioni sono inni alla vita, rivelatrici di
intense e suggestive composizioni. L’arte per Yehudith Maria, diventa il mezzo con cui indagare la realtà e di
rivestirla con vibrante energia.
Gianpaolo Coronas
MARIA FONTANELLA in arte riaMalaFonte 53

CORALLO
Tecnica mista su tela - 50 x 50 cm
SANG E ANIMA
Acrilico su tela - 50 x 50 cm

a-Mari
Acrilico su tela - 50 x 50 cm

Maria Fontanella, in arte riaMalaFonte, classe 1985, formata al liceo artistico statale
di Aversa vecchio ordinamento e poi all’accademia di belle arti di Napoli.
Tra il 2011/2013 partecipa alle mostre collettive “Live and Visual comunication”
presso la facoltà di Architettura di Aversa, “Parusia” a palazzo Venezia Napoli,
“Cib’Arti” alla galleria indipendente Sarajevo Supermarket, “Expertise improbabili”
ad Avellino, estemporanea a Sant’Eligio, “Land Art Campi Flegrei” al cratere degli
Astroni.
Dopo una pausa di inattività artistica, solo nel pieno della pandemia riprende in
mano i pennelli e partecipa alla II edizione del concorso nazionale “Bazart” edizioni
Dantebus, al progetto ”EPHEMERAE PICTURAE” con la galleria d’arte ARproject,
“STORIE D’AMARE” presso la stazione marittima Zaha Hadid con l’associazione
artistica Art experience e la curatrice Anna De Rosa e con gli stessi alla realizzazione
del progetto panchine d’artista presso il molo masuccio di Salerno.
Vive e lavora in Campania e si definisce: ”instancabile apprendista, innamorata della vita, come dell’arte, e delle infinite possibilità
scaturibili dall’incontro e nell’incontro”.
54 MARIO FRANCESE

Marco lancia una pietra


Olio su tela
100 x 80 cm

Espettorazione di un ubriaco alla luna


Olio su tela
100 x 80 cm

Mario Francese nato a Pontecagnano Faiano (SA) il 15 Maggio 1968. Sin da piccolo passa molto del suo
tempo libero a scarabocchiare pagine bianche dei quaderni, riscuotendo già in terza elementare un primo
consenso, vincendo il primo premio al concorso per le scuole elementari della provincia indetto dall’ACI.
Prosegue gli studi frequentando il liceo Artistico di Salerno ANDREA SABATINI dopo di che s’iscrive ai corsi di
Armando De Stefano che tiene all’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Lascia l’Accademia dopo il secondo
anno di studi per motivi personali, ma continua da autodidatta con lo studio delle arti figurative, con lo studio
dell’arte rinascimentale italiana. Nel frattempo inizia a lavorare facendo vari tipi di lavori. Dagli anni novanta
inizia una fruttuosa collaborazione con il laboratorio artigianale di ceramiche artistiche in Vietri sul Mare
di Romolo Apicella, dove viene a contatto con artisti ben affermati e dai quali riceve nuovi spunti e stimoli.
Contemporaneamente e impegnato nel mondo dell’ arte della sua provincia, con mostre personali e collettive
riscuotendo innumerevoli consensi per un lavoro originale e ricco di intuizioni che a detta di qualcuno e intriso
di piccole genialità contrastanti, la sua formazione classica e la voglia di innovazione. Una tensione interna,
data dalla voglia di sperimentare sempre nuove soluzioni, per meglio identificare l’essere uomo contemporaneo.

Note Critiche
Animato da una continua ricerca, il pittore dipinge un mondo di giovani allungati, intenti a far parte integrante del gioco serio, a
volte macabro, la cui esistenza umana inevitabilmente ci induce, sin da bambini, infatti il gioco è al centro di ogni cosa ed è con
il gioco che il bimbo si forma… Le opere di Mario Francese risultano da un equilibrio dinamico fra tradizione e innovazione; sono
apprezzate per la capacità di unire bellezza e maestria tecnica alle sollecitazioni intellettuali; derivano da due mondi.
VITTORIO FUMASI 55

UN EROE DEL COVID-19 ULISSE


Terracotta e legno smaltato Bronzo fusione a cera persa
58 x 14 x 14 cm (altezza x base x profondità) 10 x 10 x 65 cm (altezza x base x profondità)

UCCELLO DI MARE
Bronzo lucidato su base in granito nero
25 x 16 x 52 cm (altezza x base x profondità)

Vittorio Fumasi è nato a Napoli nel 1944, dove ha concluso gli studi presso l’Accademia di Belle Arti. Dal
1969 ha insegnato Scultura nei Licei artistici e negli Istituti d’arte e dal 1978 nelle Accademie di Belle Arti
di Catanzaro, Catania, Roma e Firenze, come titolare della prima cattedra di scultura. Fin da giovane
partecipa alla vita artistica nazionale ed internazionale, ricevendo premi e riconoscimenti. Dal 2006 al
2008 ha rappresentato gli scultori italiani nella Commissione Internazionale per la selezione delle opere
di scultura e monumenti realizzati in occasione delle olimpiadi di Pechino 2008. Le sue opere sono in
collezioni private e nei musei di: Castellanza, Cento, Norfolk (Usa) e Praia a Mare.

Note Critiche
Lo scultore Vittorio Fumasi, ha sempre rappresentato con orgoglio la cultura italiana all’estero. Le sue sculture realizzano una sintesi
di volumi ed un’ibridazione di forme astratte con la molteplicità di facce, mediante le quali la Natura si rivela a noi quotidianamente:
dai fiori alle forme umane nelle fasi di forza e fragilità.
In “UCCELLO SUL MARE” si evidenzia la voglia di “Volare alto”,spaziando in un contesto libero e aperto come può essere quello
del mare. Con ”ULISSE”, l’artista vuole evidenziare il desiderio innato nell’essere umano della “CONOSCENZA”, elemento
fondamentale per ampliare i propri orizzonti di vita. “UN EROE DEL COVID-19” vuole essere una testimonianza del sacrificio di
tutto il personale sanitario, che ha dato la propria vita in questa pandemia.
56 DONATELLA GABRIELLI

POIANA - Olio su carta fabbriano - 100 x 77 cm

MATERNITÀ - Tecnica mista - 43 x 33 cm

Il mio interesse è legato all’ombra, in quanto, ritengo che dentro ad essa possiamo trovare, la vera realtà delle
cose. Nell’infanzia uno dei giochi preferiti è quello di giocare con la propria ombra, cercando,
inutilmente, d’afferrarla, questo gioco infantile ci riporta nella vita ad un concetto d’impermanenza. L’ombra è
qualcosa che esiste, ma nello stesso tempo sfugge alle leggi che regolano il mondo fenomenologico. È effimera,
instabile, sottomessa costantemente ai cambiamenti della luce, non è reale, perciò da sempre l’uomo la tiene
legata all’inconscio, al mistero.

Note Critiche
Diplomata all’Accademia di belle Arti di Carrara, è un’artista poliedrica, sempre alla ricerca dell’essenzialità e dell’equilibrio. Le
sue linee, capaci di tratteggiare e rendere visibile un’idea, hanno, contemporaneamente, levità e spessore. L’azzurro e il bianco che
caratterizzano l’opera, rendono bene il senso della sua ricerca che oscilla tra una spiritualità vissuta e un sogno mai dimenticato,
comunicando freschezza e una pensosa serenità.
Maria Pina Cirillo
STEFANIA GALLETTI 57

FIORI BLU
Acrilico su tela
40 x 30 cm

PURPLE FIORI ROSA


Acrilico su tela Acrilico su tela
60 x 50 cm 30 x 24 cm

Diplomata al Liceo artistico Statale di Latina nel 1986. Numerose le esposizioni nel 2019 e 20. Segnaliamo
alcune delle ultime partecipazioni. Marzo 2020 ho esposto al Museo Zeffirelli nella collettiva Internazionale
di arte moderna a Firenze Settembre 2020 ho esposto alla Fortezza di Montepulciano nella collettiva di
arte contemporanea e Pop art. Ottobre 2020 ho partecipato all’esposizione Internazionale Collettiva di
arte contemporanea al Palazzo della Cancelleria Vaticana a Roma. Febbraio 2021 esposizione collettiva
alla galleria S. Eufemia a Venezia. Marzo 2021 ho esposto al centro culturale Meridian “Con gli occhi di
Ludmillla “nella collettiva di arte contemporanea a Mosca. Nel mese di maggio 2021 espongo in Russia
a San Pietroburgo nella collettiva Internazionale di arte contemporanea al Palazzo di Ekaterina,nel mese
di giugno espongo in Russia nella collettiva Internazionale di arte contemporanea a Mosca Roscosmos, nella Biblioteca centrale
intitolata a Tolstoj a Sebastopoli, alla Cattedrale della Madre di Dio di Vladimiro a San Pietroburgo.

Note Critiche
Dopo avere fatto il Liceo Artistico a Latina verso la fine degli Anni ‘80, Stefania Galletti è tornata ad approcciare la pittura negli anni
recenti, avendo prima atteso all’occupazione che a tutti ci prende, la vita. Da almeno il 2016 è tornata ad essere attiva nel mondo
dell’arte partecipando a numerose collettive e concorsi in Italia e nel mondo.
Con animo sensibile, con un approccio umile e insieme realistico e concreto, Galletti propone nelle sue opere il suo immaginario
pittorico. La sua visione è realizzata d’istinto, probabilmente ispirata da una intuizione o da un’idea narrativa che è base alla
fantasia descritta nelle sue opere. I colori stesi ad olio - il media che le si confà -, trattati nelle loro sfumature più dolci, come il
verde e l’azzurro, insieme alla rappresentazione di una natura idealizzata, nel senso di primigenia matrice del mondo, sono le
caratteristiche dell’ambiente scenico in cui l’artista dipana i suoi soggetti.
Ci troviamo, con le opere di Stefania Galletti, in un mondo romantico che non dimentica la verità del reale ma che è capace di
portarci nelle terre dove esiste ancora l’incanto.
Federico Caloi
58 TERESA GIARDINA

TERZO OCCHIO INCONTRO


Tecnica olio su tela - 30 x 30 cm Tecnica olio su tela - 40 x 40 cm

SINESTESIA
Tecnica olio su tela - 30 x 30 cm

Giardina Teresa pittrice e docente, nasce a Catania. Attualmente vive e lavora a Milano. La sua
vocazione artistica è testimoniata dal percorso di studi, l’Istituto Regionale d’Arte “Raffaele Libertini” di
Grammichele, dove consegue la maturità in Design Architettura e Arredamento, e l’Accademia delle Belle
Arti di Catania, dove si laurea nella sezione Pittura nel 2005. Fin dai primi lavori, si profila l’interesse
fondamentale della pittrice per la pittura espressiva, affrontato nel tempo con diverse tecniche, l’olio, il
pastello, pennarelli, acrilici, e indagato nella soggettività delle percezioni della natura, come essenziale
traduzione d’una emozione. Le chiavi d’accesso all’universo pittorico di Giardina vanno infatti ricercate
proprio nelle regioni stratificate dell’io, come comprova un ulteriore filone della ricerca dell’artista,
votata al volto umano, all’espressività infinita dello sguardo; tale studio l’artista incrementa specie dopo
l’approfondimento di maestri della tradizione quali Caravaggio, Morandi, Modìgliani, Sironi, Magritte,
Rodin. È un viaggio, quello di Teresa Giardina, un discorso stilistico finissimo, si definisce, “pittrice-
autobiografica” poiché nei suoi quadri vi sono rappresentati sogni, visioni e racconti della sua vita, filtrati
attraverso la grande e fervida fantasia. Sono opere che riflettono la sua interiorità, immagine di vita passata e presente, memorie
e nostalgie. Sono Volti senza età, dallo stile meravigliosamente contemporaneo, figure dallo sguardo intenso, tutto da interpretare,
attraverso cui ci parlano e ci interrogano. L’artista definisce le sue opere “anime”.

Note Critiche
Teresa Giardina, un’artista dotata di eccellenti qualità compositive . Sono segni dalla straordinaria potenzialità che donano vita
e linfa vitale alle sue opere. L’esasperazione cromatica è l’intuizione piu’ veritiera, legata alla sua ricerca pittorica. I suoi lavori
conducono lo spettatore a narrazioni antiche, tramandate o vissute. L’universo segnico di Teresa Giardina diviene racconto, si
sposa con le morbide forme e diviene gioia. Con generosità ogni elemento, ogni volto, entusiasmano con naturalezza, narrando
realtà senza inganni e finzioni. Occhi che scrutano, rendono chiaro il racconto dell’artista. Gioie, noie, dolori si susseguono
magistralmente accompagnati da un cromatismo intenso, maturo e sincero. Appare evidente la volontà di considerare la centralità
della propria identità poetica quale presupposto della creazione stessa del messaggio visivo. Giardina, esercita una tensione
poetica che sfocia spesso nell’eccentricità dell’identità artistica e in ultima analisi, si presuppone, quella stessa del soggetto.
Gianpaolo Coronas
BRUNO GIUSTINIANI 59

La chiamata di Simon Pietro e dei suoi compagni


Olio su tela - 40 x 280 cm

Lo sguardo della Madre


Argilla minerale, sfere ferrose e lamina di vetro
40 x 50 cm
La mia Africa due
Olio su tela - 122 x 90 cm

L’iter artistico è iniziato alla età di sedici anni, frequentando botteghe campane fra cui quella di Carotenuto
e Pappalardo, dove apprese la tecnica della pittura e poi della scultura. Negli anni universitari fu allievo del
grande anatomico Lambertini, dedicandosi allo studio dei muscoli degli atleti; ciò contribuì, insieme alla sua
attività di chirurgo estetico, nella efficacia delle forme anatomiche ed espressive dei suoi personaggi. Lo stile
negli anni è andato modificandosi prediligendo l’arte figurativa espressionista sempre coniugando il suo
passato impressionista con il realismo. Con frequenza espone le sue opere in siti dall’alto spessore storico
culturale in Italia ed all’estero, come ad esempio Palazzo Pinto, Palazzo Fruscione, la Pinacoteca di Salerno
e la Biennale di Venezia. Noti critici dell’arte come il Prof Barberis, il Dott Bulfarini, la dott.ssa Bognolo e la
dott.ssa Cirillo hanno recensito sempre con interesse da anni il suo iter evolutivo.

Note Critiche
Da anni da critico dell’arte conosco il maestro Giustiniani e ne ammiro l’umanità e la disponibilità verso il prossimo, che emergono
nelle sue opere a tema sacro e sociale. Come pittore non è solo espressivo, ma innovativo; la sua arte sono certo sarà di ispirazione
non solo per i visitatori e gli estimatori di oggi, ma anche per i posteri, che potranno ritrovarsi nel suo messaggio spirituale, che a
mio dire, ha un valore ultrareligioso, perché il viaggio interiore legato alla sua enorme sensibilità, che forse, credo che lui stesso
non percepisca fino in fondo, ma agli altri arriva con forza e con chiarezza, poiché ispirata da una bontà d’animo di valore
taumaturgico, nella espressione di un bello che è anche attestazione di bontà. Il suo è un messaggio intenso ed emozionale, è
messaggio di amore verso il prossimo, è un abbraccio a tutti gli esseri viventi in difficoltà, un trasporto opera per opera verso
l’illuminazione e la speranza. Inoltre l’esercizio della sua professione medica ha fatto di Giustiniani un grandissimo ricercatore.
Una ricerca intenta a colmare le assenze di una umanità smarrita ed impaurita. Egli ha saputo far sì che l’arte si impossessi del
suo animo, facendone altro terreno di ricerca ed innovazione, di qui lo stilema unico che non rinuncia alla pittura tradizionale, ma
la cala nel presente in modo inaspettato, operando sui contenuti che lo stile assevera ed unendo il pittore e lo scultore al saggista.
Nulla a che fare con il decoro, che è altra cosa.
Dott Franco Bulfarini
Critico dell’arte di Modena
60 STEFANO GUJON

Irene a modo mio


Foto digitale con luce naturale in studio

Armonie difformi
Foto digitale con luce naturale in interno

Pulsioni d’autunno alle 10.42 e 10 secondi


Foto digitale con luce naturale in esterno

Stefano Gujon nato a Cividale del Friuli nel 1975 si è avvicinato alla fotografia negli ultimi anni
riscuotendo in breve tempo riscontri che lo hanno proiettato nel mondo delle esposizioni anche fuori
dai confini regionali. Partendo da una iniziale ricerca dei dettagli nella quotidianità e dei giochi di luce
in situazioni urbane, è passato alla ritrattistica e alla fotografia di persone in differenti generi e contesti.
In questi mesi oltre a proseguire le collaborazioni con artisti di altri ambiti sta proiettando le esperienze
espositive all’ interno di una serie di mostre collettive.

Note Critiche
La fotografia di Stefano Gujon è caratterizzata dal cogliere il dettaglio nella scena quale rappresentazione sintetica di essa
evidenziandone i contrasti di luci e ombre, forme e materiali, di staticità e movimento percepibili nella foto quasi si ripetessero
nuovamente, dopo lo scatto, davanti all’ occhio dell’ osservatore.
Scostandosi dal pieno rispetto delle regole compositive predilige in modo quasi assoluto il bianco e nero e l’ utilizzo della luce
naturale. Vuole così arrivare a quella essenza che nell’ immagine trova significato liberando forme, luci e ombre, staticità e
dinamismo dal colore visto come vanità estetica.
Il soggetto spesso trattato con asimmetrie e nette rotture compositive torna così a trovare centralità contrapponendosi con forza al
mondo cybernetico e virtuale in cui forzatamente si trova immerso in una voluta polemica con esso.
L’ eros torna a essere condizione attiva, principio che spinge verso la bellezza, verso quel divino inteso come sublimazione dell’
essere totale, fisico o meno, nel reale. All’ errore tecnico volutamente non nascosto il compito di evidenziare come l’ opera sia una
produzione umana perfettibile e dinamica, non il prodotto di una macchina ripetitiva. L’ osservatore resta così libero di utilizzare
le proprie capacità percettive o interpretative nel tentativo di stimolarlo a una critica scevra da dogmi estetici o concettuali ma
concentrata sulla percezione del proprio “sé nel mondo”.
BARBARA LEGNAZZI 61

NUMERO 63 ovvero IL BACIO


80 x 60 cm
Tecnica mista e colori a olio su tela

NUMERO 3 della serie I SIGNORI DEL TEMPO


30 x 30 x 105 cm
Tecnica mista con gesso, stucco, collanti,
foglio in lamina metallica e colore acrilico su legno

Da sempre interessata alla musica mi sono dedicata recentemente ad approfondire anche la pittura
materica e la scultura, altri miei grandi amori, dedicandomi intensamente alla sperimentazione.
Da questa ricerca sono scaturite, da subito, opere che hanno riscosso un notevole interesse
incentivandomi a partecipare ad innumerevoli mostre e concorsi in Italia e all’estero e gratificandomi
con premi, riconoscimenti e giudizi favorevoli da parte della critica e del pubblico.
Nelle mie opere decostruisco gli elementi che compongono le “situazioni” e riproduco solo alcuni
di essi. In un “tempo senza tempo”. Un prima e un dopo che si scontrano creando rivoli di ricordi,
situazioni alternative o paradossali. Grafie sconosciute dal significato oscuro che, parlando di chissà
quali arcani, si allargano in respiri di colore. Non un sotto e un sopra, un dentro e un fuori, un vicino
e un lontano, un tempo prestabilito che abbiano valenze universali ma un “gioco” di autonome dimensionalità e posizionalità in
cui ognuno vive l’opera in maniera unica.

Note Critiche
La riflessione sulle principali esperienze materiche del secondo novecento, dall’Informale di Burri a una Junk Art fa da inevitabile
presupposto storico e linguistico dell’idioma che adotta, ma non si tratta di un fattore decisivo all’interno della proposta estetica
sostenuta dall’artista. Non vuole sentirsi erede di nessuno né condivide la provocatorietà tecnica - l’impiego di materiali ritenuti
“anti-artistici” - e ideologica - la critica al consumismo capitalista: è storia passata. Ha una mentalità adeguata ai nostri tempi,
sensibile alla tematica ambientale e le sue opere sono sublimazioni poetiche del riciclo dello scarto.
Vittorio Sgarbi (2017)

Un nuovo linguaggio segnico si diffonde tra incisioni, increspature, spessori e rilievi, insinuando nell’osservatore quella voglia di
conoscenza che solo un’opera d’arte può suscitare.
Sandro Serradifalco (2016)

Un’arte assolutamente sperimentale. Tra le “incisioni” del colore e l’applicazione di altri materiali per dare rilievo e carattere
all’opera, è possibile scorgere non solo le sue doti tecniche puramente relative all’esecuzione, ma anche le qualità comunicative
legate alla sua profondità d’animo.
Paolo Levi (2016)

Altalenando tra gli stilemi dell’informale e dell’astratto, in cui la materia ha ruolo fondante, la Legnazzi si apre ad uno sperimentalismo
continuo. Se per un attimo ci sembra di scorgere Arp e Burri, ci accorgiamo che le forme vengono stravolte, spezzate, ricomposte
secondo un nuovo ordine, di matrice astratta, che amplia le possibilità di visione e le possibilità di interpretazione.
Grazia Galdenzi, Roberto Dudine, Azzurra Immediato (2015)
62 DAVIDE LIBERATORE

L’ATTESA - Olio su tavola - 50 x 30 cm LO ZINGARO - Olio su tela - 70 x 50 cm

MATTINO SENSE - Olio su tela - 50 x 60 cm

Davide Liberatore nasce a Roma, dove tuttora vive, il 13 marzo 1949. Fin da piccolo manifesta una spiccata
propensione per il disegno e la scultura, vincendo molti premi nei vari concorsi cui partecipa e dimostrando di
avere ottime capacità realizzative. Raggiunge i genitori precedentemente emigrati in Venezuela agli inizi degli
anni 60 ed inizia un percorso artistico che lo porta ad avere opere sue in alcuni musei sud americani, tra i
quali il museo de bellas artes di Maracaibo, che acquista un suo ritratto di Simon Bolivar di grandi dimensioni.
Dipinge altresì ritratti di san Gregorio Hernandez e della vergine di Chiquinquirà, per la curia venezuelana,
prima di dedicarsi a dipingere paesaggi latino americani ispirandosi ai fauves. Trascorre un lungo periodo
in Brasile studiando la pittura di Cavalcanti ed ispirandosi ad essa, senza tralasciare la sua passione per il
ritratto ed il figurativo, che restano la sua passione più grande. Autodidatta, ha partecipato a numerose mostre
personali e collettive, raccogliendo unanimi consensi ed apprezzamenti, oltre ad alcuni importanti premi. Ha lo
studio presso la propria abitazione in via Maierà 127, Roma.

Note Critiche
La pittura di Davide Liberatore è una pittura dove il colore diventa l’elemento principale, a prescindere dal soggetto rappresentato.
La lunga permanenza in sud america influenza in modo molto evidente le sue scelte cromatiche, sempre calde, passionali, che gli
permettono di descrivere i suoi soggetti in modo molto personale e riconoscibile. Aver potuto osservare da vicino i lavori di Portinari
e Cavalcanti durante la sua permanenza in Brasile, lo ha portato a dipingere i paesaggi e le persone in modo del tutto nuovo,
curando i dettagli ed evidenziando le loro caratteristiche principali, senza tralasciare l’anima dei soggetti rappresentati, soprattutto
quella dei contadini, dei cercatori d’oro, degli abitanti delle favelas di Rio, dei lustrascarpe e di tutta quella umanità sempre ai
margini della società. Umanità visibile in alcune chiese venezuelane, colombiane o paraguaiane che ha affrescato per rendere
omaggio a quei paesi che lo hanno ospitato per molti anni, e ai quali è tuttora legato da un indissolubile affetto.
ROSA LIOTTO 63

GIOIA NEL CAOS


Pittura ad olio su tela, foglia oro zecchino - 100 x 195 cm

MI RISPECCHIO IN TE SERENITA
Olio, lamina argento e oro, polvere fossile - 100 x 170 cm Acquarello giapponese, lamina oro zecchino su tavola di legno
80 x 60 cm

Nata a Campora (SA) nel 1967. Laurea in Medicina e specializzazione in Anestesia e Rianimazione. Lavora
come neuro-anestesista nel più grande ospedale fiorentino. Da sempre appassionata di pittura, attività
che è servita a convertire la carica emotiva generata dal lavoro di medico e dal contatto continuo con il
dolore in una calma serenità. Applica diverse tecniche pittoriche, tra cui la pittura giapponese essendo
rimasta affascinata dall’ eleganza, dalla luce, dall’oro, dalla semplicità come espressione d’infinito. Ha
associato lo stile orientale alla pittura ad olio su tavola di legno con utilizzo di materiali preziosi come
foglia d’argento, foglia d’oro zecchino, foglia similoro, polvere di fossili, utilizzando le tecniche tradizionali
degli antichi doratori fiorentini. La maggior parte delle opere sono eseguite su legno riciclato per una
ecosostenibilità dell’ambiente.
Mostre ed eventi:
- Palazzo Ferrajoli piazza colonna Roma 2017
- Palazzo della Provincia Salerno 2017/2019
- Torino palazzo Saluzzo 2019
- Museo diocesano Salerno 2019
- Vari spazi espositivi a Firenze fra cui una personale al Caffè letterario futurista ‘Giubbe Rosse’
- Parigi Carrousel du Louvre: art shopping
- Illustrazione ufficiale per la manifestazione fiorentina del Codice Rosa contro violenza sulle donne.

Note Critiche
Uso di materiali “provenienti dai margini quasi invisibili dell’indifferenza del quotidiano, associandomi alla nuova frontiera dell’eco
sostenibilita’ dell’arte contemporanea”.
Iolanda Pomposelli

Cerca con l’arte di mutare”in materiale lo spirituale” i suoi oli su tavola sono fioriti e ariosi, ultimi frutti quasi della stagione liberty
...., innamorati d’oriente...su foglia similoro ; elegantissimi..belli..transustanziata carezza restituita alla natura...
Plinio Perilli

Quadri che ti trasmettono un senso di pace e serenità..in un momento così buio..una boccata d’aria.....
Maria Pina Cirillo
64 FRANCESCO LOLIVA

COSTA RIPAGNOLA
Tecnica Fotografica

LA PALUDE
Tecnica Fotografica

MAESTRALE
Tecnica Fotografica

Francesco Loliva nasce a Putignano (BA) il 14/12/1956 si laurea in medicina nel 83 e si specializza in
cardiologia nel 1988... Inizia a scattare nei suoi primi anni di università con una LUBITEL 2 (una biottica
reflex di fabbricazione Russa ), e successivamente affiancherà ad essa una OLIMPUS OM 10 ...
Predilige prevalentemente la foto da viaggio e la paesaggistica, generi che fin da subito lo
affascinano e lo appassionano particolarmente, ma non disdegnando con la sua capacità di
carpire, anche degli scatti di street, raccogliendo un bel pò di materiale fotografico, costruendo
man mano un archivio non indifferente , ma è nel 2017 che sente il bisogno di mostrare i suoi
scatti, iniziando ad esporli in delle mostre importanti e di rilievo, sia collettive che personali.
E’ annoverato come storicizzato in CAM 55 -56 - nell’ Atlante dell’Arte Contemporanea, 2020 e 2021-
nell’ Annuario Artisti ‘20 e ‘21 – CAI ’20 .da gennaio 2020 è stato inserito nell’esposizione permanente
del MACO MUSEUM, ed infine, è accreditato presso LA SEAC- GENERATION.

Note Critiche
La sua naturale predisposizione alla tecnica fotografica d’autore l’ha condotto, infine, a perfezionarsi nella fotografia di viaggio e di
paesaggio, sviluppandone, per ogni occasione, un elaborato ricco di suggestivi dettagli visivi, utili alla promozione di ricercati spunti
di riflessione da rivolgere alla bellezza dei luoghi immortalati. Francesco, difatti, attraverso i suoi lavori fotografici va oltre la bellezza
che si coglie nell’attimo in cui la si osserva; tramite la felice coniugazione di una serie di movimenti, la cui elencazione farebbe quasi
ricordare i titoli dell’opere futuriste di Boccioni, quali occhio, mano, dita, respiro poggianti su di una macchina fotografica, il nostro
autore immortala un paesaggio per donarci la sua beltà che, a sua volta, viene contornata da un’ulteriore preziosismo: quello della
foto stessa. Il prodotto finale è esaltato dalla classica dicotomia che si stabilisce tra contenuto e contenitore, i cui rapporti estetici
sono messi in evidenza sia dal tema che è raffigurato sia dalla qualità della matrice fotografica che è stata realizzata.
Forse la fotografia è l’unica vera anima di Francesco; libera e sincera, che non ha timore di esser messa a nudo davanti agli occhi
degli altri, poiché dietro la sua più ferma volontà di mostrarsi per ciò che è nella realtà vi è, poi, il desiderio di svelare il fascino
dell’arte, la cui valenza filosofica e psichica insiste oltre il semplice concetto di bellezza dell’universo e della natura.
Luigi Fusco
DONATO LOTITO 65

METROPOLIS’SOUL
Fotografia digitale su plexiglass - 90 x 60 cm

CASTA DIVA
Fotografia su plexiglass
93 x 64 cm

TRASPARENTI VARIAZIONI
Grafica digitale
100 x 80 cm

Donato Lotito è nato il 1967 a Candela (FG). Sin da giovane s’interessa all’arte, letteratura, cinema e teatro.
L’inclinazione per l’arte lo spinge dapprima a percorrere un cammino artistico rivolto alla pittura figurativa (tecnica
preferita olio su tela). Con il desiderio di esplorare nuovi linguaggi scopre la fotografia e l’arte digitale, unite alla
passione per la grafica, come mezzo per continuare ad esprimere la sua creatività, non solo per catturare la realtà
nel modo in cui il nostro occhio la vede, ma per scoprirne le più intime profondità, quelle che risiedono tra la soglia
del visibile e dell’invisibile. L’intento è quello di elevare l’arte digitale ad Arte tout-court e trasformare bite e pixel
in strumento espressivo finalizzato alla creazione, facendo emergere non l’approccio scientifico quanto quello
sensibile. Ha partecipato a diverse mostre in ambito locale e internazionale. I suoi lavori sono presenti in molte
gallerie e il suo nome è conosciuto anche nella rete.

Note Critiche
La luce e le sue infinite inclinazioni scandiscono l’impressione del tempo nell’attimo che fugge lasciando tracce di albe vibranti di
speranza e di tramonti carichi di nostalgia. Stati d’animo agli albori della vita mostrano tutta la loro profondità colta in occhi limpidi
e trasparenti. Un alito di poesia forte, silenzioso, toccante che comunica l’essere anima e corpo nel meraviglioso dell’immenso.
L’artista alterna il bianco e nero al colore per immagini che si moltiplicano tra Arte e cultura popolare come i ritratti pop stile Warhol,
improvvisazioni ironiche sul fondale della quotidianità. Interagisce poi, con le luci e le ombre, con la storia, i sogni e la natura stessa
della realtà, per uno scatto che preannuncia la profondità investita dalla memoria, il ritratto allora acquista il suo spessore, il suo
valore e non appare più come un’astrazione mentale ma come una visione sfuocata sul drammatico vissuto, un chiaroscurale che
fa risaltare nel volto dell’infinito il viaggio della vita.
Antonella Iozzo
66 CARMINE CARLO MAFFEI

TERRATREMA - Tecnica acciaio a specchio e pietra viva scolpita - Pietra 40 x 30 x 20 cm - Acciaio 180 x 15 x 10 cm

VULNERA - Ceramica - 40 x 38 x 35 cm

Carmine Carlo Maffei nasce a Telese Terme il 24/05/1966, vive a Guardia Sanframondi in provincia
di Benevento. Si diploma in qualità di Maestro d’Arte applicata alla scuola d’arte di Cerreto Sannita,
frequenta poi la facoltà di architettura ‘Federico II’ di Napoli, e L’Accademia belle arti di Napoli.
Pittore e scultore figurativo espressionista surreale, dipinge attraverso la tecnica olio su tela, nella
costante ricerca di nuove tecniche e materiali predilige fusioni di natura e corpi.
Premiato a Montecarlo con L’Oscar dell’Arte (premio della critica), a Spoleto riceve il ‘Mercurio D’oro’,
a Porto Venere viene premiato dalla critica, premiato per la sua tecnica al Palazzo del Campidoglio in
Roma, vince il premio alla Carriera a Brindisi, il premio dell’originalità assegnatogli a Venezia.
Ha esposto in molte mostre, citiamo solo alcune: Reggia di Caserta, Capri, Roma, Napoli, Salerno,
Ferrara, Palermo, Firenze, Brindisi, Cesenatico, Cannes, Forlì, Nizza, Montecarlo, Benevento(museo
del Sannio) Montreal, New York, Sidney, Venezia, Padova, Torino, Milano, Bassano, Genova, Caserta,
Napoli (Castello Maschio Angioino) e (Castel dell’Ovo) , San Leucio (seterie Reali), Capua (museo
archeologico campano). Vince il premio scultura alla biennale di Benevento, Concorso della scultura
a Cuneo dove vince il premio della critica.

Note Critiche
Potenza compositiva ed eleganza della forma, sono i nessi dicotomici che contraddistinguono la produzione artistica di Carmine
Carlo Maffei, il cui principio modulare e settoriale è da individuare sia nei suoi originali lavori pittorici che nei suoi singolari
elaborati scultorei.
Sperimentazione tecnica e ricercatezza iconografica: sono i termini attorno a cui ruota la kunstwollen di Carmine, la cui poetica
è fatta non solo di concetti espressi in chiave teorica, ma anche di gesti e di sforzi fisici, la cui percezione è possibile riscontrarla
soltanto a lavoro ultimato.
Nella visione artistica di Carmine, lo spazio ed il tempo si intersecano in modo armonico, divenendo un tutt’uno, da cui emerge la
materia nella sua forma più aulica, fino a manifestarsi in tutta la sua bellezza primordiale per poi essere ammirata sia per la sua
quieta grandezza che per la sua nobile semplicità.
Gianpaolo Coronas
MILA MARINIELLO 67

COME NEL LUOGO SBAGLIATO


Opera realizzata in pittura digitale - 70 x 50 cm Opera realizzata in collage e pittura digitale - 100 x 70 cm

SARA
Opera realizzata in pittura digitale - 70 x 33 cm

Mila Maraniello classe 2000, ha studiato presso la Scuola Italiana di Comix illustrazione e concept art
ed attualmente frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove design e comunicazione sono i suoi
prediletti terreni di espressione artistica.
Dalla prima mostra personale “Vita di carta” (febbraio 2020, Napoli) a cura di Daniela Marra, la sua
ascesa artistica è continua. Dopo “Donna Terra”, un’altra personale realizzata nello stesso anno a cura
di Ivan Guidone, si susseguono un’esposizione al PAN (virtuale 2020 e in presenza 2021) nell’ambito
di NapoliExpoArtPolice, partecipazione a BeneBienale (2020), Premio Sulmona (2020), Catalogo Artisti
Italiani – CAI (2020) e 70Insieme (Palazzo Velli Expo, Roma, 2021). Collabora con l’Art for Aid -
Un’opera: un dono, L’albero delle idee e della conoscenza, Caffè Letterari d’Italia e d’Europa, video
magazine City of Red Night. Di forte impatto “Annalisa”, l’opera realizzata per la Seconda Edizione del
Premio Annalisa e consegnata a Jorit.

Note Critiche
Ciò che colpisce sono i grandi temi e le grandi emozioni vissute attraverso gli occhi di una giovanissima artista, viaggiare insieme
a Mila è perdere certezza di tutte le costruzioni artificiali e artificiose a cui l’anima si abitua per pigrizia, è perdersi e ritrovarsi
con la consapevolezza di un mondo interiore sconfinato nella sua dolorosa e malinconica purezza. Le espressioni artistiche usate
da Mila, sono l’evoluzione più attenta della comunicazione e della dinamica sociale, emergono imperiosi le emozioni di chi con
giovani prospettive vuole rappresentare al mondo la propria idea di esistenza. I suoi colori tracimano energia che è proprio della
vita stessa, del voler raggiungere gli obiettivi più ambiziosi, di scardinare la pigrizia del mondo reinventando ogni cosa piena di
vita e di armonia. Senza dubbio definire un’artista in fieri non è impresa semplicistica, tuttavia in un mondo di omologazione Mila
Maraniello spicca nella sua singolarissima ricerca di sé, la sua arte urla e sussurra allo stesso tempo e sotto a un apparente silenzio,
un’accennata freddezza, prorompono urla e fiamme. Gli artisti che l’hanno ispirata maggiormente sono: Ally McIntyre, Edward
Hopper e Francis Bacon.
Lo scopo della sua arte, come afferma la stessa artista, è “esprimere il senso di inquietudine riguardo un’infanzia difficile, legata
alla natura internettiana”
68 ROCCHINA MARCHESE in arte ROKY

FINESTRA SUL VICOLO


Tecnica mista spatola e pennello acrilico su tela - 50 x 70 cm

MATTINO ... M’ILLUMINO D’IMMENSO


Particolare murales - Trompe-l’oeil
olio e acrilico su paretetela
300 x 300 cm

LIBERTÀ PERDUTA
Tecnica mista: spatola e pennello - acrilico su tela - 40 x 80 cm

Rocchina Marchese in arte ROKY nasce in Puglia il 10 ottobre 63 anni fa a Castelluccio Valmaggiore un piccolo
paese sui Monti della Daunia dove vive felicemente tutt’oggi. ROKY dipinge dappertutto: su muri, tele, sassi,
vetro e persino su alcuni vestiti che indossa. “Dipingo perché mi fa stare bene con me stessa e con gli altri...” è
una frase che ripete spesso anche a chi la conosce da una vita! La sua tavolozza è ricca di colori luminosi che,
con spatole e pennelli, trasferisce nei suoi dipinti. Da ragazzina è sempre stata molto creativa e interessata alla
pittura, passione che ha coltivato e portato avanti negli anni sempre da autodidatta. Con entusiasmo ha dipinto
intere pareti della sua casa realizzando meravigliosi Trompe-l’oeil. Ha dipinto spesso su grandi teloni per
scenografie scolastiche e non...un suo telone si trova attualmente in Ecuador e poco importa se per committenti
o per puri regali di piacere. Ha realizzato vetrate natalizie per attività commerciali. Adora dipingere EN Plein Air
ed ha partecipato a diverse estemporanee sia in montagna che sulle rive dei laghi (Monti della Daunia - Castelluccio Valmaggiore
2013) - (Monti della Daunia - Casonetto C.A.I. Foggia Club Alpino Italiano 2019) - (Lago di Varano 2018 - 2019 - 2020). I suoi
dipinti sono stati apprezzati in molte Collettive d’Arti Pittoriche di paesi vicini e lontani, dando con piacere il suo contributo anche
in alcune Mostre di Beneficenza (Perugia 2020). ROKY è una persona molto socievole e solare, oltre alla famiglia e al suo lavoro
ama la libertà e non sopporta le ingiustizie. Crede nell’amicizia. È una donna molto determinata e fortunata... perché non smette
mai di sognare e dà sempre il meglio di sé.
ARIANNA MARIANO 69

LE CURVE
Tecnica mista - 50 x 60 cm

CAUSALE ADATTAMENTO
Tecnica mista su tela - 50 x 60 cm

Nata nel 1971 a Genova, frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Chiavari conseguendo il diploma di maestro
d’Arte e di Arte Applicata.
Dopo una serie di interessi e sperimentazioni del campo delle arti figurative, della realtà, si dedica ad
approfondire il suo orientamento e ricerca scomponendo i piani derivati cubisti ad una visione prettamente
informale astratta. Predilige l’utilizzo del colore con l’impiego di tecniche pittoriche che esaltino il contenuto,
ricerca quindi della perfezione per esigenza, forme, monocromi, geometrie da analizzare per esprimere poi
un avvicinamento alla dinamica lirico-espressiva del contesto.
Genova, partecipa esposizioni presso la galleria Merighi; Genova, Fiera “Arte Genova” 2019 Genova,
partecipa a mostre collettive anche presso la galleria ”Il Cerchio Cromatico” nella sede di Via Garibaldi;
2020: Genova, partecipa ad “Arte Genova”con presentazione e recensione del critico d’arte dott. Christian
Humouda.

Note Critiche
Nata nel pieno periodo post bellico la tecnica del dipinto materico è da sempre un insieme precostituito di senso di liberazione e
rinascita. Un linguaggio istintuale che supera il dadaismo inerme dell’oggetto donando all’opera l’espressività interiore dell’artista.
Tutto questo “sturm und drang” cromatico è presente nelle opere della Mariano, che dosa con sapienza e tecnica, la materie e il
colore, portando su tela una griglia emozionale che da personale diventa universale.
E’ proprio l’informalità del contesto che riesce a toccare la sfera nascosta delle emozioni rendedole simili ad una giungla visiva,
composta di colature di colore e sovrapposizioni successive.
Quella dell’artista ligure è pertanto una ricerca interiore relativa all’uso della materia che si mescola e a volte, si soffoca, alla
relazione del concetto espresso.
La tela da semplice campo di battaglia muta e si scontra contro il realismo del mondo e lo ricrea attraverso la visione distorta e
colorata di un’emozione.
Quello di Arianna Mariano come accadeva concettualmente in Chagall è la creazione di un nuovo spazio d’interazione, che
scompare ben presto, sotto l’istinto gestuale dell’emozione.
Dott. Christian Humouda
70 LAURA MARTUCCI

DIABOLIK WITH COKE EVA KANT WITH BANANA


40 x 50 cm - Olio su tela 40 x 50 cm - Olio su tela

Laura Martucci (Roma ’82)


Ha scoperto il suo amore per la pittura fin da piccola. Ha frequentato il corso d’arte a Milano alla
san James Handerson school
Diplomata in arte con il massimo dei voti e vinto un premio come migliore artista
Ha conseguito successivamente il corso in Comunicazione Visiva , illustrazione allo IED di Milano,
dove ha appreso appieno le varie tecniche pittoriche. Preso il diploma ha iniziato a lavorare come
web designer per importanti multinazionali, ma dopo diversi anni ha di intraprendere nuovamente
il suo percorso di artista. Parallelamente ha conseguito un corso come make up artistico per tenersi
aperte varie possibilità rimanendo sempre nel campo creativo. Ha collaborato con importanti riviste
di moda , pubblicità e teatro.
Ha partecipato a concorsi d’arte come l’Arcadia Gallery Grean Premio di cui si è aggiudicata il terzo
posto; una delle sue opere è stata inoltre selezionata per essere pubblicata su su ART NOW. Fin da subito ha esposto in due spazi
espositivi a Milano in zona Navigli presso casa Merini andata in onda su Rai due weekend, Studio Mitti e Arcadia Gallery con delle
opere pop all’avanguardia.
La pop art segnerà l’intero percorso dell’artista. Con opere fresche moderne , con tecniche di vario genere, collage acrilico olio e
trasposizioni di immagini su tela realizzate a mano e computer. Immagini iconiche forti e moderne.

Note Critiche
Laura Martucci, con queste due opere, definisce in modo nuovo e originale un Neo Pop che esprime fortemente la sua personalità.
Un potente impatto visivo racconta con ironia ed eleganza la riflessione sul contemporaneo. Tutto, nella recente produzione di
questa artista, è realizzato con intelligenza e meticolosità, si nota uno studio profondo, una conoscenza, finalizzati alla resa delle
opere d’arte. I temi sono iconici, attinti dall’immaginario collettivo ma non sono i soliti refrain, Laura Martucci non copia i soggetti
ripetitivi e tutti uguali che gli artisti di questo genere scimmiottano tra di loro ma inventa e ci riesce, cercando di costruire la sua
personale e distintiva iconografia Neo Pop. Anche la scelta dei colori è precisa, perché pesca direttamente dal Pop delle origini e
pure la situazione messa in scena è studiata con ingegno. In complesso il risultato è nuovo, è fresco, accattivante e allegro senza
essere superficiale.
Federico Caloi
EMIDIO MASTRANGIOLI 71

NATURA VIVA NATURA VIVA


Olio su tela - 70 x 50 cm Olio su tela - 70 x 50 cm

Emidio Mastrangioli nasce a Popoli (PE) nel 1988.


Mostra, sin da giovanissimo, grande passione per il disegno e da adolescente si dedica,
esclusivamente, alla pittura. Dopo un periodo di formazione da autodidatta, prosegue gli studi
all’Istituto Statale d’Arte di Sulmona, città in cui vive e opera. A 17 anni allestisce la sua prima
personale al Castello Cantelmo di Pettorano sul Gizio, presentata da Franco Cercone. Negli anni
affronta diversi periodi stilistici per poi approdare alle sue “Nature vive” caratterizzate da bottiglie
e oggetti stilizzati, distorti e alterati che sono la sua cifra distintiva e il sigillo stilistico.
Ha al suo attivo diverse personali, numerose collettive e partecipazioni a prestigiosi premi e
rassegne, nazionali e internazionali.
Hanno scritto di lui importanti giornalisti e critici d’arte, oltre ad avere una nutrita serie di presenze
in cataloghi, stampa quotidiana, riviste di settore, servizi televisivi.
Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private italiane ed estere.

Note Critiche
Emidio Mastrangioli, sebbene giovane, è molto più che una speranza per l’arte.
Volendo brevemente esaminare i contenuti critici della sua opera possiamo partire dal nome stesso dei suoi dipinti: Natura viva che,
ovviamente, richiama, pur negandolo, il genere della Natura morta. Tra i tanti maestri di questo genere è a Giorgio Morandi che
va accostata la figura di Mastrangioli, che fa della tradizione pittorica la sua risorsa più genuina e ammaliante. Decise coincidenze
con il grande maestro bolognese mostra infatti il pensiero artistico sotteso dal giovane artista sulmonese, il cui lavoro è infatti una
ricerca paziente che rappresenta in maniera “intellettuale” idee con una linea intorno e dei colori addosso.
La dimensione dell’oggetto, così come Emidio lo rappresenta, non appartiene ad alcuno se non all’autore stesso. Entrando nei suoi
dipinti, la prima caratteristica, quella che ci cattura e che assegna loro una dimensione totalmente personale è la rappresentazione
non-oggettiva dei protagonisti e dello spazio in cui sono inseriti. Abbiamo un piano di posa, degli oggetti ed un fondale: tutti distorti
secondo un’unica legge che plasma lo spazio secondo una tendenza centripeta.
Non ci è dato sapere dove ci condurrà il viaggio di Emidio Mastrangioli ma non è questo il motivo dell’interesse verso le sue opere,
poiché siamo sicuri che il codice produrrà infiniti cambiamenti interni pur restando uguale e diverso. Pertanto saremo felici di
partecipare ancora e sempre a questo floating world che non è rispecchiato dalle opere di Emidio ma che si rispecchia nelle opere
stesse. Perché a Emidio non deve interessare né il passato né il futuro ma solo questo eterno “meraviglioso istante”.
Raffaele Giannantonio
72 MICHELE MAZZONE

VOLTO ANTICO
56 x 20 x 20
Scultura su ceppo di Noce

LA NASCITA
50 x 35 x 27
Scultura su ceppo di noce

WOMAN IN RED
40 x 20 x 20 cm
Polvere di Marmo, cemento e acrilico

Sono nato nella decade del 1950 a Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta. Dopo essermi
diplomato all’Istituto Artistico ho seguito dei corsi di pittura avanzata presso un’importante scuola di Caserta.
Ho maturato un’esperienza pluriennale in arti marmoree prima nella scuola dell’artista Giuseppe Uccella e
in seguito nel mio laboratorio dove ancora oggi mi dedico alla pittura e alla scultura. Alcuni dei miei progetti
artistici, cosi’ amo chiamarli, sono stati esposti a Castel dell’ Ovo di Napoli, a Spello, a Perugia, al Museo
Campano di Capua ed in atre numerose location.

Note Critiche
L’arte di Michele Mazzone è l’espressione piu’ immediata delle sensazioni che l’uomo prova nei confronti
della natura, rappresenta il cammino verso un’essenza in grado di offrire un vero significato all’esistenza e
alle sue infinite motivazioni. Con le sue opere sembra voler evocare l’incarico di un mondo che da sempre
possiede il potere di stupirci e di meravigliarci. Il mistero di un’esistenza che spesso non riusciamo a cogliere e che ci turba
profondamente con le sue mille sfaccettature. Le opere dell’artista ci fanno rivivere quel segreto, quei desideri e quella tensione
emotiva e spirituale che coltiviamo in noi e che si è andata ulteriormente accrescendo, quasi volesse ricordare all’uomo chi è, da
dove proviene e verso cosa tende.
MONICA MICHELLOTTI 73

DALLA MASCHERA AL VOLTO 23 APRILE GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO


Tecnica mista su polexiglass con apertura variabile Tecnica mista su carta e plexiglass con apertura variabile
34 x 50 cm 72 x 49 x 2 cm

Monica Michelotti ha studiato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Carrara, ad oggi è
docente di Anatomia Artistica all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Scultrice, pittrice, illustratrice
e mail artista, inizia la sua attività espositiva nel 1980. Artista riconosciuta a livello internazionale
è stata invitata ad esporre in varie parti del mondo. Alcune sue opere sono pubblicate sulle
copertine di libri della casa editrice Franco Angeli di Milano. I suoi lavori sono presenti in collezioni
pubbliche: CAMeC Centro di Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia; Centro de Arte
Moderna in Argentina; GaMC Galleria d’arte Moderna e Contemporanea Viareggio; Collezione
della Regione di Firenze, Palazzo Panciatichi; Collezione Università di Valencia; Museo della
Natività di Betlemme; Museo Ugo Guigi, Forte dei Marmi; Centro Atlantico de Arte Moderna, Las
Palmas; Fondazione Internazionale Erzia, Mosca; Ahaanxi Provincie Art Museum di Xi’an, Cina;
Charles Dickens Museum di Londra; Museo Università de La Laguna, Tenerife, Spagna È presente
nella collezione d’Arte dell’Editoriale Giorgio Mondadori e in particolare, nei Profili d’Artista, 2018
di G. Puntelli, nell’Infinity Academy 2019, nell’Arte in Cucina, gli Artisti incontrano lo Chef, 2019, nel libro Le scelte di Puntelli
La Solitudine dell’Angelo; Catalogo CAM di Arte Moderna edizione numero 55, artisti italiani dai primi del Novecento ad oggi,
Editoriale Giorgio Mondadori. E’ presente nel Worl of Art 2020 MoMA Museun of Modern Art, Contemporary Art Magazine, nel
Word of Art 2020 Guggenheim NYC 11. Berlin Biennale, Contemporary Art Magazine, nel libro Artisti di oggi e di domani a cura
di Monica Ferrarini Gangemi Editore International Arte 2020.

Note Critiche
Monica Michelotti, scultrice, pittrice, artista grafica e mail artist nonche docente di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle
Arti di Carrara, nelle cui opere si sente quasi il profumo dell’arte che entra nel fruitore e lo coinvolge totalmente, fino a toccare le
corde più intime del suo sentire. Ogni creazione artistica, diventa, così, una scala per risalire la china, per combattere e sconfiggere
la sofferenza e il dolore, per apprezzare le piccole ma intense gioie di ogni giorno. E’ un giungere alle radici più autentiche della
propria esistenza, attraverso il ritmo delle emozioni, dei sentimenti, dei pensieri che vivono nella ricerca di una espressività che si
nutre della solennità di una visione autenticamente religiosa e della purezza di un darsi senza riserve.
Opere plasticamente armoniose, visivamente leggere ma pregne di significati, le sue creazioni accarezzano l’anima, sono un
inno alla capacità dell’uomo di trasformare la cultura in autentico atto creativo, capace di instaurare una corretta interazione
tra interiorità ed esteriorità. Rappresentano quasi magici strumenti che costruiscono fragili e delicate armonie, sintomatiche di
un mondo in cui il vero valore è la delicatezza, l’attenzione verso l’altro, l’umiltà, ben più forte e feconda della superbia e della
prevaricazione. Attenta al mondo che la circonda, in continua evoluzione, capace di trovare l’approccio giusto, la Michelotti vive
l’arte in maniera piena.
Maria Pina Cirillo
74 ZDRAVKO MILIĆ

Lunadrom VI
Acrilico su tela - 120 x 200 cm

Lunadrom III
Acrilico su tela - 120 x 200 cm

Lunadrom VII
Acrilico su tela - 120 x 200 cm

Zdravko Milić e` nato nel 1953 a Labin-Albona. Ha portato a termine la Scuola media superiore d`arte
applicata, Sezione per la grafica a Split-Spalato nel 1973. Si e` laureato in pittura presso l`Accademia di Belle
Arti a Venezia nel 1977, nella classe del prof. Carmelo Zotti. Ha concluso il perfezionamento professionale
in mosaico nel 1988 alla Ecole Nationale Superieure des Beaux-Arts a Parigi nella classe del prof. Riccardo
Licata. Dal 1987 al 2006 ha agito come artista autonomo. E membro della societa`croata degli artisti d`arte
visuale – HDLU a Rijeka-Fiume e Zagreb-Zagabria. Dal 2006 e` docente stabile all` Accademia d`arte
applicata dell`Universita` degli studi a Rijeka-Fiume, e insegna come professore ordinario ai collegi per la
pittura e il mosaico. Espone intensamente dall`inizio degli anni `70. Si e` presentato in 99 mostre personali
ed ha partecipato a piu di 600 mostre collettive nel paese e all`estero ( italia, Austria, Slovenia, Germania,
Olanda, Francia, Portogallo,Ungeria, Polonia, Gran Bretagna, Australia …). Gli sono stati conferiti 55 premi
nel Croazia e all’estero. Ha patecipato ad innumerevoli simposi internazionali di pittura e scultura nel nostro paese e all`estero.
Parte delle sue opere fanno parte di importanti collezioni private e museali nel
paese e all`estero.

Note Critiche
… Con questa serie Zdravko Milić sembra sommare discretamente e completare la sua opera che è sempre stata un avvertimento
riguardante la contaminazione ecologica e spirituale dell’uomo del presente, ma che ha offerto anche visioni di un’altra “realtà”,
come pure intuizioni sul prossimo futuro. Osservando il mondo attorno a sé, Milić lo vede così come noi ostinatamente non lo
desideriamo vedere. Malgrado sia critico, ma non necessariamente pessimistico, e stimolato dalle teorie di Zecharia Sitchin e David
Icke, Milić tratta la sua opera artistica come una sorta di monito, ma anche come punto di partenza per una discussione, quindi si
addentra in sfere di mondi paralleli che levitano ai limiti tra l’immaginazione e la realtà.
Egli stesso a proposito di ciò afferma: M’insinuo in mondi appartenenti ad altre realtà, dislocate e differenti, dove tutto è immobile,
in assenza di gravità e al di fuori del tempo; dove si sovrappongono lontani passati e lontani futuri; dove sono visibili luci splendenti
e addensate energie; dove si rivelano verità nascoste, legate al nostro noto paesaggio istriano al di sopra del quale si rivelano
gradualmente nuovi-vecchi mondi di cui anche noi facciamo parte.
Mladen Lučić 2019. ( Monografia Zdravko Milić )
MILOVIC 75

COSMOGONIE E FINESTRE SPAZIO-TEMPORALI


Olio su tela - 80 x 100 cm
MARE IN TEMPESTA
Olio su tela - 100 x 100 cm

Milovic nasce a Genova il 26 dicembre del 1968.


Nel 1999 in occasione del concorso “Premio speciale Rinaldo Rotta” fa conoscere le sue
opere al promotore che le mette in esposizione con altri autori italiani. La critica gli assegna
il primo premio che consiste in una grande esposizione nella galleria “Rinaldo Rotta” a
Genova.
All’Arte Fiera di Bologna 2000 lo stand della galleria Rotta è allestito con opere di Fontana,
Carrà, Sironi, Campigli, De Pisis, Appel e Milovic.
A causa di vicende personali interrompe temporaneamente la produzione che riprende nel
2017.
Queste le mostre più importanti alle quali ha partecipato:
• 2017 Mostra personale alla Galleria San Donato (Genova)
• 2018 Mostra personale alla Galleria Berio (Genova)
• 2018 Collettiva presso Palazzo Ducale (Genova)
• 2018 Collettiva Gift of Art presso Accademia di Belle Arti (Verona);
• 2018 Festival Outsider Art “Intelligenze Rovesciate”, Palazzo Beato Jacopo di
Varazze (Savona)
• 2019 L. G. Byron, Terni
• 2020 Brema (Germania)

Note Critiche
L’approccio all’arte di Milovic ha un’apparente semplicità, ma il racconto narrato nei suoi dipinti ci obbliga ad un approfondimento
di tutti gli elementi che compongono l’opera. La prima cosa leggibile è il furore cromatico dell’artista, cioè l’estrema esigenza che
è l’espressione di un turbinio fisico e mentale che non può essere represso, tanto è vero che l’artista dipinge con le mani, mette il
colore sulle tele e forma direttamente le immagini senza usare i tradizionali strumenti del pittore, estranei al suo fare. Milovic rivela
il suo stile nell’ “urlare” sulla tela ostinatamente la propria condizione esistenziale. In passato il denominatore comune verteva sulla
veemenza pittorica e nella matericità dell’impasto cromatico, non sul tema, perché i soggetti erano sempre differenti. In tempi più
recenti l’artista ha sentito la necessità di esprimersi al di là dei soggetti terreni affrontando il tema dell’immensità e della complessità
dell’universo: le “Cosmogonie e finestre spazio-temporali”. Poiché i mondi dell’universo sono molti e sconosciuti, inserisce nei
quadri una sorta di porta aperta che consente il passaggio da una galassia all’altra, in un viaggio senza fine. La sua maniera di
lavorare non subisce mutazioni, la coerenza del gesto e la significanza della materia sono elementi che lo accompagnano e che
fanno parte del suo essere uomo e artista.
Armando Battelli
76 FRANCESCO MINOPOLI
senza titolo
Olio su tela
69 x 49 cm

senza titolo
Olio su tela - 68 x 49 cm

senza titolo
Olio su tela - 48 x 67

Francesco Minopoli nasce a Napoli dove vive e lavora tuttora.


Pittore di formazione autodidatta. Il suo interesse per le varie forme artistiche è precoce, in particolare per la
pittura, passando dall’osservazione delle opere dei Grandi Maestri a fare i primi tentativi con disegni e colori
trovando così un suo modo di esprimesi.
Approfondisce il suo interesse per l’Arte Moderna e Contemporanea.
La vita lo porta ad intraprendere un percorso di studi diverso, ma non abbandona mai la pittura attraverso la
quale cerca di esprimere i suoi pensieri e sentimenti. Nel corso degli anni sperimenta varie tecniche pittoriche
e studia su testi disponibili presso le biblioteche. Nella sua continua ricerca pittorica considera l’arte uno
strumento per interiorizzarsi.
Si esprime attraverso i colori raccontando così percezioni sentite e vissute, contemplando la natura, proiettando
sulla tela danze che si intrecciano con colori cangianti che caratterizzano le sue opere.

Note Critiche
Disegni e colori si alternano e si combinano nella “non comune” produzione pittorica di Francesco Minopoli, in cui l’imperativo
essenziale è rappresentato dal desiderio di esprimersi in tutti gli stili possibili, al fine di manifestare, senza veli, i propri pensieri e i
più reconditi sentimenti.
Se la pittura consente di ritrovare la dimensione spirituale pertinente all’io nascosto, è dalla medesima indagine interiorizzato
del “conosci te stesso” che Francesco fa emergere le sue più suggestive composizioni, già ravvisabili nel suo consolidato corpus
di opere. Ogni suo lavoro è, difatti, il frutto di un’intensa attività creativa, in cui le sensazioni del vissuto quotidiano prendono
forma e soprattutto colore fino a divenire vere e proprie liriche visive, destinate ad estasiare lo sguardo di attenti cultori delle arti
contemporanee.
Gianpaolo Coronas
MAURO MOLINARI 77
GEMELLI
acrilico su tela
12 x 9 cm

LE AMICHE Progetto per vetrata


acrilico su tela acrilico su tela
10 x 6 cm 10 x 6 cm

Mauro Molinari è nato a Roma, attualmente vive e lavora a Velletri. La sua lunga ricerca artistica è contrassegnata
da cicli diversi, come quelli dedicati alla pittura scritta, ai libri d’artista, alla reinterpretazione pittorica degli
antichi motivi tessili. È considerato un artista storico della Fiber Art (Fiber Art Italiana. Un intreccio virtuoso,
Renata Pompas).
Nell’ultimo quindicennio si dedica al racconto della città e della sua caotica umanità. Ha esposto in più di
ottocento mostre personali e collettive in gallerie e musei in Italia e all’estero. Si è avvalso della presentazione di
noti critici d’arte. Sue opere sono state acquisite da musei e collezioni pubbliche e private

Note Critiche
(Negli ultimi 15 anni Molinari)…guarda con intelligenza e capacità selettiva a tendenze tra le più discusse e controverse - ma vitali -
dello scenario estetico internazionale, come la Street Art, il Bud Painting, il Neo Pop. In effetti le figure di Molinari popolano stravolte
ambientazioni urbane ed esibiscono lineamenti allucinati…Il procedimento con cui il nostro artista tratta tali contestualizzazioni
urbane si fa ancora più complesso, in rese tridimensionali dotate di spessore e ombra propria…Ovviamente non c’è posto in questo
universo stravolto per rapporti di proporzione, di verosimiglianza, di coerenza narrativa: una sorta di teatro dell’assurdo che però,
a ben vedere, molto assume e molto allude alla nostra periclitante vicenda quotidiana.
Carlo Fabrizio Carli
78 SALVATORE OPPIDO

FUOCO E FORTUNA
Digital art - 50 x 100 cm

RICORDANDO ESCHER
Xilografia - 50 x 35 cm

Salvatore Oppido è un grafico incisore di sublime precisione; tanti grandissimi artisti si sono avvalsi della sua
opera. Espertissimo delle tecniche grafiche e incisorie, ora è passato alla “digital art” e affronta temi di largo
respiro per salvaguardare i momenti di un passato da tramandare, aggiungendo o sottraendo particolari con
nuove metodiche. Nel 1986 è stato invitato ad esporre presso le Nations Unies à Genere e nel 1989 alla School
of Art presso la Northern Illinois University di Chicago. Numerose sono le sue partecipazioni a mostre nazionali
e internazionali. Inserito nel catalogo nazionale edito da Rubbettino editore “Percorsi d’Arte in Italia” per gli
anni 2015 e 2016

Note Critiche
Salvatore Oppido è un punto fermo ed eccelso della grafica in Italia. Ha lavorato anche all’estero facendosi
onore e ricevendo riconoscimenti autorevoli. Ora si è spostato all’elaborazione eidomatica, per comprendere le dilatazioni
che l’intelligenza artificiale può consentire, insomma la reputa una vera e propria sfida cognitiva, esperienziale, professionale.
Bravissimo in tutte le tecniche grafiche ha aiutato fior d’artisti famosi a reggere gli impianti e le rese finali. Oggi col “mouse” opera,
ma non dimentica i suoi amori d’impatto grafico. (Dal catalogo della XLVI edizione del Premio Sulmona)
Maurizio Vitiello
GIOVANNI ORLACCHIO 79

... riflessioni per la vita


china su cartoncino

Connettoma... emozioni e immagini della memoria Oltre l’immagine, sguardo sull’inquietudine del tempo
tecnica mista su tela - 80 x 100 cm china su cartoncino

Giovanni Orlacchio nato a Benevento nel 1953 è presente nel mondo dell’arte già dalla giovane età. Dopo il
diploma di Maturità Artistica presso il Liceo Artistico Statale di Benevento, si laurea in Scenografia all’Accademia
di Belle Arti di Napoli. Consegue l’abilitazione all’insegnamento di Disegno e Storia dell’arte. Consegue anche un
attestato in “Storia dello Spettacolo” e in “Scenotecnica”. Dal 1966 partecipa a manifestazioni artistiche, con mostre
personali ed esposizioni di gruppo. Numerosi critici si sono interessati alla sua produzione artistica recensendolo
su importanti testi d’arte. È presente in riviste specializzate, volumi e pregevoli guide d’arte. Le sue opere figurano
in collezioni italiane ed estere. Con la sua arte esprime, appieno valori di creatività e cultura, tecnica e ricerca
espressiva delle tematiche e del vivere le emozioni del tempo.
80 JACK OTTANIO

SUNSET ON ANDROMEDA
Acrilico, metallico, markering - 100 x 100 cm

ITALIAN POP ICONS


Acrilico, metallico, markering - 100 x 100 cm

THE TREE ON THE MOON


Acrilico, metallico, markering - 80 x 100 cm

Jack Ottanio The Metropolitan Pop Artist


Da dieci anni l’artista milanese si dedica alla creazione di forme artistiche varie. In modo particolare
alla pittura e la graphic art. Attualmente Jack Ottanio è presente in diverse gallerie on line, tra cui
alcune molto importanti e famose qualy “Fineartamerica.com”; Smart Coast Gallery.com e Artsy.com.
Il portfolio 2020 si compone di oltre cento opere suddivise in tre collezioni. Artista poliedrico, Jack
Ottanio è aperto all’utilizzo di ogni forma di arte espressiva senza porsi alcun limite alla creatività.
Lo scopo essenziale della propria arte è di soddisfare l’esigenza di comunicare amore, bellezza ed
emozioni. L’arte di Jack Ottanio è il risultato dell’esperienza di vita maturata nei decenni di relazioni
umane con ogni sorta di varietà di razza, età, sesso e cultura. Nell’anima dell’artista albergano le
esperienze culturali assorbite da tutte le persone conosciute e frequentate nei molteplici viaggi in tutte
le nazioni europee, Usa, Cina, nord Africa e decine di isole del mediterraneo.

Note Critiche
Jack Ottanio è un ottimista! Colori, forme addolcite, città a misura di uomo nonostante gli enormi grattacieli, pesci perennemente
innamorati. Un artista troppo colorato ed ottimista. Però, in contrapposizione, fuori dagli schemi; una personalità forte nell’ambito
della pop art pura, ma senza minimamente copiare i master degli anni settanta e ottanta. Jack Ottanio è ossessionato dal colore
intenso, forte, vivace e creativo. Nelle sue opere, egli adopera oltre centocinquanta differenti tonalità di colore. Non utilizza nuances
e sfumature. La sua, è una crratività che delimita, in modo netto, una prospettiva rispetto all’altra, attraverso l’utilizzo di contorni
neri massicci. Quest’ultima, però, è una visione creativa, vivace, piacevole. Ogni opera comunica un messaggio: “non posso
dipingere un quadro fine a sé stesso”.
Molte sue opere della collezione POP GRAPHIC si intitolano “LIQUID LOVE TRANSPORTATION”. Bene, in poche parole, racchiudono
l’aspetto amorevole che l’artista milanese pone ai propri ammiratori. Non pochi, tra l’altro. Jack Ottanio si ispira totalmente alla
Pop Art tradizionale, ma con la dovuta evoluzione e personalizzazione di gusto proprio, di visione delle cose, degli animali, delle
persone. L’artista sta riscuotendo un interessante successo. In molte case, in Italia e all’estero, sono appesi alle pareti le opere di
Jack Ottanio.
ROBERTO PALLESTRONG 81

BOLLE2 MIXVISION
altezza 55 cm - diametro 25 cm altezza 45 cm - diametro 35 cm
Creazione a colombino e smaltatura con smalti per ceramica Sfera a stampo e smaltatura con smalti per ceramica

BOLLE1
diametro 30 cm - lunghezza 35 cm - altezza 30 cm
Creazione a colombino e smaltatura con smalti per ceramica

Pallestrong Roberto nato a Badia (BZ) nel 1968 é artigiano artistico, ceramista autodidatta.
Studiando dai libri di ceramiche e lavorando duramente. Vive con la famiglia nel cuore delle Dolomiti
ed ha sviluppato nel tempo un modo molto personale di lavorazione particolare. Crea dall’oggettistica
decorativa da interno ed esterno, alle opere artistiche come collane d’artista e sculture. Come fu nell’Arte
Informale, nella quale l’opera diviene “rivelazione” del gesto dell’artista, anche nell’arte di Pallestrong
il colore e la mano si uniscono per dare vita ad opere istintive in cui prevale l’immediatezza del gesto.
L’artista si affida all’istinto e al caso. L’ispirazione é presa dalla natura osservandola e fotografandola nei
suoi minimi particolari la trasforma o materializza realizzando sculture e oggetti d’arte esposti in mostre
collettive e personali. Ama cimentarsi in varie attività dalla decorazione, alla creazione di oggetti in serie,
cosí come nella realizzazione di pezzi unici. Altra passione é l’incisione realizza xilo-grafie, incisioni su
rame e altri metalli.

Note Critiche
Per alcuni artisti trattenere il desiderio di trasversalità espressiva diventa quasi impossibile, perché non riescono a rientrare all’interno
di precisi e determinati canoni e perché la gioia del creare diventa piena proprio quando scelgono di misurarsi con differenti
linguaggi. Roberto Pallestrong è uno di questi artisti. Nasce nelle Dolomiti nel 1968 e da sempre possiede un’innata predisposizione
l’arte, la ceramica e l’artigianato, passioni che coltiva negli anni come autodidatta, fino a raggiungere l’attuale maturità, fase
fondamentale per indurlo poi a dare vita a opere in cui ha potuto associare l’abilità manuale al suo istinto creativo che, scoprendo
di non avere piú ostacoli a impedirgli di manifestarsi. Figura umana nella sua quotidianità ed attualità. E ciò che ne esce è davvero
particolare poiché si trova in un punto a metà tra Surrealismo ed Espressionismo, tra colori terrosi e metallici e tinte fluo e vivaci,
proprio in virtù di quell’incapacità di rientrare all’interno di confini predefiniti. Ogni opera di Pallestrong è un nuovo passo e salto
di qualità che arricchiscono quell’ode all’esistenza e alla bellezza che questo particolare e direi atipico artista con la sua maesria
ed estro. È anche incisore, minuziosa tecnica che decide di studiare con la passione e la determinazione che lo contraddistinguono.
Critica d’arte Marta Lock di Terni
82 LORENZO PALUMBO

Eufemismo su Dante:
traghettatore di cultura da terrena a divina
Olio su tela
Prendimi per mano (dedicato a Lucia Bosè) 150 x 150 cm
Tecnica legno, dipinto e scultura
180 x 150 cm

Lorenzo Palumbo, originario di Sogliano Cavour (Lecce), espone con continuità dal 1966, in Italia e
all’estero. Friulano d’adozione cresce nell’attività artistica a Cividale del Friuli (Ud), dove risiede e opera.
Nei suoi dipinti, eseguiti a olio e acrilico su tela, c’è sempre l’evidenza di un racconto dai marcati riflessi
introspettivi.
Partecipa a numerosi simposi internazionali. Ha al suo attivo diverse significative mostre, tra le quali spicca
per il riscontro ricevuto quella intitolata Percorso in ombra nell’Aula Giovanni Paolo II, in via delle Botteghe
Oscure 15 a Roma nel 2017. Tra le rassegne collettive densa di significati è stata nel 2020 Mittelart –
simbiosi di colore empatico, da lui stesso organizzata e diretta presso la Villa De Claricini Dornpacher di
Bottenicco, in provincia di Udine.
Enzo Santese
SIMONETTA PANTALLONI 83

IL VIAGGIO - Olio su tela - 80 x 60 cm L’INAFFERRABILE - Olio su tela - 70 x 50 cm

PRIMO STUDIO DI CROCIFISSIONE - Olio su tela - 50 x 70 cm

Simonetta Pantalloni nasce a Terni il 17-04-1973, si diploma all’istituto d’arte Orneore Metelli.
Ha esposto in mostre nazionali e internazionali ed è vincitrice del primo premio Cultura Identità 2019.
Un tema ricorrente nelle sue opere è il “nodo”, che si intreccia ai suoi soggetti, molto spesso donne o
semplicemente attraversa le sue tele dandogli il significato di incontri o legami che si fanno nel corso
della vita, alcuni possono essere inscindibili altri ci attraversano semplicemente.

Note Critiche
Il nodo da sciogliere, che ci lega a qualcosa o a qualcuno, nel sentimento o nella patologia, una forma
di bondage morbido che si fa pericolo e piacere, norma o straordinaria condizione di laccio che non
ci fa uscire da noi o da qualcosa che non vorremmo, ma a cui finiamo per tenerci aggrappati, come
in una sindrome di affezione del prigioniero verso il proprio aguzzino. L’arte ambigua di Simonetta
Pantalloni ci pone di fronte al dilemma del confine tra piacere e bisogno, tra costrizione e voglia
di evadere. Questi tessuti annodati che sono la cifra dell’artista Pantalloni, possono farsi accogliente
altalenama non potrebbero mai essere una corda d’emergenza fatta alla maniera del carcerato che
evade dalla finestra con le lenzuola legate insieme. No, perché quello che l’artista ci vuol far notare è una condizione dove la
libertà già è in atto e non c’è bisogno di escogitare una fuga, o una situazione di costrizione, fisica o mentale, della quale si va via
solo con uno sforzo di volontà estrema, forse arriva l’ultimo trauma, che invece di uccidere fa cambiare rotta. Un nodo in gola:
un’espressione che usiamo quando c’è qualcosa che ci turba e ci attanaglia rendendoci immobili. E qui i nodi sono stretti alla gola
di donne che forse sono arrivate alla fine della sopportazione, ma da lì non riescono ad uscire ancora.
I nodi di Simonetta Pantalloni sono lì a dirci che in un legame, quale che esso sia, si può stare comodi o stretti e che una possibilità
di sciogliere quel nodo c’è e dipende sempre e solo da noi stessi.
Vittorio Sgarbi
84 ANDREA PESCIAIOLI

VANITÀ - Pennello e pittura acrilica su tela SUNSET - Bombolette spray su metallo


80 x 50 cm 80 x 40 cm

EMERSIONE LEGGERA
Bombolette spray su tessuto telato
140 x 140 cm

Nasce ad Ancona (AN) il 23 settembre 1994 dove tutt’ora vive. Si avvicina al mondo dei graffiti a
13 anni, iniziando con i bozzetti su carta per poi proseguire dipingendo i primi muri. Parallelamente,
realizza dipinti utilizzando supporti classici, tele bianche e altri meno convenzionali, pannelli in legno,
plastiche e metalli. Ogni supporto diventa un luogo di sperimentazione e di creazione per rappresentare
idee e progetti.
Inoltre:
Realizza opere per: la Città di Senigallia (AN); la Pubblica Assistenza AVIS di Montemarciano (AN);
committenti privati a Dublino (Irlanda) e Reykjavik (Islanda); Il Comune di Montemarciano (AN) - progetto
decorativo di riqualificazione; Espone presso: “Cerchio cromatico”- Genova (GE); “Mercato d’Arte
Moderna e Contemporanea”- Genova (GE); “Ex Voto presso Museo Provinciale Campano di Capua-Santa Maria C. V.; “Tempus
Fugit”- Perugia (PG); “Rinascimento Contemporaneo” - Castel dell’Ovo - Napoli (NA); “Confluencias” presso la Fundaciòn Paurides
- Elda - Alicante - Spagna; MACA Museo d’arte Contemporanea di Anagni (FR); Partecipa al progetto C.A.I. 2020 – Catalogo
Artisti Italiani – Ricognizione sull’Arte Contemporanea Italiana; Collabora alla realizzazione di un libro di poesie inserendo al suo
interno opere pittoriche.

Note Critiche
Per arte non si intende l’esclusiva riproduzione tecnica di uno o più elementi figurativi, ma, altresì, la materializzazione di un’idea,
di un pensiero o di un sogno. Sono quest’ultimi, non a caso, i principi fondanti l’intera produzione artistica di Andrea Pesciaioli, i
cui lavori, già da tempo, sono oggetto di stimate osservazioni critiche e di fortunati apprezzamenti di pubblico. Eleganti, incisivi,
ma anche fortemente “attrattivi” sono i suoi dipinti e soggetti da writer, la cui gamma cromatica cambia a seconda della tecnica
impiegata: dai graffiti alle tecniche su lastra, senza mai tralasciare i tradizionali supporti pittorici. Al di là dei dati tecnici, ogni suo
intervento artistico si caratterizza per l’immediato ricorso a soluzioni figurative il cui impianto strutturale è reso in modo originale,
sia nella costruzione della figura che nella stesura delle differenti cromie. Attraverso non pochi passaggi intermedi, fatti di articolati
gesti pittorici, ne sopravviene la composizione finale, nel cui nucleo è racchiuso l’intero mondo immaginifico di Andrea e della sua
precipua volontà artistica.
Gianpaolo Coronas
PATRIZIA PIANINI 85

MARE E PETROLIO
Acrilico e materiali vari - 80 x 80 cm

Senza titolo
Acrilico e materiali vari - 100 x 100 cm

Nata a Carrara il 15 Marzo 1953. Autodidatta, laureata in Pedagogia ad indirizzo psicologico. 1996
Fondazione Associazione Arte Natura con la qualifica di Presidente fino al 2007. 2007 Fondazione
Associazione “Gli Artisti del Borgo” con la qualifica di Consigliere.
Tra le attività più importanti:
2010 partecipazione ad un’asta per beneficenza, organizzata da Emercency a Londra “100 amici di
Zago” ; 2010 menzione d’onore con “Mare Verde” al premio internazionale “Città di Bellizzi” ; 2011
Biennale di Firenze presso Fortezza da Basso ; 2015 Fondazione dell’Associazione “Artemisia” con la
qualifica di Consigliere ; 2016 Giffoni Festival ; 2016 Biennale di Salerno ; 2016 Carrara Studi aperti ;
2016 Marble Weeks ; 2016 Concorso Internazionale di Montepagano 2° Edizione: 1° classificata ; 2018 “
Mostra Los Angeles” presso la Villa Reale di Monza ; 2018 “Divina Commedia dell’Arte” mostra presso il
Palazzo civico delle arti di Agropoli curatrice Maria Pina Cirillo ; 2019 “Next Stop” collettiva d’arte internazionale presso Palazzo
Zenobio di Venezia ; 2021 Biennale a S. Severina a Crotone

Note Critiche
“Sperimentazione e ricerca: sono queste le parole-chiave della produzione di Patrizia Pianini un’artista continuamente alla ricerca
di soluzioni tecniche ed estetiche capaci di interpretare nel modo più autentico il suo più intimo sentire.
Partendo dall’idea che solo ciò che ha profonda rispondenza con le proprie emozioni e le proprie sensazioni possa esprimere
in maniera piena ed autentica le istanze di un’arte che non vuole limitarsi a mera esteriorità, ma vuole comunicare con l’io più
profondo del fruitore dell’opera, la pittrice manipola i più diversi materiali, li assembla in maniera inconsueta, usa foglie, radici,
cortecce d’alberi, terra, creta come materia viva, capace di infondere all’opera un’anima universale…”
Maria Pina Cirillo

“L’arte non è un semplice esercizio ginnico per occupare le ore libere da altri impegni esistenziali più pressanti, ma un’attività
molto seria che comporta fatica, concentrazione e studio. E l’artista carrarese Patrizia Pianini è un ottimo modello di ricercatrice e
di sperimentatrice che dedica al lavoro artistico il suo tempo migliore, le sue energie più fresche e la sua spontaneità produttiva
e creativa, quella più libera e autentica… Il suo amore profondo e quasi esclusivo per l’arte le fornisce emozioni e percezioni
che vengono perciò mediate da una intelligenza pronta e capace di comporre l’opera con attenzione ed equilibrio, passando e
ripassando attraverso uno studio paziente ed accurato ed una fantasia bene orientata sotto il profilo estetico…”
Salvatore Ragonesi
86 NICOLA PICA

cromocostruzione Evoluzione - Acrilico su tela - 80 x 100 cm

Nicola Pica nasce a Ponte (BN) il 30/10/1963


Fin da piccolo dimostra grande attitudine al disegno e alla scultura, dopa la scuola inizia il suo percorso
artistico. Nel 2017 crea un suo stile tutto personale che lui chiama Cromocostruzione riscuotendo un
successo di critica notevole , che lo porta fino alla 58° Biennale di Venezia 2019.
RICONOSCIMENTI
I° Premio Mondadori ad arte Salerno
2° classificato Mostra Spoleto a cura di Vittorio Sgarbi
Premio Artista Contemporaneo nel Mondo (Montecarlo)
Premio artista contemporaneo nel mondo (Londra)
Premio Botticelli Firenze da Vittorio Sgarbi Premio la selezione
I° classificato Premio Salvador Dali’ (Parigi)
Premio Leone Alato Viva Arte (Venezia)
Premio Francesco Alberoni Biennale di arte contemporanea di Milano 2017
Premio Icon ART (Cava dei Tirreni - SA )
Vincitore Benebiennale 2018
Premio Modigliani (Spoleto) 2018
Premio alla carriera (camera dei Deputati)
Padiglione Europa
Inserimento Atlante degli artisti de Agostini
Mostra Personale 2020 Galleria Wikiarte (BO)

Note Critiche
Lo spettro visibile dei colori, così come le note della musica, è composto da sette colori. La luce si rifrange sulle superfici della materia
componendo questa magia che noi chiamiamo colore, ed il bianco, quella radiazione elettromagnetica che noi percepiamo come
tale, è il risultato della sommatoria di tutte le vibrazioni luminose; accorpa a sé tutti i colori.
È proprio intorno al concetto del colore che Nicola Pica ha deciso di costruire la sua nuova pittura, un nuovo percorso forte ed
efficace. Nicola Pica, artista sensibile e spontaneo, è già da qualche anno protagonista della scena artistica. .
Cromocostruzione, è questo il nome che Pica ha dato alla sua novità. Il figurativo, con questo artista, parte dalla concettualizzazione
intorno all’astrazione della idea del colore. Un ribaltamento, in questo senso, rispetto alla tradizionale realizzazione nelle opere di
rappresentazione. È per questo che abbiamo citato la teoria dei colori e di questi, il bianco. Per l’artista il colore non è più casuale,
la sua stesura nell’impianto scenico di questi paesaggi risponde ad una scelta meditata.
La Cromocostruzione lega i colori attraverso una relazione, uno scambio cromatico che rende soave e conferisce morbidezza
al paesaggio. L’ombra degli alberi e la luce, che si sposta dal primo piano per rendersi più accesa nello sfondo, fino al cielo,
arricchisce questa sensazione gradevole di un ordine precostituito, rafforzato dalla pastosità del colore.
Federico Caloi
GINETTA PINELLI 87

ANIME DANNATE DENTRO - Tecnica mista su tela - 100 x 80 cm

IL GATTO NERO NON SEMPRE PORTA SFORTUNA - Tecnica mista su tela - 80 x 100 cm

Ginetta Pinelli, nata a Carrara, dove ha frequentato il liceo Artistico. Partecipa con successo a molte mostre
collettive curate dal Proff. Paolo Pratali. Dal 2017 organizza laboratori creativi, per bambini dai tre ai dieci anni,
presso la Biblioteca Comunale di Carrara. Nel periodo del look down, con Associazione Culturale Nati x leggere,
ha creato la grafica di molti racconti che sono poi stati letti, on-line, ai bambini. Dal 2019 è iscritta all’Associazione
Culturale Artemisia, di Carrara, dove partecipa e organizza molti eventi artistici. Negli anni 2021/2019/2017 è
stata selezionata ed ha partecipato alla Biennale di Santa Severina (KR) organizzata del Proff. Mohammad Sazesh.

Note Critiche
Ginetta Pinelli sostiene con energia lo studio e la sperimentazione, la sua apertura a esplorare l’arte, la spinge a
creare uno spazio pittorico particolarissimo che viene dalla meditazione e dalla memoria ancestrale.
Dice di sé: ”Indagare e dialogare con me stessa è importante, la pittura è il medium, è lo strumento con il quale riesco a esprimermi
al meglio.Tutto sgorga in maniera spontanea e naturale creando un’energia pulita e forte. Dedicarmi all’arte: per me era già scritto,
è qualcosa che devo assolutamente fare”
88 ROBERTO PINO

DILLO ALLA LUNA TIME IS RUNNING OUT


Cartapesta e acrilico su tela - Diametro 40 cm Stucco smalto e acrilico su masonite - 35 x 50 cm

FIORE DI MAGGIO - Stucco smalto e acrilico su tela - 50 x 40 cm

Roberto Pino nasce a Pinerolo, in provincia di Torino, il 1° novembre 1970. Si diploma come ragioniere
programmatore e di laurea in Scienze dell’Informazione – l’attuale Informatica – all’Università degli studi di
Torino. Artisticamente si forma da autodidatta. Ha una spiccata preferenza per l’arte astratta e si concentra su
una tecnica basata su una modellazione con lo stucco per plasmare opere materiche, ricoprendole con una base
di smalto e creando così uno strato di sfondo riflettente. Rifinisce poi i particolari grazie all’utilizzo di colori acrilici
metallizzati o metalliscenti e tempere glitterate. Dal 2019 ha cominciato ad esporre le proprie opere in alcune
rassegne organizzate dall’associazione culturale Varaggio di Varazze. Tra le altre, pubblica regolarmente sulla
rivista bimestrale “Esperienze di Arte” di Torino. Ha ottenuto vari riconoscimenti, tra i quali il Premio della Critica
di ArtNow e il Premio per la mostra collettiva al BAC Biancoscuro Art Contest del 2020.

Note Critiche
L’arte di Roberto Pino racconta consapevolezze profonde in modo leggero e giocoso, puntando sugli accostamenti
di colore e sulla sua corposità. La sua tecnica presenta principalmente stucco, smalto e acrilici metallizzati su una base di tela o
masonite. Si ispira soprattutto a pittori quali Paul Klee, Kandinskij, Van Gogh, Tano Festa e Mario Schifano, le cui sensibilità artistiche
emergono e si mescolano con quella di Roberto.A metà tra basso rilievi e opere pittoriche, i suoi lavori narrano con tenerezza di
emozioni umane, di esperienze di vita che spesso prendono forma a partire da canzoni. Ciò che Roberto crea viene poi affidato
allo spettatore, a cui viene lasciato ampio margine di interpretazione. Le opere scelte dell’artista sono suggestive e hanno rimandi
filosofici: la scaletta di spago rilucente dà accesso alla silenziosità della Luna che da sempre, come cantava Leopardi, ascolta i
lamenti di noi pastori; la clessidra trasforma la preziosità del tempo in un atto creativo, mentre la danza di colori di Lost on You
ci fa toccare con mano un tramonto astratto, che traccia linee interpretative stimolanti per gli spettatori. Roberto Pino si forma da
autodidatta e, nonostante sia creativo per natura, dipinge seriamente da soli cinque anni, creando con grande passione opere
ricche di sfumature emotive e di slanci emozionali.
Silvia Giovanardi
FERNANDO PISACANE 89

INTERAZIONI DI FORME
100 x 100 cm - Olio acrilici con legno e forme in ferro
su multistrato preparato a colle

NATO PER VOLARE


80 x 80 cm
Olio acrilici e vernici con penne di Falco
su multistrato preparato a colle

CORRERE NEL SOLE


100 x 100 cm
Olio acrilici con materie scultoree
su tavola preparata a colle

Fernando Pisacane, nato a Palma Campania (NA) Napoli, luogo di crescita e formazione, nel 1974 si
Diploma come Scenografo presso l’Accademia delle Belle Arti, successivamente col Biennio 2003/2004
si Laurea in Tecnica e Discipline Pittoriche. Lavora in RAI, in teatro firma alcune Regie, come Fotografo
in alcuni libri, poi sempre completamente immerso nella pittura, luogo dell’anima, che non ha mai
lasciato, con numerose mostre e collettive, hanno scritto di lui importanti giornalisti e critici d’arte.
Hanno scritto di Lui: Stefano Arcella, Gianni Biccari, Maurizio Caso Panza, Valerio Ceva Grimaldi, Anna Maria
Chianese Siena,Gianpaolo Coronas, Pino Cotarelli, Sara Fosco, Clementina Gily Reda, Annarosa Guerrieri,
Franco Lista, Roberto Magri, Luciano Minieri, Simona Pasquali, Rosario Pinto, Marta Pisacane, Luca Sorbo,
Maurizio Vitiello.

Note Critiche
Fernando Pisacane, pittore impegnato vive la sua quotidianità di artista del XXI secolo cercando quei segnali e quelle luci che
risvegliano dentro di sé l’anelito alla conoscenza dell’Assoluto, ma anche attraverso lo studio di antichi testi filosofici durante le
notti insonni nel suo laboratorio interiore. La proiezione di processi immaginativi da trasferire su un supporto e tradurre in forme e
colori sono stati e lo sono tuttora i veri momenti di realtà vivificanti del suo essere. Dalle sue opere traspare facilmente, e lo sa bene
chi lo conosce, lo spirito di una filosofia e di una realtà di un mondo superiore, di una diversa dimensione, di cui egli è pervaso.
E’ in questo processo ideativo e creativo che nascono le sue opere. Alla fine le strutture che crea nella multimaterialità della
composizione e nella varietà dei colori espressi plasticamente diventano “armonia” della mente, quasi ispirazione di tutta l’anima.
Esse posseggono e danno forza, ma non quella della fatica fisica, la forza delle membra o la ferocia e la durezza del cuore, no, ma
la forza dell’anima che si eleva a Dio. Il mio sguardo e la mia attenzione sono rivolti a comprendere il legame che unisce l’opera al
suo autore, ma soprattutto a percepire l’intimo lavoro che lo pervade ancora. In un certo senso é il tema dell’inconscio che io posso
captare nell’artista e sviluppare. Conoscendolo da vari anni pertanto ne conosco la potenza della sua affabilità, dei suoi modi di
rapportarsi, del suo sorriso; essi sono tali da addomesticare un leone affamato o un avversario irato. Il suo essere e i suoi modi uniti
ad una mitezza istintiva caratteristica, sono la forza che lo rendono fratello a colui che si avvicina.
Roberto Magri
90 VINCENZO PIZZORUSSO

DOMINE DEUS, CREATOR CAELI ET TERRAE NEI VERTICI DEI VORTICI DELL’ARMONIA
Tecnica mista su tela - 70 x 50 cm Omaggio a Katia Ricciarelli
Tecnica mista su cartoncino - 50 x 35 cm

Vincenzo Pizzorusso è nato e vive a Parete (CE) il 2 luglio del 1974. Ha conseguito la maturità classica
presso il liceo-ginnasio Statale D. Cirillo di Aversa (CE). Ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia,
la specializzazione in Medicina del Lavoro ed il Dottorato di Ricerca in Ambiente, Prevenzione e Medicina
Pubblicaed anche quello in Neuroscienze, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, la
laurea magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia presso l’Università Alma Mater di Bologna, la
specializzazione in Valutazione e Gestione del Rischio Chimico presso La Sapienza, Università di Roma.Ha
esposto inoltre le sue opere in mostre personali e collettive ad Aversa, Anagni, Caserta, Capua, Salerno,
Napoli, Roma, Perugia Praga, Parigi, Lisbona, Madrid, Alicante, Egitto, Panama, Ecuador, riscuotendo ampio
consenso da parte della critica e del pubblico. All’attività di pittore affianca anche quella poetica, pubblicando
e collaborando con le Edizioni “Pagine” e con la rivista “Poeti e Poesia”, diretta dal maestro Elio Pecora, con
le “Edizioni Accademiche Italiane” e con le “Edizioni Dantebus”.

Note Critiche
Il percorso artistico di Vincenzo Pizzorusso inizia in età adolescenziale, da autodidatta. Il suo stile è personalissimo ed originale,
in quanto trae spunto dalle inafferrabili percezioni che l’autore riesce a strappare al suo mondo interiore, durante le continue
incursioni nell’inconscio, senza comunque tralasciare la profonda analisi dell’esperienza delle realtà esteriori che, attraverso i sensi,
giunge alle percezioni più inusuali. È per questo motivo che, ancorandosi ad uno stile informale ed astratto, libero dagli schemi della
forma, a tratti appena accennata e quasi liquefatta, intraprende un singolare gioco col mondo del colore, riuscendo ad accostare,
in modo armonico, anche le sfumature cromatiche più improbabili. Viene generato così una sorta di caos, di “confusione somma”,
come è stata definita dal critico Luca Cantore D’Amore, nel quale Vincenzo Pizzorusso si muove con disincantata disinvoltura.
Raccogliendo a piene mani materia dal proprio orizzonte di senso, l’autore riesce a dare vita ad opere singolari, in cui l’elemento
stocastico, puramente casuale nella forma ma assolutamente sostanziale nei contenuti ispirativi, partorisce, non senza dolore,
lavori di forte impatto visivo. Utilizzando i supporti materiali più disparati, che vanno dalle tavole lignee, al cartoncino ed alla
tela, servendosi di fonti cromatiche prodotte per gli usi più disparati, l’autore riesce a dar corpo finale a quelli che sono i suoi più
profondi sentimenti e stati d’animo.
ELENA POGUTZ 91

ALBERO DELLA VITA


Tecnica mista - 66 x 86 cm

SERIE GRAFFI
Tecnica mista con cera vergine - 70 x 100 cm

Fin da piccolissima ha respirato i profumi degli oli, degli acquerelli, dei pennelli grazie alla sorella Anny, pittrice
molto apprezzata negli Anni 70 e 80 negli ambienti milanesi di Brera.
Dopo un’esperienza lavorativa nel mondo della moda a Milano, si è trasferita in Friuli Venezia-Giulia.
Da qualche anno ha ripreso in mano i pennelli per interpretare i suoi pensieri.
La voglia di proseguire su un proprio personalissimo percorso, l’ha indotta a tentare nuove strade artistiche, fino
a giungere alla serie dei Graffi, realizzata con una tecnica innovativa, grazie a un fondo variopinto ricoperto
da uno strato di altro materiale, a sua volta diversamente colorato in modo uniforme: grazie ad abili Graffi,
appunto, vengono sapientemente riportate alla luce le tinte in un primo tempo nascoste, rivelando che “tutto si
può cercare di dimenticare o celare, ma nulla viene mai cancellato definitivamente” dalla memoria.
Dal 2017 è presidente dell’associazione culturale Atthirtyseven di Fiumicello.

Note Critiche
L’arte è comunicazione. In questo senso, la grammatica delle opere della Pogutz si pone con un codice che presenta regole coerenti,
prive di grevi complicazioni intellettuali, improntata verso la profondità dei significati. Possiamo osservare questo percorso in tutti i
lavori di quest’artista: nella serie dei Graffi usa strumenti antichi per produrre quel risultato per cui il substrato multiforme di colori
viene ricoperto da un monocromo di cere colorate e viene poi graffiato. In questo caso, la Pogutz non dipinge, ma scopre il colore
che c’è sotto. E qui avviene l’unione tra l’opera d’arte e il suo messaggio. Mentre assistiamo a un effetto visivo affascinante, prodotto
dal colore d’insieme delle tele e da colori accesi, che sottendono l’opera, percepiamo che i suoi lavori sono la rappresentazione di
qualcosa che non è altro, non è un qualcos’altro, ma è una cosa sola: sussurrano di un sopra e di un sotto, che sono il nostro corpo
e la nostra anima, ci mostrano quello che gli altri vedono di noi e ciò che invece sappiamo (o crediamo) di essere, ciò che siamo
adesso e ciò che siamo stati. La Pogutz stessa, nell’invenzione della sua pittura, vuole alludere a memorie nascoste e mai cancellate,
che emergono attraverso quei graffi che disvelano i colori sottostanti. Il risultato dell’arte della Pogutz è un’estetica formale che
avvince per la sua capacità creativa, frutto di un’attenta ricerca dei materiali, che ammanta le sue opere di una fascinazione eterea,
perché trascende la materia attraverso lo spirito.
Federico Caloi
92 MANUELA SAVINA POZZATI

LIGHT UP YOUR LOVE (fa parte della Colle Love) ROLLIN’DOTS (fa parte della Colle Pop)
Tecnica colla a caldo - 50 x 40 cm Tecnica colla a caldo - 60 x 50 cm

Manuela Savina Pozzati si approccia all’arte sin da giovane, matura la passione per il bello attraverso diverse
esperienze, anche lavorative, ma solo nel 2020 trova il tempo per scoprire e ritrovare la sua passione nel fare
arte come artista e non solo come spettatrice passiva. La sua passione la porta a utilizzare una tecnica non
nuova, ma forse ancora un po’ nascosta, quella della colla a caldo, con varie sperimentazioni, per dare vita a
opere allegre, ricche di emozioni.

Note Critiche
C’è una felice combinazione di elementi in tutto quello che Manuela Pozzati realizza, se è vero che chi ben
comincia è già a metà strada, il percorso di questa artista si rivela subito promettente. Manuela Pozzati si è
affacciata da poco tempo all’arte, poco più che un paio d’anni, seguendo quell’istinto, quel desiderio, che porta
le persone creative a esplorare sé stesse e i materiali, la propria anima e le tecniche dell’arte. MaPo è il logo, acronimo delle iniziali
dell’artista, che Manuela ha scelto per presentarsi nell’arte. MaPo, che già suona fresco ed eufonico, quasi a ricordare un frutto o
il nome blasonato di un brand che produce bellezza leggera.
I riferimenti iconografici dell’artista sono tutti Pop, molto contemporanei e realizzati in modo molto pulito, di immediato impatto
estetico. L’ispirazione dei lavori di questa artista, per raccontare dell’amore e della gioia, di leggerezza e allegria, proviene dalla
famosa scritta “LOVE” di Robert Indiana o dalla altrettanto iconica “Lips and tongue” dei Rolling Stones, che molti credono sia
creazione di Andy Warhol, mentre invece la paternità fu di un certo Pasche, su un idea direttamente di Mick Jagger. Warhol combinò
solo la copertina dell’album “Sticky fingers”, era il 1971.
Gli altri temi che troviamo nella produzione di MaPo sono i “dots” e le “eggs”.
I “dots” sono i punti, le macchie, rotondi cerchi multicolore che ricordano caramelle o bottoni colorati, altro allegro immaginario
Pop, in ogni caso argomenti visivi che hanno un nesso, un aggancio emotivo, con certi elementi della sorpresa e del piacere
dell’infanzia. Le “eggs”, nell’arte di MaPo, rappresentano un meraviglioso gioco estetico. Troviamo, in alcuni lavori, la ricorrenza
di questo altro simbolo positivo, l’uovo, ancora, anche qui, nella sua versione Pop, come lo vediamo “in padella”; l’uovo, che
rappresenta la perfezione, ricorda la festa perché legato alla Pasqua, oggetto di dono e richiamo al legame tra spiritualità e allegria.
I lavori di questa artista sono tutti realizzati con una tecnica particolare, quella della colla a caldo, che, con meticolosa e felice
precisione, viene apposta sui canvass a disegnare un immaginario radioso e positivo che vuole trasmettere buona energia. Nasce
così una serie ricorrente di declinazioni dello stesso soggetto, che i titoli indicano nelle loro varianti, come, per fare alcuni esempi:
“tender love” e “light Up your love” o ancora, “medium, micro e shortly dots”, “big dots in a dark sky”, “dots in a mirror”. Nasce
così, quindi, per certi soggetti, “la colle”, divertente e indovinata abbreviazione di - collezione – parola che gioca con il fatto che le
opere sono prodotte con questo materiale e che contemporaneamente indica la produzione di una serie di soggetti dello stesso tipo.
Tutta la produzione di MaPo, la freschezza delle opere e del messaggio, insieme anche ad un aspetto importante oggi, avere iniziato
a comunicarsi nei social media in maniera giusta, fanno di questa artista, della gradevolezza delle sue opere e del piacere che
trasmettono un vera, bella sorpresa.
Federico Caloi
GUSTAVO POZZO 93

ASTRATTISMO FLUTTUANTE
Tecnica Digital Art - 9 x 12 cm

TRASPARENZE GEOMETRICHE
Tecnica Digital Art - 9 x 12 cm

Gustavo Pozzo è stato vicino a Mario Fortunato, scomparso qualche anno fa, e a Salvatore
Oppido e a Carlo Errico, con cui, oggi, opera in gruppo, investigando immagini grazie
alla”digital art”. Le sue tensioni proiettive scavalcano la realtà e approdano a una consapevole
concentrazione astratta. Ha aderito al gruppo “LAB” con il quale è impegnato nella ricerca e
nelle applicazioni delle tecniche incisorie e digitali. Numerose sono le sue partecipazioni alle
esposizioni più importanti sia in Italia che all’estero. Inserito nel catalogo nazionale edito da
Rubbettino editore “Percorsi d’Arte in Italia” per gli anni 2015, 2016, 2017, 2018.

Note Critiche
Gustavo Pozzo ha inquadrato, man mano, le chances che la computer-grafica permette di
amministrare, gestire e sviluppare. Affronta temi su temi e, col tempo, sta definendo una sua personale “cifra” stilistica, che gli
permetta di situare particolarità visive riconoscibili nell’assetto compositivo. Procede e scopre nuove possibilità d’azione. (Maurizio
Vitiello - Dal catalogo della XLVI edizione del Premio Sulmona)
Maurizio Vitiello
94 ELEONORA PULCINI

LET IT ALL GO THE FAMOUS 5


Olio su tela - 100 x 100 cm Olio su tela - 150 x 150 cm

NEXT - Olio su tela - 180 x 120 cm

Eleonora Pulcini, artista romana emigrata in Australia, muove i primi passi nel mondo dell’arte fra i banchi di
scuola. La sua vita è stata spesso in bianco e nero, ma quando crea, fa calare sui suoi occhi un caleidoscopio
con il quale interpreta il mondo.Le sue tele sono facilmente riconoscibili, c’è tutta la sua personalità dentro:
colori prepotenti, luminosi, abbondanti, generosi,
applicati sporcandosi le mani con le dita o le spatole.Dopo aver iniziato con ottimi esiti studi ingegneristici, ha
capito presto che quel fuoco che ardeva nel suo cuore non poteva essere ignorato; tuttavia, la sua formazione
non l’ha mai abbandonata e le sue conoscenze scientifiche, l’amore per la filosofia, lo studio sui colori e
le ombre, la geometria coesistono e hanno un posto preciso nei suoi dipinti o nella loro concezione. In un
mondo dove le parole sono svalutate e sono sempre troppe, le sue creazioni diventano potenti e prendono il
posto di tanti discorsi,suscitando emozioni profonde.

Note Critiche
È pura energia l’opera complessiva di questa artista. L’uso dei colori, la luce abbagliante, il movimento continuo che si propaga
sull’intera tela determinano un insieme di particolare fascino. Difficile non subirne la seduzione. Questi i titoli delle tele: Big Dream,
Smile!, Be the light, The abyss of my soul, Take that step,
Let it all go, Believe, You can do this, imperativi con la stessa forza delle opere. Ogni tela ricostruisce una realtà altra, fiabesca e
assordante, che prevede, in quasi tutti i casi, la via di fuga sullo sfondo, una fonte luminosa ammaliante, quasi l’abisso del bello
dello sfondo dorato dell’arte bizantina. In alcune tele, come The Hurdle, la stessa luce si trasforma in una saetta che viene dal
cielo come se fosse scagliata da Zeus, la divinità suprema della religione greca. Il nome risale al Dieus indoeuropeo e alla nozione
di “luce” contenuta nella radice “splendore”, come il vedico Dyaus e il latino Iuppiter. L’immaginario dell’autrice non ha confini,
racconta qualcosa che riguarda l’infinito nel suo eterno divenire. E in eterno divenire è la stessa autrice, che con potenza coloristica
eleva l’umano al divino in una tensione di energie cosmiche, sprigionate nelle tele The Hope e Let It All Go come Supernova nella
galassia. Le sue tele risucchiano l’anima del fruitore e lo accompagnano in un viaggio metafisico.
Vittorio Sgarbi
MARINA QUALIZZA 95

ALL’IMBRUNIRE
70 x 100 cm - Tecnica mista

GEOMETRIE AUTUNNALI
40 x 50 cm - Tecnica mista

GIOCHI DI LUCE NELL’ACQUA


70 x 100 cm - Tecnica mista

Marina Qualizza, nata nel 1960 ad Attimis in provincia di Udine. Sin da bambina, a partire dagli
anni novanta sperimenta e studia nuove tecniche e si perfeziona seguendo nuovi corsi che la portano
a raggiungere una maggiore consapevolezza.
Pittrice passionale e istintiva, di intensa liricità, nei suoi dipinti spiccano i tagli di luce e il segno
deciso.

Note Critiche
La pittura di Qualizza è storica perchè ripercorre la sensibilità novecentesca, ma lo fa con una
freschezza e una qualità personale che innesta pensieri sorprendenti, ogni qual volta il lettore della
sua arte la trova sulla carta o sulle mostre. Alcuni esempi di un lavoro intenso, motivato e continuativo li possiamo trovare in quei
quadri che raccontano questo suo mondo, in un’opera leggo quasi una sorta di cuore, lacerato in segni e tracce si inseguono,
mentre il campo bianco di fondo accenna solo qualche breve frammento, in altra opera osservo un ritorno di tono paesaggistico,
mi convince anche quella ricerca in cui appaiono il bianco e nero solcati di luce gialla, improvvisa illuminazione, la tensione
verticale di certe disposizioni di colore offrono il senso di una sintesi mirabile. La dimensione nella quale scopro Qualizza è
sostanzialmente energetica, grido solitario della propria condizione, o degli accadimenti personali o di emozioni che ella spesso
non vuole descrivere e nel qual mondo preferisce ritirarsi per un’accorata solitudine. Ma è anche vero che talvolta, desidera
rileggere la realtà che la circonda, fosse paesaggistica, fosse vastamente esistenziale, oggettiva concreta, con il moto del pennello,
con la tensione del disegno. In questa seconda via racconta non solo le emozioni e le tensioni interiori non narrabili, ma sintetizza
la realtà che ci circonda con un moto dinamico e un sentire cosmico, che va al di là della cosa rappresentata.
Vito Sutto 2021
96 STEFANO REZZA

GRAFFITI APOCRIFI
Tecnica mista smalti sintetici e colori ad olio su tela
60 x 80 cm

GRAFFITI NELL’INCOSCIO
Tecnica mista smalti sintetici e colori ad olio su tela
60 x 80 cm

Stefano Rezza nasce a Sarzana in provincia di La Spezia e vive e lavora a Pisa. Appassionato d’arte
fin dall’adolescenza, intraprende un’intensa e continuativa attività artistica solo negli ultimi anni,
dopo aver frequentato lo studio del maestro Dagna a Sarzana. Dal 2012, partecipa a Collettive
nazionali (Pisa, Livorno, Roma, Forte dei Marmi, Carrara, Massa, Monza, La Spezia, Salerno) e
ad importanti Rassegne Internazionali: “LA IGLESIAS DO LOS ANGELES”, Argentina; “FLYER ART
GALLERY” per il “WORLD WIDE ART SHO”, NEW YORK; “LA DIVINA COMMEDIA…DELL’ARTE”,
Agropoli; “INTERNATIONAL ART FAIRS, ART NORDICEXIBITION” Copenaghen, Danimarca; “NEX
STOP”, Venezia; “BIENNALE DEL TIRRENO”, Cava dè Tirreni. Nel 2017, espone in una Personale
a Pietrasanta. E’ presente in varie pubblicazioni: “CarraraMarbleWeeks”; “Spunti di vista” V Mostra
Int. d’Arte Cont.; “La Iglesias do Los Angeles” Fondaz. Museo Del Parque, Argentina; “Galliano
Ribani Arte”; “Biennale Internazionale del Tirreno”; “International Art Prize”.

Note Critiche
Dotato di una grande capacità descrittiva e di una forte propensione alla sperimentazione, Stefano Rezza avvia da subito
una personale ricerca che ha come riferimento, ma soprattutto come meta, la libertà spirituale oltre che quella espressiva ed in
cui il segno grafico, metamorfosandosi, trasforma grumi di colore o assemblaggi multimaterici in enigmatici alfabeti iconici,
configurandosi come un’esperienza funambolica in bilico tra rappresentazioni di un mondo coevo e antiche reminiscenze, una
sorta di viaggio in uno spazio fluido, verso forme di pensiero volte a sincronizzare idee e concetti difformi se non contraddittori.
Grazie all’uso sapiente del colore e dei simboli e ad una pittura che attinge alle emozioni ed ai ricordi quali elementi costitutivi
del suo linguaggio espressivo, l’artista crea un intimo legame tra l’uomo e la sostanza più vera e profonda dell’esistenza, facendo
della sua produzione il frutto di una necessità interiore arricchita di esperienze e di conoscenze e nutrita di passione. … In un certo
senso Rezza scherza con l’arte, contrapponendo misura ed eccesso, ordine e disordine, razionalità e pulsioni inconsce per giungere
ad accettare realisticamente e senza drammi la presenza in ognuno di noi di un lato oscuro e di un mistero che non potremo mai
penetrare ed utilizzando, contemporaneamente, lo strumento artistico per recuperare dignità ed onestà intellettuale al fine di
riscattare quello che è per lui il valore primario: la libertà.
Maria Pina Cirillo
RENZO SBOLCI 97

UTOPIA n.36 - 17 x 15 cm UTOPIA n.84 - 40 x 20 cm

UTOPIA n.61 - 12 x 15 cm

Orgogliosamente toscano aperto al mondo.


Grafico e pittore con lo sguardo rivolto alla scultura.
Docente di storia dell’arte, pittura e ceramista.
Il mio percorso artistico abbraccia più di mezzo secolo vissuto sempre rigorosamente nel solco della astrazione.
Molti i maestri che mi hanno accompagnato soprattutto negli esordi, dagli astrattisti europei a quelli del movimento
futurista ai fondatori del cubismo, ma anche con lo sguardo rivolto alle ricerche liberty, alle espressioni luminose
delle vetrate gotiche ed anche a certa cultura orientale ed africana.

Note Critiche
Grafico, pittore, scultore. Sperimentatore da sempre, con la passione di andare sempre oltre, che non si lascia convincere di aver
raggiunto mai l’obbiettivo.Ogni opera è un passo, una scoperta, anche se spesso c’è il piacere della sosta, della riflessione.
Questo è sempre stato il mio modo di lavorare che mi ha portato spesso ad abbandonare le mete note per l’ignoto. Così è accaduto
anche in questo periodo; dopo anni che mi sono dedicato all’utilizzo del legno per ottenere forme sempre più complesse ed
articolate, son passato al recupero degli antichi amori della grafica e del collage, mescolandoli assieme in situazioni imprevedibili.
Dopo anni di abbandono dello spazio prospettico ho ritrovato il piacere dell’orizzonte. Dopo anni di abbandono del figurativo
ho recuperato l’oggetto ed il paesaggio.Un amico psicologo ha definito il mio modo di essere come il corso di un fiume carsico;
un fiume che cambia continuamente, che a tratti scorre alla luce del sole per poi tuffarsi nelle profondità di cavità sotterranee...
un’acqua che prende sempre nuove forme e non si accontenta di procedere serenamente in un percorso prestabilito.
98 ANNA SECCIA

MUDRA D’ARTISTA SUPREMO MUDRA D’ARTISTA SUPREMO


36 x 23 x 10 cm 36 x 23 x 10 cm

Anna Seccia nasce a Ortona (CH) e risiede a Pescara. Pittrice ed artista relazionale, fin dal 1994 crea un
progetto di Arte sociale pittorica, collaborativa e partecipata, denominato La Stanza del Colore, legato
alla pratica relazionale, a partire da una concezione dell’arte come attivazione di processi. Ha svolto
un’intensa attività espositiva partecipando a prestigiose Rassegne in Musei e spazi pubblici fin dal 1960.
La sua pittura è considerata nel secondo tomo di Generazione anni Quaranta, vol.6° della Storia dell’Arte
Italiana del ‘900 di Giorgio Di Genova. Numerosi sono stati gli happening pittorici eseguiti durante la sua
carriera artistica con la realizzazione di opere di grandi dimensioni. Tra questi citiamo quello realizzato
durante la sua mostra antologica nel Museo Colonna di Pescara nel 2008 e, nello stesso anno, quello
eseguito durante l’inaugurazione del premio Limen di Vibo Valentia. Nel 2009 a l’Aquila, durante il
terremoto, coinvolge 332 terremotati nella sua performance e nel 2011, invitata alla 54° Biennale di
Venezia Pad.Italia/Abruzzo, realizza un’ Opera aperta che vede il coinvolgimento degli abitanti di diversi
paesi abruzzesi ed inoltre, durante la 55° Biennale di Venezia, selezionata dal Macia Museo di Costarica,
nel Palazzo Merati a Venezia coinvolge artisti e visitatori nella realizzazione dell’ Opera corale condivisa.E
tra le tante performance pittoriche che l’hanno vista autrice ricordiamo anche quella realizzata nella città di Matera, durante la
settimana della cultura 2019, con gli Stati Generali delle Donne, nella Biblioteca del Palazzo Provinciale
Dal 2017 si interessa di belly art e hand art con la realizzazione di sculture partecipate.

Note Critiche
…Sono sculture che nascono per suggellare pensieri, per incarnare nel gesso la sacralità dello scambio fisico e umano. Le mani
sono per l’artista una protesi dell’anima, l’interiorità che si manifesta energeticamente attraverso il tendersi delle dita nello spazio.
L’artista compie un volo rituale all’interno di specifiche dinamiche antropologiche. La scultura non è altro che il punto terminale
di un percorso conoscitivo. Le sculture sono infatti il frutto di vere e proprie performance “apotropaiche”, gesti compiuti con
consapevolezza e devozione, responsabilità. I materiali che la Seccia utilizza nel creare gli stampi e i calchi cedono e assorbono
energia, calore , umidità…. trattengono la sudorazione delle mani, reagiscono alla temperatura corporea e per Anna Seccia
tutti questi elementi rivestono l’atto artistico di una profonda valenza ancestrale. La materia stessa ha un ruolo sacrale, mentre
seccandosi suggella la forma definitiva. La materia infatti non è inerte, ma ascolta e registra entrando in un rapporto profondo con
una parte tanto importante del corpo dell’essere umano. Le mani esprimono stati d’animo, gesticolano e la loro struttura si forma
incessantemente nel corso della vita e manifestano tutti i passaggi che hanno attraversato: durezze, asprezze, dolcezza…Le mani
sono per l’artista una cartina feografica dell’anima, emanazione ramificata dell’interiorità, occhi tattili sul mondo.
È un’arte che si forma nell’addentrarsi in una consapevolezza animica, nel prendersi cura di tutto il cerimoniale preparatorio che
porterà al risultato finale.
Marco Genzanella
GRAZIA SMILOVICH (JOSA) 99

IL LAGO DELLE NINFEE - Acrilico su tela - 100 x 100 cm

NOTTE DI LUNA PIENA - Acrilico su tela - 100 x 70 cm

LE CREATURE DELL’ALBA - Acrilico su tela - 60 x 90 cm

Autrice Grazia Smilovich,in arte JOSA, pagina Fb “I QUADRI DI JOVIALDI”, dipinge dal 1991. Negli anni
ha esposto in diverse città italiane, l’ultima mostra d’arte contemporanea a Palazzo Zenobio, a Venezia.
Nell’Ottobre 2019 ha partecipato al primo Simposio Internazionale D’Arte a COSEANO, in Friuli.

Note Critiche
La produzione di Grazia Smilovich non si puo’ racchiudere in poche parole e cio’ non per una molteplice
chiave di lettura ma per la connessione con approcci significativi ed evocativi che in ogni opera assumono
caratteristiche diverse. Le sue personali riflessioni vengono impresse in maniera armoniosa sulle opere
pittoriche dando delle risposte chiare e significative, a volte il linguaggio dell’artista è piu’ complesso, direi
ermetico, introspettivo. Ci viene in aiuto il titolo spesso dell’opera. L’arte di Grazia è legata al suo mondo
interiore, alla sua cultura artistica, del passato e del presente, ammiccando ad uno sguardo positivo del
futuro. L’amore per la tecnica non pone in secondo piano l’equilibrio tra ricerca cromatica e capacita’ di
stupire, di donare piacevoli sensazioni che solo un’artista attenta e sensibile puo’ donare.
Gianpaolo Coronas
100 MASSIMO SOLDI

IL VIAGGIO - Tecnica mista su cartoncino - 33 x 80 cm

I COLORI DELLA MEMORIA E


DEL SOGNO
Acrilico su fibra m.d.
93 x 52 cm

Intorno al 2010 le passioni per la musica e la scrittura e la fotografia, iniziano a fondersi in un


unicum che genera colori, bianchi e neri, disegni e pittura che interagiscono fra loro; piano piano la
passione sopita della pittura diviene una necessità fisica irrinunciabile spingendomi a uscire dall’ombra
partecipando a Mostre Collettive e Personali:
Biancoscuro Art Contest 2014, Novara Art Prize 2014, Opus 8.10 2014 Novara, Premio città di Novara
2014, Esagerarte 2014, Festa dei borghi Tremezzina Como 2014,Mostra personale 2016 Lenno
Como, Finissage 2016 Novara, Biancoscuro Art Contest 2016, premiato con a Montecarlo con Mostra
Personale Aprile 2017, Vernissage 2017 Novara, Personale a Varese presso Showcases Gallery 2017,
Esagerarte”2017, Personale 2017 a Lenno Como, Varie mostre collettive presso La Riseria – Novara,
Vincitore di Premio Mostra Collettiva ArtMonaco 2018 e eBook personale Biancoscuro, collettiva in – Francia / Belgio / e con Mostra
finale Collettiva a Gubbio Italia 2017, Premio Leone Alato “ Viva Arte Venezia 2017” a Palazzo Albrizzi (Venezia), Arte Salerno
2017, Brick Lane Gallery Londra 2018, Mini Personale Biennale del Tirreno 2018, Atmosfere Idilliache 2018 – Anacapri, Premio
Pop Art Revolution alla Fabbrica del Vapore - Milano 2018, MAG – Montreux Art Gallery 2018, Arte Padova 2018, Mostra presso
Arcadia Art Gallery Milano 2019, Mostra presso Gallerua Gaudì Madrid, Mostra presso Atelier Natalia Gromiko Lisbona, Personale
presso Exellence Art Gallery di Marbella 2020

Note Critiche
Le parole scritte che racchiudono l’intento e il senso di questa muoversi attraverso la pittura possono essere riassunte come segue:
Giochi di colore, Giochi di parole. (espressioni scritte incontrano tele e colori)

Aggiungere, togliere o modificare spazi al bianco.


Sottrarre al nero il predominio dello spazio infinito iniettandolo di luce
Un giorno, i colori e le forme iniziarono a comporre brecce nella realtà per trasformarla in sogno da trasferire con inchiostri su
pagine bianche del divenire.

L’uso dell’inchiostro ha rappresentato e rappresenta per me, ancora oggi, la nota portante del mio “fare”, della quasi totale
impossibilità di modificare, nel bellissimo gioco tra creare e lasciar creare, linea sottile del divenire.

“ l’Artista, o come preferisco dire io “l’Artigiano”, decide quando il quadro è terminato, e nel deciderlo fissa in modo perentorio la
sua Opera, sia essa imperfetta o definibile ineccepibile nella sua apparente ricerca di perfezione.”

“Scegliere di lasciare imperfezioni, a volte molto evidenti, credo voglia sottolineare quella parte istintiva ed emozionale che diviene
parte integrante dell’Opera stessa, meglio, del gioco emozionale dell’Artigiano che come un fanciullo ritiene concluso il suo
meraviglioso gioco di segni sulla tela, quasi un inno all’incompiuto e al tentativo di porsi come creatore… creatore dell’Imperfetto.”
ALBERTO SORDI 101

SPACE IS THE PLACE


Tecnica mista su tela - 50 x 50 cm

SPAESAMENTO
Tecnica mista su tela - 30 x 30 cm

La mia attività artistica inizia negli anni ’80 con disegni e dipinti surrealisti; sempre in questo periodo creo i
primi collage,compongo libri con la tecnica del cut-up e sperimento la scrittura automatica. La mia ricerca
si fonda adesso sul principio del Kaos e si concretizza in collages visionari polimaterici, ottenuti dall’unione
d’immagini, ingranaggi, relitti di meccanismi e oggetti trovati, incollati su legno o tela. Oltre a predisporre varie
mostre Personali ho partecipato a numerose collettive in Italia e all’estero, tra le quali “Kyoto Biennale 2003” (a
cura di Shozo Shimamoto), “Limbo 13” (a cura di Consuelo Giorgi, Crypt Gallery, Londra, U.K., 2011), “Tongue
of Angels” ( Kunst Etagen Pankow Gallery, Berlino, Germania, 2015), “CAI 20” (a cura di Gianpaolo Coronas,
MACA Museo di Arte Contemporanea, Anagni, FR, 2020), “Arte e Moda”, (a cura di Federico Caloi, Arcadia
Art Gallery, Milano, 2020).

Note Critiche
Sordi ha trovato presto un’espressione personale nella pratica del collage e dell’assemblaggio bidimensionale. Fedele alla tradizione
dadaista di Schwitters e compagni, usa i suoi foto-ealtro-montaggi per condurre con certosina dedizione e corrosivo umorismo
una feroce critica dell’esistente. Nei lavori, da leggere con pazienza ed attenzione, si accumulano decine e decine di elementi,
amalgamati con tecniche manuali e meccaniche: foto, scritti, disegni, incisioni, vignette, ma anche, a partire da una certa data,
piccoli oggetti dal significato trasparentemente simbolico come chiavi, fusibili elettrici, e così via. L’accentuazione della profondità,
dell’aspetto di bassorilievo dei lavori è stata la modalità scelta per differenziarsi dal diluvio di computer grafica. Infatti, nonostante
i suoi oggettivi vantaggi, il computer non poteva modificare più di tanto il modus operandi dell’artista, ideologicamente collocato
su una linea di pensiero critico della modernità che parte dai mistici medievali per arrivare ai movimenti dark e punk. Le tavole
sono dunque pervase da un horror vacui tipicamente medievale che rigetta prospettive geometriche e umanesimi progressisti per
raffigurare invece altri mondi, del passato, del futuro, dei presenti alternativi. Queste ucronìe, queste ricostruzioni arbitrarie della
realtà e della storia si offrono come specchi agli ingenui e felici abitatori del nostro tempo.
Enrico Formica
102 CRISTIAN SORGENTE

SEDIA SENZA CAVALIERE


Tecnica mista su tela - 130 x 100 cm

INFORTUNIO
Tecnica mista su tela - 102 x 108 cm

Giovane artista autodidatta, Cristian Sorgente, nasce a Battipaglia (SA) nel 1996. Frequenta l’Istituto
Agrario a Capaccio Paestum, dove vive e lavora e dove ha modo di accostarsi alla vocazione pittorica fin
dall’infanzia, appassionandosi con spontaneità e trasporto alla professione del padre, anche lui pittore.
Partecipa a varie esposizioni personali e collettive a Paestum, Salerno, Aquara, Pietrasanta, Massa, Cava
de’ Tirreni, Roma, Positano. Mostra grande interesse per le opere di artisti come Francis Bacon, Alberto
Burri, Mimmo Paladino e Pietro Lista. Hanno scritto di lui il prof. Aldo Carrozza e la prof.ssa Maria Pina
Cirillo.

Note Critiche
“Cristian Sorgente, nonostante la sua giovane età, dipinge composizioni molto interessanti,
sorprendentemente stranianti, scomode e accattivanti, dal registro sdrucciolevole e cangiante. Per
questo, egli è un pittore che può avere ascendenze molteplici, in cui il suo “richiamo” ad altri artisti diventa non una citazione ma
semplicemente una continuità creativa, la quale non può che generarsi sulla somma e sulla metabolizzazione organica dei linguaggi
forti della storia dell’arte.” (A. Carrozza). I suoi lavori si vanno ad innestare su una matrice surreale da cui emerge la trasfigurazione
di luoghi, oggetti della vita quotidiana e figure umane. “Le sue tele, generalmente di grandi dimensioni, colgono la dimensione
inclusiva dell’arte, instaurando dialoghi tra l’artista, l’opera e i fruitori, aprendo porte, rendendoci disponibili alla condivisione della
bellezza. Cristian, che guarda sempre con estrema attenzione ai particolari instaurando nessi desueti, mette al centro della sua
ricerca ciò che è unico e irripetibile, ricercandone l’essenza in profondità.” (M.P.Cirillo). L’utilizzo di tecniche materiche e di colori,
esprime il riflesso di una condizione emotiva che è tensione e che scaturisce dalla ricerca dell’ispirazione e dal desiderio di darle
corpo attraverso uno stile che sia “riconoscibile”. Tali dinamiche generano, sovente, un dualismo fra rappresentazioni complesse
che talvolta si presentano irrazionali, dominate da un forte senso cromatico, altre volte lasciano emergere un prevalere di toni
scuri e una rarefazione degli elementi figurativi. Obiettivo della sua arte è riprodurre la sintesi tra realtà e immaginazione, binomio
perfetto che si genera tra la persona e la dimensione onirica del reale. Ed è da queste tensioni che nascono le sue tele, realizzate
con pochi tratti, distinte da un carattere marcatamente simbolico, quasi concettuale.
MIRETTA SPARANO 103

ABBRACCIO PATERNO BACI


48 x 54 cm - grafite su carta 70 x 80 cm - grafite su carta

SONNO
30 x 40 cm - pastelli su carta

Disegnatrice e ritrattista autodidatta.


Nasce ad Agropoli (SA) il 16/6/1992 e vive a Capaccio (SA). Diplomata al liceo socio-psico pedagogico, attualmente
studia Conservazione dei beni culturali presso l’Università di Salerno e svolge l’attività di illustratrice, decoratrice e
ritrattista freelance.
L’artista, da sempre appassionata di disegno e pittura, solo intorno ai 18 anni scopre il movimento dell’iperrealismo
e ne apprende le tecniche in modo autonomo. La giovane artista ha all’attivo numerose mostre collettive e personali
come, nel 2017, la partecipazione alla Biennale di Milano e a quella di Venezia, a cura del prof. Vittorio Sgarbi.

Note Critiche
Maria Antonietta Sparano cattura l’essenzialità e lo spazio rendendo intenso lo “scatto” pittorico, permettendo allo spettatore di
provare forti emozioni. L’iperrealismo è la pura essenza delle sue opere.
L’artista ci conduce nel suo mondo interiore alla scoperta di quella realtà intrisa di dolcezza e delicatezza Importante è la riflessione
derivata da quel messaggio intrinseco che consente di comprendere quella verità insita nell’armonia dei suoi disegni.
104 ARIANNA TAIANI

ALBUFEIRA, PORTOGALLO PORTOFINO


Acrilico su tela - 50 x 50 cm Acrilico su tela - 50 x 50 cm

MANAROLA
Acrilico su tela - 40 x 50 cm

Arianna Taiani Salerno amante dell’Arte, studentessa modello, le piace dipingere paesaggi di tutto il mondo,
realizza ritratti a matita e sperimenta anche le altre varie tecniche, partecipa a collettive con entusiasmo e
passione comunicativa.
La sua ricerca è continua nell’ambito della pittura, ma elabora molte esperienze con tecniche diverse.
L’AMORE dell’ Arte, la rende piena di energia esuberante e creativa, Arianna continua a vivere in un mondo
personale pieno di sogni tutti da realizzare. Feconda è l’argomentazione con stimoli, sempre illuminante e
rigorosa,in tal modo la sua pittura esprime la magia ed il mistero dell’arte di Arianna.
Dice Arianna: Vorrei trovarmi nei luoghi che dipingo con questo mare sconfinato, specialmente adesso che c’è il covid
e non si può uscire se non in sicurezza. Abbiamo la libertà limitata in tutto , anche nell’arte e allora viaggiamo sognando!

Note Critiche
Arianna Taiani è una giovane artista entusiasta e molto appassionata nel suo sperimentare le varie tecniche artistiche. I paesaggi
sono il suo lieto motivo, la ricerca del colore, solare e felice. È instancabile nel produrre opere, con l ‘arte vince la sua timidezza.
Anna De Rosa artista e curatrice di eventi
ALGIDA TEMIL 105

INTROSPEZIONE
olio su tela - 50 x 60

MAGICA INIMITÀ
olio su tela - 50 x 60 cm

COMPLICITÀ
olio su tela - 50 x 70 cm

Algida Temil nasce a Udine il 31 marzo 1959, autodidatta, da sempre appassionata di pittura,
ha sperimentato varie tecniche e stili dal figurativo al geometrico al materico ...Rendendosi conto
però che non le appartenevano , anche se le erano state utili per crescere dal punto di vista
artistico , ha così seguito l’istinto ,dando vita ad uno stile del tutto personale. Dipingere per
lei significa isolarsi, rimanere sola con il suo io interiore nel silenzio più assoluto , dargli voce
imprimendo sulla tela quelle emozioni intime che attraverso l’ascolto emergono e la guidano nel
suo intento creativo.
Nel corso degli anni ha partecipato a numerose mostre collettive e diverse personali in città
importanti quali: Venezia ,Roma,Firenze ,Milano, Mantova,Anagni, Grosseto, Udine e all’estero
riscuotendo grande successo di pubblico e critica.

Note Critiche
ESTRATTO DALLA PRESENTAZIONE DELLA DR.SSA MARTA LOCK, 2021
[…] Algida Temil è un’artista in grado di svelare con chiarezza il suo approccio nei confronti
dell’esistenza contemporanea, così come il suo sguardo morbido sulle sfaccettature che appartengono al complicato vivere
attuale. Il suo Astrattismo sceglie le forme sinuose, arrotondate, come se volesse descrivere quanto sia necessario assumere un
atteggiamento empatico, elastico, malleabile nei confronti dell’altro e del mondo che circonda l’individuo perché è solo in virtù
dell’incontro, dell’apertura e del raffronto che si amplia il proprio punto di vista e si prosegue verso l’evoluzione. Non dimentica
mai la sottile figurazione […] si sposta verso forme senza volto e fortemente stilizzate. […]Tende a dare rilievo assoluto al mondo
interiore, quell’universo spesso incomprensibile anche al soggetto che lo nasconde dentro di sé, che non ha bisogno di una fattezza
esteriore, estetica, per essere e manifestarsi tutt’altro, semmai l’amplificazione che viene dalla mancanza di immagini si trasforma
in mezzo per narrarne le sfumature. Le tonalità scelte dall’artista sono infatti tenui, lievi, spesso terrose o cipriate. […] anche
quando si avvicina a una gamma cromatica più vivace […] non investono l’osservatore bensì lo attraggono verso l’opera, come se
dalle curve e dalla tenerezza di un mondo delicato si sentisse avvolto[…]Dunque il mondo di Algida Temil è fatto di meditazione di
riflessione silenziosa sui vari aspetti dell’esistenza. […]
106 ANTONIETTA VAIA

FRAMMENTI DI VITA PERICOLO CONTEMPORANEO n.2


tecnica mista su tela - 120 x 60 cm tecnica ceramica

FRAMMENTI DI VITA n.3


tecnica mista su tela - 18 x 24 cm

Antonietta Vaia , nata a Santa Maria C.V il 15/07/1973 (CE) è residente a Chiampo (VI) dove
vive e lavora. Dopo aver conseguito la Maturità Artistica presso il Liceo Artistico di Aversa (CE) si è
specializzata all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel corso di Pittura dei Maestri Armando De Stefano,
Gianni Pisani e Bruno Starita, con 110 e Lode /110. Abilitata all’insegnamento di Discipline Pittoriche,
Storia dell’Arte e Arte e Immagine dal 2001, è docente di Arte.

Note Critiche
L’indagine conoscitiva di Antonietta Vaia si colloca in un orizzonte che sembra tracciare, con indelebile
segno materico, il confine tra realtà e immaginazione, tra conscio e inconscio: un simbolismo che lancia
la sua sfida all’ordine naturale delle cose. Attraverso la pittura acrilica, la sabbia e il gesso, l’artista
si muove nella poliedricità cromatica della sua personalità e offre allo sguardo dello spettatore spazi di interiorità profondamente
vissuti, eccedenti il senso comune. Frammenti di vita interiore che emergono da un mondo altro - o semplicemente intimo - per
incontrare su stoffa e carta la concretezza degli eventi e la quotidianità. L’utilizzo della colla testimonia la volontà di mettere assieme
- come l’etimologia greca della parola ‘simbolo’ suggerisce - ciò che sta fuori e ciò che sta dentro. La materia di Antonietta Vaia
chiede di aderire a quel linguaggio simbolico che - tenendo assieme - rimanda a qualcosa di non definitivo, perché non definibile
dai codici convenzionali. L’arte, come la vita, non possiede esclusivamente significati univoci e singolari, ma stimola a incontrare
l’altro da noi, in una costante prova di identità e riconoscimento. In questo altro Antonietta Vaia sceglie di condurci.
Francesco Maria Iposi
RICCARDO VESCHINI 107

RIFLESSIONI SU RAME
60 x 80 cm
solfato di rame e acrilico
su tela

I SEGRETI DI BEATRICE TAGLI TECNICI SU BLU


40 x 40 x altezza 53 cm 40 x 80 cm
malte cementizie olio e colore camaleontico su tela

Riccardo Veschini in arte Rives nasce a Perugia nel 1973, dove vive e lavora. Dopo aver studiato disegno
tecnico all’Istituto Tecnico Industriale, prosegue come autodidatta esercitandosi in paesaggi e nature morte,
firma i suoi primi lavori nel ‘95. Nel 2010 accresce la sua esperienza nel genere astratto e materico,
eseguendo opere in grado di sfruttare la profondità del telaio come bassorilievi. La sua esperienza continua a
maturare con sculture di varie misure, in legno, metallo e cemento. Negli anni recenti i suoi lavori affrontano
il tema della riflessione della luce in grado di evolvere il senso cangiante dell’opera rendendola quasi viva.
Quadri le cui superfici materiche con le loro increspature, fanno in modo che la luce riflessa possa impattare
in diverse inclinazioni. L’artista include nel suo repertorio lo Stone Balalncing, esaltando l’equilibrio delle
forme dell’arte con le pietre immerse nella natura.
Edoardo Felicioni

Note Critiche
Riccardo Veschini: La luce come risonanza della coscienza
Nelle opere di Riccardo Veschini c’è un quid che va oltre l’ordinaria percezione. L’artista ha sperimentato una tecnica compositiva
rivoluzionaria, effetti di luce mirabilmente inusuali e suggestivi. Il soggetto si cela nella stessa materia e può rivelarsi attraverso
un riconoscimento visivo che varia in base al calore ricevuto. L’elemento principe è la luce; la sua funzione non è immortalare un
momento sospeso e cristallizzato ma realizzare uno spazio vivo e sempre diverso che stimola la riflessione, la ricerca di una magica
suggestione, in una dimensione dinamica, in continua metamorfosi. Una sottile alchimia che risveglia la memoria involontaria del
vissuto di ciascuno, quasi come una moderna madeleine di proustiana memoria. Nei riflessi di luce risiede l’interiorità dell’artista
e dell’interlocutore, il quadro diviene così regione dei miraggi, delle risonanze e dei confini della coscienza, delle riflessioni e
sperimentazioni percettive. L’osservatore è portato a voler esplorare ciò che è oltre la materia concreta, a scorgere la fonte di luce
e il gioco di riflessi cogliendone il mistero, ma anche il suo aspetto supremo, eterno e infinito. Anche le sculture non si aprono a
semplicistiche letture; il segno dell’artista Rives accarezza le forme accostandosi sempre più all’astrazione lungo il binario impervio
della metafisica, come apoteosi dell’infinito, tra forme sinuose ed essenzialità cromatiche.
Giorgio Vulcano
108 MONIKA WALTER

CORPUS DOMINI - olio su tela - 60 x 60 cm

FIRST DAY - olio su tela - 80 x 90 cm

Monika Walter nasce nel 1979 in Polonia , ma ben presto si trasferisce in Italia, dove comincia subito
a dedicarsi all‘arte, affascinata dalle bellezze che la circondano. La sua tecnica artistica e olio su tela.
Ha partecipato a numerose esposizioni in Italia e all‘estero, di cui ricordiamo le più recenti : premio
“Vittorio Sgarbi - La Selezione“, Salerno 2017, finalista “The Global Art Awards“, Dubai 2019.
Le mostre in Qatar, Dubai, India, Corea, Monaco, Francia.

Note Critiche
Artista Monica Walter, il suo talento rende unico un linguaggio espressivo che possiede la preziosa
dote della comunicativita‘.
La creatività è la forza motrice della sua arte che permette di realizzare opere pregevoli, riproducendo
le emozioni di una realtà ispiratrice. Arte ricercata, che contempla ed esalta la bellezza regalandoci
autentici attimi di pura poesia. Ogni opera è caratterizzata da una perfetta armonia compositiva,
frutto di un‘ attenta maestria tecnica affinata con lo studio e l‘esperienza.
Prof. Paolo Levi
HASSAN YAZDANI in arte HASSANSKI 109

SOLITUDINE MURO BIANCO - Olio su tela - 70 x 46


Olio su tela - 70 x 60

senza titolo - Collage - 20 x 14 cm

Hassan Yazdani (Hassanski) nasce a Tabriz, in Iran, dove frequenta il Liceo Artistico “Mirak” sotto la guida di
M. Fassounaki. Trasferitosi in Italia, studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze con Gustavo Giulietti e
poi a Roma dove si diploma nel 1980 con Alessandro Trotti. Ha esposto in mostre personali e collettive, tra le
quali: 2016 “Pigmenta” - Spazio MAW – Sulmona; 2019 “Collages” - Spazio MAW – Sulmona; 2016/2017
“Metamorphosis/Beyond The Shape” 2.0 – Mostra per il Bimillenario Ovidiano 2017, Pescara – Sulmona –
Burghausen (Germania); 2020 “Amor vincit omnia” – Museo Provinciale Campano – Capua, CE.
Ha partecipato a rassegne nazionali e internazionali, tra le quali: 2017/2020 Premio Sulmona “Gaetano
Pallozzi” – Polo Museale Civico Diocesano – Sulmona, con Menzione Speciale per il Migliore artista straniero
nel 2019; 2018 38a Rassegna dei Pittori Peligni - Pinacoteca Comunale “Amedeo Tedeschi” - Pratola Peligna;
2018 Prospettive del Terzo Millennio – Museo MACA – Acri.

Note critiche
Una calda luminosità e un forte uso del pigmento definiscono i caratteri estetici della ricerca di Hassanski, che si esprime in dipinti
policromi dalla particolare figurazione in cui l’albero è ininterrotta presenza, richiamo di valori sacri e di vissuti. Da stesure dense
e materiche prendono vita morbide composizioni, rivelatrici di un piacere del gesto che nell’amalgama fonde esperienze e ricordi
e celebra il colore quale verità e principio stesso della forma. Indagine cromatica e poesia sono il tratto distintivo di questo artista
che negli anni resta fedele alla pittura figurativa senza però dimenticare il contributo dato dall’astrazione.
Italia Gualtieri
110 RAFFAELA ZAMBRANO
RISVEGLIO
Acrilico su tela - 50 x 50 cm

DANZA D’AMORE
Acrilico su tela - 40 x 40 cm

MISTERO D’AMORE
Acrilico su tela - 50 x 60 cm

Raffaela Zambrano nasce a Castel San Giorgio (SA) il 17 06 1950. Muove e primi passi nel mondo
dell’arte frequentando laboratori di affermati artisti salernitani (Alfonso Grassi, Tafuri, Pietro Lista,
Carotenuto). Successivamente studia nel prestigioso Liceo Artistico di Salerno distinguendosi per
alcune sue performance che le valgono encomi da docenti ed esponenti del mondo dell’arte. Si
dedica, poi all’insegnamento di quelle stesse discipline trasmettendole ai suoi allievi. Le sue tele
esprimono i suoi stati d’animo e la sua visione della vita che si traducono in una esaltazione di sogni
mai sognati, in cui par di rivedere la stessa tecnica di Ligabue ed Henri Rousseau.

Note Critiche
La sua arte è espressione di una creatività che osserva il mondo circostante per poi rielaborarlo
secondo i suoi canoni e donarci un immagine sognante della vita. Il perfetto linguaggio espositivo
che traspare dalle sue opere riesce pienamente ad esprimere sotto ogni sfaccettatura ciò che il suo
animo desidera raccontare Le opere che ne derivano non sono altro che un perfetto linguaggio delle
sue emozioni e della sua visione intima e romantica della vita.
NICOLA ZAMPELLA 111

RITORNO NOTTURNO
Olio su tela - 100 x 70 cm

RESILIENZA AFFETTIVA
Pastelli olio e matite su cartoncino - 15 x 10,5 cm

L’Artista Nicola Zampella (in arte Zanico) nato a Caserta il 27/02/1963,dove vive e lavora presso il proprio
Atelier – studio di Interior Design “ALD artlabdesign” Caserta. Ha una formazione eclettica e professionale
spiccata. Nel 1980 diplomato Maestro D’arte e Maturità Artistica, frequenta per due anni la Facoltà di
Architettura degli Studi di Napoli “Federico II”, dal 1982/85 si scrive e termina il corso di specializzazione
triennale in Architettura D’interni – Interior Design presso l’IDI , Istituto Europeo Design di ROMA. Svolge l’attività
di Interior Design, senza tralasciare l’arte per la pittura. Propenso già in giovane età alla partecipazione di
numerose esperienze artistiche: mostre collettive, estemporanee, rassegne d’arte, progetti e realizzazioni dirette
a scenografie di rilievo, riscuotendo soddisfazioni e consensi, oltre a recensioni positive da parte di critici d’arte,
con pubblicazioni su riviste di settore.

Note Critiche
Artista polivalente con spiccate doti naturali fin dall’infanzia, nel disegno e nella manualità artistica generale. Alle doti personali,
nel corso degli anni cresce la voglia di conoscere e sperimentare svariate forme d’arte, utilizzando tecniche grafico – pittoriche con
grande gusto nella manualità e perfezione formale. Tecniche varie e miste su supporti diversi: matita – pastelli – china acquarellata
– acquarello – tempera – acrilico – olio. L’evoluzione artistica personale è basata inizialmente sul genere figurativo – naturalistico,
per poi intraprendere, attraverso un processo di ricerca, studi e maturazione, un linguaggio REAL – SURREAL - METAFISICO in
continua evoluzione.
112 LAURA ZILOCCHI

Faccio un sogno,
sono sepolto sotto foglie autunnali e il mio corpo germoglia
Tecnica mista su legno - Dedicata a una piccola poesia di Abbas Kiarstami. 50 x 90 cm

Archetipi
Corrispondenza
Acrilico su tela - 30 x 30 cm
Opera su carta acquerellata, ingrandita e rielaborata con
acrilici e grumi di colore
30 x 30 cm

Nata a Guastalla, vivo a Brescello, ambedue piccoli paesi posti su quella linea del fiume Po che ha dato i natali
a Cesare Zavattini, ha visto nascere l’arte naif della Bassa Reggiana e accolto Antonio Ligabue tra i suoi boschi
e pioppeti.
Mi interesso di storia locale, scrivo e trasporto nella mia pittura tutto quanto mi incuriosisce durante le mie
ricerche. Le mie opere, dopo aver esaurito un ciclo di dipinti su segni e simboli africani, sono oggi orientate
alla scrittura e poesia dalle quali traggo spunti per emozioni che vorrei riuscire a trasmettere. Non so dire
dove sto andando perché la ricerca è parte di me stessa quindi sempre in salita.

Note critiche
“...attraverso la forma astratta Laura Zilocchi ha trovato la propria strada, il proprio codice espressivo: una pittura fatta di
creatività e fantasia, di luce e colore sulla quale inserisce i suoi segni, le sue traiettorie, le sue scritture. Pittura segnica, quella
della nostra artista, ma arricchita da felici intuizioni spaziali, da un innato e prorompente gusto cromatico che, sovente, lascia
intravedere un certo divertissement esecutivo, quasi una forma di liberazione interiore quando la sua sintesi grafica riesce a farsi
talmente immediata e istintiva da rasentare la dimensione dell’Informale, dove tutto diventa luce e colore, fantasia ed emozione.”
Prof.Luciano Carini
FONOCROMATICA-CAI
Ernesto Sparago
114 Ernesto Sparago
“Le arti sono unità viventi e ciò che vive non si lascia spezzare. Invece il primo passo è sempre stato il
dividere in base ai mezzi e alle tecniche espressive più esteriori l’infinito dominio dell’arte in zone
particolari, che si è presunto siano eterne nei loro principi formali immutabili. Così si separò la “musica”
dalla “pittura”, la “musica” dal “dramma” e poi si definirono in astratto la Pittura, l’Arte plastica, la Tragedia.
Ma il linguaggio tecnico delle forme è poco più di una maschera rispetto all’opera vera e propria. Il caro
amico Gianpaolo Coronas per questa nuova edizione CAI 2021 propone una sinestesia tra musica e
pittura, con l’inserimento di una partitura musicale nel catalogo che possa racchiudere con i suoni tutte
le opere contenute nel CAI. Ho deciso di partire dagl’insegnamenti arcaici e rinascimentali.Certe dottrine
scientifiche odierne, hanno recuperato la capacità del pensiero occidentale di procedere secondo modelli
analogici. Perciò quando osserviamo delle sculture o dei colori, li tocchiamo con gli occhi, mentre essi ci
avvolgono con le loro vibrazioni fonocromatiche. La musica di questo catalogo vuole penetrare nell’intima
struttura di quel vibrare universale, perché esso si manifesti per mezzo di una visione-uditiva che scaturisce
dalla sintesi fonocromatica. Non si mira soltanto a far scaturire suoni da un quadro, né a comprendere
preventivamente che tutto appartiene alla geometria della vita. Ogni cosa è già unita al tutto. Noi dobbiamo
solo cooperare perché rimangano tali. Solo cosi l’Harmonia potrà regnare fra gli uomini e la natura. Fu
Alexandr Skrjabin, (1872-1915) il pianista e compositore russo, a riconoscere in chiave moderna l’idea
di sinestesia, che aveva attraversato la civiltà umana, dall’estremo oriente all’occidente. Per Alexandr, la
sinestesi vuol dire percezione simultanea ed inebriante di un fenomeno, mediante sensi diversi: udito,
tatto e olfatto. Skrjabin recupera però la filosofia pitagorica e platonica in cui la musica è la via maestra
della conoscenza. Ma ciò è possibile soltando se la Musica, la Pittura, le Arti Plastiche, al loro interno, si
strutturano secondo rapporti, forme e frequenze che riproducano o seguono le leggi stesse della natura, o
si ispirano ad essa. Il compositore russo immaginava per l’incompiuta opera finale Misterium una sinfonia
di luci e colori, strutture architettoniche mobili di fasci luminosi, sinfonie di profumi e di carezze, creazioni
di un’arte inimmaginabile che doveva fare appello a tutte le percezioni sensoriali. Forse il compositore che
ha risentito maggiormente dell’influenza Skrjabiniana è Vysnegradskij (1893-1979) che come Skrjabin,
arriva a stendere una tabella di analogie fra suoni cromatici e colori. Tra le analogie di suoni e colori,
voglio ricordare infine il mistico ed esoterista austriaco Josef Mathias Hauer (1883-1959) che fu l’unico ad
assegnare un’esatta correlazione fra intervalli musicali e colori.
Ernesto Sparago
Direttore d’orchestra

Tabella di analogie fra suoni cromatici Tabella di intervalli musicali e colori


e colori di Vysnegradskij di Josef Mathias Hauer

Do ROSSO Intervalli Colori


Do# ROSSO -ARANCIO Ottava verde
Settima maggiore rosso
RE ARANCIO
Settima minore smeraldo
RE# ARANCIO-GIALLO Sesta maggiore arancio
MI GIALLO Sesta minore blu
FA GIALLO-VERDE Quinta giallo
FA# VERDE Quinta diminuita rosso bruno
SOL VERDE-BLU Quarta verde
SOL# BLU-VIOLETTO Terza maggiore vermiglio
LA VIOLETTO Terza minore turchese
Sib VIOLETTO-ROSSO Seconda maggiore oro
Seconda minore viola
Ernesto Sparago 115
Il “Cerchio dei colori”di Itten”

Spartito della FONOCROMATICA-CAI

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per poter ascoltare la FONOCROMATICA-CAI
INDICE ARTISTI
LAURA AMATO 8
MANOLA ANDREANI 9
RAIQUEN ARDUINI 10
ARVEDO ARVEDI 11
DANIELA BERTANI 12
NORMA BINI 13
SELENE BONAVITA 14
ALEXIA BOTTA 15
IONELA BURSUC 16
GENNARO CAIAZZA 17
ANTONELLA CALORINI 18
RITA CANINO 19
DANIELA CAPUANO 20
MARIA CRISTINA CARBONE 21
MARIO COBÀS 22
IULA CARCIERI 23
CONCETTA CARLEO 24
ENRICO CARNIANI 25
ENZO CASALE 26
VALTER ADAM CASOTTO 27
ELISABETTA CASTELLO 28
ALFREDO CELLI 29
BIAGIO CERBONE 30
ANNALISA CERIO 31
SLOBODANKA CIRIC 32
MASSIMO CLEMENTE 33
PIERO COLLE 34
GIORGIA CONIGLIO 35
MAURIZIO SCHÄCHTER CONTE 36
CARLO CURATOLI 37
CARMELA CUSANO 38
ANNA D’ELIA 39
TIZIANO DALL’OMO 40
MATILDE DAMELE 41
ANNA DE ROSA 42
MARIANNA DE ROSA 43
ALIDA DE SILVA 44
VINCENZO DEL SIGNORE 45
DANIELA DELLE FRATTE 46
ROSANNA DI CARLO 47
ANNA ISKRA DONATI 48
GIULIANA FARINARO 49
ANDREA FELICE 50
FAUSTA FEOLA in arte Rosaoriginaria 51
YEHUDITH MARIA FERRARA 52
MARIA FONTANELLA in arte riaMalaFonte 53
MARIO FRANCESE 54
VITTORIO FUMASI 55
DONATELLA GABRIELLI 56
STEFANIA GALLETTI 57
TERESA GIARDINA 58
BRUNO GIUSTINIANI 59
STEFANO GUJON 60
BARBARA LEGNAZZI 61

INDICE ARTISTI
DAVIDE LIBERATORE 62
ROSA LIOTTO 63
FRANCESCO LOLIVA 64
DONATO LOTITO 65
CARMINE CARLO MAFFEI 66
MILA MARINIELLO 67
ROCCHINA MARCHESE in arte ROKY 68
ARIANNA MARIANO 69
LAURA MARTUCCI 70
EMIDIO MASTRANGIOLI 71
MICHELE MAZZONE 72
MONICA MICHELLOTTI 73
ZDRAVKO MILIĆ 74
MILOVIC 75
FRANCESCO MINOPOLI 76
MAURO MOLINARI 77
SALVATORE OPPIDO 78
GIOVANNI ORLACCHIO 79
JACK OTTANIO 80
ROBERTO PALLESTRONG 81
LORENZO PALUMBO 82
SIMONETTA PANTALLONI 83
ANDREA PESCIAIOLI 84
PATRIZIA PIANINI 85
NICOLA PICA 86
GINETTA PINELLI 87
ROBERTO PINO 88
FERNANDO PISACANE 89
VINCENZO PIZZORUSSO 90
ELENA POGUTZ 91
MANUELA SAVINA POZZATI 92
GUSTAVO POZZO 93
ELEONORA PULCINI 94
MARINA QUALIZZA 95
STEFANO REZZA 96
RENZO SBOLCI 97
ANNA SECCIA 98
GRAZIA SMILOVICH (JOSA) 99
MASSIMO SOLDI 100
ALBERTO SORDI 101
CRISTIAN SORGENTE 102
MIRETTA SPARANO 103
ARIANNA TAIANI 104
ALGIDA TEMIL 105
ANTONIETTA VAIA 106
RICCARDO VESCHINI 107
MONIKA WALTER 108
HASSAN YAZDANI in arte HASSANSKI 109
RAFFAELA ZAMBRANO 110
NICOLA ZAMPELLA 111
LAURA ZILOCCHI 112
terramadrecultura@gmail.com

IL PRESIDENTE
Salvatore Della Peruta

IDEA E CURATELA DEL CATALOGO


Gianpaolo Coronas

TESTI A CURA DI
Gianpaolo Coronas
Federico Caloi
Luigi Fusco
Cesare Orler
Dante De Nisi
Ernesto Sparago

REALIZZAZIONE GRAFICA
Ferdinando Rotunno

Ringranziamenti
-

MARKETING AREA
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COMMUNICATION AREA
-

2021 © Tutti i diritti riservati all’associazione culturale Terra Madre.


ISBN --------------------
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compreso fotocopiature senza autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore
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