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Concetti fondamentali e richiami

di termodinamica
Lezione 2b

Matteo Prussi
Dalle dispense del prof Mancò [SISTEMI ENERGETICI EPICS, Collana POLITEKO] e dai lucidi del Prof. Chiaramonti
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Primo principio della Termodinamica
«Se si chiama energia ogni grandezza fisica che può essere trasformata in lavoro meccanico, è
opportuno osservare che la realizzazione delle prime macchine termiche anticipò di oltre un
secolo il riconoscimento del fatto che quella grandezza fisica che chiameremo calore si può
trasformare in lavoro ed è quindi una forma di energia»

Bertin, Poli, Vitale. Fonte Fondamenti di termodinamica

Per giungere ad una appropriata definizione del calore (definizione che ha richiesto secoli di
perfezionamento) è necessario richiamare alcuni concetti:
• Lavoro nelle trasformazioni quasi statiche
• Trasformazione adiabatica
• Lavoro nelle trasformazioni adiabatiche
• Calore

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Lavoro
 Forma di interazione tra un sistema e l’esterno.
 Energia trasmessa con una forza che agisce per una distanza (spostamento).
• Es/ stelo di uno stantuffi, albero rotante, cavi elettrici che attraversano i confini del sistema
 Il lavoro scambiato per unità di tempo si definisce Potenza (kJ/s o kW)
 Convenzione direzionale:
• Positivo se ricevuto dal sistema L>0 L<0
• Negativo se fatto dal sistema sull’esterno
 Lavoro meccanico:
sistema
𝐿 =𝐹⋅𝑠 [J]
Affinché un sistema termodinamico abbia una interazione energetica sotto forma di lavoro è necessario che
una forza sia applicata sul confine del sistema e che quella parte del confine si sposti di una certa distanza s
 Se la forza non è costante:
2 per poter effettuare l’integrazione occorre conoscere
𝐿= ‫׬‬1 𝐹 ⋅𝑠 [J] come la forza varia con lo spostamento

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Lavoro meccanico – Esempio
Dispositivo Stantuffo-Cilindro
• Lo stantuffo si muove molto lentamente per una distanza ds
• Non vi sono attriti
Se • Il sistema è sempre in equilibrio (trasformazione quasi-statica)

𝛿𝐿 = 𝐹 ⋅ 𝑑𝑠 = 𝑝𝐴𝑑𝑠 = 𝑝𝑑𝑉
• 𝑝 > 0 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒
> 𝟎, 𝑠𝑒 𝑖𝑙 𝑣𝑜𝑙𝑢𝑚𝑒 𝒂𝒖𝒎𝒆𝒏𝒕𝒂 → 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜 𝒑𝒐𝒔𝒊𝒕𝒊𝒗𝒐
• 𝑑𝑉 ቊ
< 𝟎, 𝑠𝑒 𝑖𝑙 𝑣𝑜𝑙𝑢𝑚𝑒 𝒅𝒊𝒎𝒊𝒏𝒖𝒊𝒔𝒄𝒆 → 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜 𝒏𝒆𝒈𝒂𝒕𝒊𝒗𝒐

Per rispettare la convenzione stipulata precedentemente è necessario anteporre un


segno meno al prodotto pdV in maniera da ottenere un lavoro negativo perché è il
sistema che fa lavoro sull’esterno:

𝛿𝐿 = −𝑝𝑑𝑉
2
Lavoro totale:
𝐿 = − න 𝑝𝑑𝑉 deve essere nota la relazione tra p e V, cioè p=f(V)
(lavoro fatto durante
1
l’intera trasformazione 1-2)
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Lavoro: funzioni di punto e di linea
funzione di punto - • La variazione di volume è sempre la differenza dei volumi
esempio nello stato 2 e nello stato 1, indipendentemente dal
2
Variazione di percorso seguito
න 𝑑𝑉 = 𝑉2 − 𝑉1 = ∆𝑉
volume: 1 • Il volume è infatti una proprietà (come T, p, h, s, …), ossia
una funzione di punto (o di stato) ed ha differenziali esatti,
indicati con il simbolo 𝒅

funzione di linea -
• Il Lavoro totale si ottiene seguendo la linea di
esempio
trasformazione e sommando le quantità̀ differenziali di
lavoro (𝛿 L) fatte via via.
2
• L’integrale di 𝛿 L non è 𝐿2 − 𝐿1 , in quanto il Lavoro totale
Lavoro totale: න 𝛿𝐿 = 𝐿12
NON è la differenza del lavoro nello stato 2 e il lavoro nello
1
stato 1 perché il lavoro NON è una proprietà del sistema e i
sistemi NON possiedono lavoro in uno stato.
• Il lavoro è una funzione di linea, e ha differenziali inesatti
che vengono indicati con il simbolo 𝜹.

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Lavoro nella trasformazione adiabatica
Trasformazione non ci sono scambi di
adiabatica calore con l’esterno

A differenza della definizione generale di lavoro, il lavoro


adiabatico dipende soltanto dagli stati iniziale e finale,
non da quelli intermedi.

Definizione del I° principio della termodinamica


«[..] per ogni coppia di stati di equilibrio di un sistema termodinamico qualsiasi, esiste almeno una trasformazione adiabatica
che va dal primo al secondo; quanto le trasformazioni adiabatiche che vanno da uno stato all’altro sono più di una, il lavoro
corrispondente - lavoro adiabatico – è lo stesso per tutte, ossia il lavoro adiabatico dipende dallo stato iniziale e da quello
finale, ma non dalla particolare trasformazione adiabatica che li collega.»
Bertin, Poli, Vitale. Fonte: Fondamenti di termodinamica.

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Calore
 Forma di energia che viene trasmessa tra due sistemi (o tra il sistema e l’esterno) in virtù di una differenza
di temperatura
 In assenza di una differenza di temperatura non può esserci un trasferimento di calore tra due sistemi
 Il calore scambiato è Energia Termica «in transito» (quindi non è posseduto dal sistema, come il lavoro)
 Ha le dimensioni di un’Energia (J)
 Calore scambiato nell’unità di tempo rappresenta una Potenza Termica scambiata (kJ/s  kW
 Trasmissione di Q: sempre da corpo a T maggiore verso quello a T minore
 Processo senza trasmissione di calore  Processo ADIABATICO
 Convenzione direzionale:
• Positivo se ricevuto dal sistema 𝑄>0 𝑄<0
• Negativo se fatto dal sistema sull’esterno
 3 modalità di trasmissione
a) Conduzione sistema
b) Convezione
c) Irraggiamento
 È, come il lavoro, una funzione di linea, dunque ha differenziali inesatti (𝛿𝑄) e dipende dal percorso della
trasformazione
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Primo principio della Termodinamica

Per sistemi chiusi Per sistemi aperti

L L
Q
m1 m2
Q
 Non vi sono trasferimenti di massa  La massa può entrare/uscire da un certo
attraverso il confine del sistema volume (di controllo) del sistema
 Si è fatto riferimento ad una massa di  Volume di controllo: una regione dello
controllo spazio da osservare rispetto alla materia e
all’energia che attraversano i suoi confini.

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Primo principio della Termodinamica
Sistemi chiusi
 Affinché si abbia variazione dell’energia interna totale (𝑈) di un sistema chiuso, questo deve scambiare energia
con l’esterno. Questo avviene solo attraverso Lavoro 𝐿 e Calore 𝑄
 Primo Principio della Termodinamica:
 Rappresenta una formulazione del principio di conservazione dell'energia, che afferma che la somma delle
energie interne di tutti i sistemi termodinamici che in un dato processo interagiscono tra loro rimane costante
durante il processo
 L'energia interna totale di un sistema termodinamico non si crea né si distrugge, ma si trasforma, passando da
una forma a un'altra
 Si basa su osservazioni sperimentali
∆𝑈 = 𝑄 − 𝐿

𝑑𝑈 = 𝛿𝑄 − 𝛿𝐿

è dovuta a tutti i contributi di energia legati al suo stato (energia cinetica 𝐸𝑐 , potenziale
 𝑈 𝐸𝑔 , …)
è una funzione di stato  differenziale esatto
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Primo principio della Termodinamica
Sistemi chiusi

Sistema 𝑄=0
∆𝑈 + 𝐿𝑎𝑑 = 0
adiabatico Lavoro dipende dagli
stati inziale e finale

Il lavoro adiabatico assume dunque le


caratteristiche di una funzione di stato

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Primo principio della Termodinamica
Sistemi chiusi – trasformazioni cicliche
 Supponiamo che il sistema percorra un ciclo, cioè una continua serie di trasformazioni, tale
che il sistema ritorni periodicamente al suo stato iniziale
 In una trasformazione ciclica, la variazione di energia interna totale è nulla perché stato di
partenza e stato di fine coincidono  ‫𝑈𝑑 ׯ‬ =0

ර 𝛿𝑄 + ර 𝛿𝐿 = 0

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Primo principio della Termodinamica
Sistemi chiusi
 Il calore 𝑄 è solamente quello scambiato dal sistema
attraverso i suoi confini, per effetto di una differenza di Aggiungiamo il pedice e per esterno:
temperatura
 il lavoro 𝐿 è quello dovuto all’azione di forze esterne sul 𝑑𝑈 = 𝛿𝑄𝑒 − 𝛿𝐿𝑒
sistema

 Il lavoro effettuato sul sistema dalle forze superficiali esterne:


(Lw rappresenta l’incremento di lavoro che le forze superficiali compiono su ciascun elemento del sistema a causa delle
resistenze passive)
 ll I PRINCIPIO 𝑈 = 𝑄𝑒 − 𝐿𝑒 assume dunque la forma

e quindi

• ed in forma differenziale
• o riferendosi all’unità di massa
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Primo principio della Termodinamica
Sistemi chiusi

 lw rappresenta l’energia persa e non convertita in lavoro a causa di attriti, cioè azioni viscose, che si
manifestano all’interno del fluido e tra fluido e pareti.
 Occorre pensare al fluido dotato di moti interni che portano le molecole a muoversi con velocità
diverse fra di loro generando quindi degli scorrimenti delle une rispetto alle altre. Questo
strisciamento dissipa energia che viene convertita in calore.
 E’ come se ci fosse una sorgente interna di calore.
 Il calore netto q che un sistema riceve è per questa ragione dato dalla somma algebrica tra il calore
scambiato con l’esterno qe, e che attraversa i confini del sistema, e il calore conseguente all’energia
persa per attrito, chiamato lavoro di attrito lw, cioè il lavoro fatto dalle forze di attrito. Pertanto:

quindi diventa

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LAVORO ESTERNO Le
Primo principio della Termodinamica
Sistemi chiusi
 Definiamo adesso l’ENTALPIA

 Differenziando:

…da cui, essendo du + pdv equivalente a dh-vdp :

«Lavoro tecnico»

Entalpia è una funzione di stato.


Notevole analogia con Energia Interna U (scambiando volume con pressione e viceversa)
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Calore e Calore Specifico
 Calore: interazione energetica tra il sistema termodinamico e l’esterno
 Questa interazione può aumentare/diminuire l’energia interna del sistema e quindi T
 Quanto calore è necessario introdurre per aumentare di una certa quantità la temperatura di un
sistema ?
 Per aumentare la T di 1 kg di ferro da 20 °C a 30 °C sono necessari ∼ 4.5 kJ di energia mentre
servono 41.8 kJ di energia per aumentare della stessa quantità la temperatura di 1 kg di acqua.
 E’ necessaria una proprietà che sia in grado di esprimere la capacità di immagazzinare energia
delle varie sostanze: il CALORE SPECIFICO
 se una quantità di calore dq viene ceduta a un sistema, che varierà la sua temperatura di dT ,
allora il calore specifico c viene definito come

con dq = la piccola quantità di calore occorrente ad ottenere il piccolo aumento dT

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Calore e Calore Specifico
 Il calore specifico acquista significato soltanto quando si definisce la trasformazione percorsa dal
sistema nel variare di temperatura.
 AERIFORMI: di particolare interesse i calori specifici (o capacità termiche massiche) a pressione
costante ed a volume costante

Impiegando quindi l’equazione dell’energia nella forma


se ne ricava

essendo u non solo funzione di T. Analogamente

i calori specifici rappresentano proprietà del sistema.

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Calore e Calore Specifico
 I calori specifici, al pari di altre proprietà termodinamiche, possono variare
fortemente con la T e la p di una sostanza, e devono essere impiegati dati
sperimentali per ottenere risultati affidabili.
 Per variazioni di temperature modeste i valori possono essere assunti costanti in
calcoli di prima approssimazione.
 Nei liquidi e nei solidi cp e cv sono circa uguali, mentre c’è un’apprezzabile differenza
per i gas

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Calori Specifici dei Gas Ideali
 Se un gas obbedisce alla Equazione di Stato pv = RT , allora l’Energia
Interna e l’Entalpia risultano funzioni della sola temperatura

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Calori Specifici dei Gas Ideali
 Se i calori specifici sono costanti

 Per gas a basse pressioni i calori specifici sono circa costanti e non variano, per ristretti
campi di temperatura
Spesso, nelle applicazioni, ci si riferisce ad un gas ideale, che obbedisce all’equazione
di stato pv = RT , con calori specifici costanti.

 Per gas ideali vale

 Inoltre definiamo il rapporto dei calori specifici ɣ

 Anche il rapporto dei calori specifici varia con la temperatura anche se in maniera contenuta. Per i
gas monoatomici vale ɣ = 1.667 . Molti gas biatomici, inclusa l’aria, hanno un rapporto dei calori
specifici pari a ɣ = 1.4 a temperatura ambiente.

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Le Trasformazioni Termodinamiche

Trasformazione POLITROPICA
 E’ la più generale. E’ una generica trasformazione che congiunge due diversi
stati del fluido. Elementi caratterizzanti:

o Esponente n

o Costante «cost»

 Questa relazione pvn = cost (trasformazione Politropica), se i calori specifici cp e


cv sono costanti (o si possono ritenere tali nell’intervallo di Temperatura
considerato), collega due diversi stati del fluido mantenendo invariato il calore
specifico durante l’evoluzione
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Le Trasformazioni Termodinamiche
 Dal I Principio ne segue:

 Dividendo membro a membro se ne ricava

 A questo punto è possibile scrivere

 Se n = cost (o comunque cost all’interno dell’intervallo di T considerato) ne segue, integrando: n ln v + ln p =


cost  pvn = cost
 Noto n , la relazione n= (cp-c)/(cv-c) può essere utilizzata per calcolare la CAPACITA’ TERMICA 

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Le Trasformazioni Termodinamiche
 Se il fluido obbedisce all’equazione di stato pv = RT , l’equazione della
politropica

può essere scritta come:

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Le Trasformazioni Termodinamiche
 La trasformazione politropica consente di calcolare
 il calore complessivo che un sistema riceve dq = cdT, e
 un termine importante del lavoro: – ∫ pdv (lavoro esterno)
 essendo p1v1n = pvn si può esplicitare p = p1v1n v–n che sostituita nell’integrale consente di
risolverlo:

cioè

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Le Trasformazioni Termodinamiche
 Forme alternative si possono ottenere, impiegando il rapporto delle pressioni
o delle temperature

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Le Trasformazioni Termodinamiche
 Analogamente si può risolvere l’integrale ∫ vdp :

cioè

l’espressione più a destra vale se il fluido è un gas perfetto.

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LE TRASFORMAZIONI TERMODINAMICHE
Riassumendo

Chiamato anche
lavoro tecnico.

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Trasformazione ADIABATICA REVERSIBILE
Se la politropica pvn=cost è adiabatica e reversibile  pvg=cost

Infatti da cui

e l’equazione caratteristica diviene

Sostituendo g ad n risulta quindi – lungo un’adiabatica reversibile - :

era

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POLITROPICHE NOTEVOLI
Isocora
Adiabatica Isobara

n= ∞ Isocora

1<n<g c<0 n=1 Isoterma


Isoterma

n=0
Isobara
n= Adiabatica
c= g
dQ/dT

• Adiabatica  dq = 0  n = g , pvg = cost


• Isobara  p = cost  c = cp n=0
• Isocora  v = cost  c = cv n=∞
• Isoterma T = cost  pv = cost  c = ∞ , n = 1
• Calore specifico NEGATIVO per 1 < n < g , cioè per
trasformazioni comprese tra isoterma ed adiabatica
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POLITROPICHE NOTEVOLI
Isocora Isobara
Adiabatica

Isoterma

• Adiabatica  dq = 0  n = g , pvg = cost


• Isobara  p = cost  c = cp n=0
• Isocora  v = cost  c = cv n=∞
• Isoterma T = cost  pv = cost  c = ∞ , n = 1
• Calore specifico NEGATIVO per 1 < n < g , cioè per
trasformazioni comprese tra isoterma ed adiabatica
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Primo principio della Termodinamica
Sistemi aperti
o Portata in massa: massa che entra o esce dal volume di controllo nell’unità
di tempo
o Caso in studio:
 Flusso di in un fluido in un condotto,
 Massa elementare m che fluisce, con velocità c

 Massa che fluisce nell’unità di tempo:

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Primo principio della Termodinamica
Sistemi aperti
 Esprimiamo la massa m in funzione delle proprietà del sistema
 m è funzione del prodotto della densità r per il volume V
 Il volume V è il prodotto della sezione normale del condotto A per lo spostamento s

 Trascurando le variazioni di densità e sezione di passaggio nel tempo elementare dt , la portata


in massa è

 A questo punto possiamo introdurre il principio di conservazione della massa

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Primo principio della Termodinamica
Sistemi aperti
Principio di conservazione della massa
 Massa entrante in s = massa uscente da s + incremento di massa in s

Superficie del
volume di controllo

massa entrante

massa uscente
Accumulo di massa
nell’unità di tempo all’interno
del volume di controllo

 Nel caso di ingressi/uscite multiple:


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Primo principio della Termodinamica
Sistemi aperti
Caso particolare: flusso stazionario
monodimensionale
 se la portata di liquido entrante (in figura) è uguale
alla portata uscente l’altezza h rimane costante nel
tempo e quindi la variazione di massa all’interno
del sistema è nulla.

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Primo principio della Termodinamica
Sistemi aperti
 Alcune riflessioni ..
 Cosa accade a una data quantità di massa che attraversa il volume di controllo, cioè, quale è il
comportamento di un sistema termodinamico chiuso che subisce un processo che lo porta ad
attraversare il volume di controllo?
 Il sistema termodinamico chiuso potrà
o subire effetti di pressione dalle vicinanze,
o trasmettere calore attraverso i suoi confini, e
o subire l’azione di forze che producono lavoro
 L’energia totale E del sistema chiuso può cambiare come risultato del suo spostamento da una
posizione ad un’altra e, forse, per una variazione della sua velocità
 Possiamo analizzare il sistema mediante il principio di conservazione dell’energia
 Inoltre la massa totale entrante e uscente dal volume di controllo può essere pensata come un
gruppo di elementi di massa, ovvero, un gruppo di piccoli sistemi termodinamici chiusi
 Possiamo perciò considerare che le masse entrante e uscente dal volume di controllo trasportino
energia interna attraverso i confini del volume di controllo.

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Primo principio della Termodinamica
Sistemi aperti

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Lavoro di spostamento Lsp netto
 Principio di conservazione dell’energia per sistemi aperti
 Affinché una massa attraversi il volume di controllo, ci deve
essere una forza che la spinga.
 Questa forza è fornita dalla pressione del sistema.
 Riferiamoci ad una massa contenuta in un volume di area A e lunghezza Ds .
 Per spostare questa massa, dentro e fuori il volume di controllo, dobbiamo esercitare una forza pA per la
distanza Ds
 Indipendentemente dalla quantità di massa, Ds sarà Ds = V/A. Quindi:

 pV è chiamato Lavoro di Spostamento


 è prassi considerarlo separatamente dal lavoro scambiato con oggetti esterni al volume di controllo.
 Il lavoro di spostamento nel tempo dt esercitato sul confine del volume di controllo dalle forze di pressione
vale (con p e V costanti durante dt):

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Lavoro di spostamento Lsp netto
 Il Lavoro esterno Le è quindi così scomponibile:

 dove Li è il lavoro fornito al volume di controllo da forze esterne attraverso oggetti solidi e Lsp,netto il lavoro di
spostamento netto scambiato con esterno per lo scambio di massa nella sezione di ingresso i e in quella di
uscita e.
 Il lavoro interno Li viene anche chiamato shaft work perché frequentemente scambiato attraverso un albero
rotante (ad esempio di una turbina).

 Quindi

 dove il termine piVi è il lavoro fatto dall’esterno sul fluido per spingerlo all’interno del volume di controllo e il
termine peVe il lavoro fatto dal sistema per spingere il fluido fuori dal volume di controllo.

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Equazione dell’Energia al sistema aperto
 Possiamo quindi scrivere l’Equazione dell’Energia nel modo seguente

 Ricordando che l’energia totale e si compone dell’energia interna termica u, dell’energia potenziale
gravitazionale, dell’energia cinetica, ecc.
 Per convenienza introduciamo l’entalpia, definita come h = u + pv
 L’equazione generale dell’energia per un sistema aperto si può scrivere

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Flusso stazionario
 Assumendo che il sistema aperto si trovi in condizioni stazionarie  non ci sono variazioni
all’interno del volume di controllo con il tempo

 L’espressione del primo principio diviene

 Se, in particolare, abbiamo un solo flusso in ingresso e in uscita allora

 e quindi

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Flusso stazionario

 Dividendo ambo i membri per la portata in massa:

 E’ possibile anche una seconda forma del primo principio della termodinamica, tale da mettere in
evidenza le perdite fluidodinamiche
 Per una trasformazione elementare

 Ricordando il principio di conservazione dell’energia in un sistema chiuso

 e la definizione di Entalpia per una trasformazione infinitesima


Ne consegue

ed eliminando dh

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Flusso stazionario
 Integrando la

 Si ottiene

 La somma dei termini qe calore massico scambiato con l’esterno, e lw lavoro dissipato in attrito e quindi
in calore, rappresenta il calore netto che un sistema riceve

 Se il sistema è allo stato liquido, e quindi in prima approssimazione incomprimibile, si ha quindi che v =
cost oppure r = cost. Allora
v fuori dall’integrale e l’espressione diventa

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Diagrammi termodinamici
 Diagramma di CLAPEYRON: pressione – volume specifico
 Rappresenta il lavoro scambiato con l’esterno lungo una trasformazione
 Consideriamo ad esempio una compressione reversibile 1-2
 Area sottesa sull’asse delle ascisse v è il Lavoro Esterno le
 Area sottesa sull’asse delle ordinate p è il Lavoro Interno li
 La differenza è il Lavoro di spostamento

 Se la trasformazione
torna alle condizioni
iniziali, cioè siamo
nel caso di un ciclo, il
lavoro di
spostamento è nullo
ed le coincide con li
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