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304 L'Ottocento 4. Aless."

La seduzione di Egidio SCCONC.


e si di-
porro del clttinto capitolo del seconclo tomo clel Fermo e Lucia, tomo quasi tutto de-
nella s:
È u, ESSA S'
d,icato a tl4ryare la storia scellerata e tragica di Geltnrde, «la sìgnora», È rrro che in questo
tomo Manzoli indulge pareccbio al racconto trero dal qttale, corue ebbe anche a confessare a.l
d 1ns1a

Stiropa, si sentiua attrdtto; così corne è uero che in esso_ ci sono pagine di che ir .
'oirendi Stefano
figliastro
che gì:
detiiti. Nel paiso tuttauia che presentìarno (e che uerrà molto ridotto zzel Promessi
Sposi doue tra l'altio si legge la famosà frase: «la suenturata rispose»), predotnina l'analisi di voce r -
una seduzione, quella cheEgidio operut su Geltntde trouando',-i naturalmente, data la forzata 7a facc.
monacazione di lei, teyerto tutt'altro che mal disposto. Le cose pit) belle di queste pagine sono bassi. -

appunto quelle che studiano il comportamento interiore dell'i_nfelice giouane, la quale, men' more :

ti^à senteiutta lapotenzd del rnale,'se ne uorrebbe ritrarre, cedendo tuttauia allafìne, sedotta cauta.
dal uiolento flusso di uita cbe ìl peccato sembra portare con sé, E belle, qlteste pagine, non a77ora
soltanto per tale analisi psicologica, ma perché lauorate in sottesa polemica con il romanzo dubbr l
libertino del Settecento francese e inglese ì quali appariuano, a pit) d'un lettore, come u?/ infeli..
<<progresso della ragionei per ta spregiidicata indagine che condttcer-ano sulla uera realtà delle ch'ell
passloni e dei sentimenti. Contro tali pretese, con energia, ltlanzoni riuendica i aalori eterni un cii: -
d.ella fede crìstiana (cfr, note 52 e 53). che t. ,
temer.
L'abbaino che guardava ne1 cortiietto de1 chiostroL non era frequentato da.nessuno se fo,, .

tanto che2 rrissé i1 padrer, i1 quale non si curava di spiare i fatti delle educande. stanz r
Soltanto egli vi aveva condottò una volta Egidio+ adolescente, per fargli osservare sante.
che quello-era un dominio sul chiostro; e quivi stendendo la mano sui tetti sotto ella a
posti, come Amilcare sull'ara5, avevafatto promettere a quel.picciolo Annibale che si rall.
mai in nessun tempo egli non avrebbe soffelto6 che le monache si togliessero quella dava :
servitù7. Egidio divenùto padrone, si risovvenne de11'abbaino, e gli parve un domi- comp .

nio assai più importante che suo padre non 1o aveva creduto. pf eSil
Un consorzià di donzellette, 1è quali non eran tutte bambine, parve a colui uno più e.

spettacolo da non trasandarsis qrrndo 1o aveva così a portata; e7a santità del luogo, aume l

iiriserbo con cui eran tenute, llnnocenza loro, tutto ciò che avrebbe dovuto essere drmr:
meni-
freno, fu incentivo alla sua sfacciata curiosità, la quale non aveva disegni già deter-
magi:
minaii, ma era pronta a cogliere e a tar nascere tutte le occasioni. Si affacciava egli
tutt a
dunque all'abbàino.o.r q.r.llu freqtenza e con queila libertàa che non bastassee a era la
farlo scoprire da chi non avrebbe ioluto. Nelle ore in cui Geltrudel0 non faceva ilnt\'.
guardia a11..drcr.rde, e queste ore tolnavano soventell, gettò egli g.ii occhi sopra esset i
Ina del1e più adulte, e trovato il terreno dolce12, si diede a chiaccherellare con essa:
ma pochi giorni trascorsero, che quella, lidanzatadai suoi parenti ad un ta1e, fu tolta Li. lt
dul moralt.ro, e così la tresca finì, senza che nessuno 1'avesse avvertitalr. Egidio 16.,r.1.
animato da quel primo successo, ed allettator+ pirì che atterrito dalla empietà del . c,L .
1,7
78. rt;.:.
19. p,:
l. thio:tro. e l\lonzr. doi e sì rror
del ar a Celrrude. to osrer\ azione e comc rpiate. celli; L:
2. tanto cl:e: Iin tanto che. 8, trasandarsi: trascurarsi' 20. lc .

1.'itpiaii, aiinidio, morro assassinaro. 9. che non bastasse: tali che non bastavano. Era, cioè. tassr I r l
4. Egidio: nella'realrà "torica ,i chiamar r Cian Paolo prudenre ^ 21. L:
Osio. 1A. G,lnt,,le:.Gerrrude,,nei Pronessi Sposi.Nellarea]- tati c1-.:
5.- 66ne ... dfti: cofi1e Amilcare aveva fatto giurare al tà storica era suor Virginia lVlaria de Leyva, feudataria sé. Àl.r:
fislio Annibele eterno odio ai romani La similitudine di lvlonza. Cenza" -
.i!lt;.^ i"o" ,rirla di polemica i erso i cosrumi di quel ll . torttaudtto souc4te: erano parecchie: ... ,.. , SEIE SI.::
mondo paganor è rraria dalla Vita di Anryibale di Cor- 12. e ... dolce: e vista. cioè. Ia disponibilira dell edu-
neLo Nèpòte. canda. 23. p,, :
6. rofferà, tollerato. 73. I'auesse aauertita: se ne fosse accorto. )J ;.
L sifl.,itd, soggezione. Di essere cioè tenure sempre sot - 14. allettato: lusingato. 25. ti:.:
305
L'Ottocento 4. Al.rrundto Manzoni' Antologia

e di fermare-gli occhi ei disegni sopra la Signoral5;


secondo pensiero, ardì di rivolgete
1Z educande er--an:.tutte congr:P:::"^
e si diede ad' agguatila'u' Un-'gio"]o t""""
addette ai servigi.della Signora, passegglava
nella stanzad"l l^r,oro io" È a,l" suore
lontana ie mil1e miglia da ogni sospetto
essa sola innanz\ i"aìàir" *l1ortil.tto
.,.si tutto de'
l:e in questo " di ramo in ramo senza pure immaginarsi
d,insidie, come il p.r,["-#r[;;;;;;1;.ùa
al e. nascosto dietro a ouella il cacciatore
che in quella .r..niàìJt;'ri;d;i panioni';.
: ottfessare
di
':o pagine di
che eli ha disposti. Tutr'ad un tratro
sentì'ella venire dai tetti càme un romore
rl Promessi frtti intendere' e macchinalmente levò
,; l'analisi di ,.o.Jnon articolara Ir;;;1. .,;1;t;i;;tj " "à, ton l'occhio per quegli alti e
la facciaverso quella parre: e mentre anoolr)a-
"r,undo ro-
;ta la forzata
bassi, quasi cercandoÌlfr"," preciso
donde il romore era parrito. un secondo
: pagine sono le appalve.unà chiamata misteriosa e
ouale, rnen' more simile al primo, eihe manifestamente cercava. Guardò ella
caata,le colpì 1'or"..hio, e 1a fece avverti;;r;11;.i;;"
ch'e11a
iine, iedotta
a11ora più fissamente;";;;;;{tt"
fo""; tì ctnni che vide non le lasciarono
? ,agfie, notx
qui render giustlzia a. quella
,: il romanzo dubbio sulla intenzioàe di quella .hiu*uiu.-bisognadei suoi pensieri' il sentimento
)i-e, cofixe un infelice: qual che f"rr. fil'if*u rturulal,rcenza'iforte: chinL tosto 1o sguardo' fece
rit realtà delle ch,ella provò in quel punto fu un terror.
,.lri*o t porticato2r
u rifuggirsi22 sotto quel lato del
: t'alori etemi un cipiglio severo e s§rezzante, e corse .o-"
che toccava la casa i"it'tti"À:-, t 4o"t.
p";;;;;;;" enza ella."u
"pu'ut'u
da11'occhio
i1Àuro, rannicchiata e ristretta come
remerario di que1lo, !;i;i;ir;"h; i.rnghesso" ttuletta che conduce'a a1le sue
r da nessuno se fosse inseguita, rilrì,i"'rff ;il;i;1;;f.u^",u
le educande. stanze,vi sa1se2(', "';i;i;ii"",{*'si p"' *t.,orsi in sicuro' Posta a sedere tutta mai an-
pr,,pa di.tutto a ripensare se
gli osservare sante, fu assalita d,
";;'f;iilài'pÉ,-,ri.ri,;":;-;i,
e11a a'esse dr,o u.rrlT il;il
,ttt ardttezza di colui, e trovatasi innocente'
ri tetti sotto
ri";.;;;;;;; ciò che ar''eva veduto, se 1o an-
\nnibale che si rallegrò: quindi +r"rirrà" un.or_^
""ìà" immalit u'ione per vsllire oiu chiaramente a
essero quella dava ràffigurando
".t*",i""a"-ÀàiL, Forse eia equitoco) {orse l'areva egli
f\Ìe un domi- comprendere come.;";;hé.iò forr" u,.'.nuio. q"ultht iosa d'indifferente?2e Ma
,.,r"rà i' iscambio?2EtF'J;. ,;'.;;;ì;;;;..;;ut"
alia primaso, e questo esame
'e a colui uno ii;"iil "ì;;;;^, ;,,i 1;;r..;a di non avere errato
còn quella immap'ine'r' e
X;;;;ir*il i;;; certezza.la and.ava'fi^lsliuri,ando
;q"."111 ptl*' i"tpresa Cosa-stràna e tristal
rtà delluogo, i1 senti-
diminui'a q,r.l pri-ìi;t; tornare quelle im-
mento stesso d.11, ;;"rì;;;..r^ l. dt;;;;;;ia
lovuto essere sicurtài2.a su
d] non conosceva ancora
rni già deter- masini: .o*pin.àirr, lib"ru,r"nte ad una curiosità ::i una colpa che non
tutia 1,estenrlon., ""irl.d;r;; r;;;, rimorso e senzacome stanca di tanti pensieri che
iiiacciava egli "11u precauzione
era 1a sua. pi,rui-.,1à",fi;:ìil;;';r;:;;aÀsi
r.n bastasse9 a levò
non laceva con le suore' di non
t" sue educande'
-''r
fini'ano in unora, ;"à"rtà;ò dJ tro-r,ar.si".""
tu.., ripassando pel cottiletto' ella
:1iocchi soPra esser so1a. rrtta ulq"rli;;;il;;à;;h;;;;;o'u
Ilare con essa:
n ta1e, fu tolta 17. lo 5ignora: la stessa Gelrude è termine aulico.
26. tti sahe: sa1ì Per essa,
rtrtàI1. Egidio 16. a ggu a ta r I a : sPiar.Ia
)i 7"r t).',' it i r r tio. Te rm i oe I gu ra ro e.dot t o'.LomDar-
i

r*tnfie' allra
1a empietà del 17 . con PteTate:
28. prcsd in i:combio. scambiata perun
18. maichia: cesPuglio
dismo.
i;';:;;;;;;, i;;;;: invischjare per impaniare 91i rrc- 29 d indil[ercnle: di nessuna imporranza ,, t
r
celli: trapPole. a0. alla pirirua: alìa prima interpretaztone: quella cer-
';o"i;'k;;;;;rrllre: le fece capire dove si trovava' Sin-
1'equivoco.
1ìtavano. Era, cioè. 'ii lombarda.
tassi i m maPin e: l nterPretaztone
\ 1 . ''iii,:à",
Èiiì:ìirit "c1ica i pensie'l Iicenziosi ribellinut"ttl
e
'lron- i no" Ia co'nples'a analisi psico-
: rl -lPosi. Nella real- iati che Geltrude aver a Iino a quel n'.omenLo ]l
ì: T-evva. feudataria *é. Manzoni l'ha anzi chian-ata iqlclrtc' perche, la'lr- osica.
"trut.irà
1

oetl cs- 1i. conniaceua: ri abbandonava


cenza* de] suo pei1:are_erd anche conseguenza Ii.'i r'ii,itti- i"o solo' i l pensiero. tar.to conluso quan-
:.:hie. sere sfala monacata a lorza' Lo
jn
indeternjnaro, che porrar a se I tdca 9:' tì"tt:t:
s':onibilitìL de11' edu' 22, ri f u ggi ni : rifugiarsi È un, no,u psicologica (inissin'a'.tanto, plu, th" y"]'
2). o'oriiiato: del chiostro rrude. quasi a riml'or ere quel penstero des'oera
ora ur
ìacorto. 21.'del uic)no: di fgidio stesso'
non essere Piu sola
i; ;:r;';; i"riirrÉ' 'u--i'undo accosto; lun'qhesso
306 L'Ottocento 4, Ate

avrebbe potuto lanciare un guardo alla sfuggita, dietro le spalle su quei tetti per parat--
vedere se colui era tanto ardito da trattenervisi, e così saper meglio come regolarsi. .., le cor,
ma s'accorse tosto ella stessa che questo era un sofisma delia curiositàr6, o di qualche figliu:
cosa di peggio, e senza più esitare, s'avviò pel dormitorio alla stanza dove eiano le deei-
educande: qui, o fosse caso o un resto di quella esitazione ella si aflaccrò ad una divisc,-
finestra che aveva dirimpetto appunto quei tetti, vi guardò, r,ide il temerario che C:.
non si era mosso, partì tosto dal1a finestra, 1a chiuse, e uscì da quella stanza dicendo glan a i
in fretta alle educande con voce commossarT: <,lavorate da brave»>; e se ne andò fls\reg-.
difilato a passeggiare nel giardino del chiostro. L'atto repentino, e la commozione ciò el-,
della voce non diedero nulla da pensare né a1le educandè né a1le suore, ayvezze 7e tf anc'-- ,
une e le altre agli sbalzi frequenti dell'umore della Signora. Ma ella stava peggio nei tular-,:
giardino che già non fosse nelle sue stanze. Le venné un pensiero, che avreL-be do- aggiu:.,
vuto avvertirers dell'accaduto chi poteva opporsi a tafi; temeritàre. <<Ma; e se mi quali :
fossi ingannata?>> Questo dubbio non le veniva che allor quandoao la manifestazione tezza
di ciò che aveva veduto 1e si presenta\ra alla mente come un dovere. <<Prima di par- ed ar
esser certa; moverò ii modo di farlo con prudenzà. E
tutto
iare
- diceva fra
finalmente

- r,oglio
concluse fra sé in un accesso di passioni diverse finalmente che
CUOIE
- questo monastero non l'ho piantato io qui vicino a -,
colpa ci ho io? questa casaal. Così
vi h;
VCIOSi
non foss'egli stato piantato in nessun angolo della teiral Dovevano pensarvi quelle
che sono venute chiudervisi di loro voglia. Vada come sa andaie. Io voglio pensuriior,r.
a
talr'cl. ,
di raE.
Queste parole volevano dire, forse senza che Geltrude stessa 1o scòrgesse ben cher:-,
chiaro, che d'aIlora in poi ella non ar,rebbe pensato ad altro. I1 nostro maÀoscritto,
segue qui con lunghi particolari il progresso dei falli di Geltrude; noi saltiamo tutti
potei::
quesi_
questi particolari, e diremo soltanto ciò che è necessario a tare intendere in che ,.

quelle
abisso e1la fosse caduta, e a motivare gli orribili eccessi d'un alro genere, ai quali la
strascinò la sua caduta. L'assedio dello scellerato Egidio non si rallentò, e Géltrude
perm-:.
cominciò a mettersi sovente ne1la occasione di mostrargli ch'ella disapprovava le sue
istanz,eas, quindi passando gradatamente dalle dimostrazioni de11a diiapprovazione
a quelle de11a non 9Ltranza, da questa aiia tolleranza, {inalmente dopo,-rn doloroso
combattimento si diede per vinta in cuor suo, e con quei mezzi che 1o scellerato
aveva saputi tror,are e additarle 1o fece certo de1la sua infame vittoria. Cessato il
combattimento, 1a sventurata prorrò per un istante una falsa giojaaa. Alla no1a, alla
svogliatezza, al rancote continuoar, succedeva tutt'ad un tratto ne1 suo animo una
occupazione forte, gradita, continua, una vita potente si trasfonder,a nel vuoto dei
Rispe::
suoi affetti; Geltrude ne fu come inebbriata; ma era la coppa ristorantea., che la
crudeltà ingegnosa degli antichi porgeva al condannato per iÀvigorirlo a sostenere il
appet;:
martitio. L'avvenire gli apparì come pienoaT e delizioso. Alcuni momenti della gior-
La qr: .

nata spesi a quel modo, e il resto impiegato a pensare a quelii, ad aspettarli, a pre-
18.P,'"
famig.::
35. alla sfuggita: di sfuggita. 12. Io non ,-oglio pensarci: e con queste parole Geltru- profi::,:
)6. un sofisma della curiosità: e anche qualcosa di pirì: de ha già ceduto a Egidio. quale : .

1a lusinga de11a tentazione . S:i noti comè N,lanzoni ien- 1\. fust,c i\10'tzc:le sue prersioni, i,uoi rentaLirisem- sull'er.:
de Geltrude consaper.ole degli allettamenti e del1e se- pre più risoluti. ba la i:: .
duzioni che i1 peccato, nel primo momento del suo aI- 11. una faha gioja: viene spiegata e chiarita, nei suoi gioie c:: :
Iacciarsi. fa afflorare ne11'animo umano, Lo stesso cato ir - -
aspetti psicologici, ne11e righe seguenti.
primo resistetvi ha in sé qualcosa di lusinghevole, co- 49. a;:..,.
me una forma di superIiciale eroisro. 45. runcore continuo: è il risentimento senza tregua di
50. re.. ,

)i . commassa: turbata. Geltrude per essere stata costretta a prendere il velo. 57 . r,;":
)8. che... attuertire: quello cioè di avvertire. 46. ristorante: ristoratrice. NeiPromessì Sposl, dove tor-
\q. chi ... temerità: i superiori. na anche il paragone con la coppa degli antichi (e an- m1n1. l::
40. che... quando: se non quando. cora una r.olta assistiamo a un paragone polemico nei ti, del- .

41. E fìnalmente ... casdt sono parole sempre più rab- conlronti del mondo pagano), Nlanzoni scriverà «ri- modo r--
biose, che nascono anche dal personale destino di Ge1- storativa». tà. Su :.
ttude, monacat a a {otza. 47 . pieno: contrapposto al precedente uuoto d'alfettt. che co::.'
L'Ottocento 4. Alessandro Manzoni. Antologia 307

u quei tetti per pararTi g.li sembrò.una esistenzabeata,,che non lascerebbe né cure, né desiderj; ma
rme regolarsi. . ., le consolazioni della mala coscienza, dice il manoscritto, profittano altrui co#e ul
rr", o di qualche iigliu-olo di famiglia le somme ch'egli tocca dali'usurajoas.' i'ac..cam.nto di Geltru-
a dove erano le 49 9 i. insidiedi Egidio s'avan.avano di pari passo, é giunsero al punto che il muro
affacciò ad una divisorio non 1o fu più che di nome.
I temerario che Già prima di arrivare a questo estremo, nel carattere di Gelffude era accaduto un
stanza dicendo gran cangiamento; tutte le inclinazioni viziose che vi erano come addormentate si
>: e se ne andò risvegliarono più_forti e più adultele, e àtutte queste si aggiunse l'ipocrisia. Comin-
la commozione
ciò ella nei primi momenti a divenire più attenta nell'eslàriorero, bi,) resolare. pi,)
:ore, avvezze le
tranquilla; cessò dagli scherni, e dal rammarichiosl; di modo che le suore si .orsru-
tulavano a vicenda de77a mutazione felice. Ma quando all'effetto naturale del falÉ si
'tava peggio nel aggilln;e la scuola viva e diretta dello scellerato giovane, ognuno può immaginarsi
:he avrebbe do-
'. .,Mu; e se mi quali diventassero le idee di Gelrude. Tutto ci5 che era d'overe. pietà. rnoiin.ru-
tezza eta già da gra! tempo associato nella sua mente a77a violenza-ed a71a perfldia,
;nanifestazione
uPrima di par- ed aveva un lato odioso è sospetto: i ragionamenti che tendevano a mostiare ché
tutto ciò era una invenzione dell'astuzia, un'arte per godere a spese altrui, accolti dal
on prudenza. E
§yo.re e
presentati alf intelletto, furono ricevuti in eiso come àmici savj e sincerit2.
irnalmente che
:sta casa41. Così
vi ha nelle teorie del vizio5,.qualche cosa di_piu pensato, di più profondo, di più
verosimile che non appaja nellè-massime del dbveie espresse in un modo uolguè
pensarvi quelle
talvolta inesatto: di modo che.ilpervertimento può paiere facilmente ,r, p.o§r"rro"
elio pensarcia2>>.
r scorgesse ben di ragione. .Bq" è ve.ro che al dila di quelle t"ori" vé n'ha una più profonda E u..,
che mostra la loro fallacia; ma quesra nbn è dato trovarla r" non ,d una m"dituzione
:o manoscritto, potente, o ad un sentimento rètto; ma Geltrude non aveva né l'uno né l'altro di
ri saltiamo tutti
questi ajuti. E17a fu dunque una docile e cieca discepola, e conobbe e ricevè tutte
riendere in che
quelle idee g.enerali di pèrversità a cui f ignorunza e la irriflessione di quei tempi
nere, ai quali la
permetteva di affivare.
rtò, e Gelrude
l.provava 1e sue
:1,rapprovaz10ne
!ro un doloroso
i:e 1o scellerato ((PBOilIESSI §POSlu §e
:,ria. Cessato i1
. AIla noja, alla
suo anlmo una L'adolescenza della signora
r nel vuoto dei Rispetto
lrante46 che la ?.lPqty p.re.cedente delFermo e Lucia qui (capitolo IX dei Promessi Sposi) siamo
lPPenaall'inizio del racconto della storia della «ignora)> (Geltrude è diuenuta orà Gixrudd.
Ìo a sostenere i1
La quale storia, corne già sappiamo, ha auato ora un drastico ridimensionamento., con l'a-
:enti della gior-
:pettafli, a pre-
48. profittano ... usaraio: profirLano come al fislio di di una vita semplice e sanra, guidara da reqole alrrer-
famiglia tcolui che non gode di un parrimonio pròprio). tarìto semplici e san[e, la credura .maLuriù" di un e-
:::sre parole Geltru- proIitLano Ie somme cÉe egli riséuore dall uiuraio til siitenza regolara da norme che considerano la vira una
quale gliele concede con pèsanri interessi in iporeca specie di <.guerra dj turri conrro turti. e nella quale,
: suoi tentatir",i sem- su . Il paragone, nel suo pesanre real s mo, tu r-
LI'eredi tà t i penanto. bisogna muoversi con decisione, con cinismo
ba la finezza del]'analisi condoira sin qui sulle Iaise e con spirito di sopraffazione.
gioie che derivano dai piaceri de11a seduzione e de1 pec- 5). nelle teorie del oizio: non raramente celebrate dai
: : chiarita, nei suoi
cato non ancora commesso ma sognato e voluto. Iibertini setrecenreschi: si pensi aUe Amìcizie oericolo-
: :enti,
49. adalte: mature. se di Laclos. Manzoni non nega che tali «teorie" ab-
.:lIo senza tregua di )0. nell'esteùore: nel comportamento esteriore. biano una loro profondità e uÀa loro complessità (so-
.: :r prendere i1 velo. 5I. rammarichìo:
,':iJJl.lpoJi, do\re tor-
<<brontolìo», nei Proruessi Sposi. prartutto se paragonare alle massime evanseliche
52. i ragionarnenti ... sinceri: in Geltrude, in alti ter- divulgare e iniese ùoppo banalmenre, espresse,"com'e-
: Jegli antichi (e an- mini, prendono posto i pensieri, ritenuti seri e concre- gli_dice. in un modo uolgare e taluolta inesattot; e che
:-reone polemico nei ri, d_el vivere bene e a proprio capriccio; del vivere in seducano perfino con il loro apparenre progresso di tut-
l:nzoni scriverà «ri- modo cinjco. rispondente'al ciniimo sresso della real- gione: ricorda però che si riduéono a nullise posre a
tà. Su ciò si sr iluppa I'eccellenre senrenza che segue. con{ronto con la dottrina cristiana, ia sola che le può
.nte uuoto d'affetti. che contrappon e allapurezza apparentemenre ingeìua smascherare-

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