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<<ll sugo di tutta la storia>>

I promessi sposi .l'esistenza del male


lCapitolo XXXVllll 'il ricorso alla fede

Cessato il contagio della peste, che ha eliminato prowidenzialmente gli ostacoli sulla
strada di Renzo e Lucia, il romanzo volge rapidamente al termine. Le ultime pagine sono
dedicate al resoconto sugli ultimiawenimentie sulle condizionideiprotagonistidopo
il matrimonio, e dopo che il nuovo marchese, insediatosi al posto di don Rodrigo, ha
regolato la posizione di Renzo difronte alla legge (questiera infatti ancora ricercato per
aver partecipato alla sommossa di Milano)e ha comprato generosamente i suoi beni,
fornendoglii mezzi necessari per acquistare in seguito la filanda. Tutto sembrerebbe
procedere per il meglio, secondo gli schemi classici del «lieto fine>>; in realtà Manzoni
smorza alquanto itonidell'<<idillio» finale, presentando glisposigià alle prese con un
nuovo ordine di problemi: la nostalgia per il paese volontariamente abbandonato; il dif-
ficile inserimento nella nuova realtà, cuisiaggiunge I'amarezzaper le maligne afferma-
zionidegliabitantisulla modestabellezza contadina di Lucia, ben diversa da quella che
siaspettavano. ll bilancio che Manzonitrae da questifatti non è deltutto rassicurante;
le riflessionideglisposisuicasidrammatici in cuisisono trovati coinvolticonducono
ad amare conclusioni: se Renzo, partecipando agli awenimenti, ne ha sperimentato le
conseguenze negative, cacciandosi continuamente nei guai, d'altra parte Lucia, che se
ne voleva tenere in disparte, ne è rimasta ugualmente coinvolta. La morale, «il sugo di
tutta la storia>>, rimane quindi l'impossibilità per l'uomo di poter controllare gli aweni-
menti di questo mondo e sanarne le contraddizioni; non resta quindi che affidarsi alla
Prowidenza, ma con la coscienza di non poterne capire i disegni. È una conclusione con-
solatoria sul piano della fede e della speranza nell'altro mondo, che Iascia tuttavia
awolto nell'incertezza quanto accade sulla terra.

Chi domandasse se non ci fu anche del dolore in distaccarsi dal paese nativo, da quel-
le montagne; ce ne fu sicuro: ché del dolore, ce n'è, sto per dire, un po'per tutto.l Biso-
gnaz però che non fosse molto forte, giacché awebbero potuto risparmiarselo, stan-
do a casa Ìoro, ora che i due grand'inciampi, don Rodrigo e il bando, eran levati.3 Ma,
già da qualche tempo, erano avvezzia tutt'e tre a riguardar come loro il paese dove an-
davano. Renzo l'aveva fatto entrare in grazia aÌle donne, raccontando I'agevolezze5
che ci trovavano gli operai, e cento cose della bellavita che si faceva là. Del resto, ave-
van tutti passato de'momenti ben amari in quello6 a cui voltavan le spalle; e le memo-
rie triste,T alla lunga guastan sempre nella mente i luoghi che le richiamano. E se que'

I Chi domandasse... tutto: di nuovo il 2 Bisogna:è evidente. rire le ragioni che spingono i perso-
narratore si rivolge ai suoi lettori. È 3 giacché avrebbero... levati: previe- naggi a partire comunque.
vano chiedersi se il distacco dal paese ne la posslbile obiezione del lettore. 4 avyezzi:abituati.
fu per i protagonisti doloroso. I1 dolo- In effetti, a quel punto Renzo e Lucia 5 agevolezze: f acilitazioni.
re c'è sempre quando I'uomo deve per potevano tranquillamente restare 6 inquello: nel loro paese.
qualche ragione abbandonare abitu- nel loro paese natale. Da qui la neces- 7 le memorie triste: i tristi ricordi.
dini e Ìuoghi familiari. sità, sempre per il narratore, di chia-

UNITA 3
lllustrazione di
Fra n cesco
Gonin per
l'edizione del
I 840 dei

Promesst sposi
di A essandro
Manzoni.

\--.rr*-
=--- \-_-J

1n Iuoghi son quelli dove siam nati, c'è forse in tali memorie qualcosa di più aspro e pun-
gente. Anche il bambino, dice il manoscritto,s riposa volentieri sul seno della balia,
cerca con avidità e con fiducia la poppa che I'ha dolcemente alimentato fino allora; ma
se la balia, per divezzarlo,e la bagna d'assenzio,lo il bambino ritira la bocca, poi torna a
provare, ma finalmente se ne stacca; piangendo si, ma se ne stacca.u
1n Cosa direte ora, sentendo che, appena arrivati e accomodatitz nel nuovo paese,
Renzo ci trovò de' disgustil3 bell'e preparati? Miserie; ma ci vuol cosi poco a disturba-
re uno stato felice! Ecco, in poche parole, Ia cosa.
Il parlare che, in quel paese, s'era fatto di Lucia, molto tempo prima che Ia ci arri-
vasse; il saper che Renzo aveva avuto a patir tanto per lei, e sempre fermo,14 sempre
fedele; forse qualche parola di qualche amico parziale per luirs e per tutte le cose sue,
avevan fatto nascere una certa curiosità di veder la giovine, e una certa aspettativa
della sua bellezza. Ora sapete come è I'aspettativa: immaginosa, credula, sicura; alla
prova poi, difficile, schizzinosa: non trova mai tanto che le basti, perché, in sostanza,

8 il manoscritto: dopo una ìunga as- ne del bambino costretto a staccarsi don Abbondio: <<la patria è dove si sta
senza, torna il riferimento al mano- dolorosamente dal seno che lo ha al- bene>>.
scritto da cui, nella finzione lettera- lattato illustra Ia condizione psicolo- 12 accomodatit sistemati.
ria, sarebbe stato desunto il romanzo. gica dei personaggi. Costoro hanno 13 disgusti: d ispiaceri.
9 divezzarlo: svezzarlo. amato il paese natale. Ma vi hanno 14 fermo: risoluto a portare a termi-
lO assenzio: un estratto dal sapore trovato pure tante di quelle amarezze ne il matrimonio.
molto amaro. che adesso sono pronti a lasciarlo. t5 parziale per lui: che parteggiava
II ma finalmente... stacca: I'immagi- Torna alla mente I'affermazione di per Renzo.

RES-IAURAZIONE E RISORCIMENTO; ROMANT C SMO E REAt SMO


non sapeva quello che si volesse; e fa scontare senza pietà il dolce che aveva dato sen-
za ragione.ls Quando comparve questa Lucia, molti i quali credevan forse che dovesse
avere i capelli proprio d'oro, e le gote proprio di rosa,rT e due occhi I'uno più bello
dell'altro, e che so io? cominciarono aalzar le spalle, ad arricciar il naso, e a dire: «eh!
1'è questa? Dopo tanto tempo, dopo tanti discorsi, s'aspettava qualcosa di meglio. Cos'è
poi? Una contadina come tant'altre. Ehl di queste e delle meglio, ce n'è per tutto>>. Ve-
?n nendo poi a esaminarla in particolare, notavan chi un difetto, chi un altro: e ci furon
fin di quelli che la trovavan brutta affatto.
Siccome però nessuno le andava a dir sul viso a Renzo, queste cose; cosi non c'era
gran male fin lÌ. Chi lo fece il male, furon certi tali che gliele rapportarono:l8 e Renzo,
che volete? ne fu toccole sul vivo. Cominciò a ruminarci2o sopra, a farne di gran la-
menti,econchiglieneparlava,epiùalungotrasé.-Ecosav'importaavoialtri?Echi
v'ha detto d'aspettare? Son mai venuto io a parlarvene? a dirvi che la fosse bella? E
quando me lo dicevate voi altri, v'ho mai risposto altro, se non che era una buona gio-
vine? È una contadina! V'ho detto mai che v'avrei menato2r qui una principessa? Non
vi piace? Non la guardate. N'avete delle belle donne: guardate quelle. -
E vedete un poco come alle volte una corbelleriazz basta a decidere dello stato d'un

uomo per tutta la vita. Se Renzo avesse dovuto passar la sua in quel paese, secondo il
suo primo disegno, sarebbe stata una vita poco allegra. Af orzad'esser disgustato, era
ormai diventato disgustoso.23 Era sgarbato con tutti, perché ognuno poteva essere
uno de'critici di Lucia. Non già che trattasse proprio contro il galateo;2a ma sapete
quante belle cose si posson fare senza offender le regole della buona creanza: fino
sbudellarsi.2s Aveva un non so che di sardonico26 in ogni sua parola; in tutto trovava
anche lui da criticare, a segno che, se faceva cattivo tempo due giorni di seguito, subi-
to diceva: <<eh già, in questo paesel>>. Vi dico che non eran pochi quelli che I'avevan già
preso a noia,z7 e anche persone che prima gli volevan bene; e col tempo, d'una cosa
nell'altra, si sarebbe trovato, per dir così, in guerra con quasi tutta la popolazione, sen-
za poter forse né anche lui conoscer la prima cagionezs d'un così gran male.
Ma si direbbe che la peste avesse preso I'impegno di raccomodar tutte le malefat-
te di costui.2e Aveva essa portato via30 il padrone d'un altro filatoio, situato quasi sul-
le porte di Bergamo; e I'erede, giovine scapestrato, che in tutto quell'edifizio3l non tro-
vava che ci fosse nulla di divertente, era deliberato,3z anzi smanioso divendere, anche
amezzo ptezzo; ma voleva i danari l'uno sopra I'altro, per poterli impiegar subito in
consumazioni improduttive.33 Venuta la cosa agli orecchi di Bortolo, corse a vedere;

16 Ora sapete... ragione: 11 nuovo in- mente. 33 preso anoia: lo trovavano antipa-
tervento del narratore vale a trarre 2I menato: condotto. tico.
una saggia "morale" dalle cose del 22 corbelleria: stupidaggine, scioc- ÈE cagione:causa.
mondo. Quando gli uomini coltivano chezza. ȧ dicostui: diRenzo.
grandi aspettative finiscono regolar- 23 disgustosot insopportabile.
mente per esserne delusi. 24 contro il galateo: in contrasto con 33 edifizio: l' edificio del filatoio.
17 i capelli... rosa: ironica messa alla Ieregole del vivere civile. 3E deliberatol convinto.
berlina dei canoni della bellezza cele- 25 fino sbudellarsi: p erfino ammaz- 35 ma voleva... improduttive: è il
brati da tanti poeti. zarsi. classico parassita, smanioso di di-
18 rapportaronot rif erirono. 26 sardonico:beffardo. Dal latino struggere i1 patrimonio paterno im-
19 tocco: toccato,punto. sardonius, riferito al riso provocato piegandolo in spese (<consumazioni»)
2O ruminarcl ripensarci continua- dall'erba "sardonia". improduttive.

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trattò: patti più grassi3a non si sarebbero potuti sperare; ma quella condizione de'
pronti contanti guastava tutto, perché quelli che aveva messi da parte, a poco a poco,
af orzadi risparmi, erano ancor lontani da arrivare alla somma. Tenne I'amico in mez-
za parola,3s tornò indietro in fretta, comunicò l'affare al cugino, e gli propose di farlo
amezzo. Una così bella proposta troncò i dubbi economici36 di Renzo, che si risolvette
subito per I'industria, e disse di sì. Andarono insieme, e si strinse il contratto. Quando
poi i nuovi padroni vennero a stare sul loro,sT Lucia, che lì non era aspettata per nulla,
non solo non andò soggetta a critiche, ma si può dire che non dispiacque; e Renzo ven-
ne a risapere che s'era detto da più d'uno: <<avete veduto quella bella baggiana3s che c'è
venuta?>>. L'epiteto faceva passare il sostantivo.3e
E anche del dispiacere che aveva provato nell'altro paese, gli restò un utile amma-
estramento. Prima d'allora era stato un po'lesto nel sentenziare, e si lasciava andar
volentieri a criticar la donna d'altri, e ogni cosa. Allora s'accorse che Ie parole fanno un
effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese, un po'più d'abitudine d'ascoltar di
dentroao Ie sue, prima di proferirle.
Non crediate però che non ci fosse qualche fastidiuccio anche lì. L'uomo (dice il no-
stro anonimo: e già sapete per prova che aveva un gusto un po' strano in fatto di simi-
ryr litudini;mapassategli anche questa, che avrebbe a4l esser l'ultima),l'uomo, fin che sta
in questo mondo, è un infermo che si trova sur un letto scomodo più o meno, e vede
intorno a sé altri letti, ben rifatti al di fuori, piani, a livello: e si figura che ci si deve star
benone.az Ma se gli riesce di cambiare, appena s'è accomodato nel nuovo, comincia, pi-
giando, a sentire qui una liscaa3 che lo punge, lì un bernoccoloaa che lo preme: siamo in
somma, a un di presso, alla storia di prima. E per questo, soggiunge I'anonimo, si do-
webbe pensare più a far bene, che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio.as
È tirataa6 un po' con gli argani,aT e proprio da secentista; ma in fondo ha ragione. Per
altro, prosegue, dolori e imbrogli della qualità e della forza di quelli che abbiam rac-
contati, non ce ne furon più per la nostra buona gente: fu, da quel punto in poi, una vi-
ta delle più tranquille, delle più felici, delle più invidiabili; di maniera che, se ve l'aves-
si a raccontare, vi seccherebbe a morte.
Gli affari andavan d'incanto: sul principio ci fu un po' d'incaglioas per la scarsezza de'
lavoranti e per 1o sviamento e le pretensioni4e de' pochi ch'eran rimasti. Furon pubblica-

34 grassi:favorevoli. sostantivo («bag giana») 44 bernoccolo: sporgenza.


35 in mezza parola: detto popolare. 4O di dentro tinteriormLente. 45 E per... meglio: è ancora il mo-
Negli affari indica ia sospensione del- 4l anrebbeazdovrebbe. mento delle sentenze morali. Per sta-
le trattative, in vista di una loro defi- 42 I'uomo, fin...benone: finché vive re meglio l'uomo dovrebbe pensare a
nizione positiva. l'uomo è destinato a soffrire. Ma pen- fare il bene.
36 dubbi economici: sopra ricordati. sa che gli altri siano invece felici per- 46 È tirata: Ia sentenza è descritta
Riguardavano il modo di impiegare il ché si trovano in una condizione di- (<<tirata»).
proprio capitale. versa. Oggi si direbbe: "l'erba del vici- 47 argani: forzatamente. Gi argani
37 sul loro: nella loro nuova pro- no è sempre più verde". Questo e il erano marchingegni usati per solle-
prietà. passaggio successivo servono invece vare pesi.
38 baggiana: il termine ironico era a dimostrare che, secondo I'autore, 48 incaglio: difficoltà.
utilizzato dai bergamaschi per apo- quale che sia 1o stato degli uomini es- 49 per lo sviamento e le pretensioni:
strofare i milanesi (vedi cap. XMI). si sono sempre destinati a trovare per il mutamento di mestiere e le pre-
39 t'epiteto faceva... sostantivo: qualche motivo per essere insoddi- tese salariali. I pochi operai rimasti,
I'aggettivo (<<bell»>) rendeva accetta- sfatti. oltre che non sempre qualificati, pre-
bile (<<faceva passare>>) per Renzo il 43 liscazscheggia. tendevano salari alti.

RESTAURAZIONE E R SORG MENTO: ROMANrIClSt"lO E REAL SMO


ti editti che limitavano le paghe degli operai; malgrado quest'aiuto,so le cose si rincammi-
9& narono,sl perché alla fine bisogna che si rincamminino. Arrivò da Venezia un altro edit-
.' to, un po'più ragionevole: esenzione, per dieci anni, da ogni carico reale e personales2 ai
forestieri che venissero a abitare in quello stato. Per i nostri fu una nuova cuccagna.
Prima che finisse l'anno del matrimonio, venne alla luce una bella creatura; e, come
se fosse fatto apposta per dar subito opportunità a Renzo d'adempire quella sua ma-
95 gnanima promessa, fu una bambina;s3 e potete credere che Ie fu messo nome Maria.
Ne vennero poi col tempo non so quant'altri, dell'uno e dell'altro sesso: e Agnese af-
faccendata a portarli in qua e in là, I'uno dopo I'altro, chiamandoli cattivacci, e stam-
pando loro in viso de'bacioni, che ci lasciavano il bianco per qualche tempo.sa E furon
tutti ben inclinati;ss e Renzo volle che imparassero tutti a Ieggere e scrivere, dicendo
100 che, giacché la c'era questa birberia, dovevano almeno profittarne anche loro.56
II bello era a sentirlo raccontare le sue awenture: e finiva sempre col dire le gran
cose che ci aveva imparate, per governarsisT meglio in awenire. <<Ho imparato», dice-
va, <<a non mettermi ne'tumulti: ho imparato a non predicare in piazzaho imparato a
guardare con chi parlo: ho imparato a non alzar troppo il gomito: ho imparato a non
1&5 tenere in mano il martello delle porte, quando c'è lì d'intorno gente che ha Ìa testa cal-
da: ho imparato a non attaccarmi un campanello al piede, prima d'aver pensato quel
che possa nascere>>. E cent'altre cose.
Lucia però, non chess trovasse Ia dottrina falsa in sé, ma non n'era soddisfatta; le
pareva, così in confuso, che ci mancasse qualcosa. A forza di sentir ripetere la stessa
110 canzone, e di pensarci sopra ogni volta, <<e io>>, disse un giorno al suo moralista, <<cosa
volete che abbia imparato? Io non sono andata a cercare i guai: son loro che sono ve-
nuti a cercar me. Quando nonvoleste dire>>, aggiunse, soavemente sorridendo, <<che il
mio sproposito sia stato quello di volervi bene, e di promettermi a voi>>.
Renzo, alla prima, rimase impicciato.se Dopo un lungo dibattere e cercare insieme,
115 conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione;60 ma che la
condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani; e che quando vengono,
o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio Ii raddolcisce, e li rende utili6l per una vita
migliore. Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c'è parsa così giusta,
che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia.62

5O aiuto: detto ironicamente. Man- ironicamente, giacché non costa nul- ne ideale de1 personaggio, che adesso
zoni ha già sottolineato llinutilità dei la a Renzo) può essere subito adem- ha completato la sua metamorfosi: da
tentativi, da parte dello stato, di sof- pluta grazie alla nascita della prima ingenuo montanaro a imprenditore
focare Ie dinamiche del libero merca- figlia. che comprende l'lmportanza della
to. 511 eAgnese... tempo: è I'uitima ap- cultura.
5I rincamminarono: ripresero il giu- parizione di Agnese, rltratta come governarsi: r e gol arst.
sto cammino. una nonna affettuosa, dedita all'edu- non che: non è che.
52 ogni carico... personale: l'esen- cazione dei tanti nipoti. impicciato: confuso.
zione di ogni imposta fiscale, sia sui 55 inclinati: disposti. cagione: motivo.
beni immobili (<<reale»), sia su quelli 56 e Renzo... loro: memore delle sue li rende utili: è grazie alle espe-
mobili (il reddito personale). disawenture, Renzo impone ai figli di rienze negative che si matura.
53 e, come... bambina: la Prowiden- imparare a leggere e scrivere. Per lui il sugo... storia: 1a morale conclu-
za è sempre all'opera. Renzo aveva la scrittura è sempre un imbroglio siva. È il succo di tutta la storia rac-
promesso che avrebbe chiamato Ia (<<birberia>>), ma giacché esiste vuol.e contata nel romanzo, che quindi ha
prlma figlia Maria. E questa genero- che i suoi figli ne conoscano i segreti. unavalenza etica. 11 lettore è chiama-
sa (<<magnanima>>) promessa (detto È Ia conferma della piena maturazio- to ad esserne consapevole.

ALESSANDRoMANZoNT /-'*-\
La quale, se non v'è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi I'ha scritta, e anche un
pochino a chi l'ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete
che non s'è fatto apposta.
da A. Manzoni, /protressisposr', cit.

e anche... raccomodata: Manzoni, che ha riscritto il testo secentesco.

Itemi
ll tema più importante del capi- che proprio l'economia ha nella vita degli uomini.
tolo coincide con il"sugo della storia" dell'intero Renzo e Lucia mutano stato grazie al piccolo capi-
romanzo. La "morale" che è tratta dagli avveni- tale che la Prowidenza mette loro a disposizione.
menti narrati è infatti condensata proprio nelle ma questo non basta. Se il destino offre le occa-
battute conclusive: l'esistenza degli uomini è sioni, tocca poi agli uomini saperle sfruttare. Se
inevitabilmente afflitta dal male. Esso non può Renzo non sapesse impiegare saggiamente i suoi
essere schivato, ma solo ammorbidito con il denari non riuscirebbe neppure a riscattare la sua
ricorso alla fede. Proprio la funzione di quest'ul- condizione di subalternità. Egli diventa infatti
tima è dunque decisiva: è grazie alla fede che dai imprenditore per scelta consapevole, significati-
"gr.rai" si traggono lezioni positive. È solo grazie vamente su bentrando al classico rappresentante
alla fede che siaccettano gliimprevistie tutte le delle classi parassitarie. Contestualmente ha una
conseguenze degli eventi. funzione rilevante il tema della famiglia e del
matrimonio. Sposarsi e avere una famiglia, infat-
', , Un altro tema fondamentale è quel- ti, significa assumersi delle responsabilità. Signi-
lo dell'economia. Manzoni dimostra in questo fica progettare una vita insieme e operare per
caso di essere ben consapevole della rilevanza costruire qualcosa di nuovo.

La struttura e le forme
ll capitolo finale del perfetta serenità. L'inserimento del motivo eco-
romanzo è caratterizzato da una struttura molto nomico in questa parte del romanzo è segno evi-
complessa, determinata dal rapido avvicendarsi di dente della natura non idillica della conclusione.
numerose sequenze narrative. Quanto accade nel Oltretutto, il benessere familiare è turbato dalle
matrimonio è descritto in modo molto sintetico. difficoltà di inserimento nella nuova realtà socia-
Subito dopo l'attenzione si sposta sulla partenza le. ll «sugo di tutta la storia>> è contenuto nelle
degli sposiverso il nuovo paese. Qui si sviluppa considerazioni di Renzo e Lucia sugli awenimen-
I'ultima sezione del capitolo, nel quale il narrato- ti drammatici che li hanno visti protagonisti. Ren-
re indugia sulla vita familiare di Renzo e Lucia, zo, divenuto buon padre e accorto imprenditore,
&
senza trascurare il mutamento della loro condi- sintetizza in una sorta di «decalogo» gli insegna-
zione economica. !n questo caso ci si trova di menti appresi («Ho imparato ho imparato ho
fronte ad una complessa "appendice" dell'opera. II imparato »), che si riducono però ad una visione
su ggel lo è rappresentato dal l'en nesi mo interven- mediocre, ristretta ed egoistica della vita. D'altro
to diretto del narratore, il quale presenta ai letto- canto Lucia ribadisce al suo <<moralista» che i guai
ri"il sugo della storia". Alla complessità struttura- capitano senza motivo anche agli innocenti («"e
le corrisponde una significativa mutabilità delle io", disse un giorno al suo moralista "cosa volete
coordinate spazio-temporali. ln ogni caso, I'am- che abbia imparato? lo non sono andata a cercare
bientazione resta sullo sfondo ed è sostanzial- i guai:son loro che son venuti a cercar me">>). Non
mente indefinita. Si dice solo che Renzo e Lucia resta ai due sposi che abbandonarsi alla Provvi-
mutano paese, ed infine trascorrono la loro vita in denza (<<conclusero che i guai vengono bensì

RESTAURAZ ONE E R SORG A"T,ENTO: ROI.AANT C SMO E REALISMO


i
I
a
spesso e che quando vengono, o per colpa o sen- visione consolante sulpiano della fede e della spe-
za colpa,la fiducia in Dio liaddolcisce, e li rende ranza in vista di una vita ultraterrena, ma che
utili per una vita migliore»), ma con la coscienza di lascia invariato il senso di incertezza ed impoten-
non poterne conoscere gli orientamenti: una za sul piano dell'esistenza terrena.

Le tecniche espressive

L'alternarsi di parti dia- sivo: è il momento deiconsuntivi, e quindi spetta


Iogate (stile mimetico) e descrittive dà vita ad un proprio al narratore un ruolo di primo piano. I

sostanziale equilibrio. Discorso diretto ed indi- suoi interventi sono segnalati dal ripetersi di
for-
retto si alternano infatti lungo il corso dell'inte- mule quali: <<non crediate; Ora sapete>> ecc. ln
ro capitolo. Da segnalare c'è semmai I'incremen- generale si può comunque dire che, sia nei dialo-
to esponenziale delle parti che il narratore riser- ghi sia nelle descrizioni, prevale un tono medio,
va a se stesso. Ma ciò si comprende facilmente colloquiale, che sovente scivola verso I'aperta
poiché obbedisce alla logica del capitolo conclu- comicità.

Comprensione
Perché Renzo e Lucia decidono di abbandonare il paese?
Nel finale della vicenda dei due promessi viene messo in rilievo il motivo economico. ln qualiter-
mini ne parla Manzoni?
Quali problemi incontrano nella nuova realtà sociale?
Si èdetto che il «lieto fine» del romanzo è solo parzialmente realizzato. Quali elementi contribui-
scono ad attenuare la conclusione idillica della vicenda?

Analisi
Rileva le similitudini presenti nel brano; cos'hanno in comune?
lndividua le parole chiave deltesto. Che cosa tisuggeriscono?
Riporta Ie numerose frasi sentenziose, quasi come proverbi, che esprimono dei principi diordine
morale.
Renzo sintetizza in una specie di «decalogo» ifrutti della propria esperienza;che tipo di insegna-
mento ne ha tratto?
Quale morale ne ha invece ricavato Lucia?

crittxra * int*rpr*taziera*
:"ffiDopoaveranalizzatoiltesto,proVaasintetizzareilsugodellastoria,esprimen-
do anche le tue personalivalutazioni.
:. ffi'ffiffi§ Dopo aver letto la conclusione del romanzo, come ti immagini la vita futura
di Renzo e Lucia?
:. ffiffiffi Esprimi la tua posizione nei confronti della visione cristiana di Manzoni. Ti sen-
tidicondividerla o vedi le cose sotto un altro aspetto?

ALESSANDRO MANZONI
wMANzoNlAFlRENzE:*RlSClAcQUARElPANNllNARNo.
Manzoni arriva a Firenze, all'albergo delle Quattro Nazioni, con altre tredici persone: la moglie Enri-
chetta,la madre Giulia Beccaria, i sei figli e cinque domestici. La figlia Giulietta, se da un lato celebrava
labelÌezza di alcuni monumenti,
come la basilica di Santa Croce,
si lamentava per lettera con il
cugino Giacomo: "Oh! Che man-
canza di prossimo c'è in questa
Firenzel Le vie sono anguste e
sudicie. Andare aÌle Cascine è
un'impresa; dove si passeggia?
Lung'Arno, cioè sulla riva
dell'acqua gia1la senza movi-
mento".

l-vi, iiam r."ynrr i::7S- iu i i]. tr;du t c di


Fit"*e dt! futte 5orin frrniro. iSiB r:rc;

re DÉPLIANTINFORMATIVO ffi
Tutta la classe, divisa in gruppi di lavoro, conduce una ricerca sulla permanenza diManzoni a
Firenze, leggendo in particolare I'articolo di Michele Chini La sciacquatura dei panni in Arno,
reperibile in lnternet. Successivamente,l'insegnante affida a ciascun gruppo uno deiseguen-
ticompiti:

ricerca sui personaggi intellettuali che Manzoni ha frequentato durante la


I
permanenza a Firenze e composizione di un breve profilo biografico

confronto linguistico tra le due edizioni(ventisettana e quarantana)dei Promessi


2
sposi attraverso alcuni passi significativi

ricerca di almeno due commenti dei critici del tempo sull'opera lpromessi sposi e
3
stesura di un commento del gruppo

4 raccolta dei materialiin un dépliant informativo

Alla fine del lavoro un referente per ogni gruppo (o cia-


scun membro, a turno) presenterà alla classe i risultati
raggiunti.

iflfifi,j',,:ffi'

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