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Lo Studente

Macinatore di Esami
del tuo Coach
Andrea Acconcia

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INTRODUZIONE
Ciao e benvenuto io sono Andrea Acconcia e in questo manuale
vedremo come farti diventare un macinatore di esami.


Cosa vuol dire macinatore di esami?


Vuol dire avere quella capacità di macinare più esami possibile nel
più breve tempo possibile.


Ti preciso subito che non ti darò la formula magica per prendere
30, quella ovviamente non esiste.


Esistono però delle strategie di gestione del tempo e
concentrazione che possono sicuramente aiutarti in quest'impresa


Tutto quello che dirò ovviamente non ha nessuno scopo
terapeutico, perché io non sono né un medico né uno psicologo.

Ti dirò semplicemente quello che è il frutto dei miei studi e


soprattutto della mia esperienza, cioè quello che ha funzionato per
me.


Allora, come si fa a diventare un macinatore di esami?


Intanto vediamo qual è l'atteggiamento che devi avere, e che ti
permetterà di diventare imperturbabile davanti al professore, sia
che lui ti promuova sia che lui ti bocci.


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Si hai capito bene, potrai anche essere bocciato.


Scusa Andrea ma tu mi avevi detto "Macinare esami?"


Si ho detto che darai tanti esami, ma non che non sarai mai più
bocciato.


Mentre all'inizio di questo Manuale la bocciatura può sembrarti la
cosa peggiore che possa capitarti ti prometto che alla fine di questo
manuale la vedrai diversamente, se avrai la pazienza e la tenacia di
restare con me fino alla fine.


Partiamo dalle basi.


La maggior parte degli studenti non prende tanti 30 e lode, o
comunque da pochi esami in una sessione, fondamentalmente
perché ha paura di essere bocciato.


È inutile prendersi in giro.


Venire bocciati fa schifo, faceva schifo anche a me.


Se ti bocciano ti senti uno stupido, ti senti giudicato dai tuoi amici,
ti senti in colpa nei confronti dei tuoi genitori che magari ti aiutano
con le tasse.


Lo so com'è, me lo ricordo molto bene.


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Ci sono poi quelli che sdrammatizzano, quelli che: "Vabbè cosa vuoi
che sia?"


Ma poi ci stanno male, sotto sotto.


Essere bocciati fa schifo perché a scuola ci hanno educati così. A
scuola ci hanno educati a stare lontano dagli errori, a non
commettere errori, perché ci punivano quando li commettevamo.


Lo psicologo Pavlov ha effettuato degli studi nella seconda metà del
900 che hanno influenzato profondamente il mondo della
psicologia.


Lui infatti ha dimostrato che se un soggetto ad uno stimolo fa
corrispondere una risposta1, a questa stessa risposta può essere
associato un secondo stimolo.


Ti riporto uno dei suoi esperimenti e poi mi spiego meglio:


L'esperimento più significativo in questo senso è quello che è passato alla
storia come "Il cane di Pavlov". In questo esperimento Pavlov fa precedere
all'azione di dare del cibo a un cane il suono di un campanello; nella prima
fase dell'esperimento Pavlov fa suonare il campanello e non rileva nessuna
secrezione salivare nel cane, in seguito gli fornisce la carne e lo stimolo viene
attivato; nella fase successiva il campanello viene fatto suonare mentre al
cane viene dato il cibo. Infine nella terza fase viene rilevato uno stimolo

1 I suoi esperimenti avvennero con i cani


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salivare già al solo suono del campanello: il cane associa al suono del
campanello l'arrivo del cibo e ciò provoca in lui una secrezione salivare,
l'acquolina in bocca, appunto.


(Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Ivan_Pavlov )

In poche parole cosa vuol dire?




Pavlov ha dimostrato che quello che fa salivare il cane (RISPOSTA)
non può essere solo uno stimolo (CIBO) ma anche un secondo
stimolo associato (CAMPANELLO).


Ad un certo punto i cani di Pavlov iniziavano a salivare solo
sentendo il campanello, anche se non c’era cibo.

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Hai capito dove voglio arrivare?


A scuola ci hanno condizionato con questi stimoli: per una vita
intera ci hanno educato a temere gli errori, perché ogni volta che
facevamo un errore prendevamo un brutto voto.


Ad un certo punto non abbiamo avuto più paura del brutto voto,
ma soltanto del fatto che potesse arrivare un brutto voto…


Come sempre non voglio entrare in polemica, ma ti rendi conto che
è da qui che hanno avuto origine molte delle ansie che provi oggi
per l'esame?


Analizziamo la cosa insieme: l'esame è un servizio che tu stai
pagando, giusto? Tu paghi le tasse, e quindi hai accesso alle lezioni,
alle aule e agli esami.


Quindi è un servizio da cui tu trai beneficio. C'è una persona pagata
da te davanti a te, che deve valutarti, positivamente o
negativamente.

Passi il fatto che se ti valuta negativamente ti dispiace, perché tu eri
lì per passare l'esame, non per farti bocciare, ci sta.


Ma che senso ha avere paura di essere bocciato prima che tu venga
bocciato.


Qualcuno potrà dirmi, "guarda Andrea per me non è così, io soltanto

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grazie alla paura per l'esame riesco a studiare, senza ansia non studio".


Capisco molto bene questo modo di pensare perché ero anch'io
così, anch'io avevo bisogno dell'ansia per studiare.


Quello che ti insegnerò io invece non è ignorare quest'ansia, ma
usarla! Impareremo a gestire l'ansia e metterla al tuo servizio,
anziché farci gestire. Ti piace come prospettiva?


Dato che dell'ansia e dello stress ho già parlato nel manuale "Lo
studente di ferro", in questo manuale non mi dilungherò molto
sulla gestione dell'ansia.


Nei prossimi capitoli tratteremo in particolare delle strategie di
gestione del tempo e di massima concentrazione.


Il mio obiettivo è rendere sempre più pratico e concreto quello che
abbiamo imparato negli altri manuali, in modo tale da farti
diventare un vero e proprio macinatore di esami, cioè metterti in
condizione di dare tanti esami uno dopo l'altro possibilmente con
voti alti.

Buona lettura!

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STUDIARE DI MENO 

SIGNIFICA STUDIARE MEGLIO

Questo è stato da sempre uno dei concetti più difficili da divulgare


per noi, perché era molto facile essere fraintesi.


La prima strategia per gestire l'ansia è studiare in meno tempo.


Lo so che il corso si chiama Esami in 7 giorni, quindi do per
scontato che gli esami si preparano in poco tempo. Ma lo devi fare
davvero!


Non puoi applicare le strategie che ti insegniamo e preparare gli
esami in 1 mese, non funzionano!


Oppure possono funzionare, ma è un effetto collaterale, e
comunque non elimineresti l'ansia per l'esame.


Dato che ero una persona molto ansiosa mi ricordo bene come mi
sentivo prima di un esame.


Non ero un cagasotto, se c'era da studiare, c'era da studiare, per
tutto il tempo che serviva.


Avevo però sempre costantemente paura di non essere all'altezza e
quindi mi trovavo sempre a chiudermi in casa e studiare di più.

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Quando poi ho fatto questa scoperta, ho cambiato letteralmente il
modo di vedere la mia vita e gli esami.


Studiando di meno, potevo gestire l'ansia, potevo usare la
paura a mio vantaggio.


Questa è stata una delle scoperte più importanti della mia vita, e
tuttora mi aiuta con il mio lavoro.


Se vuoi essere uno studente di successo, e più che altro una
persona di successo, devi assolutamente applicare questa strategia.


Blocca il tempo per lo studio.


Decidi in quanti giorni preparare quell'esame e poi preparalo!
Niente scuse.


Se sono 7 giorni sono 7 giorni, se sono 3 giorni sono 3 giorni, se
sono 10 giorni sono 10 giorni.


Se per tutto il resto del tempo VERAMENTE ti dedichi ad altro, e
coltivi i tuoi interessi, la tua formazione, i tuoi amici, la tua
fidanzata/o e soprattutto te come persona, allora veramente
prepararsi gli esami in poco tempo, e l'ansia diventerà un alleato.


Il fatto di avere poco tempo a disposizione di metterà il pepe al
culo e vedrai che tirerai fuori delle risorse che non pensavi di avere.

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Ma se studio troppo poco questo non mi rende meno preparato degli
altri?


Per rispondere a questa domanda che mi fanno da anni ormai,


chiamo l'aiuto di Goku e dei Sayan, che ci saranno molto utili da
ora i avanti.


Se non hai mai sentito parlare di Dragon Ball2 non preoccuparti ti
renderò tutto semplice anche se on hai mai visto nemmeno una
puntata.

2 Questo ti rende una brutta persona, sappilo :)


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Goku aveva già spiegato a Gohan come passare gli
Esami in 7 giorni , ma noi eravamo troppo piccoli per
capirlo

Facciamo un attimo le presentazioni, ti spiego brevemente i


personaggi, cosicché anche se non hai visto una sola puntata di
Dragon Ball Z ( il che ribadisco, ti rende una brutta persona 🙃 ) tu
possa capire tutto.



" Goku = L'eroe della serie, è quello che quasi sempre fa il culo ai
cattivi.


" Gohan (Figlio di Goku) = La mamma lo vuole studente sui
libri, ma il ragazzo date le qualità spiccate finisce per fare il culo ai
cattivi anche meglio del padre talvolta 🙃 


" Cell = Il cattivo, in Dragon Ball Z ci sono tanti cattivi che ogni
tanto vengono sulla terra a rompere le scatole, Cell è uno di questi
cattivoni.


" La stanza dello Spirito e del Tempo = Un luogo principalmente
usato per allenarsi in cui il tempo viene distorto, in questa stanza 1
anno di allenamento equivale ad un giorno passato sulla terra, in

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più allenarsi è più faticoso per la gravità superiore rispetto alla
terra. Veniamo a noi.

In un episodio della serie


Goku (l'eroe)si allena con
Gohan (suo figlio)nella
stanza dello spirito e del
tempo per sconfiggere
CELL (uno dei cattivoni da
eliminare).


Quando Gohan vede la


potenza incredibile che ha
raggiunto Goku gli dice:

"Fantastico papà hai superato il limite del super Sayan3, adesso puoi battere
Cell"


Quello che gli vuole dire il figlio, è che per il tanto allenamento che
ha fatto ora è diventato fortissimo e può sconfiggere CELL. Ma
sorprendentemente Goku gli risponde:


"Non in questo modo figliolo. Purtroppo no.



Ho raggiunto una potenza straordinaria questo è vero, ma se da un lato è una
cosa positiva dall'altro i muscoli troppo sviluppati riducono la mia velocità.


3 I Sayan sono una razza aliena arrivata sulla terra composta di abili combattenti, il Super Sayan è
il Sayan che si trasforma ad un livello più avanzato (gli diventano i capelli biondi), il super Sayan
può superare il suo limite e diventare di 2° livello, fino anche ai livelli successivi.
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Puoi anche essere straordinariamente forte, ma non serve a nulla se non riesci
a colpire il nemico, e ora come ora io non riuscirei mai a colpire Cell."


Questo è ESATTAMENTE il motivo per cui passare 6 mesi a


preparare un esame ti da l'illusione di essere più preparato, ma in
realtà fa il contrario.


Tu credi che accumulare tante informazioni nella tua testa ti farà


diventare più preparato, ma in realtà è la tua stessa potenza che ti
impedisce di colpire il nemico!

Se hai studiato troppo e male, non ti sei preparato veramente


all’Esame; ma anche se ti fossi allenato bene, quei 6 mesi che hai
passato chiuso in casa a studiare ti danno l’idea che perderai
qualcosa DI ENORME se non lo passi!


Ecco che quindi arriva l’ansia; l'ansia il 90% delle volte arriva
semplicemente perché hai studiato TROPPO.

Se tu avessi meno da perdere, potresti attaccare più facilmente il


nemico, e con meno ansia!

Non serve a niente avere tanta potenza muscolare se poi non riesci
a colpire il nemico, esattamente come non serve studiare 6 mesi se
questo ti crea ansia per l'esame.

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LA SOLUZIONE?

Ce la da Sempre Goku ovviamente! Ricordati che in Dragon Ball


sono contenute tantissime informazioni utili per la vita (se hai gli
occhi per vedere e non ci vedi un semplice cartone animato).

Aggiunge sempre Goku:

"Inoltre consumiamo troppa


energia restando Super Sayan,
quindi la conclusione è che si
combatte meglio se non si resta
Super Sayan.

Adesso hai capito la lezione?



Gohan da adesso in poi dovrai
cercare di restare sempre
trasformato in Super Sayan in
modo che ti possa abituare.

Tornerai normale solo per
andare a dormire.

Ora la trasformazione ti fa sentire strano, per prima cosa devi liberarti di
questa sensazione. Solo dopo riprenderemo gli allenamenti fondamentali. Ci
vorrà un po' di tempo, però io ritengo che sia la cosa migliore da fare."

Se non fosse chiara la metafora:

Restare trasformati in Super Sayan = Imparare la strategia per


superare gli Esami in 7 giorni.

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All'inizio può essere faticoso, ci si arriva spesso per sofferenza o per
rabbia, (come Goku quando diventa super Sayan) ma dopo un po' ci
si abitua e si combatte alla grande come se fosse la cosa più
normale del mondo.Diventare molto potenti ma anche molto lenti
= Passare 6 mesi a studiare.

Questo ti da l'illusione di essere preparato, ma in realtà ti da solo


più muscoli, e non maggiore qualità di combattimento.

E l'esame è un combattimento. Se credi ancora alla favoletta che


"studiare è importante" e che "devi riflettere quando studi, ci vuole
tempo”, ti stai solo prendendo per il culo.

Si perché per "riflettere" o per "la cultura generale" ci sarebbe tempo


anche DOPO l'esame.

Ma indovina un po'? Ah si tu non hai tempo per farlo perché devi


studiare…

Questo è tutto, questo è quello che devi fare.

Come detto Goku aveva già spiegato a Gohan come preparare gli
esami in 7 giorni, ma noi eravamo troppo piccoli per capirlo.


Nel prossimo capitolo andremo nel concreto e vedremo delle
strategie pratiche per pianificare un esame in maniera vincente e
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metterti in condizione effettiva di dare tanti esami, con voti alti,
mantenendo lo stile di vita di una persona di successo.


Parlo di strategie di Gestione del Tempo e di Massima
Concentrazione, strategie fondamentali per avere uno stile di vita
di un certo livello.


Impareremo che gli studenti si costringono a ritmi assurdi per gli
esami, passando 6 mesi chiusi in casa a studiare 14 ore al giorno,
solo perché non ottimizzano il loro tempo e le loro energie mentali.


Nel prossimo capitolo tratteremo le strategie di gestione del tempo
e in quello successivo la massima concentrazione.

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Più Tempo, Meno
Stress

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Come rispettare gli impegni e le scadenze
importanti GRAZIE al divertimento

L'argomento gestione del tempo ha bisogno di una piccola


premessa.


Oggi gestire il tempo sta diventando estremamente difficile.


La società va sempre più veloce, gli esami sono sempre di più, i
ritmi sono intensi e abbiamo sempre meno tempo per noi.


Oggi in un solo anno ci accadono tante di quelle cose che una

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persona 50 anni fa le viveva in una vita intera.


Pensa alla facilità con cui ci si sposta per viaggiare, ci si sposa, si
divorzia, si prendono decisioni… tutto oggi va più veloce.


Pensa agli esami che oggi devi dare per laurearti: anni fa gli esami
per conseguire lauree come medicina o giurisprudenza ad esempio
erano di meno, ed erano di meno anche gli anni necessari per
laurearsi.


Il nostro compito in quanto Studenti di Successo è quello di
combattere contro questa frenesia che colpisce il mondo che va
sempre più veloce, senza però estraniarci.


Possiamo essere NEL mondo ma
non essere DEL mondo.


Questo vuol dire imparare a
gestire il tempo, perché noi
possiamo continuare a vivere la
nostra vita normalmente senza
andare a meditare in Tibet come
farebbe un monaco, ma con la
stessa serenità e tranquillità di
un monaco Tibetano che se ne
sta seduto in pace a meditare.


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Uno dei messaggi che da un po' di tempo cerco di diffondere con il
mio lavoro è quello che non bisogna per forza cambiare paese e
andare a meditare in india per essere felici.


Puoi essere felice, sereno e senza stress anche andando a dare gli
esami, l'importante è che tu impari a centrarti e a gestire il tuo
tempo, senza farti gestire dalle cose che ti accadono.


Noi siamo abituati a vivere una vita RE-ATTIVA e non PRO-
ATTIVA: questo vuol dire che siamo abituati a RE-agire agli eventi
che ci accadono, e non a PRO-agire, cioè programmare, gestire, e
prevenire gli imprevisti.


Se ci pensi a scuola ci hanno sempre assegnato i compiti, gli
esercizi da fare, le pagine da leggere, e c'era una persona che ci
controllava.


Quindi come avremmo potuto imparare a gestire il tempo se siamo
stati costantemente gestiti da qualcun altro?


È all’università che per la prima volta ci poniamo il problema di
gestire il tempo, perché più o meno fino ai 18 anni siamo stati
gestiti da qualcun altro. Ma indovina un po'?


Nessuno ci ha mai insegnato come fare.


Per una vita intera ci hanno detto cosa fare e adesso dovremmo

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iniziare a pensare con la nostra testa?


Purtroppo in questo momento non possiamo cambiare il sistema
che veramente trovo paradossale e grottesco.


Quello che possiamo fare però è imparare a gestire il nostro tempo
qui e ora.


Non serve a niente lamentarsi, ci serve iniziare a fare qualcosa
subito per cambiare i nostri risultati.


Quelle che ti andrò a spiegare adesso sono strategie di Time
Management (Gestione del tempo) che abbiamo importato dal
Business e dal mondo aziendale.


Le aziende, a differenza dello studio, è tanto che si chiedono come
fare a gestire meglio il tempo, perché in quel caso entrano in gioco
obiettivi economici importanti.


Nello studio invece gli studenti, dato che almeno in generale
preferiscono chiudersi in casa a studiare, o addirittura
parcheggiarsi all'Università senza preoccuparsi dei risultati che
ottengono, nessuno si pone il problema della gestione del tempo.


Noi siamo stati i primi ad importare queste strategie che vengono
dal Business e dal mondo aziendale nel mondo degli studenti
universitari, perché per primi abbiamo voluto creare una nuova

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visione dello studente, quella dello Studente di Successo, che a
questo punto dovresti già conoscere.


Lo studente di successo deve imparare a gestire il proprio tempo
per avere migliori risultati e vivere meno stress, e adesso vediamo
in concreto come fare.

SI PUÒ VERAMENTE SMETTERE DI


RIMANDARE?

Intanto sfatiamo un falso mito sulla gestione del tempo.

Alla domanda: “Come faccio a smettere di procrastinare? Come


faccio a smettere di rimandare le cose importanti?"

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Non c’è una risposta! Non esiste la formula magica.


Se cerchi in internet è pieno di persone più o meno competenti che
ti danno delle strategie per smettere di rimandare, ma il punto non
è quello.


Premetto che il il sistema per gestire il tempo ce l’hai già, l’hai
imparato grazie a questi manuali!


L'OCME oltre ad essere un protocollo per il metodo di studio, è
stato anche pensato come una strategia per la gestione del tempo. 

Anzi questa è LA strategia per la gestione tempo relativamente agli
esami universitari.


Detto questo, adesso ci interessa sfatare un falso mito, cioè quello
della rimandite.


Conosco tantissime persone che rimandano continuamente le cose
importanti che devono fare a scapito di qualcosa di meno
importante (ad es. cazzeggiare).


Abbiamo detto che è normale che noi non sappiamo gestire il
nostro tempo (perché abbiamo passato 18 anni senza dover gestire
proprio niente), e che quindi per imparare a gestirlo dobbiamo
cambiare punto di vista, cioè smettere di ragionare per come ci

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hanno insegnato e iniziare a ragionare con un nuovo paradigma.


UN NUOVO PARADIGMA 

PER LA GESTIONE DEL TEMPO


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Cos’è un paradigma? Un paradigma è una cosa che noi diamo per
certa, come ad esempio il fatto che il sole gira attorno alla terra.


Oggi ci sembra una fesseria, ma qualche centinaio di anni fa ci
credevano davvero.


Quando si è scoperto che era la terra a girare attorno al sole e non
il contrario, è avvenuto proprio un cambio di paradigma.


Nel caso del tempo, qual è il paradigma che dobbiamo cambiare?


Normalmente noi pensiamo che procrastiniamo perché siamo pigri
o perché siamo demotivati, ma in realtà invece che farti la morale
sul fatto che devi passare 14 ore al giorno col culo sulla sedia, ho
deciso di dirti la verità.


Questa verità è stata una delle scoperte più importanti della mia
vita, e guida tutt'ora il mio agire e tutte le decisioni che prendo.


Se stai rimandando qualcosa vuol dire che non ti stai
divertendo abbastanza.


Spero che tu riesca a comprendere la portata di questo cambio di


paradigma perché ha completamente rivoluzionato la mia vita.


Per i primi 18 anni della nostra vita abbiamo fatto quello che ci
dicevano di fare.

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Per 13 anni a scuola ci hanno sempre detto di fare qualcosa, ma
non di divertirci mentre lo facevamo.


Qualcuno si è mai preoccupato del fatto che tu ti sentissi
veramente bene mentre facevi i compiti? Che ti sentissi coinvolto?

Che sentissi veramente di crescere mentre imparavi?


Oggi pensiamo che il divertimento sia soltanto andare in discoteca
e ubriacarsi, ma non è così!


È così nel vecchio paradigma in cui era il sole a girare intorno alla
terra, ma queste sono idee vecchie e superate!


Prova a pensarci.


Cosa si dice di solito quando si esce?


Stasera usciamo? Andiamo a SCATENARCI!


Se abbiamo bisogno di scatenarci vuol dire che normalmente
abbiamo delle catene.


Sono catene invisibili, catene fatte di esami da dare, o di ore di
lavoro da fare per forza, anche controvoglia.


Quindi diventa NORMALE che le persone debbano scatenarsi per
essere felici.

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Ma tutto questo non è normale!


Solo perché una cosa è comune, non vuol dire che sia normale.


Divertirsi non vuol dire per forza ubriacarsi e andare a ballare.
Ovviamente se ti piace farlo puoi farlo, ma non è quello il punto!


Il punto è che tu puoi divertirti mentre prepari un esame, mentre
lavori, e mentre esci con i tuoi amici!


È questo che non ci hanno mai detto!


Ti stai divertendo mentre studi?

Senti un senso di coinvolgimento mentre lo fai o stai
semplicemente timbrando il cartellino?


"Si Andrea però io non mi posso divertire mentre studio se i miei libri
sono noiosi"


Questa è un'obiezione più che legittima, anche nel mio lavoro mi
capitano oggi delle cose che non mi piace fare, come mi capitava
con gli esami.


In quel caso io cerco di divertirmi pensando all'obiettivo più grande
che ho, quindi di passare l'esame, o di concludere quel progetto al
lavoro.


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Non deve per forza piacerti, ma ti puoi divertire anche se non ti
piace.


Se ci pensi può capitare anche il sabato sera che in un bar incontri
un ragazzo che è veramente un coglione.


Questo non vuol dire che devi rovinarti la serata… Puoi divertirti in
qualche modo.


Se con i tuoi amici bucate la gomma della macchina, potete passare
tutta la serata a bestemmiare4 per quello che è successo, oppure
potete cercare di divertirvi mentre cambiate la ruota.


La vita ha il senso che gli dai.

Se vediamo la vita come una festa da celebrare, una sfida, un gioco,


anche l’esame può diventare un gioco, come anche il lavoro!


E il modo per vederla come è un gioco è mettere il nostro stile di
vita ideale prima del dovere!


Molto probabilmente se continui a rimandare qualcosa anche se sai
che devi fare vuol dire che stai dimenticando il tuo stile di vita
ideale.

Quindi se procrastiniamo sempre quell’azione, dobbiamo trovare


un modo divertente per fare quella cosa!

4 Non si fa mi raccomando! :)
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QUAL È LA TUA GIORNATA IDEALE?

Devi immaginare la tua giornata ideale: com’è, cosa fai, con chi sei,
dove fai colazione, chi vedi, quale attività fai, leggi, studi, cosa ti
piace fare.

Se mettiamo il nostro stile di vita ideale prima del dovere (che in


questo caso è rappresentato dello studio), cominciamo a fare un
po’ di selezione tra le cose che ci piacciono, e a dare loro il valore
che meritano.
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Dobbiamo bloccare il tempo per il divertimento con la stessa
serietà con cui lo facciamo per lo studio.

Solo così riusciremo a gestire veramente il nostro tempo.

Dobbiamo divertirci, dobbiamo essere sereni con noi stessi,


riconoscendo le cose che ci fanno divertire, impegnandoci a
dedicare un tot di tempo alla settimana al divertimento e alle cose
che ci fanno stare bene.

Tutto ciò porta a ridurre le procrastinazioni: fai una selezione delle


cose che ti piacciono, falle, e poi dopo trovi il tempo per le cose che
devi fare.

Tutto così acquisisce valore, anche le cose più semplici. Così


elimino le procrastinazioni, e siccome mi diverto in ciò che faccio,
sto bene e divento anche più produttivo nello studio (ovvero nel
fare il mio compito).

Ricordati sempre che:

-La responsabilità dei tuoi risultati è tua!

Anche se poi è colpa del prof a te non deve interessare, è


comunque una tua responsabilità!

Questo vale sia all’università ma anche nella vita in generale.

-Importanza e urgenza: non tutte le cose che riteniamo importanti


sono anche urgenti, è una questione di priorità;

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ci sono cose importanti e cose meno importanti.

Dobbiamo vivere nelle cose importanti non urgenti, e questo è il


massimo della vita!

Dobbiamo fare cose che ci motivano, e così anche il discorso del


divertimento torna.

Non dobbiamo decidere di fare una cosa, dobbiamo farla!

È questa cosa che ci separa realmente da ciò che vogliamo ottenere!

Se acquisiamo realmente consapevolezza di voler ottenere quella


determinata cosa, cambiano tutte le nostre priorità e iniziamo a
lottare per quella cosa, accediamo al nostro massimo potenziale
pur di ottenerla ottenerla, sfruttando il senso d’urgenza!

Quando siamo in un condizione di urgenza, attingiamo al nostro


massimo potenziale;

l’ansia, la paura ci danno forza, e possiamo utilizzarle a nostro


favore!

Gli esami si preparano nel tempo che decidi tu perché in questo


modo ti dai il senso d’urgenza.

Puoi metterci un mese? Prova in due settimane!

Puoi metterci una settimana? Prova in 3 giorni!

Puoi prepararlo in 3 giorni? Fallo in 1 giorno!

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Non perdere mai l’occasione di sfidarti!

Datti il senso d’urgenza solo se senti che è una motivazione che ti


spinge a fare del tuo meglio. Se invece ti fa star male e ti crea danni
ovviamente non usarlo!

Sfruttando il senso d’urgenza ti garantirai una marcia in più: tutta


l’energia e il tuo massimo potenziale ti possono far fare cose che in
un contesto normale non potresti mai fare!

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Le strategie più efficaci
per la

gestione del tempo

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STRATEGIA 1: IL PLANNER

Se utilizzi un planner (un’agenda) per organizzare le tue giornate e


i tuoi impegni, allora dai un’occhiata a questi accorgimenti da
adottare.


Questi sono validi sia se usi il calendario del telefono, sia quello del
computer, che quello di carta.


Innanzitutto partiamo dal concetto che:
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“Un obiettivo è un sogno con una scadenza”


A noi non è mai piaciuto essere dei sognatori nel senso negativo
del termine, cioè persone con la testa tra le nuvole.


Noi siamo dei REALIZZATORI, perché quando abbiamo un sogno
non ci innamoriamo dell’idea, ma del risultato finale.


Quindi quello che ti consiglio è di non innamorarti di “quello che
devi fare” ma di “quello che vuoi realizzare”.


Le persone sono complessate sul fatto che “la loro gestione del
tempo non è efficace”, ma in realtà semplicemente non hanno
chiari i loro obiettivi.


Ti cito una frase che ho letto in un libro che trovo meravigliosa:


“Non sono le azioni in sé a perdere valore, ma le ragioni per cui le compiamo.
Ci diamo da fare, ma non sappiamo per chi. Non serve diventare milionari
per rendersi conto del fatto che i soldi non fanno la felicità, perché se non
fossimo accecati dal desiderio di un successo facile, ci accorgeremmo che a
tenerci in piedi è solo una cosa. Mi dispiace per i romantici, ma la risposta
non è l’amore. NO, quello che ci fa alzare ogni mattina con la voglia di fare è
la consapevolezza di avere un obiettivo.”

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LA FORMULA MATEMATICA PER 

GESTIRE IL TUO TEMPO



GDT = CO + D


Questa che trovi qui sopra è come una formula matematica.



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GESTIONE DEL TEMPO = CHIAREZZA DI
OBIETTIVI + DIVERTIMENTO


Per gestire il tuo tempo devi avere chiarezza di obiettivi e divertirti.


Non avere obiettivi è come dover colpire un bersaglio tirando frecce
a caso e con gli occhi bendati: ci puoi riuscire ma risulta difficile.


L’unico modo per gestire bene il tuo tempo è avere degli obiettivi
chiari, altrimenti finirai sempre per auto-sabotarti.


Se avremo il piacere di vederti in aula un giorno ad uno dei nostri
corsi saremo felici di aiutarti anche in questo, cioè di aiutarti a
trovare il tuo obiettivo.


Ma per adesso diamolo per scontato, diamo per scontato che tu
abbia un obiettivo: quello che devi fare per una buona gestione del
tempo è dividere l’obiettivo in tanti altri mini-obiettivi.


Devi darti dei micro obiettivi, segmentando l’obiettivo più grande
in tanti micro obiettivi e inserendoli nella tua agenda.


Se guardi il Planner in alto a
sinistra accanto alle cose da fare
durante ogni giorno della
settimana, c’è scritto “GOALS”.


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Goals significa “obiettivi”.


La differenza tra un'agenda e un Planner è proprio questa, cioè
avere degli obiettivi.


L'agenda serve a segnarti gli appuntamenti, il planner invece a
pianificare, e non è la stessa cosa.


È per questo che le persone si annoiano a segnarsi le cose in
agenda. Non si divertono!


Infatti il secondo componente della formula GDT = CDO + D è
proprio il divertimento!5


Del divertimento abbiamo già parlato e ne riparleremo nel


prossimo paragrafo quando vedremo la bacheca, ma adesso voglio
assicurarmi che nel compilare il planner tu diverta!


Pianificare è un gioco: devi divertiti a pensare dove puoi arrivare
settimana dopo settimana.


Fallo finché non sarà diventata un’abitudine e inizierai finalmente a
ragionare per micro-obiettivi.


Una delle cose che mi ha aiutato in questi anni è stata proprio
questa: Dividere i Passaggi.


5 Gestione del tempo = Chiarezza di obiettivi + Divertimento


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Le persone non si rendono conto di quanto tempo ci sia in un
anno: è un tempo assurdo, sono 52 settimane, 52 settimane!

Su 365 giorni l’anno puoi impiegarne almeno 300 in uno stato di
massima produttività.

Quindi quello che devi fare è scomporre i tuoi obiettivi in dei


micro-obiettivi, e ogni settimana impegnarti per raggiungerli.


Non farti troppi problemi se in una settimana non raggiungi un
obiettivo, non focalizzarti sul processo ma sul risultato.


Se non riesci a finire un lavoro per Domenica sera non è un
problema, finirai Lunedì.

Quello che a cui devi dare peso è il risultato.

L’importante è che non ti prendi in giro!




È inutile darti obiettivi troppo grandi che neanche tu credi di poter
realizzare, perché è un atteggiamento da stupidi.

Come ti ho già spiegato le persone che si focalizzano sul:




“Perché non raggiungo i miei obiettivi?”

“Perché non sono focalizzato?”

“Perché sono incasinato?”

“Perché non gestisco bene il mio tempo?”


stanno tutti sbagliando domanda.


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L’unica domanda che dovresti farti è:


“Qual è l’obiettivo più importante per me ora?”

“Come posso raggiungere questo obiettivo?”

“Come posso organizzare il mio tempo e la mia agenda per andare verso
questo obiettivo?”


Queste sono le uniche domande che contano, tutto il resto sono
scuse e lamentele di chi in fondo in fondo non ce la vuole fare
davvero.


Alla maggior parte delle persone piace l’idea di avere un obiettivo,
ma in realtà si rifiutano di raggiungerlo veramente, per diversi
motivi.


Avere un obiettivo, un sogno in cui credi davvero, nel quale ogni
cellula del tuo corpo è coinvolta, ti farà sacrificare il piacere a breve
termine per quello a lungo termine.


Gestire il tempo significa proprio questo, cioè sacrificare il piacere a
breve termine per un piacere a lungo termine.


Ma questo avviene solo quando hai chiaro in che direzione andare e
credi veramente nel tuo obiettivo.

Un’altra indicazione per quando utilizzi il tuo planner o la tua


agenda è lascia sempre spazio per gli imprevisti!

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Ogni volta che programmi qualcosa, metti sempre in preventivo
che ci sarà qualcosa che potrà capitare, in modo tale che anche se
capitasse un imprevisto tu già l’avevi messo in conto :)


Ovviamente nel caso l’imprevisto non si verifichi non è


obbligatorio cazzeggiare.


In questo tempo facciamo ciò che dobbiamo fare, poi se tutto va
bene e se non ci sono imprevisti facciamo altre cose, ci portiamo
avanti con il lavoro, magari.


Un’ultimo consiglio per la gestione del tempo che voglio darti è:
riempi i tempi morti


Quando sai in anticipo che avrai del tempo in cui dovrai aspettare
per qualcosa (per il treno, per l’autobus, per la fila alle poste) usa
quel tempo per fare qualcosa, riempilo a tuo beneficio!


Anche se devi aspettare dal dentista o dal prof, prendi un libro e
leggilo (anche di lettura, non solo di studio).


Riempi la tua giornata, non dare a nessuno il potere di farti


aspettare, di farti perdere tempo.


Io per esempio nei momenti in cui guido o aspetto qualcuno,
ascolto tantissimo i podcast.

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Ascolta podcast di persone interessanti, persone che ti ispirano,
perché magari non puoi sempre leggere, ma puoi ascoltare.


A me non piacciono i libri di narrativa; anche se ne ho letto
qualcuno, non mi prendono tanto.

Però sono appassionato di manuali, video e audio che parlano di


formazione, crescita personale e miglioramento.


Mi piace ascoltare, leggere e vedere persone più in gamba di me che
sono arrivate ad obiettivi grandi.

Nel fare questo usa anche Facebook, ma con intelligenza!

Fai come me: segna le pagine che ti interessano, così ti


compariranno sulla bacheca per prime, e potrai leggere i post di
persone intelligenti.


E ovviamente, in qualsiasi modo deciderai di organizzare la tua
settimana, lascia SEMPRE un po’ di Tempo per te! 


Tutti abbiamo bisogno di prenderci un po’ di tempo per noi stessi,
anche solo per riposarci un po’, per riconnetterci.

Altrimenti ti fai degli auto-sabotaggi.




Ti dai un sacco di obiettivi ma poi non li raggiungi perché non stai
bene, non hai del tempo per te e quindi finisci per rimandare e
darti scuse per non fare niente.

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Se lasci sempre un po’ di tempo per te, per ricaricare le batterie,
tutta l’agenda proseguirà meglio, e porterai a termine i tuoi
obiettivi.

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STRATEGIA 2 : LA BACHECA

Bacheca di Metodo Universitario

DA FARE IN PROGRESS URGENTE! FATTO

UNIVERSITÀ

LAVORO

SVAGO

ALTRO

www.metodouniversitario.it

Dopo il Planner adesso vediamo “la bacheca”.




Questa strategia consiste proprio nel costruire una bacheca con
queste caratteristiche:

1) Devi dividere la tua vita in aree.




Nella foto vedi: Università, Lavoro, Svago, Altro.


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2) Devi dividere la bacheca in fasi.


- DA FARE indica che hai pensato a quella cosa e sai che devi
farla, anche se non sai quando avrai tempo.

- IN PROGRESS indica invece le cose su cui stai lavorando in
questo periodo (giorno, settimana)

- URGENTE indica che ci DEVI lavorare adesso perché è
urgente

- FATTO indica che hai completato il compito.


3) Devi utilizzare dei post-it per riempire questi quadranti con i


micro-obiettivi che ti sei posto.

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Devono essere micro-obiettivi molto specifici come:


Fare 6 Schemi a cascata, Memorizzare 10 Mappe, ecc. ecc.


Molto specifici!


In particolare devono essere dei compiti che puoi portare a termine
in un’ora o comunque in mezza giornata.


Quando stai lavorando al tuo compito puoi prendere il post-it dalla
fase: IN PROGRESS e attaccarlo sulla tua scrivania, così sai che
stai lavorando a quella cosa e solo a quella cosa.


Ogni volta che completi, vai a riattaccare il post-it nel riquadro:
FATTO

Mi raccomandi, non sottovalutare nessuna di queste fasi.

Ad esempio la fase “Fatto” - in cui inserisci quello che hai


completato - ti serve per ricordarti quello che hai fatto, e non solo
quello che dovresti fare.

Questo è molto importante.


Puoi costruirti questa bacheca con un semplice cartellone bianco,


un pennarello e un pacco di post-it.


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Non scrivere direttamente sul cartellone della bacheca, altrimenti
poi non puoi spostare le singole attività da una fase all’altra, ma
usa i post-it.

La vita è fatta di attività dinamiche, per questo usiamo i post-it.




Ricordati che le cose da fare devono sempre essere dei micro-
obiettivi, altrimenti poi ti verrà difficile gestire più attività insieme. 


Nelle aree in cui io ho inserito Università, Lavoro, Svago, Altro, tu
puoi inserire quelle che preferisci.


L’area ALTRO serve per tutte le attività varie ed eventuali, cioè
tutte le attività che non sono in un'area precisa, ma che comunque
devi fare.


Per esempio pagare le bollette, a meno che tu non decidi di inserire
un'area CASA sulla bacheca, e questo dipende dalle tue esigenze.


Facciamo un esempio di utilizzo della bacheca.


Se stai preparando un esame, ovviamente non metti l’intero esame


sul post-it, ma un micro-obiettivo, come per esempio le domande
da studiare in quel giorno, sotto forma di “10 schemi a cascata”

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Se non riesci a farli in un giorno, sposti il tuo post-it nella casella
“emergenza”, così sai che il giorno dopo dovrai fare quei 10
schemi.

Quando hai completato i tuoi 10 schemi, sposti il post-it nella


casella “ fatto “, in modo tale da avere la chiara percezione di quello
che hai fatto.

Se non lo fai, sarai sempre nell’ottica di “Quello che DEVI fare”, e


non sarebbe giusto, perché ci sono tante cose che hai già fatto e che
ti dimentichi. Che senso avrebbe avere la vita piena di cose da fare
e non avere la percezione di quello che abbiamo fatto, di quello che
già abbiamo costruito?

Vedere le cose che hai fatto ti aiuta ad auto-congratularti con te


stesso, perché puoi realmente renderti conto di quante cose hai già
fatto durante tutta la settimana.

Purtroppo abbiamo smesso di congratularci con noi stessi più o


meno da quando abbiamo compiuto 10 anni…

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Quando eravamo bambini ci dicevano BRAVO qualsiasi cosa
facevamo, anche se facevamo la cacca 😂 .


Quindi noi eravamo sempre fieri ed entusiasti di quello che
facevamo, non importa cos'era.

Crescendo però succede che si perde l’abitudine di congratularsi


con se stessi.


Quando mi hanno spiegato queste cose ho completamente
cambiato il mio rapporto con lo studio, e ancora oggi mentre lavoro
e faccio qualche impresa titanica che non credevo possibile mi
faccio un applauso da solo, metto la musica e inizio a ballare.


Ovviamente prima mi assicuro che nessuno mi veda 😅 


Questo modo di fare ci accompagna ancora oggi. Nella foto qui
sotto trovi uno scatto rubato che testimonia come noi in azienda
applichiamo tutto quello che ti ho appena detto.


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Non ci crederai ma questo accade prima o dopo una delle nostre
riunioni.


Se accade prima è perché vogliamo cambiare energia e caricarci.


Se accade dopo è perché ci congratuliamo per l'ottimo lavoro fatto.


Qualcuno pensa che siamo pazzi e forse hanno ragione, è per
questo che dopo un po' siamo costretti sempre a cambiare ufficio
perché le persone che ci stanno vicine ci trovano "troppo vivaci" ma
a noi non importa perché siamo convinti che questo sia il modo
corretto di lavorare.


Guarda noi, gestiamo un'azienda seria, una società di formazione
nel campo dell'apprendimento universitario, che presto
probabilmente diventerà una multinazionale aprendo dei corsi
all'estero, eppure troviamo il modo di non prenderci sul serio e di
scherzare tra di noi!


Ora davvero mi vuoi dire che tu non ci riesci con i tuoi esami? :)


Come vedi anche noi abbiamo la bacheca, la usiamo per tante
attività tra cui l'organizzazione e le selezioni del nostro Master di
Metodo Universitario, magari un giorno ci sarai anche tu su quella
bacheca.


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Detto questo ricordati che se non ti dai da solo i rinforzi positivi, se
non sei il primo a farlo, nessuno lo farà per te o comunque non
sarà mai abbastanza, e alla lunga non avrai più voglia di migliorarti
e metterti in gioco. 


Non ti dimenticare poi ogni tanto di svuotare la bacheca e


rimetterti in gioco da zero, perché giusto congratularsi con se stessi
ma non bisogna adagiarsi troppo sugli allori mi raccomando.


Ora che conosci entrambe queste strategie puoi testarle,
sperimentare quale funziona di più per te.


La forza della bacheca sta nel fatto che se devi lavorare ad un
compito prendi il post-it e lo metti sulla tua scrivania, poi quando
hai finito lo riappiccichi sulla bacheca e sei sicuro che quel compito
non si perde.

La bacheca nasce proprio da sistemi di organizzazione aziendale


dove le persone che lavorano per lo stesso macro-obiettivo sono
tante.


Come ti dicevo prima, noi siamo stati i primi ad adattare queste
strategie al metodo di studio universitario, perché nelle aziende la
produttività è tutto, gli studenti in crisi invece non sanno
nemmeno cos'è la produttività.


Me lo ricordo molto bene perché quando ero uno studente erano

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pochissimi gli studenti che conoscevo che veramente facevano
l'università per crescere e per migliorarsi.


Anche perché mi ricordo che quando studiavo io non avevo tanto
tempo da perdere!


Mi ero trasferito a Bologna da poco e non avevo tanti soldi da parte,
quindi dovevo lavorare per pagarmi gli studi, altrimenti me ne sarei
dovuto andare dalla città che amavo.


La foto che vedi qui a fianco
risale al Settembre 2012 :)


All'inizio cominciai come
autista per una libreria di
Bologna, poi ho fatto altri
lavoretti per pagarmi l'affitto,
le bollette, e mi sforzavo ogni
anno di avere una media alta
per vincere la borsa di studio e
pagarmi i corsi di formazione
che facevo.

Ai miei genitori non volevo chiedere soldi, perché da qualche anno


ormai lavorava solo mio padre perché mia madre perse il lavoro
quando avevo 15 anni, e non volevo chiedere soldi a mio padre

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anche se me li avrebbe dati.


Ti racconto queste cose proprio per farti capire quando per me era
fondamentale ottimizzare i tempi e gestire il mio tempo.


Non ho mai avuto tempo da perdere, se gli altri andavano a 100
all'ora io dovevo andare a 110, e non perché mi credessi meglio di
loro, ma perché non avevo alternative!


Se vuoi una vita straordinaria non devi darti alternative.


Capisci come mi sentivo io quando vedevo dei figli di papà viziati
che spendevano i soldi dei genitori per parcheggiarsi all'università
senza fare un cazzo?


Preciso sempre che non c'è niente di male nel farsi aiutare negli
studi dai propri genitori, anche i miei con me l'hanno fatto per i
primi anni, quello di cui parlo io è lo spreco dei soldi dei genitori
che è un'altra cosa.


Ad ogni modo è per questo che ho cominciato a studiarmi le
tecniche che oggi ti sto insegnando, per ottimizzare i miei tempi.

Oggi queste strategie sono la base anche del mio lavoro, noi di
Metodo usiamo la bacheca quando abbiamo un obiettivo di gruppo,
mentre quando ho obiettivi personali preferisco usare il Planner.


Tu scegli pure la strategia che ti piace di più :)
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La parola al Professore: come un barattolo di
vetro può aiutarti a gestire il tempo

Per chiudere questa sezione sulla gestione del tempo voglio


raccontarti una storia, si racconta che un professore un giorno sia
arrivato a lezione con un barattolo.

Il professore disse ai suoi alunni: “Prendete questo barattolo e


riempitelo con dei sassi.”

Così fecero gli alunni.

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“È pieno?” Chiese il professore.

E gli alunni risposero dicendo che il barattolo era pieno.

Il prof disse: “ Adesso, metteteci dei piselli.”

Così fecero i ragazzi, e videro che comunque tra i sassi c’era lo


spazio anche per i piselli.

Al che il prof domandò: “È pieno adesso il barattolo?”

Gli alunni risposero di nuovo di si.

Il prof disse: “ Adesso metteteci della sabbia.”

Gli studenti videro ancora una volta che nel barattolo c’era spazio
anche per la sabbia.

Quando il barattolo sembrava veramente pieno, il professore


domandò: “Adesso è pieno?”

Gli alunni risposero convinti per l’ennesima volta di si.

Il prof prontamente rispose: “Eh no, adesso prendete una birra e


versatela nel barattolo”.

Gli alunni videro che anche la birra riusciva a penetrare fino in


fondo al barattolo.

Una volta finito, il professore disse: “La vita è una questione di


priorità e ognuno ha le sue.

I sassi sono le cose importanti, le cose che per te sono le più


importanti, come il lavoro, lo studio, ma anche le persone care, le

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persone che condividono la vita con te, quei sassi grossi che
riempiono gran parte del barattolo e che ti rendono felice.

Tutto il resto è contorno, tutto il resto sono i piselli.

Ci vanno comunque nella vita, ma sono cose poco importanti, non


sono i sassi.

Poi c’è la sabbia, sono quelle cose che si porta via il vento, e che
comunque ci sono nella vita, perché fanno parte anche quelle del
gioco, quelle cose che vengono, passano e se ne vanno.

Se nella vita non dai priorità alle cose fondamentali non ci sarà
mai posto nel barattolo, perché si riempirebbe di sabbia, cioè
di cose poco importanti.

Allora gli alunni restarono a bocca aperta e rifletterono


sull'importanza di mettere nel loro barattolo prima i sassi, cioè
prima le cose importanti, e poi i piselli e la sabbia, cioè le cose
meno importanti.


Trovi una bella versione in video di questa storia (che ormai è
diventata molto famosa) a questo link: https://www.youtube.com/
watch?v=WmzTqy4huXs&feature=youtu.be


Ah aspetta, manca il finale.


Un alunno domandò al professore: "Scusi prof! E la birra?"

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Il prof rispose: "La birra serve a ricordare che anche quando la vita
sembra piena di cose importanti da fare, c'è sempre tempo per una
birra con gli amici"

Questa è la morale della storia: non puoi gestire veramente il tuo


tempo se non ti diverti mentre lo gestisci.

Ricorda sempre che devi mettere il tuo stile di vita ideale come
modello di pianificazione delle tue giornate!


Se metti il divertimento, nello stile di vita ideale, prima di qualsiasi
altra cosa l'essere produttivo non potrà che essere una
conseguenza.



GESTIONE DEL TEMPO = CHIAREZZA DI
OBIETTIVI + DIVERTIMENTO

Nel prossimo capitolo vedremo come, grazie agli stessi principi


possiamo essere anche più concentrati mentre studiamo 😉


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Massima Concentrazione e

Meno Distrazioni


Il miglior modo per prepararti a studiare


Adesso vediamo una serie di accorgimenti che ti permetteranno di
essere più produttivo e di prepararti a studiare nel modo migliore.


Per avere una massima concentrazione sono necessari vari elementi
che creano il presupposto alla concentrazione:


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ORDINE - POSTAZIONE - ACUSTICA


Sono i principali.


Una volta che tratteremo questi, vedremo proprio in concreto come
entrare in stato di massima concentrazione.

Partiamo dall’ordine.

Innanzitutto l’ordine dev’essere sia mentale che fisico.

Ordine mentale in che senso?

Devi crearti quello che si chiama ancoraggio spaziale.

L’ancoraggio spaziale è un ancoraggio che crei con un determinato


posto.

Facciamo un esempio:

Se tu vai in chiesa, sai che in chiesa c’è una certa norma di


comportamento: c’è da stare zitti, c’è da farsi il segno della croce
quando si entra, ecc ecc…
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Allo stesso modo devi far diventare la tua postazione di studio (che
può essere una biblioteca, una scrivania di casa tua, quello che vuoi
insomma) un ancoraggio spaziale.

Per questo può aiutarti lo studiare sempre nello stesso punto.

Anche se non hai la possibilità di studiare sempre nello stesso


posto, puoi ancorarti al momento, cioè puoi ancorarti al leggio che
metti là in posizione, puoi ancorarti al libro che apri in un certo
modo ecc ecc.

Così facendo educhi il tuo corpo a prestare attenzione.

In chiesa per esempio, non ti sogneresti mai di metterti al telefono


o controllare internet: stai lì, zitto, e non ti viene proprio di urlare.

Quando vai in discoteca succede la stessa cosa: sei ancorato in


modo spaziale a quel determinato luogo, sei lì e devi avere un certo
livello di energia, devi ballare e in buona sostanza fare casino,
giusto?

Questo che significa?

Anche questo è un ancoraggio spaziale.

Tu ancori il tuo corpo a un determinato spazio.

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L’ancoraggio può essere per esempio, anche uditivo.

Un esempio di ancoraggio uditivo è quando senti tipo una frase


come: “Dove c’è Barilla c’è…????”

E ti viene da dire subito :“Casa!”

Sono tanti i tipi di ancoraggio, e anche qui il discorso sarebbe


lungo.

Però anche semplicemente ancorarti a uno spazio fisico, che può


essere anche la tua scrivania.

Il consiglio che ti dò è usa la scrivania solo per studiare.

Io per esempio ho i miei posti per studiare e ho i miei posti per


lavorare, in modo tale da essere ancorato in modo spaziale.

Se sto in camera mia, seduto alla scrivania, so che devo studiare,


punto.

Questa cosa aiuta moltissimo la concentrazione, perché abitui il


tuo corpo ad essere concentrato.

Vediamo invece quello che è l’ordine fisico.

Qui è fondamentale, come ti dicevo, avere la scrivania ordinata. 


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Ma cosa vuol dire avere la scrivania ordinata?

Vuol dire ridurre al minimo le distrazioni, e anche tutto quello che


anche ipoteticamente ti può far distrarre: pennarelli che non ti
servono, un semplice mazzo di chiavi.

Perché anche un mazzo di chiavi?



Perché magari tu lo vedi e inizi a giocarci.

Togli quindi tutto quello che non serve, e se puoi usa un'altra
scrivania, una per studiare e una per tutte le altre cose.

Seconda cosa, cellulare in offline o in modalità non disturbare!

Questo te lo consiglio vivamente, perché sennò è tutto inutile!

Col cellulare ti distrai continuamente, e non ce la fai a studiare (ma


questo non te lo dovevo dire io, lo so).

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Terza strategia, il trucco del foglio bianco.

Prendi un foglio bianco, un post-it, insomma quello che vuoi,


mettitelo accanto alla tua postazione di studio e tutto quello che ti
viene in mente di fare riguardo lo studio e non, lo scrivi su quel
foglio bianco.

Anche se ti viene in mente di mandare un messaggio a tuo fratello,


o alla tua ragazza\o, invece di mandarglielo, scrivitelo!

Perché se gli mandi quel messaggio cosa succede?

Succede che apri il cellulare, vedi Whatsapp e inizi a vedere chi ti


ha scritto, cosa ti ha scritto, quando te l’ha scritto, cosa devi
rispondergli e tutto questo già ti fa distrarre!

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Magari penserai anche: “No dai, non gli rispondo adesso, devo
studiare!”, ma avrai comunque perso tempo e concentrazione!!!

Se tu prendi un foglio bianco invece, non ti puoi più distrarre, è


solo un foglio bianco ;)

Puoi scrivere semplicemente “Mandare sms a Piero”, o “mandare


questa cosa a quella persona”, o “Mandare e-mail a tizio”.

Magari ti vengono delle idee, come succedeva a me: molte delle


cose che ho inserito nel videocorso mi sono venute in mente
mentre studiavo.

Ma avevo il mio foglio bianco vicino a me, prendevo gli appunti


velocissimo, magari ci perdevo anche due o tre minuti e poi
tornavo immediatamente a concentrarmi per studiare.

Vediamo adesso come dev’essere strutturata la tua postazione, ti


do due rapidissimi accorgimenti.

Innanzitutto devi avere un leggio a 45 gradi non devi avere il testo


in orizzontale, ma devi rialzarlo a 45 gradi che ti alzi il testo.

La luce invece deve esserci sia sul foglio che nella stanza,

alcuni dicono che bisogna spegnere le luci nella stanza e che la luce
deve essere puntata solo sul foglio; questa cosa in realtà affatica
l’occhio, perché se ti distrai verso il buio e poi dopo torni dove c’è
luce, l’occhio si sente affaticato.

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Se vuoi spegnere le luci nella stanza fallo, ma tieni presente quello
che ti ho detto e ricorda che l’importante è che ci sia almeno una
luce sul foglio.

Qui devi essere molto rigido, perché il foglio illuminato ti permette


di avere una maggior percezione, e quindi una maggior confidenza,
con il testo.

Questo si traduce in Riesci A Immagazzinare Informazioni


Prima e Meglio!

È un trucchetto banale, però nessuno ci pensa.

Quindi:

- leggio a 45 gradi rialzato

- il tutto dev’essere illuminato

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Come entrare in uno stato di massima
concentrazione


Vediamo come entrare di fatto nello stato di massima
concentrazione.

Innanzitutto dobbiamo capire che cronotipo sei.

Tu penserai: “Cos’è questo cronotipo?”

Adesso te lo spiego, non ti preoccupare.

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Hai mai avuto la sensazione di essere un tipo più notturno, cioè
uno di quelli che rende meglio la sera, e magari fa fatica ad alzarsi
la mattina?

Oppure, hai mai avuto la sensazione che tu la mattina carburi, sei


sveglio, attivo e bello arzillo, però poi passate le nove, le dieci o le
undici di sera non ce la fai più nemmeno a guardarti allo specchio?

Senza andare troppo nel tecnico, esiste una spiegazione scientifica a


tutto questo: il cronotipo è una caratteristica degli esseri umani,
che indica se sono o vogliono essere maggiormente attivi in un
particolare momento della giornata.

Una trentina di anni fa circa sono stati effettuati degli esperimenti


su questo argomento (puoi trovare tutto su Wikipedia), in base per

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esempio alla temperatura del corpo, al battito cardiaco, al livello di
attenzione.


I risultati dimostrarono che possono essere fatte due classificazioni:
cronotipi serotini e cronotipi mattutini.

I serotini sono quelli che fanno più fatica a svegliarsi la mattina e


rendono meglio di sera.

I mattutini, al contrario, rendono meglio la mattina e fanno più


fatica a lavorare\studiare di sera.

Questo per darti una spiegazione scientifica. 


Magari ti sarai sentito dire: “Tu ti devi alzare presto la mattina


perché devi studiare!”.

Ma magari anche no!!

Io per esempio sono un po’ nel mezzo: non mi alzo presto la


mattina, ma non mi alzo nemmeno troppo tardi.

Di solito tra le nove e le dieci mi sveglio.

E non mi trovo bene se mi alzo più tardi.

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È proprio come se avessi buttato la mattinata.


Altre persone che conosco, tutto il contrario; se li fai alzare la


mattina si sentono rincoglioniti fino a una certa ora.

Se invece li metti a lavorare di notte, vanno da Dio.


Mi rendo conto che può creare un po’ di incompatibilità con il


mondo del lavoro (per esempio i negozi stanno chiusi di notte),
però quello che ti consiglio è di seguire te stesso, i tuoi ritmi,
come sempre ovviamente (anche perché è sempre questo uno dei
presupposti del mio lavoro).


Adesso andiamo nel concreto, cioè cerchiamo di capire come si fa


ad entrare in uno stato di massima concentrazione.


Premetto che è necessario dormire bene.


Adesso vediamo che cosa significa entrare in flow.


Il flow noi lo intendiamo come lo stato di massima concentrazione


(letteralmente significa “flusso”).

È stato effettuato uno studio su individui che hanno frequenti stati


di felicità.
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Gli scienziati hanno dimostrato che la felicità deriva da uno stato di
totale concentrazione, di totale coinvolgimento con l’attività che si
sta facendo.

Non stiamo parlando per forza di artisti o di guru.

Stiamo parlando anche di medici, professionisti, individui che


sono coinvolti nella loro attività.

Gli scienziati hanno studiato le caratteristiche di queste persone


che sono spesso felici, per capire se quelle stesse caratteristiche
potevano essere replicate e schematizzate per altre persone.

Lo stato di totale coinvolgimento in sostanza com’è che si ottiene?


Capiamo cos’è che lo causa.

Tutto deriva dal bilanciamento dell’abilità con la difficoltà.

Guarda la faccia di un bambino che gioca alla play station.

È totalmente concentrato, è coinvolto con l’attività che sta facendo.

Perché è così coinvolto?

Perché sta bilanciando l’abilità con la difficoltà.


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Non so se tu giocavi alla play station, però in generale qualsiasi
gioco fai, se per te è troppo facile lo lasci perdere subito;

Se invece è troppo difficile o lo butti o smetti di giocare, perché non


riesci mai a vincere.

Io per esempio rompevo le cose quando perdevo.

Quando ero più piccolo rompevo addirittura i cd perché mi dava


fastidio il fatto di non riuscire mai a vincere.


Però se tu riesci a bilanciare l’abilità con la difficoltà, e quindi fai


cose che per te non sono né troppo facili né troppo difficili, entri
nello stato di totale coinvolgimento.

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Tu ora mi dirai: “Si certo, ma i testi di studio mica li scelgo io. 

Mica posso scegliere il testo!”


Innanzitutto non è affatto vero che non si può scegliere il testo


perché il programma che ti da il professore è sempre consigliato.

Mi rendo conto che non è sempre semplice, però si può fare, ecco.


E seconda cosa, puoi scegliere quante pagine fare!


La maggior parte degli studenti si deconcentra perché studia o


molto poco o troppo.


La pecca è che lo studente studia in modo poco concentrato


perché studia troppe poche pagine, o troppe pagine.

Se tu invece bilanci la difficoltà con l’abilità, ti dai l’obbligo di


essere concentrato.

Andiamo un po’ più nel concreto a vedere qual è il metodo per


entrare in flow.

Dobbiamo prima di tutto distinguere tra obiettivi raggiungibili e


sostenibili.

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Mettiamo che tu oggi voglia studiare 400 pagine.

È un obiettivo raggiungibile?

Se ti ammazzi, forse ce la puoi fare.

È sostenibile?

Non credo!

Cioè, non so se per uno stile di vita sano una persona può
ingurgitare tutte queste pagine.

Non voglio parlare tecnicamente, voglio solo farti capire che


dobbiamo darci degli obiettivi sostenibili.

La cosa veramente utile sarebbe studiare ogni giorno un tot di


pagine, per un numero X di giorni alla settimana, con una certa
facilità, senza sentirci logorati.

Tu devi sempre adottare uno stile di vita sostenibile per quanto


riguarda lo studio, altrimenti rischi di annullarti proprio come
persona.

E come si fa ad avere uno stile di vita sostenibile?

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Oltre a bilanciare la difficoltà con l’abilità devi darti un numero di
pagine né troppo alto né troppo basso da fare in una giornata.

Devi proprio vivere con il cronometro: devi cronometrarti quando


studi.

Puoi usare una traccia di musica che duri un tot di tempo, per
avere come la sensazione di star facendo una vera e propria sfida,
come per il bambino che gioca alla play station.

Il problema è che tutti gli studenti si mettono là e dicono: “Oggi


studio tutto il pomeriggio!”


Quanto studi?

Tre ore, quattro ore?

Non studi mai tre o quattro ore!

Fissi il soffitto!

Se invece ti dai poche ore, una o due concise, e poi dopo ti obblighi
a chiudere il libro, il tuo studio sarà molto più efficace.

Per quanto riguarda i tempi di studio invece se ne dicono tante.

Io conosco tante teorie, e tecniche, come la tecnica del pomodoro,


quella dei cicli di studio e bla bla bla…

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Non posso dirti esattamente quanto tempo studiare, è molto
soggettivo e ti darei dei dati che magari vanno bene per me ma non
vanno bene per te.

Anche se non riesco a dirti esattamente quanto studiare, però


posso dirti il lasso di tempo entro cui riesci a tenere alta
l’attenzione, rifacendomi proprio ai principi fisiologici
dell’attenzione.

Devi studiare novanta minuti al massimo.

Dopo l’ora e mezza infatti la tua attenzione inizia a calare.


Dopo 90 minuti il cervello inizia a immagazzinare i dati che ha
appreso.

Quindi se tu gli cominci a dare delle cose da fare dopo il


novantesimo minuto, il cervello non riesce ad acquisire le nuove
informazioni perché deve prima mettere a posto quello che ha fatto
prima.

Questo si traduce in “devi assolutamente fare una pausa!”

Dopo novanta minuti di studio devi fare una pausa.

“Posso studiare un’ora e poi dopo fare la revisione di quello che ho


fatto?”

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Va bene, ma non superare mai l’ora e mezza.

Se superi l’ora e mezza ti imbatti nell’“Effetto Primacy e


Recency”.

Cos’è l’effetto primacy e recency?

- 76 -
Come sta influendo l’effetto privacy e recency
sulla media dei tuoi voti

L’Effetto Primacy e Recency in poche parole è quell’effetto per cui la


percentuale di ricordo è più bassa in mezzo, ovvero tu ti ricordi
tendenzialmente quello che ti dicono all’inizio e quello che ti
dicono alla fine di un discorso, ma non quello che sta in mezzo.

Nel caso dello studio, tu ti ricordi quello che studi all’inizio di un


capitolo e alla fine di un capitolo.

Quello che sta in mezzo te lo dimentichi.

Quest’effetto puoi sperimentarlo benissimo quando vai a una


conferenza per esempio.


Ti accorgerai ben presto che ricordi sempre meglio la parte iniziale
e la parte finale delle tue esperienze di apprendimento.

E come si fa ad evitare questo fenomeno?

Perché non credo che tu ti voglia ricordare soltanto quello che hai
fatto all’inizio e alla fine.

Beh, innanzitutto devi studiare massimo novanta minuti.

- 77 -
Puoi anche studiare venticinque minuti con la tecnica del
pomodoro, l’importante è che non superi i novanta minuti.

La pausa è fondamentale.

Un’altra cosa che devi fare sono i richiami.




Questa tecnica nessuno la insegna, credo di essere l’unico.

Alcuni bravi public speaker (e io credo di essere tra quelli perché


faccio quello che fanno loro) cercano di fare dei richiami molto
frequentemente rispetto a quello che hanno detto.

Se ci fai caso io ogni tanto richiamo delle cose che ho detto prima.

Il punto è che questa cosa la fa il public speaker buono, ma non la


fa il professore a lezione.

Quello che tu devi fare mentre stai prendendo appunti, quando hai
finito di studiare o quando hai finito di assistere ad una conferenza
è fare dei costanti richiami in merito a quello che stai studiando.

Facciamo un esempio.

- 78 -
Mettiamo il caso che tu stia studiando un capitolo composto da
cinque paragrafi.

Una volta che hai finito di studiare il primo paragrafo, in dieci


secondi richiami i punti principali del paragrafo che hai appena
fatto e vai avanti con il secondo.

Il richiamo deve essere frequente, deve essere costante e deve


essere fatto velocemente, così che mentre stai studiando hai la
percezione di quello che stai facendo.

Quando hai finito il secondo, richiami il primo e il secondo e poi


dopo inizi il terzo, e così via.

Fare richiami costanti ti permette di dare senso al tuo discorso


soprattutto quando stai studiando tante pagine.

Con questi richiami ricordare molto più facilmente quello che studi
e vedrai come questo espediente potrai applicarlo facilmente agli
schemi a cascata.

Gli schemi servono proprio a farti rielaborare il testo, e quindi è


normale che mentre li fai richiami quello che hai già studiato.

Non sei un robot che studia meccanicamente il libro dalla prima


all’ultima pagina, ma sei uno studente che usa il cervello per dare
un ordine agli argomenti.

Attenzione perché richiamare non vuol dire memorizzare!

- 79 -
Quindi non preoccuparti se non ricordi tutto, per quello ci sono le
tecniche di memoria.

Ci sarà la seconda fase della comprensione e poi quella della


Memorizzazione.


Hai visto cosa ho appena fatto?


Indirettamente ti ho fatto fare un richiamo, perché ti ho ricordato
cosa devi fare quando applichi l’OCME.

Quando ti troverai quindi a fare gli schemi ti ricorderai di questo


paragrafo.

Penserai: “Ah si giusto, quando faccio uno schema devo ricordarmi
di fare dei richiami a quello che sto leggendo per non dimenticare
quello che studio.”

Ti ripeto: non perdere tempo con i richiami, non stai


memorizzando.

Non è il Leggere e ripetere, mi raccomando!




Mettici dieci secondi o un minuto, giusto per recuperare il filo del
discorso.

Una volta che l’hai recuperato (e mi raccomando fallo


costantemente mentre studi, a intervalli regolari), avrai una

- 80 -
comprensione generale della materia che ti sarà utile poi dopo,
quando riprenderai questi schemi per farci le mappe e
memorizzare.

Se non ti diverti è inutile che studi!

Perché invece è importante divertirsi?

Tu dirai: “Vabbè sto studiando, che mi devo divertire?”

È no, non è così!

Ti ho già anticipato che la tua attenzione è figlia della tua capacità


di prenderti la responsabilità di studiare.

Voglio dire che quando si studia, si studia!

Questo non vuol dire che studiare equivale ad annoiarti!

- 81 -
Quello che voglio dire è prenditi la responsabilità di quanto studi
ogni giorno.

Non puoi pensare: “Oggi studio tutto il giorno!”

L’atteggiamento giusto è: “Oggi studio un’ora, due ore, tre ore”,


quello che è insomma.

L’importante è farlo in modo sostenuto, ovvero riuscire a sostenere


questi ritmi nel tempo.

Voglio che ti passa il messaggio che devi prendere in mano la tua


vita!

Lo studio non può e non deve essere una cosa brutta.

Hai dedicato anni e anni della tua vita a fare questo!

Posso immaginare che alcuni esami non ti piacciano, però non è


possibile che non ti piace niente!

Questo infatti significherebbe che stai studiando la cosa sbagliata!

Lo studio non può essere qualcosa di brutto che “DEVI” fare,


altrimenti non ce la fai: a un certo punto ci sarà un esame su cui ti
bloccherai, o non avrai proprio più voglia di farlo.

Devi trovare il modo di divertirti.

Devi prendere in mano la tua vita e dire: “Adesso sto studiando, è


come se stessi lavorando. 

Adesso questa cosa la devo fare perché ho deciso che con la laurea
che prenderò diventerò la persona che voglio diventare!”

- 82 -
Anche se il tuo cervello sarà lì a fare resistenza, ricordati sempre
che la laurea l’hai scelta tu.

E se l’hai scelta vuol dire che vuoi arrivare da qualche parte, e se


non ci vuoi arrivare più va benissimo!

Prenditi la responsabilità e comincia a costruirti un altro piano!

Nessuno ti giudica se smetti di studiare, però se continui perché


vuoi studiare, prenditene la piena responsabilità.


In tutti i casi, non puoi fare niente senza divertirti.

Quindi andiamo a capire un po’ perché è importante che ti


diverti mentre studi.

Allora qui cito Neil Fiore che nel suo libro “The Now Habit” parla
di corrispondenza inversa tra il divertimento e la procrastinazione.

Cosa voglio dire?

Questo te l’ho detto già: non pensare di avere tutto il tempo del
mondo.

Ma che vuol dire corrispondenza inversa tra divertimento e


procrastinazione?

Vuol dire che più ti diverti e più non procrastini, cioè non rimandi
quello che devi fare.


Questo non vale solo per lo studio, ma vale per ogni cosa.
- 83 -
Quali sono le cose che non rimandi mai?

Sono le cose più divertenti se ci pensi.

A questo punto dobbiamo cercare di rendere lo studio divertente.

Ho capito che devi studiare quello che ti piace, però devi renderlo
comunque divertente.

E quindi cos’è che consiglia Neil Fiore?

“Non pensare di avere tutto il tempo del mondo”

Non hai un mese di tempo.

Se ci pensi quando tu hai un esame, non hai un mese di tempo, ma


hai la somma delle ore che dedichi ogni giorno allo studio di quella
materia!

Non te la raccontare. 

Non dire “Vabbè, ho un mese di tempo”, perché non è così!

Non è così, non hai un mese di tempo!

Non studierai mai tutto il giorno, tutti i giorni.

Renditi anche conto di quelli che sono i tuoi tempi normali.

Se vuoi fare qualcosa di più, fai qualcosa di più, ma qualcosa di più


rispetto a quello che facevi prima!

Non dire: “Oggi studio otto ore”, quando di solito studi solo due
ore.
- 84 -
È meglio che dici: “Oggi studio tre ore”, perché è un obiettivo
sostenibile.

Io per esempio ho sperimentato che i ritmi di studio aumentano


uno alla volta, ovvero se oggi studi due ore, la settimana prossima
puoi studiare tre ore.

Un giorno studi due ore, un giorno tre ore, un giorno quattro ore, e
così via, aumentando a poco a poco la quantità di studio.

Non dire che farai quello che poi non puoi fare, perché poi ti
demotivi soltanto!

Quindi dicevo, non hai un mese di tempo, hai la somma delle ore
che dedichi ogni giorno allo studio.

Di solito quanto tempo dedichi allo studio?

Tre ore?

Quindi non hai un mese, hai tre ore per trenta giorni, senza contare
i sabati, le domeniche, i giorni in cui stai scazzato ecc ecc…

Hai novanta ore per preparare quest’esame!

Se tu la vedi come novanta ore.

Non è la stessa cosa.

- 85 -
Fai il conto del tempo effettivo che hai, e da lì ti regoli.

Se tu cominci a vederla come: “Ah, quindi ho soltanto sessanta ore


per preparare quest’esame? Non è semplice!”,

ti viene molto più difficile rimandare.

Quindi mettiamo che hai trenta giorni per preparare un esame,


conta quante ore studi al giorno di solito, e quindi ti regoli.

Io ho fatto l’esempio con 3 ore al giorno, ma tu dovrai essere


preciso e contare le ore di studio che PER TE sono quelle giuste, e
dividerle in base allo schema dell’OCME che abbiamo visto prima
insieme.

N.B. Non dedicherai mai tempo alle tue passioni se aspetti di


diventare efficace nello studio!

Stai molto attento su questo passaggio, perché è proprio l’inverso.

Diventerai efficace nello studio, se inizierai a dedicarti alle tue


passioni!

Se tu cominci a dedicare tempo alle tue passioni, diventi efficace


nello studio.

Se tu ti aspetti di diventare efficace, non troverai mai il tempo da


dedicare alle tue passioni.

Quindi tutto il discorso che ti ho fatto prima è completamente


inutile.

- 86 -
È solo se hai il coraggio di dedicare tempo alle tue passioni che
diventi più efficace nello studio.

E quindi devi mettere il tuo stile di vita ideale prima del tuo
dovere.

Di questa cosa, dice proprio Piernicola De Maria, sarai ripagato con


la capacità di concentrarti nei momenti veramente rilevanti, tipo la
mattina dell’esame.

Se tu metti il tuo stile di vita ideale prima di quello che è il dovere,


nei momenti veramente difficili (tipo la mattina dell’esame o i
giorni prima dell’esame), ti sentirai veramente più concentrato e
produttivo.

Se invece continui a negarti, negarti, negarti, quando arriva il


pericolo mollerai, e non ti andrai a sedere.

Te lo assicuro, te lo GARANTISCO, funziona così!

Se tu ti neghi, ti neghi, ti neghi, dici di no, continui a dire di no a


tutto e tutti, poi dopo, sotto esame, non ce la fai, sei stanco, e non
riesci a fare quello sforzo che ti serve per passare l’esame.

Non avrai già energie.

- 87 -
Ti consiglio per concludere di fare un elenco delle attività che
vorresti fare da tanto tempo e che non hai ancora fatto, e
costringerti ad iniziarne una.

Ti devi proprio costringere.

Devi diventare uno yes man.

Nel film Yes man (se non l’hai visto veditelo, te lo consiglio), Jim
Carrey fa una scommessa con un guru che lo obbliga a dire di si a
tutto.

Tutto quello che lui sente di dover fare deve fare, deve dire di si.

Ti racconto solo l’inizio del film, non spoilero niente promesso :)

All’inizio gli capitano un sacco di cose curiose e di cose brutte, però


poi dopo questo dire sempre di si lo ripaga, perché la sua vita
diventa molto più bella e molto più ricca.

Ed è così, ti assicuro che funziona così!

Se cominci a dire di sì alla vita, all’inizio ti succederanno cose che ti


sembreranno perdite di tempo, delle cose brutte, e sarà un
continuo evitarle.

- 88 -
Ti assicuro che vorrai scappare da questa situazione e vorrai
tornare al vecchio e caldo lettino, al vecchio e caldo divano, o
quello che vuoi.

Alla lunga però questo dire di si alla vita, ti arricchisce totalmente.

Fare continuamente delle nuove esperienze, o dire di si a delle cose


a cui magari normalmente diresti di no, all’inizio può sembrare
negativo, però ti assicuro che ti arricchisce la vita!

E cominci a scoprire delle cose di te o dei lati del tuo carattere che
non avresti mai pensato di avere.

Almeno per me è successo così.

In alcuni momenti della mia vita mi sono proprio costretto, ho


detto: “No, adesso dico sempre di si! Cioè quello che succede
faccio!”, e mi sono trovato a fare delle cose, o anche a superare
delle cose che non avrei mai creduto di poter superare.

Quand’è che di solito si diventa positivi di fronte alle situazioni?




Di fronte a quali situazioni?

- 89 -
Questo accade quando sei triste per qualcosa, per la tua ragazza ti
lascia, o non lo so, sei troppo triste per gli esami per esempio.

E quindi ti accorgi che non puoi superare qualcosa di brutto stando


sul divano di casa, ma puoi farlo soltanto se ti metti in moto.

Tutto quello che ti ho detto non è altro che un invito all’azione, un


invito a fare quello che senti.

- 90 -
Come aumentare la tua voglia di studiare tra
una pausa e l’altra

Questa è un’altra tecnica potentissima che usavo quando preparavo


gli esami.

Seguimi un attimo.


Uno studente normale per studiare cosa fa?


Apre il libro e lo chiude quando finisce un argomento.

Ma adesso voglio svelarti un trucchetto.

Se tu smetti di studiare NON finendo un argomento ma


iniziandone un altro, eviterai la sindrome del


“So che devo studiare ma non studio”.

Cioè, se tu finisci di studiare un argomento, inizi a studiare un


altro argomento, e poi dopo chiudi, nel bel mezzo del nuovo
argomento, hai detto già al tuo cervello quello che dovrà andare a
studiare il giorno dopo, e sarà più facile ricominciare a studiare poi.

- 91 -
Il cervello va dove trova minore resistenza.

Devi dargli qualcosa di conosciuto da fare appena ricominci a


studiare, sennò rimanderà.

Pensa ad un campo di grano.

Tu hai un campo di grano, e i percorsi che tracci quando passi sopra


le spighe, fanno piegare le spighe stesse. E più ci passi sopra, più
dopo si schiacceranno, e si creerà un sentiero sempre più definito.

Il cervello funziona uguale.

- 92 -
Tutte le cose sono difficili prima di diventare facili, e questo vale
per qualsiasi cosa, per qualsiasi materia, per qualsiasi concetto.

Com’è che ci può aiutare questo trucchetto nello studio?

Come ti ho detto prima, se inizi un argomento nuovo e poi chiudi il


libro, abitui il tuo cervello a pensare: “Ok, questa cosa non è così
difficile, è fatta di questo, questo e questo”.

Mettiamo che nel capitolo X del tuo libro ci sono gli argomenti A,
B, e C.

Non è che li devi capire proprio tutti, devi soltanto cominciare a


vedere che esiste l’argomento A, l’argomento B e l’argomento C.

“L’argomento A parla di questo, l’argomento B parla di questo e


l’argomento C parla di questo…”

A questo punto puoi staccare, perché sai che la prossima volta non
dovrai studiare l’argomento X di cui non sai niente, ma dovrai
studiare l’argomento A che parla di questo, B che parla di questo e
C che parla di quest’altro.

Il tuo cervello lo troverà familiare, e riuscirà a restare concentrato


perché è proprio nella sua natura andare dove trova minore
resistenza.

- 93 -
Funziona così con le persone che conosciamo piuttosto che con
quelle che non conosciamo, funziona così quando acquistiamo
qualcosa, perché spendiamo soldi solo per le cose che ci sono
familiari, e funziona così per lo studio, solo che nessuno te lo dice.

Di solito si sente dire: “No, non lasciare finché non finisci


l’argomento!”

Non è così!

Tecnicamente è meglio se fai un altro passetto.

- 94 -
Fatto trenta, fai trentuno.

Così facendo ci metti quello che Robbins chiama “Impegno


straordinario”.

Che cos’è l’impegno straordinario?

Antony Robbins, uno dei formatori più importanti del mondo, si è


accorto che in tutte le difficoltà della vita, se tu ci metti “impegno
buono”, otterrai un “risultato sufficiente”;

Se invece tu ci metti “impegno sufficiente”, otterrai un “risultato


insufficiente”.

E tu penserai: “Robbins, ma sei proprio un demotivatore!!”

No, in realtà è tutto il contrario, è un grandissimo motivatore che


però si è accorto di questo particolare importantissimo.

Se tu metti impegno buono in quello che fai, la vita ti metterà


davanti sempre qualche attrito, e quindi il risultato sarà sempre
sufficiente.

- 95 -
Se tu metti impegno sufficiente, il risultato sarà non sufficiente.

Se tu metti impegno ottimo, il tuo risultato sarà buono.

La fregatura qual è?

È che tu per passare da impegno sufficiente a buono, ti devi


impegnare.

Per passare da buono a ottimo ti devi impegnare, è lunga la strada.

E quindi tu fatichi, fatichi, fatichi e passi da buono a ottimo.

Ci metti tanto tempo e dopo?

Prendi un voto buono.

Questo tradotto in termini d’esame significa che tu studi da trenta,


però vieni valutato da ventidue, ventitré… e ci rimani male perché
magari hai studiato da trenta e volevi trenta.

Robbins però cos’ha capito?

- 96 -
Ha capito che per passare da trenta a trentuno ci vuole veramente
poco.

Per passare da impegno ottimo a impegno straordinario, il


passo è veramente piccolo!

Significa avere la forza di applicare bene le tecniche di memoria, o


trovare la forza di esporre correttamente un argomento d’esame, o
semplicemente trovare l’energia per fare quella cosa, quella
telefonata che hai rimandato, sentire quella persona che non sentivi
da tanto tempo, la sera quando sei stanco, trovare comunque la
voglia di uscire con la tua ragazza, o vedervi un film ecc ecc.

Questo vuol dire impegno straordinario!

Avere quella forza di farlo e non stare li a dire: “Vabbè, si, ho fatto
il mio, ho fatto trenta, adesso devo essere premiato!”

Nello studio se tu ti sforzi a fare quel piccolo passo, cioè finire


l’argomento e iniziare un altro prima di chiudere il libro, la
prossima volta sarà più facile.

Se torni la sera stanco a casa però trovi la forza di chiamare la tua


ragazza o di uscire insieme a lei, allora cambia l’equazione.

- 97 -
Impegno sufficiente, risultato non sufficiente;

Impegno buono, risultato sufficiente;

Impegno ottimo, risultato buono;

Se tu ci metti impegno straordinario, il risultato sarà


straordinario!

Te lo assicuro, perché sì, lo dice Robbins, ma l’ho sperimentato


anch’io.

Se tu ci metti impegno straordinario nelle cose che fai, sarai


premiato con risultati straordinari!

Perché fai più di quello che fanno tutti.

Nessuno riesce a mettere impegno straordinario in quello che fa,


perché siamo tutti quanti apatici.

Nella nostra società ci hanno detto di giocare sul sicuro, di fare il


minimo per avere il massimo, che è un principio che ti può anche
essere utile alcune volte magari, però non nelle cose che a te stanno
a cuore.
- 98 -
In quelle mettici impegno straordinario.

Nei rapporti umani, magari in quello che studi se ti piace, nelle


cose che tu scegli essere importanti per te.

Io non metto in tutte le cose metto impegno straordinario, perché


ho scelto le cose che per me sono importanti, e in quelle non ci
sono santi, ci metto impegno straordinario!

E ripeto, i risultati mi premiano sempre, sono davvero straordinari!

Come sempre non è per darmi delle arie, questo lo sai, ma ti dico
queste cose proprio per darti una testimonianza diretta.

Io non ti punto mai il dito dicendo: “È sbagliato ciò che fai”.

Mai!

Io ti dico come faccio, ti do un esempio, poi vedi tu se applicare le


cose che ti dico o meno.

L’impegno straordinario è una di quelle cose che non devi mettere


soltanto nello studio o nel lavoro, ma devi metterlo anche e
soprattutto nelle relazioni, con gli amici, con i parenti.

Datti al cento percento!

- 99 -
Ti assicuro che la vita ti premierà, e ti darà molto più di quello che
ti aspetti, e molto più di quello che è l’impegno ottimo.

Perché invece di un buon risultato avrai un risultato veramente


straordinario.

E tutto questo è solo a un piccolo saltino da te.

Dopo che hai fatto quello che dovevi fare, mettici qualche altra
cosa…

Qualche altra piccola cosa che ti permette di avere un risultato


straordinario!

- 100 -
CONCLUSIONE: IL VERO SUPER-POTERE
CHE PUÒ FARTI DIVENTARE UN
MACINATORE DI ESAMI

Prendiamo un'ultima volta in prestito Dragon Ball e Goku per
concludere il manuale, voglio spiegarti uno dei concetti più
importanti che ho imparato nella mia vita.


Esiste una caratteristica
bellissima dei Sayan.


I Sayan sono una razza aliena di
guerrieri e hanno una
caratteristica.


Dopo un combattimento se vanno
vicini alla sconfitta e prendono un
sacco di mazzate quando
guariscono diventano più forti.


Questo li rende dei guerrieri
invincibili, non tutte le battaglie
che hanno vinto ma quelle che
hanno perso.

- 101 -

Ogni volta che un Sayan viene ridotto in fin di vita, se guarisce
ritorna più forte.


Questo è l'atteggiamento con cui devi vedere i tuoi esami.


Il vero segreto per diventare un macinatore di esami non è cercare
di evitare le bocciature ma cercare a tutti i costi di combattere con
nemici più forti.


Goku è un personaggio mitico perché ogni volta che deve
combattere non vede l'ora di farlo!


Ogni volta che deve affrontare un nemico anche se sembra
imbattibile e tutti gli dicono che non può farcela lui non è
spaventato, è eccitato!


Si perché sa che combattendo contro di lui dovrà tirare fuori il suo
massimo potenziale, ed è con questo concetto che voglio lasciarti.

Non sarai un grande studente per tutti i 30 che prenderai, ma per


tutte le volte in cui sbaglierai e saprai imparare qualcosa.


Non ti sto dicendo che devi farti bocciare intenzionalmente,
sarebbe una cosa sciocca.


Se fai un errore e non capisci la lezione non stai imparando, stai
- 102 -
solo sbagliando.

Questa nel gergo della formazione viene definita: Tenacia della
Mosca.


Se una mosca che vuole uscire dalla finestra sbatte la testa contro il
vetro finirà per ammazzarsi.


Perché?


Perché la mosca non riesce ad imparare dal suo errore.


L'essere umano invece può farlo, anche se non tutti lo fanno.


È per questo che ti dico che il vero segreto per diventare un
macinatore di esami è saper imparare dai tuoi errori.


Ogni volta che fai un errore, cioè un esame va male cerca di capire
dove hai sbagliato e cerca di fare meglio la prossima volta.


Non leccarti le ferite, festeggiale!


Le ferite e le cicatrici che porti sono le testimonianze dei tuoi
combattimenti, per questo devi esserne fiero.


Oggi non siamo più abituati a combattere, a sudarci le cose, diamo
troppe cose per scontato solo perché le abbiamo…


- 103 -
Quindi ricordati, ogni volta che un esame va male, cerca di capire
dove hai sbagliato e di fare meglio la prossima volta.


E se va ancora male, cerca di capire cosa hai sbagliato, e cerca di
fare meglio, sempre! 


Ogni volta che vai al tappeto non rialzarti senza imparare la
lezione.


Devi semplicemente fare questo ogni volta che affronti un esame,
sia che vada bene.


È tutto qui.


Io ti ringrazio per essere stato con me in questo viaggio, e spero di
conoscerti presto dal vivo ad uno dei nostri corsi, nel frattempo un
grande in bocca al lupo per gli esami.


Grazie.

- 104 -

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