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Esposizione
Professionale

del tuo Coach


Andrea Acconcia

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I 3 miti da sfatare sull’esame per laurearti


nella metà del tempo

Ciao, sono Andrea Acconcia, e in questo


manuale parliamo dell’ultima fase, quella
dell’esposizione.


Prima di cominciare però dobbiamo sfatare


tutti i falsi miti sull’esame.

Abbiamo visto la differenza che esiste tra il metodo di studio


tradizionale e ideale, ti ho fatto un po' di introduzione sulle
strategie d’esame, ma adesso però, prima di capire come prepararci
al meglio, dobbiamo capire cosa non fare!

E l’unico modo per capire cosa non fare è smontare i falsi miti che
caratterizzano l’esame!

Parlando con gli studenti mi rendo conto che è più difficile spiegare
alle persone cosa non devono fare che quello che devono fare!

Ma è importante anche fare pulizia da tutti i falsi miti che


circondano l’esame, per riuscire a lavorare al meglio, in modo che
tutte le tecniche che ti insegnerò ti sembreranno molto più
scontate e facili da applicare!

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Ci saranno concetti un po' difficili da assimilare, sopratutto per chi


è un po' più conservatore, ma fidati di me!


Non parlo per opinioni, ho cercato di lasciare a casa le idee e le mie


opinioni e ho basato il mio studio e la mia ricerca su fatti tecnici!
Vedimi proprio come un professionista che ha analizzato la
situazione e ti sta dando degli strumenti mentali da applicare per te
stesso!

Questa parte per quanto mi riguarda è la più importante; una volta


capite queste 4 cose, puoi praticamente spaccare con i tuoi esami :)

È bello avere le strategie per affrontare l’esame, ma per la mia


esperienza è molto più importante quello che adesso sto per dirti.

Una volta capito quello che non devi fare, puoi sostenere l’esame
con la preparazione giusta che hai acquisito tramite le fasi del
metodo che ti ho insegnato.

Entriamo nel dettaglio sui falsi miti!



In Italia sono stato il primo a parlare di Strategie d'Esame o
Strategie di studio. Prima questo termine non esisteva.


La mia foto che vedi qui sotto, risale ad una delle mie prime video
lezioni: è del 2015, e allora parlavo già da molto tempo del concetto
di strategia di studio.


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Quando ho deciso di fondare
Metodo Universitario la sfida
fu di adattare dei concetti
imprenditoriali presi dal
Business e dal Management
alla preparazione degli
esami, perché mi sembrava un'assurdità che gli studenti
studiassero SENZA una strategia.


La formazione strategica era arrivata ormai in qualsiasi campo:
marketing, gestione d'impresa, crescita personale.


In qualsiasi settore è normale formarsi per avere migliori
risultati, anche i parrucchieri frequentano corsi di formazione! 


Si fanno corsi sia corsi tecnici per migliorare le strategie di lavoro,
che motivazionali per gestire meglio il loro team. Per gli studenti
universitari però questo concetto non esisteva, se non con corsi
che erano pensati per tutti e venduti ANCHE agli studenti
universitari. Io sono stato il primo ad aver trovato un'assurdità non
pensare all'esame a livello strategico, cioè in base ad una strategia
pensata per ottimizzare al meglio gli sforzi che fai quando studi.


Nella fase dell'esposizione questo è un concetto molto importante,
perché soprattutto mentre sta per arrivare l'esame inizi a cacarti
sotto e a dimenticare tutto quello che dovresti fare.


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La fase dell'Esposizione avviene nei giorni prima dell'esame, che
sono proprio quelli in cui lo studente si dimentica tutto quello che
sa, e inizia a fare cavolate, magari cercando di studiare argomenti
che non ha né schematizzato, né palazzato.


Proprio per evitarti questo errore ho deciso di riproporti in questo
Manuale i “Falsi miti sull'Università e sull’Esame", di cui abbiamo
già parlato nella Bibbia dello Studente di Successo.


Se hai già letto questi falsi miti nella Bibbia puoi anche passare
avanti al capitolo in cui parlo della fase dell'Esposizione, ma io ti
consiglio di rileggerli perché ho aggiunto delle parti che nella
Bibbia non ho trattato.


In ogni caso io ti consiglio di rileggerli anche perché questi falsi
miti sono profondamente radicati nel nostro inconscio e
condizionano tantissimo le nostre scelte.


Un po' come quando si pensava che fosse il sole a girare attorno
alla terra, tutti pensavano che fosse così, e ci sono voluti secoli per
convincere l'umanità del contrario.

Dopo questo capitolo vedremo in dettaglio tutti i passaggi da fare


nella fase di esposizione.

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I 3 Falsi Miti che imprigionano gli 



studenti nel sistema Uni-Carcerario

e li obbligano a restare chiusi in cella (casa) a
studiare 14 ore al giorno


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1° Falso mito: 

La scuola ci insegna un Metodo di studio



Durante gli anni di scuola ti sarai sentito dire: “Vai al liceo che lì
impari un metodo di studio”.


In realtà al liceo non impari un metodo di studio, ma impari solo a


restare a galla!

È come se ti buttassero in acqua per imparare a nuotare, ma tu in


realtà impari solo restare a galla, non impari a fare lo stile libero, il
delfino o la rana!
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E cosa succede? 


Succede che all’università continui a restare a galla, ad
accontentarti di galleggiare, senza mai riuscire veramente a nuotare
secondo uno stile preciso.

Ma a scuola cosa capitava?



A scuola c’era il nostro bel professore, che ci dava le paginette per
il giorno dopo, e ci diceva di studiarle.

Il problema è che a scuola si confonde troppo spesso l’intelligenza


con l’obbedienza.

Infatti ti dicono quello che devi imparare e poi TU impari!


La rielaborazione critica è pressoché inesistente!

Quindi sono quelli che obbediscono che figurano come quelli bravi
e intelligenti.

Beh, a me questa cosa non è mai piaciuta!

Quello che devi fare tu invece è carpire, non CARPIRE!

Non devi studiare il libro a pappagallo, devi comunque rielaborare,


e sono pochi purtroppo i professori che rendono esplicito questo
passaggio.

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Lo so che c’è qualcuno che dice: “Si, ma il libro di anatomia lo devi


sapere, il professore lo chiede.”

Io non pretendo infatti di cambiare il tuo professore, ma cerco di


cambiare il tuo metodo, cioè l’atteggiamento che tu adotti nei
confronti di quel determinato esame!


E come si fa?

Devi cercare di CARPIRE, non di capire!

Non puoi metterti lì a capire il libro, perché sarebbe solo un


discorso di obbedienza!

La tua intelligenza si vede nella capacità che hai di carpire (ovvero


cogliere) quelle informazioni che si trovano tra le righe del libro e
che non sono spiegate!

E questo discorso è valido sia per gli studi umanistici che per gli
studi tecnici.

Nella vita, soprattutto se hai intenzione di fare una vita di relativo


successo (e successo potrebbe voler dire anche semplicemente fare
un lavoro che ti piace e ti entusiasma, non per forza fare i
miliardi!), è difficile che qualcuno si metta lì a spiegarti come si
fanno le cose.

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La strada per il successo è contro-intuitiva!

Sei tu che devi andare a tentoni: provare, sbagliare, imparare e


riprovare!

In ogni lavoro, come anche in ogni esame, sono poche le cose che
vanno capite, e una volta che le hai capite veramente nessuno ti
può fermare!

Questo vale anche nella vita amorosa, per esempio con il tuo
partner.

Basta basarla attorno a quei 3 o 4 valori più importanti per l’uno e


per l’altra!

Anche all’esame, sono sempre poche quelle cose che ti fanno avere
successo.

Il punto è che nessuno te le spiega, sei tu che le devi carpire!

Passiamo al secondo mito che dobbiamo sfatare, che riguarda i


professori.

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2° Falso mito: 


I professori NON sanno insegnare.


I professori tecnicamente non hanno mai imparato ad insegnare.



Attenzione, questo è un giudizio tecnico, non è una mia
opinione.

Dobbiamo capire che il percorso di formazione per l’insegnamento


di un metodo di studio non esiste per un professore!

I professori studiano tutta la vita, ma studiano sui libri!

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Non esiste un percorso di tirocinio che li abiliti all’insegnamento o


semplicemente permetta loro di fare pratica!

Io ho seguito i corsi dei migliori formatori al mondo e ti assicuro


che un formatore ha una capacità di attirare l’attenzione
pazzesca!

La capacità di attirare l’attenzione è fondamentale, è un‘abilità che


possiede un certo valore, perché se io pago 1000 euro per un corso
e assimilo solo il 5% di questo corso perché non riesco a rimanere
attento, perdo 950 euro!

Se invece il formatore è in grado di trasmettermi il 90% di quello


che dice con il suo public speaking o con altre valide tecniche,
perdo solo 100 euro!

Ti ho fatto questo esempio solo per spiegarti che 



nessuno insegna ai professori come si insegna!

I più bravi imparano a tentoni, fanno pratica in classe, prestano


attenzione a come gli alunni rispondono ai loro insegnamenti e
dopo un po' imparano a spiegare e a motivare.

Ma questa scaletta non è minimamente prevista nel percorso di


formazione di un docente, e quindi non ce la possiamo prendere
con lui se non sa insegnare!

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E cosa più importante, non serve a nulla lamentarsi, perché in


questo momento l’unica cosa che ci interessa è passare gli
esami.

Te lo ricordo: stai pagando per questo!

Non voglio dirti di stare al tuo posto, ma nemmeno mettere in


discussione una figura come quella del professore, quando stai
bello comodo dall’altra parte! 


È troppo facile così! Non puoi cambiare le regole del gioco adesso
che sei studente, ora come ora devi solo dare l’esame!

Un’altra cosa importante da chiarire è che non esistono vittime e


non esistono carnefici! 


Quando parlo di questi argomenti riguardanti i professori e
l'esame, si crea subito un odio verso i professori.

Ma io non odio nessuno.

Stai attento, la diceria per cui “il professore è stronzo” è solo un


mito!

Lo so che esistono professori veramente stronzi che ti tirano il


libretto in faccia agli studenti e abusano del loro potere.

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Ma hai mai sentito quella frase che recita: “È la vittima a creare il


suo carnefice”?

Non voglio dire che non esistono criminali, quelli esistono!

Però quello che ti rende vittima è il significato che dai a quella


persona o a quella situazione. Sei tu che dai il permesso a quella
persona di diventare uno stronzo, o di diventare un mostro.

Conosco persone che hanno subito dei traumi ben peggiori di una
bocciatura, e gli hanno attribuito un significato positivo.

Questo perché magari quel trauma gli ha dato la possibilità di


lavorare su di sé e aiutare persone che hanno subito lo stesso.

Capisci cosa voglio dire?

Se inizi a pensare che sei tu a dare il permesso a quel professore di


farti incazzare, stai attuando un cambio di paradigma che è una
vera e propria rivoluzione!

“Si ma lui ha il potere di bocciarmi all’esame”

Si è vero, ma io non gli dò il potere di farmi stare male, non gli dò


il potere di farmi sentire un fallito.


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Lui può avere il potere di bocciarmi, ma non di farmi stare male,


chiaro?

Comunque affronteremo questa parte più nello specifico nella


sezione di gestione dell’ansia.

Altra cosa fondamentale che devi capire è che lo stipendio del


professore lo stai pagando tu!

Non so se te lo hanno detto, ma tu ogni anno paghi le tasse


universitarie, e se non le paghi tu le pagano i tuoi genitori :)

Quindi di che stiamo parlando?


Vogliamo avere paura di una persona che paghiamo noi?

Tu devi vedere il professore come un professionista; rispetti un


professionista certo, ma non è che ne hai paura.

Non è che hai paura dell’avvocato o del commercialista!

Al massimo gli puoi chiedere come fare a non arrivare impreparato,


gli puoi chiedere consigli, e puoi farlo anche con il professore.

Questo ovviamente non lo puoi fare direttamente in sede d’esame,


perché quello è un momento di valutazione, e in quell’occasione
non può giustificarti per qualcosa che non sai.

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Ma prima dell’esame sì, perché tu i professori li paghi!

Quindi rompigli le palle, scrivigli mail, vai a ricevimento, frequenta


le lezioni se puoi e soprattutto se sanno spiegare.

Dedica del tempo a sfruttare al massimo i tuoi professori!

Forse hai paura ad andare a ricevimento o di fare domande a


lezione perché sembreresti un lecchino.


Ma lecchino di che? Tu usufruisci semplicemente di un servizio che


paghi.

Ora è arrivato il momento di sfatare il più grosso dei falsi miti…


che cos’è l’esame?


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3° Falso mito: 

L'esame non valuta il tuo valore ma è un esercizio
di memorizzazione a breve termine

Ora cominciamo ad andare veramente nel profondo, perché sto per


dirti una cosa che probabilmente hai sempre pensato, ma che non
hai mai avuto il coraggio di dire.


Queste sono quelle informazioni vere, che tutti sanno siano vere,
ma che non si possono dire, perché sono politicamente scorrette.

È un po' come dire ad una madre che suo figlio è brutto, tutti sanno
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che è brutto, ma non glielo puoi dire perché sarebbe cattiva


educazione.


Beh, io mi ritengo una persona molto educata e gentile, ma in
questo manuale non posso lasciare spazio alla gentilezza.


Ora devo dirti le cose esattamente come stanno in modo tale che tu
puoi veramente arrivare la mattina dell'esame con la mente
sgombra da paure inutili e riverenze assolutamente
ingiustificate.


Dobbiamo partire da una considerazione fondamentale, ovvero che
la scuola non è sempre esistita.

La scuola è un processo storico.

La scuola per come la conosciamo nasce nell’800.


Il fatto che non sia sempre esistita ci da’ la possibilità di vederla


come un processo in divenire!

La scuola non è perfetta e l’esame non è l’unico modo per valutare


la preparazione di uno studente.

Anche gli esami non sono sempre esistiti, sono una cosa che nasce,
cresce, si evolve e migliora!

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In tutto questo c’è da considerare che nella scuola c’è un tempo di


latenza molto, molto lento.

La latenza (o tempo di latenza ) in informatica, di un sistema può essere


definita come l'intervallo di tempo che intercorre fra il momento in cui arriva
l'input al sistema e il momento in cui è disponibile il suo output. In altre
parole, la latenza non è altro che una misura della velocità di risposta di un
sistema.1

Per farla semplice possiamo dire che tempo di latenza è il tempo


che passa tra un’idea e la sua applicazione nella vita reale.

Per esempio se io invento il telefono che fa il caffè, non è che il


giorno dopo tutti hanno nelle loro tasche il telefono che fa il caffè.2


Quindi nella pratica il tempo di latenza è il tempo che intercorre tra
la mia invenzione e la sua diffusione.

Nella scuola il tempo di latenza è lunghissimo!



La scuola quindi viene aggiornata molto lentamente, e con
essa anche l’Università.

Anche lì non è per fare polemica, ci stanno provando! Fanno quello


che possono…

1 Fonte Wikipedia

2 Per la cronaca, il telefono che fa il caffè è già stato inventato ☺


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L’unica cosa che voglio farti capire è che niente a scuola o


all'università l’esame, le lezioni, ti prepara per la vita reale…
perché l'esame è un contesto artificiale!

Dobbiamo capire che la vita reale non è fatta di uno che ti spiega il
libro e poi tu devi stare lì a dirgli quelle 4 cose che hai capito di
quello che ha detto.

Nel mondo del lavoro non funziona così: bisogna saper


comunicare, saper gestire i conflitti, saper carpire le informazioni.

Anche se fai il dipendente, a lavoro non ti spiegano sempre le cose


che devi fare, non c'è un libro da studiare e poi qualcuno che
interroga, e spesso devi inventarti tu la soluzione ai problemi
lavorativi che devi risolvere.

Non ne parliamo se fai l’imprenditore o il libero professionista! Lì


nessuno ti spiega niente!

Questo modello scolastico che è nato nell'800 forse poteva andare


bene nel secolo scorso, ma oggi è vecchio, obsoleto!


Solo che dato il tempo di latenza che hanno le istituzioni
scolastiche e universitarie, il modello didattico non si è ancora
adeguato.


Ci sono ancora lezioni noiose di professori che non sanno

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spiegare, e veniamo valutati spesso in 15 minuti da uno


sconosciuto in quello che - di fatto - è un esercizio di
memorizzazione a breve termine.


In più, il lavoro dei professori universitari è soltanto in minima
parte quello di insegnare e fare gli esami, il lavoro principale degli
assistenti, ricercatori e professori è quello di PUBBLICARE.


L'esame è quell'attività che nel loro lavoro DEVONO fare,
perché lo devi fare… non è che non possono presentarsi agli esami.


Solo che non è quella la principale attività, non è che la sera si
scervellano su come valutare meglio i loro studenti, la principale
preoccupazione di un professore è quella di pubblicare.


Non lo fanno perché sono cattivi, quello è il loro lavoro, e anzi
molto spesso i bravi professori che si dedicano con passione
all'insegnamento non fanno nemmeno carriera, restano professori
associati perché non hanno fatto abbastanza pubblicazioni.


Questo è il grande elefante nella stanza che NON vede la maggior
parte degli studenti universitari.

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Pochi professori si preoccupano di insegnare e valutare nel modo
migliore possibile, e l'esame diventa un esercizio di
memorizzazione a breve termine.


Quelli che ne fanno le spese purtroppo sono i poveri studenti che
passano 3 mesi chiusi in casa a studiare (come succedeva anche a
noi) e non si rendono conto che quello che la prova dell'esame
consiste in un esercizio di memorizzazione a breve termine e relativa
esposizione orale o scritta.

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Riflettici un attimo, ci hanno sempre detto che non bisogna


copiare all'esame, ma nella vita reale funziona così?


Come fanno le aziende oggi a fare business? 


Si inventano la ruota ogni volta o copiano quello che hanno fatto i
concorrenti cercando di migliorarlo.

Attenzione perché non sto dicendo che devi copiare all'esame, si


perderebbe il senso.


Esistono varie sfumature del copiare, c'è il copiare e basta di chi
non ha voglia di far niente, che non serve a niente!


C'è invece un'altra forma di copia che è molto simile alla
collaborazione, cioè prendere quello che un'altro sta facendo bene,
e riadattarlo alla tua situazione, lavoro o esame.


Se tu riesci ad arricchire, innovare, quello che hanno fatto altri va
benissimo copiare! Devi copiare!


È così che hai imparato a camminare, copiando quello che facevano
le altre persone attorno a te.

Ci sono due modi di copiare: uno è con l’animo truffaldino e


l’altro con l’animo dell’artista!

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Se tu vai con l’animo truffaldino, non fai altro che copiare una cosa
di un’altro e impoverirla.

Se al contrario tu rubi con l’animo dell’artista (e qui voglio


consigliarti un libro che si chiama “ruba come un’artista”), addirittura
tu arricchisci l’idea, e questo vuol dire che offri un prodotto
migliore alle persone!

Lo so che è difficile da accettare, ma tieni presente che l’esame


non ti prepara alla vita reale, perché non è un contesto pratico!

È in questo che la nostra società è così profondamente diversa da


quella del secolo scorso.


Quella del secolo scorso è stata definita da molti studiosi la società
dell'Informazione, dove tu venivi pagato in base alle informazioni
che conoscevi.


Ad esempio, tu hai la laurea in giurisprudenza, e io ti pago perché
tu come avvocato hai delle informazioni utili per me.


Oggi le informazioni non dico che non sono necessarie, ma
non sono più sufficienti!


La laurea in giurisprudenza è necessaria per fare l'avvocato ma non


è sufficiente.


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Perché? Perché come ci siamo già detti all'università ci troviamo in


un contesto artificiale, in cui ci sono persone che spiegano e
interrogano come se questo ci preparasse veramente alla vita reale,
ma non è così!


Se stai studiando per il puro amore della conoscenza potrebbe
anche andare bene, ma almeno per quanto mi riguarda io studiavo
perché la laurea mi sarebbe servita per il mio lavoro, altrimenti non
mi sarebbe servito andare all'università!


L’Università Italiana non è pratica, è teorica!

Stanno lì ad insegnarci i libri e poi noi usciamo dall’università che


abbiamo 24/25 anni e non troviamo lavoro!

Perché quello che fanno nella maggior parte dei casi non è
insegnarci delle reali competenze, ma solo delle conoscenze
teoriche.
Quindi il consiglio che ti dò è che, se riesci, inizia da adesso ad
acquisire più competenze possibile.

Se riesci a trovare, ad esempio, qualche avvocato che abbia uno


studio in cui ti può insegnare il mestiere allora vai ad imparare
anche se non hai finito gli studi.


"Ma non si può fare praticantato se non sei laureato”, direbbe lo studente
conservatore.


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E chi ha detto che deve essere il praticantato.




Puoi anche andare a fare le fotocopie, purché qualcuno in cambio ti
insegni veramente i segreti di quel mestiere.


Magari facendo questo ti trovi già uno studio in cui fare pratica
quando sarai laureato, o magari capisci che non vorrai mai fare
l'avvocato mentre invece era il tuo sogno mentre studiavi sui libri!

Questo vale ovviamente per qualsiasi cosa studi. Trova tu il modo


di farlo, sii creativo!


Preparati per la vita reale, cerca di bruciare le tappe, perché se
non le bruci tu, difficilmente l’università lo farà per te! Poi ti ritrovi
a 25 anni a dire che non c’è lavoro.


Parti prima, parti adesso!

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- La dura Verità sull’Esame-

La dura verità è che l'esame è un contesto artificiale, non


rappresenta la valutazione di te come persona bensì, ma solo un
contesto in cui un professionista valuta la tua preparazione su un
determinato argomento!

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Devi vederlo un pò come un incubatore, quelli dove si mettono i


bambini appena nati. 

È un contesto artificiale, non è l’ambiente reale!

Un professore in mezz’ora di tempo come può capire bene


qual è la tua vera preparazione?

Quindi devi trasmettere ad un professionista in 15-30 minuti tutto


quello che sai, e per fare questo devi allenarti a ricreare
quelle condizioni artificiali che ti permettano di avere successo!

Se impari a ricreare quelle condizioni passi l’esame.

Ed è esattamente questo che devi fare, studiare PER l’esame,


perché poi la laurea la devi prendere tu! :)

È importantissimo da questo punto di vista capire la differenza tra


il voto  dell’esame e la tua preparazione,  e sono due cose
assolutamente differenti!

Entrambi importanti, ma diverse!

L’esame serve per laurearti! Se non lo sai, la preparazione può


continuare anche dopo l’esame!

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Altrimenti vuol dire che sai studiare solo quando ti fa paura un


professore, e lì confondi intelligenza con obbedienza!

Tu puoi studiare sempre, anche di domenica, senza farti venire il


disgusto di stare 8-9-10 ore al giorno sui libri!

Perché studiare è bello, non te lo dimenticare mai! :)

Ma poi quest’esame che cos’è? 

Nient’altro che un esercizio di memorizzazione a breve temine.

Dopo un mese ricordiamo forse il 20% di quello che abbiamo


studiato, e questo è normale, ed è proprio il motivo per cui se
vogliamo diventare degli ottimi professionisti dobbiamo coltivare la
nostra preparazione nel tempo.

Se ci pensi la cosa che veramente ti terrorizza non è il professore o


l’esame in sé, ma il tempo che tu passi a preparare l’esame!

Se passi tanto tempo a preparare un’esame è ovvio che hai paura di


essere bocciato, perché dopo devi perdere altro tempo e rinunciare
a quel tempo che potevi usare per te!

Ma se non giochi  secondo le regole, se ti sfidi a studiare in meno


tempo e a carpire le informazioni necessarie per passare l’esame,

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nulla ti vieta di approfondire la tua preparazione anche dopo


l’esame!

Solitamente funziona che quando il  professore è stronzo gli


studenti studiano di più, e invece quando è bravo studiano meno.

Ma questo è il gioco del professore, quello dello studente dovrebbe


essere il contrario!

Fai il contrario!

Quando il professore è stronzo, prepara quell’esame in una


settimana, e vai a darlo!

Dopo approfondirai il resto, anche perché mal che vada hai perso
solo una settimana!

“Il diavolo non fa tanta paura, ma devi


avere il coraggio di guardarlo negli occhi” 

(Lorenzo Ait)


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È ai professori bravi che devi dedicare del tempo, perché sono


loro che ti arricchiscono culturalmente e forgiano il tuo
carattere.


E lo stesso vale per tutte le esperienze che puoi fare MENTRE
frequenti l'Università che non fanno parte delle lezioni e degli
esami, noi abbiamo fatto così e ci siamo trovati con il lavoro in
tasca prima di aver finito gli esami.

Se riuscirai a fare quello che ti ho appena detto, avrai più tempo da


dedicare alle cose che veramente ti piacciono.

Per farlo però devi cambiare il tuo rapporto con il fallimento.

Cos’è il fallimento (o bocciatura, come la vogliamo chiamare) ?




Il fallimento è solo un risultato che ottieni all'esame che magari
non ti soddisfa.
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Non sto dicendo che devi sorridere come un deficiente anche


quando vieni bocciato, e prenderti in giro.

Ma semplicemente vedere l'esame come un servizio di cui
usufruisci e per cui hai pagato le tasse.


Quindi, ok restarci male, perché è sempre un risultato negativo, ma
questo non c'entra NIENTE con il tuo valore come persona.


Se l'esame va male cerca di imparare quello che non ha funzionato
e vai a ridare l'esame meglio che puoi.


E se non ci riesci fallo ancora, e ancora finché non riesci a capire
cosa hai sbagliato. Fine della storia. Il tuo fallimento come persona
non c'entra niente con i tuoi risultati universitari.

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- Come fanno gli atleti professionisti a prepararsi


alle gare? -

(E perché questo può aiutarti ad evitare o superare il
fallimento all’esame)

Sai come fanno gli sportivi professionisti a preparasi alle loro


performance?


Gli atleti professionisti, quelli che hanno delle performance
eccellenti, devono arrivare preparati ad una gara, per questo si
allenano.

Quando arriva il momento di una gara però, qualsiasi sportivo

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anche professionista è stressato e ha paura.




È per questo che sempre più sportivi oggi hanno il Mental Coach
come figura di supporto per le loro gare.


Ti svelo una cosa molto interessante sul cervello: 

il cervello è programmato per evitare il dolore a breve termine.


Quindi nel caso dell'Esame orale o scritto, quello che accadrà al
tuo cervello nei giorni prima dell'esame è che inizierà a mandarti
stimoli di paura/ansia/ stress.


Quando abbiamo paura di solito diventiamo più stupidi.
Non sto scherzando è stato studiato che il quoziente intellettivo
delle persone in genere diminuisce con l'aumentare della paura.


La paura, o lo stress, sono comuni a qualsiasi professionista debba
compiere una performance.

Solo che gli atleti professionisti non stanno lì a farsi le pippe


mentali,  perché hanno capito che non devono fidarsi del loro
cervello quando sono in condizioni di stress o di paura per la gara.


La mente ha dei meccanismi meravigliosi per evitare il dolore a
breve termine, e questi ci sono molto utili, ad esempio per scegliere
se mangiare o non mangiare qualcosa che ci farebbe schifo.


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Questi stessi meccanismi però, sono gli stessi che prima di un


esame ti spingono a mollare, perché la mente preferisce il piacere
a breve termine non andando a dare l'esame piuttosto che il piacere
a lungo termine del passarlo.


È per questo che prima degli esami diventiamo completamente
irrazionali, iniziamo a cercare scuse per non andarci a sedere, o a
studiare argomenti che non abbiamo schematizzato o palazzato.


Tu devi considerarti esattamente un atleta, e imparare a non


ascoltare il tuo cervello, perché nei giorni prima dell'esame - te lo
assicuro - ti darà degli stimoli per evitare il dolore a breve termine.

Ok, capito questo, come fanno gli atleti professionisti a prepararsi


alle gare e a gestire lo stress e la paura durante la loro
performance?


Come abbiamo detto l’esame è un contesto artificiale, e tu devi


imparare a ricrearlo esattamente come fa lo sportivo durante gli
allenamenti.

L’atleta lo sa che in gara potrà avere paura per la performance,


quindi si allena talmente tante volte, tutti i giorni, che per lui
compiere quella performance diventa AUTOMATICO non deve
pensare più di tanto, deve solo seguire quello che il suo corpo ha
già imparato a fare migliaia e migliaia di volte in allentamento.

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Prendi Usain Bolt ad esempio, che è


stato più di una volta campione
mondo dei 100 metri. Anche lui ha
paura, tutti hanno paura!

Quelli che la paura non la conoscono


sono incoscienti; i coraggiosi invece
sono quelli che la vivono e la
affrontano!

Devi smettere di ascoltare il cervello prima di una


performance per cui ti sei preparato.


L’esame è come una gara e tu devi allenarti per giorni, in base alle
percentuali dell'OCME!

Ed è questo che faremo adesso nella fase dell'Esposizione.




Uno dei miei professori mi ha insegnato questa cosa:

“Dopo che hai trovato la soluzione al problema, devi ottimizzare la
soluzione”.

Se non ottimizzi la tua preparazione, stai studiando la fatica che hai


fatto.

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Quindi devi allenarti nella fase di Esposizione per ottimizzare


quello che hai fatto.

Gli atleti fanno così, Bolt fa così, ma anche Alonso, Schumacher o i
piloti di formula uno fanno così.


Si allenano alla gara simulando la gara al computer in un contesto
che possono controllare, e in cui possono fare errori, cioè
l'allenamento.


In questo consiste la fase di Esposizione, ed è questo che devi fare
per prepararti all’esame...

Però prima di spiegarti come fare a prepararti, voglio ricordarti una


cosa fondamentale:


TU NON SEI I TUOI RISULTATI.

Scrivitelo da qualche parte, tienilo sempre ben presente!

Quello che sei va molto al di là dei tuoi risultati, è qualcosa di


molto più profondo.

Sei qualcosa di molto più bello dei tuoi risultati, e sei tu che crei la
tua realtà.

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Anche quando un risultato è negativo, hai sempre una lezione


da imparare, e non puoi permetterti di perderla!

Un’esperienza negativa insegna molto più di


un’esperienza positiva.

Ed è molto importante che quando il risultato che ottieni è positivo


tu gioisca e ti congratuli con te stesso.

Siamo abituati a pensare che prendere 30 ad un esame equivale


semplicemente ad assolvere il proprio dovere.

E invece no, se hai preso 30 hai ottenuto un risultato eccellente,


quindi gioiscine e congratulati con te stesso!
Separa il fallimento personale dal fallimento del processo!

Se vieni bocciato ad un’esame non sei mica un fallito, hai


semplicemente sbagliato qualcosa, quindi hai la possibilità
di  imparare da quella qualcosa e di non commettere più lo stesso
errore una prossima volta.

Non ti identificare mai con i tuoi risultati, né negativi né positivi:


non è detto infatti che chi ha tutti 30 e lode sia una  persona
di successo!

Il successo è un’insieme di fattori!

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È composto da te stesso, dalle persone che ti amano, dai tuoi amici


e dai tuoi risultati economici.

Non puoi identificarti con i tuoi voti; ti ripeto sei qualcosa di molto
più profondo e complesso!

Un’altro bellissimo insegnamento che vorrei trasmetterti è:

SE HAI UN DUBBIO FERMATI, SE HAI PAURA FALLO.

Se 10 giorni prima dell'esame quando lo stai iniziando a preparare


hai dubbio, fermati e a ascolta la tua coscienza, sarà lei a guidarti
su cosa sarà giusto fare.


Ma se hai preso la decisione e ti ritrovi il giorno prima dell'esame
con mille dubbi in testa, sappi che quelli non sono dubbi, si chiama
paura.


Non c'è niente di male ad avere paura, il cervello è un servo
meccanismo, ci protegge ed evita di farci male.


In questo caso però per quanto male puoi farti niente può farti più
male che non andare a dare l'esame che hai preparato nei giorni
precedenti.

Non ti fidare del tuo cervello, perché quando è sotto stress ti


convince a scappare!

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Vaffanculo al tuo cervello!

Se  vai all’esame nell’ottica della crescita, impari sempre qualcosa,


anche solo a livello inconscio.

Il dubbio viene prima dell’esame, invece sotto esame è la paura che


parla!

E se hai paura fallo, è la cosa migliore!

Quando affronti la paura ti metti nelle condizioni di crescere,


sempre.

E questo ti porta a trasformare il MENO in PIÙ.


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Quando un esame non va bene chiedi al professore cosa


puoi  migliorare: magari ti dirà quella cosa da approfondire che la
prossima volta ti permetterà di superare l’esame.
Ricordati sempre che: 

“IL FALLIMENTO NON È UNA STRADA VERSO IL SUCCESSO, È


L’UNICA STRADA VERSO IL SUCCESSO”


Soltanto sbagliare, riprovare, sbagliare e riprovare di nuovo ti


permette di imparare e migliorarti costantemente.


E se avrai un risultato negativo, nessun problema!

Il bello di avere un Metodo, una guida, una procedura da seguire, è
che all'Esame anche se avrai un risultato negativo adesso sai cosa
andare ad aggiustare.


Se hai un risultato negativo sai che è stato a causa di un errore
fatto in un passaggio specifico dell'OCME e quindi è in quella fase
che dobbiamo lavorare meglio al prossimo esame.

Adesso ti lascio ai prossimi paragrafi. Leggili con calma e rileggi


queste pagine ogni volta che ti serve.
Ti ricorderai sempre dei falsi miti che abbiamo sfatato, e quali sono
le paure inutili di cui devi liberarti!

Buona lettura!
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Come esporre professionalmente all'esame (sia


all'orale che allo scritto) e farti percepire dal
professore come uno studente esperto e preparato
 

Eccoci  in questo capitolo vedremo la procedura per sostenere un


esame da 30 e lode.

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Tu dirai: “Vabbè, ma esiste una procedura per fare un esame da trenta e


lode?”


Certo che esiste, è ovvio che non puoi avere la certezza matematica,
ma quello che possiamo fare come abbiamo sempre fatto è seguire
una procedura, un protocollo passo passo che ti permetterà di
ottimizzare tutti gli sforzi che hai fatto nei giorni precedenti.


A questo punto dovresti aver completato le fasi, ovvero selezionato
gli argomenti, fatto gli schemi, le mappe, il palazzo, i ripassi etc.
etc.


Quindi solo se a questo punto hai le tue Mappe Palazzate e
ripassate possiamo proseguire, altrimenti quello che ti spiego ti
serve a poco.


L'Esposizione infatti non è la Ripetizione, e la differenza tra le due
sta nel fatto che quando ripeti lo fai tendenzialmente per
memorizzare.


Invece l'Esposizione è conseguente alla memorizzazione.


Quando simuli le condizioni d'Esame a casa tua, non lo stai facendo
per memorizzare, bensì per acquisire un linguaggio tecnico.


Quello che andiamo a fare durante la fase di Esposizione è
prepararci a sostenere l'esame.


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La fase dell'Esposizione va dai giorni prima dell'esame (il numero


dei giorni dipende da quanto tempo hai impiegato per preparare
l'esame3) in cui ti alleni a simulare le condizioni d'esame a casa tua
fino alla mattina dell’esame, in cui va in scena la tua performance
davanti al professore.


Se non ti fosse ancora chiaro ti ricordo che l'esame è una
performance, una recita, l'esame infatti come abbiamo visto è un
contesto artificiale in cui una persona (che spesso neanche ti
conosce) valuta la tua preparazione. Il contesto più simile all'esame
che mi viene in mente è il Teatro.


3Ad esempio se hai impiegato 14 giorni saranno 2 giorni di sola Esposizione, se hai impiegato 7
giorni ci vorrà un giorno soltanto, e così via.
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Perché il teatro? 


Perché a teatro quello che fa l'attore è proprio simulare davanti a
degli sconosciuti un personaggio.


Li sta prendendo in giro? No, sta semplicemente recitando la sua


parte.


All'esame è questo che devi fare, recitare la parte dello studente
perfetto, e per farlo come ogni attore di teatro devi provare la tua
parte.


La differenza con tutti gli altri studenti in crisi per l'esame è che noi
la parte la conosciamo a memoria, perché l'abbiamo mappata e
palazzata a dovere, e quindi adesso siamo liberi di allenarci ad
interpretarla.


Quindi attenzione a questo punto perché l'Esposizione come detto
inizia a casa tua e finisce la mattina dell'esame davanti al
professore.


N.B.

Tra poco vedremo  sia come prepararci all'esame scritto, sia come
prepararci all'esame orale, ma non vorrei che tu pensassi che la fase
di Esposizione non deve interessarti perché hai solo esami scritti.


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La fase di Esposizione conta per gli esami scritti come per gli esami
orali, e adesso vediamo perché.


Attenzione: sto per rivelarti una scoperta che abbiamo fatto noi
nel campo dell'apprendimento e che nessuno aveva fatto prima
d'ora.


Quando ti alleni a Simulare l'Esame a casa tua, tu cosa stai
facendo?
Stai esponendo con un linguaggio tecnico quello che hai Palazzato e
ripassato con lo schema del Sandwich, ricordi?


Ricordi che il Sandwich ci serviva ad assicurarci che le immagini
fossero presenti nella tua testa?


Bene, ora che sappiamo che le immagini ci sono, dobbiamo


consolidarle, renderle indelebili, perché l'Esame non è un gioco di
immagini create nel cervello, ma una valutazione orale o scritta di
quello che tu hai imparato.


Immaginati la fase di Memorizzazione come la costruzione di un
grosso cantiere attorno ad una casa.


Un cantiere è un'area di lavoro temporanea nella quale si svolge la
costruzione di un'opera di ingegneria civile4.


4 Fonte Wikipedia
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Cioè per capirci, si tratta di tutti quei pali e sostegni che si


costruiscono attorno ad una casa per costruire, appunto, una casa.



Quando inizi a costruire una casa devi per forza costruire un
cantiere, altrimenti non hai dove appoggiarti per costruire la casa.


Uno dei significati di cantiere è proprio: "cavalletto di sostegno"5 .


Solo che ad un certo punto quando la casa è pronta, gli operai


smontano il cantiere e lasciano la casa in tutta la sua bellezza.


Una casa infatti non deve solo essere ben costruita ma deve anche

5 Ibidem
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essere bella da vedere, altrimenti sembra una catapecchia.




Te la immagini una casa con un cantiere sempre attaccato? Non
sarebbe un bello spettacolo.


Tornando a noi, quello che dobbiamo fare nell'Esposizione è
eliminare il cantiere che abbiamo costruito con il Palazzo della
Memoria, e iniziare ad essere una casa vera.


All'esame infatti non porterai al professore le immagini che hai
nella testa, ma un discorso, e il discorso deve avere un filo logico
molto chiaro.


Anche perché, ed è questa la scoperta che abbiamo fatto:


Quando inizi ad Esporre un argomento con regolarità, e lo fai
1,2 o 3 volte, ad un certo punto le immagini mentali del tuo
palazzo non ti servono più! 


Esattamente come ad una casa, una volta costruita, non serve più il
cantiere.


Anzi, allenarti ad esporre rafforza talmente tanto le immagini
nel Palazzo che ad un certo punto diventano inutili.

Non hai più bisogno di ripercorrere i loci per ritrovare il filo del
discorso, perché i nuovi nessi-logici che hai creato allenandoti ad
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esporre sono addirittura più potenti delle immagini mentali.




Quando hai finito di costruire una casa gli operai smontano il
cantiere, allo stesso modo in cui tu una volta terminata la fase
dell'Esposizione non avrai quasi più bisogno delle immagini del tuo
palazzo della memoria.



Le immagini saranno così forti e così vivide che ad un certo punto
non ti servirà più pensarci, e padroneggerai gli argomenti

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dell'esame esattamente come padroneggi argomenti quotidiani


come il calcio, lo shopping o i locali in cui uscire.

Capisci perché la fase dell'Esposizione serve sia nel caso dell’esame
orale che nel caso dell'esame scritto?


Nella fase di Esposizione l'obiettivo è distruggere il cantiere
costruito dal Palazzo della Memoria e arrivare davanti al professore
con una casa bella da vedere, dipinta di colori pastello :)

Ma quindi questo vuol dire che il Palazzo non serviva a niente?

Assolutamente NO, il Palazzo della Memoria è necessario alla


preparazione strategica dell'esame, esattamente come un cantiere è
necessario alla costruzione di una casa.


Chi cerca di memorizzare leggendo e ripetendo usa un modo molto
lento e noioso di creare quei nessi logici, che invece possono essere
creati molto più facilmente con la fase della Memorizzazione e
quella dell’Esposizione.


Quante volte devo esporre gli argomenti che ho palazzato?


Puoi esporli tutte le volte che vuoi, l'importante è che non ti prendi
in giro e che non inizi a ripetere, ripetere, ripetere argomenti che in
realtà non hai palazzato.


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E se non mi ricordo le immagini?




Se non ti ricordi le immagini vuol dire che non hai fatto dei buoni
ripassi durante lo schema del Sandwich. Il bello di avere un
Metodo, cioè una procedura da applicare passo dopo passo, è che se
uno dei passaggi non funziona non devi buttare tutto all'aria, ma
sai dove intervenire per fare meglio in questo o nel prossimo
esame.


Come detto la fase dell'Esposizione va dal momento in cui simuli
l'esame a casa tua, fino alla mattina dell'esame.

Quindi, tenendo presente tutto quello che ci siamo detti fino ad


ora, quello che vediamo adesso è come evitare di perderci in un
bicchier d’acqua all’esame, e cosa ancora più importante, come
fare ad ottimizzare al meglio il lavoro che abbiamo fatto, sia
nei giorni immediatamente prima dell’esame (questo lo vedremo
meglio nella parte su “Gli errori da evitare”), e sia soprattutto la
mattina dell’esame.
 

Adesso ti descrivo un protocollo di cui avvalerti per svolgere


l’esame nel modo corretto. 


Ovviamente sono dati indicativi quelli che ti darò, ho cercato di


estrarre quanto più possibile, ma ogni esame è una storia a sé.

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Quello che voglio darti è comunque un sequenza, ovvero tutte le


variabili possibili all’esame, in modo tale che tu abbia sempre una
procedura, un protocollo da utilizzare.


Come ti ho già detto la sezione sull’esposizione è comune ad ogni
tipologia d'esame, per comodità però divideremo gli esami in 3
tipologie d'esame.


L'esame orale, l'esame scritto a risposte aperte e l'esame a crocette.


Per quanto la fase di esposizione sia comune a tutti gli esami, ci
sono delle differenze a seconda della tipologia d'esame, nel
prossimo capitolo te le spiegherò tutte e 3.


In particolare vedremo 3 strategie d'esame, molto concrete e molto
pratiche per ottimizzare il lavoro che hai fatto finora e ottimizzare
quello che hai mappato e palazzato facendoti fare una bella
prestazione all'esame.


Se hai fatto una buona organizzazione, comprensione, e
memorizzazione, adesso la fase di Esposizione sarà un gioco da
ragazzi.

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Strategie di Esposizione Professionale



per l’Esame Orale

Partiamo da un presupposto fondamentale, all'esame devi parlare


un LINGUAGGIO TECNICO specifico della materia che stai
studiando.


Ma cosa vuol dire avere un linguaggio tecnico?


Vuol dire acquisire un codice di comunicazione che ti fa percepire


come esperto dalla persona con cui stai parlando (il professore).


Tieni presente che tu all’esame devi parlare un altro linguaggio.


Cosa vuol dire parlare un altro linguaggio? Non è come parlare


un’altra lingua, ok? Tu sempre l’italiano dovrai parlare! 


“Il linguaggio è la capacità dell’uomo di comunicare per mezzo di un codice


complesso," cioè una lingua.

Quindi, in parole semplici, devi acquisire la capacità di parlare il


linguaggio dell'esame.

Tu parli italiano e ne sono convinto; anche il tuo professore parla


italiano, quello che devi fare adesso è crearti un codice di
comunicazione che faccia capire al professore che tu hai capito, hai

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studiato, sei preparato.


Il professore o l’assistente di una qualsiasi materia parlano un loro


codice, cioè un loro linguaggio.

E tu devi imparare quel linguaggio. Questo significa arrivare


preparati all'esame.


All’esame oppure in bar o in pizzeria non si parla lo stesso


linguaggio, si parla la stessa lingua, non lo stesso linguaggio.

Il linguaggio è un insieme di TECNICISMI, routine comunicative o


semplicemente modi di dire che sono comprensibili solo in
quell’ambito.

Perché non credo che tu il sabato sera parli “dello scarto quadratico
medio”,“degli ormoni tiroidei" o “dell’articolo 2082 del Codice
Civile”.

Parli di tutt’altro col tuo gruppo di amici! E soprattutto, parli in un


altro modo.

Per esempio ci sono delle cose che fanno ridere soltanto te e la tua
comitiva,
cioè che se le volessi spiegare a qualcuno lui non capirebbe.

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Tipo con la mia famiglia io ho delle parole che fanno ridere soltanto
noi, perché è così!


Se io ti dicessi la parola "La carota”. Tu ti metteresti a ridere?


No, penso di no.


Se la sentissero adesso mia madre e mio padre si metterebbero a
ridere, perché c'è una storia legata alla parola "Carota".


Chiaro?

E questo è quello che accade quando c’è un linguaggio comune, ed


è una cosa bella!


Perché in famiglia si crea empatia, con gli amici si crea empatia…


E tra professore e studente si deve creare la stessa EMPATIA!

Se si parla lo stesso linguaggio si crea empatia, quindi ci si capisce,


e possibilmente alla fine della conversazione il professore ti
metterà un bel voto sul libretto.

Per quello ti dicevo: Magari ci sono delle cose che fanno ridere
soltanto te e i tuoi amici e se le vai a dire ad un’altra comitiva non
fanno ridere nessuno.


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Perché? Perché avete un LINGUAGGIO COMUNE.


Se tu vai abitualmente in barca a vela sentirai parlare di:


“chiglia”,
“cambusa”,
“poppa”,
“prua”
Ecc…


Uno che non va in barca a vela non sa neanche di cosa sto


parlando!


Prima dell’esame devi assolutamente allenarti a costruire il TUO


linguaggio tecnico per l’esame.


Man mano che andrai avanti con gli anni ti verrà molto più facile,
perché il linguaggio si sarà sedimentato.
In sostanza, deve diventare un’abilità. Quando tu vai a dare un
esame stai facendo una recita, in quel momento stai recitando la
parte di uno studente preparatissimo.

È come se dovessi fare uno spettacolo di teatro e devi fare le prove.


Non si può fare uno spettacolo di teatro senza le prove.

Prima impari la parte, ma questo l'abbiamo già fatto nelle fase


precedenti.


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Se tu fai teatro sai benissimo che prima si legge l’opera, poi si


memorizza, e poi si fanno le prove… 


E alla fine: la PROVA GENERALE.


Non so se lo sai, ma la prova generale a teatro è proprio come una


messa in scena dello spettacolo.

Tu dovrai arrivare l’ultimo giorno in cui simuli l’esame. Puoi anche
farti aiutare da qualcuno, a patto che ti ascolti soltanto e che tu non
ti faccia condizionare dal suo giudizio, perché puoi sbagliare, in
prova si può sbagliare.


L'ultima prova, quella generale, deve essere la prova in cui non
sbagli più e devi provare l'esame esattamente come se ci fosse il
professore davanti a te.


Ti puoi anche far interrogare, purché non ti faccia chiedere


argomenti che non hai schematizzato e palazzato, altrimenti ti
viene semplicemente l'ansia perché non sai quella risposta.


Molti studenti fanno così, danno il libro in mano ad un amico e gli
dicono: Chiedimi qualcosa!


E giustamente vanno in panico se non sanno la risposta.


Questo comportamento è stupido, oltre ad essere un suicidio dal

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punto di vista della strategia.




Non è assolutamente strategico il giorno prima dell'esame metterti
a studiare un argomento da zero, non avresti né il tempo di
schematizzarlo, né di palazzarlo, anzi faresti confusione con gli altri
argomenti che hai palazzato.


Torneremo su questo errore in seguito, per adesso ti basti sapere
che se anche ti accorgessi di non sapere un argomento il giorno
prima dell'esame IGNORALO completamente.


Molto meglio sapere 30 argomenti bene che 31 argomenti a metà.


Ti ci vorrebbe tanto tempo per schematizzare e palazzare un nuovo
argomento l'ultimo giorno, e questo toglierebbe tempo prezioso a
tutti gli altri argomenti che invece hai tutto il tempo di esporre.

Devi allenarti proprio a rispondere ad una domanda, come se


davanti a te ci fosse veramente il professore.


All’esame non avrai il tempo di pensare:


“Aspetta ma in questo locus cosa c'era?"


Avrai già delle sinapsi create ma che sono linguistiche, sono


cognitive, sono dei ragionamenti che tu già sai fare, perché ti sei

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allenato a farli esattamente come uno sportivo si allena a preparare


una gara provando migliaia di volte quel movimento.
 

Questo passaggio è fondamentale per saper comunicare, è
fondamentale la velocità con cui dai la risposta, il tono di voce che
usi, ma adesso vediamo per bene tutto.


Abbiamo capito che dobbiamo arrivare all'esame e parlare o


scrivere con un linguaggio tecnico, adesso vedremo come farci
percepire dal professore come uno studente competente e
preparato prima ancora di aprire bocca.


Dopodiché, dando per scontato che a casa tua ti sei allenato a
simulare l'esame, vedremo anche come comportarti esattamente la
mattina prima dell'esame.


N.B.

Anche se i tuoi esami sono scritti ti consiglio assolutamente di
leggere il prossimo capitolo, perché è fondamentale per capire
anche le strategie d'esame per gli esami scritti.





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- Le Tre Fasi dell’esame orale-

Vediamo proprio in dettaglio quali sono le fasi dell’esame orale.


Qualsiasi esame orale ha tre fasi fondamentali, che sono:


- L'approccio
- La discussione
- La chiusura 


È un po’ come volessi conquistare una ragazza o un ragazzo in


discoteca.


C'è l'approccio, in cui ti avvicini e inizi a parlare con lui/lei.



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La discussione, in cui ci inizi a parlare ed entrate in sintonia.



La chiusura in cui… Vabbé lo sai come finisce ☺


L'esempio della seduzione in discoteca anche se è buffo ci permette
di capire molto a fondo che cosa sia l'esame orale.


Si perché all'esame orale devi andare a parlare con una persona
sconosciuta e convincerlo di qualcosa, cioè della tua preparazione,
e ci sono molte cose che possiamo imparare dalla seduzione.


Intanto iniziamo con l'approccio.

Sei d'accordo con me che c'è modo e modo di approcciare una
ragazza in discoteca, dico bene? Puoi provarci con stile, o puoi
provarci da rozzo.


We bella come sei bella, ma vieni dall' Afghanistan?


Perché?


Perché sei proprio la guerra!


(Palla di fieno che rotola)


Ok, quest'esempio l'anno capito solo i Campani, comunque ti
assicuro che questo è un tipo di approccio che è molto rozzo :)


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Un po' come se volessi approcciare una ragazza toccandole il culo,


per capirci. Non hai molte speranze, no?


Quello che sto cercando di farti capire è che devi prenderti la
responsabilità di come il professore ti percepisce, di come gli
comunichi non soltanto di cosa gli comunichi.

Ognuna di queste tre fasi è distinta.

L’approccio va da quando il professore ti chiama (o l’assistente ti


chiama), fino al momento in cui ti siedi e ti fa la prima domanda.
Con la risposta che dai alla prima domanda finisce l'approccio

Perché poi, tra la risposta alla prima e tutto l’esame si va nel
centro, cioè la discussione, dove si gioca la partita dell’esame,
dove tu rispondi a tutte le domande che ti vengono fatte, per finire
con la chiusura, che è l’ultima domanda che ti fa il professore in
cui cerchi di ottimizzare l'esame e di prendere il voto più alto
possibile.

Vediamo le fasi tutte e tre in concreto, più approfonditamente.

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FASE 1: APPROCCIO

La fase 1 dell'approccio, come detto inizia da quando vieni


chiamato all'esame, infatti come ti ho spiegato tu cominci a
comunicare dal momento in cui il professore ti chiama e ti alzi per
andare a fare l'esame.


Per un approccio perfetto all'esame, sono importanti 3 cose.


La comunicazione infatti ha 3 livelli, il verbale, para-verbale, e
non verbale.


Quindi adesso vedremo insieme come curare questi 3 livelli della


comunicazione.


Ci tengo a precisare che questa che trovi in questo manuale non è
una IPER-SEMPLIFICAZIONE di tecniche di comunicazione
riciclate da altri corsi.


Esiste uno studio dello psicologo Albert Mehrabian infatti, che da
quasi 50 anni influenza il mondo della comunicazione.


Secondo uno suo studio del 1967 il  linguaggio del corpo  (non verbale)
influirebbe nei confronti dell'interlocutore per il 55%, la voce (paraverbale)
per il 38%, mentre il contenuto (verbale) solamente per il 7%.

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Questa in realtà è stata la più grande distorsione degli studi di Mehrabian,


ripresa e riproposta da una serie di voci esterne come quella della PNL. Lo
stesso Meharbian ebbe a dire:


"Vi prego di notare che questa e altre equazioni riguardanti l'importanza dei
messaggi verbali e non verbali sono state ricavate da esperimenti che si
occupano della comunicazione di sentimenti e atteggiamenti (ad esempio,
simpatia-antipatia). A meno che un comunicatore non stia parlando dei suoi
sentimenti e atteggiamenti, queste equazioni non sono applicabili"6

Per capirci, queste percentuali sono vere, ma per emozioni come
simpatia e antipatia, e non attendibili al contesto dell'esame.


È per questo che non voglio ripeterti la regoletta del: "Il 55% della
comunicazione è non verbale, il 38% è paraverbale, e solo il 7% è
verbale"


Se vai a farti un corso generico di apprendimento o di Pnl e
comunicazione ti insegnano questa regoletta, ma come detto non
voglio insegnarti questo.


Tuttavia questo studio è stato una pietra miliare nel mondo della
comunicazione perché, anche se non lo prendiamo alla lettera
decontestualizzandolo, è innegabile che nella comunicazione siano
importanti sia il non verbale (tutto quello che fai anche se stai
zitto), sia il para verbale (il tono di voce che usi) che il verbale (le
parole che usi).


6 Fonte Wikipedia
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Quindi adesso andremo a curare tutti e 3 questi aspetti, dando a


tutti e 3 lo stesso peso, e come al solito, non lo faremo in teoria,
come c'è scritto sui manuali di psicologia che tra l'altro ho anche
studiato all'Università.7

Non ti spiegherò nessuna regoletta preconfezionata di Pnl, né


voglio spiegarti i sistemi rappresentazionali: visivo, uditivo, e
cinestesico, roba sempre generica e non pensata per gli esami
universitari.


Quello che ti spiegherò adesso è adattato e testato al sistema
universitario italiano, quindi niente di pre-confezionato o iper-
semplificato.


Intanto iniziamo ad occuparci del NON VERBALE.


Il Non verbale è composto da tutta quella comunicazione che non
avviene tramite parole, quindi abbigliamento, gesti, emozioni della
faccia, ecc. Tutto quello che comunichi al professore, dal primo
momento in cui ti alzi dalla sedia fino al momento in cui dici la
prima parola ha un potere enorme sull'idea che il professore si farà
di te, e quindi del voto che ti darà.


Nell’approccio, tanto per cominciare, l’abbigliamento è
fondamentale.

7Ti ricordo che io ho frequentato la facoltà di Scienze della Formazione e Psicologia all'Università
di Bologna
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Lo stile che ti permetterà di sembrare preparato e


competente agli occhi del professore prima ancora
di aprire bocca

 
Voglio darti alcuni piccoli accorgimenti riguardo l’abbigliamento il
giorno dell’esame.


Per i maschietti, che purtroppo fanno sicuramente un po’ più di
casino con l’abbigliamento, io consiglio sempre una camicia,
possibilmente bianca, perché la camicia bianca funziona sempre.
 

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Poi consiglio un pantalone semplice, o un jeans di qualità,


assolutamente non strappato!

L'ideale sarebbe andare all'esame vestiti in modo professionale, ma
non troppo, non andate lì troppo eleganti con la giacca e la
cravatta, perché rischiereste di stonare.

La giacca con la camicia soltanto e un bel pantalone sotto, ci può
stare. Evitate assolutamente tute, jeans strappati, non mettete in
mostra tatuaggi, togliete orecchini e piercing possibilmente, e
qualsiasi oggetto o vestito vi renda giudicabili. In linea di massima
una cosa sobria, che non sia né troppo elegante né troppo sportiva. 


Per le ragazze invece?



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Se non sapete mai cosa mettervi sto per darvi delle indicazioni
semplicissime almeno per la mattina dell'esame, poi sono problemi
vostri e dei vostri fidanzati ☺


Se siete belle non nascondetelo, ma evitate scollature plateali


potrebbero essere controproducenti e alcuni prof. potrebbero
rimandarvi a casa solo per l'abbigliamento non appropriato.


Adesso andiamo più in dettaglio con degli esempi, in ogni caso i
jeans vanno bene, o pantaloni, gonna solo se molto sobria e non
minigonna ovviamente, mettetela solo se siete abituate a portarla,
altrimenti i pantaloni vanno benissimo.


Sopra va bene una camicetta o comunque qualcosa di sobrio, anche
il vestito va bene se è estate, purché ovviamente non sia volgare.

Ricordatevi che per maschi e femmine l'abito non fa il monaco


ma aiuta a riconoscerne uno, quindi se volete vestirvi in modo
originale NON fatelo all'esame, fatelo nella vostra vita ma non
all'esame in cui c'è un professionista che vi deve valutare in qualche
dozzina di minuti.


Avete poco tempo, sfruttatelo al massimo.

Noi comunichiamo anche attraverso il nostro modo di vestire, e
tramite dei messaggi subliminali l’inconscio del professore capisce

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determinate cose su di noi. È chiaro che anche questa carta


dobbiamo giocarcela al meglio. Tu in questo modo ti stai giocando
la partita.

Quando ti presenti vestito male all'esame, il professore a livello


inconscio percepisce che sei preparato male.


È per questo che devi vestirti da professionista e comportarti come


tale, senza però essere esagerato, perché anche quello non
funzionerebbe.

Se metti una giacca possibilmente della tua taglia, altrimenti si


vede lontano un miglio che te la sei fatta prestare da tuo padre per
andare all'esame.


Devi essere in tutto e per tutto naturale.

Quindi camicia ben stirata, e della tua taglia, giacca della tua taglia,
pantaloni sobri, non strappati e non bucati ovviamente!

Vediamo un po' di foto, così ci capiamo meglio, parto dai maschietti


perché lo so che con voi sarà più difficile! ☺

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Figura 1: NO. Vestito bene ma per uscire, non per l'esame.


Il ragazzo in figura sembra sicuramente un bel ragazzo, ma non è


vestito da esame, è vestito per uscire il sabato pomeriggio e andare
in vespa con la sua ragazza.


Cosa comunica questo al professore?


Che ieri sera sei uscito con la vespa invece di studiare, e ai
professori questo NON piace, no buono.


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Figura 2: NO. Troppo vistoso, se ti vuoi vestire così fallo il


sabato sera.


Questo della figura 2 è il classico esempio di ragazzo vestito in
modo troppo vistoso.

Devi vestirti bene, ma non devi essere appariscente, devi cercare di
essere il più sobrio possibile.


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Figura 3. NO. Troppo sciatto. La noncuranza nel vestire non


trasmette affidabilità.

Il ragazzo della foto 3 è il classico studente che puoi incontrare in


facoltà, magari anche tu ti vesti così.

Va bene vestirti così, libero di fare quello che vuoi, ma all'esame ti
consiglio di mettere una camicia e di lasciar perdere t-shirt e roba
di jeans.
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Figura 4: SI. Il ragazzo è elegante ma non appariscente.


La figura 4 è un classico esempio di ragazzo vestito bene ma non
appariscente. È il classico ragazzo che piace ai genitori e ai
professori, io personalmente preferisco camicie bianche che sono
un po' più formali, ma sul colore puoi scegliere, l'importante è che
resti su colori semplici: Nero, blu, bianco, azzurro chiaro.


Vediamo ora le donne.

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Figura 5: NO, troppo provocante!

La ragazza in Figura 5 è chiaramente troppo provocante, ha le
gambe di fuori e una scollatura troppo aperta.


Si può essere che vestendo così passi comunque l'esame, ma il
rischio di essere percepita come una poco di buono è troppo alto, io
eviterei.

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Figura 6: No, troppo informale!


Per lo stesso discorso fatto per i ragazzi, una ragazza vestita come
nella figura 6, da l'idea che si è appena fatta una canna, e non fa
percepire al suo professore la sua preparazione.


Io ragazze non ho niente contro chi si veste in modo hippie, rasta,
o semplicemente come piace a te, semplicemente evitate di farlo
all'esame, altrimenti rischiate di giocarvi la prima impressione col
professore.

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Figura 7: SI, Elegante ma sobria, scollatura moderata.

La ragazza della figura 7 incarna perfettamente l'immagine di


studentessa modello, impegnata e sorridente. Per le donne c'è
maggiore discrezionalità nel vestire, quindi siete un po' più libere,
l'importante e che non facciate gli errori delle figure 5 e 6.

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IL TONO DI VOCE


Il secondo elemento per curare la tua comunicazione in fase di


approccio (1 fase), ma anche in fase di discussione che vedremo
tra poco (2 fase) è il tono di voce.


Perché il tono di voce che utilizzi è veramente fondamentale?

Perché conta più come dici una cosa che la cosa che dici.

Nell’apertura, soprattutto quando il professore fa la prima


domanda, conta molto di più il tono di voce della risposta che dai.
 
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Noi non comunichiamo soltanto con le parole, ma anche con il


tono della voce, con i nostri movimenti e con il nostro corpo.

Quindi nei primi secondi di conversazione non conta tanto quello


che stai dicendo, ma conta il tono di voce con cui parli e
soprattutto il linguaggio del corpo che utilizzi.

Questo è quindi vero soprattutto all’inizio, quando dai la prima


risposta, perché è lì che devi trasmettere autorevolezza e sicurezza.


Quindi quello che devi fare è parlare in un tono di voce basso e
profondo.

Quella che deve passare a livello inconscio al professore è la calma
di uno studente preparato, non l'ansia di uno studente
impreparato.

Come fare a farlo?

Basta che ti alleni a farlo a casa nei giorni precedenti, come ho


spiegato nei capitoli precedenti.


Simulare l'esame a casa tua e fare anche la prova generale, quindi la
prova di dare tutte le risposte dell'esame ESATTAMENTE come se
fosse l’esame, ti crea un enorme vantaggio competitivo su tutti gli
altri studenti che balbettano e sono incerti davanti al professore.


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Attenzione, perché spesso mi fanno questa domanda.

“Vabbè, io mi sono allenato a dare trenta risposte, le so benissimo, le


so perfettamente, però se mi chiede qualcosa che non so?”

In questo caso non ti devi preoccupare, perché se il professore ti fa


una domanda di cui non conosci la risposta, devi comunque
provare a rispondere ma tenendo lo stesso tono di voce delle
risposte che conosci.


Così darai l'impressione di conoscere la materia, di aver studiato, e
magari il professore penserà che quell'argomento non l'hai
ripassato bene, e passerà avanti.


In più, come abbiamo già visto, avrai acquisito il linguaggio
tecnico, o comunque una capacità argomentativa, che ti permetterà
di rispondere (anche alle domande che non sai) in modo
autorevole, parlando un linguaggio tecnico, e non a parole tue.
Questo ti farà percepire dal professore come uno studente che ha
studiato.

A me diverse volte è capitato che pur non sapendo una risposta, me


la riuscissi a cavare bene all'esame.


Ma attenzione, quello che mi ha salvato all'esame, non è stata
fortuna: si quella può aiutare, ma quello che mi ha salvato è stata la

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mia capacità di argomentare con un linguaggio tecnico e di usare


un para-verbale calmo e tranquillo.


All'esame stai recitando una parte, e la parte deve essere sempre
quella di un professionista che è venuto quella mattina per
confrontarsi con un altro professionista, magari più esperto di lui
su quella materia.


All'esame avevo un paraverbale così sicuro che anche sbagliando la
risposta il professore capiva che non avevo studiato bene SOLO
quell'argomento, ma che sulla materia ero preparato, e quindi
pensava che semplicemente non ricordassi bene quell'argomento.
 

Anche se non conosci la risposta, il fatto di aver acquisito un
linguaggio tecnico e la capacità di argomentare, ti permette di
superare questo problema e quindi di saper rispondere anche alle
domande che non sai con una certa padronanza.


Ti racconto proprio una cosa che mi insegnò la mia insegnante di
teatro tanti anni fa.


Quando a teatro non ti ricordi una battuta cosa fai? Improvvisi,
giusto? È così che farebbe un attore dilettante. Se tu però
improvvisi e sei goffo, il pubblico si accorge che c'è stato un errore
nella rappresentazione.


La mia insegnante diceva: “a teatro NESSUNO DI VOI deve

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improvvisare battute, al massimo i vostri personaggi possono


improvvisare!”


Metti caso che io stia recitando e stia interpretando il personaggio


di “Lorenzo il Magnifico”.


Se Don Chisciotte si scorda la battuta, è LORENZO IL


MAGNIFICO CHE IMPROVVISA LA BATTUTA, non è Andrea!


Mi segui? Non è Andrea a parlare, è Lorenzo il Magnifico! Anche se


non ti ricordi la parte devi far parlare lui!

E la padronanza farà capire al professore che tu hai capito, e quindi


ti posizionerai nella mente del professore come un esperto, come
uno che ha studiato quella materia.

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E la padronanza è data da un mix di questi 3 elementi:




NON VERBALE: Linguaggio del corpo, gesticolazione,
abbigliamento, espressioni del viso.


PARA-VERBALE: Tono di voce e ritmo della voce.


VERBALE: Parole e linguaggio che utilizzi.


Inizi a vedere il quadro generale? Inizia a prendere forma come
deve andare in scena la nostra opera la mattina dell'esame?


Aspetta che adesso viene il bello! Facciamo prima un piccolo recap!


Ricapitolando, il tuo abbigliamento deve essere sobrio, i gesti e il
linguaggio del corpo devono essere calmi e rilassati, e non quelli di
uno studente che non ha studiato.


Il tono di voce deve essere basso, possibilmente parla con calma e
scandisci bene le parole.


Le parole che utilizzi devono essere appropriate, e questo puoi farlo
soltanto se hai costruito un linguaggio tecnico adatto a quella
materia.


Ricordati che il professore all'esame non sa quello che tu hai
studiato ,esattamente come il pubblico di uno spettacolo non ha

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studiato la parte degli attori.




Possono conoscere, i personaggi, la trama, ma le battute esatte le
conoscono solo gli attori. Sfrutta questo principio per recitare
meglio possibile la tua parte all'esame.


Detto questo, andiamo a vedere cosa fare per iniziare veramente la
fase di approccio.


Tutto quello che ci siamo detti finora è FONDAMENTALE, ma era
solo l'introduzione, adesso dobbiamo vedere esattamente cosa dire
e come dirlo davanti al professore.


Queste tecniche di approccio sono TOP SECRET.



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Non le ho mai rivelate in nessun Manuale, e ti pregherei di tenerle


per te, per 2 motivi fondamentali.


1) Alcune tecniche sono un po' politicamente scorrette, e tu
sicuramente sarai pronto ad applicarle, perché se sei arrivato a
questo punto sai perché è importante agire in questo modo
all'esame.


Se le riveli a qualcuno probabilmente lui non sarà pronto ad
ascoltarle come lo sei tu ora, quindi credimi è meglio per te se te le
tieni per te.


2) Se le riveli a qualcuno non gli fai un favore, perché conoscere
queste frasi e queste parole non serve a niente se non hai un
Metodo di studio.


Se non hai applicato l'OCME non è che con queste frasi passi
l'esame, anzi rischi di fare brutta figura se non le contestualizzi.
Quindi dammi retta, rispetta le regole del Fight Club.


La prima regola del Fight Club è NON parlare del Fight Club,
quindi acqua in bocca e goditi il viaggio.

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Trucchi dell'Approccio col professore per


posizionarti ai suoi occhi 

come uno studente preparatissimo

Adesso vediamo un po’ di trucchetti per un’approccio da trenta e


lode. Questi trucchetti serviranno semplicemente ad ottimizzare il
lavoro che hai fatto finora e a non perderti in un bicchiere d'acqua
all'esame.


Alcuni di questi sono un po’ politicamente scorretti, nel senso che
uno studente un po' inibito e conservatore non li metterebbe in
pratica.


Io te li presento tutti, poi giudica tu quelli che vuoi applicare, vedi
tu quanto e come assecondare il sistema, tenendo presente quello
che ci siamo detti nei paragrafi precedenti sul sistema universitario.


Trucco n°1: Il primo della lista.


Il primo trucchetto è partire come primo della lista, cioè fare
l'esame per primo.

Se la lista è in ordine di prenotazione, prenotati a mezzanotte.

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Se chiamano in ordine alfabetico inventa una scusa, come per


esempio che hai preso un permesso di lavoro o che hai una visita
medica…

Ma perché essere primi? 

Perché essere primi vuol dire che tu sei fresco e che anche il
professore è fresco, e probabilmente ti farà le domande che fa di
solito, quelle che probabilmente hai selezionato tu.

Se arrivi alla fine, magari comincia a bocciare soltanto perché  è


stanco, o comunque non ti ascolta più come poteva fare all’inizio.

Essere primi non ti fa passare una giornata in preda all’ansia da


esame, mentre aspetti per ore il tuo turno.
 

Perché capisco che tu sia preparato, che tu conosca le tecniche di


gestione dell’ansia e tutto quello che vuoi, ma all’esame ti ritrovi
comunque davanti a un pericolo che sta arrivando, e l’amigdala si
attiva.

L’amigdala è una parte del cervello che si attiva e segnala il


pericolo, quindi fa rilasciare adrenalina all’interno del corpo
attraverso le ghiandole surrenali, e questo accumulo di adrenalina
ti drena molta energia nel corso di una giornata e ben presto ti fa
perdere anche la concentrazione

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La conseguenza di tutta questa attivazione è che aumentano le


possibilità di fare una performance scadente all’esame!!
 

L’esame è una prestazione, è come uno sport, in cui alla gara vai a
giocare al massimo delle tue possibilità.


Ok, fin qui niente di scandaloso, andiamo un po' più a fondo.


Come fare ad essere i primi della lista?


Se vuoi essere il primo della lista in alcuni casi devi prenotarti a
mezzanotte quando aprono le prenotazioni dell’esame, e lo fanno
in pochissimi.


Se il professore invece fa l'appello per ordine alfabetico e non segue
l'ordine di prenotazione, o hai la fortuna di chiamarti Andrea
Acconcia, e quindi essere sempre il primo8 , oppure dici al
professore che hai una visita medica:


Professore stamattina ho una visita medica alle 10:30 (un'ora e mezza
dopo l'orario in cui inizia l'esame, deve essere credibile) posso essere
interrogato per primo o devo far spostare la visita?


Questa frase è potentissima detta in questo modo, perché
l'alternativa non è se dirti di SI o di NO, ma se far spostare o no

8Prima che inizi ad invidiarmi sappi che non mi hanno mai chiamato per primo ad un esame per il
mio cognome :)
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una visita medica.




E nessuno vuole far spostare la visita medica.


Questo trucco lo usano in pochi, gli studenti stanno in ansia la
mattina dell'esame e nessuno vuole essere interrogato per primo.


Se comunque è una scusa che usano tanti altri studenti (difficile), e
vuoi trovarne una migliore fai pure, ma non essere mai banale,
altrimenti il prof. Ti dice di no.


Quella della visita medica è imbattibile.

Trucco n°2: L'argomento a piacere.

Innanzitutto ricordati di preparare sempre un argomento a piacere


all'esame, per un motivo molto semplice: il professore potrebbe
chiedertelo.


O perché vuole essere bravo, o perché hai avuto fortuna e non ha
voglia di pensare ad una domanda, ci deve essere un argomento che
conosci benissimo e meglio degli altri.

Fin qui tutto semplice. C'è però un'altra cosa che puoi fare per
manipolare il professore affinché ti chieda con un argomento a
piacere.


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Sì, ho detto "manipolare il professore" a questo punto non


dovrebbe sembrarti una cosa brutta da fare (se non sei d'accordo
torna alle pagine precedenti in cui smontiamo i falsi miti su
università e professori).


Puoi facilmente manipolare il professore all'esame se studi la sua
materia e le sue pubblicazioni. In che modo?


Semplicemente puoi studiare le pubblicazioni che il professore ha
fatto prima dell'esame.


Facendo questo potrai sederti e usare quest'argomento che ti sei
approfondito precedentemente e su cui hai palazzato una risposta9 ,
per manipolare la conversazione e se sei fortunato farla iniziare con
una domanda di cui conosci già la risposta.


La scena sarà questa:


Buongiorno professore.

Buongiorno


Professore ho trovato molto interessante l'argomento x (argomento
che esiste nel programma d'esame) 

e l'ho approfondito con l'argomento y (argomento di cui il professore
ha pubblicato un libro negli ultimi anni)

che si trova nel suo libro z. 


9 Ovviamente questa risposta devi prepararla in fase di Organizzazione


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A questo punto devi aspettare un suo cenno d'intesa, un cenno


d'assenso.

Anche soltanto se annuisce va bene, l'importante è che ti abbia
capito.
Fai molta attenzione perché ti sto insegnando una tecnica di
negoziazione potentissima!


Il fatto che tu ti sia interessato ad una sua pubblicazione, che non
era obbligatorio studiare, gonfia l'ego del professore e gli fa
abbassare le difese.


Il trucco è valido anche con l'assistente, anche se è un po' meno
efficace perché il libro non l'ha scritto lui.


In entrambi i casi comunque ti sei posizionato nelle loro teste
come uno studente che ha studiato, anzi ha anche approfondito la
materia d'esame all'infuori dell'esame.


Per l'assistente il dialogo diventerebbe:


Buongiorno professore.


Buongiorno


Professore ho trovato molto interessante l'argomento x (argomento
che esiste nel programma d'esame) 

e l'ho approfondito con l'argomento y (argomento di cui il professore

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ha pubblicato un libro negli ultimi anni), che si trova nel libro z del
professor Rossi. (Il professore titolare della cattedra)


Come vedi il dialogo è pressoché invariato, cambia solo la parte
finale della frase.


Non è finita, dopo il suo cenno d'intesa tu puoi partire con:




Si perché l'argomento x è fondamentale per la disciplina del (nome dell'esame
o del libro di testo) perché…


E qui gli spieghi perché quell'argomento è molto importante,
perché ti ha colpito, e perché è molto importante per l'esame che
stai preparando, e alla fine finisci per parlare dell'argomento.


Nel 90% dei casi il professore ti lascerà parlare, o anzi ti farà
domande sull'argomento.


Se ti lascia parlare hai un'altissima probabilità che quella domanda
la consideri come la prima delle domande che ti farà all'esame.


E quindi un 20-30% dell'Esame è già andato, e su un argomento su
cui tu sei estremamente preparato.


Se ti interrompe non fare una piega, non restarci male, chiedigli
semplicemente se dopo l'esame ne potrete parlare perché stai
pensando di farci la tesi.


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Inutile dire che poi la tesi puoi anche non farcela, ma tu gli hai
detto che ci stai pensando, non che vuoi farla con lui.


N.B. 

Questo trucco è possibile SOLO se mentre lo attui sei coerente,
autentico, e i tuoi Non verbale, para- verbale e verbale sono
coerenti.


Se sei palesemente agitato, sudato, balbettante, e non usi un
linguaggio tecnico, il professore ti bloccherà dopo 3 secondi perché
la vedrà come una perdita di tempo, o come un trucco per partire
da un argomento a piacere.


Quindi mi raccomando, sicurezza, nel tono, nel linguaggio del
corpo, e nelle parole che utilizzi.


Trucco n°3: Chiedere la tesi

Ovviamente ti starai accorgendo che i trucchi sono cumulabili.




Quindi tu puoi:


Partire con un argomento a piacere, essere il primo della lista e
contemporaneamente chiedere la tesi al professore.


Se accenni al professore che stai pensando di fare la tesi sulla sua
materia, e magari gli citi qualche argomento che a lui piace, di cui
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ha pubblicato, ti posizioni AUTOMATICAMENTE come uno


studente modello.


Se puoi, chiedigliela a ricevimento, perché se lo fai via mail c'è il
rischio che poi non si ricordi di te all'esame.


Addirittura se gli fai una buona impressione a ricevimento, c'è la
possibilità che all'esame ti chieda proprio l'argomento su cui stai
pensando di fare la tesi. I professori non sono tutti stronzi, e alcuni
apprezzano gli studenti che gli propongono tesi originali.


Naturalmente devi proporgliela in modo intelligente, non andare lì
a dirgli: Prof. Voglio fare la tesi con lei.


Ti abbiamo già spiegato che i professori hanno troppi studenti,
troppi tesisti, e il loro vero lavoro è pubblicare. Insegnare e fare tesi
di laurea il più delle volte è vista dai professori come quell'attività
un po' noiosa che però DEVONO fare.


Quindi nessun professore muore dalla voglia di farti fare la tesi con
lui, a meno che tu non vai a ricevimento e invece di fargli domande
porti le tue impressioni sulla materia, fai le tue riflessioni e i tuoi
collegamenti.


Lo puoi fare anche in fase di organizzazione, perché non ti serve
conoscere la materia a fondo, ma ti basta conoscere quello che ti
basta e poi leggerti un paio di approfondimenti.


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Dopotutto la tesi non devi farla mica in quel momento, sono solo
idee.


Inoltre la maggior parte degli studenti va dai professore a chiedere
la tesi DOPO aver fatto l'esame, non prima, e questo li fa percepire
come studenti arguti, volenterosi e studiosi.


Mi raccomando, te lo ripeto per l'ennesima volta, non entrare dal
professore e chiedergli la tesi, se non hai ancora fatto l'esame con
lui , perché non ti dirà mai di si!


Ma se entri da lui a ricevimento, gli fai domande intelligenti, e
proponi collegamenti intelligenti, ci può stare ad un certo punto
della conversazione il chiedergli la tesi.


La procedura è questa:

1) Ti prepari un po' di domande intelligenti da fargli sulla sua
materia, con relativi collegamenti magari su argomenti per cui lui
ha già pubblicato.


2) Prendi un appuntamento per il ricevimento e vai a fargli le
domande.


3) Quando ascolti le sue risposte, lo ringrazi del chiarimento e a
quel punto parti con il collegamento su un argomento che ti sei
preparato.


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4) Se lo vedi ben disposto e ti dà segnali di assenso, allora gli parli


dell'idea della tesi: magari dici che è ancora presto, ma gli chiedi la
sua opinione sulla cosa.


Naturalmente inutile dirti che poi la tesi non devi farla per forza
con lui, tu gli hai solo parlato di una tua idea.


Serve tempo per questo trucco?


No, non tanto, serve mezza giornata di studio in fase di
organizzazione, e un paio d'ore per andare dal prof a ricevimento,
parlargli e tornare a casa.


È tempo comunque investito sull'esame, e per una cosa del genere
rischi veramente di prendere 30 e lode facilmente.


FASE 2: DISCUSSIONE

Dopo aver visto come fare la fase di approccio, andiamo a vedere


adesso come giocarci la partita.


Noterai che la fase si chiama di discussione, perché quella che fai
all'esame deve assomigliare più possibile ad una discussione, come
una tesi di laurea insomma.


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Devi arrivare la mattina dell'esame calmo e sicurissimo di quello


che sai, come se andassi a discutere con un tuo collega.
 

Premetto che arrivati a questo punto è fondamentale aver fatto


bene tutte le fasi precedenti, quindi aver usato bene il palazzo, aver
fatto i ripassi, eccetera eccetera.

In questa fase devi avere una buona qualità di richiamo delle


informazioni, ovvero devi saper richiamare velocemente le cose che
sono nel tuo palazzo, anche senza entrarci mentalmente.

 
La condizione ideale è quella in cui hai ripetuto talmente tante
volte l’esame a casa, che appena senti parlare di quell’argomento e
di quella domanda, taaac!

Il tuo cervello subito fa l’associazione, magari anche senza entrare


nel palazzo!
 

Questo ti fa fare un figurone all’esame.

Vediamo adesso come costruire il linguaggio tecnico.

Come dobbiamo fare per acquisire quell’insieme di tecnicismi che


fanno capire al professore che abbiamo capito?

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Lo sai, no? È questo l’obiettivo, far capire al professore che


abbiamo capito.

Lo facciamo associando questi due strumenti a nostra disposizione,


ovvero:

- Le hot words,
- Le key words

E cosa sono?

 
La hot words letteralmente sono le “parole calde”.

Più che ogni materia, ogni facoltà ha le sue hot words.

Sono delle parole che il professore ripete sempre.


Se le ripete sempre, sono degli strumenti di accesso alla sua
capacità di comprensione del fatto che tu hai capito la materia,
quindi ti permettono di fargli pensare: “Ah ok, questo ragazzo ha
capito”.

 
Forse pensi che sia una banalità, ma se tu gli ripeti le parole che
escono dalla sua bocca, il professore percepisce che tu hai capito.

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Quindi devi costruire tutta la tua esposizione orale sul principio


delle hot words.

All'esame serve un  certo linguaggio, ovvero uno strumento che è


rappresentato da un insieme di parole e di tecniche di
comunicazione, che ti permettono di far capire al professore che tu
hai capito.
 

Le hot words sono fantastiche!


 

Quando prendi appunti a lezione, è molto utile fare direttamente


una lista di tutte le hot words di quella materia, e poi allenarti a
costruire il discorso utilizzando quelle parole.

Questo fa sì che mentre ripeti non usi più le tue parole e le tue
espressioni, ma usi le parole che dice il professore o il libro.
Comunque cerca di selezionare quali sono le hot words più
frequenti e ti abitui ad usarle.

È una cosa più semplice da fare che da dire.

 
In realtà le hot words le sai, le conosci già, è solo che non le hai
ancora individuate come tali.

Quello che devi fare è passare dalla conoscenza alla pratica.

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Le conosci? Benissimo, devi abituarti ad usarle nei tuoi discorsi.

La seconda colonna portante per costruire un linguaggio tecnico


sono le key words.

Ma queste le conosci già, sono le parole chiave, cioè sono quelle


parole che ti permettono di richiamare informazioni.

Devi avere nel cervello delle parole che, quando le senti, quando le
nomini o quando le visualizzi nel palazzo, ti richiamano tutte  le
informazioni di cui hai bisogno.
 
Devi avere una buona capacità di richiamo delle informazioni, devi
essere veloce.

Quindi le key words sono tutte quelle parole che richiamano


informazioni.

FASE 3: CHIUSURA

Adesso passiamo alla chiusura, in cui tu sostanzialmente devi
ottimizzare quello che hai fatto.


La chiusura è quel momento in cui l'esame è finito e il professore
deve decidere che voto metterti.

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Se il voto non ti soddisfa o pensi che l'esame sia andato male mi


raccomando, non mendicare mai!
 

Devi sempre trasmettere al professore che tu sei lo studente


modello, quindi vai lì, siediti, e convinciti di essere uno studente
modello!

Non devi mendicare: puoi chiedere al professore un’altra domanda,


ma nella tua testa devi pensare: “No, ma io ho studiato! Professore,
mi fa un’altra domanda?”

Solo che non devi dire: “No no, io ho studiato”, la frase non deve
essere: “No professore, ma io ho studiato, mi faccia un'altra domanda la
prego.”

Devi dire: “Professore, mi potrebbe fare un’altra domanda?”


 
Quello che devi pensare è che tu hai studiato, ti sei preparato, e
vuoi un’altra domanda: questo o perché vuoi avere trenta e lode, o
perché vuoi avere un voto alto, o semplicemente perché vuoi
passare l’esame che magari non sta andando come volevi.

La sensazione deve essere la stessa: tu hai studiato ed è lui che


forse non ha ancora capito con chi ha a che fare.

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Non devi supplicare nessuno.


 
Alcuni trenta io me li sono presi semplicemente perché ho chiesto
un’altra domanda, e a volte non sono nemmeno arrivati a farmela.
 

Una volta ho chiesto un’altra domanda al professore, in maniera


intelligente, cioè gli ho detto: 


"Guardi professore, io ho molta stima nei suoi confronti e il suo corso mi è
piaciuto tantissimo, le posso chiedere come mai mi dà 28? Cioè, cosa mi
manca per prendere 30?”

Non solo: “Perché mi da 28?”, ma: “Cosa mi manca per prendere


30?”.

In questo modo è come se il problema fosse il tuo, e lui non si


sente attaccato.

Soltanto per quella domanda, lui mi ha messo 30!




Non mi ha nemmeno fatto la domanda, solo perché glielo avevo
chiesto mi ha messo 30!


Quindi fatti sempre percepire come un esperto, come uno che ha


studiato, e non aver paura di chiedere!

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 Chiedi un’altra domanda, chiedi un voto più alto, chiedi quello che
ti serve, e usa qualsiasi stratagemma ti venga in mente.

Non ti far assalire dal senso di colpa, ormai ci siamo capiti su


questo punto.

Niente senso di colpa all’esame, non stai dimostrando niente a


nessuno, stai solo compiendo il tuo dovere, mettiamola così.

 
Non devi dimostrare niente a nessuno! 


RICAPITOLIAMO

Quindi ricapitolando brevemente, abbiamo visto la fase di


approccio, discussione e chiusura.

Come premessa abbiamo detto che quando prepari un esame orale


è fondamentale che ti alleni a fare l’esposizione orale, molto di più
che per l’esame scritto.

 
In questa fase è necessario che tu simuli l’esame, e lo puoi fare
preparandoti un’apertura, un centro e una chiusura, preparandoti
quello che devi dire (o come lo devi dire) all’inizio dell’esame.

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Questo preparandoti un centro di partita, quindi memorizzando


con il palazzo, facendo i ripassi ecc ecc, ma anche costruendoti un
linguaggio tecnico tramite l’uso delle hot words e delle key words. 

E poi infine devi strutturare una chiusura, cioè una procedura per
ottimizzare quello che hai fatto: chiedere un’altra domanda se è
necessario, e in generale chiedere qualsiasi cosa, senza aver paura,
inventandovi anche delle strategie nuove.

Perché non puoi buttare a mare quello che hai fatto, quindi chiedi
tutto quello che è necessario: l’integrazione, un voto più alto…
chiedi con serenità e con onestà intellettuale quello che vuoi, senza
star lì a mendicare.

Perché se credi di meritartelo è giusto così.




Dato che ci siamo detti un sacco di cose finora, ti ho fatto un
piccolo schema a cascata per ricapitolarti tutto, prima di andare
avanti.


Molto bene, andiamo avanti con le strategie di esposizione


professionale per l'Esame scritto!

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Strategie di esposizione professionale



per l’Esame Scritto a risposte aperte

Per quanto riguarda l'esame scritto, vediamo adesso come usare al


meglio la fase del 10%, e in che cosa differisce rispetto all’esame
orale sia mentre ti prepari a casa, sia per quanto riguarda la mattina
prima dell'esame.


Allora, innanzitutto l’esame scritto può essere sia a risposte aperte


che a risposte chiuse.

Per “esame scritto a risposte aperte” intendiamo le domande ad


esempio in forma di saggio breve, dove devi argomentare un
concetto, oppure anche quelle in cui devi parlare a tema libero o a
tema chiuso, però sostanzialmente su un argomento che ti dice il
professore.
 

Quelle a “risposte  chiuse” invece  possono essere gli esami a


crocette, oppure gli esami in cui devi rispondere a domande come
questa: “Mi dica le quattro cose del…” e tu devi rispondere solo a
quello.

Quella è una risposta chiusa, cioè è quello e basta, non è che c’è
tanto da argomentare.
 
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Fatta questa macro categorizzazione, vediamo adesso quali sono le


differenze.

Stiamo parlando di esame scritto, quindi sostanzialmente la fase


dell’esposizione, come ti dicevo, è un po’ diversa rispetto all’esame
orale.
 
Perché è un po’ diversa?

 

Perché avrai un po’ più di tempo per richiamare le immagini e
costruire una risposta, ma se hai fatto bene la Simulazione a casa,
non avrai nemmeno bisogno di entrare nel Palazzo.
 

Il mio consiglio è di fare la simulazione dell'esame a casa, perché se


tu ti alleni a simulare l’esame non solo rispetti bene lo schema
dell’OCME e lo rinforzi, ma ti alleni anche a strutturare le risposte!

Allenati sempre esponendo oralmente a casa.

I miei esami erano spesso scritti, e ho potuto constatare i benefici


della Simulazione, in quanto la memorizzazione diventa
impeccabile.

Per esempio, per le risposte a crocette devi allenarti a richiamare i


dettagli tecnici.

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Quindi se vuoi allenarti ad esporre, allenati ad esporre dettagli


tecnici.

Fatti fare domande sui dettagli tecnici, domande specifiche, in cui


devi dare una risposta secca: niente argomentazione, risposta secca!

In questo modo velocizzerai sempre di più  la fase di ripescaggio


delle informazioni dal palazzo.

 
Ricordati infatti che comunque all’esame avrai un tempo limitato,
quindi più sarai veloce a richiamare le informazioni, e più andrai
veloce all’esame, e avrai magari più tempo per dedicarti alle
domande un po' più difficili.

 
Faccio una piccola premessa per l’esame scritto, perché molto
spesso mi sento dire: “Ma io come devo fare per gli esami tipo di
matematica o di fisica, dove ci sono delle dimostrazioni di
teoremi?”

Lo schema dell’OCME vale comunque.

Il protocollo da seguire è lo stesso!


 

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Semplicemente devi allenarti a: comprendere, memorizzare i


passaggi, e poi dopo semplicemente allenarti a farli, ad esporli, o a
scriverli.

Ovviamente ci sono nessi logici che interessano un esame di fisica


piuttosto che un esame di diritto privato, ma  quelli dipendono
dalla differenza che esiste tra ogni altra materia.
 

Diritto privato ha delle differenze anche con gli esami di medicina:


la differenza principale è che magari all’esame devi fare
un’equazione piuttosto che spiegare delle cose facendo un grafico,
ma il principio su cui si basa l’acquisizione di queste informazioni è
lo stesso, ovvero le devi sempre comprendere, poi memorizzare i
passaggi chiave ecc ecc.
 

Nel caso dell’esame scritto ti alleni a scriverle anziché esporle, ma


come ti ho già detto puoi anche allenarti ad esporle oralmente.
 

La strategia di base è la stessa, cambia solo la sua applicazione.


 

Ti ho fatto questa premessa solo per chiarire eventuali dubbi che


potrebbero esserti sorti.
 

Adesso analizziamo l’esame scritto a risposte aperte.

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In questo caso abbiamo più tempo per pensare alle risposte da


dare,  però dobbiamo porre maggiore attenzione alla qualità dei
contenuti, perché a differenza dell’orale in cui quello che hai detto
hai detto, per lo scritto quello che scrivi resta là, sul foglio.
  

Verba volant, scripta manent.


 
Hai più tempo per richiamare, ma devi richiamare meglio, devi
ottimizzare la risposta.
 

Io personalmente ho avuto tantissimi esami scritti e ho elaborato


una strategia che si basa sostanzialmente su due fasi, con la quale
mi sono trovato sempre molto bene.

Inizialmente ero in dubbio se fare o no la brutta copia prima di


consegnare la bella, però mi sono presto reso conto che fare la
brutta copia mi richiedeva un sacco di tempo.

Ma al contempo fare solo la bella copia piena di cancellature ed


errori mi faceva perdere tempo lo stesso.

Quindi mi sono inventato la strategia del brain storming, che


sostanzialmente mette insieme sia la brutta copia che la bella copia.

In che modo? 

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Praticamente prima di rispondere alle domande faccio un brain


storming di tutte le risposte.
 

Mi faccio dare un foglio di brutta copia e faccio un brain storming


di quella che può essere la struttura della risposta.

A volte mi faccio proprio la mappa, la mappa che ho memorizzato,


e poi dopo rispondo con calma alla domanda.

È come fare l’esame col foglio davanti, perché una volta che ti scrivi
la mappa dopo puoi strutturare con calma la risposta.

Una volta che ti scrivi la mappa che risponde ad ogni domanda,


fondamentalmente hai già risposto alle domande dopo solo 15-20

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minuti dall'inizio dell’esame; ti resta solo abbellirle, strutturando la


risposta nel modo migliore.

E come si fa a strutturare la risposta?


 

Questo è uno schema che mi ha insegnato uno dei miei professori,


con cui mi sono sempre trovato bene, soprattutto quando per
rispondere hai di più di dieci\quindici righe.

Segui questo schema:

Nella prima parte della risposta, rispondi alla domanda che ti ha


fatto il professore nel modo più puntuale possibile;

dopo argomenta, approfondisci la risposta che hai dato;

in ultima analisi fai i collegamenti, cioè collega tutto quello che


puoi collegare, anche le tue riflessioni personali.

 
Se segui questo "schema", risposta, argomentazione e collegamenti,
vedrai che tutto sarà più chiaro e lineare.


Piccolo schemino anche in questo caso.

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Forse a questo punto tu ti chiederai: “Sì, ma se io non so


rispondere alla domanda?”

Come rispondere anche 



alle domande che non sai

Ti ricordo che in sede d’esame l’obiettivo è far capire al professore


che tu hai capito.


Quindi com’è che gli risponderai?

Devi semplicemente rispondere usando il linguaggio tecnico.

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Questo vale sia per lo scritto a risposte aperte che per l’esame
orale, perché queste due tipologie d’esame sono molto simili.

Devi cercare di rispondere con un linguaggio tecnico,


argomentando con dati carichi di contenuto: questo ti permetterà
di far capire al professore che hai studiato.
 
Il professore penserà: “Vabbè, questo magari non se lo ricordava”,
oppure: “Si è solo confuso”, oppure: “È un attimo in ansia”, e può
succedere che o ti porti lui alla risposta (se è un orale), oppure
corregga a casa lo scritto e magari ti tolga qualche punto, ma non
che ti annulli tutta la domanda.
 

Se quindi tu gli fornisci dei dati tecnici che prendi direttamente dal
palazzo, che hai minuziosamente e scrupolosamente selezionato e
memorizzato, l’esame lo passi, anche se non sai rispondere a tutte
le domande!

Mai lasciare il foglio in bianco, perché il foglio bianco è uguale a


zero. Se metti dati tecnici invece, puoi fare qualche punto
sommando tutte le risposte.
 
È solo un discorso di punteggio.

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Strategie di esposizione professionale



per l’Esame Scritto a risposte chiuse

Ora vediamo come comportarci in caso di esame scritto a risposte


chiuse.

L’esame scritto a risposte chiuse può essere sia a crocette, (in cui si
può rispondere A,B,C, ecc.), oppure può essere un esame in cui
devi dare delle risposte in modo molto sintetico (max. 5 righe).


La differenza è che negli scritti a risposta chiusa i dettegli tecnici
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hanno molta più importanza, e quindi la memorizzazione con il


palazzo deve essere perfetta, ottimizzata al massimo.
 

Deve esserci meno logica e più dettagli tecnici, più parole chiave.
 

In questo caso, visto che non dovrai argomentare ma ti basterà fare


un richiamo perfetto delle informazioni, è fondamentale applicare
bene il palazzo. 


Non deve cambiare il protocollo dell'OCME che è sempre 60%
Comprensione, 30% Memorizzazione, 10% Esposizione.

Semplicemente nella fase di memorizzazione pensa a cosa ti servirà


all'esame, prendi tutti i passaggi critici che reputi i più difficili e
memorizzali, perché sono quelli ti potrà chiedere il professore.

Il senso è quello di avere un focus maggiore sui dettagli tecnici, in


questi casi può aiutare veramente andare a fare l'esame e
rispondere a caso, tanto non farai neanche scena muta e il prof. non
si ricorderà di te.


Se lo passi ti è andata di culo, se non lo passi ti sei fatto un'idea di
come sono strutturate le domande dell'esame, e puoi fare meglio la
fase di organizzazione.

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Come riconoscere ed evitare le domande trabocchetto, 



all'esame scritto a risposte chiuse

Ci sono alcuni trabocchetti che sono proprio messi apposta per


farti sbagliare.

Per non cadere nei trabocchetti fidati di te, se la risposta la sai la


sai!

Non stare lì a cincischiare: se ti ricordi perché hai studiato qualcosa


di quell’argomento e pensi che la risposta giusta sia quella,
rispondi come credi, non ti preoccupare!

 
Vediamo adesso un caso più particolare di esame a crocette.

Se il professore ogni volta che sbagli una domanda ti toglie un


punto, allora conviene rispondere soltanto a quello che sai, o
comunque alle cose di cui sei abbastanza convinto.

Se invece non hai questo problema (e quindi la risposta sbagliata


vale zero), lì vale la pena tentare.


Questo significa conoscere le condizioni del terreno di gioco
quando vai a fare una partita.

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Se vai a giocare una partita di calcio, o una gara di Formula 1, lo


devi sapere se sarà sul bagnato o sotto il sole cocente, perché devi
prepararti diversamente alla gara!


Queste cose vanno studiate prima, nella fase di Organizzazione.

Se la risposta sbagliata conta 0 punti va benissimo tentare!

Attenzione però!

Come ti ho detto, se la risposta la sai, la sai, ma se non la sai


perché non l’hai studiata e scegli di arrivare alla risposta con il
ragionamento, fai attenzione ai ragionamenti che fai!

Se non conosci affatto la domanda e a quella risposta ci arrivi
tramite ragionamento, vuol dire che è la risposta sbagliata!

Te lo ripeto per essere chiaro, quando non hai studiato


quell'argomento e dai una risposta tramite il tuo ragionamento, nel
99% dei casi quella risposta lì è sbagliata! 


Sono test fatti apposta per trarti in inganno.




Se l'argomento l’hai studiato ma non ricordi esattamente la
risposta, allora va bene, rispondi pure. 


Ma se quell’argomento non l’hai proprio fatto, per mille motivi
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diversi, allora non farti trarre in inganno dalla risposta che ti


sembra più logica.

Te lo dico perché nella mia esperienza è sempre andata così.

Tutti i test a risposta scritta dove pensavo che la risposta era quella
più logica, in realtà era quella sbagliata, perché era solo un
trucchetto.

 
Ti devi fidare della seconda risposta, cioè di quella che non ti
sembra tanto corretta, (e ovviamente neanche tanto assurda): in
questi casi è sempre quella lì la risposta giusta.


Se hai 3 alternative, ovvero una risposta che ti sembra corretta,
un’altra che non ti dice niente, e un’altra che ti sembra assurda
devi scegliere la risposta che non ti dice niente, quella neutra.


A volte, se non trovi la risposta, sta nella domanda successiva!

 
Questo è un altro trucchetto: se non trovi la risposta lascia la
domanda, vai avanti, perché magari o ti viene in mente
rispondendo alle altre domande, oppure rispondendo a un’altra
domanda vedi che nella stessa domanda trovi la risposta
precedente!

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Per l'esame scritto a risposte chiuse può aiutarti tantissimo cercare


esami e domande degli anni precedenti.

Ovviamente il professore potrebbe non mettere le stesse domande,


ma saranno comunque simili, e almeno già sai come saranno
strutturate le domande e quindi quale sarà il modo migliore per
memorizzare.

Ora dobbiamo capire bene quali sono gli errori da evitare che ti
evitano di fare una figuraccia all'esame, e poi abbiamo finito.

Figuraccia non nel senso di brutta figura, ma mi riferisco a quegli


errori banali, di distrazione, che ti fanno rischiare di vanificare
tutto il lavoro.



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I 5 gravi errori da evitare i giorni prima


dell’esame e la mattina dell'esame

Adesso vediamo gli errori da evitare sia la mattina prima


dell’esame, sia i giorni precedenti all’esame.

Primo errore: Focalizzarti su quello che non sai.


 

Ti do una notizia straordinaria: il professore non sa quello che hai


in testa, sa solo quello che tu gli fai percepire, cioè quello che gli
racconti!

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Le persone tendono a focalizzarsi sempre su quello che non hanno


piuttosto che su quello che hanno, ed è un errore, perché tutti
quanti prima dell’esame fanno pensieri come: “Io questo non lo so!
E se mi chiede proprio questo?”
No, no, no! Sbagliato!

 
I giorni prima dell’esame devi rincoglionirti a sapere e ripetere
solo quello che sai!

E anche se ci sono parti del programma che servono, che sono


importanti, ma che non hai schematizzato e mappato, non ha più
senso pensarci!
Ha senso invece ottimizzare quello che sai fare.

Devi allenarti a farti capire, far capire che hai capito!


Focalizzarti su quello che non sai non serve veramente a niente!

È importante che la mattina prima dell’esame non parli di quello


che non sai con gli altri studenti.

  
Perché se parli con gli altri studenti, ti capiterà nella conversazione
di sentire un argomento che non sai.

E se tu parli prima dell’esame con qualche studente, o con qualche


tuo amico, di una cosa che non sai:

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A) Non hai il tempo di comprenderla bene e riuscire ad


argomentarla come una risposta buona all’esame;

B) C’è il rischio che durante il colloquio con il professore, mentre


parlate ti capiti di nominare quell'argomento che non sai, e il
professore poi potrebbe spostare la conversazione proprio su quello
che hai nominato, ed è un casino.

Durante l'esame non devi nominare niente che non sai!

Se anche solo apri il libro prima di un esame, non hai il tempo per
memorizzare tutto e corri il rischio di fare ancora più confusione.

È per quello che non si parla con nessuno, altrimenti una parte del
tuo cervello andrà automaticamente su quell’argomento e te lo
troverai detto durante l’esame!
Ed è un peccato, perché vai a deviare il discorso su un argomento
in cui non eccelli.

Tu invece devi portare il professore a parlare solo di argomenti in


cui sei eccellente.

Lascia stare tutti i sensi di colpa: “Ma io devo sapere tutto, e se poi
non so quello?”
Lascia stare! 

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Stai andando lì per fare una performance, quindi cerca di farla al


meglio.

Pensa un attimo a questa cosa:


Se tu fai il primo esame e prendi trenta, il secondo esame e prendi
trenta, il terzo esame e prendi trenta, dopo un po’ dici: "Fico!”, e ti
presenti all’esame con la sicurezza di uno che comunque le cose le
sa, no?

 
Se tu invece ti focalizzi la mattina prima dell’esame a parlare di
tutto quello che non sai con gli amici, anche se prendi tutti trenta
vai comunque all’esame con l’emotività di un fallito!
 

E secondo te, scusami, è meglio andare all’esame con l’emotività di


un vincente o con l’emotività di un fallito?

È ovvio che è meglio la prima!


 

Tu dirai: “E come si fa?”


Niente di più semplice.

Basta che ti focalizzi su quello che sai!


 

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Se tu ti focalizzi su quello che sai, la tua emotività ricrea le


condizioni per cui tu le cose le sai, e quindi non solo
ottimizzerai  quello che hai studiato, ma la tua emotività e la tua
serenità, saranno dalla tua, perché tu quello che non sai non lo sai,
pazienza, ma su quello che sai però puoi essere sicuro di te al
100%!
 
Io sono riuscito a dare gli esami in così poco tempo solo perché
andavo all’esame con l’emotività di un vincente!

E porca miseria, avrei sfidato chiunque a saperne di più su quello


che sapevo io!
 

Certo, non sapevo tutto, sennò gli esami in tre giorni non li avrei
mai preparati onestamente.

Io ho preparato anche esami in tre giorni, o meno di tre giorni.


 
Sia agli scritti, sia quando facevo gli esami orali, andavo lì con una
certa padronanza e con una certa capacità di argomentare.
 

La mia emotività giocava dalla mia parte.


Questa competenza, di saper gestire le emozioni e l’emotività, ti
servirà tanto nel mondo del lavoro.

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È ora di cominciare ad imparare a gestire sia la propria mente che


le proprie emozioni.
E visto che nessuno ce lo insegna, (perché a scuola non te lo
insegnano, ti insegnano come gestire il corpo ma non come gestire
le emozioni), direi che è il momento di cominciare a farlo.

Secondo errore: Nominare quello che non sai!

Come ti dicevo prima, il professore non sa quello che sai finché non
glielo racconti.

Quindi, se qualche argomento lo conosci poco, NON


NOMINARLO!

Io facevo quest’errore: se una cosa non la sapevo, per dimostrare a


me stesso e al professore che la sapevo, la nominavo.

Quindi cercavo di nominarla anche se non la conoscevo.

Devi focalizzarti solo su quello in cui sei eccellente,


all’esame non devono esserci incertezze, perché nella testa del
professore incertezza su un argomento è uguale ad  incertezza su
tutto!
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Ti fai autogol da solo se nomini una cosa che sai poco.


 
Se te la chiede lui va bene, ma se non te la chiede tu devi allenarti a
ripetere solo il discorso che hai fatto a casa.
 

Meglio sapere dieci risposte in modo eccellente, piuttosto che


cinquanta arrangiate!
 

Con dieci risposte eccellenti date, puoi passare l’esame e prendere


anche un voto alto!

 
Cinquanta risposte sapute così così, rischiano di invalidare la
prova, perché il professore pensa che tu abbia studiato tutto il
programma in maniera superficiale.
L’esame funziona così.

 
Nel  99% dei casi se al professore dai una risposta perfetta, lui
capisce che hai studiato, e se anche succede che gli rispondi in
maniera non perfetta ad un’altra domanda, continua comunque a
pensare che hai studiato.

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Terzo errore: aprire il libro prima dell’esame.

Ne abbiamo già parlato, rischi solo di far confusione.


 
Se arrivi ad aprire il libro prima dell’esame, significa che tutto
quello che abbiamo fatto fino ad adesso è inutile.

Cioè, passi pure aprire il libro a casa i giorni prima dell’esame,


perché ci sta.
 

Ci può stare che prima dell’esame riprendi gli schemi, rinforzi delle
immagini che non funzionano, o addirittura riapri il libro se non
hai capito qualcosa, ma non all’esame!
All’esame rischi solo di fare confusione.

E ti dicevo, anche se vuoi cambiare qualcosa prima dell’esame, non


perdere mai di vista il tempo!

 
Perché può capitare che hai un problema prima dell’esame, e il tuo
compito è capire qual’è questo problema e qual è la migliore
soluzione che puoi trovare.
 

Non c’è una risposta univoca, perché:

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È poco chiaro lo schema?


È poco chiara una mappa?
È poco chiara un' immagine?

O sono semplicemente stanco?


 

Se è poco chiaro uno schema, la soluzione può essere ristudiarlo.


L’importante è che capisci quanto tempo ti ci vorrà.

Mai perdere di vista il tempo!

Ti devi INNAMORARE dei numeri, non dell’emotività!

Se fai questo passaggio, ti troverai bene anche nella vita: anche se


hai  l’animo dell’artista, in alcuni casi devi ragionare come un
commercialista, cioè fare le cose precise quando devono essere
precise.
  
Devi analizzare!

 
Magari hai capito qual è il problema, ad esempio non ti è chiaro un
concetto, che fai lo ristudi?

Ma quanto tempo ci vuole per ristudiare quell’argomento?

Ha senso nell’economia generale dell’esame?


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 Per capire un argomento, magari ci metteresti lo stesso tempo che


ti serve per ripassare 5 o 10 mappe, quindi può non avere senso.
 

Osserva i tuoi tempi di studio e vedi quanto tempo ti ci vuole per


memorizzare 5 mappe, quanto tempo ci metti per capire un nuovo
argomento, monitorati.

Non è che dici sotto esame: “Vabbè, ho paura, torniamo a studiare


leggendo e ripetendo”.
 

Non funziona così!


 
Magari puoi allenarti ad esporre quelle dieci mappe, se ti richiede
lo stesso tempo di capire un nuovo argomento!
Valuta tu.

Cioè a volte puoi permetterti di farle alcune cose, a volte proprio


non hai il tempo.
 

Meglio lasciarsi un argomento indietro piuttosto che arrivare a non


memorizzarti le mappe.

Al massimo studialo dopo, cioè quando ormai hai memorizzato le


mappe che dovevi memorizzare.

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In quel caso, se come extra ce la fai a memorizzare e a fare un altro


argomento va bene, fallo!

Ma non è che nella fase di memorizzazione ti rimetti a studiare, te


lo sconsiglio!

 
Lo puoi fare solo se è proprio necessario e dopo che hai finito le
mappe che hai scelto di memorizzare per quel giorno.

Poi, è poco chiara una mappa?

Stessa domanda, quanto tempo ci vuole per rifare una mappa?


 
Ci metti molto meno tempo che a fare uno schema, però vedi tu,
può comunque non essere conveniente.

A volte per vincere una guerra qualche soldato lo devi lasciare per
strada.

L’importante è passare l’esame, non è fare le mappe perfette.


 

Riesci a memorizzare una mappa con il palazzo?

Perché è più importante metterla nel palazzo che stare lì a fare la


mappa perfetta. 
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La mappa perfetta non è importante, è importante avere il voto


perfetto!
  

A noi non interessano le mappe tecnicamente perfette, a noi


interessano le mappe che funzionano!

 
Altra casistica che si può presentare è che non ti ricordi
un’immagine.

Che fai? La ricrei? La rinforzi? Quanto tempo ti ci vuole?

Qui, fai attenzione, perché se ci metti più di quindici secondi per


creare un’immagine o per rinforzarla, allora lo stai facendo nel
modo sbagliato!

Ti stai fissando con pensieri tipo: “No, ma non ci riesco, il palazzo


è difficile…”.
Ne ho già parlato tanto di questa cosa, e ti ripeto, ci siamo passati
tutti!

 
Tutti pensano di essere stupidi quando applicano il palazzo, perché
è una cosa totalmente nuova e noi non siamo abituati ad essere
creativi.
 

Devi creare un’immagine in modo divertente e artistico: muoviti,


fai una passeggiata, metti il corpo in movimento. 
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Anche lì tieni presente l’economia dell’esame.


Quanto tempo ti ci vuole per ricreare quest’immagine?
 

Devi ragionare da statistico, da commercialista, da ingegnere.

Non puoi permetterti di fare andare avanti l’emotività, e di


perdere tempo.
  

È il momento di cacciare i coglioni e dire: “Adesso va bene! E se


non va bene lo faccio andare bene come dico io!”

 
Perché è quello che devi chiedere alla vita.
 

Ci saranno delle prove che dovrai affrontare, ed è per quelle che ti


stai formando, che stai diventando un professionista!

Hai bisogno di un certo tipo di professionalità se vuoi fare


l’avvocato, il medico, l’ingegnere o quello che è!

 
E quindi adesso devi allenarti a tirarla fuori questa professionalità.

 
Se adesso sei emotivo, è un buonissimo momento per imparare a
gestire la tua emotività, perché senno quand’è che la gestirai?

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Quando avrai la causa?

Quando avrai un paziente che se sbagli qualcosa ci lascia la vita?

È no, non è quello il momento!

 
Il momento è adesso!

L’università è una palestra, una palestra che ti permette di crescere.
Non c’è nessun giudice, non c’è nessun banco di prova che sta lì a
giudicarti.
L’università è una palestra che ti permette di allenarti e di diventare
un professionista sempre giù in gamba.

Poi dopo sicuramente imparerai altre cose nel corso della tua vita
professionale, però il mio consiglio è inizia da adesso.
 
Comincia ad imparare a gestirti in questa fase qua.

 
E ultima casistica, se qualcosa non funziona può essere che magari
sei semplicemente stanco!

A quel punto fai una pausa, non ti avvilire!

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Io stesso mi avvilivo pensando: “No ma non ce la faccio, non ho


fatto abbastanza…”

Guarda che se sei arrivato fino ad adesso e sei così stanco, ti


assicuro che qualcosa hai fatto!

Sei comunque a buon punto, usa il tempo che ti resta per


ottimizzare quello che hai fatto!

A me è capitato per alcuni esami che mi sentivo stanco, e il mio


cervello stava lì che non ce la faceva più a memorizzare; in quelle
situazioni ottimizzavo quello che avevo già fatto!
Non è che buttavo tutto a mare pensando: “No, non ce l’ho fatta,
non lo vado a fare l’esame!”

Quarto errore: La sindrome del bravo ragazzo.

Attenzione alla sindrome del bravo ragazzo, perché sono sicuro che
sei uno di quelli, perché se hai scelto questo percorso di
formazione sei sicuramente un bravo ragazzo a cui piace studiare e
migliorarsi.


Quello che può capitare è che ti venga la sindrome del bravo


ragazzo, cioè che finisci per non andare a dare l’esame.

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Perché?


Perché è una mancanza di rispetto nei confronti del professore
andare senza aver studiato tutto ecc ecc…


Voglio ricordarti che l’università è un servizio che stai pagando, te
l’ho già detto nel capitolo dei falsi miti.

Tu l’esame lo vai a fare, punto!




Anche perché, ti sei preso l’impegno? Rispetta l’impegno!

Tu dirai: “Ma io non lo voglio fare perché faccio una brutta figura”

È no, la brutta figura la fai se non rispetti te stesso, la fai con te


stesso, se non rispetti l’impegno che hai preso!

A costo veramente di non passare l’esame e imparare qualcosa, ma


se ti sei preso un impegno con te stesso devi rispettarlo!

Perché se vieni bocciato a un esame impari, se invece stai a casa


non impari niente, te lo assicuro!
 

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Quindi il concetto è che se non ce la fai più sotto esame a


memorizzare altre cose, ottimizza quello che hai già fatto e vai a
fare l’esame! 

Quinto errore: Stravolgere lo schema

 
Non stravolgere lo schema il giorno prima dell’esame, perché
sennò butti a mare tutto.

Ti può capitare di pensare: “Questa cosa non la so, questa cosa non
la so, questa cosa non la so, vabbè amen, mi metto a ristudiare col
libro”

No!
Ottimizza quello che hai fatto!
Prendi la mappa, rileggi la mappa e rinforza le immagini!

 
I ripassi servono per questo, per ottimizzare tutto ciò che hai già
fatto!

Molti si perdono in un bicchiere d’acqua, solo perché non fanno i


ripassi con la tecnica del sandwich e dicono: “Vabbè, leggo e
ripeto!”
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Ma no!

Non devi stravolgere lo schema, ripeto, non ti devi fidare di me e
nemmeno di te.

Ti devi fidare dello schema.

Ti devi fidare della procedura.

Tu fidati, applicala, e poi dopo valuta i risultati.  

Ma ripeto, io non te lo voglio dire, non ti voglio convincere. È che


funziona così!

Lo devi solo fare, devi solo darti la possibilità di farlo, darti la


possibilità di crederci.

Tutta la sezione sull’Esposizione, è nata proprio dalla volontà di


migliorare e ottimizzare tutto quello che ti abbiamo insegnato.

 
Gli schemi, le mappe e i ripassi alla fine a cosa servono?
Servono ad avere una strategia!

E ripeto, questa strategia qua non la troverai in nessun manuale,


nessun libro, e nessun pedagogista o esperto di apprendimento\
memoria l’ha mai pensata.

L’abbiamo pensata noi, due studenti universitari per studenti


universitari.

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Tutto quello che trovi in questa sezione, è frutto della nostra


esperienza.

Io ti ho insegnato soltanto quello che ho fatto e quello che per me


ha funzionato.

Quindi adesso sta a te!

Io ti faccio un grandissimo in bocca al lupo, e ti auguro veramente


di spaccare a tutti i tuoi esami, e soprattutto di avere quella
tranquillità di pensare:

“Anche se non prendo il voto alto, ma chi se ne frega!” oppure:


“Anche se vengo bocciato, ma chi se ne frega! Questo è un servizio
che io sto pagando, perché l’obiettivo è un altro!”

Diventare bravo col palazzo e prendere voti alti è solo una


conseguenza!

L’obiettivo è diventare il professionista che vuoi diventare!

E ricordati che è quello l’obiettivo più alto!

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Non è prendere voti alti, e non è diventare un fenomeno col


palazzo per fare il buffone.

I voti sono una conseguenza.

Sono una conseguenza che deriva dal tuo miglioramento, non sono
l’obiettivo!

Ricordati l’obiettivo!

Perché hai scelto giurisprudenza, medicina, ingegneria o scienze


statistiche?

Perché hai scelto quello che stai studiando?


Perché sapevi qual era il tuo obiettivo!

Riconnettiti con il tuo obiettivo, è lì che devi arrivare!


Il metodo, il palazzo, i voti, sono tutti strumenti, che ti permettono
di raggiungere il tuo obiettivo!

I voti ad esempio sono strumenti che ti permettono di laurearti, e


la laurea è uno strumento che ti permette di fare il lavoro che vuoi
fare.

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E mentre impari lo strumento impari anche a gestirti, impari cioè a


diventare un professionista migliore.

Ripeto, l’università è una palestra che puoi usare per migliorare,


migliorare e migliorare, per diventare ciò che hai sempre voluto
essere.

Non ti accontentare di quello che ti insegnano all’università, datti


da fare e cerca di stare sempre un passo avanti agli altri, perché lo
sai meglio di me, la laurea oggi non basta, è solo un punto di
partenza, ma ti servono altre competenze che devi assolutamente
sviluppare.

Ed è quello il senso di questa sezione.

Il senso di tutta la sezione “Strategie d’esame” è proprio quello di


farti sviluppare la capacità di preparare un esame in modo
strategico, in modo che tu possa avere sempre tempo da dedicare in
altre attività.

Tempo per accrescere la tua professionalità, ma anche tempo per te,


per sviluppare delle abilità tue personali, per andare d’accordo con
gli altri, per gestire te stesso, per imparare a comunicare…

Questa sezione nasce per questo.


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Nasce per darti la libertà.

Prepararti strategicamente per un esame ti concede la libertà di


sapere quello che devi fare per quel determinato esame, e poi di
coltivare la tua vita.

L’esame è una parte importante della tua vita, ma è sempre e solo


una parte di essa.

Adesso sai come affrontarlo: prova, sperimenta, cerca di imparare


costantemente, e per tutte le difficoltà che avrai noi saremo al tuo
fianco.

Detto questo, ti faccio un grande in bocca al lupo per tutti gli
esami, e ci vediamo nel prossimo manuale dove parleremo della
Gestione delle Emozioni.

Ovviamente il modo migliore per non avere ansia all’esame è


applicare l’OCME, questo lo sai, ma andremo proprio nello
specifico, e ti spiegherò delle tecniche, delle vere strategie da
applicare per gestire meglio la tua emotività, combattere l’ansia e
imparare a controllare le tue emozioni.

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