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Crea Tempo | Trascrizione modulo 2.

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“Soddisfatto o... arrabbiato! (eleva la tua
soddisfazione)”
Ben ritrovato. Iniziamo con una nuova lezione di Crea Tempo.

In questo nuovo modulo parleremo di soddisfazione. Nello specifico di come aumentare, elevare,
la tua soddisfazione.

Possiamo infatti essere super-energici, super-concentrati, super-motivati, ma se a fine giornata


non siamo mai soddisfatti di noi stessi e del lavoro che abbiamo fatto, secondo te energia,
concentrazione e motivazione per quanti giorni dureranno?

Ti do un indizio: massimo una settimana.

Lo abbiamo visto in uno dei moduli iniziali di questa sezione: la nostra produttività è uguale al
prodotto di 4 fattori (energia, concentrazione, motivazione e soddisfazione) se anche uno solo di
questi fattori è a zero, la nostra produttività si azzera anch'essa.

Vediamo allora concretamente come elevare la nostra soddisfazione, soprattutto quando


dobbiamo fare delle attività necessarie per i nostri obiettivi, ma pallose come una partita a bridge
in un ospizio.

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Dunque, innanzitutto dobbiamo chiarire per bene cosa significa l'espressione: "elevare la nostra
soddisfazione".

Insomma, in concreto, quand'è che possiamo definirci soddisfatti di noi stessi e del nostro lavoro?

Fondamentalmente ciò che devi provare al termine delle tue giornate lavorative è il cosiddetto
effetto del "cuscino sorridente".

In altre parole, devi andare a dormire ogni sera con il sorriso stampato in faccia.

Ok, ma come ce lo stampiamo questo sorriso in faccia? Quali sono le condizioni da soddisfare per
essere soddisfatti?

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Queste condizioni sono due:

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1. Dobbiamo essere soddisfatti della quantità di lavoro che abbiamo fatto.
2. Dobbiamo essere soddisfatti degli effetti che questa mole di lavoro ha generato.

Provo a spiegarmi meglio.

Se in una giornata lavori tanto (quindi, prima condizione centrata), ma concludi poco, quando
arrivi a sera, più che soddisfatto, sei stressato.

Se al contrario, in quella stessa giornata, magari si sbloccano delle cose e fai dei progressi
inaspettati (quindi, seconda condizione centrata), però hai lavorato poco e male, quando arrivi a
sera, sei contento per la botta di culo inaspettata, ma non sei realmente soddisfatto, almeno non
sei soddisfatto di te stesso.

Quindi ripeto, per ottenere l'effetto del "cuscino sorridente", dobbiamo essere soddisfatti, sia di
quanto abbiamo lavorato, sia di quanto questo nostro lavoro ha prodotto in termini di risultati
concreti.

Chiarito questo punto, vediamo esattamente come ottenere questa piena soddisfazione, ogni
santo giorno.

Partiamo dalla soddisfazione che deriva dalla quantità di lavoro fatto.

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Per quanto riguarda questa prima tipologia di soddisfazione, dobbiamo andare a lavorare su due
aspetti.

Innanzitutto dobbiamo imparare a stimare correttamente quanto tempo impiegheremo a


svolgere determinate attività.

In secondo luogo, dobbiamo imparare a tener traccia di quanto lavoro abbiamo effettivamente
fatto.

C'è poi un terzo aspetto che ci aiuta ad essere più soddisfatti del nostro lavoro, ma di questo
parleremo nel dettaglio nella quarta sezione del corso.

Comunque, non perdiamoci. Ti stavo parlando dell'importanza di imparare a stimare quanto


tempo impiegheremo a fare determinati compiti e come questa abilità influenza la nostra
soddisfazione.

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Quando si tratta di fare stime sui tempi, l'essere umano fondamentalmente è un disastro.

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Siamo infatti vittima di quella che si definisce: planning fallacy, o fallacia di pianificazione.

In altre parole, siamo sempre moooolto ottimisti, troppo ottimisti, sui tempi richiesti per portare a
termine delle attività.

Insomma, diamo quasi sempre per scontato che il nostro "Io" futuro sarà super-concentrato,
super-produttivo, super-efficiente e non incontrerà mai alcun ostacolo.

Sai meglio di me che le cose non vanno mai in questo modo.

Come possiamo quindi rimediare a questo errore di programmazione del nostro cervello?!

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La soluzione immediata che mi ha insegnato diversi anni fa un mio manager, è quella di prevedere
per ogni attività, un 50% in più rispetto a quanto inizialmente pianificato.

Per la serie: stiamo larghi, così non sbagliamo di sicuro.

Il problema però è che prevedere per ogni attività un 50% in più secco, fa scattare in noi un altro
bug mentale: la legge di Parkinson.

La legge di Parkinson sostiene che tendiamo ad occupare con una determinata attività tutto il
tempo allocato.

Se quindi devi assolutamente completare un compito in 1 ora, ci metterai 1 ora. Se hai 1 ora e
mezza, ci metterai 1 ora e mezza.

Dobbiamo quindi trovare un punto di equilibrio tra la fallacia di pianificazione e la legge di


Parkinson, così da riuscire ad organizzare bene il lavoro delle nostre giornate e arrivare a sera con
il famoso sorriso stampato in faccia.

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La soluzione è quella di pianificare una decina di attività e poi calcolare effettivamente quanto
tempo abbiamo impiegato per completare queste attività.

L'ideale sarebbe prendere delle attività diverse tra loro e in giorni diversi.

Così da stimare quanto più correttamente possibile, il nostro errore medio di pianificazione.

Oddio... mi sa che ti sto perdendo, vero? Tra fallacie, leggi di Parkinson, errori di stima e
compagnia bella, rischi di andarmi in confusione.

Vediamo allora un esempio concreto, così ci capiamo al volo.

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Immagina di dover completare un documento.

Ad occhio e croce pensi di metterci 2 ore.

Poi ti ci metti a lavorare e di ore ce ne metti 3.

In questo caso, l'errore di pianificazione è del 50%; ovvero: 3 ore effettive, meno 2 ore pianificate,
uguale 1 ora di scarto, diviso le 2 ore pianificate, uguale 50%.

Alla fine non è difficilissimo.

Questa procedura naturalmente non la devi ripetere per 6 mesi di seguito e per ogni attività.

Come detto, bastano una decina di attività, che abbiamo una durata significativa.

Ok, ma adesso che conosciamo il nostro errore di pianificazione media, che ci facciamo?!

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Se scopri che ad esempio il tuo errore di pianificazione medio è del 30%, saprai che la prossima
volta che pianifichi la tua giornata lavorativa, devi prevedere almeno il 30% in più per ogni attività.

Questo significa che avrai un'agenda sfidante ma realistica, ma soprattutto significa che arriverai
a fine giornata con una probabilità molto elevata di aver portato a termine quello che ti eri
ripromesso.

Ecco, uno dei segreti della nostra soddisfazione lavorativa è proprio questo: riuscire a portare a
termine quello che ci siamo ripromessi.

Come abbiamo visto però, c'è un altro aspetto su cui dobbiamo lavorare per elevare la
soddisfazione derivante dal lavoro fatto: tenere traccia di questo lavoro.

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Come esseri umani infatti, non solo siamo scarsi a stimare il lavoro futuro, ma tendiamo a
distorcere anche la mole di lavoro passato.

Qui la soluzione fortunatamente è molto semplice, ovvero utilizzare degli strumenti, più o meno
evoluti, che ci permettano di misurare il lavoro fatto.

Sto parlando di strumenti di time tracking; liste di cose fatte, al posto delle liste di cose da fare; e
così via.

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Trovi i migliori strumenti nella sezione bonus dedicata proprio ai tool di produttività (ti ricordo che
la sezione si sbloccherà al termine del corso).

In questo momento infatti è importante che tu comprenda i fondamentali. Per giocare con i nuovi
tool c'è sempre tempo.

Ok, abbiamo quindi visto come elevare la soddisfazione legata alla quantità di lavoro che
abbiamo fatto.

Se però tutta questa mole di lavoro, non ci porta da nessuna parte, siamo punto e a capo.

Per ottenere il famoso effetto del "cuscino sorridente" non solo dobbiamo lavorare il giusto, ma
dobbiamo anche avere la sensazione di star facendo progressi sostanziali verso i nostri obiettivi.

In quest'ultima parte della video-lezione, vedremo esattamente come creare questo momentum
nelle nostre giornate.

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Il segreto in questo caso è creare quell'effetto di chiusura di cui ti ho parlato nella prima sezione
di Crea Tempo.

Ricordi quando abbiamo visto gli open loops, ovvero gli anelli aperti che ci intasano la mente.

A proposito, non è che per caso, appena ho usato il termine open loops hai pensato subito
all'esercizio miracoloso del mio Personal Trainer o alla pillola canadese post allenamento?

Se lo hai fatto, questa è un'ulteriore dimostrazione di quanto potenti siano gli open loops.

Adesso però voglio aiutarti a chiuderne qualcuno: naturalmente la storiella ambientata nella mia
palestra era completamente inventata e l'avevo ideata proprio per aprire un anello aperto dentro
l'altro.

Tornando a noi e al tema soddisfazione:

In generale più anelli aperti riusciamo a chiudere in una giornata, più la sensazione di aver fatto
progressi aumenta e di conseguenza la nostra soddisfazione.

Vediamo anche qui un esempio concreto.

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Immagina di dover scrivere 5 articoli in una settimana.

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Puoi decidere di fare tutte le ricerche nei primi 2 giorni. Fare la stesura delle 5 bozze nei 2 giorni
successivi e infine, l'ultimo giorno, finalizzare i 5 pezzi.

Risultato: arrivi a venerdì con i 5 articoli completati.

L'alternativa è quella di completare un articolo ogni giorno per 5 giorni di seguito.

Anche in questo caso, arrivi a venerdì con 5 articoli completati.

Quale delle due opzioni, secondo te, ti darà maggiore soddisfazione?

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Esatto: completare un articolo al giorno ci permette di chiudere l'anello aperto specifico di


quell'articolo e di conseguenza ci aiuta ad aumentare la nostra soddisfazione.

Dobbiamo quindi applicare lo stesso principio alle nostre attività.

Ovvero, dobbiamo individuare i micro-progetti separati e indipendenti che caratterizzano il


nostro lavoro e pianificare le nostre giornate in modo da lavorare su singoli micro-progetti,
piuttosto che aprirne o portarne avanti 200 in contemporanea.

Questo significa, ad esempio, che dovresti:

- ignorare deliberatamente quelle attività su cui non puoi procedere prima di aver ricevuto l'input
di altre persone.
- evitare di avviare nuove attività e focalizzarti piuttosto sul chiudere quelle già aperte.
- cercare di individuare sempre dei sotto-obiettivi, se i progetti su cui lavori abitualmente sono
molto ampi.

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Bene, mi auguro di essere riuscito a trasmetterti l'importanza di elevare la nostra soddisfazione.

Visto che è stata una video-lezione piuttosto pregna, ti consiglio di rivedere la trascrizione, nel
caso in cui ti sia sfuggito qualche passaggio.

Con questa lezione terminiamo infatti anche la seconda sezione del corso.

Passeremo ora al terzo pilastro del metodo L.E.V.A.: Valuta.

Nella nuova sezione impareremo ad individuare e a lavorare sulle nostre priorità, ma anche a
conciliare i tanti impegni che caratterizzano la nostra vita.

Ci vediamo nella prossima lezione: ti parlerò della legge dei piselli!

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A presto.

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