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Elsa Morante

Nata da una famiglia romana di modesti mezzi finanziari, M si forma negli anni tra le
due guerre. La madre fa la maestra a Testaccio, il padre (che ha riconosciuto E e le ha
dato il suo cognome) è istitutore al Riformatorio. Le prime amicizie di E sono tra questi
ragazzini «irregolari» . Più tardi viene ospitata dalla sua madrina di battesimo, che la
ospita nella sua villa aristocratica fino all’età del ginnasio. Torna a questo punto tra i
suoi; inizia a pubblicare racconti e poesie su giornali .Scrive Le straordinarie avventure
di Caterina, un libro per ragazzi, che sarà pubblicato da Einaudi . Negli anni della guerra
pubblica i racconti Il gioco segreto. Nel 1941 sposa Moravia. La scelta del matrimonio
religioso fu sua . Tra il ‘43 e il ‘44 è in fuga sulle montagne del fronte di cassino. A
liberazione avvenuta torna a casa coperta di pochi stracci. Cerca di pubblicare i suoi
lavori. I suoi temi, tuttavia, sembrano lontani dalla letteratura del realismo sociale. Si
dedica comunque al suo primo romanzo, Menzogna e sortilegio; Einaudi lo pubblica.
Ottiene il premio Viareggio. Viene considerato un libro favoloso, non impegnato
socialmente. Il maggiore critico marxista vivente all’epoca, Gyorgyi Lukàcs si imbatte
per caso in esso e lo definisce il più grande romanzo italiano moderno.

Le opere

Nel 1957 conclude L’Isola di Arturo, che è accolto con maggiore entusiasmo. Ottiene lo
Strega, viene tratto un film. EM può finalmente viaggiare (Unione Sovietica, Cina, Stati
Uniti…) Nel 1962 si separa da Moravia. Nel 1974 esce La Storia . Nel 1982 esce
Aracoeli L’Isola. In una conferenza del 1965, intitolata Pro o contro la bomba atomica,
la M. definisce l’arte il contrario della disgregazione, spiegando che la sua funzione
dell’arte è di «impedire la disgregazione della coscienza umana nel suo quotidiano, e
logorante, e alienante uso col mondo; di restituirle di continuo, nella confusione
irreale….l’integrità del reale».

L’arte

L’arte deve cioè restituire il valore intatto e luminoso, religioso della vita al di là delle
apparenze confuse. La pace dopo la II guerra mondiale è solo apparente; gli uomini
sono incoscienti, sfruttati e alienati, incapaci di giudizi autonomi e di libertà. Attraverso
gli schermi del «progresso» industriale –inteso nella maniera più semplicistica temi , le
immagini della realtà vengono snaturate e sostituite da immagini artefatte. •L’Isola è
una sorta di ritorno all’Eden; ritorno ma non evasione, ricerca delle sorgenti autentiche
della realtà. Per aiutare se stessa e gli altri la M sceglie il punto di vista di un ragazzino.
La prima persona è sua temi . Il luogo della vicenda è Procida, quasi remota rispetto al
mondo che sta attraversando il fascismo, il conflitto mondiale. Arturo, nella sua
selvaggia fanciullezza, non ne sa nulla. La Storia, di cui legge sporadiche notizie, è una
leggenda eroica; il ragazzo trasfigura tutto. Lui stesso si ritiene ateo, anarchico e si
immagina futuro eroe . Sa che deve compiere un cammino di formazione per diventare
un uomo/eroe; sa che deve superare le prove: la morte della madre quando lui è nato,
la nostalgia, la separazione dal padre, la gelosia, l’amore respinto, il sesso, la scoperta
del male. L’ultima terribile prova lo spingerà ad abbandonare il suo mondo incantato e
ad arruolarsi. Il titolo è L’isola di Arturo. Memorie di un fanciullo; L’epigrafe è: Io, se in
lui mi ricordo, ben mi pare…(dal canzoniere, Saba) . La M rifiuta ogni metodicità
razionale, ogni freddezza intellettualistica, ogni distanza dalle cose descritte. In questo
è lontanissima da Moravia. Nell’isola si sovrappongono elementi realistici e fiabeschi,
mondo isolano e cultura popolare. L’isola stessa è un luogo magico, paradiso terrestre
e dell’infanzia, inesorabilmente destinato alla distruzione. Arturo stesso sa che ha il
nome di una stella, di un re dei romanzi medievali. Egli coincide con l’isola,
precisamente con la sua natura. In questo luogo si rompono i suoi legami affettivi.
L’unica felicità possibile è quella dell’infanzia.

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