2. ANALISI METRICA
Si tratta di una ballata grande in quado la ripresa è composta da 4 versi di endecasillabi.
Lo schema metrico è il seguente: Myyx -ABABByyx – CDCDDyyx
4. COMMENTO
Per Guido Cavalcanti l’amore è un’emozione ossessiva, che viene esplorata in ogni aspetto,
soprattutto in quello negativo. L’amore è un sentimento che sfugge al dominio della ragione e
finisce per dominare l’anima, diventando una specie di malattia che comporta degli effetti
patologici, quali paura e malinconia. Per descrivere gli effetti che l’innamoramento produce,
Cavalcanti riprende la dottrina di Averroè, che affermava la separazione tra anima sensitiva ed
anima razionale. L’amore andava ad investire l’anima sensitiva, facendole provare un’esperienza
che spesso risultava distruttiva: gli “spiriti” o “spiritelli”, personificazioni ed espressione delle
facoltà vitali e spirituali, sono travolti dalla potenza d’amore, non hanno possibilità di salvezza.
In particolare, in questa ballata Cavalcanti vuole esprimere una richiesta di attenzione, reclamata
in nome di un dolore che è oggettivamente visibile agli occhi degli altri ma che non viene
recepito; infatti, la poesia inizia proprio con il verbo “Vedete”. Nonostante l’evidenza del suo
dolore in nessuno viene suscitata compassione.
In questo caso è come se Cavalcanti cercasse un conforto corale che però non gli viene dato.
Altra novità rispetto a Guinizzelli è la sperimentazione nelle ballate, leggere e malinconiche, il
costante presentimento della morte.