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VOLUME  3b I classici • Eugenio Montale

Il Novecento. Il secondo periodo (1919-1943) Sintesi svolta

eugenio montale
PERCHÉ MONTALE Irma Brandeis, cui si legò e che gli ispirò molte liriche
della nuova raccolta Le occasioni (1939). Allo scoppio
È UN CLASSICO? della Seconda guerra mondiale fu dapprima costretto
a lavori saltuari (collaborazioni editoriali, traduzioni),
1. Perché offre al lettore una testimonianza acuta del-
poi, nel 1940, richiamato alle armi e infine congedato
le paure, dei desideri e delle attese dell’uomo con-
nel 1942. Nel 1943 uscì la raccolta Finisterre, stampa-
temporaneo.
ta in Svizzera per aggirare la censura stante il carat-
2. Perché, da osservatore critico e attento, ha fornito
tere polemico di diverse liriche. Furono anni dolorosi
un bilancio degli eventi più drammatici del XX secolo,
sotto il profilo personale: perse la madre e la sorella,
di cui è stato testimone diretto.
e anche Irma, che tornò in America per evitare le per-
3. Perché, rielaborando liricamente i contenuti del suo
secuzioni razziali. Montale fu tentato di seguirla, poi
vissuto, ha illustrato i tratti salienti della condizione
preferì rimanere a Firenze accanto a Drusilla, che ave-
umana di ogni tempo.
va minacciato il suicidio.
4. Perché dai suoi testi si ricava una sommessa ma
preziosa lezione di libertà e di dignità.
Il secondo dopoguerra
Dopo un breve impegno politico, fra il 1944 e il 1946,
tra le file del Partito d’azione, nel 1948 si trasferì a
LA VITA [1896-1981] Milano prendendo le distanze da ogni idelogia e pre-
ferendo una vita appartata. A Milano collaborò con il
Formazione culturale ed esordio poetico “Corriere della sera”, conobbe la poetessa Maria Lui-
Eugenio Montale nacque a Genova nel 1896 da fa- sa Spaziani, pubblicò la raccolta di poesie La bufera e
miglia borghese. Diplomatosi in ragioneria nel 1915, altro e le prose della Farfalla di Dinard (1956) e sposò
rinunciò ad affiancare il padre nella ditta di famiglia Drusilla Tanzi (1962), che morì pochi mesi dopo. Fu-
e proseguì la sua formazione da autodidatta, appro- rono anni di prestigiosi riconoscimenti: la laurea in
fondendo in particolare i poeti simbolisti francesi, i ro- lettere honoris causa (1961), il premio internazionale
manzi di Svevo e i filosofi Nietzsche e Schopenhauer. Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei (1962), la nomina
Chiamato alle armi nel 1917, dopo la guerra frequen- a senatore a vita (1967), infine il premio Nobel (1975).
tò i principali letterati di Genova e iniziò a pubblicare Nel frattempo andava pubblicando le ultime raccolte
(1922-23) le prime poesie, in cui prevale un senso di di prose – Auto da fé (1966) e Fuori di casa (1969) – e di
smarrimento di fronte ai misteriosi meccanismi che poesia – Satura (1971), Diario del ‘71 e del ‘72 (1973),
governano l’esistenza umana. Nel 1925 pubblicò la Quaderno di quattro anni (1977), Altri versi (1980) –.
raccolta Ossi di seppia e il saggio Stile e tradizione, in Morì nel 1981 a Milano ed ebbe l’onore dei funerali di
cui prospetta un rinnovamento dall’interno della tra- stato in duomo.
dizione letteraria europea, in sintonia con le riflessioni
dell’inglese Thomas Stearns Eliot.

 all’avvento del fascismo alla Seconda guerra


D
mondiale
LE COSTANTI LETTERARIE
Sempre nel 1925 prese le distanze dal fascismo fir- La funzione della poesia
mando il Manifesto degli intellettuali antifascisti. Tra- Già nel saggio Stile e tradizione (1925) Montale, in
sferitosi nel 1927 a Firenze, trovò lavoro presso l’e- polemica con l’estetismo dannunziano e con lo spe-
ditore Bemporad, conobbe Drusilla Tanzi, cui si legò rimentalismo delle avanguardie italiane e francesi,
sentimentalmente, e strinse rapporti con Gadda, Vit- sosteneva la valenza morale e conoscitiva della let-
torini, Palazzeschi, Gatto e Quasimodo, entrando a far teratura, sull’esempio di Dante e Leopardi: il poeta
parte del gruppo di “Solaria”. Approfondì in questo è uomo «disincantato, savio e avveduto», chiamato a
periodo la lettura di Pound, Proust, Valéry, Kafka e, capire e a interpretare il presente.
soprattutto, Eliot, riflettendo sul rapporto fra linguag-
gio quotidiano e linguaggio poetico e fra ispirazione Il “classicismo” montaliano
poetica e riflessione filosofica. Nel 1929 ottenne la Montale stesso dichiarò nel 1946 di considerare il
direzione del Gabinetto Vieusseux, una delle più pre- classicismo una sorta di antidoto contro ogni eccesso
stigiose istituzioni culturali fiorentine, da cui fu allon- di soggettivismo ed esagerazione sentimentale, per
tanato dieci anni dopo e sottoposto a regime di sorve- assicurare alla poesia obiettività e resistenza al tem-
glianza speciale dalle autorità fasciste. Aveva intanto po e alle mode; solo le forme della tradizione possono
conosciuto la studiosa americana, di origini ebraiche, assicurare alla scrittura la tenacia e la solidità ne-

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cessaria per potersi far carico dei drammi dell’uomo LE OPERE


contemporaneo.

Il “correlativo oggettivo” Ossi di seppia [1925-1948]


Il “correlativo oggettivo” è la tecnica espressiva che
Montale utilizzò a partire dalle poesie inserite nella La struttura
seconda edizione di Ossi di seppia (1928), per la quale Formata da testi composti prevelentemente dopo il
gli oggetti veicolano un senso ulteriore al di là del loro 1920, la raccolta ebbe quattro edizioni: nel 1925, 1928
significato elementare; gli oggetti quotidiani divengono (con l’aggiunta di sei nuove liriche), 1931 e 1948. Le
epifanie che alludono a ciò che la sensibilità del poe- poesie sono riunite in quattro sezioni: Movimenti, Ossi
ta non riesce a esprimere altrimenti. Di questa tecnica di seppia, Mediterraneo, Meriggi e ombre, precedute e
Montale è debitore in particolare a Eliot, ma anche a seguite da due liriche isolate, In limine e Riviere.
Proust, a Joyce e alla Woolf. Il linguaggio poetico mon-
taliano è, in generale, estremamente ricco e articola- I temi
to: il poeta ha fra i suoi modelli Dante e gli stilnovisti, Gli «ossi di seppia» del titolo, gettati sulla spiaggia,
Petrarca, Leopardi, fra gli italiani; Shakespeare, Don- alludono all’essenziale che si rivela una volta consu-
ne, Browning, Baudelaire, fra gli stranieri. mato il superfluo. Scegliendo una poesia antiretorica,
che aderisce alla realtà quotidiana e cerca una verità
Temi e motivi sommessa nascosta dietro le apparenze, Montale ri-
L’ispirazione montaliana ruota attorno a tre poli: il fiuta il prototipo dannunziano del poeta vate; nessuna
rapporto con la natura, l’esperienza dell’amore e il pretesa ideologica, quindi, ma al contrario la registra-
miracolo, ossia il desiderio di libertà. La ricerca della zione del negativo («ciò che non siamo, ciò che non
verità muove in Montale dal rifiuto assieme della visio- vogliamo»; da Non chiederci la parola). La raccolta è
ne materialistico-positivistica della realtà e di quella pervasa da un disagio esistenziale, un «male di vive-
derivante dalla religione cattolica o dalle ideologie ot- re», condizione di chi nella realtà non trova nulla in
tocentesche. L’interrogativo centrale è se l’uomo sia cui riporre fiducia; chiuso nella prigione dell’isola-
libero oppure costretto a obbedire a forze superiori; mento e dell’incomunicabilità, al poeta non resta che
la risposta non è univoca: Montale oscilla fra l’ango- sperare nell’aprirsi miracoloso di un «varco» che gli
scia soffocante del prigioniero (il «male di vivere»), la schiuda una via di fuga. La volontà di partecipare co-
speranza di trovare un varco, una via di fuga, e l’atte- munque alla vita, di aprirsi alla relazione con il prossi-
sa del «miracolo». La scrittura montaliana persegue mo, emerge dal continuo riferirsi del poeta a un “tu”,
tutto questo senza farsi mai astratta, ma rimanendo spesso femminile, figura impalpabile e legata alla
sempre all’interno di un orizzonte concreto segnato memoria più che alla realtà. Riconoscendosi debole
dal paesaggio, dalla natura, dalla storia civile. e fragile, il poeta affida a lei speranze, ideali e aspi-
razioni che si sente incapace di realizzare di persona.
Il “fantasma salvifico”
Il «male di vivere», tema dominante in Ossi di seppia, Le forme
è per Montale malattia individuale ma, soprattutto, Montale adotta uno stile duro e asciutto, che rifugge
indica il disorientamento della cultura europea fra le da ogni facile musicalità e costituisce il corrispettivo
due guerre, da cui nasce insicurezza, isolamento, in- formale del contenuto, in quanto specchio della di-
comunicabilità; per sfuggire a tutto questo Montale si sarmonia del mondo. La sintassi è prevalentemente
pone in attesa di un “liberatore”. In Ossi di seppia tut- ipotattica e la frequenza di condizionali e ipotetiche
tavia questa attesa è destinata ad andare delusa; inve- testimonia le incertezze esistenziali del poeta. Lo spe-
ce nelle Occasioni la rottura dell’ordine negativo è affi- rimentalismo lessicale è bilanciato dalla solidità del-
data all’avvento di un personaggio esterno, un “fanta- le soluzioni metriche: Montale preferisce il recupero
sma salvifico”, capace di comprendere e dominare la della tradizione e rifiuta la strada ungarettiana della
realtà. Questo “fantasma” assume progressivamente dissoluzione delle forme.
tratti femminili; è la donna che sa condividere la sof-
ferenza umana per il male del mondo, rimanendone Le occasioni [1939]
però incontaminata, sorta di nuova Beatrice dante-
sca. Con questa figura Montale intreccia un rapporto La struttura
ambiguo, oscillante fra speranze di salvezza e timori La raccolta comprende circa cinquanta liriche com-
di dimenticanza e abbandono. Infine in Satura alle fi- poste fra il 1926 e il 1939, suddivise ancora in quattro
gure femminili mitizzate, angelicate e miracolose si sezioni e introdotte da una lirica proemiale, Il balcone,
sostituisce il “fantasma” più vicino e consolatore della che enuncia il tema fondamentale: l’attesa di una pre-
moglie morta; accantonata l’attesa di una rivelazione senza d’amore capace di salvare l’uomo dal nulla. Il
metafisica, Montale sceglie l’accettazione del miste- titolo sottolinea come ogni testo sia legato a una parti-
ro, forse insolubile, della vita. colare occasione, da intendersi come un istante fatale

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dell’esistenza in cui appare all’improvviso possibile luogo alla guerra, ma diviene anche emblema di tutte
intravedere una realtà diversa e afferrare un senso. le forme che il dolore può assumere nella vita dell’uo-
Rispetto a Ossi di seppia muta il paesaggio (dalla Li- mo; così anche il nazifascismo appare una manifesta-
guria alla Toscana) e la riflessione del poeta acquista zione del male assoluto e metafisico.
una maggiore dimensione politica e sociale.
I temi
I temi La violenza e la follia della guerra e le speranze, pre-
La prima sezione contiene riflessioni sulla precarietà sto deluse, della ricostruzione costituiscono lo sfon-
del destino dell’uomo. Nella seconda sezione, Mot- do storico della raccolta; in questo quadro, la donna
tetti, costituita da brevi poesie di squisita eleganza e (Clizia) rappresenta la speranza e la consolazione.
intensa musicalità, domina il personaggio di Clizia, Non si tratta più però di una creatura pura e intatta,
pseudonimo di Irma Brandeis, e il tema della lacera- subisce anch’essa, ora, la negatività della vita e della
zione, dell’umana richiesta d’amore forse destinata a storia, ma a questa negatività si ribella, incarnando il
rimanere inappagata. Nella terza sezione, la collina coraggio, oltre alla fermezza e alla generosità: solo
fiorentina di Bellosguardo stimola il poeta alla con- la tenacia dell’amore può ribaltare il segno negativo
templazione, ma il turbamento predomina sulla sere- della storia. A volte questa figura femminile sembra
nità. L’ultima sezione, infine, è pervasa dalla percezio- acquisire un valore religioso, di mediatore fra l’uomo
ne dell’incombente tragedia della guerra. La raccolta e Dio: la sua luce nel buio dell’esistenza umana appa-
appare come un canzoniere d’amore ambientato in re come il sigillo di Dio creatore. A questa figura fem-
tempi minacciosi, un dialogo a distanza con la donna minile se ne contrappongono altre, come Volpe, dai
amata che si svolge negli anni oscuri dell’affermazio- caratteri antitetici (corporeità, sensualità, animalità).
ne del nazifascismo. Il poeta appare diviso fra la do-
lorosa constatazione dell’involuzione politica e civile Le forme
della società e il sentimento di amore verso una don- Ancora una volta le scelte formali nascono da un’esi-
na (figura dietro la quale si celano diverse donne reali genza di aderenza al contenuto; a una realtà tragica e
conosciute da Montale) percepita ora come ricordo, lacerata corrisponde un linguaggio poetico in cui regi-
ora come figura angelica, simbolo di una bellezza e stri diversi si alternano e si scontrano continuamen-
una purezza ideali non raggiungibili, ma capaci di dare te, creando una studiata disarmonia. Interessato non
un senso alla vita, di preservare l’uomo dalla follia e di ai fatti in sé, ma al loro significato profondo, Montale
consentirgli di sopravvivere all’inferno. rinuncia alla cronaca e alla descrizione, evocando la
guerra solo per via metaforica; essa infatti è in realtà
Le forme il segno di un principio infernale, di un Assoluto che è
Montale ha ormai raggiunto la piena maturità espres- istanza cattiva e perversa.
siva; sulla scorta di Hölderlin, Leopardi e Valéry, il suo
stile poetico appare caratterizzato da nitidezza for-
male, raffinata musicalità e rigore logico-argomen- L’ultima stagione poetica
tativo. Da Eliot Montale riprende l’uso del «correlativo Dopo diversi anni di silenzio, Montale pubblicò le
oggettivo», cercando di oggettivare i propri sentimen- sue ultime cinque raccolte di versi in dieci anni: Sa-
ti e di tradurre il proprio mondo interiore in oggetti tura (1971), Diario del ‘71 e del ‘72 (1973), Quaderno
e immagini di forte valenza allegorica. Ne risulta un di quattro anni (1977), Altri versi e Poesie disperse
linguaggio difficile, allusivo e a volte oscuro, che ha (1980). Lo stile è radicalmente mutato, per adattar-
fatto accostare le poesie di Montale a quelle dei poeti si al nuovo orizzonte culturale dominato dall’avvento
ermetici. Il lessico in particolare è ricco, spesso ricer- della società di massa. Dai toni sublimi e tragici Mon-
cato e colto, la rima predilige soluzioni foneticamente tale passò a toni umili e comici («I primi tre libri sono
intense, la sintassi evidenzia strutture di straordinaria scritti in frac, gli altri in pigiama [...]: ho voluto suonare
densità e complessità. il pianoforte in un’altra maniera, più discreta»).

La bufera e altro [1956] Satura [1971]


Il titolo rimanda a un genere letterario della poesia
La struttura latina dedicato alla rappresentazione mordace dei
La raccolta comprende cinquantotto liriche, compo- vizi e dei desideri umani. Montale adotta un linguag-
ste fra il 1940 e il 1954 e suddivise in sette sezioni: gio semplice e quotidiano per parlare, con tono sar-
Finisterre (pubblicata inizialmente in forma autonoma castico e amaro, dei piccoli accadimenti della vita
nel 1943 e poi nel 1945), Dopo, Intermezzo, “Flashes” quotidiana. Estraneo a un mondo che non riesce a
e dediche, Silvae, Madrigali privati, Conclusioni prov- capire e che lo disgusta, il poeta sembra abbando-
visorie; domina la figura di Clizia, ma anche un per- narsi al pessimismo: nulla di angelico o di miraco-
sonaggio femminile a lei antitetico come Volpe (Maria loso può trovare spazio in un mondo segnato dalla
Luisa Spaziani). La «bufera» del titolo allude in primo banalità e dalla volgarità («non può nascere l’aquila /

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dal topo»). Anche la presenza femminile perde i suoi grande rilievo: il boom economico, la crisi della fede
tratti angelicati per farsi figura quotidiana e concre- religiosa, la cultura di massa, l’invadente diffusione
ta, come nelle poesie dedicate alla moglie morta, in della tecnologia, il tramonto della cultura classica.
cui vengono rievocate le piccole avventure di un’esi- Solo chi rifiuta i condizionamenti delle mode, secon-
stenza normale. do Montale, può leggere una realtà tanto complessa e
in così rapida trasformazione. Assumendo il ruolo del
Diario del ‘71 e del ‘72 [1973] moralista, negli scritti giornalistici condanna lacune,
Continua la nuova ispirazione autobiografica e diari- vizi e crimini del suo tempo, dominato da meschinità
stica di Satura: Montale consegna a queste liriche il e squallore, presunzioni ideologiche, rifiuto del pen-
proprio autoritratto, denunciando al tempo stesso un siero, egoistica indifferenza per la sofferenza altrui.
mondo dominato dalla legge del profitto e invitando il Di fronte a questo stato di cose bisogna accettare l’e-
lettore a non arrendersi e a ostinarsi nella ricerca del sistenza in tutta la sua complessità e le sue contrad-
senso autentico della vita. dizioni, e sforzarsi di leggere a fondo la realtà senza
perdere mai di vista i valori supremi della verità e della
Quaderno di quattro anni [1977] giustizia.
La tensione critica e polemica lascia il posto al ricordo
e alla riflessione: il vecchio poeta oscilla tra bilanci Altre raccolte
del passato e progetti per il futuro, affrontando la vita – Farfalla di Dinard (1956): raccolta di racconti auto-
con disincanto e distacco e accettando il proprio de- biografici ed elzeviri già usciti sulle pagine del “Cor-
stino di uomo nella sua misteriosa incomprensibilità. riere della sera”; Montale riporta aneddoti che nasco-
no spesso dalla memoria ed episodi d’infanzia con un
Montale prosatore linguaggio deformante e grottesco.
– Auto da fé (1966): raccolta di testi saggistici.
Gli scritti giornalistici – Fuori di casa (1969): raccolta di prose di viaggio
Assunto nel 1948 come redattore del “Corriere della scritte durante le missioni all’estero come inviato del
sera”, Montale scrisse numerosi articoli su temi di “Corriere”.

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