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VITTORIO
SERENI
“Ci sono momenti
della nostra esistenza
che non danno pace
fino a quando restano
informi e anche in
questo, almeno
in parte, è per me
il significato dello
scrivere versi” Ritratto di Vittorio Sereni, 1967.

Alla vigilia dello scoppio della Seconda guerra mondiale Vittorio Sereni è un
giovane uomo avviato verso una brillante carriera di insegnante e di studioso. Nato a
Luino, in provincia di Varese, nel 1913 si è da poco laureato in Lettere e da alcuni anni
(poeta italiano, Luino, scrive poesie. Nel 1940 si sposa e l’anno successivo vince il concorso per l’insegnamento e
1913 - Milano, 1983) pubblica la sua prima raccolta poetica. Questa vita ricca di progetti intellettuali subisce una
Principali opere brusca interruzione nel 1942, quando Sereni viene richiamato alle armi come ufficiale.
1941, Frontiera (poesie) Parte con rabbia, consapevole di dovere abbandonare il percorso ordinato e promettente
1947, Diario d’Algeria (poesie) della sua vita per combattere in un esercito, quello fascista, per cui prova un senso di
1962, Gli immediati dintorni profonda estraneità. Catturato dagli Alleati nel luglio 1943, viene portato in Africa in un
(raccolta di prose) campo di prigionia americano dove resta fino alla fine della guerra, obbligato per quasi
1965, Gli strumenti umani due anni all’inerzia del prigioniero. È per Sereni un vero e proprio trauma; al suo ritorno in
(poesie) Italia egli sente gravare su di sé il senso di colpa di chi non ha potuto dare il suo contributo
1981, Stella variabile (poesie) alla fine del nazifascismo e non può dunque essere considerato una figura di riferimento
La raccolta dell’opera poetica per la ricostruzione morale e civile del Paese.
completa di Vittorio Sereni si
può leggere in Tutte le poesie Riprende tuttavia la professione a scuola, a Milano, e cerca di placare attraverso la
(1986) scrittura poetica il tormento dell’esperienza vissuta; nel 1947 pubblica Diario d’Algeria, la
sua seconda raccolta di poesie. All’inizio degli anni Cinquanta lascia l’insegnamento per
entrare nell’industria come capo dell’ufficio pubblicità della Pirelli; nel 1958 viene
nominato direttore editoriale della Mondadori. I ritmi della sua vita familiare si
stabilizzano in una serie di rassicuranti consuetudini: le vacanze estive al mare a Bocca di
Magra, in Liguria, la villeggiatura a Luino, il suo paese natale sul lago Maggiore, il calcio la
domenica allo stadio, per assistere alle partite dell’Inter. Resta però in lui l’amarezza del
passato, che lo induce a tornare nel 1969 ad Algeri per ripercorrere i luoghi della
prigionia e tentare di sanare quel suo scontro con la storia; intanto continua a pubblicare
prose di critica letteraria, traduzioni e poesie, per cui riceve importanti riconoscimenti.
Muore all’improvviso, a settant’anni, pochi mesi dopo l’uscita dell’ultima raccolta, Stella
variabile (1981).
In questa fotografia del 1967 Sereni è ritratto a Milano, a bordo della sua
automobile “Alfa Milletré”. Nonostante l’abito e l’automobile di rappresentanza, egli non
ha l’aspetto di un dirigente distaccato e inaccessibile; l’ampia fronte aperta, lo sguardo
gentile, il sorriso che sta per aprirsi sulle labbra gli danno infatti l’aspetto amabile
dell’uomo attento e garbato, che unisce al sapere indiscusso la più calda umanità.

P. Biglia, A. Terrile, Minimo e immenso, Volume B © Pearson Italia S.p.A.


P e n S i e R o e S ta t i d ’a n i m o 205

Vittorio
Sereni Opera: Gli strumenti umani (1965)
Metro: due strofe di versi liberi
Linguaggio della poesia: l’aspetto
Amsterdam retorico • l’aspetto lessicale

La poesia è il primo di tre testi raccolti sotto il titolo complessivo Dall’Olanda


(gli altri due sono L’interprete e Volendam), scritti dopo un breve soggiorno di Sereni
in quel Paese; la data di composizione indicata dall’autore è «3 aprile ’61».
La prima pubblicazione avviene sulla rivista “L’Europa letteraria” nel giugno-agosto 1961;
nel dicembre dello stesso anno le tre poesie sono tradotte su una rivista olandese. Infine
vengono accolte negli Strumenti umani (1965), all’interno della sezione “Apparizioni e incontri”.

A portarmi fu il caso tra le nove


e le dieci d’una domenica mattina
svoltando a un ponte, uno dei tanti, a destra
AUDIOLETTURA lungo il semigelo d’un canale. E non
5 questa è la casa, ma soltanto
– mille volte già vista –
sul cartello dimesso: «Casa di Anna Frank».

Disse più tardi il mio compagno: quella


di Anna Frank non dev’essere, non è
10 privilegiata memoria. Ce ne furono tanti
che crollarono per sola fame
senza il tempo di scriverlo.
Lei, è vero, lo scrisse.
Ma a ogni svolta a ogni ponte lungo ogni canale
15 continuavo a cercarla senza trovarla più
ritrovandola sempre.
Per questo è una e insondabile Amsterdam anni. Costretta a nascondersi dai nazi-
sti, Anne vive due anni in clandestinità
nei suoi tre quattro variabili elementi con la famiglia in un alloggio segreto
che fonde in tante unità ricorrenti, nei suoi ad Amsterdam, dove scrive tra il 1942
20 tre quattro fradici o acerbi colori e il 1944 un diario che sarà poi pubbli-
cato dal padre dopo la guerra, nel
che quanto è grande il suo spazio perpetua, 1947. La casa dove Anne si nascondeva
anima che s’irraggia ferma e limpida con la famiglia è situata nel centro di
Amsterdam ed è ora un museo.
su migliaia d’altri volti, germe 8. il mio compagno: un compagno di
dovunque e germoglio di Anna Frank. viaggio, che resta indeterminato.
25 Per questo è sui suoi canali vertiginosa Amsterdam. 17. insondabile: indecifrabile, che
non può essere conosciuta a fondo.
(Vittorio Sereni, Poesie e prose, 21. che … perpetua: che riproduce in
Mondadori, Milano 2014) tutta l’estensione del suo spazio.
23-24. germe … germoglio: i due ter-
mini, usati come sinonimi, indicano lo
4. semigelo: la superficie dell’acqua in Frank (1929-1945), detta Anne, ragazza stadio iniziale di un nuovo ciclo vitale
parte gelata. ebrea tedesca trasferitasi in Olanda e (germe si riferisce a una fase prece-
7. dimesso: sobrio, estremamente sem- morta nel campo di concentramento di dente rispetto a germoglio).
plice. • Anna Frank: Annelies Marie Bergen-Belsen quando aveva quindici 25. vertiginosa: che dà le vertigini.

P. Biglia, A. Terrile, Minimo e immenso, Volume B © Pearson Italia S.p.A.


206 LETTURE POETICHE

Analisi del testo


Una scoperta involontaria e incancellabile L’inizio di questa poesia è spiazzante
per il lettore, che ha l’impressione di trovarsi nel mezzo di un discorso già
iniziato, perché non riesce a riconoscere le coordinate dell’evento raccontato
dall’io. Leggiamo A portarmi fu il caso tra le nove / e le dieci d’una domenica mattina
(vv. 1-2), e subito ci chiediamo: dove? Seguono indicazioni geografiche vaghe
e generiche (un ponte, uno dei tanti, v. 3; un canale, v. 4) e dobbiamo aspettare fino
alla fine della strofa per sapere che il luogo è la casa di Anna Frank. Questo
cammino di lento avvicinamento all’oggetto del discorso conduce il lettore a
ripercorrere passo dopo passo l’esperienza compiuta dall’io: una
imprecisata domenica mattina, un’ora approssimativa, una passeggiata senza meta e
all’improvviso la rivelazione, folgorante e incancellabile. Riconosciuta la casa di
Anna Frank, l’io riferisce il suo stupore di avere trovato, come targa di un luogo
tanto memorabile, soltanto un nudo nome, e nessun altro segno di omaggio o
celebrazione.
Il dialogo e l’accusa del compagno Tra la prima e la seconda strofa di questa poesia-
racconto c’è un’ellissi, ovvero un salto temporale tra un prima e un dopo, tra il
fatto vissuto e la successiva riflessione. L’io, ancora colpito dalla eccessiva sobrietà
di quel cartello dimesso (v. 7), ne ha discusso con un compagno di viaggio, al quale ha
evidentemente comunicato il proprio dispiacere per il mancato riguardo alla
memoria di Anna Frank. Si apre a questo punto una situazione linguistica assai
ricorrente nella poesia di Sereni, ovvero il dialogo tra l’io e un interlocutore
indeterminato che esprime visioni diverse dalla sua, si mostra sicuro e inflessibile,
lo rimprovera. A proposito della memoria delle vittime del nazismo, l’amico sostiene
che privilegiare il ricordo di Anna Frank sarebbe ingiusto nei confronti di tutti gli
altri morti anonimi. È una osservazione ineccepibile, a cui è difficile opporsi: i tanti
che sono morti per sola fame (v. 11) non hanno nemmeno avuto il tempo di scriverlo (v.
12), anche se la ragazzina, ammette il compagno, lo ha fatto. Il poeta si trova dunque
di fronte a una verità perentoria, che gli viene presentata come incontestabile
(non dev’essere, non è, v. 9): una posizione ideologica a cui un autentico antifascista
dovrebbe conformarsi.
La casa di Anna Frank è un segno nell’anima Dal verso 14 inizia la risposta dell’io,
che esordisce con un Ma per sottolineare la propria impossibilità ad aderire al
ragionamento dell’amico, formalmente rigoroso ma chiuso alle ragioni profonde
del sentimento. La scoperta improvvisa della casa di Anna Frank ha infatti inciso
nella memoria e nell’anima dell’io un segno incancellabile: quel giorno egli non
ha potuto pensare ad altro, e nel suo girovagare ha continuato a ritrovare
quell’edificio in ogni angolo della città, come se il suo aspetto si riproducesse in
tutte le costruzioni, i ponti, i canali di Amsterdam. Per il poeta la casa in cui si era
nascosta Anna Frank, tentando inutilmente di sfuggire alla cattura dei nazisti,
riassume in sé l’essenza della città e la rende unica e speciale, nonostante i
suoi spazi siano tanto uniformi e i suoi colori si ripetano identici, all’infinito.

P. Biglia, A. Terrile, Minimo e immenso, Volume B © Pearson Italia S.p.A.


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L’argomentazione del compagno, che per un astratto senso di giustizia vorrebbe


mettere sullo stesso livello tutte le vittime, non tiene conto del bisogno tutto
umano di dare un volto, un nome, una storia a chi ha sofferto; è la singolarità
di quella ragazzina a tenere viva la memoria di tutti i morti e a riscattare la città dal
suo anonimato: Amsterdam è Anna Frank.
Il cambiamento di tono e il valore delle iterazioni I primi tredici versi della poesia
sono espressi in una lingua semplice e naturale, quasi prosaica, con la sola
eccezione di una parola più ricercata (semigelo, v. 4) e di un’inversione poetica
(privilegiata memoria, v. 10). A partire dal v. 14 però, ovvero dal momento in cui l’io
inizia la sua appassionata riflessione, la lingua si innalza e assume un tono intenso
ed emozionato, affidato soprattutto alle numerose ripetizioni di parole ed
espressioni (a ogni svolta a ogni ponte lungo ogni canale, v. 14; senza trovarla più /
ritrovandola sempre, vv. 15-16; Per questo… Per questo, vv. 17, 25; Amsterdam…
Amsterdam, vv. 17, 25; nei suoi tre quattro… nei suoi / tre quattro, vv. 18, 19-20). Lo stile
riproduce in tal modo il continuo ripresentarsi della Storia nel presente dell’io
per il quale, dopo la visione della casa di Anna Frank, la città subisce una vera e
propria metamorfosi. Per Amsterdam e per i suoi abitanti l’eredità di Anna Frank
non è soltanto memoria del passato, ma anche promessa di futuro (germe /
dovunque e germoglio di Anna Frank, vv. 23-24) e per questo l’immagine forse più
intensa e suggestiva della poesia è quella contenuta nell’aggettivo finale: Amsterdam
è vertiginosa (v. 25) perché riassume prodigiosamente in sé la profondità del tempo,
perché sui suoi canali aleggia la memoria di un passato funesto ma anche la speranza
di un avvenire innocente, proprio come era l’anima di Anna Frank.

Esercizi
per parlare del testo
1. Spiega oralmente in circa tre minuti come le se-
guenti parole ed espressioni si colleghino al signi-
ficato del testo che hai letto:
rivelazione • posizione ideologica • anima della città
comprensione e analisi
2. Il contenuto narrativo della prima strofa La
prima strofa si presenta come una narrazione, una
specie di ricordo di viaggio. Riscrivine con le tue
parole il contenuto.
3. Il significato della casa Rileggi i vv. 4-5 (E non /
questa è la casa): quale verbo è sottinteso tra i due
versi? Che cosa intende dire il poeta con la frase in
corsivo questa è la casa (v. 5)?

Porta della casa di Anna Frank,


ad Amsterdam.

P. Biglia, A. Terrile, Minimo e immenso, Volume B © Pearson Italia S.p.A.


208 LETTURE POETICHE

4. L’ellissi Tra la prima e la seconda strofa c’è un USA LA PAROLA


salto temporale (ellissi) che sottintende un non Vertiginosa (v. 25)
detto. Che cosa si capisce che possa essere acca- L’aggettivo deriva dal latino vertigo, “vertigine”,
duto nel frattempo? e indica propriamente qualcosa che procura
a. il poeta ha riferito al compagno il proprio sgo- vertigini, cioè capogiro: ad esempio un
mento per le tante vittime che hanno subìto la movimento rapidissimo, una grande altezza.
persecuzione nazista In senso figurato indica qualcosa che
b. il poeta ha rimproverato il suo compagno per sbalordisce per le sue qualità superlative.
la sua indifferenza rispetto al destino delle tante 9. Nel testo l’aggettivo vertiginosa (v. 25) è usato in
vittime del nazismo senso proprio o figurato? Giustifica la tua risposta.
c. il poeta ha espresso al compagno la propria
ammirazione per la bellezza dell’edificio in cui scrittura
ha abitato Anna Frank verso l’esame ALLENAMENTO ALL’ARGOMENTAZIONE
d. il poeta ha riferito al compagno il proprio disap- 10. La compassione per l’altro Lo scrittore Primo
punto per la scarsa considerazione che è stata Levi (1919-1987) nel saggio I sommersi e i salvati
riservata alla casa di Anna Frank (1986) riflette sulla propria esperienza nel Lager e
5. Una memoria speciale Diversamente da quanto sul comportamento umano di fronte alla sofferenza
giudica il suo compagno, il poeta pensa che quella altrui. Egli afferma che è difficile per l’uomo conte-
di Anna Frank sia privilegiata memoria (v. 10), e lo nere in sé un dolore smisurato e anonimo, figurar-
spiega a partire dal verso 14. Riassumi con le tue selo e compatirlo, e che è invece più facile provare
parole le sue ragioni. commozione per un singolo caso conosciuto, che è
6. Le parole dell’“ovunque” e del “sempre” A possibile immaginare simile a sé. Leggi la riflessione
partire dal verso 14 e fino alla fine della poesia sono che segue, tratta dal capitolo secondo del saggio,
presenti numerose parole ed espressioni che ap- intitolato “La zona grigia”, ed esprimi le tue opinioni
partengono al campo semantico dell’onnipresenza in un testo argomentativo, riportando esempi tratti
nel tempo e nello spazio, cioè che ribadiscono l’i- dalle tue letture, conoscenze ed esperienze.
dea del ripresentarsi sempre e in ogni luogo degli Non esiste proporzionalità tra la pietà che
stessi elementi e, sopra tutti, della memoria di Anna proviamo e l’estensione del dolore da cui la
Frank. Sottolineale nel testo, in modo da potere co- pietà è suscitata: una singola Anna Frank
gliere in un solo colpo d’occhio la loro ricorrenza. desta più commozione delle miriadi che
7. Una singolare associazione di parole Prova a soffrirono come lei, ma la cui immagine è
spiegare con le tue parole l’espressione fradici o rimasta in ombra. Forse è necessario che sia
acerbi colori (v. 20). Quale impressione dei colori così; se dovessimo e potessimo soffrire le
della città ne deriva il lettore? sofferenze di tutti, non potremmo vivere.
8. Per questo Ai vv. 17 e 25 il poeta afferma che (Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi,
Amsterdam possiede ai suoi occhi le sue straordi- Torino 1986)
narie qualità Per questo: per quale ragione, cioè?
a. per la memoria di Anna Frank, che si manifesta
in tutta la città
b. per la memoria dei tanti suoi abitanti che mori-
rono di fame
c. per il fatto che la casa di Anna Frank è introvabi-
le tra le altre
d. per il fatto che la casa di Anna Frank ha lo stesso
colore delle altre

P. Biglia, A. Terrile, Minimo e immenso, Volume B © Pearson Italia S.p.A.

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