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Ma tra tutti gli uomini di lettere sono infestati dall’umor nero specialmente quelli che, dediti
allo studio assiduo della filosofia, astraggono la mente dal corpo e dalle cose corporee e la
fissano sulle realtà senza corpo: […] perché fintanto che tengono la mente a contatto con la
verità incorporea, per tutto quel tempo sono costretti a tenerla disgiunta dal corpo; sicché il
loro corpo si fa non di rado semivivo e quasi soffocato dalla malinconia. E il nostro Platone
descrive questa situazione nel Timeo, quando dice che l’animo, per frequente e intensa
contemplazione delle cose divine, a tal punto si fa vigoroso e potente, che si distacca dal
proprio corpo al di là di ciò che la natura sopporta; e nei suoi movimenti più intensi talvolta
o l’abbandona, in qualche modo, o non di rado dà l’impressione di scompaginarlo (De Vita
I, 4, 21).
Nelle versioni latine dei testi arabi del IX-X secolo, in particolare l’Introductorium maius di
Alcabizio – con edizioni a stampa dal 1485 –, strettissimo erede delle teorie di Abu Masar,
gli scritti di Al Razi (Almansoris liber), nella monografia di Costantino Africano, che si rifà
direttamente a Ishaq ibn Amran e alla Scuola Salernitana, e nelle opere di Arnaldo da
Villanova (De morbis curandis) e di Pietro d’Abano (Conciliator liber), Ficino poté
rintracciare quella stretta relazione tra teoria degli umori, melanconia e influenza astrale
saturnina, che gli consentì, nel De vita, di confermare su basi fisiologiche la natura ambigua
del melanconico – a volte geniale a volte completamente ottuso – in ragione degli eccessi di
caldo e di freddo prodotti dalla bile nera (S. Benassi,
http://www.unife.it/letterefilosofia/filosofia/rivista-i-castelli-di-yale/i-castelli-di-yale-ii-
anno/marsilio-ficino-e-il potere-dell-immaginazione.pdf/view, p. 10).
Cornelio Agrippa (1486-1535) concepì la malinconia come “invasamento” di
“demoni inferiori”, operante nella imaginatio, nella ratio o nella mens, generando a seconda
dei casi diverse abilità (De occulta philosophia libri tres, Würzburg 1510, cit. in M.
Bertozzi, Mensula Jovis. Considerazioni sulle fonti filosofiche della Melencolia I di
Albrecht Durer, 19-21 = www.unife.it/letterefilosofia/...i...di.../mensula-jovis.../file); egli
influenzò, tramite il manoscritto del suo lavoro, la “Melencolia I” di Durer (1514) (ibidem
[Bertozzi cita Panofsky a p. 21 ss.]). Dalla fine del XVI secolo, la malinconia diverrà
“letteraria” e tragicamente connotata in ambito anglosassone: il lavoro di R. Burton, The
Anatomy of Melancholy (1621), opera fondamentale sulla malinconia quale “malattia
mentale” (“esca del diavolo” [cfr. Cornelio Agrippa]: J. Hankins, Monstrous Melancholy:
Ficino and the Physiological Causes of Atheism, in S. Clucas-P. Forshaw-V. Rees [eds],
Laus Platonici Philosophi: Marsilio Ficino and His Influence, Leiden 2011, 43), è
influenzato da Ficino nella descrizione delle manifestazioni fisiche e mentali dell’”umor
nero”; l’immaginazione sarebbe infatti “a faculty sufficiently flexible to stretch from the
lower reaches of the intellect down to the regions of the vegetative life of the body” (G.
Giglioni, Coping with Inner and Outer Demons: Marsilio Ficino’s Theory of the
Imagination, in Y. Haskell [ed.], Diseases of the Imagination and Imaginary Disease in the
Early Modern Period, Turnhout 2011, 22).
Phantasia, intentio, noema e creazione artistica. Fonti e comparazioni per una storia delle
idee
Queste virtù [sc. la immaginazione e la fantasia] ignorano se stesse mentre la mente conosce
se stessa, dato che si accorge del suo stesso essere, della specie cui appartiene e della
potenza di cui è dotata. […] (Theologia Platonica IX, 5).
l’intelletto, una volta purificato e ristabilito nel suo stato originario, percepisce Dio e deriva
da Lui immagini divine. […] Immergendo dunque la mente nella luce, l’intelletto, guidato
dallo Spirito, in-scrive il significato interiore delle cose nei cuori puri di coloro che
ascoltano (G.E.H. Palmer- P. Sherrard- K. Ware [eds], The Philokalia, IV vol., Engl. trans.
London 1995, 216-217 [corsivi nostri]).
Bibliografia (selezionata)
Fonti:
Letteratura: