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Bioceramici

I bioceramici si possono suddividere in tre categorie:


1. Bioinerti: mantengono inalterate le loro proprietà fisiche e meccaniche, mostrano
un’eccellete resistenza all’corrosione e all’usura. Sono caratterizzate da buone proprietà
meccaniche in termini di tenacità a frattura, sempre riferito ovviamente a valori di dei
materiali ceramici. Trovano impiego tipicamente come materiali strutturali, ad esempio in
ambito ortopedico, per piastre di fissaggio, viti e per le teste delle protesi per femore.
2. Bioattivi: impiegati perché possono indurre legami chimici tra il materiale stesso e il
circuito circostante. Rimanendo in ambito ortopedico, per quanto riguarda il tessuto osseo
sappiamo che l’osteointegrazione è la proprietà che permette di creare legami chimici tra
l’osso e la superficie del materiale, ecco perché i ceramici bioattivi trovano impiego in
ambito ortopedico per i dispositivi di fissazione. Sono caratterizzati da proprietà
meccaniche e da tenacità a frattura inferiori ai materiali bioinerti, e come esempi si riporta
la categoria dei vetri e dei vetri ceramici.
3. Biodegradabili o Bioriassorbibili: sono materiali che vanno incontro ad una degradazione
controllata inseguito ad impianto, ovvero al contatto con i fluidi biologici. Il materiale bio-
riassorbibile è pensato per venire man mano degradato e poi sostituito da un tessuto
endogeno. Ovviamente per trovare impiego nei dispositivi impiantabili, le specie chimiche
che derivando dalla degrazione del materiale devono poter essere processate dai pathway
metabolici e quindi venir escrete senza comportare nessun effetto dannoso per
l’organismo.
Ecco alcuni biomateriali ceramici:
 Allumina: è un materiale bioinerte ed è stato uno dei primi a trovare impiego in ambito
ortopedico. È caratterizzata da proprietà meccaniche elevate, come nel caso della durezza
e la resistenza all’abrasione. Tant’è vero che l’allumina trova impego in tantissimi ambiti
industriali. Il motivo per le eccellenti proprietà di resistenza all’attrito e all’usura è
associato alla possibilità di ottenere finiture superficiali molto elevate. L’allumina esiste in
un’unica fase stabile termodinamicamente, che è una struttura esagonale in cui gli ioni
alluminio occupano gli interstizi ottaedrici.
Quindi l’allumina è caratterizzata da inerzia chimica, elevate proprietà meccaniche,
eccellente resistenza all’abrasione che ne hanno determinato l’impiego per impianti ossei e
dentali. La sua biocompatibilità è sta ampiamente dimostrata ma bisogna tener conto del
fatto che una volta impiantata, l’impianto di allumina tendono a dar luogo ad una
ricopertura da una capsula fibrotica e questa può essere determinante per il fallimento
dell’impianto o la mobilizzazione dell’impianto.

 Ossido di zirconio o Zirconia: è un materiale bioinerte caratterizzato da un’alta resistenza


meccanica ed elevata tenacità a frattura. In particolare, ha dei vantaggi dovuti a

Tenacizzazione a frattura: in un materiale ceramico è un’espressione che ci vuole


ricondurre a quello che succede nei metalli, dove il materiale è in grado di assorbire
energia meccanica sotto forma di deformazione plastica, quindi per rompere per
rompere un materiale duttile e quindi per far propagare una superficie di frattura
all’interno del materiale devo fornire del lavoro meccanico che il materiale tende ad
assorbire sotto forma di deformazioni permanenti. Questo nei ceramici non avviene,
nei ceramici l’intensificazione degli sforzi all’apice di una cricca fa partire una cricca e
non ci sono meccanismi analoghi alla plasticità per cui il materiale si rompe di
schianto. Nella zirconia un meccanismo di tenacizzazione il materiale può assorbire del
lavoro meccanico rallentando la propagazione della cricca; nel caso della Zirconia si
sfrutta il passaggio di fase tra quella tetragonale e quella monoclina, che dei parametri
meccanismi di tenacizzazione riconducibili a delle trasformazioni, dei cambiamenti di fase
fra le diverse forme allotropiche che questo ceramico può assumere. Il suo uso come
biomateriale è incominciato negli anni 2000 soprattutto in ambito della protesi d’anca ma
si stanno registrando altre applicazioni in altri dispositivi biomedici impiantabili. La zirconia
è ottenuta a partire dal materiale zircone e viene drogata con altri ossidi per stabilizzarne la
struttura cristallina tetragonale. Gli impianti in zirconia vengono ottenuti tramite
pressatura uniassiale o isostatica. Le applicazioni in ambito ortopedico sono ad esempio la
testa del femore nella protesi d’anca, protesi di ginocchio, viti ortopediche e piastre.
Spesso viene usato in sostituzione al polietilene ad altissimo peso molecolare in virtù del
fatto che ha superiori caratteristiche di resistenza all’usura. In ambito dentale invece viene
impiegata per la realizzazione di corone protesiche.

 Fosfati di calcio: sono ceramici biodegradabili e chimicamente analoghi alla fase inorganica
del tessuto osseo. Quindi il loro significativo contributo nella rigenerazione ossea è dato dal
fatto che hanno caratteristiche chimiche simili a quelle del tessuto osseo. Sono materiali in
uso da molto decenni però prima venivano usati come polveri e riempitivi. Una volta capito
che questi materiali promuovono la formazione di tessuto osseo, soprattutto quando il
rapporto di composizione è simile a quello dell’osso, allora il loro uso è diventato
massiccio. È un materiale che viene usato per riparare danneggiamenti delle ossa, come
riempitivo dopo la resezione di tumori alle ossa, per riparare e “fondere” vertebre e
riparazione di ernie. Viene utilizzato anche nel drug delivery.

 Biovetri: è una classe di biomateriali molto versatili. Sono vetri a base di silicio, e come tutti
i vetri siliciati ha lo stesso building-block ovvero il tetraedro SiO4 4 meno con il silicio
attorniato da 4 anioni ossigeno ai vertici di un tetraedro. Sono materiali amorfi che oltra
alla struttura di silicati amorfi contengono degli ioni bioattivi, che sono ioni calcio e ioni
fosfato. Esistono una grande varietà di biovetri con composizioni diverse e proprio in base
alla loro composizione mostrano proprietà diverse sia in termini di capacità di promuovere
l’osteointegrazione sia in termini di velocità di degradazione. Questi materiali possono
essere usati come caoting per aumentare la bioattività di impianti protesici o come filler sia
come materiali stand alone sia come carica minerale da disperdere in compositi a matrice
polimerica per aumentare la bioattività.

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