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GALILEI LETTERA A PADRE BENEDETTO CASTELLI

Galilei scrive la lettera a Benedetto Castelli per confutare il pensiero di coloro che sostenevano il sistema
copernicano. La lettera presenta una struttura argomentativa volta a confutare le teorie copernicane.
Galilei, nonostante reputi veri i testi della Bbbia, nel primo degli snodi argomentativi mette in guardia
coloro che mal interpretano il significato delle Sacre Scritture fermandosi all’apparenza dei testi e senza
approfondirli con spirito critico. Per Galiei il contenuto della Bibbia non è da considerarsi come scientifico,
in quanto teorie o ipotesi di questo tipo non possono essere formulate tramite questa. Per spiegare questa
affermazione si prendano come esempio i fenomeni naturali, i quali dipendendo da Dio non possono
essere interpretati in altra maniera. Galilei denuncia quelli che sostengono la verità della Bibbia sopra ogni
altra cosa, poiché pur ritenendo di poter sostenere le loro teorie tramite ragionamenti logici si appellano al
Santo Uffizio. I suddetti individui appaiono quindi insicuri davanti a coloro che affermano teorie diverse
dalle proprie. Un altro passo della lettera, presente verso l’inizio di questa, riporta il passo di Giosuè, in cui
la Luna e il Sole si fermano. Con questa parte della lettera lo scienziato vuole mettere in primo piano il
sistema eliocentrico.

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