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CONCILIO DI COSTANTINOPOLI II senza confusione le proprietà sia della divinità e sia 1

dell’umanità . Per cui Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo.


Quando nel 451 ci fu il concilio di Calcedonia, la sua
Il concilio di Calcedonia utilizzò il termine “in due
accettazione non avvenne senza forti correnti di
nature”, mentre per Severio l’espressione valida è “da
opposizione e di contestazione. Nel secolo che intercorre
due nature”, che elimina la dualità in Cisto, pur
tra il 4° e il 5° concilio ecumenico le dispute cristologiche
salvaguardando l’integrità delle sue proprietà divine e
riguardano l’interpretazione che Calcedonia ha dato su
umane. Per Severio è contradditorio affermare del solo
Cristo per quando riguarda il discorso “delle due nature”.
Cristo “due nature e una sola ipostasi poiché chi dice una
Nonostante l’insistenza del concilio sull’unità di Cristo, i
sola ipostasi dirà anche una sola natura”.
seguaci di Cirillo ritengono la formula calcedoniese
troppo dualista e nestoriana. Per Severio accettare la formula “in due nature”
significa ammettere due “ipostasi” in Cristo, e così
In questo periodo bisogna distinguere:
continuare in modo implicito l’eresia nestoriana. Severio
1. Il monofisismo di Eutiche: dove affermava che per uscire da questo equivoco causato dal Concilio di
dopo l’unione ammetteva in Cristo un cambiamento Calcedonia ricorre all’espressione cirilliana “una sola
delle due nature, per cui o si aveva una mescolanza natura incarnata del Logos di Dio”. Severio per
tra le due, o la natura divina veniva assorbita da “natura” intende un soggetto concreto e sussistente
quella divina e viceversa; cioè l’ipostasi o persona, che mantiene integre le
2. E il monofisismo di scuola cirilliana: che in proprietà sia della divinità e sia dell’umanità . Per questo
opposizione a Calcedonia riproponeva la dottrina non si può parlare di una duplice “natura” in Cristo, per
della “mia physis”, insieme all’interpretazione non raddoppiarne “l’ipostasi”.
soteriologica della divinizzazione dell’uomo.
I rappresentanti di spicco del monofisismo cirilliano
LA REAZIONE ANTIMONOFISITA
(Timoteo Ailouros, Filosseno di Siria e Severio di
Antiochia) consideravano il concilio di Calcedonia ZENONE
un’espressione dell’eresia nestoriana. Per far fronte al monofisismo anticalcedonese e per
Severo di Antiochia affermava che Cristo non è “in due ridare tranquillità all’impero, sorsero molte iniziative
nature” ma “in una sola”, anche se conserva integre e concrete di mediazione da parte degli imperatori.
L’imperatore Zenone scrisse “Henòtikon” (documento Come teologo, Giustiniano intraprese personalmente una 2
di unione) per cercare di mettere in risalto le reinterpretazione della dottrina di Calcedonia per
convergenze e non le differenze che vi erano tra i venire incontro ai monofisiti. Egli diede così impulso al
monofisiti e i difisti. Lo scopo dell’imperatore era quello “neocalcedonismo”, e cioè all’atteggiamento di
di cercare un compromesso tra le due correnti rivali. comprendere e spiegare l’hòros del 451 in concordanza
con la dottrina di Cirillo. Furono 2 per lui i punti
Nell’”Henòtikon” l’imperatore:
significativi di questa ricomprensione:
1. evita l’espressione “una persona o ipostasi in due
1. il primo tentativo fu l’imposizione della formula
nature”;
teopatischita “Uno della Trinità ha patito nella
2. dice che le decisioni dei primi tre concili ecumenici
carne»”, diffusa a Roma e a Costantinopoli (519-
(Nicea, Costantinopoli ed Efeso) erano valide e fa un
520) da alcuni monaci sciiti. L’espressione pone
accenno indiretto a Calcedonia;
l’accento sull’unità del soggetto in Cristo,
3. dice che gli insegnamenti
ovviamente questa espressione è considerata
di Eutiche e Nestorio erano falsi, mentre i
ortodossa se vista nell’ambito di una corretta
12 anatematismi di Cirillo di Alessandria alle loro
interpretazione della “comunione degli idiomi” (le
dottrine erano validi;
proprietà del Verbo possono essere attribuite
4. e Maria è ripetutamente designata con il
all'uomo Gesù Cristo).
termine Theotókos.
2. Il secondo tentativo fu di riconciliare la formula
Il testo dell’imperatore Zenone è molto più orientato ai calcedoniese “in due nature” con quella cirilliana
monofisiti e meno ai difisiti. Alla fine questo documento dell’“unica natura incarnata del Verbo di Dio”. Per
non accontentò nessuna delle due fazioni. cui l’imperatore cercò di raggiungere, al di là delle
GIUSTINIANO E IL “NEOCALCEDONISMO” differenze verbali, una convergenza sostanziale sul
contenuto stesso delle due espressioni.
L’imperatore Giustiniano per difendere Calcedonia e
per trovare un accordo concreto con i monofisiti,
promosse alcune iniziative, come la conferenza
ristretta tra monofisiti e difisiti, che ebbe luogo a
Costantinopoli verso la fine del 532, senza esito
alcuno.
LEONZIO DI BISANZIO E LA DISTINZIONE TRA proprietà caratterizzanti; invece l’enipostatico indica che 3
“ENYPOSTATON” E “HYPOSTASIS” l’accidente non esiste di per sé ma ha l’essere in un altro e
non viene considerato di per sé. Per ciò una natura, cioè
Leonzio di Bisanzio, nei suoi scritti, difese Calcedonia
una sostanza, non può mai essere priva di ipostasi. Ma non
senza concessioni neocalcedoniesi. Egli pone la
per questo la natura è ipostasi, perché il concetto non è
distinzione tra “enypòstaton” e “hypòstasis”, per
reversibile, infatti l’ipostasi è anche natura, ma la natura
motivare l’affermazione calcedoniese dell’“una ipostasi in
non è anche ipostasi”.
due nature” e per superare sia l’equivalenza che i
monofisiti ponevano tra ipostasi e natura (una ipostasi = LEONZIO DI GERUSALEMME E LA DOTTRINA DELL’
una natura) e sia l’affermazione dei nestoriani per i quali “ENYPOSTASIS”
in Cristo “a due nature corrispondevano due ipostasi”.
Leonzio fu un monaco e teologo del VI secolo ed
Leonzio di Bisanzio ai monofisiti fa notare che quello che apparteneva al partito dei neocalcedoniesi. Leonzio è
essi chiamano la carne del Logos, da Calcedonia viene noto solo per due opere, composte probabilmente
indicata come la natura umana del Verbo. Inoltre, la loro durante il regno di Giustiniano I, prima dello scoppio della
insistenza sull’assoluta equivalenza tra natura e ipostasi controversia sui tre capitoli (c. 544):
potrebbe portare a un dilemma:
1. Contro Monophysitas;
1. O non considerare “natura umana” la “carne” di 2. e Contro Nestorianos. 
Cristo;
Leonzio ha insistito sul fatto che la formula cristologica
2. O di conseguenza attribuire a Cristo “due ipostasi”,
del Concilio di Calcedonia (451) dove affermava che:
in corrispondenza con le “sue due nature”.
“Gesù Cristo è una persona (ipostasi) in due nature”, poteva
Invece per Leonzio di Bisanzio il fatto che Cristo abbia essere interpretata solo per mezzo della cristologia di
una natura umana non significa che Egli abbia anche Cirillo d'Alessandria. Pertanto Leonzio ha identificato
un’ipostasi umana. Per questo Leonzio introduce la l'unica ipostasi di Gesù Cristo con una ipostasi della
distinzione tra enypòstaton e hypòstasis, in modo che Trinità (corrente teopaschita), cioè con il Verbo di Dio
a ogni ipostasi corrisponde una natura, ma non (ipostasi del Logos), che era incarnato in Gesù Cristo.
sempre viceversa:
Pensiero integrale: Leonzio parla dell’accettazione della
“L’ipostasi indica una persona, mentre enipostatico formula teopaschita e della dottrina dell’“enhypostasia”
indica la sostanza. L’ipostasi definisce la persona con le della natura umana di Cristo nell’ipostasi del Logos.
Leonzio nell’opera “Contro Nestorio” mostra che in Cristo 2. e mette in luce la suprema realizzazione ontologica 4
l’unica hypostasis è quella preesistente del Logos: e soteriologica della natura umana,
“l’umanità individuale del Signore non è preesistita in enipostaticamente presente nel Logos.
confronto all’hypostasis del Logos, ma al contrario:
sorgere o sussistere è per essa un’unica e identica cosa. Ma
I TRE CAPITOLI
l’umanità del Signore non sussisteva in una hypòstasis
propria a lei esclusivamente, ma nella hypostasis a lei L’imperatore Giustiniano per trovare un accordo con i
preesistente del Logos”. monofisiti cirilliani decide di scomunicare i già deceduti
Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Ciro e Ibas di
Quindi Leonzio identifica l’hypòstasis d’unione con
Edessa che erano considerati gli ispiratori della
l’hypòstasis preesistente del Logos. Di conseguenza,
teologia di Nestorio.
Leonzio afferma che il Logos, nel suo rivestirsi di “carne”,
ipostatizza la natura umana nella sua ipostasi divina. Per Giustiniano, che vuole dare pace alla Chiesa, nel 544
questo la natura umana di Cristo, pur essendo perfetta e promulga un editto contro “i Tre capitoli” ma questa
individuale, non possiede un’hypostasis propria. azione di Giustiniano trovò l’opposizione ferma di Papa
Vigilio, il quale era solo propenso a condannare le sole
Questa enipostasia della natura umana nel Logos non
dottrine e non le memorie delle tre vescovi visto che già
costituisce una imperfezione, ma una sua intrinseca
erano deceduti. L’idea dell’imperatore era quella di
elevazione. Per cui la natura umana di Cristo raggiunge
togliere ogni pretesto ai monofisiti cirilliani in modo
l’apice della sua realizzazione ontologica e della sua
da poter raggiungere la pace. E per tale ragione convoca il
efficacia salvifica. Essa non viene divinizzata solo per
concilio di Costantinopoli II.
grazia o per partecipazione ma ontologicamente perché
“enipostaticamente” unita al Logos. Essendo la “carne” IL CONCILIO DI COSTANTINOPOLI II 553
del Logos, essa diventa sorgente di una vita divina. Questo concilio durò dal 5 maggio al 2 giugno. I
Leonzio apporta alcune puntualizzazioni al dogma vescovi presenti furono 168 di cui 11 latini. La sede fu la
calcedoniese: grande sala di Santa Sofia a Costantinopoli.
1. orienta e ricerca l’unità del Cristo nella hypostasis Il papa pur essendo a Costantinopoli non partecipò
divina del Logos; alle riunioni perché non voleva associarsi alla condanna
dei tre vescovi, ma neanche l’imperatore ed i suoi  Nell’ottava sessione (2 Giugno) si approvò il decreto 5
rappresentanti assistettero al concilio. conciliare in cui si condannano “i Tre Capitoli”. Solo
8 Dicembre del 553 anche Vigilio aderisce alla
Le otto sessioni:
condanna.
 Nella prima sessione (5 Maggio) si diede lettura alla
LE DECISIONI CONCILIARI
lettera dell’imperatore che faceva una cronistoria
degli eventi e condannava “i Tre Capitoli”; Il decreto conciliare si articola in 2 parti:
 Nella seconda e terza sessione (8 e 9 Maggio) si
1. Nella prima parte abbiamo la sentenza sui “Tre
avviarono i negoziati con papa Virgilio per farlo
Capitoli” con cronostoria degli eventi e una
partecipare al Concilio;
professione di fede.
 Nella quarta sessione (12 Maggio) si prese in esame L’idea dei padri è quella di correggere e di
la dottrina di Teodoro di Mopsuesta, dopo aver condannare i seguaci di Nestorio e di affermare la
letto la sua 27° citazione in cui parlava della fede dei 4 concili ecumenici precedenti;
“inabitazione della divinità nell’uomo”, i vescovi 2. E nella seconda parte abbiamo 12 anatematismi,
emettono la condanna; tra cui 10 di contenuto teologico e 4 di condanna nei
 Nella quinta sessione (17 Maggio) vengono vagliate confronti degli eretici ( i tre capitoli, altri eretici e
le testimonianze pro e contro Teodoro di Mopsuesta e infine Origene).
si leggono i 4 brani anticirilliani di Teodoreto di Ciro; Se escludiamo i 4 anatematismi finali e il 1 e il 6 che
 Nella sesta sessione (19 Maggio) viene valutata la ribadiscono l’unita della natura divina in tre ipostasi e
lettera di Ibas di Edessa a Maris. Il 24 Maggio papa la maternità divina di Maria, gli altri sono
Vigilio con il suo “Constitutum” condanna le dottrine pronunciamenti cristologici che possiamo ridurre a 3:
sbagliate “dei Tre Capitoli” ma non le persone in a. Affermazione della indiscutibile unità del
quanto già decedute, tuttavia il “Costitutum” non fu Logos anche dopo l’incarnazione, pur
accettato dall’imperatore. nell’integrità della sua natura divina e
 Nella settima sessione (26 Maggio) viene valuto umana;
l’atteggiamento di papa Vigilio, e l’imperatore b. Nel Logos si esclude ogni divisione, per cui la
Giustiniano dichiara di voler rompere le sue relazioni sua unione con la natura umana non è
non con la sede di Roma ma con il papa. I Vescovi al estrinseca ma intrinseca e secondo l’ipostasi;
concilio erano d’accordo con l’imperatore;
c. L’espressione “in due nature” viene Calcedonia, non implica per niente più “sussistenze” o 6
interpretata alla luce della teologia di Cirillo. “persone”.
Per quando riguarda la divina maternità di Maria, il Gli anatematismi del Concilio cercano di armonizzare il
concilio afferma che Maria non è solo Theotokos ma difismo calcedonese con il monofisismo verbale di Cirillo
afferma anche la sua perpetua verginità. Questo viene e della sua tradizione. Per cui l’espressione “in due
detto nel secondo anatematisma. I padri dicono che: “il nature” intende significare “la diversità delle nature”,
Verbo di Dio nasce due volte, uno in seno al padre prima da cui senza confusione e in modo ineffabile è scaturita
dei secoli e l’altra nascita quando si incarna nella gloriosa l’unità , senza che il Verbo passasse nella natura della
madre di Dio e sempre Vergine Maria” carne, e senza che la carne si trasformasse nella natura
del Verbo (“infatti l’uno e l’altra rimangono ciò che sono
Il nono e decimo anatematisma (affermazione
per natura, pur operandosi l’unione secondo ipostasi”)
dell’unità del Logos) precisano che al Logos incarnato
(settimo anatematisma).
si deve un’unica adorazione e che “il Nostro Signore
Gesù Cristo, crocifisso nella sua carne, è vero Dio, Signore Nell’ottavo anatematisma si dà l’interpretazione
della gloria e uno della Trinità”. La preoccupazione del autentica anche della formula cirilliana “una sola
concilio di Costantinopoli II è quella di ribadire l’unità in natura incarnata del Logos di Dio”, alla luce del Concilio di
Gesù Cristo, che, nonostante la perfezione della sua Calcedonia: “Se uno confessa che dalle due nature, divina e
divinità e della sua umanità , è “un solo e medesimo”. umana, è sorta l'unione, o ammette una sola natura
incarnata del Verbo di Dio ma non intende queste
Un’altra preoccupazione del concilio è la fondazione
espressioni secondo il senso dei santi padri, cioè che,
dell’unione dell’umanità nel Logos. Si tratta di evitare sia
avvenuta l'unione secondo Impostasi della natura divina e
l’ottica eutichiana della confusione e sia quella nestoriana
della natura umana, un solo Cristo ne è stato l'effetto; ma
della divisione o dell’unione estrinseca, e di ribadire
con questa espressione tenta introdurre una sola natura o
invece la dottrina cirilliana e calcedoniese, di una unità
sostanza della divinità e della carne di Cristo, costui sia
intrinseca cioè “secondo ipostasi” (trattato nel quarto,
anatema”.
quinto e ottavo anatematisma). Questa unione “secondo
ipostasi” garantisce il mistero dell’unità in Cristo. Per Con questo chiarimento si elimina l’equivocità delle due
questo l’unica “ipostasi” o “persona”, di cui parla espressioni cirilliane, care ai monofisiti (“dalle due
nature” e “una sola natura incarnata del Verbo di Dio”), e
le si armonizza con la terminologia e la dottrina IL SIGNIFICATO DEL CONCILIO DI COSTANTINOPOLI II 7
calcedonese.
Il concilio di Costantinopoli II offre una concreta
CONCLUSIONE soluzione di chiarimento al conflitto linguistico e
interpretativo che si era creato dopo il concilio di
Gli anatematismi conciliari presentano una dottrina
Calcedonia tra i monofisiti cirilliani ed i difisiti
cristologica fortemente unitaria e antinestoriana per il
calcedoniani.
fatto che si insiste molto sul titolo mariano theotokos.
Il concilio di Costantinopoli II ci consegna una
La contestatissima espressione calcedonese “in due
interpretazione autentica del concilio di Calcedonia e
nature” non implica un’unione estrinseca in Cristo ma
soprattutto della sua formula difisita. L’insistenza sulle
un’unione intrinseca “secondo ipostasi” cioè “secondo
“due nature” non indica la loro equivalenza, ma
l’ipostasi divina del Logos”. La natura umana rimane
l’irriducibilità e la distinzione della natura umana da
unita a lui senza confusione o mutamento, ma anche
quella divina. È la riconferma che in Calcedonia “la
senza divisione o separazione: l’ottavo anatema
dualità è un momento concettuale della
affermava che “uno è anche il Cristo, Dio e uomo,
considerazione del Cristo, che parte dalla sua unità e
consustanziale al Padre seconda la divinità, della nostra
ritorna alla sua unità”.
stessa natura, secondo l’umanità”.
Il concilio di Costantinopoli II esplicita quanto in
Sull’unità del Cristo e sulla dottrina della “comunicazione
Calcedonia era rimasto implicito e cioè che l’unione della
degli idiomi” si fonda non solo il titolo mariano
natura umana con la natura divina è un’unione “secondo
theotokos ma anche l’unica adorazione al Dio Verbo
ipostasi del Logos”. L’umanità di Cristo sussiste
insieme alla sua carne (nono anatematisma) e la
nell’ipostasi del Verbo. Per cui “il soggetto ultimo” di
fondatezza e l’ortodossia della formula teopaschita che
tutte le azioni e passioni del Cristo non è il Verbo preso da
“Gesù Cristo, Crocifisso nella sua carne è uno della
solo, ma il Verbo umanizzato. Si tratta di una precisazione
Trinità” (decimo anatematisma).
teorica per una comprensione adeguata e valida del dato
biblico sull’umanità di Cristo.
Elenco degli anatemi del consiglio 8 ° anatema  Se qualcuno non confessa che le due nature 8
erano unite in Cristo in una sola persona; lascialo essere
1 ° anatematismo  : se qualcuno non confessa che la
anatema.
natura o sostanza divina è uno e consustanziale in tre
persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; lascialo 9 ° anatema  : se qualcuno dice che dobbiamo adorare
essere anatema. Gesù Cristo in due nature, il che introdurrebbe due
adorano quella separatamente per fare di Dio il Verbo e
2 e anatema  Se qualcuno non confessa la Parola di Dio
separatamente anche per l'uomo; e che non adora con
due nascite, una intangibile in cui è nato dal Padre prima
una sola adorazione il Verbo di Dio incarnato con la
di ogni età , l'altra che è nata negli ultimi giorni della
propria carne, come la Chiesa ha imparato dall'inizio per
vergine Maria, Madre di Dio; lascialo essere anatema.
tradizione; lascialo essere anatema.
3 e anatema  : se qualcuno dice che non è lo stesso Cristo-
10 ° anatema  Se qualcuno nega che Nostro Signore Gesù
Dio-Verbo, nato da donna, che ha operato miracoli e ha
Cristo, che fu crocifisso nella carne, è il vero Dio, Signore
sofferto; lascialo essere anatema.
della gloria, uno della Trinità ; lascialo essere anatema.
4 ° anatema  Se qualcuno non confessa che la carne era
11 ° anatema  : se qualcuno non anatemizza Ario,
sostanzialmente unita a Dio Verbo ed era animata da
Eunomio, Macedonio, Apollinare, Nestorio, Eutiche,
un'anima razionale e intellettuale; lascialo essere
Origene, con tutti i loro scritti empi; lascialo essere
anatema.
anatema.
5 ° anatema  : Se qualcuno dice che ci sono due sostanze o
12 ° anatema  : se qualcuno difende l'empio Théodore de
due persone nel nostro Signore Gesù Cristo, e deve
Mopsueste; lascialo essere anatema.
amarne una, come hanno follemente scritto Teodoro e
Nestorio; lascialo essere anatema. 13 ° anatema  Se qualcuno difende gli empi scritti di
Teodoreto, sia maledetto.
6 ° anatema  Se qualcuno non confessa che la santa
Vergine è veramente e veramente la Madre di Dio, sia 14 ° anatema  Se qualcuno difende la lettera che si dice
maledetto. sia stata scritta da Ibas a Maris; lascialo essere anatema.
7 ° anatema  : se qualcuno non vuole riconoscere che le
due nature erano unite in Gesù Cristo, senza riduzione,
senza confusione, ma che queste due nature ha sentito
due persone; lascialo essere anatema.
CONCILIO DI EFESO 431 “Cristo avesse sì due nature, ma non fossero 9
unite fra di loro nel vincolo ipostatico”,
Il concilio di Efeso, terzo concilio ecumenico, fu
2. e quella alessandrina: di Cirillo di Alessandria.
convocato dall'imperatore Teodosio II e si tenne
Cirillo sottolineava invece con forza “la natura
nel 431 a Efeso, in Asia Minore, sotto il regno
divina di Cristo”.
dell'imperatore d'Oriente Teodosio II (408-450). In
Oltre alla disputa su Gesù Cristo vi era quella legata
questo concilio vi parteciparono 200 vescovi e si
all'appellativo  Theotokos relativo alla Madonna infatti:
occupò principalmente del nestorianesimo.
1. nella scuola alessandrina si diffuse una teoria
Il concilio di Costantinopoli aveva condannato l'eresia
legata alla “comunicatio idiomatum”, cioè “tutto
di Apollinare, il quale aveva affermato che “il logos con
quello che si può dire del logos lo possiamo
la carne costituisce una unità, tanto che nel Cristo non
attribuire a Gesù Cristo”, quindi che se Maria è
ci sarebbe un’anima umana ma un’anima divina”.
stata la Madre di Cristo la conclusione è che
Contro l’eresia di Apollinare ed ariana, si era pronunciata
Maria è la madre di Dio. Gli alessandrini usavano
la scuola di Antiochia (Diodoro di Tarso, Teodoro di
per Maria il termine teotokos (colei che ha
Mopsuestia) sostenendo la tesi secondo la quale: “Cristo
generato Dio);
aveva due nature, umana e divina”, esagerando però la
2. Nestorio in linea con la scuola antiochena,
separazione fra le stesse e dando vita alla teoria della
voleva che a Maria si attribuisse il termine
doppia personalità di Cristo in termini di « dimora » o di
cristotokos (Madre di Gesù-Uomo e non Madre
« sovrapposizione » o, ancora meglio, di « congiunzione
di Dio “cioè Colei che ha accolto in sé, con l'Uomo-
».
Messia anche il Figlio di Dio unito all'Uomo”).
Questo concilio nasce da una interpretazione
La disputa teologica tra le due scuole divenne più
sbagliata di un termine cioè Theotokos.
violenta quando Nestorio divenne Patriarca di
L'unità della Chiesa era minacciata da un aspro
Costantinopoli e nel 428 ribadì le sue posizioni
dibattito che riguardava la persona e la divinità
teologiche facendo aumentare ancora di più l’ira di Cirillo
di Gesù Cristo. Si confrontavano due scuole:
vescovo di Alessandria il quale si rivolse a Papa
1. quella antiochena: capeggiata dal
Celestino I. Infatti in un sinodo a Roma del 430 la
patriarca Nestorio. Nestorio sosteneva che:
teologia di Nestorio viene rigettata ed approvata
quella di Cirillo. Tuttavia Nestorio forte dell’appoggio concilio di Efeso il Patriarca Giovanni con i Vescovi di 10
imperiale non ritrattò la sua tesi. Antiochia, ai quali gli vengono chiuse le porte del
L'imperatore Teodosio II per risolvere la questione concilio. Dinanzi a questo gesto i Vescovi antiocheni
convocò il 7 giugno del 431 un concilio ad Efeso. decidono di fare un concilio nella stessa città dove
Al concilio di Efeso giunsero: destituiscono e scomunicano il vescovo di
A. Tutti i metropoliti risiedenti all'interno dei Alessandria Cirillo e il vescovo di Efeso Memnone
confini dell'impero romano; (amico stretto di Cirillo).
B. 3 rappresentanti di Papa Celestino I e sono: i 2 Lo stesso imperatore si pronunciò contrario alla prima
vescovi Arcadio e Protetto ed il presbitero riunione del 22 giugno del 431 dichiarandola illegale.
Filippo(A causa delle difficoltà del viaggio, i legati Tuttavia l'arrivo dei 3 rappresentanti del papa, che
romani arrivarono a dibattito già avviato); avevano il compito di appoggiare Cirillo, salvò la
C. Nestorio con 16 vescovi; situazione, poiché il concilio tornò a riunirsi e approvò
D. e Cirillo con circa 50 vescovi; tutte le decisioni raggiunte fino ad allora.
E. ma mancano il Patriarca Giovanni d’Antiochia con Le continue tensioni politiche costrinsero Teodosio II
i Vescovi dell’area antiochena. a sciogliere il Concilio nell'ottobre del 431.
Il ritardo dei vescovi di Antiochia era dovuta al fatto L’imperatore vuole riconciliare i rapporti tra Cirillo e
che per arrivare al concilio di Efeso hanno scelto la via Nestorio, ma entrambi non accettarono, cosi
stradale, invece Cirillo con i suoi arrivano prima poiché l’imperatore Teodosio II decide di imprigionarli. Cirillo
scelsero via marittima. riesce a scappare e si dirige ad Alessandria dove viene
Giovanni d’Antiochia manda una lettera dove acclamato come un eroe poiché ha difeso la fede Nicena,
chiarisce il ritardo del loro arrivo al Concilio. Cirillo la teologia alessandrina e il termine Teotokos. Mentre
insieme agli altri Vescovi(suoi sostenitori) decide di Nestorio si fa arrestare e dopo qualche giorno accetta il
iniziare ugualmente il concilio, ma questo causerebbe termine Teotokos e sottolinea che in lui vi era la paura
l’invalidità del concilio per cui per renderlo lecito convoca di una cattiva interpretazione del termine, infatti
il concilio per 3 volte. Cosi il 22 Giugno del 431 si l’obiettivo di Nestorio era quello di affermare che: “in
decide di condannare Nestorio. 4 giorni dopo la Cristo vi è la presenza di due nature”.
scomunica di Nestorio,il 26 giugno del 431, arrivano al
Nestorio dopo il concilio di Efeso viene destituito a. Il canone 1: decretava l'anatema sul 11
dalla sede di Costantinopoli ed esiliato nel monastero di pelagiano Celestio;
Euprepio, vicino ad Antiochia. Infatti Il 25 ottobre b. I canoni da 2 a 5: decretavano l'anatema
venne così consacrato Massimiano come Vescovo di sul nestorianesimo, specialmente verso quegli
Costantinopoli. Invece Cirillo e di Memnone non ecclesiastici coinvolti con Nestorio;
c. Il canone 6: decretava che chi non si atteneva ai
vennero destituiti infatti Cirillo tornò nella sua sede di
canoni di Efeso era scomunicato.
Alessandria e Memnone nella sua sede di Efeso.
6. Il concilio condanna la setta dei Messaliani (Essi
credevano che, a causa del peccato originale, ogni uomo viene al
Canoni e decreti conciliari del concilio di Efeso mondo legato a un demone, questo demone non viene scacciato con

1. Il concilio affermò che il Verbo era: “fin dal primo i sacramenti, ma solo con una costante e continua preghiera );
momento del concepimento verginale, unito alla 7. ed infine si ribadisce la suddivisione
natura umana nel seno di Maria e che per questo il ecclesiastica nei vari patriarcati e le
nato da Maria era Dio e uomo allo stesso tempo sin rispettive province.
dal primo istante in cui venne alla luce. Per questo
Maria poteva essere chiamata « Theotokos » o Madre di La disputa dottrinale fu superata grazie all'« Editto di
Dio.” ; unione » del 433 poiché permise che Cirillo di
2. Il concilio riaffermò la formula di Nicea e vietò Alessandria conciliasse la sue posizioni con quelle di
qualsiasi ulteriore cambiamento (aggiunta o
Giovanni di Antiochia e Teodoreto di Ciro.
cancellazione) ad esso;
Giovanni accettò l'attribuzione alla Vergine del titolo
3. Il concilio condannò anche il pelagiano Celestio (per
lui il peccato originale non sarebbe così determinante per la
di theotòkos, mentre Cirillo rinunciò
salvezza ultima dell'uomo, né verrebbe trasmesso di generazione in agli anatemi contro Nestorio.
generazione, in quanto l'uomo può riscattarsi con la propria
condotta. Ne consegue che Cristo non riscatterebbe tutta l'umanità
Il concilio afferma che: “il Figlio è consustanziale al
con la crocifissione. Parimenti, non sarebbe accettabile
la remissione dei peccati attraverso il battesimo).; Padre e consustanziale agli uomini”. Purtroppo questa
4. Il concilio riconobbe il primato della sede di Roma; definizione creerà un po’ di confusione.
5. Vennero approvati sei canoni, con due dichiarazioni Infatti Cirillo, nel sottolineare la dimensione divina del
finali: Cristo a discapito di quella umana proposta da Nestorio,
finì per gettare le basi del movimento monofisita Al concilio di Calcedonia si discute se si deve fare una nuova 12
(Eutiche). Il monofisismo dice che in  Gesù Cristo, dopo professione di fede, l’arcidiacono di Costantinopoli fa
l'incarnazione, vi è una sola natura (physis) cioè quella presente che nel 381 c’è stato un Concilio dove è stato
divina. È questa eresia susciterà quella pericolosa aggiornato Nicea, lui inizia a proporre il simbolo niceano-
controversia teologica che porterà al costantinopolitano viene accettato da Calcedonia.
concilio Calcedonia.
Calcedonia afferma di essere un concilio ecumenico,
accetta Nicea, Costantinopoli ed Efeso I.
CONCILIO DI CALCEDONIA 451
Dunque nel concilio di Calcedonia si stabilisce che:
Il concilio di Calcedonia (quarto concilio ecumenico) fu
“nell'unica persona-ipostasi (sostanza) di Gesù vi sono
convocato dall'imperatore Marciano  nel 451.
le due nature, umana e divina, «senza confusione,
Il Concilio di Calcedonia fu convocato per dirimere la
immutabili, indivise, inseparabili»”, con una condanna
questione monofisita che stava rischiando di
del monofisismo di Eutiche.
compromettere l'ortodossia dei concili ecumenici
Gli imperatori appoggiarono senza esitare le decisioni
precedenti. 
conciliari. Nonostante la condanna fatta dal concilio di
L'8 ottobre del 451 si riunirono circa 600 vescovi dei quali Calcedonia il monofisismo non si estinse.
soltanto 2 vescovi e 3 legati papali  erano occidentali
capeggiati da Pascasino (o Pasquasino) vescovo di Lilibeo.
TEODORO DI MOPSUESTIA 350-428
Subito dopo l'apertura, Pascasino, in nome di papa Leone,
Cristologia
chiese che Dioscoro, il principale artefice del concilio di
Efeso del 449, venisse messo sotto accusa per le irregolarità Nel “De incarnazione” e nel “Contra Apollinarem” notiamo
compiute in quell'assemblea. Rifiutandosi di comparire a che Teodoro insegnò che in Cristo vi erano due persone: “la
giudizio, Dioscoro, abbandonato da un gruppo di vescovi natura divina è una persona mentre la natura umana è
che chiesero perdono per aver appoggiato il monofisismo un’altra persona ancora. L’unità poi delle due nature
due anni prima, fu condannato da 308  padri conciliari risiede nella comunità di pensiero e di volontà”.
e deposto dalla sua carica di patriarca insieme ad altri
vescovi egiziani a lui fedeli.
CIRILLO È un errore parlare di unione secondo sussistenza (enosis 13
TEOLOGIA DI CIRILLO kat' hypostasin) o unione secondo natura (enosis kata
physin), dal momento che Cirillo, erroneamente, non
Già in vita Cirillo era considerato un giusto difensore pone distinzione tra i due termini, Il teologo alessandrino
della Chiesa cattolica ma la sua reputazione crebbe afferma che l'unione delle due nature è un'unione fisica
ancora di più dopo la sua morte fino a divenire Dottore (enosis physikee), non morale.
della Chiesa.
Per spiegare l'unione delle due nature nell'unica
Metodo teologico persona di Cristo, Cirillo rifiuta i termini di
Cirillo diede un metodo per l’investigazione delle coabitazione, congiunzione o relazione nonché di
scienze sacre presentandolo in difesa delle sue avvicinamento e di contatto (synapheia), come dicono gli
argomentazioni, non soltanto la testimonianza delle antiocheni, e giudica insufficiente anche il termine
Scritture ma anche quella dei Padri. Inoltre utilizzò unione (hénosis) perché potrebbe sottintendere che
derivanti dal ragionamento per dimostrare le sue tesi. Cristo sia un uomo che porta Dio, un «teoforo»
(theophoron anthropon). La sintesi della cristologia
Cristologia cirilliana è data dalla formula «un'unica natura del
La sua cristologia iniziale fu la copia di quella di Dio Logos incarnata» (mia physis tou Theou logou
Atanasio( la dottrina del Logos-Sarx), ma il confronto sesarkomenee), che Cirillo riteneva di Atanasio, ma che in
con Nestorio lo costrinse ad adottare una realtà era ripresa dalla lettera di Apollinare a Crioviano.
terminologia più sottile, anticipando ancor prima di Confutando Nestorio si oppone all'espressione di
Calcedonia, la duplicità delle nature esistenti in Cristo «Maria madre di Cristo» (Christotokos) e sostiene
cioè vero Dio e vero Uomo. quella di «Maria madre di Dio» (Theotokos) perché
Cirillo affermava che in Cristo vi è la perfetta unità equivale ad affermare che in Cristo vi è una sola persona,
del Verbo nella carne: l'uomo è il Verbo, ma il Verbo in quella del Figlio di Dio: «Siccome la Vergine generò
quanto unito a un corpo. Per cui, pur rimanendo le due secondo la carne Dio unito personalmente alla carne,
nature distinte e non confuse, in forza dell'unione si può diciamo che ella è madre di Dio, non nel senso che la
predicare della divinità quanto è dell'umanità e viceversa. natura del Verbo prese dalla carne l'inizio della sua
esistenza ma nel senso che, avendo il Verbo assunto scuola Antiochena ς  esegesi di tipo Allegorico1
14
personalmente la natura umana, accettò di essere scuola Alessandrina ς ς esegesi di tipo
generato dal suo seno secondo la carne». letterale

I teologi di Antiochia, di scuola aristotelica, mettevano in


Le due nature, divina e umana, sono in Cristo distinte e
risalto l'umanità di Cristo e l'unione delle sue due nature,
non confuse in una sola persona divina. rimaste integre in una sola persona. Invece Cirillo, di scuola
Fu compito del Concilio di Calcedonia (451) conciliare il Alessandrina e perciò di scuola platonica, dà l'assoluta
precedenza alla divinità di Cristo. Il Logos divino è l'unico
pensiero e la terminologia di Cirillo in una definizione:
vero centro di azione in Cristo. Diversamente dalla scuola
“l’unione delle due nature in una sola persona”.
antiochena, che accentuava l'autonomia della natura umana, fino
Mariologia a farla diventare un secondo soggetto accanto al Logos, Cirillo
non si riferisce mai a un soggetto umano o a un distinto principio
Anche il titolo di Maria come Theotokos o Madre di Dio operativo.
derivò dalla sua cristologia, infatti Cirillo dice: “se colui che
nacque da Maria è Dio, necessariamente quest'ultima
doveva essere la madre di Dio”.
Cirillo considera questa parola(Madre di Dio) come una specie
di sintesi cristologica, giacchè essa presuppone l’unità della
persona e la dualità delle nature nel Cristo.

NESTORIO
TEOLOGIA
Confronto tra la scuola Antiochena e la scuola
Alessandrina
1
Esempio alcuni passi dell’antico testamento prefiguravano alcuni momenti della
vita di Cristo
Nestorio predicò, senza dubbio, che Maria non poteva sostenitori di Nestorio, giunti due giorni dopo, assolsero 15
essere chiamata Theotokos (madre di Dio) ma Nestorio e scomunicarono Cirillo e i suoi sostenitori. I
Christotokos (madre di Cristo). Inoltre, sostenne che vi delegati occidentali, favorevoli a Cirillo, giunti il 10 luglio,
erano due persone distinte nel Cristo incarnato. riconfermarono la condanna di Nestorio.

Nel primo concilio di Nicea era stata affermata L'imperatore, disorientato da tante vicende


la consustanzialità , cioè la stessa natura, di Cristo e di Dio. contraddittorie, sciolse il concilio senza prendere
Nestorio era sostenitore dell'identità di natura (ousìa) e decisioni.
persona (hypostasis) e della immutabilità di Dio, infatti
Mentre Nestorio si ritirava nel suo antico monastero
diceva “se Dio è immutabile, la sostanza umana e la
di Eupreprio, Cirillo riuscì a convincere della sua tesi
sostanza divina non possono fondersi; se a ogni sostanza
molti sostenitori di Nestorio, funzionari della corte e la
deve corrispondere una persona, allora in Cristo vi sono
stessa famiglia imperiale attraverso «manovre di
due persone distinte, una divina e una umana, con una
corruzione in grande stile»infatti:
attività comune”. Il vescovo di Alessandria
Cirillo informò  papa Celestino che Nestorio e il suo 1. distribuì quintali d'oro;
maestro Teodoro di Mopsuestia  sostenevano l'assenza 2. e regali preziosi come «piume di struzzo, stoffe
dell’unione ipostatica in Cristo, cioè la mancata unione costose, tappeti e mobili d'avorio».
della natura divina e umana in una sola persona. Nestorio, L'obiettivo fu così raggiunto infatti a Costantinopoli «tutti
che sapeva di avere l'appoggio dell'imperatore e dei sono stati convinti con l'oro, e i giudici stessi
massimi teologi antiocheni, Andrea di sostengono che esiste una sola natura della divinità e
Samosata e Teodoreto di Cirro, rifiutò di sottoscrivere la dell'umanità»,anche se in questo modo Cirillo svuotò le
formula di fede che era stata approvata in un sinodo ad casse della chiesa di Alessandria, costringendola a
Alessandria e una lista di dodici anatemi. indebitarsi per 750 chili d'oro. Il suo successore Dioscoro
di Alessandria, nel 444 dovrà intentare causa agli
Solo l'imperatore poteva risolvere la disputa. Teodosio
eredi di Cirillo perché restituissero alla chiesa quanto
II convocò un concilio a Efeso nel giugno 431. I sostenitori
Cirillo le aveva sottratto.
di Cirillo, giunti il 22 giugno al concilio, prima dei
sostenitori di Nestorio, condannarono Nestorio. I
Nel 428 si impose il problema di quale fosse il termine 16
preciso da attribuire alla Vergine Maria: se madre
di Dio (in greco Theotókos), madre di Cristo (in
greco Christotokos) o madre dell'uomo figlio di Dio (in
greco anthropotokos oppure Theodochos, "che riceve
Dio").

Nestorio aveva respinto il termine Theotókos riferito alla


Vergine perché non si escludesse la dimensione umana
della sua maternità , tuttavia Nestorio sapeva che Maria
non era anthropotokos (madre dell'uomo), per cui la
definisce Christotokos (madre di Cristo) perché solo
questo termine avrebbe reso ragione a entrambe le
nature dell'essere da lei partorito

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