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subita da
un corpo che scende lungo un piano inclinato tanto
minore quanto minore linclinazione del piano stesso, Salviati
presenta il caso di un corpo su di un piano orizzontale come la
situazione limite, in cui laccelerazione necessariamente nulla. Il
moto del corpo allora uniforme, ossia avviene con velocit costante.
Daltra parte, come verr spiegato pi diffusamente nella seconda
giornata, quella del corpo lanciato sul piano orizzontale la
situazione intermedia tra quella di un corpo che viene lanciato lungo
un piano declive o chino (in discesa), il cui moto accelerato, e
quella di un corpo che viene lanciato lungo un piano acclive o
erto (in salita), il cui moto viene ritardato (decelerato).
La giornata si chiude, curiosamente, con unesaltazione della
scrittura, formidabile invenzione che, mediante vari accozzamenti di
venti caratteruzzi sulla carta, riesce a diffondere e perpetuare il
pensiero umano.
La seconda giornata incentrata sulla questione del moto della Terra.
Innanzitutto la sua immobilit appare improbabile da un punto di
vista metafisico: perch mai la natura - si chiede Salviati - avrebbe
deciso di mettere in movimento lintero cosmo, tranne il nostro
pianeta?
Inoltre, tutti gli argomenti sino ad allora addotti a favore
dellimmobilit del nostro pianeta sarebbero fasulli. Non vero che la
rotazione della Terra - che viene chiamata moto diurno provocherebbe un fortissimo vento da oriente, n che i sassi, le
fabbriche e le citt intere verrebbero sbalzati via dalla forza
centrifuga, n che gli oggetti lanciati dallalto verrebbero deviati verso
occidente, n, infine, che gli uccelli e le nuvole non potrebbero tenere
il passo con il suolo. Tutte le cose presenti sulla Terra, ivi compresa
latmosfera, si muovono insieme ad essa e sono apparentemente
ferme, come lo sono, per i naviganti, gli oggetti trasportati dalla nave
che si muove in assenza di rollio. In questo discorso gi presente il
concetto di sistema inerziale. Galilei, che non usa questo termine, ha
in mente un sistema che sia soggetto ad un moto uniforme, e non
fluttuante in qua e in l.
Un uomo fermo sulla nave, cio un osservatore che, come diremmo in
linguaggio moderno, sia solidale con questo sistema, non ne avverte
La teoria dellimpeto risale a Giovanni Filopono, un commentatore di Aristotele del sec. VI, e fu
ripresa, nel corso del Trecento e del Quattrocento, da alcuni scienziati parigini.
Questa descrizione della caduta dei gravi riprende il testo di una lettera, datata 16 ottobre 1604,
scritta da Galileo allamico fra Paolo Sarpi. In questa prima versione compariva un errore, che
Galileo corregge in questo brano dei Discorsi: allepoca egli credeva che la velocit fosse
proporzionale non al tempo trascorso, bens allo spazio percorso.
Paolo Sarpi, letterato veneziano, frate dellordine dei serviti, dedic la maggior parte dei suoi scritti
alla politica ecclesiastica del tempo. Avversario del potere temporale dei papi, e consigliere politico
del governo della Repubblica di Venezia, difese questultima contro la scomunica di Paolo V. La
sua opera principale lIstoria del Concilio Tridentino.
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In questo brano si ravvisa uneco pitagorica, che, rappresenta, per, un caso pressoch isolato
allinterno dellopera galileiana. Galileo rimase piuttosto indifferente alla suggestione dei numeri
tipica della scuola di Crotone, che aveva dominato il Medioevo e anche il Rinascimento.
Osservatore
Corda appesa
Occhio
Stella
della
corda
copre
A
B
E
finestra
Nome italianizzato di Wilhelm Gilbert (1540-1603), medico e fisico inglese, il fondatore della
teoria dellelettricit e del magnetismo. Fu lui a coniare il termine elettricit.
che facevano risalire linnalzamento del livello del mare allazione della
Luna, ma queste erano infarcite di magia (la Luna e lopposto segno
dello zodiaco avrebbero, secondo Keplero, il predominio sulle acque)
oppure di audace immaginazione (il calore della Luna avrebbe leffetto
di rarefare lacqua). Il Salviati le chiama fanciullezze ed
esorbitanze. Unaltra ipotesi basata sulla Luna venne formulata da
Cartesio ne Il Mondo. La tesi aristotelica quella di un
combattimento tra le acque, che avverrebbe perch le acque pi
profonde, essendo pi pesanti, avrebbero la tendenza a sospingere
quelle soprastanti. Queste, una volta sollevatesi, tenderebbero
naturalmente a ricadere, causando lalternanza di flusso e riflusso.
Molte altre teorie erano state formulate nellantichit. La vera
spiegazione verr data da Newton. Del problema si occuper anche
Eulero.
Per Galilei le maree trarrebbero origine dalla combinazione del moto
di rotazione e del moto di rivoluzione della Terra,
moto risultante
moto di rotazione
moto di rivoluzione
moto risultante
Lacqua viene trascinata sia dalla rotazione, sia dalla rivoluzione della
Terra. La sua velocit per diversa nei vari punti della superficie
terrestre: minima dove i due moti sono discordi, mentre massima
dove essi sono concordi. Qui lacqua appare accelerata rispetto al
fondo del mare, il che genera unondata di marea. Dalla parte opposta
del globo il livello del mare si abbassa: dopo che la Terra avr
compiuto un mezzo giro, ossia dopo 12 ore, la situazione si sar
invertita. La superficie del mare subisce cos delle reciprocazioni,
ossia delle oscillazioni, che Salviati paragona a quelle del pendolo.
Come queste ultime sono tanto pi rapide quanto minore la
lunghezza del filo, cos la marea cambia pi lentamente negli specchi
dacqua pi estesi, essendo maggiore il tempo impiegato dallacqua
per percorrerli. Per contro, in un piccolo lago leffetto della marea
trascurabile, in quanto
la velocit dellacqua, nel breve spazio
compreso fra le due sponde, pressoch uniforme. La marea pi
accentuata lungo gli stretti, dove lacqua subisce unaccelerazione che
d luogo a forti correnti, e sulle coste continentali - soprattutto nei
golfi - dove le oscillazioni raggiungono il punto di massima estensione.
Inoltre, limpulso delle maree si trasmetterebbe nel senso della
rotazione terrestre, quindi lungo i paralleli. Per questo motivo esso
nullo ai Poli.
Le variazioni
mensili ed annuali della marea
sarebbero dovute a variazioni nel moto della Terra. Noi sappiamo che
la vera ragione la variazione nella disposizione del Sole e della
Luna, le cui attrazioni si sommano o si contrastano a seconda della
loro angolazione rispetto alla Terra.
Il moto della Terra sarebbe anche la causa dei venti da oriente che
spirano costantemente nelle regioni desertiche tropicali, dove la
velocit della superficie terrestre maggiore, e dove, per di pi, il
suolo, essendo sgombro e pianeggiante, non frappone ostacoli al
flusso dellaria5.
Lo stesso fenomeno si verifica in mare aperto,
rendendo la navigazione verso oriente particolarmente difficoltosa 6.
Nei Discorsi le teorie copernicana e tolemaica vengono trattate con
grande competenza e dovizia di particolari. Galileo aveva conosciuto
ed apprezzato la cosmologia e la fisica aristotelica durante il suo
soggiorno pisano da studente di medicina, frequentando le lezioni di
Francesco Bonamico: ne testimonianza una raccolta di appunti
giovanili. Pi tardi Galileo avrebbe esposto il sistema tolemaico nel
Trattato della Sfera, composto a Padova nel 1597. Lesistenza di questo
scritto, di per s, non significa necessariamente che Galileo avesse
inizialmente aderito alla teoria astronomica di Tolomeo. Si tratta, in
effetti, di un saggio didattico, destinato agli studenti di scienze
matematiche. I programmi universitari dellepoca prescrivevano sia
Euclide sia Tolomeo.
bene precisare che lintento polemico che sta alla base del Dialogo
non diretto contro gli insegnamenti di Aristotele, ma contro coloro
che caparbiamente vi restano attaccati, opponendosi al progresso del
sapere, negando le nuove evidenze scientifiche
acquisite con il
cannocchiale. Nella seconda giornata Salviati dice:
Il riferimento ai venti costanti alisei, che spirano verso sud-ovest nella fascia compresa tra il
Tropico del Cancro e lEquatore, e verso nord-ovest nella fascia compresa fra lEquatore e il
Tropico del Capricorno.
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Galileo anticipa la cosiddetta legge di Ferrel, che prende il nome dal meteorologo americano che
la formul nellOttocento. In base a questa legge, i venti e le correnti marine subirebbero, in
conseguenza della rotazione terrestre, una deviazione verso ovest. questo il caso degli alisei, che
Cristoforo Colombo e Magellano pensarono di sfruttare per raggiungere le Indie navigando verso
occidente.
Avete voi forse dubbio che quando Aristotile vedesse le novit scoperte
in cielo, e non fusse per mutar opinione e per emendar i suoi libri e per
accostarsi alle pi sensate dottrine, discacciando da s quei cos
poveretti di cervello che troppo pusillanimamente sinducono a voler
sostenere ogni suo detto, senza intendere che quando Aristotile fusse
tale quale essi se lo figurano, sarebbe un cervello indocile, una mente
ostinata, un animo pieno di barbarie, un voler tirannico, che, reputando
tutti gli altri come pecore stolide, volesse che i suoi decreti fussero
anteposti a i sensi, alle esperienze, alla natura istessa? Sono i suoi
seguaci che hanno data lautorit ad Aristotile, e non esso che se la sia
usurpata o presa; e perch pi facile il coprirsi sotto lo scudo dun
altro chel comparire a faccia aperta, temono n si ardiscono
dallontanarsi un sol passo, e pi tosto che mettere qualche alterazione
nel cielo di Aristotile, vogliono impertinentemente negar quelle che
veggono nel cielo della natura.
Frontespizio delledizione fiorentina del 1632
Frontespizio delledizione latina, pubblicata a Leida nel 1635