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Kaputnik (2020)!
Dopo due mesi dal giorno sfortunato (il 1 febbraio 1958) fu l’Explorer ad essere
lanciato in orbita come primo satellite americano.
Con l’insuccesso del Vanguard si iniziò una lunga catena di eventi: il Dipartimento
della Difesa statunitense ricondusse il fallimento ai bizantinismi della struttura
amministrativa. Il sistema fu quindi subito riformato e le linee operative delle tre branches
militari: Marina, Esercito e Aeronautica, furono consolidati, almeno per quanto riguardava il
programma spaziale. Così il 7 febbraio 1958 nacque l’ARPA, Advanced Research Project
Agency, con lo scopo di dominare la corsa alla conquista dello spazio.
Uno dei primi compiti dell’ARPA fu facilitare la comunicazione tra i ricercatori
dislocati nelle varie strutture. Dopo un decennio fu pronta una nuova rete di collegamento
tra computer: l’ARPANet. Il 29 ottobre 1969 il primo messaggio fu lanciato da un computer
localizzato nell’UCLA a Los Angeles e arrivò a un altro computer situato nello Stanford
Research Institute a Palo Alto.
L’ARPANet si sviluppava con molta celerità – nel 1974 aggiunse i quarantasei host e
nel 1981 il numero di postazioni era 213. Un anno dopo erano conessi gli Stati Uniti, la Gran
Bretagna e la Norvegia.
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L’anno 1983 fu una cesura tra il funzionamento della rete solamente con lo scopo
militare e la liberazione di essa per scopi di ricerca scientifica e universitaria. Subito veniva
trasformato il protocollo di comunicazione: il nuovo Trasmission Control Protocol (TCP) ha
sostituito il Network Communication Protocol. Qualche anno dopo il Cern, l’Istituto per la
ricerca avvanzata, ha lanciato anche l’Internet Protocol.
Parallelamente al rapido sviluppo della tecnologia, arrivavano i cambiamenti nella
politica europea. Nell’Unione Sovietica si osservava lo scongelamento espresso in due
termini: glasnost’ e perestroika. La glasnost’ esprimeva una nuova attitudine delle autorità
sovietiche a non celare le difficoltà, a discuterne liberamente in modo trasparente e
criticamente. Ovviamente, chiunque abbia una benché minima idea di come funzionava (e
funziona ancora) la politica russa, sa bene che glasnost’ mirava ad essere uno strumento di
disinformazione. La perestroika, invece, indicava un complesso di riforme finalizzate alla
riorganizzazione dell'economia e della struttura politica e sociale del Paese.
L’avvenimento simbolo era il volo di Mathias Lust da Amburgo a Mosca il 28 maggio
1987. La sua Cesna è atterrata sulla Piazza Rossa e, come esprime Petricone,
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australiano non vedente. Lui accusava il Comitato delle Olimpiadi di discriminarlo,
richiamando l’attenzione alla mancanza di strumenti rendessero il web site delle Olimpiadi
accessibile anche per lui. La Commissione australiana per i diritti umani ha sancito la
necessità di piena accessibilità alla comunicazione on line a tutti i cittadini, nonostante la
loro condizione fisica.
L’evoluzione tecnica era stata così piegata alla piena tutela del diritto alle
pari opportunità e all’uguaglianza fra i cittadini (2020).
Non tutti i paesi, però, dimostrano l’apertura simile. Otto anni dopo le Olimpiadi di
Sydney i giornalisti radunati a Pechino, abituati al libero accesso a Internet, hanno incontrato
un ostacolo rappresentato dalla censura cinese. Il governo comunista ha oscurato alcuni siti
ritenuti pericolosi per il Paese. È vero che l’esercizio della censura della rete durante i Giochi
promossi con lo slogan One world one dream sembra ironico e non è all’altezza degli
standard a cui sono abituate le società occidentali. Ma al mio avviso applicare gli stessi
parametri dell’Ovest al Paese comunista sia un gran sbaglio. Infatti, il mese delle Olimpiadi
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utilizzato da gruppi di interesse e nazioni straniere che esercitano influenza
sulla vita politica nazionale (2020).
L’Internet influisce non solo la politica, ma tutte le parti della vita: le relazioni umane
sono meno dirette e più mediate, e la diffusione di Facebook ha un grande impatto sul modo
in cui ci presentiamo nella rete: più volontariamente si condividono gli aspetti della vita
privata, spesso senza i limiti prudenti.
Per via delle pericolosità legate all’uso dell’Internet, si cerca di creare e propagare la
cosiddetta Netiquette, una sorte di decalogo del netizen. Si prova anche, specialmente nei
paesi europei, di regolare l’uso della rete e garantire la privacy – il documento più recente e
abbastanza discutibile è il RPGD: Regolamento generale sulla protezione dei dati.
Concludendo, si cita l’osservazione di Petricone sullo stato di sviluppo del mondo
digitale:
Bibliografia