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Riassunto: Il mio spazio nel mondo

di
Cristiano Giorda

Capitolo primo : i bambini, le bambine e lo spazio geografico.

Lo spazio è molto importante per lo sviluppo dei bambini e questo è un aspetto che è stato
trascurato.
Le geografie dei bambini sono diverse da quelle degli adulti. I bambini vivono, giocano e
imparano attraverso le dimensioni spaziali. Gli spazi influenzano le emozioni dei bambini. La
geografia fa una distinzione tra geografia dei bambini e geografia delle bambine, lo spazio ha a
che vedere con l'identità sessuale e il bisogno di definire un proprio spazio personale e intimo. Un
altro elemento importante è quello dei bambini con disabilità, i quali hanno più bisogno di spazi
accessibili e inclusivi.

Geografia e destino
Alcuni autori parlano di destino geografico. Con destino geografico intendono l'insieme delle
condizioni e le opportunità che possono favorire lo sviluppo del proprio progetto di vita (del
bambino). il destino è quindi una condizione con la quale gli esseri umani dovranno convivere, ma
che potrà cambiare in base alle loro scelte e azioni. Questi autori parlano quindi di geografia come
destino poiché il luogo di nascita è l'elemento più importante nel determinare le esperienze di vita.
Essi cercano di dimostrare come le diversità culturali affondano le loro radici nelle diversità
geografiche, ecologiche e territoriali. È importante anche considerare la dimensione geografica
del tempo.

Peattie afferma che la geografia non deve essere considerata come lo studio dei confini degli
stati, ma come una materia viva.
La geografia quindi si presenta come indagine sul rapporto reciproco fra ambiente fisico e vita
umana arrivando a sostenere che spesso l'elemento umano è più importante del fattore
fisico.

La globalizzazione e i cambiamenti tecnologici hanno aumentato la connessione tra i luoghi e le


persone. Da qui possiamo ricollegarsi alla connessione tra destino geografico e adattamento
umano.

La dimensione delle relazioni geografiche è spesso sottovalutata, riducendo il ruolo dell'ambiente a


poca cosa. C'è un vero e proprio disinteresse nel ruolo dei luoghi, i cittadini sono poco
consapevoli della complessità delle relazioni legate al luogo di nascita e ai luoghi di vita familiare.
Gli studi geografici hanno sempre dato poca importanza e scarsa attenzione al concetto di
luogo come ambiente di formazione, trascurando le potenzialità formative. Occorre quindi
diventare consapevoli del ruolo dei luoghi della propria vita sia in chiave educativa e interculturale
che nell'ambito delle migrazioni. Le migrazioni costituiscono un processo di contaminazione
culturale, un incontro tra diverse culture.

Quindi il luogo in cui i bambini vivono può influenzarne lo sviluppo, per questo è molto
importante dare una sempre maggiore attenzione ai luoghi di crescita del bambino.
È dunque indispensabile partire dal proprio spazio di vita e includerlo nel processo
educativo come aspetto del proprio progetto di vita e passaggio indispensabile per collocare la
propria vita in una rete spaziale più ampia.
La relazione con la dimensione spaziale avviene già nel grembo materno. Entro i 3 anni i bambini
arrivano a possedere un proprio senso dello spazio personale e sociale;
le geografie personali quindi, iniziano a svilupparsi prima della scuola.

Piaget: secondo Piaget l'ingresso del bambino nel mondo dà inizio alla separazione tra la madre e
il bambino e quindi allo sviluppo della propria identità. La relazione con lo spazio e quindi molto
importante per lo sviluppo cognitivo e culturale. Piaget però propone un modello di sviluppo
cognitivo rigido e trascura l'aspetto sociale della prima infanzia ponendo il bambino ha una
eccessiva fase egocentrica.

Vygotskij: egli supera la rigidità di Piaget. Secondo tale autore l'apprendimento avviene
attraverso l'interazione con gli adulti e con gli strumenti con cui il bambino si trova contatto. Egli
considera il linguaggio come mezzo di comunicazione e strumento per riflettere sulla realtà e
organizzarla.

Bruner: Afferma che i processi mentali si sviluppano in relazione alla cultura umana.

Gli anni della scuola dell'infanzia sono molto importanti nella definizione di spazi personali e
sociali. Gli educatori di asili nido e scuole dell'infanzia devono stare molto attenti al rapporto fra
corpo e spazio.
L'esperienza spaziale nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria è inoltre elemento
centrale nello sviluppo della personalità e per lo sviluppo delle competenze corporee,
emozionali e cognitive. L'esperienza spaziale si configura come momento educativo molto
importante per definire il passaggio dall'esperienza immediata alla consapevolezza
dell'esperienza. (???)

Dewey completa il quadro affermando che i rapporti tra esseri umani e ambiente sono filtrati dalla
cultura. Secondo Dewey la geografia dovrebbe portare gradualmente gli studenti a contatto con la
realtà della vita contemporanea, evitando che conoscano la realtà in modo sprovveduto.

Lo sviluppo dell'orientamento
Il concetto di orientamento spesso viene visto solo come capacità di utilizzare la carta geografica.
Sapersi orientare significa invece situarsi e sapersi muovere consapevolmente a seconda
dell'organizzazione del territorio, considerando lo spazio geografico come un prodotto culturale
della specie umana, come struttura sociale, politica ed economica, nel quale dispiegare il proprio
progetto vita. Occorre situare e descrivere non solo le posizioni, ma anche i vissuti, le
emozioni, e le esperienze.

Lo spazio non deve essere inteso solo come una categoria (della materia), ma come costruzione
della cultura umana. L'orientamento deve essere inteso quindi, sia come capacità di controllare la
propria posizione nel mondo e in rapporto al mondo, sia come capacità di organizzare il mondo, di
orientarlo nel senso di pensarne le trasformazioni, le strutture, il senso.
L'orientamento e l'intelligenza spaziale: Gardner.

Per Gardner l'intelligenza spaziale è una delle tante intelligenze ed è legata al sapersi orientare e
all'orientamento.
Per l'insegnante è molto importante valorizzare l'intelligenza spaziale in ogni campo
dell'apprendimento perché il pensiero spaziale può essere usato come organizzatore della
conoscenza di ogni disciplina. Nella nostra cultura l'intelligenza spaziale è quella che ci permette di
ritrovare l'automobile in un grande parcheggio o individuare In tempi rapidi nelle strade alternative
al traffico urbano.
L'intelligenza spaziale si sviluppa nel bambino gradualmente: prima egli esplora la propria
abitazione, poi la scuola, poi gli altri luoghi come per esempio il parco giochi o l'intero spazio
urbano. Nell'insegnamento della geografia, L’ intelligenza spaziale è da considerare alla base
delle competenze geografiche. L'intelligenza spaziale consiste nell'osservare le strutture spaziali,
saperle interpretare e rappresentare.

La conoscenza geografica non riguarda mai il soggetto preso singolarmente, ma pone al


centro le relazioni che soggetto intrattiene con gli altri esseri viventi e l'ambiente, l’identità quindi si
costruisce sempre nel rapporto con l'alterità.
L'inclusione del soggetto nello spazio geografico è un passaggio cruciale per quanto riguarda
l'educazione alla cittadinanza, (tema oggi molto importante nella nuova prospettiva
dell'apprendimento visto per competenze), l’educazione ambientale e l’ educazione interculturale.

Il controllo dello spazio geografico avviene attraverso il processo di territorializzazione, cioè il


processo mediante il quale le società prendono possesso dello spazio fisico, trasformandole a
seconda del loro progetto di vita.
Turco riassume questo processo in tre tappe:

- La reificazione cioè il controllo materiale, cioè la trasformazione delle risorse in opere


quindi abitazioni insediamenti ecc. La reificazione ci porta a considerare le infrastrutture
come forme concrete dell'azione antropica. (REIFICAZIONE DEL TERRITORIO)

- La strutturazione cioè il controllo organizzativo e funzionale che avviene classificando il


territorio, per esempio individuando i confini, le periferie ecc. (STRUTTURAZIONE DEL
TERRITORIO).

- La denominazione cioè il controllo simbolico e avviene assegnando i nomi ai luoghi


geografici. L'atto del denominare permette il controllo mentale astratto di una porzione di
spazio. (es. montagne...toponimi, ecc.). (DENOMINAZIONE DEL TERRITORIO).
-
Turco afferma che il simbolo, la materialità e l'organizzazione sono le 3 categorie che racchiudono
tutto ciò che gli esseri umani fanno sulla superficie terrestre. Il territorio non è quindi uno spazio
lontano, ma ci comprende, e lo spazio vissuto di ogni bambino fa parte di un territorio. Per questo
oggi in geografia si insiste sull’idea di educazione al territorio.
Le geografie dei bambini e delle bambine

Il modo di organizzazione degli spazi è diverso a seconda del genere.


L'organizzazione spaziale è segno delle differenze di ruoli assegnati dalla società a volte diversi da
luogo a luogo. Gli spazi assumono in questo caso una funzione normativa indirizzando la
formazione dell'identità di genere tramite le esperienze sociali.
Gli spazi pubblici possono costituire un contesto nel quale i bambini e le bambine negoziano le
proprie identità sociali.
Lo spazio è importante per definire l'accettabilità sociale e i gruppi di amicizia.
Da diversi studi è emerso che culturalmente bambini e bambine vivono lo spazio (soprattutto
esterno) in modo diverso, spesso in funzione delle aspettative sociali. In particolare i bambini
spesso giocano fuori e per strada mentre le bambine che fanno allo stesso modo sono percepite in
modo ambiguo, come se facessero qualcosa di sbagliato, qualcosa al di fuori delle aspettative
culturali.
La caratterizzazione maschile dello spazio pubblico è presente in diversi paesi.
Le bambine quindi se si comportano come i bambini vengono stigmatizzate oppure discriminate.
C’è quindi una differenza culturale nel modo di rapportarsi nello spazio a seconda del genere.

La maggior parte dei bambini vive in spazi urbani, essi quindi vivono in uno spazio completamente
antropizzato.
Le geografie dei bambini e bambine sono quindi sempre più legate allo sviluppo e alle
trasformazioni delle città.
E’ quindi l'organizzazione degli spazi urbani a delimitare gli spazi di gioco e quelli di vita sociale.
Oggi un problema molto importante degli spazi in città è la sicurezza. Le città sono ambienti molto
rischiosi per i bambini e per la loro libertà di movimento. L'attenzione ai rischi ha portato a
diminuire la libertà di azione e di movimento anche nelle aree verdi, cioè l’esigenza della sicurezza
diminuisce la libertà di movimento (anche nelle aree o parchi per bambini).
Un altro aspetto da considerare sono le migrazioni. La migrazione può portare diverse
opportunità, ma spesso è un passaggio che può generare emarginazione, obbligando i bambini
migranti a confrontarsi con bambini di ambienti culturali molto diversi.

Anche la salute dei bambini è sottoposta a insidie. Prima di tutto a causa dell'inquinamento, poi
delle abitudini alimentari sbagliate e dello stile di vita non corretto (poco movimento).
Tuttavia i problemi per l'infanzia non sono presenti solo negli spazi urbani ma anche nelle aree
rurali. Non esiste uno schema rigido che ci permette di classificare un certo spazio come positivo o
negativo, ogni luogo è un sistema complesso.
Il compito degli insegnanti e dei ricercatori e quindi quello di prestare attenzione alle complessità
spaziali di studiarle e interrogarsi su di esse, ascoltando il punto di vista dei bambini ed essere più
consapevoli del ruolo dei luoghi e dei vissuti spaziali nell'infanzia.
Capitolo secondo: l'educazione geografica

La ricerca del proprio spazio nel mondo e la necessaria interazione con lo spazio degli altri
richiedono un sistema di valori in quanto hanno a che vedere con le idee di bene individuale e
bene comune. Insegnare la geografia porta inevitabilmente a sviluppare una visione del mondo,
un ordine di valori.
Lo spazio geografico come spazio di vita, è quindi considerato come un sistema di
relazioni e connessioni tra le comunità umane e tra le comunità e l’ambiente. (La dimensione
spaziale della geografia mette infatti in relazione lo sviluppo del proprio progetto di vita con i
rapporti tra le comunità umane e i sistemi di interazione tra la specie umana e le risorse
dell'ambiente naturale).
L'educazione geografica non si limita quindi solo ad aspetti teorici e normativi ma fa riferimento ai
rapporti nella specie umana e tra la specie umana e l'ambiente.

L'educazione geografica insegna a pensare la propria vita come parte del sistema - mondo,
ponendo il soggetto non come osservatore esterno ma come attore attivo, con i suoi progetti e le
sue intenzioni, ma anche con i suoi problemi e le sue responsabilità. L'educazione geografica
quindi è fondamentale per lo sviluppo delle competenze necessarie a intraprendere diverse scelte
come quelle economiche, di pianificazione territoriale, decisioni politiche e dell'ambiente e del
territorio.

La nascita e lo sviluppo delle idee sull'educazione geografica


Anche l'educazione geografica (come l’evoluzione storica della geografia) si presenta come un
percorso costituito da idee, vicende e punti di riferimento.
All'origine dell'educazione geografica si intrecciano mito e conoscenza.
In questa prima parte sono presenti tutte le pratiche e simboli che legano l'umanità alla Terra e che
hanno quindi a che fare con il Sacro e i rituali.
Questa visione sviluppa l'idea della terra come spazio da scoprire, richiamo all'avventura.
In questa parte iniziale, quindi, la geografia si lega strettamente al movimento e all'esplorazione,
alla scoperta avventurosa dell'alterità e quindi all'idea che il viaggio provochi una
trasformazione interiore.

Eratostene da Cirene fu il primo a utilizzare il termine geografia come titolo di un'opera con il
significato di descrizione della terra, il quale a sua volta fa risalire l'inizio della geografia a Omero
nell'Odissea. Secondo lui, l'Odissea costituisce un testo che è insieme un mito e un archivio di
memorie, un viaggio, un percorso di crescita e quindi un percorso di educazione attraverso i
luoghi.
L'Odissea quindi é un viaggio di formazione, un percorso un'esperienza di luoghi e persone.

In questa geografia primigenia sono presenti già due scopi educativi che oggi vengono ricondotti al
sapere geografico.
Il primo è quello pratico che concepisce la geografia come conoscenza indispensabile per lo
spostamento e per le esplorazioni.
Il secondo è l'aspetto teorico, che vede la geografia come un sapere indispensabile per chi
governa il mondo. Nel primo caso riconosciamo l'idea di orientamento geometrico, nel secondo
un orientamento culturale.
Successivamente Kant elabora un'idea della geografia come conoscenza che forma le persone
a essere cittadini del mondo.
In questo periodo la geografia si diffonde nelle università e diventa una scienza autonoma, e
finalmente viene riconosciuta nella sua importanza come materia scolastica.Lo scopo era fornire
strumenti e conoscenze per aiutare la nuova borghesia per orientarsi, a causa della crescita dei
flussi di merci e di persone.

Dewey afferma che la geografia è molto importante dal punto di vista educativo (dà molta
importanza educativa alla geografia).
Per Dewey l’insegnamento geografico consiste nell'indagare le connessioni tra i fatti naturali e
gli avvenimenti sociali e quindi le conseguenze per la vita umana. (Quindi per Dewey c'è
connessione tra fatti naturali e sociali).

All'interno della disciplina geografica il tema dell'educazione si sviluppa durante il XX


secolo, quando la geografia viene riconosciuta come disciplina scientifica.
L’educazione geografica diventa un campo di ricerca con caratteristiche proprie in grado di
produrre avanzamenti di conoscenza rispetto alle teorie, ai metodi e agli strumenti della disciplina.

I documenti internazionali sull'educazione geografica

1) International Charter on Geographical Education - 1992.


Questa carta ha provocato la trasformazione dei curricoli nazionali. La carta afferma che la
conoscenza geografica serve ad affrontare i cambiamenti e le sfide planetarie degli anni a
venire, un obiettivo da raggiungere solo attraverso la conoscenza e la comprensione di alcuni
argomenti tra cui:
- i principali sistemi naturali della terra
- i principali sistemi socio-economici della terra
- La diversità dei popoli e delle società sulla terra
- le strutture e i processi di trasformazione della regione del proprio Paese come spazio di
vita quotidiana
- le sfide e le opportunità per l'interdipendenza globale

In questa carta diventa esplicito il riferimento ai valori ed esso viene argomentato attraverso
obiettivi e competenze.

Il documento sviluppa quindi il tema delle competenze spiegando che la conoscenza


geografica serve ad identificare e affrontare problemi concreti.

2) International Declaration on Geographical Education for Cultural Diversity - 2000.


In questa carta l'educazione geografica viene chiamata a confrontarsi con il tema della
globalizzazione in particolare con i cambiamenti dovuti al rapido sviluppo delle nuove tecnologie
dell'informazione e della comunicazione.
3) Lucerne Declaration on Geograpy Education for Sustainable Developement - 2007.
In questo complesso documento gli autori sviluppano il tema del contributo da parte della geografia
all'educazione verso lo sviluppo sostenibile, riferendosi anche al ruolo educativo delle
conoscenze geografiche.
Questo documento affronta in termini educativi i problemi più rilevanti per il futuro dei sistemi
umani, sottolineando in particolare il ruolo della dimensione spaziale.

Oggi la riflessione sull'educazione geografica insiste anche su due questioni attuali la cittadinanza
e l'intercultura. Questi temi si basano sull'idea che la geografia formi una mentalità aperta,
decentrando le prospettive dalle chiusure identitarie e localistiche e quindi fornisca le basi per una
trasformazione sociale nel contesto più ampio di una visione dei sistemi umani che includa la
natura, e che affronti i principali processi che riguardano la popolazione e le risorse, l'economia, la
politica e la cultura.
La geografia viene qui riproposta come un sapere strategico che fornisce le competenze
necessarie per analizzare e affrontare i problemi che riguardano il futuro del pianeta e la
vita dei suoi cittadini.

In questa visione si inserisce la Dichiarazione di Roma sull'educazione geografica in Europa


del 2013. In essa vengono individuate le principali questioni chiave secondo le quali la
conoscenza geografica può essere considerata strategica per il futuro dell'Europa quindi si
riferisce alla gestione è l'uso delle risorse idriche cambiamento climatico e sviluppo sostenibile
rischi naturali globalizzazione e crescita delle aree urbane.

La geografia come educazione al territorio


gli obiettivi formativi dell'educazione geografica fanno riferimento a 6 competenze:
- analizzare i cambiamenti spaziali
- spaziali sviluppa geografia dei luoghi
- diventare consapevoli e responsabili nella gestione delle risorse del pianeta
- affrontare le questioni relative agli essere umani e agli spazi
- contribuire all'organizzazione e alla gestione del mondo contemporaneo
- rispettare le diversità culturali e conoscere la loro diffusione spaziale nel mondo

Questo elenco è utile per la programmazione educativa ma manca di una visione organica che
permetta di declinare gli obiettivi in un contesto definito. Per fare ciò si è proposto di adottare il
territorio come concetto ponte in grado di unire le diverse declinazioni dell'educazione
geografica in modo organico, connesso allo spazio di vita in cui si attua il progetto educativo e
capace di integrare non solo gli obiettivi educativi ma anche i soggetti che li esprimono e lo spazio
geografico nel quale i soggetti agiscono.

Il territorio:
Il sapere geografico diventa un mediatore educativo per un progetto incentrato sul territorio. Il
territorio è visto come oggetto e soggetto educativo, spazio fisico e sociale, nel quale una comunità
sviluppa il proprio progetto di vita.
Anche le Indicazioni nazionali parlano molto del territorio. Il concetto di territorio è utilizzato per
spiegare la necessità di collocare il progetto educativo della scuola in relazione ai rapporti fra la
scala locale e scala globale.
I documenti ministeriali hanno recepito pienamente l'idea dell'educazione al territorio e l'hanno
adottata come nucleo teorico fondante del progetto educativo della scuola dell'infanzia e primaria,
e come base di riferimento dell'educazione alla cittadinanza. La cittadinanza è intesa anche come
“abitante di un territorio”.

I valori territoriali (nell'educazione geografica)


Nell’educazione al territorio i valori hanno a che fare con l'immagine dei luoghi, idee e progetti
espressi da chi è nel territorio. I valori sono l'insieme di ciò che riconosciamo come punto di forza
nel territorio, quindi risorse o beni da utilizzare per il nostro progetto di vita e quello della
comunità.
I valori possono essere materiali come le risorse naturali, oppure valori immateriali come idee,
credenze, linguaggi, tradizioni.
I disvalori invece sono elementi del territorio degradanti o negativi, e anche essi possono essere
materiali come l'inquinamento, o immateriali (idee, costumi).
I valori territoriali assumono quindi anche la funzione di mediatori.

La ricerca di un posto nel mondo passa quindi dal riconoscimento dei valori territoriali su cui si può
fare presa per lo sviluppo del proprio progetto di vita.
Educare ai valori territoriali permette alle persone di pensarsi e relazionarsi in un sistema
sociale in una rete di relazioni che risulta efficace per realizzare il proprio progetto di vita.
Il territorio è un sistema complesso in continua evoluzione che nessuno può decidere quali valori
debbano valere per quel determinato territorio escludendo altri.
La convivenza di diversi valori deve valorizzare le diversità. Il territorio Infatti non è mai un sistema
isolato e i suoi rapporti sociali sono sempre intrecciati in base a contesti sociali politici economici
culturali.
Per educare al territorio occorrono alcune conoscenze:
- la conoscenza del territorio e delle visioni del territorio da parte dei suoi abitanti
- la costruzione di una rappresentazione del territorio che consideri aspirazioni e bisogni dei
suoi abitanti
- individuazione delle relazioni che ogni territorio e i suoi abitanti hanno con i luoghi vicini e
lontani con le aree regionali in cui esso è incluso.

Lo sviluppo sostenibile (l’educazione geografica allo sviluppo sostenibile)

Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico che sia compatibile con la salvaguardia
dell'ambiente e dei beni liberi per le generazioni future, che ha dato vita all'economia sostenibile,
appoggiandosi almeno in parte alla cosiddetta green economy. (da Wikipedia).
Lo sviluppo sostenibile è la capacità della nostra specie di riuscire a vivere, in maniera dignitosa ed
equa per tutti, senza distruggere i sistemi naturali da cui traiamo le risorse per vivere e senza
oltrepassare le loro capacità di assorbire gli scarti e i rifiuti dovuti alle nostre attività produttive (da
sito internet).

La sostenibilità si basa su tre obiettivi


- integrità degli ecosistemi
- efficienza economica
- equità sociale
Il pianeta è caratterizzato da molte diversità ambientali, economiche e sociali, ed è quindi
impossibile formulare delle direttive generali sulla sostenibilità che valgano per ogni luogo.
La diversità è evidente soprattutto in campo economico, dove si registrano forti contrasti (regioni
sviluppate e regioni povere), ma ci sono molte differenze anche in campo sociale.
Diversità e disuguaglianza diventano così le categorie valoriali con cui possiamo distinguere nello
spazio geografico la distribuzione di ricchezza e povertà ma anche di democrazie inclusive o
dittature repressive.
Occorre quindi considerare le diversità ambientali e sociali di ogni territorio e cultura, valutando
nello stesso tempo le relazioni complesse e gli scambi che ogni territorio sviluppa col resto del
pianeta.
Quindi le differenze principali sono differenze sociali e differenze economiche.
La crisi del 2008 ha messo in luce che i modelli economici dominanti sono incapaci di realizzare
un'economia equa e democratica e sono responsabili di una distribuzione squilibrata delle risorse
naturali.

Per sviluppare le abilità e le competenze legate allo sviluppo sostenibile occorre conoscere i
sistemi naturali socio-economici più importanti del pianeta.
Nel contesto didattico possiamo trovare tre passaggi:
- La scelta degli argomenti e delle aree geografiche. I temi devono essere rilevanti e
strategici correlati ai processi decisionali per il futuro del pianeta come ad esempio il
surriscaldamento climatico, la questione energetica, l'uso di risorse non rinnovabili,
globalizzazione, ecc. La scelta degli argomenti deve essere connessa il più possibile alle
esperienze, interessi e conoscenze degli alunni. Spesso è utile partire da un esempio.
- La scelta degli approcci per l'insegnamento. I temi vanno sviluppati facendo emergere
le loro connessioni e quindi cercando di sviluppare un pensiero sistemico. La sostenibilità è
anche un modo di vedere le relazioni tra sistemi umani e sistemi ambientali. E’ bene
ascoltare le preferenze e la curiosità dei bambini riguardo i temi da trattare.
- L'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC). Le tecnologie
possono essere usate per migliorare l'apprendimento degli allievi per esempio descrivere
luoghi tramite immagini satellitari.

Tutte queste indicazioni vanno trattate a seconda dell'età, del contesto geografico.

La geografia promuove tre competenze:


- Le relazioni tra sistemi umani e sistemi della natura. La geografia aiuta a riconoscere
l'importanza degli equilibri ambientali e delle risorse naturali.
- La capacità di ragionare in modo multiscalare comprendendo che ciò che succede nel
proprio spazio di vita è connesso con ciò che accade su scale regionali più ampie.
- La consapevolezza di quanto la sostenibilità ambientale economica e sociale sia
importante per la qualità del proprio spazio di vita e quindi per la qualità della propria
vita.
L’educazione geografica alla cittadinanza
La cittadinanza comprende dimensioni personali, sociali, temporali e spaziali strettamente
collegati.
L'educazione geografica alla cittadinanza mette in connessione queste diverse dimensioni,
partendo dal riconoscimento del ruolo dei luoghi e dei territori della vita sociale e personale. Nella
didattica geografica bisogna aiutare i bambini a essere consapevoli del loro ruolo nella
società e nella loro possibilità di essere cittadini attivi. Le competenze di cittadinanza sono
infatti legate alla capacità di agire nel proprio spazio di vita.

Cosa deve dare la geografia: educare a guardare il territorio come opportunità per il proprio
progetto di vita, collocandosi in una dimensione sociale che comprende il rispetto dei progetti degli
altri e la cura dei luoghi e delle loro risorse.

La scuola quindi deve sostenere e indirizzare la partecipazione dei bambini alla vita sociale
e politica nella comunità in cui vivono.
La partecipazione è infatti una delle espressioni centrali della cittadinanza. Oggi a scuola i bambini
sono coinvolti molto poco in questo argomento (cioè alla partecipazione alla cittadinanza).

L'educazione alla cittadinanza dovrebbe Infatti iniziare già dall'asilo nido e poi proseguire nella
scuola dell'infanzia e primaria.
In una ricerca svolta in Scozia da Gallacher nel 2005 l'autrice sostiene che negli spazi dell'asilo
nido ci sono due modi di controllare lo spazio: uno è quello organizzato dagli adulti che impongono
regole controllo, e l'altro è quello dei bambini i quali si confrontano con le regole e la strutturazione
Imposta dagli adulti, e che a loro volta tendono a utilizzare lo spazio sovvertendo le regole
individuando le debolezze del controllo, e sperimentando modi alternativi di vivere i diversi spazi.

L'educazione geografica all'intercultura


Prima di parlare di intercultura occorre chiarire cosa si intende per cultura.
La cultura è l'insieme delle credenze, religioni, norme sociali, usi e costumi di un determinato
popolo (def. NON del libro).
La cultura riguarda quindi la comunicazione tra gli attori sociali e il loro ambiente.
La cultura non coincide mai con una persona ma è l'insieme delle interazioni delle persone di una
comunità. Inoltre essa si trasforma nel tempo e nello spazio.
Il prefisso “inter” quindi denota una condizione di mezzo, un essere “fra” le culture, una
connessione, un essere “nelle” culture, in una condizione di reciprocità, collegamento e
accettazione.
L'intercultura è una strategia di relazione, un modello di convivenza e di interazione che
cerca di costruire contatti fruttuosi tra persone di differenti culture che si trovano a
convivere nello stesso contesto geografico multiculturale.

Il mondo è composto da molti segni e valori culturali diversi, che possiamo trovare nei vari luoghi.
L'educazione geografica all'intercultura si costituisce quindi come un'educazione tesa a scardinare
i vari stereotipi di tipo geografico, etnico e culturale.
L'educazione geografica all'intercultura deve fornire gli strumenti concettuali e le
competenze culturali per sviluppare la propria identità, sviluppando anche l'apertura
culturale alla diversità.
Quindi si tratta non solo di conoscere le culture e le differenze culturali ma anche
sviluppare competenze relazionali, emotive e comunicative, e porsi in modo costruttivo di
fronte a diversi sistemi di valori cercando di contrastare i pregiudizi verso gli stranieri.

Per la didattica della geografia un importante ruolo di mediatore interculturale è il paesaggio, la cui
funzione sociale può essere utilizzata con intenzionalità educativa.
L'educazione alla geografia aiuta quindi a ripensare la diversità non solo conoscendo luoghi e
persone diverse, ma operando un incontro verso diverse culture.

La percezione dei luoghi ha un ruolo attivo nelle pratiche migratorie e nei processi interculturali.
L'inserimento di un migrante può mettere in evidenza differenze difficili da accettare: i ragazzi
migranti si trovano di fronte a scelte che generano esclusione: comportandosi come i ragazzi della
cultura ospitante rischiano di essere esclusi dalla propria famiglia di origine, mentre se cercano di
mantenere la propria cultura possono essere esclusi dagli individui del paese ospitante, essi
vivono quindi, spesso, un forte contrasto.

Ora riportiamo un esempio di educazione geografica al territorio: il lavoro in questione è un


laboratorio: “Educare alla montagna”(corso di laurea SFP Torino). Il laboratorio è stato svolto in
una struttura di alta montagna.
L’idea ispiratrice è quella di lavorare sulla costruzione di relazioni e legami con la montagna,
partendo da una didattica di tipo esperienziale che comprende l'immersione fisica nel paesaggio
nel contesto geografico studiato.
L'elemento di fondo dell'educazione geografica quindi è infatti sviluppare delle relazioni con i
luoghi costruendo una conoscenza concreta, sensoriale, vissuta e mediata da documenti,
testimonianze, dati ed espressioni culturali.
Il laboratorio mira a sviluppare e a migliorare la didattica sulla montagna; evidenzia come i temi
geografici tradizionali possano essere affrontati anche in ottica educativa.
Capitolo terzo: il sapere geografico

La conoscenza del posto non può limitarsi alla dimensione della specie umana e dei suoi sistemi,
ma deve comprendere anche le relazioni tra tutti gli altri esseri viventi e con il sistema ambientale.
La geografia è considerata disciplina di cerniera perché collega le conoscenze elaborate da
altre discipline per sviluppare spiegazioni di fatti e fenomeni che avvengono nello spazio
geografico.
Nonostante la geografia abbia molte connessioni con le altre discipline, essa è una disciplina
autonoma: possiede un proprio linguaggio e dei concetti di base, comprende approcci, metodi e
strumenti propri e specifici.

La geografia è molto cambiata negli ultimi decenni, diventando un campo di sapere con un lessico
sempre più specifico e possiede nuovi strumenti legati alla tecnologia, oltre che molti studi e teorie
sulle relazioni tra sistemi umani e sistemi ambientali.

La geografia possiede diverse definizioni.


Oggi si cerca di porre attenzione sui processi e non più solo sugli oggetti come ad esempio lo
Stato o l'ambiente. La geografia per noi è lo studio delle relazioni tra uomo ambiente e
società.
Etimologicamente il termine “geografia” significa “scrittura del mondo”, ma oggi si aggiunge
anche il significato dell'insieme della relazioni tra società e spazio.
Lo spazio deve essere considerato come il risultato di una costruzione sociale quindi deve essere
considerato anche dal punto di vista sociale, oltre che fisico.

La geografia quindi è costituita da un insieme di relazioni tra popolazione, ambiente,


organizzazione politica, risorse, attività economiche, culture, lingue e religioni.
Tra tutti questi oggetti ci sono innumerevoli relazioni e tutti hanno una propria dimensione
spaziale.
Il sapere geografico è quindi un sapere connettivo cioè di collegamento, di connessione, che
utilizza la dimensione spaziale, territoriale evidenziandone le connessioni.
Lo spazio geografico, scenario di tutte queste relazioni, diventa quindi anche il criterio ordinatore
che permette di analizzare, confrontare, misurare, interpretare.

Caratteristiche del metodo geografico.

- La geografia spazializza: ogni descrizione o analisi geografica parte dalla localizzazione


di fenomeni nello spazio quindi si ricercano le distribuzioni dei fenomeni e relazioni che
avvengono tra le diverse regioni.

- La geografia connette, mette in relazione: la geografia connette studi anche di discipline


diverse (in cui lo spazio ne è lo scenario).

- La geografia regionalizza: i geografi per dare un ordine allo spazio geografico, hanno
elaborato il concetto di regione, cioè una parte di territorio che ha delle caratteristiche
comuni. La regione può essere fisica, politica, economica, storica ecc. Ogni luogo può
essere collocato in diverse regioni a seconda dell'ordinatore regionale e della scala
geografica utilizzata.
- La geografia opera confronti a scale diverse: questo serve ad indagare meglio lo spazio
geografico, il quale è il risultato di continue relazioni e interazioni con luoghi diversi, anche
lontani, con cui intrattiene rapporti di vario tipo, per esempio economici, commerciali, politici
o culturali.

Gli strumenti e le fonti della geografia


Gli strumenti più utilizzati nella ricerca geografica sono:

- L'osservazione diretta: consiste nell' andare sul territorio e osservare, rilevare i dati.
Questa modalità è la via d'accesso più ricca per lo studio del paesaggio, dell'ambiente e
delle relazioni tra sistemi umani e sistemi ambientali a scala locale. Nella scuola
l'osservazione diretta si può praticare tramite l'uscita didattica.

- L'intervista: con essa si possono cogliere i punti di vista diversi riguardo il territorio da
parte dei diversi attori sociali, politici ed economici. Nella scuola questo è uno strumento
da rivalutare, e molto interessante per indagare la percezione del paesaggio o per
condividere le diverse visioni dello spazio vissuto. L'intervista è uno strumento utile per
l'educazione alla cittadinanza in quanto si focalizza sui diversi punti di vista.

- Le carte geografiche: sono lo strumento principale della geografia. Attraverso di esse ci


si può orientare o localizzare diversi punti.

- I dati statistici: sono in rapporto diretto con le carte geografiche perché è attraverso di
esse che possiamo visualizzare i dati statistici. I dati statistici ci forniscono un'informazione
generale su un determinato fenomeno.

- I documenti visuali (immagini, fonti iconiche, documenti): sono oggi uno dei campi di
ricerca più attivi della geografia. Oggi le immagini hanno acquistato molta importanza,
grazie soprattutto ai nuovi strumenti tecnologici. La geografia scolastica deve quindi aprirsi
ad un uso nuovo il più attivo degli strumenti iconici, come per esempio documenti da
analizzare.

I concetti della geografia


I concetti sono categorie cognitive che permettono di dare ordine alle esperienze.
Esse sono quindi un elemento fondamentale del linguaggio, sono quindi tutti i termini con cui
riuniamo un'idea generale con una serie di caratteristiche che possono rientrare in un'unica
categoria geografica. Alcuni esempi di categorie sono: spazio geografico, regione, territorio,
paesaggio, esse esprimono idee generali per l'organizzazione del sapere disciplinare.
Ora verranno presentati i concetti generali ritenuti fondamentali per il linguaggio della geografia
che gli insegnanti devono conoscere e saper utilizzare.

● Lo spazio geografico: è l'area del pianeta che comprende anche la parte aerea e il
sottosuolo, sulla quale si svolge la vita umana e che fa da base alle relazioni tra sistemi
ambientali e sistemi umani. lo spazio può essere assoluto, cioè “fisico”; oppure relativo,
cioè come rete di relazioni. invece per definire le
relazioni e i legami emozionali e percettivi degli individui con i luoghi del loro spazio di vita,
si usa il concetto di spazio vissuto.
Per spazialità intendiamo l’insieme delle conoscenze, abilità e competenze umane in
relazione allo spazio geografico. La
spazialità umana comprendere l'orientamento, la capacità di spostarsi intenzionalmente
nello spazio e la capacità di trasformare l'ambiente e di rappresentarlo, progettarlo,
governarlo e considerarlo in modo astratto e simbolico.

● Territorio e sistema territoriale: Il territorio è una porzione di spazio geografico


trasformata, controllata e governata da parte della comunità umana, ed è inteso anche
come area a cui fanno riferimento diverse culture ed etnie con uno spazio che ha valore
simbolico e identitario. Il concetto di
sistema territoriale, invece, vede il territorio come un sistema, cioè come una rete di
relazioni tra ambiente naturale e organizzazione umana. La territorialità è invece
la capacità della specie umana di organizzare, trasformare e controllare lo spazio
geografico attraverso costruzioni materiali e simboliche, riconoscendone anche i nomi,
strutture, confini ecc. Il concetto di territorio si lega al
processo di appropriazione dello spazio naturale da parte della specie umana. Questo
processo si chiama territorializzazione. La costruzione del sistema territoriale
attraverso il processo di territorializzazione è un punto di riferimento molto importante per la
didattica della geografia, che aiuta i bambini a riconoscersi come costruttori di territori.

● Regione: è un concetto che ha la funzione di classificatore spaziale che ci permette di


raggruppare i luoghi in base a caratteristiche comuni; per esempio le Alpi sono una
regione fisica che ha in comune la presenza della catena montuosa. Altri esempi: regione
mediterranea. La regione formale indica le
regioni definite da caratteristiche fisiche. La regione funzionale sono quelle
regioni identificate in base al sistema e alle reti di relazioni interne.
La regione percettiva indica le regioni riconoscibili attraverso la percezione di elementi
culturali locali, come la parlata o il dialetto. L'evoluzione recente
di questo concetto è la regione sistemica che studia la regione come sistema territoriale
nella quale emergono l'organizzazione, l'interazione con l'ambiente esterno e gli obiettivi
progettuali futuri verso cui la regione tende.

● Confine: il significato più noto di confine è quello di una linea che segna la divisione fra
due o più territori. Il confine serve a delimitare gli spazi geografici dei diversi gruppi umani,
ma si usa anche in senso politico, culturale, sociale ed economico. I confini possono
essere anche invisibili all'interno di spazi urbani tra diverse etnie o gruppi sociali; oppure si
possono individuare i confini economici tra le regioni più sviluppate e altre meno sviluppate.

● Scala e transcalarità (locale - globale): La scala indica la porzione di riduzione della


grandezza a quella della rappresentazione cartografica. Il concetto
di scala è fondamentale per l'analisi geografica, che si sviluppa comparando luoghi e
regioni a scale diverse, cioè secondo grandezze spaziali diverse. In questo caso si parla di
transcalarità, cioè di analisi e confronto a scale spaziali diverse.
Le scale oggi più utilizzate sono quella locale e quella globale. La
scala locale comprende territori e regioni piccoli o estesi la cui influenza è limitata a una
certa area del pianeta. La scala
globale invece fa riferimento a una visione su scala mondiale ed estesa tutto il pianeta. Le
relazioni tra queste due scale sono inevitabili da qui nasce il concetto di glocale.
● Luogo e senso del luogo: Il luogo si riferisce a porzioni di spazio geografico
contraddistinte da caratteristiche fisiche, culturali e sociali. Per
descrivere le componenti percettive e culturali è stato introdotto il concetto di senso del
luogo, che indica i valori simbolici e il legame emozionale che le persone stabiliscono,
anche in forma di identità è la memoria collettiva. Il luogo è uno dei
concetti più specifici della geografia.

● Sito: il sito è usato per indicare le caratteristiche fisiche di un luogo, come l’idrografia,
clima, il terreno, l’altitudine, ecc.; il concetto è utile dal punto di vista didattico per far
emergere le componenti naturali di un territorio.

● Paesaggio: Nel paesaggio si individuano i segni visibili e l’impronta culturale dei gruppi
sociali, etnici e religiosi. Il concetto di paesaggio dal punto di vista didattico è molto
importante, e costituisce un mediatore tra la realtà visibile e la sua percezione. Il paesaggio
è un concetto che ci spinge a riconoscere i luoghi nella loro globalità sistemica e ad
individuare la relazione tra natura e società. Uno dei primi esercizi
infatti, è quello di distinguere in un paesaggio gli elementi naturali e quelli antropici. Il
passaggio successivo consiste nell'individuare le relazioni tra le attività umane e ambiente,
vedendo come la natura è stata trasformata per soddisfare i bisogni umani.

● Localizzazione, ubicazione: questi termini indicano la posizione geografica dei luoghi.


La posizione è individuabile oggettivamente tramite il reticolato geografico e le coordinate
di latitudine e longitudine. L'ubicazione assoluta di
un luogo viene fornita con le coordinate geografiche, mentre l'ubicazione relativa si riferisce
alla posizione geografica di un luogo rispetto ad un altro. Nella didattica della geografia è
importante insegnare entrambe le tipologie di localizzazione.
● Distanza: la distanza può essere di tre tipi: La
distanza assoluta è la dimensione reale, la distanza reale tra due luoghi sulla superficie
terrestre. La distanza
relativa si riferisce a un particolare sistema di misurazione. Il terzo tipo di
distanza è la distanza culturale e pedagogica. Essa dipende dalla percezione che ogni
individuo ha dei luoghi.

● Diffusione: la diffusione spaziale indica il movimento nello spazio e nel tempo di un


fenomeno. Di solito si parla di diffusione e riguardo al popolamento, ma anche riguardo la
cultura, la società e l'economia o altri argomenti.

● Distribuzione spaziale e correlazione: la diffusione spaziale indica la disposizione dei


fenomeni nello spazio geografico cioè il modo in cui sono ripartiti. La sua
applicazione didattica più nota è quella della densità della popolazione, che ci informa
sulla quantità di abitanti presenti in una porzione di territorio. La correlazione
spaziale riguarda il modo o la quantità con cui due o più fenomeni hanno una distribuzione
spaziale simile.

● Movimento: è un concetto molto importante per la geografia. Il


movimento riguarda le persone, soprattutto il fenomeno delle migrazioni, ma anche gli
spostamenti e i flussi di risorse, materiali, energia, informazioni, merci, ecc. Il
movimento riguarda anche i mezzi di trasporto le vie di comunicazione e i motivi dello
spostamento. Il mondo globalizzato è sempre più basato sul movimento a causa dei flussi
di persone, materie prime, prodotti ecc
.
● Interazione, influenza, trasformazione: La relazione fra due o più soggetti influenza
reciprocamente le loro condizioni e questo processo e chiamato interazione. L'interazione
spaziale è un aspetto del movimento tra diversi indivivui in vari luoghi, merci e informazioni.
L'interazione porta a riconoscere la presenza di processi di trasformazione, che
consistono nella modifica reciproca dei soggetti o degli oggetti che sono in relazione. Lo
studio delle trasformazioni è molto importante nella didattica della geografia.

Le geografie regionali:
Lo studio regionale è uno dei punti di riferimento del metodo geografico.
Attraverso di esso si suddivide lo spazio terrestre in aree simili.
Questo è necessario per semplificare la complessità del territorio, cercando di mettere insieme
aspetti simili che ci permettano di sviluppare una visione d'insieme.

Al termine della classe terza della scuola primaria i bambini dovranno avere una conoscenza del
paesaggio della propria regione politico-amministrativa, descrivendone gli elementi fisici e
antropici.
Al termine della classe quinta i bambini dovranno acquisire il concetto di regione geografica e
utilizzarlo a partire dal contesto italiano. Nelle indicazioni non si richiede la conoscenza di tutte le
regioni, ma di saper utilizzare il concetto di regione geografica.

Le geografie per temi e per problemi:


L'approccio per temi e problemi è una impostazione utilizzata nella didattica della geografia.
Nell’educazione geografica questo approccio, infatti, prende in considerazione la localizzazione
solo se contribuisce alla comprensione dei fenomeni.
La didattica per temi e problemi permette di comprendere le connessioni tra lo spazio vissuto e le
scale spaziali più ampie, fino a quella planetaria.
Inoltre l'approccio per problemi è connesso a situazioni di vita reale, fatti reali recenti, sviluppa
nuovi punti di vista e aiuta a comprendere l'importanza dei comportamenti individuali delle scelte
collettive rispetto alla gestione del territorio e all'uso di risorse.
Non si può quindi educare al territorio, al mondo, l'intercultura, la cittadinanza, non tenendo
conto dei problemi che influenzano la società contemporanea.

In pratica l’educazione geografica per temi e problemi parte da una situazione problematica, da un
problema di tipo geografico (ambientale). Grazie a questo approccio si evita di studiare la
geografia solo dal punto di vista mnemonico; inoltre ogni tema può essere trattato a scale diverse (
e questo è un vantaggio) e ciò permette di comprendere le connessioni tra lo spazio vissuto e le
scale spaziali più ampie, fino a quella planetaria.
Il terzo vantaggio è il fatto che l’approccio per temi e problemi è connesso a situazioni di vita reali,
più facilmente ricordabili.
Il modello di ricerca basato sui problemi possiede le tappe fondamentali:

1. Definizione del problema e degli obiettivi della ricerca: il campo della ricerca deve
essere chiaro e definito in modo semplice.

2. Ricerca della bibliografia: prima di dare avvio alla ricerca occorre documentarsi quindi
leggere tutto ciò che è già stato scritto sull'argomento.

3. Metodo della ricerca: bisogna scegliere l'approccio ritenuto più adatto alla ricerca
orientandosi tra i metodi quantitativi, che richiedono la raccolta di dati statistici, e i metodi
qualitativi che comprendono approcci visuali, interviste, osservazione partecipata.

4. Comunicare i risultati: il passaggio successivo è quello della costruzione


dell'interpretazione geografica. I
dati raccolti vanno vagliati, ordinati e correlati, e bisogna far emergere le relazioni che
possono fornire una risposta alle domande iniziali. Bisogna
illustrare quindi il percorso di ricerca facendo emergere non solo i risultati, ma l'intera
articolazione del problema.
Capitolo quarto: la didattica della geografia

Con didattica della geografia si intende una riflessione teorica e metodologica che comporta
la rielaborazione dei saperi disciplinari.
Conoscere è indispensabile per insegnare, ma non basta, occorrono anche competenze
comunicative, relazionali, ermeneutiche.

La didattica disciplinare non consiste solo nel comprendere, interpretare e connettere le


informazioni tra loro, ma anche il contestualizzare, individuare le analogie, comunicare le idee,
analizzare situazioni e risolvere problemi.

Il compito della didattica disciplinare, quindi, consiste in una mediazione culturale complessa, in
un progetto sociale nel quale i saperi e i percorsi sono finalizzati allo sviluppo delle
competenze, affinché il soggetto prenda coscienza di sé e del mondo e sia in grado di elaborare
consapevolmente idee, azioni e le relazioni per costruire il proprio posto nel mondo.
La didattica della geografia colloca quindi la prospettiva spaziale nel sistema dei saperi
inter-poli-trans disciplinari.

Il compito della didattica è quello di elaborare strumenti culturali per analizzare e pensare il mondo
e le attività umane in modo spazializzato, cercando di utilizzare le idee migliori e adattando
l'apprendimento in base all'età degli alunni, contesto sociale e al gruppo classe e al territorio.

Le competenze geografiche

Da alcuni anni il concetto di competenza è sempre più importante, e il suo successo nasce dal
concetto di lifelong learning, cioè l'idea della formazione permanente, protratta lungo tutto l'arco
della vita, da cui si è sviluppata un'ampia riflessione che ha portato l'attenzione non solo sui tempi
di apprendimento ma anche sui tipi di apprendimento e sulle modalità con cui si apprende nella
vita, distinguendo tra apprendimento formale, non formale e informale.

Il ruolo delle competenze oggi è molto importante.


Oggi l'apprendimento si basa sull’apprendere delle competenze; esse sono una combinazione di
conoscenze, abilità e attitudini appropriate a un determinato contesto.

La competenza geografica basilare, che è quella della localizzazione, non deve essere inquadrata
come abilità se stante, ma deve essere applicata ai contesti reali.
Il concetto di competenza ci spinge verso situazioni concrete.
Ogni competenza è potenzialmente collegata ad altre e può richiedere il coinvolgimento di
conoscenze e altre competenze di altre discipline.
Insegnare la geografia per competenze
La tradizione scolastica italiana è legata alla lezione frontale e all'acquisizione di conoscenze,
sistema che non ha mai permesso di mettere in luce i maggiori pregi educativi della geografia,
trasformandola in una disciplina mnemonica e nozionistica.
Insegnare per competenze significa sviluppare Il curricolo per problemi e situazioni
significative o problematiche, in modo da coinvolgere gli allievi in situazioni reali e
significative.

I tre punti principali a favore dell'insegnamento della geografia per competenze sono:

- la geografia valorizza la capacità della geografia di affrontare i problemi reali nel mondo
contemporaneo, coinvolgendo conoscenze, strumenti, metodi abilità disciplinari in scenari
complessi.
- la geografia educa al pensiero critico ea valutare il territorio, i luoghi e le relazioni tra
sistemi umani e sistemi ambientali, considerando diversi punti di vista, progetti e intenzioni,
anche in una prospettiva temporale e considerando le conseguenze delle diverse azioni.
- la geografia sviluppa la creatività e l'immaginazione geografica, importante sia per
affrontare lo studio dei luoghi considerando i valori, la percezione e le aspettative sociali,
sia per progettarne le trasformazioni.

Le competenze geografiche costituiscono la dotazione necessaria per stare nel mondo come
cittadini attivi, responsabili, per pensare alla propria vita e al proprio destino come parte della
vita e parte del destino di una comunità di appartenenza più ampia, fino a quella planetaria,
comprendendo in questo sistema anche le relazioni che ci legano all'ambiente e al destino del
pianeta nella sua globalità.

Lo strumento più efficace per mettere in pratica l'insegnamento per competenze è la didattica
per problemi.
La geografia serve anche a dare voce alle emozioni e ai vissuti personali, ma anche ad
appropriarsi di un vocabolario di adeguato per descrivere ciò che si osserva e vive.

Le Indicazioni nazionali 2012


Le Indicazioni nazionali hanno quattro aspetti significativi:

- il riferimento costante alle otto competenze chiave per l'apprendimento permanente definite
dal Parlamento e dal Consiglio Europeo;
- introduzione di un profilo di competenze dello studente al termine del primo ciclo;
- il riferimento all'azione educativa in particolare alla cittadinanza e alla centralità dello
studente nell'azione educativa;
- non ci sono più le aree disciplinari predefinite, sostituite da un costante invito alla
costruzione di approcci interdisciplinari flessibili.

Nella prima parte delle Indicazioni nazionali si fa riferimento ai concetti di centralità della persona,
nuovo umanesimo e cittadinanza. Sono presenti quindi i passaggi che consentono di collegarsi al
dimensione spaziale e alla conoscenza geografica.
Si fa riferimento specifico alla dimensione multiscalare della contemporaneità.
Il curricolo di geografia
Per quanto riguarda la scuola dell'infanzia ci troviamo in un contesto predisciplinare dove tutte
le esperienze servono per sviluppare competenze del cui aspetto disciplinare i bambini ancora
non sono consapevoli.

La geografia nella scuola dell'infanzia è presente in tutte le attività che hanno a che fare con
la spazializzazione, con la conoscenza del luogo e la sua rappresentazione, con l'uso libero dello
spazio o attraverso regole. Fare esperienza dello spazio contribuisce a sviluppare l'orientamento, il
linguaggio, la logica e l'identità personale.

Il limite è che il linguaggio usato per riferirsi allo spazio è ancora quello geometrico e non
geografico e non si collega con la geografia come disciplina e come linguaggio.

Per quanto riguarda il curricolo della geografia nella scuola primaria, sono presenti traguardi e
obiettivi sia per il termine del prio triennio, che per il termine dell’intero ciclo della primaria.
Al termine della scuola primaria gli obiettivi che sono organizzato in quattro categorie:
l'orientamento, il linguaggio della geograficità, il paesaggio, la regione e sistema territoriale.

La geografia nelle altre discipline


La geografia contribuisce allo sviluppo delle altre discipline per la sua caratteristica di
“spazializzare”, localizzare un fenomeno / problema, ecc.
Per quanto riguarda l'interdisciplinarità bisogna essere consapevoli di due aspetti:

- il contributo della geografia allo sviluppo di altre discipline: cioè la capacità di spazializzare
un problema, localizzato nello spazio geografico,anche in diverse discipline, dalla scienza
alla storia
- il ruolo interdisciplinare della geografia: il sapere si integra con le conoscenze di altre
discipline per sviluppare esperienze complesse e i percorsi di apprendimento integrati.

La geografia quindi comprende conoscenze e competenze di base che sono necessarie a tutte le
discipline e a tutti i processi di apprendimento interdisciplinari che ne derivano.

Senza la geografia, senza spazializzazione, ogni conoscenza resterebbe astratta. Occorre


quindi che la scuola insegni che la cultura è localizzata, che ha a che fare con la vita dei popoli
delle nazioni, con il futuro dei territori e con i processi che trasformano i sistemi ambientali e
antropici.
La geografia quindi comprende competenze di base necessarie per tutte le discipline, per
esempio la storia e i fatti storici accadono in uno spazio geografico.
Ci sono anche molti legami con la matematica e la geometria.

Senza la geografia quindi ogni conoscenza resterebbe astratta ed è necessario insegnare


che la cultura è localizzata.

Apprendere per problemi: la metodologia problem-based learning

Il problem- based learning è una metodologia di ricerca - azione.


Nell'ambito della geografia questa metodologia consiste nello spostare l'attenzione dal piano del
semplice apprendimento delle conoscenze a quello di raggiungimento delle competenze
geografiche, tramite l'attivazione di abilità e conoscenze per la soluzione di problemi
concreti.

Questa metodologia si riferisce all’imparare ad imparare e prepara a sviluppare il pensiero


critico è a lavorare in gruppo per cercare la soluzione a problemi del mondo reale.

Questa attività si svolge in tre fasi:

● Preparazione del Problema: l'insegnante deve porre agli studenti un problema


significativo collegato alla vita reale, una situazione che rispecchi una realtà/problema
concreto.

● Sviluppo dello scenario: lo sviluppo dello scenario è il compito principale del docente. Lo
scenario deve essere motivante, convincente, interessante e anche abbastanza
complesso per coinvolgere molte conoscenze. In questa fase il
ruolo dell'insegnante è quello di sostegno, e deve fornire aiuto in caso di bisogno.
Gli alunni devono restare protagonisti di questa esperienza, impegnandosi a trovare i
dati, individuare soluzioni, progettare il lavoro, cercando di aiutarsi vicendevolmente.

● Il prodotto e la valutazione: di solito i gruppi producono immagini testi, carte, cartelloni o


altri tipi di materiali (artefatti). Lo scopo di questa attività e anche quello di comunicare i
risultati. La valutazione
deve implicare una riflessione su ciò che si è imparato, può quindi comprendere un insieme
molto ampio di conoscenze e abilità.

Per il problem - based learning occorre un'adeguata progettazione didattica.


Inoltre la definizione dello scenario è fondamentale per il raggiungimento di buoni risultati
nell'apprendimento.

Insegnare attivamente con il metodo, il linguaggio e gli strumenti della geografia

L'apprendimento attraverso la ricerca e i metodi ha dei vantaggi pedagogici: permette di


sperimentare alcuni aspetti del mondo scientifico, sviluppa il pensiero critico e analitico, mette in
gioco competenze legate alla strutturazione delle conoscenze e avvicina l'insegnamento scolastico
a quello dell'indagine scientifica.
L’educazione spazio - geografica a questo livello, può trarre vantaggio anche da un approccio
attivo e ludico.
L'insegnante deve guidare il lavoro dei bambini consentendo loro di svolgere un'indagine attiva
sullo spazio vissuto.

E’ molto importante anche il lavoro che si può svolgere su aspetti qualitativi, percettivi ed
emozionali del rapporto fra i bambini e lo spazio. In questo caso il disegno è uno strumento molto
efficace che può rivelare il punto di vista dei bambini. Può essere utile anche la conversazione
guidata che può di far emergere aspetti emozionali.
Geografia e storia

Come abbiamo già detto la geografia ha molte connessioni interdisciplinari e questa capacità è
considerata un punto di forza nell'insegnamento.
Da un lato i suoi aspetti fisici possono essere messi in relazione con conoscenze di tipo scientifico,
come l'astronomia, la geologia, ma anche con la matematica e le scienze della terra. Dall'altro lato
invece i suoi aspetti umanistici culturali la collegano con la storia, la letteratura e l’arte.
La geografia è infatti spesso collegata con la storia e l'educazione civica.
Infatti è impossibile studiare la storia senza ordinare gli eventi nello spazio.
Si cerca quindi un maggiore raccordo interdisciplinare soprattutto tra geografia e storia, il quale
può essere interessante per i docenti e stimolante anche per i bambini.
Capitolo quinto: geografia attiva. Strumenti e percorsi didattici

Imparare a memoria gli affluenti del Po non porta ad una conoscenza consapevole del fiume. La
geografia diventa significativa quando insegna che lungo gli affluenti si trovano sistemi territoriali
abitati da persone che hanno molte relazioni coi fiumi, che con l'acqua irrigano i campi coltivati,
ecc.

Il disegno
Il disegno dei luoghi, ambienti e paesaggi è uno strumento che ha molte potenzialità formative
per la didattica attiva della geografia nella scuola dell'infanzia e primaria.
Nei primi anni di vita il disegno costituisce l'elemento che unisce gli aspetti ludici ed emozionali
all'esplorazione e all'osservazione del mondo.
Il disegno è una forma di rappresentazione spazializzata.
Già dai primi anni dell'infanzia gli scarabocchi hanno un valore qualitativo ed esprimono emozioni,
relazioni o finalità.
I bambini attraverso il disegno iniziano a riconoscere la posizione del proprio corpo rispetto allo
spazio vissuto; il disegno quindi, dal punto di vista dell'orientamento, permette di sviluppare una
serie di abilità e tra queste c'è la conoscenza dei principali indicatori topologici, ma il suo
ruolo più importante è quello di tipo qualitativo: il disegno consente infatti di sviluppare la
capacità di osservare, selezionare, stabilire un ordine di importanza, operare una sintesi o
esprimere e comunicare un punto di vista.

I luoghi della vita e l'educazione geografica


Un'attività in cui si usa il disegno per collocare la propria esperienza di vita nello spazio
geografico, è la realizzazione di una mappa della propria vita. L'insegnante invita il bambino a
disegnare una mappa con i luoghi più importanti della sua vita e quella familiare.

Questa attività permette di sviluppare la consapevolezza che:


- La propria vita è legata al più luoghi,
- La relazione con questi luoghi è emotiva, legata ai vissuti, emozioni e aspettative.
- Ogni luogo vissuto costituisce un'esperienza complessa, legata alla sicurezza personale
all'elaborazione di valori etici ed estetici al contatto con gli altri e con l'organizzazione
sociale e culturale, nel quale nella quale il bambino trova una sua dimensione, una
collocazione.

E’ molto importante per l'educazione geografica la fase nella quale i bambini sono invitati a parlare
dei luoghi che hanno disegnato e spiegarne la loro importanza.
E’ probabile che i bambini piccoli disegnino un solo luogo o che abbiano bisogno di più fogli per
disegnare luoghi diversi. Ai bambini più grandi della scuola primaria si può proporre di scrivere un
testo sui luoghi della propria vita.
La geografia scolastica si è spesso concentrata sul tentativo di presentare lo spazio geografico in
modo oggettivo, trascurando il fatto che ogni individuo di fronte alla complessità instaura un
rapporto personale.

Il geografo Yi-Fu Tuan usa il concetto di topofilia, che comprende due metodologie: la mappa
del quartiere e la mappa del cuore.
La mappa del quartiere a una metodologia che si basa sull'integrazione di due strumenti: il
disegno e l'intervista (sul proprio quartiere) abbinata alla visione di fotografie e immagini.
Il disegno allo scopo di lasciare i bambini la massima libertà di espressione.
Dopo che il bambino ha fatto il disegno viene proposta una conversazione nella quale i bambini
sono invitati a riconoscere in fotografia alcuni luoghi del quartiere, e a parlare della loro percezione
rispetto al luogo.
La conclusione più interessante riguarda il fatto che il quartiere è molto importante per i bambini,
che lo rappresentano come una zona piena di vita. sono sempre presenti i negozi e la scuola.

Un altro esperimento riguarda un percorso didattico sperimentato in alcune scuole torinesi Con lo
scopo di individuare i luoghi più significativi nella vita dei bambini e la loro percezione delle
relazioni con l'ambiente la società.
La metodologia si basa sull’abbinamento di tre strumenti: il disegno, il questionario e la
conversazione clinica.
In questo caso il questionario ha costituito la prima tappa, con il compito di portare l'attenzione dei
bambini sul ruolo dei luoghi e sulle relazioni che attraverso i luoghi e si sviluppano con la natura e
la società.
I bambini hanno rivelato una notevole consapevolezza delle proprie relazioni con i luoghi, e si sono
dimostrati in grado di argomentare in modo strutturato le risposte.
I disegni sono stati suddivisi in due prove. Nella prima si chiesto ai bambini di disegnare la mappa
della scuola, e nella seconda si è chiesto di disegnare la mappa del cuore, cioè di rappresentare
(disegnare) i luoghi più importanti affettivamente.
La mappa del cuore permette di collegare le relazioni affettive ai luoghi, e nei luoghi
compaiono frequentemente i bambini stessi insieme a mamma e papà nonni fratelli ma anche
bambole e peluche.

Il mio spazio nel mondo


È una semplice attività didattica della geografia che ha lo scopo di aiutare i bambini a
comprendere come il proprio spazio di vita si inserisca all'interno di comunità umane
sempre più ampie, scale sempre maggiori fino a considerare l'intero pianeta.
Questa attività ha dato il titolo al libro.
Il progetto è stato sviluppato negli Stati Uniti e poi ripreso da una scuola di Torino.

Esso prevede dei cerchi concentrici con al centro la casa, poi tutto intorno ai vari luoghi che
circondano la casa. Per esempio, si è partiti dalla mia casa, il mio quartiere, la mia città, la
mia regione, il mio stato, l'Unione Europea, l'Europa, la Terra.
In questo modo si rende visibile il livello di inclusione fra tutti i diversi spazi regionali che la
cartografia non consente.
A livello educativo ciò aiuta a contestualizzare la propria posizione nel mondo, facendo
emergere l'idea che ogni luogo è sempre parte di altri luoghi e che ogni persona partendo dal
suo posto può entrare in relazione con spazi che arrivano a includere ea mettere in relazione tutta
l'umanità.

La costruzione di mappe di cittadinanza


L’espressione “mappa di cittadinanza” nasce per indicare una metodologia didattica legata
all'educazione al territorio.
L’idea base delle mappe di cittadinanza è quella di riprendere alcuni aspetti delle mappe di
comunità, adattandole al lavoro scolastico e finalizzandole all'educazione alla cittadinanza,
all'intercultura e allo sviluppo sostenibile.
La realizzazione condivisa di una mappa degli spazi vissuti è intesa come un percorso
educativo mirato al riconoscimento delle visioni, punti di vista, valori, delle criticità e delle
idee per la trasformazione del territorio.
Lo sviluppo del percorso didattico è fondamentale in quanto il suo scopo non è quello di
documentare conoscenze, idee, valori percezioni legati alle relazioni tra i bambini luoghi, ma anche
di costruire nuovi, socialmente condivisi, che permettano di sviluppare un nuovo senso di
radicamento nei luoghi dello spazio vissuto, e che abbia come tratto fondamentale l'inclusione, la
condivisione e la cura.

Gli strumenti utilizzati fanno parte delle metodologie partecipative.


Questi strumenti sono:
● Uscita sul terreno, che aiuta a sviluppare la mappa mentale del territorio, attraverso
osservazioni dirette.
● Immagini e rappresentazioni di vario tipo raccolte da fonti diverse prodotti elaborate dai
bambini stessi
● Scrittura di brevi testi e produzione di disegni per rappresentare lo spazio vissuto come
viene percepito o come si vorrebbe che fosse.
● Realizzazione della mappa collettiva che riunisca il risultato dell'elaborazione comune.

Il prodotto finale del lavoro è quindi la costruzione partecipata della mappa di cittadinanza.
Essa permette ai bambini di esprimere punti di vista e progettualità nei riguardi spazi vissuti,
sviluppando un senso di personale radicamento nel territorio e cominciando a comprendere il
proprio ruolo e la propria responsabilità nella cura dei luoghi.
Il prodotto finale è quindi la realizzazione di una mappa collettiva (condivisa) degli spazi vissuti.

I GIS per lo studio del territorio


I GIS sono delle nuove tecnologie, strumenti dotati di molte potenzialità. GiS è l'acronimo di
Geographic Information System, cioè sistema informativo geografico.
Essi rappresentano molte più opportunità rispetto alle carte grafiche geografiche.
Le Indicazioni nazionali includono i GIS come strumento da utilizzare, ma essi nella pratica non
vengono quasi mai utilizzati a causa della scarsa dotazione tecnologica della scuola o della
mancanza di formazione degli insegnanti.

In ambito educativo i GIS sono mediatori didattici in grado di visualizzare i dati geografici
producendo una cartografia specializzata.

Le fonti più accessibili di GIS sono:


● Il portale cartografico nazionale
● Portali cartografici regionali
● Google Earth, che punta soprattutto sulle immagini satellitari a cui sovrappone
informazioni e fotografie.

Poi esistono anche i GIS partecipativi, che permettono di aggiungere condividere delle
informazioni. Un esempio è Google Maps con il quale si possono creare mappe personalizzate
aggiungendo foto e informazioni.

L'uscita sul terreno con le nuove tecnologie


L’uscita sul terreno è uno dei più importanti strumenti per l'insegnamento della geografia, e non va
confusa con le gite. Essa si distingue per il metodo, la finalità e l'organizzazione, ed è un momento
centrale nel percorso di apprendimento della geografia.

L'importanza dell'uscita sul terreno è legata all'osservazione, al rilevamento di dati,


all'orientamento e alla lettura delle carte.

L'attività si divide in tre fasi:


1. La preparazione in classe: I bambini vengono preparati all'osservazione, vengono
informati sugli obiettivi dell'uscita. E’ bene tracciare il percorso su una carta geografica.

2. Uscita sul terreno: durante l'uscita l’attenzione deve essere posta sull'osservazione
diretta e partecipata. Può essere utile ricorrere ad alcuni strumenti per rilevare i dati come
per esempio una griglia di osservazione una macchina fotografica.

3. Dopo l'uscita: il lavoro in aula consiste nella rielaborazione dell'esperienza, con racconto
orale, scambio di osservazioni e dati e materiali raccolti. In questa fase
le idee e le ipotesi di ricerca possono trovare una nuova organizzazione e possono essere
realizzati i prodotti finali come carte collettive, testi, cartelloni o altre forme di rielaborazione.

Lo stesso percorso si può fare utilizzando le tecnologie e strumenti digitali come fotocamera,
videocamera e altri.

Tra gli aspetti più importanti del metodo geografico c'è la capacità connettiva, cioè partendo da
un contesto o da un problema approfondito e affrontato con competenze geografiche, si
aprono collegamenti con altri temi, aree geografiche e relazioni tra società umana e
ambiente.

Lo spazio geografico diventa un mediatore di conoscenza, e ciò che rende significative le


connessioni e la visione sistemica che il pensiero geografico permette di sviluppare,
ricostruendo e associando diversi saperi alle differenti scale del territorio e svelando quindi
significati, rapporti e valori prima invisibili.

Un esempio in questo senso ci viene offerto dal gioco didattico, il cui obiettivo è evidenziare le
connessioni che si possono individuare tra geografia, alimentazione e agricoltura per esempio.
Il gioco per esempio si potrebbe basare sulla scrittura di ricette inventate partendo da 4 consigli:
inventa una ricetta africana, inventa una ricetta del sud-est asiatico, inventa una ricetta norvegese,
inventa una ricetta di una regione o sub-regione italiana.
Il compito prevede di indicare ingredienti, lavorazione e tipo di cottura.

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