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SEGNO, SCRITTURA E CIVILTÀ

Concetto di civiltà accostato a quello di scrittura (tappa fondamentale per il passaggio dalla
preistoria alla storia). La scrittura è un mezzo potente per la conservazione e la trasmissione
delle strutture sociali, delle istituzioni politiche, del patrimonio culturale, sapere scientifico e
delle tradizioni.

Civiltà Cinese à sistema di scrittura complesso – unità grafiche 汉字 (caratteri usati dal
popolo han 汉 ) – strumento privilegiato sia per configurare le strutture della città che per
riordinare il mondo. Ha influenzato anche i popoli di Giappone, Corea e penisola Indocinese –
potentissimo elemento di identità culturale per la Cina.

Origini caratteri Cinesi à primi esempi di pittogrammi e di ideogrammi tramite motivi


decorativi su oggetti di terracotta colorata (cultura di 仰韶 Yangshao – neolitico)
Inventore scrittura Cinese à CangJie 仓颉 – Ministro dell’Imperatore Gallo (Huangdi 皇帝 –
regno da 2697 a 2599 a.C.) MA VERO E PROPRIO SISTEMA DI SCRITTURA CINESE non
prima del 14-12° sec. A.C. (ultimo periodo dinastia Shang) – coevo al sistema alfabetico di Ugarit
(attuale SIRIA).

Quindi… strumento unico nel suo genere à 文言 Wenyan (grafia+parola) – lingua grafica.

Lingua artificiale con profonda ristrutturazione, trasferimento dell’operatività semica


(capacità di rinviare al referente extralinguistico dal livello del segno orale al livello stesso del
segno scritto, ossia della grafia) – il sistema cinese rappresenta direttamente il referente
extralinguistico – rapporto grafia vs pronuncia è inverso al rapporto tra semplice segno di
scrittura vs realizzazione fonica.

In origine era una lingua/scrittura divinatoria à serviva per annotare quello che lo sciamano
otteneva sotto forma di screpolature prodotte dal fuoco su carapaci di tartaruga – queste
annotazioni costituivano erano formule per la divinazione, usando simboli, segni grafici
fabbricati per rappresentare i dati pertinenti. (antenato+sacrificio+giorno+vittime)
Pochissime particelle grammaticali – estrema precisione nella designazione dei dati.

Zhengming 正 名 à rettifica dei nomi – ricostruzione di tutto il lessico, usando grafie,


analizzando i digrammi iniziali usati per la divinazione. Razionalizzazione della produzione di
segni grafici derivati a partire da un numero minimo di segni primitivi.
Scrittura à segno à potere magico.

Wen 文 = significa segno scritto, tatuaggio, qualcosa che si iscrive nella realtà in maniera
indelebile – cuore della civiltà cinese e il suo primo significato è quello di scrittura.
La scrittura è qualcosa che incide nel mondo, non una rappresentazione ma qualcosa di sacro,
la scrittura per i cinesi è il mondo, non c’è un rimando poiché è tutto da decifrare. Non c’è un
rimando al significante extra-cinese diretto: non c’è nulla di trasparente, il cinese è da decifrare.
Chi inventò i caratteri osservò il volo degli uccelli o le orme delle fiere sulla sabbia – è qualcosa
di sovrannaturale, scrivere significa dare una forma alle cose. Tradizionalmente era
fondamentale l’importanza dei nomi - cioè per il confucianesimo, se si è madre bisogna rispettare
questo ruolo con una serie di atteggiamenti. Ognuno incarna una qualità.

Ex. 性 (xing, natura) = 生 (sheng, vita, una pianta che cresce sempre di più) + 心 (cuore/mente)
Il tuo nome non è una proforma, ma la realtà … qualcosa che si incarna, che ci viene dato; un
nome è un ruolo che ci viene assegnato (I figli da piccoli hanno nomignoli e quando entrano in
società si scelgono dei nomi che segneranno il loro futuro inevitabilmente). Il nome dona
importanza alla persona.

Le tre linee intere rappresentavano il cielo e il maschile, e le tre spezzate la terra e il


femminile. La scrittura coincideva con la natura, questo non è parte della realtà degli
occidentali. Il carattere 文 è alla base di tutta una serie di parole centrali:
• Wenming – 文明 – civiltà
• Wenxue – 文学 – letteratura
• Wenhua – 文化 – cultura

文明 Civiltà significa anche “scrittura illuminata”, piena di luce (il carattere 文, scrittura, è
centrale)

Evoluzione stilistica dei caratteri à variarono grazie anche al materiale usato per
la scrittura, variare dei supporti. Nel 1899 (fine dinastia QING) un medico ha comprato una
partita di ossa bovine e carapaci di tartaruga poiché voleva triturarle e farne ingredienti per i
suoi medicinali. Il sono nome era Wang Yirong 王懿荣 e lui si accorse che c’erano dei segni.
Da questi ritrovamenti ne uscirono molti caratteri nuovi, poiché questo medico scoprì dei
caratteri appartenenti a dinastie ancora più antiche. Il primo corpus era composto da circa 6000
caratteri e molti di quelli erano grafie diverse dello stesso segno.
Esistono più di 60 mila caratteri … ma nessun essere umano sa parlarli e riconoscerli tutti
Le prime forme di scrittura sono abbastanza appuntite. Scapole di bovini/ovini e carapaci di
tartaruga venivano messe sul fuoco e l’aruspice leggeva il futuro.
Fino a poco più di un secolo fa le prime tracce di scrittura erano molto più recenti, secondo gli
studiosi, e si facevano risalire all’epoca del bronzo, all’era del Bronzo (quando regnava la
dinastia, non l’impero).

I caratteri incisi sono squadrati, con corpo irregolare e varianti à 金文 (jinwen, metallo +
grafia) incisi su bronzo – a partire da epoca Shang (16-11° sec. A.C.) e Zhou (11-3° sec. A.C.)
diventano forme artistiche della Cina tradizionale – bronzo usato per oggetti rituali, votivi,
preziosi con parole committenti, di ringraziamento, augurio, tratti più morbidi, pieni e flessuosi
successivamente. Era del Bronzo (quando regnava la dinastia, non l’impero).

9-8° secolo A.C. à “Primavere e Autunni” (770-476 a.C.) – “Stati Combattenti” (476-221
a.C.) à periodo di 5 secoli di guerre e divisioni in principati che sono perennemente in lotta tra
di loro – molteplici varietà di scrittura, stili e grafie nei caratteri.
In questo periodo – 大 篆 (dazhuan, “grande sigillo”) incisione su pietra e diffusione
dell’inchiostro rosso brillante o nero per scrivere con il pennello su strisce di tela o seta, tavolette
di legno o lamelle di bambù – primi esempi di corsivo (caoshu 草书 , “scrittura ad erba”) –
espansione uso del pennello.

Unificazione norme grafiche e stilistiche à grazie a Qin Shi Huangdi 秦始皇帝,


primo imperatore della dinastia Qin (221-206 a.C.), unifica tutto il territorio cinese in un solo
grande impero nel 221 a.C. (prima dell’impero in Cina si sono alternate civiltà e regni) –
standardizzazione dei pesi, delle misure, delle monete, e dello scartamento dei carri.

Cambio di stile à si passa dallo stile del grande sigillo (大篆 dazhuan) al “piccolo sigillo”
(小篆 xiaozhuan) – caratteri con linee regolari e di uguali dimensioni, dall’alto verso il basso,
da destra verso sinistra, stessa spaziatura tra un carattere e l’altro, i singoli tratti hanno
struttura stretta con linee sottili, omogenee, circolari, aggraziate e composte.
1° secolo d.C. – diffusione carta per scrivere, perfezionamento tecniche pennello e dell’inchiostro
à nascita stile dei funzionari ( 隶书 lishu) – il carattere passa da una forma allungata
verticalmente ad una più squadrata – diventa comune durante la dinastia HAN OCCIDENTALI
(206 a.C. – 25 d.C.) – diventa scrittura regolare (楷书 kaishu) e restano invariate fino ad oggi.
Corrispondente corsivo: xingshu (scrittura corrente) 行书.
Il corsivo diventa presto la tecnica più rapida e quindi conserva maggiore libertà ortografica.
L’arte calligrafica si sviluppa in maniera creativa con il corsivo.

Classificazione tradizionale dei caratteri cinesi

Nel periodo sotto la dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.), 2° secolo d.C. à uno studioso, un
lessicografo (studioso di lessicografia) che si chiamava Xu Shen 许慎 ha scritto un libro
“raccontare il 文, spiegare i caratteri” (字 zi), un testo e che analizza la formazione di caratteri.
Wen 文 à grafie primitive zi 字à grafie derivate
Per farlo, a posteriori, elenca 4 categorie (strutture costitutive):

• I pittogrammi 象形 xiangxing (imitare+forma) = significano rappresentazioni grafiche


di qualcosa che si scrive, raffigura, qualcosa presente nella realtà, degli schizzi, dei
disegni. Nel corso dei secoli i vari diversi supporti di scrittura sono cambiati (da ossa, a
bronzi, a seta e infine a stampa) e le grafie si sono standardizzate. Dalla fondazione
dell’impero la scrittura viene unificata (unificare la scrittura significa unire il paese). In
Cinese questa categoria significa “ciò che imita la forma” (più chiaro, più pragmatico).
• I simbologrammi 指事 zhishi (indicare+cosa) = categoria fatta da ben pochi caratteri
che indicano simbolicamente un significato. Letteralmente “indicare la cosa”. Utilizza
un’astrazione per indicare i numeri o qualcosa di concreto. Dai pittogrammi si sono creati
i simbologrammi. Esempi à shang 上 (ciò che sta sopra) – xia 下 (ciò che sta sotto) –
Da mu 木 (legno, albero) sono nate ben 本 (radice) e mo 末 (estremità/cima). Da dao 刀
(coltello) è nato ren 刃 (lama).
• Gli ideogrammi 会意 huiyi (riunire+significato)= in Cinese significa “caratteri che
aggregano e mettono insieme caratteri diversi per coinvolgiate un terzo significato” –
composto logico, associativo. Per memorizzarli occorre capire che cosa vogliono dire
Esempi: acqua + occhi = lacrime – 日 ri+yue 月 (sole + luna) = 明 ming (chiarezza)
女字 Nü + zi (donna+bambino) = 好 hao (affetto, buono, bene, star bene).
• Gli ideofonogrammi 形声 (forma+suono) = in Cinese “caratteri che sono forma e suono”,
composto ideofonetico, pittofonogramma,morfo-fonogramma. Una parte è un’indicazione
generica del significato e un’altra è una parte generica del suono. Esempio: il carattere
ma è sia un ideofonogramma che un pittogramma.
Quarto gruppo, è anche uno dei più ricchi numericamente, più produttivi. In cinese si
chiamano forma-suono, segnalano una categoria di senso.
Esempià ma 妈 , formato da nü 女 e ma 马 (cavallo).
Nel 2° secolo costituivano già il 90% degli 8000 caratteri 字 catalogati nello Shuowen jiezi.
Nella Cina Imperiale vengono aggiunti nuovi caratteri e ne cadono in disuso altri. In
epoca contemporanea si preferisce non inventare nuovi caratteri, si espande il lessico
usando caratteri già scritti e quindi con prestito fonetico.
Repubblica Popolare Cinese (anni ’50-’60) – semplificazione caratteri.

Altre due categorie, in cui vi sono pochissimi i caratteri, quelli che non si possono inserire in
nessuna delle precedenti categorie – usi funzionali:

• 转注 (trasferire + annotazione) – trasferimento à un gruppo che è di origine incerta,


ancora oggi il principio formativo non è stato chiarito: forse sono pseudonimi ovvero si
usa un carattere per l’altro. ES: 老 lao (vecchio) e 考 kao (anziano, venerabile) –
considerati sinonimi ma per esempio 考 kao vuol dire anche “verificare, esaminare”

• 假 借 jiajie (prestito/sostituzione) – prestito fonetico, cioè si tratta di caratteri che


originariamente volevano dire una cosa e che poi potenzialmente si pronunciavano nella
stessa identica maniera di un’altra parola e allora si è preso a prestito il carattere per
significare qualcos’altro. Era impossibile scambiare queste parole l’una per l’altra.
ES: carattere per dire 10.000 à questo carattere originariamente voleva dire scorpione,
era il pittogramma di scorpione. Siccome la pronuncia era uguale, si è preso il disegno di
scorpione per dire 10.000 – 万
ES: 来 lai (venire – originariamente era un pittogramma) sembra una spiga piuttosto
che un uomo che cammina, ma siccome “venire” e “spiga ( 莱 )” sono due categorie
grammaticali diversi, ma sono anche contesti diversi – si è utilizzato il carattere spiga
per dire venire, ciò che li accomunava è la pronuncia. Non sappiamo come fosse
pronunciato il cinese nell’antichità.
Se noi leggiamo delle poesie di epoca Tang, per quanto non abbiamo traccia della
pronuncia dell’epoca, magicamente le rime restano nonostante quanto siano antiche le
poesie e il suono di oggi. Le categorie fondamentali sono quindi le prime 4.

汉字: ideogramma/carattere/sinogramma

Il termine ideogramma è entrato nell’uso corrente dalle lingue occidentali, in epoche in cui si
riteneva che la scrittura cinese fosse del tutto ideografica, senza alcun rapporto con i suoni, in
particolare associando ciò ad un presunto stadio PRIMITIVO della scrittura, mentre gli
ALFABETI in uso nell’area mediterranea sarebbero stati prova di una superiorità della civiltà.
Nel XX sec si sono proposti termini diversi, come logogramma, o ancora "sinogramma",
traduzione + neutrale sul piano ideologico.
Tre importanti aspetti:

- Graficoà ogni sinogramma ha unna forma e un numero preciso di tratti. Bisogna


rispettare le norme d’ordine e direzione nel tracciare i tratti.
- Semanticoà ogni carattere non rappresenta una parola, ma è associato a chi
padroneggia gli usi scritti del cinese ad un insieme di significati (campo semantico).
- Fonologicoà il sinogramma non analizza ne rappresenta singoli suoni, corrisponde ad
una sillaba tonalizzata. Quasi il 10% dei caratteri ha almeno due diverse pronunce e
alcuni caratteri ne hanno anche 5, per non parlare delle varianti diacroniche (evoluzione
della pronuncia nel tempo) e diatopiche (pronunce dialettali che variano da luogo a
luogo).

A una stessa pronuncia possono corrispondere numerosissimi caratteri diversi e di conseguenza


semantici. A un aspetto fonetico possono corrispondere 25 aspetti grafici diversi e di
conseguenza semantici.
1. 才 Cái – avverbio = solo solamente – 才 allora
2. 财 – La chiave a sinistra è la scrittura semplificata di quello che originariamente era un
pittogramma che significava conchiglia (anticamente utilizzate come denaro).
3. 材 Materiale come sostantivo (es. materiale per costruire una casa).
Le sillabe in cinese sono 408, i caratteri 60.000, quindi si possono trovare moltissime varianti.

Usi scritti e articolazione tra lingua e scrittura


nel contesto culturale cinese

Dall’epoca Han vennero assunti come modelli testi canonici dell epoca ZHOU. Tuttavia spesso
si SEMANTIZZAVANO caratteri originariamente di valore morfologico à uso di
PARAETIMOLOGIE à uno degli espedienti più usati nella retorica imperiale, che ancora oggi
permane.
ES:
- 王 (Wáng )= re – A questo carattere è stata data una etimologia dai letterati cinesi nei
secoli. Originariamente era la rappresentazione di un’armatura e infatti il suo significato
era proprio armatura. I letterati lo hanno spiegato -a loro uso e consumo- come il re (colui
che unisce) cielo, uomini e terra. Il re fa da tramite tra cielo, esseri umani e la terra: il
figlio del cielo, così si chiamava.
- Dong 东 — significa est, oriente. Si sono inventati a posteriori che è la rappresentazione
del sole che sorge sotto l’albero (木+日).
- Tiānānmén 天 南 门 = parola formata da un simbologramma (Tiān 天 = cielo), un
ideogramma (ān 南= pace) e un pittogramma (mén 门= porta). Nel complesso significa:
“Porta della pace celeste
- 梦 (meng) sogno à nel carattere originale, vi era un essere umano con occhio gigante,
con la mano poggiata al meno, su un letto – sogno a due livelli, esprime il desiderio e ciò
che sogniamo la notte. Questo è l’esempio che nella standardizzazione si diminuisce il
numero di chiavi/radicali.
- 休息(xiuxi) riposare= nel carattere vi è un uomo sotto un albero 休
- 山 (shan) montagna = pittogramma. Se per rappresentare la montagna faccio 3 picchi,
per la collina ne faccio 2 (standardizzazione). Oggi però viene scritto molto diversamente.
Troveremo spesso questo carattere, in quanto è il nome di battesimo di Confucio, si dice
si chiamasse Kong Qiu 控球.
- 田(Tián) = campo à è la ripartizione di una porzione di campo, le linee che delimitano
rappresentano le stradine che dividevano gli appezzamenti. Non solo la scrittura ma
anche la lingua cinese racconta questa visione agricola e rurale della Cina: es. per i cinesi,
chi è forestiero (陌生) è colui che nasce dalla strada, dal sentiero, dai campi.
- 玉 (yù) = giada à rappresenta un filo a cui sono attaccati 3 pezzi di giada. Questo perché
la giada era ed è molto preziosa e quindi si usava infilarla in fili che in qualche modo
evitassero di perderla.
- 国 (Guó) = ideogramma, confine di territorio e rappresentazione grafica di quella che è
un’arma – ciò che va difeso, il paese va difeso. Nei vari passaggi (dalla prima
rappresentazione del carattere a quella di oggi) ritroviamo la giada che non c’entra nulla,
è dovuto alla standardizzazione.
- 乐 yue4 à pittogramma à rappresentazione di uno strumento a corde, rappresenta il
concetto astratto di musica. La musica è connaturata alla Cina. La musica è un esempio
sublime di come l’essere umano possa ricondurre l’armonia della natura.
La natura suona, il frusciare del vento degli alberi, lo scrosciare dell’acqua nel fiume, i
ciottoli ribaltati dalla corrente… sono suoni naturali, armoniosi. La stessa armonia può
essere riprodotta con la musica, tanto è vero che la musica nasce come accompagnamento
rituale, per ogni singolo rito e cerimonia (i riti tipicamente cinesi, ci si stupisce di quante
cerimonie fanno i cinesi) vi è un accompagnamento musicale. Se sei armonioso
all’interno, anche tutti i tuoi gesti lo manifestano – PERFEZIONE INTERIORE.
La musica sta a metà tra i due mondi: quello creato dall’essere umano e quello della
natura. La musica nasce su ispirazione dei suoni della natura.
Questo carattere 乐 con un’altra pronuncia (Lè) significa felicità, gioia e non è un caso.
Le attività supportate dalla musica erano: i riti, la poesia
Anche la poesia viene sempre accompagnata dalla musica, poesia solo per i nobili
naturalmente, non certo per i contadini. Chi aveva un sapere, si dilettava nella
composizione di poesie. La recitazione della poesia non era mai scevra, la si
accompagnava con la musica.
In epoca Tang 唐 in particolare, ci si dedicava molto alla stesura di poesie. Il poeta:
• scriveva i versi = essere poeti
• li scriveva su una melodia (vi erano serie di melodie previste) =essere ludici
• la scriveva con la calligrafia su un rotolo= arte, in quanto la calligrafia prevedeva
anche un inchiostro, un dipinto
• ogni rotolo aveva un timbro, che veniva inciso dalla mano artigiana del poeta
stesso
C’è una ricchezza dimensionale: quando sei in armonia, la tua armonia interiore si
esplicita in più forme: i grandi letterati sono artisti pluridimensionali.

Testo: Xu Shen, Teoria delle grafie primitive e delle grafie derivate

Questo testo è tratto dalla postfazione dello Shuowen Jiezi, opera riconosciuta come prima
classificazione dei caratteri, dell’erudito Xu Shen (2° sec d.C.). Questo testo venne presentato
all’imperatore nel 121 d.C. Lo scopo era registrare le forme grafiche del passato, in particolare
i caratteri nello stile del Piccolo Sigillo, poichè essendo questa forma la più antica, garantiva
la possibilità di analizzare i testi scritti dagli antichi saggi. Qui si trova per la prima volta una
sistematizzazione dei RADICALI (540)à costituirà per 1500 anni il fondamento per la redazione
di dizionari ed opere sul lessico.

Trigrammi, esagrammi e Libro dei mutamenti

Sono gli enigmatici TRIGRAMMI della divinazione e le loro combinazioni, ESAGRAMMI, le


prime testimonianze scritte che la tradizione ha riconosciuto come autentiche. I trigrammi
hanno la forza vitale e la capacità di trasformare il mondo – le loro mutazioni dipendono sia
dalla corretta interpretazione del passato che del futuro. Il loro potere di auspicio e divinazione
scaturisce dalla combinazione dei tratti che li compongono, dal possibile alternarsi di linee piene
e spezzate, e relativo mutamento interno> cui corrisponde un mutamento ESTERNO> hanno il
potere sublime di ORIENTARE le scelte FUTURE di chi li consulta.

Così si articola il LIBRO dei Mutamenti, manuale di divinazione per eccellenza, composto dal
Re Wen 文 della dinastia Zhou (1120 a.C.)
Le origini della scrittura: miti e leggende

Per la cultura cinese esistono 3 augusti mitologici, figure mitiche inventate probabilmente…
Il più antico di tutto era il sovrano umano, poi c’è quello terreno e quello celeste e regnarono
rispettivamente 45000 anni, 11000 anni e 18000 anni. A loro sono ascritte una serie di scoperte
importanti per l’umanità. Sono importanti perché si narra che sotto i loro regni lunghissimi
regnasse la perfetta armonia grazie al regno oculato e illuminato di questi sovrani mitici, infatti
quell’epoca viene vista come l’epoca d’oro. Ci si rifà sempre all’epoca dei sovrani mitici

- Il più antico racconto (libro dei mutamenti) è quello sul mitico sovrano Fu Xi 伏羲, che
avrebbe per primo scoperto gli 8 TRIGRAMMI fondamentali per la divinazione e quindi
scrittura. Avrebbe osservato i segni distintivi (wen 文) lasciati a terra da uccelli e fiere,
e da questi ricavato 8 trigrammi per descrivere le qualità di tutti gli esseri.

- Oppure, sarebbe stato un Drago emerso dalle acque del Fiume Giallo a portare una
mappa iscritta in verdi strisce di bambù, della quale poi Fu Xi si servì.

- Altra leggenda (libro dei documenti – shujing 书经), grazie al sovrano Yu 禹 il Grande
che aveva il compito di regolamentare le acque sulla terra, una tartaruga divina sarebbe
emersa, recando inciso sul carapace uno scritto in 9 parti, origine della "grande regola".
Ma 9 furono anche le suddivisioni territoriali operate proprio da Yu il grande (infatti la
cina era chiamata "nove isole" – jiuzhou 九州).

- Raccolta di tracce rimaste (Sheyiji) scritto da Wang Jia 王嘉 (scrittore del 4° sec.) parla
del rinvenimento da parte dell’imperatore Yao 尧 di tavolette di giada su cui era incisa
in oro la mappa del mondo.

- Shen Nong 神农 (un altro dei tre augusti, spesso chiamato l’agricoltore divino) a lui viene
ascritta l’invenzione di registrare su delle cordicelle con dei nodi delle informazioni.
Viene visto come qualcosa che viene prima ancora della scrittura, un supporto per
tracciare delle informazioni, probabilmente numero di merce.

Ma la tradizione CONFUCIANA attribuisce l invenzione della scrittura al ministro


dell’Imperatore Giallo, Cang Jie 仓颉à sarebbe stato il primo ad attribuire un senso preciso alle
"impronte di uccello. Eppure, con questa invenzione, avrebbe avuto origine pure l’artificio e la
falsità negli uomini: disponendo di questo nuovo mezzo, avrebbero trascurato le attività agricole
per dedicarsi ad attività più redditizie; il Cielo fece piovere cereali in vista della carestia. I
Demoni della natura, consci di ciò che ne sarebbe scaturito, sarebbero scoppiati in lacrime.

Un sistema forte à Il carattere magico avrebbe permesso a questo sistema di scrittura di


tramandarsi nei secoli, e conferirebbe ancora oggi ad alcuni caratteri un valore fausto, come Fu
福 "prosperità", Shou 寿 "longevità" e Xi 喜 "felicità". Per interpretare gli eventi in corso alla
luce degli antichi testi divinatori, il Libro dei mutamenti ancora oggi è usato, anche per la vita
quotidiana. Proprio attraverso l’uso della scrittura, la canonizzazione... (a partire dagli Han
occidentali – 2°sec. A.C.) ecc. si sono potuti consolidare il consenso e l’obbedienza nei secoli. Il
CORPUS testuale era fondamento indispensabile per la sopravvivenza del sistema burocratico
statale.
Vento e acqua: fengshui à Al discorso precedente è legata pure l'arte della GEOMANZIA: il
saper riconoscere, attraverso serie di indicatori e codici, la configurazione di un paesaggio ideale
nel quale si possa realizzare l’armonia tra uomo e mondo esterno. Corrispondenza tra mappa
interiore del corpo umano e quella del mondo esterno, ricostruita dal geomante dalla conoscenza
dei testi canonici cui solo lui ha accesso. Nell’Accademia di Jixia (IV sec Ac) si considerava la
triade Cielo Terra Uomo come principio di ogni evento, che si interpretava mediante analogie e
corrispondenze cui si accostavano gli emblemi simbolici (come nell'es. precedente di "王 wang" –
diretta correlazione tra ciò che sta in alto e in basso – 上 e 下). Pensieri che verranno poi raccolti
nella grande "rubrica" del TAOISMO. La rete di norme e prescrizioni ancora oggi presiede alla
costruzione di spazi pubblici (parchi, scuole, teatri...) e privati.

Yin & Yang à dualità cosmiche fondamentali – yin 阴 e yang 阳.Questi termini non designano
solo due entità antagoniste, ma indicano anche 2 GRUPPI opposti di SIMBOLI.
Una coppia di attività alternantisi e un raggruppamento bipartito di forme
alternate.
Nell' etimologia, Yin è il lato Sud di un fiume e il lato Nord di un monte,
Yang l’opposto. Da cui scaturiscono una gamma di simmetrie:
- Yin è: terra, nord, freddo, oscurità, luna, quiete, femminile
- Yang è: cielo, sud, caldo, luce, sole, movimento, maschile.
Le 2 forze si alternano e compensano di continuo per mantenere l’equilibrio
spazio-temporale. Percorso dove la graduale ascesa dello Yang culmina nel solstizio d’estate, e
la diminuzione progressiva della potenza della luce del sole (太阳) vedrà l’ascesa dello Yin che
culmina nel solstizio d’inverno, quando lo Yang è al minimo.
Rappresentavano lo stato originario di perfetta simbiosi, prima che iniziasse il processo di
polarizzazione che ha portato al loro distaccamentoà il Taiji 太极 "Grande estremo" – la trave
maestra, l’apice del tetto da cui si dipartono le travi e sostengono l’intera armatura.
Grande estremo à principio primo

Dall’Uno ai Diecimila esseri: i numeri


Enunciazione del principio cosmogonico attraverso i numeri

Il Tao genera l’Uno/ l’Uno genera il Due/ il Due genera il Tre/ il Tre genera Diecimila esseri
Dao sheng yi yi sheng er er sheng san san sheng wan wu
道 生 一 一 生 二 二 生 三 三 生 万 物

à il Dao 道 è il principio primo, "strada, cammino, giusto metodo". Generale predilezione per
l’uso di categorie numeriche (es. 4 sono i Tesori della scrittura = carta, pennello, pietra ed
inchiostro – 5 i colori — 5 i toni della scala musicale — 8 gli Immortali taoisti – 9 le regioni del
paese – 36 gli stratagemmi del pensiero strategico tradizionale – 72 i discepoli di Confucio). E
nella Cina più recente, 3 sono i Principi del Popolo elaborati da Sun Yat- Sen (Sun Zhongshan
孙中山), padre della democrazia, 5 i principi della coesistenza pacifica di Zhou Enlai 周恩来 degli
anni ’50, 4 le modernizzazioni lanciate con le riforme di Deng Xiaoping 邓小平 a fine anni
'70, 3 le rappresentatività teorizzate all’inizio del 3° millennio da Jiang Zemin 江泽民.
I numeri non sono che emblemi. E i cinesi si guardano bene dal vedervi i segni astratti della
quantità. Attraverso i numeri si dà ordine all’Universo.

- 一 à 77 significati con 3417 possibili composti – dal Grande Uno al principio (il Grande
estremo), nacquero i Due principi Yin e Yang, i 5 elementi (legno, fuoco, terra, metallo,
acqua) detti anche 5 fasi (wuxing 五行), che a loro volta diedero vita ai 10.000 esseri,
ovvero il mondo visibile. L’uno è completo e perfetto, non è mia altro che l’intero. Come
tutti i dispari è maschile, mentre i pari sono femminili.
- 二 à di natura Yin, corrispondeva alla Terra, come l’uno col cielo e il tre con l uomo.
Nozione di parallelismo ricorrente (coppie dx/sx, sopra/sotto, davanti/dietro). "Il corpo
abbisogna di coppie di arti, il linguaggio nasce per corrispondenze..." . le domande poste
dallo sciamano all’oracolo sono fondate sul sistema binario e i 64 esagrammi nel libro
dei mutamenti sono formati sull’alternanza e sulle mutazioni tra i due trigrammi che
compongono ciascuno di essi.

- 三 à molto importante perchè indica l insieme privilegiato di Cielo + Terra + Uomo (天


+地+人), ovvero i tre poteri (Sancai 三才). 3 sono le dinastie antiche (sandai 三代) (Xia,
Shang, Zhou), 3 saranno le dottrine religione (sanjiao 三教) (confucio, tao e buddha).
Compare nelle organizzazioni gerarchiche.

- 四 à 4 erano i lati della terra, secondo l’antica idea per cui era quadrata, 4 i punti
cardinali, le stagioni, i libri compilati da Confucio (sishu 四书), le porte imperiali (una
verso un punto cardinale), 4 i tesori della scrittura. Ma nella credenza popolare è numero
infausto perchè omofono di si 死 come "morte".

- 五 à uno dei piu importanti nella mistica. È centrale. 5 sono i colori, i sapori, 5 i Classici
della tradizione confuciana (Wujing 五经), ossia Libro dei mutamenti, delle odi,
dei documenti, dei riti e Primavere e autunni. 5 erano i picchi maestosi (wuyue 五
岳)delle montagne dove ci si recava in pellegrinaggio. 5 le fortune (wufu 无福 ) da
augurare (lunga vita, salute, ricchezza, tranquillità, virtù). 5 i visceri (wuzang 五
脏). E oggi 5 le stelle sulla bandiera che indicano l’unione delle diverse etnie
(mongoli, mancesi, uighur e tibetani) sotto l’egida degli Han, anche se un tempo
indicava il partito Comunista circondato dalle classi che avevano aiutato nella
vittoria del '49.

- 六 à non molto rilevante. Associato ad un esagramma fisso (libro dei mutamenti), senza
possibilità di mutare. 6 (liuyi 六艺) sono le Arti del gentiluomo (riti, musica, tiro con arco,
guida dei carri, scrittura e numeri) e 6 ( liushu 六书) pure le categorie in cui rientrano i
caratteri. 6 anche le ripartizioni dell’amministrazione imperiale (liubu 六部): affari civili,
riti, finanze, affari militari, leggi e punizioni, lavori pubblici.

- 七 à dovrebbe essere un numero Yang poichè dispari, invece è associato alla donna,
poichè in 7 mesi una bimba mette i denti da latte che perderà completato a 7 anni, e a
doppio ciclo di 7 anni avrà le mestruazioni. Nella pratica Buddhista era numero associato
alle pratiche Funebri percheè la morte prevedeva digiuno di 7 gg x 7 (zuoqi 作七), e
donazione di offerte fino al 49esimo giorno. 7 sono tradizionalmente gli astri (qixing 七
星).

- 八à dovrebbe essere Yin, invece è maschile perchè la vita dell’uomo è scandita in 8 fasi
à ad 8 mesi il bambino mette i denti che perde a 8 anni, completato due volte il ciclo di
8 anni il bambino è adulto e dopo 8 volte 8 anni è vecchio. 8 sono le note, i tesori del
letterato (Babao 八宝), gli immortali taoisti, 8 gli emblemi del buddhismo, 8 i primi
trigrammi, di 8 sezioni doveva essere fatto il brano da comporre x superare gli esami
imperiali per divenire funzionario.

Oggi è numero fortunato per assonanza con Fa "moltiplicazione, abbondanza"à Facai


(发财)vuol dire "arricchirsi". Le Olimpiadi di Pechino non a caso sono iniziate alle 8.08
del giorno 8/8/08.
- 九 à È 3 al quadrato, importante perchè genera il mutamento, lo rende possibile (libro
dei mutamenti à comparsa di nove draghi che animano le linee dei trigrammi). 9 erano
i terreni coltivabili a pozzo (jing 井 ), gli spazi del Cielo, le regioni della Terra. Si
pronuncia come Jiu "durevole" quindi è assai fausto.

- 十 à omofono di shi 食"cibo", fondamentale nella cultura cinese di ieri e oggi. È fatto da
un tratto verticale che si aggiunge a "yi" orizzontale, quindi risulterebbe provvisto di
tutte le qualità dell’uno. Segnala la completezza della successione dei numeri. Mao
Zhedong scelse la data del primo giorno del decimo mese per proclamare, nel 1949, la
nascita della Repubblica Popolare Cinese – 十月一日.

Testo: Liu Xie, Il tesoro delle lettere, un intaglio di draghi

Tratto da questo trattato di retorica e poetica composto nel 6° sec. Parte esponendo i fondamenti,
a partire dal Tao, che è tanto Via maestra confuciana, quanto Legge naturale alla base
dell’ordine sociale. Il discorso procede attraverso altri termini-chiave: wen 文, xin 心, yan 言 e ci
辞 "parole". Tutto è giocato sulla dilatazione semantica graduale del termine 文, che insieme a
心 (mente-cuore) regola sia l interno di noi sia l’esterno (natura). La vasta gamma di significati
che si possono attingere da questi caratteri rende ragione della teoria Confuciana secondo cui il
patrimonio dei classici è espressione di massima saggezza.

Grandissimo è il potere del 文! è nato con il cielo e con la terra. Prima il nero (il cielo) e il giallo
(la terra) mescolarono i propri colori, poi il quadrato (la terra) e il rotondo (il cielo) distinsero le
loro forme; il sole e la luna, due dischi di giada preziosa comparvero sospesi nella volta celeste,
i monti e i fiumi, splendenti come broccato si distribuirono ordinati sulla superficie della terra.
Tutto ciò costituisce il 文 del Tao. Quando alto e basso definirono la propria posizione nacquero
due principi, il cielo e la terra: e poichè soltanto l’uomo unisce in sé forze spirituali e materiali,
di entrambi è parte.
Tre poteri (sancai 三才): l’uomo è la vera eccellenza tra le cinque fasi, mente-cuore del cielo e
della terra. Quando nacque il pensiero 心, si costituì la parola 言, e una volta che la parola fu
costituita, la scrittura 文 comparve, luminosa: questo è il Tao della natura.

Drago e fenice sono considerati di buon auspicio per la vivacità e lo splendore dei loro colori; la
tigre e il leopardo confermano la loro maestosità grazie alla lucentezza e alla ricchezza del manto;
le nuvole del tramonto risaltano con tinte che neppure il più abile pittore saprebbe dipingere; le
piante e gli alberi, senza che intervenga il talento del tessitore di broccato si ornano di fiori.

Il 文 dell’uomo nacque con il grande inizio: furono le immagini del libro dei mutamenti a
descrivere per prime tali prodigi. Fu Xi cominciò a disegnarle, Confucio le completò con le ali e
soltanto per gli esagrammi qian 乾 e kun 坤 scrisse le parole ornate. Il 文 della parola è 心 del
cielo e della terra.
La mappa del fiume giallo conteneva 8 trigrammi, lo scritto del fiume Luo le Nove divisioni, e
inoltre caratteri d’oro incisi su tavolette di giada, segni color cinabro su verdi strisce di bambù.
La scrittura nacque quando le impronte di uccello sostituirono le corde annodate.
La composizione letteraria (wenzhang 文章) divenne eccelsa e splendida durante i regni di yao
e Shun. Le nove regole durante la dinastia Xia divennero un canto
Scrittura e pensiero. il Confucianesimo e le Cento scuole

Il Tao o Dao 道 è uno dei cardini del pensiero cinese. Assume interpretazioni diverse. Un primo
significato è "via, strada" ossia in senso figurato "metodo". Nel confucianesimo e nel taoismo
(che sono le due anime della tradizione centrale 中 che si contrappone a gli apporti esterni, wai
外) ha due sfumature diverse.
Confucianesimo enfatizza l’importanza per l’individuo, in relazione con gli altri, di seguire la via
morale che i saggi hanno indicato in accordo con la via della natura.

Taoismo sottolinea l’importanza per l’individuo, nella sua relazione con la natura, di apprendere
il tao e vivere in armonia con esso.

• Confucianesimo: la via degli antenati e dei saggi dell’antichità, infatti Confucio è un


conservatore che non crea, ma trasmette (ATTENZIONE, nonostante ciò NEGA il diritto di
successione ereditaria).
• Taosimo: il principio della natura, che va appreso per vivere in armonia. Nascerebbe dalle
credenze legate a trasformazioni climatiche, al divenire delle stagioni e al mondo della natura.
• Il Confucianesimo invece dai primi culti delle civiltà contadine, dalle feste stagionali, abitudini
e usanze dei villaggi, insomma dal cerimoniale di corte. Quest'ultimo venne consolidato come
dottrina di Stato.
Entrambe le scuole hanno un atteggiamento, una visione molto negativa e critica nei confronti
delle trasformazioni in atto, cioè in entrambe le scuole un rimpianto per l’età dell’oro, per un
passato che è visto come un’età perduta, anche se le due scuole offrono una risposta diversa.
Il presente viene percepito come disordine e come perdita, ma addirittura lo stesso Confucio
arriva a parlare di
Wu Wei, alle volte è tradotto come non agire, è uno dei punti cardini del Taoismo ovvero
adeguarsi che non vuol dire sottostare ma vuol dire vivere in conformità con quello che è
spontaneo, con quello che è naturale.
Wu è una negazione e Wei è l’azione.

La scrittura è inclusa nelle sei arti (liuyi 六艺) à riti, musica, tiro con l’arco, guida dei carri,
scrittura, scienza dei numeri/astrologia – erano le discipline ritenute indispensabili per la
formazione del gentiluomo – una prova di saggezza, giudizio – abilitava al comando.
La scrittura rende manifesto il Tao ( wen yi zai dao 文以载道 ) – il tramite per veicolare il Tao.
Confucianesimo e taoismo traggono entrambi origine dalle credenze legate alle trasformazioni
climatiche, al divenire del tempo e delle stagioni – rapporto diretto con il mondo della natura.

Confucio
Figlio del cielo (天子) – mediatore privilegiato nel rapporto tra uomo e forze della natura (天,
地,人) à tre poteri sancai 三才 -- scuola degli eruditi (rujia 儒家) o dei classicisti o dei letterati.
Il nome nasce da una latinizzazione operata dai missionari gesuiti nel XVI sec del nome Kong
Qiu 孔丘 o Kong fuzi 孔夫子 (maestro Kong). Faceva parte della classe colta degli Shi 士"Letterati
e funzionari", conoscitori delle sei arti, dei rituali e dei Classici (jing 经) della tradizione, dunque
era un Ru (erudito, classicista, letterato).
Chi erano gli ru?
Erano un circolo di intellettuali. Soppianta radicalmente, quella che non era proprio una
classe, ma era un gruppo di intellettuali vecchio stampo, che si chiamavano shì 是(epoca Zhou).
shì 是 à esperti delle sei arti:
• La conoscenza dei riti
• La musica
• Tiro con l’arco
• La guida dei carri
• Calligrafia
• Matematica
Vengono soppiantati via via da una nuova casa di intellettuali di cui Confucio faceva parte, i
cosiddetti (Confuciani) che cominciano ad assumere un ruolo pratico, nel senso della possibilità
di fare da consiglieri presso le corti dei Re dell’epoca.
Fare dai consiglieri e in alcuni casi anche i ministri, dei Re dell’epoca a differenza invece di
questi che comunque venivano assoldati o stavano alle corti dei Re, cioè parlando degli shì, ma
con che competenze? Quella, ad esempio, di combattere, cominciate a vedere il movimento.
La lotta parte dal basso ma sale a livello di strategie, i cinesi non sono stati mai dei sanguinari,
però anche sì.

[Confucio] Girovagò per i regni della Cina alla ricerca di un principe che volesse mettere in
pratica i suoi insegnamenti, ma senza riuscire à storia di un fallimento. Come molti altri
letterati della storia cinese: estromessi dalla vita politica, trovano la gloria in opere destinate a
durare.
Esempi – Mencio (372-289 a.C. mengzi 孟子) o Sima Qian 司马迁, storico che scrisse le
“memorie di uno storico” (Shiji 史记) dove parla di Confucio – oppure il poeta Qu Yuan 屈
原 (340-278 a.C.) o Du Fu 杜甫 (712-770).
Di Confucio sappiamo ben poco, nulla di quanto pervenuto si sa che sia stato scritto di suo pugno
ma ha influenzato moltissimi testi.
I “Dialoghi” lunyu 论语 sono in realtà realizzati dai suoi discepoli e dai loro seguaci.

La vita di Confucio – Sima Qian:


Confucio (551 - 479 a.c) nacque a Zou, un villaggio nel distretto di Changping nel regno di
Luà odierna provincia Shandong 啥东 (shan = montagna e dong = est → a est delle montagne).
Confucio nacque a cavallo tra gli Stati combattenti e le primavere e gli autunni ed è un
momento importantissimo dell’evoluzione della storia cinese e un momento in cui per esempio
avviene l’invenzione del ferro e nascono le città ed emerge una nuova classe di chiamiamoli
mercanti, di commercianti. Cambia, visto l’assetto nuovo, il modo di fare le guerre, cambiano i
combattimenti e anche le tecniche agricole. L’invenzione del ferro è una svolta in questo senso.
È un periodo di grande rivoluzioni e di grandi evoluzioni e come altri periodi della storia cinesi,
evoluzioni e rivoluzioni corrispondono sempre a grandi crisi.
O se volete una grande crisi che parte da una rivoluzione, il mandato celeste cade e si crea spazio
per il nuovo.
Provincia Shandong 啥东 È una penisola che si affaccia nel mare e il capoluogo è Jinan ma c’è
una città bellissima che si affaccia sul mare à Tsingtao (citta nota per la produzione di birra,
Tsingtao Beer)
Il padre di Confucio, Shuliangye, morì poco dopo la sua nascita e venne sepolto sul monte Fang.
Solo dopo la morte della madre Confucio venne a sapere la collocazione della tomba di suo padre
e poté riunire i genitori. Al cognome Kong 孔 si aggiunse il nome personale Qiu 丘, poiché nato
con una protuberanza sul capo – l’appellativo onorifico fu Zhongni.
Sebbene fosse rispettato dai signori di Lu e le sue origini fossero nobili, Confucio era povero e
umile: Da adulto divenne responsabile dei granai della casata dei Ji e in seguito fu nominato
Ministro del Lavoro – sotto la sua guida lo stato di Lu prospero.
In seguito, egli lascò il regno di Lu (indignato da come il governatore, corrotto dal principe dello
stato rivale Qi 齊 , non svolgesse bene il suo lavoro distratto dalle concubine), venne poi
destituito da quello di Qi e anche da Song e Wei. Ebbe inoltre difficoltà per le discordie fra Chen
e Cai. Così infine fece ritorno a Lu. Quindi il movimento dell’intellettuale che indignato dallo
stato delle cose si ritira o se ne va è qualcosa di assolutamente, poi, costante nella storia cinese.
In seguito a squilibri interni del regno di Lu tra Ji Pingzi e il duca Zhao, Confucio si recò a Qi e
divenne attendente di Gao Zhaozi perché voleva essere introdotto presso il duca Jing. Sebbene
il duca lo tenesse in grande considerazione, i dignitari avrebbero voluto allontanarlo. Così il
duca non poté concedere al Maestro gli onori che gli spettavano e lui tornò a Lu.
Dopo la morte del duca Zhao la famiglia dei Ji usurpò le funzioni del duca. Il regno aveva perso
la Via. Nella primavera del decimo anno del duca Ding si fece la pace con Qi: Li Chu, un
dignitario di Qi, volle organizzare un incontro con il sovrano di Lu a Jiagu per analizzare il ruolo
di Confucio nel governo. Attraverso una serie di espedienti, Confucio riuscì a far riavere a Lu i
campi di Yun, Wenyang e Guiyin.
Confucio venne poi nominato Primo Ministro e in quell’epoca Lu crebbe in ricchezza. Qi fu
spaventata da tutto ciò e inviò a Lu ottanta ragazze e trenta destrieri. Il duca accettò il dono e
la carne sacrificale da dare ai dignitari non fu distribuita: Confucio, che aveva posto come unica
condizione per la sua permanenza nel regno la distribuzione della carne, abbandonò Lu.
Egli passò da Kuang, dove fu arrestato in quanto scambiato per Yang Hu, e poi rimase un mese
a Wei. In seguito, si diresse a Cao e, dopo la morte del duca Ding, a Song. Qui praticò i suoi riti
con i discepoli sotto un albero ma fu ostacolato e scappò a Zhengzi. Il suo desiderio era però
quello di tornare a casa, a Lu.
Ji Huanzi, pentitosi in punto di morte del suo comportamento con il Maestro, espresse al suo
successore Ji Kangzi il desiderio di farlo tornare a casa. Ma invece di chiamare il Maestro, egli
richiamò Ran Qiu, un suo discepolo. A lui fu poi domandato di premere perché Confucio tornasse
a casa.
In seguito, egli viaggiò per Cai, She, e si trovò in mezzo al conflitto fra Chu e Chen.
Solo dopo i sessant’anni fece ritorno a Lu, dove scrisse (secondo Sima Qian) Il Classico dei
Documenti, Il Classico dei Riti, il Classico dei Mutamenti, il Classico della musica, delle odi e
gli Annali, insegnò e morì nella convinzione della sua inutilità. Non morì nella gloria con dei
riconoscimenti. Vagò tutta la vita in cerca di un signore disposto a seguire le sue politiche
amministrative. Forma una scuola che è una vera e propria scuola, a differenza delle 100 scuole.
Nel caso di questa scuola invece è proprio un circolo per formare i futuri dirigenti, i futuri
governanti.
Morì a 73 anni.

A lui sono state attribuiti il libro delle lodi, il libro dei documenti, il libro dei mutamenti, le
primavere di autunni e chiaramente il Lún Yǔ 论语. Comunque nei secoli si pensava che fosse
di fatto lui, era talmente un punto di riferimento che dava un valore aggiunto alle opere e
viceversa e siccome Confucio e Confucianesimo e i classici della letteratura cinese sono i tesori
di riferimento di sempre, per la cultura alta, per la cultura bassa.

Dialoghi - 论语 Lún Yǔ
Il testo dei Dialoghi non è organico, e accorpa aneddoti, insegnamenti, aforismi, detti, dialoghi
su e del maestro. Da esso impararono a leggere i funzionari colti, così come da esso venne
permeato l’immaginario del popolo analfabeta – base formazione letterati confuciani. Perché
informava di sé l’educazione impartita al popolo, un intero popolo è stato nel profondo plasmato
da questo testo, che è stato il cemento che per due mila anni ha tenuto insieme una società
fortemente gerarchizzata, seppur con differenze abissali tra le classi, quindi è potentissimo. La
virtù del signore è quello del vento, quella del popolo è quella dell’erba, quindi l’erba si piega al
soffiare del vento. È un’immagine, come spesso succede in questi testi, presa dalla natura e dalla
realtà ed è molto potente.
È come dire è tutto nella natura, è spontaneo e poi quando si parlerà del Taoismo e di quella
naturalezza, se io il principe e se quindi un decreto celeste ha deciso che io incarnassi il principe,
la mia natura è quella di comandare e la vostra natura, che siete a me soggetti è quella di
piegarsi sotto il vento che passa, siete l’erba.
Dov’è la violenza in tutto questo? Non c’è, è spontaneo è naturale.
Il grado di profondità e di quanto ha permeato la simbologia, l’animo cinese è tale che a tutt’oggi
mentre noi diciamo perché i cinesi non fanno la rivoluzione ai cinesi non gliene frega proprio
niente di fare la rivoluzione.
Questo testo ha dato una fisionomia unitaria a questo popolo e a questo paese per millenni, a
tutt’oggi è così.
La struttura dei testi filosofici della tradizione cinesi è abbastanza simile, l’unica grande
eccezione è Xúnzǐ 荀子.
Sicuramente i dialoghi non sono privi di aporie, è un testo composito, opera di compilatori con
opinioni non sempre omogenee tra loro per altro.
Insieme ai Classici e alle reinterpretazioni e integrazioni ad opera di Mencio e Xunzi 荀子 (312-
230 a.C.), dagli han in poi, saranno il riferimento principale per la condotta da seguire da parte
dell’élite dell’Impero.
Nei Dialoghi c’è il collante che per 2000 anni ha tenuto insieme una società con differenze
smisurate fra strati dandogli un’unità.
Molti iniziano con una formula, il Maestro disse, Confucio disse che in cinese sarebbe à Zǐ Yuē
子曰 – Il maestro disse, tradotto letteralmente il maestro dire, recitando a memoria i dialoghi,
la minoranza destinata a istruirsi imparava a leggere. Ma questo tipo di forma non permeava
solo gli intellettuali, raggiungeva anche il borgo, i contadini, anche quelli che erano analfabeti.
Il testo fu nei testi poi ancora commentato, come successo al libro delle lodi, l’intervento più
grande fu fatto nel 12° secolo D.c. opera di un grande neoconfuciano Zhu Xi.
Ma bisogna di nuovo precisare che la lettura data dai letterati nei secoli ha informato il senso
originale dell’opera, non possiamo staccarci e prescindere da questo.
Se noi leggiamo il testo in maniera letterale, estraendoci dalla lettura allegorica spesso fornita
da letterati durante i secoli, vedremo che le contrapposizioni tra Taoismo e Confucianesimo non
sono cosi nette.
Un detto importante, notissimo di Confucio: Io trasmetto, non creo.

Nei Dialoghi Confucio parla di musica e riti, enfatizzandone l’importanza sul piano sociale e
politico. Con Confucio la concezione di musica viene rivalutata e perde quelle caratteristiche
sciamaniche dell’antichità. La musica non era solo una performance vuota, ma era la
personificazione di precisi valori espressi nella pratica attraverso il rito.
Le arie shao del sovrano Shun e quelle wu del sovrano Wu erano per Confucio le musiche
perfette: in un estratto egli consiglia Yan Yuan di ascoltare queste musiche e bandire i canti di
Zheng in quanto lussuriosi. La musica aveva funzione psicagogica e quindi il sovrano doveva
ascoltare la musica corretta per governare rettamente.
Le sonorità eccessive producevano nell’uomo un comportamento licenzioso e perciò egli criticava
l’esecuzione delle ballate popolari presso la corte.

Musica
Musica (yue 乐 ) e rituale si compenetrano poiché ogni cerimonia doveva tenersi con
accompagnamento musicale, dove la musica è eco pregiato dei suoni della natura, e pure fa da
collante armonizzatore per gli strati sociali – costituisce anche strumento politico-filosofico.
Ogni parte della cerimonia aveva musiche stabilite, che il letterato doveva conoscere.
L’emissione regolata degli strumenti a fiato (i più importanti) era detta "jie 节", che dal
significato originario dei nodi del bambù (misura) passò ad indicare le festività.
L’indagine acustica era confinata solamente alla tecnica esecutiva e quindi specialistica. Nel
libro “Le Primavere e gli Autunni” di Messer Lu (Lushi Chunqiu III secolo a.C.) intitolata Le
altezze sonore (Yinlu) non si evince come la musica venisse eseguita: il supporto teorico è
infatti di tipo matematico. Queste indagini vennero poi riprese da Sima Qian nelle Memorie di
uno storico (Shiji). Termini da tenere in considerazione per lo studio musicale sono:
- Il carattere 樂 che ha significato di yue (musica ma più precisamente musicale rituale) e
le (gioia, piacere, felicità);
- Il carattere Sheng 聲 che poteva significare suoni, voce, verso degli animali;
- Il carattere Yin 音 che significava timbro; Il termine poteva anche riferirsi alle cinque
note della scala pentafonica cinese (wusheng 五聲 o wuyin 五音 infatti yin e sheng sono
spesso sinonimi).
- Il termine lu era interpretato come legge sonora e indicava il sistema delle dodici altezze
acustiche.

Una leggenda narra che l’Imperatore Giallo Huangdi 黄帝 ordinò a Ling Lun 伶倫 di fabbricare
le canne musicali per determinare i suoni, deriva il termine huangzhong (strumento per
ricavare le altezze). Essa era la canna più lunga e quindi produceva il suono più grave. Essa
genera i sei suoni femminili e i sei suoni maschili associati al canto della fenice femmina e di
quella maschio. La canna huangzhong ricordava le Sorgenti Gialle dimora dei defunti e origine
della vita: in questo luogo culmina lo yin e nasce lo yang.
Dalla prima canna Lin Lung ne fabbricò altre fino ad arrivare al numero di 12.
Dalla Dinasta Han in poi il rapporto fra le altezze sonore e gli altri sistemi di misura si
enfatizzò. In più, in questo periodo il sistema dei dodici lu, dei cinque suoni e dell’organologia
musicale banyin entra a far parte di una visione legata al ciclo dello yin-yang.
Sotto la Dinastia Qin vi fu l’unificazione dei pesi e delle misure che portò molto potere
all’autorità governativa.
Con Confucio il mondo sonoro divenne oggetto di riflessione etica e l’esperienza estetica si lega
all’arte del governo. Per governare in modo corretto era necessario ascoltare un preciso stile
musicale.
La concezione della bellezza coincise con la necessità di ordine: infatti, durante il periodo dei
Regni combattenti la discussione musicale rifletteva la turbolenta situazione politica.
L’estetica cinese antica comprendeva quindi anche la sfera musicale (ma anche quella morale,
quella sociopolitica).
La bellezza si esprimeva attraverso la dignità della condotta, la moralità, con il rispetto del
comportamento fisico e mentale adeguato a ciò che era considerato eticamente bello: ciò che è
esteticamente bello = mei 美 e ciò che è eticamente corretto = shan 善 sono dipendenti l’uno
dall’altro. Il bene si trovava invece nella compostezza del contegno formale.
Il senso del bello coinvolgeva l’individuo completamente: l’arte divenne strumento di ritualità
quotidiana.
L’atto performativo musicale era visto come esercizio spirituale necessario per la xiuji (auto-
coltivazione). Lo Yueji (Memorie sulla musica) ci parla della relazione che intercorre fra suoni
e animo umano. Essi sono generati da xin 心, il cuore; a contatto con il mondo esterno le emozioni
dell’animo sgorgano liberamente e il cuore si emoziona, esprimendo la propria emozione
attraverso l’emissione dei suoni. Lo yue sancisce il connubio fra universo musicale ed
emozionale. I suoni sono quindi espressione delle emozioni. La musica era l’atto performativo
del rito e il rito distingueva ciò che era appropriato e ciò che non lo era.
Secondo lo yueji la musica evocava una reazione emotiva condivisa dagli uomini – i diversi ruoli
sociali erano in armonia (he 和) uniti simbolicamente grazie alla condivisione musicale.
Ma il mondo musicale era legato anche a quello medico, in quanto poteva influenzare le
condizioni psicofisiche di un individuo (medicina preventiva). Il qi 氣, il soffio vitale che permea
l’universo, emette le emozioni che devono essere temperate e bilanciate.

La rettifica dei nomi


Zhengming 正名 sanciva il principio per cui la rettitudine morale dipendeva necessariamente
dall ordine del linguaggio. Con questa definizione dei concetti, l’uomo superiore (junzi 君子) può
conformare ad essi le sue parole e azioni ("che il sovrano agisca da sovrano, il padre da
padre…ecc") – jun jun, chen chen, fu fu, zi zi – 君君,臣臣,父父,子子。
La comunione tra uomo e natura si rispecchia pure nei ruoli prestabiliti degli umani
("l’eccellenza morale dell’uomo nobile – junzi – è come il vento, quella dell’uomo dappoco –
xiaoren 小人 – come l erba... quando il vento spira, l’erba si flette").
Il superiore è contrapposto ai piccoli uomini, 小人 xiao ren, che nella concezione interiore sono
inferiori come donna e schiavi ma chiunque di fronte alla superiorità morale di un principe è
inferiore.
La virtù dei 小人 xiao ren dev’essere quella di seguire la guida di chi sta sopra.
Dialoghi:
Se tu vuoi bene, il popolo sarà buono;
La virtù del signore è quella del vento, la virtù del popolo è quella
dell’erba, se sopra ci passa il vento l’erba deve piegarsi;
Il maestro disse e studiare e di tanto in tanto ripetere, non è forse un
piacere?

Ren 仁 è composto dal radicale di uomo 人 e dal numero "er 二"à l uomo trova la sua umanità
solo nel rapporto con l’altro. Innovazione di Confucio è infatti l’uomo come animale sociale. I
missionari videro infatti una connessione tra "ren" e l'agapè" cristiano.
Il concetto di 仁 è indissociabile dal senso di rito (li 礼) perché nel rituale gli uomini celebrano
la loro esatta posizione nel cosmo e legittimano il loro ruolo nell’indispensabile rete dei rapporti
sociali.
Altre importanti virtù del Junzi sono la lealtà (zhong 忠) e la giustizia (yi 义), la fiducia (xin
信), la reciprocità (shu 恕) e la pietà/devozione filiale (xiao 孝)à vediamo che comunque la società
è gerarchizzata e ognuno deve rispettare il suo ruolo.

Gli eredi di Confucio

- Mencio: nacque nello stato di Zou (nell’odierno Shangdong, vuol dire propriamente ad
est delle montagne, come Confucio), e visse tra 4° e 3° sec a.C. Pure lui non trovò un
principe che mettesse in pratica i suoi insegnamenti. È il nome del maestro Meng a dare
titolo all’opera che raccoglie molte delle sue conversazioni con i feudatari e discussioni
con pensatori di altre scuole.
La riflessione è incentrata sulla natura umana (xing 性) che è fondamentalmente buona,
ma guastata dalla società e ricerca spasmodica di beni personali (li 利).
Superiorità dell’uomo: si basa su possesso di mente capace di ragionare.
Ragioneànozione bene e male. Ragione = morale, è patrimonio di tutti gli esseri umani.
Tutti gli uomini possiedono anche una mente che non può non provare compassione per
gli altri.

• Compassioneàren 仁
• Vergogna e avversioneàrettitudine
• Umiltà e arrendevolezzaàriti
• Sentimento del bene e del maleàsaggezza

TEORIA DELLA BONTÀ FONDAMENTALE DELLA NATURA UMANA. La bontà può


essere deviata o perduta, e il fine dell’educazione è il suo recupero: sarebbe impossibile
se non esistesse quella radice. Prima causa perdita bontà originaria: li (interesse) =
egoismo/interesse individuale contrapposto a bene pubblico.

Parabola del Monte dei Buoi à un tempo la montagna era


lussureggiante, ma gli alberi sono stati sfrondati e poi decimati dalle asce
dei boscaioli, la gente non immaginava ci fosse legame (cai 材); le qualità
(cai 才) dell’uomo possono essere annullate dalle sue azioni scriteriate,
come sotto i colpi di un’ascia.
Nel "Mencio" ricorre la forma del dialogo mediante ricorso a parabole, spesso usando
rimandi basati sulle assonanze tra i caratteri. (es. parabola del bambino che cade nel
pozzo e verrà sicuramente salvato, al di là di interessi personali). Conversazioni di Meng
Cho con i feudatari, alcune conversazioni con pensatori di altre scuole.
Mencio pome in grande rilievo l’economia politica, trascurata dal suo maestro, insistendo
anche su aspetti tecnici come la coltivazione a pozzo (dove il terreno si divide in 8 campi
privati intorno a un nono pubblico con un a ripartizione dello spazio simile al carattere
– jing 井). Ogni famiglia della comunità avrebbe coltivato il proprio terreno partecipando
ai lavori per quello pubblico e i proventi sarebbero andati al Principe.
Questa riforma non è mai stata applicata se non dall’usurpatore Wang Mang 王莽 (45
a.C. – 23 d.C.) che durante il suo interregno (9-23) usò questa tecnica à esiste sempre
uno iato tra dottrina e le sue interpretazioni.
Il confucianesimo di Mencio sviluppa concetti dei Dialoghi, insistendo sul fatto che il
benessere del popolo dipende dal buon governo, che deve: sostenere i deboli, l’istruzione
e gestire bene l’economia agraria. L'apice è la cura per gli anziani sia in famiglia che in
società (la "Benevolenza"仁 Ren).

- Xunzi: questa volta l’opera è scritta dall’autore direttamente – visse nel 3° secolo AC,
nacque nello stato di Zhao, fu funzionario in Qi e in Chu – fu autore sia di prosa filosofica
che di poesia – xunxi visse nell’ultimo secolo degli Stati Combattenti, alla vigilia della
fondazione dell’impero ad opera del sovrano di Qin nel 221 AC– come grandezza è
secondo solo al Juangzi – trattato filosofico in 32 capitoli con varie argomentazioni che
ripercorrono la scuola della legge (fajia 法家). È un vero trattato, molto pragmatico,
persegue un pensiero scevro da idealizzazioni del passato (non crede all’età dell’oro, né
all’idealizzazione di un passato diverso dal presente), per molti aspetti opposto a Mencio
(ad es. per la natura umana: la spontaneità li condurrebbe a conseguire solo il proprio
"li" interesse, e solo la guida del sovrano può far ordine). Nell’apparato di regole che
delinea, anticipa la Scuola della Legge. Alla riflessione e l’autocritica di Mencio, risponde
con l’importanza dello studio ed intelligenza.
Alla fine, i letterati scelsero Mencio e il suo libro come testo canonico perché il realismo
di Xunzi non era rispettoso.
Xunzi critica anche il Zhuangzi perché troppo rivolto verso il cielo.
La rettitudine è assunta da Xunzi come spinta moralizzatrice e regolatrice che induce gli
uomini a ordinare passioni e desideri soggettivi e ad organizzarsi in società – a uscire
dalla condizione barbarica e a fondare la civiltà. L’uomo si distingue dagli animali per le
differenze fisiche, ma anche perché fonda le divisioni di ruoli (fen). Se vivono insieme
senza divisioni ci sarà lotta, va formata un’organizzazione sociale. Luomo va guidati da
un maestro e dai riti – l’uomo nasce con il desiderio, se non viene soddisfatto cercherà in
tutti i modi di soddisfarlo – i riti servono per la soddisfazione.
Per raggiungere equilibrio e armonia serve la musica, che è unità. L’appartenenza a ruoli
è sociali non è precostituita, si fonda sulla saggezza – attraverso studio e birtù
Il Confucianesimo divenne dottrina ufficiale di stato dagli Han – Dong Zhongshu 董仲舒
(179-104 a.C.) unificò la teoria dello Yin e dello Yang con quella delle Cinque Fasi
(wuxing 五行). propose la distruzione dei testi che non rientravano nel dominio dei
Classici, ma l’imperatore Wu (Wudi 武帝– 140-87 a.C.) istituisce una scuola di legge per
preparare i futuri funzionari formandoli sui testi confuciani. Xunzi è stato messo da parte
solo durante la dinastia Qing.

- Zhu Xi 朱熹 (1130-1200) – neoconfucianesimo: insiste in una ripresa della dottrina


originaria in opposizione al suo decadimento a causa delle contaminazioni taoiste e
buddhiste, ripresa che si verificò in particolare dopo l’845, anno della proscrizione al
buddhismo lanciata per contrastare lo strapotere politico ed economico dei monasteri.
Buddhismo e Taoismo influenzarono i pensatori cinesi di epoca Tang in poi.

- Wang Fuzhi 王夫之(1619-1692) in epoca Ming imputerà il linguaggio di essere artificiale,


propone una lettura sistematica del mondo e degli eventi, ricercando nella natura stessa
i principi della morale (es. realtà del mondo VS vanità del tutto e pura illusione del
mondo sensibile buddhiste). Si ribadisce l’armonia del cosmo – contemplazione da seduti
(jingzuo 静坐) che richiama la meditazione buddista.
Due correnti principali (
• Lixue 理 学 —studio del principio, della ragione: riflette sui principi
dell’organizzazione del mondo nascosti sotto l’apparente disordine dei fenomeni
(principi delle cose e cose stesse)
• Xinxue 心学—studio della mente-cuore: saggezza come intuizione istantanea,
l’universo è un’emanazione della mente-cuore, percepito dall’uomo.
La corrente Lixue 理学 è quella che ha prevalso.

Le Cento scuole

Fu nel passaggio dall’epoca Primavera e Autunni (Chunqiu 春秋, 770-476 a.C.) a quella degli
Stati Combattenti (Zhanguo 战 国 , 476-221 a.C.) che i signori presero più potere nei vari
principati. Si passò dall’età del Bronzo a quella del Ferro, dall’aristocrazia all’idea di stato
centrale con la figura del funzionario – abbiamo una crescita demografica, sviluppo delle città,
nuovi ceti mercantili, rivoluzioni agricole, militari, artigianato e mezzi di trasporto.
Unificazione dell’Impero, compiuta da Qin Shi Huangdi 秦始皇帝 nel 221 a.C. à periodo
assiale – in Grecia nasce il pensiero filosofico, in India il Buddha predica la propria dottrina e
in Cina fioriscono le “cento scuole” (baijia 百家) à pensatori che offrono i propri consigli e servizi.
E in questo contesto pragmatico affiora in Cina il pensiero filosofico, in particolare il dibattito
sulla legittimazione dei regni emergenti. L’idea che il merito potesse sostituire il privilegio di
nascita spostò l’asse sulla formazione e la condotta necessarie per acquisire il potere. I cinesi
attribuiscono alla politica un ruolo preminente, infatti la storia del mondo inizia con quella della
civiltà, e nella tradizione non c’è molto spazio per cosmogonie.
Cento Scuole – pochissimi testi a disposizione – lo storico Sima Qian 司马迁 nelle Memorie di
uno storico elenca sei scuole. Lo Hanshu 汉书(Storia degli Han) di Ban Gu 班固(32-92) ne elenca
dieci:
- Confuciani e Taoisti
- Yin e Yang – yingyiangjia 阴阳家
- Moisti – mojia 墨家
- Scuola della legge – fajia 法家
- Scuola dei nomi – mingjia 名家
- Scuola dei politici – zonghengjia 纵梗家
- Scuola degli eclettici – zajia 杂家
- Scuola dell’agricoltura – nongjia 农家
- Scuola del “piccolo dire” – xiaoshuoji 小说家, un raggruppamento eterogeneo di
varie scuole di pensiero.

Alcune continuarono, altre scomparvero, come i Moisti à derivano dal maestro Mo (Mozi 墨子
– 479-381 a.C.), uno dei principali antagonisti confuciani che predicava l’idea dell’amore
universale con un Organizzazione della società frugale e tirannica allo stesso tempo. Si è formato
alla scuola confuciana. Anche lui visse girovagando per varie corti, andava di stato in stato per
offrire i suoi servizi di intellettuale per soldi, vendere il suo messaggio ad una persona ad un re,
perché lo mettesse in pratica nella sua arte di governo... tra le 100 scuole era quella che all'epoca
godeva di maggior prestigio, interesse eppure si esaurisce senza lasciare tracce. Il suo testo è di
71 capitoli ma 18 sono andati perduti. È un testo oscurissimo, manca l'immaginazione e la
ricchezza immaginifica di un Juanzi, ad esempio, e anche dal punto di vista letterario non è una
grande opera. I discepoli compilarono il Mozi per raccogliere gli insegnamenti del maestro, un
testo oscuro giunto a noi incompleto. In esso sono determinati tre criteri di validità applicabili
a qualsiasi teoria:
- Conformità alla condotta dei santi re antichi;
- Conformità a quanto risulta evidente dell’esperienza empirica;
- Applicabilità pratica.
Nonostante sia antagonista di Confucio, anche per Mozi è necessario che il potere sia
amministrato e che il popolo si identifichi con i superiori. Ma diversamente dal primo, predica
un’adesione al senso comune della gente modesta e una politica del risparmio economico, fino
alla condanna della musica come sperpero di denaro. Fu probabilmente il profondo cambiamento
della società a decretarne la fine: lo sviluppo delle tecniche agricole e industriali garantì la
crescita delle classi abbienti, ostili alla frugalità predicata da Mo. Le due parole chiave di questo
pensiero sono: l'amore universale ed il rifiuto della guerra.
Quando si parla di “amore universale” non è “vogliamoci bene, abbracciamoci tutti”, per Mo Zi
è il concetto, l'intuizione di umanità concepita come unico corpo, ed in questo riverbera il
taoismo, perché “tutto è un cavallo”.

Nel Maestro Gongsun Long (Gongsun Longzi 公孙龙子) à trattato in cinque parti attribuito
all’omonimo pensatore del 3° secolo a.C. – troviamo la questione della divergenza tra nomi e
realtà. Il testo presenta paradossi simili a quelli di Zenone, tipo “un cavallo bianco non è un
cavallo” oppure “un bastone di un piede, diminuito della metà ogni giorno, non si ridurrà a zero
in diecimila generazioni”

La scuola della legge (fajia 法家), detta “legismo”, fu di gran successo – teorici principali:
filosofo Han Feizi 韩非子(280-233 a.C.) e Li Si 李斯(280-208 a.C.) primo ministro di Qin Shi
Huangdi à furono tutti allievi di Xunzi. Il testo di riferimento di questa scuola prende il nome
dal suo autore, realmente esistito e vissuto nel 3 secolo a.C., che si avvelenò perchè obbligato a
farlo dal primo ministro dall’imperatore Chin perchè era troppo pericoloso e concorrenziale al
ministro, si chiamava Han Feizi 韩非子 (apparteneva alla famiglia reale dello stato di Han, il
suo sovrano non ne accettò i consigli, allora espose in un libro le sue idee sull’arte del governo –
nel 234 lo stato di Qin attaccò Han e il re di han lo inviò come ambasciatore a Qin. Il sovrano di
Qin provò interesse a conversare con Han Feizi ma venne messo in prigione e Li Si – il primo
ministro – gli inviò il veleno con cui uccidersi) e cosi si chiama il testo di riferimento che nella
forma che ci è arrivata è fatto da 55 capitoli ma molti di questi sono spuri e fatti da compilatori
successivi – presenta molti termini taoisti; Han Feizi 韩非子 era un allievo di un pensatore
confuciano, posteriore a Confucio, si chiamava Xun Zi (Zi maestro).
Il pensiero che trova estrazione nel testo è un pensiero che guida la condotta pratica, non
filosofia, di qualsiasi uomo di governo, è un po’ un pensiero che risponde alle esigenze di
passaggio da un potere decentrato divisione più staterelli ad un potere centralizzato, è un
trattato con una lucidissima chiave politica che vuole condannare il moralismo ipocrita. Suo
merito è distinguere con precisione la morale della politica e condannare il moralismo.
La scuola proponeva una concezione totalitaria dello stato, che doveva essere diretto
autocraticamente dal sovrano secondo rigido sistema di norme e punizioni, imparzialmente
applicate. Questo consolidamento del potere imperiale portò a guardare con sospetto ai
“perniciosi” testi confuciani, tanto che vennero distrutti nel 213 a.C. e se ne conservò un’unica
copia per la classe dirigente. Tra questi furono salvati solo i resoconti storiografici + trattati di
medicina e agricoltura, anche divinazione (libro dei mutamenti).
Il rogo fu inefficace perché i letterati conoscevano a memoria i Classici. Si arrivò persino alla
carneficina di centinaia di confuciani che furono sepolti vivi.
I precedenti del pensiero legista risalgono al 7° secolo con Guan Zhong, eminente uomo dello
stato di Qi e i suoi principi affermano la vacillazione dell’ordine feudale e preannuncia la
formazione dell’impero unitario – due testi:
- Shang jun shu: libro del signore di Shang à del grande statista Shang yang di Qin
- Libro del filosofo Shen Buhai
Entrambi sottoloineano due fondamenti dell’agire politico: leggi chiare, certe e inflessibili;
metodi e tecniche di governo. Entrambi saranno accolti ha Han Fei, il quale attribuirà al sovrano
l’emanazione delle leggi anziché dell’arbitrio del sovrano – oggettività vs soggettività.
Il sovrano non è più principe ma governatore di uomini – l’autorità è essenziale per
dominare le masse. “il cielo ha il suo destino, l’uomo ha il suo destino” - non agire à astuzia di
chi non nasconde i suoi propositi.
Attacco a moisti e confuciani perché pongono la virtù alla base dle buion governo e per Han
Fei esse sono estranee all’agire politico, inoltre i letterati rendono servizio ai feudi in declino e
quindi i loro interessi sono privati à Inoltre, parla delle 5 pesti: categorie di persone che sono
negative per questa forma di governo ed indicarle fa capire molte cose del legismo e del pensiero
cinese in genere. Le cinque pesti sono: i letterati (cioè i confuciani), i cavalieri cioè gli
esponenti della vecchia società, mercanti ed artigiani da tenere presente per capire la sorta
di ostilità verso le attività di questo tipo, per esempio il fatto che abbiano le unghie del mignolo
lunghissime, questo per far vedere che non hanno a che fare con il lavoro pesante e che non
maneggiano i soldi, cosa che danno fare spesso alle donna, cosa che sta pero cambiando, i
dialettici e quelli che evitano il servizio militare con la corruzione (pagando). Ma Han Feizi 韩
非子 ce l’ha anche con altri gruppi di persone: gli eremiti (i taoisti), gli albergatori, gli indovini,
i filantropi, in sostanza è contrario a quanti pongono la virtù, la bontà e la rettitudine come base
del buon governo e tutto quello che va contro ciò che loro non sono o contro coloro i quali con la
loro attività esprimono i loro interessi privati, che non sono controllati per fare il bene e credono
di poter fare il bene da soli, quelli che sono le classi sociali in declino, i cavalieri per esempio.
Contro quelli che sono quello che loro non sono. Chi si salva? I contadini, gli agricoltori che sono
alla base di qualunque struttura politica e filosofica cinese fino all’altro.
Nell’interesse pubblico va condotta la politica economica, la priorità va data all’agricoltura, fonte
prima della ricchezza comune; vanno incoraggiati i lavoratori, cioè i contadini e colpiti i
fannulloni e i parassiti. Va favorita l’attività militare nell’interesse comune e scoraggiato l’uso
di armi private.
Il despota deve scegliere i suoi ministri secondo le norme e in base alle loro funzioni – sono i più
temibili

Scuola dei nomi – mingjia 名家 – anche la scuola dei nomi fa riferimento ad un testo, è un
trattato in 5 parti sempre prende il nome dal suo maestro Gongsun Longzi 公孙龙子, attributo
a lui, del 3 secolo a. C. Diciamo che intanto si segnala una aperta polemica in contrapposizione
con altre scuole. La più evidente è quella con il confucianesimo. La scuola dei nomi tende a
smontare, a fare perdere il senso, a decostruire l'assetto e l'assunto del confucianesimo tale per
cui qualcosa che ha quel nome = rettificazione dei nomi. La cosa interessante è il procedimento
che attuano per smontare questo assetto. Questo maestro, questo testo, getta la luce su una
insoddisfazione del pensatore che lo ha scritto perchè nella sua percezione c'è una divergenza
tra i nomi e la realtà. “divergenza tra nomi e realtà”à la scrittura che è il Wen non è una crosta
ma è la realtà stessa, i caratteri sono viventi, non sono dei rimandi come le nostre parole. I
caratteri, il Wen è il mondo, non è un'astrazione del mondo. Se qualcosa è scritto è, se qualcosa
è detto può non essere. Detto questo è per dire che per lui questa cosa non funziona, quindi
impegna tutto il suo lavoro di riflessione filosofica è volto a smontare l'assunto dei nomi ma in
modalità molto inefficaci per questo la sua scuola non ha seguito. Per esempio, uno dei suoi
crucci fondamentali era l'inseparabilità del bianco: cioè “il cavallo bianco non è un cavallo”, per
smontare l'assunto del confucianesimo si impegna a dimostrare come non esiste una categoria
generale, perché già se applico al cavallo il fatto che sia bianco non é già più un cavallo. In
sostanza si coglie nelle elaborazioni teoriche del maestro una sorta di fatica di incompatibilità
con la lingua con cui queste argomentazioni sofistiche vengono espresse, il problema è che la
scrittura cinese è inadatta ad esprimere formulazioni intuitive paradossali, cioè, lo può fare con
la poesia, ma li c'è il salto di intuizione. Ma elaborare un pensiero consequenziale, una
riflessione sofistica non a questo non si presta la scrittura cinese.

La formazione confuciana: studio dei Classici ed esami imperiali

I Classici erano alla base dell’ordine, raffigurano il cielo e la terra e testimoniano i demoni e gli
spiriti. Il termine per designarli era “jing”, che originariamente indicava la trama di un tessuto,
poi prese ad indicare i testi normativi che i letterati funzionari dovevano conoscere. Il termine
jing si userà anche per render ein cinese la parola sanscrita sütra che fa riferimento ai testi sacri
del buddhismo.
Il nucleo originario era i 5 classici:
- Libro delle odi – shijing 诗经
- Libro dei documenti – shujing 书经
- Libro dei mutamenti – yijing 易经
- Anche Primavere e Autunni – Chunqiu 春秋 – fanno parte del canone: sono una
cronaca storica dello stato di Lu, a riprova dell’enorme influenza che ebbe il pensiero
confuciano. In realtà Confucio è nato proprio a cavallo tra le primavere e gli autunni e
gli stati combattenti.
- Infine, un manuale sui riti e cerimonie, “Memorie dei riti” – Liji 礼记
Spesso si menziona anche un sesto testo, oggi andato perduto, il Classico della Musica
(yuejing 乐经) ma si mette in discussione la sua stessa esistenza.

In epoca Tang, si sarebbero aggiunti altri classici, per un totale di 13:


- Etichetta e Riti (Yili 义礼)
- Riti dei Zhou (Zhouli 周礼)
- Due commentari delle Primavere e Autunni:
o Tradizione di Gongyang – Gongyang zhuan 公羊传
o Tradizione di Guliang – Guliang zhuan 谷梁传
- Il classico della devozione filiale
- Dialoghi di Confucio
- Mencio
- Lessico Letterario o Avvicinamento a ciò che è corretto (erya 尔雅) –
antichissimo dizionario

In epoca Song, il neoconfuciano Zhu Xi introdusse un nuovo nucleo di testi di riferimento, i


Quattro Libri (sishu):
- Dialoghi
- Mencio
- Due sezioni scorporate dalle Memorie dei Riti:
o Grande studio (Daxue 大学)
o Giusto mezzo (Zhongyong 中庸)

Un primo abbozzo di esami imperiali (keju 科举) già esisteva sotto gli Han con l’imperatore Wu.
Ma sarà sotto i Tang che il sistema verrà istituzionalizzato: oltre alla conoscenza dei Classici,
erano previste prove di diritto, matematica ed abilità calligrafica. Gli esami si svolgevano 1 volta
all’anno e prevedevano una 20ina di specializzazioni – le più importanti erano esperto dei
classici (mingjing 明经) e di studioso introdotto (jinshi 进士). In linea generale, chiunque
poteva presentarsi (figli di funzionari e aristocratici avevano accesso facilitato). Nelle ultime
dinastie, più assolutiste, si introdusse pure il “saggio a 8 gambe” (baguwen 八股文) una
composizione in 8 sezioni a partire da una citazione, e basata su regole rigidissime, con l’uso del
parallelismo ed altre figure retoriche. Solo la conclusione era più libera. A seconda dell’esame
che si superava si andava ad occupare il rango corrispettivo nel funzionariato. Ogni anno erano
poi previste valutazioni minuziose dell’operato del funzionario, in base alle quali egli poteva
avanzare o retrocedere.

Testo: Classico dei tre caratteri

“Sanzijing”三字经: attribuito ad un letterato dei Song meridionali – Wang Yinglin 王应麟. È


un abbecedario composto da 356 rime di tre caratteri ognuna, ampiamente usato per la
formazione dei bambini fino alla dinastia Qing. I gruppi di strofe, ognuna fatta di 4 rime,
formano ritornelli e filastrocche sulla tradizione confuciana, facili da memorizzare (es.”gli
uomini sono simili per natura, ma nella vita quotidiana assai diversi”). Numerosi sinologi
suggerivano la memorizzazione di questo Sanzijing per chi intraprendeva lo studio del cinese.

Il Taoismo
Già nella Cina pre-imperiale vi erano speculazioni di mistici che definivano il Tao (dao 道, via,
strada, cammino) principio regolatore dell’universo – sistema assoluto della perfezione.
A quei mistici in seguito venne dato il nome di Taoisti, infatti il termine taoismo è stato applicato
ai loro scritti da bibliografi degli Han Occidentali. Gli scritti canonici della 1° fase sono:
- “Libro della Via e della sua potenza”, (Daodejing 道德经) di Laozi (老子 Vecchio maestro)
- “Zhuangzi” 庄子, del maestro Zhuang Zhou 庄周.

Il Principio primo del Tao possiede la qualità di ziran 自然 “ciò che è di per sè”, ossia la
spontaneità, naturalezza di ciò che non viene imposto. La libertà si raggiunge soltanto seguendo
totalmente il grande movimento naturale.
Ma l’etè in cui il taoismo prende piede è l’età Imperiale (2° sec. AC), in cui questa ricerca di
naturalezza cozza con le istituzioni feudali e l’amministrazione centralizzata, generando ostilità
contro l’ortodossia confuciana ed una ricerca di individualismo contro l’assoggettamento passivo
alle norme. Ciò culminerà col rifiuto totale della vita pubblica e l’isolamento dei taoisti, e in altri
casi, pure con violentissime rivolte.
A volte però si traduce come“via”: in effetti l’ideogramma sulla sinistra rappresenta una
specie di biscia, radicale che rappresenta l’idea di un uomo in cammino; la parte sulla destra
in alto rappresenta un occhio con le sopracciglia e un capello (道). Diciamo che il Dao è come una
realtà, una verità unificante e onnicomprensiva. Comprendere il Dao significava comprendere i
vari tipi di mutamenti dell’universo, da quelli cosmici a quelli terreni, da quelli ciclici e ricorrenti
(flusso, riflusso, marea…) a quelli fisici e metafisici. In questi mutamenti non è compresa solo
l’astronomia ma anche la guerra, la battaglia (c’è un vincitore e un vinto: quale è lo schema
generale?). Dato uno schema generale, in questa particolare composizione che viene data da una
serie di elementi che in questo momento collimano, quale sarà la risultanza degli eventi?

Daodejing – Libro della Via e della sua potenza 道德经

È un testo fondante della tradizione, e a partire dalla sua traduzione in sanscrito nel 661, anche
l’opera cinese più tradotta in Occidente. Non si sa molto dell’autore Laozi, a parte storie
leggendarie, la tradizione vuole essere vissuto prima di Confucio, il testo che ci perviene è
grossomodo posteriore a Juan Zì. È un testo classico (jing 经). La stesura è collocata attorno al
6° sec a.C, epoca in cui Laozi sarebbe vissuto, anche se gli studiosi pensano sia stata redatta nel
3° sec. AC.
Siamo sicuri che laozi fosse posteriore a Confucio per degli accenni polemici nei confronti della
scuola dei letterati e poi soprattutto perchè la scrittura utilizzata è successiva al 6 °secolo a. c.;
Lao Zi punta di più sulla dimensione effimera della comprensione usando come tramite una
lingua densa, condensata e oscura.
L’autore, questo personaggio storico, sembra essere stato una persona di nome Li Er, che
sarebbe nato nello stato di Chu (questo stato è da ricordare perchè, sapete che c’erano i
combattenti, gli stati della Cina), per antonomasia il Sud; c’è una contrapposizione grossissima
della Cultura del Fiume Giallo e la Cultura del Fiume Azzurro:
- Fiume Giallo =corrisponde al Nord, per esempio, lo vedremo anche nella poesia,
durante l’epoca Han e nei secoli successivi, è una terra di arti marziali, governata
dall’ordine dove la disciplina, la gerarchia ed il confucianesimo hanno grande influenza.

- Fiume Azzurro= corrisponde al Sud che era invece fatto di sciamani, giungle, foreste,
riti sciamani, delle stagione umide, dell’anarchia che sfugge al controllo centrale e
mutatis mutandis questa cosa funziona ancora oggi... il molle sud in confronto al rigido
nord. Pechino vs

Lo vedrete per esempio nel cartone animato Mulan, che fa riferimento ad una poesia realmente
esistente, è una ballata poetica che racconta proprio la partenza, sotto gli abiti di un uomo, di
una donna per la guerra per proteggere il padre era una sorta di pietà filiale mente abbiamo
visto l’alba ballata dove tutti dovevano partire essendo disposizione del re e sottomettersi alla
ideologia confuciana, questo è proprio sud contro nord; nord; due mondi completamente
diversi!)

Li Er è originario dello stato di Chu, quindi del sud della Cina, era il luogo per eccellenza
dell’immaginazione libera delle pratiche magiche per eccellenza e dei riti. Li Er sarebbe stato
un eremita, un intellettuale di opposizione che se ne va per protesta, una pratica che altri
intellettuali taoisti e non, riprodurranno, e li cosa facevano? Lo scopriremo in epoca Tan,
studiavano coglievano fiori e scrivevano poesie; anche qui troviamo una contrapposizione tra
nord e Sud!
Un brevissimo ma fondamentale passo:
“La via che può essere definita via non è l’immutabile via, i nomi che possono essere nominati
non solo gli immutabili nomi, senza nome è all’inizio cielo della terra...

Il pensiero del Maestro si esprime sotto forma di massime e detti, spesso ambigui e con abili
giochi di parole, versi rimati e ritmati. Diverso dai Dialoghi confuciani o di mencio, perchè più
“poetico”, leggendolo non avete una continuità.
Il legame tra l’elaborazione del pensiero & la modalità espressiva (continui rimandi, concetti
chiave...ecc) raggiunge qui la perfezione.

Gia là 1° massima di apertura è emblematica.

Dao ke dao feichang dao ming ke ming feichang ming


道 可 道 非常 道 名 可 名 非常 名

Dice: “la Via veramente via non è una via costante. I Termini veramente termini non sono
termini costanti”.

La Via illustrata è la perpetua mutevolezza stessa. L’Essere/non-essere, vita/ morte si alternano


costantemente nel libro. Riguardo alla corrispondenza nomi-realtà, i cinesi dicevano che fosse
fissa, invece i Taoisti -all’opposto- dicevano che “in un mondo senza permanenza, le nozioni non
sono costanti nè permanenti” à dunque, i termini davvero giusti sono solo quelli che esprimono
questa perenne incostanza.

Altra traduzione italiana della stessa massima, dice: “Il tao che può Essere detto non è l’eterno
Tao/ il nome che può essere nominato non è.…ecc”

Il Tao che intende Laozi è qualcosa di metafisico, mentre sul piano pratico sarebbe la Via della
carità, giustizia e sapienza. Il termine chang 常 ha il significato di perenne, immutabile,
costante.Le traduzioni sono varie e contraddittorie.
La forma poetica del testo fa supporre che esso potesse acquisire una forza incantatrice,
attraverso la ripetizione ritmica di formule cantate e memorizzate, mette in forma di parole
assolutamente poco chiare, molto condensate, altamente caotiche ma poco comprensibili e
lacunose perchè ci sono varie versioni che circolano e spesso sono poche e poco comprensibili.

Il 1° capitolo del Daodejing (69 caratteri) ha una preziosa indicazione:


“Senza nome” è dei Diecimila esseri il cominciamento...nella cessazione di desìo se ne contempla
il prodigio, ma nel costante desìo se ne contempla il limite manifesto”

Ovvero il raggiungimento dello stato di non-desiderio porta alla Verità, e questo percorso di
ASCESI è più volte proposto nel libro. Non si deve guardare a ciò che si desidera perchè le
passioni usurano l’energia vitale. Dunque, bisogna lasciare tutto allo stato naturale (ziran)
(come quando si è neonati ma nonostante si pianga non si perdono le forze). Ma come si ottiene
questo? Tramite la non-azione (Wu wei 无为).

Zhuangzi - 庄子

Attribuito a Zhuang Zhou nel 4° sec AC., un pensatore vissuto nell’ Epoca degli Stati combattenti
– era dello stato di Song (odierno Henan). Sima Qian ci racconta la versione di un uomo
anarchico. E' noto l'aneddoto secondo il quale lui si rifiutò di andare alla corte di un principe
motivando questa sua scelta con un frase ovvero “E' meglio rotolare nel fango che perdere la
libertà”, quindi non mi metto a servizio di nessuno. In questa piccola frase, in questo piccolo
aneddoto un po’ risuona il senso più grande della distanza che si segna tra Confucianesimo e il
Taoismo. Il Taoismo è nel profondo la via anarchica e il rifiuto dello Stato. Il pensiero cinese
nasce con l'esigenza di mettere in forma di pensiero qual è la forma di governo migliore, come
gestire il potere, come avere la meglio sul nemico. La visione del taoismo si diparte e arriva da
un'altra parte, cioè è il rifiuto di tutto questo per però aderire alla spontaneità del tutto. Su
questo c'è una profonda coesione con il Confucianesimo, perché anche il Confucianesimo parla
di vivere in armonia con il tutto. L'armonia del confucianesimo prende forma nel rispetto delle
regole ma soprattutto nell'aderenza a una gerarchia che segna il ruolo di ognuno di noi a seconda
dei contesti nel mondo.
Il taoismo da Zhuang Zi in poi ha preso un'altra via, cioè anche il governo ha una forma di
modifica di azione sullo stato naturale delle cose (si chiama la via della spontaneità).
Quindi il punto di partenza è lo stesso e anche il fine è lo stesso nel senso di aderire nell’armonia
ma i percorsi sono alle volte diversi, alle volte spiccatamente opposti, alle volte paradossalmente
aderenti. Tant'è vero che trovi dei brani e dei dialoghi cose che risuonano il confucianesimo e
viceversa, però il solco della differenza è la fuga dal mondo vs l'organizzazione del mondo e
capire che queste due cose così contrapposte, per noi così antitetiche sono invece profondamente
miscelate nell'anima della cultura cinese e capire la Cina. Non è una cosa che dici adesso che
basta dire la ricetta e dico che non c'è contraddizione anche se per noi c'è contraddizione e queste
due cose compongono insieme i due poli che comunque un po’ si rincorrono all'interno della
cultura cinese, non è così automatico, si può ripeterlo a pappagallo quanto volte si vuole. Ma
come questa cosa si innesca e si innesta nella realtà e che forme prende è una cosa che
acquisirete piano piano e scoprirete sempre di più.

Il Santo, l’Immortale, arriva a condurre una vita speciale, grazie ad un corpo sottile, leggero,
purificato da una dieta ed esercizi particolari, tanto che può arrivare a cavalcare le nuvole nei
cieli. Così i seguaci del taoismo, sperando di ottenere questa ascesi in vita, compivano
pellegrinaggi verso foreste incontaminate, animali fantastici, per trovare sostanze da usare
nelle pozioni alchemiche di “lunga vita” (Changshou 长寿). Tutto un insieme di pratiche che
saranno poi raccolte nella poderosa enciclopedia Canone Taoista.

Il Zhuang Zi è diviso in 33 libri distribuiti in 3 parti: Sezione interna, s.esterna e Varia, secondo
gli studiosi:
- I primi 7 sono da attribuire a Zhuang Zi (non si sa ancora se lui fosse esistito) o a
comunque un compilatore impreciso (potenzialmente il maestro Zhuang Zi).
- Il resto è attribuito ai suoi discepoli

Contengono favole, leggende, apologhi ed invettive. La lettura è scorrevole e stimolante.


Ha una lingua:
- ricca
- potente
- densa di sfumature, di similitudini

È piena di storie fantastiche, ci sono:


- storie che ricordano le nostre favole
- storielle
- aneddoti
- brani polemici
- aforismi
- massime

Davanti agli occhi del lettore sfila una galleria di tipi umani grotteschi e di figure strane, ci
sono:
- nani
- storpi
- folli
- idioti
- banditi che spacciano lezioni di morale, che spiegano a Confucio come ci si deve
comportare → forte senso di ironia. Quindi ci sono degli attacchi a Confucio in maniera
molto divertente e non diretta e qui capiamo qualcosa di molto importante della cultura
e della lingua cinese.
Attraverso l’ironia, l’autore dà vita ad un mondo nel quale la finzione e falsità della
politica/morale confuciane vengono smascherate abilmente, e con spregiudicatezza.

C'è una critica totale nel Zhuangzi allo stato delle cose del presente. Questo succede anche nei
dialoghi di Confucio. Non un rimpianto ma una critica alla degenerazione dello stato delle cose
del presente, che vuol dire le guerre fra paesi, la mancanza di un uomo di valore/superiore. Però
la sua risposta a questa situazione è il rifiuto totale della politica e una critica aperta ai
confuciani. C'è un po’ la distruzione di quello che chiamiamo civiltà, c'è il paradosso
dell'anarchismo assoluto. Questo paradosso è tornato ad avere valore nei secoli in Cina ogni
volta che la civiltà cinese si è fatta portatrice di distruzione (da ricordare la questione di cui
avevamo parlato in cui il mandato del cielo che veniva interrotto). La visione del Zhuangzi è
vicina a quella degli eremiti – rifiuto politica morale.
Quando c'è la campagna che è in dissesto e c'è corruzione ed ecco che scattano le rivolte contadine
e quasi sempre i fomentatori o le guide spirituali di queste sollevazioni sono taoisti o s'ispirano
al taoismo.

Quando il potere è all'implosione, perché il sistema non funziona più e non si può andare oltre,
ecco che emerge l'animo taoista. É successo e continua a succedere ancora in Cina, anche se qui
si parla sempre del fatto che i cinesi non si ribellano ma non lo sappiamo perché le notizie
vengono insabbiate, ma ci sono rivolte tutti i giorni. Questo spinto taoista, che si ripone sotto, è
familiare al cinese, chi legge "Lo scimmiotto" può percepire questo sguardo irriverente verso il
potere (per es. quante volte scimmiotto prende in giro il monaco, lo deride.). Questa trama dello
scimmiotto è familiare al cinese, è familiare con questi canonici con la quale classe colta si è
formata e la classe incolta si è adoperata perché era comune (come quando si cita Confucio in
qualunque occasione e situazione).

C'è una fortissima valorizzazione del naturale, della natura, della via che è unità di tutte le cose
e in tutte le cose, è mutamento, genera potenza e destino. La trasformazione continua avviene
secondo la spontaneità naturale. Il non agire è via della felicità nella naturalezza.
C'è anche una cura rivolta all'individuo, alla propria persona. → la cura di sé stessi ma
comprende anche a livello popolare la cura fisica, tant'è vero che le forme popolari del taoismo
religioso che si evolveranno nei secoli successivi (il taoismo parte come una riflessione filosofica,
ma poi si evolve anche in una religione con una chiesa, con dei monasteri ma anche con delle
pratiche di cura della persona e di ricerca dell'immortalità che ha coinvolto funzionari, gente
semplice, imperatori ) → cura personale di base è in realtà essere in sintonia con l'universo e
con il cosmo. Questo poi ha delle derive nei secoli in pratiche sia religiose, che semi religiose. A
volte anima molto le superstizioni il taoismo nella sua versione popolare ancora oggi presenti in
Cina, insieme ai 5 elementi, allo Yin e lo Yan, ecc.

Lettura di 3 righe tratte dal 7° capitolo del Zhuang Zi:


Zhuang Zi dice: “ Io sarò con il creatore delle cose (cioè la via tao), io starò con il tao e quando
sarò stanco monterò sull'uccello dell'immensità per uscire dai confini del mondo, errare nel paese
del non luogo, nel deserto dello spazio vuoto. E tu vorresti turbarmi l'animo con le domande su
come governare?”. Qua si fa un salto. Qua siamo sull'iperuranio. Siamo oltre il confine dello
spazio e del tempo. Si cerca con le parole in maniera poetica di acchiappare qualcosa che è oltre
del qui ed ora ed è il qui ed ora nella sua quinta essenza. Non si può spiegare perché stiamo
andando oltre. Il paese del non luogo, c'è la negazione, il tutto è il contrario di tutto. E voi
vorreste turbarmi l'animo con il problema dell'arte del governare, con domande su come
governare. La via della felicità nelle sue declinazioni che poi diventano anche superstiziose,
piuttosto che altissime dal punto di vista filosofico; la felicità, la risposta via il tao sta
nell'adeguarsi con la natura. Cioè non bisogna intervenire, cioè bisogna applicare quel famoso
wu wei significa non agire (in Cina contemporanea può essere anche un verbo che funge da non
mediare, non negoziare, non fare da tramite per qualcosa) → in italiano viene tradotto come in
azione e non agire, non intervenire, non turbare. Bisogna seguire il tao che è l'unione di tutte le
cose ed è in tutte le cose, anche nelle cose più infime. Il non essere non è uguale al nulla. E
questo poco unione che è unita anzi → pensate alla meraviglia del numero uno: il tratto unico
che contiene tutti i tratti in luce che se lo segni in realtà è una danza che parte, va e ritorna.
Tutto ha una preparazione, un inizio, un percorso e una fine. Ce in un unico tratto sono presenti
tutti i tratti, è l'inizio di tutto ed è la fine di tutto → il Tao è un po così.
Lettura di un piccolo brano :
“C'è chi sogna un banchetto e il mattino piange. Altri sognano di piangere e il mattino partono
per la caccia. Quando sognano non sanno di sognare e interpretano i loro sogni e solo da svegli
sanno di aver sognato. Poi ci sarà il grande risveglio e allora sapranno che tutto è stato un grande
sogno. Stupidi. Credono di essere svegli e fanno sottili distinzioni, un principe un pastore, che
sciocchezza.”
Il maestro Zhuang molto spesso parla di un aneddoto della sua vita.
“Una volta Zhuang Zhou sognò che era una farfalla svolazzante e soddisfatta della sua sorte e
ignaro di essere Zhuang Zi. Bruscamente si risvegliò e si accorse con stupore di essere Zhuang
Zi. Non seppe più allora se era Zhou che sognava di essere una farfalla o una farfalla che sognava
di essere Zhou. Tra lui e la farfalla vi era una differenza. Questo è ciò chiamano metamorfosi
degli esseri, il cambiamento.”.

Sono presenti anche i temi del sonno e della veglia, che percorre tutta la cultura cinese a livello
popolare e a livello altissimo. L'idea che la realtà sia un sogno e che il sogno sia la realtà percorre
anche i grandi temi portati a teatro nei secoli successivi o nei grandi romanzi → partono da
Zhuang Zi
In questo senso la visione della morte accade, cioè non c'è nulla di innaturale nel morire.
Aneddoto della morte della moglie di Zhuang Zi: Lui suona e balla dopo il funerale
Questa consapevolezza è il perenne mutare di tutto.
La vera conoscenza per il taoismo sta nell'esperienza immediata al di là del giudizio, del qui ed
ora, oltre la definizione. Non è un caso che molti secoli dopo il buddismo dovrà aggrapparsi a
tutta la serie di concezioni e concetti del taoismo per penetrare in Cina → la strada aperta dalla
visione del taoismo. Il buddismo insiste sul concetto del qui ed ora. Alla fine, vedremmo che ci
sono profonde differenze però c'è anche una sorta di inquinarsi vicendevole, necessario perché
una religione straniera penetri in Cina. Uno straniero deve il cinese, parlare cinese, vestirsi da
cinese perché venga accettato e una religione per entrare in Cina deve fare lo stesso e per sempre
e comunque rimarrà una religione rifiutata fondamentalmente, quindi non del tutto accettato a
differenza del taoismo perché rompe, infrange una legge fondamentale che è quella dello xiao
(portare avanti, rispettare, portare avanti, avere la pietà filiale, onorare gli avi). I monaci
buddisti non possono avere figli. I monaci lasciano la famiglia e non hanno figli. Tant'è vero che
farsi monaco in cinese si dice chūjiā cioè uscire dalla famiglia. E' una scelta potente, contro
natura per il cinese. Il buddismo quindi rimarrà per sempre una religione straniera, non è solo
questo il motivo poi lo vedremo più avanti.
E si dice nel capitolo 2 quando furono pronunciate i giudizi la via fu alterata → e di nuovo stiamo
tornando sul “名可名非常名” cioè quando dici qualcosa di un qualcosa già stai intervenendo e
hai tolto qualcosa o hai aggiunto qualcosa. Va quindi praticato il digiuno della mente → quello
che per il buddismo sarà la meditazione. Non stiamo parlando di meditazione ancora con il
taoismo ma sono il preambolo che porterà alla possibilità di tradurre e introdurre la meditazione
anche Cina nelle varie set del buddismo.

“Il fagiano di palude becca ogni 10 passi, ogni 100 passi beve, ma rifiuta ogni cibo se messo in
gabbia. Non invidia dunque la felicità di un re.”
Ha lo stesso concetto di memoria di uno storico di Zhuang Zi che diceva preferisco rotolare nel
fango piuttosto che perdere la libertà.

Ancora Yin e Yang

Dao sheng yi, yi sheng er, er sheng san, san sheng wanwu
道生一一生二二生三三生万物
wan wu fu yin er bao yang, chong qi yi wei he
万物负阴抱阳冲气以为和

Proseguendo nella traduzione del primo passo del Daodejing, abbiamo: “Uno ha prodotto 2, 2
hanno prodotto 3, 3 han prodotto i 10mila esseri, i 10 mila esseri si scostano da YIN e
abbracciano YANG. Il soffio vuoto ne fa una mescolanza armoniosa” à significa che per quanto
si vogliano volgere le spalle all’oscurità per ricercare la luce, sia l’una che l’altra sono
indispensabili.
Prima volta che appare il dualismo delle forze yin e yang: ying è quella oscura, fredda,
femminile, passiva. Yang quella chiara, calda, maschile, attiva.
Chong 冲 (salire nell’aria) + qi 气(soffio/vapore) = energia vitale primoridale

I fangshi e le 5 fasi

“Fangshi” designa una serie di correnti di pensiero nate dal 300 AC che collegavano il
naturalismo cosmologico alle pratiche per ottenere l’immortalità (infatti, il termine fangshi 方
士 designava inizialmente gli esorcisti Zhou detentori di un sapere magico ed esoterico).
La cosa comune di queste correnti era la ricerca di un rapporto tra uomo e cosmo (antropo-
cosmologia), di un’analogia Uomo-Cielo.
Le origini sono oscure e complesse e solo nell’epoca degli stati combattenti yin e yang iniziano
ad essere percepiti come due soffi primordiali o principi cosmici. Fu lo storico Sima Qian a
designare queste correnti con l’etichetta di “Scuola dello Yin/Yang e delle 5 fasi” – yingyang
wuxing jia 阴阳五行家.
• Nel libro dei Documenti, acqua (shui 水) fuoco (huo 火) legno (mu 木) metallo (jin 金) e terra
(tu 土) vengono per la 1° volta definiti Wuxing 五行 (5 elementi, che però non rende il dinamismo
implicito nel termine Xing à si preferisce 5 fasi). Qui, l’acqua è lo YIN perfetto e il fuoco lo
YANG perfetto, tra cui si collocano il metallo –YIN nascente - e il legno – YANG nascente , dove
la Terra riunisce tutti questi elementi assieme. Da queste fasi, scaturisce una
CLASSIFICAZIONE del mondo, dove trovano riordino i punti cardinali, i colori, le note...ecc
(es.a legno corrispondono primavera/ est/ verde...). Questa classificazione sofisticata è ancora
oggi usata nella medicina cinese, nella dietetica...ecc!

Il taoismo esoterico: la corrente Huanglao

“huanglao 黄老” designa le correnti di pensiero ispirate a Huangdi (l’Imperatore Giallo) e Laozi.
Il pensiero che si può far risalire elabora anche una dialettica del governo attraverso il non-
agire, ma viene riconosciuto e seguito solo da pochi, dall’ aristocrazia come il principe Liu An 刘
安(2°sec. AC) di Huainan, che riunisce intorno a sé un cenacolo di saggi taoisti con i quali
compone un’opera che porta il suo nome, Huainanzi 淮南子, una preziosa testimonianza scritta
dal continuo sviluppo della speculazione sul “Tao 道” come volontà di opporsi al determinismo
confuciano. Il tao 道 si può raggiungere , ma soltanto se ci si assimila completamente alla
ragione naturale. Si diventa santo, shengren 圣人 attraverso la continua pratica di tecniche.
Respirazione embrionale, pratiche sessuali, alchimia interiore ed esteriore furono i
procedimenti sviluppati in maniera articolata. Nel libro Biografie di Immortali (Liexianzhuan
列仙传) troviamo le pratiche dei santi taoisti, come astenersi dai cereali, consumare potenti
droghe, autocremarsi... Pratiche che, tra l'altro, trovarono fortuna presso le corti imperiali (es.
potenziare le capacità sessuali per soddisfare tutte le donne a corte e conservare l’immagine del
Superuomo – figlio del cielo tianzi 天子). Si venne così ad instaurare un certo equilibrio tra il
potere centrale confuciano & i nuclei religiosi taoisti (non più opposti).

Il taoismo religioso

Nascita dell’ecclesia taoista – secondo la tradizione, nel 142 dC il Vecchio maestro Laozi, torna
nel mondo per salvarlo dall’apocalisse imminente, si rivela a Zhang daoling, un immortale che
risiede su una montagna a nord del Sichuan, e assume il nuovo nome teologico di “vecchio
signore” (Laojun), appellativo che ne da natura divina, ovvero la personificazione del Tao in
quanto essenza cosmica.
Nel 166 davanti ad un altro immortale si materializza una voluminosa versione del Canone
della Grande Pacec (Taipingjing 太平经). Sempre più profondo si fa il fossato che separa i
seguaci del taoismo dall’élite burocratica al potere, e sempre più numerosi sono i contrasti e le
rivolte, molti antidinastici, in diverse regioni dell’impero. La grande ribellione dei turbanti
gialli, scoppiata nel 184, prende ispirazione proprio da uno degli scritti canonici del taoismo e
provocherà il definitivo crollo della dinastia han (220 d.C.)
Viene dunque configurandosi un panorama complesso in cui il taoismo esoterico tradizionale
viene ampiamente condiviso dall’aristocrazia e dai letterati (il confucianesimo come dottrina di
stato era ormai tramontato, poichè lo stato era sempre più evanescente).
Lo studio oscuro (Xuanxue 玄 学 ) rimase per vari secoli la dottrina metafisica dominante
nell’intellighenzia cinese, arrivando pure ad influenzare le origini del buddhismo ( si diceva che
Laozi, dopo l’ultima notte trascorsa nell’avamposto più occidentale del paese – durante la quale
aveva composto il suo capolavoro in 5000 parole (wuqianyan 五千言, 5000 parole, è un’altra
denominazione del Daodejing) – venne visto per l’ultima volta mentre si allontanava verso
Occidente in groppa a un bufalo, per fare poi ritorno nel suo paese secoli dopo incarnandosi
nell’Illuminato, ovvero il Buddha.
Ma con l’arrivo del buddhismo al nord, il sud della Cina reagì con una Ripresa popolare del
taoismo religioso à compare il Canone Taoista (Daozang), contenente le “3 Grotte” (sandong
三洞), ossia i nomi dei luoghi sacri in cui le scritture erano state rivelate; si arrivò a circa 7000
rotoli iscritti. Ma nel 1281 il Kubilai Khan diede l’ordine di bruciare tutti gli scritti, tranne il
Daodejing. In epoca Ming, tra il 1406 e il 1445, il canone venne ricostruito e – con un
supplemento nel 1608 – arrivò al 20° secolo (un solo esemplare) e fornisce oggi una base per gli
studi odierni.
Il Canone Taoista si articola pertanto in una struttura tripartita che riflette i tre principali
aspetti della pratica del Tao: culto degli immortali, liturgia della comunità, mistica
individuale. Più tardi questa struttura venne divisa in 7 parti che riflettono i 7 stadi del
percorso di iniziazione degli adepti, ovvero l’entrata nella comunità del maestro celeste, lo
studio del daodejing, e pratiche di lunga vita come la ricerca alchemica, meditazione, dieta e
ginnastica. Ad ogni tappa corrisponde un rito iniziatico.

Libro dei mutamenti – Yì jīng 易經

Yì 易 vuol dire mutamento/cambiamento e jīng 經 vuol dire trama, quella del tessuto (trama e
ordito) perchè rappresenta una tela di riferimento dove sopra si può dipingere, il tessuto di
base. Nasce come un termine rurale perchè in riferimento alla tessitura. Nei secoli verrà usato
come i classici, cioè quei testi fondamentali di riferimento, il Testo con la T maiuscola.
L’Yì jīng 易經 ha vari nomi, in italiano viene chiamato “Classico dei Mutamenti”, in cinese
viene chiamato anche come Zhou Yì 周易, cioè i mutamenti della casa regnante degli Zhou.
Abbiamo parlato della storia cinese come un’evoluzione mitologica e poi storica, si pensava che
la prima dinastia si chiamasse Xia, e ancora si chiama Xia, successivamente gli Shang e per
ultimi i Zhou. Prima che venisse formato l’impero in Cina regnava nominalmente la dinastia
Zhou, una casa regnante. In realtà era solo nominale perchè c’erano più stati combattenti che
lottavano per accaparrarsi il potere. Nelle tabelle storiche vedrete che ci sono gli Zhou orientali
e occidentali (in base allo spostamento della capitale da oriente a occidente). Nell’ultima parte
della dinastia Zhou nasce la filosofia; dopo varie lotte sanguinose nel 221 a.C. ha la meglio la
dinastia Qin e da lì verrà fondato l’impero, si passa all’impero perchè il potere verrà centrato e
le zone vicine vengono unificate secondo una serie di misure come la costruzione di strade,
muraglie, unificazione di pesi e misure, delle monete e degli scarti assiali, cioè la distanza
precisa nei carri tra una ruota e l’altra perchè il carro passava su delle rotaie con una certa
distanza a seconda della zona, le città fortificate più antiche cinesi sono costruite avendo come
due binari per far girare le ruote, se lo scarto cambia allora cambia anche la distanza tra questi
canali, è stato necessario unificare la distanza tra una ruota e l’altra per rendere i trasporti
possibili.
Yì jīng 易經
E’ il più antico testo che abbiamo, che non sappiamo chi l’abbia mai scritto. Sicuramente non è
l’opera di un solo autore, ma è una collazione di più mani, in più epoche e in più stratificazioni.
Questo è un libro che è servito alle corti degli imperatori per secoli, addirittura millenni se ci
riferiamo anche alle corti presenti in Cina prima dell’impero, che è servito ed è stato usato,
studiato dagli imperatori della Corea, del Giappone, in Vietnam, dai più grandi intellettuali e
letterati di tutti i tempi in tutti questi paesi, in Occidente; in particolar modo Yung. Fa da ponte
perché è un occidentale; invece di sentire quello che ci dicono i cinesi (il che ci risulta difficile
magari), ci arriviamo piano piano. Addirittura, negli anni ’70 i figli dei fiori.
In quest’opera c’è invece una logica: una logica che per quasi 3000 anni le più grandi menti
cinesi hanno cercato di scandagliare, interpretare ed esporre. Fino al 20° secolo questo testo ha
occupato una posizione centrale, in particolare nei campi della filosofia, della religione, dell’arte,
della letteratura, della politica e della vita sociale. Nella lingua, nella simbologia e
nell’immaginario del mutamento (questo è il nome con cui è conosciuto in italiano, vale a dire
“Libro dei mutamenti” o “Classico dei mutamenti”) hanno trovato ispirazione pensatori di ogni
tendenza, oltre ad aver ispirato numerosi capolavori di arte, di letteratura; nell’epoca
premoderna i letterati cinesi hanno usato la simbologia, la numerologia e la matematica tratte
dall’YiJing per spiegare un ventaglio ampissimo di processi e fenomeni naturali in ambiti come
la fisica, la chimica, la biologia, l’astronomia, la medicina, la geologia, la meteorologia… Dalla
dinastia Han (prima dinastia duratura dopo l’unificazione dei regni: dal 200 a.C.) fino a tutta
l’epoca Qing, cioè fino al 1911 (fine dell’impero cinese), questo è rimasto un testo di autorità e
autorevolezza totali. Lo usavano gli imperatori, i funzionari, gli artigiani, i contadini nono solo
in uno, ma in vari modi. A livello popolare, nelle campagne, si usavano le pagine del libro per
tenere lontani gli spiriti maligni; questo è un uso più volgare del testo. Ma per gli eruditi questo
era un testo che aveva un posto d’onore nei cinque Classici, come avevamo già detto. Questo
libro ha perciò un potere spirituale; all’interno dell’YiJing si legge che il libro permette a
ciascuno di sapere cosa dovrà avvenire e, in virtù della sua saggezza, diventa il depositario di
ciò che è avvenuto. Mentre la maggior parte delle tradizioni religiose (sia orientali che
occidentali) spiegano i processi cosmici attribuendoli a delle divinità, i devoti dei Mutamenti
hanno sempre pensato che le spiegazioni, o meglio la spiegazione, di tutto risiedesse nelle forze
cosmiche rappresentate dalle linee. Quindi ciò che viene rappresentato dalle linee, che siano
separate o intere, è un riflesso delle forze cosmiche e non di divinità esterne che decidono di noi
e del mondo. Si fa strada l’idea di un pensiero che definiremo correlativo, lontano anni luce dal
nostro sistema di pensiero. Quando si dice pensiero correlativo, si dice che tutto ciò che si verifica
in questo momento è in connessione od è la risultanza con tutto quello che esiste. C’è un modo
di dire del ChuanZe: quando c’è una farfalla che sbatte le ali nell’estremo Oriente, si scatena
una tempesta dall’altra parte del mondo (effetto farfalla). Detta così sembra un’assurdità, ma
questo sta ad ipotizzare una reazione a catena tra tutte le cose. Non è solo una reazione a catena:
è una corrispondenza totale e continua con tutti i livelli di tutte le cose. Per noi questo significato
è difficile da cogliere all’inizio; chi ha fatto percorsi nello yoga e nelle arti marziali può aver colto
qualcosa. Il pensiero filosofico trarrà molti spunti dall’YiJing. In contemporanea alla nascita del
pensiero filosofico cinese, nascono anche la filosofia in Grecia ed in India (con il buddhismo). Il
mondo, anche se a diverse latitudini, ha sentito l’urgenza di una riflessione filosofica, che ha
anche comportato cambiamento sociopolitici. In Cina l’urgenza della filosofia ci potrebbe stupire,
perché nasce da una serie di eventi come la scoperta del bronzo, le lotte interne, le guerre per la
supremazia (come già visto in Hero). A quel punto la domanda dell’uomo è: come ottenere il
potere? E come mantenerlo? Il pensiero nasce con finalità e presupposti pragmatici; accanto a
queste domande c’è la riflessione riguardante il ruolo dell’uomo nell’universo, nel cosmo, nella
natura, nel mondo. Si ragiona nella contingenza: non dal punto di vista dei cicli, ma come mi
inserisco nella società, come mantengo il potere, come gestirlo e quale è il migliore sistema
politico, oltre al proprio ruolo nel mondo, nella famiglia, nell’impero. Per più di un millennio, in
Cina l’argomento principale era la comprensione degli schemi ricorrenti e delle leggi della
natura e di come agire in armonia con esse.
I mutamenti cominciano a prendere forma circa 3000 anni fa e componevano il manuale di
divinazione, consistente in 64 simboli, disegnini fatti dalla sovrapposizione di 6 linee che sono
in alternanza o intere o spezzate. In tutte le loro possibili combinazioni avete la possibilità di
formare al massimo 64 grafemi, che si chiamano esagrammi. Bisogna ricordarsi che questi
esagrammi sono la combinazione degli otto trigrammi di base combinati in tutte le modalità
possibili. Ricordiamo che i trigrammi sono stati una delle prime forme di scrittura, che
rappresentavano gli elementi di base del cosmo (tuono, monte, acqua…). Tre linee intere
significavano “cielo”, tre linee spezzate indicano la donna o la terra a seconda dei casi. Ogni
esagramma ha un nome, era quindi costruito in maniera diversa e si distingueva per il numero
di linee intere o spezzate; i primi due esagrammi, nell’ordine convenzionale, sono il cielo (tutte
linee intere) e la terra (sei linee spezzate). Gli altri 62 erano e sono le permutazioni possibili di
questi due elementi/simboli. A un certo punto nel corso della storia, in particolare durante la
dinastia Zhou (1000-300 a.C.), ogni esagramma viene corredato da un nome, con l’aggiunta di
una sentenza (cioè spiegazione molto concisa di un preciso esagramma) e da un breve testo
esplicativo per ciascuna delle 6 linee; la sentenza dice spesso qualcosa di criptico e non
comprensibile, i commenti delle linee sono fatti dal basso all’alto e hanno anche loro un
significato criptico ai più. Il documento iniziale è molto sintetico, consta solo di 4200 caratteri,
sembra che inizialmente le prime forme di questo documento fossero su listarelle di bambù,
quindi non immaginate libri polverosi e anticati. L’ipotesi di fondo che prende forma è che gli
esagrammi rappresentano le circostanze di base dei mutamenti dell’universo; scegliendo uno o
più esagrammi e interpretandoli correttamente in tutti i loro aspetti simbolici, una persona
poteva penetrare gli schemi ricorrenti dei mutamenti del cosmo e soprattutto elaborare strategie
per affrontare problemi e risolvere dubbi riguardanti il presente o il futuro. Nei secoli, al testo
di base si aggiungono una serie di commentari i testi esegetici, che cercano di chiarire,
argomentare il testo di base che per l’appunto era molto scarno. Questi commentari vengono
tradizionalmente chiamati “le dieci ali”, perché sono appunto dieci ali, dieci corpus che in vari
modi dicono qualcosa in più e interpretano ulteriormente il testo di base. La visione centrale è
di nuovo quella del pensiero correlativo; su un asse di visione del mondo, esso interpretava una
fondamentale unità tra cielo, uomo e terra. Queste cose sono un tutt’uno, non devono essere
divise! In pratica come funziona? Bisogna tenere presente che questo testo incoraggia una
grandissima flessibilità interpretativa, ma non per domande banali o un botta e risposta; si può
chiedere la propria situazione con la vita, con i sentimenti e così via. Lì c’è una configurazione
che risuona dentro il manuale e secondo la credenza e la visione culturale cinese tradizionale.
Ci sono quindi svariati approcci a questo Classico; chi voleva diventare funzionario se lo doveva
imparare a memoria e spesso lo citava per prendere importanti risoluzioni politiche. Quando
cominceremo a leggere il contenuto, vedrete come i funzionari, affrontando una diatriba o una
scelta, citavano questo. Le sei linee dell’esagramma rappresentano una certa situazione nel
tempo e nello spazio, cioè un campo d’azione con molti fattori e sfaccettature, in costante
dinamica e interazione tra di loro. Le linee, lette dal basso verso l’alto, rappresentano
l’evoluzione di questa situazione; chiunque potrebbe dubitare però che il mondo sia
rappresentato da sole 64 immagini. In realtà (ed ora si capisce perché si chiamano mutamenti)
le linee possono essere mutevoli! In parole povere: ci sono vari metodi per divinare; il più antico
era quello con le foglie di achillea, a seconda di come cadevano l’indovino interpretava la
risultanza. In epoca più recente (in uso da secoli), il metodo più usato è quello delle monete: su
una moneta ci sono due facce; il consultante deve attribuire a una faccia il valore di 2, all’altra
il valore di 3. Lanciando le 3 monete, possono uscire 4 possibili combinazioni di numeri (dal 6 al
9); a ciascuno di questi numeri è attribuita una linea: il 6 è una linea spezzata mutevole, il 7 è
una linea intera, l’8 è una linea spezzata e il 9 è una linea intera mutevole. Ma cosa significa
mutevole? La linea (che sia spezzata o intera) è così solo ora, però potrebbe trasformarsi nel suo
opposto, diventando così il contrario del suo significato originario. Dopo aver lanciato 6 volte le
monete e segnato le linee corrispondenti, bisogna tenere in considerazione tutti gli esagrammi
possibili che si possono formare: in effetti gli esagrammi che si possono formare non sono solo
64, ma 64 elevati a se stessi (〖64〗^64)! Cosa si intende poi con consultazione pratica del testo?
Mettiamo in ipotesi che escano 6 linee intere non mutevoli: questo rappresenterà il primo
esagramma, vale a dire il cielo. Chi consulta andrà allora a vedere la sentenza; quella è una
fotografia, in quel momento il libro vi sta parlando di quello. Se invece vengono delle linee intere,
di cui la prima è mutevole, si andrà ancora a vedere la sentenza del primo esagramma, ma si
dovrà prendere in considerazione anche quello che si dice nel commento riferito alla prima linea
(cioè l’unica linea mutevole). Il commento specifica infatti la situazione in maniera diversa; essa
è sempre rappresentata dallo stesso esagramma, ma c’è un suggerimento in più proveniente
appunto da quella linea che è stata definita mutevole.

Il modo con cui l’YiJing è incline a considerare la realtà sembra non vedere di buon occhio i
nostri procedimenti causalistici; l’istante che sta attualmente sotto osservazione appare
all’antica visione cinese più come un colpo di fortuna che come un bel costruito risultato di catene
causali e concorrenti. L’oggetto che interessa sembra essere la configurazione che elementi
accidentali formano al momento dell’osservazione (non è questione di perché siamo qui, come ci
siamo arrivati, bensì di contesto: quale è la situazione? Che corrispondenze ha con il resto?
Sapendo il contesto, si otterranno indicazioni su come muoversi). Mentre la mentalità
occidentale accuratamente separa, sceglie, classifica, isola, l’immagine cinese del momento
contiene ogni particolare, fino al più minuto dettaglio, perché l’istante osservato è il totale di
tutti gli ingredienti. Accade così che quando succede che si lanciano le monete o si contino i 49
steli di mille foglie, questi dettagli causali entrano nel quadro dell’istante in osservazione
formandone una parte (anche il gesto di interrogare il manuale con il lancio delle monete fa
parte di tutto; quindi non può che subire, rispondere e rappresentare il tutto, risuonare il tutto.
Se niente è separato, se non esiste il dualismo, se tutto è in risonanza… se io lancio una moneta,
questa non fa la sua vita da sola: è in risonanza con tutto e tutti. Questa parte, il significante
per noi, è pure colma di significato per la mentalità cinese; noi la trascuriamo, ma lì c’è un
ribaltamento di visione). Da noi, dire che qualunque cosa avvenga in questo momento possiede
inevitabilmente la qualità peculiare per quest’ultimo sarebbe un’affermazione banale e senza
senso (ci sembra qualcosa di molto teorico, invece è molto pratico e pragmatico, come vedremo
nella consultazione che descriverà). Vi sono certi asperchi che dall’aspetto, gusto e
comportamento di un vino sapranno dire con esattezza il sito della sua vigna di origine; vi sono
gli antiquari che sapranno informarci dell’epoca, della provenienza e dell’artefice di certi oggetti
d’arte o di un pezzo di mobilio con un’accortezza impressionante. Vi sono degli astrologi che
sanno dire senza nessuna previa conoscenza dell’attività quale fu la posizione del sole e della
luna, nonché del segno zodiacale che sorge all’orizzonte al momento della nascita dell’individuo.
Considerando simili fatti bisogna ammettere che degli istanti possano lasciare tracce di lunga
durata (dal momento in cui nasce qualcuno, un astrologo potrebbe dire, in base alle sue
conoscenze, in che posizione si trovava Urano, i pianeti in opposizione, la conformazione di tutti
i pianeti; in quel momento esatto, in realtà, si muovono una serie di cose, che per alcuni saggi
sono ben note. Noi le trascuriamo e non ce ne occupiamo, ma per cultori di piccole e grandi
scienze e in alcuni settori dell’artigianato si potrebbero dire milioni di cose rispetto a un
momento preciso). In altre parole, chiunque sia stato l’autore dell’YiJing era convinto che
l’esagramma costruito in un dato momento coincideva con questo anche nella qualità e non
soltanto nel tempo (l’esagramma coincide con quello che stai vivendo al momento; se si agitano
delle forze nell’essere, queste vibrazioni trasformeranno l’esagramma stesso. Nell’esagramma
non vi saranno solo le mie emozioni, ma tutto quello che sta accadendo nel cosmo) …”
“… Essendo così quest’ultimo (l’YiJing) una specie di essere animato, l’ipotesi presunta dalla
tradizione equivale a dire che all’YiJing si possono sottoporre delle domande ed aspettarsi delle
risposte intelligenti. Mi venne così l’idea, che potrebbe essere interessante per il lettore
impreparato, di vedere l’YiJing all’opera; ho fatto a questo scopo un esperimento concorde con
la concezione cinese: personificare in un certo senso il libro,
chiedendogli il suo giudizio sulla situazione attuale.

Esagramma n°50: Ting, il crogiuolo.

(Ting è il nome tecnico di uno dei bronzi rituali di epoca Zhou; è un


recipiente per le offerte di cibo, come si può notare anche
dall’esagramma. C’è una base, la pancia del vaso, l’apertura e un
coperchio. Questo principio di semplicità del concetto si può notare
anche nell’esagramma della donna, composta da 6 linee spezzate che
indicano l’incavo, l’accoglienza, al contrario delle 6 linee intere dell’uomo che indicano virulenza
ed invasione: questi concetti sono alla base dello Yin e dello Yang). In corrispondenza alla
maniera in cui avevo formulato la domanda, bisogna interpretare il testo come se l’YiJing stesso
fosse la persona che parla. In questo casso esso si descrive come un crogiuolo (il ricettacolo
rituale che contiene cibo cotto; qui il cibo è inteso come nutrimento spirituale); Wilhelm dice del
crogiuolo: utensile di natura raffinata che unisce la cura all’alimentazione di uomini capaci, cosa
che ritornava poi a vantaggio del governo. Diventa dunque manifesto come la cultura abbia il
suo culmine nella religione: il crogiuolo serviva infatti per sacrificare a Dio. La più eccelsa
rivelazione di Dio sta nei profeti e nei santi, la loro venerazione è la vera venerazione di Dio
(quello che ci vuole dire è l’YiJing, come il crogiuolo, è rappresentato come qualcosa di sacro e
nutriente, in tutti i sensi, anche quelli lati). Nella consultazione vi sono due linee mutevoli; la
prima linea mutevole è la seconda (dal basso, ricordatevi), che è piena ma eventualmente può
essere spezzata. La spiegazione dice: nel crogiuolo vi è cibo, i miei compagni hanno invidia, ma
essi non possono farmi nulla. Salute! (è molto criptico, ma attenzione: è qualcosa di molto vago,
che può risuonare profondamente in ciascuno di noi in modo diverso. Invidio, nella radice latina,
significa “non vedere”; ciò porta il significato di non riuscire a vedere od avere qualcosa presente
tuttora). L’YiJing dice dunque di sé stesso: io contengo nutrimento spirituale; siccome il possesso
di ciò che è grande suscita sempre invidia, il coro degli invidiosi fa parte del quadro. Gli invidiosi
intendono depredare l’YiJing del suo grande possesso, cioè tentano di privarlo del suo
significato. Ma la loro inimicizia è vana, il suo dominio di significato assicurato; cioè esso è
convinto del suo carattere positivo che nessuno può sottrargli. C’è un’altra linea mutevole, vale
a dire la terza; il significato di questa linea è: il manico del crogiuolo è alterato, si è impediti nel
progredire. Il grasso del fagiano non viene mangiato; quando cade la pioggia allora il pentimento
si esaurisce, finalmente viene salute (le immagini fanno spesso riferimento a simboli non molto
chiari per noi, ma che fanno parte della natura, della realtà contadina, della caccia…insomma,
di una Cina antichissima. Sono inoltre molto criptiche; esse hanno una risonanza diversa a
seconda della domanda che si pone al testo ). Il manico è la parte per la quale il crogiuolo può
essere afferrato; nel corso dei tempi, questo concetto è apparentemente mutato, cosicché oggi
noi non possiamo più afferrare l’YiJing (il manico per afferrare il vaso non c’è più!). Si è dunque
impediti nel progredire: non siamo più sostenuti dal saggio consiglio e dalla profonda
intelligenza dell’oracolo. Perciò noi non troviamo più la strada attraverso gli intricati meandri
della sorte e attraverso l’oscurità della nostra propria natura. Il grasso del fagiano, parte
migliore e più ricca (cioè in buona portata), non viene più mangiato. Ma quando la pioggia cade,
finalmente di nuovo sulla terra assetata (quando questa condizione è stata superata) il
pentimento, il dolore per la perdita della saggezza viene esaurito e viene poi l’opportunità
lungamente attesa (il significato è molto vago, non sarete riusciti a capirlo molto bene, ma è
quello che l’autore ha intepretato alla risposta del libro. Un messaggio che potete portarvi è
quello di smussare i nostri confini ed affacciarci a nuove interpretazioni, impreviste per noi) …”
Proviamo a fare un esperimento… Io prendo il libro, chiedo all’YiJing quale percorso farò con
questi giovani nella cultura cinese: una domanda generale insomma. Vediamo cosa ne pensate
della risposta, se pensate sia sensata o meno. Io faccio il lancio delle monete, una persona conta
i risultati e altre cercano l’esagramma corrispondente.
L’YiJing è tendenzialmente una fotografia di qualcuno in un dato momento. Se io pongo questa
domanda per fare un esperimento con voi, non posso pensare a cose più banali o semplicemente
ad altre cose!

… Il disegno sarà 𝟔𝟒𝟐 , perché essendoci una linea mutevole l’esagramma diventa
particolare… l’esagramma uscito è il numero 24; ora leggiamo la sentenza, anche se
l’esperimento è un po’ balzano”.
In questo libri i nomi non sono in pinyin (la trascrizione fonetica ufficiale in
Cina ai giorni nostri), ma in WeiDeJia (trascrizione antica, ufficiale a
Taiwan e Hong Kong); un esempio di questi può essere Kung Fu, che in pinyin
sarebbe Gong Fu.
L’esagramma si chiama Fu: il ritorno, il tempo del volgimento. In genere la
prima cosa che si fa è leggere il nome (che fu deciso nella dinastia Zhou), poi
si leggono il nome del trigramma superiore e di quello inferiore. Sopra si trova il trigramma
della terra (tre linee spezzate), sotto si trova il trigramma dell’elemento del tuono (due linee
spezzate, una intera). Ora vi leggo la sentenza: “Riuscita, uscita ed entrata impeccabili. Amici
vengono senza macchia, serpeggiante è la via, al settimo giorno viene il ritorno e propizio avere
ove recarsi.” Questo mi sembra un ottimo suggerimento per tutti; vi leggo anche quello che dice
il traduttore Wilhelm riguardo a ciò: “Il tempo del volgimento è accennato dal fatto che dopo che
le linee oscure hanno spinto fuori, verso l’alto, quelle chiare, adesso una linea chiara rientra
nella parte bassa del segno. Il tempo delle tenebre è passato, il solstizio arreca la vittoria della
luce e il segno è coordinato all’undicesimo mese, il mese di solstizio novembre-dicembre.” Vi è
quindi un’alternanza; la linea intera in basso sta a significare un nuovo inizio di qualcosa. Vi
leggo l’immagine: “Il tuono dentro la terra, l’immagine del tempo e del volgimento; così gli
antichi re, al tempo del solstizio, chiudevano i passi. I mercanti stranieri non viaggiavano e i
sovrani non visitavano le contrade. (…)”
Vediamo la linea mutevole (cioè la seconda): il significato è “ritorno tranquillo, salute”. Leggiamo
la spiegazione: “Il ritorno è in sé stesso e bisogna sempre avere una decisione volontaria per un
atto di vittoria su se stessi. È facilitato se si sta in buona compagnia, se si può risolvere e
scendere dal proprio piedistallo, e separarsi secondo degne persone (cioè essere in salute)”.

La scrittura poetica

Shijing 詩經”, cioè il “libro delle odi”, o il “libro delle poesie”. “詩”: allora, quel carattere
vuol dire poesia, ma inizialmente era il nome tecnico del tipo di componimento che si trova in
questo testo, ed è talmente importante il “Libro delle odi”, o il “Libro degli shi 詩”, che di
conseguenza, in tutta la storia cinese, poesia si dice shi 詩, di per sé era il nome tecnico di quel
tipo di canto poetico e poi in forma di sé tutta la storia di produzione della letteratura cinese.
Per più di un millennio i cinesi per gestire e governare il loro Paese, che fosse uno staterello
prima di Qin Shi Huangdi o fosse il grande impero cinese dell’epoca Tan del 700 d.C., quando la
capitale Chang’an contava un milione di abitanti, e due secoli dopo le città avevano ben più di
un milione di abitanti, e c’erano quartieri dedicati solo al divertimento, ai teatri, capite, una
società illuminata, moderna, ricca, viva, ecco. In quel mondo lì chi governava lo faceva perché
sapeva a memoria un libro di poesie e poi vedremo che cos’altro. Infatti “Letteratura” con la L
maiuscola, in Cina vuol dire poesia; parole dei maestri (che sarebbe filosofia, ma è meglio non
dire filosofia perché è termine di matrice greca) come il confucianesimo; storiografia (i romani
dicevano “in storia magistra vitae”) cioè che quello che si è verificato in passato, in particolare
nell’epoca dell’oro, all’epoca dei tre imperatori, che parzialmente sembra non storica ma mitica,
si sono segnati dei governi talmente ideali, che noi se dobbiamo decidere cosa fare.
La poesia amorosa (come da noi Romeo e Giulietta) è praticamente assente nella tradizione
cinese. La poesia cinese non è il concetto di poesia che tradizionalmente abbiamo noi o la nostra
cultura. La maggior parte della poesia cinese è poesia di corte o rituale anche, nel senso che si
celebrano le cerimonie tenute a corte, la grandezza del re, il rapporto di sudditanza tra il
servitore e il suo principe, l’abbondanza nel regno del re, la grandiosità della caccia. La poesia
di corte è ciò che un intero popolo, un’intera cultura e soprattutto la sua intelligenza ha visto
diciamo dall’epoca Han fino ad oggi, Xi Jinping compreso. Per i cinesi la poesia è celebrazione
del rapporto tra suddito ed il suo signore, tra il principe e chi è sotto di lui, della grandezza delle
virtù confuciane, la lealtà, ecc. Ma questa è la visione che ha informato la poesia tradizionale
cinese per secoli e la visione confuciana, perché in realtà molte poesie contenute in questa prima
raccolta poetica, perché è una raccolta poetica lo Shijing 詩經 di cui non abbiamo un autore. In
realtà ci sono numerosi poemi che sono canti della Cina, della notte dei tempi, soprattutto
agresti, e ci sono anche ballate d’amore solo che il fatto che siano canti lo vedete dal ritmo poi,
perché ci sono strofe che ricorrono, c’è il ritornello, ricordatevi che la poesia cinese, da sempre,
è sempre stata letta con l’accompagnamento musicale, e scritta perché pensata con tale
accompagnamento, e le prime poesie non erano altro che canti popolari del raccolto, del
corteggiamento tra un uomo e una donna, ecc. La visione confuciana posteriore ha spiegato,
letto, interpretato e vissuto poi i canti popolari come rappresentazioni metaforiche di ciò che vi
dicevo prima. Ad esempio, io dico “ti amo” e sto facendo una dichiarazione a lui, il
confucianesimo invece dice che in realtà in questa poesia dove mi dichiaro a lui, non è un amore
di un uomo che si dichiara alla donna, ma di un suddito che dichiara la propria devozione al
suo signore, quindi è politica e non c’è nessun tipo di sensualità. Cambia quindi l’interpretazione
della poesia

Shijing 詩經 – Dunque in tutto all’interno del “Libro delle odi” ci sono 305 poesie, e in origine
erano 311 – la leggenda attribuisce la compilazione a Confucio, risalgono a secoli 9°-7° aC – tutte
le poesie erano accompagnate dalla musica ma anche dalla danza. La musica riverbera nelle
parole, le parole nei movimenti sinuosi, i movimenti sinuosi riverberano nel rotolo di seta su cui
è scritta con una calligrafia che mima l’andamento della danza. C’è una poesia famosissima, di
epoca Tan (quindi 600 d.C. circa) di Tu Fu, che con la poesia che parla di guerra, mima le
movenze della danza dell’allieva di una famosa maestra di danza dell’epoca, e questo era anche
su un rotolo andato perso di calligrafia, cioè i caratteri fisicamente erano la danza, erano la
musica, il ritmo della guerra e quant’altro. Composizioni di varia lunghezza, da 8 a 100 versi,
maggior parte non superano 30/35 versi – le odi sono più lunghe. Il verso è di 4 sillabe, rimate e
con rime interne e numerose iterazioni. Interpretazione allegorica. Era abitudine la citazione di
un verso delle poesie nei discorsi politici e nelle trattative diplomatiche.

È diviso in 4 sezioni:
- “Guofeng 国 风 ” – Arie dei paesi à La prima sezione, che è composta da 160
componimenti, che sono i canti più recenti della raccolta, sono componimenti che vengono
dai vari Stati di cui si componeva la Cina dell’epoca, e quindi vi chiedo di portare la vostra
memoria al film Hero, in cui ci sono vari Stati; è una raccolta senza nessun criterio di
completezza di canti che venivano da varie realtà dove probabilmente usavano caratteri
diversi, scarti assiali diversi, monete diverse (nel film Hero c’è una scena in cui si vedono
monete diverse, che sono alcune a forma triangolare e altre rotonde, e sono tutti
particolari che uno nota a posteriori). “Guo 国” sta per Paesi e “feng 风” per vento.
Questo ve lo dico perché quando dico arie dico vento, quindi da quel senso di profumi che
arrivano dalle varie realtà. Sono tradizionalmente considerati dei canti popolari, che
furono raccolti ad opera di un ufficio centrale nei vari stati feudali della Cina dell’epoca,
nella dinastia Zhou, perché in ogni staterello c’era un ufficio, come ad esempio da noi la
posta, e quegli uffici raccoglievano i canti e li catalogavano.
Temi: vita quotidiana, campi, vita militare, feste, amicizia, amore…

Alcune poesie delle “Arie dei Paesi” (dal testo del sinologo Marcel Granet “Feste e canzoni
dell’antica Cina”).
Si intitola “Il vento del nord” e dice: Notate chiaramente la ripetizione, che
mima l’andamento di una canzoncina, con le
Il vento del nord, che gelo, strofe e i ritornelli. Notate che si parla di
pioggia e neve, che bufere, una Cina antichissima, con questo richiamo
teneramente, oh, se mi amate, poi agli animali, alla volpe e quindi alla
la mano nella mano, andiamocene insieme. caccia. In cinese ogni verso è fatto da un
Perché restare, perché indugiare? metro molto antico, in cui ogni verso ha 4
Il tempo è venuto, sì, davvero. caratteri, ed è come un mattoncino, che è
Il vento del nord, che tempesta, uguale a tutti gli altri mattoncini, e il
pioggia e neve, che turbinare. massimo della bellezza è l’equilibrio per la
Teneramente, oh, sei mi amate, cultura e per la lingua cinese, quindi non
la mano nella mano, partiamo insieme. una frase di 5 caratteri e una di 4, ma tutte
Perché restare? Perché indugiare? di 4, e spesso se sopra c’è il vento, sotto c’è il
Il tempo è venuto, sì, davvero. tuono, e questo c’è anche nell’Yijing 易經;
Nulla è più furbo di una volpe, se ricorre in una riga l’immagine dell’acqua
nulla è più nero di una cornacchia. (il femminile), in quella dopo ci sarà
Teneramente, oh, se mi amate, l’immagine della roccia, esattamente sotto
la mano nella mano, saliamo sul carro. però, così si crea una contrapposizione tra
Perché restare? Perché indugiare? Yin e Yang, e anche l’andamento in lettura
Il tempo è venuto, sì, davvero. ne risente perché è totalmente diversa, e in
italiano necessariamente si slabbra.
- Ya 雅 “Odi nobili” – 105 poesie ripartite in due sotto sezioni:
o Xiao ya 小雅 (in cinese: ya oggi vuol dire “qualcosa di raffinato e prezioso”,
anticamente era il nome tecnico di un tipo di componimento). “Piccole odi” – odi
nobili minori: sono 74
o Dà ya 大雅“Grandi odi” – odi nobili maggiori, sono 31.
o Descrivono la vita di corte, le imprese delle famiglie aristocratiche, le origini
mitiche della dinastia Zhou. In particolari le odi minori cantano in dettaglio i riti
in onore degli antenati e degli spiriti.
- La differenza tra queste due sezioni è la lunghezza, il metro è più o meno quello e il
contenuto è abbastanza analogo, ovvero in entrambe le sezioni troveremo delle
narrazioni in metrica di episodi storici o leggendari.

- Song 颂 (in cinese antico “Inni”, oggi significa “recitare poesie a memoria”) che è l’ultima
sezione e quella più antica: contiene 40 componimenti.
In genere gli Inni hanno come contenuto delle celebrazioni degli antenati e dei riti
religiosi. Il verso tipico di questi componimenti è formato da 4 sillabe, cioè 4 caratteri. Le
eccezioni più numerose a questo schema metrico le troviamo nella sezione “Aree dei
paesi” che è quella più recente. Per secoli sulla lettura del Libro delle odi ha pesato una
lettura moraleggiante, ortodossa, confuciana. Per tanti secoli si è voluto ritenere che
queste poesie fossero state scritte in chiave allegorica, anche i gesuiti erano di questa
opinione. E’ interessante leggere e ritrovare la freschezza di questi versi che ci raccontano
di una Cina pre-storica (non preistorica), che ci riportano alle feste, ai giochi, ai
corteggiamenti ai quali non pensiamo se entriamo nel mondo del confucianesimo.
IL SOLE DELL’ORIENTE
Alla fine di ogni verso c’è un suono che torna, tipico
Sole a Oriente,
della poesia antica e della lingua cinese, per
una bella fanciulla
chiudere un cerchio, passare da un argomento
è nella mia casa,
all’altro. Per secoli il cinese non ha avuto la
è nella mia casa.
punteggiatura, è stata inserita nel 1956 in un
Al mio seguito vi giunge
tentativo di occidentalizzazione parziale, di
Luna a Oriente.
semplificazione operato da un gruppo di lavoro
Una bella fanciulla
voluto da Mao. Quindi non essendoci la
È presso la mia porta,
punteggiatura ci si affidava alle particelle finali che
È presso la mia porta.
erano anche estetizzanti per il gusto dell’epoca.
Al mio seguito ne esce.

Rappresentano scene di vita quotidiana. In


IL CANTO DEL GALLO alcune odi la lettura allegorica si innesta molto
Il gallo canta, facilmente, in altre facciamo fatica a pensarci
Dice la fanciulla. perché ci sembrano solo poesie d’amore. E’ una
Si fa giorno, modalità di scrivere antica, ma non non
Dice il giovane. raffinata perchè piena di ripetizioni e la
Alzati, guarda la notte ripetizione nella tradizione cinese non è
Ci sono stelle lucenti. qualcosa di relativo. Questa ripetizione
Presto vattene, richiama l’origine orale. Per i cinesi la
Presto vattene. letteratura vera e propria è poesia (nelle varie
A cacciare anatre e oche selvatiche forme), storiografia e parole dei maestri. Il
Se le uccidi romanzo e il teatro in Cina nascono
Io le preparo relativamente tardi (1300, epoca Ming) e sono
Per fare un pranzo con te, forme considerate non letteratura, ma
Col pranzo berremo vino. divertimento. Entrambe hanno origine orale e
Possa invecchiare con te, le cose orali non hanno valore letterario. Le
Accanto a noi liuti e chitarre signorine di buona famiglia si procuravano i
Tutto rende sereno il nostro amore. romanzi e li leggevano di nascosto perché
Fossi sicura della tua venuta erano qualcosa di licenzioso, le cose da leggere
I miei ciondoli ti darei. erano le poesie, le odi, i classici. Quando invece
Fossi sicura del tuo favore qualcosa è scritto ha valore, è autorevole.
I miei ciondoli ti manderei.
Fossi sicura del tuo amore Ci anticipa delle metafore: bacche rosse=
I miei ciondoli te lo pagherebbero. giovinezza; cipresso e pino= rigore morale; vento e
pioggia=avere un rapporto sessuale.
Legge altre odi e si sofferma sulla simbologia dei
colori: rosso=colore della gioventù (perché mima il
rossore sulle guance delle fanciulle), della
passione e (dal 49 in poi) della rivoluzione;
bianco= colore del lutto.

Poesia del Nord e del Sud: l’individualità del poeta

Libro delle Odi veniva dal Nord. Al Sud, vi erano i Chuci 楚辞 (testi di chu). Il regno di Chu era
situato sul bacino del fiume azzurro, nell’attuale Sichuan. Mentre il nord era già intriso di umori
confuciani, a Chu l’influenza confuciana era minima e prevaleva una religione popolare a base
sciamanica, con danze e trance. Anche i Chuci comprendono una raccolta di testi diversi, come
i “Nove canti” (jiuge 九歌), le “Nove invocazioni” (jiuzhang 九章) o le “Domande celesti” (tianwen
天问), in gran parte di derivazione sciamanica.
- “Nove canti” jiuge 九歌: nell’antologia ci sono le 9 canzoni, quindi un capitolo dedicato
alle 9 canzoni: si mima il discorso, il dialogo, il racconto, il canto che fa lo sciamano/a nel
suo incontro con le divinità. Erano grosso modo queste figure di intermediari per il culto
degli spiriti che parlavano agli uomini iscritti per loro tramite quindi lo sciamano faceva
da tramite tra gli spiriti o le divinità e gli essere umani. In genere lo sciamano cadeva in
trans, questo dopo una lunga danza preliminare e le frasi che loro utilizzavano per questo
tipo di ritualizzazione e di caduta in trans sono quelle ripresi in questi canti. Dunque, in
realtà i canti sono undici non nove anche se due di questi non sembrano connessi
propriamente con gli sciamani quindi in genere se ne considerano nove. Poi di questa
raccolta fanno parte anche due poesie lunghissime che sono scritte sul modello delle
invocazioni per richiamare le anime dei morti, quello che sul libro vi ritrovate chiamato
da jiao 叫. Jiao 叫 significa chiamare quindi chiamare la grande anima, risvegliarla.

- Domande celesti” tianwen 天问: non è propriamente una lirica, una poesia, ma è una
serie di domande e ci si interroga su quale fosse il senso. Se fossero indovinelli, se fossero
provocazioni, se venissero recitate nella corte per filosofare… ex à : In quale modo ci
sono luce e ombra? come si uniscono yin e yang? come originano tutte le cose? come
cambiano? Sembrano provocazioni, domande esistenziali. Il testo ci è arrivato così senza
poter sapere che uso ne fosse fatto.

Un autore in particolare, vissuto tra 343-277 AC, fu Qu Yuan 屈原, un Funzionario di corte che
ricopriva una carica nello stato di Chu che a un certo punto viene esiliato perché calunniato
(traiettorie di vita analoga ad altri autori), viene esiliato al nord del paese. Quando poi il primo
imperatore della Cina conquista anche lo stato di Chu a quel punto il poeta ritorna non più nello
stato di chu ma ormai nel territorio che fa parte dell’impero. Torna per vedere con i propri occhi
la devastazione del suo paese e la storia, leggenda narra che affranto dal dolore si uccise
annegandosi nel fiume, questo accadde sembra nel quinto giorno del quinto mese lunare e da
qui c’è una festa tradizionale in suo nome che viene chiamata solitamente la festa delle barche
di drago(duanwujie 端午节 – cade il 5°giorno del 5° mese del calendario lunare). Solitamente in
questa festa barche fanno regate lungo i fiumi: ecco l’importanza fondamentale della tradizione
letteraria, tanto che alcune feste derivano dalla letteratura. Passò ad incarnare anche la
dedizione totale alla poesia, rottura con la tradizione e con i cosiddetti poeti oscuri (menlong 朦
胧) come Bei dao 北岛(1949-), Gu cheng 顾城(1956-1993), Yang Lian 杨炼 (1955-). L’opera +
conosciuta che gli è attribuita è Lisao (离骚) “Incontro al dolore”, dove narra in prima persona
in 374 versi il suo viaggio soprannaturale, attraverso elaborate metafore di difficile
interpretazione, esprime il dolore per essere stato accusato ingiustamente e non aver potuto
essere d’aiuto al suo sovrano durante un aggressione da parte di nemici. Ancora oggi se scrivete
Yuan il suo nome richiama il patriottismo, è un po’ il simbolo del patriottismo, l’attaccamento
alla propria terra.
Grazie a Wang Yi 王逸 (89-158), abbiamo finalmente per quanto riguarda la poesia Del sud,
l’indicazione precisa di ogni poeta, con la sua biografia. Cosi iniziò il processo lento di
delineatura della figura dello scrittore – non più solo scrivano o funzionario imperiale – che
esprime se stesso e il suo talento tramite il genere shi, la forma letteraria più sottile ossia la
“poesia lirica”.

Evoluzione e diversificazione dei generi: innovazione e restaurazione

Ogni epoca cinese è stata contraddistinta da un particolare genere poetico:


- Il Fu 赋 in epoca Han
- Shi 诗 rivisitato in epoca Tang
- Ci 词 con i Song
- Sanqu 散曲 con gli Yuan
Ma spesso questa distinzione si annulla o stempera, infatti uno dei tratti distintivi della poesia
cinese è quello di usare citazioni, sia colte, sia riecheggianti un sistema di immagini collettive.
Spesso quindi ci si rifà ad altri autori famosi. Un’analoga condensazione universale
dell’esistenza si ritroverà pure nel teatro (realtà sublimata e rarefatta) e nella pittura cinesi.
I paesaggi più comuni e suggestivi della poesia sono montagne deserte, notturni di plenilunio,
temporali primaverili, brezze autunnali e boschi di rugiada, nei quali troviamo tante figure di
valore simbolico: bacche rosse per l’amore tenero, bambù per la rettitudine, volo dell’oca
selvatica ad est per la separazione.... Queste immagini sono spesso poste in parallelo per
richiamare l’alternanza dei principi yin 阴 e yang 阳, o spesso in contrasto, come l’albero di
pino – uomo superiore – e l’albero caducifoglie – xiaoren 小人.
Con l’avvento del Buddhismo nel 1° sec Dc le immagini si coloriranno di significati nuovi, ad es.
la montagna vuota “kong”空 è la vanità delle cose del mondo, o l ascesa al monte è il percorso di
purificazione del poeta. Con gli Han maturò appieno il gusto per la conservazione dei testi, che
diverrà un leitmotiv nelle epoche successive à grande lavoro di conservazione delle opere;
questo fece sì che ciò che non era andato irrimediabilmente perduto sopravvivesse talvolta solo
in raccolte che oggi costituiscono una preziosa testimonianza di un’epoca. Basta pensare ai roghi
compiuti dal primo imperatore dei Qin nel 213 aC o i saccheggi a danno delle biblioteche
imperiali a Chang’an (odierna Xi’an) sotto i Tang negli anni 756-757, 762 e poi, ancora, nell’881
e nell’882.
Potere identitario della poesia à in epoca Tang si tenevano gare di composizione poetica durante
i banchetti di corte e nelle visite ai monasteri, con premi in seta e oro; in epoca Song si
componevano poesie tra il pubblico coi cantastorie, e pure i giovani di famiglia nobile si
sfidavano in componimenti, come magnificamente narrato nel romanzo Qing, Il sogno della
camera rossa 红楼梦 honglou meng.
Nell’8° sec venne introdotta la poesia negli esami per diventare Jinshi 进 士 “studioso
introdotto”, dove accedeva solo chi dimostrava piena fedeltà all’imperatore. Il valore di questa
poesia è doppio: didascalico e moralistico, poichè la poesia ha il potere di trasformare (hua 化) e
rendere civili (wen 文). Prevalevano il monosillabo, in parallelismo, spesso però con risultati
troppo ampollosi (come l’uso che ne facevano i letterati pianwen 骈 文 , che fioriscono nel
Medioevo) à contro ciò si scaglieranno i letterati Tang, sotto la guida di Han Yu (768-824) e Liu
Zongyuan (773-819) che incoraggiavano per una prosa in stile antico (guwen 古文) e lanciarono
un appello per un ritorno all’antico (fugu 复古). La poesia Fu era l’unica a non prevedere
accompagnamento musicale, al quale sopperiva con la descrizione letteraria di suoni e di forme.
L’ intento è di solito didattico e celebrativo, quindi fedele al significato di FU, “dono”.
In epoca Han proliferò anche la poesia popolare come la ballata di Mulan 木兰. Fin dal 125 aC
era stato istituito a corte un “ufficio della musica” (yuefu 乐府) che aveva la responsabilità di
raccogliere i canti popolari delle differenti regioni – si svilupperà poi un genere poetico con lo
stesso nome.

Poesia Tang

Questa è l’epoca d’oro della poesia. Esplodono il metro pentasillabico, la ricchezza degli stili, il
connubio tra didascalia e propria individualità...
Dopo la caduta degli Han nel 3° sec, il caos regnò per 300 anni; nel 581 il Nord e il Sud vennero
unificati sotto la dinastia Sui che si rivelò fondamentale per il riassetto del potere centrale e la
costruzione di grandi opere come il canale imperiale, che già nel 618 dovette lasciar scena alla
dinastia Tang che spins i confini fino a limiti mai raggiunti. Una vivace economia con scambi
esterni contribuì a creare uno dei paesi più ricchi e forti del mondo. La capitale Chang’an, in
passato già capitale delle dinastie Zhou, Qin e Han, arrivò a contare 1 mil di abitanti. Mercanti
e uomini d’affari provenivano da India, Persia e asia centrale, animando le carovane della Via
della Seta guidate da barbuti stranieri dagli occhi verdi. Giocolieri e saltimbanchi, preti
nhestoriani e musicisti, venditori di spezie, di ambra e di pietre preziose.
In questo clima, fu favorita una nuova poesia. Addirittura, ci è pervenuta testimonianza di 2300
poeti attivi in quest’epoca per un totale di 52.000 testi – Raccolta completa delle poesie Tang 全
唐诗 (Quan Tang shi). Quanto alla tematica, si arriva a toccare ogni aspetto del vivere. La poesia
diviene spazio di sperimentazione, prima del romanzo e del teatro. Come tutta la poesia cinese,
è essenzialmente espressionista, risveglia echi di sensazioni nascoste, immagini relegate nella
memoria...Una poesia che non solo si pensa, ma si vede coi molti legami visivi e la sapiente
messa in gioco del sistema ideo-grafico (es. scrosciare di un ruscello sulle pietre). Pur nella
libertà ed improvvisazione della poesia Tang, le regole tonali e grafiche sono rispettate,
specialmente nell’equilibrio tra parole piene (shici 实辞) e parole vuote (xuci 虚辞). Essa sfruttra
abilmente la simmetria o la contrapposizione semantica.

LE «STAGIONI» DELLA POESIA TANG:

1) 初唐 chū Táng = 618-705 d.C. circa.


2) 盛唐 shèng Táng = 700-755 d.C. circa
3) 中唐 zhōng Táng = 755-810-15 d.C. circa.
4) 晚唐 wǎn Táng = 810-906 d.C. circa.

I poeti

Mèng Hàorán 孟浩然 (689-740),


Wáng Wéi 王维 (701-761),
Lǐ Bái 李白 (701-762),
Dù Fǔ 杜甫 (712-770),
Hán Yù 韩愈 (768-824),
Bái Jūyì 白居易 (772-846),
Liu Zongyuan 柳宗元 (773-819), Dù Mù 杜牧 (803-852),
Lǐ Shāngyǐn 李商隐 (ca. 813-858)

Analisi di una poesia Tang

Avviene la fissazione degli stili poetici, con 2 principali suddivisioni:


- Jintishi 近体诗 àla poesia in stile nuovo con versi regolari, rigorosi vincoli prosodici, in
quartina (jiueju) ed ottava (lüshi), ma anche sequenze piu lunghe ossia le “ballate”
(pailü).
- Gutishi 古体诗àla poesia in stile antico (assenza di costrizioni formali e spesso
deliberata deformazione delle regole).

Spesso il recupero della tradizione è solo apparente e ivi scaturiscono le più grandi novità.
Qui si analizza una poesia di Du Fu 杜甫, alto funzionario confuciano che Tuttavia non raggiunse
mai gli alti livelli della carica mandarinale, e che visse negli stravolgimenti della guerra civile
scatenata dalla rivolta di An Lushan 安禄山 nel 755, che mise a ferro e fuoco le due capitali
dell’impero.
语不惊人死不休 à “Se le mie parole non stupiranno gli altri, non troverò requie nemmeno nella
morte”. Restaurazione, rimodellamento di “ciò che è dato”, della tradizione, per preservarla nella
sua integrità e potenziarla.
Nella “Ballata dell’eterno rimpianto”长恨歌, l’imperatore piange la perdita della concubina
preferita, Yang Guifei 杨贵妃, nome che è sinonimo di bellezza per antonomasia. Viene uccisa
perchè era parente di uno dei generali ribelli.
Una poesia codificata si compone di 8 versi ripartiti in due quartine, suddivisibili a loro volta in
due distici. I versi possono essere pentasillabici (5 caratteri) o eptasillabici (7 caratteri) – la
particolarità del carattere è che in base alla sua posizione svolge funzioni grammaticali diverse.
Il movimento ritmico si esplica nella successione prestabilita di toni piani (ping 平) e obliqui (ze
仄). Nella poesia cinese classica esistono 4 toni che non corrispondono a quello moderno:
- Ping 平– tono piano che comprende 1° e 2° tono del moderno, emissione costante e larga
del suono.
- Shang 上 – tono decrescente-crescente che corrisponde al 3° tono,a volte anche il 4°.
- Qu 去 – tono decrescente, 4° tono
- Ru 入 – tono entrante pronunciato in modo netto e veloce

Lo schema che qui si segue è la successione di 2 o 3 toni uguali ad eccezione dell’ultimo, ed ogni
tono della seconda parte del distico è l’opposto del tono corrispondente del verso prima. il loro
andamento richiama l’alternanza di Yin 阴 Yang 阳, infatti i primi sono pari e i secondi dispari.
Di norma rimano solo i versi pari. Contrapposizione a specchio tra la 2^ e la 4^ sillaba di ogni
verso.
Temi topici: nostalgia per la propria terra, rimpianto per la gioventù, caducità della vita. E ancor
di più: la natura diviene specchio delle sofferenze dell’uomo, e le condivide, secondo i principi
della cosmologia cinese.
Oltre all’alternare sapientemente parole piene (N,V,AGG) e vuote (AVV, PRON,CONGIUNZ) i
poeti centellinano l’uso di queste ultime, proprio perchè esse precisano la relazione tra le parole
piene, in modo da ottenere specifici effetti di sospensione, apertura...ecc. – circolazione del qi 气
, soffio cosmico ed individuale.

Sincretismo artistico, visione del mondo e apporti stranieri. Ci e qu

Nella poesia e nell’arte in genere prende forma quel potere di ri-creazione – da parte dell’artista
– tra mondo esterno (Wai 外) e mondo interiore (Nei 内). Il poeta in questo senso è un tramite:
animato dal soffio vitale (Qi 气) ed anche temprato dallo studio, riproduce la perfezione del
cosmo. Avviene uno scambio aperto tra paesaggio (Jing 景) e sentimenti (Qing 情). Questo
principio si ritrova pure nell’architettura dei giardini, luoghi privilegiati in cui fare fiorire le
“tre perfezioni” (sanjue 三绝), ovvero poesia, calligrafia e pittura (shi shu hua 诗书画) – essi
cominciarono a costruirli già dall’epoca Song, dove si trovano tutti i principi derivanti dalla
triade Cielo, Terra Uomo (tian di ren 天地人). Ed in particolare, si trovano riprodotte tutte le
varietà di paesaggi cinesi (alberi da frutta, stagni con loto, rocce...) – non a caso molti poeti erano
al tempo stesso calligrafi e pittori.
A partire dai Tang, la visione taoista e confuciana nella poesia si compenetrano con quella
buddhista nella ricerca dell’illuminazione, dell’emancipazione dalle vanità del mondo terreno e
della meditazione. Un esempio significativo è quello del poeta pittore musicista Wang Wei, che
divenne fervente buddhista.
L’argine delle magnolie (Wang Wei 王位)
木末 ------- Sui rami di albero
芙蓉花 ------- Fiori di ibisco
Il poeta in questa poesia descrive una situazione: “sull’estremità dei rami, fiori di ibisco”.
Vi è un crescendo dei tratti, una rappresentazione del fiore. Se si notano attentamente le
componenti dei caratteri da lui scelti, che si fanno “umani” includendo il radicale Ren, oppure il
radicale di Cai indicante il “fiorire” negli ultimi caratteri, si capisce che lo sboccio dei fiori vuole
significare anche uno sboccio dell’umanità à per estensione la compenetrazione uomo-natura
(es. Hua “fiore” contiene pure hua di “trasformazione”).

- 1° carattere – Ramo spoglio, albero spoglio


- 2° carattere – albero con qualcosa in più
- 3° carattere – sopra si vede tutto il fogliame, sotto invece si vede un essere umano (fu 夫
, antico modo per dire uomo, quindi erba sotto un uomo)
- 4° carattere – volto
- 5° carattere – sopra erba e sotto cambiamento, metamorfosi
Albero che via via si carica dell’essere umano e poi una metamorfosi finale, la natura che si fa
un tutt’uno con l’uomo.
Poesia del 7° secolo d.C.
La chiave che torna negli ultimi tre caratteri è la chiave di erba, tutte le volte che c’è una pianta,
c’è quella componente, cioè un tratto con le due barrette.
In questa poesia c’è la storia intera di una vita un pensiero religioso, filosofico e la simbiosi, la
compenetrazione totale tra uomo e natura.
Lo stile Ci, “parole”, fiorirà in epoca Song. Il nome stesso è un riferimento al testo che andava
composto senza vincoli tonali o di rime, su metri più liberi. In genere l’accompagnamento degli
Ci che venivano eseguiti nei banchetti ufficiali o in privato con amici, prevedeva strumenti a
corda come la pipa 琵琶 (liuto). Tra questi, soprattutto la poetessa Li Qingzhao 李清照 (1084-
1151), che celebrava i sentimenti di donne sole e devote (prima raccolta di liriche scritte da una
donna). I suoi versi sono autobiografici, infatti specialmente nell’ultima parte della sua vita
rimase vedova e fu costretta a trasferirsi a sud con la corte. Usa piccoli gesti che sono riflesso
dell’anima, come la cipria che si scioglie sul viso o il fermacapelli che nella solitudine si fa
pesante.
Lo stile Qu 曲 è una forma che prenderà piede durante la dominazione Mongola, insieme alla
diffusione dell’omonimo teatro. Detto anche genere “canzoni sparse” (Sanqu 散 曲 ), poichè
potevano essere eseguite in maniera svincolata da qualsiasi rappresentazione scenica. Pare che
discenda dalle canzoni popolari della periferia dell’Impero. La lingua letteraria si contamina con
la parlata soprattutto per parlare di sentimenti. Gli ultimi Sanqu furono di epoca Yuan.

Scrittura e storia

La periodizzazione

Fin dall’antichità per i cinesi lo scrivere di storia ha costituito la maniera per definire e
modellare la propria cultura. I sovrani che si succedettero nelle dinastie trasformarono
gradualmente la scrittura di storia fino a farla divenire compito ufficiale della burocrazia, tanto
che venivano nominati alcuni storiografi di corte (Ufficio della storia – shiguan 史馆). Uno dei
compiti della nuova dinastia era proprio di scrivere della dinastia precedente. La storia cinese
viene suddivisa in base al seguente schema cronologico:
1. Storia Antica (Gudaishi 古代史 “antico periodo storia”): dall’antichità più remota
fino all’inizio 19° sec. Più nel dettaglio, è suddivisibile in: “Tre dinastie” arcaiche,
ossia Xia Shang e Zhou (Primavere e Autunno + stati combattenti) – Successione
delle grandi dinastie fino alla Qing, dopo la prima grande unificazione del 221 Ac.
Ogni dinastia assurgeva al trono grazie ad una rivolta guidata da un abile capo
che conquistava il nuovo Mandato del cielo e rompeva il precedente.

2. Storia Moderna (Jindaishi 近代史): dalla Prima guerra dell’Oppio 1840 al 1911 –
caduta dei Qing – o 1919 – anno del Movimento del 4 maggio (wusiyundong 五四
运动)
3. Storia Contemporanea (xiandanshi 现代史): 1919- 1949, anno della vittoria di Mao
Zedong 毛泽东 e del partito comunista su Chiang Kai-shek 将介石 e il partito
nazionalistaà fondazione della RPC

4. Storia Attuale (dangdaishi 当代史): 1949- giorni nostri (“grande balzo in


Avanti”, “grande rivoluz. culturale proletaria”, “riforma e apertura”...) Oppure si
suddivide anche nei periodi seguenti:
Società primitiva, schiavista, feudale, semicoloniale/semifeudale, capitalista,
socialista.

La storia come specchio

Le più autorevoli fonti storiche in cinese giunte a noi erano redatte nel corso delle dinastie
essenzialmente per due motivi: legittimare il potere attraverso la ricostruzione della genealogia
imperiale & avere una preziosa sorgente alla quale attingere per consigli e saggezza. Dunque,
capiamo perchè si usava la metafora dello specchio per indicare il genere storiografico: nelle
opere compariva spesso il Panjian, ovvero “specchio alla cintura”, lo specchio in bronzo che
adornava la cintura dei funzionari della corte indicandone il rango elevato. Infatti, qui specchio
può essere inteso anche come “immagine che lo specchio riflette”, ossia l’insegnamento che il
funzionario deputato allo scrivere deve trarre dal costante rispecchiarsi nel passato.
Altra espressione che si trova nel libro delle odi (Shijing) sullo specchio in relazione al passato:
“lo specchio di Yin non è lontano) Yin jian bu yuan 殷鉴不远 à la casata di Yin poteva trarre
insegnamento dal passato proprio rispecchiandosi nelle esperienze della precedente dinastia,
quella degli Xia.
Zizhitongjian 资治通鉴à Specchio generale per aiutare il governo – opera scritta dal grande
funzionario della dinastia song Sima Guang 司马光 (1019-1086) dove fornisce una colossale
cronaca della storia della Cina dal 403 aC al 959 DC

Lo scrittore di storia
Lo stesso inventore della scrittura, Cang Jie 仓 颉 , fu anche il primo storiografo. È
dall’accostamento dei termini Shi 史 “storia” e Shi 使 “storiografo” – fatto dal radicale persona
+ lo stesso carattere di storia - che scaturisce il senso stesso di “storia” (“anticamente lo
storiografo che sedeva alla sinistra del sovrano registrava (JI 记) gli avvenimenti, nel libro
Primavere e autunni, quello alla destra registrava invece le parole, nel Libro dei Documenti”.

Libro dei documenti – Shujing 书经

È il primo esempio di letteratura storica ma è anche il primo testo, geografico, giuridico sul lato
del governo. Si tratta di un’antologia di fatti esemplari e di manuali politici, politico
amministrativi, antologia di eventi del passato, più o meno storici che hanno una funzione
didascalica. La tradizione ne attribuisce la paternità a Confucio; infatti il confucianesimo costruì
la sua grande impresa culturale proprio sull’ autorevolezza del patrimonio scritto L'ordine è
quello cronologico e sono una 50na, si usa una lingua molto concisa e in alcuni punti anche
diciamo difficile, faticosa con molte figure retoriche, una figura retorica diffusissima in Cina è
il parallelismo. Il parallelismo vuol dire che ad una frase costruita in un certo modo ne
corrisponde un'altra successiva che è costruita nello stesso modo. La parte dedicata alla dinastia
Zhou, dei suoi sovrani è tutto sommato attendibile, anche perché si tratta di documenti che sono
stati raccolti ed elaborati da chi ha scritto questo testo, non lo sappiamo ovviamente chi, sono
più mani quelle che lo hanno composto, però diciamo che si tratta di un’epoca tutto sommato
relativamente contemporanea, vicina al momento della sua redazione mentre per le epoche più
antiche, per la remota antichità la tendenza a miticizzare ampliamente il presente.
Quindi c'è una tendenza a idealizzare i sovrani leggendari, in particolare c'è una sezione che
risale circa all'8° secolo che è un trattato dedicato alla sistematizzazione delle idee politiche e
soprattutto dei rapporti tra uomo, sovrano e cielo. In particolare, si ha la prima elaborazione di
una teoria che è quella del mandato celeste, c'è l'elaborazione di questo trattato, di questa parte
del shujing che è la teoria del mandato celeste che ha accompagnato la storia cinese, ma come
dire a livello culturale c'è ancora oggi quindi è il caso di conoscerla. Allora "mandato celeste" (天
命 =Tiānmìng), "tian" è cielo e su questo non ci piove, "ming" ancora oggi vuol dire ordinare,
imporre, ecco perché mandato nel senso qualcosa che deve essere, cioè il nome che viene dal
verbo che è ordinare, impartire ordini. E da qui mandato celeste secondo questa teoria chi occupa
una posizione di potere, non la occupa perché è un caso, ma perché è una precisa volontà
dell'universo, del cosmo. Se l'arte del governo non sia aderente a quello che è il mandato celeste,
in armonia col tutto, ci si disinteressa del governo e di conseguenza lo stato con l'impero,
all'epoca il regno, non è organizzato bene, se quindi il raccolto non viene curato, se quindi ad
esempio siccome c'è corruzione, malaffare, imbrogli, vuol dire che le corvées non vengono svolte,
allora non ci sono i lavori di riparazione degli argini dei fiumi e tradizionalmente quando in alto
le cose vanno male questo ha una ricaduta anche sull'amministrazione locale, quindi per cui se
uno invece che dedicarsi ad amministrare bene il suo potere, si dedica ai divertimenti o a fare
ben altro, succede che tutto quanto di conseguenza va alla malora e per esempio se anche a
livello locale i lavori di corvée, di riparazione dei campi non vengono seguiti, cosa molto semplice
avvengono le alluvioni.
È chiaro che sono fenomeni naturali, ma c'è una parte anche di controllo umano, ma di
possibilità di arginare il problema, sono notissime le alluvioni, le esalazioni del fiume giallo che
se non curato come si deve con argini, con dighe e quant'altro, le piane del fiume giallo venivano
ricoperte di fango, in realtà è una particolare fanghiglia che viene chiamato "loess" che è molto
fertile, viceversa può essere mortale se avviene un'inondazione, ecco che a quel punto quando
c'è una calamità naturale non sempre è determinata dal malgoverno, magari in qualche modo
anche co-motivata dal malgoverno e un'indicazione dal cielo che è necessario rompere il mandato
– cioè quello che era "tianming 天命" veniva a cadere ed è anche l'escamotage per cui molte
dinastie sono succedute ad altre dicendo, c'è stata carestia, la dinastia precedente, ribellioni,
rivolte, il popolo non era felice e quant'altro noi ci insediamo sulla nuova dinastia per volere del
cielo, cioè fare riferimento a questo volere del cielo era fondamentale per essere autoriconosciuti
e riconoscersi. "Rottura del mandato" si dice "gémìng" (= 革命) "ge" vuol dire rompere "ming"
mandato – questa parola ha viaggiato nel mar giallo ed è andato in Giappone, assumendo un
nuovo significato in particolare tra l'800 e il 900, in Giappone non voleva più dire "rottura del
mandato", ma era qualcosa che tra l'altro come dire era di pertinenza della cultura cinese, non
giapponese ha preso un nuovo significato, il significato di rivoluzione, è tornato poi indietro.
Oggi in Cina, rivoluzione si dice "geming" lo sentirete dire spesso, "geming" la rivoluzione
culturale, guardate com'è curioso il giro delle parole, quindi oggi vuol dire "rivoluzione", un
tempo voleva dire "rottura del mandato".
Quindi libro dei documenti di Zhou, l'arringa di Wu, questo testo fa riferimento al fatto che per
primi i re di Zhou per giustificare la loro presa di potere rispetto alla dinastia Shang di regnanti,
non imperatori siamo ancora in una fase pre-imperiale pronunciò prima della battaglia finale
questa arringa. Quindi è l'arringa di Fa, però viene chiamata l'arringa di Wu penso dal luogo
dove venne pronunciata.

Primavere e Autunni - 春秋時代, Chūnqiū Shídài

È una cronaca stringata degli avvenimenti dello Stato di Lu (attuale Shandong), dove la
cronologia è scandita attraverso le stagioni dell’anno. Anni dal 722 al 480 AC. Fu erroneamente
attribuita a Confucio, invece fu scritta da un suo fedele discepolo, Zuo Qiuming 左丘明. Ci sono
tre commentari, che in realtà sono delle rielaborazioni dei tre autunni secondo tre punti di vista
diversi, secondo tre tradizioni (di Zuo, che era il più famoso, di Kulian e Punian). Qui si
utilizzava il passato per trasmettere messaggi morali, ed esercitare controllo anche sulla
storiografia successiva à Baobian 褒贬 “encomiare disprezzare” era la pratica di formulare un
giudizio morale verso personaggi ed eventi. A Zuo Qiuming 左丘明 viene tardizionalmente
attribuita anche la paternità di un’altra opera storia, intitolata Colloqui degli Stati – Guoyu 国
语, un testo in 21 capitoli che abbracciano un periodo storico più ampio dello Zuozhuan, dal 990
al 453 AC. Non è ordinato cronologicamente ma diviso in sezioni.
Commentario Zuozhuan spazio dedicato anche alle storie degli spettri, alle profezie e ai sogni.
Tenetela presente questa cosa perchè tutte queste cose che sono definite dai confuciani come
superstizioni, nei dialoghi di Confucio si dice che il maestro non credeva a spiriti e a quant’altro.
In realtà poi a livello popolare soprattutto, e anche nei testi come lo Zuozhuan ci sono gli spiriti.
Quindi le due facce della medaglia sempre che convivono.

La grande storiografia imperiale

Siamo tra il 1° e 2° secolo a.C. Quindi la prima dinastia cinese, subito dopo i Qin (hanno avuto
un grande merito di aver unificato la Cina). La dinastia Han è una di quelle più longeve.
Orientali e Occidentali = c’è stata una cesura, che avviene nel 23 d.C. quando avviene
l’usurpazione da parte di Wang Wang. Poi il potere viene ristabilito ma la capitale viene
spostata. Allora troverete le definizioni anteriori e posteriori. Anteriori sono quelli venuti prima
degli Han e posteriori dopo. Se è orientale-occidentale vuol dire che la capitale era più a
occidente o più a oriente.
Pechino è la capitale cinese molto recente... Pensate che Pechino diventò la capitale della Cina
sotto gli Yuan.
Precedentemente la maggior parte delle capitali sono tutte quelle nell’odierno Henan (Hefon,
Luoyang) e Shang Xi... Siamo nel nord della Cina, nella Cina più marziale, la Cina delle steppe,
la Cina degli altopiani... Lo Henan è la regione in cui passa il fiume giallo ed è la culla della
civiltà cinese. Mentre noi oggi pensiamo a Pechino come il centro, in realtà il centro è più
spostato verso il centro della Cina del Nord. Le capitali sono state tutte nel nord, l’unica
eccezione è stata Nanjing (Nanchino), che è stata per alcuni periodi la capitale. Se “Beijing” vuol
dire capitale del nord, “nan” significa sud.
Sotto la dinastia Han si coltiva molto la prosa. La prosa di quest’epoca viene condizionata dalle
scritture di tutte le epoche posteriori, si cercherà di emulare la grandezza della prosa di epoca
Han. L’epurazione è un’altra parola chiave della cultura cinese. Copiare, non come non avere
l’originalità, ha la capacità di reinterpretare e ravvivare la traduzione secolare e proprio perchè
è secolare, ciò che tu scrivi viene in qualche modo risentito autorevole, perchè c’è un riferimento
al passato. Guardare indietro non significa rimanere indietro ma vuol dire l’accesso di andare
avanti. Quindi c’è un’autorizzazione.

Il grande capolavoro storiografico della Cina antica venne composto durante la dinastia degli
Han occidentali. Sima Tan 司马谈, grande astrologo dell’imperatore Wu (Wudi 武帝), celebre
come sovrano illuminato, aveva raccolto per suo personale interesse una immensa mole di
documenti e notizie. Sima Qian 司马迁 (145/135 – 90/87 AC), il figlio, ha ereditato la carica dal
padre; anticamente era il valore che consentiva di avere una funzione. Questa era la teoria, nella
pratica si ripete il fenomeno per il quale le cariche diventano ereditarie.
Ecco quindi nel 110 a.C. Sima Qian 司马迁 succede al padre in questa carica secondaria e il fatto
di poter accedere agli archivi di stato consente a Sima Qian 司马迁 di studiare un infinito numero
di carte per portare a termine un’opera che aveva cominciato il padre: scrivere una storia di
tutta la Cina fino a loro, al 110 a.C.
Il padre in punto di morte incarica il figlio di portare avanti questo progetto e lui la accoglie e
se ne fa carico. Nel 98 a.C. cade in disgrazia, perchè difende un generale che era stato sconfitto
e fatto prigioniero dagli Unni. Siccome era stato sconfitto dagli Unni, per questo l’imperatore
decide di far sterminare la famiglia e Sima Qian 司马迁 era un funzionario a vari livelli
(amministrazioni sociali), convinto dell’importanza dei valori che si mette in opposizione del suo
superiore in maniera tale da correggerlo, perchè questo sarebbe la sua funzione.
Quindi Sima Qian 司马迁 si scagliò contro questa ingiustizia e viene condannato alla pena più
grave per un cinese: l’evirazione. È quella più grave perchè è un segnale fortissimo
dell’impossibilità di continuare il clan, è interrompere la stirpe, la linea della famiglia. Non è la
morte. E quindi si obbliga una persona di non poter essere xiao 小=figliale nei confronti degli
antenati, è qualcosa di terribile. È centrale la pietà figliale, la devozione degli antenati. Era
talmente vergognosa, insopportabile, ingiuriosa e devastante una pena del genere che chi veniva
condannato a questa pena, si suicidava. Perchè era meglio morire piuttosto che. Eppure, vi
sembrerà un paradosso, ma Sima Qian 司马迁 decide di vivere.

Shiji 史记 – “Memorie di uno storico”

Questa opera viene chiamata a posteriori “Memorie di uno storico”, che traccia la storia della
Cina delle origini della cina fino al 93 a.C. Il suo lavoro, di Sima Tan, ma soprattutto del figlio
Sima Qian 司马迁 è immenso. E totalmente estraneo a quello che era stato affidato.
Le fonti a cui Sima Qian 司马迁 attinse, erano le più disparate:
- raccolte di discorsi di personaggi storici o semi storici
- opere di astrologia
- cronache degli stati
- tavole genealogiche
- trattati etici, politici, giuridici, sull’arte della guerra, di agricoltura, medicina,
divinazione, - lettere, decreti imperiali, epigrafi, leggi, materiale giudiziario
- testi classici e i loro commentari (+ gli annali di Wei, annali scritti sui bambù (si
chiamano così perchè sono stati ritrovati nel 3° secolo d.C. in una tomba) - esistono tanti
altri classici di altri - paesi...)
- la tradizione orale (storie raccontate, romanzate, interviste) — nella narrazione cita testi
poetici Questo elenco che vi ho fatto, vi serve per avere un idea di quanto grafomani erano
i cinesi, carte su carte e su carte.
L’opera si suddivide in 130 capitoli (modello su cui si formeranno tutte le storie nei secoli
successivi, quindi è importante capire come funziona questo tipo di opera):
- 12 annali fondamentali – benji: capitoli che riassumono il succedersi degli eventi in un
ordine - cronologico dei regni dei sovrani
- 10 tavole genealogiche – biao: che sono delle genealogie delle case regnanti (per ogni re/
imperatore tutto l’albero genealogico) e delle corti feudali. Questo racconta l’importanza
che avevano le discendenze — tutto questo spazio dedicato a mappare precisamente tutte
le discendenze, gli avi.
- 8 trattati – shu: su argomenti importanti come il funzionamento del governo, del
cerimoniale, la musica, il calendario, l’astronomia, sull’evoluzione dei riti lungo la storia,
sui sacrifici, sui fiumi e sui canali: perchè la Cina è un paese agricolo e storicamente le
alluvioni hanno causato le più grandi carestie. Il più grande problema era quello di
tenere a bada i fiumi e costruire i canali. I fiumi garantivano la comunicazione, quindi
la rete fluviale era fondamentale per il commercio ma anche per viaggi non commerciali
e i fiumi erano fondamentali perchè erano la fonte di irrigazione dei campi (sostenimento
dell’impero, casse dello stato); sul sistema dei prezzi equilibrati: in un paese cosi vasto
era importante unificare (tenetela bene presente questa cosa, ancora oggi in Cina c’è un
unico fuso orario, però è importante che ci sia omogeneità)
- 30 capitoli – shijia: dedicati alle famiglie ereditarie: si tratta di monografie sulle più
grandi e importanti famiglie feudali
- 70 biografie – liezhuan: letteralmente in cinese vuol dire trasmissioni (cose che vengono
distinte) si tratta di biografie di gruppi di persone (storie delle vite di funzionari crudeli,
storie di funzionari che si sono arricchite, biografie di burloni, di assassini...) e a seconda
di figure trattate positive o negative, erano raccolte a scopo didascalico, per avere traccia
di ciò che è stato e per ispirarsi. Addirittura, alcune di queste biografie riguardano interi
gruppi etnici o sono delle vere e proprie descrizioni di paesi. Addirittura, vi è un trattato
di medicina tra queste 70 biografia. 

La 70esima biografia è quello di due storici: Sima Tan 司马谈 e Sima Qian 司马迁.

Quindi, Sima Qian 司马迁 arriva fino al 93 a.C. Da Sima Qian 司马迁 in poi, per ogni dinastia,
ogni dinastia affiderà agli storici di stendere la storia precedente.
Ban Gu 班固 (37-92) stenderà la storia degli Han (Hanshu 汉书) in cento juan, parzialmente
già accennata da Sima Qian 司马迁. Abbraccia il periodo dal 206 a.C. al 9 d.C. (Han Occidentali)
Allora, la ripartizione che Sima Qian 司马迁 fa e i materiali, con delle modifiche attuate da Ban
Gu 班固, servirà da modello alle successive 24 storie dinastiche ufficiali.
In ogni caso, Memorie di uno Storico rimane il modello insuperabile della storiografia, ma anche
di narrativa e di saggistica. C’è una vera e propria attenzione alla psicologia dei personaggi, ci
sono dei dialoghi, numerosi discorsi (a volte anche immaginari), a volte il protagonista di un
capitolo diventa un personaggio simbolico, sia per la sfrenata fantasia e il gusto di Sima Qian
司马迁, ma anche e soprattutto a scopo didascalico. Quindi un personaggio diventa il punto di
riferimento per un insegnamento. Non è uniforme perchè le fonti a cui Sima Qian 司马迁 ha
attinto e per la presenza di citazioni, prese da queste fonti. E quindi ci sono moltissimi arcaismi,
perchè i testi citati sono antichissimi e quindi la lingua non sarà omogenea.
Ma quando è la penna di Sima Qian 司马迁 a scrivere, il discorso è molto conciso, pulito e
semplice (= scrittura epoca Han).
La voce di Sima Qian è molto presente, non solo nella sua biografia che riguarda lui stesso, ma
in tutta la narrazione. Soprattutto quando chiude, per fare le sue osservazioni finali, dicendo
“Il grande storico (lui) dice...”
La filosofia sottesa a questo testo è il confucianesimo, ma si possono notare delle influenze
taoiste, legiste, soprattutto in ambito politico ed economico.
Da qui, fortemente si installa con la visione della della storiografia come specchio.
Letteratura e sapere coincidono, cominciano a identificarsi = ciò che è scritto è ciò che è. Ecco
perchè la letteratura non è narrativa di svago.
Quindi la letteratura è storiografia, la storia dei maestri e la poesia.
Sima Qian 司马迁 rappresenta la duplicità del funzionario:
- adesione totale al sistema, alla comunità, alla famiglia e allo stato: individuo fa parte
dell’insieme: svolge il suo ruolo da funzionario
- sentimento di critica e frustrazione nei confronti della società e delle istituzioni. Questa
duplicità la ritroverete tante tante volte, vibra nelle epoche e nei tempi.

Principio vitale, scrittura poetica e generi letterari

Qi 气 e creazione letteraria

L’origine del termine è avvolta nel mistero. Il carattere che era in uso prima della
semplificazione simboleggiava il vapore che si leva al di sopra del riso durante la cottura – 氣.
Nella filosofia tradizionale il qi 气 partecipa insieme alle forze Yin 阴 Yang 阳 al prodigioso
complesso di energie che concorrono a formare la sostanza prima del Tao.
Sarebbe il soffio vitale che opera con ritmo binario: inspirazione/espirazione,
nascita/dissoluzione. A tale proposito: “i cinesi non hanno mai fatto la nostra distinzione tra
spirito e materia… non vi è che una sola sostanza che passa dallo stato invisibile ed informe a
visibile con forma”.
Sul piano letterario, il qi 气 è un elemento indispensabile perchè fornisce l’innesco prodigioso
alla creatività individuale. Solo se si possiede nell’animo questo qi 气, un talento, ci si potrà
emancipare dalla sudditanza alla scrittura canonica (Confucio) come artista.

Primi frammenti

Di cosa sia il Qi 气 parlano prima Cao Pi 曹丕 nei Discorsi Autorevoli (Dianlun 典论): è l’abilità
individuale, che non può essere ottenuta con la forza. Cao Pi 曹丕 era uno dei principi letterati
che, alla caduta degli Han orientali, regnò brevemente, con il nome dinastico di Wei Wendi 魏文
帝 (220-227), su una parte di territorio cinese. à identificazione dell’autore e il poeta come
l’individuo creatore di poesia e letteratura, e non solo come un devoto raccoglitore e interprete
di anonime quanto nobili aspirazioni collettive.
Lu Ji 陆机 (261-303) – Fu sulla Letteratura (Wenfu) 文赋 dice che ha “sempre timore che le sue
idee non corrispondano alla realtà, e che quello che scrivo (Wen 文) non corrisponda a quello che
sento (Yi 意)” à capacità del singolo di dare parola al recondito dell’animo umano – tentativo di
dare voce a quanto è racchiuso nel proprio cuore.

Talento e scrittura

Nell’epoca che dai cinesi stessi veniva definita Medioevo, età oscura, per le numerose e atroci
lotte che si susseguirono dopo la caduta degli Han Orientali (220) e l’inizio della dinastia Sui
(589), nacquero però anche l’individualità poetica e molti spunti letterari. Questa fu anche l’età
del Sanjiao Heyi 三教合一 “unione delle tre dottrine”, ossia quelle religiose gi‘ viste. In questa
particolare atmosfera partì anche la tendenza esoterica, ovvero Xuanxue 玄学 “studio del
misteroӈ molti sono coloro che vogliono allontanarsi dal potere e vivere come letterati nel
totale disimpegno.

Letterati e generi

I Ru 儒 erano quei funzionari letterati che per tutto il corso della storia han avuto in mano le
chiavi della trasmissione del potere. Pur con delle differenze, in Cina la figura del letterato è
legata a quella del funzionario. Quelli che i missionari gesuiti portoghesi in Cina nel 16° secolo
chiamavano “Mandarini” (forse da mandar portoghese “avere un incarico”) formavano un
gruppo sociale molto lontano dalle nostre élite occidentali. Loro missione era la mediazione tra
l’imperatore e il popolo, per spiegare ai sudditi la volontà del Cielo trasmessa al sovrano.
A partire dalla dinastia Tang, e soprattutto da quella Song, con lo sviluppo degli esami ufficiali
(keju 科举) i letterati funzionari acquisirono maggior importanza.
Comunque, col tempo la loro funzione fu sempre più esteriore ed astratta, e molti di essi
rifiutarono del tutto il contatto con la realtà intellettuale.
Leishu ed enciclopedie

Leishu 类书 à erano collezioni ed enciclopedie imperiali raccolte “libri suddivisi per categorie”
(importanza di categorizzare tutto per un funzionariato colto e fedele). 3 furono i grandi
argomenti (rubriche) in cui venne ripartito il patrimonio scritto:
1. Zi 子“figlio”, ma anche “saggio, maestro”, quindi le opere dei maestri, divisi in Ji 家,
scuole di pensiero. Tra tutti Confucio e Laozi.
2. Shi 史“storia”, ovvero le opere storiografiche, soprattutto quelle ufficiali cioè
confucianamente corrette (rettifica)
3. Wen 文 “segno scritto” cioè le opere letterarie, in prosa o versi. Piu avanti, mentre le
prime 2 categorie rimarranno inalterate, la 3° sarà articolata in: Jing 经 (Classici) e Ji 集
(Collezioni) ,opere così eccellenti da prendere a modello.
L’immenso repertorio è inoltre diviso in: -scritture ortodosse, biografie, -frasi e sentenze di buon
auspicio, -rapporti e resoconti, -aneddoti e miti.
Nessuna menzione ufficiale sarà fatta fino ai qing di 2 importanti generi di origine popolare che
non erano degni: - Narrativa (Xiaoshuo 小说) storie facili raccontate col linguaggio della strada;
-Teatro (Xijiu 戏剧).

Forme e principi della pittura

3 principi ci mostrano come era complementare la visione sulla scrittura di Liu Xie e quella sulla
pittura di Xie He 谢赫 (stesso periodo):
- Qi yun sheng dong 气韵生动 “la vita dello spirito nel ritmo delle cose”, “Vibrazione vitale,
creazione di moto”. Nella
elaborazione artistica c’è bisogno di controllo e calma, il cuore dev’essere in pace, il Qi 气
armonioso e serenoà qui la formula Wen 文(scrittura) Yi 意 (arti) indica non solo la
scrittura ma ogni arte plastica.
- Gu fa yong bi 骨法用笔 “regola della struttura, impiego del pennello”: anche per ogni
composizione poetica andava costruita una solida ossatura.
- Ying wu xiang xing 应物象形 “conformità con gli oggetti, somiglianza con la forma”:
rapporto tra Autore e cose esterne. “applicare i colori secondo le specie” ed “esaminare
un oggetto è dargli un nome...preziosa è la virtù della prudenza”.

Proprio attraverso la sublimazione della scrittura nell’arte della calligrafia si può


miracolosamente rappresentare quanto di più profondo sta nell’animo (compenetrazione
artistica, poeta-calligrafo-pittore).

Testo: Cao Pi, Sulla letteratura

Uno dei pochi frammenti giunti a noi in uno dei testi sulla riflessione letteraria cinese. Il testo
è importante perchè mette la letteratura su un piedistallo autonomo e perchè è la prima
evidenza di consapevolezza di generi letterari diversi. L’evocazione del Qi 气 compare per la 1^
volta in relazione alla creatività artistica Individuale. Wenren 文人 sono gli uomini di lettere
non si stimano tra loro. È pur vero che la gente adora mettersi in mostra, ma poichè la
letteratura non è di un solo genere (Ti 体) , pochi sono quelli che eccellono in tutti. Così ognuno
sulla base di ciò in cui eccelle, disprezza ciò in cui è manchevole; guaio del non riconoscere i
propri limiti...ecc.

Gli uomini di lettere (Wenren 文人) sono:


- Kong Eong (153-208) dello stato di Lu
- Chen Lin (m.217) di Guangling
- Wang Can (177-217) di Shangyan – eccelle nelle forme poetiche ci e fu
- Xu Gan (170-217) di Beihai – a volte ha spirito qi languido, ma segue Wang Can
- Ruan Yu (165-212) di Chenliu
- Ying Chang (m.217) di Junan
- Liu Zhen (m.217) di Dongping
Questi sette maestri nulla hanno omesso nel loro sapere (xue), nulla hanno di falso nel loro dire
(ci). L’uomo superiore (junzi) esamina sé stesso prima di misurare gli altri: così è in grado di
evitare questi grovigli.
In letteratura 文 è il 气 a dominare. E il ha la forma (ti) di chiarezza o impurità (limpido o torbido)
e non può essere ottenuto con la forza.
La Scrittura del Teatro

Le origini del teatro cinese

Le origini sono connesse a forme di culto come riti sciamanici di purificazione della comunità.
Il legame tra teatro e ritualità sopravvive ancora oggi in alcune feste religiose che comportano
rappresentazioni con trucco e costumi. Il teatro fu sempre portatore tanto di valori morali
quanto di potenza sovversiva. La preistoria del genere risale almeno all’epoca Zhou, periodo nel
quale sono documentati cerimoniali con balli e canti che prevedevano anche narrazioni orali.
Alla corte dei sovrani si organizzavano intrattenimenti con danzatrici, cantanti ma anche
giullari, e pare che nell’antichità a questi ultimi fosse concesso di indirizzare esortazioni o
ammonimenti al sovrano à ex: giullare Meng (Youmeng 优孟) che vestì i panni di un defunto per
rimproverar eil suo principe di aver trascurato al famiglia dello scomparso. – narrato da Sima
Qian 司马迁 nello Shiji 史记。
A partire dalla dinastia Han, si ha notizia certa di rappresentazioni proto-drammatiche con
numeri comici e acrobatici, musica, canto e danze, ma anche pantomine di combattenti con fiere,
probabilmente di origine centroasiatica.
Con la penetrazione in Cina del Buddhismo dal 1° secolo in poi si diffusero pure informazioni
relative al teatro di quella religione, come la drammatizzazione delle parabole sulla vita del
Buddha. Il teatro cinese è una sintesi di canto danza, arti marziali e recitazione, e attribuisce
estrema importanza all’accompagnamento musicale.
Dall’epoca Tang in poi si ebbe una sorta di mecenatismo delle corti verso gli artisti, tra cui
spiccava l’imperatore Xuanzong 玄宗, ancora oggi patrono degli attori, che istituì un’accademia
teatrale, il Giardino dei peri (Liyuan 梨园). Con lui venne inscenato “Pioggia sulle sterculie”
(Wutongyu 梧 桐 雨 ), ispirato all amore dell imperatore per la bellissima concubina Yang
Guifeiyang 杨贵妃: Xuanzon 玄宗 dopo averle giurato amore eterno, è riportato alla dura realtà
dall’annuncio della condanna a morte di Guifeiyang 杨 贵 妃 . Ma nel Palazzo dell’eterna
giovinezza, la medesima storia viene rielaborata: la 2° parte mostra la vita tormentata del
sovrano e il peregrinare dello spettro della donna nell’oltretomba. Ma il finale è lieto – come
tipico del Chuanqi (teatro del Sud) – perchè lei si pente e ottiene di tornare in vita.

Dalle prime forme di spettacolo al teatro

A Pechino e nei grossi centri del Sudest già esistevano quartieri di divertimento detti “tegola”
(Wazi 瓦子) – peng 棚(tendone) oppure goulan 勾栏 (balaustra curva). Le vie erano animate da
combattimenti di cani e orsi e spettacoli di marionette. All’epoca Song risalgono i primi
spettacoli a pagamento detti Zaju 杂剧. Il teatro come genere letterario distinto assume piena
forma e si emancipa dalla dimensione religiosa durante il dominio mongolo. I mongoli (Dinastia
Yuan 大元) frantumarono la concezione di unità/centralità che aveva per secoli connotato la
Cina. La popolazione fu ripartita in 3 categorie:
- Mengguren 蒙古人 (mongoli),
- Semuren 色目人(gente dagli occhi colorati, non sinizzata)
- Hanren 汉人 (cinesi del nord).
- Poi si aggiunge il gruppo Nanren 南人, i cinesi del sud, occupanti il livello più basso nella
scala socialeà questa fu la base per la discriminazione successiva dei cinesi da parte dei
mongoli, che arrivarono pure ad istituire un sistema di caste, (ad es, per l’assassinio di
un mongolo da parte di un cinese era prevista la pena di morte, invece per il contrario
solo un’ammenda.
Inoltre, non si potevano contrarre matrimoni misti).
Anche la raffinata letteratura cinese non fu accolta con favore. Tuttavia, questa dominazione
straniera favorì lo sviluppo di varie forme di cultura popolare, tra cui appunto il teatro, una
letteratura in stile colloquiale e dialettale (baihua 白话), purtroppo andata per lo più perduta. I
letterati cinesi quindi impossibilitati a servire il potere centrale e dunque scontenti,
convogliarono il dissenso nelle opere teatrali Sanqu 散曲à questo senz’altro accelerò il crollo
della dinastia mongolaà lo straordinario potere del teatro non fu mai sottovalutato
dall’ortodossia, che lo considerava una pericolosa fucina di ribelli. Gli attori erano socialmente
poco considerati e accomunati alle prostitute, perchè capaci di ottenere molto denaro per le loro
prestazioni.
A fine dinastia Yuan, raggiungerà piena espressione anche il teatro del Sud (Nanxi 南戏) con
caratteristiche proprie che lo differenziano dallo zaju 杂 剧 , con toni più dolci e raffinati,
proliferazione di atti (5 del nord vs 20 o 30) e duetti nel cantato.

Zaju 杂剧 il teatro del Nord

È un genere composito, come suggerito dal carattere Za 杂 “multicolore, vario...” infatti


manifesta numerose forme artistiche confluite in esso, come musica canto acrobazie e
recitazione.
Riguardo ai contenuti è suddiviso in 12 categorie basate sulle tematiche varie (immortali e
taoisti, eremiti, principi, ministri fedeli, devozione filiale, traditori e calunniatori...). La tematica
centrale è quella amorosa, che trova qui lo spazio che le è negato nei generi ortodossi.
L’ambientazione privilegiava il passato, soprattutto i momenti di passaggio dinastico. Anche i
casi giudiziari compaiono qui, e prendono spunto dalla narrativa in volgare che tratta la
risoluzione di inchieste poliziesche da parte di magistrati onesti, come il giudice Bao zheng 包
拯, simbolo di rettitudine. Qui l’identità del criminale è svelata fin dalle prime battute e la
tensione narrativa ruota attorno alla modalità con cui viene svolta l’inchiesta.
Non esiste la suddivisione tra commedia e tragedia tipica del teatro occidentale La comicità è
senza dubbio un tratto distintivo, insieme al lieto fine, ma ciò non impedisce che la trama abbia
risvolti drammatici.
Di norma i musicisti sono posizionati sul palco, soprattutto perchè il percussionista che dirige
deve coordinarsi con attori e attrici.
C’è un legame evidente con la storiografiaà il 1° atto è destinato alla presentazione dei
personaggi, ha spesso avvio cronachistico, con la dichiarazione di anno e luogo dei fatti e
presentazione delle biografie.
L’attore non è tanto interprete quanto un narratore che racconta spesso di sè in 3° persona,
nonchè cantante. Gli oggetti scenici sono ridotti al minimo, ad es. attori in groppa ad un
cavalluccio di legno oppure, in seguito, un semplice frustino per simboleggiare la cavalcata.
I ruoli erano standardizzati: Sheng 生 per ruoli maschili autorevoli; Dan 旦 per femminili; ruoli
maschili possenti – “facce dipinte” – come guerrieri e delinquenti (Jing 净) e ruoli comici da
buffoni (Chou 丑). Ufficiale governativo (gu 孤) – personaggi secondari (wai 外) e il bambino (lai
莱).

Nanxi, il teatro del Sud

Il padiglione a Ponente (Xixiang ji 西厢记) di Wang Shifu 王实甫 (1250-1307) rientra nel genere
zaju, ma è un testo che ripercorre le future evoluzioni del teatro per le numerose innovazioni
che lo contraddistinguono. Composto di 20 atti divisi in 5 parti, ciascuna corrisponde ad uno
zaju completo. Il canto è affidato a 3 personaggi diversi che cantano sia da soli sia in duetto. È.
Tratto da una novella di epoca Tang, La storia di Yingying (yingying zhuan 莹莹传) di Yuan
Zhen 元稹 (779-831), che narra l’amore contrastato con lieto fine tra due giovani, Cui Yingying
崔莺莺 e il promettente letterato Zhang Sheng 张生, che si incontrano per la prima volta nel
padiglione occidentale di un monastero grazie alla complicità dei monaci. Grazie al supporto di
un amico generale, il protagonista riuscirà prima a sconfiggere i briganti che prendono d’assedio
il monastero e poi convince la madre di Yingying a fargli sposare la figlia.

Agli inizi del 16° secolo il centro culturale ed economico della Cina si trasferisce nel Sud, nella
regione Jiangnan 江南. Il genere zaju è al tramonto anche al nord, dove è sempre più in voga il
teatro del sud, nanxi. Nel momento di massimo sviluppo quando le famiglie ricche si fregiavano
di avere una compagnia teatrale privata nelle residenze, il teatro del sud raggiunse l’apogeo
della forma Chuanqi (termine che contrassegna anche le novelle di epoca Tang) à sviluppa
preferibilmente la tematica amorosa, spesso regolare: due innamorati o sposini si trovano a
essere separati e poi a ricongiungersi, ma solo dopo avventure rocambolesche che lasciano
intatta la fedeltà. Il chuanqi tipico dura due giorni e il testo era ripartito in due juan 卷 (rotoli),
il primo dei quali si chiudeva con una scena di riunione temporanea, che diventava definitiva
solo al termine del secondo.
Convivevano molti stili musicali, come il kunqu 昆曲, quello di maggiore successo e influenza,
tanto che sia chuanqi e zaju vennero riadattati a questo stile, e nuovi chanqu vennero scritti
appositamente. Le melodie si distinguevano per la dolcezza e la predominanza della parte
musicale rispetto alle arie del nord, più ritmate a beneficio della parola. Tra i capolavori del
kunqu 昆曲, Il padiglione dell’eterna giovinezza e il Padiglione delle Peonieà mette in scena
l’amore travagliato ma a lieto fine tra due giovani. La giovane si addormenta nel giardino della
residenza paterna e in sogno si unisce col giovane Mengmei 梦寐, che però non conosce. Al
risveglio siccome è tormentata dalla passione dipinge il suo autoritratto e poi si suicida. I
genitori lo espongono nel padiglione delle peonie. Mengmei 梦寐 poi si innamora del dipinto, ed
in sogno la incontra, così lei ottiene dall’oltretomba la possibilità di tornare alla vita, così
raggiungono felici la capitale. Il padre però rifiuta di credere e scambia Mengmei 梦寐 per
impostore, ma quando vede che ha passato l’esame da funzionario si ricredeà rispecchia il clichè
della bella donna e il giovane d’ingegno. Nella prefazione, l’autore introduce elementi fantastici
che servono a presentare l’interazione tra sentimento (qing 情) e ragione (li 理) e a esplorare la
sfera del sogno e degli eventi soprannaturali. Il sogno è la dimensione centrale dell’opera –
attuazione dei desideri più intimi, ribaltamento della morale ortodossa.
Autore emblematico di epoca Qing: Li Yu 李渔 (1611-1685) vissuto a cavallo tra due dinastie,
non fece carriera come funzionario e si dedicò a scrittura e teatro per mantenersi con la famiglia
(composta da + di 40 persone tra mogli, concubine e figli) e amici, viaggiò per 15 anni. Più volte
fu spinto a vendere le sue proprietà (a causa di difficoltà economiche) e i suoi giardini, uno die
quali a Nanchino è rimasto famoso come il Giardino del granello di senape (jiezi yuan 芥子
园).

L’opera di Pechino 京剧 (jingju)

Uno dei tratti distintivi è la multiformità, vi sono ben 300 forme diverse. È relativamente
recente, metà del 19° secolo, e vi sono fusi elementi di forme più antiche. Va in scena
un’astrazione della vita.
Bastano pochi oggetti per suggerire l’ambientazione. Le ricchissime acconciature, gli abiti
sontuosi e sgargianti e i trucchi sono simbolici. Mantiene i personaggi sheng, dan, jing e chou.
Assume ruolo di grande rilievo qingyi 青衣, uno dei sottogeneri del tipo dan che rappresenta
la donna virtuosa, la brava moglie o figlia devota. Il canto qui è molto rilevante e la donna
procede coi piedi vicinissimi al suolo, il “passo di loto”, e le mani che compiono movimenti
delicati, “mano a fiore di orchidea”. Dal 1777 con un decreto dell’imperatore si impedì alle donne
di recitare, così gli uomini recitarono i loro ruoli e per simulare l’andatura coi piedi fasciati
facevano anni di esercizio col supporto di speciali zoccoli.
Quando un attore, uno sheng, fa il proprio ingresso, esordisce con un prologo, seguito da 4 versi
in poesia che aprono l’opera. Il recitato ha una cadenza marcata e si aggiungono canto e danza.
Non esiste il sipario, le entrate e le uscite sono eseguite a tempo annunciate da introduzioni
musicali. Il tavolo rappresenta numerosi mobili analoghi ma può anche essere il concetto di
ascesa dell’attore. Se la sedia è collocata dietro al tavolo, l’attore è a palazzo per un incontro
ufficiale, se è davanti invece si prepara a ricevere amici o parenti. Un frustino comunica che
l’attore è a cavallo, il piumino simboleggia le divinità, monaci, eremiti, o i servi che lo usano per
spolverare. Anche le ambientazioni: un sole incandescente che splende sul mare rappresenta il
trionfo della giustizia in presenza di un giudice.
Non esistono maschere, ma il trucco è assai elaborato e i colori identificano con precisione le
caratteristiche dei personaggi: rosso per uomini leali e coraggiosi, bianco per i crudeli, oro per
le divinità. Anche i vestiti: giallo per l’imperatore, rosso per i nobili, marrone per gli anziani,
blu per i giovani virtuosi.
Gli strumenti musicali si dividono in gruppi: strumenti marziali (wu 武) come Le percussioni e
strumenti civili (wen 文), a corda e fiato. Anche le nacchere (ban 板) ritmano il tempo coi
tamburelli, come nei numeri acrobatici. Il canto è accompagnato da un violino a due corde con
la cassa ricoperta di pelle di serpente.

Maschere ombre e altre forme di teatro regionale

Spettacoli di marionette già in epoca Han per intrattenere ai banchetti e festeggiamenti nuziali,
le marionette deriverebbero dalle figurine in terracotta che si usavano come corredo mortuario
nelle tombe dei regnanti. Anche il teatro delle ombre (yingxi 影戏), la cui origine è legata alla
leggenda dell’imperatore Wu (Wudi 武帝, 150-87 a.C.) affranto per la scomparsa della favorita
Madama Li 李夫人(Li Furen), avrebbe assoldato un monaco perchè la facesse tornare, e questo
fece comparire un simulacro della donna dietro alle tende con le candele. Raggiunse livelli
impareggiabili di eccellenza durante il periodo Qing. Grazie ai costi ridotti, veniva molto usata
durante le feste religiose e popolari. Chi manovrava le figure dietro un telo di carta o stoffa con
le lampade, si occupava anche della narrazione e del canto.
Un’altra variante regionale di teatro era l’opera del Sichuan (chuanju 川剧) che nasce nel ‘700
nel sudovest dalla fusione di 5 forme diverse.
Anche legato al teatro delle Lanterne 灯戏 dengxi à rappresentazioni dei contadini e sciamani
nelle feste popolari che illuminavano di sera con lanterne. C’erano 3 attori, e con molte parti
parlate in dialetto – accompagnamento ritmico con percussioni e canto corale.
Si privilegiano le storie di fantasmi, demoni e spiriti e introduce il ruolo dello “spirito volpe”
à entità femminili ambigue e ingannevoli che irretivano giovani funzionari.
“Cambio delle facce” (bianlian 变脸) e cambio della barba à gli attori cambiano maschera
con movimenti velocissimi delle braccia, per riprodurre le terribili trasformazioni di un demone
o la crescita del terrore per la vista di uno spirito. I colori rispecchiano i cambiamenti d’umore
(rosso per la rabbia, nero per la furia). All’inizio il cambio era effettuato soffiando su una ciotola
contenente polveri rosse nere o dorate che aderivano sulla pelle unta d’olio. Poi cominciarono a
usare maschere di carta oleosa o vescica di maiale. Gli artisti più abili cambiavano la maschera
in meno di un secondo.

Testo: Il giudice Bao indaga tre volte sul sogno della farfalla
Qui l’attrice principale è la madre, affranta ma tenace, di tre popolani accusati dell’omicidio di
un ricco signore. Quest’ultimo aveva ucciso per pura distrazione loro padre. Il testo alterna sia
dialoghi colloquiali sia versi poetici. La dimensione del sogno è Deus ex machina per suggerire
a Bao la decisione da prendere ossia aderire ad un’umanità di stampo confuciano e al buon senso
della gente comune così i 3 fratelli saranno lasciati liberi. Colpisce la Vis comica del fratello
rassegnato alla legge del più forte ma pure sprezzante verso il potere.
Narrazione e romanzo

La narrativa e il teatro non sono generi letterari conosciuti in Cina, almeno tradizionalmente.
Sono un po’ sotto la categoria “xiao shuo 小说”. Il xiao 小 è ciò che si può trascurare.
“Shuō 说”: dire, parlare. Vi è il radicale di “parola”.
Ciò che è narrativa, narrato, parlato, è fuori da ciò che è “wén 文”. Sono spesso divertenti, spesso
osceni, spesso lette di nascosto.
L’origine di entrambi i generi (teatro e narrativa), è popolare e soprattutto è orale. È la
penetrazione del Buddhismo in Cina che sospinge questi generi. Per il teatro ci sono le
rappresentazioni a corte dove ci sono giullari e buffoni (questo già in epoca Tang). La dimensione
più alta che sta all’origine di teatro e narrativa sono i quartieri delle grandi città prima di epoca
Tang e poi di epoca Song, dove si radunava della gente e dove si trovavano cantastorie (i primi
cantastorie erano i predicatori buddhisti, monaci che nella loro tensione a diffondere la religione
buddista si mettevano per strada spesso tirando fuori rotoli “da viaggio” con scene della vita del
Buddha e le raccontavano).

Romanzo = baihua 白话 – volgare – per la narrativa il termine più usato è xiao shuo 小说, ossia
“piccolo dire” à il padre della letteratura cinese moderna Lu Xun osserva che questo termine è
stato usato per la prima volta nel Zhuangzi 庄子, ad indicare le fanfaronate che si usano per
ottenere lustro immeritatamente. Ma di recente questa accezione negativa del termine sarebbe
stata ridimensionata. Altro motivo della marginalità del genere sono i temi trattati, ritenuti
prima pericolosi. Era un genere infatti che mirava a diffondersi anche negli strati più bassi della
popolazione, ma nonostante ciò erano quasi sempre comunque i letterati.
Gli uomini del borgo per Confucio sono gli “xiao ren 小人”, le donne, gli schiavi sono persone
piccole.
Questa ambiguità era molto sentita dagli autori stessi, al punto che spesso sceglievano di far
circolare i loro scritti in forma anonima, ma questo anche per tutelarsi, perchè spesso si
servivano degli scritti per sferrare attacchi vs i personaggi corrotti del loro tempo o in genere
per una critica alla decadenza dei costumi. Molteplici sono i termini per questo genere letterario:
- Yanyi 演义 “storia romanzata”,
- Zhuan 传 “cronache delle avventure”,
- Ji 记 “memorie”,
- Waishi 外史 “storia non ufficiale”.

Come nel passato, anche il romanzo spesso aveva spirito didascalico, anche se non era più questo
il fine primo. Solo con l’ingresso del buddhismo inizierà una letteratura priva di scopi
utilitaristici e guarderà al mondo.

La narrativa in volgare: baihua, bianwen, huaben

La baihua nasce relativamente tardi, sotto la spinta della predicazione buddhista prima in
epoca Tang, poi Song. Ed anche a causa della progressiva urbanizzazione, la nascita di una
classe commerciale alfabetizzata, ed infine l’enorme crescita del mercato letterario nelle 2
ultime dinastie.
I bianwen 变文 “cambiare+testo” erano scritti destinati alla declamazione in pubblico. La trama
era in genere religiosa in quanto ruotava attorno ad episodi della vita di Buddha. Ma Bianwen
变 文 faceva riferimento pure alle opere di narrativa scritte nello stile colloquiale, non
necessariamente religiose. I bianwen posso avere anche tematiche storiche, e le testimonianze
sono ad opera dei cantastorie, in epoca Song. Avevano parti sia in prosa che in poesia,
caratteristica comune dei sutra buddhisti – sutra =scritture sacre del buddhismo, il termine
è reso in cinese con il carattere 经, classico.
Cosa raccontavano i cantastorie?
Le storie di personaggi mitici, di figure esemplari di re, figure negative di cortigiane e principi
che assassinano. Figure storiche, personaggi non inventate dai cantastorie, ma provenienti
dalla storia. Sia a livello popolare che alto, le storie esemplari (ad esempio “Memorie di uno
storico”, “Primavere e Autunni”) vengono raccontate.
È rischioso in termini di prestigio e perché chi scrive quelle storie convoglia in esse le sue critiche
e le sue amarezze. Come le convoglia? Raccontando di un re che sta sopra di lui e che fa angherie?
No perché è contrario alla cultura, sarebbe rischioso.
Se metti in forma di parole e poi di scrittura una cosa negativa, è pesante.
Per additare qualcosa di negativo io utilizzo una figura del passato, sia inventata che storica,
per raccontare l’ingiustizia, la malvagità, la negatività del presente.
Se parlo di un funzionario corrotto di epoca Song, la gente capirà che l’autore parla del
funzionario della città in cui vive. Questa confessione è una maschera, sa l’autorizzazione a chi
scrive di scrivere un’invettiva e chi legge riesce a leggere. Tu racconti qualcosa di negativo e io
capisco di chi stai parlando.
È talmente forte che gli autori si tutelavano con l’anonimato o con gli pseudonimi. Li non era un
vezzo, ma un’esigenza. Questo accade ancora oggi.
Alcuni scrittori usavano più di uno pseudonimo (in Italia si lotta per riconoscere chi scrive
qualcosa).
Nella cultura cinese c’è tutta una scuola di nomi che fanno riferimento a personaggi e storie ben
noti a tutti. Storie religiose anche, il nucleo dello “Scimmiotto” presenta uno “Hua ben”.
Ecco che lo “Scimmiotto” scritto in epoca Ming è ambientato in epoca Tang. Lo stesso vale per
“Jin Ping Mei”, scritto in epoca Ming ma ambientato in epoca Song. “Il sogno della camera
rossa” è scritto in epoca Qing ma ambientato in epoca Ming. L’autore del sogno della camera
rossa potrebbe aver parlato della propria vita perché la sua famiglia era molto vicina alla
famiglia di cui si parla nell’opera
Novella = huaben 话本: prime forme di narrativa volgare che prendono forma dalle storie
raccontate dai cantastorie e poi collezionate e raccolte. “ben 本”: quaderno, annotazione scritta.
Qual è la caratteristica di queste storie? L’origine di esse è orale, anche se poi possono venire
ritoccate e sistemate. Molto importante è la lingua.
Cosa vuol dire “storia in volgare”? Da secoli in Cina esiste una tradizione, (oltre storiografia,
poesia e parole dei maestri), di prosa che a seconda dei periodi prende articolazioni diverse. Ad
esempio, in epoca Tang “.... del Buddha” è scritto in “wen yen” che è il cinese scritto. Non il
cinese che si parlava nelle strade ma quello codificato con le parole dei maestri, con la
storiografia, ecc.
La narrativa ha più arcaismi nel wenyen, un forte parallelismo per l’essenzialità, per la
mancanza di particelle finali, per l’equilibrio. Spesso ha l’andamento di una poesia perché ci
sono versi, la narrativa ha meno controllo numerico e di equilibri e di parallelismi perché è
lingua parlata.
All’origine si sposa un vezzo: un vezzo di un forte e potente richiamo all’oralità. Ci sono tanti
segnali nei romanzi (i cinesi non li chiamano romanzi ma “lunga narrazione”). Se guardiamo i
titoli originari dei romanzi non ne troviamo uno solo.
A differenza dei nostri romanzi non c’è un’evoluzione dall’inizio alla fine, non troviamo ad
esempio le avventure di Scimmiotto che si sposa e vissero tutti felici e contenti. Ogni capitolo ha
varie storie all’interno, non c’è un concentrarsi su una figura per poi vedere l’evoluzione fino
all’happy ending. Questo mima l’oralità: quando il cantastorie era in strada raccontava più
storie per intrattenere i primi arrivati per intrattenerli, ma storie non troppo lunghe perché
qualcuno sarebbe andato via e non avrebbe lasciato soldi. Questo si ripercuote nei capitoli delle
opere.
Il gusto per la citazione: anche in piazza si facevano riferimenti al libro delle odi. Quasi sempre
i capitoli iniziano con un titolo che è in realtà scritto in prosa parallela, cioè in wenyen. In Italia
non li troviamo perché gli editori decidono di dare un titolo più occidentale e accattivante.
I letterati sono coloro che in una scena pubblica sminuivano queste narrazioni come acconce,
come robaccia. Erano cose piccole, un letterato doveva scrivere calligrafia, concentrarsi ad altre
cose.
Qui si annida la duplicità della figura del letterato cinese: da un lato è rappresentante del potere
e dall’altro è sovversivo. Sovversivo perché Hanyu 汉语, e prima ancora Confucio, si alza e dice
al re “è sbagliato”.
8 tipologie di novelle in base all’argomento:
- Spiriti e demoni
- Amore
- Prodigi
- Casi giudiziari
- Combattimenti con la spada
- Scontri con il bastone
- Immortali e magia
Scaletta cantastorie: prima recitazione poesie, poi aneddoti introduttivi ed infine storia vera e
propria.

Le origini del romanzo

Per circa un secolo, siamo tra XII- XIII sec, (nel 1368 si insedia la dinastia Ming, tra 1272-1368
è il secolo breve del dominio mongolo).La sconfitta dello stato cinese sotto i mongoli con la
provvisoria eclissi dei letterati favorì la crescita di una letteratura estranea all’ortodossia. Sotto
l’impero straniero vennero dati privilegi a popolazioni non Han del nord e la classe
maggiormente penalizzata fu proprio quella dei letterati, che vennero privati del loro potere e
relegati in fondo alla scala sociale. Durante questo periodo il potere è degli stranieri, diventa
più tecnico. Le classi sociali si confondono e cambiano. La Cina era diventata una provincia
dell’impero che si estendeva dal Volga al Mar Giallo. La capitale venne posta nella nordica Dadu
(Pechino) – perdita temporanea della centralità. Privilegio al commercio e artigianato rispetto
all’agricoltura – crisi delle campagne ma sviluppo urbano
Ma grazie a questo, diedero espressione letteraria alla nuova società urbana da una posizione
al di fuori del sistema del potere, il che concesse loro di guardare alla condotta dei governanti
con gli occhi della gente comune. In cima alla scala sociale ci sono i mercanti, ed ecco che Marco
Polo arriva e diventa consigliere del gran Kan. I letterati non sono più al potere, ma all’ultimo
gradino della scala sociale. Si crea la consapevolezza che diventerà importante in epoca Ming di
essere emanazione di potere ma anche sudditi. La troviamo anche nei funzionari di oggi.

Il romanzo Ming e Qing

I romanzi cinesi si caratterizzano per la notevole espansione – numerosi episodi, fino a 240 nel
Romanzo dei tre Regni (Sanguozhi yanyi 三国志演义). Ciascun episodio può essere letto come
un’unità narrativa a sé stante con una propria autonomia e un significato che emerge da quel
singolo contesto. Non esiste un epilogo o una chiusura esemplare; alla sfera umana se ne
intersecano altre come quella fantastica o onirica. I romanzi rispondono ad una logica che non
è di climax ma contestuale, sono una riproduzione in piccolo del mondo che non necessita di
uno sviluppo. Numerosi sono gli espedienti che richiamano la narrazione orale come l’apertura
di ciascun capitolo con l’espressione “si racconta hua shuo 话说” e la chiusura del capitolo con
“se volete sapere come va a finire dovete leggere il prossimo episodio – yao zhi duan de qie
kan xia hui 要知短的且看下会”. Il termine che si usa per i capitoli è hui 回, che significa sia
volta, sia ritornare. Lo sviluppo della vicenda è tempestato di poesie e nuclei narrativi minori
che fanno pensare ad artifici dei cantastorie per temporeggiare in attesa del pubblico. La lingua
è spesso mista, e spesso ci sono citazioni e richiami alla tradizione colta. La narrazione è in terza
persona che permette il distacco e compartecipazione sia per il lettore che per l’autore. Il potere
eversivo del romanzo scatenò più volte l’intervento della censura: al terzo anno di Kangxi
avvenne un massacro di letterati e sotto Qianlong ci fu l’inquisizione letteraria con la proibizione
di 10.231 opere. Nel romanzo confluiscono numerose tradizioni: storiografia, poesia, teatro. I
romanzi si trasformarono in enciclopedie degli usi e costumi, delle abitudini, delle attività e dei
divertimenti della popolazione in epoca Ming e Qing.

I Capolavori
I principali romanzi di epoca Ming vengono accorpati sotto la dicitura di “sida qishu 四大奇书”,
quattro grandi mirabili libri.
- Romanzo dei Tre Regni: narra le sanguinose lotte e gli spietati intrighi per la
supremazia tra i regni di Wei, Shu e Wu. Il racconto affonda le radici nella storiografia
e propone una ricchissima galleria di personaggi.
- Romanzo sul Bordo dell’acqua 水浒传: in 120 capitoli e attribuito a Luo Guanzhong
罗贯中. La storia ha luogo nel periodo di decadenza della dinastia Song e descrive le
vicende eroiche di un gruppo di banditi ribelli che si stanziarono sotto la giuda di Song
Jiang 松江. Il legame che vincola i personaggi è quello della fedeltà all’imperatore, ai
compagni e a un codice etico e morale superiore.
- Viaggio in Occidente: in 100 capitoli e attribuito a Wu Cheng’en 吴承恩
- Jin Ping Mei: in 100 capitoli deve il proprio titolo ai caratteri contenuti nei nomi delle
3 protagoniste femminili. Vengono narrate scene di vita quotidiana con massima
attenzione per i dettagli più minuziosi.
- La storia dei Sui e dei Tang: di Chu Renhuo 褚人获, in 100 capitoli narra il passaggio
di dinastia, partendo dall’imperatore Yang dei Sui fino alla rivolta di An Lushan e la
straziante tragedia che coinvolse l’imperatore .
- La storia non ufficiale del bosco letterario: di Wu Jingzi 吴敬梓 in 56 capitoli è
ambientata in epoca Ming ed è una satira vibrante dell’ipocrisia e della corruzione dei
letterati e dei funzionari di quel periodo Qing.
- Sogno della camera rossa: il protagonista JiaBaoyu 贾宝玉 nasce con una pietra in
bocca su cui è incisa tutta la storia del romanzo. In 120 capitoli è la storia della decadenza
di una casata nobile che fa da sfondo alla tormentata adolescenza del ragazzo refrattario
ad entrare nel mondo degli adulti. Il rifugio dal mondo dei grandi è il giardino della
residenza dei Jia. L’epilogo coincide con la caduta delle illusioni, la morte tragica della
donna amata.
- Quattro strani casi ai tempi di Wu Zetian 武则天四大奇案: romanzo anonimo in 64
capitoli ambientato in epoca Tang sotto il regno dell’imperatrice Wu. Il protagonista è un
personaggio, il magistrato Di Renjie.
- Destino dei fiori nello specchio 镜花缘: in 100 capitoli, è ambientato durante il regno
dell’imperatrice Wu Zetian che impone agli spiriti dei cento fiori di fiorire il giorno di
capodanno, ma questi vengono uccisi per il loro atto inconsulto e rinascono come giovani
donne sulla terra.

Il Buddhismo – fojiao 佛教

Buddhismo e sincretismo
La diffusione del buddhismo assume un’importanza per la civiltà cinese per l’incontro fecondo
con un nuovo ordine di idee. L’immaginario popolare e la riflessione dotta si arricchiscono di
concetti inediti: vanità del mondo terreno e sofferenza, karma e rinascita. (apertura a una
maggiore unità espressività). Il buddismo introdusse un approccio alla vita per molti versi
rivoluzionario con la ricerca del nirvana, l’estinzione del ciclo delle diverse esistenze e il
raggiungimento dello spazio vuoto infinito. La letteratura e la cultura popolare si impadronirono
di nuovi temi e nuovi termini. Se Confucio ha dato origine a un sistema di pensiero che si
rivolge alla sfera dell’etica e della morale e si concentra sull’ambito sociale e su una visione
saldamente gerarchica del mondo, e se il taoismo stabilisce il ruolo e la posizione dell’uomo nel
cosmo, che è concepito come armonico alternarsi di yin 阴 e yang 阳, il buddismo propone un
messaggio universale, apre la via della salvezza, della compassione e della speranza. Il
buddismo è la prima grande religione (zongjiao 宗教) organizzata che i cinesi abbiano mai
conosciuto. Non fu mai istituita una chiesa buddhista unitaria; ebbe luogo una disseminazione
di comunità monastiche indipendenti che facevano riferimento a scuole diverse con
rielaborazioni autonome della dottrina.

La diffusione del Buddhismo avviene sotto la dinastia degli Han anche un po’ prima del 1° secolo
DC, insomma mentre c’era Gesù Cristo che nasceva, il buddismo si fa strada per arrivare in
Cina. Il momento di massimo fulgore ed espansione che abbiamo in Cina si ha nell’epoca Tang
e quindi nel 600 d.C è giusto ricordarsi che la penetrazione è lenta e inizia sei secoli prima, per
questo possiamo passare dagli Han ai Tang come se niente fosse. Dopo gli Han c’è un periodo di
smembramento di varie dinastie del nord e del sud quindi non è sempre immobile la Cina. Allora
parliamo del buddismo perché in Cina tradizionalmente si parla di sincretismo (zongjiao 宗教)
religioso.
Il buddismo è una religione mentre le altre partono come dottrine di pensiero, dottrine utopiche,
il buddismo è una vera e propria religione straniera importata. Il confucianesimo è una dottrina
che si rivolge alla sfera dell’etica e della morale, all’ambito sociale, il taoismo come punto di
partenza stabilisce il ruolo e la posizione dell’uomo nel cosmo, concepito come l’alternarsi
armonico di yin e yang. Il Buddha per i cinesi indica una via di conversione e tolleranza e
soprattutto di speranza. Il buddismo è la prima grande religione organizzata, c’era uno spazio
vuoto grande in Cina, per esempio moltitudine di contadini affamati o comunque con una vita
non gioiosa, allora la religione serve a questa povera gente, come calmiere sociale anche. Poi sul
modello di organizzazione come chiesa del buddismo si ispirerà anche il taoismo, che diventerà
anche essa una grande religione organizzata.
Il buddismo viene introdotto in Cina all’inizio della nostra era, è una religione indiana che però
è destinata a perpetuarsi in Cina ancora più a lungo che nel suo paese di origine e dalla Cina
poi viene importato ed esportato, copiato in tutto il sud est asiatico. La Cina è proprio un grande
calderone dove il buddismo si trapianta, viene rielaborato, prende vari indirizzi, sette diverse e
poi tutte queste scuole vengono poi introdotte e tradotte in Laos, Vietnam, Giappone, Corea, a
loro volta prendono poi ancora caratteristiche locali ma diciamo che la Cina è la rimodernatrice
del buddismo. Assume nuove forme in Cina il buddismo che sono adeguate ad una cultura
completamente diversa la quale impone al buddismo le proprie norme. Questa è un’altra
modalità tipica della cultura cinese: niente viene digerito così com’è, tutto viene stilizzato.

Origini storiche del buddismo e leggende cinesi

Le origini storiche del buddhismo sono collegate alla figura del principe Siddharta Gautama
cioè l’illuminato (560 – 480 a.C.), contemporaneo di Confucio, il quale dopo aver condotto
un’esistenza dissoluta (privo di ogni regola morale) a 35 anni riceve l’illuminazione (diventa
Buddha, colui che si è risvegliato) in seguito ad aver visto un vecchio, un malato un cadavere e
un monaco; nulla ci è noto dell’insegnamento originario del principe, i più antichi testi buddisti
furono scritti parecchi secoli dopo la sua predicazione. Il messaggio buddista pone l’accento
sull’intenzione che porta a un determinato karma sulle 4 nobili verità – sidi 四帝:
- La vita è sofferenza, e non interpretatela subito come una cosa triste, la questione è che
la condizione umana prevede la sofferenza, sofferenza che traducete per favore nella
vostra testa come pathos, cioè coinvolgimento troppo invasivo, se voi vi concentrate sul
vostro ego avete una visione di passione.
- La sofferenza è determinata dal desiderio;
- La sofferenza può essere eliminata, si può arrivare quindi alla sua cessazione, con la
quarta nobile verità;
- Esiste una via per emanciparsi dalla sofferenza e raggiungere il nirvana. Tale via
consiste nel praticare il nobile ottuplice sentiero: giusta visione (conoscenza 4 nobili
verità), giusta intenzione (rinuncia e benevolenza), giusta parola (evitare menzogna,
maldicenza), giusta azione, giusto comportamento (non praticare caccia,
macellazione…), giusto sforzo (favorire gli aspetti positivi del karma ereditario), giusta
attenzione, giusta concentrazione.

La giusta azione per i laici consiste in 5 precetti:


- Non uccidere
- Avere rispetto per ciò che è dato
- Astenersi da atti sessuali illeciti
- Astenersi da discorsi ingiusti
- Non bere sostanze inebrianti
Per i monaci sono 10, oltre a quelli sopra citati abbiamo:
- Astenersi da cibi solidi dopo pranzo
- Astenersi da musiche, danze e spettacoli
- Astenersi dall’uso di profumi e ornamenti
- Evitare di dormire su letti alti e comodi
- Evitare il contatto con denaro e oggetti preziosi
In aggiunta ai 5 precetti, il codice morale per i laici si basa anche sulla recitazione dei Tre
Gioielli (sanbao 三 宝 ): “ Io prendo rifugio nel Buddha”, “Io prendo rifugio nel dharma
(insegnamento del Buddha)”, “Io prendo rifugio nel sangha (la comunità monastica).
Il buddismo prefigura la possibilità per i singoli di intervenire sul proprio destino e predica la
salvezza universale. Le innumerevoli incarnazioni che si susseguono fino al raggiungimento del
nirvana sottendono l’idea della caducità della vita e della non permanenza dell’anima
individuale, che is coniugano con alcune concezioni del taoismo.
Il principale canale di importazione del buddhismo è le Via della Seta – la cosiddetta Serindia –
serie di rotte carovaniere che attraversavano l’Asia centrale, partivano da Chang’an (odierna
Xi’an) e il percorso procedeva ad ovest verso Lanzhou per poi imboccare il corridoio del Gansu,
toccando Dunhuang.
Inizialmente, sembra esserci una sovrapposizione tra Buddha e Laozi, in base alla leggenda
che voleva Laozi comparso dopo la morte in Occidente, che avrebbe convertito i barbari.
Un’altra leggenda riporta che una notte l’Imperatore Ming (Mingdi 明帝) degli Han orientali
aveva sognato una divinità d’oro che volava davanti al palazzo. Al ritorno dei suoi emissari (che
andarono in India a raccogliere informazioni) a Luoyang venne eretto il monastero del Cavallo
Bianco (Baima si 白马寺). Le prime tracce sicure della presenza buddista in Cina risalgono al
primo secolo a.C. ma la piena assimilazione avvenne a partire dall’VIII secolo d.C. sotto la
dinastia Tang. 3 fasi importanti:
1) preliminare (sovrapposizione e confusione) 2) pieno riconoscimento dell’origine indiana
della dottrina 3) definitiva sinizzazione
Tra l’altro si apre con il buddismo la prospettiva che c’è una vita ultraterrena, il pensiero in
Cina era nato come un’esigenza concreta su come governare un paese o sul ruolo che l’uomo
aveva nel cosmo, non si parlava dell’aldilà o di un’origine, col buddismo si introduce l’idea della
reincarnazione, ciclo lunghissimo di reincarnazione fino a raggiungere la perfezione con il
Nirvana. Questo ciclo di reincarnazione che viene chiamato Samsara, reincarnazioni che a
seconda del tuo karma possono portarti più vicino all’illuminazione o al contrario alla
reincarnazione in esseri poco nobili. In questo senso si riprendono dei concetti tipici della cultura
cinese, non si butta via nulla, così come torna l’idea della caducità della vita, dell’inconsistenza
della vita terrena che un po’ è il fondamento del taoismo, quella non permanenza dell’animo
individuale. Ecco, dovete immaginare l’assimilazione del buddismo in Cina non come qualcosa
di veloce, ma al contrario è un processo lentissimo che lentamente relega questo corpo estraneo
nel fondo della coscienza cinese, creerà una creatura barbara, inaccettabile inizialmente, le
modalità di assorbimento sono molto interessanti, e secondo me in qualche modo prefigurano
altre grandi operazioni di reinterpretazione e assimilazione

Traduzione delle scritture

A Luoyang si forma un centro di traduzione sotto la direzione di monaci, si è soliti suddividere


le traduzioni buddiste in antiche (2°-4° secolo), medie (5°-7° secolo) e nuove (8° secolo in poi).
Queste traduzioni erano in prima battuta sempre e solo orali e venivano trascritte soltanto in
un secondo momento. Il grosso delle scritture buddiste tradotte dal sanscrito al cinese oppure
scritti in Cina, si viene a formare proprio nell’epoca Tang.
Si traduceva in cerimonie religiose (molte persone, fino a 250) – prima si declamava il testo
originale, poi si traduceva oralmente in cinese – l’atto reinscenava la predicazione del Buddha
– i traduttori erano chiamati pusa 菩萨 (bodhisattva). Grazie all’apporto del buddismo la
tradizione cinese scopre che alla sacralità del testo si affianca la sacralità della parola.
Parole nuove tradotte:
- sofferenza (duhkha): esistenza umana = ku 苦 (amarezza)
- desiderio (tanha): sofferenza = ai 爱(amore, affezione)
- cessazione della sofferenza (nirodha): mie 灭 (dissoluzione)
- niepan 涅磐= nirvana
- bodhisattva 菩萨= pusa
- mondo 世界= shijie
- passato 过去= guoqu
- futuro 未来 = weilai
- teoria 理论 = lilun
- pessimismo 悲观 = beiguan
- uguaglianza 平等 = pingdeng
- uva 葡萄 = putao
Il corpus dei testi buddisti è ricchissimo per stile, varietà e ampiezza e comprende circa 2500
titoli. Nel corso dei secoli fiorirono anche opere buddiste cinesi. Esempio di letteratura buddista
cinese è il resoconto di viaggio del monaco Xuanzang “le terre occidentali al tempo dei grandi
Tang”. Gli ostacoli più grandi che questa religione incontra nella sua avventura in Cina furono
relativi all’accettazione della regola monastica: imposizione del celibato ai monaci (chu jia 出家
= uscire di casa)(in netta contrapposizione con i dettami della devozione filiale confuciana - xiao
孝), e la rasatura del capo che veniva vista come una mutilazione fisica. Rabbia e diffuso dissenso
erano generati anche dalle enormi fortune accumulate dai monasteri.

Xiaocheng 小乘 e dacheng 大乘

Alla fine del 1° secolo a.C. il buddhismo indiano si articolava in due grandi dottrine: Hinayana
(o Therevada – piccolo veicolo, “via ristretta per la salvezza”, xiaocheng 小乘) e Mahayana
(grande veicolo, dacheng 大乘). In Cina si affermò il grande veicolo. La tradizione hinayana
indica una via di salvezza per il singolo e la figura ideale è quella del santo (arhat= luohan 罗
汉) che dopo aver preso rifugio nel Buddha cerca la salvezza nel nirvana, ovvero la liberazione
spirituale dalla sofferenza seguendo un percorso mirato a una forma di illuminazione personale.
La tradizione mahayana prefigura una via di salvezza che è accessibile a tutti gli esseri viventi,
si basa sul concetto di vacuità e sulla necessità della compassione. Nirvana che noi italiani
traduciamo paradiso, è la liberazione spirituale dalla sofferenza però così come vista dal
buddismo HinaYana rimaneva qualcosa di fortemente individualizzato, per pochi eletti per
pochi prescelti, con un lavoro interiore complessissimo che consisteva in digiuno, macerazione,
meditazione, stretto regime alimentare, una cosa davvero per pochissime persone. Quindi non
una mentalità che era quella della saggezza personale, ecco invece il MahaYana si distingue
fondamentalmente da questa tendenza perché intanto invoca la necessità della compassione,
quindi non è la salvezza personale di pochi ma l’idea di avere un’attenzione per tutti gli altri e
quindi si crea il concetto di bodhisattva (essere illuminato). Un monaco deve dedicarsi alla
ricerca della salvezza spirituale non solo per sé stesso ma a beneficio di tutti gli esseri senzienti
e impegnarsi durante ripetute reincarnazioni affinchè l’umanità raggiunga il nirvana. La
benevolenza e la compassione prendono il sopravvento sull’ascesi mistica e sulla disciplina in
solitudine. I fondatori delle varie scuole fanno ciascuno riferimento ad un sutra (=testi inclusi
nel canone della scuola buddista di riferimento) specifico. Durante la dinastia Tang si ha una
fioritura del buddhismo in Cina.
Diciamo che la differenza macroscopica tra Maha e Hina è che lo Hina era legato ai primi
antichi Sutra e soprattutto aderiva moltissimo ai testi scritti, era un po’ una dottrina più da
studiosi o da ceti molto alti della società e colti, i filosofi del MahaYana inventano una serie di
nuovi concetti che si distaccano un po’ dai primi scritti del buddismo e ad esempio dedica molto
spazio alla nozione del risveglio dell’illuminazione che è relativamente trascurata dal buddismo
classico perché per il buddismo classico, cioè lo HinaYana l’illuminazione era considerata
accessibile solo a pochi eletti. In sostanza HinaYana si sviluppa in un senso che rende più
democratico il buddismo, una religione più aperta a tutti, se si segue l’ottuplice sentiero può
diventare un Budda, un illuminato. La prospettiva che il buddismo MahaYana apre si può
riassumere in una frase che cito e che se volete si può riassumere nella parola compassione:
“non abbandonare mai gli esseri viventi e renditi conto che in realtà le cose hanno la stessa
natura del vuoto”, quindi consapevolezza della vastità del tutto e apertura e compassione nei
confronti degli esseri umani, compassione e consapevolezza della vastità del tutto. Il buddismo
dell’età classica cioè quello dello Hina Yana privilegiava il concetto di Arhat che vuol dire santo,
saggio, asceta. In sostanza questi pochi eletti dopo aver preso rifugio, vuol dire essersi fatti
monaci, nel Buddha cercavano una salvezza nel nirvana. I passi che si facevano erano: prendere
rifugio nel Buddha, ispirarsi quindi alle scritture, ed entrare nel Sangha ovvero nella chiesa
buddhista quindi ordinarsi monaco.
Per tradizione il buddismo era riservato ai monaci ma grazie al Mahayana il messaggio diventa
accessibile a tutti qualunque sia il suo impegno

Scuole, tradizioni e scritture del buddismo cinese:

Tra le principali scuole sviluppatesi in Cina ricordiamo quella della meditazione chan, essa
abbraccia la convinzione che la mente sia uno strumento inadatto ad afferrare la realtà ultima
eppure si affida alle registrazioni dei discorsi dei maestri per traghettare le sue verità (torna
l’idea della centralità della parola). Le pratiche fondamentali consistono in svariate modalità di
meditazione e percorsi di illuminazione. Importantissimi sono i maestri che possono sollecitare
gli allievi o i discepoli in vari modi ad esempio con quelli che vengono chiamati koan in
giapponese ovvero dei paradossi. Per esempio, arriva il maestro e dice al discepolo “se vedi
Buddha uccidilo” qual è il suono fatto da una mano sola? qual è l’aspetto del tuo volto prima che
tua madre o tuo padre nascessero? sono provocazioni non bisogna rispondere però a volte fare
salti logici aiuta a sganciarci dall’attaccamento alle cose del mondo. Questi shock mentali
vengono provocati (uno stava seduto in contemplazione anche anni e mesi a pensare a queste
provocazioni, finché qualcosa non faceva cri e si raggiungeva l’illuminazione) dei colpi di verga.
Questi sono dei trampolini di lancio per l’illuminazione, la quale si legge in cinese yusu mentre
in giapponese Satori. Il chan esalta il lavoro manuale e non disdegna la partecipazione alle
attività produttive. La scuola della terra pura (Jingtu 净土) si rifà al sutra della terra pura,
il sutra racconta la parabola di un monaco che dopo aver ascoltato un sermone illuminante, si
ripromette di diventare un Buddha. Nel sutra vengono enumerati 48 precetti tramite i quali
approdare al paradiso occidentale. La scuola pone grande enfasi sulla devozione, altamente
diffusa è la pratica dell’invocazione del Buddha in base alla quale è sufficiente la recitazione
iterata (ripetuta) del nome di Amithaba per giungere alla terra pura. L’ultima scuola è quella
del buddismo tantrico o esoterica (mizong 秘宗) – si rifà al sanscrito tantra che significa
ordito/principio e dottrina tradotti con il carattere jing 经, la scuola individua e fa propri una
serie di testi di natura esoterica che descrivono riti magici. Le formule segrete (i mantra –
mizhou 密咒) hanno il potere di cacciare o sottomettere i demoni, ma anche di accorciare il
cammino verso l’illuminazione – simboli mistici (mandala, diagrammi che delimitano un’area
sacra in cui si concentrano le divinità). La salvezza non è pertanto il risultato della conoscenza
ma della pratica. L’ultima tradizione huayan 华严 il cui nome deriva dal sutra della ghirlanda,
incentra la sua dottrina sull’armonia del tutto che conduce all’illuminazione e sulla presenza
della natura del Buddha in qualsiasi cosa (particolarmente sostenuta dall’imperatrice Wu
Zetian che in essa trovò una legittimazione politica alla sua presa di potere, garantita anche dai
monaci corrotti che circondavano la regnante, molti dei qual furono suoi amanti. Wu Zetian
fondò la dinastia Zhou, non riconosciuta dalla storiografia ufficiale e che non sopravvisse alla
sua morte).

IL PADIGLIONE DELLE PEONIE (MUDANG TING 木当庭) – TANG XIANZU 汤显祖


Tang Xianzu (1550-1616). Testo teatrale. 5 drammi di Tang Xianzu scritti dopo dimissioni da
funzionario nel 1598 (1591: memoriale di critica all’imperatore à punito ed esiliato nell’estremo
sud del Gunagdong per due anni). Famiglia di letterati di Linchuan nel Jiangxi. Atmosfera di
rinnovamento intellettuale, discussioni e proteste nelle province centro-meridionali. Opere:
raffinate creazioni letterarie, prodotti eccellenti del Chuanqi (forma teatrale dominante epoca
Ming) e rappresentano orientamenti e problematiche tipici periodo.
Chuanqi epoca Ming: evoluzione teatro del Sud: forma letteraria sempre più sofisticata e
importanza crescente componente musicaleà drammi classificati in base a standard musicali
adottati. Stile Kunshan – Qiang: strumenti a corda e a fiato, suono dolce e prolungato, prosodia
eclettica e complessaà opera. Affermazione scuola Kunshan – drammi di Tang Xianzu.
4/5 drammi (uno è incompito): primi 2 sullo stesso soggetto à quattro sogni di Linchuan. Motivo
del sogno – Soggetti: ripresi in 3 casi da famosi racconti Tang. Anche Il padiglione delle peonie
riprende alcuni elementi da storie precedenti (huaben) ma è solo lo spunto per creazione
originale. 55 scene.
Storia ambientata in epoca Song. 3 filoni narrativi:
1. Storia di Du Liniang (protagonista)
2. Storia di studente Liu Mengmei
3. Rappresentazione Du Bao (padre Liniang) nella attività di funzionario.
Storia ambientata in epoca Song! Protagonista Du Liniang (figlia di letterati –
discende da Du Fu)
Trama: Mengmei (uno studente) cerca patrono per gli esami di stato, mentre Liniang è tenuta
chiusa nelle stanze femminili in attesa di matrimonio degno della sua condizione. Prende lezioni
letteratura classica da precettore Chen. Passeggia nel giardino vicino alla casa e lì i sensi si
risvegliano. È turbata, torna nella stanza, si addormenta e sogna Mengmei (ora sconosciuto): si
congiungono nel padiglione delle peonie, nel giardino. Lei perdutamente innamorata, si ammala
consumata dal desiderio. Dipinge il proprio ritratto per conservare la sua bellezza e lo fa
nascondere nel giardino, e lì si fa anche seppellire. Persuade il re dell’oltretomba del suo diritto
all’amore e le viene concesso di tornare in vita.
Mengmei si fa male durante il viaggio e viene ospitato dal precettore Chen nel giardino (ora
trasformato in tempio). Trova il quadro, si innamora e la incontra in sogno. Dà una mancia alla
monaca guardiana perché lo aiuti ad aprire la tomba – il corpo viene riesumato e torna in vita,
i due si sposano e partono per la capitale.
Vicenda Du Bao: deve domare una ribellione, sua moglie cade in mano ai ribelli e poi sarà
liberata. Du Bao diventa ministro, Liu passa gli esami e madre e figlia si riuniscono. Ma Du Bao
non crede alla resurrezione della figlia e persegue Mengmei come delinquente e lo fa bastonare.
L’imperatore stesso poi sposa i due.
Capolavoro drammaturgia Ming. Tematiche amorose centrali, le peripezie della “bella donna” e
del “giovane d’ingegno” sono uno stereotipo. Epoca distopica e conformista – primato dell’amore=
assunzione a valore della vita nella sua interezza. Sentimento come corporeità, tutt’uno con
rivendicazione autonomia soggetto. L’amore vince la morte: concetto banale rappresentato con
la forza dell’evidenza. Il simbolo è realtà materiale. Ispirazione buddhista. Elemento
comico, non solo in brani specifici ma anche nel tessuto stesso dei momenti più drammatici e
sentimentali – ruoli comici di repertorio (precettore Chen, vecchia monaca).
Sogno: leitmotiv e quintessenzaàpiù chiavi di interpretazione. Sogno come la morte: non luogo
immaginario o solo mentale, ma sede di verità differente, anche corporea. Liniang: divisa fra
dimensione diurna e sogno: tanto libera nel sogno quanto legata alle convenzioni più meschine
e quasi priva di passione una volta sveglia. Annuncia un motivo del Sogno della camera rossa.
Sogno non solo sede degli istinti repressi, dimensione diurna non solo regno della ragione: PER
L’AUTORE QUESTA RAGIONE È FALSA. Momento più vero: scene che seguono il primo
sogno: la vita diurna è trascinata nella realtà-verità non riconosciuta e Liniang ne muore.

VIAGGIO A OCCIDENTE (XI YOU JI 西游记) – WU CHENGEN 吴承恩


Romanzo di Wu Chengen (1500-1582), autore di testi narrativi, versi e drammi satirici.
Paternità del Viaggio a Occidente attribuita nel 1923, l’opera è certamente creazione unitaria
di un solo autore con personalità ben definita. 100 capitoli.
TEMA ROMANZO: viaggio in India di Xuanzang nel VII secolo alla ricerca di testi
buddisti personaggio e impresa diventati leggendari, lui già trasformato in santo/Cicala d’Oro
discepolo di Budda/comune mortale in viaggio tra mille pericoli e difficoltà.
NO romanzo storico MA grande favola, protagonista Scimmiotto 孙 悟 空 . Introduzione
cosmologica di ispirazione buddhista. Primi 7 capitoli: storia dello Scimmiotto + del regno nella
Montagna dei Fiori e dei Frutti + perfezionamento buddhista che gli dà conoscenza superiore e
poteri magici + battaglie fantastiche combattute + assalto a regno celeste à infine cede alla
potenza del Buddha: imprigionato in una caverna aperta sotto una montagna, ma Buddha gli
dice che qualcuno andrà a salvarlo.
Collegamento da regno celeste a Impero Tang + collegamento missione Xuanzang a storia
Scimmiotto: viene liberato a patto di aiutare il monaco. Guanyin vigila sull’impresa.
81 prove contro demoni e mostri che ostacolano il percorso (Xuanzang conferisce l’immortalità
se viene mangiato o se si assorbe il suo semeà attaccato molto spesso). Lui è semplice, buono e
puro, spaurito e incapace di reagire agli assalti della realtà. Scimmiotto ha intelligenza,
combatte, cerca espedienti, provvede a tutto il necessario e al cibo, ha la responsabilità e l’onere
dell’impresa.
Creature che li aiutano: 猪悟能 (Maiale che conosce la potenza – Zhu Bajie) e 沙悟净 (Sabbioso
che conosce la purezza).
Ricchezza fantasia, felice senso umorismo, libertà e ampiezza visione del mondoàuno dei 10
classici letteratura cinese.
Gli aiutanti condividono dimensione morale e esistenziale uomo ma NON sono uomini in figura
di animaliàdistinzione uomo/animale, mostro/santo: non appare perché NON È RILEVANTE:
sono tutte creature uguali.
Allegoria continua insieme a satira: regno celeste modellato su struttura impero terrenoàsatira
impero, burocrazia e dispotismo. Scimmiotto: forza e intelligenza umili che si ribellano a potenti
e gerarchie. Mostri: forze incontrollate della natura/rivolta elementare e vitalistica di chi sta in
basso contro costrizioni imposte da potenze umane e principi morali e religiosi.
Spirito di umorismo: si identifica con buon senso popolare ma anche con nozione buddhista della
vanitas vanitatum (la più grande delle vanità). Ispirazione per narrativa e teatro.

JIN PING MEI 金瓶梅


Romanzo anonimo ambientato in epoca Song, scritto nell’ultimo ventennio XVI sec. 100 capitoli,
all’inizio del 17° sec: 5 persiàsostituiti.
TITOLO: dai 3 personaggi femminili: Pan Jinlian, Li Pinger, Chunmei.
Svolta nella narrativa cinese: “naturalismo”: quadro demolitore società urbana e ceti emergenti
del tempo. Moralismo e cinismo. Rappresentazione aspetti più sordidi vita familiare di casa
Ximen Qin (mercante) + lotte per supremazia domestica fra le sue 6 donne ( omicidio e
infanticidio) + intreccio rapporti economici e di potere tra Ximen e ambiente commercianti e poi
burocrati.
Analogia con narrativa europea (à”naturalismo”): FUORVIANTE: nulla come Zola o Verga,
nonostante cruda franchezza. Letto in Cina e Occidente principalmente come romanzo erotico.
Alta qualità scene erotiche: ripugnanza autore per realtà sociale si disperde in predilezione per
oggetto rappresentato. Eros: componente primaria lotte in casa + occasione per definire caratteri
personaggi.
Testo composito, l’autore non ha operato una scelta ben definita: canzoni anche non pertinenti
all’argomento e introdotte a forza. Spunto narrazione: episodio del Shuihu Zhuan. Modi e
formule narratori oraliàOPERA DI INTRATTENIMENTO DI TIPO POPOLARE. Rottura
esplicita narrativa precedente in spetti convenzionali, MA il nuovo resta allo stato embrionale.
Elementi non amalgamatiàstruttura indebolita. Forse meglio una lettura frammentata.

RACCONTI STRAORDINARI DELLO STUDIO LIAO (LIAOZHAI ZHI YI 聊斋志异) – PU


SONGLING 蒲松龄
Raccolta racconti di Pu Songling (1640 – 1715). Regno imperatore Kangxi (1662 – 1722), dinastia
Qing (1644 – 1911). Condizione dei letterati: declinata: il dispotismo si avvale di sistema
funzionale ereditato per esercizio potere, MA posizione subalterna assegnata da manchu a cinesi
+ degrado sistema reclutamento funzionariàruolo dei letterati come classe dirigente e portatori
ortodossia: SVUOTATO. Ovunque OPPOSIZIONE.
Monumentale raccolta di racconti in lingua classica. Opera letteraria non ortodossa (non era un
letterato) ma luogo della sua realizzazione anche come letterato da cui attendersi fama e gloria.
Pu Songling: no oppositore: EMARGINATO. Preciso atteggiamento critico verso l’esistente,
nozione dell’infelicità del popoloàproduzione opere popolari didascaliche su questioni morali,
calendario, nozze, agricoltura ecc.
Almeno 435 RACCONTI. Creazione individuale, con fonte nella narrativa precedente popolare
o colta. Lingua letteraria che si ispira a gu wen (rifiuto stile corrente ba gu) ovvio riferimento
a tradizione letteraria chuanqi. Del gu wen si conserva stringatezza e essenzialità linguaggio
MA narrazione: dà dettagli e particolari e segue sviluppo cronologico fatti, come nella novella in
lingua parlata. Eredità chuanqi: gusto del fantastico e del meraviglioso.
IL PAESE DEI FEROCI (YAKSA GUO). Tema: avventura. NO buon selvaggio: nozione di
umanità universale e comune + certezza confuciana su efficacia persuasione e educazione +
spirito non colonialista + coscienza del relativo + presunzione cinese di possedere monopolio
civiltà.

IL SOGNO DELLA CAMERA ROSSA (HONG LOU MENG 红楼梦) – CAO XUEQIN 曹雪芹
红楼: anche “stanze femminili” o “dimora dell’agio” (rosso colore della gioia). Titolo forse
originario: Storia di una pietra 石头记.
Romanzo di Cao Xueqin (1715 – 1764). Di lui non si sa molto, ma la famiglia apparteneva ai
cinesi “delle bandiere” (al servizio dei Manchu e nella sezione cinese del loro esercito) o di origine
mancese. Ambito: rifeudalizzazione messa in atto da sovrano Qing: il vassallo dipende
totalmente dall’imperatore, in condizione semi servile MA con incarichi di prestigio ed
economicamente vantaggiosi. Cao legati da lungo tempo agli imperatori, ma nel 1728 (regno di
Yongzheng) esonerati da tutti gli incarichi e beni confiscati. Trasferimento a Pechino. Cao
Xueqin: ambienti di artisti e pittori e teatro.
Sogno della camera rossa: sola sua opera pervenutaci. Scritto tra 1752 – 1764. Prima edizione
a stampa: 1792, 120 capitoli. Autore: favorisce diffusione semiclandestina e coinvolge in essa e
nella stesura del testo parenti e amici (anche per censura imperatore Qianlong: ricorso a consigli
e protezione familiari era espediente per ripararsi). 2 principali versioni romanzo per quel che
riguarda primi 80 capitoli:
1. Certamente originale: manoscritti con annotazioni Zhiyan Zhai (personaggio non
identificato)
2. Corrispondente o molto vicina a testo edizione a stampa. Gao E (curatore):
completa l’opera con ultimi 40 capitoli in base a appunti e abbozzi originali.

Discussioni intervento Gao E: da una 80ina d’anni, da quando furono trovati primi manoscritti
con commento Zhiyan Zhai àNUOVA ROSSOLOGIA (ricerca fattuale) vs VECCHIA
ROSSOLOGIA (significati allegorici). Nuova scuola studi condannata dopo fondazione
Repubblica Popolare. Impostazione comune MA con orientamenti e valutazioni diverse, anche
se in parte mascherati da adesione convenzionale a parole d’ordine obbligate. È in corso
formazione critica più articolata e differenziata: contributi filologici + ricerca storico-biografica
+ analisi puramente estetica.
Hong lou meng: in apparenza romanzo tradizionale. Capitoli che si fingono sedute del narratore
orale intitolati con 2 frasi parallele che riassumono il contenuto. Versi inseriti nella prosa si
tratta di una narrazione. Forma parlata e narrativa come forma superiore di comunicazione
letteraria. Proposito di rendere conto dei “fatti originali della vita” e dare “immagine autentica
del vero”.
Capovolgimento mondo: priorità sfera femminile su maschile. Mondo maschile = struttura
fatiscente del potere organizzato nell’intera società, possono essere partecipi le donne adulte
sposateàdonne contrapposte a uomini e giovani ad adulti. Allegoria complessa.
GIARDINO: tra corti di Ningguo e Rongguo (due rami della famiglia ducale dei Jia). Storia della
famiglia e della sua decadenza. Giardino con edifici: ci abitano le fanciulle della casa e BAOYU
(figlio capofamiglia Rongguo). Sa che da adulto dovrà uscire dal giardino, come ne usciranno le
fanciulle quando si sposeranno o verranno espulse dal mondo degli adulti (monache/muoiono).
Giardino: allegoria giovinezza, spazio chiuso sensibile, non contaminato da intrusioni del potere,
microcosmo completo di ogni aspetto vita umana e proiezione fantasia protagonista ragazzo.
Anche riproduzione e immagine giardino del Paese Illusorio del Grande Vuoto, dove Baoyu va
in sogno, mentre dorme nella camera della cognata Qin Keqing. 5 capitolo: sogno: dea Jinghuan
(figura soprannaturale di Qin Keqing) che regola i debiti d’amore fra gli uomini lo porta in un
archivio: sezione del “destino infelice”: registri dove è riassunta vita personaggi femminili e
Baoyu. Lui non comprende versi enigmatici: chiari solo alla fine della storia. “Natura
perdutamente appassionata”, “lussuria dello spirito”àINIZIAZIONE A AMORE E DOLORE:
avvio a itinerario che lo porta a conoscere vanità e rinunciare mondo “polvere rossa”. Passione:
demone che gli è entrato in corpo. La vita terrena è specchio di quella del “Grande Vuoto”,
identica e rovesciata.
Baoyu: RICERCA DI SÉàallegoria del suo doppio ZHEN BAOYU. Cap. 56: Baoyu lo cerca in
sogno in un giardino uguale a quello della realtà diurna abitato da doppi delle fanciulle.
Baoyu ama cugina Daiyu e cugina Baochai. Sua natura: desiderare che la gente si riunisse
sempre e non si separasse. Giardino e ambiente femminile: luogo evasione da doveri maschili,
da impegni letterati adulti e loro mondo, che avversa ma a cui non osa opporsi alla fine si fa
monaco.
Orfana Daiyu: accolta in casa dalla nonna, ha le spalle scoperte. Si fa forte di superiorità
intellettuale, ha atteggiamento di distacco verso sottoposti e altre fanciulle MA dipende per
intero dagli altriàmalattia che la porta alla morte dimenticata da tutti, quando a Baoyu viene
data in moglie Baochai. Sa guardare in faccia le cose e la sua condizione nella famiglia e sa che
non le consentiranno di sposare Baoyuàricorrente litigio fra i due: scontro fra innamorati ma
anche fra chi sa e chi si acceca.
Quadro complesso intera società cinese del tempo, enciclopedia componenti fondamentali di
quella cultura.
Baoyu nato con pietra in boccaàpietra allegoria di anima, desiderio, vita e significato ultimo
del libro.
Hong lou meng visto come itinerario di salvezza attraverso percorso della passione (linea
buddhismo Chan): interpretazione vicina a spirito autore MA riduttiva, perché atteggiamento
Cao: ironico verso vocazione religiosa come verso carriera ufficiale e funzionariale, di amori e
dolori, di attività poetica delle fanciulle nel giardino. Episodi molto drammatici: entusiasmo
(non si sa se di gioia o dolore) spazza via anche sorriso.
FINE DEL ROMANZO: romanzo stesso, ITINERARIO: scrittura, OPERA: è la sola reale.
SASSOLINO DI GIADA: in prologo e conclusione è pietra su cui è incisa la storia, antecedente
a venuta Baoyu e che rimane anche dopo di lui.
Mondo rappresentazione: narrativo sui tempi lunghi ma drammatico nello specifico delle singole
sceneàvocazione teatrale di narrativa cinese già dalle origini, per importanza dialogo +
costruzione e svolgimento episodi, nell’insieme e nei particolari. Lingua parlata (tranne brani
semi-letterari in descrizioni)àlingua mandarina classi colte Pechino, base odierna lingua
standard. Scrittura pulita e essenzialeàcomprensibile a chi ha istruzione anche modesta.
Romanzo profondamente identificato con spirito popolo cinese, anche se letto in modo
superficiale e sentimentale, per generazioni. Difficoltà traduzione e ignoranza su civiltà cinese
nel complesso.

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