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LE DIAPOSITIVE
IN BIANCO E NERO
Un procedimento non convenzionale che permette di ottenere immagini bianco e nero
sorprendenti per brillantezza e leggibilità nelle ombre dense.
+1 +0,5 0 -0,5 -1
+1 +0,5 0 -0,5 -1
+1 +0,5 0 -0,5 -1
Strip di 5 fotogrammi su Agfa APX 100, trattato con il corredo Tetenal. Il fotogramma centrale è stato esposto a 100; a destra: –0.5
stop e –1 stop, rispettivamente; a sinistra: + 0.5 stop e +1 stop, nell’ordine.
"
A
"
B
"
C
La Technical Pan 2415 trattata con il cor-
redo d’inversione Kodak. In A, esposizio-
ne 100; in B, esposizione 80; in C, espo-
sizione 64, con rapporto di riproduzione
1:1. La TP 2415, per le sue caratteristi-
che di elevato contrasto, si presta bene al-
le riproduzioni al tratto, disegni, schemi,
diagrammi e scritte.
IL PROCESSO, NELLA PRATICA
Le dia in B&N possono essere utilizzate per ottenere immagini convenzionali – fra cui la riproduzione in B&N di diacolor
- ovvero per riprodurre disegni, schizzi, diagrammi, e cioè per immagini al tratto.
Nel primo caso è da suggerire una pellicola del tipo usato normalmente per la ripresa, nel secondo, un materiale capace di
produrre un contrasto relativamente elevato. Potremo usare, nel primo caso, la T-Max 100, la Delta 100, la Pan F Plus; nel
secondo, la Technical Pan 2415, o l’Agfapan 25.
L’ampia casistica non permette istruzioni dettagliate, caso per caso. Le variabili importanti, oltre alla scelta del materiale
sensibile, sono l’esposizione e il primo sviluppo – gli altri passi del processo non pesano - che influiscono sulla densità del-
l’immagine finale, sulla profondità dei neri e sulla pulizia dei bianchi.
Diamo qui le istruzioni dettagliate per la T-Max 100; per le altre emulsioni sarà necessaria una personalizzazione, da mette-
re a punto sulla base delle considerazioni che seguono. La dia, il positivo, è quello che resta nello spessore dell’emulsione
dopo l’asportazione dell’argento prodotto dal 1° sviluppo; quanto più verrà fatto agire il 1° sviluppo, tanto meno materiale
resterà disponibile per il positivo: la dia risulterà più leggera.
Vale naturalmente anche il discorso contrario: quanto meno agirà il 1° sviluppo, tanto più densa risulterà la dia. Un 1° svi-
luppo che abbia agito troppo dà naturalmente luogo sulla dia a neri poco profondi. Sull’equilibrio dia chiara/dia scura gio-
ca l’esposizione: più lunga, dia più chiara, più corta, dia più scura.
Il trattamento della T-Max
1) T-Max 100 Kodak esposta a 50, con un bracketing di + 1 e – 1 stop.
2) Sviluppo per 5’ a 24°C in una soluzione di 800ml di D-163 + 200ml d’acqua, in cui erano stati preventivamente sciolti
1.6g di polietilenglicole 1500, noto con il nome commerciale di Carbowax 1500; il numero rappresenta il peso molecolare.
E’ un prodotto essenziale alla riuscita dell’operazione, reperibile presso i rivenditori di prodotti chimici; il suo peso mole-
colare può essere anche leggermente diverso. Il D-163 si prepara con: 700ml circa d’acqua; metolo 2.5g; sodio solfito ani-
dro 75g; idrochinone 17g; sodio carbonato anidro 65g; potassio bromuro 3g; acqua fino a 1000ml. Agitare per rovesciamento
con continuità per i primi 30s, e poi per 5s ogni 30s successivi, sempre per rovesciamento.
3) Lavaggio con 2 ricambi d’acqua di 30s ciascuno, agitazione continua.
4) Sbianca, per circa 3’-4’ o comunque fino alla totale scomparsa del nero dell’argento; dopo 2’ si può aprire la sviluppatri-
ce, operare alla luce e verificare l’eliminazione del nero. La sbianca: sciogliere 10g di bicromato di potassio in 1000ml d’ac-
qua e aggiungere 20g di solfato acido di sodio.
5) Lavaggio come al punto 3.
6) Chiarificazione per 2’ in soluzione al 10% di sodio solfito anidro, addizionata dello 0.1% di idrossido di sodio, la comu-
ne soda caustica.
7) Esporre alla luce: togliere la pellicola dalla spirale, agganciarla con due pinze alle estremità, ed esporla per 60s-90s per
ogni faccia, alla distanza di 25cm da una lampada a filamento da 40 watt.
8) Secondo sviluppo, per 3’-4’, agitando ogni tanto, in un comune rivelatore per carte B&N.
9) Lavaggio con un paio di ricambi d’acqua.
10) Fissaggio per 3’-4’ in un comune bagno per carta.
11) Lavaggio finale, con 7-8 ricambi d’acqua non troppo fredda, di 40s-60s ciascuno.
12) Appendere la pellicola ad asciugare dopo un breve risciacquo in acqua distillata.
però mediamente meno di un ingrandi- risponde al positivo. Se non lo fosse, sarebbe meglio rilegge-
tore, ma si può rimediare anche con un Sotto un altro punto di vista, una volta re le poche righe che precedono. Tutti i
visorino da pochi euro. sviluppato il negativo, basterà sviluppa- processi di trattamento dia seguono que-
re il resto per avere il positivo, cioè la sto schema, anche nel caso del colore, il
Come nasce la dia? diapositiva. Il ragionamento è semplice: cui processo inizia con uno sviluppo in
Si può dire che l’emulsione contiene - sviluppato il negativo, potrei fare altret- B&N vero e proprio, cui fa seguito la ge-
dopo ripresa e sviluppo, ma prima del tanto con il positivo, non prima però di nerazione dei tre colori giallo, magenta
fissaggio - sia un negativo reale, che un averlo esposto alla luce, dato che non è e ciano, con il vantaggio che l’elimina-
positivo possibile. impressionato, ma non posso farlo per- zione dell’immagine negativa B&N pro-
Lo sviluppo annerisce le sole zone che ché otterrei un tuttonero, cioè la somma dotta nel primo bagno, può farsi alla fi-
compongono il negativo, il resto del bro- del negativo e del positivo. ne del processo, dato che le soluzioni che
muro d’argento, quello che verrebbe poi Occorre quindi procedere prima all’eli- asportano l’argento lasciano inalterato il
asportato dal fissaggio in un trattamen- minazione dell’argento del negativo, poi colore.
to convenzionale, deve contenere, se non si potrà sviluppare il solo positivo. Tut-
altro per differenza, tutto quello che cor- to chiaro? Giampaolo Bolognesi