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CAMERA OSCURA

LE DIAPOSITIVE
IN BIANCO E NERO
Un procedimento non convenzionale che permette di ottenere immagini bianco e nero
sorprendenti per brillantezza e leggibilità nelle ombre dense.

Le dia a colori, quelle belle, gratificano


l’operatore e sono apprezzate da chi le UN PROCESSO CHE VIENE DA LONTANO
legge, forse più delle stampe a colori: la Fin dai primi passi della fotografia argentica – verso la fine del 1800 – erano noti i pro-
vivacità delle dia non si riscontra, in ge- cessi per produrre immagini positive trasparenti; si poteva infatti riprodurre un nega-
nere, nelle colorprint, e non ricordo, fra tivo con lo stesso materiale sensibile usato per la ripresa, oppure stampare il negativo
le tante migliaia di Lettere a Contatto che addirittura per contatto, una cosa che del resto si fa anche oggi.
ho ricevuto, che qualcuno mi abbia chie- Nasce però presto il processo d’inversione, che consiste nell’invertire l’immagine ri-
sto la ragione di questa apparente stra- presa, ottenendo direttamente il positivo, che è come se fosse stampato per contatto,
nezza. Perché una ragione c’è, e non è un contatto particolarmente intimo in questo caso – con tutti i vantaggi che ne deriva-
nemmeno troppo misteriosa: la diaposi- no - dato che avviene addirittura all’interno dello spessore dell’emulsione.
tiva viene vista per trasparenza, la stam- La Ornano, la Tetenal e la Kodak offrono corredi pronti per il trattamento delle pelli-
pa a colori per riflessione. cole in B&N, per ricavarne dia. L’Agfa produce la Scala, un materiale dedicato alla
E allora, dirà qualcuno? Nella traspa- preparazione di dia in B&N; il prezzo di vendita comprende lo sviluppo, per cui oc-
renza, la luce viene filtrata una sola vol- corre consegnare o spedire il materiale esposto a un laboratorio autorizzato e attender-
ta dai toni dell’immagine; nella rifles- ne la restituzione dopo il trattamento.
sione, la visione è data dalla luce che at- Inutile sottolineare che sono tutte soluzioni tecnicamente ineccepibili, ma non troppo
traversa le diverse zone, i toni dell’im- a buon mercato, specie per la Scala. Il materiale da ripresa viene esposto e sviluppato
magine, viene riflessa dalla sottostante a fondo con un convenzionale rivelatore per carte B&N. Segue un breve lavaggio, la
base bianca della carta, e ritorna all’oc- sbianca, in un bagno di bicromato di potassio acidificato, in cui l’argento nero prodot-
chio, dopo aver attraversato una secon- to dal primo bagno viene asportato completamente. Fino a questo punto tutte le ope-
da volta l’immagine; in breve, la densità razioni si eseguono al buio completo, cioè a sviluppatrice chiusa; avviata la sbianca,
delle immagini stampate appare doppia dopo 1’-2’ si può aprire la tank e terminare il processo alla luce bianca della C. O.
rispetto a quella delle dia; a parità di co- I fotogrammi sono ben visibili, positivi, le alte luci tendono alla trasparenza, mentre i
lore/nero prodotto. grigi sono variamente modulati, a seconda della struttura del soggetto, non neri, ma
Ne derivano, per le dia, maggior bril- bianco-aranciati - l’arancio è dovuto ai residui di bicromato di potassio - mentre il bian-
co lattiginoso è appunto il bromuro d’argento, che è già l’immagine positiva, ma non
lantezza e miglior capacità di lettura nel-
è nero, perché non è stato esposto e nemmeno sviluppato. Si lava per eliminare il co-
le ombre dense. Il tutto è tanto vero che
lore aranciato e si schiarisce – per asportare le ultime tracce di bicromato – in solfito
lo stesso meccanismo si applica anche
di sodio alcalinizzato con idrossido di sodio. Si espone alla luce, rendendo in tal mo-
alle dia in B&N: tutte le dia sono più bril-
do anneribile l’emulsione, si risviluppa in un comune rivelatore per carte, si sciacqua,
lanti, più ricche, si lasciano leggere vo- si fissa in un bagno convenzionale e si lava a fondo per 20’-30’ in acqua corrente non
lentieri, sempre che si tratti di immagi- troppo fredda.
ni accettabili. E’ questo un invito alla rea- Fin qui lo schema generico del processo, usato dalla fine del 1800 – con formulazioni
lizzazione di dia in B&N, con la con- dei bagni molto simili da un produttore all’altro - che funzionava con le emulsioni di
vinzione che molti si meraviglieranno allora e ha continuato a funzionare per molto tempo, fino forse agli anni ’60 o ’70, ma
dei risultati che si possono ottenere, po- che non ha più dato poi risultati soddisfacenti, forse per la riduzione dell’argento nel-
tendosi poi anche rallegrare della possi- l’emulsione, che i produttori hanno cercato di praticare per risparmiare sui costi di pro-
bilità di fare a meno dell’acquisto del- duzione.
l’ingranditore, il più pesante esborso ne- Indiscutibile lo schema del processo, era quindi necessario riformulare un bagno, il 1°
cessario in camera oscura; certo, per le sviluppo, responsabile dell’equilibrio tonale.
dia ci vorrebbe un proiettore, che costa
100 ISO 50 ISO 25 ISO

100 ISO 50 ISO 25 ISO

100 ISO 50 ISO 25 ISO

100 ISO 50 ISO 25 ISO

Alcune strisce ottenute su T-Max 100,


trattata come indicato nel testo. Ogni
striscia è stata esposta per 100, 50 e
25 ISO, rispettivamente. L’ultima stri-
scia, in basso, è stata esposta con il
flash, a 100 e 50. Sulla pellicola ab-
biamo riscontrato una gamma tona-
le completa e piena, con ottima di-
stribuzione dei grigi intermedi. Dia
più leggere se si espone di più, più
Con flash, a 100 ISO Con flash, a 50 ISO dense se si espone meno.
+1 +0,5 0 -0,5 -1

+1 +0,5 0 -0,5 -1

+1 +0,5 0 -0,5 -1

+1 +0,5 0 -0,5 -1
Strip di 5 fotogrammi su Agfa APX 100, trattato con il corredo Tetenal. Il fotogramma centrale è stato esposto a 100; a destra: –0.5
stop e –1 stop, rispettivamente; a sinistra: + 0.5 stop e +1 stop, nell’ordine.

"
A

"
B

"
C
La Technical Pan 2415 trattata con il cor-
redo d’inversione Kodak. In A, esposizio-
ne 100; in B, esposizione 80; in C, espo-
sizione 64, con rapporto di riproduzione
1:1. La TP 2415, per le sue caratteristi-
che di elevato contrasto, si presta bene al-
le riproduzioni al tratto, disegni, schemi,
diagrammi e scritte.
IL PROCESSO, NELLA PRATICA
Le dia in B&N possono essere utilizzate per ottenere immagini convenzionali – fra cui la riproduzione in B&N di diacolor
- ovvero per riprodurre disegni, schizzi, diagrammi, e cioè per immagini al tratto.
Nel primo caso è da suggerire una pellicola del tipo usato normalmente per la ripresa, nel secondo, un materiale capace di
produrre un contrasto relativamente elevato. Potremo usare, nel primo caso, la T-Max 100, la Delta 100, la Pan F Plus; nel
secondo, la Technical Pan 2415, o l’Agfapan 25.
L’ampia casistica non permette istruzioni dettagliate, caso per caso. Le variabili importanti, oltre alla scelta del materiale
sensibile, sono l’esposizione e il primo sviluppo – gli altri passi del processo non pesano - che influiscono sulla densità del-
l’immagine finale, sulla profondità dei neri e sulla pulizia dei bianchi.
Diamo qui le istruzioni dettagliate per la T-Max 100; per le altre emulsioni sarà necessaria una personalizzazione, da mette-
re a punto sulla base delle considerazioni che seguono. La dia, il positivo, è quello che resta nello spessore dell’emulsione
dopo l’asportazione dell’argento prodotto dal 1° sviluppo; quanto più verrà fatto agire il 1° sviluppo, tanto meno materiale
resterà disponibile per il positivo: la dia risulterà più leggera.
Vale naturalmente anche il discorso contrario: quanto meno agirà il 1° sviluppo, tanto più densa risulterà la dia. Un 1° svi-
luppo che abbia agito troppo dà naturalmente luogo sulla dia a neri poco profondi. Sull’equilibrio dia chiara/dia scura gio-
ca l’esposizione: più lunga, dia più chiara, più corta, dia più scura.
Il trattamento della T-Max
1) T-Max 100 Kodak esposta a 50, con un bracketing di + 1 e – 1 stop.
2) Sviluppo per 5’ a 24°C in una soluzione di 800ml di D-163 + 200ml d’acqua, in cui erano stati preventivamente sciolti
1.6g di polietilenglicole 1500, noto con il nome commerciale di Carbowax 1500; il numero rappresenta il peso molecolare.
E’ un prodotto essenziale alla riuscita dell’operazione, reperibile presso i rivenditori di prodotti chimici; il suo peso mole-
colare può essere anche leggermente diverso. Il D-163 si prepara con: 700ml circa d’acqua; metolo 2.5g; sodio solfito ani-
dro 75g; idrochinone 17g; sodio carbonato anidro 65g; potassio bromuro 3g; acqua fino a 1000ml. Agitare per rovesciamento
con continuità per i primi 30s, e poi per 5s ogni 30s successivi, sempre per rovesciamento.
3) Lavaggio con 2 ricambi d’acqua di 30s ciascuno, agitazione continua.
4) Sbianca, per circa 3’-4’ o comunque fino alla totale scomparsa del nero dell’argento; dopo 2’ si può aprire la sviluppatri-
ce, operare alla luce e verificare l’eliminazione del nero. La sbianca: sciogliere 10g di bicromato di potassio in 1000ml d’ac-
qua e aggiungere 20g di solfato acido di sodio.
5) Lavaggio come al punto 3.
6) Chiarificazione per 2’ in soluzione al 10% di sodio solfito anidro, addizionata dello 0.1% di idrossido di sodio, la comu-
ne soda caustica.
7) Esporre alla luce: togliere la pellicola dalla spirale, agganciarla con due pinze alle estremità, ed esporla per 60s-90s per
ogni faccia, alla distanza di 25cm da una lampada a filamento da 40 watt.
8) Secondo sviluppo, per 3’-4’, agitando ogni tanto, in un comune rivelatore per carte B&N.
9) Lavaggio con un paio di ricambi d’acqua.
10) Fissaggio per 3’-4’ in un comune bagno per carta.
11) Lavaggio finale, con 7-8 ricambi d’acqua non troppo fredda, di 40s-60s ciascuno.
12) Appendere la pellicola ad asciugare dopo un breve risciacquo in acqua distillata.

però mediamente meno di un ingrandi- risponde al positivo. Se non lo fosse, sarebbe meglio rilegge-
tore, ma si può rimediare anche con un Sotto un altro punto di vista, una volta re le poche righe che precedono. Tutti i
visorino da pochi euro. sviluppato il negativo, basterà sviluppa- processi di trattamento dia seguono que-
re il resto per avere il positivo, cioè la sto schema, anche nel caso del colore, il
Come nasce la dia? diapositiva. Il ragionamento è semplice: cui processo inizia con uno sviluppo in
Si può dire che l’emulsione contiene - sviluppato il negativo, potrei fare altret- B&N vero e proprio, cui fa seguito la ge-
dopo ripresa e sviluppo, ma prima del tanto con il positivo, non prima però di nerazione dei tre colori giallo, magenta
fissaggio - sia un negativo reale, che un averlo esposto alla luce, dato che non è e ciano, con il vantaggio che l’elimina-
positivo possibile. impressionato, ma non posso farlo per- zione dell’immagine negativa B&N pro-
Lo sviluppo annerisce le sole zone che ché otterrei un tuttonero, cioè la somma dotta nel primo bagno, può farsi alla fi-
compongono il negativo, il resto del bro- del negativo e del positivo. ne del processo, dato che le soluzioni che
muro d’argento, quello che verrebbe poi Occorre quindi procedere prima all’eli- asportano l’argento lasciano inalterato il
asportato dal fissaggio in un trattamen- minazione dell’argento del negativo, poi colore.
to convenzionale, deve contenere, se non si potrà sviluppare il solo positivo. Tut-
altro per differenza, tutto quello che cor- to chiaro? Giampaolo Bolognesi

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