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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
La letteratura geotecnica è ricca di notizie di frane in pendii
naturali e artificiali avvenute in tempi lontani e recenti in
occasione di terremoti
Dall’osservazione dei fenomeni franosi sismo-indotti è stato
rilevato che il rapporto causa-effetto è molto complesso:
deboli terremoti possono scatenare frane imponenti
terremoti forti possono non attivare movimenti di pendii in
condizioni di stabilità precarie
Soprattutto le osservazioni più numerose ed attente effettuate
negli ultimi 30 anni hanno permesso di:
evidenziare che il rapporto causa-effetto dipende dalla
combinazione di molti fattori
identificare i principali fenomeni fisici e parametri chiave
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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
S. Francisco, 1906
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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Northridge - California, 1994 Terremoti e
frane
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Terremoti e frane
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Terremoti e frane
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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Alaska, 1964: i maggiori danni all’ambiente fisico derivarono da diffusi fenomeni
franosi, talora molto estesi di cui restano ancora tracce. La frana di Turnagain Heights
fu particolarmente spettacolare, con fronte di ≈2.5 km, formazione di graben e
spostamenti orizzontali di blocchi di terreno fino a 600m
MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
S. Fernando - California 1971: collasso per liquefazione di sabbie sature
della sponda di monte della diga in seguito ad un sisma di magnitudo 6.6 e durata
significativa di circa 10s
Semplice e
Fronte Verifica o scelta della geometria
nota e/o Complesse, spesso solo
per assicurare stabilità adeguata
di scavo scelta dal parzialmente note
in condizioni sismiche
progettista
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≈ Cat. I
Crolli Ribaltamenti
≈ Cat. II
≈ Cat. III
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TERREMOTI E FRANE
Dalle osservazioni sui movimenti franosi sismo-indotti si è visto che:
magnitudo e raggio dell’area interessata da frane sono correlati
le correlazioni sono diverse per i diversi tipi di movimenti
i movimenti franosi più frequenti sono i crolli di roccia
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TERREMOTI E FRANE
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II t
ANDAMENTO DELLE ACCELERAZIONI
III
ALL’INTERNO DEL PENDIO
+
t
IV
t
Sommità amax
t
Base
Sommità
effetti topografici
ag
zone di concentrazione di
energia
Basamento roccioso
t
∆F(t)
∆W = ∆m·g
Prima del σv
terremoto
σ0 τD
Durante il terremoto
σv τcyc σv
τcyc τcyc
σ0 γ(t)
σ0 γ(t)
σ0 τ(γR)
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τ a
τmax = max ⋅ σ v ⋅ rd
γ c,max = max dove con rd = 1- 0.015 z (z in m)
G g
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τ f = c u ,c = c u ,st ⋅ δ
t
dove:
cu,st = coesione non drenata in condizioni statiche
δ = N −t
N = numero di cicli equivalente al sisma
t = parametro di degradazione (funzione di IP e OCR)
che può essere stimato da grafici o correlazioni, ad es:
oppure t = s⋅(γc – γv) r dove γc ( %)
τ eq 0.65 τ max γ può essere ricavato da prove di laboratorio o da correlazioni in
γc = = v
G G funzione di IP; s ed r da tabelle, p. es.
G e γ compatibili ? no ⇒ si aggiorna G
e si ricalcola γ
si
⇓
STOP
Deformazione di taglio γ (%)
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post-picco
residuo
In genere si assume:
- frane di primo distacco rottura progressiva Resistenza post-picco + ∆u
- frane attive o quiescenti superficie pre-esistente Resistenza residua e ∆u=0 38
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NO
NO
Metodi pseudostatici
Metodi dinamici degli spostamenti
Metodi dinamici sforzi-deformazioni
Si differenziano per:
modo con cui viene schematizzata l'azione sismica (costante o funzione
del tempo, descritta mediante uno o più parametri rappresentativi o
mediante l’intera storia temporale)
modello di comportamento dei terreni (rigido-plastico, elasto-plastico,..)
parametro di riferimento per la valutazione delle condizioni di stabilità
(fattore di sicurezza, entità dello spostamento, livello tensionale)
tipo di approccio analitico o numerico utilizzato (equilibrio limite, analisi
limite, differenze finite, elementi finiti)
condizione limite di riferimento (stato limite ultimo o di esercizio)
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In base alle NTC 2018 le analisi di stabilità dei pendii in condizioni sismiche
possono essere eseguite mediante (§7.11.3.5.2):
metodi pseudostatici
metodi dinamici degli spostamenti
metodi di analisi dinamica
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METODI PSEUDOSTATICI
Ipotesi: sforzi
METODI PSEUDOSTATICI
Generalmente si fa riferimento ad uno schema bidimensionale.
Oltre al caso di:
pendio indefinito
soluzioni ‘esatte’ in forma chiusa possono essere ottenute applicando
metodi globali dell’equilibrio limite o dell’analisi limite per:
pendio omogeneo di altezza limitata con superficie di scorrimento piana
pendio omogeneo di altezza limitata con superficie di scorrimento a
forma di arco di spirale logaritmica (incluse le superfici circolari con
ϕ=0)
In tutti gli altri casi (anche per condizioni geometriche, litologiche e di
carico complesse), si utilizzano i metodi all’equilibrio limite delle
strisce, generalmente implementati in codici di calcolo automatico. Tali
metodi introducono ipotesi semplificative sulle mutue azioni tra le strisce e
forniscono soluzioni (conservative) ‘approssimate’
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METODI PSEUDOSTATICI
CASO DEL PENDIO INDEFINITO
l
≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; α W = γ ·b ·D
b
u= 0 (assenza di falda) l = b / cosα
KvW
Kv positivo
D KhW
W
T N
N = (1± Kv)W cosα − Kh W sinα
T = (1± Kv)W sinα + Kh W cosα
FS = Tf / T Tf = c’⋅ l + N tanϕ’
FS =
c′ [(1 ± K v ) − K h tan α ] ⋅ tan ϕ ′
+
γ D cos 2 α [K h + (1 ± K v ) tan α ] K h + (1 ± K v ) tan α
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METODI PSEUDOSTATICI
CASO DEL PENDIO INDEFINITO
≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; u e ∆u ≠0 hA = hB
uB
W = γ⋅b⋅D hA = ζ A ; hB = ζ B +
γw
l=b/cosα uB = γ w ⋅ (ζ A − ζ B)
U= (u0 +∆u)⋅ l
u0 =uB =γw Dw cos2α
c′ (1 − ru ) ⋅ (1 − ∆u* ) − K h tan α ± K v
FS = + ⋅ tan ϕ ′
γ D cos α [K h + (1 ± K v ) tan α ]
2 K h + (1 ± K v ) tan α
METODI PSEUDOSTATICI
CASO DEL CUNEO PIANO
b c
≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; u≠0
KhW K W
a c = H senϑ ; b d = Hsen(α − ϑ ) senα
v
W d
H 1 sen(α − ϑ )
T Area(abc) = H 2
N 2 senα ⋅ senϑ
θ Κv >0 1
α W = γ ⋅ A = γH 2 ⋅ (cot anϑ − cot anα )
a 2
METODI PSEUDOSTATICI
CASO DELLA SPIRALE LOGARITMICA
O
θ ⋅ tgϕ ' θο
≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0 La superficie ha equazione: r = ro ⋅ e θh
θ ro
È da osservare che : r
in ogni punto della superficie di scorrimento KvW
la risultante R della tensione normale e del
contributo frizionale alla resistenza passa per khW
il centro della spirale O
σ’tgϕ’ W
σ’
Il problema viene risolto imponendo l’equilibrio R
globale alle rotazioni intorno ad O
il momento M(e) delle forze esterne (peso, forze d’inerzia, eventuali carichi)
è noto; il momento delle forze resistenti M(r) vale: θ h −θ o
METODI PSEUDOSTATICI
ELEMENTI CHIAVE:
Valore del coefficiente sismico pseudostatico
Valore del coefficiente di sicurezza
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METODI PSEUDOSTATICI
1. VALORE DEL COEFFICIENTE SISMICO PSEUDOSTATICO
NTC 2018
Per informazione:
nell’EC8 βS = 0.5, Kv= ± 0.5⋅Kh oppure ± 0.33⋅Kh in relazione alla sismicità del sito
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METODI PSEUDOSTATICI
NTC 2018
Pendii naturali è definito livello di sicurezza il rapporto tra resistenza al taglio
disponibile (calcolata con i valori caratteristici) e sforzo di taglio mobilitato con
riferimento allo stato limite considerato
l’adeguatezza del margine di sicurezza nei confronti della stabilità deve essere
valutata e motiva dal progettista
* per le dighe in terra in condizioni sismiche (per qualunque condizione di esercizio) è richiesto
FS=1.2 (per le verifiche statiche FS dipende dalla condizione di esercizio)
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Principio:
una caduta temporanea del fattore di sicurezza a valori <1 può
non corrispondere a una condizione di rottura
a(t)
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Fasi di analisi:
1. scelta dell’accelerogramma/i di progetto
2. ricerca della superficie di scorrimento alla quale corrispondono
condizioni di equilibrio limite (FS=1) e determinazione del
relativo coefficiente sismico critico Kc
3. calcolo degli spostamenti mediante doppia integrazione
dell’equazione di moto relativo nel dominio del tempo
4. verifica di ammissibilità degli spostamenti calcolati
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l ≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; u ≠ 0
α
b
KvW
D KhW
Dw W
T N
b c
KhW K W ≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; u ≠ 0
v
W d
H T
N
θ Κv >0
α
c′ ⋅ a c U tan ϕ '
Kc = + tan (ϕ ′ − ϑ ) −
W cosϑ (1 + tan ϑ tan ϕ ′) W cosϑ (1 + tan ϑ tan ϕ ′)
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Procedimento:
1) si assume Kh di tentativo e si ricerca FS,min (con s.d.s. associata)
2) si traccia la curva FS – Kh eseguendo il calcolo per diversi valori di Kh
3) si determina Kc= Kh corrispondente a FS =1
2
Fs
τm σn
1 H
Κc σn
τm
0 σn
0 0.1 kh 0.2
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Si osserva che:
• nell’istante in cui arel passa da <0 a >0 (a(t) da minore a maggiore di kcg) vrel e srel,
inizialmente nulli, diventano >0;
• nell’istante in cui arel passa da >0 a <0 (a(t) da maggiore a minore di kcg) vrel ha un massimo
e srel un flesso; da tale istante in poi vrel inizia a diminuire fino ad annullarsi e srel cresce
progressivamente meno fino a diventare costante
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∆t) = (K – N)⋅∆t
vrel (t0+∆ a(t)
K
∆t) = [(K – N)⋅ ∆t2 ]/2
srel (t0+∆
Kc g=N
per t > t0+∆t : arel =– N
0 t0 t0+ ∆ t t
vrel =– N⋅(t-t0-∆
∆t)+ vrel (t0+∆
∆t)
vrel
la velocità relativa si annulla in:
t1=(K⋅⋅∆t+N⋅⋅t0)/N=t0+K⋅⋅∆t/N t1 0 t
1 t0 t0+ ∆ t
quindi: s (
rel 1t ) =
2
( K − N )∆t 2 + ∫∆v
t0 + t
rel ( t ) dt srel
1 K
ovvero: s rel ( t 1 ) = ( K − N )∆t 2
2 N 0 t0 t0+ ∆ t t1 t 60
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accelerazione
accelerazione
BLOCCO DI NEWMARK della base a (t)
a b c d ac = kc⋅g
SU PIANO ORIZZONTALE accelerazione
del blocco ac
t
spostamento permanente
velocità
(spostamento finale cumulato) della base
d
velocità
srel = so = sommatoria degli b
spostamenti parziali calcolati velocità
a del blocco
nei singoli intervalli di tempo c
in cui vrel ≠ 0 t
contenuto in frequenza e
ampiezza dell’accelerogramma b c 2, 4 spostamento
a 1, 3, 5 nessuno spostamento
coefficiente sismico critico, kc t
1 2 3 4 5
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cos ( ) *
# ·$· per analisi in t. efficaci
cos )*
da cui :
arel(t) del blocco su p. orizz. srel=s0 A
10
s [cm]
Ambraseys & Menu (1988)
÷7.2)
(11 ev., 50 reg., M = 6.6÷ 1
a
v 2mav −9.4⋅ a c
S0 = 37 ⋅ ⋅e max
a
max
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Jibson (2007)
(13 ev., 555 reg.)
ac
log S0 = -3.230 - 3.481 ⋅ log + 2.401 ⋅ log I a
g
intensità di Arias
π
Ia = ∫TD a (t ) dt
2
Madiai (2009) (3) 2g
÷6.3)
(46 ev. it., 196 reg., M=4.0÷
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4S0
log = 0.85 - 3.91 ⋅ a c
a T2 a
max max T=periodo medio=durata/n. di
semi-incroci con l’asse dei tempi (s)
amax (cm/s2)
Madiai (2009) (5)
÷6.3)
(46 ev. it., 196 reg., M=4.0÷
2.554 −0.704
a max ⋅ T 2 a a
S0 = 0.978 ⋅ ⋅ 1 − c
⋅ c
4 a max a max
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cos(ϕ − α)
L A= α non è noto a priori
cosϕ
α e kc possono essere ricavati imponendo la
H dk h
condizione di minimo: ( = 0)
dα
i α α e kc si possono trovare anche in grafici e/o tabelle di letteratura
(es. Madiai & Vannucchi, 1997)
γ ⋅H γ ⋅H
NS = = 20 NS = = 20
c c
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ELEMENTI CHIAVE:
Accelerogramma di progetto
Valore dello spostamento ammissibile
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1. ACCELEROGRAMMA DI PROGETTO
Dovrebbe essere scelto accuratamente dopo un’analisi dettagliata
della pericolosità sismica regionale e un'analisi statistica dei dati
strumentali a scala regionale. In assenza di tali studi, è consigliabile
confrontare gli effetti di più accelerogrammi (almeno 7 in base alle
NTC 2018), rappresentativi della sismicità del sito e opportunamente
(poco) scalati. Per le NTC 2018 non è ammesso l’uso di
accelerogrammi artificiali
2. VALORE DELLO SPOSTAMENTO AMMISSIBILE
Dipende da molti fattori (p. es. presenza e natura di
strutture/infrastrutture esistenti, livello di protezione desiderato,
gravità dei danni connessi ad un eventuale movimento franoso).
In mancanza di un riferimento specifico per il caso in esame, si
possono seguire alcune indicazioni di letteratura
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ESEMPIO:
dati risultati
amax = picco di accelerazione =0.4g ≅ 400cm/s2 ay /amax =0.5
ay = Kc g = accelerazione critica del pendio=0.2g u/(amax T) ≅ 0.025 sec
T = periodo fondamentale del terremoto=0.4 s u = spostamento del blocco =
M = magnitudo =6.5 = 0.025⋅0.4⋅400 ≅ 4 cm
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METODI PSEUDOSTATICI
Vantaggi :
semplicità di impiego
possibilità di considerare gli effetti della morfologia, della stratigrafia,
superfici di scorrimento irregolari, la variabilità delle proprietà
geotecniche
Limiti:
azione sismica costante
difficoltà nella scelta di un opportuno coefficiente sismico
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