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Stabilità dei pendii in condizioni sismiche

Prof. Ing. Claudia Madiai


prof. ing. Claudia Madiai
Corso di Ingegneria Geotecnica Sismica - CLM Civile

MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
La letteratura geotecnica è ricca di notizie di frane in pendii
naturali e artificiali avvenute in tempi lontani e recenti in
occasione di terremoti
Dall’osservazione dei fenomeni franosi sismo-indotti è stato
rilevato che il rapporto causa-effetto è molto complesso:
deboli terremoti possono scatenare frane imponenti
terremoti forti possono non attivare movimenti di pendii in
condizioni di stabilità precarie
Soprattutto le osservazioni più numerose ed attente effettuate
negli ultimi 30 anni hanno permesso di:
evidenziare che il rapporto causa-effetto dipende dalla
combinazione di molti fattori
identificare i principali fenomeni fisici e parametri chiave

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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane

Le manifestazioni osservate sono molto varie:


crolli
distacchi parziali
rotture generalizzate
collassi istantanei
movimenti ritardati, più o meno lenti
I materiali coinvolti sono i più diversi:
rocce lapidee, rocce tenere alterate
terreni granulari, argille

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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane

Crollo di una parete rocciosa


durante il terremoto di Lisbona, 1755

Trodi - Calabria meridionale, 1783


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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane

Terranova - Calabria meridionale, 1783

Anchorage - Alaska, 1964


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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane

Loma Prieta – California, 1989


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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane
S. Francisco, 1906

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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane

Diga di Pacoima - California, 1971


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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane

Northridge - California, 1994


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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane

Kobe - Japan, 1995


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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Northridge - California, 1994 Terremoti e
frane

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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane

Niigata - Japan, 2004

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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Terremoti e frane

Frana circolare sismoindotta


osservata in Calabria

dopo gli eventi del 1783… ... e oggi

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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI

Calitri - Irpinia, 1980


Il movimento si è sviluppato ad una
distanza epicentrale di circa 17km
dopo 3-4 ore dall’evento principale
(MW = 6.9, profondità ipocentrale
D ≅ 20 km, d ≅50s) e si è arrestato
nelle 24h successive

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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI

Calitri - Irpinia, 1980


Movimento esteso (L≅750 m, prof.≅100m) e
complesso (movimento principale profondo +
movimenti secondari profondi e superficiali +
diverse colate) in materiali argillitici,
fortemente sovraconsolidati, fessurati e
dilatanti

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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
Alaska, 1964: i maggiori danni all’ambiente fisico derivarono da diffusi fenomeni
franosi, talora molto estesi di cui restano ancora tracce. La frana di Turnagain Heights
fu particolarmente spettacolare, con fronte di ≈2.5 km, formazione di graben e
spostamenti orizzontali di blocchi di terreno fino a 600m

Il sottosuolo è costituito da terreni


argillosi con morfologia quasi piana.
Il collasso fu attribuito alla liquefazione
di alcune lenti sabbia e alla caduta di
resistenza di argille sensitive (quick
clays) favorita dalla lunga durata del
terremoto (4min!). Il cinematismo fu
attribuito al moto asincrono dei blocchi di argilla e al meccanismo di rottura retrogressiva 16
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MANIFESTAZIONI E OSSERVAZIONI
S. Fernando - California 1971: collasso per liquefazione di sabbie sature
della sponda di monte della diga in seguito ad un sisma di magnitudo 6.6 e durata
significativa di circa 10s

Il serbatoio, fortunatamente non era completamente invasato.


Poteva essere il più grande disastro naturale nella storia degli
USA, perché a valle della diga vivevano circa 80.000 persone
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OGGETTO DELLE ANALISI


Proprietà Condizioni
Obiettivo dell’analisi Geometria Stratigrafia
geotecniche idrauliche

Valutazione effetti del sisma sul


Pendio pendio (frana attiva, quiescente o
Complesse, spesso solo parzialmente note
naturale di primo distacco) e su eventuali
manufatti

Progetto o verifica sismica del


Pendio Generalmente semplici e note e/o scelte dal
manufatto in terra (diga, argine,
artificiale progettista
rilevato)

Semplice e
Fronte Verifica o scelta della geometria
nota e/o Complesse, spesso solo
per assicurare stabilità adeguata
di scavo scelta dal parzialmente note
in condizioni sismiche
progettista

Problemi applicativi diversi a causa di:


fronte - natura e origine dei terreni
di scavo
- storia tensionale e deformativa
pendio
rilevato - condizioni idrauliche
naturale

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CLASSIFICAZIONE CINEMATICA DELLE FRANE


Statica Varnes (1978) Sismica

Keefer & Wilson (1989)

≈ Cat. I

Crolli Ribaltamenti

≈ Cat. II

Scorrimenti traslazionali Scorrimenti rotazionali

≈ Cat. III

Colate Espansioni laterali 19


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CLASSIFICAZIONE CINEMATICA (Keefer e Wilson, 1989)


I. crolli e ribaltamenti (con
disgregazione della massa in
frana):
- in pendii acclivi, movimento
veloce, spesso superficiale

II. scorrimenti (senza


disgregazione della massa
in frana):
- sia in roccia che in terreni
sciolti;
- anche colate lente (in
pendii da moderatamente
acclivi ad acclivi)

III. espansioni laterali e colate


rapide (‘fluidificazione’ del
terreno)
- movimenti rapidi in
pendii da poco a
moderatamente acclivi

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TERREMOTI E FRANE
Dalle osservazioni sui movimenti franosi sismo-indotti si è visto che:
magnitudo e raggio dell’area interessata da frane sono correlati
le correlazioni sono diverse per i diversi tipi di movimenti
i movimenti franosi più frequenti sono i crolli di roccia

Analisi statistica di Keefer & Wilson su 40


terremoti storici + terremoti statunitensi dal
1958 al 1977 (M = 5.2 – 8.7)

Frane rare anche in zona epicentrale se:


M < 4 per la I categoria
M < 4.5 per la II categoria
M < 5 per la III categoria

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TERREMOTI E FRANE

È stato osservato inoltre che :


i cinematismi e le fenomenologie sono in generale diversi rispetto ai
movimenti in condizioni statiche
in molti casi i movimenti sono ritardati rispetto all’evento sismico
il comportamento di un pendio durante l’evento sismico e per un
periodo successivo all’evento stesso è strettamente legato alla
natura del terreno e alle condizioni esistenti prima del terremoto
PERTANTO
le analisi di stabilità di un pendio in zona sismica devono sempre
essere effettuate con riferimento alle tre condizioni:

a) PRIMA del terremoto: condizioni statiche


b) DURANTE il terremoto: condizioni dinamiche
c) DOPO il terremoto: condizioni statiche, con resistenza al taglio
eventualmente modificata per effetto residuo del carico ciclico
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FATTORI CHE INFLUENZANO LA STABILITÀ DI


UN PENDIO DURANTE UN TERREMOTO
CARATTERISTICHE DEL PENDIO:
caratteristiche morfologiche, geologiche e strutturali
proprietà fisiche e parametri meccanici dei terreni, in condizioni
statiche, dinamiche e cicliche
regime delle pressioni interstiziali

CONDIZIONI ‘AL CONTORNO’:


entità e posizione di eventuali carichi esterni
uso del suolo
modifiche alla morfologia di origine antropica e/o naturale
condizioni climatiche
CARATTERISTICHE DEL TERREMOTO:
forma, ampiezza, durata e contenuto in frequenza del moto
sismico

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STUDI, INDAGINI E DATI NECESSARI ALLA VERIFICA DI


STABILITÀ DI UN PENDIO IN CONDIZIONI SISMICHE

acquisizione e analisi di dati esistenti


rilievi topografici, indagini geologiche
prove geotecniche in sito e di laboratorio
monitoraggio delle pressioni interstiziali
individuazione e controllo di eventuali movimenti preesistenti
definizione delle condizioni ambientali e di carico
identificazione dell’azione sismica di progetto

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MODIFICAZIONI DEL MOTO SISMICO DALLA BASE


ALLA SOMMITÀ DI UN PENDIO
a(t)
Sommità
effetti litostratigrafici
I t

II t
ANDAMENTO DELLE ACCELERAZIONI
III
ALL’INTERNO DEL PENDIO
+
t
IV
t
Sommità amax
t
Base

Sommità
effetti topografici

ag
zone di concentrazione di
energia

Basamento roccioso

direzione (sub)verticale verticalizzazione del cammino


delle onde in arrivo alla base di propagazione (legge di Snell)
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EFFETTI DEL MOTO SISMICO SUI PENDII

Essendo azioni di tipo dinamico e ciclico, le sollecitazioni sismiche


producono rispetto al caso statico:
1. Incremento delle azioni destabilizzanti
Tale effetto è legato alla natura dinamica dell’azione sismica per cui
all’interno del pendio nascono forze inerziali variabili nel tempo e nello
spazio a causa di:
eterogeneità del terreno
effetti di amplificazione litostratigrafica
effetti di amplificazione topografica
2. Riduzione delle azioni resistenti
Tale effetto è legato alla natura ciclica dell’azione sismica che induce
nel terreno:
fenomeni di fatica con degradazione dei parametri di resistenza
accumulo delle pressioni interstiziali
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EFFETTI DEL MOTO SISMICO SUI PENDII


a (t)

t
∆F(t)
∆W = ∆m·g

Incremento azioni destabilizzanti Riduzione azioni resistenti

∆F(t) = ∆m·a(t) = ∆W·a(t)/g = ∆W·K(t) ∆u accumulo di ∆u τf degradazione


della resistenza
K(t) = coefficiente sismico

∆Fh(t) = ∆W·Kh(t) ∆Fv(t) = ∆W·Kv(t)


t t
Kh(t) , Kv(t) = coefficienti sismici
orizzontale e verticale τf,dyn = c′ + [(σn + ∆σn) − (u + ∆u)]⋅ tanϕ′ < τf,st
g = accelerazione di gravità τf,dyn = cu,dyn
complessivamente si avrà una riduzione delle condizioni di stabilità:
momentanea ⇒ deformazioni e spostamenti durante il sisma
permanente ⇒ accumulo di deformazioni e spostamenti, movimento franosi 27
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STATI DI SFORZO NEL PENDIO


Prima, durante e al termine del terremoto

Prima del σv
terremoto

σ0 τD

Durante il terremoto

σv τcyc σv
τcyc τcyc
σ0 γ(t)
σ0 γ(t)

Al termine del σv deformazione di taglio post-ciclica


terremoto

σ0 τ(γR)
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EFFETTI DEL MOTO SISMICO SUI PENDII:


PARAMETRI CHIAVE

Incremento delle azioni Riduzione delle azioni


destabilizzanti resistenti

Azione Resistenza al taglio in


condizioni dinamiche e
sismica di progetto cicliche

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AZIONE SISMICA DI PROGETTO


In relazione al tipo di analisi possono essere necessari:
uno o più parametri rappresentativi dell’evento sismico, ad es.:
• accelerazione massima, amax
• velocità massima, vmax
t0
π
• intensità di Arias, I A =
2g ∫
0
a 2 ( t ) dt
• durata, TD
IA
• potenziale sismico distruttivo, PD =
ν o2
con ν0 = intensità degli incroci con l’asse dei tempi

l’intera storia temporale del moto (accelerogramma)


In generale, nella definizione dell’azione sismica di progetto si dovrà tenere
conto anche degli effetti stratigrafici e topografici
(con metodi semplificati o analisi specifiche della RSL)
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AZIONE SISMICA DI PROGETTO


(in termini di accelerazione)
Secondo le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018)
l’accelerazione massima di progetto:
si definisce a partire dall’accelerazione ag relativa alla ‘pericolosità
sismica di base’ (accelerazione in campo libero su sottosuolo tipo A con
p.c. orizzontale) (i valori di ag sono forniti nell’allegato B delle NTC08 per 9
periodi di ritorno - da 30 a 2475 anni - in corrispondenza dei nodi di un reticolo
che copre tutto il territorio nazionale. V. http://www.cslp.it)

in mancanza di specifiche analisi di RSL, può essere assunta pari a:


S·ag= Ss · ST ·ag
con Ss = fattore di amplificazione stratigrafica
(basato su categorie di sottosuolo, ag e Fo)
v. cap. 12 (RSL)
ST = fattore di amplificazione topografica
(basato sulle categorie topografiche)
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RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE


Riduzione delle azioni resistenti
La resistenza al taglio di un terreno in condizioni cicliche, τf , può essere
espressa mediante la relazione:
τ f = c' + (σ n' − ∆u ) tan ϕ'
con σ’n = tensione efficace normale alla giacitura di scorrimento prima
dell’applicazione del carico ciclico; ∆u sovrappressione interstiziale generata
dal carico; c’ e ϕ’ parametri di resistenza ‘degradati’

Poiché ϕ’ è poco influenzato dalla ciclicità dei carichi:


se c’=0 (terreni a grana grossa, terreni a grana fine normalconsolidati)
la riduzione della resistenza è legata quasi esclusivamente a ∆u
≠ 0 la riduzione della resistenza dipende dall’aumento ∆u delle
se c’≠
pressioni interstiziali e dalla degradazione di c’ (per fenomeni di fatica)

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RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE


Riduzione delle azioni resistenti
NTC 2018
(§7.11.2 – Caratterizzazione geotecnica ai fini sismici):
“Nei terreni saturi si assumono generalmente condizioni di drenaggio impedito. In
tal caso, nelle analisi in termini di pressioni efficaci, la resistenza è esprimibile
mediante la relazione: τ = c' + (σ ' − ∆u ) tan ϕ'
f n
“Nei terreni a grana fina, le analisi possono essere condotte in termini di tensioni
totali esprimendo la resistenza al taglio mediante la resistenza non drenata
valutata in condizioni di sollecitazione ciclica:
τ f = c u ,c dove cu,c include gli effetti di degradazione

“Nelle analisi di stabilità in condizioni post-sismiche si deve tener conto della


riduzione della resistenza al taglio indotta dal decadimento delle caratteristiche
di resistenza per degradazione dei terreni ed eventuale accumulo delle
pressioni interstiziali che può verificarsi nei terreni saturi”

∆u e cu,c POSSONO ESSERE STIMATI IN PRIMA APPROSSIMAZIONE


MEDIANTE OPPORTUNE FORMULE EMPIRICHE
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RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE


Riduzione delle azioni resistenti - Stima ∆u in terreni granulari

Es: Seed e Booker (1977)


σ’0 = pressione efficace media iniziale
∆u N 2  1 2a 
−1  N  a = 0.96 ⋅ Dr 0,83 (Dr = densità relativa)
∆u *N = ' = sen   
σ0 π
 L  
N N L=n. di cicli che portano il terreno a liquefazione
(da letteratura o prove di laboratorio)

τ hv ≅ τ eq = 0.65 τ max con τmax ricavabile da::

1) analisi di risposta sismica locale τ hv


2) formule approssimate, ad es: σ '0
a
τmax = max ⋅ σ v ⋅ rd con rd = 1- 0.015 z (z in m)
g
N = numero di cicli equivalente al sisma
(da letteratura, es. Biondi et al., 2003): NL
log N = −2.3679 − 2.3460 ⋅ log amax + 0.9194 ⋅ log v0 + 1.1911 ⋅ log I a
log N = −1.9231 − 2.5467 ⋅ log amax + 0.8657 ⋅ log v0 − 0.2278 ⋅ log TD + 1.2613 ⋅ log I a
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RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE


Riduzione delle azioni resistenti - Stima ∆u in terreni coesivi

Es: Matsui et al. (1980)


p’0= pressione efficace media iniziale
∆u  γ c,max  β ≅ 0.45 (coefficiente sperimentale)
= β ⋅ log  γv= deformazione di soglia volumetrica (da prove di laboratorio
p' 0  γ v  cicliche o correlazioni di letteratura, ad es. in funzione di IP)
γc, max= deformazione di taglio max indotta dal sisma

con γc,max ricavabile da::


1) analisi di risposta sismica locale
2) formule approssimate, ad es:

τ a
τmax = max ⋅ σ v ⋅ rd
γ c,max = max dove con rd = 1- 0.015 z (z in m)
G g

NB: corrispondente al livello deformativo γc, max raggiunto


(si possono utilizzare curve G(γ)/G0 di letteratura: è
indispensabile conoscere almeno il valore di G0)

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RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE


Riduzione delle azioni resistenti - Degradazione di cu
Nei terreni coesivi la resistenza non drenata (analisi in t.t.) in condizioni cicliche
è esprimibile mediante la relazione:

τ f = c u ,c = c u ,st ⋅ δ
t

dove:
cu,st = coesione non drenata in condizioni statiche

δ = N −t
N = numero di cicli equivalente al sisma
t = parametro di degradazione (funzione di IP e OCR)
che può essere stimato da grafici o correlazioni, ad es:
oppure t = s⋅(γc – γv) r dove γc ( %)
τ eq 0.65 τ max γ può essere ricavato da prove di laboratorio o da correlazioni in
γc = = v
G G funzione di IP; s ed r da tabelle, p. es.

OCR = 1 OCR = 2 OCR = 4


IP = 15 IP = 30 IP = 50 IP = 50 IP = 50
s 0.195 0.095 0.075 0.054 0.042
r 0.600 0.600 0.495 0.480 0.423 36
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RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE


Stima della deformazione di taglio indotta

si assume G di tentativo (G0 al 1° passo)

si valuta curva sperimentale o di


a
β max σ v rd letteratura
per β=1: τ eq g (G0 deve essere noto),
τeq ≡ τmax γ= = ad es:
G G
Di norma
β=0.65

G e γ compatibili ? no ⇒ si aggiorna G
e si ricalcola γ
si

STOP
Deformazione di taglio γ (%)

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RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE


Scelta dei parametri di resistenza
Per terreni a comportamento fragile occorre distinguere tra condizioni di:

- picco (c' ≥ 0, ϕ' = ϕ'p)


- post-picco (c' ≈ 0, ϕ' = ϕ'pp)
picco
- residue (c' ≈ 0, ϕ' = ϕ'r)

post-picco

residuo

In genere si assume:
- frane di primo distacco rottura progressiva Resistenza post-picco + ∆u
- frane attive o quiescenti superficie pre-esistente Resistenza residua e ∆u=0 38
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RESISTENZA AL TAGLIO IN CONDIZIONI DINAMICHE E CICLICHE


Criteri di scelta dei parametri di resistenza
In letteratura esistono criteri per ARGILLE
stabilire se tener conto della E
LIMI ARGILLOSI
degradazione della resistenza per
terreni coesivi (es. Silver, 1987):
SI Contenuto d’acqua
W < 0.9 Wl

NO

Una perdita di resistenza SI Distribuzione


durante un terremoto granulometrica
è improbabile D15 < 0.005 mm
(terreni coesivi non saturi a
NO
comportamento duttile)
SI Limite liquido
Wl > 35%

NO

Occorre accertare con


prove dinamiche
la perdita di resistenza
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METODI DI VERIFICA DELLA STABILITÀ DEI PENDII IN


CONDIZIONI SISMICHE

Metodi pseudostatici
Metodi dinamici degli spostamenti
Metodi dinamici sforzi-deformazioni
Si differenziano per:
modo con cui viene schematizzata l'azione sismica (costante o funzione
del tempo, descritta mediante uno o più parametri rappresentativi o
mediante l’intera storia temporale)
modello di comportamento dei terreni (rigido-plastico, elasto-plastico,..)
parametro di riferimento per la valutazione delle condizioni di stabilità
(fattore di sicurezza, entità dello spostamento, livello tensionale)
tipo di approccio analitico o numerico utilizzato (equilibrio limite, analisi
limite, differenze finite, elementi finiti)
condizione limite di riferimento (stato limite ultimo o di esercizio)
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SCELTA DEL METODO DI ANALISI


Indicazioni normative

In base alle NTC 2018 le analisi di stabilità dei pendii in condizioni sismiche
possono essere eseguite mediante (§7.11.3.5.2):
metodi pseudostatici
metodi dinamici degli spostamenti
metodi di analisi dinamica

tenendo conto di:


comportamenti di tipo fragile con riduzione della resistenza al
taglio al crescere della deformazione (argille OC e terreni
granulari addensati)
possibili incrementi di pressione interstiziale e degradazione ciclica
della resistenza al taglio (nei terreni saturi e per amax>0.15g)

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METODI PSEUDOSTATICI

Ipotesi: sforzi

terreno rigido perfettamente plastico deformazioni

rottura contemporanea in tutti i punti della superficie di scorrimento


(fattore di sicurezza costante lungo la superficie di scorrimento)
τ
criteri di resistenza sulla superficie di scorrimento: M.-C.

τf = c′+σ′ntanϕ′ (Mohr-Coulomb) (in tensioni efficaci) T.


τf = cu (Tresca) (in tensioni totali)
σ
azione sismica rappresentata da una forza di inerzia statica equivalente
proporzionale al peso W della massa potenzialmente instabile
(Kh e Kv costanti nel tempo)
kv ⋅W
kh ⋅W
W
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METODI PSEUDOSTATICI
Generalmente si fa riferimento ad uno schema bidimensionale.
Oltre al caso di:
pendio indefinito
soluzioni ‘esatte’ in forma chiusa possono essere ottenute applicando
metodi globali dell’equilibrio limite o dell’analisi limite per:
pendio omogeneo di altezza limitata con superficie di scorrimento piana
pendio omogeneo di altezza limitata con superficie di scorrimento a
forma di arco di spirale logaritmica (incluse le superfici circolari con
ϕ=0)
In tutti gli altri casi (anche per condizioni geometriche, litologiche e di
carico complesse), si utilizzano i metodi all’equilibrio limite delle
strisce, generalmente implementati in codici di calcolo automatico. Tali
metodi introducono ipotesi semplificative sulle mutue azioni tra le strisce e
forniscono soluzioni (conservative) ‘approssimate’
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METODI PSEUDOSTATICI
CASO DEL PENDIO INDEFINITO

l
≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; α W = γ ·b ·D
b
u= 0 (assenza di falda) l = b / cosα
KvW
Kv positivo
D KhW
W
T N
N = (1± Kv)W cosα − Kh W sinα
T = (1± Kv)W sinα + Kh W cosα
FS = Tf / T Tf = c’⋅ l + N tanϕ’

FS =
c′ [(1 ± K v ) − K h tan α ] ⋅ tan ϕ ′
+
γ D cos 2 α [K h + (1 ± K v ) tan α ] K h + (1 ± K v ) tan α
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METODI PSEUDOSTATICI
CASO DEL PENDIO INDEFINITO

≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; u e ∆u ≠0 hA = hB
uB
W = γ⋅b⋅D hA = ζ A ; hB = ζ B +
γw
l=b/cosα uB = γ w ⋅ (ζ A − ζ B)
U= (u0 +∆u)⋅ l
u0 =uB =γw Dw cos2α

N = (1± Kv)W cosα − Kh W sinα


T = (1± Kv)W sinα + Kh W cosα
N=N’+U Tf = c’⋅ l + (N-U) tanϕ’
FS = Tf / T

c′ (1 − ru ) ⋅ (1 − ∆u* ) − K h tan α ± K v
FS = + ⋅ tan ϕ ′
γ D cos α [K h + (1 ± K v ) tan α ]
2 K h + (1 ± K v ) tan α

u0 ∆u u0 = pressione interstiziale statica iniziale sulla s.d.s.= γwDwcos2α


ru = ; ∆ u* = σ0 = tensione totale normale statica iniziale sulla s.d.s. = γDcos2α
σ0 σ0′
σ ’0 = tensione efficace normale statica iniziale sulla s.d.s. = σ0 - u0 45
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METODI PSEUDOSTATICI
CASO DEL CUNEO PIANO

b c
≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; u≠0
KhW K W
a c = H senϑ ; b d = Hsen(α − ϑ ) senα
v
W d
H 1 sen(α − ϑ )
T Area(abc) = H 2
N 2 senα ⋅ senϑ
θ Κv >0 1
α W = γ ⋅ A = γH 2 ⋅ (cot anϑ − cot anα )
a 2

Equilibrio alla traslazione in direzione perpendicolare e parallela alla superficie:


N = W cos ϑ − K hWsenϑ ± K vW cos ϑ
T = Wsenϑ + K hW cos ϑ ± K vWsenϑ
T f = c'( ac ) + (N-U) tan ϕ'

c'⋅a c + [(1 ± K v )W cosϑ − K hWsenϑ − U ]tanϕ'


FS = Tf / T FS =
W [(1 ± K v )senϑ + K h cosϑ ]
46
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METODI PSEUDOSTATICI
CASO DELLA SPIRALE LOGARITMICA
O
θ ⋅ tgϕ ' θο
≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0 La superficie ha equazione: r = ro ⋅ e θh
θ ro

È da osservare che : r
in ogni punto della superficie di scorrimento KvW
la risultante R della tensione normale e del
contributo frizionale alla resistenza passa per khW
il centro della spirale O
σ’tgϕ’ W
σ’
Il problema viene risolto imponendo l’equilibrio R
globale alle rotazioni intorno ad O
il momento M(e) delle forze esterne (peso, forze d’inerzia, eventuali carichi)
è noto; il momento delle forze resistenti M(r) vale: θ h −θ o

il coefficiente di sicurezza è dato da:


M ( r ) = c' ⋅rdl =
l 0

c' ⋅r 2 dθ ∫
FS=M(r)/M(e)
47
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METODI PSEUDOSTATICI

ELEMENTI CHIAVE:
Valore del coefficiente sismico pseudostatico
Valore del coefficiente di sicurezza

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METODI PSEUDOSTATICI
1. VALORE DEL COEFFICIENTE SISMICO PSEUDOSTATICO

NTC 2018

Kh= βs⋅ S⋅ ag /g e Kv= ± 0.5⋅Kh S = Ss⋅ST = coefficiente che tiene conto


amax dell’amplificazione stratigrafica
(SS) e topografica (ST)
per pendii naturali βS = coeff. di riduzione dell’accelerazione
Categoria di massima attesa al sito
sottosuolo
A B,C,D,E
βs βs per fronti di scavo e rilevati
0.2 < ag(g) < 0.4 0.30 0.28
βs = 0.38 per verifiche SLU
0.1 < ag(g) < 0.2 0.27 0.24
βs = 0.47 per verifiche SLD
ag(g) ≤ 0.1 0.20 0.20

Per informazione:
nell’EC8 βS = 0.5, Kv= ± 0.5⋅Kh oppure ± 0.33⋅Kh in relazione alla sismicità del sito
49
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METODI PSEUDOSTATICI

2. VALORE DEL COEFFICIENTE DI SICUREZZA

NTC 2018
Pendii naturali è definito livello di sicurezza il rapporto tra resistenza al taglio
disponibile (calcolata con i valori caratteristici) e sforzo di taglio mobilitato con
riferimento allo stato limite considerato
l’adeguatezza del margine di sicurezza nei confronti della stabilità deve essere
valutata e motiva dal progettista

Fronti di scavo e rilevati* deve risultare Rd ≥ Ed


Rd : azioni resistenti di progetto calcolate con coefficiente parziale γR=1.2azioni
Ed : azioni destabilizzanti calcolate ponendo pari a 1 i coefficienti parziali sulle azioni
e sui parametri geotecnici

* per le dighe in terra in condizioni sismiche (per qualunque condizione di esercizio) è richiesto
FS=1.2 (per le verifiche statiche FS dipende dalla condizione di esercizio)
50
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Dal modello di blocco rigido di Newmark (1965) derivano i metodi
degli spostamenti, nei quali:
l’azione sismica è definita da una funzione temporale
(generalmente un accelerogramma)
gli effetti dell’azione sismica vengono valutati in termini di
spostamenti accumulati
la sicurezza è stimata confrontando lo spostamento cumulato con
quello ammissibile

Tali metodi consentono di:

superare il limite intrinseco dell’approccio pseudostatico che utilizza


sollecitazioni statiche e costanti nel tempo
tener conto del fatto che la risposta del pendio dipende anche dalle
caratteristiche dell’accelerogramma
51
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Principio:
una caduta temporanea del fattore di sicurezza a valori <1 può
non corrispondere a una condizione di rottura

collasso generalizzato superamento di una soglia


(stato limite ultimo) critica di spostamento
perdita di funzionalità
(stato limite di servizio)

a(t)

52
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Volume Blocco
in frana rigido
Terreno
stabile
Piano
inclinato
Superficie
di rottura
a(t)
a(t)
la massa di terreno potenzialmente in frana (con cinematismo traslativo o
rotazionale) è assimilata ad un blocco rigido che scorre sul terreno stabile
il blocco potenzialmente in frana si sposta lungo la superficie di scorrimento
ogni qual volta l’accelerazione a(t) supera il valore di soglia, ac , caratteristico
delle condizioni di equilibrio limite (FS = 1)
lo spostamento continua fino a quando l’accelerazione, cambiando di segno, è
tale da annullare la velocità relativa tra la massa in frana e il terreno stabile
lo spostamento finale dipende da:
durata, ampiezza e contenuto in frequenza del sisma [a(t)]
caratteristiche geotecniche e geometriche del pendio [ac ] 53
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Ipotesi del metodo originario (Newmark, 1965):


1. schema bidimensionale
2. unico accelerogramma di progetto applicato a tutto il corpo
di frana (accelerazione sismica a(t) = costante nello spazio)*
3. uguale resistenza al taglio del terreno in condizioni statiche e
dinamiche (cu oppure c’, ϕ’ e u costanti ⇒ accelerazione
critica ac = Kc g costante nel tempo)*
4. non sono ammessi spostamenti della massa verso monte

* tali ipotesi possono essere rimosse

54
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

Fasi di analisi:
1. scelta dell’accelerogramma/i di progetto
2. ricerca della superficie di scorrimento alla quale corrispondono
condizioni di equilibrio limite (FS=1) e determinazione del
relativo coefficiente sismico critico Kc
3. calcolo degli spostamenti mediante doppia integrazione
dell’equazione di moto relativo nel dominio del tempo
4. verifica di ammissibilità degli spostamenti calcolati

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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Coefficiente sismico critico: pendio indefinito

l ≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; u ≠ 0
α
b

KvW

D KhW
Dw W
T N

per Kv = 0 il coefficiente sismico critico (Kc= Kh per FS=1) vale:


0 in assenza di falda
 γ w Dw 
1 −  tan ϕ′
c′  γD  tan α
Kc = + −
γD cos α(1 + tan α tan ϕ )
2
′ 1 + tan α tan ϕ′ 1 + tan α tan ϕ′
56
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Coefficiente sismico critico: cuneo piano

b c
KhW K W ≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; u ≠ 0
v
W d
H T
N
θ Κv >0
α

per Kv = 0 il coefficiente sismico critico (Kc= Kh per FS=1) vale:


0 in assenza di falda

c′ ⋅ a c U tan ϕ '
Kc = + tan (ϕ ′ − ϑ ) −
W cosϑ (1 + tan ϑ tan ϕ ′) W cosϑ (1 + tan ϑ tan ϕ ′)
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Coefficiente sismico critico: metodi delle strisce

Procedimento:
1) si assume Kh di tentativo e si ricerca FS,min (con s.d.s. associata)
2) si traccia la curva FS – Kh eseguendo il calcolo per diversi valori di Kh
3) si determina Kc= Kh corrispondente a FS =1

2
Fs

τm σn
1 H

Κc σn
τm

0 σn
0 0.1 kh 0.2
58
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Calcolo degli spostamenti

BLOCCO SU PIANO ORIZZONTALE


Per il 2° principio della dinamica:
srel
m⋅⋅arel (t) = [Kh(t) – Kc ]⋅⋅W= [Kh(t) – Kc ]⋅⋅m⋅⋅g
Kh⋅W
Kc⋅W
quindi l’accelerazione relativa vale:
W
arel (t) = [Kh(t) – Kc ]⋅⋅g = a(t) – kc⋅g
a(t)
la velocità relativa: v rel (t) = ∫a rel (t) dt

lo spostamento relativo: s rel (t) = ∫∫ a rel (t) dt

Si osserva che:
• nell’istante in cui arel passa da <0 a >0 (a(t) da minore a maggiore di kcg) vrel e srel,
inizialmente nulli, diventano >0;
• nell’istante in cui arel passa da >0 a <0 (a(t) da maggiore a minore di kcg) vrel ha un massimo
e srel un flesso; da tale istante in poi vrel inizia a diminuire fino ad annullarsi e srel cresce
progressivamente meno fino a diventare costante
59
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Blocco su piano orizzontale: spostamento per impulso rettangolare

per t0 < t < t0+∆t: mab(t)


ϕ
mg tgϕ
arel = (K – N)
mg a (t)
posto vrel(t0)=0 e srel(t0)=0 si ha: p

∆t) = (K – N)⋅∆t
vrel (t0+∆ a(t)
K
∆t) = [(K – N)⋅ ∆t2 ]/2
srel (t0+∆
Kc g=N
per t > t0+∆t : arel =– N
0 t0 t0+ ∆ t t
vrel =– N⋅(t-t0-∆
∆t)+ vrel (t0+∆
∆t)
vrel
la velocità relativa si annulla in:

t1=(K⋅⋅∆t+N⋅⋅t0)/N=t0+K⋅⋅∆t/N t1 0 t
1 t0 t0+ ∆ t
quindi: s (
rel 1t ) =
2
( K − N )∆t 2 + ∫∆v
t0 + t
rel ( t ) dt srel

1 K
ovvero: s rel ( t 1 ) = ( K − N )∆t 2
2 N 0 t0 t0+ ∆ t t1 t 60
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

accelerazione
accelerazione
BLOCCO DI NEWMARK della base a (t)
a b c d ac = kc⋅g
SU PIANO ORIZZONTALE accelerazione
del blocco ac

t
spostamento permanente
velocità
(spostamento finale cumulato) della base
d

velocità
srel = so = sommatoria degli b
spostamenti parziali calcolati velocità
a del blocco
nei singoli intervalli di tempo c
in cui vrel ≠ 0 t

Lo spostamento finale cumulato


vrel v rel ( t ) = ∫ [ a ( t ) − a c ] dt
di un blocco rigido su un piano a b c d
orizzontale vibrante dipende da: t
d
s rel ( t ) = ∫ v rel ( t )dt
srel

contenuto in frequenza e
ampiezza dell’accelerogramma b c 2, 4 spostamento
a 1, 3, 5 nessuno spostamento
coefficiente sismico critico, kc t
1 2 3 4 5
61
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Equazione di moto per pendio indefinito
b
≠0; ϕ’≠
c’≠ ≠0; u e ∆u ≠0
β

all’equilibrio limite (1): 0 # ! #


kv=0 h
k⋅W
in moto relativo (2): !
generico W=m⋅g
T = W(senβ + k cosβ ) T
Tf = c’ b/cosβ + (Wcosβ – k Wsenβ - U)⋅ tanϕ’
N=N’+U
sottraendo (1) da (2)
· ′

cos ( ) *
# ·$· per analisi in t. efficaci
cos )*
da cui :
arel(t) del blocco su p. orizz. srel=s0 A

# · $ · +,-( per analisi in t. totali


62
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


In definitiva, lo spostamento finale cumulato della massa in frana nella
direzione della superficie di scorrimento è dato da:
S = S0 · A

SO = spostamento del blocco rigido A = fattore di forma dipendente da:


su un piano orizzontale vibrante geometria del pendio
dipendente da: caratteristiche di resistenza del
contenuto in frequenza e terreno
ampiezza dell’accelerogramma forma della superficie di
coefficiente sismico critico, kc, scorrimento
funzione delle caratteristiche
geometriche e geotecniche del
pendio
Nota:
SO può essere stimato per via numerica o tramite correlazioni empiriche con uno o più
parametri rappresentativi del moto sismico (amax, IA, PD, T0)
A è determinabile per forme semplici della s.d.s. (varia orientativamente tra 1 e 1.3) 63
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Correlazioni empiriche per la determinazione di S0
Newmark (1965)
2
v max  a max  correlazione 1b
S 0 ,max =  
2ac  a  1000
range considerato da
 c  Ambraseys e Menu
limite sup. 100

10
s [cm]
Ambraseys & Menu (1988)
÷7.2)
(11 ev., 50 reg., M = 6.6÷ 1

 2.53 −1.09  0.1


a   ac  limite di confidenza 50%

log S0 = 0.90 + log  1 − c     limite di confidenza 90%


0.01
 amax  a  
Ambraseys e Menu, 1988 (50%)

mediana    max   0.001


Jibson, 2007 (50%)

0.001 0.01 0.1 1


ac /amax
Madiai (2009) (1)
÷6.3)
(46 ev. it., 196 reg., M=4.0÷
 2.26 −0.857 
a   ac 
log S 0 = −0.217 + log  1 − c 


a



 a max   max   S0 (cm)
 
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Correlazioni empiriche per la determinazione di S0

Whitman & Liao (1984)


÷6.7)
(37 accel., 169 reg., M = 6.3÷

a
 v 2mav  −9.4⋅ a c
S0 = 37 ⋅  ⋅e max
a 
 max 

Madiai (2009) (2)


÷6.3)
(46 ev. it., 196 reg., M=4.0÷
2.57 −0.69
 v 2max     a 
S0 = 3.89 ⋅   ⋅ 1 − a c  ⋅  c 
a   a  
 max   max   a max 

65
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Correlazioni empiriche per la determinazione di S0

Jibson (2007)
(13 ev., 555 reg.)

ac
log S0 = -3.230 - 3.481 ⋅ log + 2.401 ⋅ log I a
g
intensità di Arias
π
Ia = ∫TD a (t ) dt
2
Madiai (2009) (3) 2g
÷6.3)
(46 ev. it., 196 reg., M=4.0÷

2.60 −0.60 Ia (m/s)


 a   a  S0 (cm)
S0 = 0.156 ⋅ I a ⋅ 1 − c 
 ⋅  c 
 TD=durata
 a max   a max 

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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Correlazioni empiriche per la determinazione di S0

Crespellani et al. (1998)


(155 ev., 310 acc.)
Ia
a 
-1.338 PD = : potenziale sismico distruttivo
S0 = 0.011 ⋅ (PD )0.977
⋅  c  ν 02
 g  ν0 = n. di incroci con l’asse dei tempi
nell’unità di tempo

Madiai (2009) (4) PD (10-4·g·s 3 )


÷6.3)
(46 ev. it., 196 reg., M=4.0÷
S0 (cm)
2.72 −0.60
 a   a 
S0 = 1.90 ⋅ PD ⋅ 1 − c 
 ⋅  c 

 a max   a max 

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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Correlazioni empiriche per la determinazione di S0

Cai e Bathurst (1996)


(4 ev. + 5 esplosioni nucleari)

 4S0   
log  = 0.85 - 3.91 ⋅  a c 
 a T2  a 
 max   max  T=periodo medio=durata/n. di
semi-incroci con l’asse dei tempi (s)
amax (cm/s2)
Madiai (2009) (5)
÷6.3)
(46 ev. it., 196 reg., M=4.0÷

2.554 −0.704
a max ⋅ T 2  a   a 
S0 = 0.978 ⋅ ⋅ 1 − c 
 ⋅  c 

4  a max   a max 

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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Fattore di forma A: cuneo piano

cos(ϕ − α)
L A= α non è noto a priori
cosϕ
α e kc possono essere ricavati imponendo la
H dk h
condizione di minimo: ( = 0)

i α α e kc si possono trovare anche in grafici e/o tabelle di letteratura
(es. Madiai & Vannucchi, 1997)

γ ⋅H γ ⋅H
NS = = 20 NS = = 20
c c

69
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI

ELEMENTI CHIAVE:
Accelerogramma di progetto
Valore dello spostamento ammissibile

NB: GLI SPOSTAMENTI CALCOLATI DEVONO ESSERE RITENUTI


PRUDENZIALMENTE SOLO UN INDICE PRESTAZIONALE

70
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Elementi chiave

1. ACCELEROGRAMMA DI PROGETTO
Dovrebbe essere scelto accuratamente dopo un’analisi dettagliata
della pericolosità sismica regionale e un'analisi statistica dei dati
strumentali a scala regionale. In assenza di tali studi, è consigliabile
confrontare gli effetti di più accelerogrammi (almeno 7 in base alle
NTC 2018), rappresentativi della sismicità del sito e opportunamente
(poco) scalati. Per le NTC 2018 non è ammesso l’uso di
accelerogrammi artificiali
2. VALORE DELLO SPOSTAMENTO AMMISSIBILE
Dipende da molti fattori (p. es. presenza e natura di
strutture/infrastrutture esistenti, livello di protezione desiderato,
gravità dei danni connessi ad un eventuale movimento franoso).
In mancanza di un riferimento specifico per il caso in esame, si
possono seguire alcune indicazioni di letteratura
71
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Spostamenti ammissibili
Lo spostamento ammissibile dipende da:
tipo di pendio (naturale o artificiale) e caratteristiche del terreno
interazione con manufatti esistenti
livello di protezione assegnato e conseguenze di un’eventuale frana

Le linee guida per l’analisi e la mitigazione del rischio di frana in California


(ASCE, 2002) indicano uno spostamento ammissibile di:
5 cm per superfici di scorrimento che coinvolgono manufatti rigidi
15 cm per cinematismi di collasso che si sviluppano in terreni con curve
sforzi-deformazioni di tipo incrudente e non interagiscono con
manufatti esistenti
Nel caso di terreni con curve sforzi-deformazioni di tipo rammollente
15 cm è ragionevole se Kc è calcolato utilizzando le caratteristiche di resistenza
di post-picco o residua, mentre è opportuno assumere Samm = 5 cm se Kc è
calcolato con i parametri di picco della resistenza al taglio
72
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Spostamenti ammissibili
Relazione fra spostamenti osservati e danno strutturale (Legg & Slosson, 1984)

livello di danno spostamento (cm)


irrilevante < 0.5
modesto 0.5÷5
forte 5÷50
severo 50÷500
catastrofico > 500

Spostamenti ammissibili di pendii naturali stabiliti dallo State of Alaska


Geotechnical Evaluation Criteria Committee (Idriss, 1985)

livello di danno spostamento (cm)


irrilevante <3
modesto 15
forte 30
severo 90
catastrofico 300
73
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METODI DINAMICI DEGLI SPOSTAMENTI


Grafici per la stima degli spostamenti

ESEMPIO:
dati risultati
amax = picco di accelerazione =0.4g ≅ 400cm/s2 ay /amax =0.5
ay = Kc g = accelerazione critica del pendio=0.2g u/(amax T) ≅ 0.025 sec
T = periodo fondamentale del terremoto=0.4 s u = spostamento del blocco =
M = magnitudo =6.5 = 0.025⋅0.4⋅400 ≅ 4 cm
74
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METODI PSEUDOSTATICI – METODI DEGLI SPOSTAMENTI

METODI PSEUDOSTATICI
Vantaggi :
semplicità di impiego
possibilità di considerare gli effetti della morfologia, della stratigrafia,
superfici di scorrimento irregolari, la variabilità delle proprietà
geotecniche
Limiti:
azione sismica costante
difficoltà nella scelta di un opportuno coefficiente sismico

METODI DEGLI SPOSTAMENTI


Vantaggi :
migliore interpretazione del comportamento dei pendii durante i
terremoti
Limiti:
richiedono pesanti semplificazioni delle condizioni stratigrafiche e
morfologiche
75
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METODI DINAMICI SFORZI-DEFORMAZIONI


Le equazioni dinamiche del moto vengono risolte mediante metodi di
integrazione numerica agli elementi finiti o alle differenze finite
implementate in codici di calcolo
E’ possibile seguire l’andamento nel tempo e nello spazio l’evoluzione
dello stato di sforzo e di deformazione e degli spostamenti

Per un’analisi affidabile si richiede una stima accurata di:


stratigrafia
stato tensionale efficace iniziale
storia di carico sismico
regime delle pressioni interstiziali
caratteristiche di rigidezza e resistenza dei
terreni in condizioni statiche, dinamiche e cicliche
PERTANTO

Le analisi dinamiche avanzate sono di fatto applicabili solo ai pendii


artificiali (dighe in terra e grandi rilevati)
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METODI DINAMICI SFORZI-DEFORMAZIONI


Esempio di mesh per FLAC (differenze finite)

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METODI DINAMICI SFORZI-DEFORMAZIONI


Stato di sforzo iniziale (FLAC)

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METODI DINAMICI SFORZI-DEFORMAZIONI


Andamento delle deformazioni (FLAC)

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