Sei sulla pagina 1di 61

Audio Engineer Diploma

MODULO AP 202

Acustica 2
Acustica degli ambienti
Dott. Marco Fringuellino -

Acustica 2 - Lezione prima

Propagazione in ambiente chiuso


Acustica dei piccoli ambienti
Risonanze modali
Dott. Marco Fringuellino -

Programma
Prima lezione:
• Propagazione in ambiente chiuso - Acustica dei piccoli ambienti (“small rooms”)
ã Propagazione libera – propagazione in ambiente chiuso
ã Dimensioni ambiente rispetto alla lunghezza d’onda – frequenza di Schroeder
ã Descrizione modale
ã modi, frequenze naturali, fattore di smorzamento modale
ã esempio stanza parallelepipedo
• Risonanze modali: assiali – tangenziali - oblique
ã indici modali e tipologie assiali – tangenziali - oblique
ã esempi: isobare modali, FEM
ã densità modale , modal overlapping factor,
ã metodi deterministici e metodi statistici
ã “Small rooms”
• Loro previsione, il criterio di Bonello
Dott. Marco Fringuellino -

• Influenza delle risonanze modali sulla trasmissione del suono fra sorgente e punto d’ascolto
ã principio di reciprocità
ã esempi di distribuzioni con sorgente
• Distribuzione spaziale della pressione sonora (onde stazionarie)
ã Campo perfettamente diffuso
ã Densità ed intensità
ã Large rooms
ã Campo diretto e campo riverberante
ã Livello di pressione (campo diretto e non)
ã Relazione di Hopkins e Stryker
ã Distanza critica
Dott. Marco Fringuellino -

Seconda lezione
• Criteri per il controllo delle risonanze modali
ã Coefficiente di assorbimento e di riflessione
ã Interazione del suono con le superfici
ã I diffusori acustici: convessi, di Schroeder
• Ripasso T60
ã Decadimento dei modi
ã Regime transitorio e riverberazione
ã Esperienza di Sabine
ã Def T, T60, A eq, coeff. Ass. di Sabine
ã Equazione di Sabine e teoria classica
ã Altre equazioni per T
ã Effetti dell’assorbimento dell’aria
ã Metodi empirici
Dott. Marco Fringuellino -
• Materiali fonoassorbenti:
ã porosi
ã risonatori di Helmoltz
ã risonatori a membrana
ã determinazione del coefficiente di assorbimento in camera riverberante
• Esempi di materiali fonoassorbenti in commercio – Certificazione del loro comportamento

Terza Lezione

• Breve storia dei locali per la musica


ã Sale per spettacolo e per la musica
ã Attributi qualitativi
ã Intervento della sala sul campo
ã Risposta all’impulso - Ecogramma
ã Parametri acustici e frazioni energetiche
ã Effetto Haas e ritardo delle riflessioni
Dott. Marco Fringuellino -

• Riverberazione sale da concerto, teatri d’opera e teatri per i dramma


ã T60 – T10 – Early decay time EDT
ã Bass ratio e Brillance
• Spazialità
ã ASW = Apparent Source Width
ã LEV = Listener Envelopment
ã Lf = Early Lateral Energy Fraction
ã IACF = Inter Aural Correlaction Funcion
ã LG = Late Lateral Energy
• Sviluppo storico Teatri
ã Teatri greco - romani
ã Teatro neoclassico del rinascimento
ã Teatro nel seicento
ã Teatro all’italiana del settecento: opera lirica
ã Teatro nell’ottocento
Dott. Marco Fringuellino -

• Sviluppo storico Sale da concerto


ã Periodo Barocco
ã Periodo classico
ã Periodo romantico
ã Il novecento
§ Forme tipiche
§ Geometria del soffitto
§ Rumore di fondo
• Software previsionali – modelli in scala
ã FEM
ã Raytracing
ã Case study
Dott. Marco Fringuellino -
Quarta Lezione
• Breve storia dei Locali Regia e Sala di Presa
• Locale Regia: requisiti fondamentali: (T60, risonanze modali, stereofonia, ecc..)
ã Linee guida EBU
ã Attuali indicazioni AES
§ Dimensioni e forma
§ Linearità della risposta in frequenza
§ Tempo di riveberazione
ã Postazione fonico e sorgenti
ã Tipologie di Voelker
• Necessità di un modello costruttivo
• Locale Regia modelli assorbenti: modello LEDE – modello “NON-ENVIRONMENT”
• Locale Regia modelli geometrici: modello RFZ – modello SAE
• Locale Regia modelli diffondenti e modelli ibridi
• Sala di Presa: considerazioni generali
• Sala di Presa: requisiti fondamentali (T60, risonanze modali, dinamica di presa)
• Acustica variabile
Dott. Marco Fringuellino -

Bibliografia di Acustica 2
ACUSTICA GENERALE
• L. E. KINSLER, A. R. FREY; “Foundamentals of Acoustics; John Wiley & Sons, New York,
1950.
• L. L. BERANEK: “Acoustics”; Mc. Graw-Hill, 1954.
• M. J. CROCKER: “Encyclopedia of Acoustics”; John Wiley & Sons, New York, 1997.
• MORSE, INGARD: “Teoretical Acoustic”; Mc. Graw-Hill, 1968.
• “Handbuch der tonstudio technik”; Herausgegeben von der Schule für rundfunktechnik,
Verlag Dokumentation Saur KG, München – New York 1978
• J. MERAHUT: “Theory of electroacoustic”; Mc. Graw-Hill, 1981.
• D. S. JONES: “Acoustic and Electromagnetic Waves”; Oxford Science Pubblications, 1986.
• PEARCE: “An Introduction to Phisical Acoustic”
• G. MONCADA, S. SANTOBONI: “Acustica”; Ed. Masson, 1995.
• S. SANTOBONI: “Elettroacustica”; Ed. Masson, 1996.
• W. S. SETO: “Acustica: 245 problemi risolti”; Collana Schaum, Mc-Graw Hill.
• H. EVEREST: “Manuale di acustica”, Hoepli ed.,1996.
• AA. VV. a cura di R. SPAGNOLO: “Manuale di acustica applicata”, UTET, 2001.
Dott. Marco Fringuellino -
ACUSTICA ARCHITETTONICA
• H. Kuttruff: "Room Acoustics”, Applied Scienze Publisher 2° Ed 1979.
• L. Beranek: "Concert & Opera Halls”, Acoustical Society of America, 1996.
• K. B. Benson: “Audio Engineering Handbook”, Mc Graw-Hill 1988.
• R. MacKenzie: "Auditorium Acoustics”, Applied Scienze Publisher.
• W. J. Cavanaugh, J. A. Wilkes: “Architectural Acoustics", John Wiley & Sons, New York,
1998.
• P. Lord, D. Templeton: "The Architecture of Sound", Bas, Hants 1986.
• Y. Ando: "Concert halls Acoustics" Springer-verlag 1985.
• D. Davis, C. Davis: “Sound System Engineering”, Howard W. Sams & Co., Indianapolis, 2°
Ed. 1987.
• M Rettinger: “Studio Acoustics”, 1981.
• P.S. Penner: “Acoustic specification and design of Supreme Being Studios”, Journal of the
Audio engineering Society, 27 (5), 1979.
• J. Jacob: “LEDE control room design”, Studio Sound, aprile 1983.
• V. Gizzy: “Control room design”, Recording Engineer/producer, luglio 1989.
• P. Newwell: “The Non-Environment control room”, Studio Sound, novembre 1991.
• P. Newwell: “Recording studio design”, Elsevier, 2003.
• AA. VV. a cura di R. SPAGNOLO: “Acustica musicale ed architettonica”, UTET, 2005.
Dott. Marco Fringuellino -

ACUSTICA MUSICALE

• T. D. Rossing: "The science of sound" Addison-wesley 1982.

• R. e. Berg, D. g. Stork: "The physycs of sound" Prentice-Hall, New Jersey 1982.

• J. S. Rigden: "Physics and the sound of music" 2° ed. John Wiley & Sons, 1977.

• C. Taylor: "Exploring music" Institute of Physics Publishing Bristol and


Philadelphia 1992.

• AA. VV. a cura di R. SPAGNOLO: “Acustica musicale ed architettonica”, UTET,


2005.
Dott. Marco Fringuellino -

Cosa cambia nell’ascolto


portando una stessa sorgente in ambienti diversi?

• Risposta in frequenza (rimbombo di alcune basse frequenze, forti


disomogeneità)

• Riverberazione

• Early reflections

• Volume (SPL)

• Immagine sonora

• Dipendenza dalla posizione nell’ambiente (alle basse frequenze)

• Definizione

• Fatica di ascolto nel tempo


Dott. Marco Fringuellino -

Propagazione in campo libero


• Si definisce “campo libero” il suono, generato da una sorgente, che si propaga in un mezzo
illimitato, privo di discontinuità od ostacoli.

• Il campo acustico libero può essere suddiviso in due regioni:


– il campo vicino (near field): l’intensità sonora può avere un andamento complicato,
dipendente dal tipo di sorgente e dalle sue dimensioni

– il campo lontano (far field): dal campo prossimo in teoria all’infinito; l’intensità sonora
assume invece un andamento lineare e si riduce con l’inverso del quadrato della distanza
dalla sorgente; il livello di intensità si attenua di 6 dB ad ogni raddoppio della distanza. Inoltre
anche la direttività della sorgente può essere definita in modo univoco.

• le condizioni di campo libero possono venire approssimate in:


– uno spazio all’aperto, in condizioni atmosferiche stabili e omogenee, in cui non vi siano
superfici od ostacoli in una zona sufficientemente ampia attorno alla sorgente.

– “camera anecoica”, in cui tutte le superfici assorbono completamente il suono che incide su
di esse; il suono presente all’interno della camera è solo quello prodotto dalla sorgente, senza
che vi sia suono riflesso dalle superfici.
Dott. Marco Fringuellino -

Propagazione in ambiente chiuso

• La propagazione delle onde interagisce con tutti gli oggetti e le persone presenti e
con i confini dell’ambiente;

• avvengono fenomeni di assorbimento, riflessione, trasmissione, rifrazione,


diffrazione ed interferenza di onde;

• Il campo acustico emesso da una qualunque sorgente viene alterato dall’ambiente


circostante;

• in termini matematici significa imporre delle condizioni al contorno (geometrie,


assorbimenti, ecc.) all’equazione di propagazione;

• solo in casi semplici esistono soluzioni esatte, mentre in casi complessi si ricorre a
misure sperimentali ed a elaborazioni numeriche al computer.
Dott. Marco Fringuellino -

Dimensioni degli ambienti

• Acusticamente un ambiente si definisce “grande” se la sua dimensione peculiare è


molto maggiore della lunghezza d’onda in esame e “piccolo” se la sua dimensione
peculiare è comparabile alla lunghezza d’onda in esame.

• Ad es. in aria a 20 Hz si ha λ ~ 17 m, mentre a 20 kHz si ha λ ~ 1,7 cm: l’ambiente


è “visto” differentemente dalle alte e dalla basse frequenze.

• Esiste una frequenza limite, detta frequenza di Schroeder flim:

essa separa:

• basse frequenze f < flim ⇒ comportamento modale (“small rooms”)

• alte frequenze f > flim ⇒ comportamento statistico (“large rooms”)


Dott. Marco Fringuellino -

Onde stazionarie

• Si verificano in ambienti chiusi o parzialmente chiusi, in cui il campo


diretto interferisce con il campo riflesso.
• il fenomeno particolare che si presenta è il fatto che i punti estremi di
questa interferenza sono stazionari, ossia fermi nello spazio.
• I punti stazionari di massima interferenza costruttiva sono detti ventri o
antinodi; in essi la pressione raggiunge il massimo valore di oscillazione.
• I punti stazionari di massima interferenza distruttiva sono detti nodi ; in
essi la pressione raggiunge il minimo valore di oscillazione.
• Le onde stazionarie si instaurano nella stanza a precise frequenze,
chiamate frequenze di risonanza o frequenze naturali.
Dott. Marco Fringuellino -

Onde stazionarie monodimensionali


• Si immagini un’onda piana progressiva di ampiezza p , generata da un
pistone all’estremità di un condotto.
• Se l’altra estremità del condotto è chiusa da una terminazione rigida piana,
lungo il condotto sarà presente oltre all’onda incidente che si propaga verso
destra, un’onda riflessa che si propaga verso sinistra in fase con la prima.
• Se l’impedenza acustica della terminazione è sufficientemente elevata, si
può ritenere che l’onda incidente sia totalmente riflessa e quindi l’onda
riflessa sia di ampiezza pari all’onda incidente;
• dalla sovrapposizione delle due onde all’interno del condotto si avrà:

 x
p = 2 p cos2π (cos2πft ).
 λ
Dott. Marco Fringuellino -
Onde stazionarie
monodimensionali
• L’interferenza delle due onde
progressive che si propagano in
senso opposto ha dato luogo, non più
ad un’onda che si propaga nel
mezzo, bensì ad un’onda, cosiddetta
stazionaria, la cui ampiezza:
2cos 2π(x/λ)
– vale zero nei punti lungo il condotto
per cui x = λ/4, 3λ/4, 5λ/4, ..., cioè nei
valori di x multipli dispari di λ/4, detti
nodi dell’onda;
– varia sinusoidalmente nel tempo tra 2 e
-2, con frequenza f, nei punti per cui x = Formazione di un’onda stazionaria: (1) onda
λ/2, λ, 3λ/2, ..., multipli pari di λ/4, detti incidente, (2) onda riflessa, (3) onda risultante.
antinodi o ventri dell’onda. (N) nodo dell’onda stazionaria, (A) antinodo
Dott. Marco Fringuellino -

Onde stazionarie monodimensionali


• Si manifestano onde stazionarie in ogni spazio chiuso di forma regolare
con superfici non completamente assorbenti;
• in questo caso le onde stazionarie sono definite anche modi propri di
vibrazione, o più semplicemente risonanze dell’ambiente.
• la frequenza più bassa, e quindi la più grande lunghezza d’onda, dell’onda
stazionaria (o modo) che si può instaurare tra due superfici parallele
riflettenti a distanza d è:
c
f =
2d
• Inoltre, sono possibili tutte le onde stazionarie (o i modi) la cui frequenza
è multiplo intero (n = 2, 3, 4, .…) della prima:
nc
fn =
2d
Dott. Marco Fringuellino -
Onde stazionarie bidimensionali: pannelli
Dott. Marco Fringuellino -
Onde stazionarie bidimensionali: pannelli
Dott. Marco Fringuellino -
Onde stazionarie bidimensionali: pannelli
Dott. Marco Fringuellino -
Onde stazionarie bidimensionali: video
Dott. Marco Fringuellino -

Onde
stazionarie
bidimensionali

Olografia
acustica
dei modi
della
chitarra
Dott. Marco Fringuellino -
Onde stazionarie Bidimensionali

Olografia acustica dei modi del


violino
Dott. Marco Fringuellino -

Onde stazionarie
tridimensionali

modo ad 83,5 Hz
delle camere di
prova del potere
fonoisolante
Dott. Marco Fringuellino -

La descrizione modale

• Si definiscono modi e frequenze di risonanza le soluzioni dell’equazione delle onde, in assenza


di sorgente, con imposte le condizioni al contorno.

• Fisicamente i modi sono le uniche vibrazioni naturali che un sistema lineare può ammettere se
lasciato libero di vibrare;

• Qualunque vibrazione forzata (≡ presenza di una sorgente, perturbazione) è sempre realizzata


come una sovrapposizione lineare di modi

• Le condizioni al contorno possono essere:

• geometriche: possono propagarsi soltanto onde le cui semi-lunghezze d’onda λi/2 sono
contenute un numero intero n di volte nelle dimensioni Li lungo le quali avviene la
propagazione:
Li = ni λi / 2
• vincolari: tipo di connessione ai bordi, assorbimenti, proprietà delle superfici, ecc.
Dott. Marco Fringuellino -
Esempio analitico: stanza a parallelepipedo
• ampiezza e fase del generico modo n:
ρ 0 c 2ω U 0  2 
pn (x, y, z ) = ψ n ( x, y, z ) ; ω − ω
2
ϑn = tan -1  n 
V 4ωn2 kn2 + (ω 2-ω )
2 2
n
 2k ω 
 n n 

• ρ0 = densità dell’aria nell’ambiente (kg/m3); ω = 2πf, frequenza angolare della sorgente (s-1); U0 =
ampiezza della velocità di volume della sorgente (m3/s); ωn = 2πfn, pulsazione naturale del modo
n (s-1); fn, frequenza naturale del modo n (Hz).

• kn = costante di smorzamento del modo n (1< kn<20 s-1): tiene conto della dissipazione
dell’energia sonora associata al modo n;

• Ψn(x,y,z), forma (o distribuzione) modale per il modo n: esprime la dipendenza dell’ampiezza


del modo n dalle coordinate spaziali.

Ad es.:  n xπ x   n yπ y   n zπ
 cos z
ψ n = cos  cos 
 lx   l y   l z 

Dott. Marco Fringuellino -

Esempio analitico: stanza a parallelepipedo

• I modi presentano un massimo (risonanza) alle

pn (Pa)
frequenza naturali di risonanza fn: Kn(1)
Pn(1)(ωn)
2
 n y   nz  2
2
ωn c  n x  Pn(2)(ωn) Kn(2) >Kn(1)
fn = =   +   +  
2π 2  l x   l y   lz 
 
• indici modali = numeri interi nx, ny, nz ; 0,71Pn(1)(ωn)

• la costante di smorzamento kn incide su ampiezza 0,71Pn(2)(ωn)


max, larghezza, fase del modo:

• kn è inversamente proporzionale all’ampiezza


• kn è direttamente proporzionale alla larghezza della fn
banda a -3 dB: ∆f n = kn / π ∆fn(1) f (Hz)
• Se kn aumenta la fase diminuisce.
∆fn(2)
• Condizione di bassa dissipazione: kn < 0.1ωn
Dott. Marco Fringuellino -
Onde stazionarie Tridimensionali: video
Dott. Marco Fringuellino -

Indici modali e tipologie di modi

• La dipendenza spaziale di ciascun modo corrisponde ad un campo stazionario


tridimensionale dovuto a coppie di onde piane, di uguale ampiezza e frequenza
(≡ sorgente), che si propagano in verso contrario sulle traiettorie rettilinee
corrispondenti alle direttrici principali della stanza;

• gli indici modali indicano il numero di semi-lunghezze d’onda che il dato modo
presenta in quella direzione;

• a seconda dei valori della terna di indici modali (nx, ny, nz) è possibile definire tre
tipologie di modi:

• modi assiali: hanno un solo indice diverso da zero;

• modi tangenziali: hanno due indici diversi da zero;

• modi obliqui: hanno tutti e tre gli indici diversi da zero.


Dott. Marco Fringuellino -

Modi assiali

l Le onde componenti viaggiano lungo una direzione parallela ad un asse coordinato e


interagiscono con la coppia di superfici contrapposte ortogonali all’asse considerato.

l Sono modi distinti da un solo indice modale non nullo:

(nx, 0, 0), (0, ny, 0), (0, 0, nz)

l Dipendendo da una sola coordinata,

l sono modi unidimensionali;

l Possiedono l’energia media più

l elevata, 4 volte maggiore dei modi tangenziali

Esempio: modo (0,0,1)


Dott. Marco Fringuellino -

Modi tangenziali

l Le onde componenti viaggiano lungo direzioni appartenenti a piani paralleli ai piani


coordinati e interagiscono con due coppie di superfici contrapposte ortogonali al piano
contenente le direzioni di propagazione.

l Sono modi distinti da due indici modali non nulli:

(nx, ny, 0), (nx, 0, nz), (0, ny, nz)

l Dipendendo da due coordinate,

l sono modi bidimensionali;

l Possiedono energia media più

l elevata dei modi obliqui

Esempio: modo (1,0,1)


Dott. Marco Fringuellino -

Modi obliqui
l Le onde componenti si propagano secondo direzioni oblique rispetto agli assi
coordinati e interagiscono con tutte le coppie di superfici contrapposte del
parallelepipedo;

l I tre numeri modali sono tutti diversi da 0:

(nx, ny, nz)

l Dipendono da tre coordinate,

l sono modi tridimensionali;

l Possiedono energia media

l inferiore rispetto ad altri modi.

Esempio: modo (1,1,1)


Dott. Marco Fringuellino -
Onde stazionarie e indici modali: applet
Dott. Marco Fringuellino -

Esempi di distribuzioni modali

Everest, 1987
Distr. isobara
Modo (1,1,1)

Beranek, 1971
Dott. Marco Fringuellino -

100 Hz 125 Hz

Esempi di
deformate
modali
Al crescere della frequenza
aumenta il numero delle zone
ventrali e nodali, e tende a
160 Hz 200 Hz diminuire il valore massimo
assunto nei ventri

Distanza nodi – ventri ~ λ/4


Dott. Marco Fringuellino -

Onde stazionarie bidimensionali: ascolti

Tono puro a 60 Hz

Tono puro a 80 Hz

Tono puro a 100 Hz


Dott. Marco Fringuellino -

Influenza delle risonanze modali


sulla propagazione del suono

p Per stanza rettangolare:


• negli otto vertici del parallelepipedo tutti i modi (nx, ny, nz), contribuiscono alla pressione
sonora;

• al centro dell’ambiente sono nulli tutti i modi per i quali almeno uno dei tre numeri modali
è dispari. Questo implica che, idealmente, solamente 1/8 dei modi possibili sono in grado
di contribuire alla pressione sonora in tale punto;

• al centro di ciascuna faccia del parallelepipedo manca il contributo dei modi con due
numeri modali dispari. Questo fatto comporta che solamente 1/4 dei modi possibili può
contribuire alla pressione sonora nei punti considerati;

• al centro di ogni spigolo del parallelepipedo manca il contributo dei modi con un numero
modale dispari. Quindi solo la metà dei modi possibili può contribuire alla pressione
sonora in questi punti.
Dott. Marco Fringuellino -

Principio reciprocità

• Per un sistema lineare vale il principio di reciprocità.


• Ciò comporta che se la sorgente puntiforme viene collocata in un
punto in cui un modo è nullo, questo modo non contribuisce alla
pressione sonora in tutto l’ambiente.

• Secondo quanto appena riportato, se la sorgente è posta al


centro del parallelepipedo, alla pressione sonora nell’ambiente
contribuisce solamente 1/8 dei modi possibili.
Dott. Marco Fringuellino -

Grandezze modali
• Il numero di modi N che possono essere eccitati in risonanza, facendo variare la frequenza
da 0 a f, può essere calcolato con la relazione:

4πf V3
πf S
2
fL
N= + 2 +
3c 3 4c 8c

• V (m3) volume dell’ambiente, S (m2) area totale delle superfici dell’ambiente, L (m) la
somma delle lunghezze degli spigoli del parallelepipedo.

• La densità modale n(f) rappresenta il numero di frequenze di risonanza all’interno di una


banda unitaria intorno alla frequenza f :
dN 4πf V2
n( f ) = =
df c3
• Il fattore di sovrapposizione modale Moverlap (modal overlap factor):

M overlap = ∆f n( f )
Dott. Marco Fringuellino -

Esempio: modi di una piastra rettangolare

E  π  2 2  π  2 2  1/2

f m,n = t ⋅ ⋅   ⋅ m +   ⋅ n 
12 ⋅ (1 − ν ) ⋅ ρ  a 
2
 b 

1.00 0.20
0.80
0.15
Probabilità

0.60

Probabilità
0.10
0.40

0.20 0.05

0.00 0.00
10 20 30 40 50 180 200 220 240 260 280
Frequenza (Hz) Frequenza (Hz)

Modo 1 Modo 13
Modo 2 Modo 15
Modo 16
Dott. Marco Fringuellino -

Metodi statistici
• Si determinano le grandezze incognite come variabili aleatorie e distribuzioni di probabilità;
• Le densità di probabilità divengono indipendenti dal tipo di ambiente, volume, forma, natura
delle proprietà acustiche (Kuttruff)

• Le risposte del sistema non dipendono più dal punto di acquisizione, né dalle condizioni
vincolari

• Esiste una frequenza limite, detta frequenza di Schroeder flim:

flim ≅ 2000 Trev /V


• V = volume della stanza (m3), T = tempo di riverberazione (s).
• basse freq. f < flim ⇒ comportamento modale (“small rooms”)
• alte freq. f > flim ⇒ comportamento statistico (“large rooms”)
Dott. Marco Fringuellino -

Metodi statistici

• Esempio :
• Stanza 5 - 6 - 7 m

• A 10 kHz : lunghezza d’onda 3 cm


• Numero totale di modi:

4π × 5 × 6 × 7 × 10000 3
N (10000) = = 21.6 milioni
3 × 344 3
Dott. Marco Fringuellino -
Le tre regioni di comportamento stazionario
La frequenza di Schroeder divide indicativamente la risposta in frequenza del livello di
pressione sonora in tre zone:
1 - zona a dominio modale: è a comportamento deterministico in cui i modi sono pochi e
distinguibili (bassa n(f) e basso Moverlap).
2 - zona di diffusione: inizia il comportamento statistico dei modi che rende il campo diffuso
(aumentano n(f) ed Moverlap).
3 - zona di assorbimento: i modi sono moltissimi e completamente indistinguibili, la
fenomenologia è determinata dall’assorbimento dell’ambiente.

A
M
P
I
E
Z
Z
A

(dB)
regione regione della Regione dell’assorbimento
modale diffusione e delle riflessioni speculari

fl 4 fl Frequenza (Hz)
Dott. Marco Fringuellino -

“Small rooms”
rooms”
La risposta in frequenza sotto la frequenza di Schroeder: Il rapporto delle onde
stazionarie sarebbe,
• è tipo filtro “passa alto”; idealmente, da
mantenere non
• è fortemente disomogenea in frequenza e nello spazio superiore ai ± 3 dB per
avere la fedeltà di
• ROS: la differenza in decibel fra picchi e valli della risposta riproduzione sonora
in frequenza è detta «rapporto delle onde stazionarie». ottimale (risposta in
frequenza lineare o flat
response); mentre, in
stanze piccole non
progettate o non
A
bonificate
M
P
acusticamente, può
I
raggiungere valori in
E bassa frequenza anche
Z 10 dB
di decine di decibel,
Z rovinando totalmente la
A qualità dell’ascolto
(dB)

Frequenza (Hz)
Dott. Marco Fringuellino -

“Small rooms”: elementi di progettazione


• Necessaria la descrizione modale: non valgono modelli statistici, né geometrici.
• Necessarie elaborazioni al calcolatore su analisi modali e armoniche.

q Sviluppo della progettazione


1. scelta del design geometrico (pianta e prospetto), in funzione della distribuzione modale e
dell’opportuna gestione delle riflessioni;

2. corretto dimensionamento delle misure dei lati;

3. gestione delle superfici (attraverso la scelta dei materiali, la loro area d’utilizzo e le tecniche
di montaggio), con l’obiettivo di assorbire l’ampiezza delle campane modali, stabilire il
corretto valore del tempo di riverberazione e garantire la richiesta quota di diffusione del
campo;

4. identificazione delle localizzazioni ottimali di sorgenti e ascoltatore.


Dott. Marco Fringuellino -

“Small rooms”: elementi di progettazione

1. Scelta del design geometrico (pianta e prospetto).


• Ridurre il più possibile la presenza di modi assiali a favore di modi meno regolari e
meno energetici, creando perciò una minore disomogeneità spaziale.

• Il parallelismo delle pareti e la regolarità della pianta di un ambiente, se molto


comodi e diffusi in edilizia, sono in acustica altamente sconvenienti per quanto
visto in precedenza.

• Dunque, una prima regola fondamentale nel corretto progetto di un piccolo


ambiente, destinato all’ascolto della musica ad alta fedeltà, è evitare piante
regolari e pareti (soffitto compreso!) parallele fra loro.

• Ciò ha inoltre come ulteriore effetto l’eliminazione del fastidioso fenomeno detto
“echo flutter”
Dott. Marco Fringuellino -
“Small rooms”: elementi di progettazione
• Confronto di distribuzioni modali fra stanze a pianta regolare e sghemba

• a) Modo assiale (0,3,0) a 102,9 Hz di una stanza rettangolare confrontato con il modo
analogo a 103,9 Hz di una stanza sghemba.

• b) Modo tangenziale (3,1,0) a 81,1 Hz di una stanza rettangolare confrontato con il modo
analogo a 85,5 Hz di una stanza sghemba.
Dott. Marco Fringuellino -

“Small rooms”: elementi di progettazione


2. Corretto dimensionamento delle misure dei lati
• Si è sottolineato precedentemente quanto sia indispensabile in acustica progettare ambienti
piccoli con piante non rettangolari, evitando così i parallelismi delle pareti.

• Ma questi tipi d’ambienti non sono calcolabili analiticamente e dunque non è possibile
prevedere la risposta modale. Questa apparente unpasse può essere risolta in due modi:
1. effettuando un’analisi modale numerica in bassa frequenza utilizzando dei software
che implementano il metodo F.E.M. (Finite Element Method);

2. progettando un ambiente partendo da una forma a parallelepipedo che abbia


un’ottimale distribuzione modale, e ricavando un successivo guscio interno a pareti non
parallele.

p Obiettivi:
• evitare modi coincidenti;
• evitare modi assiali a favore di quelli obliqui;
• ottimizzare la risposta in frequenza riducendo il rapporto di onde stazionarie.
Dott. Marco Fringuellino -
Ottimizzazione modale del parallelepipedo
p Ambiente cubico a bassa dissipazione
• E’ la scelta peggiore!! (forti irregolarità spaziali, forti risonanze)
• Le tre famiglie di modi assiali hanno frequenze di risonanza coincidenti.
p Ambiente a parallelepipedo
• Rapporti ottimali di Bolt (1946): studiò il problema assumendo che vi sarebbe stata una
migliore risposta in frequenza, avente un minore ROS, imponendo che i modi fossero
equispaziati in frequenza. Egli ottenne come rapporti fra le dimensioni dei lati 2:3:5 e
1:21/3:41/3 (ossia 1:1,26:1,59).
• Rapporti ottimali di Sepmeyer (1965) egli definì tre famiglie di rapporti ottimali, a seconda
che, a parità di altezza, si desiderino stanze più o meno allungate. Si noti come la
seconda serie di questi rapporti sia molto prossima a quella enunciata da Bolt

altezza larghezza lunghezza

A 1 1.1 4 1.39
B 1 1.28 1.54
C 1 1.60 2.33

Rapporti t ra le dim ensioni di un am biente a pianta rettangolare per una dist ribuzione dei m odi favorevole
(UTET: “ Manuale di Acustica Applicata” )
Dott. Marco Fringuellino -

Ottimizzazione modale del parallelepipedo


p Ambiente a parallelepipedo
Successivi studi mostrarono come le ipotesi di Bolt e Sepmayer non fossero le migliori e
l’equispazialità dei modi in frequenza non renda soddisfacente la risposta (soprattutto la prima
delle due serie di Bolt, avente modi assiali fastidiosi).

• Rapporti di Louden (1971): a seguito di uno studio eseguito su 125 combinazioni di rapporti
dimensionali di stanze rettangolari, suggerì che la figura di merito per giudicare i rapporti di
dimensioni sia basata non sull’equispazialità in frequenza ma sulla deviazione standard della
spaziatura intermodale. Egli stabilì come uno dei rapporti ottimali 1:1,4:1,9.

• Metodo di Gilford (1979) propose un metodo d’analisi per bande di larghezza di 20 Hz, il
quale prevedeva un’iterazione per successivi aggiustamenti affinché un’equidistribuzione dei
modi per banda fosse sufficientemente raggiunta.

• Criterio di Bonello (1981): radicato nella psico-acustica, sancisce che la verifica


dell’accettabilità di una certa distribuzione di modi è effettuata costruendo un diagramma che
riporta il numero di modi (ordinate) la cui frequenza naturale è contenuta in bande a terzi
d’ottava normalizzate in funzione della frequenza centrale della banda (ascisse).
Dott. Marco Fringuellino -

Il criterio di Bonello (1981)


p Si traccia un diagramma nel modo seguente:
• ascisse: bande a terzi d’ottava normalizzate alla frequenza centrale
• ordinate: numero di nodi la cui frequenza naturale è contenuta nelle varie bande
p Criterio:
• il tracciato deve essere non decrescente; ovvero il numero di modi in una banda deve
essere maggiore o uguale a quello contenuto nella banda immediatamente precedente;
• inoltre è necessario verificare che non esistono modi con frequenza naturale coincidente;
se ciò accadesse, la banda deve contenere almeno ulteriori cinque frequenze naturali.

a) la stanza non soddisfa il criterio. b) la stanza soddisfa il criterio


Dott. Marco Fringuellino -

Ottimizzazione modale del parallelepipedo


p Ambiente a parallelepipedo
• Walker (1996) mettere in luce come la sola applicazione di un criterio di rapporti di
dimensioni ottimizzati non conduca necessariamente ad una migliorata acustica, in quanto la
qualità della stanza è anche dipendente dal volume.

• Algoritmo Cox e D’Antonio: metodo alternativo, basato direttamente sulla richiesta di rendere
il più lineare possibile la risposta in frequenza (ossia rendere minimo il ROS) . Ciò è effettuato
con un algoritmo implementato in un software, che permette di ottimizzare iterativamente le
dimensioni della stanza entro un limite di variazione assegnato.
A
M
P
I
E
Z
Z
A

(dB)

Frequenza (Hz)
Dott. Marco Fringuellino -
Esempi di distribuzioni di pressione in presenza di sorgente

50 Hz 100 Hz

150 Hz 200 Hz
Dott. Marco Fringuellino -

Ipotesi di campo perfettamente diffuso

p Ambiente ideale
• densità modale molto elevata
• tutti i modi nella banda della sorgente sono eccitati
• le onde piane si propagano con equi-probabilità in tutte le direzioni ⇒ Intensità sonora
isotropa (uguale in tutte le direzioni)

• la densità di energia sonora media spaziale è uniforme

p Campo diretto e campo riverberante


• “campo diretto”: quello che si avrebbe se la coppia sorgente-ricevitore fosse nello spazio
libero illimitato

• “campo riverberante”: è il campo dovuto all’insieme delle interazioni dell’energia emessa dalla
sorgente con l’ambiente circostante
Dott. Marco Fringuellino -

“Large rooms”
rooms”
p Ambienti reali
• non esiste il campo perfettamente diffuso
• la Camera Riverberante è l’approssimazione migliore:
• Grande volume: ⇒ elevata densità modale
• Dimensioni non sproporzionate
⇒ le dimensioni sono comparabili
• irregolare: le superfici non sono parallele ⇒ no focalizzazione delle riflessioni
• pareti massimamente riflettenti ⇒ minimo assorbimento
• presenza di elementi diffusori
• Nella pratica il campo può considerarsi diffuso se:
• si è in ambienti grandi al di sopra della Frequenza di Schroeder
• se l’ambiente non è troppo assorbente
• se l’ambiente è irregolare
• se l’ambiente è non sproporzionato
(no “corridoi”, bassi soffitti, ecc.)
• presenza di superfici ed oggetti diffondenti
• se si è a sufficiente distanza da sorgente o pareti
Dott. Marco Fringuellino -

Livello di pressione sonora in regime stazionario

p Relazione di Hopkins e Stryker (1948):

 Q 4
Lp ≈ LW + 10 log + 
 4πr 2 R

Sαm
– R = costante dell’ambiente (m2): R=
(1 − αm )
– αm = coefficiente di assorbimento medio: Siαi
αm = ∑
S
– S = superficie totale dell’ambiente (m2)

– αi = coefficienti di assorbimento delle superfici parziali Si


Dott. Marco Fringuellino -

Rappresentazione della relazione di Hopkins e Stryker

Beranek (1971)
Dott. Marco Fringuellino -

Distanza critica rcrit

• Distanza critica rcrit (m): è la distanza dalla sorgente (centro acustico), lungo una
direzione data, in corrispondenza della quale la densità dell’energia del campo
diretto uguaglia quella del campo riverberante.
1/ 2
 RQ 
rcrit =  
 16π 
• se r < rcrit: domina il campo diretto (es. a poco giova aumentare il
fonoassorbimento del locale nell’intento di ridurre il livello di pressione sonora
causato dalla sorgente).

• se r > rcrit: domina il campo riverberato. E’ possibile stimare rapidamente una


variazione del livello di pressione sonora dovuto ad azioni sull’assorbimento della
stanza come:
∆L = 10 log(Rdopo/Rprima)

Potrebbero piacerti anche