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MODULO AP 202
Acustica 2
Acustica degli ambienti
Dott. Marco Fringuellino -
Programma
Prima lezione:
• Propagazione in ambiente chiuso - Acustica dei piccoli ambienti (“small rooms”)
ã Propagazione libera – propagazione in ambiente chiuso
ã Dimensioni ambiente rispetto alla lunghezza d’onda – frequenza di Schroeder
ã Descrizione modale
ã modi, frequenze naturali, fattore di smorzamento modale
ã esempio stanza parallelepipedo
• Risonanze modali: assiali – tangenziali - oblique
ã indici modali e tipologie assiali – tangenziali - oblique
ã esempi: isobare modali, FEM
ã densità modale , modal overlapping factor,
ã metodi deterministici e metodi statistici
ã “Small rooms”
• Loro previsione, il criterio di Bonello
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• Influenza delle risonanze modali sulla trasmissione del suono fra sorgente e punto d’ascolto
ã principio di reciprocità
ã esempi di distribuzioni con sorgente
• Distribuzione spaziale della pressione sonora (onde stazionarie)
ã Campo perfettamente diffuso
ã Densità ed intensità
ã Large rooms
ã Campo diretto e campo riverberante
ã Livello di pressione (campo diretto e non)
ã Relazione di Hopkins e Stryker
ã Distanza critica
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Seconda lezione
• Criteri per il controllo delle risonanze modali
ã Coefficiente di assorbimento e di riflessione
ã Interazione del suono con le superfici
ã I diffusori acustici: convessi, di Schroeder
• Ripasso T60
ã Decadimento dei modi
ã Regime transitorio e riverberazione
ã Esperienza di Sabine
ã Def T, T60, A eq, coeff. Ass. di Sabine
ã Equazione di Sabine e teoria classica
ã Altre equazioni per T
ã Effetti dell’assorbimento dell’aria
ã Metodi empirici
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• Materiali fonoassorbenti:
ã porosi
ã risonatori di Helmoltz
ã risonatori a membrana
ã determinazione del coefficiente di assorbimento in camera riverberante
• Esempi di materiali fonoassorbenti in commercio – Certificazione del loro comportamento
Terza Lezione
Bibliografia di Acustica 2
ACUSTICA GENERALE
• L. E. KINSLER, A. R. FREY; “Foundamentals of Acoustics; John Wiley & Sons, New York,
1950.
• L. L. BERANEK: “Acoustics”; Mc. Graw-Hill, 1954.
• M. J. CROCKER: “Encyclopedia of Acoustics”; John Wiley & Sons, New York, 1997.
• MORSE, INGARD: “Teoretical Acoustic”; Mc. Graw-Hill, 1968.
• “Handbuch der tonstudio technik”; Herausgegeben von der Schule für rundfunktechnik,
Verlag Dokumentation Saur KG, München – New York 1978
• J. MERAHUT: “Theory of electroacoustic”; Mc. Graw-Hill, 1981.
• D. S. JONES: “Acoustic and Electromagnetic Waves”; Oxford Science Pubblications, 1986.
• PEARCE: “An Introduction to Phisical Acoustic”
• G. MONCADA, S. SANTOBONI: “Acustica”; Ed. Masson, 1995.
• S. SANTOBONI: “Elettroacustica”; Ed. Masson, 1996.
• W. S. SETO: “Acustica: 245 problemi risolti”; Collana Schaum, Mc-Graw Hill.
• H. EVEREST: “Manuale di acustica”, Hoepli ed.,1996.
• AA. VV. a cura di R. SPAGNOLO: “Manuale di acustica applicata”, UTET, 2001.
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ACUSTICA ARCHITETTONICA
• H. Kuttruff: "Room Acoustics”, Applied Scienze Publisher 2° Ed 1979.
• L. Beranek: "Concert & Opera Halls”, Acoustical Society of America, 1996.
• K. B. Benson: “Audio Engineering Handbook”, Mc Graw-Hill 1988.
• R. MacKenzie: "Auditorium Acoustics”, Applied Scienze Publisher.
• W. J. Cavanaugh, J. A. Wilkes: “Architectural Acoustics", John Wiley & Sons, New York,
1998.
• P. Lord, D. Templeton: "The Architecture of Sound", Bas, Hants 1986.
• Y. Ando: "Concert halls Acoustics" Springer-verlag 1985.
• D. Davis, C. Davis: “Sound System Engineering”, Howard W. Sams & Co., Indianapolis, 2°
Ed. 1987.
• M Rettinger: “Studio Acoustics”, 1981.
• P.S. Penner: “Acoustic specification and design of Supreme Being Studios”, Journal of the
Audio engineering Society, 27 (5), 1979.
• J. Jacob: “LEDE control room design”, Studio Sound, aprile 1983.
• V. Gizzy: “Control room design”, Recording Engineer/producer, luglio 1989.
• P. Newwell: “The Non-Environment control room”, Studio Sound, novembre 1991.
• P. Newwell: “Recording studio design”, Elsevier, 2003.
• AA. VV. a cura di R. SPAGNOLO: “Acustica musicale ed architettonica”, UTET, 2005.
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ACUSTICA MUSICALE
• J. S. Rigden: "Physics and the sound of music" 2° ed. John Wiley & Sons, 1977.
• Riverberazione
• Early reflections
• Volume (SPL)
• Immagine sonora
• Definizione
– il campo lontano (far field): dal campo prossimo in teoria all’infinito; l’intensità sonora
assume invece un andamento lineare e si riduce con l’inverso del quadrato della distanza
dalla sorgente; il livello di intensità si attenua di 6 dB ad ogni raddoppio della distanza. Inoltre
anche la direttività della sorgente può essere definita in modo univoco.
– “camera anecoica”, in cui tutte le superfici assorbono completamente il suono che incide su
di esse; il suono presente all’interno della camera è solo quello prodotto dalla sorgente, senza
che vi sia suono riflesso dalle superfici.
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• La propagazione delle onde interagisce con tutti gli oggetti e le persone presenti e
con i confini dell’ambiente;
• solo in casi semplici esistono soluzioni esatte, mentre in casi complessi si ricorre a
misure sperimentali ed a elaborazioni numeriche al computer.
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essa separa:
Onde stazionarie
x
p = 2 p cos2π (cos2πft ).
λ
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Onde stazionarie
monodimensionali
• L’interferenza delle due onde
progressive che si propagano in
senso opposto ha dato luogo, non più
ad un’onda che si propaga nel
mezzo, bensì ad un’onda, cosiddetta
stazionaria, la cui ampiezza:
2cos 2π(x/λ)
– vale zero nei punti lungo il condotto
per cui x = λ/4, 3λ/4, 5λ/4, ..., cioè nei
valori di x multipli dispari di λ/4, detti
nodi dell’onda;
– varia sinusoidalmente nel tempo tra 2 e
-2, con frequenza f, nei punti per cui x = Formazione di un’onda stazionaria: (1) onda
λ/2, λ, 3λ/2, ..., multipli pari di λ/4, detti incidente, (2) onda riflessa, (3) onda risultante.
antinodi o ventri dell’onda. (N) nodo dell’onda stazionaria, (A) antinodo
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Onde
stazionarie
bidimensionali
Olografia
acustica
dei modi
della
chitarra
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Onde stazionarie Bidimensionali
Onde stazionarie
tridimensionali
modo ad 83,5 Hz
delle camere di
prova del potere
fonoisolante
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La descrizione modale
• Fisicamente i modi sono le uniche vibrazioni naturali che un sistema lineare può ammettere se
lasciato libero di vibrare;
• geometriche: possono propagarsi soltanto onde le cui semi-lunghezze d’onda λi/2 sono
contenute un numero intero n di volte nelle dimensioni Li lungo le quali avviene la
propagazione:
Li = ni λi / 2
• vincolari: tipo di connessione ai bordi, assorbimenti, proprietà delle superfici, ecc.
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Esempio analitico: stanza a parallelepipedo
• ampiezza e fase del generico modo n:
ρ 0 c 2ω U 0 2
pn (x, y, z ) = ψ n ( x, y, z ) ; ω − ω
2
ϑn = tan -1 n
V 4ωn2 kn2 + (ω 2-ω )
2 2
n
2k ω
n n
• ρ0 = densità dell’aria nell’ambiente (kg/m3); ω = 2πf, frequenza angolare della sorgente (s-1); U0 =
ampiezza della velocità di volume della sorgente (m3/s); ωn = 2πfn, pulsazione naturale del modo
n (s-1); fn, frequenza naturale del modo n (Hz).
• kn = costante di smorzamento del modo n (1< kn<20 s-1): tiene conto della dissipazione
dell’energia sonora associata al modo n;
Ad es.: n xπ x n yπ y n zπ
cos z
ψ n = cos cos
lx l y l z
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pn (Pa)
frequenza naturali di risonanza fn: Kn(1)
Pn(1)(ωn)
2
n y nz 2
2
ωn c n x Pn(2)(ωn) Kn(2) >Kn(1)
fn = = + +
2π 2 l x l y lz
• indici modali = numeri interi nx, ny, nz ; 0,71Pn(1)(ωn)
• gli indici modali indicano il numero di semi-lunghezze d’onda che il dato modo
presenta in quella direzione;
• a seconda dei valori della terna di indici modali (nx, ny, nz) è possibile definire tre
tipologie di modi:
Modi assiali
Modi tangenziali
Modi obliqui
l Le onde componenti si propagano secondo direzioni oblique rispetto agli assi
coordinati e interagiscono con tutte le coppie di superfici contrapposte del
parallelepipedo;
Everest, 1987
Distr. isobara
Modo (1,1,1)
Beranek, 1971
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100 Hz 125 Hz
Esempi di
deformate
modali
Al crescere della frequenza
aumenta il numero delle zone
ventrali e nodali, e tende a
160 Hz 200 Hz diminuire il valore massimo
assunto nei ventri
Tono puro a 60 Hz
Tono puro a 80 Hz
• al centro dell’ambiente sono nulli tutti i modi per i quali almeno uno dei tre numeri modali
è dispari. Questo implica che, idealmente, solamente 1/8 dei modi possibili sono in grado
di contribuire alla pressione sonora in tale punto;
• al centro di ciascuna faccia del parallelepipedo manca il contributo dei modi con due
numeri modali dispari. Questo fatto comporta che solamente 1/4 dei modi possibili può
contribuire alla pressione sonora nei punti considerati;
• al centro di ogni spigolo del parallelepipedo manca il contributo dei modi con un numero
modale dispari. Quindi solo la metà dei modi possibili può contribuire alla pressione
sonora in questi punti.
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Principio reciprocità
Grandezze modali
• Il numero di modi N che possono essere eccitati in risonanza, facendo variare la frequenza
da 0 a f, può essere calcolato con la relazione:
4πf V3
πf S
2
fL
N= + 2 +
3c 3 4c 8c
• V (m3) volume dell’ambiente, S (m2) area totale delle superfici dell’ambiente, L (m) la
somma delle lunghezze degli spigoli del parallelepipedo.
M overlap = ∆f n( f )
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E π 2 2 π 2 2 1/2
f m,n = t ⋅ ⋅ ⋅ m + ⋅ n
12 ⋅ (1 − ν ) ⋅ ρ a
2
b
1.00 0.20
0.80
0.15
Probabilità
0.60
Probabilità
0.10
0.40
0.20 0.05
0.00 0.00
10 20 30 40 50 180 200 220 240 260 280
Frequenza (Hz) Frequenza (Hz)
Modo 1 Modo 13
Modo 2 Modo 15
Modo 16
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Metodi statistici
• Si determinano le grandezze incognite come variabili aleatorie e distribuzioni di probabilità;
• Le densità di probabilità divengono indipendenti dal tipo di ambiente, volume, forma, natura
delle proprietà acustiche (Kuttruff)
• Le risposte del sistema non dipendono più dal punto di acquisizione, né dalle condizioni
vincolari
Metodi statistici
• Esempio :
• Stanza 5 - 6 - 7 m
4π × 5 × 6 × 7 × 10000 3
N (10000) = = 21.6 milioni
3 × 344 3
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Le tre regioni di comportamento stazionario
La frequenza di Schroeder divide indicativamente la risposta in frequenza del livello di
pressione sonora in tre zone:
1 - zona a dominio modale: è a comportamento deterministico in cui i modi sono pochi e
distinguibili (bassa n(f) e basso Moverlap).
2 - zona di diffusione: inizia il comportamento statistico dei modi che rende il campo diffuso
(aumentano n(f) ed Moverlap).
3 - zona di assorbimento: i modi sono moltissimi e completamente indistinguibili, la
fenomenologia è determinata dall’assorbimento dell’ambiente.
A
M
P
I
E
Z
Z
A
(dB)
regione regione della Regione dell’assorbimento
modale diffusione e delle riflessioni speculari
fl 4 fl Frequenza (Hz)
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“Small rooms”
rooms”
La risposta in frequenza sotto la frequenza di Schroeder: Il rapporto delle onde
stazionarie sarebbe,
• è tipo filtro “passa alto”; idealmente, da
mantenere non
• è fortemente disomogenea in frequenza e nello spazio superiore ai ± 3 dB per
avere la fedeltà di
• ROS: la differenza in decibel fra picchi e valli della risposta riproduzione sonora
in frequenza è detta «rapporto delle onde stazionarie». ottimale (risposta in
frequenza lineare o flat
response); mentre, in
stanze piccole non
progettate o non
A
bonificate
M
P
acusticamente, può
I
raggiungere valori in
E bassa frequenza anche
Z 10 dB
di decine di decibel,
Z rovinando totalmente la
A qualità dell’ascolto
(dB)
Frequenza (Hz)
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3. gestione delle superfici (attraverso la scelta dei materiali, la loro area d’utilizzo e le tecniche
di montaggio), con l’obiettivo di assorbire l’ampiezza delle campane modali, stabilire il
corretto valore del tempo di riverberazione e garantire la richiesta quota di diffusione del
campo;
• Ciò ha inoltre come ulteriore effetto l’eliminazione del fastidioso fenomeno detto
“echo flutter”
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“Small rooms”: elementi di progettazione
• Confronto di distribuzioni modali fra stanze a pianta regolare e sghemba
• a) Modo assiale (0,3,0) a 102,9 Hz di una stanza rettangolare confrontato con il modo
analogo a 103,9 Hz di una stanza sghemba.
• b) Modo tangenziale (3,1,0) a 81,1 Hz di una stanza rettangolare confrontato con il modo
analogo a 85,5 Hz di una stanza sghemba.
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• Ma questi tipi d’ambienti non sono calcolabili analiticamente e dunque non è possibile
prevedere la risposta modale. Questa apparente unpasse può essere risolta in due modi:
1. effettuando un’analisi modale numerica in bassa frequenza utilizzando dei software
che implementano il metodo F.E.M. (Finite Element Method);
p Obiettivi:
• evitare modi coincidenti;
• evitare modi assiali a favore di quelli obliqui;
• ottimizzare la risposta in frequenza riducendo il rapporto di onde stazionarie.
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Ottimizzazione modale del parallelepipedo
p Ambiente cubico a bassa dissipazione
• E’ la scelta peggiore!! (forti irregolarità spaziali, forti risonanze)
• Le tre famiglie di modi assiali hanno frequenze di risonanza coincidenti.
p Ambiente a parallelepipedo
• Rapporti ottimali di Bolt (1946): studiò il problema assumendo che vi sarebbe stata una
migliore risposta in frequenza, avente un minore ROS, imponendo che i modi fossero
equispaziati in frequenza. Egli ottenne come rapporti fra le dimensioni dei lati 2:3:5 e
1:21/3:41/3 (ossia 1:1,26:1,59).
• Rapporti ottimali di Sepmeyer (1965) egli definì tre famiglie di rapporti ottimali, a seconda
che, a parità di altezza, si desiderino stanze più o meno allungate. Si noti come la
seconda serie di questi rapporti sia molto prossima a quella enunciata da Bolt
A 1 1.1 4 1.39
B 1 1.28 1.54
C 1 1.60 2.33
Rapporti t ra le dim ensioni di un am biente a pianta rettangolare per una dist ribuzione dei m odi favorevole
(UTET: “ Manuale di Acustica Applicata” )
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• Rapporti di Louden (1971): a seguito di uno studio eseguito su 125 combinazioni di rapporti
dimensionali di stanze rettangolari, suggerì che la figura di merito per giudicare i rapporti di
dimensioni sia basata non sull’equispazialità in frequenza ma sulla deviazione standard della
spaziatura intermodale. Egli stabilì come uno dei rapporti ottimali 1:1,4:1,9.
• Metodo di Gilford (1979) propose un metodo d’analisi per bande di larghezza di 20 Hz, il
quale prevedeva un’iterazione per successivi aggiustamenti affinché un’equidistribuzione dei
modi per banda fosse sufficientemente raggiunta.
• Algoritmo Cox e D’Antonio: metodo alternativo, basato direttamente sulla richiesta di rendere
il più lineare possibile la risposta in frequenza (ossia rendere minimo il ROS) . Ciò è effettuato
con un algoritmo implementato in un software, che permette di ottimizzare iterativamente le
dimensioni della stanza entro un limite di variazione assegnato.
A
M
P
I
E
Z
Z
A
(dB)
Frequenza (Hz)
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Esempi di distribuzioni di pressione in presenza di sorgente
50 Hz 100 Hz
150 Hz 200 Hz
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p Ambiente ideale
• densità modale molto elevata
• tutti i modi nella banda della sorgente sono eccitati
• le onde piane si propagano con equi-probabilità in tutte le direzioni ⇒ Intensità sonora
isotropa (uguale in tutte le direzioni)
• “campo riverberante”: è il campo dovuto all’insieme delle interazioni dell’energia emessa dalla
sorgente con l’ambiente circostante
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“Large rooms”
rooms”
p Ambienti reali
• non esiste il campo perfettamente diffuso
• la Camera Riverberante è l’approssimazione migliore:
• Grande volume: ⇒ elevata densità modale
• Dimensioni non sproporzionate
⇒ le dimensioni sono comparabili
• irregolare: le superfici non sono parallele ⇒ no focalizzazione delle riflessioni
• pareti massimamente riflettenti ⇒ minimo assorbimento
• presenza di elementi diffusori
• Nella pratica il campo può considerarsi diffuso se:
• si è in ambienti grandi al di sopra della Frequenza di Schroeder
• se l’ambiente non è troppo assorbente
• se l’ambiente è irregolare
• se l’ambiente è non sproporzionato
(no “corridoi”, bassi soffitti, ecc.)
• presenza di superfici ed oggetti diffondenti
• se si è a sufficiente distanza da sorgente o pareti
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Q 4
Lp ≈ LW + 10 log +
4πr 2 R
Sαm
– R = costante dell’ambiente (m2): R=
(1 − αm )
– αm = coefficiente di assorbimento medio: Siαi
αm = ∑
S
– S = superficie totale dell’ambiente (m2)
Beranek (1971)
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• Distanza critica rcrit (m): è la distanza dalla sorgente (centro acustico), lungo una
direzione data, in corrispondenza della quale la densità dell’energia del campo
diretto uguaglia quella del campo riverberante.
1/ 2
RQ
rcrit =
16π
• se r < rcrit: domina il campo diretto (es. a poco giova aumentare il
fonoassorbimento del locale nell’intento di ridurre il livello di pressione sonora
causato dalla sorgente).