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Dott.

Marco Fringuellino

Acustica
Acustica dei
dei piccoli
piccoli ambienti
ambienti

Dott. Marco Fringuellino

Onde stazionarie

Modo ad 83,5 Hz
delle camere di
prova del potere
fonoisolante

Dott. Marco Fringuellino

Beranek, 1971

Everest, 1987

Esempi di distribuzioni modali

Distr. isobara
Modo (1,1,1)

Dott. Marco Fringuellino

Localizzazioni particolari di ventri e nodi


p Per stanza rettangolare:

negli otto vertici del parallelepipedo tutti i modi (nx, ny, nz), contribuiscono alla
pressione sonora;
al centro dellambiente sono nulli tutti i modi per i quali almeno uno dei tre numeri
modali dispari. Questo implica che, idealmente, solamente 1/8 dei modi possibili
sono in grado di contribuire alla pressione sonora in tale punto;
al centro di ciascuna faccia del parallelepipedo manca il contributo dei modi con due
numeri modali dispari. Questo fatto comporta che solamente 1/4 dei modi possibili
pu contribuire alla pressione sonora nei punti considerati;
al centro di ogni spigolo del parallelepipedo manca il contributo dei modi con un
numero modale dispari. Quindi solo la met dei modi possibili pu contribuire alla
pressione sonora in questi punti.

p Principio di reciprocit:

Per un sistema lineare vale il principio di reciprocit.


Ci comporta che se la sorgente puntiforme viene collocata in un punto in cui un modo
nullo, questo modo non contribuisce alla pressione sonora in tutto lambiente.

Dott. Marco Fringuellino

Grandezze modali
Il numero di modi N che possono essere eccitati in risonanza, facendo variare la
frequenza da 0 a f, pu essere calcolato con la relazione:

N=

4f 3V
3c

f 2 S
4c 2

fL
+
8c

V (m3) volume dellambiente, S (m2) area totale delle superfici dellambiente, L (m)
la somma delle lunghezze degli spigoli del parallelepipedo.
La densit modale n(f) rappresenta il numero di frequenze di risonanza allinterno
di una banda unitaria intorno alla frequenza f :

dN 4f 2V
n( f ) =
=
df
c3
Il fattore di sovrapposizione modale Moverlap (modal overlap factor):

M overlap = n( f ) f f 2 V kn

Dott. Marco Fringuellino

Esempio: modi di una piastra rettangolare


2 2 2 2
E
fmn, =t
m + n
2
b
12(1 ) a
1.00

0.20
0.15

0.60

Probabilit

Probabilit

0.80

0.40
0.20
0.00

0.10
0.05
0.00

10

20

30
Frequenza (Hz)
Modo 1
Modo 2

40

50

180

200

220

240

260

Frequenza (Hz)

Modo 13
Modo 15
Modo 16

280

Dott. Marco Fringuellino

100 Hz

125 Hz

Esempi di
deformate
modali
Al crescere della frequenza
aumenta il numero delle
zone ventrali e nodali, e
tende a diminuire il valore
massimo assunto nei ventri

160 Hz

200 Hz

La distanza media fra


una zona ventrale ed
una nodale :
/4

Dott. Marco Fringuellino

La frequenza di Schroeder
Esiste una frequenza limite, detta frequenza di Schroeder flim:
essa separa:

basse frequenze
alte frequenze

f < flim comportamento modale (small rooms)


f > flim comportamento statistico (large rooms)

f lim 2000(Trev / V )

1/ 2

V = volume della stanza (m3), T = tempo di riverberazione (s).

Ad esempio una stanza di 54 m3 con T = 1 s presenta flim = 272 Hz


Ad esempio una stanza di 400 m3 con T = 2 s presenta flim = 141 Hz

Dott. Marco Fringuellino

Le tre regioni di comportamento stazionario


La frequenza di Schroeder divide indicativamente la risposta in frequenza del livello
di pressione sonora in tre zone:
1 - zona a dominio modale: a comportamento deterministico in cui i modi sono
pochi e distinguibili (bassa n(f) e basso Moverlap).
2 - zona di diffusione: inizia il comportamento statistico dei modi che rende il campo
diffuso (aumentano n(f) ed Moverlap).
3 - zona di assorbimento: i modi sono moltissimi e completamente indistinguibili, la
fenomenologia determinata dallassorbimento dellambiente.
A
M
P
I
E
Z
Z
A

Regione dellassorbimento

regione della
diffusione

regione
modale

e delle riflessioni speculari

(dB)

fl

4 fl

Frequenza (Hz)

Dott. Marco Fringuellino

Small rooms
La risposta in frequenza sotto la frequenza di Schroeder:
tipo filtro passa alto;
fortemente disomogenea in frequenza. La linearit della risposta in frequenza (misurata

A
M
P
I
E
Z
Z
A
(dB)

come differenza fra valori di picchi e valli) sarrebbe, idealmente, da mantenere inferiore a
3 dB per avere la fedelt di riproduzione sonora ottimale (risposta in frequenza lineare o
flat response).
fortemente disomogenea nello spazio a causa della distribuzione modale di ventri e nodi.
R.O.S (Rapporto delle Onde Stazionarie): la differenza in decibel fra massimi e minimi
dei valori di livello di una onda stazionaria.
In stanze piccole non
progettate o non
bonificate
acusticamente, il ROS
pu raggiungere valori
in bassa frequenza anche
di decine di decibel,
rovinando totalmente la
10 dB
qualit dellascolto

Frequenza (Hz)

Dott. Marco Fringuellino

Small rooms: elementi di progettazione

Necessaria la descrizione modale: non valgono modelli statistici,


n geometrici.
Necessarie elaborazioni al calcolatore su analisi modali e
armoniche.

q Sviluppo della progettazione


1.
2.
3.

4.

scelta del design geometrico (pianta e prospetto), in funzione della distribuzione


modale e dellopportuna gestione delle riflessioni;
corretto dimensionamento delle misure dei lati;
gestione delle superfici (attraverso la scelta dei materiali, la loro area dutilizzo e
le tecniche di montaggio), con lobiettivo di assorbire lampiezza delle campane
modali, stabilire il corretto valore del tempo di riverberazione e garantire la
richiesta quota di diffusione del campo;
identificazione delle localizzazioni ottimali di sorgenti e ascoltatore.

Dott. Marco Fringuellino

Small rooms: elementi di progettazione


1. Scelta del design geometrico (pianta e prospetto).
Ridurre il pi possibile la presenza di modi assiali a favore di modi

meno regolari e meno energetici, creando perci una minore


disomogeneit spaziale.
Il parallelismo delle pareti e la regolarit della pianta di un
ambiente, se molto comodi e diffusi in edilizia, sono in acustica
altamente sconvenienti per quanto visto in precedenza.
Dunque, una prima regola fondamentale nel corretto progetto di un
piccolo ambiente, destinato allascolto della musica ad alta fedelt,
evitare piante regolari e pareti (soffitto compreso!) parallele fra
loro.
Ci ha inoltre come ulteriore effetto leliminazione del fastidioso
fenomeno detto echo flutter

Dott. Marco Fringuellino

Small rooms: elementi di progettazione


Confronto di distribuzioni modali fra stanze a pianta regolare e sghemba

a) Modo assiale (0,3,0) a 102,9 Hz di una stanza rettangolare confrontato con il modo
analogo a 103,9 Hz di una stanza sghemba.
b) Modo tangenziale (3,1,0) a 81,1 Hz di una stanza rettangolare confrontato con il modo
analogo a 85,5 Hz di una stanza sghemba.

Dott. Marco Fringuellino

Small rooms: elementi di progettazione


2. Corretto dimensionamento delle misure dei lati

Si sottolineato precedentemente quanto sia indispensabile in


acustica progettare ambienti piccoli con piante non rettangolari,
evitando cos i parallelismi delle pareti.
Ma questi tipi dambienti non sono calcolabili analiticamente e
dunque non possibile prevedere la risposta modale. Questa
apparente unpasse pu essere risolta in due modi:

1. effettuando unanalisi modale numerica in bassa frequenza


utilizzando dei software che implementano il metodo F.E.M.
(Finite Element Method);
2. progettando un ambiente partendo da una forma a
parallelepipedo che abbia unottimale distribuzione modale, e
ricavando un successivo guscio interno a pareti non parallele.

Dott. Marco Fringuellino

Ottimizzazione modale del parallelepipedo


p Ambiente cubico a bassa dissipazione
E la scelta peggiore!! (forti irregolarit spaziali, forti risonanze)
Le tre famiglie di modi assiali hanno frequenze di risonanza coincidenti.
p Ambiente a parallelepipedo
Rapporti ottimali di Bolt (1946): studi il problema assumendo che vi sarebbe stata una
migliore risposta in frequenza, avente un minore ROS, imponendo che i modi fossero
equispaziati in frequenza. Egli ottenne come rapporti fra le dimensioni dei lati 2:3:5 e
1:21/3:41/3 (ossia 1:1,26:1,59).
Rapporti ottimali di Sepmeyer (1965) egli defin tre famiglie di rapporti ottimali, a
seconda che, a parit di altezza, si desiderino stanze pi o meno allungate. Si noti come
la seconda serie di questi rapporti sia molto prossima a quella enunciata da Bolt

A
B
C

altezza

larghezza

lunghezza

1
1
1

1 .1 4
1 .28
1 .60

1 .39
1 .54
2.33

Rapport i t ra le dim ensioni di un am bient e a pianta rettangolare per una dist ribuzione dei m odi favorevole
(UTET: Manuale di Acustica Applicata )

Dott. Marco Fringuellino

Ottimizzazione modale del parallelepipedo


p Ambiente a parallelepipedo
Successivi studi mostrarono come le ipotesi di Bolt e Sepmayer non fossero le
migliori e lequispazialit dei modi in frequenza non renda soddisfacente la risposta
(soprattutto la prima delle due serie di Bolt, avente modi assiali fastidiosi).
Rapporti di Louden (1971): a seguito di uno studio eseguito su 125 combinazioni di
rapporti dimensionali di stanze rettangolari, sugger che la figura di merito per giudicare i
rapporti di dimensioni sia basata non sullequispazialit in frequenza ma sulla deviazione
standard della spaziatura intermodale. Egli stabil come uno dei rapporti ottimali 1:1,4:1,9.

Metodo di Gilford (1979) propose un metodo danalisi per bande di larghezza di 20 Hz, il
quale prevedeva uniterazione per successivi aggiustamenti affinch unequidistribuzione dei
modi per banda fosse sufficientemente raggiunta.

Criterio di Bonello (1981): radicato nella psico-acustica, sancisce che la verifica


dellaccettabilit di una certa distribuzione di modi effettuata costruendo un diagramma che
riporta il numero di modi (ordinate) la cui frequenza naturale contenuta in bande a terzi
dottava normalizzate in funzione della frequenza centrale della banda (ascisse).

Dott. Marco Fringuellino

Il criterio di Bonello (1981)

p Si traccia un diagramma nel modo seguente:

ascisse: bande a terzi dottava normalizzate alla frequenza centrale


ordinate: numero di nodi la cui frequenza naturale contenuta nelle varie bande
p Criterio:
il tracciato deve essere non decrescente; ovvero il numero di modi in una banda deve
essere maggiore o uguale a quello contenuto nella banda immediatamente precedente;
inoltre necessario verificare che non esistono modi con frequenza naturale coincidente;
se ci accadesse, la banda deve contenere almeno ulteriori cinque frequenze naturali.
a) la stanza non soddisfa il criterio.

b) la stanza soddisfa
il criterio

Dott. Marco Fringuellino

Ottimizzazione modale del parallelepipedo


p Ambiente a parallelepipedo
Walker (1996) mettere in luce come la sola applicazione di un criterio di rapporti di
dimensioni ottimizzati non conduca necessariamente ad una migliorata acustica, in quanto la
qualit della stanza anche dipendente dal volume.
Algoritmo Cox e DAntonio: metodo alternativo, basato direttamente sulla richiesta di
rendere il pi lineare possibile la risposta in frequenza (ossia rendere minimo il ROS) . Ci
effettuato con un algoritmo implementato in un software, che permette di ottimizzare
iterativamente le dimensioni della stanza entro un limite di variazione assegnato.
A
M
P
I
E
Z
Z
A
(dB)

Frequenza (Hz)

La figura mostra come lalgoritmo iterativo ( ) migliori notevolmente la risposta in bassa


frequenza di una stanza definita dai rapporti di Bolt e Sepmayer ( ) del valore di 1:1,26:1,59.

Dott. Marco Fringuellino

Small rooms: elementi di progettazione


3. Gestione delle superfici
Luso ai fini acustici di una superficie (o la sua eventuale bonifica acustica) pu
essere effettuato privilegiando, per ciascuna superficie, una o pi modalit di
interazione:
a. lassorbimento risulta utile quando necessario estrarre energia sonora in eccesso
dal campo allinterno della sala (ad es. per ottenere caratteristiche di riverberazione
desiderate);
b. la riflessione speculare preferibile per indirizzare energia sonora secondo una
direzione particolare (ad es. rinforzare la percezione del suono diretto in una
determinata zona con suono riflesso che giunge allosservatore con un piccolo ritardo
rispetto al suono diretto);
c. la riflessione diffusa utile quando necessario limitare il carattere speculare
dellenergia riflessa, ad esempio, per attenuare una riflessione speculare senza
ricorrere al fonoassorbimento che impoverirebbe il campo sonoro di energia
desiderata;

Dott. Marco Fringuellino

Materiali e strutture fonoassorbenti


I materiali e gli elementi assorbenti sono largamente utilizzati nel
trattamento acustico degli ambienti, quando si desidera ridurre
lenergia sonora.
Il loro uso consente il controllo del tempo di riverberazione
Il loro uso consente il controllo dellampiezza delle risonanze modali
A distanze opportune dalla sorgente sonora loro uso consente il
controllo del livello di pressione sonora totale presente
nellambiente.
Lassorbimento dellenergia sonora emessa uno dei metodi di
riduzione del rumore pi efficaci quando la propagazione del suono
avviene allinterno di spazi chiusi (ad es.condotti)
I materiali assorbenti sono inoltre applicati sulle barriere acustiche
per diminuire la riflessione del suono

Dott. Marco Fringuellino

Coefficiente di assorbimento
il rapporto tra lenergia assorbita Ia e quella incidente sulla
superficie II:

Ia

= Ia/II
II
pu teoricamente variare tra 0 e 1:
= 0 tutta lenergia incidente riflessa
= 1 tutta lenergia incidente assorbita
dipende dalla frequenza e dallangolo di incidenza
0 = misurato per incidenza normale (metodo delle onde
stazionarie in tubo)
Sab= misurato per incidenza diffusa (in camera riverberante)
da esso si possono ricavare il fattore di riflessione e limpedenza
acustica del materiale.

Dott. Marco Fringuellino

Tipologie di materiali assorbenti


1) Fonoassorbenti porosi
2) Pannelli vibranti
(ad assorbimento per
risonanza di
membrana)
3) Pannelli foratiassorbenti
(ad assorbimento per
risonanza di cavit)
4) Bass Traps
Croome (1977)

Dott. Marco Fringuellino

Fonoassorbenti porosi
I materiali porosi acusticamente assorbenti sono di vario tipo, lane
di vetro e di roccia, schiume di poliuretano espanso a celle aperte,
fibre di legno, feltri.
Essi sono caratterizzati da una struttura a celle aperte,
aperte anche sulla
superficie esterna, e comunicanti tra loro, con dimensioni tipiche dei
pori inferiori a 1 mm (<< delle lunghezze donda acustiche di
interesse).
Considerando le dimensioni fisiche dei pori, il materiale si comporta
rispetto alla propagazione del suono come un mezzo omogeneo in cui
si verifichino perdite viscose.
La maggior parte delle lane di vetro o minerali costituita da fibre il
cui diametro segue una distribuzione statistica con valore medio
intorno a 2-5 m ed compresa nellintervallo tra 1 e 10 m.
La densit indicativamente compresa tra 30 e 100 kg/m3.

Dott. Marco Fringuellino

Esempi di
materiali
fonoassorbenti
porosi:
Lana di roccia

Dott. Marco Fringuellino

Esempi di
materiali
fonoassorbenti
porosi:
Polipropilene

Dott. Marco Fringuellino

Esempi di
materiali
fonoassorbenti
porosi:
Pietradidiroccia
Terni
Lana

Dott. Marco Fringuellino

Esempi di
materiali
fonoassorbenti
porosi:
Poliuretano

Dott. Marco Fringuellino

Risonatore di Helmoltz: assorbimento a risonanza di cavit


Diametro
area S
d

Massa M
(aria del collo)

L
senza

volume V

Molla k
(aria)

elevata efficacia alle frequenze


medie e medio-basse
senza materiale poroso grande
attenuazione su banda stretta
con materiale poroso bassa
attenuazione su banda larga
se il condotto sia un cilindro di
diametro d la frequenza di
risonanza del sistema data da:

con

UTET: Manuale di acustica applicata

f r=

c0
2

S
VL(1+0.8d)

Dott. Marco Fringuellino

Pannelli forati-assorbenti: assorbimento a risonanza di cavit


applicazione del principio del risonatore di Helmholtz
pannelli acustici forati costituiti da una struttura con fori o fessure,
montata ad una certa distanza dalla parete
generalmente inserito nellintercapedine uno strato di materiale
poroso
la frequenza di risonanza aumenta allaumentare della percentuale di
foratura e diminuisce allaumentare dello spessore del pannello e alla
distanza dalla parete.
In pratica il massimo spessore dellintercapedine di 30cm, le
percentuali di foratura variano da 10 a 50%, e lo spessore del pannello
solitamente compreso tra 3 mm e 3 cm 200Hz < fr < 5kHz

P = percentuale di foratura del pannello: P = 100 n Sforo/Spannello,


n = numero fori
P
c0
h = distanza del pannello dalla parete
f r=
hL(1+0.8d)
20
d = diametro della bocca del foro
L = spessore pannello

Dott. Marco Fringuellino

Pannelli forati-assorbenti: assorbimento a risonanza di cavit

Lastre di
cartongesso
fessurato
o forato

Dott. Marco Fringuellino

Pannelli forati-assorbenti: assorbimento a risonanza di cavit


Pannelli di
legno
fessurato
o forato

Dott. Marco Fringuellino

Pannelli forati-assorbenti: assorbimento a risonanza di cavit


Assorbimento
senza
materiale
fonoassorbente
posteriore
Percentuale di
perforazione
6%

Dott. Marco Fringuellino

Pannelli forati-assorbenti: assorbimento a risonanza di cavit


Assorbimento con materiale fonoassorbente posteriore

Dott. Marco Fringuellino

Pannelli vibranti: assorbimento per risonanza di membrana


superficie
rigida

Crocker
(1975)

massa
molla
(pannello) (aria)
M

Onda riflessa
cavit

Onda incidente

grande efficacia alle basse frequenze


la frequenza di risonanza data da:

Pannello
(impermeabile)
di superficie S

f r = 60
d

Md
non serve riempire la cavit pi del 60 %

Dott. Marco Fringuellino

Esempi di
materiali
fonoassorbenti:
Compensato

Dott. Marco Fringuellino

Pannelli ibridi: assorbimento per risonanza di membrana e cavit

Dott. Marco Fringuellino

BASS TRAPS:

bass traps a trappola di fase

bass traps
funzionale

Alcuni modelli di elementi assorbenti per le basse


frequenze (bass traps o tube traps) (Everest, 1996)

Dott. Marco Fringuellino

BASS TRAPS ANGOLARE: BASS CORNER

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori acustici

PIRAMIDALI

A PIANI SFALSATI

CONVESSI

SCANALATI

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori acustici
1 1

f1 = c + + B 2 cos2
s r

-1
1 1

f 2 = c + A2
s r

-1

p Diffusore rettangolare

Riduzione del livello di pressione sonora L causata dalla diffrazione (differenza tra il livello
ricevuto effettivamente ed il livello che si riceverebbe se il pannello fosse di estensione
infinita). La coppia di lati paralleli di lunghezza A definisce un pannello di larghezza B e di
lunghezza infinita (linee tratteggiate in Fig). Per questa striscia la riduzione di livello dipende
dalla lunghezza donda del suono incidente: di fatto diminuisce in media di ~ 3 dB al
raddoppiare della frequenza, annullandosi alla frequenza limite f1.
Alle frequenze maggiori di f1 la striscia si comporta come un pannello di estensione infinita
nelle due direzioni.
La considerazione della dimensione A finita comporta lesistenza di una seconda frequenza
limite f2.

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori acustici
p Diffusore rettangolare
Per le frequenze pi alte della
maggiore tra le due frequenze
limite, il pannello si comporta
come se fosse di estensione
infinita.
Nellintervallo compreso tra
le due frequenze limite, la
riduzione di 3 dB/ottava.
Alle frequenze basse la
diffrazione

causa
di
unattenuazione che aumenta di
6 dB/ottava al diminuire della
frequenza.

Riduzione del livello causata dalla


diffrazione per un pannello di
dimensioni finite (Barron, 1993)

Dott. Marco Fringuellino

p Diffusore curvo

Diffusori acustici

I riflettori piani hanno comportato


problemi di localizzazione della
sorgente e di colorazione del
suono.
Necessario ridurre il livello della
riflessione speculare:
movimentando
la
superficie
riflettente;
conferendo al pannello un profilo
convesso dal lato della riflessione;
Modello Rindell (1985):
pannello curvo tratto di
superficie cilindrica di raggio R;
sorgente, ricevitore e punto di
incidenza contenuti in un piano
ortogonale allasse del cilindro;
d = 2 s r/(s+r).

d/
Riduzione del livello causata dalla curvatura
di un pannello di dimensioni finite (Barron,
1993)

l curv = -10log 1 +

d
R cos

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori acustici curvi

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori di Schroeder
p Diffusori di Schroeder
superfici solide sagomate a greca, con
profondit massima proporzionale alla
lunghezza donda di progetto d,
con scanalature adiacenti, di larghezza
uguale ma con profondit diverse,
separate da setti sottili le cui estremit
esterne definiscono un piano di
riferimento.
Le fessure hanno, una larghezza w
minore della met della minima
lunghezza donda di interesse.
Scegliendo una idonea sequenza per
la profondit delle fessure possibile
controllare la diffusione della superficie
fessurata.

Sezione di una superficie diffondente di


Schroeder a residui quadratici con N = 17

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori di Schroeder

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori acustici
p Diffusori di Schroeder a residui quadratici
Una sequenza di residui quadratici si ottiene scegliendo un numero primo N,
elevando al quadrato i numeri interi tra 0 (0 compreso) e N 1 e, infine, dividendo
ciascun elemento della sequenza dei quadrati per il numero primo N scelto. Il resto
di ciascuna divisione rappresenta la sequenza dei residui quadratici.
Come esempio si consideri il numero primo N = 11:
Sequenza dei numeri interi n 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Sequenza dei quadrati n2
0 1 4 9 16 25 36 49 64 81 100
Sequenza dei residui sn
0 1 4 9 5 3 3 5 9 4 1
Proseguendo con le operazioni con interi maggiori di N (N compreso), la sequenza
si ripete ciclicamente.

Presentano propriet di assorbimento a larga banda: sono adatti per gli studi ma
non per le grandi sale perch assorbono troppa energia

Dott. Marco Fringuellino

p Diffusori di Schroeder a residui quadratici

Per il progetto di massima:


si scelga il campo di frequenza in cui si desidera ottenere la diffusione
uniforme definendo una frequenza limite inferiore dellintervallo fi ed una
frequenza limite superiore fs;
si calcoli il periodo da assegnare alla sequenza di fessure come il numero
primo N pi vicino a fs/fi;
si definisce la lunghezza donda di progetto come la massima da diffondere
d = s = c/fi
si scelga una larghezza delle fessure con il vincolo che sia pi piccola della pi
piccola lunghezza donda da diffondere:
w < i /2 = c/(2fs);
le profondit dn delle N fessure sono calcolate con la relazione
dn = d sn /(2 N)
Dove sn il valore n-mo della sequenza dei residui quadratici.

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori di Schroeder
p Diffusori
Schroeder
quadratici

di
residui

paragone

tra
il
diagramma
polare
dellampiezza
della
pressione
in
dB
misurato ed i valori
calcolati
per
un
diffusore in scala
ridotta progettato con
N = 17

Diagramma polare dell'ampiezza della pressione


sonora in dB, misurato a incidenza normale (linee
continue) e calcolato (cerchi) per un diffusore
a residuo quadratico in scala ridotta (N = 17, d = 3
cm). (a) d / = 1,0; (b) d / = 2,0; (c) d / = 3,0
(UTET Manuale di acustica applicata)

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori vari e combinati


ABFFUSOR

DIFFRACTAL

FLUTTER FREE

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori vari e combinati


SKYLINE

OMNIFFUSOR

Dott. Marco Fringuellino

Diffusori vari e combinati


BAD PANEL

CORAL REEF

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