il quale viene indicata la musica prodotta con mezzi elettronici o elettromeccanici; con
mezzi elettronici indichiamo gli strumenti che dipendono interamente da circuiti per la
produzione sonora, invece gli elettromeccanici hanno l’aggiunta di parti meccaniche, come
potrebbero essere le corde della chitarra. Da queste ultime definizioni nascono le sotto
sviluppo correlato all’evoluzione delle tecnologie musicali stesse, agli inizi del 1900 gli
strumenti elettronici erano “invenzioni dimostrative”, usate per suonare musica per
Telharmonium riproduce strumenti orchestrali con una precisione notevole per l’epoca. I
timbrica maggiore data dalla possibilità dell’uso della micro-tonalità, tanto che Busoni
predisse il futuro della musica elettronica nel suo “ Sketch of a New Esthetic of Music”. Il
grande passo si ha intorno al 1930, quando strumenti come il Theremin fanno il loro
trasporto, la vendita e l’utilizzo era molto più comodo rispetto alle prime macchine come
Esperimenti sulla registrazione erano già stati svolti tramite l’utilizzo del fonografo, nei
quali venivano soprapposte registrazioni di strumenti e voci a velocità regolate, ma con il
“The Expression of Zaar”, sarà il noto Schaeffer con la musica concreta che porterà
l’Enterprise in orbita; i suoi iniziali lavori, come “Cinq ètude de bruits”, la collaborazione
con Pierre Herry crearono delle solidissime basi per lo sviluppo, sempre più emergente, di
tutto il mondo della musica elettronica. Negli ultimi anni del 1950, la creazione del
“CSIRAC”, primo Computer capace di riprodurre musica, ed il “Rca – Mark II”, primo
accessibilità per le tecnologie come i sintetizzatori, faranno in modo che il 1960 inizi con
una fertilità nel campo della musica elettronica, non solo senza eguali, ma in costante e
progressivo aumento.
focalizzato, come inizio, intorno al 1960, anche se già nel ’50 opere come “ Désert” di
Varèse, accostando strumenti acustici a strumenti elettronici portano una nuova dialettica
aspettare il 1960 per l’avvento del Live Electronics, possiamo trovarlo all’evoluzione delle
tecnologie elettroacustiche, difatti fu’ agli inizi del 1960 che troviamo la nascita delle
prime tecnologie che consentono la manipolazione dal vivo di sorgenti sonore catturate da
“l’esecutore tecnico”. L’esecutore/i pratico/i, come si evince dal nome stesso si occupano
di eseguire, mentre un esecutore tecnico si occupa di come manipolare ciò che viene
eseguito. Questo crea la nascita di un concetto totalmente nuovo all’interno del panorama
abbiamo un interprete “classico”, c’è da notare che la modifica in tempo reale del
materiale sonoro è essa stessa “composizione”, ma ciò che apporta la modifica è esso
stesso “strumento” non ché “interprete”. Sostanzialmente il Live Electronics è una nuova
modo di comunicare un qualche cosa, e ciò lo fa’ con una pratica recente e in continua
parlava certo di Dodecafonia. Per quanto riguarda il campo della musica elettronica e della
computer music non si può non nominare il programma della Cycling ’74, ovvero
pensare alla possibilità di generare sintesi sonore in tempo reale da cui decidere le dovute
modifiche.
queste prove nacque “MUSIC4”; quest’ultimo era in grado di manipolare il suono tramite
sul computer, ma non per modificare un suono, bensì stava dimostrando come fosse
possibile che il computer riuscisse a comporre “se gli veniva insegnato”. I lavori di Hiller
si basavano sull’uso degli algoritmi in ambito compositivo, in modo tale da creare delle
composizione; da questi principali lavori nasce “ Illiac Suite” per quartetto d’archi, la
prima opera di composizione assistita da computer grazie a degli algoritmi. Fino agli anni
del ’70 la maggior parte di lavori e scoperte in campo della musica elettronica erano svolte
e si incentravano oltre oceano, l’Europa ancora contava di molti più scettici che curiosi;
bisogna aspettare che Risset e Boulez decidano di dar una sferzata allo scetticismo
europeo, così nel 1976 riuscirono a fondare IRCAM, un centro di studi scientifici della
musica unico al mondo, ad oggi il più importante. L’IRCAM nasceva come “luogo di
incontro e ricerca” per musicisti e scienziati, i quali lavoravano con esperienze, punti di
vista e bagagli curriculari diversi su un unico argomento, la musica in ogni suo aspetto;
l’istituto inoltre era, ed è, il centro più prestigioso e dotato per la computer music. Un
all’ipotetica messa in opera e vendita, per tutti tranne appunto per Yamaha. Quest’ultima
fu’ l’unica azienda che volle provare a implementare l’FM all’interno dei loro
anche le varie case produttrici, ci si è posti il problema di come era possibile far
comunicare i nuovi strumenti fra di loro; un gruppo di musicisti, in accordo con le più
grandi case produttrici, concepirono un’interfaccia digitale per strumenti musicali che
fosse “unica”, ed ecco il MIDI (1983); il MIDI però si dimostrò molto di più che una mera
interfaccia, o meglio, non è di certo solo questo. Attraverso il MIDI era possibile non solo
gestire e controllare più di uno strumento digitale, era possibile farlo da un computer, era
possibile registrare ciò che veniva suonato, ed era anche possibile poi modificarlo, dando
determinati parametri agli strumenti. Con il MIDI e i nuovi sviluppi in campo informatico
furono creati molti programmi utili per comporre e far musica, tra questi il più importante
computer si stavano rilevando un’accoppiata molto più che vincente, le potenzialità che
stavano venendo fuori, ben oltre il mero interfacciamento tra strumentazioni elettroniche e
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Riportando qualche esempio, abbiamo: il Principal tradizionale e abbasta grande; il Résonance che
ricreava un riverbero meccanico utilizzando molle; il Palme che si presentava a forma di Lira, le corde
servivano per la produzione di vibrazione simpatiche.
rappresentato da una tastiera dalla quale l’operatore ritrascriveva, in codice binario, la
partitura. La tastiera andava a perforare un rullo di carta, dove il sintetizzatore andava a
leggere la colonna di informazioni, poiché il rullo possedeva quattro colonne in cui
inserire i vari parametri si un singolo suono. Con la versione aggiornata, per l’appunto il
Marck II, vennero aggiunti filtri, glissandi, vibrati, risonanze, ecc., arrivando a milioni di
possibili impostazioni.
https://www.thenewnoise.it/circuiti-dallo-studio-di-fonologia-al-live-electronics/
https://it.scribd.com/document/239446179/Voice-and-Live-Electronics-An-historical-
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