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Sommario: Proponiamo in questo articolo un´analisi di uno dei testi fondamentali della Questione della
lingua, il Dialogo o Discorso intorno alla nostra lingua di Niccolò Machiavelli. Il testo poco conosciuto
al grande pubblico propone una dimostrazione dell’origine fiorentina della lingua letteraria italiana,
dovuta, secondo lui, alla superiorità della lingua di Firenze rispetto a quella della altre città italiane e
giustifica il fatto che la lingua comune d’Italia debba essere chiamata fiorentina e non italiana.
Abstract: We propose in this article an analysis of one of the fundamental texts of Questione della
lingua, Niccolò Machiavelli's Dialogue or Speech about our language. The text, unknown to the
general public, demonstrates the Florentine origin of literary Italian language, which he maintains is
due to the superiority of the language of Florence over that of other Italian cities and in which he
proposes that the common language of Italy should be called Florentine rather than Italian.
Speriamo, con questo breve scritto, di aver offerto il nostro contributo personale
ad una diffusione migliore e più ampia, in Brasile, della complessa e affascinante
storia della lingua italiana.
BARON, Hans. Machiavelli in the eve of the Discourses: The date and place of his
Dialogo intorno alla nostra lingua. Bibliothèque d’Humanisme et Renaissance,
Travaux et Documents, XXIII, 1961, [s.p.].
MARAZZINI, Claudio. Le teorie. In: Luca Serianni e Pietro Trifone (Org.). Storia della
lingua italiana. Volume primo. I luoghi della codificazione. Torino: Einaudi, 1993,
[s.p.].
RIDOLFI, Roberto. Note sull’attribuzione del Dialogo intorno alla nostra lingua. La
Bibliofilia, LXXIII, dicembre 1971, dispensa 3, [s.p.].
SERIANNI, Luca; Trifone, Pietro (Org.). Storia della lingua italiana. Volume primo. I
luoghi della codificazione. Torino: Einaudi, 1993
i
Claudio Marazzini, Le teorie; in Storia della lingua italiana. Volume primo. I luoghi della codificazione
(org. di Luca Serianni e Pietro Trifone), Torino, Einaudi, 1993, p. 256.
ii
Roberto Ridolfi, Note sull’attribuzione del Dialogo intorno alla nostra lingua. La Bibliofilia, LXXIII,
dicembre 1971, dispensa 3, p. 261.
iii
Hans Baron, Machiavelli in the eve of the Discourses: The date and place of his Dialogo intorno alla
nostra lingua. Bibliothèque d’Humanisme et Renaissance, Travaux et Documents. XXIII, 1961, pp.
449-476.
iv
Riportiamo il brano integralmente: “Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in
sull'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e
rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto
amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch’io nacqui per lui; dove io non mi vergogno
parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono;
e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non
mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro.” Si tratta della lettera nella quale Machiavelli,
esiliato nella casa di campagna dell'Albergaccio e lontano dall’esercizio attivo della politica, dopo il
ritorno al potere dei Medici (1512), annuncia all'amico Vettori la composizione de Il Principe.