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Storie Di Geotecnica PDF
Storie Di Geotecnica PDF
STORIE DI
GEOTECNICA
HEVELIUS
EDIZIONI
ARGOMENTI
DI INGEGNERIA
GEOTECNICA
Collana diretta
da Carlo Viggiani
Quando si diventa anziani spesso ci si rivolge al passato, quello
personale dei propri ricordi o quello della storia, forse perché non
ci si attende più molto dal futuro o forse per trarne insegnamenti
per il futuro.
La prima e la seconda delle vicende di Ingegneria Geotecni-
ca che sono raccontate in questo libretto si rifanno certamente alla
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da costituisce parte (e che parte!) dei miei ricordi personali.
Anche l’ultima storia appartiene certamente al regno della
memoria, ai ricordi personali. La vicenda del sottosuolo di Napoli,
STORIE DI GEOTECNICA
.................................................................................................................... 9
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so un faticoso processo di tentativi successivi e di correzione degli
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esatta sono quindi quelle basate non sui fenomeni studiati, ma sulle
teorie, ciascuna delle quali è in genere applicabile ad un insieme di
fenomeni che, in assenza della teoria, apparirebbero privi di rela-
zioni reciproche.
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1. L’Ingegneria Geotecnica fra Arte e Scienza .......................................... 11
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todo sperimentale ed è opera di specialisti il cui lavoro, ben distinto
1974), trovato sul fondo del mare fra il Peloponneso e Creta, era
una specie di calendario perpetuo che forniva le fasi lunari. La diot-
tra descritta da Erone di Alessandria è il precursore del moderno
teodolite.
centro nel centro della Terra. Vitruvio ammette che un buon tecnico
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sione. Ad esempio a Pergamo le condutture prelevavano l’acqua
da una sorgente a quota più alta e la convogliavano in vasche di
16 ................................................................................ Storie di Geotecnica
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zare pareti e volta per poter eseguire lo scavo). Siamo tornati, come
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dazioni, Leon Battista Alberti, nel suo celebre De Architectura
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il quale è una sorta di terreno che tiene in parte della pietra, percioc-
ché questi, senza bisogno di cavamento o di altro aiuto dell’arte,
sono da se stessi buonissimo fondamento et attissimo a sostenere
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te, signori o monarchi, vuole circondarsi di una cultura e di una
scienza immediatamente produttive, legate alle condizioni nelle
quali il nuovo potere sociale era venuto gradualmente afferman-
dosi, pronta a fornire a questo potere strumenti di espansione ben
più validi e concreti che non le pedanti citazioni di testi aristotelici.
contenuta ne Il Saggiatore,
in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto dinan-
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ma non s’impara ad intendere la lingua, e conoscer i caratteri, nei
quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e caratteri sono
applicata.
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ste “imperfezioni sperimentali” e condussero esperienze per “ve-
ut
tensio sic vis -
zioni, cancellando l’ampia e accurata sperimentazione precedente
di Hodgkinson e altri. Secondo Bell (1973) le esperienze di Morin
sono un esempio non solo di dati scadenti e di conclusioni super-
-
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revolezza la pubblicazione sui Comptes Rendues dell’Accademia
successivi trent’anni.
Ma non fu per caso che le generazioni seguenti ignorarono le
raccomandazioni della Commissione Inglese, che erano sostanziate
da un’ottima e ampia evidenza sperimentale, e adottarono il punto
di vista di Morin, gli esperimenti del quale non valevano nulla. La
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la nostra Ingegneria. Si potrebbe concludere, con Immanuel Kant,
che non c’è niente di più pratico di una buona teoria!
22 ................................................................................ Storie di Geotecnica
ponti e primo Direttore della Ecole des Ponts et Chaussées alla sua
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te commentato da Heyman (1999). È interessante ricordare che
Charles Augustin Coulomb aveva studiato in un collegio militare
e scrisse il saggio quando serviva nell’esercito, come risultato dei
che apre la strada alla meccanica del mezzo multifase, alla teoria
della consolidazione, alla moderna Ingegneria Geotecnica.
Nel 1936 (per me un segno del destino: l’anno in cui sono
nato!) si svolge il primo Congresso Internazionale di Geotecnica
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gli ingegneri del futuro. “Questa benigna struttura, la Terra” dice
Amleto quando entra in scena nel secondo atto tenendo in mano il
suo libro, “mi sembra diventata una sterile escrescenza, e l’eccelsa
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1. L’Ingegneria Geotecnica fra Arte e Scienza .......................................... 29
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ti in fabbricazione.
sia per la forte suggestione dei racconti popolari, nei quali il luogo
diveniva teatro di eventi leggendari (l’ingresso agli inferi dal Lago
d’Averno) e sede di personaggi mitici (la sibilla Cumana, l’eroe
Fig. 2.1. Il Rione Terra, acropoli dell’antica Puteolis. Al centro, sotto la tettoia indicata
dalla freccia, si trovano i resti del Tempio di Augusto.
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Fig. 2.2. I resti del Tempio di Augusti inglobati dalla chiesa seicentesca
(Gros, 1983).
2. Lucio Cocceio Aucto ..............................................................................
redemptor
Cuma.
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gi politici iniziali, e anche a un’accorta gestione di un’importante
capitale, ma soprattutto a una pratica di grande livello dell’architet-
Fin dal Medio Evo, le cosiddette “Grotte” dei Campi Flegrei hanno
goduto di una notevole fama.
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Fig. 2.4. Carta dei Campi Flegrei (ca. 1800) con la posizione delle tre grandi gallerie di Cocceio
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Cripta Neapolitana
Tabella 1
Romana a Cuma
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tamente percorribile. La solenne cerimonia di inaugurazione, nel
1861, fu presenziata da Vittorio Emanuele II.
2. Lucio Cocceio Aucto .............................................................................. 41
Nel primo secolo a.C. Puteolis aveva raggiunto l’apice della sua
potenza economica e militare ed era il maggior porto commercia-
le del Mediterraneo occidentale.
Crypta Neapolitana
Nel Medio Evo, si riteneva che essa fosse stata scavata in una
sola notte da Virgilio, poeta e mago. Numerose ne sono le rappre-
42 ................................................................................ Storie di Geotecnica
Fig. 2.7. L’ingresso della Crypta Neapolitana in un dipinto di Abraham Louis Ducros
-
sultato di una serie di interventi succedutisi nel corso dei secoli. In
particolare, nella zona orientale della galleria il piano di calpestio
fu ripetutamente abbassato per facilitare l’accesso.
Il continuo peggiorare della situazione statica impose la chiu-
Fig. 2.8. Uno degli speroni in muratura realizzati da Chierici nel 1930 e sepolti nel
rinterro al di sotto dell’attuale calpestio della galleria, lato orientale
Usando le traccie lasciate dai mozzi dei carri sulle pareti di tufo, è
stato possibile ricostruire la storia dei successivi abbassamenti del
Finiti.
Le analisi comportano tre fasi successive: 1) lo stato di sforzo
iniziale (ko -
Fig. 2.10. Sezione trasversale della galleria con indicazione delle zone elasticizzate
risultanti dall’analisi numerica
46 ................................................................................ Storie di Geotecnica
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no rispettivamente l’arsenale ed il porto (Portus Iulius
imperiale, mentre Cuma era la cittadella di Ottaviano, che sarebbe
presto diventato Augusto imperatore.
Il collegamento fra queste due installazioni aveva richiesto
lo scavo di due grandi canali navigabili, uno fra l’Averno ed il Lu-
Fig. 2.11. Capo Miseno, Baia e i laghi Averno e Lucrino, in epoca Romana e al giorno
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presenterebbe un’attrazione aggiuntiva, che aumenta le suggestio-
ni per i visitatori. Sfortunatamente la sua fruizione non è sicura, a
causa del rischio di distacco di blocchi dalla volta e per la possibile
presenza di proiettili inesplosi sepolti.
Recentemente, per incarico della Soprintendenza Archeolo-
gica, è stata condotta una dettagliata indagine sulle condizioni di
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zione di sondaggi con prelievo di campioni indisturbati e analisi e
prove di laboratorio.
2. Lucio Cocceio Aucto .............................................................................. 49
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circa normali all’asse della galleria e preesistenti all’esplosione.
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rali, che si aprono sull’incantevole insenatura di Trentaremi. Proba-
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................................................................................ Storie di Geotecnica
3.1. Prologo
Karl Anton von Terzaghi nasce a Praga nel 1883. Devo confessare
che da studente, quando mi imbattei in Terzaghi, nella sua teoria
della consolidazione, nella sua aura di padre fondatore della Geo-
................................................................................ Storie di Geotecnica
Fig. 3.3. La confraternita dei Vandalia, Graz 1902. Terzaghi è il secondo da sinistra in
professionali.
Sul suo diario di quell’epoca si trova questa annotazione:
“Nei campi petroliferi della California un operaio guadagna 70 dol-
lari al mese, un caposquadra 200 dollari, un supervisore 400 dolla-
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nel
novembre del 1912 Terzaghi lavora addirittura come sondatore in
Sono forse gli anni più fertili di Terzaghi dal punto di vista
Fig. 3.8. Le esperienze di Terzaghi sulla spinta delle terre al Robert College di Istanbul
1924).
moglie.
Nel 1928 Schaffernak gli offre di tornare in Austria come
decide di tornare a Vienna, dove viene accolto con tutti gli onori.
Quello stesso anno aveva sposato Ruth Doggett.
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ramento scontroso di Fillunger che, a differenza di Terzaghi, non
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seguenza della profonda differenza fra i due per quanto riguarda le
vicende della vita, le esperienze pregresse, la collocazione sociale
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ghi e Fillunger, a proposito della sottospinta idraulica nelle dighe
in calcestruzzo. Tradizionalmente, la sottospinta veniva calcolata
assumendo che la diga avesse una fessura orizzontale alla base,
entro la quale si instaurava la pressione idrostatica dell’acqua nel
serbatoio. Fillunger aveva argomentato che il calcestruzzo non è
parte sua lo avrebbe messo in cattiva luce. Per di più, Terzaghi ave-
va infranto una delle regole fondamentali del mondo accademico,
invadendo un campo disciplinare che non era il suo. Come si dice,
con metafora un po’cruda, ognuno è gallo sul suo letamaio!
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zione sono alla base del trattato pubblicato con Fröhlich (Terzaghi,
Fröhlich, 1936).
È veramente singolare scoprire che, in un lavoro precedente
di molti anni quello del 1923 di Terzaghi, e relativo al calcestruz-
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3.6. La tragedia
Rechtenstamm (matematica).
La Commissione si riunisce ben 18 volte, fra il dicembre del
1936 e il febbraio del 1937, giungendo alla conclusione che le cri-
tiche di Fillunger sono infondate e in alcuni punti chiaramente sba-
gliate, anche dal punto di vista matematico.
A seguito di questo verdetto, il 6 marzo del 1937 Fillunger e
la moglie Margarete si suicidano ingerendo dei sonniferi e aprendo
3. La teoria dello consolidazione tra Terzaghi e Fillunger ....................... 67
e mi accorgo che non era così. I pesanti attacchi contro altre perso-
ne richiedono una pena, che solo io posso darmi. La mia coraggiosa
è originato solo dalle idee più nobili e dalla più onesta e forte con-
68 ................................................................................ Storie di Geotecnica
3.7. Epilogo
4.1. Premessa
in pericolo”.
razionale si contrappone all’ignoto, al misterioso, alle leggende.
E veniamo ai nostri giorni. Qualche anno fa il giornalista
Carratelli ha pubblicato sul quotidiano on-line Napoli.com un’in-
dagine sul sottosuolo di Napoli. Interrogando alcuni esperti (o
supposti tali) ha raccolto varie opinioni, in alcune delle quali la
dimensione onirica è molto forte. Così, ad esempio, un “… consu-
lente prestigioso, docente, componente di numerose commissioni
ambientali e autore di numerose pubblicazioni”, afferma fra l’altro:
“La cosiddetta pozzolana … se si trova immersa in acqua galleg-
gia producendo una spinta verso l’alto”, e ancora: “Per gli sca-
vi, la pozzolana e le pomici non consentono l’utilizzo di tecniche
in uso per esempio in Germania, Francia o negli Stati Uniti che
presentano situazioni geologiche diverse Nel suo
sistema di avanzamento la talpa (macchina per lo scavo meccaniz-
zato di una galleria, n.d.a.) inietta cemento nel fronte da scavare
per consolidare il terreno. … Ma, poiché il terreno in questione è
rappresentato da terreni leggeri che galleggiano, i getti di cemento
iniettati non sono miscelati con le particelle che compongono il
-
riali, invece di miscelarsi tra loro si sono separati per effetto della
gravità e quindi il cemento iniettato ha cementato la talpa stessa”.
Si potrebbero qui riportare tanti altri esempi di come le leggen-
de e le fantasie trovino ancora credito presso la pubblica opinione.
-
canica, noto come Terra di Lavoro, formatosi come substrato circa
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pilli. Questi materiali costituiscono la cosiddetta pila piroclastica
-
ro che li abitano sono esposti a un rischio molto elevato (De Riso
et al., 2002).
Fig. 4.3. Distacco e crollo di blocchi da un costone tufaceo. Via F.S. Correra, 1982
82 ................................................................................ Storie di Geotecnica
-
quenti crolli.
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nee di origine antropica, perlopiù scavate nella formazione del tufo.
Si tratta di acquedotti e cisterne, antiche cave in sotterraneo, gallerie
4. L’ingegneria geotecnica e il sottosuolo di Napoli ................................. 83
84 ................................................................................ Storie di Geotecnica
4. L’ingegneria geotecnica e il sottosuolo di Napoli .................................
si scopre con gran fragore), di altre sono noti solo gli accessi, altre
-
volta con perdita di vite umane.
Le reti di fognatura e di drenaggio dei nuovi quartieri col-
linari sono state immesse nei vecchi collettori del centro storico,
realizzati all’inizio del 1900, con notevole incremento delle por-
tate (Rasulo, 2000). Negli oltre 600 km di collettori principali, in
corrispondenza di eventi piovosi anche non eccezionali molti tratti
Fig. 4.8. Il tratto terminale del collettore Arena S. Antonio nella piana di Coroglio,
86 ................................................................................ Storie di Geotecnica
-
sione per lo studio del sottosuolo cittadino allo scopo di rilevarne
-
tate, spesso senza alcun criterio tecnico. I grandi dissesti, invece,
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88 ................................................................................ Storie di Geotecnica
-
te pressione di Enti e privati interessati a ottenere il rilascio di li-
cenze di costruzione, prima dei termini di scadenza (31.08.1968)
Tecnico Comunale, istituita nel 1967, si era mostrata del tutto in-
-
canza di mezzi, personale, attrezzature e risorse.
4. L’ingegneria geotecnica e il sottosuolo di Napoli ................................. 89
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gomenta la Commissione, di fatti che possono e debbono esse-
re affrontati dall’uomo, che tanta parte ha avuto nel determinarli
quando, come singolo operatore miope ed egoista, non ha esitato
-
rale e civile. Per un lettore di questo inizio del terzo millennio, la
potenza profetica di queste affermazioni è impressionante.
90 ................................................................................ Storie di Geotecnica
Pellegrino.
4. L’ingegneria geotecnica e il sottosuolo di Napoli ................................. 91
È, purtroppo,
-
ragonabili a una guerra di lunga durata. Le forze in campo sono
l’Amministrazione Comunale, la Protezione Civile, il Governo
-
chevoli per cronica inadeguatezza o per colpevole disattenzione.
Alcune battaglie sono state ignominiosamente perdute, altre vinte.
La guerra, comunque, è ben lungi dall’essere conclusa e l’esito ri-
mane incerto.
Guglielmo Melisurgo (1889) (ancora lui!) scriveva, da inge-
gnere del Comune di Napoli: “Gli ordinari lavori di manutenzio-
ne alle fogne, l’attiva sorveglianza nell’esercizio delle condutture
d’acqua, la continua ispezione alla rete dei canali profondi è quan-
to pratica l’Amministrazione per prevenire possibili accidenti edi-
lizi e stradali, e deve rassicurare; ed è forse solo a considerarsi, da
parte dei proprietari, minore incuria nelle manutenzioni e maggio-
re e migliore impiego dell’opera degli ingegneri, per ristabilire la
tranquillità turbata da qualche caso di crollamento improvviso”.
Dopo 120 anni, non sembra che si possano indicare criteri
-
-
tenzione, potenziando o approntando le relative strutture tecniche
-
4. L’ingegneria geotecnica e il sottosuolo di Napoli .................................
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96 ................................................................................ Storie di Geotecnica
-
no regolatore di Vezio De Lucia, approvato dopo un iter faticoso e
lungo, che non farebbe altro che immobilizzare le forze produtti-
ve e non lascia spazio alla connessione politica-amministrazione-
affari che, secondo loro, assicurerebbe lo sviluppo. I diavoli sono
ormai insediati nei prodotti di quell’incolta, becera, rozza, volgare
-
mero vecchio.
5.1. Premessa
-
te lavoro si propone appunto di raccontare questo sforzo, culminato
nell’intervento di stabilizzazione al quale si fa solo un rapido cenno.
a b
pendenza
5. Gli ingegneri e la torre pendente di Pisa ............................................... 101
-
-
zio del 1800. Il diagramma mostra che, a quell’epoca, il gradiente di
accrescimento della pendenza doveva essere molto ridotto, e forse
la Torre aveva addirittura raggiunto una condizione di quiete.
-
te maggiore di prima e crescente nel tempo. È questo il primo, ma
non il solo esempio di intervento sulla Torre che ha prodotto effetti
fortemente negativi, sebbene mosso dalle migliori intenzioni (delle
quali, come tutti sappiamo, è lastricata la via dell’inferno). Qualche
anno dopo l’Operaio Presidente dell’Opera Primaziale, che gesti-
sce per conto del Vescovato i monumenti della Piazza dei Mira-
coli, scrive che la Torre, “fatta fondo di padule fetente, è divenuta
risolvere il problema.
Ed ecco gli Ingegneri: l’ingegnere ispettore Antonio Lapi, il
soottoispettore Rodolfo Castinelli, e il professore di trigonometria
Guglielmo Martolini. Castinelli, Lapi e Martolini (non sembra di
essere in una novella del Decamerone?) non riuscirono nell’intento
-
za installare una pompa che manteneva il catino all’asciutto, emun-
gendo acqua che veniva utilizzata per irrigare i vicini orti. Questo
-
denza con metodo geodetico viene eseguita ogni anno).
Fu condotto un accurato rilievo dello stato di conservazione
del Campanile, mettendo fra l’altro in evidenza i numerosi prece-
denti interventi di consolidamento e restauro. Pur sottolineando la
-
vazione del Campanile venne considerato buono. Vennero eseguite
-
scetti. Non c’è più il soprintendente di Pisa perché nel frattempo la
centralista.
Nell’ambito di questa Commissione, per la prima volta, ven-
gono esaminati veri e propri progetti di intervento, sia di componenti
della Commissione, sia di esterni. Tutti, comunque, sono alquanto in-
vasivi: allargamento delle fondazioni, riempimento totale o parziale
falda idrica
110 ................................................................................ Storie di Geotecnica
-
nale delle Ricerche, e costituita da una trentina di componenti, fra
114 ................................................................................ Storie di Geotecnica
-
tore interessato (Ministero Lavori Pubblici, 1971).
Nella presentazione di questi volumi la Commissione, “nella
-
ne o almeno una sensibile riduzione dei pompaggi. Nel 1974 il
Comune di Pisa emette provvedimenti che impongono la chiusura
116 ................................................................................ Storie di Geotecnica
-
mente ai precedenti valori.
Nel frattempo viene espletato l’appalto concorso. Hanno ri-
sposto al Bando ventidue gruppi, undici dei quali vengono ammes-
proposto di Geosonda
120 ................................................................................ Storie di Geotecnica
-
5. Gli ingegneri e la torre pendente di Pisa ............................................... 123
indicate.
-
-
terdisciplinare nel quale i componenti ingegneri si confrontano alla
pari con esperti di Restauro e Storia. Per l’attuazione della Legge
viene stanziata una somma di 40 miliardi di lire per l’anno 1990.
Al Comitato vengono subito aggiunti G. Macchi (Ingegneria
Comitato.
leaning instability
128 ................................................................................ Storie di Geotecnica
-
periore è vincolata alla base a una cerniera elastica che reagisce ad
dei terreni.
-
vazione”.
Per prevenire ogni possibile incidente, fu concepita e realiz-
zata un’opera di salvaguardia consistente in due stralli di acciaio,
chi scrive è stata anche una lunga (si provi a paragonare fra loro le
-
za dei Miracoli, all’ombra di quei monumenti dall’aspetto fantasti-
co di cose distanti pochi metri e molti secoli, e la scultura bronzea
134 ................................................................................ Storie di Geotecnica
costruzione della Torre, con uno sforzo durato due secoli e malgrado
l’evidente manifestarsi della pendenza, mi sembra trovare un bel ri-
scontro 800 anni dopo nella testardaggine con la quale gli ingegneri
-
ti a conservarla per l’ammirazione delle future generazioni.
....................................................................................................................
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1. L’INGEGNERIA GEOTECNICA
FRA ARTE E SCIENZA p. 9
1.1. Ingegneria e Scienza p. 9
1.2. Greci e Romani p. 12
3.6. La tragedia p. 66
3.7. Epilogo p. 68
4. L’INGEGNERIA GEOTECNICA
E IL SOTTOSUOLO DI NAP OLI p. 73
4.1. Premessa p. 73
4.2. Il sottosuolo di Napoli p. 76
4.3. I problemi geotecnici p. 79
4.4. La Commissione del 1966 p. 86
internazionale p. 113
ARGOMENTI DI INGEGNERIA GEOTECNICA
SALVATORE MILIZIANO
23. Tecnologie senza scavo
PAOLO BOZZA
24. Prove penetrometriche dinamiche
DIEGO LO PRESTI, NUNZIANTE SQUEGLIA
25. Storie di Geotecnica
CARLO VIGGIANI
copyright © 2011
Finito di stampare da
Aesse Stampa - Benevento
nel mese di ottobre del 2011
ISBN 978-88-86977-69-2
La prima e la seconda delle vicende di Ingegneria Geotecnica che
sono raccontate in questo libro si rifanno alla storia.
Nella prima, si segue lo sviluppo del pensiero scientifico da
Archimede e Euclide a Galileo e Newton, con la lunga parentesi
del Medio Evo, e si esplorano i rapporti fra la Scienza e l’Inge-
gneria. Nella seconda si descrivono tre monumentali opere di
ingegneria pre-scientifica: le gallerie romane nei Campi Flegrei
realizzate nel I secolo a.C. da Lucio Cocceio Aucto. Queste
gallerie sono state a lungo utilizzate, talvolta fin quasi al secolo
scorso, e poi gradualmente abbandonate al degrado e dimenticate.
La terza ricorda la straordinaria vicenda di Terzaghi e della sua
disputa con Fillunger sulla teoria della consolidazione, nella
Vienna degli anni ’30 del 900.
Poi la vicenda del sottosuolo di Napoli, dei rischi che esso pone in
essere per la città e dei modi in cui si è tentato di mitigare questi
rischi, storia anch’essa ricca di insegnamenti e probabilmente in
gran parte sconosciuta.
Infine, il racconto degli assidui sforzi che, a partire dalla metà del
XIX secolo, sono stati condotti per comprendere il fenomeno
dell’inclinazione della Torre di Pisa e dei successivi interventi che,
dopo molti tentativi e qualche errore, hanno portato alla
stabilizzazione della Torre.