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INDICE

1. IMPIANTI DI RISCALDAMENTO E CONDIZIONAMENTO


DATI GENERALI DI PROGETTO 3

1.1 P REMESSA 3
1.2 C ONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE ESTERNE 3
1.3 C ONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE INTERNE E RICAMBI DARIA 3
1.4 P ORTATE E TEMPERATURE FLUIDI 4
1.5 F ABBISOGNI TERMICI INVERNALI ED ESTIVI E POTENZE TERMICHE INSTALLATE 4
1.6 DESCRIZIONE TECNICA: 4

1.6.1 IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE: CENTRALE TERMOFRIGORIFERA 5


1.6.2 IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO A FAN COILS PI ARIA PRIMARIA 7
1.6.3 IMPIANTO DI RISCALDAMENTO A FAN COILS 9
1.6.4 IMPIANTO DI ESPULSIONE ARIA DAI SERVIZI 10

2. IMP. IDRICO, SANITARIO, FOGNANTE, ANTINCENDIO 11


2.1 IMPIANTO IDRICO 11
2.2 IMPIANTO DI PRODUZIONE ACQUA CALDA PER USO SANITARIO 12
2.3 S CARICHI E VENTILAZIONE 12
2.4 APPARECCHI SANITARI 13

3. IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO FOGNANTE 14

4. IMPIANTO ANTINCENDIO 16

5. IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI 18

5.1 S CELTE PROGETTUALI 18


5.2 S ISTEMA DI ALIMENTAZIONE 19
5.3 S TAZIONE DI PRODUZIONE AUTONOMA DI ENERGIA 20
5.4 QUADRI ELETTRICI 20
5.5 R ETE DI BASSA TENSIONE 22
5.6 ILLUMINAZIONE 23
5.7 F ORZA MOTRICE 24
5.8 P ROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI ED INDIRETTI 25

5.8.1 P ROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI 25


5.8.2 P ROTEZIONE MEDIANTE ISOLAMENTO DALLE PARTI ATTIVE 25
5.8.3 P ROTEZIONE MEDIANTE INVOLUCRI E BARRIERE 25
5.8.4 P ROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI MEDIANTE DISPOSITIVI
DI PROTEZIONE CON IMPIANTO DI TERRA 26
5.8.5 C ARATTERISTICHE GENERALI DELLIMPIANTO DI TERRA 26
5.8.6 DISPERSORE 26
5.8.7 C ONDUTTORI DI PROTEZIONE 27
5.8.8 C ONDUTTORI EQUIPOTENZIALI 27

5.9 P ROTEZIONE DALLE SCARICHE ATMOSFERICHE 28


5.10 R IVELAZIONE INCENDIO 29
5.11 TELEFONIA 31
5.12 C ITOFONIA 33
5.13 IMPIANTO CENTRALIZZATO DI ANTENNA TV 33
5.14 IMPIANTO TV A CIRCUITO CHIUSO E VIDEOREGISTRAZIONE 33
5.15 IMPIANTO ANTINTRUSIONE 34

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1. IMPIANTI DI RISCALDAMENTO E CONDIZIONAMENTO
DATI GENERALI DI PROGETTO

1.1 PREMESSA

Tutte le apparecchiature degli impianti sono stata dimensionate, sia per il


funzionamento estivo che per quello invernale, in relazione alle condizioni esterne
pi sfavorevoli.

Nelle pagine seguenti Vi puntualizziamo i dati tecnici relativi a:

1. condizioni termoigrometriche esterne;

2. condizioni termoigrometriche interne e ricambi daria;

3. portate e temperature fluidi;

4. fabbisogni termici invernali ed estivi e potenze termiche installate.

1.2 CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE ESTERNE

- INVERNO:
temperatura 0C
umidit relativa 80%

- ESTATE:
temperatura 33C
umidit relativa 60%

1.3 CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE INTERNE E RICAMBI D ARIA

- INVERNO:
temperatura 20C
umidit relativa 50 %

- ESTATE:
temperatura 26C
umidit relativa 50 %

- TOLLERANZA :
temperatura 1C
umidit relativa 5 %

- RICAMBI D ARIA:
servizi 8 vol. amb/ora
corridoi e scale _ vol. amb/ora
altri ambienti 1,5 vol. amb/ora

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1.4 PORTATE E TEMPERATURE FLUIDI

quantit fluido stagionale in ciclo 17.820 lt/h;


temperatura estiva fluido stagionale 7C;
salto termico estivo fluido stagionale 5C;
temperatura invernale fluido stagionale 45C;
salto termico invernale fluido stagionale 5C.

1.5 FABBISOGNI TERMICI INVERNALI ED ESTIVI E POTENZE TERMICHE INSTALLATE

carico estivo fan coils 47.555 frig/h;


carico estivo aria primaria 34.656 frig/h;
carico estivo totale 82.211 frig/h;
potenza frigorifera installata 90.000 frig/h
(105 kW);
carico postriscaldamento estivo 9.698 kcal/h;
carico invernale fan coils in sostituzione dei radiatori 5.130 kcal/h;
carico invernale fan coils 51.605 kcal/h;
carico invernale preriscaldamento aria primaria 17.632 kcal/h;
carico invernale postriscaldamento aria primaria 9.257 kcal/h;
carico invernale totale 83.624 kcal/h;
potenza termica installata 115.000 kcal/h.

1.6 DESCRIZIONE TECNICA


Con riferimento ai dati tecnici precedentemente indicati e sulla scorta del computo
metrico dettagliato, diamo una descrizione degli impianti previsti, suddivisi nei
seguenti capitoli:

A) Impianti di climatizzazione
A. 1 centrale termo-frigorifera;
A. 2 impianto di condizionamento a fan coils pi aria primaria negli uffici;
A. 3 impianto di riscaldamento a fan coils nei servizi ed al piano interrato;
A. 4 impianti di espulsione aria dai servizi;

B) Impianti idrico sanitari, fognanti ed antincendio


B.1 impianto idrico;
B.2 impianto di produzione acqua calda per uso sanitario;
B.3 scarichi e ventilazione;
B.4 impianto antincendio;
B.5 apparecchi sanitari.

1.6.1 Impianti di climatizzazione: centrale termofrigorifera


Ledificio 47 sar servito da una centrale termofrigorifera autonoma che trover
sede in uno dei locali siti al piano interrato e destinato a tale uso.

Allinterno del locale suddetto saranno installate tutte le apparecchiature atte a


produrre e mettere in circolazione i fluidi termici stagionali (acqua calda in
inverno ed acqua refrigerata in estate), per lalimentazione delle varie utenze.

La scelta della macchina produttrice di energia termifrigorifera ricaduta su una


pompa di calore del tipo aria/acqua ad inversione di ciclo.

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Tale scelta, in alternativa ad una pompa di calore con raffreddamento mediante
acqua di pozzo, stata operata per alcuni validi motivi di natura essenzialmente
tecnico - economica.

Infatti, con levolvelrsi della tecnologia nel settore specifico e con le potenze in
gioco, le macchine con condensazione ad aria hanno raggiunto rese paragonabili a
quelle delle macchine acqua/acqua e costi di impianto e gestione (esercizio e
manutenzione) ragionevolmente pi contenuti.

Oltretutto non sottovalutabile il disagio che la realizzazione dei pozzi (n3)


arrecherebbe alla comunit residente nella zona in termini di vibrazioni
inquinamento acustico e difficolt nella viabilit per tutta la durata della fase
realizzativa.

In conclusione si propesi per la scelta di una pompa di calore aria-acqua a ciclo


reversibile per installazione interna, con ventilatori centrifughi e con caratteristiche
di bassissima rumorosit (Lp < 63 dB(A) a 3 m).

Laria di raffreddamento dei condensatori sar canalizzata ed espulsa allesterno


attraverso la botola grigliata sulla strada (lato corte Colagualano).

Il fluido stagionale prodotto dalla pompa di calore servir ad alimentare tre circuiti:

circuito centrale di trattamento aria primaria uffici;


circuito fan coils per solo riscaldamento invernale;
circuito fan coils per riscaldamento e raffrescamento uffici.

I primi due circuiti saranno alimentati da un gruppo di due elettropompe primarie


centrifughe singole ognuna corredata di una doppia valvola dntercettazione in
mandata e aspirazione, doppio giunto antivibrante in mandata ed in aspirazione,
filtro in aspirazione, valvole di ritegno e coppia di termometro e manometro in
mandata.

Il fluido vettore viene aspirato dalla pompa di calore ed immesso in un collettore da


dove avviene lo sdoppiamento: diretto per i circuiti (a) e (b); con spillamento in
pressione per il circuito (c).

Sul collettore di mandata sar installato un vaso di espansione chiuso in acciaio


verniciato, del tipo pressurizzato, completo di valvola di sicurezza.

La capacit del vaso sar tale da contenere le dilatazioni del fluido per la quantit
misurata in fase di caricamento.

Al collettore di ritorno sar invece collegato il gruppo di riempimento automatico


dellimpianto completo di filtro, intercettazioni, valvola di ritegno, riduttore di
pressione con manometro e by pass.

Tra il collettore di ritorno e la pompa di calore sar interposto un serbatoio inerziale


per accumulo acqua refrigerata, del tipo in acciaio zincato coibentato con
materassino poliuretanico ad alto spessore.

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I collegamenti idrici di tutte le apparecchiature costituenti limpianto, saranno
realizzati mediante linstallazione di tubazioni in acciaio nero Mannesmann s.s.

Le tubazioni saranno verniciate con doppia mano di antiruggine al minio, previa


scartavetratura ed isolate con cappelle di armaflex o similari, di adeguato spessore.

La finitura sar ottenuta mediante lapplicazione di coppelle di isogenopack o


similari.

Completer limpianto di ciascuna centrale, un quadro elettrico ad armadio con


sopra montate tutte le apparecchiature per il comando, controllo e protezione dei
motori serviti.

A valle del quadro saranno, poi, realizzati tutti gli impianti ed i collegamenti
elettrici alle varie utenze.

1.6.2 Impianto di condizionamento a fan coils pi aria primaria


Fatta eccezione per i locali servizi a piano interrato, tutti i restanti ambienti saranno
serviti da un impianto di condizionamento estivo-invernale a fan coils pi aria
primaria.

Il circuito fan coils sar alimentato da un proprio gruppo di spinta costituito da n. 2


elettropompe centrifughe singole, una di riserva allaltra, ciascuna corredata di
doppia intercettazione, doppio giunto antivibrante, filtro sullaspirazione valvole di
ritegno sulla mandata e coppia di termometro e manometro.

I fan coils saranno, per la maggior parte, del tipo verticale per installazione a
parete; negli ambienti nei quali risulta impossibile adottare questa soluzione,
saranno previsti fan coils di tipo sempre verticale ma a pavimento con zoccolatura.

Questi saranno corredati di bocchette di mandata e griglie di ripresa, nonch di


bacinella per la raccolta della condensa.

I fan coils provvederanno a sopperire al solo carico sensibile interno degli


ambienti, mentre laria di ricambio sar trattata a parte centralmente e sar tale da
abbattere anche il calore latente.

Ciascun fan coil sar corredato di un commutatore a quattro posizioni per larresto
o per il funzionamento a tre velocit del relativo elettroventilatore.

In ciascun ambiente la temperatura sar mantenuta automaticamente ai valori


desiderati mediante linstallazione di termostati ambiente, elettrici a due posizioni e
tre contatti.

I collegamenti idrici alle batterie di scambio termico dei fan coils saranno realizzati
con sistema a collettori complanari modul in bronzo. Ciascun collettore
provveder ad alimentare un numero massimo di otto fan coils.

Le tubazioni a valle dei collettori saranno del tipo in rame ricotto, mentre quelle a
monte, in partenza dalla relativa centrale termo-frigorifera, saranno in acciaio nero
verniciato con doppia mano di antiruggine al minio.
Tutte le tubazioni ed i collettori saranno isolati con coppelle di armaflex o similari,
di adeguato spessore.

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La condensa dei fan coils sar scaricata in fogna mediante una rete di tubazioni in
polietilene ad alta densit complete di accessori. Prima del collegamento alla fogna
e sullattacco alla bacinella della condensa di ogni fan coils, saranno installati dei
sifoni.

Lunit di trattamento per laria primaria sar installata al piano interrato nel locale
centrale termofrigorifera.

Laria esterna sar prelevata allaltezza del terrazzino al 1 piano (lato V. Lamberti)
e canalizzata sino alla U.T.A.

La distribuzione dellaria trattata sar realizzata mediante una canalizzazione in


lamiera di acciaio zincato, isolata esternamente e corredata di bocchette e diffusori.

Sulla derivazione dei canali a ciascun piano ed in corrispondenza di parete


compartimentale REI, sar installata una serranda tagliafuoco con fusibile a 72C e
microinterruttore di segnalazione.

Un raccordo, anchesso in lamiera zincata, corredato di griglie, consentir a


ciascuna unit di trattamento di aspirare laria dallesterno.

Il ciclo dei trattamenti subito dallaria nel condizionatore dellaria primaria, sar il
seguente:
a) Estate
- presa dellaria esterna;
- filtrazione;
- raffreddamento e deumidificazione mediante la batteria di
scambio termico alimentata con acqua fredda refrigerata;
- postriscaldamento mediante una batteria elettrica;
- propulsione dellaria mediante il gruppo elettroventilante.
b) Inverno
- presa dellaria esterna;
- filtrazione;
- riscaldamento mediante la stessa batteria di scambio termico
estiva, alimentata con acqua calda;
- umidificazione mediante la rete ugelli e lelettropompa di
ricircolo;
- postriscaldamento e propulsione come in estate.

La regolazione automatica di tutte le varie fasi dei trattamenti termoigrometrici


subiti dallaria, sar ottenuta mediante una serie di apparecchiature elettroniche che
agiranno come segue:
n. 1 servocomando per serrande, a due posizioni, aprir la serranda installata
sulla presa dellaria esterna solo a motore del ventilatore funzionante;
un ricevitore regolatore elettronico agir sul servocomando modulante della
valvola a tre vie installata sulla tubazione del fluido stagionale alla batteria di
scambio termico, in funzione delle segnalazioni di una sonda di temperatura
ad immersione, installata a valle delle batterie;
un ricevitore regolatore elettronico agir sullautomatismo della pompa di
umidificazione, in funzione delle segnalazioni di una sonda di umidit
ambiente;

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un ricevitore regolatore elettronico agir sugli automatismi dei tre stadi della
batteria di postriscaldamento elettrica in funzione delle segnalazioni di una
sonda di temperatura ambiente.

Il collegamento idrico alle batterie di scambio termico delle unit di trattamento,


sar ottenuta mediante linstallazione di tubazioni in acciaio nero verniciate con
antiruggine ed isolate.

Completer limpianto un quadro elettrico e limpianto a valle dello stesso, per


lallacciamento, il comando, la protezione ed il controllo dei motori dellunit
primaria.

1.6.3 Impianto di riscaldamento a fan coils


I locali servizi a piano interrato saranno riscaldati mediante fan coils a parete dello
stesso tipo precedentemente descritti, tranne che per la mancanza delle bacinelle di
condensa.

Durante lesercizio estivo il relativo circuito idrico sar invece escluso mediante
lazionamento di due valvole a due vie servoazionate ed asservite ad un
commutatore localizzato nel quadro di centrale. Anche per questi fan coils il
sistema idrico di alimentazione sar quello a collettori complanari modul in
bronzo. E stato previsto un solo collettore per tutti i tipi e per tutti i servizi.

Le tubazioni a valle dei collettori saranno in rame ricotto, mentre quelle a monte in
acciaio nero verniciato con antiruggine.

Sia le tubazioni in rame che quelle in acciaio, saranno isolate con coppelle di
armaflex o similari, di adeguato spessore.

1.6.4 Impianti di espulsione aria dai servizi


Il gruppo di servizi a piano interrato sar corredato di un impianto di aspirazione ed
espulsione dellaria.

Limpianto sar costituito da una canalizzazione in lamiera di acciaio zincata,


corredata di valvole o griglie di aspirazione singolarmente tarabili, e facenti capo
ad un elettroventilatore di espulsione.

Lelettroventilatore sar del tipo cassonato corredato di griglia di espulsione; esso


sar asservito, ai fini del comando, protezione e controllo dei relativi motori, al
quadro elettrico della relativa centrale termo-frigorifera.

A valle di detto quadro saranno realizzati tutti gli impianti ed i collegamenti


elettrici relativi.

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2. IMPIANTI IDRICO SANITARIO, FOGNANTE, ANTINCENDIO

2.1 IMPIANTO IDRICO


Limpianto idrico ha inizio dal serbatoio di accumulo acqua, della capacit
complessiva di m3 2,5 posto al piano cantina ed alimentato dallacquedotto
cittadino.

Limpianto costituito da una rete facente capo al gruppo di pressurizzazione


avente una potenza di CV 1,5 portata lt/h 6000 - ATE da 2,8 a 5 ubicato, insieme
alle relative elettropompe, nella centrale idrica posta sempre al piano cantina.

Lacqua potabile in uscita dal gruppo di pressurizzazione perviene al collettore di


distribuzione generale posto in centrale e da questultimo arriva alla rete
orizzontale sistemata in appositi cunicoli a pavimento del piano cantinato.

Da tale rete, in prossimit dei cavedi alluopo predisposti, si distaccano le colonne


montanti di alimentazione delle utilizzazioni che sono dotate di rubinetto di
intercettazione alla base e di barilotto contro i colpi dariete alla sommit.

Sulle diramazioni secondarie delle tubazioni che alimentano i singoli apparecchi


sanitari stata prevista linstallazione di rubinetti di arresto per consentire
lintercettazione degli apparecchi stessi nel caso di guasti o di interventi
manutentivi.

Lintera rete di distribuzione dellacqua sanitaria in tubo di acciaio zincato con


giunzione a vite e manicotto, sar protetta dallo stillicidio con opportuno
rivestimento isolante.

Il calcolo delle singole diramazioni agli apparecchi igienici stato eseguito in base
alle seguenti portate:
lavandino: 0,20 lt/sec;
doccia: 0,15 lt/sec;
vaso con cassetta: 0,10 lt/sec;
bidet: 0,10 lt/sec;
pilozzo: 0,30 lt/sec;
lavello: 0,10 lt/sec.

2.2 IMPIANTO DI PRODUZIONE ACQUA CALDA PER USO SANITARIO


La produzione dellacqua, ove necessario, assicurata da riscaldatori di accumulo,
della capacit di 100 lt. o rapidi da 25 lt. in grado di riscaldare lacqua a 45C nel
tempo di unora.

Dai boyler lacqua perviene alla rete di distribuzione che segue un percorso
parallelo a quello dellacqua potabile. Per tutte le tubazioni dellimpianto previsto
il rivestimento con adeguato materiale isolante.

2.3 SCARICHI E VENTILAZIONE


Gli scarichi, i collettori e le colonne montanti sono in tubo di polietilene PE tipo
GEBERIT di spessore idoneo, questultime devono essere prolungate in alto di 1

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m. , oltre il piano di copertura e terminare con un cappello esalatore e ogni 3 m.
devono essere provviste di giunti di dilatazione.

Nei punti in cui esse attraversano le coperture, sono previste converse di piombo
onde impedire infiltrazioni di acqua.

Le colonne terminano in basso a pavimento del piano cantinato, ove si immettono


in pozzetti di calcestruzzo, armato, facenti parte della rete fognante orizzontale,
prima di convogliare insieme gli scarichi del piano cantine allimpianto di
sollevamento.

Le tubazioni di scarico dei singoli apparecchi, anchesse in polietilene, sono


collegate alle colonne mediante linterposizione di braghe.

I collettori orizzontali in polietilene saranno del tipo interrato.

Lunione dei diversi tronchi di tubo e relativi pezzi speciali sar eseguita con giunti
elettrici e/o saldature a caldo.

Le colonne di scarico sono munite di colonne di ventilazione, anchesse in tubo di


polietilene PE del 63 mm. collegate alla base delle prime ed alla loro sommit
ad almeno 2 m. al di sopra dellultimo apparecchio.

Considerando che gli edifici da servire sono di tipo semi-pubblico (2a categoria),
sono stati presi a base del calcolo dei collettori di scarico, unit convenzionali
denominate unit di scarico (u.s.) corrispondenti allo scarico di 28 lt. di liquame
al minuto primo.

Per ogni singolo apparecchio sanitario i valori assunti sono i seguenti:


lavandino: 3 u.s. diramazione al piano 50 mm;
doccia: 4 u.s. diramazione al piano 50 mm;
vasca da bagno: 4 u.s. diramazione al piano 50 mm;

vaso: 5 u.s. diramazione al piano 110 mm;


bidet: 2 u.s. diramazione al piano 50 mm;
pilozzo: 2 u.s. diramazione al piano 40 mm;
lavello: 2 u.s. diramazione al piano 50 mm.

2.4 APPARECCHI SANITARI


Gli apparecchi sanitari del tipo in vetrochina, di primaria casa costruttrice, devono
essere di 1a scelta senza fenomeni di cavitazione od altre imperfezioni.

Il tipo ed il quantitativo degli apparecchi sanitari risultano dalle planimetrie del


progetto.

Ogni apparecchio corredato delle relative rubinetterie in ottone cromato, di tipo


pesante, anchesse di primaria casa costruttrice, nonch di percorso indicato nelle
planimetrie.

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3. IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO FOGNANTE

Come si evince dalle planimetrie di progetto la rete fognante confluisce in una


vasca di accumulo interrata a piano cantina, ci per opportune esigenze e tenuto
conto della giacitura dei collettori stradali posti pi in alto rispetto alla quota di
piano cantina.

La capacit della vasca di raccolta stata calcolata in modo da intervallare


convenientemente i periodi di pompaggio, regolati a mezzo di un apparecchio
automatico galleggiante.

I criteri presi a base per tale dimensionamento sono stati i seguenti:


1. massima portata di arrivo alla vasca in m 3 /sec.;
2. portata della pompa;
3. tempo di riempimento della vasca;
4. tempo di vuotatura;
5. diametro della condotta elevatoria;
6. velocit del liquame nella condotta elevatoria.

La pompa da installarsi sar di tipo centrifugo ad asse verticale, ci per limitare lo


spazio a disposizione.

Essa sar installata alquanto al di sotto del massimo livello dacqua della vasca, tale
da poter essere sommersa al momento dellinnesco, ed evitare la putrefazione del
liquame.

Il liquame sar pompato attraverso una condotta avente diametro di 2.

La pompa in questione avr una portata da 0 a 10 m3/h con prevalenza variabile.

Lalimentazione sar di tipo monofase con motore a 1400 giri/min.

La capacit ritentiva della vasca sar tale da poter sopperire al mancato


funzionamento della pompa per almeno 12 h.

Ad evitare che entrino nella pompa stracci e simili, la stessa dovr essere dotata di
rete di protezione attorno alla bocca aspirante.

A valle della stessa sar installata una valvola di ritegno speciale per evitare il
ritorno in vasca dei liquami.

Successivamente verr montata una saracinesca di intercettazione da 2 dellorgano


di pompaggio in caso di guasto.

La vasca sar costruita in calcestruzzo con pareti intonacate a cemento tali da


evitare eventuali infiltrazioni sotterranee.

Si dovr provvedere anche allinstallazione di una tubazione di presa daria dalla


vasca e sfociante al di sopra del lastrico solare per lo sfiato dei vapori in polietilene
del 63.

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Il comando di detta pompa verr effettuato da quadro elettrico posto in prossimit
della vasca.

Tutte le acque piovane provenienti dalle botole e le acque di risulta interne


(lavaggio, condensa o eventuali rotture idriche) saranno convogliate allinterno di
una opportuna vasca interrata ispezionabile ricavata nella centrale antincendio e da
qui sollevata a mezzo di una idonea elettropompa per drenaggio.

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4. IMPIANTO ANTINCENDIO

Limpianto antincendio stato dimensionato sulla scorta delle indicazioni fornite


dal Comando Provinciale dei VV.FF. di Bari.

Esso alimenter idranti UNI 45 collocati in apposite nicchie, previsti in numero di


uno per piano e sistemati nel corpo scale in punti tali da assicurare la copertura di
tutte le possibili zone dintervento.

Il gruppo di attacco per motopompa sar del tipo regolamentare UNI 70 ubicato
come rilevabile dalle planimetrie relative.

Le cassette antincendio in nicchia, del tipo in lamiera verniciata, hanno in


dotazione:

sportello in profilato di alluminio anodizzato con vetro;


lancia UNI 45 in rame;
raccordo UNI 45;
raccordo UNI 45;
idrante UNI 45;
tubo in nylon di lunghezza pari a 20 m.

La necessaria pressione per assicurare almeno 2 atm. allidrante pi sfavorito


fornita da un gruppo di pressurizzazione alimentato da cisterna interrata di riserva.

Basandosi sulla normativa per gli edifici destinati a civile abitazione, la massima
portata contemporanea che il gruppo di pressurizzazione deve garantire pari a:

n. 3 idranti x 120 lt/min = 360 lt/min = 21.600 lt/h

La prevalenza del gruppo stata calcolata facendo ricorso alla formula di Hazen
Williams, rilevando per 30 m. di tubazione complessiva una perdita di carico di 2,5
m.c.a. complessivi tenendo conto delle perdite localizzate, per cui sommando a
questa laltezza geodetica e la pressione terminale al bocchello della lancia pi
sfavorita, si riscontrato un valore:

H = 2,5 + 25 +20 = 47,5 m.c.a.

Il gruppo, installato in apposito locale areato, sar costituito da n. 2 elettropompe


aventi ciascuna le caratteristiche seguenti:
portata: 12.000 lt/h;
pressione di esercizio: 55 ate.

Esso sar fornito di certificato secondo UNI 9490 da idoneo istituto iscritto nelle
liste del M.I. (circol. 24 del 26/1/93).

Le due elettropompe soprabattente saranno collegate ad un collettore con due


aspirazioni separate dotate ciascuna di valvola di fondo con succheruola.

Esse avranno tubazione di rinvio in vasca con misuratore di portata per test
periodico di prova manuale.

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Lintervento di ciascuna elettropompa sar comandato da pressostati tarati a
pressioni differenti.

Il gruppo sar dotato di idroaccumulatori in acciaio inox da 24 lt. ciascuno e di


quadro elettrico a norma IP 54 collegato direttamente a monte del quadro generale
con linea preferenziale protetta con fusibile idoneo.

La capacit della vasca deve essere tale da garantire il funzionamento dellimpianto


per 60 minuti e pari a:

C = 21.600 lt/h x 60 min. = 22 m3.

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5. IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI

5.1 SCELTE PROGETTUALI


I criteri dimpostazione e di soluzione dei vari problemi tecnologici che sono di
seguito descritti hanno portato alladozione di soluzioni che hanno lo scopo di
permettere una migliore rispondenza delle installazioni alle funzioni a cui sono
destinate, pi estesa utilizzazione delle aree destinate ai vari servizi ed una
industrializzazione delle soluzioni che consentano anche una maggiore affidabilit
ed economia nel costo desercizio.

Infatti, la concomitante presenza nello stabile di ambienti quali i laboratori, i locali


tecnologici, le zone servizi, gli uffici di amministrazione e di direzione, ha richiesto
risposte progettuali differenti, identificabili sia in una impiantistica di tipo civile sia
di tipo industriale; sempre e comunque in conformit alle specifiche Norme C.E.I.
di riferimento e alla relativa giurisprudenza di settore.

In particolare:
la Norma C.E.I. 64-8: "Impianti Elettrici Utilizzatori a tensione nominale non
superiore a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c. "quale linea direttrice
fondamentale di riferimento ;
la legge n 186 del 1 marzo 1968;
la legge n 46 del 5 marzo 1990;
il D.P.R. 27/4/55 n547 relativo alle "Norme per la prevenzione degli
infortuni sul lavoro";
la Norma C.E.I. 11-8: Impianti di terra.

Le scelte progettuali effettuate rispondono inoltre a esigenze installative funzionali,


criteri pratici e logistici di dislocazione razionale delle utenze, anche sulla base
delle informazioni acquisite inerenti le caratteristiche e il preciso posizionamento
dei carichi presenti allinterno delle varie aree.

Si pertanto cercato di utilizzare, per quanto possibile, soluzioni tecnologiche


ampiamente sperimentate che, se pur non presentano caratteristiche doriginalit,
consentono per ladozione di apparec-chiature standard duso corrente per quanto
possibile eguali tra loro, realizzando cos:
a. una notevole economia non tanto di primo impianto quanto desercizio,
derivante dallutilizzazione di apparecchiature di larga produzione nonch
della necessit di approvvigionare un minor numero di parti di ricambio data
la perfetta intercambiabilit non solo delle apparecchiature ma anche dei
singoli componenti;
b. una maggiore affidabilit e durata del sistema derivante dalladozione di
apparecchiature largamente sperimentate, conosciute dal personale addetto
alla manutenzione e facilmente reperibili sul mercato;
c. una semplicit realizzativa delle possibili modifiche future, causate da
eventuali spostamenti che si rendessero necessari allinterno degli ambienti,
per cui le stesse modifiche saranno facilmente eseguibili sia per la semplicit
dellinstallazione sia per limpiego di apparecchiature del tipo corrente e non
rapidamente obsolescenti;
d. una flessibilit di esercizio che consente di far svolgere il lavoro al personale
nelle migliori condizioni ambientali senza creare inutili scempi riducendo al
minimo i costi di gestione, sempre per salvaguardando al massimo la
sicurezza di esercizio.

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In base a quanto sopra esposto si ritenuto opportuno alimentare la rete in bassa
tensione.

Lalimentazione principale, a cura Enel, si attester su armadio tipo Conchiglia,


opportunamente ubicato sullesterno in prossimit dellingresso dello stabile.

5.2 SISTEMA DI ALIMENTAZIONE

Considerata la nuova destinazione duso degli ambienti e la potenza elettrica per i


servizi di illuminazione e la forza motrice delledificio in esame, che risulta essere
contenuto entro 90 kW come desumibile dalle tabelle tecniche allegate allo schema
del quadro generale di distribuzione, in considerazione delle contemporaneit di
funzionamento dei carichi, attesa altres la disponibilit dellEnel a fornire energia
elettrica direttamente in bassa tensione, il sistema di alimentazione previsto del
tipo TT.

Il tipo di stato poi determinato in funzione dei carichi cos come di seguito
riportato.
Servizi di illuminazione: 14 kW;
Servizi di forza motrice: 30 kW;
Imp. elevatore: 5,5 kW;
Imp. di condizionamento: 66 kW;
Imp. di pressurizzazione antincendio: 4 kW;
Imp. di sollevamento liquami: 4 kW;
Imp. idrico sanitario: 1 kW;
Servizi di sicurezza e telefonia: 2 kW.

5.3 STAZIONE DI PRODUZIONE AUTONOMA DI ENERGIA


( SOPPRESSA CONSEGUENTEMENTE AL VOTO CTA N. 157)

( OMISSIS )

5.4 QUADRI ELETTRICI


Le reti a servizio degli impianti di bassa tensione saranno derivate dal quadro
generale di edificio, a sua volta collegato, tramite una linea in cavo, al quadro
generale del fabbricato nei pressi della portineria.

Data la superficie alquanto contenuta dei vari piani delledificio, tutte le utenze
saranno alimentate direttamente dal quadro generale di edificio, come evidenziato
dagli schemi elettrici di progetto.

Su detto quadro si fatta previsione di un piccolo settore, fisicamente separato


dagli altri, destinato a carichi di sicurezza alimentati da gruppo statico di cui si dir
in seguito.

Circa le apparecchiature adottate, si sottolinea luso di interruttori automatici


corredati di rel magnetotermici con potere di interruzione adeguato ai massimi

15
valori di corrente di corto circuito nei punti di installazione e comunque non
inferiore a 6 kA.

Inoltre ladozione di interruttori differenziali dovr garantire la protezione dei


contatti accidentali con parti in tensione, mentre operando opportunamente sia sui
tempi di intervento che sui valori delle correnti di dispersione si raggiunto un
buon livello di selettivit tra le protezioni adottate.

Ci al fine di assicurare una maggiore continuit di esercizio e garantire allutenza


un servizio di pi elevata affidabilit.

Per maggiori dettagli sui quadri elettrici previsti si demanda agli elaborati di
progetto allegati.

Il quadro generale di b.t. sar realizzato con costruzione modulare e compatta con
le caratteristiche costruttive di seguito riportate:
struttura anteriore in lamiera pressopiegata e saldata spess. 20/10 - base spess.
30/10, suddivisa in celle modulari con lamiere divisorie orizzontali e portelle
frontali apribili a cerniera interne, atte a contenere interruttori ad attacco
posteriore fisso.
Gli strumenti di misura verranno montati in celle separate accessibili dalle portelle
frontali con il quadro in tensione.
I collegamenti dei circuiti di segnalazione e controllo saranno contenuti in una
canaletta in posizione verticale, per facilitare il passaggio della cavetteria con
possibilit di uscita dal basso o dallalto e fissaggio alla relativa morsettiera;
struttura posteriore in lamiera c.s bullonata atta a sostenere e racchiudere le
sbarre dei trasformatori di misura e cavi di potenza;
finiture con trattamento di sgrassatura, fosfatizzazione e passivazione delle
lamiere prima della verniciatura per evitare qualsiasi formazione di ruggine e
decadimento del grado di verniciatura nel tempo;
sbarre collettrici di derivazione e di terra in piatto di rame elettrolitico
opportunamente dimensionato per la corrente di carico ed in grado di
sopportare le sollecitazioni termiche causate da correnti di corto circuito.
Dalle sbarre collettrici verranno effettuate le derivazioni che si attesteranno agli
attacchi fissi degli interruttori; queste ultime saranno normalmente in piatto di
rame per le portate pi elevate ed in cavo isolato per le portate minori;
feritoie di aerazione nella parte bassa frontequadro e nella parte alta
retroquadro;
circuiti ausiliari in cavi unipolari di rame flessibile isolato in materiale
termoplastico tipo N07V-K, non propagante la fiamma;
sicurezza contro lincendio con ladozione di apparecchiature esclusivamente
in aria, limpiego di materiali isolanti autoestinguenti, segregazione metallica
fra gli scomparti;
rispondenza alle norme CEI 17-13 ed al D.P.R. n. 547 del 27.4.1955;
grado di protezione sullinvolucro esterno IP30, a porte aperte fino a IP20.

La scelta di determinate apparecchiature in sede progettuale esclusivamente


legata alla verifica precisa di quanto dettato dalla norma CEI 64-8.

Sul quadro saranno montati e connessi:


interruttore automatico magnetotermico quadripolare su arrivo da
alimentazione Enel;
interruttori automatici per quante sono le partenze dal quadro generale.

16
Gli schemi elettrici dei quadri allegati evidenziano poi ogni altro particolare tecnico
e costruttivo dei materiali proposti. Per i cablaggi allinterno dei quadri saranno
osservate le seguenti prescrizioni:
ciascun conduttore sar contrassegnato in modo chiaro e permanente ad
entrambe le estremit;
nel caso di cavi multipli vi sar un contrassegno c.s. sul cavo e su ogni
conduttore di esso;
i contrassegni riporteranno le sigle ed i numeri indicati sui disegni;
i conduttori allinterno dei quadri saranno raccolti entro canalette facilmente
ispezionabili, costruiti in materiale non propagante lincendio.

Laccesso agli elementi ordinariamente in tensione allinterno dei quadri non sar
possibile con quadro chiuso. La messa a terra sar realizzata dopo adatta
sverniciatura delle parti eventualmente verniciate.

Le connessioni dei cavi saranno eseguite con capicorda applicati a pressione con
apposite pinze. Le serrature degli sportelli frontali, incernierati, devono essere ad
innesto DIN.

I quadri devono essere previsti per la massima corrente di c.to c.to insita
nellimpianto. Si precisa che ogni linea deve essere dotata di proprio conduttore di
neutro, senza impiego di cavalletti sugli interruttori.

I trasformatori contenuti nei quadri saranno conformi alle norme CEI sui
trasformatori di sicurezza: norme CEI 14-5 (1990) e porteranno la targa con il
contrassegno del trasformatore di sicurezza.

I quadri avranno proprie sbarre di terra di sezione adeguata con adatto dispositivo
di connessione diretto alla carcassa del quadro ed al dispersore di terra.

Tutte le carcasse di uno stesso quadro saranno connesse direttamente alla sbarra di
terra in modo tale che la rimozione di un elemento non interrompa la continuit di
parte del circuito di protezione.

Si precisa inoltre che la rispondenza degli impianti e delle costruzioni alla


normativa di cui si detto, dovr essere intesa in modo specificatamente ed
analiticamente oggettivo, nel senso cio che non solo la costruzione nella sua
globalit sar rispondente a quanto stabilito dalle suddette norme, ma lo saranno
anche tutte le singole parti che lo compongono (materiali ed apparecchi) qualunque
sia il loro grado di importanza.

5.5 RETE DI BASSA TENSIONE


Per le reti si adotteranno:
canalizzazioni metalliche con cavi del tipo FG7OR - 0,6/1 kV non propaganti
l'incendio ed a bassa emissione di gas corrosivi;
tubazioni in pvc autoestinguente con cavi tipo NO7V-K a norma C.E.I. 20-
22 non propaganti l'incendio e con ridotto sviluppo di gas corrosivi per le
distribuzioni a soffitto e a parete.

Tutte le linee sono state dimensionate in base agli assorbimenti ipotizzati da parte
dei carichi ed in modo tale che, in nessuna condizione di esercizio, sia superata la

17
massima temperatura ammissibile per ciascun cavo. E' stata cio verificata la
seguente relazione a norma CEI 64-8 : I_ t < k_ S_ sia nel punto iniziale della
conduttura, che nel punto terminale in funzione del tipo di interruttore adottato.

La verifica per la caduta di tensione stata inoltre effettuata sulla base delle tabelle
UNEL 35023 - 70.

Per un maggior approfondimento delle reti di distri buzione e per la individuazione


delle utenze si demanda agli elaborati di progetto.

5.6 ILLUMINAZIONE
Limpianto di illuminazione alimentato dalla sezione preferenziale dei quadri
elettrici di distribuzione stato studiato in modo da soddisfare tutte le esigenze di
servizio ed stato condotto sulla base dei dati tecnici sotto riportati. I valori di
illuminamento medio garantito ad un metro dal pavimento per i diversi ambienti
sono:
uffici, fotoriproduzione, editoria 300 lux;
corridoi 200 lux;
servizi 150 lux;
centrali tecnologiche 200 lux.

Lilluminazione studiata prevede per lo pi lutilizzo di lampade fluorescenti


inserite in plafoniere, meglio descritte nellE.P.U., in versione per montaggio
direttamente a soffitto o ad incasso a seconda delle caratteristiche degli ambienti.

La pi parte degli ambienti sono interessati da controsoffitti del tipo chiuso, a meno
dei locali per servizi igienici dove il controsoffitto del tipo lamellare aperto, che
hanno reso dobbligo un tipo di illuminazione degli stessi tramite plafoniere per
montaggio incassato. Ciascun corpo illuminante sar poi opportunamente rifasato.

Per quanto concerne le reti di distribuzione, si sottolinea che esse saranno derivate
dal quadro generale di edificio e protette da interruttori magnetotermici corredati a
monte di protezione differenziale ad alta sensibilit.

Dette reti in cavo isolato in gomma del tipo antifiamma correranno entro apposite
canaline portacavi al di sopra dei controsoffitti, mentre per gli ambienti a tutta
altezza si far uso di tubazioni in pvc autoestinguente.

Per quanto concerne la potenza impegnata, essa stata desunta col metodo del
flusso totale per ogni singolo ambiente ed adottando un coefficiente di
contemporaneit pari ad uno.

Determinato poi il valore del flusso luminoso si sono stabiliti i punti luce per ogni
vano in funzione delle sue caratteristiche e del tipo di lampada prescelto.

Le tavole di progetto allegate mettono poi chiaramente in evidenza limpianto


studiato in ogni particolare.

Infine, per quanto concerne lilluminazione dei corridoi di piano ed i corpi scala si
prevista la centralizzazione dei comandi opportunamente posizionati sul quadro
elettrico.

18
A conclusione di detto capitolo vogliamo ricordare lilluminazione di sicurezza,
interessante tutte le zone corridoiali o i deflussi in genere, realizzata con lampade
autoalimentate con 2 ore di autonomia che mettono ben in evidenza con opportuna
segnaletica le uscite di sicurezza ed assicurano al tempo stesso un livello di
illuminamento sufficiente.

Particolare cura stata posta nellilluminazione di sicurezza dei locali al piano


terra, dove previsto affollamento a seguito di possibili riunioni, con un maggiore
utilizzo di lampade autoalimentate e/o kit in modo che ne derivi, in caso di
disservizio della rete, un livello di illuminamento idoneo (ca. 10 lux).

5.7 FORZA MOTRICE


Ladozione di spazi superficialmente estesi per uso ufficio, ha portato alla
previsione di una rete di distribuzione capillarmente studiata per servire ogni
possibile postazione di lavoro.

Il tutto da realizzarsi con canalizzazioni sotto le pavimentazioni con una serie non
trascurabile di punti di derivazione, e certamente in numero superiore alle reali
necessit operative. Ci consentir di poter rendere indipendenti le utenze elettriche
dalla futura configurazione degli ambienti, e dalla disposizione degli arredamenti.

Le linee di distribuzione correranno in tubazioni opportunamente contraddistinte


per facilitare ogni futuro intervento di manutenzione.

Tutte le linee saranno protette opportunamente con interruttori magnetotermici


differenziali ad alta sensibilit opportunamente coordinati con le sezioni delle linee
stesse in conformit delle norme CEI 64-8.

Per ogni particolare circa le sezioni delle linee di alimentazione principale e le reti
di distribuzione si demanda agli elaborati di progetto.

Tutte le prese risultano singolarmente protette da fusibili e/o interruttori automatici


magnetotermici.

Tutte le reti di distribuzione saranno realizzate con canaline metalliche e/o


tubazioni in pvc e cavi del tipo FG7OR/0,6 - 1 kV e/o NO7V-K delle sezioni
indicate nelle tavole allegate.

I raccordi flessibili alle varie utenze saranno eseguiti con guaine isolanti rinforzate,
munite di appositi raccordi terminali.

Limpianto elettrico nelle centrali tecnologiche e negli ambienti umidi avr un


grado di protezione non inferiore ad IP44.

5.8 PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI ED INDIRETTI

5.8.1 Protezione dai contatti diretti


La protezione dai contatti diretti con le parti in tensione consiste nelle misure atte a
proteggere le persone dai pericoli derivanti dal contatto con parti attive.

19
Ci premesso, si riportano nel seguito le prescrizioni a Norme C.E.I. 64.8 previste
in progetto a cui comunque bisogner ottemperare nella esecuzione degli impianti.

5.8.2 Protezione mediante isolamento delle parti attive


Le parti attive dell'impianto saranno completamente ricoperte con isolamento che
possa essere rimosso solo mediante distruzione.

L'isolamento di componenti elettrici costruiti in fabbrica risponder alle relative


norme mentre per gli altri componenti l'isolamento sar tale da resistere agli sforzi
meccanici, elettrici e termici cui pu essere soggetto nell'esercizio.

5.8.3 Protezione mediante involucri e barriere


Le parti attive dell'impianto saranno poste entro involucri o dietro barriere tali da
assicurare almeno il grado di protezione IP 2X, inteso che il dito di prova non
possa toccare parti in tensione e per le superfici orizzontali superiori, a portata di
mano, assicureranno il grado IP 4X.

In particolare, per quanto concerne le quadrerie in bassa tensione si tenuto conto


nel progetto allegato di quanto segue:
separazione fisica delle apparecchiature con alimentazione distinta normale e
privilegiata;
segregazioni verticali e laterali per il vano sbarre per quadro generale b.t.

Tutte le prese a spina di apparecchi utilizzatori, per i quali prevista la protezione


contro i contatti indiretti mediante collegamento a terra, sono concepite in progetto
con polo di terra delle masse collegato al conduttore di protezione.

5.8.4 Protezione dei contatti indiretti mediante dispositivi di protezione con impianto di
terra.
La protezione prevista stata coordinata con l'impianto di terra in modo da
assicurare l'interruzione del circuito guasto entro 5 sec. se la tensione di contatto
assume valori pericolosi.
Dovr risultare pertanto:

Rt < 50/I 5 s.

I 5 s: valore in ampere della corrente d'intervento in 5s del dispositivo di


protezione.
Rt: resistenza in ohm dell'impianto di terra nelle condizioni pi sfavorevoli.

5.8.5 Caratteristiche generali dell'impianto di terra


La scelta e l'installazione dei materiali previsti per l'impianto di terra saranno tali
che:
l'efficienza dell'impianto si mantenga nel tempo;
le correnti di guasto e di dispersione a terra possano essere sopportate senza
danni, in particolare di natura termica ed elettromeccanica;
i materiali abbiano adeguata protezione meccanica in considerazione delle
possibili influenze esterne.

In particolare saranno prese precauzioni per ridurre i danni che, per effetto
elettrolitico, l'impianto di terra potrebbe eventualmente arrecare ad altre parti
metalliche interrate nelle vicinanze del dispersore.

20
5.8.6 Dispersore
Saranno utilizzati come dispersori per l'impianto di terra:
la corda di rame nudo di sez. 50 mm2 disposta secondo la planimetria allegata;
le puntazze tubolari in acciaio dolce zincato a fuoco con rivestimento in rame
della lunghezza di m. 1,50 ca.;
i collegamenti ai ferri dei plinti di fondazione.
Onde consentire il raggiungimento di valori di resistenza di terra di molto al di
sotto dei 20 , e comunque tali da non superare il valore di 50 V nelle tensioni di
passo e contatto, le puntazze saranno infisse nel terreno alla profondit necessaria
per il contatto diretto dellacqua.

In realt considerato lo stato dei luoghi, tale operazione non dovrebbe risultare
particolarmente difficoltosa od onerosa.

5.8.7 Conduttori di protezione


I conduttori di protezione saranno prevalentemente posati nella stessa tubazione e/o
canalizzazione adottata per i conduttori attivi allo scopo di ridurre la reattanza del
circuito di guasto.

La sezione del Pe riportata sugli elaborati di progetto e dovr in ogni caso essere
uguale a quella dei conduttori di fase con la possibilit di riduzione in conformit
alla sezione 6 del capitolo IX delle Norme C.E.I. 64.8.

Qualora il conduttore di protezione non facesse parte della stessa conduttura dei
conduttori attivi, la sezione minima da adoperare dovr essere:
2,5 mm 2 in rame, se protetto meccanicamente;
4 mm2 se non protetto meccanicamente.

5.8.8 Conduttori equipotenziali


I conduttori equipotenziali principali avranno una sezione non inferiore alla met di
quella del conduttore di protezione principale dell'impianto, con un minimo di 6
mm2 .

Per i conduttori equipotenziali supplementari che connettono due masse si adotter


una sezione non inferiore a quella del conduttore di protezione di sezione minore;
se invece vengono connesse fra di loro due masse estranee, o una massa estranea
all'impianto di terra, si adotter una sezione non inferiore a 2,5 mm 2 se prevista
una protezione meccanica e 4 mm2 in caso contrario.

Saranno realizzati i collegamenti equipotenziali oltre che nei locali delle centrali
idriche e tecnologiche, anche nei servizi igienici e per tutte le strutture metalliche
comunque suscettibili di trovarsi in tensione a causa di un guasto verso terra.

Per ogni ulteriore particolare al riguardo si demanda poi agli elaborati di progetto.

5.9 PROTEZIONE DALLE SCARICHE ATMOSFERICHE


a) Dati di partenza
Limpianto relativo ad un fabbricato uffici sito in una zona pianeggiante alla
stessa quota delle costruzioni pi vicine (nel raggio di 50 mt.), per cui le
caratteristiche del terreno e orografiche della zona risultano le seguenti:
2
Nt = 2,5 fulmini/km per anno;

21
C = 0;
terreno con resistivit < 1.000 per metro.

b) Calcolo della probabilit di folgorazione


L'altezza massima assunta quella raggiunta al piano in copertura hv 22 mt. Il
rettangolo che circoscrive l'edificio ha dimensioni in pianta: a 18 mt., b 18 mt.

Calcolando il valore dellaltezza media hm del volume circostante con la formula


proposta dalla norma CEI 81-1 si ottiene:

h m = hi i = (120x20,4)+(45x19,8)+(90x19,8)+(80x20, 7) = 18,83
360 360

L'altezza convenzionale del volume da proteggere h=hv-hm quindi pari a 22 -


18,83 = 3,17 mt.

L'area equivalente del volume da proteggere in km2 :

Aeq = [axb+10(a+b)h+100h2 ]l0-6=


= [(18x18)+10(18+18)3,17+100(3,17)2 ]10 -6 = 0,0025 km2

Il numero probabile di fulmini che pu colpire la struttura da proteggere in un


anno:

Nf = Nt x Aeq = 0,00625 fulmini/anno

L'edificio classificato come di classe F; ad esso in funzione del rischio ritenuto


accettabile, attribuita un'entit del danno probabile prodotto di tipo grande cui
associato un numero probabile massimo di eventi pericolosi:

Nel = 0,05 fulmini/anno.

c) Verifica della necessit dell'impianto parafulmine


Risultando

Nf = 0,00625 < Nel = 0,05

si ottiene che non necessario realizzare n l'impianto base n quello integrativo.

5.10 RIVELAZIONE D INCENDIO


Limpianto di rivelazione dincendio previsto sar costituito da tre parti principali:
- i rivelatori;
- la centrale di segnalazione;
- gli apparecchi di allarme.

I rivelatori sono dispositivi sensibili ad alcuni dei fenomeni che si sviluppano nelle
trasformazioni chimico-energetiche presenti in un focolaio di incendio.

Le caratteristiche pi sintomatiche di un incendio sono la produzione di materie


volatili colloidali (fumo e gas di combustione) nonch produzione e trasmissione di
calore per convenzione ed irraggiamento con conseguente aumento della
temperatura.

22
Sono stati pertanto previsti rivelatori di fumo del tipo opto-elettronici e rivelatori
termovelocimetrici. Tali rivelatori hanno grande grado di affidabilit e alte
prestazioni che conferiscono resistenza alla sporcizia, alle interferenze
elettromagnetiche, alle variazioni di temperatura, allumidit ed alla corrosione.
Sono essi inoltre compatibili con centrali ad indirizzamento collettivo.

a. Esigenze di base
Un impianto di rivelazione dincendio deve essere concepito in maniera da
permettere la rivelazione pi rapida possibile di un incendio.

A questo scopo la scelta, il numero e la disposizione dei rivelatori stata decisa in


modo che il rapporto segnale - disturbo sia tale da evitare il pi possibile i falsi
allarmi e gli allarmi intempestivi.

Inoltre, nel caso in questione, in cui vi un elevato numero di ambienti da


proteggere, i rivelatori sono stati suddivisi in tante zone distinte ed ampliabili
quante quelle rilevabili dalle planimetrie di progetto per ciascun fabbricato.

La suddivisione in zone fatta in modo da permettere una rapida ricognizione al


personale addetto nel caso si verifichi un allarme. In questo modo un allarme che si
verifichi in una zona viene immediatamente individuato dalla segnalazione
luminosa in centrale. Il completamento dellimpianto con pulsanti di allarme,
servir a dare lallarme quando un principio dincendio viene scoperto da una
persona.

La centrale di segnalazione prevista elabora i segnali provenienti dai rivelatori ed


attiva i vari dispositivi di allarme ottici, acustici ed a distanza ed i vari comandi in
caso dincendio.

E anche compito della centrale di segnalazione sorvegliare lefficienza


dellimpianto dando una opportuna segnalazione di guasto in caso di apertura o
corto circuito della linea dei rivelatori, mancanza di rete, rimozione non autorizzata
dei rivelatori, ecc.

Tutti i rivelatori hanno incorporata una lampada indicatrice di azione; tale lampada
si accende di luce fissa o pulsante allinnesco del rivelatore stesso permettendo cos
una rapida localizzazione del focolaio dincendio. Alloccorrenza pu essere
connesso in parallelo un indicatore dazione aggiuntivo che va allesterno dei locali
protetti, nei corridoi, ecc.

La linea dei rivelatori di tipo bifilare a bassa tensione (20 V c.c.). Ci permette
una installazione estremamente semplice simile a quella di un normale impianto
telefonico.

Il posizionamento e la scelta dei rivelatori conforme al rischio da proteggere ed


alle condizioni ambientali.

Tutti i rivelatori hanno inoltre una base di innesto uguale: ci comporta il notevole
vantaggio di poter sostituire in qualsiasi momento un tipo di rivelatore con un altro
a parit di zoccolo senza apportare alcuna modifica allimpianto.

b. Organizzazione del piano di allarme

23
Nel realizzare un impianto centralizzato di allarme devono essere definiti con
precisione i vari compiti affidati al personale ed alle apparecchiature automatiche
in modo da ottenere una reciproca integrazione e garantire il max livello di
sicurezza in qualsiasi condizione.
Le linee provenienti dai rivelatori fanno direttamente capo alla centrale posta nel
locale portineria al piano terra.

Quando un rivelatore automatico va in allarme si avranno inoltre le seguenti


operazioni automatiche:
accensione di una lampada a luce pulsante sul basamento del rivelatore
interessato;
attivazione di una segnalazione acustica nel locale centrale;
attivazione di una segnalazione ottica sulla centrale al fine di individuare con
esattezza la zona da cui proviene lallarme;
accensione di una lampada a luce pulsante (ripetitore ottico) collegato con il
rivelatore e posizionato in genere al di fuori del locale controllato;
attivazione di due temporizzatori al fine di controllare le operazioni affidate
alluomo.

Il personale di servizio, presa visione della zona da cui proviene lallarme, taciter
la segnalazione acustica bloccando la temporizzazione. Dopo di ci deve recarsi sul
posto da cui proviene lallarme per effettuare la necessaria ricognizione e decidere
sui provvedimenti da adottare.

In caso di necessit pu attivare la segnalazione acustica di allarme generale


tramite il pi vicino pulsante di allarme e seguire la normale procedura prevista in
questi casi. Altrimenti ritornando presso la centrale deve ripristinare limpianto
nella sua condizione di normale funzionamento, bloccando cos la normale
temporizzazione.

Non effettuando le suddette operazioni di tacitazione e ripristino nei tempi previsti


la centrale provveder automaticamente alla emissione del segnale di allarme
generale.

E utile osservare che indipendentemente dal funzionamento dei rivelatori


automatici, i pulsanti di allarme possono essere utilizzati da chiunque per segnalare
una situazione di grave pericolo senza la necessit di recarsi presso la centrale.

Lazionamento del pulsante di allarme provocher sia lattivazione del segnale di


allarme generale, mobilitando cos il personale addetto, sia lattivazione di una
lampada sulla centrale indicante la zona dellincendio.

5.11 TELEFONIA
Limpianto telefonico studiato prevede il collegamento in cavo della centrale
prescelta, dal punto di consegna della rete TELECOM.

Dalla centrale telefonica, situata al piano terra del fabbricato, sar poi derivata una
rete in cavo telefonico che con montanti meglio rilevabili dagli schemi di progetto,
si andr ad attestare alle cassette con morsettiera opportunamente predisposte per
ogni piano.

24
Dalle cassette di derivazione di piano, sar poi derivata una rete di distribuzione in
cavo telefonico ad 1 coppia che correndo in tubazioni e/o canale, si andr ad
attestare alle varie prese di utilizzo.

Una rete che correr parallelamente a quella di distribuzione di energia, consentir


il collegamento di una qualsiasi postazione di lavoro con la cassetta di derivazione
telefonica predisposta nei corridoi.

Il vecchio sistema telefonico, non pi in produzione, presenta unarchitettura non


allineata alle ultime evoluzioni tecnologiche, pur rimanendo nellambito della sua
classe uno dei pochi sistemi in tecnica elettronica interamente digitale con matrice
di commutazione a divisione di tempo a piena accessibilit.

La nuova centrale telefonica prevista invece, in grado di garantire un efficiente


servizio ed un efficace controllo dei costi del sistema telefonico, tra cui:
la visualizzazione dello stato dellutente controllato
(indispensabile per configurazioni DIRETTORE/SEGRETARIA);
la visualizzazione sul display del terminale telefonico dellinterno
CHIAMANTE/CHIAMATO;
lindicazione sul terminale telefonico di chiamata in attesa;
la possibilit di rispondere alla chiamata in attesa parcheggiando la
conversazione in corso;
codici di autorizzazione (possibilit di variare la classe di servizio del singolo
derivato da parte dellutente) per abilitare o bloccare determinati servizi quali ad
esempio:
teleselezione, linee dirette funzionalit, ecc.,;
la disabilitazione del terminale telefonico da parte dellutente (LUCCHETTO
SOFTWARE );
il sistema di documentazione degli addebiti centralizzato, con la capacit di
gestire i codici commessa;
le funzioni evolute di supporto alloperatore (es. gestione delle informazioni di
PRESENZA /ASSENZA degli utenti ed indicazione di messaggi giacenti);
la possibilit di effettuare chiamate da parte dellutente, anche se il proprio
utente occupato (DOPPIO ACCESSO).

Nel nuovo sistema telefonico proposto, inoltre, risultano ovviamente disponibili


tutte le interfacce numeriche di accesso a rete pubblica conformi alle normative di
recente emanazione:
interfaccia numerica 2048 Kbps a canale associato, 2 vie per verso (STANDARD
CCITT - CEPT - SIP);
accesso primario numerico 30B+D (2048 Kbps) a rete pubblica ISDN,
( SECONDO PROTOCOLLO STANDARD CCITT Q.931).

Limpiego di tali interfacce indispensabile per poter usufruire dei servizi di


comunicazione evoluti messi oggi a disposizione dalla rete pubblica, sempre pi
necessari per una moderna organizzazione.

A ci si aggiunge che la centrale prevista predisposta per consentire la


trasmissione contemporanea di fonia e dati sia sincroni che asincroni su rete bifilare
utilizzando eventualmente in futuro appositi adattatori che si connettono ai
terminali telefonici (TERMINAL ADAPTER UNIT), potrebbe con ci contenendo i
costi di rete per la trasmissione dati che cos pu utilizzare lo stesso mezzo di
trasmissione a servizio della fonia.

25
5.12 CITOFONIA
Limpianto studiato dei pi semplici e si compone di un apparecchio che collega
lesterno con la postazione prevista in portineria.

Ogni dettaglio circa i collegamenti relativi riportato sugli schemi di progetto.

5.13 IMPIANTO CENTRALIZZATO D'ANTENNA TV


Nell'edificio sar installato l'impianto centralizzato antenna TV (norma di
riferimento CEI 12-15) a servizio dellalloggio del custode e di alcuni uffici.
Le antenne di tipo a dipolo atte alla ricezione dei canali nazionali e delle principali
emittenti private, saranno montate possibilmente su palo autoportante zincato a
fuoco; l'eventuale controventatura sar resistente alla corrosione.

Il centralino elettronico di amplificazione consentir l'amplificazione e


distribuzione di tutti i segnali il cui rapporto "segnale/rumore S/N" dia un valore
non inferiore a 34 dB.

Le apparecchiature del centralino TV (e degli eventuali sottocentralini) saranno


installate in apposito quadro chiuso a chiave.

La rete di distribuzione sar almeno costituita da:


doppio cavo coassiale, per ogni cavedio, a basso coefficiente di
invecchiamento ed alto coefficiente di schermatura;
derivatori di colonna e derivatori o prese di utenza, preferibilmente del tipo
induttivo direzionale a basse perdite.

Le prese di utenza saranno, preferibilmente, della stessa serie civile componibile da


incasso prevista nell'edificio.

La tensione utile ammessa sulle prese terminali, non dovr risultare inferiore a 66
dB (su 75 di impedenza).

5.14 IMPIANTO TV A CIRCUITO CHIUSO E VIDEOREGISTRAZIONE


Limpianto TV a circuito chiuso e videoregistrazione si sviluppa a p.t., a primo
piano ed al secondo piano; in particolare risultano interessate la biblioteca, le sale
di lettura, la sala consultazione ed altri locali in cui potrebbero trovare posto
materiali di particolare interesse assieme alla zona esterna allingresso principale.

Le funzioni essenziali del sistema di ripresa TV combinato al sistema di


registrazione antirapina permette di riprendere e registrare immagini a scopo di
documentazione, al fine di consentire il riconoscimento a posteriori degli autori di
eventuali atti vandalici.

Limpianto TV a circuito chiuso e videoregistrazione risulta composto


essenzialmente da:
centrale di gestione video controllata a microprocessore, completa di
videoregistratore 960 ore, tastiera di programmazione, alimentatore switching in
armadio rack, batterie al piombo ermetiche;
telecamere B /N standard ad alta sensibilit completi di obbiettivo, autoiris,
custodie e fari ad infrarosso per le riprese notturne;
monitor ad alta risoluzione, B/N da 12;

26
cavo precomposto per segnale video e alimentazione 220 V.

La precisa ubicazione della centrale, delle telecamere e dei monitors unitamente


alla dislocazione della rete di distribuzione del segnale video e di alimentazione,
sono rilevabili con precisione dagli elaborati progettuali.

In caso di particolari esigenze relative allattivazione di ciascuna telecamera, la


centrale di riferimento consente attraverso la tastiera di programmazione
loscuramento dei singoli visori.

Le centrali per rivelazione di incendio ed antintrusione, interfacciate


opportunamente con quella del suddetto impianto, consentono lattivazione e
successiva registrazione del particolare evento.

Le telecamere esterne fruiscono della presenza di fari con lampade ad infrarossi da


300 W mentre quelle interne possono assicurare il loro naturale servizio grazie ad
un circuito di illuminazione (N) attivo anche nelle ore notturne la cui continuit
assicurata da gruppo statico 220/220 V della potenza di 3 kVA e autonomia di 1 h.

Detto ultimo gruppo assicura continuit alle telecamere, al circuito di illuminazione


asservito ed avidentemente al videoregistratore previsto nella relativa centrale.

Ogni altra informazione inerente le caratteristiche dei componenti costituenti


limpianto deducibile dalle voci di E.P.U.

5.15 IMPIANTO ANTINTRUSIONE


Limpianto antintrusione prescelto costituito da una centrale di rivelazione a
microprocessore dotata di un bus di comunicazione principale e di due linee di
segnalazione di tipo indirizzabile per il controllo di massimo 128 rivelatori ad
indirizzo individuale.

E stata prevista linstallazione di rivelatori di movimento ad infrarossi passivi con


portata max di 15 m, unitamente a contatti magnetici dislocati in corrispondenza
degli ingressi a rischio, peraltro individuabili con precisione sugli elaborati
progettuali.

Completano limpianto linstallazione di elementi di interfaccia tra rivelatori e


centrale opportunamente dislocati.

Al piano terra, in sala custode-centralino trova posto la centrale del predetto


impianto come in prossimit dellingresso principale la chiave magnetica per
linserimento del predetto impianto.

Ogni altro particolare deducibile dalle tavole di progetto e dalle voci di E.P.U.

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