Sei sulla pagina 1di 73

PSICOLOGIA DEI PROCESSI COGNITIVI AUTOVERIFICA

Zorzi Girotto Fondamenti di Psicologia Generale

CAPITOLO I - METODI

Teorie ingenue e teorie scientifiche

Ogniqualvolta spieghiamo dei fatti attraverso qualcosa che non direttamente osservato
stiamo costruendo una teoria
Per es., un vostro amico, di solito molto tranquillo, di umor nero. Sapendo che oggi
doveva sostenere un esame, concludete che non lha superato.
In questo caso si tratta di una teoria ingenua, di quelle che a tutti capita di formulare nella
vita quotidiana
Le teorie scientifiche si differenziano dalle teorie ingenue per il modo in cui costruiscono
e controllano le loro spiegazioni
Le teorie scientifiche individuano regolarit da cui ricavare leggi, ed elaborano un
sistema di asserzioni che colleghi le leggi individuate
Le teorie scientifiche controllano le spiegazioni facendo riferimento al metodo
sperimentale, mentre le teorie ingenue fanno riferimento allesperienza personale

Il metodo sperimentale

In un esperimento viene considerata la relazione tra due o pi variabili


Variabile = propriet di un evento che pu essere misurata
Si noti che la possibilit di misurazione garantisce loggettivit (e quindi la scientificit)
delle osservazioni; le teorie ingenue invece sono basate su valutazioni ed esperienze
soggettive
In un esperimento bisogna distinguere due tipi di variabile:
Una variabile (variabile indipendente) viene controllata (o manipolata) dallo
sperimentatore

Dalla sua variazione dipende la prestazione misurata (variabile dipendente)


Un esperimento la procedura per cui un ricercatore manipola sistematicamente una o
pi variabili indipendenti per osservare se e come fanno variare la variabile dipendente
Esempio: i maschi differiscono dalle femmine nella capacit di risolvere problemi
matematici?
Si pu rispondere attraverso il seguente esperimento
Due gruppi di soggetti sperimentali (50 maschi e 50 femmine)
Variabile dipendente: accuratezza delle risposte (percentuale di problemi risolti)
Variabile indipendente: sesso (maschio o femmina)
Punteggio medio maschi = 81 su 100
Punteggio medio femmine = 78 su 100
Come essere certi che la differenza di punteggio tra i due gruppi indichi una differenza
reale nelle capacit matematiche?
Per rispondere bisogna tenere conto del fatto che la variazione nei punteggi pu
discendere da due fonti

Variazione tra i gruppi, indotta dalla variabile indipendente


Variazione entro ciascun gruppo, dovuta alle differenze individuali

Per distinguere tra le due fonti occorre determinare il cosiddetto rapporto critico
Il rapporto critico si calcola dividendo le differenze tra le condizioni sperimentali per la
variazione casuale tra i punteggi

differenze tra le condizioni sperimentali Rapporto


critico = --------------------------------------------
variazione casuale tra i punteggi

Quanto pi alto il rapporto critico tanto pi probabile che ci sia una differenza tra i
gruppi sperimentali causata dalla variabile manipolata dal ricercatore.

Gli studi correlazionali

Anche negli studi correlazionali, come negli studi sperimentali, viene considerata la
relazione tra due o pi variabili
Per, diversamente dagli studi sperimentali, le variabili studiate non vengono manipolate
sistematicamente.
Esempio: C una relazione tra autostima e successo negli studi universitari?
Si pu rispondere a questa domanda misurando lautostima di un gruppo di studenti e
confrontandola con la media dei voti negli esami:
Se allaumentare dellautostima aumenta anche la media dei voti la correlazione
positiva
Se allaumentare dellautostima la media dei voti diminuisca la correlazione
negativa
Il coefficiente di correlazione esprime direzione e forza della
correlazione
Il coefficiente di correlazione varia tra -1 e +1; il valore 0 indica lassenza di
correlazione.

Limiti degli studi correlazionali:

Non danno alcuna indicazione sullesistenza di una relazione causale tra due variabili
Vantaggi degli studi correlazionali
Possono essere usati come studi esplorativi o quando impossibile realizzare un
esperimento per ragioni pratiche o etiche.

I metodi per lo studio del comportamento e dei processi cognitivi

La psicofisica
La psicofisica lo studio della relazione sistematica tra la sensazione soggettiva e la
stimolazione fisica.
I metodi psicofisici permettono di determinare, per es., la minima quantit di
stimolazione necessaria a evocare una sensazione o rilevare un cambiamento di intensit.
La cronometria mentale

Negli esperimenti di cronometria mentale vengono misurati valori come il tempo di


reazione per ottenere informazioni sul funzionamento dei processi mentali

Tempo di reazione = tempo che intercorre tra la comparsa dello stimolo e la pressione
del tasto (latenza di risposta)

Leffetto Stroop

Ai soggetti vengono presentate parole che designano colori stampate con inchiostro
colorato; il colore indicato dalla parola pu essere congruente oppure incongruente con il
colore dellinchiostro:

Compito: denominare il colore dellinchiostro ignorando la parola


scritta
Risultato: i tempi di reazione sono significativamente pi brevi per gli stimoli
congruenti rispetto a quelli incongruenti
Conclusione: non siamo in grado di ignorare il significato di una parola scritta
perci laccesso al significato delle parole scritte un processo automatico

La neuropsicologia

La neuropsicologia studia le basi neurali delle funzioni mentali.


Il metodo neuropsicologico classico nasce nella seconda met del XIX secolo con lo
studio della relazione tra disturbi del linguaggio e lesioni di aree specifiche del cervello
(Broca e Wernicke).

Negli anni Settanta del XX secolo nasce la neuropsicologia cognitiva; essa studia il
comportamento dei pazienti con disturbi psicologici allo scopo di capire meglio il
funzionamento dei processi mentali normali.
Il principale strumento di indagine della neuropsicologia cognitiva la dissociazione
Si ha dissociazione quando un paziente mostra un danno selettivo a una
particolare componente del sistema cognitivo .

Lesistenza di una dissociazione interpretata come dimostrazione dellesistenza


di un modulo (cio un sistema specifico che risponde solo a stimoli di una particolare
classe) .

La neuroimmagine funzionale

La neuroimmagine funzionale studia in vivo le funzioni neurali nel cervello umano.


La neuroimmagine funzionale si basa su tecniche di scansione computerizzata e
visualizzazione dellattivit cerebrale (PET e fMRI)

Queste tecniche permettono di stabilire quali parti del cervello si attivano


maggiormente durante lesecuzione di un determinato compito.
La simulazione

I modelli simulativi sono modelli delle funzioni della mente umana espliciti dal punto di
vista computazionale (cio possono essere tradotti in un programma per computer che
riproduca fedelmente il comportamento umano)

I modelli simulativi sono un laboratorio sperimentale virtuale nel quale osservare i


fenomeni (simulati) e manipolare le variabili per osservarne gli effetti
Unimportante classe di modelli simulativi costituita dalle reti neurali artificiali
(sistemi di elaborazione dellinformazione ispirati al funzionamento del cervello)

CAPITOLO 3 - PROCESSI PERCETTIVI DI BASE

Linformazione ottica

La luce una condizione necessaria ma non sufficiente per la visione

La variabile cruciale per la visione linformazione ottica


informazione ottica = insieme delle disomogeneit presenti nella distribuzione
della luce

Codificazione e organizzazione

Occorre distinguere tra

osservatore ideale: in grado di utilizzare tutta linformazione disponibile

osservatore reale: in grado di utilizzarne soltanto una parte

Questa distinzione pu essere illustrata con lesempio della connessione


- la propriet geometrica della connessione non sempre rilevabile ma percepita
soltanto in determinate condizioni (cfr. fig. 3.1)

Struttura dello spazio visivo

La percezione dipende da sistemi di riferimento (o ancoramento)


In particolare, lo spazio percepito strutturato intorno allasse verticale e allasse
orizzontale
Ne segue un effetto di asimmetria della ricerca visiva (cfr. fig. 3.2) facile individuare un
elemento obliquo in mezzo a tanti segmenti diritti

a parit di scarto nellorientamento, trovare un segmento diritto in mezzo a tanti


segmenti obliqui richiede un maggiore sforzo attentivo

La verticale dello spazio percepito non possiede soltanto una direzione ma anche una
polarit: la polarit diritto-capovolto

Anche la polarit diritto-capovolto pu produrre un effetto di asimmetria della ricerca


visiva
Trovare un elemento capovolto (per es., la sagoma di un cane) in mezzo a tanti
elementi diritti pi facile che non viceversa (cfr. fig. 3.6)

Problema dellindeterminazione ottica

Catena psicofisica: Oggetto immagine - percetto

Indeterminazione ottica = data unimmagine non possibile ricostruire in modo certo lo


stato di cose che la ha determinata
In che modo il sistema visivo fa fronte al problema dellindeterminazione ottica?
Vi sono principi organizzativi che permettono di costruire una rappresentazione del mondo
(abbastanza spesso) simile al vero

Lemergere di oggetti strutturati

Articolazione figura-sfondo
il pi semplice caso di stratificazione di unimmagine

La figura ha forma, lo sfondo amorfo e indifferenziato

Il contorno appartiene alla figura e non allo sfondo (funzione unilaterale dei
contorni)

Leggi dellarticolazione figura-sfondo

Inclusione: Tende a diventare figura la regione inclusa

Area minore: Tendono a essere viste come figure le regioni di area minore

Larghezza costante (parallelismo dei bordi): Codificare una forma regolare meno
costoso che codificare una forma irregolare
Queste leggi possono essere interpretate come espressione del principio di minimo per
il quale il sistema visivo tende a minimizzare il costo di
rappresentazione degli oggetti
Completamento amodale di superfici

Quando delle superfici (dette occludenti) nascondono parzialmente altre superfici queste
tendono a unificarsi completandosi dietro agli occludenti

Il processo di unificazione riconducibile alla tendenza percettiva a considerare i bordi


come dotati di una sola funzione (cfr. fig. 3.10)

Unificazione percettiva

Gli elementi e le parti dellimmagine tendono a raggrupparsi in funzione delle leggi di


unificazione percettiva enunciate nellambito della psicologia della Gestalt, per es.

Prossimit: Vengono unificati gli elementi pi vicini

Articolazione senza resti: Prevale lorganizzazione che riduce al minimo le parti


senza ruolo figurale

Buona continuazione: Prevalgono le organizzazioni che minimizzano i


cambiamento di direzione

Anche queste leggi possono essere interpretate come espressione del principio di minimo

Teorie della percezione

Nella storia della psicologia della percezione sono emersi due approcci teorici
fondamentali alla soluzione del problema dellindeterminazione ottica, la psicologia della
Gestalt e le teorie empiriste (Helmholtz)

psicologia della Gestalt


Il principio di minimo espressione della tendenza alla semplicit
La tendenza alla semplicit inerente al funzionamento del sistema visivo

teorie empiriste (Helmholtz)


La percezione basata su giudizi inconsci che valutano la probabilit che nel
mondo esterno esistano determinati oggetti

Lapproccio ecologico alla percezione (Gibson) risolve alla radice il problema


dellindeterminazione ottica negandone lesistenza stessa

In condizioni normali il sistema visivo ha a disposizione una grande abbondanza di


informazioni tale da rendere praticamente insignificante lindeterminazione ottica
CAPITOLO 6 ATTENZIONE E COSCIENZA

Natura e funzione dellattenzione

Che cos lattenzione?


Lattenzione linsieme dei processi di selezione messi in atto nei
confronti degli stimoli che giungono attraverso gli organi di senso

A che serve lattenzione?


Il sistema cognitivo possiede una quantit di risorse di elaborazione limitata
Lattenzione permette di concentrare le proprie risorse mentali su alcune
informazioni piuttosto che su altre

Lo spostamento dellattenzione

Lattenzione pu essere diretta verso un punto preciso per facilitare lanalisi


dellinformazione in quel punto

Lattenzione pu essere descritta metaforicamente come un fascio di luce che si


muove nellambiente

Lo spostamento dellattenzione pu essere studiato attraverso il paradigma del


suggerimento spaziale di Posner

Il paradigma del suggerimento spaziale (cfr. fig. 6.1)

Il compito del soggetto rilevare il pi velocemente possibile la comparsa di uno


stimolo target
In alcune prove il target preceduto da un suggerimento circa la sua posizione
Il risultato che i soggetti spostano preventivamente lattenzione nella posizione
indicata dal suggerimento

I meccanismi di analisi del sistema attentivo

In che modo vengono selezionate le caratteristiche rilevanti per individuare il target?


I meccanismi di selezione allopera nel sistema attentivo possono essere studiati
attraverso il paradigma della ricerca visiva di Treisman

Il paradigma della ricerca visiva (cfr. fig. 6.2)

Sullo schermo di un computer vengono presentati un certo numero di elementi. Il


soggetto deve individuare il target specificato allinizio della prova
Per es., si osserva che lindividuazione del target pi difficile allaumentare del
numero di distrattori (gli elementi che non sono il target)

Orientamento volontario e automatico dellattenzione


Lattenzione pu essere orientata in modo volontario ma anche automatico
Un orientamento automatico quando
indipendente dal carico cognitivo (ha luogo anche se il soggetto sta svolgendo
unaltra attivit mentale)
resistente alla soppressione (una volta iniziato non pu essere interrotto)

non dipende dalle aspettative ( indipendente dal compito)

Attenzione basata sugli oggetti

Unalternativa allidea dellattenzione come qualcosa che si sposta ed distribuita


nello spazio
Lattenzione opera selezionando gli oggetti a prescindere dalla loro posizione
spaziale
Il campo visivo segmentato preliminarmente in unit percettive su cui lattenzione
opera successivamente

Deficit attentivi indotti sperimentalmente

Attentional blink
Incapacit di discriminare correttamente un evento quando la nostra attenzione
temporaneamente concentrata su qualcosaltro

Indica il raggiungimento dei limiti della selezione attentiva

Change blindness
Incapacit di notare consapevolmente cambiamenti rilevanti nella scena quando
questi hanno luogo insieme ad altri eventi visivi di disturbo

Si ha quando lattenzione non focalizzata appropriatamente

Deficit attentivi indotti da lesioni cerebrali

Negligenza spaziale unilaterale (neglect)

Patologia neurologica comunemente associata a una lesione del lobo parietale


destro

Consiste nella mancanza di consapevolezza degli stimoli presenti nella parte


sinistra del campo visivo
Non va intesa come un deficit sensoriale ma come lincapacit di orientare lattenzione
verso met del campo visivoAttenzione e coscienza

Lelaborazione non cosciente


Uno stimolo cui non si presta attenzione pu essere comunque elaborato dal
sistema visivo

Questi processi possono essere studiati attraverso tecniche indirette


Per es., nella tecnica del mascheramento visivo uno stimolo target viene seguito da
un altro stimolo che lo nasconde rendendone difficile lidentificazione
Lelaborazione non consapevole stata dimostrata anche in pazienti neglect
Relazione tra attenzione e coscienza

La coscienza stata descritta come un processore centrale che opera


serialmente sulle informazioni in ingresso

Essa pu contenere una quantit di informazioni limitata

Lattenzione pu essere vista come un canale privilegiato per laccesso alla


coscienza

Ci confermato dal fatto che nella maggior parte dei casi siamo coscienti solo di
ci cui prestiamo attenzione (vedi il fenomeno della change blindness)

Si badi per che non sempre i contenuti della coscienza passano per la coscienza
(vedi il fenomeno dellascolto dicotico)

CAPITOLO 7 - SISTEMI DI MEMORIA

Natura multicomponenziale della memoria

Ci che chiamiamo ricordo il risultato di un insieme di sistemi di memoria differenti ma


in interazione tra loro
Un sistema un insieme di elementi collegati a formare una totalit strutturale e
funzionale
Argomenti a favore della visione multicomponenziale della memoria:

Sovraccaricare un sistema lascia intatti gli altri sistemi

Lesioni cerebrali possono danneggiare un sistema ma non gli altri

Certe variabili sperimentali hanno effetto sul funzionamento di un sistema ma non


degli altri

Il ricordo

Nel ricordo si possono distinguere tre aspetti


acquisire linformazione (codifica)
mantenerla nella memoria (ritenzione)
ripescarla cio riportarla allo stato attivo (recupero)

La codifica e la ritenzione

La codifica si riferisce al modo in cui la nuova informazione viene inserita in un contesto


di informazioni precedenti

I codici usati possono essere di vario tipo: per es., visivo o semantico

Secondo la teoria dei livelli di elaborazione pi profondo il livello di elaborazione


nella codifica pi probabile che la traccia di memoria sia duratura

Da questo punto di vista, se si codifica linformazione sulla base del significato si


ottiene una migliore ritenzione

Il recupero

Secondo Tulving ci che una persona ricorda non dipende soltanto dalle propriet della
traccia di memoria in quanto tale

Le tracce di memoria sono solo disposizioni o potenzialit

Affinch il recupero avvenga deve essere presente un suggerimento (cue)


appropriato che attivi la traccia

La compatibilit tra la traccia quale stata codificata e le caratteristiche


dellinformazione presente al recupero determina il ricordo (principio di specificit di
codifica)

La durata dei ricordi

Un esperimento di Sperling (basato sulla tecnica del resoconto parziale) ha dimostrato


lesistenza di un magazzino di memoria sensoriale a brevissimo termine

Tecnica del resoconto parziale


Vengono presentati visivamente, per 50 millisecondi, 3 gruppi di 4 lettere ciascuno
Un segnale sonoro di diversa altezza segue la presentazione visiva e indica quale
gruppo deve essere nominato
Ci permette di stimare il numero totale di lettere disponibili nel registro sensoriale

La memoria a breve termine (MBT) una memoria di lavoro che mantiene ed elabora le
informazioni durante lesecuzione di compiti cognitivi

Tale memoria ha capacit limitata e pu mantenere linformazione solo per un breve


periodo di tempo
Memoria visuo-spaziale a breve termine (la cui traccia dura circa 2 secondi)
Memoria uditivo-verbale a breve termine (la cui traccia dura da 2 a 20 secondi)

La memoria a lungo termine spiega i fenomeni di ricordo permanente

Memoria a lungo termine visiva


Studi sul riconoscimento visivo mostrano livelli di riconoscimento
molto alti anche parecchio tempo dopo la presentazione degli stimoli
Parte del riconoscimento di una scena frutto di processi di
ricostruzione e riorganizzazione (E. Loftus)

Memoria a lungo termine uditivo-verbale


Riguarda la dimensione semantica del linguaggio ma anche caratteristiche
sensoriali come voci e toni
Il riconoscimento arriva a livelli molto alti (95% per le voci e 90% per i suoni)

Memoria episodica e memoria semantica

Nella MLT si pu distinguere tra la memoria episodica e la memoria semantica

Memoria episodica
Si riferisce a specifici eventi ed esperienze di vita
Contiene informazioni spazio-temporali che specificano dove e quando si
verificato levento
E organizzata cronologicamente

Memoria semantica
Si riferisce a conoscenze astratte e generali
Trascende le condizioni temporali e spaziali in cui la traccia si formata E
organizzata in modo tassonomico e associativo

Memoria dichiarativa e memoria procedurale

Distinzione tra sapere cosa e sapere come (G. Ryle)

La memoria procedurale (sapere come) si riferisce alle informazioni di cui


facciamo uso nelllattuare un compito
E un tipo di conoscenza tacita (non consapevole) Non
riguarda solo le abilit motorie

La memoria dichiarativa si riferisce alla conoscenza esplicita di fatti,


come la definizione di una parola o le circostanze in cui abbiamo conosciuto una persona
E un tipo di conoscenza direttamente accessibile alla coscienza

La distinzione tra memoria procedurale e dichiarativa confermata da dati su pazienti


neurologici
Vi sono lesioni cerebrali che danneggiano selettivamente la memoria dichiarativa: i
pazienti non sono in grado di apprendere nuove conoscenze ma sono in grado di
apprendere nuove procedure

Memoria esplicita e memoria implicita

Questa distinzione basata sulla distinzione tra test di memoria espliciti e impliciti
Nei test espliciti le istruzioni fanno specifico riferimento al recupero cosciente
dellinformazione
Nei test impliciti la memoria uno strumento per lo svolgimento di un
compito non direttamente connesso con il recupero cosciente dellinformazione
Il paradigma di identificazione percettiva un classico paradigma di memoria implicita

I soggetti devono identificare delle parole presentate per un tempo molto breve
Alcune parole sono state gi mostrate in precedenza altre sono nuove I
soggetti identificano pi facilmente le parole nuove

Memoria retrospettiva e memoria prospettica

Possiamo recuperare dalla memoria fatti o episodi del passato (memoria retrospettiva)
oppure possiamo ricordare piani, intenzioni e azioni che svolgeremo in futuro (memoria
prospettica)

Nel processo che porta al ricordo di unintenzione si possono distinguere almeno 5 aspetti:
1. Formazione e codifica di unintenzione e dellazione associata
2. Intervallo di ritenzione: intervallo tra la codifica dellintenzione e linizio
dellintervallo potenziale di prestazione
3. Intervallo di prestazione:periodo di tempo in cui lintenzione deve essere
recuperata
4. Inizio ed esecuzione dellazione
5. Valutazione del risultato

La memoria autobiografica

La memoria autobiografica riferita al ricordo di informazioni legate al s Il sistema dei


ricordi autobiografici comprende tre livelli organizzati gerarchicamente
estesi periodi della vita
eventi generali (giorni o settimane)
eventi specifici (ore)
I ricordi autobiografici hanno carattere ricostruttivo
In molti casi la rievocazione di un evento comporta lintegrazione di dettagli estratti da
episodi simili (memoria riepisodica)
CAPITOLO 8 MEMORIA SEMANTICA E CATEGORIZZAZIONE

Memoria semantica e memoria episodica

Memoria episodica
Rappresentazione di specifici riferimenti spazio-temporali e personali

Memoria semantica
Rappresentazione di informazioni astratte e generali, linguistico-simboliche ma anche
non linguistiche (concetti)

La distinzione tra memoria episodica e memoria semantica si riflette linguisticamente nella


distinzione tra ricordare e sapere

Memoria semantica

Quel che sappiamo dei concetti costituisce la base di conoscenze che ci permette di
agire in modo funzionale nel mondo

Le conoscenze rappresentate nella mente intorno ai concetti includono


informazioni sulla funzione degli oggetti
informazioni percettive legate alle diverse modalit
informazioni sulle relazioni tra oggetti

Il formato in cui sono rappresentate le conoscenze sui concetti deve essere


sufficientemente
astratto (slegato dalla specifica modalit di elaborazione)

Luso delle conoscenze sui concetti


veloce (un giudizio semplice, per es. decidere che un gatto ha la coda,
richiede meno di 500 msec)
automatico (non possiamo non codificare il significato di una parola
familiare)

Modelli della memoria semantica

Riguardo al formato della rappresentazione distinguiamo tre gruppi di modelli

1 Modelli a rappresentazione astratta


Le informazioni sono mantenute in memoria semantica in un formato amodale (slegato
dalle informazioni sensoriali-motorie)

2. Modelli per esemplari


Il sistema concettuale costituito dalle tracce di memoria degli esemplari che sono stati
codificati nel tempo

3. Modelli connessionisti
Vi sono insiemi di attributi di base, condivisi da un numero variabile di concetti, che si
attivano in configurazioni appropriate in riferimento al concetto rilevante

La categorizzazione

Attraverso il processo di categorizzazione gli elementi vengono classificati in insiemi o


classi

Funzioni della categorizzazione

Permette il recupero inferenziale di informazioni e caratteristiche non esplicitate


Permette di rilevare analogie e differenze fra oggetti a diversi livelli di astrazione
Semplifica lanalisi dellinput ambientale ai fini del riconoscimento
Permette di produrre risposte comportamentali riferite a una classe di oggetti
cognitivamente equivalenti

La struttura gerarchica delle categorie

Le categorie si strutturano su base gerarchica in funzione dellinclusione di classe


(organizzazione verticale)

Le propriet sono rappresentate solo una volta, al livello pi alto possibile della
gerarchia (principio di economia cognitiva)

I diversi livelli hanno diversa salienza cognitiva


Il livello di base quello in cui vengono rappresentati gli attributi pi distintivi

Quali sono i meccanismi alla base dei legami tra i concetti e dellinterconnessione tra i
diversi livelli?
Secondo il principio della diffusione dellattivazione quando un nodo concettuale viene
attivato lattivazione si propaga agli altri nodi in funzione del tempo e della vicinanza
Questo meccanismo permette di spiegare il fenomeno del priming

La struttura interna delle categorie

Struttura sfuocata delle categorie

Concezione tradizionale: ciascuna categoria definita in maniera univoca da un insieme


di caratteristiche
Un oggetto un quadrato se e solo se possiede le propriet figura geometrica
piana con 4 lati e 4 angoli uguali
Le categorie semantiche sono caratterizzate da unappartenenza graduata
Lappartenenza a una categoria basata sul possedere in grado diverso alcune delle
caratteristiche possedute da altri membri della categoria

Prototipi

Il prototipo corrisponde a un membro (anche ideale) della categoria che possiede


il valore medio sulla maggior parte delle caratteristiche dei membri della categoria
Il prototipo il miglior esemplare della categoria: funge da punto di riferimento per
gli altri esemplari

La funzione di identificazione

Linsieme delle procedure che permettono di attribuire su base probabilistica un certo


elemento a una certa categoria costituisce la funzione di identificazione
Quanto pi la funzione di identificazione rileva attributi condivisi tanto maggiore la
facilit e la velocit con cui un elemento attribuito a una categoria
Quanto meno condivisi sono gli attributi pi difficile e lento sar il processo di
categorizzazione

Disturbi neuropsicologici

Vi sono lesioni cerebrali che producono disturbi neuropsicologici specifici per categorie (o
per classi di categorie)

Doppia dissociazione: alcuni pazienti hanno difficolt con la categoria A ma non con la
categoria B, per altri pazienti vale linverso
Per es., alcuni pazienti con lesioni cerebrali forniscono definizioni adeguate per
termini con referenti concreti ma non per termini astratti; altri pazienti presentano
landamento opposto

CAPITOLO 10 - APPRENDIMENTO

Le teorie comportamentiste dellapprendimento

Un assunto di tutte le teorie comportamentiste che si possa studiare solo ci che


osservabile
Di conseguenza lindagine comportamentista dellapprendimento centrata su questa
domanda

Quali variabili osservabili e misurabili producono cambiamenti duraturi nel


comportamento osservabile e misurabile di un individuo?

Il condizionamento classico

Nel condizionamento classico lapprendimento associativo governato da due condizioni

Contiguit temporale tra lo stimolo e la risposta

Lassociazione tra lo stimolo e la risposta deve essere ripetuta un numero


sufficiente di volte
Lesperimento di Pavlov

Pavlov misur la produzione salivare in risposta a vari tipi di stimolazione gustativa


Per es., mettendo del cibo nella bocca di un cane si produce un immediato
aumento della salivazione
Pavlov not che i cani cominciavano a salivare gi alla semplice vista degli eventi che di
solito precedono il cibo
Stimolo neutro (SN) = stimolo sonoro o luminoso
Stimolo incondizionato (SI) = cibo Risposta
incondizionata (RI) = salivazione
Stimolo condizionato (SC) = stimolo sonoro o luminoso
Risposta condizionata (RC) = salivazione

Il paradigma del condizionamento classico

Prima del condizionamento


SN nessuna risposta
SI RI in modo spontaneo (riflesso innato)

Durante il condizionamento
SN seguito da SI RI
Dopo il condizionamento
SC RC

Secondo Pavlov il condizionamento dovuto allo stabilirsi di una associazione tra lo


stimolo (inizialmente neutro) e la risposta di salivazione (inizialmente non condizionata)

Attraverso questa procedura di associazione lo stimolo neutro diventa uno stimolo


condizionato in grado di produrre la salivazione come risposta condizionata

Leggi del condizionamento classico

Estinzione
Si continua a presentare lo stimolo condizionato ma non lo stimolo incondizionato: la
risposta condizionata perde di intensit fino a sparire

Recupero spontaneo
Dopo lestinzione la risposta incondizionata tende a riapparire anche se non viene
presentato alcuno stimolo condizionato

Generalizzazione
Dopo il condizionamento, il comportamento condizionato viene prodotto in risposta
a stimoli simili allo SC
Il cane che ha imparato a salivare allaccensione di una luce gialla saliver anche
se la luce bianca

Discriminazione
Tramite la procedura di condizionamento lanimale pu apprendere a non
rispondere a stimoli simili allo SC pur continuando a rispondere allo SC stesso
Una luce rossa presentata e seguita dallo SI; si stabilisce un condizionamento
Una luce blu presentata ma non seguita dallo SI; si osserva una graduale
estinzione della risposta di salivazione alla luce blu ma non alla luce rossa

Il condizionamento operante

Differenza tra condizionamento classico e operante

nel condizionamento classico la risposta condizionata simile alla risposta evocata


da uno stimolo incondizionato
nel condizionamento operante si possono apprendere anche comportamenti che
non sono collegati a stimoli incondizionati riconosciuti
comportamento operante = il comportamento agisce sullambiente per
produrre un determinato effetto

Thorndike propose una legge che alla base del condizionamento operante

Legge delleffetto

lo stabilirsi di legami associativi tra stimolo e risposta dipende dagli effetti che seguono la
risposta

La gabbia di Thorndike
Un gatto affamato chiuso in una gabbia compie dei movimenti alla cieca e fornisce
sia risposte errate sia giuste (= premere una leva che consente di uscire dalla gabbia)
Lassociazione tra stimolo (leva) e risposta (agire sulla leva) si stabilisce solo se la
risposta ha un effetto sullanimale

Skinner fu il principale teorico del condizionamento operante

La Skinner box
Un animale viene messo in una scatola in cui presente una leva
Latto di premere la leva (dapprima casualmente) diventa pi frequente se
premendola lanimale ottiene una ricompensa (cibo)
Se lagire sulla leva non porta alla erogazione di cibo il comportamento del
premere la leva non pi frequente di altri comportamenti
E possibile istituire una discriminazione fornendo il cibo se la leva viene abbassata
dallanimale quando per es. una luce accesa (stimolo discriminativo)

Il principio chiave per spiegare questo fenomeno il rinforzo


Rinforzo = conseguenza positiva che produce un aumento del comportamento

I rinforzi possono essere positivi o negativi


Un rinforzo positivo un evento che viene aggiunto a una situazione
Un rinforzo negativo un evento che viene eliminato da una situazione
In entrambi i casi la probabilit che un certo stimolo provochi una data risposta
viene aumentata

Bisogna evitare di confondere il rinforzo negativo con la punizione


un rinforzo negativo un evento il cui mancato verificarsi aumenta la probabilit
che uno stimolo provochi una risposta; una punizione un evento il cui verificarsi
diminuisce la probabilit che uno stimolo provochi una risposta

Piani di rinforzo
Un rinforzo continuo (= il cibo viene erogato ogni volta che lanimale preme la leva)
produce un apprendimento molto rapido ma anche una rapida estinzione

-Rinforzo parziale
Intervallo fisso (il rinforzo si presenta a intervalli costanti nel tempo)
Intervallo variabile (il rinforzo si presenta a intervalli variabili nel tempo)
Rapporto fisso (il rinforzo si presenta dopo un numero stabilito di risposte)
Rapporto variabile (il numero di risposte fornite tra un rinforzo e laltro varia)

I vari piani di rinforzo hanno differenti effetti sullapprendimento

Lapprendimento verbale

Secondo Skinner il linguaggio un insieme complesso di risposte operanti create in un


bambino da genitori, insegnanti ecc.

Esempio
In che modo il bambino impara a dire gatto quando ne vede uno?
Il gatto lo stimolo discriminativo che controlla lemissione della parola gatto
Se il bambino dice gatto questo comportamento viene rinforzato dai genitori
Linterazione tra stimoli discriminativi e rinforzi permette al bambino di imparare a
denominare gli oggetti

Questa concezione stata criticata con vari argomenti da Chomsky

Non permette di spiegare gli ipercorrettismi (forme errate che seguono una regola
corretta, per es. dicete invece di dite)
Non permette di spiegare la possibilit delle lingue di generare un numero infinito
di frasi

Come spiegare il processo di apprendimento

Teorie meccanicistiche
Vi una connessione diretta e automatica simile a un riflesso tra stimolo e risposta; non
vi sono rappresentazioni interne
Teorie cognitiviste
Vi la mediazione di rappresentazioni mentali (per es. aspettative)
Lapprendimento per segnali
Tolman fu uno dei primi a sostenere che lapprendimento consiste nella
modifica di processi di conoscenza non osservabili
Il ratto che trova la strada per il cibo in un labirinto non apprende
semplicemente una sequenza di risposte, ma una serie di segnali che
definiscono sequenze temporali
il segnale definibile come laspettativa che uno stimolo sar seguito da un altro in una
particolare situazione
Interpretazione cognitiva dei processi di condizionamento

Nelluomo si pu avere una risposta condizionata senza accoppiare SI e SN


A questo scopo basta informare la persona dellassociazione
Analogamente il condizionamento non si manifesta se istruzioni verbali
mascherano la relazione tra SN e SI
Associando un suono a un soffio daria una persona pu essere
condizionata a sbattere le palpebre quando sente un suono
Se per alla persona si dice che il soffio non ha alcun collegamento con
il suono non si ha condizionamento
Questi fenomeni si possono spiegare assumendo che la variabile critica sia la
creazione di una rappresentazione mentale
Rescorla ha dimostrato sperimentalmente che nel condizionamento classico
lindividuo deve necessariamente acquisire informazione perch ci sia
apprendimento
Un gruppo di animali cui viene somministrata una scossa elettrica per
20 volte, ogni volta preceduta da un suono, acquisisce una risposta di paura

Un secondo gruppo di animali cui viene somministrata una scossa per 40 volte, 20
volte preceduta dal suono e 20 no, non acquisisce la risposta di paura
La teoria del condizionamento classico predice lo stesso livello di apprendimento:
SN precede SI lo stesso numero di volte
Gli animali invece apprendono la risposta solo quando lo stimolo funge da segnale,
cio permette di predire la scossa

CAPITOLO 12 - LINGUE E LINGUAGGIO

Qual la differenza tra le lingue e il linguaggio?


Il linguaggio la facolt mentale che permette agli esseri umani di usare una
o pi lingue per comunicare
Una lingua un prodotto sociale e storico
Le lingue nascono e mutano nel tempo (e possono anche morire)
La struttura delle lingue
Quali sono le caratteristiche che tutte le lingue hanno in comune?
Secondo Saussure ogni lingua un sistema di suoni dotati di significato
Quali sono i pezzi di cui costituito un sistema linguistico?
Ogni lingua possiede un sistema fonologico, cio un insieme di suoni o
fonemi (per es. /a/ o /p/)
Stringhe di fonemi formano i morfemi, cio le unit linguistiche pi piccole dotate di
significato (per es. tavol-)

Composizioni di morfemi formano le parole (per es. tavol- pi il suffisso -o), che
costituiscono il lessico di una lingua
Non c relazione intrinseca tra suono e significato delle parole
(arbitrariet delle lingue)

Le parole si combinano in sintagmi (per es. il tavolo rosso), che sono le parti di cui
sono composte le frasi (il tavolo rosso rotto)

Il modo in cui le parole si combinano in frasi determinato dalle regole della


sintassi

Quali sono le caratteristiche della sintassi?


carattere gerarchico delle strutture sintattiche delle frasi
Ricorsivit, cio possibilit di includere una frase nellaltra, iterando, in teoria, tale
procedimento allinfinito
in pratica la memoria a breve termine pone dei limiti

Due assunzioni sulla conoscenza linguistica

La conoscenza delle regole di una lingua implicita (le persone di norma non sono
in grado di descrivere o rendere esplicite le regole linguistiche che usano)

Il linguaggio una facolt autonoma nel sistema mentale umano, che si sviluppa e
pu essere danneggiata indipendentemente da altre facolt

Queste due concezioni sono sostenute da Chomsky (che le riferisce in particolare


alla competenza sintattica)

La seconda assunzione diverge da altre importanti posizioni come quella di Piaget


secondo Piaget il linguaggio si sviluppa assieme alla pi generale
capacit simbolica e di astrazione del bambino

Lo sviluppo del linguaggio

Le tappe principali dello sviluppo del linguaggi


Primi mesi: suoni simili ai suoni linguistici
10-12 mesi: prime parole
Quando il vocabolario ha raggiunto le 50-100 parole emergono le prime
combinazioni di parole
A tre anni il bambino conosce gi le strutture fondamentali della lingua

Quali sono le condizioni dellapprendimento del linguaggio?

Ipotesi innatista (Chomsky)

Il bambino dispone di alcuni schemi generali (per es. quelli sullordine con cui in
una frase vengono espressi soggetto, verbo e oggetto)
Lesposizione alla lingua della comunit in cui cresce permette al bambino di
specificarne i parametri (per es. fissare lordine peculiare di quella lingua)

Le basi biologiche del linguaggio

Linguaggio e cervello

Varie aree del cervello (nellemisfero sinistro della corteccia) controllano le funzioni
linguistiche
Lesioni in queste aree provocano deficit del linguaggio (afasie)
Di norma le persone afasiche non hanno difficolt di pensiero o ragionamento e vi
sono patologie in cui persone con intelligenza patologicamente bassa posseggono
funzioni linguistiche normali (doppia dissociazione)
Ci corrobora lipotesi chomskiana del linguaggio come facolt
autonoma

Capacit linguistiche nei primati non umani

E possibile trovare rudimenti di linguaggio in altre specie (tra i primati), ma in nessuna


specie la capacit di linguaggio sviluppata come nelluomo

Ci corrobora la tesi chomskiana che la capacit di linguaggio sia una capacit innata
specifica di Homo sapiens

Ma perch il linguaggio si evoluto nella nostra specie?


Lipotesi pi accreditata che esso potenzi la capacit umana di stabilire e mantenere
relazioni allinterno del gruppo sociale di appartenenza
CAPITOLO 13 - COMPRENSIONE DEL LINGUAGGIO

Percezione del parlato e percezione delle parole scritte

La percezione del parlato va incontro a varie difficolt (evidenti se la si confronta con la


percezione delle parole scritte)
maggior rumore (nel senso della teoria dellinformazione)
nel parlato non possibile decidere da s la quantit di informazioni da acquisire
per unit di tempo
il processo di segmentazione pi difficile (i confini tra le parole sono poco
marcati; cfr. fig. 13.2)

Il riconoscimento di una parola quando la sentiamo

Accesso
Quando sentiamo una parola costruiamo un insieme di possibili candidati al
riconoscimento (coorte)
Selezione
La coorte si restringe a mano a mano che arriva nuova informazione percettiva fino
al punto di unicit (il punto in cui la coorte contiene un solo candidato)
Integrazione
A selezione avvenuta avviene lintegrazione delle propriet sintattiche e
semantiche della parola nella rappresentazione complessiva della frase

Il riconoscimento di una parola quando la leggiamo

Per riconoscere le parole scritte non vengono semplicemente combinate le lettere che la
formano, ma vi una elaborazione globale dello stimolo
Ne d dimostrazione indiretta leffetto di superiorit della parola nel quale una parola che
contiene una lettera ne facilita il riconoscimento pi della lettera stessa

Effetto di superiorit della parola


Viene presentata per pochi msec una lettera (K), una parola (WORK) o una non-
parola (OWRK)
Poi viene presentata una configurazione interferente
Infine vengono presentate due lettere (D e W)
I partecipanti devono scegliere la lettera presente nello stimolo iniziale
(W)
La scelta pi accurata quando le lettere sono precedute dalla parola piuttosto
che dalla lettera stessa (o dalla non-parola)

Il modello a due vie della lettura

La lettura di una parola pu avvenire attraverso due modalit

Via lessicale diretta


viene riconosciuta la forma intera di una parola, e il suo significato e la sua pronuncia
vengono recuperati direttamente dal lessico mentale

Via non lessicale


la parola viene analizzata in grafemi e i grafemi vengono tradotti in fonemi secondo le
regole di conversione grafema-fonema

La comprensione di frasi e discorsi

Generalmente le parole sono inserite in strutture pi complesse (frasi e discorsi)


Per la comprensione di frasi e discorsi devono essere integrate informazioni sintattiche,
semantiche e pragmatiche
Due ipotesi sulle relazione tra queste fonti di informazione
Ipotesi interattiva
i tre tipi di informazione interagiscono fra di loro contemporaneamente a ogni
livello di elaborazione
Ipotesi modulare
i tre tipi di informazione vengano analizzati luno indipendentemente dallaltro e
solo successivamente vengono integrati

Lanalisi sintattica

Lanalisi sintattica procede attraverso due passaggi


Le parole vengono assegnate a categorie sintattiche sulla base dellinformazione
lessicale e viene costruita una struttura frasale preliminare
il principio di elaborazione sintattica preferito in italiano prevede che gli elementi
lessicali in entrata siano assegnati alla parte di frase che si sta elaborando in quel
momento
Tale struttura preliminare viene successivamente rivista sulla base di altre informazioni
(di tipo semantico e/o contestuale)

La rappresentazione semantica

La comprensione di una frase o di un discorso produce una rappresentazione che non


una semplice copia dellinput ma una elaborazione filtrata e integrata in base alle
conoscenze possedute

Gli script

Script = schema nella memoria a lungo termine che permette di effettuare


inferenze o di integrare informazioni mancanti
Per es. lo script andare al ristorante costituito da scene ordinate: ingresso nel
ristorante, ordinazione, ecc.
Ognuna di esse contiene slot (sorta di variabili) cui associato un valore tipico

Le inferenze
Attraverso le inferenze integriamo linformazione linguistica con quella concettuale e
contestuale
Vi sono vari tipi di inferenze
Implicazioni logiche
dipendono dal significato delle parole (nubile implica donna non sposata)
Inferenze retrospettive
connettono nuove informazioni alle precedenti (Loperazione fu breve. Il medico
usava un nuovo metodo) dove si inferisce che il medico esegu loperazione
Inferenze elaborative
aggiungono nuove informazioni (Luomo tagli la torta. Era proprio
buona) dove si pu inferire che luomo us un coltello

Inferenze concettuali
basate sulla struttura gerarchica delle categorie (Il canarino respira)

La complessit di un discorso

La complessit di un testo pu essere determinata da vari fattori

Caratteristiche delle parole (per es. familiarit)


Complessit sintattica (per es. uso del passivo)
Complessit semantica (per es. continuit referenziale)
Ordine di presentazione delle conoscenze (le informazioni nuove dovrebbero
essere precedute da informazioni note per poter essere pi facilmente integrate)

La condivisione delle conoscenze


La comprensione del linguaggio presuppone una base condivisa di conoscenze

Una condivisione di conoscenze presupposta anche dal principio di cooperazione alla


base del comportamento comunicativo secondo cui
il comportamento dovrebbe essere ispirato a chiarezza, pertinenza, informativit e
veridicit

La condivisione delle conoscenze contrastata da una diffusa tendenza allegocentrismo


comunicativo (il non sapersi mettere nei panni degli altri nel processo comunicativo)

La comprensione dei riferimenti anaforici


Le anafore permettono il riferimento a entit gi menzionate nel discorso
Per es. Luigi e Anna entrarono in classe. Lui si tolse il cappotto, lei lo tenne
Le anafore sono espresse attraverso diverse forme linguistiche (pronomi personali,
nomi, sintagmi nominali)
Per comprendere un riferimento anaforico occorre integrare informazioni,
contestuali e non, di ordine sintattico, semantico e pragmatico

Linguaggio letterale e linguaggio figurato

Le espressioni idiomatiche
Il significato delle espressioni idiomatiche non viene ricostruito componendo i significati
delle parole che ne fanno parte
Si ipotizzato in passato che le espressioni idiomatiche fossero parole lunghe
elencate separatamente nel lessico
Lipotesi oggi pi accreditata che le espressioni idiomatiche vengano elaborate
(elaborazione delle parole ed elaborazione sintattica) come quelle letterali
A un certo punto, quando si accumulano abbastanza informazioni (punto di
unicit), viene attivato il significato idiomatico
Le metafore
La comprensione delle metafore non avviene derivando prima il significato letterale
e poi accantonarlo se inadeguato per cercarne uno figurato
Vi unattivazione diretta del significato metaforico
Infatti in molti casi le metafore non richiedono pi tempo delle espressioni letterali
per essere comprese
Le metafore fanno da ponte tra il sistema concettuale non lessicalizzato e il linguaggio

CAPITOLO 15 - LETTURA E SCRITTURA

Linguaggio orale e linguaggio scritto

La percezione, comprensione e produzione del linguaggio parlato si sviluppano


molto precocemente e sfruttano meccanismi biologici specializzati e universali

La percezione, comprensione e produzione del linguaggio scritto si sviluppano solo


a partire dallet scolare e richiedono processi di apprendimento esplicito
I sistemi di scrittura

Sistemi logografici
i simboli corrispondono a parole intere

Sistemi sillabici
i simboli corrispondono a sillabe

Sistemi alfabetici
i simboli corrispondono ai suoni distintivi (fonemi) della corrispondente lingua
parlata
Nei sistemi di scrittura alfabetici consonantici compaiono obbligatoriamente
soltanto i segni corrispondenti ai suoni consonantici
Nei sistemi di scrittura alfabetici regolari ogni segno scritto riproduce un fonema
Nei sistemi di scrittura alfabetici fonologicamente trasparenti (o superficiali) la
corrispondenza tra grafemi e fonemi tende a essere biunivoca
Nei sistemi di scrittura alfabetici ortograficamente opachi (o profondi) la
corrispondenza tra grafemi e fonemi non precisa

La lettura di parole singole

La lettura di una parola e il recupero del suo significato un processo automatico che in
parte si svolge al di fuori della consapevolezza

Leffetto Stroop

Ai soggetti vengono presentate parole che designano colori stampate con inchiostro
colorato; il colore indicato dalla parola pu essere congruente (rosso) oppure incongruente
(rosso) con il colore dellinchiostro
Compito: denominare il colore dellinchiostro ignorando la parola scritta
Risultato: i tempi di reazione sono significativamente pi brevi per gli stimoli
congruenti rispetto a quelli incongruenti
Il fatto che non siamo in grado di ignorare il significato di una parola scritta
dimostra che la lettura di una parola e il recupero del suo significato sono processi
automatici

Il modello a due vie della lettura

Lo stadio iniziale della lettura di una parola una analisi visivo-ortografica


dellinput
Nello stadio finale linformazione che permette la corretta pronuncia della parola
viene trasferita in un magazzino di memoria temporaneo detto buffer fonemico
Lelaborazione intermedia pu avvenire attraverso due modalit (cfr. fig. 15.1), la
via lessicale diretta e la via non lessicale

Via lessicale diretta


viene riconosciuta la forma intera di una parola, e il suo significato e la sua
pronuncia vengono recuperati direttamente dal lessico mentale

Via non lessicale


la parola viene analizzata in grafemi e i grafemi vengono tradotti in fonemi secondo
le regole di conversione grafema-fonema
Le parole ortograficamente regolari possono essere lette attraverso una qualsiasi
delle due vie
Le parole irregolari possono essere lette correttamente solo attraverso la via di
conversione lessicale
Le parole nuove e le non-parole possono essere lette solo attraverso la via di
conversione non-lessicale

Il riconoscimento della parola scritta

Il modello ad attivazione interattiva di McClelland e Rumelhart

Le parole sono rappresentate a tre livelli distinti tratti ortografici di base (per es. segmenti)
lettere
parole

I tratti di base sono elaborati per primi e quelli riconosciuti nello stimolo trasmettono
la loro attivazione al livello di rappresentazione superiore (lettere)

Le lettere a loro volta inviano unattivazione alle parole con esse compatibili

Il riconoscimento avviene al livello delle parole

vince la parola che avr accumulato il pi alto grado di attivazione

Lattivazione pu fluire oltre che dal basso verso lalto (dai tratti ortografici alle
parole) anche dallalto verso il basso (dalle parole ai tratti ortografici)

Hanno luogo sia processi di attivazione sia processi di inibizione (per es., tra parole
alternative o fra tratti e lettere non compatibili)

Il modello Logogen

Ogni parola nota ha una rappresentazione (un logogen)


Ogni logogen ha
un livello di attivazione (che dipende essenzialmente dalla frequenza) un valore
di soglia che deve essere raggiunto per il riconoscimento
Ogni parola scritta attiva pi logogen in funzione della loro somiglianza ortografica
con la parola stessa, ma solo un logogen raggiunge la soglia per lidentificazione
Il processo di riconoscimento influenzato dallinterazione tra il sistema Logogen e
il sistema semantico

Il recupero del significato della parola

I concetti corrispondenti alle parole sono rappresentati come nodi di una


rete

I legami tra i nodi corrispondono a vari tipi di relazione semantica


I tratti di base sono elaborati per primi e quelli riconosciuti nello stimolo trasmettono
la loro attivazione al livello di rappresentazione superiore (lettere)

Le lettere a loro volta inviano unattivazione alle parole con esse compatibili

Il riconoscimento avviene al livello delle parole

vince la parola che avr accumulato il pi alto grado di attivazione

Lattivazione pu fluire oltre che dal basso verso lalto (dai tratti ortografici alle
parole) anche dallalto verso il basso (dalle parole ai tratti ortografici)

Hanno luogo sia processi di attivazione sia processi di inibizione (per es., tra parole
alternative o fra tratti e lettere non compatibili)

Il modello Logogen

Ogni parola nota ha una rappresentazione (un logogen)


Ogni logogen ha
un livello di attivazione (che dipende essenzialmente dalla frequenza) un valore
di soglia che deve essere raggiunto per il riconoscimento
Ogni parola scritta attiva pi logogen in funzione della loro somiglianza ortografica
con la parola stessa, ma solo un logogen raggiunge la soglia per lidentificazione
Il processo di riconoscimento influenzato dallinterazione tra il sistema Logogen e
il sistema semantico

Il recupero del significato della parola

I concetti corrispondenti alle parole sono rappresentati come nodi di una


rete

I legami tra i nodi corrispondono a vari tipi di relazione semantica

40
Una volta che un nodo attivato lattivazione si propaga attraverso la rete ai nodi vicini

Lattivazione diminuisce in funzione della distanza

Questo tipo di organizzazione pu contribuire a spiegare il fenomeno del priming


semantico

quando una parola-target (per es. cane) preceduta da unaltra parola ad essa
collegata per significato (per es. gatto) la parola-target viene letta pi rapidamente e
accuratamente

ci si pu spiegare assumendo che la attivazione del significato GATTO porti,


tramite la rete, allattivazione del significato CANE, che a sua volta attiva la parola cane

Il modello a due vie e i disturbi acquisiti della lettura

Dislessia di superficie
I pazienti dislessici di superficie tendono a leggere le parole regolari meglio di
quelle irregolari e a regolarizzare queste ultime
Questi sintomi possono essere spiegati postulando un disturbo selettivo della via
lessicale di lettura con preservazione della via non-lessicale

Dislessia fonologica
Nella dislessia fonologica si osserva una corretta lettura delle parole sia regolari sia
irregolari ma vi una lettura deficitaria delle non-parole
Secondo il modello a due vie, ci si pu spiegare postulando un disturbo selettivo
delle componenti non lessicali e una preservazione delle componenti lessicali

I fenomeni principali della lettura

La frequenza
Le parole pi frequenti sono lette pi rapidamente e accuratamente
La regolarit

41
Nelle lingue a ortografia non trasparente quanto pi le parole tendono alla
regolarit tanto pi facilitata la loro lettura
Linterazione tra regolarit e frequenza
Leffetto di regolarit pi forte per le parole a bassa frequenza duso

Il priming

Quando una parola-target (per es. cane) preceduta da unaltra parola ad essa
collegata per significato (per es. gatto) la parola-target viene letta pi rapidamente e
accuratamente
La struttura morfologica
La lettura di parole nuove o a bassa frequenza facilitata se esse contengono
morfemi frequenti e riconoscibili
La lunghezza
Nella lettura ad alta voce, le parole pi lunghe sono lette pi rapidamente
Il vicinato
Le parole con meno vicini ortografici (= parole che differiscono per una sola lettera
dalla parola data) sono lette pi facilmente

La scrittura

Modello a due vie della scrittura

Via lessicale diretta


Per le parole conosciute, e per quelle in cui la corrispondenza suono-scrittura non
regolare, la forma scritta della parola viene recuperata nel lessico ortografico

Via non lessicale


i suoni che compongono la sequenza fonologica (fonemi o insiemi di fonemi) vengono
analizzati e convertiti in una stringa di grafemi

La disgrafia fonologica

Il modello a due vie della scrittura permette di spiegare un disturbo acquisito detto
disgrafia fonologica
42
Nella disgrafia fonologica si osserva una scrittura corretta delle parole sia regolari
sia irregolari ma vi una scrittura deficitaria delle non-parole

Secondo il modello a due vie, ci si pu spiegare postulando un disturbo selettivo


delle componenti non lessicali e una preservazione di quelle lessicali

Lapprendimento della lettura e della scrittura

Apprendimento della lettura

Stadio logografico
Et prescolare
Vengono apprese le propriet pi salienti delle parole (per es., il gruppo mm nella
parola mamma)

Stadio alfabetico
Vengono discriminate le singole lettere
Vengono messe in corrispondenza le lettere con i suoni
Vengono lette parole nuove

Stadio ortografico
9-10 anni di et
Riconoscimento della forma globale di una buona parte delle parole
Le strategie dello stadio precedente (conversione tra segni grafici e suoni) sono
usate in parallelo, per es. nella lettura di parole nuove

Apprendimento della scrittura

Stadio fonologico
Il bambino usa regole di corrispondenza fonemi-grafemi

Stadio ortografico
Come nello stadio ortografico della lettura, il bambino usa rappresentazioni lessicali (in
questo caso ortografiche) dellintera parola CAPITOLO 20 RAGIONAMENTO (da leggere)

Teorie formali e senso comune

43
La maggior parte delle persone non hanno studiato la logica n il calcolo delle
probabilit n la teoria delle decisioni
Come fanno queste persone a ragionare, giudicare e decidere?
Una risposta che il pensiero comune sia governato da equivalenti mentali delle
teorie formali
Questa concezione stata messa in crisi dalla scoperta che le capacit di pensiero
delle persone non esperte sono sotto vari aspetti limitate

Il ragionamento deduttivo

Inferenze deduttive

Modus ponens
Se c un asso c un 2, c un asso, dunque c un 2
Pi formalmente
P Q (premessa maggiore)
P (premessa minore)
Q (conclusione)
Questa forma di inferenza detta modus ponens
Essa tale che se le premesse sono vere lo necessariamente anche la
conclusione

Modus tollens
Se c un asso c un 2, non c un 2, dunque non c un asso
Pi formalmente
P Q (premessa maggiore)
non-Q (premessa minore) Non-
P (conclusione)
Questa forma di inferenza detta modus tollens
Anche nel caso del modus tollens se le premesse sono vere lo necessariamente
anche la conclusione

La teoria della logica mentale


Secondo la teoria della logica mentale la mente munita di un insieme di regole
equivalenti a quelle della logica che vengono tacitamente e inconsapevolmente usate per
fare inferenze
Per es. secondo Piaget lo sviluppo cognitivo coronato dallacquisizione delle
regole formali della logica classica

Le regole di inferenza postulate dalla logica mentale sono


44
formali (= indipendenti dal contenuto)
logicamente valide (= se le premesse sono vere anche la conclusione
necessariamente vera)

La teoria dei modelli mentali


Secondo la teoria dei modelli mentali il ragionamento comune basato sulla
costruzione e manipolazione di modelli mentali delle possibilit descritte dalle premesse

Per es., dato il condizionale Se


c un asso allora c un 2

le persone costruiranno i seguenti modelli:

asso 2
...

La prima riga rappresenta uno stato in cui ci sono entrambe le carte


I tre punti rappresentano in modo implicito le altre possibilit ammesse dal
condizionale

non-asso 2
non-asso non-2

Le persone non si rappresentano in modo esplicito questi modelli per ragioni di


economia cognitiva
viene rappresentato in modo esplicito solo ci che (creduto) vero

Come avviene linferenza modus ponens (Se c un asso c un 2, c un


asso, dunque c un 2)?
Data la rappresentazione
asso 2
...
e dato il secondo enunciato
C un asso
facile ricavare la conclusione valida C
un 2
visto che il modello esplicito del condizionale contiene sia lasso sia il 2

45
Errori di ragionamento

La totalit o quasi delle persone ricava la conclusione valida 2 dalle premesse del
modus ponens (se asso allora 2, asso)
La teoria della logica mentale spiega facilmente questo fatto perch assume che la
mente umana possegga un equivalente del modus ponens
Anche la teoria dei modelli mentali spiega facilmente questa inferenza (v. sopra)
Invece, secondo la met delle persone interrogate non possibile
stabilire se c o no un asso dalle premesse del modus tollens (se asso allora 2, non-2)
Questo errore difficile da spiegare nella teoria della logica mentale dato che il
modus tollens una delle regole di inferenza valide nella logica classica

Nella teoria dei modelli mentali data la rappresentazione del primo


enunciato
asso 2
...
e dato il secondo enunciato
Non c un 2
non facile ricavare la conclusione valida Non
c un asso
visto che il modello esplicito del condizionale non rappresenta lassenza
del 2

Per risolvere il modus tollens bisogna rendere espliciti i modelli impliciti e in particolare
quello che rappresenta la combinazione in cui non vi
n il 2 n lasso
non-asso non-2

Dunque il modus tollens pi difficile perch per risolverlo bisogna esplicitare tutte le
possibilit (comprese quelle che rappresentano casi falsi)

Gli effetti di contenuto

46
Un altro problema della teoria della logica mentale sta nel fatto che le regole che propone
sono formali (= non dipendono dal contenuto n dal contesto delle premesse)

Il problema di selezione di Wason

Versione A
4 carte, ognuna con una lettera da un lato e un numero dallaltro Due
girate da un lato, una mostra A e laltra B
Due girate dallaltro lato, una mostra 2 e laltra 5

AB25

Il compito indicare la carta o le carte da girare per stabilire se vera la


regola
Se c A su un lato, c 2 sullaltro

Versione B
4 buste
due girate dal lato del mittente, una chiusa e una aperta
due girate dal lato del destinatario, una con francobollo da 50 centesimi una con
francobollo da 40

CHIUSA APERTA 50 40

Il compito indicare la busta o le buste da girare per stabilire se stata rispettata


la regola
Se una busta chiusa, deve avere un francobollo da 50 centesimi

In entrambe le versioni la regola espressa da un condizionale della forma Se P


allora Q
In entrambe le versioni la risposta consiste nellindicare i casi che realizzano la
combinazione P e non-Q (la combinazione che rende falso un condizionale)
Quasi tutti risolvono la versione B indicando correttamente la busta chiusa e quella
con francobollo da 40
Solo pochissimi risolvono la versione A (la maggior parte indicano A e
2)

47
Le persone ragionano in modo diverso in versioni del problema di selezione che
sono formalmente equivalenti ma differiscono per il contenuto
In generale pi facile individuare le possibili violazioni di regole deontiche
(permessi/obblighi)

La teoria evoluzionista del ragionamento

Una possibile spiegazione quella proposta dalla cosiddetta psicologia


evoluzionista
Gli esseri umani posseggono una capacit innata, specie-specifica, di ragionare
sui contratti sociali, le regole che governano gli scambi di benefici tra gli individui
In particolare le capacit di ragionamento degli esseri umani si sono evolute per
scoprire gli imbroglioni (quelli che ricevono un beneficio senza contraccambiare)
Le persone riescono a risolvere il problema di selezione solo quando trovare la
soluzione corretta = scoprire i potenziali imbroglioni
La teoria evoluzionista del ragionamento tuttavia contraddetta dallesistenza di
condizionali descrittivi (che non chiamano in causa un contratto sociale) ma che sono
risolti altrettanto facilmente della versione B per il modo in cui sono interpretate, in un
contesto dato, le premesse

Il ragionamento probabilistico

Non sempre le persone valutano correttamente (conformemente alla teoria della


probabilit) le probabilit degli eventi

Il problema delle parole


Si considerino le parole di sette lettere che terminano per one e le parole di sette lettere
che hanno n come penultima lettera
Quali parole sono pi frequenti?

Siccome tutte le parole della forma ----one sono anche parole della forma -----n-,
le parole ----one non possono essere pi frequenti delle parole -----n-
La maggior parte delle persone conclude invece che sono pi frequenti le parole
----one

48
Il problema di Linda
Linda ha 31 anni, non sposata, estroversa e brillante. Ha studiato filosofia.
Alluniversit era impegnata politicamente
Si deve giudicare quale dei seguenti enunciati pi probabile
(A) Linda fa la parrucchiera
(A&B) Linda fa la parrrucchiera ed unattivista non-global

La maggior parte delle persone risponde che pi probabile che Linda faccia la
parrucchiera e sia unattivista no-global
Ma questo impossibile perch, come nel caso del problema delle parole, tutte le
parrucchiere no-global sono anche semplicemente parrucchiere
In generale la probabilit della congiunzione di due eventi non pu essere
maggiore della probabilit di ciascuno di essi

Da che cosa dipendono errori come questi?

Le euristiche di giudizio
Dovete comprare un melone. Lo volete maturo al punto giusto. Avete davanti a voi sul
banco del fruttivendolo una ventina di meloni. Quale prendete?
Una procedura sicura
Comprate tutti i meloni e li assaggiate uno per uno Avete risolto il problema ma a
caro prezzo
Soluzioni alternative
quello pi profumato
quello pi giallo
quello che suona meglio

Procedure come queste non garantiscono la soluzione ottimale ma in genere


risolvono il problema e sono economiche
Nel comune ragionamento probabilistico vengono spesso applicate procedure
analoghe dette euristiche che hanno il vantaggio di essere economiche ma che ci fanno
compiere errori sistematici (biases)

Nel problema delle parole, i partecipanti possono avere usato leuristica della
disponibilit
leuristica della disponibilit porta a stimare la frequenza di una classe di eventi
sulla base della facilit con cui vengono alla mente gli esempi della stessa

49
Vengono in mente pi facilmente esempi di parole della forma ----one
che non esempi di parole ----- n-

Nel problema di Linda i partecipanti possono avere usato leuristica della


rappresentativit
leuristica della rappresentativit fa s che la probabilit di un evento sia stimata
sulla base del suo grado di tipicit rispetto alla categoria cui appartiene
La congiunzione parrucchiera e attivista no-global corrisponde meglio
allimmagine di Linda attivata dalla descrizione iniziale

Probabilit, frequenze ed enumerazione di possibilit

E stato osservato che trasformare un problema di probabilit in un problema di


frequenza produce una diminuzione degli errori di giudizio
Secondo alcuni studiosi ci dipende dalla incapacit intrinseca della mente umana
di trattare le informazioni probabilistiche
La selezione naturale avrebbe dotato invece la mente di un modulo per registrare
ed elaborare le frequenze degli eventi osservati

Vi per una possibilit alternativa


Secondo unipotesi derivata dalla teoria dei modelli mentali il ragionamento
probabilistico avviene non applicando regole (equivalenti a quelle del calcolo delle
probabilit) ma tramite enumerazione delle possibilit (ragionamento estensionale)
Si pu mostrare che un problema di probabilit pu essere risolto correttamente a
condizione che i partecipanti siano messi nella condizione di ragionare in modo
estensionale

50
CAPITOLO 22 INTELLIGENZA UMANA (da leggere)

Intelligenza e differenze individuali

Nella psicologia animale e cognitiva lintelligenza vista come un insieme di


capacit specializzate possedute da una specie per la soluzione di problemi
La ricerche psicologiche che hanno come specifico oggetto lintelligenza umana
sono rivolte piuttosto a indagare le differenze intellettive tra gli individui

I test dintelligenza

Il test di Binet costituito da una serie di problemi che indicano capacit basilari di
ragionamento e possono essere ordinati secondo un grado crescente di difficolt
I compiti pi difficili che il bambino in grado di risolvere indicano il suo grado di
capacit intellettiva
Se un bambino risolve i problemi che in media risolvono i bambini di 7 anni gli si
pu assegnare unet mentale di 7 anni

Il concetto di et mentale alla base del concetto di quoziente intellettivo definito


come

QI = (et mentale/et cronologica) 100

Un bambino di 8 anni che ha unet mentale di 8 anni ha un QI pari a (8/8) 100


= 100
I test di abilit intellettive sono usati oggi per classificare e selezionare gli individui
a scuola, nellesercito, sul lavoro

Intelligenza generale e intelligenze specializzate

Spearman applic le tecniche di analisi fattoriale agli insiemi di intercorrelazioni


osservabili nelle misure di abilit intellettive
Egli individu un fattore principale alla base delle correlazioni tra i punteggi nei test
di intelligenza

51
Secondo Spearman tale fattore (denominato g) era lintelligenza generale, la capacit
cognitiva globale sottesa a tutte le attivit mentali di una persona
per es., il rendimento di un individuo in un test di abilit matematica dipende sia
dalla sua specifica abilit matematica sia dal suo grado di intelligenza generale

A questa concezione si oppone lipotesi che nelle abilit intellettive esistano diverse
componenti separate e indipendenti
Secondo Gardner lintelligenza umana costituita da un insieme di forme distinte
(intelligenza matematica, verbale, musciale, motoria ecc.) a ciascuna delle quali
corrisponde un distinto modulo cerebrale

Gli studi di genetica comportamentale

Qual il contributo relativo dei fattori genetici e ambientali alle differenze intellettive
individuali?
Sono stati condotti studi in particolare sui gemelli monozigoti (che posseggono
identico corredo genetico)
Tali studi, tra laltro, mostrano che i gemelli identici tendono ad avere gli stessi
rendimenti ai test sia quando sono stati allevati nella stessa famiglia sia quando sono stati
allevati in famiglie diverse

Ci ha permesso di concludere che buona parte delle variazioni nei punteggi ai


test intellettivi associata a differenze genetiche tra individui, e solo una piccola parte
associata a differenze nellambiente familiare
Nota bene: dire che la met delle variazioni intellettive tra le persone spiegata da
fattori genetici non equivale a dire che met dellintelligenza di una data persona dipende
da tali fattori

Differenze intellettive individuali e processi cognitivi e cerebrali

Alcuni studi hanno indagato il rapporto tra le differenze intellettive individuali e i


processi cognitivi di base
E stato mostrato che le differenze dintelligenza rilevate nei test psicometrici sono
correlate positivamente con le differenze rilevate nella soluzione dei problemi usati
nellindagine sperimentale sui meccanismi cognitivi di base
52
Esperimenti di neuroimmagine funzionale hanno mostrato che, quando le persone sono
impegnate nella soluzione di compiti complessi, il cervello delle persone pi abili consuma
meno glucosio del cervello delle altre (= maggiore economia di risorse)

Differenze intellettive tra gruppi di individui

Gli effetti della scolarizzazione

Le ricerche di psicologia transculturale mostrano quanto sia difficile comparare le


abilit intellettive di individui appartenenti a culture diverse
In particolare i problemi di ragionamento usati nei tradizionali test di intelligenza
non permettono di valutare correttamente le capacit intellettive di persone non
scolarizzate

Stereotipi sociali e prestazioni intellettive

Allinterno di una stessa cultura si possono rilevare differenze nelle capacit


intellettive di individui appartenenti a gruppi sociali diversi
Le prestazioni di un individuo in un test di abilit intellettive sono influenzate (sia in
negativo sia in positivo) dagli stereotipi relativi al gruppo sociale cui lindividuo appartiene

La minaccia dello stereotipo

A un gruppo di studenti neri e a un gruppo di studenti bianchi vennero presentati


alcuni difficili problemi tratti da un test di abilit intellettive
A met studenti di ogni gruppo etnico veniva detto che lo studio valutava le abilit
intellettuali individuali, allaltra met veniva presentato come una ricerca senza implicazioni
diagnostiche
Gli studenti bianchi ottennero gli stessi punteggi nelle due condizioni

Tra gli studenti neri, quelli cui il test non era stato presentato come uno strumento
diagnostico ottennero punteggi uguali ai bianchi
Invece quelli cui il test era stato presentato come uno strumento diagnostico
ottennero punteggi inferiori ai bianchi
Essi vedevano il test come una possibile conferma dello stereotipo negativo nei
loro confronti e questo peggiorava le loro prestazioni

53
APPENDICE

LAPPRENDIMENTO
Dott.ssa C. Bianco

Lapprendimento un cambiamento relativamente stabile del comportamento di un


soggetto di fronte a una specifica situazione sperimentata ripetutamente.

L apprendimento..
Tendenze innate a fornire certe risposte (esempio la comparsa del primo sorriso
sociale nel lattante),

risultato di una maturazione (esempio la capacit di parlare o camminare),

stati di temporanea alterazione delle condizioni psicofisiche (comportamenti


particolari sotto leffetto di alcol o droghe).

LAPPRENDIMENTO VISTO DALLESTERNO:

LE TEORIE COMPORTAMENTISTE.

Possiamo dire che c apprendimento quando un individuo manifesta un nuovo


comportamento, semplice o complesso che sia, un comportamento che prima non
esisteva e che poi si mantiene nel tempo.

Il primo connessionismo: tre teorie


1. Il condizionamento pavloviano, o condizionamento classico (Pavlov 1968).
2. Il comportamentismo di Watson (1878-1958).
3. Il connessionismo di Thorndike (1874-1949).

1. IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO

54
Il principio su cui si basa il condizionamento classico il rapporto temporale tra stimolo-
risposta.

Prima del condizionamento


SI (cibo) RI (salivazione)
RIFLESSO INNATO
SN (suono) nessuna risposta
Durante il condizionamento SN
( SUONO )- SI RI (SALIVAZIONE)

Dopo il condizionamento
SC(suono) RC (salivazione)

Le variabili nel condizionamento classico


Lintensit e\o la salienza degli stimoli incondizionati e di quelli condizionati, che
varia a seconda della della specie dei soggetti (la quantit e la qualit della polvere di
carne, lintensit del suono del campanello).

Intervallo di tempo che intercorre tra SC e SI , che deve essere molto breve.

La frequenza degli accoppiamenti (SN-SI).


Il condizionamento classico nelluomo.

C chi detesta un certo cibo perch dopo averlo mangiato stato colpito da una
malattia,
chi ha paura di una persona dalla quale stato aggredito,
chi ha cominciato ad avere paura dei cavalli dopo essere stato balzato a terra da
un determinato cavallo.

2. Il comportamentismo di Watson (1878-1958) Tipi


particolari di apprendimento

3.Il connessionismo di Thorndike, (1932).

La legge delleffetto
Lo stabilirsi e il rafforzarsi di legami associativi tra stimolo e risposta non deriva
semplicemente dalla loro contiguit temporale ma dagli effetti che seguono la risposta.

55
I due principi di Thorndike
Lapprendimento avveniva per prove ed errori.

La legge delleffetto: un comportamento viene appreso e si stabilizza solo se la


risposta produce un certo effetto sullambiente.

IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE Il
Neocomportamentismo
(Anni 30-40)

Skinner mitiga la visione passiva dellindividuo di fronte allambiente recuperandone


un ruolo attivo.

Il comportamento operante un comportamento spontaneo, e non condizionato ad


alcuno stimolo.

Esempio: condizionamento operante di Skinner


Esistono 2 classi di comportamenti:

Rispondenti: semplici riflessi condizionati, spiegabili secondo i principi del


condizionamento classico.

Operanti:
appartengono al repertorio dellindividuo;
vengono emessi in assenza di un particolare stimolo che li preceda; operano
sullambiente, agendo su di esso anzich subirne lazione.

Esempio: condizionamento operante di Skinner.


Un comportamento appartenente al repertorio delle risposte che un animale o un essere
umano pu emettere pu essere rinforzato positivamente o negativamente.

I Rinforzi
I rinforzi sono stimoli o effetti che seguono una risposta e che determinano la probabilit
che la risposta medesima sia emessa.

Il rinforzo la condizione necessaria e sufficiente perch si realizzi un apprendimento.


56
I rinforzi possono essere classificati in base:
valenza che hanno per il soggetto; rinforzi positivi e negativi, i bisogni sui
quali agiscono; rinforzi primari e rinforzi secondari, la modalit di
somministrazione; continua o intermittente.

Perch un comportamento venga consolidato, il rinforzo deve sempre seguire il


comportamento?

CONTINUO

PARZIALE

CONDIZIONAMENTO PROGRESSIVO O MODELLAGGIO

Shaping

Le forme nellattivit di risoluzione dei problemi

(Khler, 1925)
Lapprendimento per insight indica unimprovvisa presa di coscienza, la capacit di
risolvere un problema sulla base della ristrutturazione cognitiva dei suoi elementi in modo
del tutto nuovo, improvviso e irreversibile.
La teoria cognitiva europea

Il comportamentismo finalistico di Tolman, (1886-1959).


Al comportamento osservabile che mostra lavvenuto apprendimento si accompagna una
modifica di processi di conoscenza che non sono osservabili ma che sono responsabili del
comportamento osservabile.

LAPPRENDIMENTO VISTO DALLINTERNO

Come si modificano le conoscenze.

LAPPROCCIO COGNITIVISTA
Che cosa accade quando apprendiamo?

57
Apprendere significa modificare, cambiare.

Cambiano, quindi, le conoscenze che una persona arriva a possedere, e che costituiscono
la base del successivo comportamento.

Secondo il Cognitivismo
Come avviene la conoscenza?

La mente elabora linformazione che arriva dallambiente. Come si


arriva a cambiare la nostra struttura di conoscenza?

Percezione

Memoria

Categorizzazione

Rappresentazioni mentali

Percepire un oggetto significa individuare quelloggetto in mezzo a tutta una serie di altri
stimoli (o informazioni) che provengono dallambiente.

Memoria ecoica (per materiale di tipo uditivo) (Sperling,1960) 500-1000 ms


Memoria iconica (per materiale di tipo visivo) (Darwin, Turvey, Crowder, 1972) 3- 4
secondi
Memoria episodica
Memoria semantica
Memoria dichiarativa
Memoria procedurale

Il concetto di schema: e una struttura di dati per rappresentare in memoria concetti


generici (Rumelhart, 1980).

Una definizione di apprendimento: apprendimento come cambiamento.

Il cambiamento pu consistere sia nellacquisizione di una informazione che prima


mancava totalmente dal nostro bagaglio di conoscenze o di competenze.
58
..sia nel collegare tra loro conoscenze o competenze preesistenti in modo da portare a
una nuova competenza prima non presente.

Lapprendimento viene suddiviso in tre modalit (Rumelhart e Norman, 1978).

ACCRESCIMENTO

CREAZIONE

AGGIUSTAMENTO
Consapevolezza nellapprendimento:

La metaconoscenza
Si parla di metaconoscenza quando facciamo riferimento a ci che noi conosciamo sul
funzionamento dei nostri processi di conoscenza. Anne Brown (1978).

Flavell si concentra sulla conoscenza che lindividuo ha dei processi cognitivi.


Brown sviluppa un modello dei processi metacognitivi che si occupano di
controllare i processi cognitivi impegnati in un compito.

CAPITOLO DICIANNOVESIMO: PENSARE CON I NUMERI

UN MONDO DI NUMERI.

La capacit di usare i numeri fondamentale nellambito del commercio e della tecnologia,


il cui apprendimento , dunque, necessario. Qui analizzeremo le capacit psicologiche e i
processi mentali che sono alla base del nostro utilizzo dei numeri.

LA RAPPRESENTAZIONE DEI NUMERI.

|Comunicare con i numeri.

Vi sono due sistemi principali di espressione numerica: le parole-numero (ad es.,


venticinque) e i numeri arabi (ad es., 25). In ogni caso, un numero va posto in uno specifico
contesto e pu assumere tre significati diversi:

1) Numerosit: ovvero il numero di elementi di un insieme (un insieme di 5 mele pi


grande di quello di 3);
2) Posizione seriale: ovvero lordine di un elemento in una sequenza (pagina 5 viene
dopo, ma non pi grande, di pagina 4);
3) Etichetta: ovvero un modo arbitrario, che non implica n grandezza n ordine, di
identificare oggetti (7 pu essere usato come unetichetta per indicare un canale
televisivo).
Pertanto, occorre distinguere tra il significato di un numero (ovvero la sua semantica) e la
sua forma.

|La linea numerica mentale.

Gli studi sulla rappresentazione mentale dei numeri naturali ci rivelano che la grandezza
numerica rappresentata in modo analogico e visuo-spaziale piuttosto che in modo
simbolico-linguistico. Nel 1880 Galton chiese a persone normali di descrivergli come
pensavano ai numeri, e molti riferirono di avere delle rappresentazioni visuo-spaziali dei
numeri. Era infrequente il riferimento a una linea nella quale i numeri comparivano in un
formato continuo ed analogico. Questa divenne nota come linea numerica mentale.

Ma la linea numerica mentale reale o metaforica? In questambito, leffetto SNARC


rappresenta unimportante prova dellorientamento spaziale della linea numerica mentale.
Negli esperimenti in cui tale effetto stato dimostrato, ai partecipanti vengono presentati,
uno per volta e al centro di uno schermo, i numeri da 1 a 9 (escluso il 5). Il compito
consiste nel classificare il numero come pari o dispari, premendo un pulsante o con la mano
destra o con la sinistra. La variabile dipendente il tempo di reazione (TR), cio il tempo
che intercorre fra la comparsa del numero sullo schermo e linizio della risposta manuale
corretta. Ci che si osserva che i TR in risposta ai numeri piccoli (inferiori a 5) sono pi
rapidi con la mano sinistra mentre i TR in risposta ai numeri grandi (superiori a 5) sono pi
rapidi con la mano destra. Lipotesi pi attendibile per spiegare ci che la comparsa del
numero al centro dello schermo attiva la rappresentazione della quantit corrispondente
sulla linea numerica mentale. Le quantit pi piccole sono rappresentate a sinistra sulla
linea numerica mentale (dunque, in corrispondenza della mano sinistra) e quelle pi grandi
a destra (dunque, in corrispondenza della mano destra). Le risposte sono pi rapide quando
stimolo e risposta sono sullo stesso lato della linea mediana del corpo (compatibili) rispetto
a quando sono su lati opposti (incompatibili).

Una prova ancora pi forte dellorientamento spaziale della linea numerica mentale viene
dallo studio di pazienti con neglect, un disturbo di attenzione per lo spazio di sinistra in
seguito a una lesione cerebrale al lobo parietale destro. Se si chiede a questi pazienti di
indicare il punto di mezzo di una linea tracciata su un foglio (compito di bisezione), essi
indicano un punto troppo spostato a destra. Il compito di bisezione numerica consiste
nellindividuare il numero il numero che si trova nel mezzo fra due numeri pronunciati a
voce alta dallesaminatore. I pazienti commettono errori molto simili nel bisecare le due
linee, la linea reale e la linea numerica mentale. Ad es., per la coppia 11 e 19, la risposta
corretta 15, ma i pazienti rispondono 17 o 18, cio spostano a destra il punto di mezzo.
Quindi, il fatto che entrambi gli errori siano simili favorisce lipotesi che la linea numerica
mentale ha caratteristiche spaziali molto simili a quelle di una linea reale.

|Il confronto di grandezze numeriche.

Il confronto di grandezza numerica pu essere eseguito utilizzando come stimoli i numeri


arabi, le parole-numero, o anche degli insiemi di punti. In una prima variante del compito di
confronto, i partecipanti vedono apparire, uno dopo laltro, una serie di numeri sullo
schermo di un computer e devono stabilire, premendo un tasto, se ognuno di questi numeri
maggiore o minore di un dato numero di riferimento. Ad es., se il numero di riferimento
5 e il numero apparso sullo schermo 3, la risposta corretta consiste nel premere il tasto
minore di, se invece il numero apparso sullo schermo 9, la risposta corretta consiste nel
premere il tasto maggiore di. Nella seconda variante del compito, invece, i partecipanti
vedono simultaneamente due numeri sullo schermo e devono decidere quale dei due il pi
grande, anche in questo caso premendo un tasto. Ad es., se appaiono i numeri 5 e 3, la
risposta corretta consiste nel premere il tasto di sinistra. Se appaiono i numeri 4 e 8, la
risposta corretta consiste nel premere il tasto di destra.

Lanalisi dei TR e degli errori dimostra che le risposte sono tanto pi rapide ed accurate
quanto maggiore la differenza fra i due numeri: ad es., risulta pi veloce e pi facile
confrontare la coppia 5 e 3 che non la coppia 5 e 4. Tale fenomeno, noto come effetto
distanza, indipendente dal tipo di stimolo e viene interpretato come una dimostrazione del
fatto che le discriminazioni tra gli elementi numerici sono tanto pi facili quanto pi le
quantit da confrontare sono distanti sulla linea numerica mentale.

Oltre alleffetto distanza, i risultati ottenuti nei compiti di confronto dimostrano lesistenza
del cosiddetto effetto grandezza: a parit di distanza tra i numeri da comparare, le risposte
rallentano con laumentare della grandezza dei numeri. Ad es., i TR sono pi rapidi per il
confronto tra 4 e 6 che per il confronto tra 6 e 8. Tale effetto ha suggerito lipotesi secondo
cui la linea numerica mentale sia compressa logaritmicamente, cio che le quantit che essa
rappresenta siano tanto pi vicine quanto pi grandi sono i numeri. Unipotesi alternativa
sostiene che la rappresentazione dei numeri diventa imprecisa in modo proporzionale alla
grandezza numerica.

LA MATEMATICA MENTALE.

La capacit di eseguire calcoli aritmetici pi o meno complessi stata loggetto di molte


ricerche, ma la maggior parte degli studi riguarda laritmetica semplice.

Lesecuzione di operazioni aritmetiche a mente ci cos familiare che utile soffermarsi su


alcuni aspetti importanti della scrittura dellaritmetica semplice. Primo, tutti i fatti
aritmetici hanno una relazione ben definita tra di loro. Ad es., se 5 + 3 = 8 allora 3 + 5 = 8,
(5 + 1) + 3 = 8 + 1, (5 - 1) + 3 = 8 1, e cos via. Secondo, gli elementi sono ordinati per
grandezza cardinale: quindi, non solo (5 + 1) + 3 = 8 + 1, ma anche 5 + 1 > 5 e 8 + 1 > 8.
Questi aspetti conferiscono allaritmetica una caratteristica unica: le conoscenze possono
essere recuperate dalla memoria o possono essere computate utilizzando delle procedure
che possono essere state apprese in precedenza o possono essere costruite al volo usando
le conoscenze sui concetti e sulle relazioni numeriche.

|Leffetto della grandezza del problema.

Cosa determina la relativa facilit o difficolt di unoperazione mentale? La risposta a ci


la grandezza del problema. Una misura operativa della grandezza del problema data dalla
somma dei suoi operandi. Quindi, 4 + 6 pi grande di 3 + 5, perch le rispettive somme
sono 10 e 8. Sia i tempi di risposta che la probabilit di commettere errori aumentano in
modo proporzionale alla grandezza del problema, tranne nel caso in cui nel problema vi
sono due operandi uguali (3 + 3), dando risposte pi rapide ed accurate, perch la memoria
recuperare tale soluzione senza ricorrere alle diverse procedure e trasformazioni, e nel caso
in cui il problema ha come operando uno 0 e, per le moltiplicazioni, l1, poich si applicano
semplicemente delle regole apprese.

|Il formato dei fatti aritmetici.

Una questione particolarmente controversa quella che riguarda il formato in cui i fatti
aritmetici sono depositati nella memoria. Secondo alcuni ricercatori, lapprendimento dei
fatti aritmetici (in particolare le tabelline) non sarebbe diverso dallimparare una poesia a
memoria. Quindi, leffetto della grandezza del problema si spiega con il fatto che i
problemi grandi sono meno frequenti dei problemi piccoli, dunque i legami associativi
tra gli operandi e la risposta corretta sarebbero progressivamente pi deboli allaumentare
della grandezza del problema. Secondo unaltra ipotesi, il recupero dalla memoria sarebbe
basato su rappresentazioni della quantit numerica (la linea numerica mentale) piuttosto che
su semplici associazioni verbali. In questo caso, leffetto della grandezza del problema
dipenderebbe proprio dallorganizzazione intrinseca dei fatti aritmetici nella memoria.
Tuttavia, una via di mezzo tra queste due ipotesi sarebbe lipotesi pi plausibile: alcuni
recenti studi, infatti, suggeriscono che le operazioni altamente automatizzate, come la
moltiplicazione e forse alcune addizioni molto semplici, si basano almeno in parte su
rappresentazioni di tipo linguistico, contrariamente a quelle poco automatizzate, come la
sottrazione, che si basano sulla manipolazione di rappresentazioni della quantit numerica.

IL CERVELLO E LA MATEMATICA.

Secondo alcuni studi, larea del cervello dedicata alla matematica sarebbe il lobo parietale,
poich esso si attiva in tutti i compiti che richiedono la manipolazione di quantit, in
particolare si attiva nel caso delle operazioni aritmetiche e nel confronto di grandezza fra
numeri. Nel calcolo mentale, invece, si attiva anche il giro angolare dellemisfero sinistro,
che anche implicato nellelaborazione del linguaggio.

|Calcolatori eccezionali.

Non vero che per essere eccezionali nel calcolo e nella matematica abbiamo bisogno di un
cervello speciale: le capacit che i grandi matematici mostrano di avere in questambito
sembrano dipendere principalmente dalla grande quantit di pratica (infatti, possono
mostrare unintelligenza inferiore alla norma per quanto riguarda altri argomenti). Ci non
vuol dire ignorare le nostre basi biologiche (e persino genetiche) delle nostre abilit
numeriche: alcune persone soffrono infatti di discalculia evolutiva, una difficolt specifica
con i numeri che si manifesta nei primi anni di scuola, che sembra dipendere, cos come
altre difficolt di questo tipo, da anomalie genetiche che si riflettono sullo sviluppo del
cervello. Tuttavia, anche considerando solo gli individui normali, i test di matematica
dimostrano che c una grande variabilit di prestazioni tra il miglior individuo ed il
peggiore. Ci pu dipendere da diversi fattori, come quelli motivazionali, emotivi, culturali
ed educativi.

(Zorzi Girotto: Fondamenti d psicologia generale)

CAPITOLO QUARTO

OGGETTI E CATEGORIE.

Riconoscere un oggetto vuol dire categorizzarlo, e ci avviene in maniera gerarchica.


Distinguiamo tra:

- Categorie di base (ad es., quando ununit viene riconosciuta come appartenente
alla categoria penna);
- Categorie subordinate (quando lunit suddetta appartiene alla categoria penna
stilografica).
Il livello della gerarchia in cui si situa spontaneamente il riconoscimento ha il nome di
categoria di entrata: ad es., se ci imbattiamo in un merlo, molti di noi lo riconoscono come
appartenente alla categoria uccelli, mentre altri, pi esperti, entrano direttamente a livello
della categoria subordinata, riconoscendolo, appunto, come merlo. Se ci imbattiamo
invece in un pinguino, tutti, anche gli inesperti, lo riconoscono direttamente come
pinguino. Sembra dunque che la categoria di entrata dipenda da quanto loggetto tipico
di una certa categoria ma anche da quanto ci familiare.

Riconoscere un oggetto, inoltre, rappresenta anche un mezzo per associarlo con le


rappresentazioni che descrivono i suoi utilizzi (ad es., serve a scrivere, la penna). Quindi,
tale riconoscimento ci fa percepire le funzioni delle entit con cui veniamo in contatto
nellambiente. Chiaramente, le funzioni associabili agli oggetti sono relative al livello a cui
siamo in grado di categorizzarli (le funzioni di una penna sono disponibili per tutti noi, ma
potrebbero non esserlo in una cultura che non conosce la scrittura).

I processi di riconoscimento degli oggetti sono veloci e flessibili e, anche di fronte a diversi
tipi di modificazione (tempo ridotto di esposizione delloggetto, modifiche nella forma, nel
colore, etc.), possiamo riconoscerli senza sforzo e quasi senza commettere errori.

Ma come facciamo a riconoscere gli oggetti da punti di vista diversi? Le soluzioni


tradizionali sono relative a due idee fondamentali: quella di descrizione strutturale e quella
di template, ognuna con prove a favore e prove contrarie.

RICONOSCIMENTO E PUNTI DI VISTA.

Nel processo di riconoscimento, linformazione raccolta dai sistemi percettivi viene


confrontata con rappresentazioni contenute in memoria. Ma tale informazione varia in
funzione dei cambiamenti di posizione reciproca fra loggetto e il punto di vista: il nostro
sistema di riconoscimento, ad es., si rende sempre conto di avere davanti una tazza di caff,
qualunque sia la nostra e la sua posizione.
|Le descrizioni strutturali.

Ci possibile perch esso riesce a ricostruire sempre la stessa descrizione della struttura
tridimensionale delloggetto. Questa descrizione strutturale confrontata con analoghe
descrizioni in un catalogo interno, e la descrizione interna che pi corrisponde a quella
costruita sulla base dellinformazione corrente viene scelta per il riconoscimento. Questa
idea fu proposta per la prima volta dal ricercatore inglese Marr, che combin lottica
ecologica di Gibson con le conoscenze allora disponibili sulla neurofisiologia del sistema
visivo. Il risultato fu un modello a tre stadi, in cui lelaborazione dellinformazione visiva
inizia con una rappresentazione dei contorni ai diversi livelli di dettaglio (abbozzo
primario), poi vi lintegrazione di tali contorni con le informazioni fornite dalla stereopsi -
cio la percezione della profondit basata sullinformazione binoculare -, dal movimento,
dalle ombre (abbozzo a due dimensioni e mezza), ed infine si ha una descrizione completa
della struttura tridimensionale delloggetto (modello tridimensionale).

Con lidea di una rappresentazione spaziale intermedia fra le due e le tre dimensioni, Marr
voleva sottolineare che il sistema percettivo pu rappresentare le posizioni nello spazio
rispetto a due riferimenti diversi. Il primo riferimento la posizione del punto di vista
occupato dallosservatore, mentre il secondo il sistema astratto delle tre coordinate
utilizzate nella geometria euclidea. In questultimo caso, a differenza del primo, grazie a
queste tre coordinate indipendenti dal punto di vista, vi una descrizione strutturale
completa. La computazione naturale sottostante al passaggio dallabbozzo a 2D e al
modello 3D sarebbe basata, secondo Marr, su una sorta di lavoro di ricostruzione: a partire
da propriet rilevabili nellabbozzo a 2D e , il sistema visivo ricostruirebbe dei volumi (i
cilindri generalizzati), la cui combinazione sarebbe la descrizione strutturale delloggetto
nel modello a 3D.

Il ricercatore americano Biederman, come Marr, ritiene che il riconoscimento sia preceduto
da una fase in cui viene costruita una rappresentazione centrata sullosservatore, oltre al
fatto che la rappresentazione usata per il riconoscimento sia una descrizione strutturale. Ma
il modello di Biederman differisce da quello di Marr in molti aspetti, in particolare per le
propriet non accidentali. Tale termine si riferisce a propriet della proiezione retinica
corrispondente ad un oggetto tridimensionale, che tendono ad essere diagnostiche della
presenza di una certa struttura proiettata. Biederman ha proposto di usare tali propriet sulla
retina per definire un repertorio limitato di primitive volumetriche o geoni. Ogni geone
definito dalla congiunzione di un certo numero di queste propriet. Mentre Marr ipotizzava
descrizioni strutturali del tutto indipendenti dal punto di vista, le descrizioni a geoni di
Biederman lo sono solo parzialmente, dipendendo dalle propriet non accidentali presenti
nellimmagine 2D. Al variare del punto di vista, le propriet non accidentali presenti, in
molti casi, rimarranno le stesse, e lo stesso vale per la struttura a geoni.

|I templates.

Il concetto di template deriva dalla ricerca sul riconoscimento automatico di caratteri


tipografici (template, in inglese, la sagoma di cartone o di metallo che si usa come guida
per ritagliare una sagoma). Il procedimento, noto come confronto rispetto a un template,
mostr ben presto dei limiti, dato che esso funziona bene solo con un numero limitato di
diversi stili tipografici e con un numero limitato di grandezze.

Tuttavia, tale modello stato usato per spiegare i processi di riconoscimento di tutti gli
oggetti, dato che, secondo molti ricercatori, la rappresentazione interna utilizzata per il
riconoscimento costituita da una sorta di template arricchito, una specie di fotografia
delloggetto come appare da un particolare punto di vista.

Tale idea trae la sua forza dai dati, dato che la prestazione di riconoscimento non del tutto
indipendente dal punto di vista da cui si guarda un oggetto (in particolare, da punti di vista
privilegiati, detti canonici, il riconoscimento veloce ed accurato, mentre allinfuori di essi
non lo ). Ci si evince, inoltre, anche dal fatto che nel lobo temporale del cervello vi sono
unit neurali che sembrano essere lequivalente di un template, ossia che rispondono bene a
oggetti specifici presentati da uno specifico punto di vista, mentre sono poco sensibili
rispetto a modificazione di grandezza e di posizione nel campo visivo.

Se il riconoscimento fosse basato sul confronto tra linformazione disponibile da un


particolare punto di vista e un template interno, ci vorrebbe dire che il nostro cervello ha
un numero enorme di templates, uno per ogni possibile oggetto visto da uno degli
innumerevoli punti di vista. Anche le caratteristiche delloggetto hanno una loro
importanza: infatti, a seconda di quali parti sono visibili da determinati punti di vista, la
prestazione pu essere pi o meno buona.

|Rotazioni mentali.

Negli anni Settanta, Shepard ed i suoi collaboratori avevano svolto delle ricerche sulla
capacit di riconoscere oggetti non familiari: si prende unimmagine che raffigura un
oggetto complesso e non familiare e la si accoppia con altre figure, che possono
rappresentare lo stesso oggetto, ruotato in 3D di una certa quantit, oppure oggetti diversi.
Si mostrano le coppie di figure a delle persone che devono decidere il pi velocemente
possibile se i due oggetti sono uguali o diversi. Il compito difficile, ma dopo un adeguato
addestramento le persone riescono a svolgerlo bene. Il risultato di ci che il tempo di
risposta varia linearmente in funzione dellentit della rotazione (rotazione piccola =
riconoscimento veloce; rotazione grande = riconoscimento lento).

In tale ambito, Shepard propose il concetto di rotazione mentale: per decidere se i due
oggetti sono uguali o diversi, le persone utilizzerebbero un processo interno analogo al
ruotare fisicamente loggetto a velocit costante, anche se nessun ricercatore riuscito a
trovare una buona spiegazione del perch ci avvenga proprio a velocit costante. Daltro
canto, molti ricercatori che si occupano di riconoscimento di oggetti oggi ritiene che sia
proprio un processo di trasformazione delle rappresentazioni interne quello che permette di
superare il problema insito nel concetto di template.

In questo senso, molti risultati sembrano in accordo con le previsioni dei modelli a
template: Bulthoff, con un esperimento basato su immagini costruite in modo da sembrare
tridimensionali e presentate a dei soggetti, ai quali venivano poi mostrate nuove immagini
dove potevano esserci oggetti mai visti primi oppure un oggetto (precedentemente studiato)
presentato da nuovi punti di vista, not che 1) quando il punto di vista intermedio, il
riconoscimento molto buono; 2) quando pi estremo, meno buono; 3) quando
ortogonale, il riconoscimento pessimo. Ci suggerisce che il riconoscimento varia in
funzione della posizione del nuovo punto di vista rispetto ai punti di vista gi noti.

UNO O Pi MECCANISMI PER IL RICONOSCIMENTO?

Oggi si ritiene che n i modelli basati su descrizioni strutturali n quelli basati su templates
riescano a spiegare in modo soddisfacente tutti i dati disponibili. In questo senso, i
ricercatori si dividono fra due posizioni alternative: la prima dice che la via duscita dal
dilemma potrebbe essere un modello ibrido che utilizza meccanismi diversi in condizioni
diverse, quindi il riconoscimento sarebbe in parte basato su template ed in parte su
descrizioni strutturali; la seconda invece dice che tale modello non soddisfacente in
quanto poco economico e difficile da controllare empiricamente.

Perci, molti ricercatori oggi preferiscono un modello interamente basato sui templates
piuttosto che un modello a due componenti. In questo senso, secondo i ricercatori una rete
neurale potrebbe, grazie ad opportune regole per la trasmissione dei segnali dalle unit che
funzionano come templates a quelle che codificano gli oggetti, essere in grado di
interpolare fra diversi templates per riconoscere gli oggetti da punti di vista nuovi,
incorporando, quindi, anche alcune idee di Biederman, che non ha mai negato che il
riconoscimento dipenda parzialmente dal punto di vista.

|Un meccanismo speciale per riconoscere i volti?

Secondo molti ricercatori, la mente umana disporrebbe di meccanismi specializzati nel


riconoscimento dei volti, cio un sistema innato per la percezione dei volti come categoria
di base. Il riconoscimento dei volti viene per rallentato (e si commettono pi errori)
quando il volto viene presentato sottosopra. Tale effetto inversione sembra indicare che
quando vediamo un viso capovolto lo riconosciamo come tale, ma non siamo pi in grado
di stabilire a quale persona appartenga, suggerendo anche esso lesistenza di un
meccanismo specializzato per il riconoscimento dellidentit dei volti.

Tuttavia, secondo alcuni ricercatori, i risultati suddetti si possono spiegare diversamente,


cio che attraverso lesperienza possono venire costruiti dei sistemi per il riconoscimento a
livello subordinato, non solo per i volti umani, ma anche per tutti i membri di categorie di
cui siamo diventati esperti, sempre da un punto di vista generale, non specifico.

PERCEPIRE LA FUNZIONE DI OGGETTI SCONOSCIUTI.

Non ovvio come i processi di riconoscimento finora studiati dovrebbero funzionare nel
caso, invece, di un oggetto del tutto nuovo.

In questo ambito, Gibson, il padre dellapproccio ecologico allo studio della percezione
visiva, fu il primo a notare che nella struttura spaziale e temporale dellassetto ottico vi
sono informazioni in grado di specificare direttamente ad un organismo quali azioni
possono essere svolte su un certo oggetto. Per riferirsi a queste particolari propriet
percepite, Gibson ha coniato un neologismo: affordance (dallinglese to afford: offrire,
rendere disponibile. Indica quindi la disponibilit a subire una certa azione), secondo cui,
per questo tipo di categorizzazione, non sarebbe necessario lutilizzo di rappresentazioni
interne, ma il sistema visivo potrebbe raccogliere direttamente linformazione che un dato
oggetto ha una certa affondante.

I dati raccolti da uno studio della percezione degli stimoli ambientali che dei soggetti hanno
in relazione ad una sedia e ad una scala, suggeriscono che le persone riconoscono una sedia
come qualcosa su cui ci si pu sedere o una scala come qualcosa su cui si pu salire, in
funzione dellinformazione ottica disponibile sulle dimensioni e sulla forma degli oggetti
percepiti, ma anche sulla relazione fra il mondo e le possibilit motorie dellosservatore.

Il concetto gibsoniano di affordance ha avuto grande successo anche al di fuori della


psicologia, soprattutto fra coloro che si occupano di progettazione, non solo per oggetti
concreti come una sedia, ma anche per quegli oggetti speciali che sono le interfacce uomo-
computer. Infatti, uninterfaccia tanto pi facile da usare, quanto pi le azioni che
permette di eseguire sono inserite in un contesto che produce le affordances appropriate alle
azioni stesse.

CAPITOLO NONO

UNA LEGGENDA METROPOLITANA.

Vi una leggenda metropolitana che ha destato particolare interesse tra gli psicologi: si
racconta che una nota azienda produttrice di bibite, che chiameremo Poca Rola, per
incrementare le proprie vendite, inser un fotogramma della propria bibita tra i fotogrammi
di una pellicola proiettata in un cinema. Ogni fotogramma era esposto alla vista degli
spettatori per pochi millisecondi, e perci non sorprende che gli spettatori non fossero
coscienti di quello della Poca Rola. Tuttavia, secondo la leggenda, al termine del film gli
spettatori che erano assetati si recavano presso il vicino distributore automatico e tendevano
ad acquistare pi la bibita della Poca Rola che le altre bibite. Dunque, ragionevole temere
che il nostro comportamento possa essere influenzato da stimoli che sfuggono alla nostra
coscienza?

LA LEGGENDA SOTTO ESAME SPERIMENTALE.

|I fatti della leggenda.

I fatti narrati dalla leggenda possono essere suddivisi in due categorie: gli elementi e le
caratteristiche. Gli elementi sono gli stimoli ambientali che si suppongono rilevanti per
capire il senso della leggenda. Le caratteristiche sono alcuni dettagli della situazione sotto
esame che confronteremo immaginando una situazione analoga in un laboratorio di
psicologia. Distinguendo gli elementi relativi allevento 1 e quelli relativi allevento 2,
notiamo che il primo costituito dalla presentazione del fotogramma della Poca Rola agli
spettatori impegnati a guardare il film, mentre il secondo costituito dallacquisto di una
bibita al distributore automatico. Levento 1 precede levento 2, e a noi interessa esaminare
il comportamento degli spettatori dopo essere stati esposti al fotogramma della Poca Rola.
Le caratteristiche legate ai due eventi sono: 1) le condizioni temporali che definiscono il
manifestarsi dei due eventi; 2) lo stato di coscienza dello spettatore allaccadere dei due
eventi; 3) il comportamento dello spettatore in relazione ai due eventi. I due eventi
differiscono per tutte queste caratteristiche, in particolare levento 1 sottoposto a forti
vincoli temporali, levento 2 no. Quindi,il comportamento dello spettatore messo in atto
allaccadere dellevento 2 ha legami concettuali diretti con il distributore di bibite.

|Perch il laboratorio di psicologia?

Gli psicologi sperimentali considerano tale leggenda non convincente per due motivi:
innanzitutto, ci viene detto che gli spettatori non avevano percepito coscientemente il
fotogramma in questione, ma quali prove sono addotte a favore di tale affermazione?
Nessuna. Allora, dovremmo crederci o no? Se s, dovremmo credere allora che i pochi
millisecondi sono effettivamente insufficienti a generare un percetto cosciente di
unimmagine visiva. Se no, potremmo trovare una spiegazione alternativa al fenomeno, del
tipo che lo spettatore avr notato tale fotogramma, chiedendosi che cosa ci faceva nel film,
e successivamente aver pensato che una bibita della Poca Rola un buon modo per
dissetarsi, decidendo di acquistarla.

Secondo motivo che la leggenda ci dice che dopo la visione del film gli spettatori che
sceglievano la Poca Rola erano molto pi numerosi (70%) di quelli (30%) che sceglievano
le altre bibite. Tuttavia, tale dato non affatto informativo del reale effetto del fotogramma
sugli spettatori. Infatti, possibile che tra gli spettatori che hanno comprato la Poca Rola ce
ne siano molti che, anche se non fossero stati esposti al fotogramma, avrebbero comunque
preferito la Poca Rola alle altre bibite. Per tale ragione, occorre esaminare tutto ci
nellambito di un laboratorio di psicologia sperimentale.

|Gli esperimenti di priming subliminale.

In questo ambito, il paradigma sperimentale considerato viene definito di priming


subliminale (questultimo termine si riferisce al fatto che alcuni stimoli usati in questo tipo
di esperimenti non raggiungono la soglia della coscienza). Le persone vengono fatte sedere,
una alla volta, in una stanza insonorizzata davanti allo schermo di un computer.
Lesperimento si compone di un numero di prove strutturalmente simili tra di loro.

Anche in questo caso, ogni prova di un esperimento basato sul paradigma di priming
subliminale pu essere scomposta in due eventi successivi. Lelemento cardine dellevento
1 definito stimolo prime (la raffigurazione di un paio di ossa), che viene esposto per pochi
millisecondi ed preceduto/seguito da configurazioni senza senso che mascherano lo
stimolo prime. Levento 2 temporalmente successivo allevento 1, e lintervallo di tempo
che intercorre tra essi di qualche centinaio di millisecondi. Lelemento cardine dell
evento 2 definito stimolo target, in questo caso la raffigurazione di un cane, esposto senza
particolari limiti temporali. Dopo essere stato esposto allo stimolo prime (senza esserne
informato), al partecipante viene presentato lo stimolo target e gli viene assegnato un
compito, ad es. quello di dire, nel pi breve tempo possibile, il nome o la categoria a cui
appartiene il concetto dello stimolo target. Il tempo che intercorre tra la presentazione dello
stimolo target e la rilevazione della risposta la variabile dipendente dellesperimento.

Importante la relazione concettuale prime-target, poich la principale variabile


indipendente dellesperimento, la cui manipolazione da parte dello psicologo sperimentale
giustificata dalla stessa logica della leggenda della Poca Rola. La logica della
manipolazione della relazione prime-target si pu esprimere cos: se vero che la scelta
della bibita influenzata in senso positivo dalla precedente esposizione al fotogramma di
un oggetto concettualmente associato, allora la risposta ad uno stimolo target pu essere
influenzata in senso positivo quando lo stimolo target preceduto da uno stimolo prime
concettualmente associato rispetto a quando lo stesso stimolo target preceduto da uno
stimolo prime non concettualmente associato.

Ovviamente, le conclusione relative al ruolo degli stimoli non coscienti nella modulazione
del nostro comportamento saranno valide solo se si potr stabilire con certezza che gli
stimoli prime non erano percepiti coscientemente dai partecipanti. Perci, si esegue un test
di riconoscimento (si presenta al soggetto lintera sequenza di stimoli a cui stato
sottoposto), che produrr una misura diretta della riconoscibilit degli stimoli prime.
Inoltre, nellesperimento di priming subliminale leffetto dello stimolo prime non cosciente
sullelaborazione dello stimolo target emerger dal confronto della velocit di risposta allo
stesso stimolo target presentato in due diverse condizioni sperimentali, che differiscono
solo per il tipo di stimolo prime che precede lo stimolo target.

Quindi, i tempi di reazione sono pi brevi quando gli stimoli target sono preceduti da
stimoli prime concettualmente associati.

|Il significato funzionale delleffetto di priming subliminale.

Per spiegare leffetto di priming subliminale, si deve analizzare larchitettura delle funzioni
mentali, costituita dalle forme di memoria e dai tipi di processi mentali, organizzati in
riferimento allo scorrere del tempo. In particolare, i primi istanti successivi alla
presentazione dello stimolo sono occupati dalla generazione di una rappresentazione
sensoriale il cui supporto funzionale la memoria iconica (MI), che ci permette di scattare
fotografie mentali di breve durata, icone, appunto.

Un tipo di elaborazione finalizzato a prolungare la durata temporale della


rappresentazione sensoriale. Questo processo detto di consolidamento genera una
rappresentazione mentale dello stimolo visivo che viene mantenuta nello spazio di memoria
detto di lavoro o a breve termine (MBT), dove la durata di tale rappresentazione
nellordine dei secondi. Il processo di consolidamento , poi, innescato volontariamente
dagli esseri umani.
Molti psicologi sperimentali sostengono che la conditio sine qua non affinch uno stimolo
sia cosciente che ne esista una rappresentazione in MBT. Tuttavia, il consolidamento non
sufficiente a generare una rappresentazione mnestica in MBT. Infatti, la rappresentazione
sensoriale viene sottoposta ad un ulteriore processo mentale, che opera un trasferimento
dellattivazione dalla MI alla memoria a lungo termine (MLT). Quindi, ha senso parlare di
una rappresentazione mnestica in MBT solo come prodotto dellintegrazione tra la
rappresentazione consolidata dello stimolo e la rappresentazione delle informazioni
semantiche relative allo stimolo attivate nella MLT.

Alcuni studi sperimentali lasciano supporre che quando il livello di attivazione della
rappresentazione sensoriale minimo, come logico ipotizzare per uno stimolo prime di
durata cos breve e sottoposto allazione mascherante degli stimoli che lo
precedono/seguono, il consolidamento della rappresentazione sensoriale in una
rappresentazione in MBT non avviene. La breve durata dello stimolo prime comunque
sufficiente a dare corso al processo di trasferimento dellattivazione alla MLT. Quindi,
anche livelli minimi di attivazione di una rappresentazione sensoriale sono sufficienti ad
innescare lattivazione delle informazioni concettuali associate allo stimolo visivo. Lo
stimolo prime, poi, non pu essere cosciente, perch non ne viene consolidata la relativa
rappresentazione sensoriale, oltre al fatto che non possono essere integrate la
rappresentazione dello stimolo in MBT e le informazioni semantiche attive in MLT relative
allo stimolo prime.

C da dire, inoltre, che il trasferimento dellattivazione alle informazioni concettuali legate


allo stimolo target avviene con una dinamica funzionale del tutto analoga a quella che
abbiamo descritto per lo stimolo prime. Ma la differenza cruciale sta nel fatto che il nodo
concettuale (in questo caso cane) era stato preattivato in MLT dallo stimolo prime, e la
conseguenza di ci si riflette nella velocit con cui viene operata lintegrazione tra la
rappresentazione mentale di cane in MBT e le informazioni semantiche relative a cane
attivate in MLT. Pertanto, quanto pi velocemente avverr lintegrazione delle informazioni
circa lo stimolo target, tanto pi veloce sar la produzione di un comportamento basato
sullidentit dello stimolo target. I tempi di reazione saranno pi brevi quando prime e
target sono stimoli concettualmente associati rispetto a quando non lo sono.

I PROBLEMI ANCORA APERTI.

|Paura di andare al cinema?

Chiaramente, non dobbiamo averne, in primo luogo perch vi una normativa che vieta
espedienti pubblicitari di carattere subliminale; in secondo luogo, non esistono al momento
prove convincenti che dimostrino che anche lespressione di una preferenza possa essere
influenzata da stimoli non coscienti; in terzo luogo, rimane il problema di stabilire quale sia
il test di riconoscimento pi opportuno per la valutazione del grado di riconoscibilit degli
stimoli non coscienti, cio gli stimoli prime. Tuttavia, linsieme di questi risultati non
ancora sufficiente per permetterci di concludere con certezza che nulla dello stimolo prime
viene percepito coscientemente.
|Caso particolare o legge generale?

La costruzione di un percetto cosciente il momento terminale di una catena di passaggi


relativamente articolata dove forme intermedie di rappresentazione mentale giocano un
ruolo essenziale. Inoltre, la relativa permeabilit del nostro comportamento alle
rappresentazioni non (ancora) coscienti, legata a fattori quali la scala temporale e i costi
associati alla generazione di un percetto cosciente. In condizioni critiche, i tempi per
generare la rappresentazione cosciente di uno stimolo sono centinaia di volte pi lunghi di
quelli impiegati dal nostro cervello per trasmettere linformazione generata dagli organi
recettori nelle varie aree in cui linformazione viene elaborata. Inoltre, mentre la
generazione di una rappresentazione mentale cosciente di uno stimolo richiede uno sforzo
attentivo volontario, le rappresentazioni intermedie invece non lo richiedono (a ci legato
unillusione ottica nota come effetto Roelofs, che si ha quando un soggetto percepisce e
descrive la posizione della linea rispetto alla cornice in maniera non corrispondente alla sua
reale posizione fisica, mentre se deve toccare la linea con la punta del dito, il pi
velocemente possibile, il movimento corretto, poich non influenzato dalla percezione
cosciente della posizione della linea che scorretta perch influenzata dalleffetto Roelofs

CAPITOLO UNDICESIMO

DAI NEURONI AL COMPORTAMENTO.

Le reti neurali artificiali sono dei sistemi di elaborazione dellinformazione ispirati al


funzionamento del cervello, capaci di apprendere a svolgere compiti complessi. Tale
sistema pu essere addestrato a vedere, sentire, muoversi, etc. Le applicazioni
tecnologiche delle reti neurali sono praticamente infinite, ma a noi interessa la loro
influenza nelle scienze psicologiche. In questo ambito, infatti, le reti neurali (noti anche
come modelli connessionisti) sono usate per simulare le capacit cognitive e il
comportamento umano, per comprendere come si realizzino le nostre funzioni mentali.

GLI ELEMENTI DI BASE DI UNA RETE NEURALE.

Nel cervello, una rete neurale formata da un certo numero di neuroni che agiscono e si
influenzano a vicenda tramite le connessioni che li collegano. Ogni neurone rileva un
insieme di condizioni che considerato il pi semplice livello di rappresentazione. In ogni
caso, il neurone segnala ci che ha rilevato attraverso la sua frequenza di scarica, ed i
neuroni possono ricevere segnali da altri neuroni, formando strati di rilevatori pi
complessi. Una rete neurale artificiale si ispira a tutto ci, senza tentare comunque di
riprodurre la complessit del neurone biologico, ma cercando di catturarne i principi base di
funzionamento.

|Il neurone.
Un neurone formale un semplice modello matematico che astrae gli aspetti fondamentali
del funzionamento neuronale. Un neurone presenta uno stato di attivazione, che varia in
funzione delle attivazioni dei neuroni dai quali riceve (input) e che sar poi propagato ad
altri neuroni che si trovano a valle (output). Lattivazione di un neurone formale un
numero reale compreso tra 0 e 1 oppure tra -1 (stato di inibizione) e 1. Il calcolo dello stato
di attivazione procede per due stadi: 1) la somma di tutte le attivit provenienti dalle altre
unit (neuroni) collegate, cio il calcolo dellinput totale; 2) il calcolo dello stato di
attivazione finale del neurone attraverso una funzione di output. Questultima pu essere
semplicemente una funzione a soglia, dove il neurone sar attivo solo se linput totale
supera un certo valore di soglia, oppure una funzione che simula meglio le propriet dei
neuroni biologici. La funzione pi utilizzata quella sigmoide (forma a S), che esprime la
relazione tra i valori di input totale ricevuto dal neurone e loutput del neurone stesso.

|Larchitettura.

Importante, poi, stabilire larchitettura della rete, cio uno schema di connettivit che
identifica la presenza di eventuali gruppi di neuroni diversi, organizzati in strati, e il modo
in cui i neuroni sono connessi tra loro. Le unit che ricevono linput direttamente
dallambiente formano lo strato di input, mentre le unit che producono loutput finale della
rete formano lo strato di output. I neuroni che non sono in contatto con lambiente sono
chiamati unit nascoste, organizzabili in uno o pi strati. Il numero di unit presenti in ogni
strato dipende dalla natura del compito che la rete dovr apprendere. Presentare alla rete
uno stimolo significa attivare quelle unit di input che codificano gli attributi dello stimolo
le altre unit rimangono spente (inattive). Ad es., se un gruppo di unit codifica il
colore degli oggetti, uno stimolo rosso attiver le unit che codificano il colore rosso ma
non quelle che codificano il verde o altri colori. Con il termine configurazione ci
riferiremo allo stato di attivazione complessivo di tutte le unit di uno strato.

Linfluenza di un neurone su di un altro neurone si realizza in corrispondenza dei punti di


giunzione tra le due cellule, chiamate sinapsi, regolate attraverso complessi meccanismi
biochimici (neurotrasmettitori), ma nelle reti artificiali di esse viene presa in considerazione
solo lefficacia (forza). Quindi, ogni connessione tra una coppia di neuroni nelle reti
artificiali caratterizzata da un peso sinaptico, un valore scalare che indica la forza della
connessione. Il peso pu essere positivo, definendo una connessione eccitatoria, oppure
negativo, definendo una connessione inibitoria. Tale peso determina quindi che un neurone
ecciti oppure inibisca un altro neurone, e se questo effetto sia grande oppure piccolo.

Bisogna definire prima lo schema di connettivit tra strati: alcuni tipi di rete prevedono solo
connessioni unidirezionali in avanti (feedforward), dallo strato di input verso lo strato
nascosto e da questultimo verso lo strato di output; altre reti hanno invece connessioni
bidirezionali, in cui lattivazione pu fluire anche allindietro (feedback) dalloutput verso
linput. In questo caso si parla di reti ricorrenti, e in alcuni tipi di tali reti non vi una
divisione in strati, per cui ogni unit collegata con tutte le altre. Ci possono essere anche
connessioni intra-strato, cio tra unit che fanno parte dello stesso gruppo (connessioni
laterali).
LAPPRENDIMENTO NELLE RETI NEURALI.

Il terzo elemento fondamentale di una rete neurale la procedura di apprendimento, che


consiste nel trovare linsieme di pesi sinaptici che permette alla rete di svolgere un certo
compito. Prima dellapprendimento, i pesi sono a zero oppure hanno valori casuali, quindi
la rete non sa fare niente. Qualsiasi procedura di apprendimento si basa quindi sulla
modifica dei pesi. Lo psicologo canadese Hebb elabor una teoria relativa
allapprendimento, proponendo una serie di idee che formano la base dellapproccio
connessionista. La regola di Hebb ci dice che quando due neuroni connessi tra loro sono
ripetutamente attivi aumenta lefficacia sinaptica il peso si rinforza. Questa regola
utilizzata, con un meccanismo simile, dal cervello ed ha la sua importanza nellambito delle
reti neurali artificiali.

La ricerca sulle reti neurali artificiali ha prodotto un numero notevole di algoritmi (insieme
finito di istruzioni per risolvere un problema) di apprendimento. Distinguiamo tre tipi
diversi di apprendimento:

- Apprendimento supervisionato: consiste nellimparare a produrre una risposta


corretta (output) ogni volta che si presenta un nuovo stimolo (input) adeguato, con
la presenza di un insegnante esterno (es. bambino che impara a leggere, a cui viene
detto il suono di una parola mentre gli viene mostrata la sua forma scritta);
- Apprendimento per auto-organizzazione: il sistema non ha alcun compito specifico
da eseguire. Lo scopo dellapprendimento di costruire rappresentazioni dellinput
pi complesse e informative, che possono essere successivamente usate per il
ragionamento, la decisione e la comunicazione )es. quando costruiamo categorie
sulla base della loro somiglianza fisica o concettuale);
- Apprendimento per rinforzo: il sistema pu anche produrre azioni che hanno un
effetto sul mondo, e riceve rinforzi (o punizioni). Tale apprendimento consiste
nellimparare ad agire in un modo che massimizza il rinforzo nel lungo termine. Qui
viene per fornita solo uninformazione sulla bont delloutput prodotto. Coincide
con il condizionamento operante.
Consideriamo il tipo pi semplice di rete neurale, un associatore di configurazioni. Questo
costituito da uno strato di unit di input e da uno strato di unit di output, collegati
attraverso connessioni unidirezionali, senza connessioni tra le unit dello stesso strato. Dato
un insieme di configurazioni di input, la rete deve imparare ad associare la forma scritta di
una parola con la corrispondente forma fonologica. La versione pi semplice di
apprendimento supervisionato modifica i pesi delle connessioni in base allerrore che la rete
produce per ogni configurazione presentata alla rete. Questa la sequenza eventi:

- Viene presentata alla rete una configurazione di input, attivando le corrispondenti


unit di input;
- Lattivazione delle unit di input si propaga a quelle di output attraverso le
connessioni;
- Viene calcolata lattivazione delle unit di output (se la rete non ha ancora imparato,
loutput prodotto sar casuale e quindi errato);
- La configurazione di output prodotta dalla rete confrontata con la configurazione
di output desiderata. La discrepanza tra le due configurazioni il segnale di errore
che serve per la modifica dei pesi;
- I pesi di ciascuna unit di output vengono modificati in modo proporzionale
allerrore.
Lapprendimento termina quando lerrore arriva a 0 (o sufficientemente piccolo) per tutte
le configurazioni. Questo tipo di apprendimento supervisionato chiamato regola delta,
perch la modifica dei pesi si basa sullentit della differenza (delta) tra output effettivi e
output desiderati.

In seguito a ci, la rete potr loutput corretto per ogni configurazione di input. Inoltre, essa
pu essere in grado di generalizzare, cio di utilizzare in modo appropriato la conoscenza
appresa anche di fronte a nuovi esempi del problema rispetto al quale ha avuto luogo
lapprendimento (es. riconoscere come cane anche un esemplare di una razza che non ho
mai visto e immediatamente saprei che potrebbe mordermi).

RETI NEURALI E MEMORIA.

Una rete neurale in grado di memorizzare informazioni?

Per prima cosa, c da dire che una rete non ha una sorta di magazzino di memoria e
neppure una traccia per ogni configurazione appresa. I pesi delle connessioni dopo
lapprendimento permettono alla rete di riprodurre lo stato di output appropriato per un
certo input: una memoria di tipo ricostruttivo. Si tratta comunque di una memoria a
lungo termine, perch i pesi delle connessioni non si cancellano e si modificano
(gradualmente) solo se c ulteriore apprendimento. Invece, lo di attivazione delle unit
della rete neurale rappresenta le informazioni specifiche presenti in un determinato istante
di tempo, che decadono rapidamente alla scomparsa dello stimolo ma che, se necessario,
possono essere mantenute temporaneamente attive.

La capacit di memorizzare informazioni una caratteristica necessaria ma non sufficiente


perch un sistema artificiale sia considerato tale. Importante allora un confronto sia
qualitativo che quantitativo tra reti neurali e soggetti umani, facendo effettuare ad entrambi
gli stessi esperimenti psicologici e confrontandone i risultati.

|Due sistemi complementari di apprendimento e memoria.

Si pu verificare uninterferenza tra lapprendimento di materiale nuovo con quanto gi


appreso. Un esempio di questo tipo di interferenza si trova nel compito di apprendimento
associativo AB AC. La lettera A rappresenta un insieme di parole associate con due
diversi insiemi di altre parole, B e C (ad es., la parola cane sar associata con la parola sole
nella lista AB e con la parola treno nella lista AC). I soggetti devono rievocare, dopo aver
studiato entrambe le liste, le parole associate. I risultati dimostrano che i soggetti tendono a
ricordare peggio gli elementi della lista AB, appresa inizialmente, in funzione dell
apprendimento degli elementi della lista AC. Quindi, vi uninterferenza delle associazioni
apprese successivamente su quelle apprese per prime (anche se, comunque, i soggetti
continuano a ricordare una percentuale ragionevole di associazioni della lista AB).

Questo esperimento pu essere ripetuto usando come soggetto una rete neurale. Tutto va
bene nellapprendimento della lista AB, ma al momento dellapprendimento della lista AC
si nota che la prestazione della rete molto diversa da quella dei soggetti umani. Infatti,
linterferenza molto pi grande per la rete. Due fattori influiscono su ci: 1) il grado di
sovrapposizione delle rappresentazioni, cio alcune unit della rete sono condivise da
rappresentazioni di stimoli diversi ; 2) il tasso (o rapidit) di apprendimento, che si riferisce
a quanto grandi possono essere i cambiamenti dei pesi delle connessioni durante
lapprendimento. Pi grande il cambiamento, maggiore sar linterferenza, e pi il tasso
di apprendimento elevato, maggiore sar la rapidit di apprendimento.

Lintegrazione il contrario dellinterferenza. Integrare molte esperienze vuol dire estrarre


le regolarit presenti nellambiente. Tale processo alla base della nostra capacit di
generalizzare e di compiere inferenze. Un tasso di apprendimento lento permette
lintegrazione, beneficiando questultimo anche della presenza di rappresentazioni
sovrapposte, perch luso degli stessi pesi per rappresentare esperienze differenti permette
di astrarre dagli eventi individuali. Interferenza ed integrazione, dunque, sono due processi
incompatibili e appartenenti a due diversi aspetti della memoria. Quindi: 1) Evitare
linterferenza essenziale per la memoria episodica, che richiede un rapido apprendimento
dei dettagli di specifici eventi, separandoli da quelli di altri. Nelle reti neurali per evitarla si
usano rappresentazioni separate e un tasso di apprendimento rapido. 2) Integrare esperienze
diverse essenziale per costruire una conoscenza generale della struttura dellambiente,
favorendo la generalizzazione a situazioni nuove. Nelle reti neurali si pu ottenere
lintegrazione usando rappresentazioni sovrapposte e un tasso di apprendimento lento.

Tale incompatibilit pu essere risolta solo usando due sistemi diversi, e nel cervello, questi
ruoli complementari sarebbero assegnati rispettivamente allippocampo e alla neocorteccia.
Nel quadro teorico di questi due sistemi complementari di apprendimento, lippocampo
responsabile della memoria episodica e, quindi, si occupa dellapprendimento rapido e non
soggetto a interferenza, mentre la neocorteccia estrae le conoscenze generali sul mondo
tramite un lento apprendimento e la graduale integrazione delle esperienze.

CAPITOLO QUATTORDICESIMO: PRODUZIONE DEL LINGUAGGIO

GLI STUDI SULLA PRODUZIONE DEL LINGUAGGIO.

Durante una conversazione, una persona al contempo ascoltatore e parlante. In un certo


senso, parlare il contrario di capire: mentre il processo di comprensione parte da una serie
di suoni e si conclude con la rappresentazione mentale del significato del significato del
messaggio costruita dallascoltatore, il processo di produzione parte da un oggetto mentale
e si conclude con lemissione di una serie di suoni. Le conoscenze che vengono usate nei
due casi sono fondamentalmente le stesse. Per parlare, come per capire, una persona deve
conoscere le parole della propria lingua nonch le regole sintattiche che consentono di
comporre i significati delle parole in significati complessi, e bisogna conoscere i principi
che governano i meccanismi comunicativi. Chiaramente, per parlare si utilizza un sistema
diverso (fonatorio) da quello usato per capire (uditivo).

Oggi, sappiamo meno sulla produzione di quanto sappiamo sulla comprensione del
linguaggio e solo di recente i processi attraverso i quali si arriva a dire una frase hanno
cominciato a essere compresi in qualche dettaglio. Il punto di partenza delle nuove ricerche,
condiviso dagli studiosi, che esistono alcuni passi fondamentali che un parlante deve
compiere per produrre una frase.

LA STRUTTURA FONDAMENTALE.

Gli stadi della produzione di una frase sono tre: il livello della concettualizzazione o del
messaggio, quello della formulazione o pianificazione e quello dellarticolazione. La
concettualizzazione non legata alla specifica lingua del parlante, ed il momento in cui
una persona ha lintenzione di parlare e decide che cosa vuole dire, scegliendo quale parte
della sua comunicazione rilevante. In questa fase viene elaborato in forma prelinguistica il
messaggio che nelle fasi successive trover espressione in una frase della lingua. Durante la
formulazione, il messaggio prende forma linguistica: il parlante sceglie le parole da usare e
la struttura sintattica della frase. Qui si specifica anche il suono della frase. Nella fase
finale, quella dellarticolazione, si recuperano i vari pezzi e vengono emessi, nellordine
appropriato, i suoni che compongono la frase. Molto spesso, quando abbiamo finito di
pronunciare una parte della frase, la successiva gi disponibile per essere realizzata.
Tuttavia pu capitare che le cose non sia sempre cos ben sincronizzate e, quindi, il passo
successivo pu non essere ancora pronto, venendosi, pertanto, a creare unesitazione.

ESITAZIONI ED ERRORI.

Il discorso spontaneo non fluido e scorrevole come quello recitato a memoria e una delle
differenze fondamentali fra queste forme sta nel fatto che il discorso spontaneo di norma
pieno di piccole imperfezioni che costituiscono delle piccole deviazioni rispetto ad una
produzione idealmente perfetta, che per sono fisiologiche e che siamo capaci di auto
correggere.

Vi sono due tipi di esitazioni: quelle vuote che si realizzano restando brevemente in silenzio
(es. la // tua macchina) e quelle piene e riempite, in cui la momentanea esitazione
nascosta dalla ripetizione di materiale verbale gi disponibile (es. la, la, la tua macchina)
o dallinserzione di vuoti intercalari (es. la, cio, tua macchina). Le esitazioni non sono
distribuite casualmente nel discorso, ma compaiono principalmente in tre posizioni: alle
giunture grammaticali, ad esempio fra una frase e laltra (Il nostro primo ministro nn
molto rispettato in Francia // spesso dileggiato dalla stampa di quel paese); allinterno di
una frase fra un costituente e laltro (ad es., Finora, Berlusconi // non mai stato assolto
con formula piena); o dopo la prima parola di un costituente (ad es., il // primo ministro).
Le pause delle esitazioni vengono di solito interpretate come indicatori di una momentanea
difficolt del parlante. Secondo tale interpretazione, le pause sono attimi nei quali chi parla
prende il tempo necessario per pianificare come continuare il discorso. La posizione delle
pause suggerisce che la forma sintattica del costituente viene stabilita prima che si decida
come esprimere esattamente il costituente stesso. Le pause sono interessanti non solo
perch rivelano alcuni dei luoghi nei quali avviene il lavoro di pianificazione, ma anche
perch la loro assenza in alcune posizioni indica che certe parti di una frase vengono
pianificate assieme e dunque si rendono disponibili per lesecuzione nello stesso tempo.

A differenza delle esitazioni, gli errori sono vere e proprie deviazioni, che noi notiamo solo
molto raramente, per lo pi quando producono situazioni buffe o imbarazzanti. Vi sono
diversi tipi di errori: gli scambi (ad es., ho visto la barca di Piero ho visto la parca di
Biero), le anticipazioni (ad es., ho visto la barca di Piero ho visto la parca di Piero), le
sostituzioni (ad es., ho visto la barca di Piero ho visto la moto di Piero), i malapropismi (ad
es., ho visto la barca di Piero ho visto la marca di Piero).

Gli errori possono fornire dati preziosi sui meccanismi di produzione. In una frase erronea,
le informazioni relative a parole come gli articoli vengono recuperate per mezzo di
meccanismi che intervengono in fasi diverse della produzione: la scelta della forma
grammaticale precede il recupero dei suoni delle parole di contenuto, o meglio delle loro
basi, ma la specificazione fonologica con lindicazione di genere e numero segue lo
scambio delle basi e avviene contemporaneamente alla realizzazione fonologica del genere
e del numero di queste.

PRODURRE UNA FRASE.

La maggior parte degli sforzi degli studiosi si concentrata sulla fase della formulazione.
Come abbiamo visto, in questa fase il parlante sceglie le parole e la struttura sintattica della
frase che vuole pronunciare. La scelta delle parole, detta lessicalizzazione, il processo
mediante il quale trasformiamo una rappresentazione semantica, cio il significato di una
parola (ad es., cane), nel suono corrispondente. Le nostre conoscenze su questo processo
provengono da studi sperimentali condotti col paradigma interferenza figura-parola.

Il paradigma si basa su un fenomeno noto da molto tempo: se si presenta a una persona una
figura e le si chiede di denominarla, cio di produrre una parola target, il tempo necessario
per eseguire il compito maggiore se viene presentata assieme alla figura, con listruzione
di ignorarla, una parola detta distrattore. Levelt e collaboratori, in tale ambito, chiesero a
dei partecipanti a un esperimento di dire ad alta voce, il pi velocemente possibile, il nome
di alcune figure che venivano loro presentate su uno schermo (ad es., un cane). Un po
prima, un po dopo, oppure contemporaneamente alla figura appariva sullo schermo anche
un distrattore, che poteva avere col target (ad es., /kane/) una relazione semantica (ad es.,
tartaruga), una relazione fonologica (ad es., pane), o nessuna relazione (ad es., ricotta). I
risultati di tale ricerca hanno mostrato che , quando il distrattore era presentato prima o
assieme alla figura, rispondere richiedeva pi tempo nel caso in cui ci fosse una relazione di
significato fra target e distrattore. Tuttavia, quando il distrattore veniva presentato dopo il
target, non si osservava pi alcun effetto della relazione semantica, mentre la risposta
veniva facilitata dalla presenza del distrattore fono logicamente simile al target.

Il livello concettuale contiene in questambito i significati delle parole organizzati a


seconda della loro somiglianza concettuale, mentre al livello successivo i lemmi, uno per
ogni concetto, contengono le informazioni grammaticali relative alle parole. Ma i lemmi
sono parole mute, ed solo a livello dei lessemi, dove sono rappresentati i suoni, che le
parole prendono la loro forma fonologica. Il processo di selezione lessicale permette al
parlante di recuperare un lemma e ci avviene attraverso un processo di competizione fra i
lemmi corrispondenti a concetti lessicali simili: cane, in questa fase, compete con tartaruga,
maiale, cavallo, etc. e deve vincere questa competizione per essere selezionato. Ci avviene
facilmente, ma la presenza di un distrattore semanticamente vicino al target (ad es.,
tartaruga) eleva il grado di attivazione di questo concetto, gi in parte attivato attraverso il
meccanismo di diffusione dellattivazione, rendendolo un competitore pi difficile da
eliminare. Di qui, lallungamento del tempo di selezione del target.

In seguito a ci, non si osservano pi gli effetti della competizione semantica. Si vedono
invece effetti di somiglianza fonologica: la presenza di un distrattore che condivide alcuni
fonemi con la parola target facilita il recupero del lessema facilitando anche la risposta.

Importante in questo contesto la pianificazione sintattica delle parole, la quale ha luogo in


parallelo con il recupero dellinformazione lessicale e usa le informazioni estratte dal
lessico per la costruzione della frase. Essa avviene in due fasi: la funzionale e la
posizionale.

Durante la prima, la pianificazione usa le informazioni semantiche e sintattiche recuperate


dal lessico per assegnare ai lemmi selezionati la funzione che avranno nella frase.

Durante la seconda, lordine delle parole viene specificato. Si tratta di una fase cruciale
nella pianificazione della frase, poich tramite lordine delle parole che rendiamo esplicite
le relazioni le relazioni sintattiche fra le parole di una frase e quindi il significato della
frase. C da dire che la struttura di una frase non viene interamente pianificata prima di
cominciarne la produzione. Tale struttura costruita in maniera incrementale pezzo per
pezzo. Questi pezzi corrispondono a unit sintattiche come i sintagmi.

Una volta completata la codifica grammaticale, le rappresentazioni che ne risultano


possono essere utilizzate per pianificare lappropriata fonologia della frase, sulla base anche
della descrizione fonologica delle parole recuperata dal lessico. Cos, il parlante deve solo
compiere i gesti articolatori che gli permetteranno di far suonare la sua voce e parlare,
sperando che gli inciampi e gli errori non siano molti.

LA CONVERSAZIONE.

Perch una conversazione si svolga con successo necessario che i partecipanti tengano
conto del contesto nel quale si trovano e si attengano a principi condivisi che regolano la
loro attivit linguistica. In genere, siamo assai abili nelluso dei principi sociali che
regolano le conversazioni e, nonostante si tratti di regole complesse, esse per la maggior
parte vengono acquisite dai bambini prestissimo, assai prima che la loro competenza
strettamente linguistica si sia sviluppata.

Chi partecipa a una conversazione utilizza il cosiddetto principio di cooperazione, secondo


il quale la conversazione unimpresa collaborativa e si realizza attraverso lutilizzo di una
serie di massime come, ad es., dai contributi che siano informativi quanto necessario, ma
non di pi. Capita spesso di violare una o pi massime conversazionali, abbiamo tutti
esperienza, ad es., di persone le cui conversazioni non hanno n capo n coda. Un fattore
importante per la buona riuscita di una conversazione che una persona tenga conto del
mondo mentale del proprio interlocutore, dei rapporti sociali che lo legano a lui, nonch
delle proprie intenzioni comunicative. Sta al parlante fare le scelte appropriate, usando le
opportune forme di rispetto nel caso stia parlando, ad es., con unanziana signora, oppure
scegliendo una modalit pi semplice e cordiale nel caso stia comunicando con un bambino
etc.

Un aspetto importante nella conversazione la presa dei turni, che consiste in una
complessa procedura che si basa su tre regole fondamentali:

1) Chi parla ha il diritto di scegliere chi parler dopo di lui e spesso esercita questo
diritto rivolgendosi direttamente alla persona scelta;
2) Se chi parla non sceglie, allora parla chi vuole;
3) Chi parla pu continuare, ma non obbligato a farlo.

Come tutte le regole, anche queste possono non essere rispettate, ma la loro applicazione
permette di minimizzare il livello di conflitto e sovrapposizione nelle conversazioni
informali, mentre regole pi rigide presiedono a scambi pi formali.

Un aspetto della comunicazione che ha interessato i ricercatori riguarda le procedure di


apertura e chiusura di una conversazione. Le prime possono essere schematizzate come una
sequenza di chiamate e risposte. Le chiamate hanno lo scopo di richiamare lattenzione
dellinterlocutore da parte di chi decide di aprire la conversazione (ad es., Ehi, ciao!,
Paola!?, Mi scusi), mentre le risposte segnalano la disponibilit dellinterlocutore (ad es.,
Ehi, Carla!, S?, Prego). A questo punto, chi ha fatto la chiamata che deve introdurre il
tema della conversazione, giustificando cos la richiesta di attenzione. Chiudere una
conversazione un atto che richiede laccordo dei partecipanti e il mancato raggiungimento
di tale accordo pu avere conseguenze sociali spiacevoli (come quando chi sembra pronto a
concludere una conversazione e manifesta tale intenzione con alcuni segnali, ma
linterlocutore prosegue invece nella conversazione, lasciando allaltro la difficile scelta fra
riprendere la conversazione, rinviandone la chiusura, oppure interromperla unilateralmente,
rischiando di incrinare unamicizia).

CAPITOLO VENTUNESIMO: DECISIONE


LE DECISIONI BASATE SULLINTUITO.

Nella vita quotidiana si prendono continuamente delle decisioni. Un conflitto di decisione


pu essere risolto in molti modi. Ci si pu affidare al consiglio di un esperto, si pu
rimandare la decisione, ci si pu affidare al caso, oppure ci si pu affidare al proprio intuito.
Decidere intuitivamente, in base al sesto senso, pare essere una modalit di scelta molto
usata (come quando si preferisce un candidato politico piuttosto che un altro perch ci
ispira pi fiducia).

I PRINCIPI DI COERENZA DESCRITTIVA E PROCEDURALE.

Uno dei principi di base della scelta razionale quello della coerenza descrittiva. Secondo
tale principio, lespressione di una preferenza non dovrebbe dipendere dal modo in cui sono
descritte le opzioni. Ad es., se un medico dovesse decidere se applicare la terapia A o la
terapia B ad un paziente, e gli fosse detto che con la prima il paziente ha il 90% di
probabilit di sopravvivere e il 10% di morire mentre con la seconda ha l80% di
probabilit di sopravvivere ed il 20% di morire, per il principio di coerenza descrittiva, sia
nel caso della probabilit di sopravvivere che di quella di morire, il medico sceglierebbe la
terapia A. Tuttavia, ci possono essere casi in cui tale principio viene violato, come quelli in
cui si usa una diversa descrizione delle medesime conseguenze.

Ci era stato predetto dalla teoria del prospetto di Kahneman e Tversky per rendere conto
non delle scelte razionali, ma delle decisioni reali degli individui. Uno degli elementi
centrali di tale teoria la funzione di valore soggettivo, che ha tre propriet fondamentali:

1) La prima lavversione per le perdite, che riguarda una perdita che ha un impatto
maggiore di un guadagno di pari entit. Ci significa, ad es., che un aumento di
prezzo produce nel consumatore un fastidio di intensit maggiore del piacere
provato nel ricevere uno sconto della stessa entit;
2) La seconda che la curva dei guadagni concava mentre quella delle perdite
convessa. Ci significa che i soggetti tendono ad evitare scelte rischiose nel
dominio dei guadagni e sono pi propensi a fare scelte rischiose nel dominio delle
perdite;
3) La terza che i guadagni e le perdite sono definiti in base ad una operazione
mentale di codifica rispetto ad un punto di riferimento.
Dunque, il rovesciamento delle preferenza in due versioni diverse dello stesso problema,
noto come effetto framing (incorniciamento), dipenderebbe dal diverso tipo di
rappresentazione mentale delle opzioni indotto dalla formulazione del compito decisionale.

C un secondo principio di coerenza che le decisioni devono rispettare per essere definite
razionali. Secondo tale principio, detto di coerenza procedurale, le preferenze delle persone
non dovrebbero cambiare in funzione del modo in cui viene chiesto loro di esprimerle. Ad
es., se un amico dovesse scegliere tra due appartamenti, gli potremmo chiedere in quale
appartamento vorrebbe andare a vivere, oppure in quale non vorrebbe andare a vivere,
oppure quanto sarebbe disposto a spendere. Secondo tale principio, se lamico ci risponde
che preferisce andare a vivere nellappartamento A, allora dovrebbe anche dirci che sarebbe
disposto a spendere di pi per acquistarlo rispetto allappartamento B. Non solo, dovrebbe
anche dirci che preferirebbe non andare a vivere nellappartamento B. Come il principio di
coerenza descrittiva, anche quello procedurale non viene sempre rispettato, in particolare in
quei casi in cui gli individui devono scegliere cosa non vorrebbero fare o dove non
vorrebbero andare.

Le violazioni del principio di coerenza procedurale possono essere attribuite allazione di


un meccanismo psicologico, detto principio di compatibilit, secondo il quale le persone
tendono a dare maggior peso alle caratteristiche positive delle opzioni, quando ne devono
scegliere una, mentre tendono a dare maggior peso alle caratteristiche negative, quando ne
devono rifiutare una.

IL PRINCIPIO DI CANCELLAZIONE.

In base ad un altro principio della scelta razionale, quello della cancellazione, la scelta
dovrebbe essere fatta in funzione di ci che differenzia le opzioni e non di ci che le
accomuna. Ad es., se dobbiamo scegliere tra due automobili (A e B) che differiscono
rispetto a certi attributi (ad es., la prima automobile consuma di meno ma costa di pi della
seconda), ma non ad altri (ad es., entrambe le automobili sono modelli del 1995 e di colore
rosso), allora ci sembrer evidente che la scelta dovr essere fatta rispetto ai primi e non ai
secondi. Tuttavia, anche questo principio pu non essere rispettato. Ci dipende, secondo
Tversky e Kahneman, dal tipo di rappresentazione mentale che gli individui tendono a
costruirsi.

La prima rappresentazione possibile (detta calcolo minimo) quella in cui vengono


esaminate solo le differenze tra le opzioni, senza tener conto delle caratteristiche comuni.
Essa la rappresentazione mentale del problema che deriva dallapplicazione del principio
di cancellazione. Con questo tipo di calcolo, il rovesciamento delle preferenze non si
verificherebbe. La seconda rappresentazione possibile (detta calcolo complessivo)
quella in cui vengono integrati tutti i costi sostenuti e tutti i benefici ottenuti. Anche qui non
ci dovrebbero essere differenze di scelta tra due scenari.

La terza rappresentazione possibile (detta calcolo tematico) quella in cui le


conseguenze della decisione vengono valutate in funzione di un punto di riferimento che, a
sua volta, determinato dal contesto in cui la decisione inserita. Vi dunque, secondo
Tversky e Kahneman, la tendenza spontanea a rappresentarsi i problemi di scelta in modo
tematico, allo stesso modo in cui vi una tendenza spontanea ad organizzare i concetti in
categorie di base. Ci spiegherebbe il rovesciamento delle preferenze e la tendenza alla
violazione del principio di cancellazione, oltre al fatto che le scelte intuitive sono basate su
una sorta di calcolo mentale in cui costi e benefici non sono sempre integrati
adeguatamente.

IL PRINCIPIO DELLA COSA CERTA.

Il principio della cosa certa stabilisce che se si preferisce lazione A alla B dato un certo
stato del mondo x, e se si preferisce ancora lazione A alla B dato lo stato del mondo non-x,
allora si dovr preferire A a B indipendentemente da quale sar lo stato del mondo (x
oppure non-x) che si verificher. Ad es., se immaginiamo di dover decidere se acquistare o
no un certo titolo azionario qualche giorno prima di unimportante elezione in cui
competono il partito X e quello rivale Y. Ci domandiamo se acquisteremmo il titolo nel
caso di vittoria del partito X e, dopo averci pensato su, decidiamo che lo acquisteremmo.
Lo stesso avverrebbe in caso di vittoria del partito Y. In base al principio della cosa certa, se
decidiamo di acquistare il titolo azionario sia in caso di vittoria del partito X che in caso di
vittoria del partito Y, dovremmo scegliere lacquisto di quel titolo anche prima di conoscere
lesito delle elezioni, visto che la nostra scelta non ne sar comunque influenzata. Anche
tale principio, oltre ad essere anche esso intuitivo e razionale, pu essere, per, violato, in
particolare a causa della difficolt a ragionare nellincertezza, cio in situazioni incerte.

Potrebbero piacerti anche