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Tesina Di Iconografia PDF
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Sulla diffusione dellorgano in Occidente in et medievale sappiamo che nel 757 d.C.
limperatore di Costantinopoli ne regal uno al re dei Franchi, Pipino il Breve, e un suo
successore nellanno 812 ne regal un altro a Carlo Magno.1
Successivamente, nellanno 826, si ha notizia, tramite il cronista Eginardo, di un prete di
Venezia di nome Giorgio, che ad Aquisgrana costru un organo.2
Quindi si pu dedurre che durante i primi anni del XI e XII secolo lorgano era uno
strumento considerato simbolo del potere imperiale e segno di regalit. Entra in
Occidente gi investito di tali importanti significati e dunque in una posizione culturale e
sociale di assoluto rilievo.3
Lorgano divenne lo strumento principale per la liturgia cristiana nel medioevo, e non
abbiamo documenti che ci riferiscano se per la liturgia in Germania e Francia venissero
utilizzati altri strumenti, almeno fino al XVII secolo, a parte talvolta le trombe per
esaltare particolari solennit4. Prima di arrivare nelle cattedrali, per, lorgano pass per
i monasteri , e ci restano alcune testimonianze iconografiche di organi, ma anche altri
strumenti, suonati da monaci o suore, come ad esempio nel manoscritto di Medingen.
Altra cosa, nei manoscritti devozionali di Medingen si dice di lodare Dio con lorgano del
cuore e larpa dellanima, rendendo quindi la preghiera in musica come un qualcosa di
soggettivo. Kari Elisabeth Borresen e Adriana Valerio, nel loro studio sulle donne
religiose nella storia della cultura, sostengono che le figurazioni di tutti gli strumenti
Corrado MORETTI, Lorgano italiano, ed. Casa musicale Eco, Monza, 1973, pag. 45
Ibid., pag. 47
Marco RUGGERI, Laudate Dominum in Chordis et Organo Lorgano tra Liturgia e Arte, Relazione
svolta al convegno "Musica e Liturgia" - Cremona, Centro Pastorale Diocesano - 26 Gennaio 2002
4
William W. KIBLER, Medieval France: An Encyclopedia, Garland Publishing Inc., New York & London,
1995, pag. 1233
3
sono una derivazione della tradizione iconografica del concerto angelico, che si diffuse
nellarte occidentale allinizio del XII secolo.5
Non abbiamo organi sopravvissuti dal Medioevo, anche se pare che alcuni siano stati
inseriti in strumenti costruiti successivamente, come anche non abbiamo traccia di
spartiti di musica da tasto risalenti a prima del XIV secolo. Le fonti per cercare di capire
come fosse fatti gli strumenti allepoca sono quindi le immagini che ci sono pervenute.
Il pi piccolo degli organi medievali era lorgano portativo. Il suo nome deriva dal latino
portare, ed era chiamato cos perch era abbastanza piccolo da essere facilmente
trasportato. Esso aveva un singolo manuale con meno di due ottave, una o due file di
canne, e un mantice disposto dietro allorgano, che era azionato dal suonatore con una
mano, mentre suonava con laltra mano. Lorgano portativo veniva spessissimo usato
nelliconografia medievale come simbolo della Musica come arte, per le dimensioni
ridotte. Molto famosa lillustrazione del manoscritto del XV secolo del De Musica di
Boezio, con lallegoria della musica al centro e subito sopra il re Davide, anchesso
riconoscibile dal simbolo del salterio.
Figura 1: Illustrazione dal De Musica di Boezio conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli
Kari Elisabeth BORRESEN, Adriana VALERIO (a cura di), The High Middle Ages, in The Bible and Women:
An Encyclopedia of Exegesis and Cultural History, Society of Biblical Literature Press, Atlanta, 2015, cap.
2.4
Dalle descrizioni e immagini che ci sono arrivate sullorgano portativo, possibile trarre
alcune conclusioni sullo strumento e il suo uso:
-
Verso la fine del Medioevo, lorgano portativo non aveva pi grande importanza nella
musica secolare, e col tempo il suo uso svan.6
Lorgano positivo medievale era uno strumento pi grande del portativo. Dalle tracce
che ci sono rimaste, si pu desumere che lorgano portativo alla dine del Medioevo:
-
Aveva pi di una fila di canne, ed esistevano i registri per decidere quali far
suonare;
Poteva essere sia uno strumento che stava in piedi da solo sia uno strumento da
posare su un tavolo;
Lorgano positivo era sia uno strumento da camera, utilizzato nella musica profana, sia
uno strumento da chiesa, posizionato davanti alla navata e utilizzato per accompagnare
il canto del coro. Esistono ancora in molte chiese in Europa i discendenti di questo tipo
di organo.
Diversamente dallorgano portativo, che si estinse senza lasciare una traccia sotto forma
di letteratura o impatto su altri strumenti pi tardi, lorgano positivo del Medioevo
6
Reinhard STROHM, Bonnie J. BLACKBURN, Music as Concept and Practice in the Late Middle Ages,
Volume 3, Parte 1, Oxford University Press, 2001, pag. 144
contribu alla caratteristica che poi diventer la principale dellorgano: cio la presenza e
luso di diversi registri. Verso la met del XV secolo, i registri erano ormai tipici degli
organi positivi e ormai si trovavano anche in strumenti pi grandi posti dentro le chiese.
Poich alcuni tipi di organi positivi restarono in uso dopo il XV secolo, ci sono pi
informazioni disponibili su di esso rispetto allorgano portativo. Raffigurazioni di organi
postivi possono essere trovati nei manoscritti, in dipinti, vetrate di chiese, eccetera.
Inoltre, levoluzione dello strumento forma una linea di continuit con gli esemplari
sopravvissuti che non possibile trovare nella storia del portativo.
Lo sfondo indica una casa privata, quindi lorgano non suonato in chiesa;
I quattro segni a lato dellorgano possono essere o decorazioni, leve per azionare
i registri, se cos fosse lorgano avrebbe quattro registri.
fonti per tali parodie e assurdit sono da cercare tra gli aneddoti che i predicatori
utilizzavano per rendere pi vivaci i loro sermoni, tra le rappresentazioni sacre, i romanzi
secolari, e le storie che intrattenevano le corti come le citt. Il loro compito era far
divertire il lettore, poich sembra che il riso non fosse vietato nel Medioevo (nonostante
il venerabile Jorge da Burgos ritenesse il contrario nel Nome della Rosa), faceva parte
della vita di tutti i giorni.8
Veniamo al ciclo di arazzi della Dame la Licorne, conservati al Museo di Cluny di Parigi.
Essi si trovavano da secoli nel castello di Boussac, dopo essere passati di mano in mano
dai discendenti del committente originario, Jean le Viste, agli ultimi proprietari che vi
risiedevano, quando a met Ottocento la loro situazione di degrado venne portata
allattenzione pubblica da Prosper Mrime, che era anche ispettore statale per i
monumenti storici, e da George Sand, la quale scrisse, nel libro Promenade dans le Berry:
moeurs, coutumes, lgendes
GEORGE SAND, Promenade dans le Berry: moeurs, coutumes, lgendes, Editions Complexe, Bruxelles,
1992, pag. 84
10
Si molto dibattuto sullorigine dello stile millefleurs, si dice che si fosse diffuse per avere lillusione di
avere fiori tutto lanno.
Figura 3: Arazzo La dama e l'Unicorno, udito, Parigi, Muse du Moyen Age de Cluny
della famiglia del committente, davanti a due alberi da frutto. La dama, intenta a
suonare, indossa un abito blu e dorato riccamente decorato e bordato con perle e
pietre preziose. La sua acconciatura particolare, poich ha due ciocche di capelli legate
sulla sommit del capo per formare una aigrette in cima. Il resto dei capelli raccolto in
una retina e coperto da un velo. Anche la sua ancella, che aziona i mantici dellorgano,
indossa un abito blu e ha un velo sulla testa. La dama indossa una collana importante
con pietre preziose che formano motivi di fiori.
Lo strumento musicale, un piccolo organo positivo, posato sopra ad un tavolo sul quale
stato steso un tappeto orientale, anchesso decorato con medaglioni di pietre preziose
e perle, oltre ad avere, sopra ai due sostegni laterali, un piccolo leone e un piccolo
unicorno decorativi. Ad una stima vedendo dal vivo lopera la tastiera sembra coprire la
distanza di due ottave, pi unottava corta.
Altri animali si trovano nellimmaginario giardino in basso della composizione: conigli,
volpi, un cane, un agnello, un falcone, ed alcuni uccelli.11
11
Elisabeth DALAHAYE (A cura di), The Lady and the Unicorn, Editions de la Runion des muses nationaux,
Parigi, 2007, pag. 31
12
Yvonne ROKSETH, La musique dorgue au XVe sicle e tau debut du XVIe, Hildesheim-Zurich_New York,
Georg Olms Verlag, 1996, pp. 69-70.
10
11
Della vita di Santa Cecilia si sa ben poco, fonti certe non ve ne sono eccetto la Passio
Sanctae Ceciliae depoca tardo romana e la Legenda Aurea, che una raccolta di vite di
santi raccolta da Jacopo da Voragine intorno al 1260, e che divenne la fonte principale
non liturgica per lagiografia.
Lassociazione tra Santa Cecilia e la musica avvenne gradualmente, per gradi,
coinvolgendo sia artisti che musicisti, e le interazioni tra loro e i loro mecenati. E una
storia non solo di influenze tra musica e arti visive e viceversa, ma anche il trasferimento
di tradizioni musicali e visive dal nord Europa allItalia.13
cantantibus organis, illa in corde suo soli Domino decantabat dicens: Fiat cor
meum et corpus meum immaculatum, ut non confundar14
La parola organis venne interpretata sia come lo strumento organo, sia per indicare
strumenti diversi, e nelle prime illustrazioni della storia di Cecilia era presente appunto
lorgano o qualche altro strumento che suonava, mentre lei restava silenziosa perch
stava pregando in cuore suo. E importante notare che Cecilia non prese parte
attivamente alla musica, di fatto lignorava: anche per questo motivo che le prime
fonti iconografiche che la rappresentavano con un organo non la vedevano mai suonare,
ma lo strumento era solo il simbolo per renderla riconoscibile. Gi Antonio Bosio, uno
13
John A. RICE, Saint Cecilia in the Renaissance: The Emergence of a Musical Icon, 2015,
http://www.academia.edu/11803529/Saint_Cecilia_in_the_Renaissance_The_Emergence_of_a_Musical_I
con, pag. 3
14
Alessandro RATTI, S. Cecilia, musica, bellezza ed estasi, Epub, 2015, pag. 92
12
studioso romano che visse tra la fine del XVI secolo e linizio del XVII secolo, aveva
elaborato la teoria del cantantibus organis.15
Nelle prime immagini medievali dove compare Santa Cecilia, non vi sono strumenti
musicali accanto a lei: solo nel caso in cui venisse illustrato il suo matrimonio
comparivano degli strumenti, ma che nulla avevano a che fare con lei. Invece la Santa
veniva caratterizzata da una palma (simbolo del martirio), un libro (perch nella Legenda
Aurea era scritto che teneva sempre il Vangelo con s), una corona di rose e gigli (donata
a lei e al marito da un angelo quando anche il marito si era convertito alla fede e alla
castit), un falcone (simbolo di nascita nobile), e una spada.16
Agli inizi del Quattrocento i mecenati commissionavano agli artisti opere che
raffiguravano la Madonna col bambino circondati da pi Santi, e i pittori si trovavano in
difficolt per rendere riconoscibile Cecilia, se presente, da altre Sante, poich palma del
martirio, libro e corona di rose erano simboli comuni a diverse martiri. Lo stesso
Raffaello nel 1504 dipinse per la famiglia Colonna una pala daltare con la Madonna col
bambino in trono circondati da Santi, dei quali una stata identificata dal Vasari con
Cecilia: il quadro si trova al Metropolitan Museum di New York, ma nel loro catalogo la
Santa viene descritta come ignota.
15
16
13
I pittori quindi trovarono nel riferimento al catantibus organis della Passione di Cecilia
lo strumento musicale organo come possibile simbolo della Santa. Lorgano per rimase
un semplice attributo, gli artisti non trasformarono automaticamente Cecilia in una
musicista, al contrario: lo strumento presente ma non lo suona nessuno. Le prime
immagini di Cecilia con un organo risalgono agli anni ottanta del Quattrocento, di
14
provenienza Olandese, ma anche nel breviario della regina Isabella di Castiglia, prodotto
probabilmente a Bruges.17
Tutte queste immagini non danno lidea che Cecilia suoni lorgano, poich lo strumento
o posato per terra, o la Santa lha in mano ma in una posizione per la quale non possa
suonarlo, anche solo per limpossibilit di azionarne il mantice. Lunica eccezione
potrebbe essere il breviario di Marguerite de Houchin-Longastre, prodotto in Olanda
intorno al 1480, nel quale c una figura in cui Cecilia seduta e con una mano tiene un
libro, mentre laltra mano posata sulla tastiera di un organo positivo (del quale per
nessuno sta azionando i mantici). Le interpretazioni a riguardo sono due: o si sta
mettendo a suonare, oppure richiama la scena della Passione nella quale la Santa rigetta
la musica terrena per dedicarsi alla preghiera nel silenzio, ribadendo il concetto di Cecilia
come anti-musicista.18
Questo deve essere stato ci che Raffaello aveva in mente quando dipinse nel 1515
lEstasi di Santa Cecilia per la chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna.
Raffaello si ispir ai maestri fiamminghi utilizzando lorgano portativo quale simbolo per
far riconoscere la Santa, ma a modo suo.
Santa Cecilia al centro della composizione; gli altri santi - Paolo, Giovanni Evangelista,
Agostino e la Maddalena - la attorniano simmetricamente.
Per via degli sguardi e dei gesti che esaltano il misticismo dei personaggi tutti ben
riconoscibili per i loro attributi iconografici e per latmosfera calma e serena della
intera scena, si pu considerare questopera come una sorta di sacra conversazione
sebbene non sia presente la Madonna con il bambino, elemento questo che dovrebbe
caratterizzare per lappunto una Sacra Conversazione.
17
18
Ibid., pag. 16
Ibid., pag. 36
15
16
Il numero degli Angeli non casuale, Raffaello come altri artisti dellepoca era una
persona colta, e le opere di Madonne o Santi attorniati sempre da sei Angeli sono
molteplici perch dovevano rappresentare verit o interpretazioni teologiche ben
codificate. Il numero sei riferito agli Angeli lo si ritrova anche nel campo della cabalistica.
Da parte dello spettatore, nonostante il punto focale sia lo sguardo di Santa Cecilia,
locchio non fa altro che scorrere ripetutamente dagli strumenti musicali al coro
angelico, come sospinti da una forza misteriosa in questa ascesa che ci rende partecipi
anche noi allevento: purtroppo non riusciamo ad udire i suoni celestiali degli Angeli, ma
al nostro interno qualche corda potrebbe essere stata toccata ugualmente e la sua
vibrazione ripercuotersi intensamente in noi.
Invece di tenere il suo organo dritto, Cecilia lo tiene capovolto, lasciando che le canne
scivolino a terra. Lorgano, in altre parole, in un processo di disintegrazione, e le canne
che stanno cadendo fanno volgere lo sguardo dellosservatore a terra, dove si trovano
altri strumenti, gi rotti.
Se anche lorgano di Cecilia fosse dritto, non lo potrebbe suonare comunque, perch lo
sta tenendo rovescio, come possiamo notare dalla disposizione delle canne, perch le
pi lunghe (suoni gravi) stanno a destra.
Raffaello quindi utilizz lemblema di Cecilia in un modo completamente nuovo: per
mostrare il suo stato emozionale e spirituale al momento dellilluminazione, quando ella
rigett i piaceri mondando alla sua festa di matrimonio per rivolgersi a Dio. Mentre le
canne dellorgano scivolano via, la Santa guarda il cielo dove un coro celeste
accompagna il canto di preghiera a Dio che ella serba nel suo cuore.
Altro elemento che caratterizza visivamente lopera la riproduzione degli strumenti
musicali ricordiamo che Santa Cecilia la protettrice della musica che, rotti e disposti
disordinatamente a terra, dovrebbero rappresentare la caducit del profano rispetto alla
eternit del sacro.
Pregevole la fedelt realistica della viola da gamba senza corde e con la cassa incrinata,
del triangolo e di altri strumenti tipici al culto di Bacco flauto, sonagli e tamburelli
che potrebbero essere da soli estrapolati come una Natura Morta di eccellente
qualit. Tuttavia lintento di Raffaello, a parte il supposto piacere che poteva provare
nelleseguire con perfezione la riproduzione di questi strumenti e lintento tecnico di
17
creare tre piani visivi nel dipinto strumenti musicali, figure umane, cantoria celeste
potrebbe esserci lidea di rappresentare lopposizione tra la musica vocale del coro
angelico e la musica strumentale, la prima reputata dai Padri della Chiesa superiore alla
seconda.19
Raffaello ebbe qualche imitatore, ma rimase un caso isolato, poich i maestri fiamminghi
continuarono a raffigurare Cecilia con lorgano come simbolo, e pian piano divenne
anche musicista attiva, e nacquero leggende che arricchivano i due racconti della
19
Mariangela BOGNOLO, La musica celeste nell Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, 2015,
http://retetop95.it/la-musica-celeste-nell-estasi-di-santa-cecilia-di-raffaello/
18
Passione e Legenda Aurea dicendo che ella trascorreva molte ore al giorno pregando e
suonando.
Al Louvre conservata una tela di Hans Memling, Lo sposalizio mistico di Santa Caterina,
nel quale Cecilia presente e sta suonando un organo portativo. La datazione del
dipinto deve essere attorno al 1490.
Cecilia pian piano divenne organista anche nelle raffigurazioni: alcuni studiosi dicono che
gli artisti si ispirassero agli angeli che gi venivano da secoli raffigurati con diversi
strumenti; inizialmente la si vedeva con un organo portativo sostenuto da un angioletto
che le permetteva di suonare.
Il primo esempio di Cecilia che suona un organo pi grande, da seduta, con entrambe le
mani, e un angelo che aziona i mantici, probabilmente una miniatura di un Graduale
per labbazia benedettina di Gembloux, ora conservato nella Bibliothque Royale di
Bruxelles, e realizzato da Jean Massy nel 1514 (contemporaneo di Raffaello, quindi). E
sicuramente unopera minore a quella di Raffaello, ma ebbe un impatto maggiore nel
tempo, poich si concentrava sullatto di suonare compiuto da Santa Cecilia, e nel tempo
19
Una curiosit: a Parigi nellOttocento abitava una cantante molto famosa, amica di
George di Sand, si chiamava Pauline Viardot: a casa sua la signora possedeva un CavaillColl decorato su fronte della cassa da un medaglione, dove il pittore Ary Scheffer la
ritrasse come fosse Santa Cecilia: una Santa Cecilia che non suona pi ma che ormai fa
parte dellopera darte. La tela ora si trova nel Muse de la vie Romantique, a
Montmarte, mentre lorgano venne portato nella chiesa di Notre Dame di Melun, e al
posto del medaglione vi stato messo un orologio.20
Figura 9: L'organo di Pauline Viardot, a sinistra con il medaglione con il suo ritratto in veste di Santa Cecilia e a
destra come appare oggi con un orologio, Chiesa di Notre Dame di Melun
Franz Liszt scrisse per la Gazette Musicale de Paris un articolo riguardo alla sua
esperienza a Bologna, dove ebbe modo di ammirare dal vivo la Santa Cecilia di Raffaello.
Ecco le sue parole:
20
Mark EVERIST, Mozarts Ghosts, Haunting the Halls of Musical Culture, Oxford University Press, Oxford,
2012, pag. 180
20
21
FRANZ LISZT, La Sainte Ccile de Raphael, in Revue et Gazette Musicale de Paris, 1839, N.15, pag. 115
21
Pour moi, qui ai vu dans la Sainte Ccile un symbole, le symbole existe bien rrllement.
Si cest une erreur, en tous cas elle est pardonnable un musicien, et jaime criore que
vous lauriez partage.22
Certamente, Franz.
22
22
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FONTI IMMAGINI
Figura 1: De Musica di Boezio
http://www.kalosconcentus.org/images/HomePage/HomePage.jpg
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