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L'ANELLO MANCANT TEMPLARI - Finale
L'ANELLO MANCANT TEMPLARI - Finale
Templari a Torriglia
Lanello mancante
Che sia stato o abbia preteso esserlo, poco importa, limportante il perpetuarsi di unidea,
di una convinzione che affascina e che continua a lasciare quellalone di insoluto che spinge la
curiosit ad impegnare la mente e rende interessante la nostra esistenza
Introduzione
Quass a Torriglia vecchia un sogno, una vita, nei suoi ritagli pi preziosi.
Un piccone, piccolo, insufficiente ma carico di forza e curiosit.
Non so come, mi sono ammalato di storia nostrana, non so come si sia caricata questa molla
denergia.
Questa mia terra, la raccolgo tutta fra le braccia, questa mia terra del nonno, di pap e mamma,
dei cari zii, di questa Torriglia ormai trascorsa.
con grande dignit che questa mia terra si presenta, sembra povera, ma lo solo nello spirito
povero dei superficiali.
A fondo puoi scavare, lentamente, quel caro enigma del passato, si porge timido, esitante, profondo
nel tempo trascorso dagli altri.
Ormai i ritocchi, forse i pi proficui, il risultato mi ha reso sicuro.
Ho fuso le carte, cos si dice, con lo scavo, dallarchivio polveroso, lodore acre delle muffe antiche,
gli scritti ormai pi tenui, a volte difficili da capire e su, lass , al sole destate a scavare,
nellimmenso marrone di sassi, di terra, a volte di fango, messi in luce, scrutati, il colore, la
consistenza, il rumore costante del metal, finch a volte appare la storia a pezzetti.
Ho provato a riunire molte mie, molte nostre notizie, di carte annotate o di cocci colorati, di piccole
monetine consunte dal tempo.
nato un racconto, un volo radente sul passato del nostro medioevo, sono entrato in silenzio, con
cautela e rispetto nelle chiese, unici segni rimasti del passato di preghiera verso quel nostro Dio del
grande verde dove ci permesso vivere.
Altro non ci concesso scoprire, forse altri dopo, potranno calcare sicuri questo gradino e scrutare
pi lontano.
Filo conduttore di questa ricerca sempre il percorso di crinale lungo il quale si sono addensati
culti, simboli, leggende, famiglie e strutture collegate con fenomeni di comunicazione di cui
leconomia rurale di un territorio montano come il nostro non pu dare spiegazione.
Solitamente quando ci si allontana dalla costa, tutto pi povero, qui avviene il contrario anche se
evidente che questo fenomeno non ha avuto continuit in et moderna.
Il termine Anello mancante sta a significare che necessit avvicinarsi e leggere Patranico,
mia prima ricerca.
Entrambi i libri si completano.
Mauro Casale
Indice
INTRODUZIONE
INDICE
RINGRAZIAMENTI
CAPITOLO 1 - I CULTI
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CAPITOLO 2 - LA SCENA
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CAPITOLO 3 - I PERSONAGGI
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ARMATI E CAVALIERI
I VENTO, UN SECOLO A TORRIGLIA, SIMONE PROTAGONISTA
I DA CASTELLO O DE CASTRO A TORRIGLIA
I PROTAGONISTI DEL TEMPO CROCIATO - GLI EMBRIACI, GUERRIERI E MERCANTI GENOVESI
GLI YSEMBARDI
BELTRAMO DE TURIGIA
HUGO DE TURIGIO
I DE DONETA
I DE MAXONCALDA
MERCANTI
I PIACENTINI
I PAVESI
I MILANESI
VIANDANTI, MONACI E PELLEGRINI
MESCITE E LOCANDE I TABERNARII
I FIDELES
RIMASSA
BOLLERI
MAGIONCALDA
MUSANTE
DA ROMANO
CROSETTI
DONDERO
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CAPITOLO 4 - LA COMMANDERIE
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COLOMBA (CRUMBA)
IL CASALE (U CAS)
IL CASTRUM TURRILIAE (E IL GIARDINO)
DONETTA
IL TOPONIMO
IL BORGO
MAGIONCALDA (IL PAESE)
LAVANCINA, I CASALE
I MAGIONCALDA
LA VERIT CELATA - LE MESSAGE
IL QUADRO DELLORATORIO DI SAN BERNARDO A DONETTA
SANTO STEFANO PROTOMARTIRE - IL QUADRO
LA BEATA VERGINE DELLA MERCEDE A CASALEGGIO IL QUADRO
ORAMALA - AURAMALA
COINCIDENZE
IL FILONE SCOZZESE - LA VENA MASSONICA
LINGHILTERRA I FIESCHI I PLANTAGENETI
IL GLIFO 3 O YOGH E LA LAPIDE MAGIONCALDA
LANELLO MANCANTE
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68
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CAPITOLO 6 - LA VITA
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IL COLLE
FRAMMENTI DI VITA
LE TRSOR - IL TESORO
LA BATTAGLIA O PRELIUM
LE STRADE
LA FORTEZZA
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79
80
81
83
85
LA STRUTTURA
ED ORA LA VITA.
PRESENZE IN FORTEZZA
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91
91
93
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BIBLIOGRAFIA
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Ringraziamenti
Asborno Pietro mia guida a Magioncalda
Bellazzi Bruno amico per la grande disponibilit
Dr.Biagini Marco, lo scavo, le notizie e le foto
Dr.Carraro Fabrizio e le analisi delle malte
Ing.Casale Alessandro per il riordino al computer
La signora Crosiglia per il dono dei preziosi reperti e dei documenti
Don Pietro Cazzulo per lospitalit in archivio Parrocchiale
Felolo Luigi per la ricerca sui Feudi vescovili
Maestro Piero Lumachi per la bellissima copertina
La famiglia Magioncalda con Elisabetta e la sua pazienza
Prof. Tiziano Mannoni per i preziosi consigli
Prof. Perdelli Marilaide che corregge le bozze e modera gli eccessi
Tassistro Rita la lettrice
La Biblioteca Berio sez.conservazione per le immagini
Capitolo 1 - I CULTI
Al Cerro sullantica mulattiera per la Trebbia ritratta in una cappellina di propriet della famiglia
Crosiglia.
A Donetta poi, nelloratorio dedicato a S.Bernardo di Chiaravalle, ove riposano le spoglie dei
Monaci Magioncalda, un quadro raffigura la Madonna del Carmine con ai lati S.Bernardo e
S.Giovanni Battista, al centro un Angelo, sotto a tutto il Demonio, insidioso e tentatore.
Festa Patronale del Carmine a Bogliasco, S.Bartolomeo di Sori, a Recco.
Ancora a Barbagelata,Cassingheno,Caffarena e Cabanne dAveto, tutti luoghi interessati alla
viabilit medievale del territorio.
A Masone festa nella borgata Carmine.
Carmo il grande monte sopra Cabanne di Carrega, l accanto il Monte Carmetto, lungo la
mulattiera verso Poggio Rondino ancora i Carmetti, Madonna del Carmine anche a Vegni, paesino
accanto a Magioncalda, allapice della Val Borbera cistercense.
incoronata, una Madonna Regina, la notissima preghiera : Salve o Regina, mater misericordiae,
vita, dulcedo, et spes nostra salve, a Lei rivolta.
I Cistercensi chiudevano la giornata di preghiera con la Salve o Regina e con il canto Ave Maris
Stella ..Dei mater alma atque semper virgo felix cieli porta
San Bernardo che diffuse il culto Mariano nel mondo ne fu lispiratore.
Ancor oggi nelle chiese del Carmelo ai vespri si recitano queste antiche preghiere.
Ils auraient plac ci haut la Vierge Marie sa mre, dont ils avaient fait leur protectrice.
Marie Etoile de Mers ecrivit le Templier en prison
Documenti inediti da filze criminali del
Castello di Torriglia
Settembre 1639 - Benedetto Guano e Giacinto Guarnieri vengono processati per il tentato omicidio
di Andrea Mangini:
i testi raccontano.
..gionti che furono da rimpetto alla mia porta che ero asettato sopra il scalino, viddi li
suddetti armati darchibuggio che correvano velocemente dicendo: il primo che troviamo
ammassamolo..
Benedetto che cosa vi ?
Esso in un subbito mi volt larchibuggio et io ben presto saltai in piedi, e nel levare mi scrocchi
unarchibuggiata quale mi colse nella stacchetta davanti a parte destra stracciando detta
stacchetta in tre luoghi e streppellandomi limagine della Beatissima Vergine del Carmine, quale
haveva in detta stacchetta squarciandomi la camissia
altro teste..
Qualmente marted sera alle 24 ore in circa li suddetti vennero tutti due verso la Porta del Borgo e
senzoffesa di mia vita, la coronetta che parimente haveva in detta stacchetta, detta archibuggiata
la port via, di maniera tale che no lho pi vista, e nella stacchetta vi trovai una palla faccetta
(pila plumbea)..
8
altro
Il Giacinto diceva al Benedetto non fare, non farequando furno appo di noi, il Andria Mangini
li disse al BenedettoOl, Ol, dove si v!!..et in un subbito detto Benedetto senza dir altro li
spar unarchibuggiata gli ruppe una Bedaglia della Beatissima Vergine del Carmine che
haveva nella stacchetta vidi che detto Andrea si sbatteva qui il fuoco che lera rimasto nelli
calzoni davanti.
1663 - Processo per lomicidio di Domenico Barbieri
Si sottopone a tortura Thomasina Barbieri, uxor Laurentij Crovi accusata di aver aiutato il fratello
Agostino porgendo lo schioppo che uccise Domenico Barbieri
Un quarto dora di horologgij ad pulveris.
ohim Dio, Jo dico che la Madonna Santissima la proveda Lei, del resto non so che dire..
oihm, oihm, oihm, Signore o Madonna Santissima o Madonna del Carmine, agiutatemi e
levatemi di qui
oh Sig.Commissario, lacquisti un letto in Paradiso e mi facci callar abbasso
Thomasina dopo la tortura non ammise la colpa, fu assolta e liberata mentre
Agostino Barbieri viene condannato a morte.
condemnat in penam capitalis et confiscationis bonorum et interim a perpetuo exilio
Si pervenit in fortijs justitie, ducatur et duci debeant ad locu solitu patibuli, ibique per ministro
Justitie caput a spatulis amputetur.. naturaliter moriatur et anima a corpore separetur
Donetta di Torriglia
Feudo dei Magioncalda
Capenardo di Davagna
Feudo dei Rimassa
S.Bernardo di Bogliasco
S.Bernardo santo titolare a Pannesi, a Rossi in alta Fontanabuona, Reneussi in Val Borbera,
festeggiato a Fascia in Val Trebbia, Pizzonero e Vesimo in Val Boreca, tutti insediamenti collegati
alla viabilit verso la Lombardia.
La devozione al santo si spiega col fatto che nel nostro territorio fu frequente la presenza di monaci
e conversi cistercensi, valga ricordare lAbazia di Rivalta Scrivia, le sue grangie di Val Borbera o
lospitale di S.Giacomo di Possolo ed i loro contatti con le grandi Abazie cistercensi del Nord Ovest
i cui monaci ed Abati usavano il percorso di crinale per i contatti fra mare e pianura padana.
Lepisodio del viaggio di S.Bernardo da Genova a Milano del 1135, si pu connettere ai simboli
vescovili (mitra e pastorale) non accettati dal santo e raffigurati nel quadro di Donetta ed stato
certo ispirazione delle dediche lungo il percorso del Chamino de Lombardia.
Il Diavolo sempre presente ricorda limpegno contro Catari e Albigesi, le grandi eresie del tempo.
Il cartiglio dellangelo raffigurato nelloratorio di Donetta contiene il versetto di un libro del
Vecchio Testamento, il Siracide o Ecclesiasticus.
San Bernardo, nella regola dei Templari : De Laude Novae Militie ad Milites Templi, cos come
nel Cantico dei Cantici e nei Salmi, usa spesso questo libro della bibbia
Une nouvelle chevalerie est apparue dans le ciel de lincarnation
Doublement arms, ils nont peur ni des dmons ni des hommes
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A Fascia, nido di antiche devozioni (S.Orsola, San Guglielmo dAcquitania), si festeggia anche la
Maddalena, ma non solo, una simpatica leggenda viene raccontata dai vecchi parrocchiani:
La Maddalena part dalla Terra Santa in pellegrinaggio di penitenza con Giuseppe dArimatea che
portava il Santo Graal, passarono dalla Liguria fin qui a Fascia ove alcune grosse pietre vengono
indicate come quelle che la donna port sulle spalle dalla Palestina nel corso del suo viaggio di
espiazione. Massimo Centini -Templari e Graal in Liguria. Ed.Servizi Territoriali
Blocchi ai confini, ammazziamo cani e gatti, attenti a chi brutta le panche in chiesa, prima continue
campane a martello, poi pi nulla, non si deve, non c tempo, si seppellisce un po dappertutto,
calce sui cadaveri, bisogna cuocere le pietre, ne serve ancora.
Su in Castello, presente il Commissario e i Reggenti, viene riposto il Sigillo della Magnifica
Comunit di Torriglia in una cassetta con due serrature,
una chiave conservata da un Reggente del Borgo, laltra da uno delle Ville.
questo lunico sigillo apposto sulle richieste, le istanze, le lamentele rivolte al Principe o sugli atti
ufficiali.
un sigillo a fumo che raffigura SantOrsola in busto sopra le tre Torri
in fila antico simbolo della Comunitas Turriliae.
Bisogna sapere che durante il Medioevo, nelle nostre realt, le malattie si curavano con le preghiere
e con il poderoso aiuto delle reliquie che dovevano essere messe a contatto delle parti malate, in
parallelo per monaci lungimiranti perfezionavano lerboristeria e supplivano agli antichi rimedi
spesso non sufficenti.
Il possesso di una reliquia famosa rende lidea dellimportanza della Comunit e pone interrogativi
su come questo cranio insigne fosse arrivato qui.
Il fatto che S.Orsola fosse la patrona dei commercianti e tessitori di tessuti la dice lunga sul perch
Cristoforo Colombo avesse titolato alle Vergini di SantOrsola le isole caraibiche incontrate nel
secondo viaggio verso le Americhe.
I lanieri di Torriglia, Pentema e dintorni erano spesso presenti alla stesura di atti notarili della
corporazione che riguardavano anche i Colombo, Giovanni (nonno), Domenico (padre), Benedetto e
Antonio (zii).
Potest a Torriglia nel 1478 era un certo Michele Colombo di cui non accertata la eventuale
parentella.
Potrebbe essere quello il periodo in cui la reliquia arriva a Torriglia, credo per plausibile lipotesi
di provenienza dai beni del Cardinale Luca Fieschi, che aveva alla sua corte presbiteri di Torriglia e
di Donetta e teneva contatti con la Corte dInghilterra ed i Templari Inglesi.(1)
Il culto del cranio stato accertato per il Cavalieri del Tempio, la famosa testa con la scritta 58m
trovata a Parigi, risultata appartenere ad una delle vergini di SantOrsola, rende ancor pi
interessante il possesso della reliquia di Torriglia.
Ctait une tete de femme en or, creuse et reclant une tete de petite fille dans une toffe, noire et
blanche, ou rouge,on ne sait trop, avec la mention Caput LVIIIm inscrite sur une cdule.
Era comune che un ordine monastico cavalleresco avesse reliquie: gli Ospedalieri conservavano la
camicia di Cristo, un pezzo della sua croce, il braccio e la mano di SantAnna, ed una testa delle
undicimila vergini tutta intera.
Il Culto di SantOrsola, martirizzata dagli Unni assieme alle vergini compagne sulle rive del fiume
Reno, fu molto importante nel Medioevo ed ebbe la sua massima diffusione nella Citt di Colonia
di cui la Santa Patrona, nella bandiera della citt sono apposte le fiammelle delle undici vergini ed
i vasi dei tre Re Magi.
Troviamo altre devozioni alla santa: un altare a Fascia, uno a Traschio, un quadro a Canepa di Sori.
(1) Nellinventario di beni redatto dopo la sua morte annotato :Caput undecim milium virginum .. non sappiamo se e
quando la reliquia approdi a Torriglia.
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Figura 6 - Tassa da esigersi nellanno 1781 per la spesa di S.Orsolina, orologgio, triduo et altro
primo della lista : Giangregorio Massoncalda.
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I Cavalieri del Tempio avevano una venerazione per il Battista: Jacopo da Varagine nella Leggenda
aurea ricorda che proprio i Templari scavarono nei sotterranei del Tempio di Gerusalemme per
cercare la testa del Battista.
Si riteneva che fra le reliquie dei Templari ci fosse lindice della mano destra del Battista
frequentemente raffigurato con lindice destro puntato verso lalto.
Jacques de Molay confia ensuite que lcrin quil venoit de lui apporter, renfermoit la reliquie la
plus prcieuse que Beaudouin roi de Jrusalem avait donn a lOrdre scavoir lindex de la main
droite de Saint-Jean-Baptiste. Temple,Islam et assasins-Daniel Riu-Les Templiers
I trei sati du su
La leggenda affonda nel tempo lontano del Cristo, del Battista, del Sacro monte, del Sole di vita.
Solstizio destate, nascita del Battista: lusanza di raggiungere la vetta dellAntola nella notte di San
Pietro fra il 28 e il 29 giugno per assistere al sorgere del sole e ai trei sati du su ancora radicata fra
gli abitanti delle valli.
Allalba, dalla sua cima, il sole compie 3 salti prima di sorgere definitivamente, i monaci guerrieri
amavano ricordare i tre rimbalzi della testa del Battista appena spiccata dal busto.
Sotto lAntola, a Magioncalda, nellaltar maggiore della Chiesa, raffigurata la testa del Battista
deposta sul piatto.
Lass da qualche parte anche la porta del solstizio rivolta a Nord Est, punto estremo del sorgere
del sole nei giorni della nascita del precursore.
Les Templiers auraient pu etre Johannistes et ce titre mpuiser
leglise de Pierre lApotre qui renia le Christ par trois fois.
Les Templiers - Coupables? - Daniel Reju, pg.85
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San Nicola
Santo anchesso legato al periodo crociato, le sue ossa razziate dai crociati a Mira nellattuale
Turchia, furono trasportate a Bari ove si svilupp un culto importante legato alla protezione
dellinfanzia.
Leggenda dice che San Nicola riport in vita tre bimbi uccisi e messi in salamoia nelle botti da un
oste perverso.
San Nicola Santo titolare di Rondanina antica filiazione cistercense, Papa Urbano II infatti, nella
sua bolla del 1186, conferma le propriet dellAbazia del Tiglieto, fra esse appare Rondanina.
La stessa Rondanina, Cantalupo, Carrega e Fascia ancora nel 1523 dipendono dal monastero di
Albera Ligure in Val Borbera, mentre nel 1747 Rondanina nella giurisdizione di Carrega.
Sono tracce di quellantico feudo vescovile tortonese che forse si estendeva fino a Donetta.
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La Cappella di Casaleggio
La cappella di patronato della omonima famiglia dei Casaleggio evidenzia al suo interno culti molto
antichi: SantAnna, San Giuseppe , la Maddalena; un quadro consunto raffigura la Madonna della
Mercede.
S.Anna culto legato allordine carmelitano, S.Giuseppe (dArimatea ?) e la Maddalena ricordano
la Francia meridionale e le leggende ad essi collegate.
Il culto della Beata Vergine della Mercede, nato a Barcellona nel XII secolo, collegato al riscatto dei
cristiani tenuti in schiavit dagli islamici, appare anche a San Sebastiano Curone ove si riscontrano
tracce templari.
I templari Catalani presenti in Sardegna nel regno di Arborea, erano a lei devoti.
Nel 1192 Simone Vento, Podest di Torriglia per i Malaspina tenne importanti contatti con i vertici
dellOrdine templare di Catalogna in Sardegna ad Oristano.
Lordine della Mercede o dei Mercedari, protetto da Giacomo I dAragona, ebbe grande sviluppo
nelle Americhe, sacerdoti mercedari risultano al seguito di Colombo.
Casaleggio di antichissima fondazione (una vecchia foto mostra unarco romanico) ed citato in
un documento del 1235, nel quale Alberto Balbo Da Castello infeuda ad Armanino di Turigia terreni
di Casaleggio e Garaventa.
I Da Castello o De Castro sono una famiglia genovese legata alla Compagna che durante il periodo
crociato sfrutta i traffici con la Terra Santa.
A Torriglia, i collegamenti erano tenuti con la famiglia dei Vento, che possiede il Castello e
controlla i pedaggi.
Qualche secolo dopo, appare nuovamente un Armanino quale cappellano nominato dal Reverendo
Benedetto Casaleggio.
Cito appena la verosimile leggenda che un anziano abitante amava ricordare, uomini di Casaleggio
partirono per la Terra Santa al servizio di un Cavaliere Crociato.
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SantAnna
Madre della Madonna, abitava a Gerusalemme collanziano marito Gioacchino accanto alla piscina
probatica ove si trova la Chiesa di SantAnna costruita dai Crociati Francesi.
Santa Carmelitana per eccellenza, era protettrice delle donne incinte e delle ricamatrici.
Grandi devote di SantAnna erano le Beghine, importante movimento religioso femminile nato nel
XII secolo e sviluppatosi soprattutto nei centri tessili dei Paesi Bassi ( A Bruges si pu visitarne il
quartiere, accanto alle Chiese di SantAnna e di Gerusalemme ove giacciono sepolti gli Adorno,
mercanti genovesi che introdussero il pizzo fiammingo)
Il secondo distretto della Confraternita di San Vincenzo di Torriglia era titolato a SantAnna, nella
zona del centro storico ne era diffuso il culto.
Infatti, sotto un antico affresco di casa Carraro, che fu Osteria Camerale prima e locanda del
Cavallino Bianco poi, le pie donne del quartiere intonavano canti e preghiere durante la festa.
Le beghine nostrane alloggiavano nel vicino conservatorio, antica istituzione religiosa della zona:
Evvi il consorzio di 10 incirca figlie radunatesi insieme a vivere divotamente e mantenersi col
lavoro delle loro mani.
Si occupano di lavori donneschi specialmente filando e tessendo e fanno la dottrinetta alle figliole
che si portano da loro.(1)
La chiesa di San Giorgio a Bavastri ricorda SantAnna in un grande bassorilievo di marmo del
settecento.
(1) Sac.Carraro La Provvidenza.
Nel XIII sec. vennero considerate alla stregua degli eretici o catari, un interpretazione riporta lorigine del
toponimo agli Albigesi. Il concilio di Vienne del 1312 abol i Templari e condann le Beghine.
Donna dove similmente far una festa, ed anche qui interverr molta villanaglia. 8 agosto 1465
Italo Cammarata- Una Bellissima Fortezza- Guardamagna ed.Varzi
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Le Tre Croci
Ancor oggi la via di crinale evidenzia toponimi nati dalla antica religione del Cristo, dopo la cima
dellAntola, l dove si intersecano mulattiere provenienti dalla Val Brugneto e da Magioncalda,
troviamo le Tre Croci ad indicare il passo, poco pi in alto una piccola cappella.
quando giunsero al luogo detto Cranio (Golgota) l crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra
laltro a sinistra.
Poco oltre, una foresteria per viandanti, Case del Romano, dal nome delloste che l visse secoli fa.
Certo Armanus de Romano infatti appare fra i firmatari della Carta Iuramenti al Marchese
Malaspina di Varzi del 1197 (1)
(1)
Isti sunt illi de Val de Trebia qui iuraverunt predictum sacramentum et predictam pacem
Gabotto-Erwig Chartarium Dertonense - pg.29
S.Onorato (a Torriglia)
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santo titolare della Chiesa Parrocchiale di Torriglia, in antico Abazia di Patrania, di Diritto Regio,
quindi risalente allepoca Longobarda.
Si suppone che linsediamento originario fosse dei monaci provenienti da Lerino, isola di fronte a
Cannes ove dal Sec.V si svilupp una delle prime comunit monastiche ad opera di SantOnorato e
San Caprasio.
Recentemente San Caprasio venuto alla cronaca a seguito del ritrovamento dei resti nella chiesa di
Aulla in Lunigiana.
Le fondazioni Lerinesi che si ricordano in Liguria sono: Ventimiglia, Seborga,Torriglia, a Genova:
S.Antonio di Pr, Santa Fede, S.Onorato a Castelletto.
Le connessioni con il monachesimo francese sono note, Attala Abate di Bobbio viene da Lerino, il
culto di S.Ponzo in Val Staffora si riscontra anche nel Nizzardo a Cimiez, il priorato della Chaise
Dieu dAlvernia collegato con S.Andrea di Borzone ma soprattutto le abazie Cistercensi del Nord
Ovest dItalia erano di fondazione Borgognona.
Esisteva un rapporto privilegiato fra i monaci Lerinesi e lOrdine del Tempio, soprattutto durante il
secolo XII nel Sud della Francia, chiese, terreni e case di propriet Lerinese, passano ai ricchi e
potenti Templari.
A Genova lunica chiesa Templare certa, Santa Fede a Porta dei Vacca, risulta fondata dai Lerinesi.
Documentazione del Sec.X sancisce il passaggio dellAbazia di SantOnorato di Patrania a quella di
San Marziano di Tortona, nel Sex.XII passa sotto il dominio del Vescovo di Tortona che ne controlla
anche lespressione militare: il Castellum Padraniam a Donetta, che ragionevole supporre fosse
stata affidato ai Cavalieri.
Linterno del Tempio a Gerusalemme
la superfice esterna della roccia fu coperta con marmo bianco, sopra gli fu messo un altare..
attorno alla roccia si innalzavano quattro pilastri e dodici colonne per sostenere la cupola,
sullarco dellingresso principale i Crociati apposero una lunga iscrizione prendendola dal Vangelo secondo Matteo
DOMUS MEA DOMUS ORATIONIS VOCABITUR
ET QUI QUERIT INVENIT ET PULSANTI APERIETUR
Sulla porta dingresso di SantOnorato a Torriglia, sotto la statua del Santo si legge:
PULSANTI APERIETUR
allinterno sopra larcata dellaltar maggiore:
DOMUS MEA DOMUS ORATIONIS
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stato legato alla Famiglia Fiesca, il Cardinale Luca infatti lo conserv quale pegno di un prestito
fatto al Comune.
Ebbene, questo Santo Grilletto appare a Montebruno raffigurato nellaffresco dell Ultima Cena,
di colore verde ed esagonale come loriginale ed anche in questo angolo di Val Trebbia evoca la
coppa usata da Ges per contenere lagnello pasquale, ed in seguito da Giuseppe DArimatea per
raccogliere il sangue del Cristo morente sulla Croce.
Trouv sous les dcombres du Temple de Salomon, puis les Templiers pour leur
malheur lauraient trouv et ramen en Europe
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Santo Stefano
Lunica immagine riconducibile alla famiglia dei Magioncalda, antica titolare di juspatronato
dellaltare di Santo Stefano nella Parrocchiale a Torriglia, altare poi sostituito dalla tela della
lapidazione.
Anche se raffigurato il protomartire, Stefano o Etienne collegato al mondo cistercense, ai
rapporti fra Clairvaux e Citeaux.
Etienne Harding, abate di Citeaux veste San Bernardo con labito religioso, poi lo invia a fondare
Clairvaux.
Etienne e Bernard assieme al Concilio di Troyes fondano lOrdine Templare, luno compone la
Regola dei Cistercensi, laltro quella dei Templari.
Dans la cathdral de Troyes Bernard de Clairvaux, ses amis, ses disciples, Etienne Harding Abb de Citeaux
assistaient au concil, Etienne tait le personnage le plus influent aprs Saint Bernard, il compos la Charte
de la Charit, la rgle de les Cisterciens, Bernard composait la Rgle du Temple
San Pietro
Risale certo ai primi anni della presenza cristiana nei nostri monti la dedicazione allapostolo Pietro
del villaggio di Pentema e soprattutto quella del Monte sacro, lAntola o Antua.
Ne accenno perch una traccia forte di collegamento al medioevo appare sul pavimento della Chiesa
di Pentema: il simbolo del Fiore della Vita, lo stesso che scolpito su una pietra della Torre del
Castello di Torriglia.
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Capitolo 2 - La Scena
Une Affaire dor
Laristocrazia Genovese, quella che vive in prima persona le Crociate, che ben conosce le rotte per
la Palestina e che, oltre a dar manforte alle Armate Franche, radica le proprie attivit mercantili in
Terra Santa spostando famiglie intere, costituendo colonie, costruendo abitazioni, fortezze, chiese,
magazzini, gestisce in proprio il commercio di merci preziose.
Sete, ceramiche islamiche, incenso, pepe, zenzero, sucaro, comprate con sonori bisanti passano di
mano in denari di pavia, in grossi fiorentini, in genovini, su verso nord, sino ai mercati delle
Fiandre.
Tutta questa attivit diventa motivo di sviluppo per il nostro entroterra, fra il XII ed il XIV Secolo si
sviluppa una cospicua rete di mulattiere, fortezze, chiese e cappelle, ospitali e cabanne ma
soprattutto aumentano gli abitanti a servizio della viabilit che si insediano a mezza costa
integrando il reddito con lallevamento in massima parte di ovini.
Guillame,Tete de Marteau qui aide Godefroy de Bouillon prendre Jerusalem
Bella e suggestiva tradizione la presenza delleffige della Madonna Nera, unica in Liguria marittima
conservata in S.Maria delle Grazie.
Recco Comunit antica, anchessa porta tracce del periodo crociato: lospitale di S.Gio Battista
del XIII Sec., il culto della Madonna del Carmine, a Megli licona bizantina della Madonna delle
Grazie dono del Crociato Ageno e soprattutto la Santa Spina della corona della passione del Cristo
anchessa dono degli Ageno comandanti di galere crociate.(1290)
Dalle galere alla fonda, al porto, giusta appendice di quella Via del Legno che ricorda i fusti di
faggio trainati da buoi dai boschi del monte ai cantieri costieri.
A Recco si costruiscono le galee ancora nel 400 (1).
Tracce colorate, vivaci, quali la setaquella dei velluti di Zoagli e dei Damaschi di Lorsica sono
relitti degli antichi traffici doriente.
(1)
piaciuto al Rev.do Ibleto Fieschi di donarci una sua galea che fece fare a Recco
25/1/1466 - lettera di Francesco Sforza a Fogliani, Governatore di Genova.
- Italo Cammarata Una bellissima fortezza- ed.Costamagna Varzi
La galre dominatrice de la Mediteranne Mdival
Altri approdi - Anche Camogli e Portofino partecipano con i Genovesi a flotte crociate dirette in
Siria; bottino di guerra di queste sante spedizioni sono ancora reliquie, addirittura quella di San
Giorgio, uno dei grandi di quel mondo, di quel tempo, di quella cultura.
Portofino la custodisce.
L attorno la millenaria di Ruta con lospizio, leremo di San Fruttuoso, Valle Christi a Rapallo,
femminile e cistercense, vanno a completare quel mosaico di vita sul mare collegato al reticolo di
mulattiere, primitivo ma efficiente sistema che permetteva a carovane protette il raggiungimento di
destinazioni impensabili.
Dagli sbocchi sul mare di Levante ove ogni golfo profondo permetteva lattracco
di leudi e galere si saliva il primo gradino sul crinale, poi verso nord ancora un secondoUsque
in Antuafino in Antola.
Da quella quota diventava quasi piacevole in buona stagione scivolare verso le pianure, i grandi
mercati, i ricchi committenti ansiosi di sognare le novit dellOriente.
A Nord di Rapallo
Roccatagliata, la sua fortezza, la chiesa dotata dal Cardinale Luca dei Fieschi di Lavagna, lantica
dedicazione alla Maddalena, la Parentella degli Advocati Crociati.
Pi in alto in cacumine montis sta Barbagelata ove ancor si ricorda la presenza di una piccola cella
monastica femminile, un ospizio, una fortezza distrutta, nuovamente il culto del Carmine e la chiesa
dedicata alla Maddalena.
Cabanne dAveto punto di controllo della parentella dei Dalla Cella, nodo viario per lEmilia, ove
tutto incentrato su S.Bernardo.
Montebruno allincrocio del Chaminus Janue con lhospitale di Rusca, le case torri e la sua
Madonna, primitiva, orientale, misteriosa, poi gi verso la rocca di Croce al pedaggio, pi in basso
la Trebbia, cristallina, immutabile.
27
Donetta
Nido dei Magioncalda che almeno dal XII Sec. controllano il luogo a nome del vescovo di Tortona.
Qui si incrociano le voci, gli allarmi di tutti i viandanti che si misurano con lAntola, le condizioni
del percorso, gli assalti dei ladri da strada o degli orsi di Poggio Rondino, la peste che fiocca a
Suzzi o la ressa nel caravanserraglio di Carrega.
Qui si ristorano uomini e muli, si curano animali feriti, si ferrano muli e cavalli.
Qui la forza e la fede di monaci cavalieri, armati e santi.
Les frres chevaliers ont droit trois chevaux et un cuyer
Il est aussi grave de tuer un cheval que de tuer un esclave.
28
LAntola
Presidio di una famiglia, i Musante, fidi ed attenti, appendice di S.Giacomo di Bavastrelli, forse
residuo di antiche politiche di controllo viario.
Un lume, una luce, un punto caldo di riferimento, di controllo, uninformazione data e ricevuta,
spesso preziosa, che poteva salvare la vita.
Un crinale lungo, deserto, poi la sosta protetta.
Il Grande Nord
Da quass le valli si stendono fumose verso la vita pulsante della pianura.
La Val Borbera
Garbagna, Grondona, Pallavicino col suo S.Bernardo, Albera, Chiaromonte, Semega, Vendersi,
Precipiano, tutte comunit irradiate dallAbazia di Rivalta Scrivia, faro per monaci e civilt.
29
Il Curone
S.Sebastiano, il suo mercato, il suo ponte controllato dai Templari, porta per Tortona, Diocesi, sede
antica del nostro Cristo ed anche del potere militare e contestato dei Vescovi Conti.
Monaci ed armati hanno per secoli percorso queste strade per dare e ricevere potere e conforto.
S.Pietro a Pontecurone
Castello di Torriglia
Figura 22 - Croce della vita Simbolo del Banco di Cambio
.A Saint Gilles cent trente quatre Changeurs de Monnaies sont ncessaires pour repondre la demande..
La Staffora
Varzi, i Malaspina, i mercanti, la Rocca di Oramala ricordo di Opizzo, del Barbarossa ospite
fuggiasco e della stagione strepitosa dei trovatori provenzali.
SantAlberto di Butrio tempio di famiglia e degno sepolcro di Edoardo II Plantageneto.
La Trebbia
Lhospitale di Ruscha, il castello di Croce con pedaggio, lhospitale di Ponte Organasco, Bobbio,
labazia di S.Colombano ancora di sapore Longobardo,ora un po in declino, poi la Piacenza dei
Crociati , dei Banchieri, degli accordi per la strada della Trebbia unico collegamento col mare dei
traffici.
Pi lontano Stradella, i guadi del Po, Pavia ed il potere.
Bobbio
lass la Bobbio degli Scoti, quelli che devoti al loro Colombano, dal mare salgono faticosamente
la Trebbia su mule bardate o su lenti asinelli per pregarlo, per vivere intensamente la regola pi
severa, pi avvinta al Dio, quel Dio dimenticato in queste terre e che dal Nord dei monasteri
dIrlanda fu riportato fra le nostre genti pagane.
Lass la Bobbio dei monaci intenti a copiare Plauto, Seneca o Virgilio, avvolti dai loro tabarri caldi
nel gelido scriptorium.
Lass la Bobbio che ancora ricorda gli Ungari feroci, il trasferimento del sacro corpo di Colombano
fino alla Pavia imperiale per poi rientrare nella sicura Abazia.
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Lass la Bobbio ove si andava per comperare pergamene trattate, di buona qualit, di pecore
allevate, le migliori, le femmine grasse, ovunque portate per trascrivere gli atti del pingue
commercio o i sacri scritti di questo mondo di monaci santi, di guerrieri devoti, di imperiali notari.
Lass la Bobbio della via del sale e della Trebbia, chamino per Genova, per la terra santa e porti
lontani, del ponte gobbo da Satana costrutto e dai muli percorso.
Lass la Bobbio del grande mosaico a pavimento dei biblici Maccabei, da calpestare immersi in
quel mondo di sacre scritture, di salmi cantati, in pace, in silenzio.
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Capitolo 3 - I personaggi
Armati e Cavalieri
I Vento, un secolo a Torriglia, Simone protagonista
Case e torre a Genova sulla Ripa, presso lattuale chiesa
di San Giorgio, legati al movimento cistercense,
appaiono nel nostro territorio intorno alla seconda met
del XII Secolo in concomitanza con le guerre di
Genova contro i Malaspina.
Anno Domini 1180, Simone Vento a Fontanigorda
incontra Opizzo Malaspina e con lui tratta lacquisto del
Castello e del pedaggio di Torriglia.
Alleato con Fulcone Da Castello combatte in
valbisagno, qualche anno dopo in mare contro Pisa.
Console di Genova, presente in San Lorenzo quando
Filippo Augusto Re di Francia reintegra i diritti dei Genovesi in Terra Santa.
Nel 90 Genova arma e mette in mare una flotta di 80 vascelli per conto del Re di Francia per la
recuperatione della Terra Santa, Simone la comanda, parte assieme alle armate Crociate delRe
dInghilterra Riccardo Cuor di Leone e partecipa ai combattimenti.
Nel 92 Simone Vento ad Oristano alla stipula dellatto fra il Templare Raimondo de Torreja,
tutore del Re di Arborea e Guglielmo Burone, console di Genova, presenzia il Templare Raimondo
de Gurp, fratello del de Torreja, poi precettore dellOrdine in Catalogna.
Lo troviamo ancora in S.Lorenzo al giuramento di fedelt dei Malaspina nel 99.
Nel 1214 Simone figlio cede a Fulcone Da Castello i beni comperati dal presbitero Rubaldo, Abate
di Patrania di Torriglia.
Qualche anno dopo, Podest di Torriglia per i Malaspina, dona il diritto di pascatico e legnatico al
Monastero di Rivalta Scrivia.
La famiglia allapice, quale assegnataria delle saline di Siracusa, monopolizza il commercio del
sale, Simone muore.
Nel 32 Podest di Milano Pietro Vento, nel 42 Podest e dominus di Torriglia Alberto figlio di
Simone.
Nel 58, condomini del dazio di Torriglia, i Vento armano galee per la guerra con Venezia mentre
Ugone Vento Ammiraglio fornisce galee per il Regno di Castiglia.
Ancora nell 84 a Torriglia, riscuotono i pedaggi della Val di Trebbia e della Val Staffora.
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1164 - Genova sconvolta dalla guerra fra fazioni, Fulcone Da Castello contro Rolando
Advocato, nell83 alleato di Simone Vento contro la Curia e i Bulbonoso, nell89 al comando di
10 galee contro Pisa nel mare di Corsica, fra i firmatari della pace appare Silvester de Turrilia.
Continue tensioni con i Della Volta , i Pevere.
1190 il Comune lo punisce e ordina la demolizione della sua casa.
A Genova arriva larmata crociata, il Re di Francia, il Duca di Borgogna, il Conte di Nevers, il Re
dInghilterra: si parte con 80 navi per la Terra Santa, durante lassedio di San Giovanni dAcri,
Fulcone si distingue con le sue macchine da guerra.
1192 Anna, vedova di Anselmo Da Castello dona beni allhospitale di Rusca. (Montebruno)
1205 Fulcone Podest di Genova.
Nel 1214 arbitro nella questione fra Guglielmo Balbi da Castello e i figli di Isembardo de Turigia.
Balbi e de Castro, ora le due famiglie appaiono assieme.(1)
Fulcone acquista dai Vento beni dellAbazia di Patrania a Torriglia.
Nel 1215 costruisce il Castello di Monaco per conto di Genova.
Nel 33 Illi da Castello sono garanti alla collocazione del figlio di Beltramo castellano di Torriglia
presso lo Scriba Lantelmo, poco dopo consegnano in feudo a certo Armanino de Turigia beni a
Casaleggio e Garaventa, allatto presente Beltramo.
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Ancora Fulcone compera parte del castello di Savignone dalla famiglia dei Marabotto.
(Cinquantanni prima un Marabotto era commandeur della magione templare di Albenga.)
1245 Balbi e De Castro appaiono in atto di donazione alla Domus Templare di S.Egidio de
Moncalieri, presente Frater Petrus de Turiglis, monaco Templare.
Giuseppe Balbi da Castello Dominus et possessor de Galaventa e Casaligio, nel 51 David figlio
di Alberto cede pedaggi, ancora nel 58 i Balbi e i De Castro sono principali condomini del Dazio di
Torriglia.
1267 Marino Balbo De Castro ha il comando di una galea armata da Genova e porta con s
Michelino, figlio di Imelda di Val Trebbia.
Con lultima vendita di pedaggi del 78 fatta dalla vedova di Anselmo altro non appare.
(1) La famiglia dei Balbi appare gi dal 1145: Guglielmo, fratello di Obizzo Malaspina infeuda il
Castello e la Corte di Brugnatello in Val Trebbia ad Alberto Balbo, nel 1197 ancora Alberto Balbo
appare con illi de val Trebbia nel giuramento al Malaspina, nel 1212 Alberto Balbo , Console del
Comune di Piacenza, firma laccordo fra i milanesi , i piacentini e i malaspina per luso della strada
della Trebbia. (Chaminus Januae)
I de Turigia
Gli Ysembardi
1198 un Ysembardi Podest di Tortona,
1204 Ysembardus de Turigia presente alla donazione allAbazia di Rivalta Scrivia di terreni nella
grangia di Magioncalda, nel 14 i suoi figli e Guglielmo Balbi Da Castello si contendono le propriet
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del padre, la presenza di Fulcone Da Castello quale arbitro fa comprendere limportanza del
personaggio.
Nel 1451 certo Antonio de Zimbardo de Turrilia consigliere dellArte della Lana.
Nullaltro risulta
Beltramo de Turigia
Guardator (castellano) del Castello di Torriglia, nel 1224 Beltramo colloca il figlio presso uno
Scriba genovese e si fa raccomandare dal Dominus, un Da Castello, nel contempo accetta procura
da Lanfranco scudaio e da Lanfranco calzolaio di Marzano, teste in atti con Costanzo taverniere,
appare poi nella concessione in feudo di terre a Garaventa e Casaleggio che sempre Alberto Balbo
Da Castello fa ad Armanino de Turigia.
Nel 35 la ricchissima moglie Beld fa testamento, fra gli innumerevoli lasciti appare un drappo alla
Chiesa di Santa Maria de Faxa.(Fascia in Val Trebbia)
Hugo de Turigio
Nel 1204 Hugo de Turigio presso la Pieve di Albera Ligure in Val Borbera, presente alla
donazione di terreni in Magioncalda allAbazia di Rivalta Scrivia fatta da Olgerius de
Bruzamonago. Nel 1208 il monaco Hugo fonda lHospitale di S.Giacomo sul Monte Pozzuolo.
Siamo sempre nellambito cistercense.(1)
(1) Venuta meno lopportunit di guadagno nelloltregiogo i de Turigia, poi diventati Torriglia, presumibilmente si
spostarono nel levante.
Appariranno poi evidenti le loro ascendenze cavalleresche nel Sec.XVI quando componenti della famiglia diventano
Cavalieri di Malta.
Orazio, il pi noto, ricopre cariche importanti nellordine a Savona.
I De Doneta
Nel 1130 appare Baldizonis de Andrea de Doneta nella chiesa delle Vigne ove si pronuncia
sentenza per il possesso di una via pubblica, sono presenti i Guercio e i De Volta, nel 32 presente
alla firma di un trattato di pace fra Genova e la comunit di Narbona.
Ancora nel 1337, nel documento di esecuzione testamentaria del Card.Luca Fieschi appaiono
Luchino de Turigia de Doneta, cimatoris pannorum (1), Franceschino de Doneta. suo fratello e
Avenante de Doneta sua nonna.
(1) Artigiani specializzati nella cimatura dei panni di lana.
I De Maxoncalda
Ogerio de Maxoncalda ed Adelaxia jugales stipulano un atto di compravendita terreno presso il
notaio Guglielmo da Sori nel 1179 (che risulta essere il notaio di fiducia degli Embriaci di Sori)
sono pertanto gi in zona dal XII Secolo.
Ma questa famiglia presente da nove secoli a Donetta di Torriglia la chiave di volta della ricerca e
merita ben altro approfondimento.
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Mercanti
Appaiono con prepotenza i Piacentini, i Pavesi, i Milanesi, tutti spinti da interessi comuni, tutti
proiettati verso il mare, principale collegamento con i Luoghi Santi verso cui tutto il mondo del
tempo gravita.
I Piacentini
Con i loro banchieri partecipano al finanziamento delle spedizioni in terra santa, famose le crociate
di Luigi IX Re di Francia (San Luigi).
Importante la banca piacentina dei Leccacorvo del cui fallimento poi Giovanni da Rovegno De
Castro diventer il curatore
I Pavesi
Molti gli accordi da loro stipulati a Varzi sia con i Malaspina che con la potente famiglia dei Fieschi
per garantire la sicurezza della strada dellAntola o di Lombardia, prioritaria per i collegamenti col
mare.
Allepoca Varzi era un importante centro di traffici e cultura, con S.Alberto di Butrio luogo di
devozione, e la Rocca di Oramala rifugio di armati, donne e trovatori.
I Milanesi
Mercanti attivissimi, promotori dellunificazione dei pedaggi della Via della Trebbia, (Introitus
Januae) e della richiesta di sicurezza per i loro carichi preziosi.
Il 1212 lanno degli accordi firmati a Milano, a Piacenza, a Rovegno.
Intervengono i Sicco de Lavania, Opizino Malaspina, Alberto Balbo, Bernardo de Cazale, Andriotto
de Cruce, Amizzone de Rivalta.
Le carovane ora sono numerose e scortate, forse pi di diecimila some ogni anno, migliaia di muli
lenti e pazienti sferragliano lungo i rizuoli delle mulattiere.
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grandissima di pellegrini che portavano croci, bordoni, scarselle, oltre 7000 uomini, donne, fanciulli e
fanciulle a giudizio di uomo da senno.
Correva lanno del signore 1212, la via della Trebbia ed i nostri paesi sono percorsi da questa
moltitudine. Dio lo vuole, tutti a Gerusalemme.
Questa singolare Crociata si sfascia a Genova di fronte ai costi di armamento delle galee necessarie,
qualcuno si imbarca, molti decidono di andare a Roma, altri ritornano indietro.
Le esenzioni al pagamento del pedaggio o dei diritti di taglio del bosco o di pascolo che i potenti
facevano a favore dellastro nascente dellAbazia di Rivalta Scrivia, sono un ulteriore prova della
frequentazione della strada di crinale da parte di monaci, famigli e conversi.
Rivalta Scrivia, Bobbio, Tortona, Valle Christi a Rapallo,sono i luoghi che attraggono poteri e
devozioni, Rovegno, Patrania, Rusca, Betalemme, Rondanina, Pozzuolo i terminali locali di questo
reticolo di sacre devozioni.
I fideles
Rimassa - da Rio Mace, ruscello scorrente nei dintorni, controllano Capenardo, passo di
collegamento fra la Val Bisagno e le destinazioni verso Nord, protetti da San Bernardo.
Bolleri - pedaggieri al passo della Scoffera che accoglieva i flussi da Recco e da Genova.(1)
Magioncalda - Dmini dei Vescovi di Tortona, controllano Donetta, protetti da San Bernardo
Musante - da Bavastrelli, protetti da San Giacomo, controllano il Monte Antola, punto dincontro
di tutte le valli.(2)
Da Romano - Sin dal XII Sec.controllano Casa del Romano ove si accentrano percorsi dalla Val
di Trebbia, dalla Val Brugneto e dalla Fontanabuona (strada delle Baestre), protetti dalle Tre Croci.
Crosetti - controllano Cabanne di Carrega, ove confluiscono le Valli Borbera, Terenzone, Val
DAveto e Boreca, protetti dal Battista (3)
(1) - I Bolleri , Dmini di Centallo, enclave strategica sulla strada che da Cuneo va verso Nord,
famiglia guelfa legata agli Angioini come i Fieschi di Torriglia
1496 - Frate Francesco Bollero di Rodi diventa precettore dei Cavalieri Ospitalieri a Tortona.
1543 - Francesco 1 concede a Centallo due mercati settimanali e tre Fiere franche
1752 - La Magnifica Comunit di Torriglia annota fra le spese il costo di un avvocato nella caosa contro i
Bolleri
1858 - Muore a Vercelli Giuseppe Bolleri, ultimo pedagero della Scoffera; lascia il Palasso dei Bolleri,
la Casa grande, la cappella, la possessione della Croce e quella delle Tombe.
(2) - La denominazione Musanza attestata nel Sec.XII lungo limportante strada commerciale che da Tortona,
Asti, Chieri portava in Francia.
Una famiglia, un ospitale, un villaggio, a servizio della strada.
I comuni interessi di Chieri con Genova per il trasporto di merci verso la Francia, con la strada spesso bloccata da
fatti darmi, potrebbe aver suggerito il controllo della strada dellAntola con linserimento di famiglie amiche.
Carium (Chieri) - Carium (Carrega o Cariega), villa cavannarum (Cavanna) soprattutto i Balbi importante famiglia
di Chieri (un Balbi era console del comune) tutti toponimi comuni al territorio.
(3) - I Crosetti, il cui nome richiama i Crociati, particolare confermato dalla presenza nellarma di una croce rossa
ad otto punte, sono presenti in zona da secoli.
Devozioni suggestive, castelli, grangie, recinti fortificati, presenze monastiche di questa ligure enclave di Val
Borbera verranno approfondite successivamente
(4) - Molto pi sfumata nel tempo lorigine di questo ceppo con denominazione famigliare e toponimo di luogo
coincidenti, proprietari di un molino nel fiume Trebbia, ove rimane anche il ricordo del lago di Dundee a
servizio dellattivit di macinazione.
L vicino, un toponimo appartenente a ruderi non indagati: Betalemme, suggerisce resti risalenti ad un ospizio
dellOrdine Ospedaliero dei Betlemiti.
Curiosa la perfetta assonanza del toponimo dialettale alla citt scozzese di Dundee.
Vicino al paese dei Donderi resta il toponimo di Rusca, borgo e confine medioevale.
Solo accenno a possibili connessioni con la famiglia dei Busca, Templari legati agli Angioini, Dmini di Murello
nel Cuneense, anchesso presidio sulla strada verso Nord.
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Capitolo 4 - La Commanderie
Era questa una minuscola enclave i cui margini appaiono delineati nella Regola della Confraternita di San
Vincenzo di Torriglia.
Il breve manoscritto ottocentesco, divide il Borgo e le Ville in distretti.
Donetta, quarto distretto di Villa, racchiude i casoni di Acquabuona Inferiore e Superiore, il Poggio, il
Giardino, Colomba e il Casale.
Tali minuscole frazioni non giustificherebbero la definizione se ragioni storiche non la avallassero.
probabile che la Regola confermi principi applicati dalla Confraternita de Battuti sin dal XV secolo.
Colomba (Crumba)
La Colombire
Minuscola frazione sulla mulattiera che collegava lAbazia di Patrania con il Castellum (Donetta)
rasentando il Castrum Turriliae.
Il toponimo ricorda il luogo ove si allevano i Colombi, frequenti nelle vicinanze di insediamenti
templari,che usavano correntemente i colombi viaggiatori, uso appreso dagli Arabi di Terrasanta.
Durante l assedio di San Giovanni dAcri (1249/51) i mussulmani furono avvertiti dello sbarco
delle armate di San Luigi Re di Francia nel porto di Damietta con linvio di colombi.
Anche lesito della infelice giornata di Mansourah, nella quale le truppe crociate furono
completamente distrutte, fu conosciuto la sera stessa a mezzo dei dispacci recati dai colombi
viaggiatori al Califfato del Cairo.
interessante ricordare che ci si serviva di carta di pelle duovo della dimensione di un quarto di
carta da gioco, arrotolata a cilindro ed inserita in un tubicino di penna doca turato con cera e
collegato con filo di seta alla penna remigante centrale.
Il messaggio normalmente pesava meno di mezzo grammo ed era costituito da minuscoli caratteri
criptati.
I Cavalieri infatti conoscevano un codice cifrato fatto di rombi, triangoli e punti.
il Casale (U Cas)
Alle pendici di Pessu de Fiuri, soprastante Acquabuona, lungo laccesso che dalla carovaniera di
crinale si collegava al Castrum Turriliae, emergono ancora muri massicci di vecchie costruzioni.
Il toponimo popolare li indica come U Cas .
Si pu supporre che vista la collocazione strategica, si possano considerare resti di un possedimento
secondario dellOrdine Templare denominato il Casal.
I Casals erano dei domini rurali, specie di piccole fattorie composte da una casa e da campi che
lOrdine coltivava per mezzo dei fedeli Casaliers.
Soumis les commanderies les Templiers possdaient les Casals, domaines ruraux comprenant
chacun une maison et des champs
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Donetta
Il toponimo
Una ipotesi per capire letimologia della possessione di Donetta quella che la farebbe risalire al
termine Donega. abitazione o ai Donegales.. famuli appartenenti al Dominus.
Pu esser daiuto la lapide del 1512 murata nella Parrocchiale che cita un Dominus Maxiocalida
Lazarinu.
Questo un titolo che nessuno poteva accampare n tantomeno farlo trascrivere in ambito
ecclesiastico, chi lo usava doveva possedere un Feudo anche piccolo con dei sudditi che gli
giuravano fedelt ed impegno a combattere contro chiunque in sua difesa fino alla morte.
La donazione delle terre di Rusca che nel 1527 Jo Ludovicus Flisco Dominus Turriliae et
Montisbruni fece ai frati del convento, evidenzia che Gian Luigi si fregiava del titolo di Dominus.
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Considerato che i vescovi davano in feudo le loro terre a dei piccoli feudatari che poi costituivano il
Consiglio del Vescovo, si pu presumere che i Magioncalda di Donetta fossero stati feudatari del
Vescovo di Tortona.
Tracce dellantico dominio si intravvedono ancora nel regolamento dellantica confraternita di San
Vincenzo a Torriglia che assegna a Donetta il 4distretto delle ville comprendente i casoni di
Acquabuona superiore, inferiore, Poggio, Giardino, Colomba e il Casale.
Unaltra ipotesi considera il termine Dongione, infatti Donjon in francese antico si identifica con la
fortezza a forma trapezoidale scavata sul colle di Torriglia vecchia che poi diviene Donjonette
(piccolo dongione) ed ancora si contrae a Donette, italianizzato Donetta.
existe encore le vieux donjon dun chateau en ruines
lombre de cette relique fortifie cache encore le secret..
Il Borgo
Minuscolo esempio di borgo dassetto medievalei morti nel cuore dei vivi.. al centro del nucleo
abitato loratorio dei frati con sepoltura allinterno, attorno il sacrato che accoglie salme comuni.
Allinizio del paese una casa completamente restaurata conserva la denominazione u palassu
riservata a edifici sede di pubbliche funzioni, qui si regolavano i pedaggi dovuti per il transito della
via di Lombardia, qui i frati facevano refettorio.
Dans le rfectoire, les templiers disent le palais, vaste salle voute aux murs blanchis
orns darmes et de trophes.un Pater noster.un clerc prend place dans une chaire et commence la lecture haute
voix des Saintes Ecritures.. (1)
A casa di fratti una struttura massiccia addossata al palassu, la pi importante del paese, la
destinazione quale canonica evidente.
lOatoiu, edificio ad una navata,voltato a botte e chiuso da un abside diritta con oculo centrale ed
ampia finestra laterale, ha il campaniletto a vela con tre campane in facciata ed una sepoltura
sotterranea, soluzioni queste ricorrenti nelle cappelle militari dei cavalieri , collocato nel centro
del borgo a lato della grande strada di Lombardia.
Di juspatronato dei Magioncalda, aveva cappellano fisso con obbligo di celebrarvi messa la
domenica mentre il gioved in Parrocchia allaltare di Santo Stefano.
Godeva di privilegio di sepoltura, accoglieva cadaveri di religiosi nativi di Donetta, appartenenti
alla famiglia.l sutta ghen e tumbe di fratti.
Scavi effettuati sulla piazzetta nel 1879 portarono in luce dei resti, riconosciuti tali dai sacri
indumenti che indossavano, mentre i registri parrocchiali annotano sepolture di sacerdoti, vicecurati
dal 600 fino al primo 700.
Suggestivo ricordare che la prima rogazione partiva in processione da Torriglia fino a Donetta.
Nel 1744 il Vescovo di Tortona visit a Garaventa la Cappella del Principe Doria e a Donetta
loratorio dei Magioncalda.
Santo titolare San Bernardo di Chiaravalle che viene festeggiato nel Borgo il 20 di Agosto, mentre
la festa della Madonna del Carmine, preceduta dalla novena si festeggia il 16 luglio.
La vecchia tela logora delloratorio ritrae la Madonna del Carmine, San Bernardo e San Giovanni
Battista.
Ils possidaint en propre des glises,des cimtiers ou ils pouvaient enterrer ses frers
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Nella torre di Chinon in Francia esistono graffiti simili, croci a calvario, del tempo dei cavalieri. Il
numero 58 viene citato durante il processo al Tempio.
Caput 58m, cos viene definito il cranio, reliquia insigne di una delle vergini compagne di
SantOrsola.
Il numero 58 appare accanto alla statua della Maddalena, sullo stipite della Chiesa Templare di Biot
in Provenza.
Capitolo 5 - I Protagonisti
La Commanderie, i cui margini risultano delineati nella regola della Confraternita di S.Vincenzo a
Torriglia, coincideva con gli spazi in cui si focalizzavano i traffici, le protezioni armate e le attivit
connesse.
Erano tre le famiglie locali che presumibilmente gestivano lindotto: lAvancina, i da Casale, i de
Maxiocalida.
LAvancina, i Casale
LAvancina si colloca attorno al Castrum, a Colomba, Giardino, Acquabuona e al Poggio, ha
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rappresentanti fra i ricchi textorum pannorum lane nella Torriglia del 400, poi la serie di Rettori
che per quasi un secolo controllano la Parrocchiale.
Dal 1575 con il potente Francesco Avancino, al 1597 con Nicola, al 1616 con Giovanni fino al
1646 con Giovanni Angelo.
Ma soprattutto gli Avancini sono titolari della prima e pi importante Cappellania esistente, quella
dellaltare del Cristo con una messa quotidiana fondata sulle rendite della Pietra, poi di Porcarezze e
Marchesato.
Larma rappresentata nella lapide tombale di nobili, forse cavalieri, inquartata con croce, leoni
rampanti, braciere con fuoco, la primitiva, pi antica , in alto a destra, tre stelle a sei punte.( tre
stelle a cinque punte in quella dei Magioncalda)..
Il motto IGNIS UT ASTRA SIC ANIMUS sembra connesso con il mondo cistercense di S.Bernardo che
infatti quando invocava aiuti dai potenti amava ricordare SIC ITUR AD ASTRA cos si diventa
immortali.
I Sigilli Templari portano la raffigurazione del Tempio da un lato,
e del leone rampante o di due cavalieri a cavallo con lancia in resta, dallaltro.
I Casale o da u Cas, sono documentati a Donetta dal XV al XVIII sec, consoli di villa e caporali
della Magnifica Comunit di Torriglia.
I Fattori dei Casals, piccole fattorie Templari, o Frres Casaliers erano componenti degli organici
della Commanderie Templaire, il toponimo Cas e la sua collocazione strategica lo conferma.
Lorigine piccolo nobiliare pu esser confermata dal fatto che lo stemma di famiglia
mostra una solida torre.
Nel medioevo nessuno poteva fabbricar torri se non era di potente ed illustre casata.
soumis les commanderies se trouvaient les domaines ruraux, Casals, granges, et autres maisons secondaires
I Magioncalda
Infeudati al sistema viario dellAntola appaiono radicati sul territorio a Donetta e Magioncalda.(1)
Il toponimo Mansiocalida, Maxiocalida, appartiene al glossario medioevale ed identifica un luogo
ed una famiglia.
Il riferimento a Magione comune in Liguria per identificare il luogo di accoglienza organizzato ed
atto ad ospitare viandanti, collegato pertanto al sistema viario medievale comune nel mondo
Templare.
Si comprende come la mansione svolta dai Magioncalda fosse funzionale ai luoghi abitati.
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1849 Francesco Magioncalda , Avvocato generale del Regno di Sardegna viene insignito
del titolo di Cavaliere dellordine di San Maurizio e Lazzaro.
1858 Anche il figlio Avv.Nicola ottiene la stessa onorificenza.
1861 LAvv.Francesco Presidente della Fabbriceria di SantOnorato.
(1) Altare di S.Stephano delli Mazoncalda di cui titolare Jacobo Mazoncalda, Arciprete di Rovegno con reddito et
obligo duna messa la settimana.
-La Provvidenza 1936-
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Ernesto Alvigini Senatore, Avv. Antonio Magioncalda Deputato , Francesco Magioncalda Avvocato
Generale del Regno, Avvocato Nicola Magioncalda Senatore, Torriglia ai vertici del nuovo stato! (2)
(1) - Vi si festeggia San Bernardo e la Madonna del Carmine, in antico pare avesse Cappellano fisso con
dando poi nellinsulso, non certo per colpa dellautore, Genovese anche lui, Nicol Magioncalda, ma
per tante storpiature e varianti aggiunte dalla piazza.
Scritto a Genova nel Settembre 1847 linno Fratelli DItalia fu vestito di note musicali a Torino da un
noto musicista Genovese, Michele Novaro, di Mameli amicissimo..
Da: Scritti inediti ed editi di Goffredo Mameli, ordinati da Anton Giulio Barrili Genova Tip.Sordomuti
1902.
Sono ricchi
Questa retrospettiva nel tempo rivela una solida posizione economica di taluni rami di famiglia, la
gestione dei traffici dellAntola permise il cumulare di discrete ricchezze.
Nel 1672 Gio Francesco Magioncalda, Massaro, ricorre a mano dopera pagata a giornata per tagliar
fieno sul monte Prela, Vincenzo Bevilacqua lo chiama mio padrone.
Nel 1719 caso sintomatico quello dellAlfiere Nicol che possiede la casa con una facciata di 264
palmi, la pi grossa del Borgo, pertanto tenuto a contribuire in proporzione allaggiustamento della
strada.viene a spettarne per ogni palmo di casa, mezzo palmo di strada.
Nel 1787 Giangregorio, che appare sempre quale primo contribuente nella lista della scossa per i
festeggiamenti di SantOrsolina patrona, finanzia il quadro ad olio di Santo Stefano. Durante la
rivoluzione, nel settembre 1797 Giangregorio subisce notevoli danni dai controrivoluzionari, ne fa
elenco e chiede risarcimenti.
In ottobre, dal Castello Nazionale, una lugubre condanna a morte contro Lorenzo Barbieri, Antonio
Cogorno detto Patrizio, Francesco Casazza detto il Gaccio, Gio Garbarino detto il Giambino,
controrivoluzionari di Torriglia, firmata dal Segretario Magioncalda e sigilla la vendetta ed il suo
potere.
Sono Domini.
Dnvs
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Si pu presumere che questo Castelum fosse la fortezza sovrastante a Donetta od almeno la parte
interna, la pi antica, lass costruita a controllo della viabilit verso Tortona, Varzi, Stradella.
La strada, di propriet del Vescovo, era fonte di pingui pedaggi e di sicurt ai mercanti.
Illi quem Abas Sancti Marciani voluit eligere per vasallum debet facere ei fidelitatem
Questa piccola ma funzionale enclave di Donetta e Magioncalda prosper per diversi decenni
sfruttando la presenza di fideles e di strutture sufficienti.
Il declino dellAbazia di Patrania a vantaggio di quella di Rivalta, linserimento nel territorio di
famiglie di guerrieri mercanti genovesi quali i Vento e i Da Castello e laumento dei traffici
mercantili da e per la Terra Santa, resero necessario il miglioramento delle strutture e laffidamento
a corpi militari organizzati e fidati per le scorte, laccoglienza ed il soggiorno a tutti coloro che
frequentavano la strada dellAntola.
leveque sestimant incapable de dfendre la Route, en confia la garde aux templiers qu y
exercrent les droits
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Ancora, sotto ai suoi piedi, ben quattro libri che un Diavolo rosso in viso, con le corna, locchio
rivolto verso il basso..(non doveva osservare la Madonna!), tenta di insidiare con la sua mano
artiglio, chiaro simbolo delleresia sempre incombente.
Al centro, anchesso con i piedini sui libri, un angioletto con ali ed un libro aperto poggiato sul
ginocchio sinistro.
Il libro contiene una scritta in latino. Solo quella di una pagina stata decifrata
contiene un versetto della Bibbia:
Antico Testamento libro dellEcclesiasticus, o Seracide , cap.14.5 - Linutile avarizia.
.. Qui sibi nequam est
cui alij bonus erit?
Et non iucundabitur
in bonis suis
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Quel grande quadro ad olio attualmente nel presbiterio dellaltar maggiore della Parrocchiale di
Torriglia ha da sempre attirato la mia curiosit, ma fino ad ora troppo esili le conoscenze per
azzardare uninterpretazione.
Un accurato restauro effettuato negli anni 90 cominci a mettere in luce particolari prima non noti.
Sulla pietra in basso a sinistra apparve la parola Maggioncalda R.te ed una data 1781 o 1791, pi
non fu possibile leggervi stante i danneggiamenti subiti dalla tela a seguito di un principio di
incendio.
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Si sapeva che la famiglia nel passato era titolare di un altare, forse il quadro aveva sostituito questo
privilegio ormai ingombrante.
Il libro della Magnifica Comunit di Torriglia in uso fino al 1797, evidenzia che durante gli ultimi
anni de lancient rgime la famiglia Magioncalda a Torriglia era rappresentata da uno dei quattro
Reggenti che affiancavano il Commissario nel governo della Comunit.
Il frammento R.te ancora leggibile significava Reggente.(1)
Il quadro poteva fornire altre informazioni soprattutto se si fosse potuta accertare la sua
ambientazione a Torriglia.
I cavalli, i cavalieri, il santo, mi suggerirono di trovare una comparazione nellambito dellOrdine
cavalleresco di Santo Stefano la cui sede storica collocata a Pisa nella Chiesa di Santo Stefano dei
Cavalieri, nella piazza omonima.
Questo ordine cavalleresco, sacro, militare, marittimo, fu fondato nel 1562 da Cosimo de Medici a
somiglianza degli antichi ordini Gerosolimitani.
Dieci anni pi tardi, nel 1571 a Lepanto, le galere dellordine combattono vittoriose a fianco dei
Cavalieri di Malta contro i mussulmani.
Una visita in chiesa mi consent di scoprire in un buio altare laterale una tela che raffigurava la
lapidazione di Santo Stefano.
Scoprii che questa tela era opera di quel grande artista che fu Giorgio Vasari, dipinta in occasione
della battaglia di Lepanto.
Una sua foto mi permise il raffronto con il quadro di Torriglia e da ci si evidenziarono altri
particolari interessanti.
Lanonimo pittore Torrigliese aveva seguito limpostazione del grande Vasari e laveva applicata al
quadro commissionato dai Magioncalda.
In alto a sinistra il Padre ed il Figlio, a sinistra in basso i lapidatori, nel centro il martire Stefano, a
destra i personaggi biblici..San Paolo..un publicano..
Fu langolo destro in alto che mi incurios, al Tempio classico del Vasari, il nostro pittore sostituisce
limmagine di una struttura militare e un profilo di montagna che mi parvero famigliari.
(1) Nel 1787 i quattro Reggenti erano: Pietro Land, Gio Fregara, Bartolomeo Ferretto, Cap.le Giobattista
Maggioncalda.
Altre ricerche mi avevano permesso di rintracciare antichi disegni del Castello di Torriglia, uno
della prima met del settecento, conservato presso lArchivio Doria Pamphili di Roma, laltro
conservato nellarchivio di Stato di Torino, redatto dal DAndrade nel 1867.
I confronti mi convinsero che la struttura militare raffigurata nel quadro era il Castello di Torriglia:
il bastione semicircolare, il camminamento, larcone, la prua.
Il secondo, raffigurante il Castello ormai in disfacimento, portava allorizzonte quel profilo che da
Monte Moro si abbassa verso il passo della Scoffera.
Era la conferma,il pittore aveva modificato il quadro collocandolo nella realt Torrigliese di quel
tempo.
Poi poco pi in basso, due personaggi a cavallo, sorprendenti, non a caso collocati ai piedi di quel
Castello che ne aveva visto le gesta.
A questo punto, lo stupore, lentusiasmo, chi sono questi due cavalieri??
Indossano entrambi un turbante con pennacchio di foggia orientale che fa immaginare
frequentazioni in Terra Santa.
Il primo porta la barba, lunga e nera, cavalca un cavallo bianco, su di un braccio sostiene un panno
rosso, volto lo sguardo verso il compagno, parla, alza il dito della mano destra a monito, pi
anziano, ha vissuto esperienze che gli permettono di dar consiglio.
Il secondo pi giovane, ascolta attento, perfettamente sbarbato e cavalca un cavallo nero.
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Il primo un combattente, il panno color rosso nasconde il sangue delle ferite, il sangue del
martirio.
Ricordo limmagine dei Templari, cavalieri bianchi, combattenti con la barba, soppressi dallodio
altrui, rinati nel nero simbolo degli Ospedalieri ancor oggi fra noi, loro per perfettamente sbarbati.
Les chevaliers seuls autoriss a porter le blanc manteau
Ils misent la croix rouge sur leurs habits portant le blanc comme emblme
dinnocence et le rouge pour le martyre
Tous ont la barbe longue et le crane ras de facon de pouvoir ordonnement
rgarder devant et derriere
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del 64 lo sbarco a Genova di Barisone Re dArborea diretto alla Corte del Barbarossa a Pavia
scortato da Opizzo Malaspina ed accolto da Fulcone da Castello.(1)
Nell84 Genova in Sardegna ove ha lappoggio della famiglia Da Bas, giudici di Arborea.
e della corona Catalano aragonese.
Nel 92 un documento illuminante: Simone Vento futuro podest di Torriglia per conto di Opizzo
Malaspina e amico di Folco dei Da Castello di Torriglia, testimone ad Oristano alla concessione
che Ugo Da Bas giudice dArborea fa al Console di Genova Guglielmo Burone.
Presenti anche due cavalieri templari catalano aragonesi, tutori del minore Ugo Da Bas.
Uno Raimondo de Torroja, nipote di Arnaldo, Maestro dellOrdine in Spagna e Provenza e gran
Maestro di tutti i Templari.
Laltro Raimondo De Gurp precettore del Tempio in Catalogna, entrambi combattenti sotto
lautorit del Maestro del Tempio di Gerusalemme.
La chiesa della Beata Vergine della Mercede ad Arborea era Templare, nel 1228 viene restaurata,
ancor oggi si osservano tracce delle croci templari dipinte di rosso.
A Barcellona, il culto della Madonna della Mercede, era il preferito dallOrdine.
Il cerchio si chiude: i Malaspina, i Da Castello, i Vento, i Templari Catalani, la Beata Vergine della
Mercede ad Arborea, in Catalogna e a ..Casaleggio.
...... a Barcelone Raymond promet de laisser son cheval et ses armes aux templiers sa mort, et plusieurs
chevaliers en font autant.
Raymond Beranger IV et vingt-quatre chevaliers jurent de servir pendant un an avec
cheval et armes comme associs de lordre......
(1) Che nel 64 il Barbarossa incarichi Opizzo Malaspina ad affiancare Barisone per condurlo a Pavia fa pensare
alla fuga a cui limperatore costretto nel 67 per terram Marchionibus Obizonis Malaspinae versus marinam
partem protendens
Evidentemente il passaggio attraverso i feudi di montagna di Opizzo era gi sperimentato, quella
citazione fa pensare al territorio dellAbazia di Patrania, estremo lembo meridionale dellEpiscopato di
Tortona.
La presenza poi della colossale fortificazione che controllava la strada dellAntola confermerebbe la sicurezza
del percorso.
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Oramala - Auramala
In linea con le direttrici di traffico verso il Nord che attraversavano le nostre valli appare quale
attrazione di poteri, di culture, di attivit, la Corte di Oramala, appendice fortificata di Varzi in Val
di Staffora.
Dai tempi di Opizzo, Domino ribelle e poi suddito fedele al Barbarossa, protagonista dei pi
importanti avvenimenti che coinvolsero questi monti, ai Malaspina mercanti, presenti in Staffora a
controllare e sfruttare i traffici verso il Genovesato e lOriente o verso il Nord, la Svizzera, le
Fiandre, fino a vivere i grandi avvenimenti che sconvolsero lEuropa gi scossa dalle sconfitte
crociate di Terrasanta
Le buie, sorde ribellioni delle eresie di Linguadoca o di Lombardia, la Trinit negata, la dottrina dei
principi opposti, Dio buono e Satana, entrambi creatori ed eterni.
Il Catarismo scaten una violentissima repressione della Chiesa, linquisizione stan gli eretici.
Extirpare i catari amministravano il consolamentum nel segreto delle loro case, povert,
penitenza, basta con il clero corrotto di Romales cathares prechaient lEvangile de St.Jean
Exterminare .i cistercensi predicarono, i domenicani stanarono gli eretici, venne organizzata
una crociata, a Bzier tutti vennero uccisi, i roghi a Mont Sgur, sul Mont Aim, a Gattedo in
Lombardia, nellArena di Verona, purificarono la Cristianit.
Les Templiers ont toujours refus de parteciper a la Croisade albigeoise
car elle opposait des chretiens autres chretiens.
Fu cos che i trovatori provenzali valicarono le Alpi con la giga ed il liuto sulle spalle e chiesero
ospitalit alle Corti dei Monferrato e dei Malaspina.
Oramala ospit il meglio della poesia provenzale, les troubadours, Giraldo de Borneil, Rambaldo de
Vaqueiras, Albertet de Sisteron fecero vivere una stagione vivace, feconda:canzoni damore,
tenzoni, serventesi, canti di crociata, odi alla vergine.
Come i moderni cantautori, vitalizzarono le Corti feudali dellappennino, affascinarono le mogli, le
figlie dei Malaspina, ..Selvaggia, Beatrice, Caracosa.
Oramala dista un giorno di cavallo dal Castello di Donetta, la strada di Genova protetta e sicura,
certa la frequentazione, Rambaldo de Vaqueiras presumibilmente la percorse.
Les potes provencaux qui avaient fui la croisade contre les Albigeois trouvrent
a Genes une hospitalit genereuse.
giullare, non verr con te
se solo questo che ti importa di me
sar meglio per San Martino
che tu vada da Ser Opizzino
che forse ti regaler un ronzino
visto che sei un giullare
Raimbaud de Vaqueiras trovatore e crociato
Descord 1197-1201
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Coincidenze
Ci sono costanti nella storia delluomo che appaiono, scompaiono, ritornano, come fili invisibili collegano
le abitudini degli uomini e delle comunit.
Sempre appare qualcosa di curioso, di non consueto, dal tempo dei Trovatori vedo emergere due
fatti:
Albertet de Sisteron, trovatore alla Corte dei Malaspina e la sua curiosa provenienza, Sisteron,
piccolo paese nella Valle della Durance.
Qualche secolo pi tardi il caso ancora coinvolge una piccola comunit contigua, quella dei Ferretti,
e dei Biggi di Fontanigorda in Val Trebbia, la loro avventura verso la Durance.
Stavolta non i sirventesi ma il lavoro, la lignite da estrarsi per vivere e la loro destinazione,
Manosque o Saint Maime, borghi compagni di quel Sisteron da cui Albertet di Malaspiniana
memoria forse per primo tracci il solco.
Non ancora esaurito il filone delle congetture, illogiche, irrazionali, ma tant!
Ecco a Fascia, sempre in Val di Trebbia, un culto antico, profondo, quel San Guglielmo che
approfondendo risulta esser stato il nono Duca dAquitania collegato ai cistercensi di San Bernardo,
ma guarda caso ricordato come il Troubadour, il grande feudatario poeta padre della lingua dOc,
musicale strumento in cui si esprimevano i trovatori.
Forse questa la possibile origine.
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del 1512 il messaggio, scolpito su pietra nostrana, quella lapide recuperata fortunosamente e
fissata al muro di sacrestia della Parrocchiale a Torriglia, da cui si sviluppa lipotesi.
quel Dominus Lazzarino Magioncalda o meglio DNVS LAZARINV de MAXOCALIDA.
quel Capitale Romano in cui incisa la lapide, elegante, ineccepibile, costoso, che in due parole
contiene un carattere antico, desueto, fuori contesto, collegato al mondo nordico, non casuale n
lezioso, ma preciso segno, sicura traccia che deliberatamente conduce alla scoperta del passato di
questa gente.
Di segni rimasti che indicano le passate connessioni con gli Scoti e quel mondo estremo, ambito dal
retaggio culturale romano, ne possiamo indicare diversi.
Indietro nel tempo i contatti lontani, quasi primordiali di devozione verso il movimento
Colombaniano di Bobbio, sorto nel contesto della nuova evangelizzazione del nostro territorio sono
noti.(1)
Pellegrini scozzesi a Bobbio li riscontriamo da antichi documenti, cos come il ripetersi nei piccoli
agglomerati dei nostri monti di quei modelli di architettura che sommariamente si sono definiti case
celtiche e che certo appartengono a quel mondo, a quel tempo.
Quel tempo che ancora ricorda le muse, o pipes, le cui nenie penetranti ancor oggi ascoltate,
sviluppano unevoluzione con la storia di questi montani territori.
Le parentelle, passate organizzazioni sociali delle genti che qui vissero e che ripetono i nordici clan.
ora chiaro, visibile, il solco tracciato dalle passate generazioni che conduce su verso lestrema
Scozia.(2)
proprio lungo questo solco che si mossero gli attori di quel singolare periodo storico che ci
coinvolse, il tempo del cavalieri, dei crociati, delle persecuzioni, i Fieschi di Torriglia ne furono i
protagonisti.
(1) 20/8/850- Donato di origine Scota, Vescovo di Vezzolano, dona la chiesa di Santa Brigida di Piacenza
al monastero di Bobbio....se alcuni Scoti venissero in pellegrinaggio, uno o due fra essi possano
fermarsi
Codice Diplomatico del Monastero di San Colombano - doc.XLIV
(2) Anche lantico cucchiaio della fortezza ed il suo zoccolo di cervo conducono a quel mondo e
allantica leggenda:
.King David, the first King of Scotland, hunting in the woods was saved by a stag with an
illuminated cross between its horns..
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1297 Il nipote Luca Fieschi(figlio di Nicol), agli inizi di carriera ha benefici nella Chiesa di
Lichfield e Terrington.
Sulla tomba di Federico (fratello di Nicol), sepolto a Genova in S.Francesco a Castelletto si legge:
Miles Regis Anglie.
1303 Luca Fieschi Cardinale ad Anagni quando Nogaret e Sciarra Colonna imprigionano
Bonifacio VIII , assieme ai Templari libera il Papa e lo aiuta a fuggire.
1304 Nicol Fieschi fa testamento nel Castello di Torriglia.
La Scozia si ribella
1306 Clemente V scomunica Robert I Bruce nobile scozzese di origine normanna.
1309 Edoardo II Plantageneto concede a Luca Fieschi un beneficio di 40 per sostenere gli
interessi della corte Inglese presso il Papa.
1314 Robert I the Bruce sconfigge a Bannockburn le armate Inglesi di Edoardo II Plantageneto.
1316 Il mercante genovese Simone Dentuto fornisce armi e navi al ribelle Re di Scozia.
1317 Luca Fieschi Cardinale, viene inviato alla Corte Inglese in veste di Nunzio papale con poteri
straordinari per mediare la pace fra la Scozia di Robert Bruce e lInghilterra di Edoardo,
dovr anche convincere la nobilt inglese dissidente a restituire alla Chiesa i beni dellOrdine
Templare disciolto, di cui si erano impossessati.
Durante lo spostamento verso la Scozia con il suo seguito, viene aggredito, derubato ed
imprigionato da certo Giovanni di Eure prezzolato dalla nobilt, Edoardo lo fa liberare, gli
arcivescovi di York e Canterbury processano il colpevole.
1318 Luca con la scorta armata di Edoardo va a nord nel Castello di Norham sotto assedio dagli
scozzesi, ma non riesce a concludere.
Fulmina unaltra scomunica contro Robert Bruce.
Prima di partire mette ordine alle sue prebende di Longedon diocesi di Leckfield e della
parrocchiale di Scardesburg, diocesi di York.
Nomina Antonius de Usu Maris (della famiglia genovese degli Usodimare, mercanti a Londra) suo
rappresentante e a settembre ritorna in Italia.
1324 Il domenicano Guglielmo de Laudun scrive a Luca informandolo della situazione di Londra.
1326 18/12 risulta unamichevole lettera di Re Edoardo a Luca e contatti con il fratello Carlo
Fieschi.(1)
1327 Edoardo II Plantageneto travolto dalla rivolta dei Baroni viene deposto, imprigionato e fatto
uccidere dalla moglie Isabella (figlia di Filippo il Bello Re di Francia) e dal suo amante lord
Mortimer.
Luca Fieschi Cardinale, muore nel 1336 lascia immense ricchezze e nomina esecutore delle sue
volont Manuele Fieschi Canonico di York poi notaio Pontificio.
(1) Carlo, figlio di Nicol, Capitano del Popolo a Genova, risiedeva anche nel Castello di Torriglia.
a Colonia per venerare le reliquie dei Re Magi, poi a Milano, infine nel Castello di Melazzo ed in
ultimo a finire la propria vita nel Castello di Cecima in Val Staffora.
Emanuele era anche cugino del Vescovo di Tortona e parente dei Malaspina, protettori dellAbazia
di SantAlberto di Butrio.
Qui la tomba dove fu sepolto Edoardo II Re dInghilterra che spos Isabella di Francia e al quale
successe il figlio Edoardo III
Questa la scritta che appare su un sepolcro dellAbazia di SantAlberto di Butrio in Val di Staffora,
distante una giornata di cavallo dalla Fortezza di Donetta sulla strada per Genova.
Due famiglie amiche che lasciano traccia nella storia dei nostri territori
Edoardo II, Re dInghilterra, figlio del grande Edoardo primo dei Plantageneti, crociato, visse il
momento storico dellabolizione dellordine del Tempio, che prima osteggi.
Dopo il matrimonio con Isabella figlia di Filippo Re di Francia, grande persecutore dei cavalieri,
mut atteggiamento.
Luca, dei Fieschi di Torriglia, suo amico, affezionato ai feudi paterni, mantiene alla sua corte ad
Avignone presbiteri e famigli di Torriglia e Donetta!! e aiuta le chiese del feudo quali quella di
Roccatagliata.
Nellinventario dei suoi beni redatto alla morte appare la reliquia insigne di SantOrsola.
Ha posseduto addirittura il Sacro Graal attualmente conservato a Genova nel Duomo, ove poi
chieder di essere sepolto.
Alagia, sorella di Luca dei Fieschi di Torriglia, abita nel Castello col padre Nicol il grande, poi va
in sposa a Moruello Malaspina.
Moruello e Alagia sono amici di Dante, lo ospiteranno in Lunigiana durante lesilio. (1)
Dante, citandola nella Commedia, mostra riconoscenza ed anche affetto nei suoi confronti, prova ne
pu essere la quarta epistola che il Poeta invia a Moruello nel 1308.(2)
Nel 1313 un fatto occorso a mercanti milanesi a Croce sulla strada per Piacenza, cita il confine di
Rusca (Montebruno), i Fieschi di Alagia e Moruccio da Giovagallo fidelis di Moruello Malaspina.
Alagia visse a lungo, sopravvivendo al figlio Luchino, al padre Nicol ed al marito Moruello, tutti
sepolti a Genova in San Francesco di Castelletto.
Dal quartiere delle beghine ove abitava, saliva a pregare i propri morti.
1321 Muore Dante, sepolto a Ravenna.
1327 Muore Edoardo II sepolto a Gloucester
1335 - Muore Alagia sepolta a Genova in S.Francesco di Castelletto
1336 - Muore Luca sepolto a Genova nel Duomo di San Lorenzo
(1) Una plausibile ipotesi riporta che Dante si rec nel Castello di Torriglia.
Nicol capostipite dei Fieschi di Torriglia era suocero di Moruello Malaspina e zio di Antonio De
Camilla, figlio della sorella Caracosa e Vescovo di Luni che poi nel 1306 a Sarzana sottoscriver la pace
con Dante e i Marchesi Malaspina.
Un colloquio era possibile, Nicol era il pi ricco ed il pi influente della famiglia Fieschi.
Altra leggenda racconta che il Poeta si sarebbe recato ad Oramala alla Corte dei Malaspina.
La strada era quella, gi nel 1258 Nicol Fieschi di Torriglia stipulava accordi con i Malaspina di Varzi
per garantire il passaggio di merci e persone lungo quel percorso.
(2) Amore adunque tutto mi signoreggia, fiaccata ogni mia volont
Un ennesimo innamoramento di Dante per Alagia possibile
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Une tradition demeure vivace assure que les Templiers Francais, ayant aid Robert Bruce a remporter en 1314 une
clatante victoire sur les Anglais dEduard II a Bannockburn, le Roi d cosse les prit en affection et fonda pour eux
lOrdre de Saint Andr du Chardon, cet ordre se serait integr la Loge Maconnique de Kilwinning.
Ma non solo, una frase che riporto in lingua originale rivela qualcosa di pi:
The 3 survives silently today in such words as Knights
Prima usato con frequenza, ora sopravvive per identificare un Cavaliere, non solo, il termine
silently sembra riservargli una certa segretezza, riservatezza.
Ricerche ulteriori mi hanno permesso di rintracciare un manoscritto relativo ai possedimenti
Templari di Olgin (Contea della Scozia da cui proviene la famiglia dei Bruce ) nel quale luso dello
Yogh frequente.
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Figura 56 - DNV3
Figura 57 - LA3ARINV
Figura 58 - Forbici
Figura 59 - Yogh
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Altro si pu dedurre, Lazzarino un nome che ricorda l assistenza agli appestati, ( lordine
cavalleresco dei Lazzariti vi provvedeva) DNVS labbreviazione (vedi la tilde soprastante) di
Dominus, termine che in quellepoca era riservato ad un feudatario.
Ancora dopo oltre un secolo, vanta il titolo di Signore del piccolo Feudo vescovile di MagioncaldaDonetta.
Il titolo di Massaro della Chiesa di SantOnorato, nella Torriglia del Magnifico Sinibaldo Fieschi,
significava distinzione e ricchezza.
Altro simbolo su cui riflettere la forbice che appare in fondo alla lapide, pu significare
appartenenza alla corporazione dei cimatori di lana (Torriglia e Pentema erano importanti nella
produzione laniera)
Una interpretazione ardita ma suggestiva fa sempre guardare al mondo Scozzese, alle famose lapidi
tombali scoperte nellArgyll ove tradizione dice sarebbero sbarcati i Cavalieri del Tempio in fuga.
Su molte di loro, la forbice, quella da tosatore di vecchia foggia, appare scolpita, il cavaliere doveva
curare la barba che per regola portava, forse la forbice divent un simbolo dellordine.
Les Chevaliers croiss de retur de la Palestine, staient rfugies a lEcosse.
Lanello mancante
Come un cane bracco annusa la traccia, esile effluvio verso la preda, cos questo curioso impasto di
Scozia e di antiche presenze mi porta ad osservare quel mondo lontano e ad annotarne i fregi, i
simboli comuni che sembrano l trasferiti nel tempo.
Ci che altri han proposto, le lastre tombali della regione scozzese dellArgyll diventano oggetto di
continuo rapporto.
Il medioevo traspare ovunque, il fiore della vita, il decoro a treccia, i tre lobi, la forbice delle
graveslab templari di Kilmory, Kilmoden, Kilmartin sono evidenti connessioni con le nostre realt.
In questo contesto inevitabile valutare la leggenda massonica, la mutazione da molti evocata dei
cavalieri in free masons custodi di regole sacrate.
Ora per un paio di documenti incontestabili confermano la predestinazione del gruppo famigliare.
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noto che la transizione fra il sistema feudale e quello democratico svilupp a Torriglia un
movimento massonico reso evidente da presenze di altissimo livello nella gerarchia del Regno
dItalia poi materializzatesi in gruppi famigliari quali i Magioncalda, i Crosiglia, i Macaggi, i
Macchiavelli che renderanno possibile la realizzazione di opere quali la costruzione della Strada
Nazionale (Route 212) o ricerche quali gli scavi a Donetta e che guideranno la comunit per oltre
un secolo.
Il Rito, naturalmente quello scozzese, i simboli, quale il pentacolo con cui si firmavano persino
presente nella famosa chiesa Parigina di Saint Sulpice.(1)
Ancora unosservazione attenta nota che casa Magioncalda nel centro storico a Torriglia non porta
unedicola sacra come molte altre , bens il fregio Gesuita, segno di adesione al movimento di
contestazione alla Chiesa Ufficiale che si svilupp nel 500 con Ignazio di Loyola (2) che venne
soppresso per motivi segreti nel fine 700 e poi riammesso nel 1814.
La maconnerie, filiation templire.
(1) Lo stemma della famiglia Magioncalda contiene 3 stelle a 5 punte in fila.
(2) Resuscit lidea templare del monaco guerriero, il soldato di Cristo
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Capitolo 6 - La vita
Il Colle
La scelta antica, di gente del nord che vede il mare, la luce del golfo, di gente del sud che
controlla, si attesta, prepara difese, di gente di mare che si afferma, costruisce, decide, gestisce per
secoli il traffico lento, continuo, di gente di valle che costruisce benessere, di gente lontana che su
ospita uomini, animali,stanchi, spossati, gelati, bagnati, affamati in pace od in guerra.
Di gente che ospita: un pane caldo, il ferro allo zoccolo, gli odori fragranti del forno e della forgia,
del fieno a braccia, una panca sognata, protetta al riparo.
Di gente che osserva lontano le carovane, accoglie, protegge riscalda, aspetta, raccoglie voci,
notizie lontane che usa nel tempo al signore armato, felice e sicuro fornisce.
Gi al caldo, qui tanta la legna che serve per vivere, attestati, testardi, nebbia, ancora la neve, il
vento che taglia.
Il Dio, nostro, gradito, vicino al cielo, lontano nel mare sulle grandi galee che si staccano indecise
fino al Tempio del Cristo, fino alla fine di un sogno cresciuto nel cuore.
In ginocchio, la rocca dura, grazie, ora il mare, lorizzonte o il terrore, gli armati grondanti di odio
di sudore e di armi, di frecce che sibilano, incendiano, uccidono.
Non pi si apre, finita, non pi presidio armato, solo rovine e ricordi sempre pi lontani.
Non pi.
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Nidi di iene
Collocati su sommit inespugnabili come rocche irraggiungibili che sembrano toccare il cielo e
superano la costellazione dei gemelli.
Queste fantastiche, odiate costruzioni, penetrano nelle forre, si agganciano alle montagne, paiono
porre le loro mura fra le nubi.
Le torri isolate e quasi sospese fra sole e stelle, cosicch nessuno aspira a salirvi.
I castelli dei Templari sono nidi di iene, le loro foreste sono popolate di belve, ricettacolo di
briganti, antro di predatori, nascondigli donde provengono varie calamit, luoghi generatori di
sventura.
Ludovico Gatti - Il Medioevo giorno per giorno - Ed.Il Giornale
Frammenti di vita
Lenta la carovana invade Donetta, muli ferrati legati a 6 anche a 12 con basto o torsello, cavalieri
con spada al fianco, armati e ancora mercanti con la spada al pomo della sella.
Tutti lo sperone sinistro a tormentare la mula o il destriero, i cavalieri crociati, la cotta che pesa, che
brucia, il mercante col buffo berretto, ampia la pelliccia.
merce preziosa, son frecce per gli armati, droghe per i ricchi Lombardi golosi di lontani sapori e
ceramiche, coppe, bacili, verdi, azzurri color del cielo, del prato, pregiate, fragili, ambite dalle terre
doriente.
Fustani piombati (1), panni fiamminghi e bramantini da Bruges o sete, con cura e tanta attenzione,
poi sale bianco e rosso per i magazzini umidi e freschi delle basse corti di pianura.
Scaricare la merce, dar da bere ai cavalli e ai muli per primi, un curbun de fen, lavena, bisogna
asciugare il sudore caldo, odoroso, dopo si potr riposare, spogliarsi, al riparo sicuri.
Qualcuno sul colle, le forgeron, la forgia, il mantice sbuffante riforgia il ferro, fumo di zoccolo,
assesta il chiodo, sicura la via.
Chauffer le four, tourner la meule du mulin, vaquer au soins de la cuisine, garder et nourrir le porc.
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Ospitali, cappelle, qualche braccio derba ai muli, anche sui prati l attorno pascolare si pu da
sempre.
Un poco di legna da ardere, quanto le braccia raccolgono, una sosta, un po di fuoco, di caldo.
Ora lupi, respinti coi bastoni ferrati, attenti alle zampe dei muli, costretti dal peso, lorso no, ci
vuole il mastino, per ora rumore, suono di corno, lass in rocca la trumba maenna urlava.
Ci vuol protezione continua, costante lungo la via, permette di andare tranquilli fino al crepuscolo,
la notte no, riservata ai briganti, ai demoni orrendi, agli spiriti inquieti, allommu sarvegu..lho
visto coperto di peli, di fronde, sgusciava nel bosco.
Poi via agli imbarchi di riviera, alle galee panciute, capienti, scricchiolanti di lunghe gomene,
pronte al grande balzo.
(1) Marchi di piombo erano apposti sui panni a certificazione di prezzo e qualit.
Figura 66 - Le Templair
Le Trsor
Il Tesoro
Construire sacr cest construire en tenant compte des forces souterraines, costruire sul Prela
costruire sacro: un croisement de cours deau souterrains, lass le sorgenti si incrociano, due grandi
fiumi sgorgano in superfice impercettibilmente, poi in perenne corsa si riuniscono al grande padre
del Nord.
Il Dongione, un trapezio, forma sacrata degli altari cristiani, una solida fondazione, poi il vallo
attorno, a cerchio, il Paradiso, il non creato.
Existe encore le vieux donjon dun chateau en ruines, lombre de cette relique fortifi caela encore
le secret.
Il vitello doro ricorda la Bibbia, la campana piena doro del fosco medioevo ancora raccontate
dagli ultimi di Donetta.
Le Trsor du Temple et son refuge secret sont toujours enfouis sous les ruines dun vieux chateaux.
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Il connaissait le sentier de rouces qui menait au caveu du viex donjonde se soucier de lui le
lendemain de Noel nen jamais parler personne.(1)
A Santo Stefano lultimo custode del segreto ancora si inerpica sul colle.
(1) Le lgendes de lhistoire de France.
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(2) Le origini del toponimo Prela si possono ricondurre a questo episodio eclatante e sanguinoso:
Il Proelium, la battaglia campale o bellum campestre fu spesso evocata dal mondo medievale.
(3) dato sicuro che i frammenti preziosi, dorati di croci patenti, di trecce decori, di lievi colombe
affrontate, impresse nelloro del rame, ricche di gemme di pasta vitrea violetta si sono ritrovati sparsi
nello spazio del vano soprastante lantica cisterna di piovana.
Una fine singolare per oggetti preziosi in contesto di armi e cavalli.
Oggetti simili sono forse parti di un reliquiario, che non viene rubato, ma infetto viene distrutto e
sparso a pezzi sul terreno ove per sempre rimane.
Tutto bruciato, purificato, nessuno poteva raccogliere, rubare.
Sul colle ebbe fine lhrsie templaire le reniement di Christ et le crachat sur la croix, il rogo violento,
le fiamme verso il cielo crepitano, e cancellano anche il ricordo.
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Le strade
La valle era essenzialmente interessata da due direttrici di grande traffico una proveniente da
Recco, laltra da Genova, entrambe chiudevano su Torriglia, una poi dirigeva verso lAntola e la
Lombardia, laltra verso la Trebbia ed il Piacentino.
Muri in pietra a sostegno, scassi di scogli ingombranti, tratti scavati in trincea, ciappe laterali a
governo delle leze, rizuolo con pietre a coltello sulle pendenze, deviazioni laterali per scolo di
acque piovane, slarghi per consentire soste e brevi ripari, raddoppi di percorso (by pass) per
consentire lincrocio alle carovane, pose per spallaroli, deviazioni verso le sorgenti con rustici
abbeveratoi, segni indicatori quali cumuli di pietre (montjoie), grossi massi infissi nel terreno, in
qualche caso una croce.
Tutti questi elementi armonicamente connessi, abbinati alla manutenzione garantita dalle locali
autorit consentivano il traffico a migliaia di muli, cavalli, greggi e persone.
Laspetto sicurezza, certo il pi sentito, venne risolto con scorte armate di lunga percorrenza e
consentendo di portar armi individuali come la spada al pomo della sella per i mercanti o al fianco
per i guerrieri o affidandosi a corpi armati alloggiati in strutture stabili che coprivano un percorso
fisso e strategico.
Questa soluzione era il caso della fortezza di Donetta.
L alloggiava un corpo di guardia armato di 3 o 4 persone dotate di cavalcature che presumibilmente
scortava i convogli.
Stationes (luoghi di tappa e magazzinaggio), Hospitales (strutture a sfondo religioso per poveri e
pellegrini) Caupones (cabanne) per mercanti e viaggiatori, piccole cappelle o piloni per i bisogni
devozionali aiutavano larmonico fluire delle merci e delle genti.
A Donetta la Consciorscia, a Carrega a Cioesa du Menghin, erano le due principali zone di sosta protette
dalle rispettive fortezze ed organizzate per la logistica, una vicina al paese, laltra con magazzini e
strutture proprie.
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Questi grandi recinti fortificati con massicci muri a secco erano i nostrani caravanserragli che
permettevano soste notturne sicure.
Come gi detto, la politica delle autorit ha sempre cercato di garantire la sicurezza ai percorsi, con
obblighi per le comunit, con scelta di famiglie fedeli a presidio di punti strategici, con lingaggio di
monaci cavalieri che garantivano osservanza ai dettami religiosi e sicurezza armata.
Nella fortezza di Donetta, il potere religioso di Tortona (vescovo o abate) e laccordo con il
mercanti genovesi (Vento, Da Castello) provvidero allaffido di queste funzioni agli ordini
cavallereschi.
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La Fortezza
In vista a Torriglia, verso il Nord, havvi il colle sulla cui cima, non a caso, scopersi nei decorsi
mesi quei ruderi che accennavano ad antichissima fabbrica..
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Cos inizia la relazione di scavi che nel luglio 1865 il notaio Giuseppe Crosiglia redige, poi
pubblicata in Torriglia, cenni storici del nipote Giuseppe Onorato.
Questo colle su cui fin da ragazzo mi sono arrampicato, nasconde uno dei pi affascinanti enigmi
del territorio.
Come un segreto scrigno, ogni tanto restituisce qualche frammento che da anni osservo, indago,
come reliquia raccolgo.
Ora questo puzzle si va ricomponendo e permette di intravvedere squarci di antiche vicende.
una montagna strategica, da cui si osservano anche i pi lontani movimenti di soldati, mercanti o
monaci.
Nel Sec.VII, le avanguardie bizantine quass arginarono le trib longobarde che oltre Bobbio
continuavano ad insediarsi, difesero gli Ambrosiani ed i loro possedimenti a Traso, Uscio, Bargagli.
Dopo il crollo dellImpero e labbandono dellintera Liguria, il controllo del nostro territorio venne
garantito dalla fondazione dellAbazia di Patrania fruendo probabilmente della presenza di monaci
Lerinesi o di Bobbio.
Il Diritto Regio, di cui lAbazia godeva, ma soprattutto la ricostruzione della fortificazione di
Donetta, ultima propaggine meridionale della catena difensiva, che dopo labbandono di Bisanzio
venne affidata al Vescovo conte di Tortona consentirono periodi di tranquillit.
La politica dei Re Longobardi prima, degli Imperatori poi, mise Tortona in grado di controllare gli
itinerari fra Genova e la pianura padana.
Per almeno tre secoli questa struttura forn sicurezza a tutti coloro che dal mare raggiungevano la
pianura e viceversa; la sua stessa esistenza fu legata allantico collegamento fra Genova, il levante e
la pianura lombarda, il cosiddetto Chamino de Lombardia.
La presenza in zona delle famiglie genovesi guerriere e mercantili che traevano grandi guadagni da
questi traffici giustific presenze militari e logistiche nella Fortezza.
Il Chamino de Lombardia per Pavia ed il Chaminus Januae per Piacenza, permisero il transito di
migliaia di carovane e fruttarono lucrosi pedaggi.
Importanti trattati fra i Malaspina di Varzi, i Fieschi di Torriglia, il Comune di Piacenza, i mercanti
lombardi, sancirono sicurezza e percorribilit alle strade.
La fortificazione, abitata per lunghi periodi dellanno, era attrezzata a dare supporto ai viaggiatori
ma probabile che nel periodo invernale riducesse il presidio a qualche persona, stante il diradarsi
del traffico.
accertato comunque che in quel periodo, fino a met del Sec.XIV, il clima pi mite consentiva
permanenze a quote che oggigiorno sarebbero impensabili.
Leurs possessions taient le plus souvent situes sur des promontoires rocheux qui dominaient
et controlaient les routes des alentours
Les Templiers croyaient aux sites privilgis, le chateau de la commanderie tait de plan trapezoidal
La struttura
Il monte sul quale poggia la costruzione circondato da un vallo circolare scavato nella roccia per
mezzo del quale uomini e cavalli avevano accesso alla sommit.
Gli scavi intrapresi hanno messo in luce due colli distinti, quello a Nord che conserva le fondazioni
di una torre a base quadrata il cui lato esterno misura m.7 mentre quello interno m.3, la potenza del
muro di m.1,75.
Questa torre, assemblata con pietre finemente lavorate e con malta molto resistente, rasa alle
fondamenta e appartiene allultima fase di vita dellinsediamento, XIII, XIV secolo.
Tracce di materiale combusto e presenza di verrettoni da balestra o punte di frecce da arco ovunque.
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Lo spazio fra i due colli, ancora non scavato, sembra contenere una piazzetta di disimpegno per chi
arrivava.
Sul colle Sud si adagia invece buona parte del complesso fortificato.
Un primo Dongione massiccio, primitivo, di forma trapezoidale di m.. esterni e m. interni con
muro di ml.1,75 appartiene alla prima fase e doveva essere di due piani.(1)
In tempi successivi appare ridotto a torre quadra, attorno gli spazi di servizio, magazzini, stalla, un
cortiletto interno, un forno, una cisterna.
Il tutto contornato da un muro di 1,60 di spessore che presumibilmente cingeva tutto il colle, elevato
in altezza di almeno 6 m.
(1) Le torri a pianta trapezoidale da noi sono infrequenti, trovano confronti soprattutto con i Donjons francesi e di Terra santa.
Il tratto di mura messo allo scoperto lungo ml.20, considerando la parte ancora interrata, si
comprende limponenza di questo insediamento, che poteva essere visto da molto lontano e
rappresentare un sicuro punto di riferimento.
Il forno collocato a ridosso del Dongione conserva tre o quattro corsi di pietre disposte a cerchio,
contiene ancora un fondo di terreno concotto rossiccio, in uno spazio esterno si notano scarti
carboniosi.
Questo, ed il ritrovamento di resti di una piccola macina da mulino a mano, confermano che il
complesso era autosufficente; gli occupanti erano autorizzati a macinare (usus molendini) e a
cuocere il pane sia per uso interno che per gli ospiti.
Le froment, lorge, lavoine pour nourriture des hotes de passage.chauffer le four, tourner la meule du moulin,
garder et nourrir le porc..
Dal lato a valle i resti di una cisterna per lacqua piovana abbastanza capiente, dimensioni non
complete perch una buona parte di monte franata.
Sul colle non esiste sorgente, lautonomia in caso di assedio non era molta.
Per abbeverare i cavalli ed i muli si raggiungeva la sorgente del Trebbia sul monte di fronte
percorrendo una direttrice scavata nella roccia ancor oggi visibile.
Se consideriamo che un cavallo giornalmente necessita di 27 litri dacqua e di 12 kg di fieno o
granaglie, possiamo comprendere che gli spazi per scuderia, pur presenti, erano limitati e potevano
accogliere non pi di 3 o 4 animali.
Lo spazio posto fra il Dongione ed il muro di cinta era diviso, fra un magazzino per cibarie, verso
nord, un altro soprastante la cisterna per deposito di merce, e forse un cortiletto ove chiare sono le
tracce dellattivit di forgeron e maniscalco, stante un banco in muratura con alla base grandi
quantit di carboni sul quale probabilmente era collocato un mantice per la forgia con accanto il
ceppo per lincudine.
La presenza di ferri di cavallo, e di grandi quantit di chiodi da ferratura nuovi e usati, lo
confermano.
Anche la funzione veterinaria confermata, uno strumento chirurgico arruginito fra i reperti.
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Ed ora la vita.
Pezzi di storia, i reperti lasciano immaginare la quotidiana esistenza.
Quando i ragazzi dello scavo diseppellivano il passato, io ero lass affascinato, se un paragone pu
reggere intravvedevo il corpo di una giovane donna che dopo il tempo damore riposava
rannicchiata.
Ogni frammento, ogni colorazione del terreno, ogni vano messo in luce, mostrava la scena e
lentamente la vita appariva.
La terra arrossata dai focolari, sul retro per segnalare presenza a chi si era attardato e di notte
arrivava o dentro le mura protette per scaldare qualche pentola in rame appesa, minestra di miglio,
di spelta, di orzo, larrosto del porco gustoso o dellodoroso montone.
Il cibo non era da poco, il ginocchio di vitello trovato intatto ricorda la carne salata o seccata appesa
ad un trave, tagliata e masticata lentamente, con gusto da questi guerrieri in riposo.
Il recipiente in pietra ollare fa pensare ad una calda bevanda di vino speziato che l si conserva
sicura, fumosa nel tempo in attesa di altri che stanno stanchi arrivando.
L fuori il forno sfornava pagnotte, odorose, roventi, forsanche di grano.
Il frate poteva, il frate doveva per lui, per conservare la forza e lardore a difendere il Cristo.
L fuori la forgia ardeva vivace col mantice che lento sbuffava, il fuoco, il ferro rovente sullo
zoccolo del destriero prezioso, del mulo paziente, i chiodi, quelli lunghi, prominenti a mezzaluna,
da ghiaccio, da fango, quali ramponi affilati dovevano dare sicurezza alla cavalcatura.
Lodore antico, dellunghia, del ferro rovente che sfregola e fuma, lo sterco saffloscia caldo,
fumante, la splendida mula che sprizza orina che schizza l attorno.
Raccogli, pulisci, un podi foglia e poi gi al campo a perpetuare ancora la vita del seme.
lospite grande, famoso, sta arrivando, arrivato il messo, forse un giorno prima, posate di pregio,
solenne funzione, odore dincenso.
La santa reliquia in ginocchio si prega, col capo abbassato, rispetto e stupore, largento lucido, la
protezione sicura.
La sera, il sonno, di sopra saliva la scala, giacigli di paglia pulita, cambiata, la preghiera con gli
altri, cantiamo le lodi in cantilena, i salmi del Dio dIsraele che tutti serviamo.
Forsanche la reliquia preziosa custodita in scrigno dorato, le croci, patenti, le bianche colombe a
rilievo, immagini che danno senso a questa vita dattesa della morte, sempre vicina, sempre
compagna.
Ed anche vestiti di seta, con piccoli bottoncini, di rame, dargento, leziosi, quegli ampi tabarri
appesi al muro in fila, fustagno rigido, caldo e intricato che solo protegge la pioggia e il vento del
monte.
Le scarpe chiodate e spesso al piede sinistro laguzzo sperone forsanche dargento o doro coperto,
in segno di grande potenza, di grande rispetto.
Questalto destriero, fumante, nervoso, coperto di sella e gualdrappa, e su il cavaliere armato,
pesante, incute rispetto e timore, terrore al bandito.
A cavallo, montate le briglie, racchiuse le fibbie sicure, le armi raccolte, al fianco il pugnale, il corto
coltello.
Acqua nella zucca e qualche provvista, poi via alla guardia di lunghe file di muli legati, con basti
rigonfi di sacche di merce preziosa dalle terre del Cristo ai mercati del Nord.
Il libro di salmi, il canto, quass il Dio dIsraele ci affianca, ci aiuta.
Un vecchio scrivano, guerriero devoto, raccoglie denaro, preziosi gli argenti brunetti della Imperial
Papia, la Genova ricca, di Fiorenza la zecca.
E scrive, trascrive, soffrega la pomice leggera sulla pelle ancor unta e scrive la penna doca intinge
nel corno.
Racchiude la chiave, la cassa, il bancale, la nicchia sicura delloro custode.
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Ed ora aspettando si gioca, si ride, su ciappa sarvega con belle pedine; rapido il gioco, la mossa
altrettanto, lintuito allenato, il vino taiuta.
Le cintole armate di spade, di cuoio, di fibbie rotonde, appese in attesa di secchi comandi, su
clamidi bianche, crociate dal Dio dOltremare.
Preghiera nellalba del freddo settembre, si parte, il fuoco in Montaldo segnala larrivo di lunga
colonna dal mare di Sori.
Presenze in fortezza
1 Fase - 550/650 Presenza militare bizantina durante il periodo di guerra con i Longobardi.
2 Fase - 700/1100 Presidio di armati del Vescovo di Tortona nel periodo delle scorrerie di Ungari e
Saraceni.
3 Fase - 1100/1280 Dagli armati di Tortona ai Cavalieri - Periodo delle Crociate, mercanti e
pellegrini affollano il percorso.
4 Fase - 1280/1300 Arrivo dei Fieschi, sparisce lAbazia di Patrania, continue frizioni fra guelfi,
ghibellini, monaci e clero secolare.
5 Fase - 1300/1330 Assalto, incendio, distruzione della struttura, la presenza monastica in valle
cancellata.
Figura 73 - Ad Prelium
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Lapparato viario a suo servizio evidenzia una mulattiera che si stacca dalla principale, sale in
quota, aggira il colle in un vallo circolare scavato artificialmente e raggiunge la vetta.
La mulattiera scavata, munita di rizuolo e di muretti di contenimento, indica un notevole impegno
tecnico e finanziario, esistono anche bindelle di collegamento per laccesso superiore e per le fonti
sorgenti del Trebbia, molto evidenti sulle pendici del monte Prela.
La struttura, complessa e non ancora completamente indagata, fu costruita in tempi diversi,
presumibilmente in quattro fasi:
1) Epoca barbarica 550/650 d.c.
2) A cavallo del XI secolo il Dongione interno.
3) Mura esterne, forno, vani a nord fine XII inizio XIII sec.
4) Cisterna, torre quadra fine XIII sec.
Nel primo quarto del XIV sec.un assedio, un incendio, la distruzione, labbandono.
Prima fase
Sono apparsi lacerti di muro pi grossolani, sottostanti alle mura di cinta datate fine sec.XII.
Lesame dei reperti e i fatti storici quali i tentativi dei longobardi ariani di Bobbio di espansione
verso il mare, fronteggiati dai presidi bizantini del Limes e la collocazione della fortezza sulla via di
Lombardia, fanno orientare lattribuzione al VI/VII secolo.
La presunta appartenenza al limes bizantino confermerebbe il teorema secondo cui la fortificazione
successivamente sarebbe passata sotto il controllo del Vescovo e quindi degli Ordini.
Come non pensare allesodo della Chiesa Milanese del Vescovo Onorato di fronte alleresia ariana
di Alboino, la strada era quella.
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Lesilio volontario a Genova dur 80 anni, tracce profonde restano, la dedicazione di Torriglia a
SantOnorato, i possedimenti in Val Bisagno e nel Levante, il culto Ambrosiano.
Reperti
-Un orecchino in ferro, materiale - Frammenti di vaso di pietra ollare
inconsueto per un gioiello.
tornito
-Frammenti di tegoloni di foggia - Un decoro di ferro con incisioni
romana in cotto
in oro ageminato
-Una moneta di bronzo fuso con tracce di argentatura, peso gr.19,1 dimensioni: diametro mm.32.
spessore 3mm.Verso imperatore di fronte coronato con perlatura Recto una M.- Probabile
attribuzione - Follis di Giustiniano anno 542-43 dc.- Le condizioni di usura non permettono
certezza.
Seconda fase
A cavallo del XI secolo, ancor prima delle Crociate, era presidio del Vescovo di Tortona, citato
come Castelum Padraniam, teneva i collegamenti con lAbazia di fondo valle e nel contempo
assisteva il commercio promosso dalle famiglie Genovesi della Compagna.
Era iniziata una nuova stagione di vita per il Chamino di Lombardia.
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Levidenza
Materiale da costruzione
Molte pietre squadrate e scalpellate, pi grossolane quelle appartenenti a muri pi antichi,
raffinate quelle pi recenti che appaiono ben allineate e legate con malta.
La maggior parte di calcare locale, di arenaria rossastra le altre.
Diverse ciappe sarveghe da tetto calcinate che denotano esposizione ad incendio.
Rari frammenti di tegolone a fine impasto rossiccio pi frequenti accanto alla torre quadra.
Numerosi i chiodi da carpenteria di varie dimensioni appartenenti a soffitti e coperture.
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Cavalli e cavalcature
Uno dei reperti pi frequenti sono i chiodi da ferratura, di dimensioni e foggie diverse, che in gran
parte portano i segni delluso.
La forma che li contraddistingue quella del triangolo con il vertice rivolto verso lesterno, chiodi
tutti che fuoriescono dal foro del ferro dello zoccolo per pi di un centimetro, tipo a rampone,
indicativi dello stato delle mulattiere, molto fangose e spesso ghiacciate.
I frammenti di ferro da cavallo o da mulo ritrovati sono di una dimensione piuttosto piccola
rispetto agli attuali, senza puntale e senza tacco, i fori per i chiodi sono di forma rettangolare.
Un frammento di morso metallico e di tre speroni sinistri confermano la continua frequentazione
della sommit da cavalli e cavalieri.
.
Lo sperone dorato - questo sperone in diverse parti presenta tracce di doratura cos il Crosiglia
nella sua relazione di scavi descrive questo oggetto prezioso.
A noi giunge solo largentatura, in ogni modo uno sperone di tale foggia e caratteristica risale al Sec
XIII e certo apparteneva ad un Cavaliere di rango, unico a poterlo indossare.
Uno strumento a due estremit, adatto a svolgere una funzione chirurgica o quanto meno a
rimuovere schegge da ferite, fa pensare al fatto che il maniscalco, oltre a svolgere mansione di
forgeron curava anche le ferite alle cavalcature.
Armi
Decine di cuspidi di freccia da arco e di dardi da balestra da tibia sparse dappertutto, ricordano la
giornata dellassedio, le nuvole di frecce.
La tipologia molto varia, da grossi dardi da balestra da turno, ai triboli con lunghi ardiglioni per
tormentare le cavalcature, a frecce a forma doliva per la caccia, quelle a punta triangolare, altre
quadrangolari, talune minuscole di 2/3 cm, altre fino a 18 cm., talune incendiarie, altre sottilissime
per entrare nelle cotte di maglia, molte piegate denotano lurto contro le mura, un esemplare
addirittura punzonato con la torre di Genova.
Un frammento rivettato di guanto corazzato, un pezzo di fodero metallico per pugnale.
Un pezzo di corno sfuggito dallarco di una balestra ricorda che i primi archi erano di tipo
composto, costruiti con legno, corno, tendine e colla.
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Utensili
Un punzone, un frammento di punta da tinivella, uno di sega, uno di falce, una lesina da cuoio.
Una scure o ascia, una forma simile ancora forgiata in Turchia, ennesima conferma delle
connessioni con loriente.
Cibo e Alimentazione
Frammenti di rame da pentola, altri in pietra ollare, coltelli, grattugia.
Moltissimi resti di ossa anche con segni di macellazione, di maiale o cinghiale, capra, pecora, fino
ad un osso completo di ginocchio di giovane bovino che fa ricordare carne salata o conservata
secca, cibo ricercato nel medioevo.
Due cucchiai in bronzo di cui uno con croce punzonata e zoccolo di cervo.
Una macina a mola corrente per mulino a mano.
Giochi
Un Alquerque, specie di dama medievale, rappresentata da un quadrato con otto triangoli per lato
inciso su una ciappa sarvega.
Una pedina in osso ed anche molti dischetti in pietra manualmente arrotondati.
Mobili
Tre chiavi, da forziere, da bancale, da porta, diversi boncinelli per chiavistello da cassapanca,
cerniere.
Borchie a cupola in ferro o bronzo, piedini da cofanetto.
Abbigliamento
Tre fibbie di identica dimensione conformate a D (da cinturone per spada)
Fibbiette rotonde in bronzo
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Gioielli e decori
Un anello da dito in bronzo con incise croci.
Uno barbarico da orecchio.
Trecce in rame dorato a decoro.
Cupiglie in rame dorato con croci patenti da inchiodarsi.
Lamine in rame dorato con decori a bulino (Archi e colombe).
Una piccola gemma ovale in pasta vitrea color violetto
Fermaglio (da mantello?) in ferro dorato.
Lo sperone era dorato.
Monete
1046/1056 - Brunetti in argento - Enrico III - Zecca di Pavia
1115/1125
Enrico IV appena prima dei denari di Genova - Zecca di Pavia
Denari
- Federico II - Zecca di Pavia
Denari Genovesi in argento Prima serie -Janua e Castello
Denari Genovesi in bronzo
Quartaro 1 tipo in mistura
Grosso popolino di Firenze da due soldi - Argento-1 emissione stella 1306-1313
Commercio
Piombi o marchi per pezze di stoffa
Tessera mercantile forse della famiglia dei Cerchi, mercanti fiorentini.
Ceramiche
Verde a canestrelli Invetriata islamica
Verde Blu a rotella Invetriata Islamica Nordafrica
Azzurra Smaltata islamica
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un piede da Vangelo!!! Nel tempo certi principi o dogmi riverberavano anche nelle forme degli
oggetti soprattutto quelli di culto.
Uno e trino, ecco raffigurato il concetto delle Trinit.
Lass non solo il linguaggio delle armi, il Dio dei cristiani era invocato.
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Chi giocava
Una ciappa sarvega incisa mostra un antico disegno.
E cera anche il tempo per il gioco,un gioco semplice ma veloce, che necessitava di grande
prontezza.
Lalquerque da doce o quirkat, si giocava con 12 pedine bianche e 12 nere con regole simili alla
dama.
stato trovato esattamente riprodotto fra i graffiti della fortezza Templare di Chinon
Figura 88 - Alquerque
Ricordo che i monaci guerrieri si uniformavano a disposizioni superiori, dai cappelli rasati a zero
alla barba irsuta, alluso di mantello bianco per i cavalieri o bigello (grigiorosso) per i famigli, con
una croce rossa cucita.
Il vexillum conformato in tre fiamme era per due terzi nero, per un terzo bianco, la croce nel terzo
bianco.
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UnAscia dallOriente
Nel vano dispensa si ritrovata unascia la cui forma non comune ha fatto pensare ad unarma da
guerra.
La regola del Tempio ricorda lutilizzo da parte dei Templari di armi Turche, se ne acquista per
equipaggiare i fratelli sergenti(1)
ed proprio in Turchia, sulle colline prospicienti il Mar Nero, fra Istanbul e Trebisonda, nella buia
bottega di un fabbro di Safranbolu, che queste scuri sono ancora forgiate.
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Lo sperone dorato
se il vassallo era un cavaliere, aveva lobbligo di servire il Re indossando una calzamaglia rossa
e gli speroni dorati, in caso contrario una calzamaglia bianca e speroni dargento (1)
Qui siamo di fronte ad un oggetto di grande suggestione, di forma elegante e di buona fattura,
denominato a brocco, se ne riporta lorigine al XIII secolo, le borchiette ferma coietto in rame e
largentatura, dorata in origine, indicano che era indossato da un cavaliere dotato di destriero
(cavallo da guerra addestrato) e di scudiero.
evidente e si intuisce non solo da questo particolare, il tipo di frequentazione della fortezza.
Attualmente lo sperone dorato usato in riti di iniziazione di Ordini Cavallereschi che si
richiamano ai Templari.
(1) Viaggiare nel Medioevo-Hans Conrad Peyer pg.191 ed.il Giornale
Il Chiodo
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Che chiodo questo?... di bronzo lucente con capocchia sferica che non sembra mai stata
martellata.
Jacopo da Varagine racconta che Re San Luigi si dispera per la perdita del Santo Chiodo, ma dopo
con grande esborso di denaro recupera la Corona di Spine che poi collocher a Parigi nella Sainte
Chapelle.
Oggetti di valore simbolico dellordine saranno le verghe con cui il Signore fu battuto, i chiodi
della Croce, la spugna con cui fu dissetato..
Le Ceramiche Islamiche
Il ritrovamento di ceramiche islamiche a Donetta, conferma il transito di flussi di merce che si
svilupp dopo lapertura dei mercati in Terrasanta a seguito della prima crociata.
Due i frammenti presi in esame per confermare leccezionalit del ritrovamento in una fortezza di
montagna.
Il primo, di color verde blu, molto raro e prezioso nel XII secolo.
Un termine di paragone indicativo la lunetta della facciata della Cattedrale di San Lorenzo a
Genova che contornata da un decoro a mosaico in frammenti ceramici assolutamente simili.
Si comprende come luso di tale materiale in quel contesto lo giudicasse deccezione.
Laltro di color bianco a graffito, bizantino.
Si definisce Zeuxippus ware a seguito della provenienza dalla zona di Zeuxippo a Costantinopoli.
La diffusione di tali ceramiche negli Stati Crociati di Terrasanta fu evidenziata dagli scavi effettuati
nel Castello Templare di Chateau Plerin ad Atlit, nella zona del Monte Carmelo, ove ne vennero
alla luce notevoli quantit.
Questa fortezza, costruita dopo la sconfitta cristiana da parte del Saladino, permise il controllo della
fascia costiera.
I pellegrini che sbarcavano a San Giovanni dAcri, andavano in devozione al Santo Sepolcro.
Nel castello ottenevano ospitalit e sicurezza dalle scorte armate dei Cavalieri del Tempio nel
percorso verso Gerusalemme.
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Altri due minuscoli frammenti di una sottile lamina in rame dorato e decorato con motivi puntinati a
sbalzo colpiscono limmaginazione.
Sul primo il capo di un uccello collocato sotto ad un piccolo arco, decorato a puntini che finiscono
in un collarino con foro per il fissaggio ad un nucleo in legno.
Sul secondo gli uccelli sono due, con becco affrontato, sempre collocati sotto piccoli archi puntinati
eguali al precedente.
Di colombe doveva trattarsi, le colombe affrontate appartengono alliconografia religiosa sin
dallalto medioevo.
Due erano le colombe che Maria e Giuseppe donarono al Tempio in occasione della consacrazione a
Dio di Ges maggiorenne.
La doratura e la delicata miniatura identificano loggetto di pregio, forse contenente reliquie o altro
connesso al culto.
des objets sacrs ou des archivesune caisse dargent sure dans laquelle on trouveroit
les anciennes lettres et les principaux conoissances de lordre
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