Sei sulla pagina 1di 7

INTRODUZIONE MOSTRA – testo in catalogo don Davide MILANI

La quarta edizione del “Capolavoro per SAN NICOLÒ: un santo che porta i doni
Lecco” intitolata “Opere sante” vuole per sostenere chi è nel bisogno, che
ESPLORARE IL SENSO E L’ESPERIENZA interviene per chi è nel pericolo, è
DELLA SANTITÀ COME ORIZZONTE oppresso.
DESIDERABILE E NECESSARIO ALLA VITA OPERE SANTE
QUOTIDIANA BEATO ANGELICO è divenuto santo,
La SANTITÀ: UN DONO da
dipingendo. Giovanni Paolo II lo
accogliere, non un
iscriverà nel libro dei beati nel 1982.
traguardo da raggiungere

UNA NUOVA SCALA DEI VALORI, basata


sulla santità: la possibilità di essere felici
per l’amore dato e ricevuto.
L’ESPERIENZA DELLA VISITA AL CAPOLAVORO PER LECCO 2022 sia
sprone a COMPIERE OPERE SANTE PER RENDERE MIGLIORE IL MONDO
manifestando la santità, l’amore, la carità di Dio.
Ogni giorno, nelle attenzioni per i più deboli come Nicolò;
nel nostro lavoro quotidiano come Beato Angelico.
Questo nostro desiderio di comunità, amicizia, bellezza, senso,
condivisione è un’esperienza di santità che auguriamo a tutti.
1 – SAN NICOLA /SAN NICOLÒ – testo in catalogo di Michele BACCI

Sacchi /monete d’oro, palle d’oro MELE


SAN NICOLA PORTATORE DI DONI. Uno degli episodi
più noti di San Nicola è il Miracolo della dote alle tre
fanciulle. Il riferimento a quest’atto di estrema
SAN NICOLA generosità avveniva grazie a tre monete o dischi d’oro.
Calvo, immerso nella lettura, il nome «NICCOLA» Ben presto la resa dei tre dischi in posizione verticale
vergato in oro sull’alba, coperto di un piviale verde incoraggiò i pittori e ancor più gli scultori a
dai bordi graffiti in oro e con una preziosa fibbia sul sottolinearne lo spessore, fino a trasformarli in vere e
petto, la mitra poggiata sul pancale, ai piedi tre proprie sfere. In età barocca queste ultime vennero
sacchetti ben serrati e colmi di monete. Nicola qui reinterpretate come frutti. Queste trasformazioni
non è barbuto (mentre lo è nella predella dello stesso testimoniano di un’ambiguità iconografica di fondo
polittico Guidalotti). San Nicola ha la barba che, ATTRAVERSO UNA CATENA DI FRAINTENDIMENTI
nell’iconografia prevalente in Italia, alla bizantina, E RISEMANTIZZAZIONI, HA FINITO PER SUGGERIRE
mentre a nord delle Alpi prevale l’effigie sbarbata che L’IDENTIFICAZIONE DELLE SFERE CON DELLE MELE, in
caratterizza la figura con cui si apre la mostra. virtù del comune aspetto tondeggiante. La leggenda
Questa scelta di dipingere un san Nicola sbarbato lecchese, secondo cui i pomi donati dal santo vescovo
probabilmente è dovuta al fatto di voler ritrarre nel a tre fanciulli poveri si sarebbero trasformati per
santo il Beato Nicola Paglia, domenicano fondatore incanto in palle d’oro, indica fino a che punto la
del convento di San Domenico a Perugia dove si trova consuetudine visiva della popolazione con
lo stesso polittico Guidalotti. un’immagine non pienamente comprensibile fosse in
grado di generare a sua volta ulteriori tradizioni
leggendarie.
PERCHÉ BEATO ANGELICO?
Guido di Pietro nasce a Vicchio nel Mugello tra il 1385 e il 1400

Definito «Angelicus pictor» e «Beatus vir», pittore angelico e uomo beato, da due confratelli
domenicani, Domenico da Corella e Girolamo Borselli
DOCTOR ANGELICUS = san Tommaso d’Aquino
Pitture VERE in senso teologale, cioè acherotipe

così riferisce Giorgio Vasari nel 1568


«dicono alcuni che fra’ Giovanni non arebbe messo mano ai penelli, se prima non avesse
fatto orazione»
«non fece mai Crucifisso ch’e’ non si bagnasse le gote di lagrime»
il Beato Angelico «mai volle lavorare altre cose che di santi»

beatificazione canonica conferitagli nel 1982 da papa Giovanni Paolo II, che due anni più
tardi lo proclamò “patrono degli artisti”
2A – POLITTICO GUIDALOTTI - testo in catalogo Gerardo DE SIMONE
DESCRIZIONE PREDELLA

LE VICENDE DEL POLITTICO


Polittico commissionato da Elisabetta Guidalotti nel Nei tre SCOMPARTI DI PREDELLA interamente dedicati
1437 per la cappella di famiglia, dedicata a San a san Nicola, titolare della cappella Guidalotti, sono
Nicola, la seconda a sinistra dell’altare della chiesa di concentrati in ‘narrazione continua’, con grande
San Domenico a Perugia. perizia compositiva, ben sette episodi della vita del
santo, attinti dalla Legenda Aurea di Jacopo da
Smembrato nel XVII secolo venne privato della Varazze (fine XIII secolo), il repertorio più usato in
cornice. Con le requisizioni napoleoniche le tavole Occidente per illustrare le vite dei santi.
dipinte vennero portate a Parigi, ma in due momenti
successivi: 1810 le due predelle ora ai Musei Per la descrizione dello scomparto di sinistra leggere il
Vaticani, 1811 il resto del polittico che poi ritornò a catalogo pp. 24-27
Perugia.
Per la descrizione dello scomparto centrale leggere il
L’attuale cornice neogotica è stata realizzata nel 1915 catalogo pp. 28-30

Per la descrizione dello scomparto di destra (che non


è in mostra, perché è l’unico rimasto a Perugia con il
Quali soggetti e quali santi sono raffigurati nel resto del polittico) leggere il catalogo pp. 30-32
POLITTICO ? leggere il catalogo a pp. 23-24
2B – POLITTICO GUIDALOTTI - testo in catalogo Gerardo DE SIMONE
CARATTERI STILISTICI

Primo scomparto: L’ARCHITETTURA


Scomparto centrale: SCENARIO EXTRA-URBANO,
La mirabile impaginazione della prima predella è
MARITTIMO E COSTIERO, lungo un frastagliato litorale
fondata sulla SIMMETRIA e sulla PROSPETTIVA. Le due
roccioso che divide orograficamente le due scene.
scene collocate in spazi interni si bilanciano
Straordinario nell’intero riquadro è il realismo dei
reciprocamente, entro architetture scorciate con
dettagli, dai ciottoli e piante sul suolo ai sacchi di grano,
calcolati pendants: i letti ‘gemelli’, le aste stendipanni al
dalle architetture alle rocce, dalle acque (calme a
primo piano di ambo gli edifici, poggianti su ganci
sinistra, agitate a destra) al cielo naturalisticamente
metallici, con appesi dei teli. La casa natale di Nicola è
striato di nubi. Beato Angelico dimostra una resa
un notevole ESEMPIO DI ARCHITETTURA ‘MODERNA’,
naturalistica e accurata dei particolari, costruiti grazie alla
AGGIORNATA SU BRUNELLESCHI E MICHELOZZO, con le
finezza pittorica e decorativa che caratterizza il suo
paraste lisce, la balaustra e il fregio a festoni. Altro
linguaggio. Tutto però appare sempre misurato, cioè mai
edificio protorinascimentale è la chiesa con facciata a
eccessivo anche nella resa delle narrazioni drammatiche
capanna scandita dalla bicromia, dalle fasce
(ad esempio il naufragio)
marcapiano e dall’oculo.

LA NARRAZIONE
Nel dettaglio del miracolo del grano i protagonisti sono il messo imperiale (ritratto dell’imperatore Giovanni VIII Paleologo),
appena sbarcato dalla nave, a colloquio con San Nicola: la gestualità delle due figure dialoganti è al contempo semplice e
solenne, grazie alla loro studiata simmetria e all’asse centrale della figura di schiena, abbigliata con manto rosso e cuffia
azzurra, che li unisce e separa insieme.
Resta a dire del ricevere de’ lumi […]. Così adunque in prima Il modo del ritrarre una montagna del naturale.
studino [i pittori] circa i lumi e circa all'ombre, e pongano Se vuoi pigliare buona maniera di montagne, e che paino
mente come quella superficie più che l'altra sia chiara in naturali, togli[=scegli] di pietre grandi che sieno
quale feriscano[=incidano] i razzi[=raggi] del lume, e come, scogliose e non polite; e ritra’ne del naturale, dando i
dove manca la forza del lume, quel medesimo colore diventa lumi e scuro, secondo che la ragione t’acconsente
fusco. E notino che sempre contro al lume dall'altra parte Cennino Cennino, Libro dell’Arte, 1400, cap. LXXXVIII.
corrisponda l'ombra, tale che in corpo niuno sarà parte
alcuna luminata, a cui non sia altra parte diversa oscura
Leon Battista Alberti, Della Pittura, 1435, libro II, cap. 46
3 – MESSALE GERLI – testo in catalogo Ada LABRIOLA
Si tratta di un CODICE MEMBRANACEO
DECORATO CON TEMPERA E FOGLIA D’ORO. I
fogli del messale sono piuttosto spessi perché
realizzati, come dice il nome, da una
Il nome del Messale Gerli deriva dal collezionista, il conte membrana in cartapecora appositamente
Paolo Gerli, che donò il codice alla Biblioteca Braidense di trattata e preparata per poter fare da
Milano nel 1938. supporto al colore delle miniature e
all’inchiostro della scrittura.
Il piccolo codice (171 x 127 x 72 mm; i fogli sono 396; peso
kg 1,083) era destinato a un utilizzo privato durante la
celebrazione della Messa. Il contenuto liturgico è quello
usuale nel Messale di rito romano: Calendario, Proprio del LA CROCIFISSIONE
Tempo, Proprio dei santi, Comune dei santi, Ufficio dei Morti. Per la descrizione dei fogli esposti in mostra
Nel Messale ci sono CENTOQUATTRO INIZIALI MINIATE, tutte vedi il file «descrivedendo – Messale Gerli»
di dimensioni molto piccole (non oltre 30 x 30 mm): La Crocifissione è l’unica scena del Messale
novantasei sono istoriate o figurate e otto sono lettere riferibile a Beato Angelico. Le restanti
decorate. Ad alcuni episodi della vita di Cristo è dato miniature sono opera di artisti che lavorano
maggiore spazio narrativo. Così è il caso della Natività e nell’ambito della sua bottega. Ada Labriola
dell’Epifania, divisi in due scene Maria e Giuseppe in sostiene una datazione delle miniature del
adorazione del Bambino e Annuncio ai pastori; La stella Messale intorno al 1435-1438.
appare ai re magi e Madonna con il Bambino.

Potrebbero piacerti anche