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DELLO SGUARDO
scritti in onore di
Maria Andaloro
a cura di
Giulia Bordi, Iole Carlettini, Maria Luigia Fobelli,
Maria Raffaella Menna, Paola Pogliani
I LUOGHI DELL’ARTE
IMMAGINE, MEMORIA, MATERIA
I volumi sono stati pubblicati grazie ai contributi di
redazione scientifica
Simone Piazza
con
Michele Benucci
Chiara Bordino
Ivana Bruno
Daniela Sgherri
©
Proprietà letteraria riservata
Gangemi Editore spa
Piazza San Pantaleo 4, Roma
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in Italia e all’estero anche in
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ISBN 978-88-492-2753-6
In copertina: Pittura, architettura, paesaggio. Contaminazioni, abrasioni, innesti. Immagini, 2014 (particolare).
L’OFFICINA DELLO SGUARDO
Scritti in onore di Maria Andaloro
a cura di
Giulia Bordi, Iole Carlettini, Maria Luigia Fobelli,
Maria Raffaella Menna, Paola Pogliani
Volume 1
I LUOGHI DELL’ARTE
Indice
Presentazione 13
ALESSANDRO RUGGIERI
Maria Andaloro Sovrintendente della Fabbriceria del Palazzo Reale di Palermo 15
GIOVANNI TOMASELLO
«Si, viaggiare ...» 17
GABRIELLA CIAMPI
Maria Andaloro e la lunga durata delle ‘figure’ tra Occidente e Oriente 21
ARTURO CARLO QUINTAVALLE
Da un saggio effettuato nell’area a Est del Le head-shaped bottles, del cui sviluppo ti-
bouleuterion di Iasos proviene una valva di ma- pologico e cronologico E.M. Stein ha tracciato
trice fittile, rinvenuta integra nello strato di terre- un quadro dettagliato ed esaustivo6, presentano
no immediatamente soprastante il primo gradino un certo numero di varianti sia per quanto ri-
dello stilobate meridionale dell’agora (fig. 1)1. guarda le dimensioni e alcune caratteristiche
La matrice, in argilla di colore rosato2, com- della forma, sia per il repertorio iconografico,
patta e ricca di inclusi calcarei, riproduce in ne- la qualità e la colorazione del vetro.
gativo il volto di un bambino con le guance In base alla conformazione del corpo esse si
paffute, le labbra socchiuse e gli occhi allungati distinguono in due gruppi principali7: il primo,
a mandorla. La presenza sui capelli ricciuti che a testa singola, prodotto a partire dai decenni ini-
incorniciano il viso di una corona di vite con fo- ziali del I secolo d.C., il secondo, gianiforme, la
glie e grappoli, fa presumere che si tratti della cui comparsa è di pochi decenni successiva8.
raffigurazione di Dionysos fanciullo (fig. 2). Le bottigliette di entrambi i tipi sono per lo
Il tipo iconografico e le dimensioni dell’og- più dotate di un lungo collo cilindrico e di un
getto3 ne suggeriscono la pertinenza a una bot- orlo orizzontale estroflesso, ripiegato all’inter-
tiglia cefalomorfa in vetro soffiato entro stampo. no e infine appiattito; in alcuni esemplari più
I recipienti di questa classe rientrano nella tardi il collo imbutiforme termina con un orlo
forma 78 della Isings4, che comprende, oltre al- indistinto, tagliato e arrotondato. A volte una o
le coppe e alle bottiglie configurate a testa
umana, anche i vasetti a forma di dattero e di
grappolo d’uva. Si tratta di contenitori per so-
stanze oleose, unguenti ma soprattutto profu-
mi, come attestato dalla presenza di residui di
resina di pino, cedro o abete all’interno di un
esemplare rinvenuto in Egitto5. La loro produ-
zione ha inizio intorno al primo quarto del I se-
colo d.C. nelle officine vetrarie siro-palestinesi
e, nel corso del II e del III secolo, la loro pre-
senza sui mercati appare preponderante rispetto
a quella dei manufatti dello stesso tipo realiz-
zati in Occidente. Nei decenni immediatamente
successivi, tuttavia, le importazioni di questi
oggetti dalle regioni mediorientali subiscono
un progressivo decremento, fino a cessare del
tutto verso la metà del IV secolo, sostituite dai
prodotti degli ateliers dell’Europa nord-occi-
dentale, situati per lo più nella zona renana e FIG. 1 Schema planimetrico dell’agora di Iasos (disegno E.
in particolare a Colonia. Pagello)
629
FIG. 2 Valva di matrice per bottiglia cefalomorfa dall’agora di Iasos (foto M. Molinari; disegno A.M. Monaco)
due ansette verticali, a nastro o a tortiglione, circa tra i 7 e i 15 cm; esemplari di dimensioni
sono applicate dalla bocca alla spalla. maggiori parrebbero attribuibili alla fase più
Nella maggior parte dei casi il corpo dei re- tarda della produzione.
cipienti è ricavato da matrici bivalvi, a due se- Il vetro, di spessore variabile, è a volte na-
zioni verticali; la bocca, il collo e il piede, ove turale, trasparente e incolore o con riflessi ver-
presente, sono soffiati a parte, a canna libera, e dini e verde-azzurri, ma più spesso presenta
applicati successivamente. Le linee di sutura tra un’ampia gamma di colorazioni in cui predo-
le due valve sono nascoste fra i capelli della fi- minano il rosso e il violaceo, il blu e il verde,
gura: tra i riccioli e le ciocche in quelle confor- più o meno intensi, il grigio e il bianco opaco,
mate a testa singola, alla giunzione tra le due il giallo, nelle varie tonalità fino al marrone.
teste in quelle bifacciali. Le dimensioni degli La decorazione plastica del ventre consiste
oggetti sono in genere molto ridotte: nella mag- nella rappresentazione di teste maschili e fem-
gior parte dei casi l’altezza è compresa all’in- minili, di bambini e di giovanetti, di personaggi
1
L’oggetto (inv. 3164) è conservato nel deposito della Oasis Project, ed. by G.E. Bowen, C.A. Hope, Oxford
Missione Archeologica Italiana di Iasos. 2004, pp. 291-310, in part. p. 293; A. ROSS, B. STERN,
2
Munsell 7.5 YR 7/4. A Preliminary Report on the Analysis of Organic Materials
3
Dimensioni della matrice: alt. 8,5 cm; larg. 8 cm; from Ismant el-Kharab, ivi, pp. 365-371.
6
spess. 0,8/1,5 cm; prof. 3,5 cm; dimensioni del corpo E.M. STERN, Roman Mold-blown Glass. The First th-
della bottiglia: alt. 7,5 cm; larg. 6 cm. rough Sixth Centuries, Roma 1995, con ampia bibliografia
4
C. ISINGS, Roman Glass from Dated Finds, Gronin- e confronti.
7
gen-Djakarta 1957, pp. 93-94. Più rare le bottiglie a quattro teste contrapposte.
5 8
C.A. HOPE, H.V. WHITEHOUSE, The Gladiator Jug La comparsa delle bottiglie gianiformi è stata di recente
from Ismant el-Kharab, in The Oasis Papers III. Proceedings collocata nel II secolo d.C. (S.B. MATHESON, Ancient
of the Third International Conference of the Dakhleh Glass in the Yale University Art Gallery, New Haven