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MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO ©

BOLLETTINO D’ARTE
Estratto dal VOLUME SPECIALE 2016 (Serie VII)

“PALAZZI DEL CINQUECENTO A ROMA”

CLAUDIA CONFORTI – MARIA GRAZIA D’AMELIO

DI CIELI E DI PALCHI:
SOFFITTI LIGNEI A LACUNARI

Stampa e diffusione
«L’ERMA» di BRETSCHNEIDER
Editore
MINISTERO DEI BENI E DELLE AT TIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO
DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO
BOLLET TINO D’ARTE
Direttore responsabile CATERINA BON VALSASSINA

Coordinatore Scientifico LUCILLA DE L ACHENAL

Consiglio di redazione
LUCIANO ARCANGELI – CARLO BERTELLI – GISELLA CAPPONI – GIOVANNI CARBONARA – MARIA LUISA CATONI
MATTEO CERIANA – SYBILLE EBERT-SCHIFFERER – CHRISTOPH LUITPOLD FROMMEL – ENZO LIPPOLIS
MASSIMO OSANNA – PAOLA PELAGATTI – MAURIZIO RICCI

Redazione tecnico–scientifica CAMILLA CAPITANI – MARINA COCCIA – ANNA MELOGRANI – ELISABETTA DIANA VALENTE
Segreteria di Redazione e Produzione LUISA TURSI
Grafici LOREDANA FRANCESCONE e DONATO LUNETTI

Collaborazione al sito web MARIA ROSARIA MAISTO


Traduzioni JULIA C. TRIOLO

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La Rivista adotta un sistema di Peer Review.
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non sia stato possibile reperire gli aventi diritto.
È vietata qualsiasi forma di riproduzione non autorizzata. Per ogni controversia è competente il Foro di Roma.

In copertina:

ROMA, PALAZZO RICCI SACCHETTI, SALONE – FRANCESCO SALVIATI: MORTE DI ASSALONNE


(foto ICCD)
B O L L E T T I N O D’ A R T E
FONDATO NEL 1907

MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO

VOLUME SPECIALE – 2016

PALAZZI DEL CINQUECENTO A ROMA


a cura di

CLAUDIA CONFORTI e GIOVANNA SAPORI


La revisione scientifica per l’editing di questo volume è di Marina Coccia e Elisabetta Diana Valente.
Il progetto grafico e l’editing delle immagini sono di Donato Lunetti.

RINGRAZIAMENTI

Siamo grati alla Biblioteca della Camera dei Deputati per aver concesso al Bollettino d’Arte la riproduzione del volume di Gi-
rolamo Franzini, Palatia Procerum Romanae Urbis, 1589, realizzata dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.

Le curatrici e tutti gli autori ringraziano per l’appassionato impegno i membri della redazione del Bollettino d’Arte Marina Coc-
cia, Donato Lunetti, Elisabetta Diana Valente e, per la sua disponibilità, il coordinatore della rivista Lucilla de Lachenal.

Il risultato di questo studio collettaneo non sarebbe stato conseguito senza gli studiosi, gli amici, i proprietari dei palazzi, i fun-
zionari delle istituzioni pubbliche e private per la conservazione e valorizzazione dei beni storico–artistici che hanno sostenuto
questa iniziativa, facilitandone lo svolgimento.

Le curatrici e gli autori ringraziano vivamente: Aspen Institute Italia, Fondazione Camillo Caetani, Gioia Alessandri, Ernesto
Leonardo Azzalin, Leonardo Baglioni, Massimiliano Balsi, Donata Battilotti, Liliana Benassi, Roberto Benvenuti, Anna Berardi,
Elena Berardi, Maria Grazia Bernardini, Mario Bevilacqua, Martine Boiteux, Paola Brunori, Marco Calafati, Patrizia Cavazzini,
Beatrice Cesaroni, Lorenzo Ciccarelli, Renata Codello, Paolo Conforti, Alessandro Cremona, Angela Maria D’Amelio, Daniela Del
Pesco, Lia Di Giacomo, Paola Di Giammaria, Marzia Faietti, Emanuela Ferretti, Caterina Fiorani, Alessandra Floridi, Giuliana Forti,
Francesca Funis, Ippolita Gaetani, Andrea Gentiloni, Alessandro Giammaria, Cristina Gnoni, Vittoria Gondi, Michel Gras, Lorenzo
Grieco, Sergio Guarino, Barbara Jatta, Andrea Jemolo, Jacqueline Lalande Biscontin, Ludovico Massimo Lancellotti, Nathan Le-
vialdi Ghiron, Massimo Listri, Emmanuel Lurin, Giuliano Macchia, Carmelo Malacrino, Maria Mari, Marzia Marandola, Aldo Ma-
stroianni, Giulia Marzani, Veronica Merlo, Tanja Michalsky, Riccardo Migliari, Catherine Monbeig Goguel, Laura Moro, Sabrina
Moscatelli, Mauro Natale, Marco Rosario Nobile, Livia Nocchi, Antonio Paolucci, Claudio Parisi Presicce, Alina Payne, Enrico
Pozzi, Felice Ragazzo, Danilo Renzulli, Delfín Rodríguez, Alfonsina Russo, Hermann Schlimme, Heike Schmidt, Bruno Toscano,
Alessandro Viscogliosi.
SOMMARIO

Presentazione di CATERINA BON VALSASSINA VII

Premessa di CLAUDIA CONFORTI, GIOVANNA SAPORI XI

GIOVANNA SAPORI: Maestri, botteghe, équipes nei palazzi romani: Perino del Vaga, Salviati, 1
Vasari e Zuccari

SONIA AMADIO: Allestire una parete: disegni per la decorazione ad affresco nei palazzi romani 53

PAOLA PICARDI: La decorazione dei palazzi farnesiani alla metà del Cinquecento 67

NICOLAS CORDON: Artifices et paradoxes. Daniele da Volterra et les décors de stuc en très haut relief 83

JAN L. DE JONG: Paintings in Palaces: Descriptions and Inscriptions 101

PATRIZIA DI BENEDETTI, GIOVANNA SAPORI: Una banca dati sulla decorazione 111
dei palazzi fra 1540 e 1570

BEATRICE CIRULLI: I palazzi descritti e illustrati nelle guide di Roma del Cinquecento 119

PATRIZIA DI BENEDETTI: La rappresentazione dei palazzi romani nelle incisioni del Cinquecento 153

LUDOVICA TIBERTI: Le incisioni di palazzi nel mercato delle stampe a Roma tra Cinque e Seicento 167

ILARIA SFERRAZZA: “Palazzi di Roma de più celebri architetti”: Pietro Ferrerio pittore e architetto 185

CHRISTOPH LUITPOLD FROMMEL: Prima del Sacco di Roma: all’origine del palazzo romano 201

FEDERICO BELLINI: Il portale nel palazzo romano 231

NICOLETTA MARCONI: L’ornamento lapideo 255

MICAELA ANTONUCCI: «Tutto passa per le scale»: la scala nei palazzi romani 271

CARLA TROVINI: Stalle e rimesse nei palazzi romani 291

CLAUDIA CONFORTI, MARIA GRAZIA D’AMELIO: Di cieli e di palchi: soffitti lignei a lacunari 308

CLAUDIA CONFORTI, MARIA GRAZIA D’AMELIO: Camini dei palazzi romani 354

SABINE FROMMEL: Gli Hôtels particuliers a Parigi dal XV al XVII secolo 392

MANOLO GUERCI: I palazzi londinesi dello Strand: 1550–1650 419

Abstracts 431
claudia conforti – maria grazia d’amelio

di cieli e di PalcHi: soffitti lignei a lacunari

nell’affresco del Giudizio Finale (1247 circa) nell’o- angeli avvolgono con cura i lembi del cielo, sigillando
ratorio di san silvestro ai santi quattro coronati a la fine del tempo ciclico, quello misurato dall’alter-
roma l’angelo a sinistra arrotola il manto del cielo nanza del giorno, della notte e delle stagioni; del
trapunto di stelle: lo spettacolo del creato è finito e il tempo lineare e di quello escatologico: in definitiva la
fondale di scena viene riposto. l’iconografia, che fine del tempo dell’uomo.1) giotto fa intravvedere,
identifica il tempo con l’astronomia celeste, è ricor- dietro il telo stellato, le mura d’oro tempestate di
rente in epoca medievale: configura lo splendente gemme della gerusalemme celeste, dove regna immo-
mosaico (Xi–Xii secolo) di controfacciata della catte- bile il tempo divino (figg. 1 e 2).
drale di torcello e la folgorante visione che giotto la metafora pittorica suggerisce l’analogia archetipi-
dipinge (1303–1305) nella controfacciata della cap- ca tra il cielo trapunto di stelle e la copertura degli spazi
pella degli scrovegni a Padova. nella figurazione giot- creati dall’uomo, che spesso a quello si ispira per lo
tesca il cielo è un drappo dispiegato ai lati della trifo- splendore dell’ornato. È plausibile che, in origine, tale
ra: a sinistra campeggia il disco dorato del sole, a analogia sia stata riservata alle aule liturgiche e che solo
destra il volto argenteo della luna. alle estremità due in seguito sia stata acquisita dagli ambienti secolari. 2)

2 – roma, oratorio di san silvestro ai quattro coronati – giudizio finale (1247 circa)
(foto Claudia Conforti)

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Prima di affrontare i soffitti lignei, alveolati da cas- pavimento».11) quest’ultima definizione tuttavia guar-
settoni o lacunari all’antica, diffusi nei palazzi romani da al palco come al sostegno dell’estradosso, ovvero
a partire dalla seconda metà del Xv secolo, oggetto del pavimento, mentre quello che interessa in questa
del nostro studio, è d’obbligo fornire alcuni ragguagli sede è l’intradosso del palco, ovvero il soffitto, che
tecnici e tipologici.3) con il termine soffitto si indica funge da cielo del vano architettonico.
generalmente l’intradosso di un solaio ordito in analogie e differenza di significati tra cielo e palco
legno. il francese ha due vocaboli diversi: plancher per sono precisate da sebastiano serlio, che nel capitolo
indicare il soffitto strutturale e plafond per l’intrados- De i cieli piani di legname, & degli ornamenti suoi, ram-
so.4) la distinzione è presente, con sfumature legger- menta che a roma e a firenze i soffitti sono chiamati
mente diverse, anche nel De Re Aedificatoria (1485) di palchi, a Bologna e in romagna si dicono ‘tasselli’, a
leon Battista alberti, che denomina significativamen- venezia e dintorni ‘travamenti’ ovvero ‘soffittadi’.12)
te caelum, ovvero soffitto, l’intradosso e pavimentum o ma sono specificamente gli architetti, lo sottolinea
tectura, cioè pavimento o impiantito, la parte su cui si inequivocabilmente filippo Baldinucci, che con il
cammina al piano superiore.5) sostantivo ‘cielo’ intendono non la generica copertura
nel rinascimento, e ancora nel seicento, come di un ambiente, che potrebbe essere anche voltata o
indicato nel Vocabolario (1681) di filippo Baldinucci cupolata: ma proprio il soffitto piano a tessitura
(1625–1696), ‘cielo’ è sinonimo di soffitto ligneo.6) se lignea nelle sue molteplici declinazioni.13)
nell’età del barocco la parola ‘cielo’ indicherà corren- solo con il montaggio del “cielo”, ovvero con la
temente la copertura lignea del baldacchino (1624– sistemazione dell’intradosso della copertura, un am-
1633) che giovan lorenzo Bernini — con francesco biente architettonico può dirsi finito. il “cielo”, oltre a
Borromini — ha innalzato nella Basilica vaticana, nel concorrere al progetto unitario di decoro, può essere
Xv secolo si erano già assicurati l’eterea definizione i strumento simbolico e narrativo, corredato da segni e
soffitti fulgenti d’oro e di lapislazzulo delle sale dei figure, forgiato da molteplici materiali e da tecniche
palazzi che prelati, mercanti e signori andavano edifi- artistiche sofisticate e diverse. negli appartamenti del
cando nelle città della penisola.7) lo attesta, tra gli piano nobile i soffitti contrassegnano la progressione
altri, antonio averlino il filarete quando, alla fine del cerimoniale degli ambienti, facendosi più ricchi man
suo trattato, celebra i cieli delle residenze medicee a mano che ci si avvicina alla stanza dell’udienza. quan-
firenze e a milano: to l’introduzione dei cieli decorati all’antica sia funzio-
«(…) la sala ornatissima, con uno palco che la soffitta tanto nale, in accordo con il pavimento in cui si rispecchia,
maraviglioso con oro e azurro fine e altri varii colori, che a alla creazione di uno figurativamente organico e unita-
vedere pare cosa stupenda; sanza che, altre dipinture rio si evince per esempio dalla descrizione di filarete
degnissime ci sono, da ottimi maestri fatte; (…) [il palazzo dello studiolo di Piero di cosimo a Palazzo medici a
di milano è] ornato d’uno bello cielo, il quale è nella forma firenze:
fatto che è quello del palazzo di firenze a quadri intagliati a «(…) è così il suo studietto: ornatissimo il pavimento, e così
modo antico, lavorati con oro e azzurro fine in modo che dà il cielo, di vetriamenti fatti a figure degnissime, in modo
grandissima ammirazione ai riguardanti».8) che a chi v’entra dà grandissima ammirazione. el maestro
analoga ammirazione per i cieli lignei giustifica di questi invetriamenti si fu luca della robbia, così per
l’entusiasmo di papa Pio ii Piccolomini per i soffitti nome si chiama, il quale è dignissimo maestro di questi
del palazzo che ha commissionato a Bernardo rossel- invetriati (…)».14)
lino nel cuore della nativa corsignano, denominata il soffitto di legno, nella sua forma elementare, è
Pienza in suo onore: un ordito geometrico di tronchi che, opportunamen-
«(…) dovunque si ammirano i soffitti, le travi di abete, pro- te lavorati, costituiscono le travi maestre, lunghe non
porzionate per grandezza con tutto l’edificio e degne della meno della larghezza, ossia del lato più breve, del
sua bellezza. le assi e le travi, sia per la loro misura, ma vano da coprire. incastrate nella sommità dei muri
anche per i dipinti e le lamine d’oro, danno un meraviglioso d’ambito, esse sostengono travicelli di dimensioni
splendore al soffitto».9) minori, disposti ortogonalmente, sui quali sono fissa-
i soffitti dunque risplendono come cieli stellati alla te tavole di legno, che costituiscono l’assito, detto
luce dei lumi e delle torce, che riverbera sugli ori di anche tavolato. quando il giunto delle tavole, che
rivestimento. nel Palazzo Piccolomini uno dei soffitti tecnicamente si denomina “convento”, è dissimulato
esibisce uno schema a travi ortogonali intersecate, da listelli lignei detti regoli (o staggette), il solaio si
analogo a quello suggerito da serlio, per ovviare a definisce “a regolo per convento”. questo tipo di
travi di insufficiente lunghezza.10) solaio, a doppia orditura portante di travi e travicelli,
nei documenti contabili e nelle fonti delle fabbri- con assito e regoli coprigiunto, esibisce un intradosso
che di area toscoromana la copertura, se lignea, è a piccoli riquadri, talvolta dipinti, anche a stampi-
indicata correntemente anche con la parola “palco”: gliatura, che prelude embrionalmente alla struttura a
l’uso è certificato, tra gli altri, da giorgio vasari in classici lacunari, quale si dispiegherà nell’età dell’u-
entrambe le edizioni (1550 e 1568) delle Vite degli manesimo.15)
artisti e ribadita nel secentesco Vocabolario della cru- variante intermedia tra il soffitto a regolo di con-
sca, che definisce il palco un sistema «di legnami lavo- vento e quello a lacunari si ha quando le travi, gene-
rati, commessi e confitti insieme per sostegno del ralmente di abete, sono ordite ortogonalmente, così

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3 – tivoli, villa d’este – giovanni da tivoli, leandro romano e Battista veneziano:
soffitto ligneo a cassettoni della camera da letto del cardinale iPPolito (1569)
(foto Archivio del Bollettino d’Arte)

da formare grandi quadrati, il cui fondo è scandito da le specie legnose impiegate nei soffitti sono: abete,
travetti connessi da tavole dipinte con regoli copri- larice e castagno per l’ordito strutturale; quercia e
giunto. un esempio quattrocentesco, attribuito a Bac- castagno per i tavolati; albuccio, tiglio, cipresso per le
cio Pontelli e giovannino de’ dolci, copre la tribuna parti decorative più minute. l’ornamento si declina
ottagona dell’ospedale romano di santo spirito; variamente: opera di intaglio nelle partizioni lignee,
intorno al 1566–1568, nanni di Baccio Bigio allestisce che spesso sono foderate con legni più teneri rispetto
un analogo soffitto per il salone del commendatore all’abete, al larice o al castagno; tarsie figurate di
nel contiguo Palazzo santo spirito; una declinazione bosso e di noce, spesso tinti; cornici semplici o com-
particolarmente sontuosa è allestita, nel 1569, nella posite di albuccio; rilievi iconici o figurati in cartape-
camera da letto del cardinale ippolito a villa d’este a sta, in tiglio, in bosso e in stucco: essi possono essere
tivoli ad opera di giovanni da tivoli, leandro roma- affissi sui tavolati o venire dipinti sulle tavolette del-
nesco e Battista veneziano (fig. 3). nel seicento analo- l’assito e sulle fodere lignee che rivestono i legni d’or-
ghi sistemi sono impiegati nei soffitti del salone a dito, su carte incollate ai legni oppure su tele interclu-
Palazzo respampani e nel salone giallorosso di Palaz- se all’ordito. la finitura conclusiva, che utilizza
zo chigi ad ariccia, su intervento di giovan lorenzo d’abitudine le opere provvisionali prima dello smon-
Bernini e carlo fontana. taggio, è la più preziosa: essa consiste nel rivestimento

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delle parti rilevate con sottili pellicole dorate oppure
con stesure auree, nella pittura dei campi di fondo e
intermedi con prezioso blu d’oltremare e rosso,
quest’ultimo colore è assai meno pregiato dei due pre-
cedenti. in alcuni casi le dorature sono aggiunte in
tempi successivi al completamento del soffitto.
tutti le parti di legno del soffitto si prestano come
supporti di figurazioni pittoriche o plastiche, scelte
dalla committenza in funzione dell’ambiente che
coprono, come si evince da alcuni stupefacenti esem-
plari medievali, tra cui brilla quello della sala magna
del Palazzo chiaramonte, detto lo steri (1377–1380)
a Palermo, impreziosito dalle pitture del miniatore
giovanni di valladolid.16) qualora le travi principali
siano molto fitte e ravvicinate, per meglio ripartire il
carico, possono venire appoggiate su un corrente con-
tinuo, detto trave di bordo o perimetrale, incastrato
orizzontalmente nella parete. tali travi, a sezione qua-
drangolare, talvolta fuoriescono dal muro con due

4e5 –Bagnaia (viterBo), casino del cardinale alessandro


Peretti montalto – cavalier d’arPino: soffitto
della sala grande (1612, assieme e Particolare)
(foto Paola Cesaroni)

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facce ortogonali a vista, che si prestano a essere figurato si sviluppa in lunghezza, con sequenze ina-
entrambe decorate. lo si apprezza pienamente, per nellate di personaggi figurati e allegorici, di putti,
esempio, nelle Salle des armes e Salle des héros romains, erotini, creature marine; o con una serie di vedute
rispettivamente al piano terra e al piano nobile del reali e immaginarie: porti, montagne, valli, boschi e
castello di écouen, a nord di Parigi, edificato per il fiumi, spesso incorniciate come quadri e alternate a
potente connestabile di enrico ii di valois anne de figure allegoriche.21) il fregio istituisce una stringente
montmorency intorno alla metà del Xvi secolo.17) biunivocità con il soffitto ligneo, attestandosi come
i soffitti lignei sono strutture architettoniche elasti- raffinata sutura figurativa tra superfici murarie verti-
che che, sollecitate prevalentemente a flessione, nel cali e superfici lignee orizzontali.
tempo si deformano, anche vistosamente, sotto il loro a differenza delle volte e delle cupole, che sono
stesso peso. È quanto si verificò allo strabiliante sof- strutture murarie spingenti, i soffitti lignei non gene-
fitto allestito nel 1612 da giuseppe cesari detto il rano spinte orizzontali nelle pareti di contenimento,
cavalier d’arpino per il casino del cardinale alessan- semplificando e irrobustendo in tal modo la costru-
dro Peretti montalto a Bagnaia (figg. 4 e 5), di cui si zione. tuttavia, diversamente dalle coperture mura-
dirà più estesamente, che appena completato richiese rie voltate, il soffitto di legno impone una drastica
un intervento di consolidamento d’emergenza, poi- discontinuità costruttiva con i muri d’ambito su cui
ché le travi si incurvavano sotto il peso delle figure di poggia. da essi si differenzia in primo luogo per il
stucco.18) materiale: il legno, che è organico, mentre la pietra,
qualora le travi principali non siano sufficiente- sia naturale che artificiale, è inorganica; poi per la
mente lunghe da assicurare un incastro soddisfacente natura del cantiere: cantiere a secco per i soffitti
nei muri d’ambito, si ricorre a mensole (lapidee o lignei, cantiere umido per i muri e i pavimenti. inol-
lignee) aggettanti dalle pareti, spesso intagliate con tre i soffitti sono orditi da pezzi di legno predefiniti,
figure, emblemi araldici, volute fogliate, non rara- che si aggregano secondo moduli geometrici stabiliti;
mente vivacizzate da tocchi di colore. tali mensole pertanto i componenti elementari sono predisposti
lignee o lapidee sono frequentemente adottate, anche fuori opera e assemblati a piè d’opera, per essere poi
indipendentemente dalla lunghezza delle travi, in montati a secco con incastri, cavicchi, chiodi e colle.22)
funzione di un appoggio che rafforzi il vincolo dell’in- Pareti e pavimenti, apparecchiati in pietra, in lateri-
castro nel muro. l’uso di mensole di pietra, atte a zio e in ceramica invetriata, sono invece assemblati
sostenere le estremità delle travi, fornendo sussidio direttamente in opera con malte e cementi, leganti
all’incastro, è antichissimo e perdura largamente in avidi di acqua.
epoca rinascimentale, come dimostra il consiglio di la messa in opera dei soffitti lignei è condizionata
alberti che lo raccomanda soprattutto per scongiurare dall’ingombro delle capriate e delle travi maestre:
il rischio di incendi.19) sussistono innumerevoli soffitti difficili da trovare, spesso procacciate in foreste
dotati di tali sostegni sussidiari a mensola: essi sono remote, come accade per i tronchi di larice delle travi
ricorrenti nelle dimore baronali del Patrimonio di san di Palazzo farnese, tagliati nei boschi della carnia e
Pietro. tra gli esempi si annoverano il grandioso inviati a roma con l’ufficio di tale Bertrando lusan-
Palazzo orsini odescalchi di Bracciano e il solenne, na, gentiluomo di udine.23) Per i soffitti di Palazzo
anche se ammalorato, salone riario dell’episcopio di madama il legno di abete fu richiesto, senza esito,
ostia. anche a roma essi sono frequenti; si ricordano all’arsenale di Pisa, e infine fu approvvigionato dal-
alcuni soffitti dei palazzi venezia, altemps, dei Peni- l’opera del duomo di firenze, proprietaria delle
tenzieri, della rovere ai santi apostoli, della valle, foreste del casentino da cui fu tratto.24) ardue da tra-
cancelleria, cardelli oggi firenze, e molti altri. sportare, esclusivamente per via d’acqua; onerose da
le mensole di supporto, aggettando dal profilo movimentare in cantiere, le grandi travi esigono
superiore delle pareti, denunciano lo iato costruttivo poderose macchine di sollevamento, canapi robusti e
tra strutture murarie verticali e coperture lignee oriz- carpentieri esperti e capaci come marinai di lungo
zontali e interloquiscono vigorosamente con il sistema corso. l’assetto a cassettoni, se in talune circostanze
decorativo della sala. la continuità muraria e l’omo- ovvia ai disagi connessi alle dimensioni delle travi
geneità dell’involucro spaziale, prerogative della maestre, esige sofisticate opere di finitura che impli-
venustas architettonica secondo l’enunciato di alberti, cano ebanisti abilissimi, pittori, modellisti e doratori
in questa parte della fabbrica vengono meno, ma, di vaglia: artisti versatili, capaci di lavorare con inde-
come vedremo, proprio tale frattura è all’origine di rogabile esattezza su precarie impalcature aeree e in
una delle più doviziose suture ornamentali dello spa- condizioni di luce difficili.
zio architettonico. il profilo superiore dei muri, che la moltiplicazione dei cieli nei palazzi e nelle chie-
assume un andamento dentellato e discontinuo, divie- se è all’origine di un gioco multiplo di specchi, che
ne pretesto di accorgimenti decorativi che, finalizzati attraversa i secoli e congiunge luoghi reali e luoghi
a ricomporre la filante unità del margine conclusivo, immaginari. i soffitti a lacunari che dall’architettura
sono denominati fregi: lì pittura, graffito e più rara- costruita transitano nelle rappresentazioni artistiche,
mente stucco, legno e cartapesta, dispiegano narra- a loro volta sono ricalcati su quelli marmorei e di stuc-
zioni mitologiche, paesaggistiche, bibliche e celebrati- co, apprezzabili nei superstiti monumenti romani, a
ve, di stupefacente varietà e invenzione.20) il fregio cominciare dall’intradosso degli archi di trionfo e

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delle basiliche imperiali. la passione antiquaria di no, Jacopo Barozzi da vignola, giorgio vasari, taddeo
umanisti, di principi e di artisti si rivolge con curiosità e federico zuccari, Prospero fontana, orazio samma-
ai frammenti marmorei dei lacunari disseminati nel chini, daniele da volterra, cavalier d’arpino, dome-
suolo romano, da dove vengono estratti, per essere nichino, lanfranco, carlo cesi, mattia Preti e molti
misurati, disegnati, e infine incassati nelle pareti dei altri. l’apporto di artisti è determinante per la variata
cortili e nelle recinzioni murarie dei giardini, come eloquenza formale dei soffitti lignei, che assumono via
reliquie di un mondo a cui si appartiene.25) le sale, i via articolazioni geometriche e figurazioni complesse
portici e le logge, che nei dipinti fanno da scenario a e polimateriche, commentate da preminenti opzioni
storie ispirate alle sacre scritture o alla mitologia, sono descrittive, che mettono in ombra la tettonica struttu-
immancabilmente contrassegnati da cieli cassettonati, rale. sta di fatto che la costruzione dei soffitti lignei
più o meno opulenti e sfarzosi, che ci restituiscono un vede uno sdoppiamento operativo: da una parte il
formidabile repertorio formale, condiviso da artisti e progetto, redatto da un artista e prefigurato da dise-
artigiani di diversa formazione ed estrazione.26) gni e da modelli (in legno, stucco o semplice cartone),
valga per tutti l’affresco dipinto (1477–1480 circa) dall’altra gli esecutori materiali, artigiani espertissimi
sulla parete nord della sala latina della Biblioteca del legno, capaci di imprimere tagliente vigore
vaticana, appena allestita, dove il pictor papalis meloz- espressivo alla materia bruta. talvolta interviene un
zo da forlì fissa il gesto del pontefice sisto iv che, cir- terzo, autorevole soggetto chiamato a valutare la qua-
condato dai cardinali nipoti, consegna le chiavi della lità dell’opera finita e la sua aderenza al progetto. È
biblioteca all’umanista Bartolomeo sacchi detto il Plà- stato di recente pubblicato il contratto per il soffitto
tina, prefetto della biblioteca.27) l’architettura, tratteg- della sala delle armi del palazzo di Pier donato cesi
giata in prospettiva dal basso, è antica e solenne: (oggi camuccini) a cantalupo nella bassa sabina.33)
albertiane colonne quadrangole sostengono ariose commissionato nel 1572 ai maestri intagliatori
arcate, sulle quali sfavilla uno sfarzoso soffitto ligneo a costantino costantini di Piediluco e al francese stefa-
lacunari, che dilaga nelle sale di scorcio sul fondo.28) no Possenti, il soffitto fu presumibilmente progettato
a causa della vastità dell’argomento e della relativa dall’architetto giovan domenico Bianchi, che compa-
scarsità di studi, i limiti di questo scritto sono ragio- re tra i testimoni del contratto, nel quale si nomina il
nevolmente arbitrari, al pari degli esempi scelti. celebre scultore guglielmo della Porta quale perito
manca infatti l’inventario, anche solo meramente tas- della valutazione dell’opera finita.
sonomico, dei soffitti cassettonati dei palazzi romani; la progettazione dei soffitti lignei si avvaleva solita-
gli studi sono rari e rapsodici, in genere conseguenti mente dell’uso di modelli.34) gli esempi sono innume-
a restauri (come per Palazzo farnese, per gli apparta- revoli, a cominciare dal soffitto per il salone dei cin-
menti papali di castel sant’angelo a roma, per quecento di giorgio vasari in Palazzo vecchio (dal
Palazzo corcos Boncompagni e così via).29) inoltre 1563) il cui modello, conservato in casa dell’architet-
sono generalmente ignorate le condizioni economi- to, fu realizzato dal legnaiolo Battista Botticelli, fedele
che, i dispositivi commerciali e di trasporto connessi collaboratore dell’aretino, che eseguì anche il palco
alla costruzione dei soffitti a cassettoni in legno, ben- monumentale.35)
ché essi costituiscano un importantissimo elemento altri se ne rammentano qui per la particolare ori-
della cultura antiquaria rinascimentale, introiettato ginalità delle condizioni di contorno, anche se riferiti
in ambito domestico.30) a spazi religiosi e non a palazzi, tema precipuo del
Per la relativa abbondanza della materia prima, il nostro scritto. il soffitto a lacunari (1641) dell’ospe-
legno, ma soprattutto per la lavorabilità e la manegge- dale annesso alla chiesa romana di santa maria
volezza dei componenti, per la sperimentata efficacia dell’orto fu progettato dal mastro costruttore ticinese
nel coprire luci anche molto grandi, per la coibenza giacomo mola: solo una metà del disegno di proget-
sonora e termica, i soffitti lignei furono ampiamente to (tagliato longitudinalmente) fu allegata all’atto
impiegati senza soluzione di continuità fin dall’anti- notarile, con il quale si è conservata. l’altra metà,
chità.31) la fabbricazione (ma non necessariamente il consegnata al legnaiolo incaricato dell’esecuzione,
progetto) dei soffitti lignei fu a lungo prerogativa di tale simone rosciano, è andata perduta.36) in circo-
legnaioli (magistri legnaminis) e di carpentieri, mestieri stanze analoghe fu ugualmente dimezzato il modello
nei quali si formarono famosi architetti dell’età moder- ligneo policromo (93 × 39 × 10 cm) con inserti di
na. Bastino i nomi dei da maiano, dei sangallo, dei carta dipinta, del soffitto per la Basilica di san cle-
Baglioni, dei del Pollaiolo, dei del tasso: famose dina- mente a roma, eseguito nel 1715 su disegno di carlo
stie di legnaioli, dalle quali sono usciti molti protago- stefano fontana, che ne pagò ben 15 scudi, oggi con-
nisti dell’architettura tosco–romana tra quattrocento e servato al museo di roma (fig. 6).37) anche in questo
cinquecento.32) caso gli esecutori materiali, probabilmente destinata-
ai legnaioli o maestri di legnami veri e propri si ri della porzione perduta, furono falegnami (carlo
affiancano nel rinascimento artisti di formazione antonio ravasi e giuseppe ercolani), intagliatori
diversa: pittori, prospettici, architetti, scultori. i nomi (antonio matricardi) e doratori (domenico Barigione
sono celebri: francesco di giorgio, Bernardino Pintu- e simone guidoni).
ricchio, Baldassarre Peruzzi, gerolamo genga, raf- i soffitti all’antica delle sale rinascimentali risplen-
faello, Perin del vaga, sebastiano serlio, giulio roma- dono di ori e di colori, proprio come il cielo trapunto

314
di astri lucenti e, come il cielo allo scoccare del giudi-
zio finale, anch’essi si mostrano, in circostanze meno
fatali, amovibili. ma, a differenza dell’archetipo cosmi-
co, i cieli che coprono i vani architettonici una volta
smontati, possono essere traslati, rimontati altrove o
andare dispersi: come è accaduto a numerosi soffitti
dismessi per riammodernamenti o demolizioni radica-
li, come quelle conseguenti alla costruzione del vitto-
riano; al taglio di corso vittorio emanuele e al trionfa-
lismo archeologico del fascismo, che atterrò intere
parti degli storici rioni romani. si ricorda, tra i tanti, il
soffitto di santa maria in macello martyrum, presso il
foro di nerva che, demolita la chiesa negli anni trenta
per il tracciamento di via dell’impero, si conosce solo
in fotografia.38)
non si contano (e spesso se ne ignora il destino) i
soffitti lignei cassettonati prelevati dall’edificio di ori-
gine e riallestiti altrove, in ambienti anche diversissi-
mi per destinazione e uso, spesso decontestualizzati e
musealizzati.39) nella sala dei capitani del Palazzo dei
conservatori in campidoglio, per esempio, è docu-
mentato nel 1928 il ricollocamento di un soffitto di
Palazzo mattei Paganica inserito in sostituzione di
quello originale (1573–1574) che, realizzato in albuc-
cio e tiglio dal celebre “gallus faber lignarius” ovvero
l’ebanista flaminio Boulanger (attivo tra il 1552 e il
1584), andò distrutto in un incendio.40) nell’oratorio
di santa caterina della rota a roma sul finire del
XiX secolo fu rimontato e opportunamente integrato
nell’araldica, il soffitto ligneo proveniente dalla chiesa
cinquecentesca di san francesco d’assisi inglobata
nell’ospizio dei cento Preti, presso ponte sisto,
demolito per la costruzione (1876–1901) dei mura-
glioni del tevere.41) il cassettonato a lacunari policro-
mi e dorati esibisce ancora oggi gli stemmi del cardi-
nale felice Peretti, futuro papa sisto v, che lo
commissionò tra il 1570 e il 1585.
le migrazioni di soffitti, non diversamente da cami-
ni, da pavimenti, da porte e da soprapporte, si verifi-
cano anche all’interno del palazzo, come accadde a
Palazzo madama. la residenza, prossima a piazza
navona, di origine quattrocentesca, dall’inizio del
Xvi secolo fu in possesso dei medici. a metà del sei-
cento, su progetto di Paolo maruscelli, i granduchi
fiorentini la ampliarono per adeguarla al rango del
cardinale di famiglia carlo de’ medici. in queste cir-
costanze il palazzo fu dotato della sala alta due piani,
prevista inizialmente «in palco e non in volta».42) le
sale minori furono arricchite «di solari e fregi», questi
ultimi in parte riferiti da elena fumagalli al pittore
giovan Battista magno, detto il modanino dalla città
d’origine, già attivo nella galleria della meridiana a
Palazzo spada che, in coppia con il doratore gasparo
fumagallo, avrebbe operato tra il 1638 e il 1642,
secondo quanto si evince dai pagamenti.43) il sontuoso 6 –
roma, museo di roma (mr 44083)
soffitto ligneo cinquecentesco di uno di questi carlo stefano fontana:
ambienti, destinato a camera da letto estiva del cardi- modello ligneo del soffitto di san clemente (1705)
nale, nei lavori di riadattamento del palazzo a sede (93×39×10 cm)
del senato italiano venne smontato per essere rialle- (foto Museo, Archivio Iconografico)
stito (con modifiche), congiuntamente al suo fregio, a

315
7 – roma, Palazzo madama – soffitto cinquecentesco di una delle camere da letto estive
Il soffitto è stato smontato e riallestito nella scala detta di San Luigi
durante lavori di riadattamento del palazzo come sede del Senato Italiano.
(da e. fumagalli, Palazzo Madama, roma 2005, p. 101)

copertura della scala detta di san luigi (fig. 7).44) il Xii, restaurato e integrato da due fasce di lacunari
soffitto rettangolare è databile tra il cardinalato di per adattarlo alla dimensione dell’ambiente (fig. 8);
ferdinando de’ medici e il riconoscimento del titolo accanto, nell’ufficio del cardinale prefetto del supre-
granducale (1569). esso è scompartito in nove campi, mo tribunale della segnatura apostolica è un soffitto
tra i quali domina, per dimensioni e ornato, il lacuna- del tempo di Paolo iv carafa (1555–1559), prove-
re centrale rettangolare, dove sfolgora l’oro dello niente dal quartiere della guardia nobile del vatica-
scudo medici, sovrastato dalla corona ducale e dal no, rimontato durante i già ricordati lavori novecen-
galero cardinalizio, sorretti da due putti. tutt’intorno teschi che sono seguiti al disastroso incendio del
è una serrata sequenza di panoplie militari, mentre 1940.46)
sugli angoli spiccano i gigli fiorentini. gli spartiti nei più importanti edifici costruiti nelle città italia-
minori rettangolari allungati mostrano battaglie mari- ne all’alba del rinascimento i soffitti a lacunari spode-
ne di tritoni e sirene e girali classici con putti e gigli. stano, in apparenza subitaneamente, i tradizionali
il fondo turchino e le estese dorature degli intagli orditi a regolo per convento, avocando solennità e
figurati datano ai lavori di aggiornamento del palazzo fasto classici anche alla vita privata e domestica. l’an-
e sono saldati nel 1638.45) tico non è qui strumentale a un disegno politico o alla
in una delle sale del secondo piano della cancelle- legittimazione di poteri controversi, né è riducibile a
ria è un cassettonato dorato e dipinto con scene figu- trastullo di artisti e di antiquari, né a ideale istanza
rate, qui trasferito dai depositi del vaticano sotto Pio etica di umanisti. la pervasiva diffusione dei soffitti a

316
lacunari attesta l’intima adesione ai modelli dell’anti-
chità greco–romana, che si è inscritta profondamente
nel gusto e nella moda delle classi emergenti delle
città italiane, siano mercanti, banchieri, nobili di
spada, di toga o di curia. i soffitti all’antica si afferma-
no trionfalmente nel medesimo torno di anni a firen-
ze e a roma, come a venezia, trento, Bologna, ferra-
ra, mantova, sabbioneta, genova, urbino, gubbio,
orvieto, napoli, messina, Palermo, e l’elenco potreb-
be proseguire con le città d’europa, fino alle regioni
più orientali, come la Boemia.47)
l’autonomia formale e la modularità declinabile dei
cassettoni consentono soluzioni plurime: disegni a sem-
plice scacchiera; composizioni a lacunari esagonali o
ottagonali a struttura alveolare, di profondità variabile:
tutte queste aggregazioni permettono crescite illimitate.
adottando i cassettoni poligonali, molto diffusi e
ispirati a quelli cementizi della Basilica di massenzio, si
possono raggiungere risultati stupefacenti, come quelli
degli straordinari, quanto poco noti, soffitti delle sale
di Psiche e delle virtù nel Palazzo silvestri (poi silve-
stri–rivaldi), al colle oppio, commissionati da eurialo
silvestri, maestro di camera di Paolo iii farnese, la cui
celebrazione è affidata alla profusione di gigli connessi
allo scorpione, stemma del silvestri, che decorano i cas-
settoni (fig. 9 a–b).48) in particolare la sala di Psiche tra-
scrive nell’intaglio ligneo l’aggregazione di lacunari a
ottagoni, esagoni e croci che configura i mosaici della
volta del mausoleo di santa costanza, replicata diffusa-
mente e ripetutamente esperita da serlio, come meglio

8 – roma, Palazzo della cancelleria


soffitto cassettonato con scene figurate
Montato nel 1940, proveniente dai depositi del Vaticano, è stato integra-
to da due fasce di lacunari per adattarlo alla dimensione dell’ambiente.
(da a. scHiavo, Il palazzo della Cancelleria, roma 1964, fig. 136)

a
9 a–b – roma, Palazzo silvestri rivaldi
soffitto della caPPella (1445–1449, assieme e Particolare)
(foto Archivio del Bollettino d’Arte) b

317
10 – ROMA, MAUSOLEO DI SANTA COSTANZA – SOFFITTO DEL PERIBOLO
(foto Lorenzo Ciccarelli)

11 12

318
sistemi decorativi debitori dei repertori classici e delle
grottesche.
la pervasiva diffusione dei soffitti all’antica è tale
da suscitare già nel Xv secolo la censura di leon Bat-
tista alberti che, in nome dell’etica delle gerarchie
ideali e della convenienza sociale, ammonisce i privati
cittadini a non gareggiare con il fasto degli edifici
pubblici, evitando nelle loro abitazioni finiture son-
tuose, quali battenti di bronzo o d’avorio (evidente-
mente in uso!), ma anche «soffitti a riquadri incrostati
con abbondanza d’ori e cristalli lucenti».50) tuttavia
l’ammirazione dell’umanista per la bellezza di quegli
apparati ne tempera le riserve morali, ed egli non
può astenersi dal lodare la perizia degli artefici anti-
chi, che nei soffitti hanno sperimentato:
«tutte le tecniche decorative (…) in rame, vetro e oro e raffi-
natamente adorne di cassettoni dorati, di lamine d’oro di
corone e fiori intagliati, di statue».51)
si deve a sebastiano serlio la ricapitolazione delle
figurazioni dei soffitti lignei e le più articolate rifles-
sioni su vantaggi e limiti di tali coperture. nel capito-
lo del suo trattato rivolto ai soffitti, il bolognese illu-
stra schemi geometrici semplici e compositi: trame
ortogonali, mistilinee, labirintiche e così via (fig.
11).52) il repertorio di serlio attinge, per esplicita
ammissione dell’autore, a fonti molto eterogenee,
13 accomunate dall’essere tutte antiche: coperture, sia

si dirà (fig. 10).49) gli schemi aggregativi si arricchisco-


no rapidamente, associando agli alveoli poligonali
campi piani con dimensioni e geometrie variate, le cui
disposizioni spesso rispondono alla preminenza delle
insegne araldiche, degli emblemi religiosi e di figure a
rilievo. si esplorano varianti geometriche funzionali a
schemi centripeti, il cui baricentro segna il fuoco per-
cettivo del cielo, enfatizzato da sfondati prospettici, da

11 – seBastiano serlio: de camini Per sale, e camere al


costume d’italia
(da Libro Settimo d’Architettura di Sebastiano Serglio (sic) Bolo-
gnese, ex officina typographica andreae Wecheli, francfort–
sur–le–main 1575, p. 73)

12 – castello di écouen – seBastiano serlio e atelier


de faïence français: Pavimento in maiolica
Realizzato tra il 1545 e il 1549 per il Castello di Polisy, per
François II de Dinteville, vescovo di Auxerre, smontato e ora
rimontato nel Musée National de la Renaissance a écouen
(510×374 cm).
(foto Claudia Conforti)

13 – roma, Palazzo della cancelleria – soffitto a lacunari


della sala del trono nell’aPPartamento cardinalizio
al Piano noBile
(da a. scHiavo, Il palazzo della Cancelleria, roma 1964, tav. XX)

14 – roma, Palazzo della cancelleria – soffitto a lacunari


dell’ufficio del cardinale cancelliere
(da scHiavo, Il palazzo della Cancelleria, cit., tav. XXX) 14

319
a

15 a–d – caPrarola (viterBo), Palazzo farnese – marco da cremona:


soffitto Per la camera del torrione
del cardinale alessandro farnese (1579)
(assieme e Particolari)

c (foto Beatrice Cesaroni)

320
piane che voltate, modellate in stucco o intagliate in lio raccomanda la monocromia e il chiaroscuro, due
pietra, rivestimenti musivi pavimentali e di coperture, fattori che potenziano l’efficacia iconica, evitando le
intonaci dipinti, che l’architetto ha conosciuto e misu- approssimazioni e le confusioni indotte dalla distan-
rato a roma e altrove.53) il disinvolto pragmatismo di za.59) il consiglio di serlio mostra ancora oggi la sua
serlio ha lasciato concreta traccia nel pavimento poli- efficacia nel monumentale soffitto monocromo della
cromo in maiolica realizzato (1545–1549) dal bolo- sala di ercole (dal 1549) in Palazzo farnese di Jacopo
gnese per il castello di Polisy, su incarico di françois Barozzi da vignola. non diversamente che in quello,
ii de dinteville, vescovo di auxerre (fig. 12), che repli- di dimensioni molto minori, realizzato (1579) da
ca il disegno della volta musiva del mausoleo di santa marco da cremona per la camera del torrione del
costanza e quello dei soffitti a cassettoni della sala di cardinale farnese a caprarola, con lacunari quadrati
annibale nel Palazzo dei conservatori in campido- agli angoli e al centro una croce di gerusalemme con
glio, della sala del trono e dell’ufficio del cardinale lo stemma cardinalizio (l’unico elemento dorato) e
cancelliere nella cancelleria (figg. 13 e 14), della sala alle estremità le imprese farnesiane (fig. 15 a–d).60)
del fondatore a Palazzo cesi. il successo di questo una alta cornice salda la parete al soffitto, l’eloquen-
motivo perdura, come dimostra il soffitto del duomo za plastica del quale appare tuttavia conculcata dalle
di volterra, progettato da francesco capriani, inta- dimensioni modeste della camera. lo schema geome-
gliato da Jacopo Paolini e messo in oro da fulvio trico di questo soffitto ricorda da vicino quello di un
tucci tra 1580 e il 1584.54) disegno (oggi in collezione privata inglese), attribuito
le fonti cui allude serlio sono presumibilmente le a federico zuccari, commissionato (1586) dal cardinal
medesime alle quali si rivolgeva alberti quando sug- alessandro farnese, per il soffitto della chiesa di san
geriva di scompartire il soffitto: lorenzo in damaso: i due progetti divergono natural-
«in ampi cerchi, di appropriate dimensioni, misti a disegni mente, oltre che per la dimensione, per l’iconografia
poligonali; e questi riquadri saranno limitati nelle loro delle campiture, legata a temi secolari in un caso e
membra per mezzo di modanature desunte da parti di cor- devozionali nell’altro.61)
nici: soprattutto gole rovesce, ovetti, bacche, festoni intrec-
ciati; i margini dei riquadri saranno coronati all’intorno da
ghirlande ingemmate aggettanti e tra i fiori si distingueran- geometria, differenza e riPetizione
no anche foglie d’acanto. le superfici interne saranno deco-
rate nel modo più elegante dall’ingegno dei pittori».55) abbiamo anticipato quanto sia strategico il fregio
gli stessi termini di riferimento si leggono nelle come tramite tra cielo e pareti, tra superficie orizzon-
trame dei disegni tracciati da giovan Battista monta- tale e verticale, tra distanza e percezione, tra disegno
no (1534–1621), famoso legnaiolo milanese vissuto a e plastica. autentica sutura tra il piano alveolato del
roma. la raccolta di disegni del montano sarà ogget- soffitto e le superfici lisce delle pareti esso, tramite
to di edizioni postume che, curate, tra gli altri dal suo mensoloni, piedritti, cariatidi, erme e telamoni dipin-
allievo giovan Battista soria (1581–1651), forniranno ti o a rilievo, ribadisce spesso la cadenza strutturale
un inesauribile repertorio decorativo alla cultura delle travi maestre o del modulo dei lacunari, fissando
romana del seicento.56) un’artificiosa, ma fondamentale continuità figurativa
serlio, che conosce bene la cultura artistica e le dell’involucro spaziale.
pratiche fabbrili dei centri del rinascimento, è consa- Per esempio a Palazzo massimo alle colonne (dal
pevole della difficoltà di apprezzare pienamente i 1532), capolavoro di Baldassarre Peruzzi, al quale ser-
decori dei soffitti delle grandi sale, a causa della loro lio è ampiamente debitore, come rammenta malizio-
altezza, che può essere vertiginosa (si pensi ai 18 samente vasari, la connessione fissata dal fregio tra
metri della sala d’ercole di Palazzo farnese o anche pareti e soffitto raggiunge apici formali raffinatissimi.
ai “soli” 8 metri di altre sale nello stesso palazzo). la sono sorprendenti le reiterate quanto dissimulate cor-
formazione come pittore e prospettico di serlio gli rezioni prospettiche, in forza delle quali il soffitto a
suggerisce di sfruttare proprio le potenzialità della cassettoni della sala grande al piano nobile è percepi-
prospettiva, capace di condizionare radicalmente la to come un rettangolo perfettamente regolare. in
percezione dello spazio, come dimostra la scenogra- realtà l’andamento curvilineo della facciata, su cui
fia.57) Pertanto in primo luogo egli suggerisce che sia affaccia la grande sala, determina un perimetro trape-
la distanza tra l’occhio dell’osservatore e il soffitto, zoidale, i cui lati paralleli misurano rispettivamente
tenuto conto delle condizioni di luce dell’ambiente, a 9,10 e 9,86 m e quelli obliqui 13,34 e 13,23 m (fig.
dettare dimensioni e ritmi dell’ornamento. i messag- 16). l’inganno dell’occhio è ordito sia da impercettibi-
gi simbolici e figurativi, di cui i soffitti sono latori, al li, ma strategiche, difformità metriche dei singoli cas-
pari delle altre superfici delle sale, esigono perizia settoni, sia dalla voluta complessità dell’ordito princi-
prospettica e accortezza iconica. le composizioni pale, conseguita con il raddoppio delle travi, di modo
generali devono essere leggibili dallo spettatore al che l’irregolarità della scacchiera sia inafferrabile al
primo sguardo, così da indurre l’occhio all’apprezza- primo sguardo. la configurazione geometrica finale è
mento successivo dei singoli motivi ornamentali, via declinata da lacunari quadrangolari di tre dimensioni
via più minuti e capricciosi.58) anche i colori svolgono (12 quadrati maggiori, 6 quadrati minori posti all’in-
un ruolo strategico nella decorazione del soffitto: ser- tersezione, 17 rettangoli), profondi circa 30 cm e con-

321
16 – roma, Palazzo massimo alle colonne – soffitto della sala grande (Particolare)
(foto Massimo Listri)

tornati da cornici incassate, accuratamente lavorate a significativo che anche la copertura del palcoscenico
stucco. all’intersezione delle coppie di travi si ritaglia del popolare globe theatre (1599) di William shake-
un quadrato di circa 65 cm di lato, profondo circa 10 speare a londra fosse dipinta a imitazione della volta
cm, contrassegnato sul fondo da un fiore classico. il celeste, in accordo con la dimensione cosmologica
lacunare detta la larghezza del campo minore del fre- evocata dal nome globe.63) la scelta del commedio-
gio. le travi binate si prolungano virtualmente nel fre- grafo riflette il prestigioso precedente del controsoffit-
gio tramite festoni vegetali in stucco, agganciati a pro- to del teatro nel Palazzo reale di greenwich: una
tomi leonine; negli angoli il fregio si arricchisce di grande tela sulla quale, nel 1527, Hans Holbein il gio-
erme in stucco, affiancate da festoni verticali. un’inci- vane con la collaborazione scientifica di nicholaus
sione della metà dell’ottocento di Paul–marie letaouil- Kratzer, cosmografo di enrico viii tudor, dipinse la
ly (fig. 17), che conferma una precedente sempre fran- volta celeste con i segni zodiacali.64)
cese del 1818, comprova il prolungamento iconico sulle in questa sede gli ambienti teatrali ci interessano
pareti del sistema strutturale del soffitto, tramite snelle solo in quanto laboratori di sperimentazione rappre-
paraste ioniche in stucco (o dipinte?) che ritmano le sentativa e spaziale, a cui attingono certamente le sale
superfici verticali in corrispondenza delle coppie di di rappresentanza dei palazzi, la cui integrità figurati-
festoni.62) le radici formali di questo involucro architet- va originaria è assai raramente sopravvissuta ai tempi
tonico, oggi obliterato, si ravvisano negli stucchi della e alle mode. oltre a ciò le sale da commedia condivi-
Domus Aurea neroniana. dono con quelle di rappresentanza dei palazzi lo spet-
le sale dei palazzi e delle ville nel rinascimento tro di arti e mestieri che collaborano al loro allesti-
sono generalmente rifigurate da involucri interni uni- mento. un esempio per tutti: la sala per La Talanta,
tari ed eloquenti, non diversamente da quanto si veri- una commedia di Pietro aretino messa in scena da
fica nelle sale da commedia, che si riformulano pro- vasari nel carnevale di venezia nel 1542, aveva il sof-
prio in questo stesso periodo. nell’ambito delle fitto in legno, composto da tavole dipinte con allego-
parentele tra scena teatrale e scena di corte è certo rie di virtù.65) È immediata l’associazione alle tavole

322
17 – roma, Palazzo massimo alle colonne – soffitto della sala grande
(da P.m. letarouilly, édifices de Rome moderne, Paris 1850, vol. iii, pl. 296)

323
18 – roma, Palazzo della valle – francesco salviati (?): soffitto della sala delle siBille
(rilievo mediante fotogrammetria digitale di Lorenzo Grieco)

del soffitto delle sibille che, assegnato all’ideazione di l’innovazione “modernamente antica” dei soffitti a
francesco salviati, amico e sodale di vasari, coprono lacunari si dispiega prevalentemente tramite il legno,
l’attuale anticamera del salone di Palazzo della valle a ma non mancano esempi in cui lo stucco si associa
roma (fig. 18). non è escluso che le quattro tavole pit- massicciamente al legno in funzione figurativa. tra
toriche siano copie di originali di cui rimangono solo questi, pochi raggiungono l’esito straniante e spetta-
due esemplari nel museo di cerreto guidi, prove- colare del soffitto del salone nel casino per il cardinal
nienti dalla donazione Bardini e un terzo rimontato camerlengo alessandro Peretti montalto a Bagnaia.
impropriamente nel museo Bardini di firenze. non è ideato intorno al 1612 da giuseppe cesari, il celebre
peregrino il rimando al teatro. in questo torno di cavalier d’arpino, esibisce grandi figure a stucco
tempo anche gli interni dei palazzi si rifigurano in modellate dallo stuccatore marcantonio Bazzichelli
funzione della rappresentazione di poteri signorili e (fig. 19); il fregio pittorico invece si deve ad agostino
curiali, che proprio in questa stagione storica perfe- tassi.66) quattro robuste travi suddividono il soffitto in
zionano cerimoniali progressivamente più complessi e cinque campi, ognuno dei quali è modellato da uno
pervasivi. i costumi delle grandi come delle piccole e sfondato prospettico centrale che, delimitato da una
piccolissime corti si formalizzano sempre più minuta- cornice quadrata, accoglie divinità femminili, e da
mente, teatralizzando i ruoli, le funzioni e i rapporti due ovali laterali con allegorie di virtù femminili. i
gerarchici e modellando gli spazi di conseguenza. dipinti, incorniciati come quadri da rilevati profili a
non è certo casuale il ricorrente uso della parola “tea- stucco, sono sorretti lateralmente da coppie di fan-
tro” che dal pieno cinquecento designa tutte i ciulli ad alto rilievo; ai lati del quadro centrale si slan-
momenti cruciali della vita sociale e i luoghi deputati ciano due figure femminili, ugualmente ad alto rilie-
della città. vo, che poggiano i piedi sulla trave “inferiore” e

324
19 – Bagnaia (viterBo), casino del cardinale alessandro Peretti montalto – cavalier d’arPino: soffitto della sala grande (1612)
(foto Claudia Conforti)

tendono in alto le braccia per sorreggere la trave con- vare termini di confronto. il monumentale soffitto,
tigua. la composizione è disposta come se si trattasse dove la partizione è scandita dalle travi trasversali e
di una superficie verticale, non di un piano orizzonta- dalle figure a stucco ad alto rilievo ad esse ortogonali,
le, costituita da cinque registri sovrapposti, cadenzati ebbe fin dall’inizio problemi statici: il peso degli stuc-
da cariatidi che con le braccia sostengono le travi. chi richiese infatti già nell’agosto del 1614 un inter-
siamo di fronte a un ribaltamento concettuale e, vento urgente di consolidamento della struttura
soprattutto, figurativo, che confonde lo spettatore. si lignea.69)
stenta a cogliere il senso dell’apparato plastico e pitto- i soffitti sorretti da travi a vista parallele al lato
rico e perfino a trovare il corretto punto di vista pro- corto dell’ambiente, analoghi a quello appena descrit-
spettico. lo straniamento è accresciuto dal fregio pit- to nel casino montalto, non sono rari e si prestano a
torico che, assegnato tutto ad agostino tassi (ad una disposizione ibrida, che associa pseudocassettoni
eccezione del leone «maggiore del naturale, che pas- rettangolari con partiture geometriche a cornici o
seggia con maestà sopra quella cornice», di mano del staggette, spesso decorate. un esempio particolar-
cavaliere stesso), segue una logica figurale e composi- mente raffinato copre la sala cosiddetta del “fregio
tiva disgiunta da quella del soffitto.67) logica che trova delle vittorie” in Palazzo della valle a roma (fig. 20).
il suo culmine di eccentrica meraviglia nella «stella tripartito da due travi fittamente e finemente inta-
grande mattematica con artificio ingegnoso» che, tra- gliate e dorate, il soffitto configura tre grandi campi
sparente allusione «alla stella dell’arme Peretti», crea rettangolari. all’interno dei quali opulente cornici
un chimerico effetto stereometrico in ciascun diedro modanate, dipinte e intagliate disegnano tre figure
sommitale della sala.68) anche questa è una stravagan- geometriche: nella partizione centrale, gerarchica-
za concettuale, che a nostra conoscenza, stenta a tro- mente preminente, sono due ottagoni congiunti a un

325
20 – roma, Palazzo della valle – soffitto della sala delle vittorie
(foto Lorenzo Grieco)

ovale centrale con l’araldica cardinalizia. nelle due soffitti a scacchiera delle sale dei fiumi (fig. 21) e della
campiture laterali le cornici perimetrano due cerchi calunnia, nella porzione antica della villa sforza poi
con un rettangolo centrale. al centro di tutte le figure della rovere detta imperiale a Pesaro (1529–1532) di
geometriche, ad eccezione dell’ovale con lo stemma, girolamo genga. nella prima la superficie del soffit-
sono affisse borchie bombate stellate e rilucenti di to, tutta in cartapesta, è ripartita da staggette bianche
oro. le superfici irregolari ritagliate tra le cornici punteggiate di ghiande d’oro, allusive alla quercia
hanno il fondo azzurro istoriato da racemi dorati. roveresca, in 672 riquadri (21 × 32), alternativamente
l’effetto compositivo è sorprendente per il contrasto rossi e azzurri, in omaggio alla divisa cromatica di
tra geometrie elementari e perentorie e ornati sinuo- famiglia. essi allogano alternativamente le iniziali in
si, lievi e guizzanti, debitori dei repertori fantastici oro dei duchi (fm– francesco maria e le– leonora),
delle grottesche.70) i loro emblemi e le loro imprese allegoriche. lo sche-
analogamente, in una delle sale del piano nobile ma si ripete nella sala della calunnia, dove le cornici
della cancelleria, il soffitto è anch’esso tripartito da bianche sono doppie e suddividono la superficie in
travi di bordo e centrali, finemente intagliate con can- 117 riquadri (9 × 13), ognuno dei quali ospita, nella
delabre fitomorfe; i tre campi, a loro volta, sono sud- consueta divisa cromatica di famiglia, emblemi dorati
divisi da specchiature rettangolari e quadrate il cui del duca.72)
decoro è la rosa canina e l’immancabile stemma del la cartapesta è mirabilmente utilizzata anche nello
cardinal raffaele riario (1461–1521).71) sfarzosissimo palco (1565) della navata della Basilica
non raramente i soffitti adottano come materiale di san giovanni in laterano, dove daniele da volter-
sussidiario la cartapesta, alla quale si ricorre per le ra modella in cartapesta dorata un vivacissimo fregio
figure tridimensionali e per gli ornati di dimensioni con putti intrecciati a serti vegetali e creature
cospicue, in sostituzione dello stucco o del legno, mostruose.73) la semplice carta dipinta concorre
troppo pesanti. tra gli esempi più raffinati dell’uso anche alla decorazione dei fondi dei 63 lacunari otta-
estensivo della cartapesta spiccano gli elegantissimi goni del soffitto (1490) dei Semidei, assegnata a Ber-

326
21 – Pesaro, villa sforza Poi della rovere detta imPeriale – soffitto della sala dei fiumi (1529–1532)
(da La Villa Imperiale di Pesaro, a cura di g. marcHini, milano 1968, tav. Xvii)

nardino di Betto, il Pinturicchio, per il cardinale ture fantastiche tratte dai bestiari medievali e rappre-
domenico della rovere in una sala del suo palazzo, sentate con l’acribia del miniatore.74) l’aggregazione
poi detto dei Penitenzieri, in Borgo (fig. 22). i fogli geometrica di ottagoni definisce campi romboidali
profilati a ottagono sono dipinti a imitazione del interposti, ricalcando lo schema delle volte a concre-
mosaico a tessere dorate, sulle quali si stagliano crea- zione della Basilica di massenzio.

327
22 – roma, Palazzo di domenico della rovere, Poi dei Penitenzieri
PinturiccHio: soffitto dei semidei (1490)
(da Pintoricchio il pittore dei Borgia. Il mistero svelato di Giulia Farnese,
catalogo della mostra a cura c. acidini, f. Buranelli, c. la malfa, c. strinati, roma 2017, fig. a p. 157)

nel quattrocento a roma nei palazzi papali vatica- gia dei Palazzi vaticani, riferito a Pinturicchio e ai suoi
ni, ma anche in quelli cardinalizi dei santi apostoli, aiuti, al servizio di alessandro vi Borgia dal dicembre
san marco o venezia, san Pietro in vincoli e riario 1492, pochi mesi dopo l’elezione al pontificato dello
(poi cancelleria) si affermano i soffitti a lacunari spagnolo. come è noto la conoscenza diretta che Pin-
all’antica.75) un magnifico pannello facente parte di turicchio ebbe degli scompartimenti all’antica è pro-
un lacunare, di 2 × 2 m, con le insegne di papa Paolo vata ancora oggi dalla sua firma graffita nella Domus
ii Barbo, frammento di un soffitto distrutto di Palazzo Aurea.77)
venezia, è oggi esposto nel museo dell’antico palazzo si affaccia sul cortile del Pappagallo, negli stessi
papale (fig. 23).76) Palazzi vaticani, il cubicolo, risalente probabilmente a
tra i primi esempi a roma di cieli artificiali all’anti- nicolò v, dotato di un raro esempio di soffitto ligneo
ca risplende quello a lacunari in stucco, e non in detto “a barca”, suddiviso da staggette dipinte in
legno, della sala delle sibille nell’appartamento Bor- campi quadrati, oggi ornati dalla quercia della rove-

328
re, e interrotti al centro da una cornice mistilinea, che
in origine serrava l’emblema papale Parentucelli, e
ora inquadra l’immagine di san Pietro. il piano oriz-
zontale di copertura, perimetrato da un listello verti-
cale di legno decorato da un nastro spiraliforme, è
raccordato alle pareti da una fascia lignea concava,
alta quattro moduli, da cui deriva la definizione “a
barca”.78)
in una manciata di decenni si affermano a roma (e
altrove) composizioni geometricamente variate e misti-
linee, con ornati sfaccettati e rutilanti, capaci di amal-
gamare arti maggiori e arti congeneri (arte lignaria,
plastica, ars tornandi, ecc.), carpenteria e ingegneria.
in origine si afferma la scacchiera semplice, quale
compare nella rigorosa articolazione del soffitto della
sala dei cento giorni, all’epoca denominata “Parco
maiori” nella cancelleria.79) il soffitto, impostato su 15
cassettoni (3 × 5), era in legno al naturale.80) eseguito
forse da tale maestro antonio saccone («falegname
per lj sofitattj a rilievo») o da un non meglio identifica-
to maestro nicolò, entrambi in cantiere tra il 1512 e il
1514, esso è contrappuntato ossessivamente dalla rosa
canina, emblema riario (fig. 24).81) il fiore spontaneo a
cinque petali spunta tra le foglie d’acanto delle cornici 23 – roma, Palazzo venezia
dei lacunari; il pannello di fondo è circonvoluto da Pannello di un soffitto (distrutto) con le insegne
girali terminanti in rose canine, legate da fascette che di Paolo ii BarBo (200×200 cm)
serrano le bacche allungate del fiore. i tavolati di (foto Lorenzo Grieco, Archivio Museo, 4067)

24 – roma, Palazzo della cancelleria – lacunare centrale del soffitto della sala dei cento giorni
in una fotografia scattata Prima dell’incendio del 1940 (Particolare)
(foto Liliana Benassi)

329
25 – roma, Palazzo della cancelleria – soffitto della sala dei cento giorni
(foto Liliana Benassi)

fondo dei cassettoni sono ornati da una rosa a doppia le, dove campeggia lo scudo araldico, condivide le
corona di petali: il cassettone centrale accoglie lo dimensioni degli altri cassettoni, non spiccando per
scudo del cardinale, coronato dalla croce diaconale e preminenza dimensionale82) (fig. 26).
dal galero con nappe. i lacunari sono delimitati da ancora un soffitto (ante 1523) a crescita indifferen-
travi decorate a doppia onda intrecciata e contrasse- ziata con l’araldica di giuliano de’ medici è nella sala
gnate all’intersezione da borchie circolari, intagliate adiacente la loggia di villa madama.
con la rosa, che orna anche le robuste mensole di una scacchiera a cinque ranghi per tre viene allesti-
sostegno, aggettanti alla sommità delle pareti (fig. 25). ta, probabilmente su progetto di antonio da sangallo,
una scacchiera a 35 lacunari (5 × 7) rettangolari di nella grande sala d’angolo del già citato Palazzo di
uguale dimensione e molto profondi, configura anche eurialo silvestri, il cui perimetro irregolare costringe
il soffitto della sala (16 × 9 metri) delle Prospettive a un recupero della superficie totale attraverso un ele-
nella villa di agostino chigi (1510 circa) detta più mento triangolare. al centro campeggia dipinto su
tardi farnesina. in occasione dell’ampliamento della tavole lo scorpione, stemma dei silvestri e i gigli far-
sala realizzato in un secondo tempo da Peruzzi, pro- nesiani con le insegne di protonotario apostolico,
gettista della villa, intorno al 1518, la scacchiera del ruolo svolto da eurialo, in attesa della nomina cardi-
soffitto venne adeguata alla nuova dimensione con nalizia, che non giungerà.83)
l’addizione di un rango di 5 lacunari e di due bande quasi contemporaneo al soffitto chigi alla farnesi-
lignee piatte, inserite a sutura delle testate brevi. il na è il cassettonato della sala del palazzo di andrea
risultato è sconcertante per più ragioni: in primo della valle, che ostenta invece una composizione geo-
luogo per la difformità metrica enfatizzata da quella metrica del tutto diversa. allestito dopo l’elevazione
decorativa. infatti l’assito inserito a sutura della testa- del committente a cardinale di santa Prisca (1517), il
ta occidentale è piccolo e istoriato a palmette; quello sontuoso cassettonato sperimenta una composizione
nella testata opposta è maggiore e decorato con varia- non ripetitiva e seriale.84) quattro moduli di dimen-
zioni grafiche geometriche. inoltre il lacunare centra- sione e di forma diverse si combinano nei nove casset-

330
26 – roma, villa cHigi alla lungara – Baldassarre Peruzzi: soffitto della sala delle ProsPettive
(assieme e Particolare)
(da La villa Farnesina a Roma, a cura di cH. l. frommel, modena 2014, atlante, p. 194, fig. 195)

331
27 – roma, Palazzo della valle – soffitto della sala grande
(rilievo mediante fotogrammetria digitale, Lorenzo Grieco)

toni del soffitto della sala della valle, che sarà sontuo- zione e diffusione delle sontuose e raffinate finiture dei
samente affrescata negli anni seguenti. la disposizio- palazzi: i camini farnesiani fanno scuola, non meno
ne del cielo ligneo è ispirata a un limpido sistema degli strabilianti soffitti all’antica che coprono le sale
gerarchico: al centro il lacunare maggiore, rettangola- dei loro palazzi. un ruolo strategico nell’affermazione
re, incornicia ed esalta lo scudo del porporato; agli dei soffitti monumentali all’antica svolge quello davve-
angoli sono inseriti quattro cassettoni quadrati, ai ro stupefacente del salone d’ercole di Palazzo farnese.
quali si alternano, a due a due, cassettoni rettangolari realizzato su disegno di vignola, esso è databile alla
di due dimensioni diverse. i lacunari quadrati d’ango- metà del Xvi secolo (fig. 28). l’opera, in legno di
lo sono perimetrati da una cornice intagliata a foglie cipresso al naturale, è messa in opera da una squadra
d’acanto e da una seconda cornice piatta, dipinta a di carpentieri e legnaioli, tra cui spicca marco da cre-
greche; sul fondo azzurro è affisso un classico rosone. mona, attivo anche a caprarola, e artefice del già ricor-
i cassettoni rettangolari intermedi, oltre alla consueta dato soffitto cinquecentesco di san lorenzo in damaso,
cornice intagliata, sono circoscritti da una cornice su incarico del cardinale alessandro farnese.85) il soffit-
piatta a grottesche e da un’ulteriore riquadratura inta- to della sala d’ercole è regolato da una limpida conce-
gliata a ovuli e dardi, al centro della quale volteggia zione gerarchica, focalizzata sullo stemma centrale del
un erotino alato, le cui estremità inferiori terminano a “cardinalino di sant’angelo”, ovvero il giovane ranuc-
racemi e caulicoli. le decorazioni a intaglio sono cio farnese, conosciuto dal toccante ritratto di tiziano
dorate, così come le doppie chiocciole dell’intradosso del 1542, oggi a Washington, national gallery of art.
delle travi di partizione. la composizione è ravvivata lo schiacciante scudo farnese mostra la tradizionale
da accese cromie blu e rosse, presumibile frutto dei araldica farnesiana con i sei gigli, integrata con la croce
drastici restauri novecenteschi (fig. 27). diaconale e il galero cardinalizio che celebrano la
l’esaltazione del rango perseguita attraverso il fasto dignità di porporato di ranuccio.86) una coppia di uni-
e le arti contrassegna la prodigalità artistica smisurata corni (simbolo di purezza e impresa del nonno, papa
dei farnese e si situa tra i fattori originari di afferma- Paolo iii) affianca lo scudo collocato al centro di un

332
lacunare a croce di gerusalemme, che allude all’appar-
tenenza di ranuccio all’ordine gerosolimitano; la stessa
che è evocata dalla croce di malta che spicca argentea
sul nero del mantello nel ritratto tizianesco. il disegno
della croce centrale genera e governa tutta la composi-
zione geometrica del soffitto, articolata in tre campi
principali. quello centrale, contrassegnato appunto
dalla croce, e due complementari nelle testate, caden-
zati da due ranghi cassettonati: l’uno di tre lacunari,
uno quadrato e due rettangolari, con inclusi due ovali;
l’altro di cinque lacunari, quattro identici e quadrati e
uno rettangolare con losanga inclusa, che segna l’asse
longitudinale del soffitto. i lacunari, profondi fino a 2
m, hanno dimensioni maiuscole, che variano dai 3 ai 5
m di lato, in modo da rendere leggibile il decoro anche
minuto, secondo l’avviso di serlio. vignola sottrae il
passo geometrico del soffitto alla misura dei tagli delle
finestre e dei sodi murari interposti, consapevole che le
eccezionali dimensioni dell’ambiente (14,30 × 20,65 ×
18 m di altezza) avrebbero assorbito percettivamente
eventuali anomalie metriche. l’architetto inoltre svin-
cola il soffitto anche dal ritmo delle capriate, alle quali
esso era appeso e che sorreggevano il tetto. quest’ulti-
mo, progettato da antonio da sangallo il giovane, era
ordito da dieci robuste capriate, per ciascuna delle
quali vennero registrati i tagli di legname e, laddove
necessario, venne accuratamente disegnata l’interzatu-
ra fra elementi.87) Per la sala di ercole, tra il 1540 e il
1546, antonio il giovane aveva predisposto un suo pro-
getto di soffitto cassettonato, dalla composizione molto
semplice ed estensibile a piacere: una scacchiera di sei
per nove quadranti, a passo doppio, in cui si alternava-
no cassettoni quadrati ad altri rettangolari (fig.
29).88) in questo progetto la tettonica muraria, con i cin- 28 – roma, Palazzo farnese – JacoPo Barozzi da vignola:
que vani delle finestre su piazza farnese e i tre su via soffitto della sala d’ercole (1550 circa)

del mascherone, governa la composizione, che intrat- (foto Andrea Jemolo)


tiene un rapporto biunivoco con la logica costruttiva.
Pertanto l’asimmetria della parete di testata, traforata
da tre finestre affiancate da un ampio sodo murario
verso l’interno, costringe antonio a suturare il vacuo
asimmetrico verso la parete interna, con un tavolato
decorato da cartigli alternati a minuscoli cassettoni ret-
tangolari, in maniera analoga a quella adottata da
Peruzzi in seguito all’ampliamento della sala delle Pro-
spettive alla farnesina chigi. in tal modo l’asimmetria
della parete si rispecchia nella partizione asimmetrica
del soffitto. l’ipotesi di sangallo è conformata da rego-
le geometriche semplici, conseguenti alla logica della
costruzione muraria e che consentono la crescita indif-
ferenziata del soffitto nelle due direzioni. essa però
esclude l’autonomia formale e la preminenza estetica
singolare del soffitto, per il quale infatti non contempla
alcun fuoco centrale preminente. È evidente che il lac-
cio costrittivo della coerenza tettonica obbliga a ripie-
ghi di discutibile eleganza formale e legittima l’asservi-
mento del soffitto all’edilizia. al contrario uno schema
29 – firenze, uffizi, gaBinetto disegni e stamPe (a1009r)
aggregativo multiforme, come quello che adotterà antonio da sangallo il giovane: Progetto Per il soffitto
vignola, consente una libertà e una varietà di soluzioni a lacunari della sala d’ercole a Palazzo farnese in roma
ampia e originale, tale da attribuire a ogni singolo sof- (1540–1546, disegno)
fitto un carattere precipuo e del tutto autonomo. (foto Museo)

333
30 – roma, Palazzo mattei caetani – Pietro Paolo olivieri: soffitto della sala magna (1598)
(foto Fondazione Camillo Caetani)

non è quindi casuale che questo secondo metodo sull’angolo di via delle Botteghe oscure, davanti alla
prevalga rapidamente su quello semplicemente addi- scomparsa santa lucia dei ginnasi.90) l’altezza della
tivo a scacchiera, configurando innumerevoli soffitti sala, che come di consueto ingloba due piani, rag-
monumentali, soprattutto dalla seconda metà del Xvi giunge i 9 m: una dimensione eccessiva rispetto alla
secolo: come quelli delle camere nobili di Palazzo far- superficie del pur ampio vano. non è escluso che pro-
nese; degli appartamenti di Pio iv, Pio v, gregorio prio per attenuare tale squilibrio metrico si sia fatto
Xiii nei Palazzi vaticani; delle sale di Palazzo mattei ricorso a un fregio a doppia fascia, alto ben 4 m, dove
Paganica; di Palazzo torres lancellotti a piazza navo- Paolo Bril e cristoforo roncalli detto il Pomarancio
na; di villa aldobrandini a frascati e molti altri.89) coniugano paesaggi ideali e vedute di roma con alle-
una magistrale combinazione di lacunari di dimen- gorie religiose.91) l’altezza del fregio è infatti funzio-
sioni diverse è approntata nella sala magna (10 × 8 nale a quella del vano, come risulta chiaramente da
m) del Palazzo di alessandro mattei, oggi caetani, numerose fonti. Per esempio a Palazzo madama, nella

334
sala attualmente detta della firma, il fregio dedicato
al cardinale alessandro de’ medici, papa nel 1605 con
il nome di leone Xi, è più basso di quelli delle altre
stanze. il fiduciario mediceo scrive esplicitamente che
tali fregi sono «piccoli, perché li soffitti son più bassi
de gl’altri».92) tornando al palazzo di alessandro mat-
tei, il sontuoso soffitto fa parte dei lavori di abbelli-
mento promossi per celebrare pubblicamente l’eleva-
zione di gerolamo, figlio di alessandro, a cardinale
(1586) e poi a titolare della chiesa di san Pancrazio
fuori le mura (1592). in queste circostanze il salone
venne anche dotato di un monumentale camino posto
tra le due finestre della parete orientale, sull’attuale
via caetani (rimosso in epoca imprecisata, ma del cui
scasso rimane traccia nel muro, sotto l’intonaco). data
al 1598 l’incarico del soffitto allo scultore, ingegnere
idraulico e architetto Pietro Paolo olivieri che, in
primo luogo, deve misurarsi con il perimetro irregola-
re della sala.93) Per temperare visivamente le anomalie
e le difformità, olivieri fa ricorso a una composizione
a quincux, con quattro cassettoni quadrati agli angoli e
uno rettangolare centrale per lo stemma. gli spazi
rimanenti, laterali al cassettone centrale, sono riparti-
ti in due coppie di lacunari minori, anch’essi rettan-
golari, ognuno pari a un quarto di quello centrale. i
cinque lacunari grandi hanno una profondità signifi-
cativamente maggiore dei quattro minori. l’ordito
delle travi è decorato da un motivo “a chiocciola”,
ovvero a doppia onda intrecciata, intagliato in albuc-
cio, un legno particolarmente duttile, il cui spessore è 31 – roma, Palazzo mattei caetani
di 1,5 cm;94) ogni intersezione è contrassegnata da Pietro Paolo olivieri: soffitto della sala magna (1598)

una borchia intagliata con un opulento grappolo di (foto Leonardo Baglioni)


boccioli d’acanto in oro. gli elementi decorativi sono
fissati su una tavola (il cui spessore è di 1 oncia=1.86
cm) di albuccio, a sua volta inchiodata sui travicelli del
«solaro vecchio». al centro di ciascun lacunare è affis-
so un rosone di «diametro di palmi due e mezzo»
ovvero di circa 56 cm, mentre agli angoli «quattro
aguile» ricalcano l’emblema famigliare (figg. 30–32).
il contratto, siglato dal legnaiolo giovanni volpetta
da castiglione e dall’intagliatore carlo nuti, attesta
che il nuovo soffitto fu montato in aderenza a un sof-
fitto preesistente, del quale sono riutilizzate alcune
modanature. dunque si tratta in questo caso (non
diversamente da molti altri) dell’aggiornamento di un
vecchio soffitto, suggerito probabilmente sia dal cam-
biamento di gusto sia dall’esigenza di maggior fasto
connessa al nuovo rango curiale del committente.95)
al centro della composizione, il lacunare più
profondo accoglie lo stemma — una scacchiera con
l’aquila — coronato dal galero cardinalizio, con sog-
golo e fioccatura di nappe e sorretto da due efebici
angeli di tiglio dorato. il rosso del galero è laccato, e
lo stesso soggolo, costituito da un grosso canapo, è
irrigidito e tinto per immersione nella lacca rossa.
una lamina metallica, probabilmente d’argento e
rivestita di lacca, si distende sulla tesa del galero pro-
ducendo una superficie riflettente la luce dei cande- 32 – rendering del modello 3d con tecnicHe sfm
lieri.96) il contratto per la doratura e per la pittura del del soffitto della fig. 31
soffitto, stipulato da andrea de Bartoli da caragnano, (Leonardo Baglioni)

335
33 – roma, Palazzo della valle – soffitto del Pianerottolo della scala d’onore con funzione di vestiBolo
(rilievo mediante fotogrammetria digitale, Leonardo Baglioni e Lorenzo Grieco)

data al marzo del 1599, allorché evidentemente i lavo- apparato architettonico particolarmente aulico, che
ri di intaglio e di montaggio sono conclusi e le impal- contrasta sia con le minuscole dimensioni del vano,
cature non sono ancora state smontate.97) i documenti sia con il ruolo apparente di spazio sussidiario della
contabili dimostrano che il costo unitario della costru- scala (fig. 33). esso in realtà svolge la funzione di un
zione, intaglio e montaggio del soffitto, equivalgono, vero e proprio vestibolo nobile, non diversamente da
con buona approssimazione, a quelli della doratura e quanto si verificherà nella loggia del coevo palazzo di
dipintura finale. cristoforo stati e, pochi anni dopo, nelle logge del
la postura a gambe incrociate dei due angeli reggi- piano nobile dei palazzi, rispettivamente di Pietro e di
stemma, qui ripetuti in controparte, è l’approdo di angelo massimo; di ludovico mattei duca di Paganica
una sperimentazione iconografica che trova preceden- (figg. 34 e 35); del prelato spagnolo luis de torres e
ti nei lacunari centrali del soffitto della navata di di altri. attribuito in termini convincenti a un proget-
santa maria in aracoeli realizzato (1571–1578) da to di giuliano da sangallo, il ricetto rettangolare di
Boulanger, per celebrare la vittoria di lepanto. non è Palazzo della valle ha le pareti maggiori articolate da
la sola parentela che lega i due soffitti: anche i motivi due arcate all’antica in marmo statuario, sorrette da
a fogliami e racemi polilobati dei quattro cassettoni pilastri dorici semplificati e sovrastate da un’alta tra-
minori replicano i motivi decorativi dei lacunari cru- beazione, che grava su paraste dagli slanciati stilobati,
ciformi del soffitto dell’aracoeli: la chiesa non casual- sui quali sono affissi marmorei scudi araldici. i timpa-
mente è infatti soggetta al patronato della famiglia ni delle arcate sono intarsiati da dischi porfiretici, che
mattei, che lì ha la cappella funeraria.98) accendono cromatismi antichizzanti.100) la solennità
ai soffitti a regolo del convento e a lacunari classici, dell’ancorché minuscolo ambiente, che funzionava
si affianca un terzo tipo costituito da tavolati la cui probabilmente come vestibolo della sala grande, è
superficie è scompartita da cornici o staggette. questo enfatizzata da un fastoso soffitto di legno a due cam-
tipo è meno costoso di quello a cassettoni e di esecu- pate quadrangolari, al centro delle quali sono confi-
zione più rapida; inoltre si presta particolarmente ad gurati due ottagoni, collegati tra di loro e con la cor-
ambienti di dimensioni ridotte e di altezza contenuta, nice di bordo da ponti. al centro degli ottagoni
quale è per esempio il pianerottolo con funzione di campeggiano due stemmi: il primo, orientato sulla
vestibolo del già menzionato Palazzo della valle.99) direzione di approdo della rampa, è coronato da una
questo ambiente, databile intorno al 1517, anno della mitra vescovile; il secondo, orientato verso l’antico
nomina cardinalizia del committente, esibisce un ingresso della sala, è sovrastato da un cimiero cavalle-

336
34 – roma, Palazzo mattei di Paganica – disegno del soffitto della loggia
(da letarouilly, édifices ..., cit., vol. iii, pl. 313)

resco. la partizione del tavolato è affidata a larghe


fasce leggermente rilevate, impreziosite da meandri
dipinti e da rosette alternate a borchie dorate in spic-
cato rilievo.
un soffitto misto a tavolati con grottesche e a lacu-
nari ottagoni con fiori di distillata eleganza abbellisce
la camera da letto di agostino chigi, illustrata dagli
affreschi delle Nozze di Alessandro Magno e Rossane di
giovanni antonio Bazzi, detto il sodoma nella celebre
villa alla lungara (fig. 36).101) sul soffitto, impostato su
una cornice con toro, dentelli e gola, sono inchiodati
due sequenze concentriche di specchiature. quella
esterna alterna otto ottagoni profondamente alveolati
con fiore centrale con otto specchiature rettangolari,

35 – roma, Palazzo mattei di Paganica, loggia


(Particolare del soffitto)
(da a. Haase, I soffitti lignei di Palazzo Mattei di Paganica,
in Palazzo Mattei di Paganica e l’Enciclopedia Italiana, roma
1996, p. 324)

337
36 – roma, villa cHigi alla lungara – sodoma: camera da letto di agostino cHigi
(da La villa Farnesina …, cit., p. 225, fig. 254)

dipinte a grisaglie con scene mitologiche (fig. 37). rarefatte grottesche su fondo chiaro che decorano il
quella interna replica le stesse geometrie in dimensio- singolarissimo soffitto a volta di tavole del ricettino
ne ridotta e senza profondità; il centro è enfatizzato da rettangolare che, nell’ala orientale del piano nobile,
una corona augurale dorata di frutta e foglie, che collega la sala delle Prospettive alla scala per il mezza-
aureola lo stemma: originariamente quello di agosti- nino superiore e per il Belvedere.102)
no, sostituito dopo il 1861 da quello di salvador il tipo di soffitto a tavolato semplice o ibridato con
Bermúdez de castro duca di ripalda (1817–1883), lacunari, richiede una lavorazione più semplice e
temporaneo proprietario della villa. i poligoni sono rapida di quello classico a lacunari: per questa ragio-
connessi da cornici a ponte istoriate da greche d’oro su ne, probabilmente esso gode di grande diffusione.
fondo turchino; le specchiature intermedie, geometri- anche negli appartamenti di Paolo iii farnese a
camente irregolari, su fondo rosso e blu, sono istoriate castel sant’angelo, per le stanze di amore e Psiche e
da minute e pervasive grottesche. l’impegno pittorico di Perseo sono stati allestiti simili soffitti.103) realizzati
del soffitto è riferito a maturino e Polidoro da cara- da francesco tizzone da caravaggio e da gerolamo
vaggio, celebri illustratori di facciate, orchestrati da detto il Bologna, come testimoniano i pagamenti del
Peruzzi. alla mano di Baldassarre sono attribuite le 1544 e 1545, i tavolati delle sale farnesiane sono com-

338
37 – roma, villa cHigi alla lungara – Baldassarre Peruzzi:
volta in legno del ricettino di collegamento tra la sala delle ProsPettive e la scala
(da La villa Farnesina …, cit., p. 249, fig. 290)

partiti da sottili cornici secondo geometrie variate e irregolari residui, su fondo oro, sono istoriate sinuose
capricciose.104) nella sala di amore e Psiche (7,30 × grottesche e scene mitologiche (figg. 38 e 39). nella
5,20 m) il soffitto è suddiviso in nove campiture da sala di Perseo (5,20 × 9,40 m) al centro è un astroide,
cornici continue: al centro e agli angoli esse disegna- i cui lati curvilinei si saldano in continuità con le cor-
no campi ovali, di cui quello centrale ha dimensioni nici di due campi quadrati; sul perimetro sono conca-
maggiori, alternati a specchiature quadrate e rettan- tenati sei astroidi, quattro quadrati angolari e due ret-
golari.105) al centro impera un grande scudo farnesia- tangoli.106) nel partimento centrale si slancia in rilievo
no con le insegne pontificali; nei pannelli quadrati su fondo oro l’impeto dinamico dell’arcangelo miche-
sono modellati in rilievo i liocorni che purificano l’ac- le, la cui policromia è impreziosita da inserti dorati e
qua di una fontana (allegoria della Purezza che assicu- argentati; nelle due specchiature centrali, un cama-
ra la vittoria sulle avversità); in quelli ovali risaltano i leonte e un delfino, anch’essi imprese personali di
tre gigli azzurri legati da un nastro epigrafato e sovra- Paolo iii, commentati dal motto festina lente, intrec-
stati dall’arcobaleno: sono tutte imprese personali del ciano le appendici caudate. nelle altre specchiature i
papa farnese, mentre i colori dominanti blu e oro gigli azzurri si alternano a putti bicaudati; sul tavolato
sono la divisa cromatica di famiglia. nei sedici campi di fondo sono disseminati motivi a grottesca (fig. 40).

339
roma, castel sant’angelo, aPPartamento di Paolo iii farnese:

38 – francesco tizzone da caravaggio e gerolamo detto il Bologna: soffitto della sala di amore e PsicHe (1544–1545)

39 – Particolare dei liocorni cHe Purificano l’acqua di una fontana

(foto Lorenzo Grieco)

340
40 a–b – roma, castel sant’angelo, aPPartamento di Paolo iii farnese, sala di Perseo
francesco tizzone da caravaggio e gerolamo detto il Bologna: Particolari del soffitto (1544–1545)
(foto Lorenzo Grieco)

341
41 – roma, Palazzo caPodiferro sPada – soffitto della sala di callisto
(foto Archivio del Bollettino d’Arte)

questi schemi geometrici e figurati derivano tutti tato palazzo di Pietro massimo alle colonne, dove le
da esempi antichi, che vivacizzavano volte a stucco tavole di quercia sono divise da cornici rilevate e moda-
oppure dipinte e che in epoca rinascimentale sono nate in tre campi quadrangolari, corrispondenti alle
soggetti a trasposizioni su tavolati lignei, come si vede campate del loggiato ionico trabeato. ognuna delle tre
per esempio nei soffitti cinquecenteschi di ben tre sale partizioni è suddivisa in campi assoggettati a un esago-
del palazzo quattrocentesco di giacomo mattei, su no centrale, la cui geometria governa le partizioni sussi-
piazza mattei. essi sono articolati da cornici in otto diarie. l’esagono sull’asse trasversale della loggia, che
campi geometrici (rettangolari, ovali, ottagonali, rom- corrisponde all’ingresso della sala, ne segnala l’eminen-
boidali) governati e distribuiti da una specchiatura za cerimoniale tramite lo scudo araldico; gli esagoni
centrale.107) analoghi motivi contrassegnano alcune laterali sono decorati da una articolata figurazione a
sale del palazzo del cardinale girolamo capodiferro, grottesche. lo schema geometrico incentrato su un
tra cui quella particolarmente fastosa di callisto, poligono focale, annovera numerosissimi esempi anti-
dove, intorno al campo ottagonale centrale, che oggi chi, riferiti sia a soffitti piani che a volte, che a pavimenti
mostra le insegne cardinalizie degli spada in sostitu- musivi. la fungibilità del disegno tra pavimenti e soffit-
zione di quelle originarie dei capodiferro, si alterna- ti, indipendentemente dai materiali adottati, come
no specchiature rettangolari (con dipinti) e circolari abbiamo già ricordato, è organica alla cultura antiquaria
(con rosoni); nello stesso palazzo tavolati sono nelle rinascimentale110) (figg. 45–47).
sale di Perseo, delle stagioni, di achille, di enea. il disegno del piccolo e prezioso soffitto di Palazzo
anche in questo caso le superfici di risulta esibiscono massimo alla colonne rimanda a quello della loggia di
raffinatissime grottesche (figg. 41 e 42).108) Palazzo mattei Paganica (dopo 1541), aggiornato nel
interessante è la variante per i soffitti di due sale al 1643 con le insegne di giuseppe mattei orsini, in sosti-
pianterreno di Palazzo taverna con gli stemmi dei tuzione di quelle del committente ludovico mattei.
gabrielli di gubbio che acquistano nel Xvii secolo: si ridipinto e dorato nell’ottobre del 1656 da francesco
tratta di un tavolato, sul quale staggette di pochi cen- franchi, con colori diversi rispetto agli originali, con «il
timetri definiscono ottagoni e rombi, rettangoli e meglio verde che si trovarà», solo nel 1982, nel corso di
losanghe ma che, tuttavia, ha lacunari estroflessi (figg. un restauro, ha recuperato l’azzurro originario.
43 e 44).109) esempi spettacolari di soffitti a tavole con pseudo
un tavolato scompartito copre anche la loggia–vesti- lacunari, datati alla seconda metà del Xvii, si hanno
bolo (8,75 × 3,40 m) del piano nobile del già rammen- nelle sale delle divinità, dell’aurora e degli elementi

342
42

42 – roma, Palazzo caPodiferro sPada – soffitto della sala di amore e PsicHe


43 e 44 – roma, Palazzo orsini taverna a montegiordano – soffitti di due sale al Piano terra

(foto Archivio del Bollettino d’Arte)

43 44

343
45 – roma, Palazzo massimo alle colonne 46 –roma, Palazzo massimo alle colonne
soffitto della loggia disegno del soffitto della loggia
(foto Claudia Conforti) (da letarouilly, édifices ..., cit., vol. iii, pl. 293)

al piano nobile di Palazzo corcos Boncompagni. rea- mento soffittato», fu realizzato per «obedire e conser-
lizzati dal legnaiolo giuseppe lupi, su progetto di vare il vechio», come afferma il fiduciario mediceo.112)
giovan antonio de rossi, i monumentali soffitti dalle nel 1639 fu proposto al granduca di firenze di copri-
geometrie variate e composite furono dipinti dal pit- re la sala e le restanti sette stanze «fatte di pianta»,
tore reatino carlo cesi, cui spettano anche gli elegan- cioè costruite ex novo, con volte anziché con soffitti
ti fregi che commentano i temi allegorici celebrati nel lignei: infatti le «volte sono tanto usate per la maestà
soffitto. questa ampia impresa decorativa, che rifi- che rendano alli palazzi, oltre al vantaggio della spesa
gurò integralmente il piano nobile del palazzo, fu e alla facilità con che si concludano».113) la decisione
intrapresa da Pietro corcos Boncompagni per cele- fu supportata da un duplice preventivo per la coper-
brare il matrimonio dell’unica figlia maddalena con tura della sala dell’architetto maruscelli, che mostrava
filippo camerata. i rifacimenti dei soffitti richiesero con le cifre l’indiscutibile convenienza economica
circa tre anni, dal 1661 al 1664, per un ammontare di della volta rispetto al soffitto ligneo.
oltre 1340 scudi.111) l’impegno di tempo e di risorse
richiesti dai lavori è prova della persistente vitalità gli intagli, i commessi minuti, le cornici a ovuli e
funzionale e rappresentativa dei soffitti lignei anche dardi, a fusarole e perle, lasciano interstizi in cui si
in pieno seicento, allorché le coperture a volte affre- annida la polvere. Possiamo ipotizzare che la rimozio-
scate o decorate con ornamenti e capricci di stucco ne di queste velature fosse affidata alle code di volpe,
niveo e dorato forniscono soluzioni meno costose dei che infisse in lunghe pertiche e con l’aiuto di scale a
cassettoni, di più rapida esecuzione e aggiornate al pioli, servivano per rimuovere la polvere, sia dalle
nuovo gusto barocco (fig. 48). superfici bianche o dipinte delle volte, che dagli stuc-
lo provano, tra gli altri, le vicende costruttive di chi e dai cassettoni dei soffitti, qualora le altezze non
Palazzo madama. l’oneroso allestimento ex novo o di fossero eccessive. Probabilmente parte della manu-
aggiornamento di ben otto soffitti lignei, nell’ala tenzione poteva svolgersi dall’estradosso del soffitto,
verso Palazzo giustiniani, da allora detta «apparta- i cui moduli compositivi erano in parte removibili.

344
47 – roma, Palazzo massimo alle colonne – soffitto della loggia
(foto Claudia Conforti)

sappiamo da numerosi documenti quanto i soffitti appesantito da stesure cromatiche improprie, da cui
fossero danneggiati dai fumi di combustione dei è stato liberato solo dal recente restauro (2015) con-
camini, dei bracieri e dei lumi. gli ori e gli argenti dotto da gioia alessandri.115)
perdevano la loro lucentezza; l’azzurro la sua traspa- un’ulteriore alterazione dei soffitti è conseguente ai
renza; il rosso incupiva nel marrone. Per queste passaggi di proprietà dei palazzi, che comportano la
ragioni i legni dei soffitti erano soggetti a periodiche sostituzione dell’araldica: provvedimenti che lasciano
puliture, che in realtà finivano spesso in azioni radi- tracce vistose, come dimostrano per esempio, i soffitti
cali di ridipintura, con stesure di colori molto più di Palazzo capodiferro, una volta passato in possesso
accesi di quelli originali, in modo da potenziarne la degli spada o la clamorosa appropriazione araldica
visibilità dal suolo. È quanto accade per esempio al del soffitto dello struzzo nella sala omonima di Palazzo
soffitto cinquecentesco del salone di Palazzo mattei madama. il fastoso cielo intagliato, datato all’epoca di
Paganica, che nel 1657 è rinfrescato da marco anto- madama margherita d’austria (1522–1586), nel 1638
nio inverni, rinnovando le dorature e aggiungendo per ben due mesi fu sottoposto a lavori di “abbellimen-
nuove coloriture bianche e rosse.114) anche lo sfarzoso to”, per renderlo degno del fasto della sala destinata
soffitto della sala grande di Palazzo mattei caetani fu all’udienza del cardinal carlo.116) il cassettonato a

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48 – roma, Palazzo corcos BoncomPagni – giovan antonio de rossi: soffitto della sala delle divinità (1661–1664)
(da l. gigli, La decorazione del piano nobile, in l. gigli, e. uttaro, Palazzo Boncompagni Corcos a Monte Giordano.
Programmi e immagini, roma 2003, fig. 72)

scacchiera, con lacunari rettangolari, scompartiti da lo massimo che si estende per 85 mq, mentre la più
travi rivestite da un motivo a doppia chiocciola dorato, vasta, la sala d’ercole di Palazzo farnese, è pari a 295
esibisce al centro su un fondo aureo ad imitazione del mq!) impongono di sacrificare alla rappresentazione
mosaico, uno struzzo dorato, simbolo della giustizia, del fasto e della prodigalità una porzione rilevante di
dunque coerente con la destinazione a udienza della spazio, che potrebbe assolvere egregiamente all’ospi-
sala. in realtà si tratta di una divisa araldica farnesiana, talità dei membri della corte, perennemente alla
che spicca al centro della volta dello studiolo di Paolo ricerca di ambienti consoni all’agio e al rango. i car-
iii in castel sant’angelo e in alcuni ambienti di teggi degli ambasciatori delle corti italiane a roma
caprarola, riadattata con l’inserimento della corona ridondano di lamentele per l’insufficienza di stanze
granducale e dello scudo medici alla celebrazione dei adeguate al numero, spesso esorbitante, dei membri
nuovi abitanti. della corte. a Palazzo madama, per esempio, agli inizi
un’ultima considerazione sul carattere ‘pubblico’ e del seicento una parte delle «stanze per corteggiani
non esclusivamente domestico dei soffitti monumen- (…) sono fatte ad uso di celle de frati, di legname che
tali e dei loro fregi nelle sale grandi denominate cor- hanno tramezzate le stanze».117) scelte logistiche di
rentemente dei palafrenieri o delle lance spezzate. la emergenza come questa sono in apparente contraddi-
gran parte di esse godeva di un’altezza pari a due zione con la prodiga esibizione di spazio della sala a
piani del palazzo ed era illuminata da due ranghi doppio volume. evidentemente le motivazioni di que-
sovrapposti di finestre: quello superiore di norma si sta scelta eccedono l’economia spaziale e pertengono
apriva alla quota o subito sotto al fregio. la doppia al dominio del simbolico, all’imperativo del giusto
altezza delle sale svuotava una parte cospicua dell’edi- comparire. la sala doveva suscitare la stupefatta
ficio, facendone una singolare piazza coperta, un vano meraviglia dei visitatori, che rimanevano assoggettati
enorme che provocava difficoltà distributive (e dalla grandezza, confrontabile solo con quella delle
costruttive) da sanare attraverso abili inserimenti di chiese; dallo sfarzo degli arredi fissi e mobili; dalle
scale e di gallerie. le eccezionali dimensioni delle sale figurazioni rutilanti degli affreschi (si pensi alla sala di
(una delle più contenute è quella del Palazzo di ange- Palazzo lancellotti con le dirompenti prospettive illu-

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sorie di agostino tassi!).118) se è ovvio che queste sale 9) e.s. Piccolomini (Pio ii), I Commentari, trad. it. a
svolgevano un ruolo nevralgico nell’attestazione del cura di g. Bernetti, 5 voll., siena 1972–1976, iii (1973),
rango del proprietario del palazzo, che si compiaceva p. 220.
di condividere con eletti ospiti e visitatori le sontuose 10) Premier Livre de Geometrie, in Il Primo Libro d’Ar-
meraviglie del suo spazio domestico, meno evidente è chitettura di Sabastiano (sic) Serlio, Bolognese, Paris 1545,
la visibilità a scala urbana di questi ambienti e il con- in L’architettura. I libri I–VII e Extraordinario nelle prime
seguente ruolo “pubblico” che essi svolgevano. allora, edizioni, a cura di f.P. fiore, 2 voll., milano 2001, i, p. 21v.
come ora, la grande altezza dei soffitti delle sale con- 11) consulta http://vocabolario.sns.it/html/_s_index2.html
sente a chi passeggi dopo il tramonto nelle strade di (cons. 19.10.2015).
roma rinascimentale e barocca di godere, alzando gli
occhi ai piani nobili degli antichi palazzi, della vista 12) s. serlio, Dei cieli piani di legname, & degli orna-
da sotto in su dei fregi dipinti e dei lacunari intagliati menti suoi, libro iv, cap. Xii, in L’architettura. I libri I–VII
e dorati dei soffitti, che rivelano interni festosi e rega- e Extraordinario nelle prime edizioni, cit., i, p. lXXv. vedi
le tavole a corredo del capitolo a pp. lXXiiiv–lXXiiiir. a
li, in contrasto con involucri murari austeri e solenni. venezia, anche per rendere più leggeri i componenti degli
edifici, nei soffitti erano tele; è del 2016 la notizia della
vendita da christie’s di una tela di giorgio vasari che raffi-
Questo studio è stato compiuto congiuntamente dalle gura la Speranza (1541–1542) che era in origine parte del
Autrici, che hanno discusso ogni aspetto e ogni ipotesi, fino ciclo del Trionfo delle Virtù nel soffitto ideato e dipinto da
ai dettagli più minuti; per motivi meramente accademici si vasari per Palazzo corner spinelli. Per il tema: g. manieri
attesta che la redazione della prima parte del testo spetta a elia, La “Fede” di Giorgio Vasari e il soffitto della “Camera
Claudia Conforti, mentre dal paragrafo geometria, diffe- nova” in Palazzo Corner Spinelli, in Ricche Minere, 1,
renza e ripetizione fino alla fine a Maria Grazia D’Amelio. 2014, 1, pp. 71–79.
1) J. le goff, A la recherche du temps sacré, Paris 2014, 13) Baldinucci, Vocabolario ..., cit., alla voce “Palco” scri-
p. 106; o. niccoli, La vita religiosa nell’Italia moderna, ve: «quella copertura della fabbrica, che è di superficie
secoli XV–XVIII, roma 2017, in part. cap. i. piana, e non serve a stare nella parte più alta dell’edifizio
per ricever le piogge; ma stando sopra il capo degli abitato-
2) sono innumerevoli gli esempi classici, tardoantichi e
ri nella parte di esso edifizio, sostiene il pavimento e solaio
medievali di ambienti sacri e secolari con soffitti assimilati a
nella parte superiore. chiamasi il palco dagli architettori
cieli stellati, a cominciare dalla sala ottagonale della Domus
col nome di cielo».
Aurea, costruita sul modello della coenatio praecipua rotun-
da, il cui soffitto girava continuamente come il cielo, alla 14) averlino (filarete), Trattato, cit., XXv, pp. 696, 697 e
cupola stellata del mausoleo di galla Placidia a ravenna. 702, in http://fonti-sa.sns.it/ (cons. 11.09.2016).
alla traslazione architettonica della metafora cosmologica, 15) il termine soffitto indica la superficie inferiore del
che traduce il soffitto in cielo, è dedicato il cap. X, Ceiling solaio; la stessa parola è usata, impropriamente, per indica-
like the sky di W.r. latHaBy, Architecture, Mysticism and re la soffittatura o la controsoffittatura. nel primo caso, gli
Myth, london 1891, che ripercorre la dimensione mitologi- spessori cambiano in relazione agli effetti ricercati; per
ca e archetipica della metafora edilizia. esempio, in una piccola sala (4,5 m per lato) al primo piano
3) a. frova, Due lastre marmoree “cassettate” e la decorazio- di Palazzo altemps a roma, lo spessore del solaio con l’am-
ne dei soffitti in età romana, in Ubi palatio dicitur, a cura di d. mattonato raggiunge i 60 cm, con una profondità dei casset-
massimiliano, r. cassanelli, cinisello Balsamo 1999, pp. 47– toni di 20 cm.
52. vedi anche f.W. deicHmann, Kassettendecken, in Jahrbuch quando il “cielo” dell’ambiente non coincide con l’intra-
der österreichischen Byzantinistik, 21, 1972, pp. 83–107. dosso del solaio ma è un elemento appeso (controsoffittatu-
ra) gli spessori aumentano. la controsoffittatura è vincolata
4) m. l avenu, v. mataoucHeK, Dictionnaire d’Architectu-
al solaio mediante telaietti di panconcelli, adattabili al passo
re, Bordeaux 1999, ad vocem. delle travi principali. sempre a Palazzo altemps, nella sala
5) l.B. alBerti, De Re Aedificatoria, trad. it. g. orlandi, della duchessa (5,5 m per lato), il controsoffitto realizzato
a cura di P. PortogHesi, milano 1966, libro i, cap. Xi, vol. nel Xvii secolo (lacunari profondi 35 cm), insieme a un
i, pp. 76 e 77; ivi, libro iii, cap. Xii, vol. i, pp. 226 e 227: solaio alla senese (del Xv secolo) al quale esso è appeso,
(...) parique ratione pavimentum tegulasque corticem esse raggiungono lo spessore di 85 cm, in f. de cesaris, Solai in
extimum, coelum vero tecti, quod supra caput pendeat (…). legno e manutenzione strutturale, in Manuale del Recupero
6) f. Baldinucci, Vocabolario Toscano dell’Arte del Dise- del Comune di Roma, a cura di f. giovanetti, ii edizione
gno, firenze 1681, alla voce “cielo” scrive: «e cielo dicesi la ampliata, roma 1997 (ed. cons. 2000), pp. 181–214.
parte superiore di molte cose; onde cielo per Palco (v. 16) f. Bologna, Il soffitto della Sala Magna allo Steri di
Palco) e cielo del forno, e cielo di carrozza etc.». Palermo e la cultura feudale siciliana nell’autunno del
7) la parola cielo torna ripetutamente nei documenti Medioevo, Palermo 1975 e più recentemente m. carta, La
relativi al Baldacchino di san Pietro, pubblicati da o. Pol- città come narrazione e il soffitto dello Steri come dispositivo
laK, Die Kunsttätigkeit Urban VIII. ii: Die Peterskirche in
mnemonico, in Lo Steri dei Chiaromonte a Palermo, a cura
Rom, a cura di d. frey, Wien/Brünn 1931, ristampa Hilde- a.i. lima, 2 voll., Bagheria, Palermo 2015, i, pp. 145–153.
sheim 1981, p. 385. il soffitto è annoverato da m.g. aurigemma, Soffitti lignei
dipinti, in Studi Medievali e Moderni, 15, 2011, 1–2, pp.
8) a. averlino (filarete), Trattato, XXv, pp. 696, 697 e 337–361, tra i più pregevoli esempi trecenteschi di soffitti
702, in http://fonti-sa.sns.it/ (cons. 11.09.2016). decorati.

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17) th. créPin–leBlond, Anne de Montmorency: 15 questo studio: l’informazione in n. grassi, Notizie storiche
mars 1493 – 12 novembre 1567; un homme de la Renais- della provincia della Carnia, udine 1782, p. 24. il grassi la
sance, Paris 2014; H. oursel, tH. créPin–leBlond, Musée trae presumibilmente dall’umanista Jacopo valvasone di
national de la Renaissance. Château d’écouen, Paris 2006, maniago che in un manoscritto sul friuli e la carnia ricorda
pp. 29–34 e 122–124. come dai boschi della carnia furono inviati, per tramite di
Bertrando lusanna, a Paolo iii ben 20 larici, di 4 piedi di
18) la collaborazione del cavalier d’arpino con agostino
diametro (cioè circa 1,5 m) e di 19 e 21 passi di lunghezza
tassi è registrata da giovambattista Passeri (g. Passeri, Vite
(oltre 30 m!), per la Basilica di san Pietro e per Palazzo far-
de’ pittori scultori ed architetti che hanno lavorato in Roma
nese, in http://archiviodistatoudine.beniculturali.it/inventa-
morti dal 1641 al 1673, roma 1772, ristampa anastatica a.
ri/gvm_breve_informatione_Patria_friuli.pdf, pp. 98 e 99
forni, Bologna 2000, pp. 106 e 107). si deve tuttavia a P.
(cons. 28.12. 2016). ringraziamo donata Battilotti che ci ha
cavazzini, New documents for Cardinal Alessandro Peretti
segnalato il manoscritto e il sito di consultazione.
Montalto’s frescoes at Bagnaia, in The Burlington Magazi-
ne, 135, 1993, pp. 316 e 327, la pubblicazione dei paga- 24) e. fumagalli, Il Palazzo Madama, in Palazzo Madama,
menti, l’accertamento degli autori e l’identificazione delle roma 2005, p. 70, n. 135. sul trasporto del legno dalle foreste
maestranze specializzate, come lo stuccatore Bazzichelli che casentinesi dell’opera di santa maria del fiore si veda i.
il 30 maggio 1614 riceve la cospicua somma di novecento Becattini, Dalla Selva alla Cupola. Il trasporto del legname
scudi! le autrici ringraziano Patrizia cavazzini per l’atten- dell’Opera di Santa Maria del Fiore e il suo impiego nel cantie-
zione e la generosità con cui ha seguito il nostro lavoro. re brunelleschiano, in The Years of the Cupola – Studies, 2015,
19) alBerti, De Re Aedificatoria, cit., libro iii, cap. Xii, Gli anni della Cupola – Studi, Berlin–firenze 2015, in
vol. i, pp. 228 e 229. anche francesco di giorgio martini si http://duomo.mpiwg-berlin.mpg.de/studies/studies_ita.html
sofferma su tali appoggi che chiama «tigrafi», in Trattati di (cons. 28.12.2016).
Ingegneria e architettura militare, a cura di c. maltese, 25) rimane copiosa traccia di questo collezionismo nelle
milano 1967, 2 voll., i, pp. 91–95, tav. 39. raccolte antiquarie ancora oggi esposte nei cortili dei palaz-
20) il fregio dipinto nei palazzi romani, come altrove, ha zi, nei chiostri e nei lapidari delle basiliche romane: da san
di norma cadenze iconografiche che assecondano quelle giovanni in laterano a sant’agnese fuori le mura.
geometriche dell’ordito del soffitto: si veda Frises peintes. 26) sul frontespizio della sua Regola delli Cinque Ordini
Les décors des villas et palais au Cinquecento, atti del col- di Architettura (s.d., ma 1562) Jacopo Barozzi da vignola
loquio internazionale Il fregio dipinto nelle decorazioni appone l’autoritratto incorniciato da un’edicola classica con
romane del Cinquecento, roma, accademia di francia, villa il timpano spezzato, inquadrata da una cornice in profon-
medici, 16–17 dicembre 2011, a cura di a. fenecH KroKe, dità, i cui stipiti sono modellati da nicchie e l’intradosso del-
a. lemoine, Paris 2016. un esempio precoce e stupefacente l’architrave esibisce un disegno a lacunari quadrati, poligo-
di fregio plastico si ha nella sala delle virtù del Palazzo fer- nali e cruciformi, ispirato a quello dei mosaici tardoantichi
rarese di schifanoia, approntato, secondo i documenti, nel del mausoleo di santa costanza, erroneamente noto come
1467 da domenico di Paris, scultore e intarsiator lignaminis tempio di Bacco.
al servizio degli este, si veda m. ferretti, ad vocem, in 27) nel 1825 l’affresco venne staccato e trasferito ai
Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 40, 1991. musei vaticani: J. ruysscHaert, Sixte IV fondateur de la
21) la sequenza di paesaggi e di scene mitologiche, il cui Bibliothèque Vaticane et la fresque restaurée de Melozzo da
svolgimento orizzontale asseconda l’andamento delle pareti e Forlì (1471–1481), in Sisto IV e Giulio II mecenati e pro-
dello spazio, per esempio nelle ambulationes, è ricordata da motori di cultura, atti del convegno, savona 1985, a cura di
vitruvio, De Architectura, libro vii, cap. v, 2: (...) pinguntur s. Bottaro, a. dagnino, g. rotondi terminiello, savona
enim portus, promunturia, litora, flumina, fontes (...) etc. 1989, pp. 33–37.
22) si veda in proposito il contratto del 1588 tra il cardi- 28) Arcuatis columnationibus debentur columnae qua-
nale alessandrino michele Bonelli e i falegnami giacomo drangulae, prescrive alBerti, De Re Aedificatoria, cit., libro
Pomis e giuseppe sardi per il palazzo a piazza santi aposto- vii, cap. Xv, vol. ii, pp. 642 e 643.
li (oggi Palazzo valentini), nel quale, oltre al legname «sta-
29) a. Haase, Stanza di Amore e Psiche e stanza del Per-
gionato e ben solido non gentile non capilloso ne nodoso
seo: i due soffitti lignei, in Archivum Arcis, 1, 1987, pp. 17–
(...) et senza difetti», si menzionano «chiodi e colle attinenti
49; B. contardi, I superstiti soffitti farnesiani di Castel
e appropriate alli lavori», in m.c. cola, Palazzo Valentini a
Sant’Angelo, ibidem, pp. 50–57; g. colalucci, Il restauro
Roma, roma 2012, documenti iv, 20, p. 214. dei soffitti della stanza di Perseo e della stanza di Amore e
23) sulla ricerca dei tronchi di altezza adeguata alla lun- Psiche e degli affreschi del Corridoio “pompeiano”, ibidem,
ghezza delle travi di copertura delle grandi fabbriche si pp. 58–69; f. ragazzo, Analisi propedeutiche al restauro dei
legga quanto scrive erwin Panofsky sull’abate suger che, solai lignei di Palazzo Farnese a Roma, in Soffitti lignei, a
accompagnato dai suoi carpentieri, vaga nelle « (...) macchie, cura di l. giordano, atti del convegno internazionale di
folti, recessi spinosi impraticabili» della valle della chevreuse studi, università di Pavia, 29–30 marzo 2001, Quaderni di
e in meno di un giorno si assicura le 12 lunghissime travi Artes/1, Pisa 2005, pp. 221–240; f. cantelmi, “Restauro”
necessarie alla copertura della Basilica di saint–denis: in e. della volta e del soffitto in legno del Battistero Lateranese in
PanofsKy, Suger abate di Saint Denis, in Meaning in the Roma nel XVII secolo. Osservazioni e documenti, in Conser-
Visual Arts. Papers in and on Art History, 1955, trad. it., Il vation of Historic Wooden Structures, a cura di g. tamPone,
significato nelle arti visive, torino 1962, pp. 142 e 143. Proceedings of the international conference, firenze 22–27
la notizia delle travi per Palazzo farnese fu gentilmente febbraio 2005, 2 voll., firenze 2005, i, pp. 458–468.
segnalata alle autrici da michel gras, che ringraziamo contraddicono il diffuso disinteresse per il tema il volu-
anche per avere ripetutamente sollecitato e incoraggiato me curato da giordano, Soffitti lignei, cit.; precedentemen-

348
te: a. melani, L’arte nell’Industria. Lavori di legno e pasti- gliati e dipinti di palazzo Vitelli a Sant’Egidio in Città di
glia, lavori di metallo, lavori di pietra, marmo, alabastro, Castello, in Soffitti lignei, cit., pp. 111–114.
ceramica, musaico, vetro, lavori di osso e avorio, lavori tes- 35) in proposito si veda la lettera di vasari al duca cosimo
sili, carte da parati e cuoi decorati, ricami, pizzi, cartelloni, i pubblicata in g. milanesi, Le opere di Giorgio Vasari, 9
stampe, ecc., 3 voll., milano 1907, ii, pp. 33–36 e iii, tavv. voll., firenze 1906, viii, lettera cXX del 1563, pp. 371–374.
vi–viii; a. colasanti, Volte e soffitti Italiani, milano 1923;
a. melani, L’ornamento nell’architettura: Ornamento scolpi- 36) archivio di stato di roma (d’ora in poi asr), Trenta
to, ornamento dipinto, ornamento nei suoi assiemi, 3 voll. e Notai Capitolini, uff. 2, vol. 144, cc. 683–697, in f. curti,
1 vol. tavole, milano 1927. Progetti di artisti e di maestranze: spunti per una ricerca, in
inoltre, per i soffitti in area romana, si segnalano gli accu- In presentia mei notarii. Piante e disegni nei protocolli dei
rati studi: P.J. JacKs, Alexander VI’s ceiling for Santa Maria Notai Capitolini (1605–1875), a cura di o. verdi, f.
Maggiore in Rome, in Römische Jahrbuch der Bibliotheca curti, s. Piersanti, roma 2009, pp. 91–94 e p. 92, fig. 1.
Hertziana, 22, 1985, pp. 63–82; a. Haase, I soffitti lignei a 37) ringraziamo angela maria d’amelio, museo di
palazzo Mattei di Paganica, in Palazzo Mattei di Paganica e roma, per il competente supporto alle nostre ricerche.
l’Enciclopedia Italiana, a cura di g. sPagnesi, roma 1996, i documenti dei lavori settecenteschi di san clemente
pp. 317–335; f. Bilancia, Roma: la chiesa di S. Maria sono in roma, Biblioteca angelica, ms. 1643. i nomi degli
Nova (S. Francesca Romana) di Carlo Lambardi con altri artigiani sono registrati nella contabilità e si tratta, natural-
soffitti di chiese, in Palladio, 2006 (2007), 37, pp. 73–104. mente, degli stessi attivi nel restauro dell’edificio. la parti-
ancora: aurigemma, Soffitti lignei dipinti, cit. zione dei cassettoni del modello conservato nel museo di
30) non mancano tuttavia utili eccezioni a carattere roma corrisponde solo per la sezione centrale a quella ese-
regionale: tra esse si segnala lo studio di s. dandria, Com- guita, manca la parte con il bassorilievo del pozzo; la gran-
mercio e lavorazione del legname (secoli XIV–XVIII), in de specchiatura pittorica è in controparte e polarizza il cen-
L’arte di costruire a Verona. Studi e ricerche su materiali e tro della composizione, che è perimetrata da riquadri
tecniche dell’edilizia storica, a cura di g. castiglioni, vero- mistilinei decorati, assenti nel modello. il modello fu taglia-
na 2012, pp. 3–13, ci è qui gradito ringraziare l’architetto to a metà, sacrificando il dipinto, che nel plastico raffigura
giovanni castiglioni per l’amichevole segnalazione. la madonna e il Bambino assisi tra gli angeli sulle nuvole,
mentre al vero è l’episodio dell’Incoronazione di Maria.
31) le radici classiche dei soffitti a lacunari, attestate da Pli-
nio (Nat. Hist., XXXv, 124: (...) Pausian Sicyonius…Idem et 38) la chiesa, nota come santa maria degli angeli alle
lacunaria primus pingere instituit (...) e da vitruvio (De Archi- colonnacce, dalle vicine colonne del foro di nerva, risaliva
tectura, cit., ii, iX, 13: (...) Ephesi in aede simulacrum Dianae, alla metà del Xii secolo, essendo menzionata al n. 105 del
etiam lacunaria et ibi et in ceteris nobilibus fanis (...), trovano Liber Censuum (1192) di cencio savelli. nel 1517, essa fu
numerosissime testimonianze archeologiche greco–romane, concessa da leone X medici all’università dei tessitori e,
dagli edifici dell’acropoli di atene a quelle dei fori a roma, per questo, ricordata con la denominazione di sant’agata
dove i lacunari superstiti sono in marmo e coprono ambienti dei tessitori: in m. armellini, Le chiese di Roma dalle loro
esterni. straordinario è il soffitto ligneo nella casa del rilievo origini sino al secolo XVI, roma 1887, p. 434. l’interno
di telefo a ercolano, rinvenuto sotto la direzione di domenico della chiesa è visibile in http://picssr.com/tags/dearcuaureo
camardo, a copertura di una sala con un pavimento composto (cons. 11.09.2016).
da 36 marmi diversi; i lacunari che “specchiano” i riquadri del 39) numerosi soffitti lignei si trovano rimontati oppure
pavimento conservano tracce di colori (bianco, nero, rosso, smembrati nei singoli lacunari o nelle singole tavole dipinte,
azzurro) e patine d’oro, P. Kastenmeier et alii, Studio delle esposti come quadri a se stanti, nei musei europei e america-
tracce di lavorazione, dendrocronologia e documentazione sui ni: basti rammentare i soffitti del museo Jacquemart–andré
legni del tetto della Casa del Rilievo di Telefo ad Ercolano, in a Parigi, quelli del castello di écouen, sede del museo del
Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts, Römi- rinascimento (oursel, créPin–leBlond, Musée national de
sche Abteilung, 121, 2015, pp. 269–310. una sintetica traietto- la Renaissance, cit.); quelli conservati al victoria&albert
ria dell’uso dei soffitti lignei è tratteggiata nello scritto di auri- museum di londra; al lindenau museum di altenburg
gemma, Soffitti lignei dipinti, cit. (aurigemma, Soffitti lignei dipinti, cit.); ai musei di Palazzo
32) P. anderson, Francesco Nicolini, falegname et inta- venezia a roma, della national gallery di londra dove è la
gliatore in legno, and the role of carpenters in Cinquecento tela che guercino aveva dipinto per il soffitto della chiesa di
and Seicento Rome, in Pantheon, 57, 1999, pp. 90–103; P. san crisogono di roma; alla galleria estense di modena
anderson, Between Architect and Artisan the Role of Profes- dove sono conservati quattro ovali (Galatea, Flora, Venere e
sional Guilds and Confraternities in Early Modern Rome, in Plutone) di annibale, ludovico e agostino carracci, eseguiti
Early Modern Rome 1341–1667, Proceedings of a confe- per una sala del Palazzo dei diamanti a ferrara, si veda d.
rence held on may 13 – 15, 2010 in rome, a cura di P. Benati, I bolognesi a Ferrara: dai Carracci ad Antonio
PreBys, ferrara 2011, pp. 306–324. Randa, http://www.museoinvita.it/benati-bolognesi-a-ferrara/
e Il Museo universale. Dal sogno di Napoleone a Canova, a
33) il contratto, rogato dal notaio Pompeo fabri il 24 cura di v. curzi, c. BrooK, c. Parisi Presicce, catalogo
aprile 1572 è in archivio storico capitolino, vol. 320 (i e ii) della mostra, scuderie del quirinale, 16 dicembre 2016 – 12
citato e in parte trascritto da l. noccHi, Gli scultori del car- marzo 2017, milano 2016.
dinale Pier Donato Cesi a Roma (1570–1586): documenti e la pratica di rimuovere i soffitti perdura sino al XX seco-
ipotesi, in Bollettino d’Arte, 25, 2015, p. 78 e nn. 9 e 10. lo: risale al 1973 lo smontaggio del soffitto a cassettoni della
34) un modello in cartone fu approntato per un soffitto chiesa di san marco a caprarola per rimettere in luce «le
di Palazzo vitelli a sant’egidio a città di castello in c. belle capriate». altri soffitti “erratici” sono segnalati in c.
galassi, “Maestri di Contado” e pittori foresti: i soffitti inta- conforti, m.g. d’amelio, Restauri novecenteschi di soffitti

349
lignei a Roma, in AID Monuments 2015. Materials Techni- 48) a. cremona, Il Palazzo di Eurialo Silvestri ad Tem-
ques Restoration for architectural heritage reusing, a cura di plum Pacis, in Ricerche di storia dell’arte, 97, 2009, pp. 17–
c. conforti, v. gusella, atti del convegno Perugia, 13–16 34; m. gallo, Studi di storia dell’arte, iconografia e iconolo-
maggio 2015, 2 voll., ariccia 2016, i, pp. 467–485. gia: La biblioteca del curioso, roma 2007, pp. 216–220.
40) il soffitto rimontato in campidoglio include specchia- 49) cremona, Il Palazzo di Eurialo Silvestri ..., cit., pp.
ture dipinte, attribuite a francesco allegrini, raffiguranti 17–34.
episodi della Gerusalemme Liberata (difficilmente visibili
50) alBerti, De Re Aedificatoria, cit., libro iX, cap. i, vol.
per l’incongrua installazione di lampadari), m.e. tittoni,
ii, pp. 784 e 785: non splendescent lacunaria multo auro et
Il Tempesta e l’Allegrini per il soffitto della Sala dei Capita-
ni nel Palazzo dei Conservatori, in Bollettino dei musei vitro; ivi, libro viii, cap. v, vol. ii, pp. 698 e 699, l’umanista
registra il fervore edilizio che rinnova le città italiane «(...)
comunali di Roma, 23, 1976, 1/4, pp. 19–31.
non constatiamo forse che in tutta italia ferve quasi una
ebanista e intagliatore francese, flaminio Boulanger
(anche Bolonger o Bolongier, documentato dal 1552 e morto gara di rinnovamento? grandi città, che da fanciulli abbia-
nel 1584) aveva bottega in via dell’anima, P. PeccHiai, Il mo conosciuto costruite completamente in legno, ora sono
Campidoglio nel Cinquecento sulla scorta dei documenti, divenute tutte di marmo», scrive echeggiando le celebri
roma 1950, pp. 151–154. il contratto (p. 154) per il soffitto parole di ottaviano augusto riferite a roma. Pagamenti per
della sala dei capitani data al 6 ottobre 1573 e il manufatto è «bambole» ovvero frammenti di specchi e/o vetri nei soffitti
consegnato alla fine del 1574. Per Boulanger: a. Petraccia, lignei sono stati segnalati da g. Belli, Materiali e tecniche
Flaminio Boulanger “Gallo De Urbe” a L’Aquila nel 1584. costruttive nel libro di conti della casa fiorentina di Bartolo-
Una prima ricognizione sull’arte del legno per la modernizza- meo Scala (1474–1477), convegno internazionale Materia
zione di L’Aquila a fine Cinquecento, in Studi Medievali e e costruzione. Le parole del cantiere – Contributo al glossa-
Moderni, 15, 2011, 1–2, pp. 85–100; g. simone, “Di legname rio dell’edilizia rinascimentale e barocca in Italia, a cura di
più eccellenti che fusseno in Roma”. L’intagliatore c. conforti, m.g. d’amelio, t. micHalsKy, H. scHlimme,
Flaminio Boulanger e le maestranze attive nei suoi cantieri, in Bibliotheca Hertziana, roma 21–22 novembre 2016.
Architettura e Identità Locali, a cura di l. corrain, f.P. di 51) alBerti, De Re Aedificatoria, cit., libro i, cap. Xi, vol.
teodoro, i, firenze 2013, pp. 287–306. Boulanger risulta l’e- i, pp. 76 e 77; nel libro vi, cap. Xi, vol. ii, pp. 510 e 511,
secutore dei soffitti lignei della sala grande (1551) e di una alberti tratta esplicitamente dell’ornato delle coperture.
delle sale (1554) dei palazzi orsini a monterotondo e a mon-
tegiordano a roma; della nave di san giovanni in laterano 52) serlio, Dei cieli piani di legname ..., cit., p. lXXv.
(1562–1667, con vico di raffaele di lazzaro); di san martino vedi le tavole a corredo del capitolo a pp. XlXiii–XlXv.
ai monti (1564, bruciato); di san silvestro al quirinale (muti- 53) tra gli esempi serlio pubblica due tavole del suo pro-
lato nell’ottocento); dell’aracoeli (della nave e del transetto, getto per il soffitto della «libraria» di Palazzo ducale a
1572–1578); di tre soffitti nel Palazzo dei conservatori, cioè venezia per il doge andrea gritti (tra 1528 e 1531, fu
delle sale dei trionfi (1568, 6,6 × 8,7 m), dei capitani (1573, distrutto da un incendio): nella prima delinea lo scomparti-
9,9 × 13,7 m, bruciato) e degli orazi e curiazi (1581, 9,70 × mento del soffitto; la seconda illustra il decoro delle fodere
28,5 m, bruciato nel 1884). inoltre per il gran cardinale ales- e del fondo dei lacunari, ornati da rose dorate in campo
sandro farnese nel 1573 realizza il soffitto dell’oratorio del azzurro, circondate da girali e grottesche «ad cio non paia
santissimo crocefisso di san marcello (insieme a «Bapt[ist]a che elle stiano suspese in aria», vedi Opera di legname per
q[uondam] Jo[hanni] dominici fergosini», spogliato delle ornamento del Cielo, de la Libraria sopra detta, in serlio,
decorazioni nel 1798 e sostituito nel 1879). Dei cieli piani di legname ..., cit., tav. XlXi,) e In questo
41) s. ceccarelli, La chiesa di S. Caterina della Rota a modo fu ordinato si ornasse de pittura, come detto davanti,
Roma nei documenti dell’Archivio del Capitolo di S. Pietro, in L’architettura. I libri I–VII e Extraordinario nelle prime
note storiche e bibliografiche, in Miscellanea Bibliothecae edizioni, cit., libro iv, tav. XlXii.
Apostolicae Vaticanae, 8, 2001, pp. 75–134. 54) il pavimento, smontato in seguito a incendio dalla
42) fumagalli, Il Palazzo Madama, cit., p. 70. sede originaria, è ora rimontato nel musée national de la
renaissance nel castello di écouen. nel soffitto della sala
43) l’espressione “solari e fregi” è in una lettera a carlo di annibale in campidoglio, risalente al 1516–1519, è la
de’ medici di monanno monanni del 6 luglio 1638, ivi, p. lupa che allatta i gemelli, iconografia ricorrente dell’origi-
66, n. 124; l’attribuzione ai due artisti, ivi, pp. 66 e 67. ne di roma. il soffitto della sala del trono ha le insegne
44) fumagalli, Il Palazzo Madama, cit., p. 101. riario e dunque è facilmente databile, in scHiavo, Il palaz-
zo della Cancelleria, cit., tavv. XX e XXX. Per Palazzo cesi:
45) nel soffitto sono inseriti decori in cartapesta; essi noccHi, Gli scultori del cardinale Pier Donato Cesi ..., cit.,
erano finiti a oro e poi inchiodati sulle fasce verticali. inol- pp. 77–96.
tre il soggolo del galero cardinalizio è trattato con la tecnica
della meccatura. 55) alBerti, De Re Aedificatoria, cit., libro vii, cap. Xv,
vol. ii, pp. 646 e 647.
46) a. scHiavo, Il palazzo della Cancelleria, roma 1964,
p. 182 e figg. 136 e 137. 56) i disegni di montano cui ci riferiamo sono conservati
al sir John soane’s museum di londra, pubblicati da l.
47) un soffitto a lacunari dipinto con le storie di virginia
fairBairn, Italian Renaissance Drawings from the Collec-
romana fu approntato nel 1578–1581 nel castello dobrovi-
ce di mlada Boleslav in Boemia: in e.m. moorman, W. vit-
tion of Sir John Soane’s Museum, 2 voll., london 1998, ii,
pp. 616 e 617, figg. 1004–1007.
terHoeve, Miti e personaggi del mondo classico. Dizionario
di storia, letteratura, arte, musica, a cura di e. tetamo, nij- 57) s. frommel, Sebastiano Serlio architetto, milano
megen 1987, 1989, trad. it. milano 1997, p. 749. 1998, pp. 13–42.

350
58) «… si potranno comprendere senza faticar troppo la 66) CAVAZZINI, New documents ..., cit.
vista, & a una sola occhiata si compre(n)da tutta l’opera; la
67) PASSERI, Vite de’ pittori ..., cit., pp. 106 e 107.
quale sarà di fogliami diversi, di chiocciole di più maniere,
di variati groppamenti: di figurette, di fogliami, & di ani- 68) Ibidem.
mali mescolati insieme: e sopra il tutto in ta(l)i co(m)parti- 69) CAVAZZINI, New documents ..., cit., appendice 24, p. 326.
me(n)ti ci vuole gran discetione & gran giudicio, per non
collocare due fregi d’una sorte l’uno a lato l’altro. Ma 70) Si veda lo studio di L. GRIECO, I soffitti lignei di
appresso un fogliame, è da metter una chiocciola, ò vero un palazzo della Valle Del Bufalo a Roma (XV–XVI), tesi di
groppame(n)to, poi una grotescha de figure & animali laurea magistrale del corso di laurea in Ingegneria Edile–
acanto a un fogliame, & così venir variando le cose per non Architettura, relatore C. Conforti, correlatori M.G. D’Ame-
confondere la vista», in SERLIO, Dei cieli piani di legname lio, P. Brunori, a.a. 2015–2016. Del Palazzo della Valle sono
..., cit., pp. LXXv–LXXIr. documentati i restauri del 1942–1943 ad opera dell’inge-
gnere–architetto Carlo Forti (1902–1971).
59 ) «Et queste cose ch’io dico sendo fatte di chiaro &
scuro ne i loro propri campi ben ombreggiate & illuminate, 71) SCHIAVO, Il palazzo della Cancelleria, cit., fig. 100.
saranno più lodate daglintendenti che s’elle fussero colorite, 72) La Villa Imperiale di Pesaro, a cura di G. MARCHINI,
p(er) cio che le cose colorite si ricercano nei cieli voltati, & Firenze 1968; F. CIOCI, Francesco Maria I della Rovere. La
ornati di grottesche», SERLIO, Dei cieli piani di legname ..., villa Imperiale di Pesaro, Urbino 2009, pp. 57–79.
cit., pp. LXXv–LXXIr.
73) Anche nel soffitto di San Giovanni in Laterano è uti-
60) Le imprese sono: una nave che passa in mezzo a due lizzata la cartapesta, P. ANDERSON, Daniele da Volterra’s
scogli, conil motto ΠΑΡΑΠΛΟΣΟΜΕΝ; i gigli con l’arcobale- Sculptural Reliefs in “carta pesta” and his “inventione” for
no, con il motto ΔΙΚΕΣ ΚΕΡΙΟΝ una freccia che colpisce un the Lateran Nave Ceiling, in Bulletin de l’Association des
bersaglio, con il motto ΒΑΛΛ ΌΙΤΩΣ Pegaso con il motto historiens de l’art italien, VIII, 2001/2002, pp. 109–118. Per
ΕΜΕΡΑΣ ΔΩΡΟΝ. la tecnica vedi R. CASCIARO, C. GALASSI, La scultura in car-
61) Le autrici ringraziano l’amico Carlo Falciani per la tapesta. Sansovino, Bernini e i maestri leccesi tra tecnica e
segnalazione. A San Lorenzo in Damaso il soffitto realizzato artificio, Cinesello Balsamo 2008; Cartapesta e scultura
era «(...) ornato con compartimento di basso rilievo, messi a polimaterica, a cura R. CASCIARO, Atti del convegno 9 – 10
oro in campo turchino. Nel mezzo di esso soffitto in un quadro maggio 2008, Saggi e testi, Università del Salento, Diparti-
grande la figura di S. Lorenzo. In altri quattro quadri intorno mento dei Beni delle Arti e della Storia, 49, Galatina 2012.
all’armi sono intagliate quattro storie dell’istesso Santo marti- 74) A. CAVALLARO, Immagini dall’antico nel soffitto dei
re; quando dispensa li tesori della Chiesa, quando illumina un Semidei del Pinturicchio nel Palazzo della Rovere, in La
cieco, il battesimo d’Ipolito, e il tormento del Santo nella Gra- cultura artistica nelle dimore romane fra Quattrocento e
ticola coll’assistenza dell’Angelo», Archivio Segreto Vaticano, Cinquecento, a cura di C. CIERI VIA, Roma 1992, pp. 45–54;
miscellanea, armadio VII, n. 28, cc. 256–257. Il soffitto è A. CAVALLARO, E per cielo: sirene, draghi e semidei. Studi e
andato perduto nei primi anni dell’Ottocento. riscoperte. Roma, il Pinturicchio a palazzo dei Penitenzieri,
62) P.M. LETAROUILLY, Édifices de Rome Moderne ou in Art e dossier, 23, 1988, pp. 22–24; M.G. AURIGEMMA, A.
recueil des palais, maisons, eglises, couvents et autres monu- CAVALLARO, Il Palazzo di Domenico della Rovere in Borgo,
ments publics et particuliers les plus remarcables de la ville Roma 1999. L’uso estensivo della carta dipinta è stato rive-
de Rome, Paris 1850, vol. III, pl. 296. Contemporanei ai sof- lato da recenti restauri anche nella Sala Dorata del Palazzo
fitti di Palazzo Massimo alle Colonne sono quelli raffinatissi- Ducale di Ferrara, anch’essa risalente alla metà del XV
mi dell’adiacente palazzo di Angelo Massimo, in particolare secolo. Nell’Ottocento, sono stati rinvenuti frammenti di
della sala del piano nobile (12,1 × 7 m) che è a cassettoni xilografie colorate che rivestivano le travi dei soffitti di
quadrati (1,85 × 1,85 m, profondi 0,5 m), in F.T. SUYS, L.P. alcune sale del Castello Sforzesco (Milano, Raccolta Berta-
HAUDEBOURT, Palais Massimi à Rome, Plans, Coupes, élé- relli), in L. CASTELFRANCHI VEGAS, Arti minori, vol. 24,
vations, profils, voutes, plafonds, etc. des 2 palais Massimi, Milano 2000, p. 166.
Paris 1818, pl. 43. 75) Per i palazzi di San Marco e Riario a Roma: M.L.
63) Le autrici ringraziano Lorenzo Grieco per aver loro CASANOVA, Palazzo Venezia. Paolo II e le fabbriche di S.
ricordato questa circostanza. Marco, catalogo della mostra, Roma, Museo Nazionale del
Palazzo di Venezia, maggio–settembre 1980, Roma 1980;
64) O. BÄTSCHMANN, P. GRIENER, Hans Holbein. Revised M.L. CASANOVA, Palazzo Venezia, Roma 1992; L. ORBICCIANI,
and expanded second edition, London 2014, p. 24. Palazzo della Cancelleria, Roma 2010.
65) Si veda in primo luogo l’articolata trattazione di 76) Nel Museo di Palazzo Venezia è catalogato come:
Antonelle Fenech Kroke nel suo volume fondamentale per Manifattura romana – 1470 circa, Stemma ligneo di Paolo II
conoscere i rapporti tra l’opera di Vasari e le figurazioni Barbo, Legno intagliato e dipinto, cm 200 × 200, P.V. 4067,
allegoriche, Giorgio Vasari. La fabrique de l’allégorie. Cul- già Palazzo Venezia – Appartamento Barbo.
ture et fonction de la personnification au Cinquecento, a Nei restauri degli anni Venti del Novecento del palazzo, i
cura di A. FENECH KROKE, Firenze 2011, chap. IV, pp. 326– soffitti dei tre monumentali ambienti di rappresentanza
354; si veda anche il contributo di S. LUMETTA, Dessins (aggiunti per volere di Paolo II) sono stati sostituiti: nella
acquis par Vincenzo Bonello en 1933–1934 pour le dépar- Sala del Mappamondo è stato eseguito un soffitto ‘copia’ di
tement des Art Graphiques du Musée des Beaux–Arts de la quello della chiesa di San Vittore a Vallerano (116 lacunari),
Vallette, Malte, in Arts Italies, 21, 2016, pp. 124 e 125 che eseguito dal falegname Domenico Ercole di Viterbo nel
pubblica un disegno di allegoria femminile di ambito vasa- 1762; nella Sala del Concistoro o delle Battaglie il soffitto è
riano per La Talanta. stato impostato su una scacchiera con lacunari anche trian-

351
golari e a losanga; nella sala regia è stato realizzato un sof- zione del soffitto della sala d’ercole a Palazzo farnese, nella
fitto sul modello di quello della vicina chiesa di san marco, Biblioteca laurenziana a firenze sulla base di disegni
ma con gli stemmi delle città di roma e di venezia. michelangioleschi è eseguito il soffitto in legno di tiglio
(1549–1550) lasciato al naturale. esso è intagliato da giovan
77) f. Buranelli, L’appartamento Borgia in Vaticano, in
Battista del tasso e antonio di marco di giano detto il
Il ’400 a Roma. La rinascita delle arti da Donatello a Peru-
gino, catalogo della mostra a cura di m.g. Bernardini, m. carota. in questo caso, il soffitto e il pavimento, in terracot-
Bussagli, roma, museo del corso, 29 aprile – 7 settembre ta rossa e albasa (realizzato dal 1548 da santi Buglioni su
2008, voll., milano 2008, i, pp. 233–245. disegno del tribolo) sono abbinati nella celebrazione della
dinastia medicea.
78) Il Palazzo Apostolico Vaticano, a cura di c. Pietran-
86) vedi r.J. tuttle, Palazzo Farnese a Roma, in Vigno-
geli,firenze 1992, p. 37, fig. p. 47.
la Jacopo Barozzi, a cura di r.J. tuttle et alii, milano
79) c. conforti, La Sala dei cento Giorni di Giorgio 2002, scheda 84, pp. 204 e 205; ragazzo, Analisi propedeu-
Vasari alla Cancelleria di Roma (1546), in Il Rinascimento tiche al restauro ..., cit., pp. 221–240. della bibliografia
a Roma. Nel segno di Michelangelo e Raffaello, catalogo vasta su Palazzo farnese si ricorda, per brevità, solo Le
della mostra a cura di m.g. Bernardini, m. Bussagli, Palais Farnèse, rome 1981, 3 voll.
roma, fondazione roma museo, Palazzo sciarra, 25 ottobre
2011 – 12 febbraio 2012, milano 2011, pp. 126–133. 87) vedi il disegno di antonio da sangallo per le capriate
a copertura del salone di Palazzo farnese, 1540–1546,
80) Palazzo riario e san lorenzo in damaso vennero firenze, uffizi a1009v, in Le Palais Farnèse, cit., vol. i,1,
aggrediti dalle fiamme che distrussero, tra le altre cose, i fig. 49. antonio trascrive le dimensioni del salone che sono
soffitti lignei. il prezioso manufatto verrà sollecitamente 92 e 1/3 × 64 e 1/3 palmi. nel 1914, su progetto di Pio Pia-
rifatto identicamente, sotto la direzione dei direttori dei centini, il sostegno del soffitto della sala d’ercole fu affidato
musei vaticani Bartolomeo nogara e Biagio Biagetti, anche a una carpenteria metallica reticolare. vedi a. racHeli,
sulla scorta di una campagna fotografica condotta nel palaz- Restauro a Roma. 1870–2000. Architettura e Città, venezia
zo nel 1922. il soffitto replica la geometria di quello perdu- 2000, p. 266.
to, riproponendo anche lo stemma riario nella campitura
centrale. nonostante l’accuratezza della copia à l’identique, 88) firenze, uffizi a1009r, in Le Palais Farnèse, cit., vol.
il soffitto sostituito, se confrontato con le fotografie di quel- i,1, fig. 48.
lo cinquecentesco, mostra sottili ma incisive difformità: 89) c. d’onofrio, La villa Aldobrandini di Frascati,
soprattutto i listelli delle mensole di appoggio delle travi roma 1963, fig. 61.
esibiscono profili tonti e stondati, frutto di una lavorazione
90) l. marcucci, Architettura e committenza nel XVI
meccanica, mentre nell’originale gli stessi, intagliati secolo, in Palazzo Caetani storia arte e cultura, a cura di l.
manualmente, mostrano profili netti e taglienti, conforti, fiorani, roma 2007, pp. 127–134.
d’amelio, Restauri novecenteschi di soffitti ..., cit.
91) P. tosini, La decorazione tra Cinquecento e Seicento
81) s. valtieri, La fabbrica del cardinale Raffaele Riario al tempo dei Mattei, in Palazzo Caetani storia arte e cultura,
(la Cancelleria), in Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Ar- cit., pp. 141–170; per il modello del fregio della sala magna
chitettura, serie XXvii, 1982, fascc. 169–174, pp. 3–26; e. vedi P. tosini, Decorazione a Villa Peretti Montalto tra Cin-
Bentivoglio, Nel cantiere del palazzo del card. Raffaele que e Seicento: immagini ritrovate, roma 2015; g. saPori, I
Riario (la Cancelleria). Organizzazione, materiali, mae- paesaggi di Paul Brill nel fregio del Salone, in Palazzo Cae-
stranze, personaggi, ivi, pp. 27–34. tani – Il Salone Restaurato 2015–2016, spoleto 2016.
82) La villa Farnesina a Roma, a cura di cH.l. frommel, il soffitto e gli affreschi sono stati restaurati (2015–2016)
modena 2014, testi, p. 192, atlante, p. 223, figg. 251–253; da gioia alessandri e da Paolo virilli. in particolare, nel sof-
l. finoccHi gHersi, Peruzzi o Raffaello? Osservazioni sul fitto, gioia alessandri con grande sapienza è riuscita a resti-
cantiere di villa Chigi alla Lungara, in Ricche Minere, 1, tuire alle fasce i motivi fitomorfi e meandriformi, coperti in
2014, 2, pp. 4–19. precedenti restauri con tinte azzurre e rosse opache e più
83) cremona, Il Palazzo di Eurialo Silvestri ..., cit., p.18. vivide rispetto le originali. i motivi decorativi dipinti (gre-
che, cancorrenti, motivi vegetali) erano e, ora sono, accor-
84) si veda lo studio di grieco, I soffitti lignei di palazzo dati con le forme degli intagli e con le cromie degli affreschi
della Valle Del Bufalo a Roma (XV–XVI), cit.; P. Brunori, sottostanti.
Palazzo della Valle–del Bufalo e l’“isola” della Valle in
92) lettera di monanno monanni al cardinale carlo de’
Roma, in Rassegna di architettura e urbanistica, 23, 1989/90
medici 26 novembre 1638, citata in fumagalli, Il Palazzo
(1990), 69/70, pp. 138–145; a. uguccioni, Decorazione e
collezionismo antiquario nella sala grande di palazzo Della Madama, cit., p. 98, n. 182.
Valle, in La cultura artistica nelle dimore romane fra Quat- 93) Per Pietro Paolo olivieri, Dizionario Biografico degli
trocento e Cinquecento, a cura di c. cieri via, roma 1992, Italiani, vol. 79, roma 2013, ad vocem. i rapporti con i
pp. 64–69. mattei sono documentati dal 1574. in realtà egli svolge
incarichi in qualità anche di architetto e di ingegnere idrau-
85) in una lettera del 13 agosto 1587 di attilio malegnani
lico; f. caPPelletti, l. testa, Il trattenimento di virtuosi.
indirizzata a guglielmo gonzaga, duca di mantova si legge:
«la vigilia di san lorenzo fu scoperto il nuovo et belissimo Le collezioni secentesche di quadri nei palazzi Mattei di
soffittato, tutto adorato, fatto dal signor cardinale farnese, Roma, roma 1994, p. 14.
in san lorenzo e damaso, che dicono costarli Xv mila scudi 94) il contratto degli intagliatori per il soffitto di Palazzo
15000 scudi d’oro», in archivio di stato di mantova, ag, b. caetani è del 30 novembre 1598; l’importo del lavoro è sta-
947, f. 12, cc. 486–489 (c). negli stessi anni della realizza- bilito in 200 scudi e il tempo di esecuzione dal primo

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dicembre 1598 al 1 febbraio 1599, asr, Trenta Notai Capi- 106) anche in questo caso il sistema di ancoraggio del
tolini, uff. 2, Atti Francesco Righetti, vol. 41, ff. 479 e 480. soffitto alla struttura portante è descritto da colalucci, Il
restauro dei soffitti della stanza di Perseo ..., cit.
95) la descrizione contrattuale della cornice dei lacunari
segue la sequenza dall’elemento più profondo a quello più 107) Haase, I soffitti lignei a palazzo Mattei di Paganica,
esterno: «ovoli e lancette (2,5 oncie = 4,65 cm), paternostro cit., p. 328.
(perline ndr), gocciolatoro senza intaglio, gola, fusarolo, 108) idem, Stanza di Amore e Psiche ..., cit., p. 36
pianetto o intacca, dentello, goletta, paternostro e il resto su
disegno di olivieri». ognuno di questi elementi è in albuc- 109) d. frascarelli, l. testa, La Casa dell’eretico. Arte e
cio «bono et ben stagionato ’96; dei grandi cassettoni sono cultura nella quadreria romana di Pietro Gabrielli (1660–
poi descritti i modani, la cartella interna con le ‘orecchie’ e i 1734), roma 2004.
«cartocci con quella conchiglia che sta nel disegno», ivi. 110) letarouilly, édifices ..., cit., vol. iii, pl. 293. Prece-
96) comunicazione verbale di gioia alessandri. dentemente anche suys, HaudeBourt, Palais Massimi à
Rome ..., cit., pl. 26 avevano proposto un’immagine analoga.
97) asr, Trenta Notai Capitolini, uff. 2, Atti Francesco Per il rapporto stringente tra soffitto e pavimento: e. ferret-
Righetti, vol. 41, ff. 214 e 215. ti, I pavimenti in cotto nella Rinascenza, in Rossoitaliano.
98) Haase, I soffitti lignei a palazzo Mattei di Paganica, Pavimentazioni in cotto dall’Antico al Contemporaneo, a cura
cit., pp. 317–335, in part. p. 320. di a. acocella, d. turrini, catalogo della mostra museo
dinamico del laterizio e delle terrecotte, marsciano, Palazzo
99) con la clamorosa eccezione del soffitto della chiesa di Pietromarchi, 27 maggio – 30 dicembre 2006, firenze 2006,
santo spirito in sassia a roma. pp. 95–108; a. dressen, Pavimenti veneziani e lo spazio
100) il controsoffitto è citato in una perizia del 1569, in architettonico, in kunsttexte.de, nr. 1, 2011 (21 seiten),
cui non si accenna né al progettista né all’intagliatore. nel www.kunsttexte.de (cons. 28.1.2017).
suddetto documento il cassettonato è descritto come: «fatto 111) l. gigli, La decorazione del piano nobile, in l.
a ottangolo con sua rose e borcie dento e un ovolo intagliato gigli, e. uttaro, Palazzo Boncompagni Corcos a Monte
atorno colle su arme innelli mezi drento episcopale intaglia- Giordano. Programmi e immagini, roma 2003, p. 58, n. 39.
te». la misura del soffitto riportata nel documento è di 24,5
× 16 palmi, corrispondente a 3,92 canne. la stima di 50 112) fumagalli, Il Palazzo Madama, cit., p. 70, n. 136.
giuli a canna fa sì che l’intero soffitto sia valutato 19 scudi e 113) Ibidem.
60 baiocchi, in grieco, I soffitti lignei di palazzo della Valle
Del Bufalo a Roma (XV–XVI), cit. 114) inverni è incaricato di «dipingere et indorare a tutto
suo oro e colore il soffitto della sala di s.e. [...] cioè fare li
101) La villa Farnesina a Roma, cit., testi, p. 194; atlan- borchioni della soffitta tutti d’oro, cornici delle sottotravi
te pp. 238 e 239, figg. 269 e 270. un soffitto concettual- tutte d’oro, chiocciola delli sottotravi gialla lumeggiata
mente confrontabile con quello delle Nozze di Alessandro e d’oro, nel modo, forma e disegno che si dà a me notaro ad
Rossane è allestito anche nella camera detta del fregio al effetto di inserirlo nel presente istromento, chiocciola attor-
piano terra nell’ala di nord–ovest, impoverito dello stemma no alli requadrati gialla lumeggiata d’oro e fondo bianco,
e probabilmente, di gran parte delle cromie originali, La rilievi come fogliami, arma tutta d’oro, fondo incarnato,
villa Farnesina a Roma, cit., testi, p. 175; atlante, p. 107, cornicioni attorno alla sala accanto alla pittura a fresco,
fig. 76. bianco con quattro letti d’oro et il dentello in faccia e sotto
102) Ivi, testi, p. 202; atlante, p. 249, fig. 290. d’oro, cornice attorno alli sfondi, dove è li fogliami tutta
d’oro, cornice attorno alli travi grossi [...] d’oro sotto alli
103) f.m. aliBerti gaudioso, e. gaudioso, Gli affreschi dentelli e tre letti d’oro nella medesima cornice», asr,
di Paolo III a Castel Sant’Angelo 1543–1548. Progetto ed Trenta Notai Capitolini, uff. 2, Istromenti, vol. 204, c. 127,
esecuzione, catalogo della mostra (museo nazionale di 1657, 21 gennaio 1657, in f. curti, Progetti di artisti e di
castel sant’angelo, roma 16 novembre 1981 – 31 gennaio maestranze: spunti per una ricerca, cit., p. 83, nota 44.
1982), 2 voll., roma 1981, passim.
115) si veda l’intervista di maria grazia d’amelio a gioia
104) Haase, Stanza di Amore e Psiche ..., cit., p. 31 nota 2; alessandri in Bollettino di Palazzo Caetani, in corso di pub-
contardi, I superstiti soffitti farnesiani di Castel Sant’Ange- blicazione.
lo, cit., pp. 50–57.
116) fumagalli, Il Palazzo Madama, cit., pp. 87 e 88, n. 170.
105) il sistema di ancoraggio del soffitto alla struttura
portante è descritto da colalucci, Il restauro dei soffitti 117) citato in fumagalli, Il Palazzo Madama, cit., p. 55,
della stanza di Perseo ..., cit., pp. 58–69. il soffitto è compo- n. 56.
sto da tavole (larghe 30 cm, spesse 2 cm e lunghe 2.60 m) 118) Per la sala e il Palazzo lancellotti a via dei coro-
tessute lungo il lato corto della sala e fissate a travetti di nari si rimanda a P. cavazzini, Palazzo Lancellotti ai
sezione quadrata (lati 11 cm) longitudinali alla sala e collo- Coronari, roma 1998; m. docci, r. migliari, a. mazzo-
cati a una distanza media di 70/80 cm l’uno dall’altro. que- ni, L’architettura dipinta da Agostino Tassi a Palazzo
sti ultimi, mediante incastri, sono solidali a tre grandi travi Lancellotti a Roma, in Disegnare. Idee e immagini, iii,
del solaio alte 60 cm. 1992, 5, pp. 57–70.

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atelier dei fratelli limBourg: le trÈs ricHes Heures du duc de Berry
miniatore anonimo: le mois de février (Particolare)
(da J. dufournet, Les Très Riches Heures du Duc de Berry, Bibliothèque de l’image, [Paris] 1995, p. 15)

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