Sei sulla pagina 1di 298

A.

Introduzione

Notazioni e formule impiegate

Grandezze e unit di misura

Analisi dimensionale

Equazione di stato

A0

A1. Calcolo vettoriale

Campo scalare : b(x,y,z,t) = b(x, t)

Campo vettoriale : b(x, t) = bx(x, t) i + by(x, t) j + bz(x, t) k ; b [ bx by bz ];


bi componenti; Esempio: velocit
Componente normale del campo : bn(x, t) = nx bx(x, t) + ny by(x, t) + nz bz(x, t) ;
n = nx i + ny j + nz k = versore normale

Tensore B

B XX
B YX

B XY
B YY

B XZ
B YZ

B ZX

B ZY

B ZZ

Quando risulta Bik = cik

1 0 0
ik

0 1 0
0 0 1

il tensore isotropo.
A1

1 0 0
0 1 0
0 0 1

|b| = b

b2k

b 2x + b 2y + b 2z

k =1

Prodotto scalare di vettori:

bc =

b k ck = b x c x + b y c y + b z c z

k =1

Prodotto vettoriale:

ix
bLc = bx
cx

iy
by
cy

iz
bz = i x (b y c z - bz c y ) + i y (bz c x - bx c z ) + i z (bx c y - b y c x ) = - c b
cz
A2

ix

+ iy

+ iz
3

gradb k i k
1

b
b
b
b
= ix
+ iy
+ iz
= b
xk
x
y
z

bk bx by bz
divb k
+
= b
=
+
x y z
1 xk
3

ix

rotb
x
bx

iy

y
by

iz
bz by
by bx

bx bz
+ i y
= b
= i x
+ i z
z
z x
y z
x y
bz

b (i k ) 3
B
div B = k
= k i k ik =
xk
xi
1
1
3

B xx B yx B zx
i x
+
+
y
z
x

B xy B yy B zy
+ i y
+
+
z
y

B xz B yz B zz
+ i z
+
+
y
z

= B

A3

[(div B)x (div B)y (div B)z] =


x y z

Bxx Bxy Bxz


Byx Byy Byz
Bzx Bzy Bzz

Sempre nellipotesi che i campi siano di classe C1, valgono le relazioni:

grad(cb) = c grad b + (grad c)b


div (cb) = c div b + (grad c)b
rot (cb) = c rot b + (grad c)b
ossia:

s(cb) = csb + (sc)b


s(cb) = csb + (sc)b
sL(cb) = csLb + (sc)Lb
A4

Se poi i campi sono di classe C2, si ha:

rot grad b = sLsb = 0


div rot b = s(sLb) = 0
e si pu impiegare il laplaciano, definito come:

2
2
2
3 2

b
b
b
b
=
+
+
s2b
k =1 x 2 k x 2 y 2 z 2
3
s2b iks2bk = ixs2bx + iys2by + izs2bz
k =1
Si vede subito che

s2b = div grad b = ssb


s2b = grad div b rot rot b =s(sb) - sL (sLb)

A5

Teorema di Gauss:

A (superficie)

b
dV = - b n idA

V xi
A

z
V
n

Teorema del gradiente:

grad b dV = - b n dA
V
A
Teorema della divergenza:

divbdV = - bndA
A
V
Formula di Kelvin:

n rot bdA = bdx


A
L
A6

A2. Grandezze e unit di misura


Misura di una grandezza : rapporto tra essa ed unaltra della stessa specie scelta come unit

GRANDEZZE FONDAMENTALI

Lunghezza

Tempo

Massa

Temperatura

GRANDEZZE DERIVATE

Meccanica dei Continui Fluidi Classica

Nella pratica per una generica grandezza G:

[G ] = [ LaT b M g ]
( ANALISI DIMENSIONALE )
A7

Eq. fondamentale della dinamica:

dv
F = ma = m
dt
E le dimensioni di

F :

[ F ] = [ MLT -2 ]
Altri esempi :
Area

L2

m2

Volume

L3

m3

Velocit

LT-1

m/s

Portata volumica

L3T-1

m3/s

Forza

MLT-2

Kg x m/s2 = Newton

Tensione

ML-1T-2

Kg/m/s = N/m2 = Pa

Lavoro

ML+2T-2

Kg x m2/s2 = N x m = Joule

Potenza

ML+2T-3

Kg x M2/s3 = Joule/s = Watt

Nel sistema tecnico la forza grandezza fondamentale


A8

A3. Analisi dimensionale


possibile esprimere le grandezze che intervengono nei fenomeni meccanici mediante tre sole di esse
assunte come fondamentali, per esempio la Massa M, la Lunghezza L e il Tempo T (sono le grandezze
fondamentali usate per il sistema internazionale delle unit di misura).
Se prendiamo ad esempio una velocit, essa rappresentata dal rapporto tra una lunghezza e un tempo;
scriveremo allora

[V ] = [ LT -1 ]
e chiameremo questa uguaglianza lequazione dimensionale della velocit, dicendo che la velocit ha
le dimensioni LT-1. Analogamente, se consideriamo una forza, essa per la legge di Newton data dal
prodotto di una massa per una accelerazione che a sua volta una velocit divisa per un tempo;
scriveremo allora

[ F ] = [ MLT -2 ]

A9

Il rapporto tra due grandezze aventi le stesse dimensioni si chiama Numero Puro e il suo valore non
dipende dalle unit di misura usate: per esempio il rapporto tra una circonferenza e il suo diametro il
numero p il cui valore non dipende dalla unit di misura delle lunghezze che si adotta.
Lequazione dimensionale di un numero puro N evidentemente

[ N ] = [ M 0 L0T 0 ]
Tre grandezze A, B e C si dicono dimensionalmente indipendenti se possibile scrivere con esse
lequazione dimensionale di un numero puro soltanto con esponenti tutti nulli, cio

[ Aa B b C g ]

un numero puro solo quando a = b = g = 0

Ad esempio la Velocit V, la Lunghezza L e il Tempo T non sono dimensionalmente indipendenti


perch [VL-1T] evidentemente un numero puro.
Date tre grandezze dimensionalmente indipendenti possibile scrivere lequazione dimensionale per
qualsiasi altra grandezza, usando queste come fondamentali

A10

IL TEOREMA FONDAMENTALE DELLA ANALISI DIMENSIONALE (TEOREMA DI


BUCKINGAM O TEOREMA II)
Si consideri una grandezza G la cui equazione dimensionale sia [G ] = [ M a LbT g ] e sia

G = F (Q1 , Q2 , Q3 , Q4 ,..., QN )
dove le Qk (k = 1, 2,, N) sono grandezze aventi le equazioni dimensionali

[Qk ] = [Qk ] = [ M a K Lb K T g K ]
si supponga che tra le Qk vene siano tre dimensionalmente indipendenti, per esempio Q1, Q2 e Q3;
assunte queste come fondamentali, potremo scrivere

[G ] = [Q1a Q2bQ3c ]

[QK ] = [Q1aK Q2bK Q3cK ]

per k = 4, 5,, N

si potr quindi scrivere

Q
Q
G = Q1a Q2b Q3c F Q1 , Q2 , Q3 , a4 b44 c4 ,..., a N bNN c N
Q1 Q2 Q3
Q1 Q2 Q3

e anche

QN
G
Q4

=
F
Q
Q
Q
,
,
,
,...,
1 2 3 Q a 4 Q b4 Q c 4
Q1a Q2b Q3c
Q1a N Q2bN Q3c N
1
2
3

A11

Il primo membro di questa espressione un numero puro e quindi il suo valore numerico non
dipende dalla unit di misura prescelta per le grandezze Q1,Q2 e Q3; se cambiamo lunit di misura
di Q1 e quindi il valore numerico che figura allinterno della funzione F, il primo membro non
cambia: la funzione F allora non dipende da Q1; lo stesso vale per Q2 e Q3.
Potremo quindi scrivere che risulta

Q
Q
G = Q Q Q F a 4 b44 c4 ,..., a N bNN c N
Q1 Q2 Q3
Q1 Q2 Q3
a
1

b
2

c
3

La G quindi esprimibile come funzione non pi di N ma soltanto di N-3 variabili.


Questo pu portare notevoli semplificazioni soprattutto se la funzione F deve essere determinata
sperimentalmente.

A12

Per esempio si supponga di dover determinare il periodo T0 di oscillazione di un pendolo costituito da


un filo di lunghezza l a cui appesa una massa puntiforme m che parte con una deviazione iniziale
dalla verticale a0, che oscilla nel campo della gravit; supponendo non influenti altre grandezze
(elasticit del filo, dimensioni della massa m, resistenza dellaria, ecc.) potremo scrivere

T0 = F (l , m, g , a 0 )
l, m e g sono dimensionalmente indipendenti; a0 un angolo quindi un numero puro; immediato
verificare che risulta
1
2

1
2

[T0 ] = [l g ]
e quindi per il teorema II

T0 =

1
F (a 0 )
g

Se si fosse dovuta determinare sperimentalmente la F che dipende da quattro parametri,


assegnando 10 diversi valori a ciascun parametro si sarebbero dovute eseguire 104 esperimenti.
Se invece di deve determinare la F che dipende da un solo parametro, sufficiente eseguire 10
esperimenti
A13

A4. Equazioni di stato


La densit e il peso specifico di un fluido sono funzioni sia della pressione p che della temperatura t. Il
legame

r = r ( p,t )
fra le tre grandezze viene detto equazione caratteristica o equazione di stato del fluido in esame. Si tratta
spesso di legami molto complessi che portano a scegliere equazioni dotate di forma analitica
sufficientemente maneggevole, ma che rappresentano i fatti solamente in campi limitati di escursione
delle variabili.
Esempio : Equazione di stato dei gas perfetti

p
= T
g
P pressione assoluta, T temperatura assoluta (K), R costante dei gas perfetti il cui valore nel sistema pratico di
misura :

848
m / K
M

con M peso molecolare del gas considerato


A14

B. Propriet dei fluidi

I fluidi come sistemi continui

Sforzi nei sistemi continui

Densit e peso specifico

Comprimibilit

Legame sforzi-deformazioni

Viscosit
Tensione superficiale
Fenomeni di capillarit

B0

Sistemi continui - Sforzi nei sistemi continui


Sistemi continui : sistemi cui sono associabili propriet
caratteristiche variabili con continuit da punto a punto

Particella fluida: volume


piccolo contenente un elevato
numero di molecole, cui sono
associate le grandezze fisiche

Sforzi nei sistemi continui : nello studio dei sistemi continui si possono distinguere due tipi di forze
forze di massa Fm (tipicamente la forza di gravit)
forze di superficie Fs (le forze che vengono esercitate su una qualsiasi parte del sistema attraverso la sua
superficie di contorno)
sistema in eq.

Un sistema continuo in equilibrio quando

dS
dA

Fm  Fs

Per mantenere il sistema in eq. bisogna trasmettere


alla superficie di separazione un complesso di forze
tale per cui lequilibrio sia ancora verificato.

sforzo unitario
per ogni areola di superficie dA agisce una forza d S

dS
dA o0 dA

lim

)n
B1

F
N
)n o 2 o 2
L
m

sforzo unitario:

dS

spinta elementare su dA:

) n dA

Sullintera superficie di separazione


per lequilibrio dovr agire una forza pari a :

con

)n

d S o F o >N @

) n dA
A

) n , in generale, comunque orientato rispetto a dA


e dipende :

x dal dal punto di applicazione


x dalla giacitura di dA

n
V o componente normale variazioni di volume
W o componente tangenziale variazioni di forma

il pedice n indica il versore della normale alla superficie dA

In generale per i fluidi si devono distinguere 2 situazioni


fluidi in quiete

W
V

0
f z

fluidi in moto

f x, y , z , t

f x, y , z , t

Nota: in generale la componente normale pu essere di compressione o di trazione.


La maggior parte dei fluidi in condizioni usuali non sopporta sforzi normali di trazione,
di norma in meccanica dei fluidi si fa sempre riferimento a sforzi normali di compressione.

B2

Densit - Peso specifico


M
3


o
Kg
/
m
3
L

Densit U: massa contenuta nellunit di volume

F
3


o
N
/
m
L3

Peso specifico J : peso dellunit di volume


Densit e peso specifico sono funzioni
della pressione e della temperatura.
Liquidi :

U # U T

Acqua
0 < T < 40

Ug

U p ,T

Up Tn

U 0 1  a T  b T 2  c T 3

dove :


J 0 # 9806 >N / m 3 @
U0

Gas :

Eq. di stato di un fluido:

>

0 q C # 1000 kg / m 3

UT

U # U p , T

Eq. di stato dei gas perfetti:

p
J

R T

con p (N/m2) e T (K) pressione e temperatura assolute


R costante dei gas perfetti
B3

Comprimibilit

Comprimibilit H : propriet di un fluido di modificare il proprio volume (e quindi la propria densit)


al variare della pressione alla quale esso assoggettato
p

Per la conservazione della massa:

U W cos t
U dW  W dU

dallesperienza +
definizione di modulo
elastico :

Liquidi : per molti problemi pratici U = cost.


Hacqua T=10C) = 2.03 E+9 N/m2

dW
W

dW

dU
U

dU

dp

dp
W
H

( )

H modulo di elasticit a compressione


cubica [F/L2] (N/m2) = (Pa)

Gas : vale eq. di stato gas perfetti; H = np con 1 d n d 1.67 (isoterma, adiabatica)
Haria | 9.806 E+4 | 1 E+5 N/m2
Malgrado i gas siano per definizione molto comprimibili il loro moto pu essere studiato con lipotesi
di U = cost. tutte le volte che non si ha una forte variazione di pressione e quindi di densit.
B4

Viscosit

Viscosit P: coefficiente fenomenologico che esprime il legame tra sforzi tangenziali


e velocit di deformazione: si manifesta quando il fluido in moto
V
F
Esperienza ideale

'y

W(y)

F V
v
A 'y

V=0
sforzo tangenziale W
LEGGE di NEWTON

F
A

W P

'V
'y

dv
dn

Pp

Tn

'V
'y

per 'y 0 passando a dimensioni infinitesime


dove n la direzione perpendicolare al moto

P [ML-1T-1] Viscosit dinamica


Liquidi

Piastra di area A in moto a velocit V per effetto forza F


F la forza tangenziale necessaria a mantenere in moto la
piastra superiore

P T ,V ,W

non dipende dallo stato di sforzo

ad esempio per lacqua : P

P0 1  a T  b T 2

1

P0= P (0C)= 1.773 E-5 [Ns/m2]


X

P
= viscosit cinematica [ L2T 1 ]
U

Q0= Q (0C)= 1 E-6 [m2/s]


B5

Lo sforzo tangenziale si pu legare alla deformazione angolare dJ della massa fluida


(u + du) dt

du
dt
dn

dJ

dn

W P

du
dn

dJ
dt

u dt

FLUIDI NON NEWTONIANI


Eq. Reologica per fluidi con caratteristiche reologiche indipendenti dal tempo

m
gha
n
i
B

e
Ps

hi,
g
n
(fa

l
op
d
u

ic
ast

nic
ver

i(

ri
a lt

i)

ri)
e
m
oli

P T

cos t

cost.

dJ
f
dt

Legge di Newton

ni
a
i
n

o
wt
e
N
arctgP
Di

an
lat

ti

dJ
dt

B6

Tensione superficiale
La superficie di separazione un liquido e un altro fluido non miscibile si comporta come se fosse una
membrana elastica in stato di uniforme tensione: si definisce tensione superficiale questa propriet.
La tensione superficiale dovuta alle forze di attrazione molecolare non bilanciate

pe= p1 rof

S = S (natura dei fluidi a contatto; T o [N/m]

p1

S p T n

pe< p2 r=finito

p2

acqua

pe
Componendo le forze derivanti dalla tensione superficiale e
considerando la risultante delle pressioni

Sl

Sl

pi

IP: tratto di superficie


cilindrica di raggio r e
profondit l

M
2 r sen l 'p
2
proiezione sul
piano orizzontale

'p

2 S l sen

pi  pe

S
r

M
2

Sl

Sl
2Sl sen M/2

In generale su una superficie qualunque : Eq. di LAPLACE

'p

1 1
S 
r1 r2

con r1 e r2 raggi orincipali di curvatura


B7

contatto liquido-solido-gas : Fenomeni di capillarit


la superficie di separazione liquido-gas, quando un liquido viene a contatto di una superficie solida, forma con
questultima un angolo di contatto E = 0y q che dipende dalla natura dei tre elementi a contatto.
sempre colpa delle forze di attrazione molecolare

E > 90

E < 90

Hp: menisco assimilabile ad una


superficie sferica allora noti

'p ; S ; E
J h = 'p

r = d / (2 cos E

h
h

dalleq. di LAPLACE

d
Acqua

Mercurio

4 S cos E
Jd

SrS
equilibrio verticale:

JSr2h

JSr2 h = Sr S cosE


B8

Esempi:
Perch i laghi ghiacciano solo in superficie?
I laghi gelano prima di tutto in superficie perch in inverno lo strato d'acqua superficiale si raffredda e,
diventando pi denso dello strato inferiore, scende sul fondo.
Questo processo continua finch la temperatura dell'intera massa d'acqua non ha raggiunto la temperatura di
4C : oltre questo punto il raffreddamento dello strato superficiale rende quest'ultimo meno denso di quelli
inferiori ( appunto perch tra 0 e 4 C la densit dell'acqua diminuisce ), perci lo strato superficiale rimane
fermo galleggiando sulla sommit del lago.
Questo strato superficiale finisce per congelare diventando una lastra solida di ghiaccio mentre il resto
dell'acqua del lago rimane a 4 C. Il ghiaccio formatosi impedisce la perdita di calore del lago ed ogni altra
perdita di calore causa soltanto un ispessimento della lastra senza perturbare gli strati pi profondi che
rimangono alla temperatura costante di 4 C : le forme di vita che popolano il fondo del lago possono quindi
sopravvivere.

Determinare il diametro che deve avere un tubo in vetro per avere una risalita capillare di 1.0 mm quando
viene immerso in acqua a 20.
J= 9.789 [kN/m2] ; E| 0 ; S = 0.0728 [N/m]
Imponendo lequilibrio verticale allipotetico volume di liquido allinterno del tubo si ottiene:

JSr2 h = Sr S

E 

SrS

JSr2h

r =2 S/(h J  D = 2.97 cm

Un olio rubrificante posto tra due piatti piani e paralleli. Un piatto fisso, laltro si muove con velocit v = 3 m/s.
Nota la distanza tra i due piatti h = 2.6 cm , determinare lo sforzo di taglio nel rubrificante. Polio= 0.26 [kg/(m s)]
W= P dv/dn Ip. sforzo costante W= P v/h W= 0.26 [kg/(m s)] *3 [m/s] / 0.026 [m] = 30 [kg/(m s2)] =30 [N/m2] = 30 [Pa]
nota: anche se si tratta di olio a viscosit elevata, lo sforzo di taglio piuttosto modesto. La pressione atmosferica 101.325 [Pa],
pi di 3000 volte pi piccolo.

B9

C. Statica dei fluidi

Eq. indefinita della statica dei fluidi

Legge di Stevin - Distribuzione idrostatica delle pressioni

Pressioni relative ed assolute - Piano dei carichi idrostatici

Spinte idrostatiche su superfici piane

Equazione globale equilibrio statico

Spinte idrostatiche su superfici curve

Galleggianti

Fluidi piccolo peso specifico

Equazione Mariotte

C0

Pressione in un fluido in quiete


Non c moto relativo tra particelle adiacenti W { 0
Obiettivo: studiare il campo di pressione, p(x, y, z) nel fluido e gli effetti di p su superfici immerse.

Variazione della pressione in un punto con lorientamento di un piano passante per


il punto stesso - F = m a

Lungo le direzioni z ed y

ps Gx Gs
T
Gs
py Gx Gz

Dalla geometria:
Gy = Gs cos T;

Gz

Gz = Gs sin T

Gx
T
Gy

py ps = U ay (Gy/2)
pz ps = (U az + J) (Gz/2)

J Gx Gy Gz

pz Gx Gy

Prendendo il limite per Gx, Gy, Gz o 0 (mantenendo fisso T) py = ps; pz = ps py = pz = ps


La pressione in un punto di un fluido in quiete (o in moto) indipendente dalla direzione finch gli
sforzi tangenziali sono identicamente nulli.

C1

wp

p

Gz GxGy

wz

pGxGz

Equazione indefinita della statica dei fluidi

wp
p  Gy GxGz
wy

Gz

Campo di forze specifiche di massa f [F/M]


Espansione di p in serie di Taylor
Bilancio di forze di massa e di superficie

Gx

UfGxGyGz

Forza di superficie risultante in direzione y

GFy

Gy
j

pGxGy

wp
wp
wp
i
j
k
wz
wx
wy

Gradiente di pressione
(grad p o p)
Seconda legge di Newton

6GF = ma = 0

6GF = 6GFs +Uf = 0

wp
pGxGz  p  Gy GxGz
wy

wp
GFy  GxGyGz
wy

Forze di superficie risultanti in direzione x, z

GFx

wp
GxGyGz
wx

GFz

wp
GxGyGz
wz

Forza di superficie totale

- p dxdydz + Uf dxdydz = 0
p = Uf
C2

Equazione globale dellequilibrio statico

A
V
GA
n

Integrando lequazione indefinita su un volume di


controllo finito V di superficie A e applicando il lemma di
Green

U f

dV

grad p dV

p ndA

G+3=0
Risultante delle forze
di massa su W

Risultante delle spinte


elementari pn sugli
elementini della superficie di
contorno

Lequazione esprime lequilibrio tra le forze di massa applicate ad un volume finito e le forze
di superifice che agiscono sul contorno dello stesso

C3

Legge di Stevin
1) In un fluido pesante = sottoposto sola azione gravit f = gk

ovvero per componenti

wp
wx

wp
wy

wp
wz

p + J k = 0

J

La pressione decresce muovendoci verso lalto in un fluido in quiete.


La legge di distribuzione delle pressioni nel fluido in quiete determinata dalla soluzione
delle
p+Jk=0
1. Equazione indefinita
2.

Equazione di stato

3.

Condizioni al contorno

U = U(p, temperatura)
forniscono la soluzione particolare

2) U = costante (z + p/J  ;

z + p / J = costante

z + p / J = quota piezometrica o carico piezometrico


quota geodetica

LEGGE DI STEVIN

altezza piezometrica
C4

Distribuzione idrostatica delle pressioni

Superficie libera, atmosfera ( p = patm )


Dati due punti qualunque 1 e 2, di quota z1 e z2

p2

rispetto a un riferimento

h = z2 z1
z2

p2 p1 = J (z2 z1) p1 p2 = J (z2 z1)

z1

La pressione varia linearmente con la profondit


Distribuzione idrostatica delle pressioni

p1 p2 = J h;

p1 = J h + p2

Se p = costante (superfici isobariche) z = costante

p1

y
x

Le superfici
isobariche sono dei
piani orizzontali

La pressione aumenta col diminuire della quota Esiste piano orizzontale a quota
z0 nel quale la pressione si annulla = piano dei carichi idrostatici assoluto

C5

Piano dei carichi idrostatici assoluto

p.c.i. assoluto (superficie libera del liquido)


Vuoto; p = 0

hA
z0
A

pA
zA
z=0

La pressione in un punto A ad una profondit hA rispetto al p.c.i. pA = J hA


C6

Pressioni relative ed assolute Piano dei carichi idrostatici relativi


La pressione vista sinora si indica come pressione assoluta pass = p*
Nei problemi applicativi, con recipienti in atmosfera, si utilizza la pressione relativa prel = pass patm
con patm = pressione atmosferica; prel pu anche essere negativa, pass no !
Si definisce allora il p.c.i. relativo come quel piano su cui si annulla la pressione relativa; per
recipienti a pelo libero, esso concide con la superficie libera
p.c.i. Assoluto; z0 = zM + p*M / J
patm / J

h* = p*M / J
h

M
za

z0

p.c.i. Relativo; za = zM + pM / J
= zM + (p*M - patm ) / J

zM
z=0

Il p.c.i. assoluto e relativo sono utili per trovare la p nei punti della massa fluida considerata

pM = J(za zM) = Jh

p*M = J(z0 zM) = Jh*

patm= 101.330 Pa | 10.33 m (altezza piezometrica della pressione atmosferica in m di colonna


dacqua)
C7

Piani dei carichi idrostatici assoluti e relativi

p.c.i. assoluto (superficie libera del liquido)


Vuoto; p* = 0
patm
J

p.c.i. relativo

z0

hM

patm
pM

M
zM

p*M

za
z=0

C8

h
A

F1 = p A1

La pressione in un punto non dipende dalla


forma del recipiente che contiene il fluido

F2 = p A2

Trasmissione della pressione fluida


(torchio idraulico)
Una piccola forza pu originare una
forza pi grande

p = F1 /A1 = F2 /A2

C9

MISURA DELLA PRESSIONE


p.c.i.

Piezometro: consente di visualizare la quota del p.c.i.

pM = J h

arctan J1

Aria (p = 0)

U1
U2

h1

p.c.i.(2)

A
h2

p.c.i.(1)

arctan J2

J2 h = pA = J1 h1
J
h = J 1 h1
2

C10

p.c.i.J

Manometro Semplice
p.c.i.J

JM > J

pM = pN + JM '

'

J
M

pM
J

'

JM
J

JM

JM > J

J
M
N
h

JM

'
p.c.i.J

pN =0 = pN
pM =  JM '

pM
J

'

JM
J

p.c.i.J

C11

Manometro Differenziale 1/2


G
arctgJ

GJ
p.c.i.J

h G '

arctgJ

'

J (h G ')

Jh
JM > J

pN = J h
pM = J (h ' G)
pN = pM + ' JM

J (h ' G) + ' JM = J h

JM  J
'
J
C12

Manometro Differenziale 2/2


p.c.i.J

arctgJ

p.c.i.J

arctgJ

p.c.i.J

J

h G '

J
M

arctgJ

'
N

JM > J

JM  J2
J 2  J1
'
h
J2
J2
C13

Spinta Idrostatica su Superficie Piana


p.c.i.
Spinta su superficie infinitesima

dS = pndA = JhdAn

Spinta su superficie finita

SR

JhdA; S R

h
A

nS R

dS
dA
Superficie orizzontale

Superficie verticale

p = patm

p = patm
J

SR

H
p

SR = p A ; p = J h

2H/3

h
SR

SR

JhdA
A

JhLdh

J H 2 L 2 J H 2 HL

Spinta A superficie;

Spinta A superficie (larga L);

Spinta applicata nel baricentro

Spinta appl. nel centro di spinta z baricentro

pG A

C14

Spinta Idrostatica su Superficie Piana Inclinata (1)


Modulo della spinta

dS

pndA

p.c.i.

n JhdA nS
A

JhdA

Jy sen -dA

J sen - ydA

hG

y
dS

J sen -yG A JhG A

dA

pydA

JhydA

Jy sen -dA

J sen - y 2 dA J sen -I x ; I x
A

J sen -I x
S

x
x

Punto di applicazione della spinta

yC

yG yC

SR = pG A

SyC

Linea di sponda

J sen -I x
J sen -yG A

y dA

xG

xC

Ix
yG A

Ix
M

Ix: momento dinerzia dellarea A rispetto allasse


x, formato dallintersezione tra il piano
contenente la superficie e la superficie libera
C15

Spinta Idrostatica su Superficie Piana Inclinata (2)


p.c.i.

Punto di applicazione della spinta

Linea di sponda

T
SxC

pxdA

JhxdA

Jxy sen -dA

J sen - xydA
A

xC

J sen -I xy
S

J sen -I xy ; I xy
J sen -I xy
J sen -yG A

h
hG

xydA

y
dS

yG yC

I xy
yG A

I xy
M

Ixy: momento centrifugo dellarea A


rispetto agli assi x e y
xG

Le espressioni precedenti si trasformano


ricordando che

dA

xC

Ix = IxG + A y2G, con IxG: momento dinerzia dellarea rispetto un asse passante per il suo
baricentro G e parallelo allasse x; analogamente Ixy = IxyG + A y2G, con IxyG: momento
centrifugo dellarea rispetto un asse passante per il suo baricentro G e parallelo allasse x
yC

yG 

I xG
M

xC

xG 

I xyG
M
C16

ESEMPI
Paratoia rettangolare verticale alta b e larga L incernierata in C.
Determinare il modulo della spinta S sulla paratoia e il suo momento
M rispetto C, nellipotesi che lacqua a monte della paratoia abbia
una profondit h = 2b sulla cerniera stessa..

J
B

pG A

JhG A

b
H
2

b I0

2 M

b/2

b/2 s

M
C

D
B

A
L

S AB
S BC

JHL
H
1
JH
2
senD

M1

S AB
M2

S s

Spinta

b

2

Lb 3
12

braccio

Lb AB 
2

Momento

Determinare la pi piccola lunghezza L della base AB in modo


che lelemento non si ribalti e langolo Dper cui la lunghezza
minima.
Affinch la struttura non si ribalti la spinta complessiva
sullelemento ABC deve passare al limite per B, ossia che sia
nullo il momento rispetto B delle spinte su AB e BC.
(Si considera un elemento di larghezza unitaria)

L 1
JHL2
2 2
S BC braccio

1 H
J
6 sen 2 D

M1

M2

H
3senD

L min per senD max ossia per D = S/2


C17

Spinte su superfici curve 1/4


In genere non riconducibile ad ununica forza (2 forze: 1 orizzontale, 1 verticale)
dAx
z

dA

dS = p n dA

(ha per normale lasse x)

dSx = p (cos [nx] dA) = p dAx


dSy = p (cos [ny] dA) = p dAy

A
y
x

dSz = p (cos [nz] dA) = p dAz

dS x p dA x J h dA x

Sx

Ax

Ax

CP

Sx
y

Ax

Ax

La superficie Ax piana

h0x il baricentro di Ax piana

Sy

1.

Proiezione Ax, Ay



J h0 = p0 baricentro

3.

Applicata (Sx, Sy) nel centro di spinta

dS y p dA y J h dA y

Ay

Ay

J hox Ax

J hoy A y

Ay

C18

Spinte su superfici curve 2/4

dS z p dA z J hz dA z

Sz

Az

J
Sz

Az

Az

Az

dW

JW

Az

1.

Peso cilindro con generatici verticali poggiante


sulla curva che forma il contorno di A

2.

Applicata nel baricentro del cilindro

Sx, Sy non complanari - Sistema equivalente


Soriz. =

S x2  S y2 ; Svert. = Sz

Svert. non passa pi per il baricentro del volume della


colonna sovrastante, a meno che Sx e Sy siano complanari
(coppia = 0)
In generale si calcola cos: Sx in Cx, Sy in Cy, Sz nel
baricentro di W.

C19

Spinte su superfici curve 3/4 : uso equazione globale dellequilibrio statico


(baricentro)

31

G
A

S=30
O

32
C
A

30

Si isola un volume finito W (volume di controllo): la sua scelta


dipende dal tipo di problema che si affronta

G+3=0
G + 31 + 32 + 30 = 0

S =  30 = G + 31 + 32

La forza incognita (spinta su superficie curva) determinata in


funzione di forze note (peso e spinte su superfici piane)

C20

Spinte su superfici curve 4/4


p.c.i.

G + 30 + 31 = 0
S = 30 = 31 G

31 = J h0 A (applicata nel centro di spinta)

h0

G = J W (peso; applicato nel baricentro)

J
II )

I)

-G

I) Sup. concava:
S = 30 = G + 31

S = 30 = G 31

3

II) Sup. convessa: riempio V di fluido

30

31

30
G

30

31
C21

Corpi immersi o galleggianti

G + 3 = 0; 3 = S;S = spinta liquido sul corpo;

S = -G

Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta verso lalto


pari al peso di un volume di liquido uguale a quello del corpo
immerso; esso passa per il baricentro del volume di fluido
(PRINCIPIO DI ARCHIMEDE).

G > S corpo affonda;


G = S eq. indifferente;
G < S corpo si innalza; GALLEGGIANTI (parzialmente immersi)
Caso della nave :
B

G
V

B = baricentro nave;
V = volume di carena;
C = centro di carena
(baricentro di V)

JV

G

Applicata nel baricentro del volume


immerso (CENTRO DI CARENA)
Lequilibrio stabile per traslazioni
verticali
C22

EQUILIBRIO ALLA ROTAZIONE ATTORNO ASSE ORIZZONTALE


G = baricentro; C = centro di carena; C = centro di carena in posizione sbandata; M = metacentro
= intersezione della verticale per C con GC

S
C

G{C

M
G

M
C

a) G sotto C; equilibrio sempre


stabile (STABILITA DI PESO)
Momento stabilizzante

Ms

JV MC  GC senD

b) G { C; equilibrio sempre
stabile
Momento stabilizzante

Ms

JV MCsenD

c) G sopra C
Momento stabilizzate

Ms

Equilibrio stabile se
Per piccoli sbandamenti (senD # tgD # D) si dimostra che
J
MC
con J momento dinerzia della superficie di
V
galleggiamento rispetto allasse di rotazione scelto e V volume di carena.

JV MC  GC senD
MC ! GC

Equilibrio indifferente se MC GC
Equilibrio instabile se

MC  GC

C23

Fluidi di piccolo peso specifico, J


Anche fluidi sottoposti ad elevate pressioni in piccoli contenitori

1. Gas (modeste altezze); nei gas p # costante


A

Aria 20 C

pA = 9.806 N/cm2 # 9.8 x 104 N/m2 [Pa]

J = 23.24 N/m3 # cost.


pB = pA + J x 5 = pA + 116 (pB pA) / pB x 100 # 1.2
B

Spinta su superficie piana

Spinta su superficie curva


S

p
S

S=pA

Sx
Ax

dSx = p dA cos D = p dAx


Sx = p Ax
Sy = p Ay
Sz = p Az
C24

2. Liquidi con p elevate


Come nei gas, p # cost

2 dT = S
dL
p
dT
e

S = p D dL
dT = V e dL

dT
e

pD
2e

e = dT / V dL

Formula di Mariotte

C25

D. Cinematica dei fluidi

Velocit

Approccio Euleriano e Lagrangiano

Accelerazione

Elementi caratteristici del moto

Tipi di movimento

D0

VELOCITA; APPROCCIO LAGRANGIANO ED EULERIANO

Vettore velocit: v = v (x, t) = dx/dt; v { (v1, v2, v3), vi = dxi /dt

v s t

Punto di vista Lagrangiano: il moto del


fluido descritto seguendo landamento
della singola particella fluida,
descrivendone le caratteristiche in funzione
dello spostamento e del tempo; la relativa
derivata la derivata totale, o sostanziale,
rispetto al tempo d
D
{
dt Dt
Punto di vista Euleriano: il moto del fluido
descritto descrivendo landamento delle
variabili caratteristiche in punti fissi nello
spazio al variare del tempo; la relativa
derivata la derivata parziale rispetto al
tempo
w

s1, t1

s2, t2

v x, t

Volume
fisso di
controllo

wt
D1

ACCELERAZIONE

Che relazione esiste tra i due punti di vista ? Esprimendo laccelerazione nei due modi

Lagrangiano
dv x t , y t , z t , t
a=
dt

Euleriano: per la regola di derivazione delle funzioni composte


dv x t , y t , z t , t wv wv dx1 wv dx2 wv dx3
a=



dt
dt wx1 dt wx2 dt wx3 dt

wv
wv
wv
wv
 v1
 v2
 v3
wx1
wx2
dt
wx3

Derivata parziale (locale)

Accelerazione convettiva

D2

ELEMENTI DEL MOTO

Traiettoria:curva luogo dei punti


successivamente occupati da particella in moto

Linea di corrente: curva tangente al vettore


velocit in ogni punto

Linee di emissione: curva luogo dei punti


occupati da tutte le particelle transitate in
precedenza per punto prefissato

Traiettorie

t1

t2

Linee di corrente

Traiettorie e linee di corrente coincidono per


moto indipendente dal tempo

D3

TIPI DI MOVIMENTO

Esame vettore velocit: v = v (x, t)

Moto permanente: v = v (x); non dipende dal tempo;

wG
dG

0
z 0
wt
dt

Moto uniforme: v = cost; non dipende n dal tempo n dallo spazio

Moto vario (caso generale); v = v (x, t)

Moti piani: v1 = v1(x1, x2, t), v2 = v2(x1, x2, t), v3 = 0

G ,

D4

E. Equazioni fondamentali della Dinamica dei fluidi

Problemi affrontati ed approccio

Equazione indefinita di continuit

Equazione globale di continuit

Portata volumetrica

Equazione indefinita di equilibrio dinamico

Equazione globale di equilibrio dinamico


Spinte dinamiche: esempi

E0

Problemi affrontati ed approccio


Temi: bilancio di massa e prima legge della dinamica (bilancio di quantit di moto) secondo
1) APPROCCIO LAGRANGIANO (esame comportamento singola particella fluida)
2) APPROCCIO EULERIANO (esame comportamento fluido entro volume di controllo fisso)
2.1) VOLUME INFINITESIMO APPROCCIO LOCALE forma indefinita (differenziale)
2.2) VOLUME FINITO APPROCCIO GLOBALE forma globale (integrale)
BILANCIO DI MASSA, APPROCCIO
LAGRANGIANO
(EQ. CARDINALE CONTINUIT)

BILANCIO DI MASSA,
APPROCCIO EULERIANO
dmu
Nellintervallo dt

t0+dt

dme = massa entrante

dme

dmu = massa uscente


V

t0

m(t0 )

m(t0  dt )

dm
dt

d
UdV
dt

dmV = massa accumulata


in V

dme  dmu

dmV
E1

Equazione indefinita di continuit (Bilancio di massa Euleriano, forma locale)


dme  dmu

dmV

Uv3 

In direzione x1 in dt

dme1  dmu1

dme1  dmu1
dme 2  dmu 2
dme 3  dmu 3
dme  dmu

w Uv1
dx1 dx2 dx3dt
Uv1dx2 dx3dt  Uv1 
wx1

Uv1
w Uv1

dx1dx2 dx3dt
wx1
w Uv2

dx1dx2 dx3dt
wx2
w Uv3

dx1dx2 dx3dt
wx3
w Uv1 w Uv2 w Uv3



dx1dx2 dx3dt
w
x
w
x
w
x

1
2
3

wU w Uv1 w Uv2 w Uv3





wt
wx1
wx2
wx3
Equazione indefinita di continuit

w Uv3
dx3
wx3

Espansione di Uvi
in serie di Taylor

Uv1 

dx3

Uv2

w Uv1
dx1
wx1

dx2
dx1

Uv3

dmV

Uv2 

w Uv2
dx2
wx2

wU
dx1dx2 dx3dt
wt

wU
 div Uv 0
wt
DU
 Udivv 0
Dt

U = costante

divv 0
(v solenoidale moto isocoro)
E2

Equazione globale di continuit (Bilancio di massa Euleriano, forma integrale)


dme  dmu

Vol. di controllo V
Ai

Au

Massa in transito in dt, attraverso dA : Uvn dAGt, vn = vxn


Massa in transito in dt, attraverso A:

wM
dt
wt
wU
U
G
v
A
GV
n

V
V wt

= variazione massa in dV in dt:

A0 : vn = 0
Sia A = A0 + Ai + Au ,

Ai : vn > 0

vn GA 0
A

portata in massa in ingresso

Ai

Qmu

 Uvn dA

w
UdV dt
wt V

Qmi  Qmu

portata in massa uscente

wU
GV
V wt

Au

Qmu
Qi

U = cost.

Uvn dA

Qmi

Au : vn < 0

Qmi

dt Uvn dA
A

U(x,t) = U(x)

dmV

vnGA portata volumetrica entrante


Ai

Qu

 vn GA
Au

portata volumetrica uscente

Qi

Qu
E3

Equazione di continuit per correnti (1-D)


Sezione trasversale A

Schema monodimensionale

Q = VA
s

Se U = cost.

Corrente: moto con traiettorie aventi la stessa direzione

Bilancio di massa fra due sez. distanti Gs

wQ wA

ws wt

0 ; Moto permanente

w UQ w UA

0
ws
wt

Q = AV =cost.

E4

Bilancio indefinito di quantit di moto, forma locale


Volume di fluido dV con v e

dv
dt

tx 

al tempo t (Lagrangiano);

t xz dz

dR = adm, dR ris. forze; dm = Udxdydz

t xx

dR = f. di massa + f. di superficie

tx
t xy

F. di massa = Ufdxdydz, f = f. specifiche di massa


F. di superficie = ris. forze trasmesse da fluido est.
wt
Risultante in direzione x:  x dxdydz
wx
Risultanti nelle direzioni y, z


dy

k
i

dx

wt y
wt
dxdydz, z dxdydz
wy
wz

Risultante sul contorno

wt x
dx
wx

t x { t xx , t xy , t xz = sforzo su faccia perp. a x


t y { t yx , t yy , t yz = sforzo su faccia perp. a y
t z { t zx , t zy , t zz = sforzo su faccia perp. a z

wt
wt
wt
 x  y  z dxdydz
wy
wz
wx

PRIMA EQUAZIONE INDEFINITA DEL MOTO


(EQUAZIONE DI EQUILIBRIO DINAMICO)

wt
wt
dv
wt
Uf  x  y  z U
dt
wx wy wz
E5

Tensore degli sforzi


t xx

T { t yx

t zx

Introdotto il tensore degli sforzi T, in cui lelemento ij la


componente j-esima dello sforzo i-esimo, la prima equazione
indefinita assume la forma
Dv
Uf  divT U
Dt
E duso porre

t xx
t yx
t zx

V x ; t xy
W yx ; t yy
W zx ; t zy

W xy ; t xz
V y ; t yz
W zy ; t zz

W xz ;
W yz ;
Vz ;

Per lequilibrio dei momenti dellelemento


infinitesimo si dimostra inoltre (SECONDA
EQUAZIONE INDEFINITA DEL MOTO)

V
x
T { W yx
W
zx

t ji

W xy
Vy
W zy

t xy
t yy
t zy

t xz m t x

t yz m t y
t zz m t z

W xz

W yz
V z

tij

Pertanto il tensore degli sforzi simmetrico ed ha sei componenti signficative

E6

Equazioni globali di equilibrio dinamico (1/2)

Per un volume di fluido V vale la prima equazione cardinale del


moto, ovvero
6 forze applicate = derivata temporale q.d.m.
V

Se f forze specifiche di massa, W forze specifiche di superficie


UfdV  WdA
V

d
UvdV
dt V

Per un volume finito V, grazie al teorema del trasporto

G 

UfdV  WdA
V

Posto
i Uv ( v n)dAi , Q
u
Q
Ai

 Uv ( v n) dAu
Au

d
UvdV
dt V
w (Uv )
dV  Uv ( v n) dA

w
t
V
A

u Q
i
G  I  Q

portate di q.d.m. in ingresso e uscita,


w (Uv )
e I
dV inerzie locali
w
t
V

Equazione globale equilibrio dinamico

E7

Equazioni globali di equilibrio dinamico (2/2)

Analogamente per un volume di fluido V vale la seconda equazione cardinale del moto, ovvero
6 momenti forze applicate = derivata temporale del momento della q.d.m.

Se f forze specifiche di massa, W forze specifiche di superficie, x0 posizione polo qualunque


x  x 0 UfdV  x  x 0 WdA

d
x  x 0 UvdV
dt V

Per un volume finito V, grazie al


teorema del trasporto

mu
Q

d
x  x 0 UvdV
dt V

x  x0 UfdV  x  x0 WdA
V

w ( Uv )




x
x
dV  x  x 0 Uv ( v n) dA

0
V

mi
Posto Q

Gm  3m

wt

( x  x 0 ) Uv ( v n) dAi ,

Ai

 (x  x 0 ) Uv ( v n)dAu
Au

portate di momento di q.d.m. in ingresso e uscita,


w (Uv)
e I (x  x0 )
dV inerzie girotoriche locali
V
wt

Gm  3m

mu  Q
mi
Im  Q

E8

Spinte dinamiche: esempi

Ipotesi:

1.moto di fluido ideale


2.Si trascurano le forze specifiche di massa
3.Densit del fluido costante

F
x

Di conseguenza la pressione ambiente uniforme, la vena


in arrivo rettilinea, il suo contorno libero, non a contatto
con la parete solida investita, costituito da traiettorie, e
lungo ciascuna traiettoria il modulo della velocit
uniforme ( per T. di Bernoulli).

Come primo esempio si considera il caso della vena a sezione circolare, con
velocit uniformemente distribuite allinizio e perci coincidenti in modulo con
la velocit media, U, che investe normalmente una parete piana molto ampia
rispetto alla sezione : della vena incidente. Il fluido abbandona la lastra con
velocit a essa tangenti. Il teorema della quantit di moto, applicato al volume di
controllo tratteggiato in figura e proiettato nella direzione e nel verso x della
velocit darrivo, porge subito, per il modulo F della spinta complessiva
esercitata dalla vena sulla parete, il valore:
F

UU 2: UQU

Infatti, poich la pressione ambiente uniforme, il risultante degli sforzi esterni di pressione si riduce al risultante
degli sforzi trasmessi dalla lastra alla corrente, che vale F. Nello stesso tempo la portata di quantit di moto
uscente dal volume di controllo ha componente nulla in direzione x, e la componente nella direzione e nel verso x
della portata di quantit di moto entrante nello stesso volume vale UQU. Per ragioni di simmetria, il risultante F
E9
passa per lasse del getto incidente.

Spinte dinamiche: esempi


O
a

U
P

Ossia:

Q2
UQU cos D U cos D
:

Piastra quadrata di lato b e di peso P, incernierata in O, ad un asse


orizzontale coincidente con un suo lato. Essa investita da un
getto di acqua orizzontale di portata Q e sezione :, che dista a
dallasse O. Determinare quale portata deve avere il getto perch
la piastra si sposti dalla verticale di un angolo D assegnato.

Si scriva il teorema globale dellequilibrio per il volume di liquido


rappresentato dalla porzione di getto compresa fra una sezione
verticale e la piastra. Ammessi: il liquido perfetto, trascurabile il
peso di liquido nel volume isolato e nulla la risultante delle
quantit di moto uscenti dal volume stesso, la spinta N esercitata
sulla piastra dovr eguagliare la componente, secondo la normale
alla piastra stessa, della quantit di moto entrante.

La condizione di equilibrio della piastra impone che sia nullo il momento delle
forze a essa applicate rispetto O, quindi:

b
P senD
2

a
N
cos D

b
Q2
P senD U a
:
2

Pb:senD
2Ua
E10

Spinte dinamiche: esempi

Il getto uscente dal bocchello di diametri D e


d investe il tegolo che lo devia di un angolo
- Mu
D. Supponendo: nulle le perdite, uguali fra
R
B
loro i moduli delle velocit e nulla la
A
pressione nelle sezioni BB e CC, trascurabile
Me
D
d
il peso del liquido tra le sezioni BB e CC, e
assunto pari a Cc il coefficiente di
B
A
n
D
C
contrazione del getto, calcolare la spinta sul
tegolo, note le indicazioni n del manometro
D
M
metallico e la geometria del sistema.
C
La spinta si calcola con il teorema globale
dellequilibrio dinamico applicato al volume
liquido compreso tra le sezioni BB e CC, tenendo
conto che le spinte sulle facce BB e CC sono nulle
Considerando uguali le velocit nelle sezioni BB eCC,
(Patm).
risultano uguali le quantit di moto entrante e uscente:

Me

UQU

Mu

La portata si calcola applicando il teorema di Bernoulli fra le sezioni A e B essendo :B = cc (Sd2)/4

p A U A2

J 2g

U B2
2g

pA
Q2

J 2 g: 2A

Q2
2 g: 2B

: A: B

2 pA
U : 2A  : 2B

La pressione pA, nel centro della sezione A, ricavabile dalla lettura del manometro pA = n 9,8 104 DJ [N/M2].
Infine la velocit del getto calcolabile, note la portata e larea della sezione contratta. La differenza vettoriale
Me Mu fornisce la Fx, cio la R cercata, il cui modulo risulta quindi

D
e linclinazione sullorizzontale
2UQUsen
2

SD
2

E11

Spinte dinamiche: esempi


Fra le applicazioni tecniche dei fenomeni durto
merita una descrizione particolare quella della
turbina Pelton. In queste macchine un getto
dacqua cilindrico, animato da velocit media U,
fornito da un ugello, la cui sezione parzializzata da
una spina centrale, lago Doble, per la regolazione
della portata. Il getto investe successivamente le pale
a doppio cucchiaio, sistemate sulla periferia di una
ruota e ne viene deviato fino allannullamento della
velocit nella direzione iniziale: resta solo una
piccola velocit parallela allasse della ruota,
necessaria per allontanare e scaricare la portata.
La spinta esercitata dal getto su ciascuna pala, che ora in moto con velocit v uniforme, pu essere stimata da
un osservatore solidale con la pala, che vede in arrivo un getto di sezione : e velocit (U v ): perci
F1 2U U  v 2 :
La spinta totale va calcolata in base alla portata assoluta :U anzich a quella relativa :(U-v): F 2U:U U  v
La potenza meccanica ceduta alla ruota vale: Fv 2U:U U  v v e assume valore massimo per v = U/2 .
Questultima la velocit periferica prevista per la ruota: il passo di posizionamento delle pale sulla ruota tale
che ciascuna pala abbia tempo di deviare del tutto in direzione parallela allasse di rotazione della macchina il
troncone di getto isolato dalla pala successiva prima di allontanarsi, per effetto della rotazione, dalla traiettoria
rettilinea del getto indisturbato. Se la velocit periferica della ruota proprio pari alla met della velocit
dellacqua nel getto, lenergia cinetica per unit di peso effluente dallugello eguaglia la potenza che viene
ceduta alla ruota.
In tal caso il
rendimento della
1
Fv
2 g:U U  v v 2
UU 2:U

U

v

v
1 2
macchina sarebbe
2
Ug:U
Ug:U
g
U
E12
unitario.
Ug:U
2g

F. Fluidi ideali e reali

Fluidi reali

Fluidi ideali e equazione di Eulero

Equazioni costitutive

Equazione di Navier-Stokes

F0

Fluidi reali: equazioni disponibili


Equazione di stato

U U( p , T )

1 equazione scalare

Equazione indefinita di continuit

wU
 div Uv 0
wt

1 equazione scalare
3 equazioni scalari

Equazione indefinita di equilibrio dinamico

wt x wt y wt z

Uf 


x
y
z
w
w
w

Ricordando che le incognite sono

Uf  divT U

Dv
Dt

Totale: 5 equazioni scalari

U, v (3), T (6) o Ci sono 10 incognite per 5 equazioni

t xx

V x ; t xy

W xy ; t xz

W xz ;

t yx
t zx

W yx ; t yy
W zx ; t zy

V y ; t yz
W zy ; t zz

W yz ;
Vz ;

V
x
T { W yx
W
zx

W xy
Vy
W zy

W xz

W yz
V z

Il problema indeterminato: sono necessarie altre 5 equazioni,


ricavabili dalle modalit di deformazione del fluido !
F1

Fluido perfetto (o ideale)


p

T{0
0

Vediamo un caso particolare: un fluido che abbia, in moto,


uno stato di sforzo identico a quello dei fluidi in quiete

wt x
wx

wp wt y
i,
wx wy

wp wt z
j,
wy wz

wp
k
wz

Prima equazione indefinita del moto diventa

0
p
0

0
p

p pressione

divT gradp

Uf  gradp

Dv
Dt

EQUAZIONE DI EULERO
o DEI FLUIDI IDEALI

Ora le incognite sono U, v (3), p o 5 incognite per 5 equazioni

F2

Fluidi reali (viscosi) 1/2


Tensore degli sforzi nei fluidi viscosi

Prima equazione indefinita del moto

Seconda equazione indefinita del moto

Serve equazione costitutiva

Uf  divT U
T ji

Dv
Dt

Txx Txy Txz m t x

T { Tyx Tyy Tyz m t y


m t
T
T
T
zx
zy
zz
z

Tij

Fluidi senza memoria


Legame sforzi-deformazioni T=T(D), D tensore di deformazione
T= pI se in quiete

wvx

wx

1 wvx wv y

D {

2 wy wx

1 wv y  wvz
2 wz wx

1 wv y wvx 1 wvz wvx




2 wx wy 2 wx wz
wv y
1 wvz wv y


2 wy wz
wy

w
w
v
v

1
wv
y

y  x

wz
2 wz wy

FLUIDO STOKESIANO

F3

Fluidi reali (viscosi) 2/2


Il legame sforzi-deformazioni pi semplice quello
lineare, o legame costitutivo newtoniano, che vale
per fluido incomprimibile

Introducendolo nella equazione indefinita di


equilibrio

Uf  gradp  P 2 v

Dv
Dt

pI  2PD

Uf  divT U

Dv
Dt

EQUAZIONE DI NAVIER-STOKES

F4

G. Teorema di Bernoulli

Teorema di Bernoulli

Interpretazione fisica

Applicazioni: foronomia, venturimetro

Estensione a corrente finita

Estensione ai fluidi reali

Estensione alla presenza di macchine

G0

Fluidi ideali Il Teorema di Bernoulli (1/2)

Fluido ideale (non-viscoso): si assume che il fluido abbia zero - viscosit (W = 0)


1
Dv
Dv
a
Vale eq. Eulero: Uf  gradp U
f  gradp
D
t
U
Dt
-1
se f ammette pot. f gradI a ammette pot. se e solo se U gradp ammette pot.

U-1gradp ammette pot.se: U o p = cost, o U, p legate f(U, p, t) = 0 = moto barotropico


dp
-1
un potenziale di U gradp
U
Dv wv
v2
Identit vettoriale: a
 v rotv  grad
Dt wt
2 v 2 wv
1
Sostituendo a nella eq. Eulero:  f  gradp  grad 
v rotv
U
2 wt
CASO 1

Moto irrotazionale: rot v = 0 v = grad M ed a ammette potenziale


dp
-1
U
grad
p
grad
f
grad
I
Se a ammette pot.
e f(U, p, t) = 0 (moto barotropico)

U
2
2

dp v wM
dp
v
w
M
grad  I    0  I   
uniforme nel dominio
2
w
U
t
U 2 wt

wv
Moto permanente :
wt

dp v 2
0 I 
uniforme nel dominio
U 2
G1

Fluidi ideali Il Teorema di Bernoulli (2/2)


CASO 2

Moto rotazionale : rot v z 0


wv
v 2 wv
1
0  gradI  gradp  grad 
Moto permanente :
wt
U
2 wt

v rotv

dp v 2
Moltiplico scalarmente per v o rot v grad  I   v v rotv v
U 2

dp v 2
I 
costante lungo le traiettorie o le linee di v
U 2
Analogamente se esistono f. specifiche di massa di tipo Coriolis fc = -2 Z v

Il trinomio anche immutabile nel tempo

per U = costante e geopotenziale I = -gz

p V2
g z 
U
2
H

costante

p V2
z 
J 2g

V2
carico totale o effettivo h 
2g

costante

TRINOMIO DI
BERNOULLI

costante
Altezza generatrice
della velocit
G2

Fluidi ideali Il Teorema di Bernoulli (2^ dimostrazione)


2

Il teorema di Bernoulli esprime il principio di conservazione dellenergia meccanica di un


fluido ideale e a densit costante, in moto permanente nel campo gravitazionale.
Le ipotesi su cui si basa sono dunque:
1) Fluido perfetto
1
2) Campo gravitazionale
r
w...
p
3) Moto permanente ( stazionario )
0
wt
'x
Applico F m a al tronchetto di fluido 'x, r proiettato nel verso del moto

p1  p2 Sr 2  UgSr 2'xsenD
USr 2dx

p1  p2 o dp

dv
dt

dp
 gdz  vdv
U
2

e integrando tra 1 e 2

dp

1 U

g z2  z1 

ovvero se incomprimibile

dxsenD

dz

wv
wv
dv dx  dt
wt x
wt t

Divido per USr2 e porto tutto a II membro

dp
dv
 gdz  dx v
U
dx

dv
dt

'x o dx

Per un tratto infinitesimo

 dpSr 2  UgSr 2dz

USr 2 'x

p

v22

p v2
gz  
U 2

 v12
2

(moto permanente, Hp. 3)

cos t
dv
dt

wv
dv dx
wx t
dv dx dv
v
dx dt dx

dv
dx quindi
dx

cos t
G3

Interpretazione fisica
V2A
2g
pA
J A
zA

pB
J
B

zB

Linea dei
Carichi Totali

V2B
V2C
2g
2g
pC
J C

Linea
Piezometrica

Il lavoro compiuto su
una particella dalle forze
che su questa agiscono
uguale alla variazione
dellenergia cinetica
della particella stessa

zC

z+
z=0

p
J

QUOTA PIEZOMETRICA
H = energia specifica (per unit di peso) = CARICO TOTALE

z : energia posizionale (peso = 1) : lavoro dellunit di peso


ALTEZZA GEODETICA

V2/2g : energia cinetica (peso = 1) : lavoro dellunit di peso [(1/2 m V2)/mg]


ALTEZZA CINETICA (altezza di caduta libera per raggiungere v)

p/J : energia di pressione (peso = 1) : lavoro dellunit di peso


ALTEZZA DI PRESSIONE (altezza di colonna di fluido per produrre la pressione p)

DEFINIZIONE.:Quando i raggi di curvatura delle singole traiettorie sono molto grandi, la variazione della
quota piezometrica lungo la normale principale e quindi in tutto il piano normale risulta molto piccola e
praticamente trascurabile: la distribuzione della pressione nelle singole sezioni traversali della corrente risulta
cio sensibilmente idrostatica. Tali correnti si dicono correnti gradualmente variate o correnti lineari.
G4

Pressione statica, dinamica, totale punto di ristagno

1
p  UV 2  J z
2

Ciascun termine pu essere interpretato come una


forma di pressione [N/m2]

(4)
h h4-3

v
h3-1

(3)
(1)
v1 = v

costante

p: pressione termodinamica (pressione statica)


p1 = J h3-1 + p3 = J h (come se il fluido fosse fermo)

(2)
v2 = 0

p2 = p1 + (1/2) U v21
La pressione nel punto di ristagno
maggiore della pressione statica p1
della quantit (1/2) U v21, pressione
dinamica

Jz: pressione idrostatica - Variazione di pressione


possibile per variazioni di energia potenziale del
fluido, a seguito di cambiamenti di quota
 Uv2: pressione dinamica Visualizzabile in
(2), punto di ristagno
Punto di ristagno

Pressione totale
pT = p + (1/2) U v2 + Jz
G5

Misura delle velocit TUBO DI PITOT

VA2 / 2g
Abbinando al Pitot una
cella di pressione pi
facile acquisire
landamento temporale
delle velocit

Presa dinamica
(punto di ristagno)
Prese statiche

Informazione in uscita

C
V

HB = zB + pB/J = HA = zA + pA/J + VA2 /2g


t

2( p B  p A ) / U
G6

PROCESSI DI EFFLUSSO

p1 v12
z1  
J 2g

(1)
v=0

Tra due punti su di una traiettoria

(3)

(2)

p2 v22
z2 

J 2g

e
(2)

Pressione uguale a patm: traiettorie


rettilinee p2 { p4

(4)

H
(5)

Fisicamente:
Fisicamente dal momento che non c componente
della forza peso (o accelerazione) in direzione
normale, la p costante in quella direzione

Tra (1) e (2): h = v2 / 2g v

2gh

TORRICELLI

ottenibile anche scrivendo lequazione di Bernoulli fra i punti (3) e (4): v3 = 0; p3 = J (h e)

Tra (2) e (5) il fluido accelera: v5

2 g (h  H )

Tutta lenergia potenziale di una particella convertita in energia cinetica

G7

d << h la velocit del baricentro della vena una


ragionevole velocit media (distribuzione parabolica)

(0)
h

p0 v02
z0 

J 2g

(1)

p2 v22

z2 
J 2g

2 g ( z0  z 2 )

v2

2gh

(2)
z

ve = 0.98 0.99 v = Cv 2 g h

(3)
z=0

Q = Ac ve = Ac Cv

Ac = Cc A;

effettiva

2 g h = A Cc Cv 2 g h

Q=PA 2gh

P = Cc Cv

Cc = coefficiente di contrazione

coefficiente di efflusso

Vena contratta
(1)

(2)

dc

dc

dc

(3)

Cc = 0.61

Cc = 0.61

Cc = 0.50
G8

Vena sommersa

pA/J
A

v2
h
2g

n
o

zA
H1

pB/J
dc

H2

zB
z=0

p A v A2

zA 
J 2g

p B vB2

zB 
J 2g

vt

2 g ( H1  H 2 )

2gh

G9

Efflusso da paratoia

pA/J

(A)

ac = Cc a | 0.61 a
zA

pB/J

(B)

zB

In (B): corrente gradualmente variata

p A v A2
zA 

J 2g

a
b

p B vB2
zB 

J 2g

Sezione
rettangolare

z + p/J = costante

vt

2 g ( H  Cc a )

Q P a b 2 g ( H  Cc a )
G10

Teorema di Bernoulli per correnti


Tubo di flusso

dA

Potenza di una corrente


dP = (J dQ) u H; H = carico totale (energia meccanica)

dQ = v dA

J H dQ

Per ogni tubo di flusso, fluido ideale:

p v2
J H v dA J z  J  2 g v dA

A
A

H = costante

dP = costante

J dQ = costante

La potenza, P, di una corrente di fluido ideale, incomprimibile,


in condizioni di moto permanente, si mantiene costante, cio
assume lo stesso valore su tutte le successive sezioni trasversali.
Fino a qui tutto vero per qualunque tipo di corrente. Adesso, vediamo cosa
succede per correnti lineari
G11

Corrente lineare (gradualmente variata): z + p / J = costante


Potenza cinetica

J z 
A

p
v2

v
dA

J
J
v
dA
z 
2g
J

p
Q  Pc
J

In generale, v z costante su di
una sezione trasversale

Coefficiente di ragguaglio, D, della potenza


cinetica (coefficiente di Coriolis)
Moto uniforme turbolento: D | 1 (1.06 1.08)
Moto uniforme laminare : D = 2

2
Vmedia
JD
Q
2g

Pc
v
P

Vmedia
p
J z   D
Q
J
2g

vmedia
Per una corrente lineare di fluido
ideale:

V2
v dA
J
A 2g
3
vmedia
J
A
2g

J H medio Q = costante

Hmedio = energia specifica media


P = costante

Hmedio = costante

Q = costante
G12

Venturimetro
Linea dei carichi totali
V2A/2g

2.

Corrente lineare
piezometrica unica,
convenzionalmente
riferita allasse,
L.C.T. unica

Linea piezometrica
pB/J

pA/J

Teorema di Bernoulli
esteso a corrente
lineare con D | 1
(vmedia | v)

V2B/2g

Perdita di carico
trascurabile nel
convergente

1.

D2

A
G

zB

pA
pB

z A  J  zB  J

VB2  V A2
2g

'

Jm  J
J

'
VA AA = VB AB = Q = costante

D1
z=0

zA

Q
Jm

AA AB
AA2  AB2

2 g'

Jm  J
J

G13

Boccaglio

Diaframma

Taratura
(laboratorio)

Linea dei Carichi Totali


v21/2g

v21/2g
v22/2g

Linea Piezometrica

'

': lettura manometro


differenziale tra monte
e valle
Venturimetro
N.B.: In generale, un aumento di velocit
accompagnato da una diminuzione di
pressione (cavitazione)
G14

Linea piezometrica e linea dei carichi totali


LCT
V1 = p1 = 0

(1)

V22/2g

LP

V23/2g

p2/J
H = z1

p3 = 0

(2)

z3

z2

(3)

LCT
Q

p<0

LP
p>0

G15

Fluidi reali
(A)

H z costante

(B)
(E)

(F)
(D)

LJ
V2/2g

(C)
s
L

Viscosit

Sforzi
tangenziali

calore

Fluido reale (dissipazioni di energia meccanica)


Fluido ideale (velocit in

LCT: (AE) = LP + V2/2g

Perdita di energia
per unit di peso e
di persorso,
adimensionale

condotta costante per tutte


le traiettorie)

LP : (FD)

LCT: (AB)

CADENTE J = - wH/ws

LP : (CD)

Cadente Piezometrica J = - w/ws (z + p/J)


G16

J
s

wH
ws

Equazione del moto

JL

dH
0

Continue

 J ( s ) ds

H (s)  H 0

 J ( s ) ds

Perdite di carico

Moto uniforme
J = costante (LP { LCT)

Localizzate

H(s) H0 = J u s

O
(proporzionali a V2 / 2g)

V2
J L
2g

Lintera energia disponibile si


trasforma solo in parte in energia
cinetica a causa delle dissipazioni

Equazione del moto


(teorema di Bernoulli generalizzato)

Vi 2
H 0  J ( s ) ds  O i
2g
i
0
s

H (s)

G17

Teorema di Bernoulli in presenza di macchine


Teorema di Bernoulli

H (s)

Vi 2
H 0  J ( s ) ds  O i
2g
i
0
s

Teorema di Bernoulli generalizzato,


fluido reale
0

H0

H (s)

'Hm

H (s)
Teorema di Bernoulli generalizzato in
presenza di macchine, fluido ideale

Teorema di Bernoulli generalizzato in


presenza di macchine, fluido reale

H 0  'H m (macchine);

'H m ! 0 macchine motrici (turbine)


'H m  0 macchine operatrici (pompe)

Vi 2
H 0  'H m  J ( s ) ds  O i
2g
i
0
s

H (s)

G18

Macchine Motrici (Turbine) e Operatrici (Pompe)


L1 J1

'H

L2 J2

D V21/2g)

D V22/2g)

La portata Q non
dipende solo da Y ma
anche dalla regolazione
della macchina

HA
Q

T
L1

(A)

HB

HM

HV

L2

(B)

Y = salto disponibile
dislivello peli liberi

'H = salto utile = HM  HV

z=0

HM = HA J1 L1
HV = HB +

D V22/2g)

+ J2 L2

Pt = J Q 'H potenza ceduta

Energia ceduta dalla


corrente alla macchina
nellunit di tempo

Pd = J Q Y potenza disponibile
G19

prevalenza manometrica
'H

Schema di
impianto di
sollevamento

'h

prevalenza totale
'H = HV  HM

'h
HV

Y
L2
Q

A
HA

HM

Condotta di mandata

Pt = J Q ' H
HB

z=0
Y = 0 circuito chiuso

prevalenza geodetica
Y
Potenza ceduta al fluido

L1

Condotta di aspirazione

p2
p1

z2  O  z1  O

(la pompa deve vincere solo le


resistenze distribuite e concentrate)

Potenza ceduta
alla pompa
Pe = (J Q 'H) / K

Y < 0 voglio convogliare pi portata di quella che passerebbe naturalmente

G20

H. Moto permanente in tubi cilindrici

Moto permanente

Formula di Poiseuille

Raggio idraulico

H0

MOTO PERMANENTE IN TUBI CILINDRICI

Per :
moto permanente
UP uniformi e stazionarie
Traiettorie rettilinee e parallele
Campo geopotenziale I = - gz
Eq. di continuit:

div v

Eq. Navier - Stokes:

wv x
wx

Proiettando sugli assi e ricordando che


w
p  Ugz  P 2vx
wx

w
p  Ugz 0
wy

w
 p  Ugz 0
wz

Si ha :

vx ( y, z )

Dv
U
Dt

(moto permanente) e che

f g grad(gz)

z

p
Ug

Dalla prima equazione si deduce 

Posto

dv
dt

vx

Uf  gradp  P v

vx

w
p
 z 
wx
J

E uniforme sui piani ortogonali a x, ovvero: la pressione


varia idrostaticamente sulle sezioni trasversali

p P
w
z   2v x
wx
J J

Come v anche 2v dipendente da x:

x
x
0 la variazione
di carico piezometrico

uniforme con x

Cadente piezometrica

2vx

J
i
P

EQUAZIONE DI POISSON
H1

Per lintegrazione dellequazione di Poisson sono necessarie:


9 forma sezione trasversale

y
r

9 condizioni cinematiche al contorno


Tubo cilindrico a sezione circolare:
T

Passando alle coordinate cilindriche ( r,T )


w 2v x

vx

w 2v x

1 w wvx 1 w 2vx
r

r wr wr r 2 wT2

wy 2
wz 2
Da cui integrando con vx(r = r0) = 0, dv x dr (r

v x r

Ji 2 2
r0  r
4P

vmax

vx 0

Ji
P

Profilo parabolico di velocit


Inoltre integrando si ottiene la portata

r0

Ji 4
Sr0
8P

2Srvx (r )dr

D = 2ro

0) 0

Ji 2
r0
4P

W
vmax

Ji
SD 4
128P

FORMULA DI POISEUILLE
0
e la velocit media ( ascissa di compenso del diagramma delle velocit)

Q
A

Ji 2
r0
8P

Ji 2
D
32P

1
vmax
2

Infine, la tensione tangenziale

Trx

dv
P x
dr

Ji
r
2

Trx max

Ji
r0
2

(alla parete)
H2

Si valuti ora il rotore:

rot v x i x

wv
1 wv x
ir  x iT
wr
r wT

Ji
riT
2P

Dunque il moto rotazionale e il rotore cresce linearmente con r, dal valore 0 in asse al massimo ( r = r0 )
presso la parete
Tubo cilindrico a sezione circolare: azione di trascinamento corrente
Moto uniforme a velocit media V in
tubo cilindrico a sez. circolare ( inclinato
sullorizzontale di D ) con raggio r0. Si
applica il teorema della quantit di moto
al cilindro lungo L e di raggio generico r
(0 d r d r0). Indicando con A = Sr 2 la
sua sezione , B = 2 Sr il perimetro della
sezione ( perimetro bagnato ) trasversale,
si ha che lazione esercitata dal fluido
circostante vale 3 0 , con 3 0 WBL
ipotizzando tensioni distribuite
uniformemente.
Il teorema della q.d.m. porge allora

G  31  3 2  3 0

Q 2  Q 1

V2
2g

D
Li

32

p1
J

Q 2

G
31

z2

L
z1

z=0

Q1

Proiettando nella direzione del moto e evidenziando lazione di trascinamento T


V2

si ha
Q1 Q 2 U
T 31  3 2  GsenD JA h1  h2 JALi

3 0 notando che

h1  h2
L

Cadente piezometrica (= in moto uniforme alla cadente del carico effettivo j =(H1  H2) / L )
H3

Dunque la tensione tangenziale al raggio r vale:


W r

T
BL

A
i
B

A
j
B

r
J i
2

come ricavato in precedenza con lequazione di Navier (W = T rx)


Infine lo sforzo tangenziale (massimo) alla parete vale
W max

W0

Sr02
J
i
2Sr0

r0
i
2

r0
j
2

Il ragionamento pu essere esteso a sezioni diverse dalla circolare, nel qual caso alla parete
W0

A
i
B

JRi

con

A
B

RAGGIO IDRAULICO

r
W r J i
Tornando alla sezione circolare e al raggio generico r, unendo alla
lespressione dovuta
2
dv
W r Trx P x
allequazione costitutiva
separando le variabili e integrando, si ottiene la
dr
distribuzione di velocit parabolica derivata in precedenza.

H4

I. Moto turbolento

Esperienza di Reynolds

Moto medio

Aspetti del moto turbolento

I0

MOTO TURBOLENTO
Regimi di moto:
ESPERIENZA DI REYNOLDS ( 1883 )
Aumento gradatamente la portata in ingresso
Immissione
colorante

Immissione
colorante

Immissione
colorante

V1 molto bassa

V2 > V1

V3 > V2 ( di poco )

Moto laminare: moto per filetti


fluidi paralleli alle pareti del
condotto, colorante immesso
mantiene traiettoria senza
mescolarsi; non si verifica
scambio di massa tra filetti
adiacenti.
Moto di transizione: moto per
filetti fluidi che divengono
instabili allaumentare della
portata. Esistono velocit
trasversali e scambio di massa
tra filetti adiacenti.
Moto turbolento: dopo breve
tratto di condotta il getto di
colorante si disintegra e si
disperde nella massa fluida
colorandola
uniformemente.
Velocit trasversali incisive.
I1

Se V velocit media
D diametro condotta
UP propriet del fluido (densit , viscosit )
Il moto laminare o turbolento a seconda che

Re

UVD
P

NUMERO DI REYNOLDS

[Re] = [ 0 ]

sia minore o maggiore di circa 2500

Il passaggio al moto turbolento avviene per instabilit del moto laminare di partenza

I2

MOTO MEDIO
Nel moto turbolento i valori locali e istantanei delle varie grandezze fisiche subiscono fluttuazioni continue e
disordinate. Di norma sufficiente considerare solo le medie temporali dei valori locali e istantanei e
prescindere dalle oscillazioni sovrapposte. Tale operazione concettualmente analoga alla media spaziale
effettuata per ottenere lo schema di mezzo continuo.
Da un punto di vista Euleriano, la velocit in un punto fluttua e assume valori v1,..., vi ,..., v n nellintervallo
temporale t0

v1

vi

vN

Il valor medio temporale

vm

1 t
vdt

0
t0
0

t
t1

ti

tN

Al crescere di t0 , v m fluttua sempre meno sino a raggiungere un valore pressoch costante per t0 = T; si
definisce allora

vm

1T
vdt

T 0

VELOCITA MEDIA TEMPORALE

Ove T, durata, sufficientemente lunga da ottenere valori che non dipendono pi dalle fluttuazioni
turbolente; invece breve rispetto ai tempi di evoluzione del fenomeno nel suo complesso.
Secondi o frazioni ( piccoli vortici )

T:
Ore ( turbolenza a grande scala : cicloni )
I3

Pertanto:

1T
v' dt

T0

v fluttuazione

v m  v'

1T
vM

T0

vM

Tali operazioni di media vengono effettuate anche sugli altri parametri locali e istantanei.

M MM  M '

UM  U '

T M T'

Linsieme dei valori medi fornisce la descrizione del moto medio; ad esso si trasferiscono tutte le
caratteristiche definite per il moto individuato dai valori locali e istantanei ( es. moto permanente,
irrotazionale, isocoro) .

EQUAZIONI DEL MOTO MEDIO


wU M
 div UM v M
wt

Eq. di continuit

U M U M  divT M  divT R

T M  T R ij T M  T R ji

UM

d vM
dt

1^ eq. indefinita del moto medio ( eq. di Reynolds)


2^ eq. indefinita del moto medio

Mentre leq. di continuit formalmente inalterata rispetto a quella valida per il moto effettivo, nelle eq.
indefinite del moto medio compare in aggiunta:

TR

Uv x'2 M
' '
Uv y v x M
Uv z' v x'
M

Uv v
Uv
Uv v

' '
x y M
'2
y M
' '
z y M

Uv v
Uv v
Uv
'
x
'
y

'
z M
'
z M

'2
z M

TENSORE DEGLI SFORZI


DI REYNOLDS
I4

ASPETTI DEL MOTO TURBOLENTO


Al crescere della distanza dal contorno della zona interessata al moto, la turbolenza tende a divenire isotropa;
oscillazioni turbolente diventano indipendenti dalla direzione

Uv

Uv

'2
x M

'2
y M

Uv

'2
z M

Pressioni di Reynolds

Inoltre diventano evanescenti le correlazioni fra componenti di oscillazione lungo direzioni diverse

Uv v

' '
x y M

Uv v

' '
y z M

Uv v

' '
z x M

TR diviene tensore isotropo


Quindi nelle zone lontane dai contorni , poich lintensa agitazione dovuta alla turbolenza opera una
cancellazione delle disuniformit del moto medio, questultimo solenoidale ( div v =0 ) , irrotazionale
(rot v = 0) e privo degli sforzi tangenziali legati alla viscosit
vale lo schema di fluido ideale ( eq. di
Eulero), sommando per la pressione di Reynolds a quella media; vale anche il teorema di Bernoulli.
Avvicinandosi alle pareti solide, le velocit calano ( alla parete, per la condizione di aderenza, v = 0 ), sia le
fluttuanti che le medie: calano anche gli sforzi di Reynolds locali. Invece gli sforzi legati alla viscosit
assumono maggiore importanza.
r

W r J

r
J
2

P

dv xM
 U v x' vr'
dr

Sforzo tang. Sforzo tang.


viscoso
turbolento
Si evidenzia lo STRATO LIMITE VISCOSO

W r J

Asse condotto circolare

r
J
2
I5

L. Moto uniforme e permanente nelle condotte

Moto uniforme nelle condotte in pressione

Esperienza di Nikuradse

Tubi commerciali: diagramma di Moody

Formule pratiche per acquedotti


Perdite localizzate
Moto permanente nelle condotte

L0

MOTO UNIFORME NELLE CONDOTTE IN PRESSIONE


Moto uniforme entro un condotto cilindrico: valori e distribuzione velocit sono gli stessi
contemporaneamente in ogni sezione. Se il moto turbolento, si intendono le velocit medie. In moto
uniforme Q = cost lungo il condotto, ma pu essere Q = Q(t). Se il moto anche permanente w... 0 la

portata costante nel tempo e nello spazio.

wt
MOTO UNIFORME E PERMANENTE IN CONDOTTO CILINDRICO
V2
H1  H 2
J
W0 JRJ
2g

A
B

Raggio idraulico
A : area sezione trasversale
B : perimetro bagnato

p1
J

Esempi di calcolo Raggio Idraulico :


sezione circolare
A Sr02
r
D N.B.: per la sezione circolare

il raggio idraulico la met


di quello geometrico

LJ

V2
2g
p2
J
r0

z1

L
z2

2 4
B 2Sr0
sezione rettangolare
ab
A= ab
Se a >> b , R # b / 2
R
b
2(a  b)
B = 2 (a+b)
a
A parit di area, la sezione circolare ha il massimo Raggio Idraulico; pertanto a parit di W0 e J , J minimo,
W0
come da J
Come esprimere W0 (e quindi J) in funzione delle altre grandezze ? ? ?
L1
JR

MOTO UNIFORME TURBOLENTO


In generale
per condotto di forma qualunque

per condotto circolare

M D, H, V , P, U

W0

M D, H, V , P, U, coeff . di forma

W0

Per moto laminare U non conta, non c trasferimento di quantit di moto

M1 D, V , P

W0

ma dallanalisi dimensionale

Ma poich dal bilancio di quantit di moto (*) W 0

PV
con [ k ] = [0 ]
W0 k
D
D
P V
J
J si ottiene
J 4k
vV
J D2
4

Per altro integrando leq. di Navier avevamo ottenuto


precedente; dal confronto si vede che k = 8 e quindi

W0

32

P V
in perfetta analogia con la
J D2

PV
D

Per moto puramente turbolento in tubi lisci ( P non conta ) W0

W0

M 2 D, V , U ; dallanalisi dimensionale

O1UV con O1 da derivarsi con esperienze;confrontandola con la (*) si ricava J

Pi comunemente si definisce O= 8 O1 fattore dattrito da cui J


Si noti inoltre che : 1) moto laminare W0 L
2) moto turbolento W0T

PV
D
O1UV 2
k

facendo

O 1UV 2
4
JD

V2
4O1
vV 2
gD

O V2
D 2g

2) si ha
1)

W 0T
WoL

O1 UVD
VD
vU
k P
P

Re

Indice del grado di turbolenza


L2

Si noti che volendo usare la

O V2
D 2g

anche in moto laminare, in cui

32

P V
si ricava
J D2

64

P
UVD

64
Re

Per moto turbolento di transizione in tubi lisci

W0

M3 D, V , U, P dallanalisi dimensionale si ricava

W0

UV 2O1 Re

La relazione O1(Re) si ricava sperimentalmente. La formula pi nota quella di Blasius O 8O1


1,75
2
O
V
V
che confrontata con J
fornisce J v
che dimostra che ci si trova in moto
1
,
25
turbolento di transizione. D 2 g
D
Altra formula quella di Prandtl Karman
Moto nei tubi scabri H z 0
Difficile quantificare
la scabrezza con
ununica grandezza.
Si usa pertanto una
definizione
basata
sulle
conseguenze,
cio la resistenza
offerta dal moto.

1
O

2 log

0,316
Re0.25

2,51
Re O

Esperienza di Nikuradse: scabrezza artificiale facilmente misurabile. Incoll a tubo liscio straterello di
sabbia con diametro costante d = scabrezza.
L3

Nikuradse effettu quindi delle prove in un tubo con un fluido, per diverse portate e quindi diversi Re
noti: in ciascuna prova, misur J ; dalla J

O v2
D 2g

si ottiene la relazione O= Re ( O) per via

sperimentale, questo per ogni valore della scabrezza.


In termini di analisi dimensionale, ci corrisponde a determinare:

M4 D, H, V , P, U

W0

W0

UV 2 O1 Re,
D

Ci consent a Nikuradse la redazione dellomonimo diagramma (v. diagramma) ove presente larpa di
Nikuradse ; il limite tra moto turbolento di transizione e moto puramente turbolento data da

Re *

u *d
Q

70

con

u*

W0
U

Velocit dattrito

In moto puramente turbolento si ha la formula di Prandtl Karman per tubi scabri:

1
O

1 H
2 log

3
,
71
D

Moto turbolento in tubi commerciali


La scabrezza non uniforme: i diagrammi sperimentali non presentano pi il tratto ascendente con
concavit verso il basso (diagramma di Moody). Una formula interpolare che interpreta tutti i risultati
sperimentali la formula di Colebrook:

1 H
2,51
2 log


Re O 3,71 D

La formula di Colebrook o il diagramma di Moody consentono di


risolvere il problema di verifica:
O V 2
J
(U,Q, P, D, H )
Re, H/D
O(Re,H/D)
D 2g
E in maniera iterativa il problema (U,J, P, D, H )
Q

L4

Andamento del coefficiente O in funzione del numero di Reynolds: in


tubi con scabrezza artificiale omogenea, curve (a), e in tubi commerciali,
curve (b).

L5

Diagramma di Moody: curve O = O(Re,H/D) ottenute dalla formula di Colebrook


con diversi valori costanti della scabrezza relativa H/D

L6

Formule pratiche per gli acquedotti

Moto assolutamente turbolento : formula di Darcy

Formula di Chezy

confronto con

con [ F ] = [L T-1 ]

F R

OV
D 2g

Q2

e ottengo

ove >E ] = [ L-1 T2 ] , E = E ( D )


R = D/4 RAGGIO IDRAULICO

8g
O

infine per determinare F  F su Marchi Rubatta { C su Citrini)


i) Formula di Bazin :

87
1

ii) Formula di Kutter :

J indice di scabrezza, tabellato

J
R

100
2m
1
D

iii) Formula di Gauckler Strickler : F

m indice di scabrezza, tabellato


cR

1
6

1 6
R
n

13 1
>c @ >k s @ L T

c( anche ks ) coeff. di Gauckler Strickler


tabellati
n = 1/c coeff. di Manning

Introducendo la iii) nella formula di Chzy si ha :

V2
4
c2R 3

c n scabrezza cala
che consente il calcolo di progetto per via diretta.

c p scabrezza cresce
L7

PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE


Di norma le correnti fluide in pressione si muovono entro condotte cilindriche. Fanno eccezione alcune
situazioni particolari, riguardanti raccordi fra tratti. Queste situazioni sono associate a intense dissipazioni
energetiche, causate dal distacco della vena fluida dalla parete accompagnato dalla formazione di vortici. Tali
dissipazioni vengono designate perdite di carico localizzate. Trattandosi di dissipazioni legate a fatti
turbolenti, si esprimono come
'H

'H

V2
k
2g

V1

brusco allargamento

A1

1
2
A2

Dallapplicazione del bilancio della q. di


moto al tronco 1-2 in moto permanente
'H

V1  V2 2
2g

V22 A2
 1
2 g A1

V2

da cui k 2  1
A1

sbocco in un serbatoio

V2
'H
da cui
2g
imbocco in una condotta da un serbatoio

A spigolo vivo k = 0,5


Tubo addizionale interno k = 1
convergenti

normalmente nei condotti gradualmente convergenti si hanno perdite trascurabili, poich


non si ha distacco della vena.
L8

divergenti
'H

2

V1  V2
m

con m = m (D)

2g

a)

b)
D

b) meglio di a), il distacco avviene pi a valle

curve, saracinesche, dispositivi di strozzamento, griglie

k = k (geometria)

Si noti che alle perdite che avvengono in saracinesche, rubinetti, valvole di riduzione della pressione
spesso affidata la funzione della regolazione

L9

V12

V22

2g

2g

p1/J

V1

Brusco allargamento di sezione della corrente


Ipotesi:moto permanente, densit U costante , pressione
distribuita in modo idrostatico sulla sezione terminale
della condotta di monte, A1, sulla sezione di raccordo e
sulla sezione terminale del volume di controllo, A2, infine
si assume che sulla parete laterale del volume di controllo
gli sforzi tangenziali siano trascurabili.
Componente nella direzione e verso del moto delle forze
esterne agenti sul volume di controllo:
UgA2 LsenT  A2 ( p1  p2 ) UgA2 h1  h2

p2/J

A1 1
2
A2
1
z1

V2

essendo LsenT = z1 z2
Ma la portata netta di quantit di moto uscente dal
volume ha componente nel verso del deflusso: UQ V2  V1

z2
L

Per il teorema della quantit di moto dovr essere:


Se il moto permanente e U = cost : Q

A1V1

gA2 h1  h2 Q V2  V1

A2V2 e quindi h1  h2

H1  H 2

2
2
2

A2 V12 V22
V
V
V
2
2
1
h1 
 h2 

1  


2g
2g g
A1 2 g 2 g

H1  H 2

V22
2g

A2

 1
A
1

Il carico effettivo
cala nel verso del
moto!!!
k

V22

A2
1 
g
A1

V22 A2 V22 A22


1  
1 2

g
A1 2 g A1

Il carico
piezometrico
aumenta nel
verso del moto!!!

Se A2 >> A1 (sbocco di una condotta in un serbatoio) il


carico piezometrico resta invariato, mentre conviene
calcolare 'H mettendo in evidenza V1 e si ottiene:
2

 'H

A1 V12
1 
A2 2 g

V12
2g

L10

MOTO PERMANENTE NELLE CONDOTTE


Si esaminano i moti permanenti, non uniformi, dovuti a:
Variazioni graduali o brusche di sezione o direzione;
Variazioni di portata lungo il percorso;
Variazioni di densit del fluido;
Condotte con variazione graduale di sezione
Perdite di carico distribuite si valutano con
espressioni formalmente identiche a quelle
utilizzate per condotte cilindriche. Per U= cost
Q

:U

U12
2g

cos t

Forma generale per condotte non circolari


R = raggio idraulico
U1
dH
O U2
j

ds

U 22
2g

U2

4R 2 g

per condotte circolari


j

dH

ds

8O Q 2
gS 2 D 5

Tali equazioni si integrano conoscendo

dH
zi
ds

: :(s ) o

D = D(s) utilizzando per O le formule gi viste

dh
ds
L11

ESEMPIO: CONDOTTA TRA DUE SERBATOI


0 .5

V2
2g

V2
2g
V2
2g

p/J
H1
L

H2

z
z=0
Dati: H1 = cost.; H2 = cost.; UP = cost.; D = diametro condotta; L = lunghezza condotta; H= scabrezza
assoluta condotta. Calcolare la portata in transito in moto permanente.
Si applica il teorema di Bernoulli generalizzato tra il serbatoio 1 e il serbatoio 2, considerando perdite
distribuite e concentrate
V 2
O V 2
V 2

Carico di
monte {
livello serb.1

 0 ,5

2g

Perdita
concentrata
imbocco
(k=0,5)

D 2g
Perdite
distribuite
jL

L 

2g

Perdita
concentrata
sbocco
(k=1)

Carico di
valle {
livello serb.2

L12

Inoltre sussiste lequazione di continuit Q = VA , A = (SD2)/4 da cui, generalizzando al caso di N


perdite concentrate descritte dai coefficienti k1 ki kn si ha

H1  H 2

O Q2
N
ki  L
D 2gA2
i1

da cui si ricava Q noti gli altri coefficienti.


UVD
Re
Peraltro a seconda del regime di moto che si instaura
P
64
O
1. LAMINARE O = O (Re )
Re
2. TURBOLENTO O = O (Re, H/D)
diagramma di Moody, formula di Colebrook
3.

ASSOLUTAMENTE TURBOLENTO O = O (H/D )

Nei casi 1) e 2) O funzione di Re

UVD
P

Diagramma di Moody
Formula di Colebrook

QD
cio funzione della portata Q incognita.
QA

Nel caso 3) O invece noto a partire dalla scabrezza relativa H/D. Peraltro il regime di moto
incognito a priori. Una soluzione ipotizzare il regime di moto e quindi la legge di resistenza, calcolare
O, calcolare Re e verificare. Se la verifica soddisfatta, il risultato corretto; se no, va modificata la
legge di resistenza, eventualmente innescando un procedimento iterativo.
Esempio: per il deflusso di acqua, normalmente il moto turbolento ( 2 o 3 ); allora si determina un O0
di primo tentativo da H/D con lipotesi 3 e, in base a esso, si calcola una portata Q0 , da cui Re0.
Verifica: Re0 , H/D
3) OK
Sino a convergenza del procedimento.
Re0 , H/D
2)
O1
Q1
Re1 Applicando le formule pratiche 3)
Re0 H/D

2)

O2

Q2

Re2

scontata, il calcolo di Q immediato


L13

M. Impianti di sollevamento
Scelta della pompa
Curva di impianto
Altezza di aspirazione
Punto di funzionamento
Pompe in serie e in parallelo

M0

V22
2g

IMPIANTO DI POMPAGGIO :
scelta della pompa

V22
2g

DH
V12
0,5
2g

p/g

H2

V12
2g
L2,D2

H1
P
L1,D1

Dati H1 = cost, H2= cost, r,m = cost, L1,L2,D1,,D2 lunghezze e diametri condotte, e1, e2 scabrezze
assolute, calcolare la portata in transito in moto permanente. necessario procedere alla scelta della
pompa.
Bernoulli applicato tra 1 e 2 fornisce

V12
V22
H1 - 0.5
- j1 L1 + DH - j2 L2 = H2
2g
2g
M1

Applicando lequazione di continuit Q = V1A1 = V2A2 si ha

N1
N2
l1 Q 2
l2 Q2
L2
L1
DH = H 2 - H1 + ki +
+ ki +
2
D1 2 gA1 i =1
D2 2 gA22
i =1
Ipotizzando per semplicit che il moto sia assolutamente turbolento, l1 e l2 sono noti a partire da e1/D1 e
e2/D2 . Allora la relazione precedente pu porsi come

DH = H 2 - H1 + KQ
Prevalenza
pompa

Dislivello
geodetico

Somma delle
perdite di carico

DH
Curva impianto
H2 H1

Per H2 H1 < 0 : pompe


di spinta (aumenta la Q
ottenibile a gravit )

Q
M2

ALTEZZA DI ASPIRAZIONE
Per pompa alimentata da
condotta di aspirazione, parte
di questultima in
depressione; il valore
massimo della depressione
in M.

P
M
JL
A
V2M / 2g

Bernoulli fra A e M fornisce:

pM V 2 M
+
z A - jL = z M +
2g
g

da cui, evidenziando la pressione assoluta p*M

patm
p*M
V 2M
=
- ( z M - z A ) - jL 2g
g
g

*
p
p
M
Per evitare la cavitazione (moto bifase con aria in condotta) deve essere
> v
g
g

Con pv tensione di vapore del liquido. Perci:

patm pv
VM2
- jL ( zM - z A ) <
g
g
2g

MASSIMA ALTEZZA DI ASPIRAZIONE

Negli impianti di sollevamento per acqua raramente si ha zM zA > 6 7 m

M3

Peraltro ogni pompa presenta una relazione


caratteristica tra la prevalenza DH = Hv HM e la
portata Q defluente.

HM

HV

P
DH
Questa relazione, ricavata sperimentalmente, prende il
nome di curva caratteristica e ha carattere di
proporzionalit inversa.
Q

Poich la portata defluente e la prevalenza sono le


stesse, esse saranno determinate dal punto di
intersezione tra la curva dellimpianto e la curva
caratteristica della pompa
=
punto di
funzionamento ( )

DH
DH
H2 H1
Q

In corrispondenza del punto di funzionamento si leggono leffettiva portata defluente e la effettiva


prevalenza.
M4

SINGOLA POMPA

DH

Valvola di non ritorno ( Clapet )

Q
Valvole per la regolazione della Q

IMPIANTO CON DUE POMPE IN PARALLELO


Q/2

La curva caratteristica si DH
ottiene dalle singole curve
Q caratteristiche sommando le
portate a parit di prevalenza.
Con una pompa il punto di
funzionamento A, con due
pompe il punto sar B con
portata non doppia.

Q/2

B
A

Se le pompe
sono uguali

IMPIANTO CON DUE POMPE IN SERIE


La curva caratteristica del gruppo si
ottiene sommando le prevalenze a parit
di portata. Il punto A corrisponde al
funzionamento con una sola pompa e il
punto B con due in serie. Mentre le
pompe in parallelo sono necessariamente
ubicate nello stesso luogo, pu talvolta
convenire ubicare le pompe in serie a
distanza lungo la condotta.
Q

DH
Se le pompe
sono uguali

Q Q

Q/2

B
A

Q
M5

N. Moto vario nelle condotte in pressione


Oscillazioni elastiche di massa
Pozzo piezometrico
Casse daria
Celerit
Colpo dariete

N0

MOTO VARIO NELLE CONDOTTE IN PRESSIONE


Equazioni moto vario di una corrente monodimensionale:

w (UQ ) w (UA)

wt
ws

Eq. di continuit

w
dp V 2
z 


ws
J 2g

1 wV
j
g wt

Eq. del moto

W0
JR

Oscillazioni elastiche e di massa


Le equazioni di moto vario sono utilizzate per studiare 2 tipi di oscillazioni che si presentano nei
transitori degli impianti idraulici:
i)

Oscillazioni elastiche: onde di pressione che si propagano con elevata celerit (1000m/s) per
effetto della comprimibilit del fluido e dellelasticit della condotta. Le oscillazioni sono
causate da variazioni di velocit provocate da manovre idrauliche (apertura o chiusura
valvole, attacco o stacco pompa);

ii)

Oscillazioni di massa: spostamenti quasi-rigidi che subisce una colonna liquida collegante 2
serbatoi a pelo libero, se il livello di uno di questi varia nel tempo.
serbatoio
diga

IMPIANTO
IDROELETTRICO
t2 >> t1

Oscillazioni di massa
(t1 d t d t2)
Galleria in pressione
Oscillazioni elastiche
(0d t d t1)

Pozzo
piezometrico
Condotta
forzata
T Turbina
N1

OSCILLAZIONI DI MASSA: POZZO PIEZOMETRICO

AG

AP
DG
V

H1
1

LG

H2
2

[Q(t=0) = Q0]

Si prescinde dalla presenza della condotta forzata e si considera lorgano di manovra


inserito alluscita del pozzo. Variando la portata defluente (al limite riducendola a zero) si
generano delle oscillazioni di massa, per cui : fluido incomprimibile
U = cost
Lequazione di continuit si riduce a:

wQ
ws

Q Q0  U(t )
Q(t )
V (t )
AG

Lequazione del moto diventa:

wH
ws

1 dV
O VV


g dt DG 2 g

Poich
V=V(t)

condotta infinitamente rigida

dAG
dt

Moto uniforme NON permanente


V|V| : il termine tiene conto di un eventuale
cambio di segno di V, per avere sempre
resistenze al moto contrarie a V
N2

Si integra in s tra (1) e (2) trascurando le perdite concentrate

H1  H 2

1 dV
O VV
LG 
LG
g dt
DG 2 g
z = H2 H1

E si pone

(1)

(2)

Compaiono le variabili z e V: esse sono legate dalla equazione di continuit allimbocco del
pozzo:

VA G dt

Volume che attraversa


la galleria in dt

Da cui

Ap dz
AG dt

(3)

A P dz
dV
dt

Volume immagazzinato nel


pozzo in dt

Ap d 2 z
AG dt 2

Sostituendo (2),(3),(4) in (1) si ha

gAG
O Ap dz dz
d 2z


z
2
dt
2 DG AG dt dt LG Ap

Che si risolve con le condizioni iniziali:

z (0)  z0
AG
dz
(0)
V0
dt
Ap

Perdite distribuite in moto permanente


V0 velocit in moto permanente

(4)
Lequazione non
integrabile
analiticamente a causa
della presenza del
termine
che
rappresenta le
resistenze idrauliche.
La soluzione numerica
(es. con differenze
finite) conduce a
oscillazioni smorzate.
N3

OSCILLAZIONI SENZA RESISTENZE


Considerando le resistenze nulle lequazione del moto si ricuce a:

w 2 z gAG

z
2
wt
LG AP

w2z
2

Z
z
2
wt

Z
Con le medesime condizioni iniziali
Equazione di un moto armonico
pulsazione

gAG
LG AP

periodo

2S
Z

LG AP
2S
gAG

z (0) 0
dz
(0)
dt

(perdite nulle)

AG
V0
AP

Lintegrale generale z
fornisce:

con

C1sen Zt  C2 cos Zt

z max senZt

z max

LG AG
gAP

V0

AMPIEZZA
DELLE
OSCILLAZIONI !
N4

CASSE DARIA

CA
RIC
HI A
S

Y0

Z
SOL
UTI
A

CARICO ASSOLUTO STATICO

REG
IM

Zmax

Z
E
pa*
J

Zmin
H

HS
U

V,Q

P
L

La condotta alimenta un serbatoio a livello costante; il collegamento tra la cassa daria, posta a
valle della pompa, e la condotta avviene attraverso una strozzatura che determina una perdita di
carico localizzata
Hs : Carico statico assoluto sulla condotta
Y0 : perdite di carico distribuite
Zmax : massimo sovraccarico che non si intende superare

N5

DQ 2

Perdite di carico nella condotta

EQ 2

Perdite di carico nella strozzatura

L dv
 Z r D  E Q 2
g dt
dU
dt

HU n

Equazione del moto

Equazione di continuit

H sU s

cos t

Equazione di stato del gas nella cassa daria

Dove :
H , Hs sono i carichi assoluti misurati in colonna dacqua in corrispondenza della cassa
daria: rispettivamente in condizioni di motovario e in condizioni statiche.
Us il volume di gas della cassa daria corrispondente al carico Hs
n un esponente dipendente dal tipo di trasformazione termodinamica subita dal gas: pu
assumere un valore numerico variabile tra 1 (trasformazione isoterma) e 1,4 (trasformazione
adiabatica). A favore di sicurezza conviene adottare il valore 1,4.
Essendo
U

H = Hs + Z

lequazione di stato diviene

1
n

Hs

U
Hs  Z

N6

Posto:

V
v
;
V0

Z
;
Hs

U
; W t gAH s ; h0
Us
LU s

Y0
; k0
Hs

K0 V
;
Hs

AL V02
. *
H sU s 2 g

Dove:

V0

Q0
A

Y0

DQ02

Velocit media della corrente nella condotta nelle condizioni di moto permanente
precedenti la manovra, quando nella condotta defluisce la portata Q0

K0

EQ02 Perdite di carico rispettivamente nella condotta e nella strozzatura


per la portata di regime Q0

Posto Y = K = 0 e sostituendo i parametri adimensionali * il sistema assume la forma:

2V

dv
z
dt

du
dt

v 2V

0
con opportune trasformazioni

1
1
n

1  z

Sistema integrabile in modo completo


solo per differenze finite!

ln 1  z 

1
1  V 1  v 2
1 z

Esprime il legame esistente durante tutto il moto vario fra la


velocit in condotta e la variazione di carico nella cassa
daria e quindi subito a valle della pompa. In pratica
interessa conoscere i valori zmax e zmin che si verificano
quando la v nulla; le equazioni determinatrici di tali valori
si ricavano ponendo v = 0 ; esse ammettono 2 sole radici
N7
reali luna positiva zmax e laltra negativa zmin

Per ogni tipo di trasformazione termodinamica, ossia per ogni valore di n, i valori di zmax e di zmin
sono funzioni dellunica variabile V ; il grafico seguente fornisce i valori di zmax e di zmin
corrispondenti ai due casi estremi n = 1 e n = 1,4.

Osservazioni:
1)

A parit di V, almeno nel caso di perdite nulle, si hanno sovrapressioni maggiori in


valore assoluto delle corrispondenti depressioni;

2)

Per qualunque valore di V, le oscillazioni sono pi grandi per ladiabatica che per
lisoterma;

3)

Poich alle oscillazioni maggiori corrispondono i maggiori volumi, evidente che nei
casi pratici opportuno attenersi alla trasformazione adiabatica.
N8

Dimensionamento delle casse daria


Strozzatura ottima: la strozzatura che produce, per una velocit pari a quella V0 di regime, una perdita di
carico tale da provocare nellistante iniziale la stessa depressione Zmin che si realizza al termine della fase di
moto vario. Deve perci essere:

K0

EQ02

Y0  Z min

k0 h0  z min
oppure
Nelle pratiche applicazioni sufficiente limitarsi ad alcuni valori particolari di n e di k0 . Per k0 si considera la
situazione senza strozzatura (k0 = 0) e con strozzatura ottima, per n si considera il valore n = 1,4.

Senza strozzatura (k0 = 0)

Con strozzatura ottima

Noto h0 in base alle resistenze della condotta, si fissa Zmax in relazione alle massime pressioni accettabili,
cos noto zmax.Scelto il grafico, i due valori di h0 e zmax definiscono (dal grafico) quelli di V e di zmin dai quali
1
immediato il calcolo del volume statico:
2
1 n
AL V0

U
U
Us
s
max

e
poi
quello
massimo
1

z
VH s 2 g

min
2
2
V
Q
pa*
k0 0 k0 0 2 zmin
H min H s  zmin t
10.33 m
2g
2 gA
N9
J

OSCILLAZIONI ELASTICHE: CELERITA DI UNONDA


F = F(s,t) funzione che rappresenta una perturbazione che si propaga inalterata in direzione s.
F

F(s+ds,t+dt) = F(s,t)
t
s

t + dt

s + ds

Il rapporto ds/dt rappresenta la celerit di propagazione della perturbazione rappresentata da


F.
Ma se:

F s  ds, t  dt  F s, t dF

celerit

ds
dt

wF
 wt
wF
ws

wF
wF
ds 
dt
ws
wt

Ci implica:

c
V

wF
wt
wF
V
ws
N10

OSCILLAZIONI ELASTICHE: COLPO DARIETE


si utilizzano le equazioni del moto vario e di continuit con le seguenti ipotesi semplificative:

a)

U << c

wF
wF

ws
wt

, F

b) J = 0 (resistenze nulle, fluido ideale)


wU
0
c)
wz
wh wz 1 wp

d) h = z + p/J

ws

ws

J ws

wh
wt

1 wp
J wt

Ora:
i) Equazione del moto

wH
ws

1 wV

j
g wt
wV
wV
ma V

ws
wt

w
V2
h 

ws
2g
per a)

w (UQ ) w (UA)

ws
wt

wh V wV

ws g ws

1 wV

j
g wt

e j = 0 per b)

Lequazione del moto si riduce a


ii) Equazione di continuit

1 wV

j
g wt

wh
ws

w (UVA) w (UA)

ws
wt

1 wV

g wt
N11

sviluppando le derivate si ha

wV
wA
wU
wA
wU
UA
 UV
 VA  U
A
ws
ws
ws
wT
wT
V

wA
wA

ws
wt

Da cui

wv 2 wA
wU
UA  U
A
ws
wt
wt

per a)

wU
wt

wU
wU
V

wS
wt
per a) e c)

1
0

wA
2
: sfruttando
wt lineare della

: se il fluido barotropico,
U=U( p ) da cui:

il comportamento elastico
condotta, ad una variazione
dp corrisponde una variazione di tensione
dV data dalla Legge di Mariotte:
=p
s

wU
dU wp
wt
dp w t
Ma essendo
dU
dp
H
U

wU
wt

H modulo di comprimibilit

U wp
H wt

pD da cui
dV
2s

dp D
2s

Ma essendo per lelasticit lineare


E modulo di elasticit, si ha:

dD
D

dV con
E
SDdD
dA
2

dD dp D
ma essendo A SD 2
D
2 sE
dA 2dD e sostituendo dA dp D infine essendo
A
D
A
sE
w A AD w p
wp ,
wA
dp
dt
dA
dt
wt
sE w t N12
wt
wt

Infine, sostituendo nelle equazioni di continuit

wA
wt

AD w p
sE w t

wU
wt

wv
wA
wU
UA  U  A
ws
wt
wt

UA

U UD wh


H sE wt
dove

wV A
AD wp
U  U

ws H
sE wt

E dividendo per JA lequazione di continuit

U wp
H wt

U UD
 ,
H sE

wh
wt

wh
wt

a 2 wV

g ws

1 wV ovvero, posto

2
a
g ws
H
U
Celerit delle onde di pressione in un fluido con U H
HD una condotta con D, E, s tutte uniformi [a] =[LT-1]
1
Es

entro
N13

Riassumendo, le equazioni del moto e di continuit semplificate sono:

wh
ws

1 wV
g wt

Equazione del moto

a 2 wV

g ws

wh
wt

Equazione di continuit

Serbatoio a livello costante


Per lo studio del moto nel sistema di figura,
provocato da manovre di chiusura o apertura
in A (sezione di sbocco) si assume:

ho

x = - s + cost
A

N14

Sistema di equazioni differenziali


semplificate:

wh
wx

1 wV

g wt

wh
wt

a wV
g wx

Condizioni iniziali:

H
U
HD
1
ES

h= h0
V = V0
Per E

f (condotta infinitamente rigida)

H
ao
C0
U

Celerit onde piane di


pressione (vel. suono)
C0 Acqua~1450 m/s

INTEGRALE GENERALE
Derivando la 1^ equazione rispetto a x e la seconda rispetto a t si ricava:
Eq. DAlembert o delle corde vibranti
La cui soluzione :

h  h0

x
x

F t   M t 
a
a

Analogamente si ricava:

V  V0

x
x
g

 F t   M t 
a
a
a

w 2h
wx 2

1 wV
g w tw x

w 2h
wt 2

a 2 wV
g wxwt

w 2h
1 w 2h
 2
2
wx
a wt 2

0
N15

Le funzioni F e M rappresentano onde che si propagano con le celerit cF = + a , cM = - a .


Entrambe le funzioni sono nulle nel regime permanente che precede la manovra (t < 0).
Allistante t = 0 avviene nella sezione A una manovra e ivi si origina londa F che si propaga
verso B con celerit + a, raggiungendo la sezione B al tempo t = L / a .
In quel momento si origina in B la M che che, procedendo con celerit a, si dirige verso A che
raggiunge al tempo :

2L
a

Durata di fase: un tempo caratteristico della condotta

Sia inoltre W Tempo di completamento manovra organo di intercettazione

-dW

MANOVRA LENTA

-!W

MANOVRA BRUSCA

N16

t=0
t = 4L/a = 2T

V0

a
V0
g

+a

MANOVRE
ISTANTANEE

V=V0

(W = 0)
0 < t < L/a

V= 0

+a
-a
V= 0
V= 0

t = L/a

V = - V0
L/a < t < 2L/a

+a
V = - V0
t = 2L/a = T

V = - V0
2L/a < t < 3L/a

+a

-a
V= 0

t = 3L/a

V= 0

V = V0
3L/a < t < 4L/a

V= 0
N17

Sovraccarico in A per chiusura istantanea totale


h

Fenomeno periodico di
periodo

h0 + 'hm
h0

4L/a = 2T

h0 - 'hm

In assenza di resistenze
(j=0)
2L/a = T

4L/a = 2T

6L/a = 3T

Chiusura brusca ma non istantanea ( W> 0 )


Normalmente si ipotizza una legge di chiusura lineare: V

t
V0 1 
W

V
V0

W
Per chiusura brusca ( W < T ) viene comunque attinto il valore di sovraccarico massimo

a
V0 ;
g

i fronti di sovrapressione non sono per pi ad onda quadra ma:

N18

+a

a
'h  V0
g

V0
g

V0

V0

0<t<W

V<V0

t=W

+a
V0
W< t <L/a

V=0
V<V0

t = L/a V<V0

V=0

N19

Sovraccarico in A per chiusura brusca non istantanea (0<W<T)

h0 + 'hm
h0
h0 - 'hm
W

2L/a + W
4L/a + W
2L/a = T
4L/a = 2T
6L/a = 3T

Sovraccarico in A per chiusura lenta (W> T)


h

Il massimo sovraccarico
raggiunto al termine della
prima fase (o) t = s =2L/a ;
per valutarlo dalla similitudine
dei triangoli rettangoli

h0 + 'hm
h0 + 'hl
h0
h0 - 'hm
W
2L/a = T

'hl

'hm
W

4L/a = 2T

a 2L
V0
aW
g

hmax( lenta )  h0

TW

6L/a = 3T

'hl

'hm
'hl

W
-

2 LV0 ; pertanto per chiusura lenta


gW

2 LV0
FORMULA DI ALLIEVI MICHAUD
gW

N20

O. Correnti a pelo libero


Ipotesi di teoria monodimensionale
Carico specifico, velocit e profondit critica
Moto uniforme
Pendenza critica
Scala di deflusso
Moto permanente
Profili di corrente
Risalto idraulico
Soglia di fondo, passaggio fra le pile di un ponte,stramazzi

O0

CORRENTI A PELO LIBERO


Sono correnti che hanno parte del contorno a contatto con latmosfera. Defluiscono in condotti
aperti naturali (fiumi, torrenti) o artificiali (canali navigabili, di bonifica o irrigazione), ovvero
in condotti chiusi con solo parte del condotto occupata (fognature e impianti idroelettrici).
Teoria monodimensionale ( s )
Per alveo cilindrico, la pi bassa delle generatrici la linea di fondo e if = sen = pendenza di
fondo, con inclinazione sullorizzontale della linea di fondo. Per alveo non cilindrico, la
pendenza pu essere definita localmente.
Ipotesi: 1) = cost
if =sen ~
2) if piccola
cos ~ 1
3) moto turbolento
4) correnti lineari (cilindriche) h uniforme sulla sezione alle traiettorie

zF + y

Carico piezometrico uniforme


sulle sezioni normali per 4). Ma
le sezioni normali
~
sezioni verticali
per la 2)

R= A/B

zF

uniforme sulla sezione

z f  y cos - # z f  y

V2
hD
2g

V2
zf  y 
2g

Carico totale effettivo ( ~1 per la 3) ) O1

CARICO SPECIFICO: carico totale misurato rispetto al punto pi basso della sezione

V2
y
2g

Q2
y
2 gA2
b

V2/2g
y

y
B

Q = Q(y)

B = perimetro bagnato

E = E(y)

y
yc

b = larghezza del pelo


libero

E = cost

yc

Q = cost

O2

Dato E, esiste almeno un valore yc cui corrisponde un massimo di portata; dato Q, esiste
almeno un valore yc cui corrisponde un minimo di carico specifico
PROFONDITA CRITICHE yC

wQ
1) wy
E

wE
2) wy
Q

cos t

1
cos t

Poich

wA
wy

b
dy
y

La 1) fornisce

E la 2)

Ag
wA

 2 g >E  y @
wy
2 g >E  y @

Q wA
gA3 wy

A
yc 
2b y
A3

b y

yc

E
yc

Q2
g
O3

Per alveo rettangolare A = b y


0
B = b0+2y
b0

Si ottiene nei due casi precedenti rispettivamente

yc

Q2
gb02

b = b0

q2
g

2
E
3

yc

Velocit critica; correnti lente e veloci


Quando y = yc
V = Vc velocit critica per data Q :
Con ym profondit media

Vc

Q
>A@y

yc

A
g
b y

gym
yc

ym

Con sezione rettangolare ym= y


y

Se V < Vc correnti lente

lente

E = cost

yc

( y > yc )

Fr < 1

y
lente
yc

Se V > Vc correnti veloci

veloci

( y < yc )
Q

Fr

Q = cost
veloci

Fr > 1
V
gy m

Numero di Froude

E
O4

MOTO UNIFORME NEI CANALI


Nel moto uniforme la velocit non cambia al variare della sezione : lalveo deve essere cilindrico
e la superficie libera parallela al fondo. Se il moto anche permanente
Q = VA
Inoltre:
dz
dH
dh

if

y = cost

O V2
D 2g

ds

Pendenza del
fondo

e anche

A = cost

ds

Cadente
effettiva

Cadente
piezometrica

EQUAZIONE DEL MOTO UNIFORME

Nella quale D = 4R , R = raggio idraulico


Adottando invece la Formula di Chezy (pi comune) si ha

F Ri f

2 1
3 2
f

cR i
F
g

ds

>F@

12 1
L T

; >c@

13 1
L T

( ip= j) [c ks = 1/n]
; >C @ >0@

8
un coefficiente di resistenza adimensionale V C gRi f
O
1
2 1

F cR 6
da cui lespressione della portata
Q CA gRi f cAR 3 i f2

Ovvero se C

Ovvero si pu valutare con le altre formule valide. Solo per moto assolutamente turbolento:
100
87
F
F
Bazin
Kutter
mk
JB
1
1
R
R

O5

UTILIZZO DELLA FORMULA DEL MOTO UNIFORME


Verifica 1) c, y

A, R

Verifica 2) c, Q

1.

siccome A=A(y) , R=R(y) PROBLEMA IMPLICITO

Es. Sezione TRAPEZIA

A by  y 2tgT
2y
B b
cos T
A
R
B
2.

c by  y tg2y

b 

cos -

Es. Alveo RETTANGOLARE

A b0 y
R

B b0  2 y

b0 y
b0  2 y

5
3

2
3

1
2
f

Da cui si pu
ricavare y per
tentativi, viene
denominata yu
PROFONDITA DI
MOTO UNIFORME

y
b0

Se lalveo rettangolare larghissimo b0 >> y ; allora R~ y e lequazione del moto diviene


esplicita in y:

5 1
3 2
f

cb0 y i

O6

PROGETTO CANALI

5 1
3 2
f

cb0 y i

c (materiale di rivestimento)
Q ( portata da recapitare )
if ( pendenza fondo )

SEZIONE CANALE

un
problema
indeterminato,
salvo
considerare altri fattori
( es. COSTO)
max R a pari A : sez.
semicircolare o trapezia

SEZIONI COMPOSTE
2

Golene

1
Letto di
magra

Si calcola la portata come somma di 2 contributi: quello dellalveo di magra e quello delle
espansioni, secondo la divisione riportata in figura (
). Ai diversi tratti del contorno
bagnato competono diversi indici di scabrezza ( scabrezza golene > scabrezza letto )

O7

PENDENZA CRITICA
Alveo cilindrico declive; data if , Q sono determinabili:
yu PROFONDITA DI MOTO UNIFORME
yC PROFONDITA CRITICA
In generale yu yc; si dice pendenza critica ic per data portata Q la pendenza di fondo per cui
yu = yc .
2
2
V
Q
Allora dallequazione del moto uniforme: i
si ricava :
f
gC 2 R g A2C 2 R y yu
Q2
1 B
A
ic
PENDENZA CRITICA
g A2C 2 R y yc C 2bR y yc C 2 b y yc

>

>

3
A

e
A
Essendo per la profondit critica
R

B
b y yc
1
#
i
Nel caso particolare di alveo rettangolare larghissimo B~b e quindi c 2 0.0015 y 0.008
C
g
g
[1,5 8 ]
(poich tipicamente C = 1125) ovvero anche ic
1
2
F
2 3
c
R
Relativamente a una data portata Q:
yu> yc corrente uniforme = corr. lenta
if < ic ALVEO FLUVIALE O A DEBOLE PENDENZA
yu < yc corrente uniforme = corr. veloce
if >ic ALVEO TORRENTIZIO O A FORTE PENDENZA
Lequivalenza si verifica facendo il rapporto ic / if

Q2
g

O8

Riprendendo la

ic

c2R

g
1
3

k s2 R

si nota che la pendenza critica funzione della

1
3

Scabrezza dellalveo, ma anche del raggio idraulico e quindi della portata per dato alveo (if).
Poich Q
R si ha che la relazione tra ic e Q del tipo: i fluviale
c

Ne segue che un alveo di assegnata if pu comportarsi come


fluviale per assegnate Q, come torrentizio per Q maggiori

SCALA DI DEFLUSSO

if

torrentizio

m
m'
Si definisce scala di deflusso una relazione del tipo Q kA
ovvero Q k ' y
Utilizzata per la determinazione delle portate fluviali tramite misurazione dei livelli idrometrici, k
varia poco se if ~ j ( moto uniforme ); e m ?
Q
dQ
dQ Q
da cui
mkAm 1 m
m
dA A
A
dA
5
2 1

Assumendo per Q lequazione del moto uniforme nella forma Q cA 3 B 3 i f2
5 2 A dB
m

da cui
e sostituendo nellespressione di m si ha
3 3 B dA
y
y 1
..
Sezione rettangolare b 2
0 ( rettangolare larghissima)
b
0

4
3

...

3
m|
2

Sezione triangolare, semicircolare


3
Sezione trapezia
m|
2

... m 5

4
3

O9

MOTO PERMANENTE CORRENTI A PELO LIBERO


Moto permanente correnti a pelo libero moto gradualmente variato
forma e/o direzione lente
linee di corrente ~ rettilinee e parallele.

variazioni di

h = cost su sezioni normali ~ sezioni verticali per piccole pendenze.


Per = cost.:

w UQ w UA
Q = VA = cost ma V = V(s) e A = A(s) !
0

ws
wt
Eq. moto: nota if j , graficamente si vede che:
jds
V2/2g
Eq. di continuit

i f ds  E E 

dE
ds  jds
ds

da cui

dE
if  j E
ds

Ovvero: lenergia specifica totale rispetto al fondo


aumenta per labbassamento del fondo stesso
(riferimento) e diminuisce per effetto delle resistenze. In
termini di carico totale o effettivo H si ha

Q
y

ifds

dy
ds
ds

E

dE
ds
ds

dz f
dH
W0
essendo
if 
j 
ds
ds
JR
Nelle formule, le resistenze si valutano come in moto uniforme
j

O V2
4R 2 g

V2
F2 R

V2
2

c R

4
3

Q2
gC 2 A2 R
O10

Facendo lipotesi di alveo cilindrico, A = A[ y(s) ] ( non A[y(s),s] ) ma essendo


E > y (s )@

In questo caso, lequazione del moto permanente


dy
ds
Dove:

if  j
dE
dy

if

dE
ds

dE dy
dy ds

if  j

Q2
y
2gA2

da cui

Equazione dei profili di corrente in alveo cilindrico

i f (s )

Q2
gC 2 A2 R

dE
dy

Q 2b < 0 per y < yc


1 3
gA > 0 per y > y
c

Sostituendo per i profili di corrente in alveo cilindrico declive


Q2
1
i
j
i f gC 2 A 2 R

dy
N
f
if
i
f
dE
Q 2b
ds
D
1
dy
gA 3
dy
Si noti che per il moto uniforme if = j
y cos t Profilo // al fondo
0
ds
3
2
dy
A
Q
o f Profilo al
e nel caso di profondit critica
il denominatore D
0
ds
g
fondo ???
b y y
c

NO, va intesa come tendenza. Crescono pendenza e curvatura, la corrente non quasi cilindrica.
O11

POSSIBILI TIPI DI PROFILI


1) ALVEO FLUVIALE yu> yc (if < ic)
dy
ds

if

Q2
1
i f gC 2 A2 R
2

1

Qb
gA3

if

N
D

----------------------------++++++

Segno N

yc
-----------------+++++++++++++
yc

1f

yu

yu

yu

++++++++++----------++++++++

2f

Segno D

Segno N/D

yc
3f
dy
! 0 : 1f, 3f
ds
1 corrente accelerata dy  0 : 2f
ds

2 correnti ritardate

1t

2) ALVEO TORRENTIZIO yu< yc (if > ic)


dy
N
if
yu
ds
D
-----------------+++++++++++++
yc
----------------------------++++++
yu

yc
Segno N
Segno D

2t
yu
3t
dy
! 0 : 1t, 3t
ds
1 corrente accelerata dy  0 : 2t
ds

2 correnti ritardate

yc

++++++++++----------+++++++

Profilo longitudinale
per y

Segno N/D

O12

TRACCIAMENTO DEI PROFILI DI CORRENTE

Si riscrive lequazione dei profili alle differenze finite


Q2
1
i f gC 2 A2 R
'y i f
's
2
Qb
1 3
gA
A partire dalla y0 nota a s0 : y0

fissata s
C0

'y o y1 s0  's

y0  'y

A0
R0
b0

La y0 nota in s0 ( dovuta a cause perturbatrici)


influenza :
Monte per correnti lente ( y > yc )
Valle per correnti veloci ( y < yc )

Le correnti lente sono determinate da valle


Le correnti veloci sono determinate da monte

O13

RISALTO IDRAULICO
un fenomeno di tipo ondoso stazionario che raccorda una corrente veloce di monte e una
corrente lenta di valle. Ha diverse forme a seconda del valore del numero di Froude di monte

Fr1

v1
gym1

a) Risalto ondulato: 1 < Fr21 < 2


yu2

yu1

b) Risalto ondulato con frangimento: 2 < Fr21 < 3

yu1

yu2

c) Risalto diretto ( risalto idraulico o salto di Bidone ): Fr21 > 3


FENOMENO
FORTEMENTE
DISSIPATIVO !

Vortice ad asse orizzontale

yu1

yu2
O14

STUDIO DEL RISALTO DIRETTO


1

31

32

Q
Q1

Q 2

R
T

tgT i f

Si individua un volume di controllo compreso tra le sezioni 1 e 2 in cui la distribuzione


delle pressioni sia idrostatica. A tale volume si applica lequazione globale della quantit di
moto:
G  31  3 2  R Q 2  Q1
proiettando nella direzione del moto
G  3  3  R Q  Q
if

E trascurando R e Gif perch piccoli rispetto agli altri termini e di segno opposto

31  Q1
S1

3 2  Q 2

S2

S quantit di moto totale: SI CONSERVA !


O15

Per distribuzione idrostatica delle pressioni e velocit parallele tra loro

J] G A  UQV

dy
y

Con g affondamento del baricentro di A rispetto al pelo libero

y
yC

wS
wy

Q 2b
JA  U 2
A

w
] G A  U Q 2 wA
wy
A wy

per

A3
b

w
] G A
wy

wA
wy
Q2
g

wS
wy

ws
wy

da cui

dA

ovvero S ha un estremante per y = yc

2
S(y1) = S(y2)

y2

y1 , y2 PROFONDITA CONIUGATE

Si vede nel grafico adimensionale che E2< E1 ; allora E1-E2


la perdita di carico specifico dovuta al risalto idraulico, che,
avendo nellapplicazione della eq. globale trascurato leffetto
della pendenza del fondo, pari a H1-H2

1
y1

y1< y2
H2< H1 il risalto pu
essere solo da veloce a lenta

0
1

E2 1.5

E1

S
SC

E
EC

O16

Risalto in alveo rettangolare


y12
Q2
J bU
2
by1

S1

y22
Q2
J bU
2
by2

S2

y
b=b0

da cui
y12
Q2

2 gy1b 2

y22
Q2

2 gy2b 2

la cui soluzione

y2
y1

y1 y2 y1  y2

che fornisce

Fr1

V1
gy1

Fr2

V2
gy2

1
 1  1  8Fr12 ;
2

2Q 2
gb 2

ovvero, considerando noto y2


y1
y2

1
 1  1  8 Fr22 ;
2

Ora applicando la definizione di E, si ricava la associata perdita di carico specifico


E1  E2

da cui
E1  E2

y2  y1 3
4 y1 y2

Q2
Q2
y1 
 y2 
2 gy12b 2
2 gy22b 2

Q 2 y22  y12

y1  y2 
2
2 gb y1 y2

deve essere y2 > y1 per avere E1 > E2


E1-E2 ( y2 y1 )3

LUNGHEZZA DEL RISALTO


da osservazioni sperimentali

L 6(y2-y1)

y2

y1
L

O17

O18

O19

O20

O21

O22

O23

O24

O25

STRAMAZZI
Risalto localizzato del fondo = soglia
Per sopraelevazione spessore lama dacqua sulla soglia

STRAMAZZO

Stramazzo Belanger ( in parete grossa )


Sezione rettangolare di
larghezza b

hf

Hh

Diagramma
pressioni

hc

Se in 2 la distribuzione delle
pressioni idrostatica e il
carico cinetico in 1
trascurabile, in assenza di
perdite tra 1 e 2 , detta y la
profondit in 2
v2
da cui
y
2g

H #h

2 g h  y

Q VA Vby

by 2 g h  y

Il massimo valore di Q, per dato h, si realizza quando y=2/3 h , ma poich per una sezione rettangolare
yc= 2/3E si ha che sullo stramazzo si realizza la profondit critica. Allora

2
3 3

bh 2 gh

0.385bh 2 gh

Allo sbocco yf = 0.715 yc


Si misura yf e si ricava Q: precisione 3 4%

CQ coefficiente di portata ()

O26

Stramazzo Bazin ( in parete sottile )


Q CQ bh 2 gh

CQ

2
0.003

h
0.405  h 1  0.55 h  d

CQ h, d

O27

P. Moti di filtrazione

Legge di Darcy

Falde in pressione

Reticoli di filtrazione

P0

MOTI DI FILTRAZIONE
A moti lenti entro un mezzo poroso applicabile leq. ridotta di
Navier nel campo del geopotenziale:

U g  gradp  P 2 v 0
Tuttavia la descrizione puntuale del campo di moto comporterebbe
difficolt notevoli; inoltre non sarebbe utile, interessando di norma solo
le portate in transito. Si definisce allora il vettore velocit apparente (o
portata specifica di filtrazione) q diretto come la velocit media v e a
essa legato da:
volume vuoti
porosit
q nv con n

volume totale

Analogamente per le altre grandezze ( carico,) H ~ h


Q
LEGGE DI DARCY ( sperimentale )

Q
A

Ki

h1

h1  h2
L
Q

K conduttivit idraulica

A
h2

[LT-1]

[K] =
dipende dal mezzo poroso e dal fluido

P
K Permeabilit; [k] = [L2]
Ug
dipende dal solo mezzo poroso

Pi in generale per moto bi o tri- dimensionale in mezzo isotropo:

 kh

 Kgradh
P1

Per moto bi- o tri- dimensionale in mezzo anisotropo ( le caratteristiche dipendono dalla direzione
considerata):

Kh

Esempio :

K xx

K yx
K
zx

K xz
Tensore di conduttivit
K yz
idraulica

K zz

K xy
K yy
K zy

Simmetrico: 6 elementi
significativi

Kx > Kz
z

MOTO DI FILTRAZIONE IN FALDA


Falda artesiana in strato omogeneo permeabile
orizzontale di spessore s, estensione infinita. La
superficie piezometrica indisturbata (
) ha
quota H sul riferimento. In moto permanente, col
prelievo di una portata Q da un pozzo cilindrico di
S
diametro D, si ha un moto a simmetria assiale:
Eq. continuit:
Q 2Srsq
dr 2SsK
Eq. moto ( Darcy ): q

dh
K
dr

Q
r

Si integra tra D/2 (parete pozzo) e il generico r : ln


D
Da cui:
2SsK (h  h0 )

2r
ln
D

h0
K

dh

2SsK
h  h0
Q

H
z=0

superfici
cilindriche
equipotenziali
( a uguale
carico
piezometrico)

P2

Conclusioni:
Misurando h0 (nel pozzo) e h (con una canna piezometrica) pu essere calcolata Q, nota K
Misurando h0 e Q si pu determinare K
2r
Q ln
D
K
2Ss (h  h0 )
per r abbastanza elevato h~H

r = R ( raggio di influenza del pozzo)

RETICOLI DI FILTRAZIONE

Equazione di Laplace
Per :

Suolo omogeneo e saturo

Assenza di fenomeni di consolidamento e / o espansione


Fluido filtrante e matrice del terreno incomprimibili
Moto laminare e validit legge di Darcy

Si ha che:

q
q

 Kh ( moto )
0

( continuit )

K 2 h 0

2h 0

Equazione
di Laplace

P3

In particolare in 2D lequazione di Laplace pu essere rappresentata da 2 famiglie di curve che


si intersecano ad angolo retto: - linee di corrente
- linee equipotenziali

w 2h w 2h

wx 2 wy 2

Eq. di Laplace nel 2D

Linee di corrente ( o linee di flusso) traiettorie per moto permanente


Linee equipotenziali: linee a eguale carico piezometrico

h h
K 2 1
L

h h
K 1 2
L

In totale:

h h
Q qA KA 1 2
L
Linee di corrente

Linee equipotenziali

P4

Q
h1

h2 = 0

h=h1

h=h
1 - Gh
h=h
1 -2G
h
h=h 1 3Gh

Q
L
a

h = h1 h2 = h
nf = tubi di flusso (5 in figura )
nd = numero di linee
equipotenziali (16 in figura )
h = salti di potenziale
Q = portata in ogni tubo di
flusso
Q = portata totale [L2T-1]

Rete idrodinamica: regole di tracciamento


-linee di flusso ed equipotenziali si intersecano ad angolo retto formando aree quadrate (L = a )
-Equipotenziali adiacenti hanno le stesse perdite di carico
-Tra coppie di linee di flusso adiacenti scorre la stessa portata ( tubo di flusso )
'h
'h
a ; ma essendo in un reticolo di
Ovunque nel reticolo i
; pertanto in ogni quadrato 'Q Kia K
'l
'
l
'h
filtrazione 'l a , da cui 'Q K
a K' h
a
h
h
Ma per definizione 'h
e poich Q 'Q n f 'Q
'Q K
nd
nd
Con metodi numerici di risoluzione della eq. di
nf
Laplace + cond. al contorno si ottengono analoghi
Q Kh
risultati. Noto il carico piezometrico h in ogni
nd
Fattore di forma del
punto e la sua quota z, si pu valutare la pressione
cond.
reticolo
p= (h-z) e quindi, ad esempio, la distribuzione di
idraulica
pressione su qualunque struttura che consente la
diff. di carico
valutazione della sottospinta idraulica.
P5

Lezione 1

MANOMETRO SEMPLICE
Ja = 9806 N/m3
Jk = 8040 N/m3
d =2m

Ja

Jm

hG

Calcolare la differenza G di quota


delle superfici libere dellacqua e
del kerosene.

Dall equilibrio delle pressioni sul piano A A del menisco di


separazione, si deduce

Jah

pA

Jk d

Quindi

J
d k
Ja

8040
Nm 3
2
[m
] 1,6m
3
9806
Nm

da cui

d h

2m  1,6m

0,4m

MANOMETRO SEMPLICE
'+
Ja
A

b
H

Ja = 9806 N/m3
Jm = 133300 N/m3
h = 5,6 cm

A
A

Jm

Di quanto varia h se lo
specchio libero dellacqua si
solleva di 'H = 1,5 m ?

Basta osservare che nella nuova configurazione il mercurio si sposter


verso il ramo di destra, in modo che sia sempre verificata luguaglianza
della pressione nel mercurio alla stessa quota nei due bracci del
manometro, cio:

J a H  'H  b J m h  2b
Dalla posizione di equilibrio iniziale immediato calcolare H:

JaH

su A-A :

J
h m
Ja

J mh

Nm 3
133300
0.056
[m
] 0,76m
3
9806
Nm

Perci:
su A A :

J a H  'H  b J m h  2b

N
N

256794 3 b 14709 2

m
m
b

0,0572 m

'h

2b

0,114 m

MANOMETRO SEMPLICE
J= 8825 N/m3
Jm = 133300 N/m3
h1 = 18 m
h2 = 13 m
h2
J

'

h1

z = z0

Determinare le indicazioni '


del manometro semplice aJm
mercurio e n del manometro
metallico.

La pressione esercitata dal fluido sul piano orizzontale passante per il


menisco inferiore del manometro semplice equilibrata da quella
esercitata nel ramo di destra dalla colonna ' di mercurio; ne segue:

Jh2
'

J m'
J
h2
Jm

Nm 3
8825
13
[m
] 0,86 m
3
133300
Nm

Analogamente la pressione alla quota del baricentro del manometro


metallico vale:

Pn

Jh1

8825 18 [

n 1,588 bar

m2

m] 158850
3

PIEZOMETRO
Jo = 7845N/m3
Ja = 9806N/m3
Jm = 133362N/m3
hp = 1,2 m

aria
h1= 1m
h2= 1m

olio

Si determinino le quote
dei piani dei carichi
idrostatici dei tre liquidi
rispetto al riferimento z
=0 e si tracci il
diagramma
delle
pressioni.

acqua
hp

h3= 1m

mercurio

Jm
z = z0

La pressione nellinterfaccia acqua mercurio vale:

p3

J m h p  h3 133362 1,2  1 26672

m2

allinterfaccia olio acqua:

p2

p3  J a h2

26672  9806 1 16866

N
m2

allinterfaccia aria olio:

p1

p2  J o h1 16866  7845 1 9021

N
m2

Le quote dei piani dei carichi idrostatici dei singoli fluidi si ottengono
dividendo i valori delle pressioni alle interfacce per i rispettivi pesi
specifici.

Con riferimento alla quota z = 0 risulta:

hm

p3
 h3
Jm

ha

p2
 h3  h2
Ja

ho

p1
 h3  h2  h1
Jo

26672
 1 1,2 m
133362
16866
 1  1 3,72 m
9806
9021
 1  1  1 4,15 m
7845

hO
ha

hm

MANOMETRO DIFFERENZIALE
p.c.i.2

G

J1

p.c.i.1

J2

hB
hA
B

'

J1= 9806 N/m3


J2= 7845 N/m3
Jm= 133362 N/m3
hA = 2 m
' = 0,01 m

Jm

Determinare la posizione del piano dei


carichi idrostatici del liquido di peso
specifico J2 e tracciare i diagrammi delle
pressioni.

Conoscendo hA si pu calcolare la pressione in A:

pA

J1h A

9806 2 [

m2

m] 19612
3

e la pressione in B:

pB

p A  J m ' 18278

e quindi:

hB

pB
J2

N
m

2,33m

che anche pari a

pB

J 2 hB

il dislivello G del piano dei carichi idrostatici 2 rispetto al piano dei carichi
idrostatici 1, vale:

hB  '  h A

0,34 m

G

J1

J2

hB
hA
B

'

Jm

SPINTE IDROSTATICHE SU SUPERFICI PIANE

patm

Ja = 9800 N/m3
Jo = 7840 N/m3
h1 = 3 m
h2 = 1,5 m
l=2m
Determinare la forza X
orizzontale da applicare in
B per assicurare
lequilibrio alla ventola AB
(incernierata in A) nella
posizione verticale.

h1

h2

Ja
B
X

Jo

Il modulo della spinta esercitata dallacqua sulla ventola equivale al


prodotto della pressione nel baricentro della ventola per la sua superficie:

Sa

J a hGa A 9800 3  0,75 2 1,5 [

N
m

m
] 66150 N
3

Analogamente si trova la spinta esercitata dallolio sulla ventola:

So

N


J o hG A 7840 0,75 2 1,5 [ 3 m m 2 ] 17640 N
o

S a ! S o quindi la risultante avr il verso di S a

Calcolo dei punti di applicazione delle due spinte:

h2/2
G

h2/2

Sa

s1

s1

h2
G
2

h2

2

Lh23
12

h
2
Lh2 CA 

2 1,53
12
0,75 
2 1,5 1,5  0,75

0,66 m

Nel secondo caso, essendo perfettamente triangolare la distribuzione delle


pressioni, immediato il calcolo del punto di applicazione della spinta dal
fondo:

s2

h2
3

0,5m

So
h2/3

La forza incognita si trova dunque annullando i momenti delle due spinte


e della forza incognita stessa rispetto la cerniera A:

S a h2  s1  S o h2  s2  X h2

66150 0,84 [ N m]  17640 1 [ N m]  X 1,5 [ N m] 0


X

25284 N

Segue: AGGIORNAMENTO CON APPUNTI DI LEZIONE relativo


allo stesso esercizio, per la determinazione del centro di spinta.

JhG A

Disegno di riferimento per


valutare il valore della pressione
in corrispondenza del baricentro
G della ventola.

patm

h1

hG
JahG
Ja
G JohG
h2/2

hG
h2
Jo

Linea di sponda

SISTEMA acqua - paratoia

y
Piano dei carichi
idrostatici (acqua)

[ x0
h1/2

h2/2

I
M

Piano dei carichi


idrostatici (olio)

d1

I xy
M

per il teorema del trasporto del momento dinerzia ( teorema di Huygens) :

I 0  Ax02

Lh23
12

I0

d1

[

I0
 xo
M

h1
2

Lh23
h1 h2
12
 
h
h
2 2

Lh2 1  2
2 2

2,33  1,5

2,33m

0,84m

Linea di sponda

y
[ x

Piano dei carichi


idrostatici (olio)

d2
x

Axo
I
M

Ax02

h h
Lh2 1  2
2 2

SISTEMA olio - paratoia

2
Lh23
h2
 Lh
I 0  Ax0
12
2
Lh23
I'
I
12  h2
 xo
M M
h 2
Lh 2
2
2

1m

d2

S a d 1  S o d 2  X h2

66150 0,84 [ N m]  17640 1 [ N m]  X 1,5 [ N m] 0


X

25284 N

SPINTE IDROSTATICHE EQUILIBRIO RELATIVO


a

G
J

D2

D1
C2

C1

a=1m
b = 0,25 m
D1 = 0,2 m
D2 = 0,8 m
e=1m
J = 9806 N/m3
|F| = 1000 N

Ammessi trascurabili i pesi propri dei pistoni E


e G e della leva AB e laderenza dei pistoni,
determinare la forza P che deve essere
applicata al pistone G affinch il sistema sia in
condizioni di equilibrio.
(I cilindri C1 e C2 contengono entrambi acqua)

La forza F agente nel punto B della leva ADB vale in modulo

Fa  F ' b
F'

a
b

0
1000

1
0,25

4000 N

la pressione in corrispondenza del pistone E nel cilindro C1 vale:

pE

F'
AE

F'

D12
S

4000
2

S 0,2

127324 Pa

in corrispondenza al pistone G la pressione pari a:

pG

N
p E  Jh 127324 Pa  9806 3 1 m 117518 Pa
m

Moltiplicandola per larea AG d il modulo della spinta sul pistone G e


quindi anche quello della forza P che deve essere applicata a G perch il
sistema sia in equilibrio:

pG AG

D22 2
0,8 2
pG [ 2 ] S
[m ] 117518 S
4
4
m
N

59071 N

Lezione 2

O
d1
dG
d2

d1 = 3.00 m
d2 = 5.50 m
b = 2.50 m = larghezza della lastra
= 60 gradi
= 1000 kg/mc = 9806 N/mc

2
O

Determinare la forza F agente sulla


superficie della lastra e il centro di
spinta.

dF

xF
xG

F = pG * A
A = a * b con
d2-d1 5.50-3.00 = 2.91 m
a = sin() =
0.86
1

A = a * b = 2.91 * 2.50 = 7.28 mq


d2 + d1 4.25 m
=
2
pG = 9806 N/mc * 4.25 m = 41675.5 N/mq

pG= * g * dG = * dG

con dG =

F = pG * A = 41675.5 N/mq * 7.28 mq = 303397.6 N


Indicando con x la coordinata di un punto della superficie A rispetto
alla retta intersezione tra il piano del pelo libero ed il piano che
contiene la superficie, la distanza del punto di applicazione della forza
da tale retta :
xF

MI
MS

A * x G2  MI
A *xG

con

xG

dG
sin(D )

4.25m
4.94m
0.86

xF

MI G
xG 
A * xG

b * a 3 / 12
xG 
b * a * xG

( 2 . 91 m ) 2
4 . 94 m 
12 * 4 . 94 m

a2
xG 
12 * x G

4 . 94 m  0 . 14 m

5 . 08 m

La profondit dal pelo libero del punto di applicazione della forza :

dF

x F sin(D )

5.08m * 0.86

4.37 m

Dati la geometria del sistema e i valori


di h e J : determinare il modulo S
della spinta sulla superficie estrema
verticale piana e il centro di spinta.

y
Y = x2

hG

G
h

x
h

area bagnata

hG

1
2

2 y dy
0

2
y
3

3 h
2
0

4
h h
3

2
h
5

JhG A

8 2
h h
15

Il centro di spinta si trova sullasse della parabola affondato sotto la superficie libera della
distanza:
3
3

I
M

32 h h
105
AhG

32 h h
105
8 2
h h
15

4
h
7

SPINTE SU SUPERFICI GOBBE

IDROSTATICA

IDROSTATICA

IDROSTATICA

Data la geometria del sistema e i


valori di J e R, determinare la
spinta del liquido sulla superficie
della semisfera superiore, su quella
della
semisfera
inferiore
e
sullintera superficie sferica.

Piano dei carichi idrostatici

R
J

- calcolo della spinta S a sulla superficie della semisfera superiore


Per il teorema globale dellequilibrio isolando il volume di liquido contenuto nella semisfera

P  F1  Fa

14 3
SR
23

F1

S R 2J R

Fa

Sa

da cui

 Fa

Peso del volume di liquido isolato

P  F1

Sa

verticale verso il basso

Spinta esercitata SUL liquido dalla superficie ideale del cerchio massimo di chiusura del
volume
verticale verso lalto
Spinta esercitata SUL liquido dalla superficie della semisfera

 Fa

4
 J SR 3  JS R 3
6

1
JS R 3
3

verticale verso lalto essendo F 1 >P


5

- calcolo della spinta Sb sulla superficie della semisfera superiore


Per il teorema globale dellequilibrio isolando il volume di liquido contenuto nella semisfera

P  F1  Fb
14 3
SR
23
SR 2JR

P
F1

da cui

 Fb

Peso del volume di liquido isolato

P  F1

Sb

verticale verso il basso

Spinta esercitata SUL liquido dalla superficie ideale del cerchio massimo di
chiusura del volume
verticale verso il basso
Spinta esercitata SUL liquido dalla superficie della semisfera

Fb

Sb

 Fb

4
6

J SR 3  JSR 3

5
JSR 3
3

verticale verso il basso

- calcolo della spinta S sullintera superficie sferica


La spinta uguale al peso del liquido contenuto nella sfera, cio:

4
3

J SR 3

ovviamente pari alla risultante delle precedenti

S a  Sb
6

Data la geometria del sistema e i


valori di J , h e D, determinare il
modulo S della spinta sulla
semisfera (fondo del serbatoio
cilindrico).

D
h
J

Come tutti i problemi riguardanti le spinte su superfici curve,


questo esercizio pu essere risolto sia applicando il teorema
globale dellequilibrio, sia calcolando separatamente la
componente verticale e quella orizzontale della spinta.

1) calcolo della spinta applicando la regola delle 2 componenti: si osserva che la proiezione
orizzontale della superficie del cerchio massimo , in questo caso nulla, non esiste quindi
componente orizzontale della spinta. Quanto alla componente verticale, si tratta di valutare il peso
del volume di liquido costruito portando delle generatrici verticali dal contorno della superficie,
fino al piano dei carichi idrostatici relativi:

JV

1 4 D3
D2
h
J S
S

23 8
4
7

2) calcolo della spinta applicando lequazione globale di equilibrio statico al volume compreso tra la
semisfera e il suo piano diam etrale principale:

G  3 O  31

2 D
J S
3 2

31

D2
Jh S
4

30

 30

G  31

Peso del volum e liquido contenuto nella sem isfera

rivolto verso il basso

Spinta esercitata SU L liquido dalla superficie ideale del cerchio m assimo di


chiusura del volum e (da vedersi come la spinta del liquido che insiste sul
piano diam etrale principale) rivolta verso il basso

Spinta esercitata SUL liquido dalla superficie della sem isfera verticale verso
lalto

G  31

1 4 D3
D2

J hS
S

4
23 8

Spinta idrostatica su una superficie cilindrica


So
z

R
G

R
A S

C
G

SO

B
x

Si vuole determinare la spinta S sulla


parete convessa verso lacqua AB:

Simmagina di aggiungere una parete piana verticale CB passante per il piede della
parete curva e di riempire dacqua il nuovo spazio ABC. La parete curva ora
sottoposta a pressioni uguali e contrarie sulle due facce perci non assume su di s
alcuna pressione. La spinta S cercata dunque di uguale intensit e direzione, ma
di verso opposto, alla spinta esercitata dal volume liquido ABC sulla superficie
curva AB. Indicando con S o la spinta esercitata dal liquido sulla parete verticale BC,
con G il peso del volume liquido ABC, per lequilibrio del suddetto volume deve
aversi

So  G  S

So  G

a
R
a

D
R

La paratoia a settore di raggio R e asse di


rotazione orizzontale per o chiude la luce
rettangolare di altezza a su cui esiste un battente
di acqua a.
a

R cos D

45 q

Determinare la spinta esercitata dallacqua su


un metro lineare di paratoia.
1) m etodo delle componenti verticali e orizzontali
1

So

J h Gproiez . Asup . proiettata

Sv

J V tratteggia to

S o2  S v2

a
J a  a
2

3 2
a J
2

SR 2 a 2
J aR 1  cos D 


2
8

Sv

a
a

So

la risultante dovr passare per il centro del cerchio O e ha inclinazione rispetto lorizzontale
pari a:
S

tg M

Sv

10

2) calcolo della spinta mediante il teorema globale dellequilibrio

G  3 O  31

S = SR  G S

a 3R

bh
SR
J

2
8

3 1 =J(Rsen45+Rsen(45/2)sen67,5)(2Rsen(45/2))

D/2

SD 

h
b

3 1o

3

3 1v

3 1 sen ( 67 .5)

S o = SR

3 1 cos( 67 .5)

2 Rsen

R cos

D
2

D
2

S v = - G Sv
S

S o2  S v2
12

m2 $
6$%
H

0,5 m

0,8 m

K
3

1=0,05 m

0,3 m
m1

1 = 9806 N m-3
2 = 11767 N m-3
m1 = 133362 N m-3
m2 = 7845 N m -3
1=0,05 m
L=3m

2
1,0 m
6%&
&

'HWHUPLQDUH
D 3RVL]LRQLGHLFDULFKLLGURVWDWLFLGL H 
E ,QGLFD]LRQH GHOPDQRPHWURGLIIHUHQ]LDOH
F 3RVL]LRQHGHOFDULFRLGURVWDWLFRGL P
G 6SLQWDVXOODSDUHWH$%&

a) Indicando con 1 la quota del piano dei carichi idrostatici del liquido 1 rispetto
lorizzontale di riferimento passante per P ho che la pressione alla quota del punto P
vale:
P P = - 1* m1 = 1* 1
da cui
 P

Pm = - 1*( 1 0,3) = 2* 2
da cui
 P
b) La pressione in H :
PH = PM 1 * 0,5 = PK m2* 2 = PM 2*(0,5 - 2) m2* 2
da cui
 P
Conoscendo la pressione nel punto K dalla relazione precedente, ho che il piano
dei carichi idrostatici del liquido m2 si calcola con la relazione:
m2*  PK
da cui
  P

c) La spinta 6 $ % sulla parete AB vale in modulo:


6 $ %  1* ( 1 0,3 +

0 ,8
) * 0,8 * L = 1
2

ed diretta dallesterno verso linterno essendo il liquido a contatto con la parete a


pressione relativa negativa.
La spinta 6 %& sulla parete BC pari in m odulo a :
6%&  2 (

1
- 2 ) * 1 * L = 1
2

diretta verso lesterno.


La spinta totale, diretta verso linterno vale dunque:
6 $ %& 1

'LDJUDPPDGHOOHSUHVVLRQL
m2 $
6$%
2

0,5 m

0,8 m

m1

%
2
1,0 m
6%&
&

2
1
m2

a
D

%/2&&2',
&$/&(6758==2

D = 0,80 m
L=2m
P = 2650 N
a = 9806 N m-3
c = 24515 N m-3
Determinare:
a) Peso del blocco di calcestruzzo
per mantenere il cilindro in
posizione immersa.

Spinta del fluido sul cilindro: S = a* ( ( *D2) / 4) * L = 9858 N


La risultante delle spinte verso lalto e vale: S = S P = 7208 N

Dallequilibrio delle forze e dallannullarsi del momento angolare rispetto il


centro del cilindro ho che la tensione della fune pari a:
T = S / 2 = 3604 N
Per lequilibrio deve essere:
P C = CWC = T +

a*WC

da cui
WC = 0,245 m3
3& 1

/XFHLQSDUHWHVRWWLOH
Dati: H , D = Diametro della luce
P = Peso che grava sulla superficie
colpita dal getto

3
H

2
Z
1

Determinare:
a) la posizione Z di equilibrio.
Dimostrare:
a) la stabilit dellequilibrio alle
traslazioni verticali.

= Area della luce =

* (D 2/4)

La velocit torricelliana del getto alluscita dalla luce sar:


9 = radq(2 * g * H)

La velocit reale (V1) :


V1 = cv * V

con cv che vale 0,98

Siccome per la luce in parete sottile si ha che cc = 0,64 ho che la portata Q vale:
Q = cc * cv *

* radq (2 * g * H)

La forza (F) del getto sulla superficie inferiore di P vale:


F=

* V 22

dove le grandezze in gioco si riferiscono alla sezione 2.


Per lequilibrio tale forza dovr uguagliare P e da tale relazione poi possibile
calcolare V2. Infatti essendo:
2

= Q / V2 ho che la relazione P =
P=

* Q * V2 dalla quale si trae

* V22 pu essere scritta:


V2 = P /

*Q

Lequazione di Bernoulli tra la sezione 1 e la sezione 2 vale:


z1 + p1/ + V 12/2g = z2 + p2/ + V 22/2g
Essendo z1 = 0 perch sul piano di riferimento ed entrambe le sezioni alla pressione
atmosferica lequazione sopra scritta diviene:
V 12/2g = z2 + V 22/2g dalla quale si trae z2 che laltezza richiesta dal problema:
z2 = V 12/2g - V22/2g
In tale posizione lequilibrio stabile alle traslazioni verticali. Infatti P costante
ed avendo:
P=

* Q * V 2 = spinta del getto

deduco che la spinta varia con z perch con z varia V2


Con Bernoulli dal pelo libero del serbatoio fino alla sezione 2, trascurando le perdite, ho
H = z + V 22/2g V 2 = radq(2 * g * (H - z) ) F =

* Q * V2 - P

Dati:
, A = Area del serbatoio
, H
H
Determinare:
a) Portata iniziale
b) Tempo di svuotamento del
serbatoio

Q=m*

* radq (2 * g * H)

con

m = cc * cv

Il tempo di svuotamento si ricava ossaervando che la diminuzione della


quota del pelo libero H rispetto alla luce in un tempo dt data dalla:
-dH = (Q / A) * dt
per cui sar
-dH = (m *

* radq (2 * g * H) / A) * dt

La quantit
K = (m *

* radq(2*g) / A)

risulta essere costante, per cui si pu scrivere, separando le variabili,


-dH/radq(H) = K * dt
Integrando si ottiene
-2 * radq(H) = K * t + cost
Per valutare il valore della costante utilizzo le condizioni iniziali:
H = H0
per
t=0
H=0
per
t = T = Tempo di svuotamento
Da questo si ricava
cost = -2 * radq(H 0)
T = 2 * (radq(H 0) / K)

per cui ho

/H]LRQHRWWREUH
(VHUFL]LR
Un tubo di Pitot viene immerso in un fluido che scorre con
velocit Y. Se tale fluido aria e il liquido monometrico contenuto
nel tubo acqua, determinare le velocit del fluido quando la
differenza di altezza del liquido monometrico K FP

Applicando lequazione di Bernoulli ai punti a e b, dove b si


suppone sia il punto di arresto del fluido e la sua densit :

41

1
3D + Y 2 = 3E
2
Del resto se h la differenza di altezza del liquido nei 2 rami del
manometro e la sua densit, possiamo scrivere:

3D + JK = 3E
confrontando le 2 equazioni, si ricava per la velocit dellaria
lespressione:

Y=

2JK

per =1.29 kg/m3

Y = 0,31P / V

42

(VHUFL]LR
Uno
scultore
deve
realizzare un balenottero
da porre al centro di una
fontana. Nel corpo della
statua verr immesso un
tubo di sezione $ nel quale
confluir lacqua alla
velocit Y.

6DSHQGRFKHODFTXDFKHIXRULXVFLUjGDOODERFFDGHOEDOHQRWWHUR
GRYUj UDJJLXQJHUH XQ SXQWR GHOOD IRQWDQD GLVWDQWH G H DG
XQDOWH]]D GL K DO GL VRWWR GHOOD ERFFD VWHVVD FKH GLDPHWUR '
GRYUjGDUHDTXHVWDORVFXOWRUH"

Usando le equazioni della meccanica classica,

G = YW
K=

1 2
JW
2

si deduce che la velocit v, che deve avere il fluido alluscita


della bocca del balenottero per raggiungere il punto dovuto, deve
essere

Y= G

J
2K
43

ora, applicando lequazione di continuit,

$Y= $Y
si ricava la nuova sezione A in funzione di A, v, v

$=

$Y 2K
G
J

Da cui :

'=

4 $

44

(VHUFL]LR
,Q XQ UHFLSLHQWH ULHPSLWR GDFTXD ILQR DG XQDOWH]]D + YLHQH
SUDWLFDWR XQ IRUR D XQDOWH]]D DO GL VRWWR GHOOD VXSHUILFLH OLEHUD
FKHSHUPHWWHDOILRWWRGDFTXDXVFHQWHGLUDJJLXQJHUHODGLVWDQ]D
PDVVLPD

7URYDUHOHVSUHVVLRQHGLTXHVWDGLVWDQ]DLQIXQ]LRQHGL+
Per il teorema di Torricelli, lacqua che esce dal foro ha velocit:

Y = 2 JK
GRYHKqODOWH]]DGHOIRURDOGLVRWWRGHOODVXSHUILFLHOLEHUD
Sostituendo questespressione della velocit nel sistema

G = YW

1 2
+ K = 2 JW
ed eliminando la variabile temporale, si ottiene per la distanza
lespressione:

45

G = 2 K( + K )
la distanza massima quando il valore del radicando massimo; il
radicando, a sua volta, fissata H, massimo per

K=

1
+
2

come si ottiene derivando il radicando in funzione di h e ponendo


la derivata uguale a zero.
Sostituendo questo valore dentro lespressione di d, si ottiene il
relativo valore massimo:

G max = + .

46

(VHUFL]LR
D

Determinare
la
portata
fluente
attraverso il venturimetro, noto il dislivello
del manometro differenziale a mercurio,
ammettendo nulle le perdite fra le sezioni 1 e
2, e uniforme la distribuzione della velocit
nelle due sezioni.
Siano noti: D, , , m, d

m
Il manometro differenziale fornisce la differenza fra le quote
piezometriche delle sezioni 1 e 2


S
S

]1 + 1 ] 2 + 2 = = P

data la costanza del trinomio di Bernoulli, risulta quindi:

S1
S2 Y22 Y12

= ]1 + ] 2 + =


2J

essendo per la continuit

4 Y$ Y$

la precedente si pu scrivere:

47

42 1
1 4 2 $12 $22
=
2 =
2

2 J $2 $1 2 J $22 $12
e quindi

4 = 2 J

$1 $2
$12 $22

48

(VHUFL]LR

H
d

Calcolare la portata, la pressione e la potenza necessarie per


alimentare un getto dacqua di diametro iniziale d, che si eleva
verticalmente ad unaltezza H. Trascurare sia le perdite di carico
nel getto e nel condotto, che la velocit dellacqua nel condotto di
adduzione, e considerare rettilinei e paralleli i filetti nella sezione
iniziale del getto ( quindi pressione nulla in tutta la sezione).
Dati: G e +
Assunto come piano z = 0 quello passante per la sezione iniziale
del getto, lapplicazione del teorema di Bernoulli fra la sezione
iniziale e la sommit del getto fornisce:

Y12

= + ( = )
2J
dal momento che alla quota H la velocit nulla e i filetti,
separandosi, sono tutti alla pressione atmosferica.
49

Risulta quindi:

G
Y1 = 2 J+ 4 = Y1
4
per trovare la pressione si applica il teorema di Bernoulli fra una
sezione generica del condotto e la sezione iniziale del getto,
ammettendo che esse si trovino alla stessa quota zero.
Con le ipotesi poste si ha:

S Y12
=
2J
cio

S
= + da cui

S = +

Per calcolare la potenza basta ricordare che

3 = 4+

50

(VHUFL]LR
Data la geometria, individuare a
quale distanza K dal foro il getto
effluente avr il diametro G
assegnato. Considerare il liquido
perfetto e incomprimibile.
Dati : +, ' e G.

+
'

G
Supponiamo che la sezione contratta si trovi allincirca alla
distanza di 0,5 D dal foro.
In questa sezione la velocit :

8 F = 2 J (+ + 0,5 ' )
e larea

'2
F = FF
4

con Cc = 0,64 circa

quindi la portata Q:

'2
4 = F8 F = &F
2 J (+ + 0,5 ' )
4
51

essendo il liquido incomprimibile, la portata in volume costante


in tutte le sezioni, quindi in quella con diametro d sar:

G 2
4=
2 J (+ + K )
4
eguagliando le due espressioni di Q si ottiene:

'
K = FF2 (+ + 0,5 ' ) +
G
4

52

(VHUFL]LR

K
+

1
D

D

3

Data la geometria del sistema, noti gli affondamenti K e + rispetto


alla luce libera e nota larea della luce, calcolare il peso 3
affinch il sistema sia in equilibrio.
Lequilibrio della bilancia permette di scrivere
P = 2F con F : spinta esercitata dal getto che effluisce dalla luce
Applicando il teorema globale dellequilibrio dinamico al volume
compreso tra le sezioni 1-1 e 2-2 si ha:

* + )F + , + 0 1 0 2 = 0
Analizzando le forze si avr:

)F = 0 1
quindi
53

) = )F = 0 1 = 48 1
essendo 4 = P 2 JK e 8 1 =

2 J+ si ha

3 = 2P 2 JK 2 J+

54

(VHUFL]LR
Si deve costruire una paratoia che
assicuri il contenimento di una data
portata dacqua allinterno di un canale
+
con altezza pari a: + .
La struttura sar realizzata con due setti
verticali .
Determinare quale altezza devono
presentare tali setti affinch la spinta idrostatica agente su di essi
sia identica. Ipotizzando una profondit unitaria .

S1

+

S2

[
61 = [
2

H-x

+ [

6 2 = +
( + [ )
2

61 = 6 2

; =

+2
2

+2
(+ [ ) = +
2

55

(VHUFL]LR
Calcolare la pressione
necessaria a valle
della
pompa
per
assicurare la velocit
in uscita vj. Calcolare
la potenza installata se
il rendimento della
pompa del 70%.
( si trascurino in questa fase di programma, le perdite di carico
lungo la condotta -/).
-/
Vj2/2g
Hp

Y2

+ -/ [P]
+ = + + = 120P +
2J

S = + S [ 1 / P 2 ]
4+ S
3=
[ N: ] oppure
1000

4+ S
3=
[: ]

con = 0,7
56

(VHUFL]LR


h
Du 
]

b
]

a
] 

XQD SRPSD ILVVDWD D XQD ]DWWHUD


GHYH SURGXUUH XQ JHWWR FKH
UDJJLXQJD XQD TXRWD h VRSUD OD
VH]LRQH WHUPLQDOH GHO ERFFDJOLR
GL XVFLWD DG DVVH YHUWLFDOH
$PPHVVH WUDVFXUDELOL WXWWH OH
SHUGLWH GL FDULFR GHWHUPLQDUH OD
SRUWDWD Q H OD SRWHQ]D P GHOOD
SRPSD DYHQWH XQ UHQGLPHQWR GHO
'DWLhabDX

zattera

DSSOLFDQGR LO WHRUHPD GL %HUQRXOOL IUD OD VH]LRQH GL XVFLWD GHO
ERFFDJOLRHLOSXQWRGRYHLOJHWWRFRPLQFLDDULFDGHUH  H TXLQGL
ODFTXDKDYHORFLWjQXOOD VLRWWLHQH

S1 Y12
S 2 Y22
]1 + +
= ]2 + +
2J
2J
Y12
K = ] 2 ]1 =
2J
Y1 = 2 JK
1RWDYVLRWWLHQHODSRUWDWD

' 2
4 = Y1 $1 = Y1
4
57

DPPHVVH WUDVFXUDELOL OH SHUGLWH GL FDULFR QHOOH FRQGRWWH GL


DVSLUD]LRQHHGLPDQGDWDODSUHYDOHQ]DGHOODSRPSDqSDULD

+S = K+D+E
HTXLQGLODSRWHQ]DLQVWDOODWDq

4+ S
3=
[N: ].
1000

58

(VHUFL]LR

Determinare la portata Q e la
potenza P sullasse della turbina,
trascurando le perdite di carico
lungo il diffusore. La turbina ha un
rendimento dell80%. Valutare
inoltre la spinta sul diffusore.
Dati : D1, D2, D3, z2, h, n,, , m.

D1
n M
h
2
z2

M
7

D2
Z= 0

z3

3
D3

Per trovare la portata sufficiente applicare il teorema di


Bernoulli fra la sezione di uscita della turbine (2-2) e la sezione di
sbocco nel serbatoio (3-3):

S3 Y32
S 2 Y22
]2 + +
= ]3 + +
2J
2J
ma:

S3
S 2 Y22 Y32

=
]3 + ]2 + =

2J 2J

59

ed essendo

4 = Y2 $2 = Y3 $3 = cos W

4=

1
1

2 J$22 2 J$32

il salto disponibile H risulta:

S9 Y92
S 0 Y02

+ = + 0 + 9 = ] 0 +
+ ]9 +
+
2J
2J

con

Q 10 5
42
+ 0 = ]0 +
+

2 J$12

+9 = +

42
2J$22

e quindi

3=

4+
[N: ]
1000

60

la spinta Si sulla parete interna del diffusore viene determinata


applicando il teorema globale dellequilibrio dinamico al volume
liquido compreso fra le sezioni 2-2 e 3-3; si ricava:

6L = * + 2 + 3 + 0 2 0 3
dove tutte le forze sono verticali e valgono:

* = :
2 = S 2 $2
3 = S3 $3
0 2 = 492

0 3 = 493
La spinta Se esercitata dal liquido in quiete del serbatoio sulla
superficie esterna del diffusore diretta verticalmente verso il
basso e ha modulo pari al peso G del volume liquido compreso
fra la parete esterna del diffusore e la superficie libera del
serbatoio. In definitiva la spinta totale sul diffusore pari a:

6 = 6L + 6H

61

/(=,21('(/129(0%5(
(6(5&,=,2

Calcolare la portata effluente allaria, in moto permanente, dalla


condotta AB, a imbocco raccordato, alimentata da un serbatoio a
livello costante.
Dati: L, D, z1, z2, c (Gaukler Strickler)
Applicando lequazione di Bernoulli tra la sezione iniziale e finale
del condotto si ha:

92
]1 = ] 2 +
+ L/
2J
supponendo il moto turbolento 1 e quindi pu essere
trascurato.
Nel caso in esame non esistono perdite concentrate, perch
nellimbocco raccordato esse si considerano nulle. Per esprimere
62

la pendenza motrice i, essendo noto il coefficiente di Gaukler .


Strickler, si user la formula di Chezy:

8 = L

dove il raggio idraulico che per condotti


circolari vale D/4.
Il bilancio energetico si scrive quindi:

82
82
82
82
=
]1 ] 2 = 2 / +
/+
2
2

2 J F ( ' / 4 )6 ( ' / 4 )
2J
essendo, per un liquido incomprimibile, 4 = 8

42

42
]1 ] 2 =
/+
4
2
2
2
2
2
2
J
(

'
/
4
)
3
F (' / 4 ) (' / 4 )
quindi:

' 2
4=
4

]1 ] 2
/
1
+
4
2
F ( ' / 4 )3 2 J

63

(6(5&,=,2

Determinare lindice di scabrezza P di Kutter di una tubazione,


note la portata fluente Q e lindicazione di un manometro
differenziale a mercurio collegato come in figura.
Dati: D, Q, l, , m,
Il manometro differenziale fornisce la differenza di quota
piezometrica agli estremi del tronco di lunghezza O, ossia:

P
P
LO =
da cui L =

O
la velocit vale

8=

4
' 2 / 4

dalla relazione 8 = L si ricava

64

8
L

di conseguenza P si calcola dallespressione:

100
100
=
P + 1+ P

i valori medi sperimentali di P risultano:


0,15 0,17 per tubi in ghisa nuovi
0,275 per tubi in ghisa usati
0,45 per tubi in ghisa con incrostazioni

65

(6(5&,=,2

Determinare la portata fluente dal serbatoio A al serbatoio B,


collegati mediante due tronchi di tubazione di ghisa,
rispettivamente di diametri D1 e D2, lunghezze L1 e L2 e scabrezze
1 e 2, noto il dislivello y.

Il bilancio energetico tra i due serbatoi A e B si scrive:

8 12
8 22
8 22
\ = 1
+ L1 /1 +
+ L2 /2 +
2J
2J
2J
essendo:

81 =

44
'12

82 =

44
'22
66

1 0,5

perdita di imbocco

'

= 2 1 = 22 1 perdita localizzata per il brusco allargamento


1 '1

42
42
L1 = 1 5 ; L2 = 2 5
'1
'2

(espressione di Darcy)

eseguite le debite sostituzioni si ottiene una equazione in Q2 di


semplice soluzione (si considera la radice positiva, perch una
portata negativa in questo caso non fisicamente possibile).

67

(6(5&,=,2

/DFRQGRWWDGLGLDPHWUR'VFDEUH]]D GL%D]LQ HOXQJKH]]D/q


FROOHJDWDDLGXHVHUEDWRLDOOHVXHHVWUHPLWj1RWRLOGLVOLYHOOR\IUD
OHVXSHUILFLOLEHUHGHLGXHVHUEDWRLFDOFRODUHODSRUWDWDFKHIOXLVFH
GDOOXQR DOODOWUR H GHGXUUH OLQGLFD]LRQH  GL XQ PDQRPHWUR
GLIIHUHQ]LDOH D PHUFXULR LQVHULWR QHOOD FRQGRWWD FRQ OH SUHVH
GLVWDQWLO
Dati: D, L, , y, l
La perdita di imbocco assimilabile in questo caso ad un tubo di
Borda e vale quindi lintero termine cinetico.
Il bilancio energetico risulta:

82
82 8 82
\=
+ L/ +
= + 2 /
2J
2J J
68

dove

87
1+ /

'
4

da questa equazione si ricava U e quindi Q = U


il manometro differenziale fornisce la differenza di quota
piezometrica fra le due sezioni cui collegato; in questo caso vale
quindi LO
Si ha allora: LO =

P
da cui si ricava .

69

(6(5&,=,2

Calcolare il diametro teorico occorrente perch un tubo di ghisa


nuovo (coefficiente di Strickler c=90 m1/3 s-1), di lunghezza L, ad
imbocco raccordato, convogli una portata Q fra due serbatoi tra i
quali esiste una differenza di carico costante H.
Dati: L, Q, H,
Il bilancio energetico si scrive:

82
+ = L/ +
2J
dove

82
L= 2

= F

1
6

70

'
4

per cui

1
3

44 44

42 4 2
$
%
+ =
/
+
=
+
1
2
4
5 , 33
4
2
4 2
2
J

'
'
'
3
'F''
2

equazione risolvibile numericamente rispetto '

71

(6(5&,=,2

La condotta AB di diametro D, lunghezza L e scabrezza P di


Kutter, alimentata dal serbatoio S, termina con una valvola

'2
con
regolabile, la cui luce pu assumere tutti i valori =
4
0 < < 1, posta H metri al di sotto della superficie libera del
serbatoio.
Determinare la portata massima e il valore di per cui si ha la
massima potenza del getto.
Dati: H, L, D, P

' 2
Assunto come piano di riferimento quello per B, posto =
,
4
il bilancio energetico si scrive:

42
42
+ = 2 2 /+

2 J 2 2

( 4max

per = 1 )

72

la potenza del getto vale

: = 4+ %
in cui, essendo z = 0,

S
=0

42
42 /
+% =
2 = +
2 J ( )
2 2
LOPDVVLPRGL:

G:
/
= + 3 2 2 4 2 = 0
G4

da cui

42/
1
=
+
2
2
3
TXLQGLODSRUWDWDFKHUHQGHPDVVLPDODSRWHQ]Dq

4 * =

+
3/

introdotto questo valore nellequazione di bilancio iniziale si trova


il valore di richiesto.

73

(6(5&,=,2

Due serbatoi sono collegati mediante una tubazione liscia di


lunghezza L e diametro D, in cui inserita una pompa.
Trascurando eventuali perdite localizzate, determinare la potenza
della pompa ( rendimento ) per sollevare una portata Q di nafta.
Dati: L, D, y, Q, , ,
La pompa deve fornire una prevalenza H pari al dislivello fra i
due serbatoi aumentato delle perdite e del carico cinetico:

82
+ = \ + L/ +
2J
dove

8=

4 44
=
$ ' 2
74

essendo noto si pu calcolare il numero di Reynolds e verificare


che :

2000 < Re < 10 5 (fuori dal campo laminare)


si potr quindi usare la formula monomia di Blasius per il calcolo
di e quindi di i e in definitiva H.

= 0,316 Re

0 , 25

82
L=
' 2J

la potenza da fornire alla pompa risulta:

:=

4+

75

(6(5&,=,2

H1
L1

L2

H2

H1 = 55 m
H2 = 40 m
L1 = 10 m
L2 = 2.500 m
D = 0,25 m
C = 100 m1/3s-1
curva caratteristica della pompa

+ S = 40 1254 2

Calcolare la portata elaborata CON e SENZA pompa.

SENZA POMPA

91 2
922
+ 1 0,5
L1 /1 L2 /2
= +2
2J
2J
91 = 92 9

9$ = 4

84 2
10,294 2
+ 1 + 2 = + = 1,5 2 4 + 2 5 , 33 (/1 + /2 ) = .4 2
J '
F'

76

+
4=
=
N

15
1,5 8
2510 10,29
+
2
4
2
5 , 33
9,81 (3,14 ) (0,25) (100 ) (0,25)

= 0,0595P 3 / V = 59,5O / V

CON POMPA

91 2
922
+ 1 0,5
L1 /1 + + S L2 /2
= +2
2J
2J
+ S = + + N4 2
.=

1,5 8
10,29 2510
+
2
4
2
5 , 33 = 4210,727
9,81 (3,14 ) (0,25) (100 ) (0,25)

+ S = 15 + 4214,7274 2 curva di impianto


+ S = 40 1254 2

curva caratteristica della pompa

dal sistema si trova Q = 0,1127 m3/s = 112,7 l/s

77

60

50

40

30

+ 20

10

0
0

0,01

0,02

0,03

0,04

0,05

0,06

0,07

0,08

0,09

0,1

0,11

0,12

0,13

0,14

0,15

-10
-15
-20

78

Lezione del 19 Novembre 2002


ESERCIZIO 1

A
E

x
C

B
F

I 3 serbatoi A,B e C aventi le superfici libere rispettivamente alle


quote HA, HB = HC sono collegati al sistema di condotte (EN, NF,
NH) aventi in comune il nodo N. le lunghezze delle tre tubazioni
sono rispettivamente l1, l2, l3 e i diametri d1, d2,d3.
Determinare le portate Q1, Q2, Q3 che percorrono le tre tubazioni,
per le quali si ritiene applicabile la formula di Darcy per tubi usati:

q2
b q2

i = b 5 = 2 a + 5
d
d d

con a = 0,00164; b = 0,000042

e la quota piezometrica x del nodo N.


Dati: HA,HB = HC,d1,d2,d3,l1,l2,l3.

Le 4 incognite si ricavano risolvendo il sistema costituito dalle


equazioni del moto nei 3 condotti e dallequazione di continuit al
nodo N.

Q1

H
x
l
=
b
1
5 1
A
d1

Q22

x = b 2 5 l2
d2

Q32
x = b 3 5 l3
d3

Q = Q + Q
1
2
3

b3
b2
2
2
l
Q
l
Q
=0
3
3
2
2
5
d 5
d3
2

H A = b1 l1 (Q2 + Q3 )2 + b 2 l2 Q22
d15
d 25

dalla prima si ottiene:

Q3 = A Q2
2

dove

b 2 l2 / d 25
A =
b3l3 / d 35
2

e sostituendo nella seconda:

Q2 =

HA

b1
b2
2
(
)
+
+
+
l
1
2
A
A
l
5 1
5 2
d1
d2

calcolato Q2 si trovano immediatamente le altre incognite.

ESERCIZIO 2

H
a
A

Z=0
1

Uno stramazzo rettangolare a larga soglia, di larghezza: L =


3.00 m, e lo scivolo che lo segue, convogliano dellacqua
dal serbatoio A al canale C (anchesso largo L).
Posto che la soglia dello stramazzo sia alta: a = 1.00 m, si
determini:
a) quale carico H deve essere presente sulla soglia dello
stramazzo affinch la portata convogliata sia pari a: Q =
0.8 m3/s;
b) laltezza dacqua y1 nella sezione 1 al piede dello scivolo
nellipotesi che fra il serbatoio e la sezione stessa siano
trascurabili tutte le perdite di carico;
c) laltezza y2 coniugata di y1 nel risalto idraulico che
segue lingresso della corrente veloce nel canale.

a) Q = 0,385 LH 2 gH
da cui:
2

3
Q
= 0,29 m
H =

0,385 L 2 g
b) Altezza dacqua nella sezione 1(y1)

v12
Q2
Q2
= y1 +
= y1 +
H + a = y1 +
2
2
2g
2 gW1
2 g ( y1 L )

(0,8)

0,29 + 1 = y1 +

2 9,81 9 y12

176,58 y13 - 227,7882 y12 + 0,64 = 0

Risolvendo per tentativi, pongo

176,58 y13 - 227,7882 y12 = T = -0,64

1) y1 = 0,1 m

T = -2,101 ;

2) y1 = 0,05 m

T = -0,5473 ;

3) y1 = 0,04 m

T = -0,35316 ;

4) y1 = 0,06 m

T = -0,78189.

c) coniugata nel risalto

G(y2) G(y1)

y1
Q2
y2
Q2
W1 +
= W2 +
2
gW1 2
gW 2
y1
Q2
y2
Q2
(Ly1 ) +
= ( Ly 2 ) +
2
gy1 L 2
gy2 L

(0,8)
0,0542
0,8 2
2
(0,0542 3) +
= 1,5 y 2 +
2
9,81 0,0542 3
9,81 3 y 2
2

1,5 y 23 - 0,405633713 y 2 + 0,021746517 = 0


pongo 1,5 y 2 - 0,405633713 y 2 = S = -0,021746517
3

1) y2 = 0,1 m

S = -0,039063371 ;

2) y2 = 0,05 m

S = -0,02009418 ;

3) y2 = 0,08 m

S = -0,03168269 ;

4) y2 = 0,06 m

S = -0,024014022 .

ESERCIZIO 3

g
h2
h1
b0

Una portata dacqua pari a: Q = (53) m3/s scorre in un


canale interamente rivestito in calcestruzzo (ks = 70 m1/3 s-1)
con pendenza del fondo costantemente pari a: if = 0.001. La
sezione del canale costituita da un alveo di magra
centrale rettangolare, di altezza: h1 = 0.5 m, e da due
golene laterali larghe ciascuna: L = 4.0 m e dotate di sponde
verticali.
a) Si valuti la larghezza minima b0 con la quale
necessario progettare lalveo di magra affinch la
suddetta portata sia convogliata in condizioni di
moto uniforme con livello idrico sul piano golenale
non superiore a: h2 = 1.0 m (si consideri invariabile
la larghezza delle golene).
b) Si calcoli, inoltre, quale portata attraverserebbe il
canale, sempre in condizioni di moto uniforme e con
livello idrico complessivo: (h1 + h2) e larghezza b0
pari a quelli considerati nel punto precedente,
qualora le golene fossero rivestite non in
calcestruzzo (come al punto a)), ma in terra con
erba sul fondo (ks = 40 m1/3 s-1).

a) Q = cW Ri f
essendo:
h1 = 0,5 m

h2 = 1 m

W = W1 + 2W 2 = b(h1 + h2 ) + 2( Lh2 ) = b(0,5 + 1) + 2(4 1)1,5b + 8m 2

c = ks R

R=

1
6

1,5b + 8
1,5b + 8
W
m
=
=
p 1 + 4 + 0,5 + b + 0,5 + 4 + 1 b + 11

Q = Wk s i f R

2
3

quindi

Q
ks i f

= WR

2
3

2
3

(1,5b + 8)
53
1,5b + 8
= (1,5b + 8)
=T
=
2
70 0,001
b + 11
(b + 11)3

ossia

T = 23,94296

5
3

1) b = 1m

T = 8,1299

2) b = 2m

T = 9,8406

3) b = 3m

T = 11,59039

4) b = 4m

T = 13,37065

5) b = 10m

T = 24,43807

6) b = 9,7m

T = 23,8743

3
b) Q = i f i k si W i R = i f k si W i Ri + 2 k s 2 W 2 R2 3

2
3
i

1
3

k s1 = 70m / s

R1 =
1
3

k s 2 = 40m / s

W1 = b(h1 + h2 ) = 14,55m 2

W1
= 1,360m
p1

R2 =
quindi

W 2 = Lh2 = 4m 2

W2
= 0,8m
p2

Q = 0,001 70 14,55 (1,36) + 2 40 4 (0,8) = 48,256m 3 / s


2
3

2
3

ESERCIZIO 4
3
1
a

Assegnati, per un canale con rivestimento in cemento, la sezione e


lindice di scabrezza c di Strickler, tracciare le scale di deflusso in
moto uniforme per le due pendenze date e in moto critico. Trovare
i valori di yu e yc per la portata Q fissata per i due casi esaminati.

U2
Tracciare inoltre il diagramma del carico specifico: H = y +
2g
a Q cost: su quale ramo della curva si trova e quali caratteristiche
possiede la corrente uniforme corrispondente alla pendenza if1?
Da quale punto rappresentata e quali caratteristiche possiede
una corrente in condizioni critiche?

Dati:
c = 70 m1/3/s
if 1 = 2
if 2 = 10
Q = 10 m3/s

Le scale di moto uniforme e di moto critico sono date dalle


relazioni:

Q = Wc Ri f

Qc = W

gW
b

con
W area della sezione bagnata

W = ( ytga + L ) y

c lindice di resistenza c = cR

R=

1
6

W
il raggio idraulico
B

in cui
B il contorno bagnato

B=L+

if la pendenza del fondo


b la larghezza del pelo libero
g laccelerazione di gravit.

b = 2 ytga + L

Qu [m3/s]

y
[m]
0,2
0,4
0,6
0,8
1

2y
cos a

if1
0,82
2,53
4,83
7,6
10,79

Qc
[m3/s]
if2
1,84
5,65
10,79
16,99
24,12

1,13
3,22
5,97
9,28
13,08

if1
1.2

Qu
Qc

0.6

0.4

0.2

0
0

10

12

14

Q [mc/s]

if2
1.2

0.8

y [m]

y [m]

0.8

Qu
Qc

0.6

0.4

0.2

0
0

10

15
Q [mc/s]

20

25

30

Le altezze di moto uniforme e critico si possono leggere anche


sulle scale di deflusso di figura. Per Q = 10 m3/s si ha:
per if1

yu = 0,95 m

yc = 0,84 m

per if2

yu = 0,57 m

yc = 0,84 m

osservazioni :
1) Qc = W

gW
b

2) se if = ic

Qu = Wc Ri f = Wc

W gB
RgB Wc RgB
gW
=
W
=
W
= Qc
=
2
b
B b
b
c
cb

la curva (H,y) a Q = cost. data dalla relazione:

U2
Q2
= y+
H = y+
2g
2 gW 2
con Q = 10 m3/s si ricava:

y
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
0.8
0.9
1
1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
1.6

W
0.403
0.813
1.23
1.653
2.083
2.520
2.963
3.413
3.87
4.333
4.803
5.28
5.763
6.253
6.75
7.253

Q2/2gW2
31.331
7.711
3.369
1.865
1.174
0.803
0.580
0.437
0.340
0.271
0.221
0.183
0.153
0.130
0.112
0.097

H
31.431
7.911
3.669
2.265
1.674
1.403
1.280
1.237
1.240
1.271
1.321
1.383
1.453
1.530
1.612
1.691

Esercizio 5
Data un'autoclave (vedi figura) determinare la prevalenza Dp e
la potenza P della pompa che mantenga una portata in massa di
acqua costante e pari a:
M& = 3 kg .
s

Figura 1: Autoclave

Dati:
Tubo:
- D = 0,05 m
-L=
8m
- e D = 00,1

Scrivo l'equazione di Bernoulli adeguata e apporto le dovute


semplificazioni:

p 2 - p1
W22 - W1 2
+R+
+ g ( z 2 - z1 ) = -l
r
2
p 2 - p1
Dp
+ R = -l =
r
r
Dalla portata in massa, ricaviamo la velocit del fluido:
2
D
M& = r W A = r W p
4
M& 4
3 4
W=
=
= 1,52 m
2
2
s
r p D 1000 p 0,05

Ora possiamo calcolarci il numero di Reynolds:

Re =

W D r
m

W D 1,53 0,05
=
= 76500 (Moto turbolento)
-6
n
1 10
2
-6 m
N.B. A temperatura ambiente, per l'acqua n @ 1 10

Con il numero di Reynolds e la scabrezza relativa andiamo a


leggere sul diagramma di Moody il valore del coefficiente d'attrito
x.
x @ 0,0385
Ora non rimane altro che trovare le perdita di carico
concentrate.
Utilizziamo il Nomogramma:

Colleghiamo l'ordinata del diametro del nostro tubo (50 mm)


con l'ordinata delle due accidentalit incontrate: imbocco (14) e
sbrusco allargamento di sezione (17).
Leggiamo sull'ordinata centrale il valore della lunghezza
equivalente nei due casi:
Imbocco Leq @ 1m ;
Sbrusco allargamento di sezione Leq @ 1,7 m

Siamo in grado di calcolarci le perdite di carico totali:

L + Leq W 2
R=x

=
2
D
2
8 + 1 + 1,7 1,53 2
m

= 9,64
0,0385
2
s
0,0385
2
Riscrivo l'equazione di Bernoulli:

Dp = r R + ( p2 - p1 ) = 1000 9,64 + 150000 = 159640Pa


Concludo l'esercizio calcolando la potenza della pompa:

M&
&
&
P = Dp V = 478,9W (ricordo che V =
r

Esercizio 6
Si consideri la sezione di un corso dacqua avente la pendenza
longitudinale del fondo e delle golene pari all1 e coefficiente di
Strickler della scabrezza equivalente c = 32 m1/3/s.
Tracciare la scala di deflusso in moto uniforme e determinare la
portata corrispondente allaltezza di 1,5 m sulle golene.

La Q risulter somma di una Q1 e di una Q2 intendendo con questo


i contributi della zona centrale e della zona golenale della sezione
data.
In particolare risulta:

a) zona centrale
a1) per 0< y yM

W1 = (l + ytga ) y

B1 = l +

2y
cos a

a2) per yM y ymax

W1 = ly + tgay M (2 y - y M )

B1 = l +

2 yM
cos a

1
W1
essendo R1 =
e c1 = cR16
B1

Q1 = W1c1 R1i f
b) zona laterale
per yM < y ymax

W 2 = [2l1 + ( y - y M )tga1 ]( y - y M )


y - yM
B2 = 2 l1 +

cos
a

1
1
W2
e c 2 = cR2 6
ed essendo R2 =
B2

Q2 = W 2 c 2 R2 i f
Risultati del calcolo:

Y
[m]
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5
4
4.5

Q2
[mc/s]
12.69
40.29
79.19

Q1
[mc/s]
9.51
30.19
59.33
95.84
139.09
188.67
249.39
316.71
390.33

Q
[mc/s]
9.51
30.19
59.33
95.84
139.09
188.67
262.08
357.00
469.52

scala di deflusso
5

469.52
4.5
4
3.5

yu [m]

3
2.5
2
1.5
1
0.5
0
0

50

100

150

200

250

Q [mc/s]

300

350

400

450

500

Esercizio 7
Tracciamento qualitativo di profili
A) corrente lenta : cambio di scabrezza

D2

le scale di deflusso in moto uniforme hanno landamento

da cui risulta yu1 > yu2


la yc la stessa sia a monte che a valle della sez. A in quanto la Qc
funzione soltanto di grandezze geometriche.
- nessun effetto a valle della sezione A.
- unico profilo possibile D2

B) corrente veloce : cambio di scabrezza

F2

Le scale di deflusso in moto uniforme e critico sono:

Da cui risulta: yu1 > yu2 e yc > yu1 > yu2 .


- nessun effetto a monte della sezione A
- unico profilo possibile F2

C) corrente lenta a monte e veloce pi a valle


Le scale di deflusso in moto uniforme e critico hanno il seguente

D2
F2

andamento:

Da cui risulta per la portata assegnata: yu1> yc ; yc < yu2 e yu1 > yu2.
A monte della sez. A si creer un profilo del tipo M2, a valle il
profilo sar del tipo S2.

D) corrente lenta con 2 cambi di scabrezza


M1

M2

E) corrente veloce con 2 cambi di scabrezza

F2
F3

Lezione del 27 Novembre 2002


Dati:
b=larghezza alveo=50 m
Q=500 mc/sec
ym=1,50 m

Hm

yc

ym

yv

Hv

Determinare:
Profondit a valle del
risalto e la dissipazione
di energia

La profondit critica :

yc

Q2
g * b2

2,17m

La funzione G(y) ha lespressione:

Q2
G(y) : * yg 
g *:
e per la profondit di monte essa assume il valore
G(ym) = 396,2 mc

Ponendo
G (ym) = G (yv)
sar
y 2v
Q2
b* 
2 g * b * yv

396,2mc

yv = 3,04 m
E inoltre possibile rappresentare graficamente la funzione G(y)
mediante un foglio matematico ed individuare il valore yv graficamente.
Infatti, dato landamento della funzione, si entra nel grafico con il valore
Ym, si intercetta la curva in corrispondenza di G(ym),indi si traccia la
Retta a G(y) costante che a sua volta intercetta la curva nel punto G(yv),
Individuando cos il valore di yv.

Per il calcolo dellenergia dissipata si procede valutando la differenza


tra Hm e Hv. Sar dunque:

Q2
Hm y m 
2 * g * b 2 * y 2m

3,766m

Q2
Hv y v 
2 * g * b 2 * y 2v

3,592m

per cui ne risulta che

H= Hm Hv = 0,174 m

Dati:
b = 3,00 m
Q = 5,00 m
a = 0,30 m
Determinare profondit a
monte nelle condizioni:
- Deflusso della luce a vena
libera, cio con yv = a;
- Deflusso a vena rigurgitata
con profondit yv = 1,50 m

Si possono trascurare le perdite di carico nel passaggio dalla sezione di


monte alla sezione immediatamente a valle della paratoia trattandosi di
restringimento di sezione. Allora sar :
Hm = Hv
Q2
ym 
2 * g * : 2m

Q2
yv 
2 * g * : 2v

1) Nella prima condizione nota la profondit di valle essendo


yv = a , per cui disegnata la curva

Hs

Q2
y
2* g *:2

si entra con yv = a, ed a parit di Hs si ricava il corrispondente


valore di ym.

Analiticamente:

Hs

2 ,566

52
0 ,3 
2 * 9 ,806 * 3 2 * 0 ,3 2
52
ym 
2 * 9 ,806 * 3 2 * y 2m

ym = 2,535 m

2 ,566 m

2) Nel caso la luce di fondo sia rigurgitata il carico piezometrico del


liquido che esce dalla luce di fondo della paratoia sempre dato dalla
effettiva profondit presente a valle della yv, mentre la velocit data
dalla

Q
:

con
=a*b

quindi laltezza rappresentatrice della velocit resta la medesima del


caso precedente. Il presente caso si verifica quando la profondit yv
imposta dalle condizioni di valle superiore alla profondit
corrispondente alla y = a attraverso la funzione G (y).
Fino alla sezione immediatamente a valle della paratoia non si registrano
dissipazioni di energia; le perdite saranno da questa sezione verso valle
a causa degli urti della vena a velocit Uv con fluido a minor velocit.
Possiamo scrivere:
y

Q2

2*g *a2 *b

1 , 50  2 , 266

Q2

2* g *:

2
m

52

2 * 9 , 806 * 3 2 * y

ym = 3,756 m

2
m

Potrebbero piacerti anche