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Monsieur Giuseppe Camodeca

Puteoli porto annonario e il commercio del grano in et imperiale


In: Le Ravitaillement en bl de Rome et des centres urbains des dbuts de la Rpublique jusqu'au Haut-Empire.
Actes du colloque international de Naples, 14-16 Fvrier 1991. Rome : cole Franaise de Rome, 1994. pp. 103128. (Publications de l'cole franaise de Rome, 196)

Abstract
With regard to the more general theme of Puteoli as a supplying port, this paper dwells upon only some aspects, the reexamination of which, according to the a., lead to interesting findings. 1 . On the activity of the mercatores frumentarii and on the
Alexandrian grain commerce in PuteoH in the Julio-Claudian period extraordinary evidence is furnished by two groups of
documents in the archive of the Sulpicii, which only now, thanks to their new critical edition by the a., permit a reliable
reconstruction of their juridico-eco- nomic implications. 2. The exceptional integrated system of port and commercial structures
and the suburban quarters, submerged by the sea, appear finally in their overall topographical reality in the reconstructed plan.
Furthermore decisive arguments are adduced for dating the famous opus pilarum of the city to the neronian period. 3. Finally all
the epigraphic documentation, published and not, regarding the supplying organisation and the grain commerce in PuteoH is reexamined.
Riassunto
La relazione si sofferma solo su alcuni aspetti del pi generale tema concernente PuteoH porto annonario, per i quali a giudizio
dell' a. un approfondito riesame conduce a novit interessanti. 1. Sull'attivit dei mer- catores frumentoni e sul commercio del
grano alessandrino a PuteoH in et giulio-claudia una straordinaria testimonianza fornita da due gruppi di documenti
dell'archivio dei Sulpicii, che solo ora, grazie alla loro riedizione a cura dell'a., consentono una ricostruzione attendibile delle loro
implicazioni giuridico-economi- che. 2. L'eccezionale sistema integrato di strutture portuali e commerciali e i quartieri suburbani,
sommersi dal mare, appaiono finalmente nella loro realt topografica d'insieme nella pianta ricostruttiva. Inoltre si adducono
decisivi argomenti per datare in et neroniana il famoso opus pilarum della citt. 3. Infine si riesamina tutta la documentazione
epigrafica, edita inedita, riguardante l'organizzazione annonaria e il commercio del grano a PuteoH.

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Camodeca Giuseppe. Puteoli porto annonario e il commercio del grano in et imperiale. In: Le Ravitaillement en bl de Rome et
des centres urbains des dbuts de la Rpublique jusqu'au Haut-Empire. Actes du colloque international de Naples, 14-16
Fvrier 1991. Rome : cole Franaise de Rome, 1994. pp. 103-128. (Publications de l'cole franaise de Rome, 196)
http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1994_act_196_1_4660

PuteoH porto annonario


e il commercio del grano
in et imperiale

Universit
Giuseppe
Federico
Camodeca
II, Napoli

La relazione si sofferma solo su alcuni aspetti del pi


generale tema concernente PuteoH porto annonario, per
i quali a giudizio dell' a. un approfondito riesame
conduce a novit interessanti. 1. Sull'attivit dei mercatores frumentoni e sul commercio del grano ale
ssandrino
a PuteoH in et giulio-claudia una straordinar
ia
testimonianza fornita da due gruppi di documenti
dell'archivio dei Sulpicii, che solo ora, grazie alla loro
riedizione a cura dell'a., consentono una ricostruzione
attendibile delle loro implicazioni giuridico-economiche. 2. L'eccezionale sistema integrato di strutture por
tuali e commerciali e i quartieri suburbani, sommersi
dal mare, appaiono finalmente nella loro realt topograf
ica
d'insieme nella pianta ricostruttiva. Inoltre si ad
ducono
decisivi argomenti per datare in et neroniana
il famoso opus pilarum della citt. 3. Infine si riesamina
tutta la documentazione epigrafica, edita inedita, r
iguardante
l'organizzazione annonaria e il commercio
del grano a PuteoH.

With regard to the more general theme of Puteoli as a


supplying port, this paper dwells upon only some
aspects, the re-examination of which, according to the
a., lead to interesting findings. 1 . On the activity of the
mercatores frumentarii and on the Alexandrian grain
commerce in PuteoH in the Julio-Claudian period ex
traordinary
evidence is furnished by two groups of
documents in the archive of the Sulpicii, which only
now, thanks to their new critical edition by the a.,
permit a reliable reconstruction of their juridico-economic implications. 2. The exceptional integrated sys
tem of port and commercial structures and the sub
urban quarters, submerged by the sea, appear finally in
their overall topographical reality in the reconstructed
plan. Furthermore decisive arguments are adduced for
dating the famous opus pilarum of the city to the neronian
period. 3. Finally all the epigraphic documentation,
published and not, regarding the supplying organisat
ion
and the grain commerce in PuteoH is re-examined.

In: Le ravitaillement en bl de Rome et des centres urbains des dbuts de la Rpublique jusqu'au Haut Empire.
Actes du colloque international de Naples (1991). Naples-Rome, 1994 (Coll. CJB, 1 1/Coll. EFR, 196), 103-128.

Giuseppe CAMODECA
Questa relazione si soffermer solo su alcuni dei
diversi aspetti del tema, per i quali ad avviso di chi scrive
un approfondito riesame conduce a novit interessanti e
che vanno dai documenti dell'archivio dei Sulpicii sul
commercio del grano alessandrino in et imperiale1 , alla
topografia e cronologia delle strutture portuali puteolane.

TP. 16)9. Ma anche in questo modo gli 1 1 000 modii di


cereali e legumi sono stati valutati appena 1,18 HS al
modio; questa cifra non pu essere presa come base per
desumerne il prezzo del grano a Puteoli (Mrozek 1978,
153 sqq.), dato che di regola il valore di mercato del
pegno superava di molto la somma mutuata; in questo
caso per pi della met, poich si pu calcolare che a
Puteoli, come vedremo in seguito, il prezzo del grano
alessandrino non doveva discostarsi dai 3 HS a modio.
Questa volta per, a differenza che nel primo documento,
Eunus non dichiara pi che il grano alessandrino e le altre
derrate erano in suo possesso (quae omnia reposita
habeo penes me in horreis Bassianis), ma si limita a
precisare che il grano si trovava in horreis Bassianis
medis horreo duodecimo e le altre derrate in isdem
horreis imis. Era accaduto che, aumentata il 2 luglio la
somma mutuata a 13 000 sesterzi, il possesso delle

1. Sui mercatore s frumentari puteolani e sui modi del


loro coinvolgimento nel commercio del grano alessandri
no
una testimonianza di prima mano di straordinaria
importanza fornita da una decina di documenti del
l'archivio
dei Sulpicii, del quale sto da anni preparando
una nuova edizione, ormai terminata (Camodeca 1992),
che possa sostituire quella precedente irrimediabilmente
scorretta ed incompleta. Per questo motivo, come si
vedr, spesso le diverse ipotesi che sono state avanzate
su alcuni di questi documenti sono semplicemente
frutto di letture errate. quindi necessario riesaminarli
alla luce della mia riedizione, che si fornisce in appendice,
per mettere in evidenza quanto di certo se ne possa
ricavare, una volta posti gli esatti termini della questione.
Il primo gruppo di tavolette cerate, il pi noto,
composto da cinque documenti in latino "volgare", datati
fra il 37 ed il 39 e connessi fra loro, che riguardano un
mercator frumentarius puteolano, il liberto C. Novius
Eunus2; questi commerciava all'ingrosso grano
alessandrino3 ma anche farro, legumi (ceci e lenticchie),
di produzione assai probabilmente campana, oltre ad un
misterioso monocopus, che non , come dapprima credut
o,
in base ad un'errata lettura "uno speciale tipo di
farro", sibbene una variet a s di leguminacea di
cereale come si ricava da TPSulp. 52 (= TP. 1 6) (pag. 3,
linn. 9 s.: monocopi etfar(r)is). Il 1 8 28 giugno del 37,
cio proprio nel periodo dell'arrivo delle navi granarie
alessandrine nel porto di Puteoli, che, come sappiamo4,
iniziavano a giungere ai primi del mese, C. Novius Eunus
chiede ed ottiene a mutuo (TPSulp. 5 1 = TP. 1 5)5 1 0 000
sesterzi da un liberto di Tiberio, Ti. Iulus Augusti libertus
Euenus Primianus, che, essendo assente, lo concede a
mezzo del suo schiavo actor, Hesychus. Il prestito fu
garantito da 7000 modii di grano alessandrino (circa 47
ton.) e 200 sacchi di ceci, di farro, di lenticchie, di
monocopus per altri 4000 modii (oltre 26 ton.)6, che Eunus
aveva
in deposito negli horrea Bassiana publica
Puteolanorum'
', gestiti in appalto dal suo stesso patronus
C. Novius Cypaerus*.
L' evidente sproporzione fra il valore del pegno, quasi
75 tonnellate di derrate rispetto alla somma avuta a
mutuo (10 000 HS), equivalente a 0,9 sesterzi a modio,
una valutazione ridicolmente bassa, consente ad Eunus
di ottenere solo pochi giorni dopo (il 2 luglio) sullo stesso
pegno altri 3000 HS a mutuo da Hesychus (TPSulp. 52 =

Per il periodo repubblicano rinvio ai contributi di Musti 1 980, 1 97


sqq. e Frederiksen 1980-81, 5 sqq.; inoltre sulla cura annonae di
Pompeo, v. da ult. Herz 1988, 46 sqq.
2 Macqueron 1974, 497 sqq.; Macqueron 1979, 199 sqq.; Casson
1980, 26^.; Bove 1984, \9 sqq. ;Serrao 1984, 3605 ^.;Wolf/Crook
1989, 9 sqq.
3 Sul commercio privato del grano in et imperiale, v. in generale
Pavis d'Escurac 1976, 253 sqq. ; Rickman 1980, 87 sqq. e passim.
4 Dalla celebre lettera di Seneca, Ep., 77, 1 e da papiri egiziani.
5 Sui chirografi di mutuum cum stipulatione e sul loro formulario,
v. ora Camodeca 1992, 165 sqq.
6 Si parlato (Macqueron, 1974, 501 sqq.; Casson 1980, 27 e n. 35;
Bove 1 984, 32) oltre che di sacchi, anche di cadi (cio giare, doli), in cui
sarebbero state contenute queste derrate; ci frutto di un' errata lettura:
si trattava in realt solo di 200 sacchi del peso ognuno di 1 30 kg circa.
7 Sugli horrea si veda in generale Rickman 1971, con bibl.;
sull'appalto degli horrea publica, v. Thomas 1966, 353 sqq. ; Rickman
1971, 194 sqq.
8 Tale rapporto risulta esplicitamente sulla pag. 4 di TPSulp. 45 =
TP. 7: C. Novi Cypaeri l. Eun.
9 In questo senso anche Wolf/Crook 1989, 19. Casson 1980, 27 ha
pensato invece che questo mutuo sia stato concesso ad Eunus dirett
amente dallo schiavo Hesychus, che avrebbe investito del suo nell' affare
del padrone, e ci perch nel testo del chirografo si dice semplicemente:
me (cio Eunus) accepisse ab Hesycho Ti. Iuli Augusti liberti Eueni
servo. Ma questa formulazione non rende affatto necessaria una simile
conclusione: infatti un servus, autorizzato dal dominus poteva ben dare
a mutuo e ricevere pegni (v. ad es. /, 14, 5, 8) e la restituzione andava
fatta secondo la regola generale al suo dominus. Tanto vero che Eunus
dichiara di dovere ei (cio ad Hesychus, ma per il suo padrone) sia questi
3000 sesterzi sia gli alia sesterno decem milia quae alio chirographo
meo eidem debeo, e sappiamo bene che questi ultimi gli sono stati
mutuati senza dubbio da Euenus e non da Hesychus. Il Serrao 1984,
3612 sqq., sostiene che Hesychus agisca per conto del dominus ma
nomine proprio e vede in lui la figura tipica di schiavo manager che
opera con un certo patrimonio a lui affidato e che mentre acquista a tale
patrimonio, e perci al dominus, espone quest'ultimo solo a una r
esponsabilt
limitata (cio aWactio de peculio e de in rem verso).
104

:.

PUTEO LI
LA
E IL SUBURBIO
con CITTA
RICOSTRUZIONE
dell OROGRAFIA
ANTICA a cura di
prof. GC CAMOOECA
arch.
IUORIO

>JL
A-AMPHITEATRUM
C -THERMAE
D--CAPITOLIUM
TEMPLA
E-MACELLUM
FG--COLLEGIA
TABERNAE
HI -HORREA
-CISTERNA
LM-VILLAE
-STADIUM
N-NINFEO
-SEPU-LCHR
-Via Tecta A
Q-MURA
R-PORT AEdella Colonia Repubblicana
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REGIO PORT,
TRIUM
F O RU
REGIO AR AE LUC ULLI ANAE

1- A E

/ L

DIALOGUES D'HISTOIRE ANCIENNE

J.D. BEAZLEY Paralipomena, Additions to Attic Black-Figur


1971, p. 87.
APPENDICE II sur le mot
Hsiode Les travaux et les Jours vers 427-440

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Puteoli porto annonario e il commercio del grano

105

oscillazioni di prezzo del grano alessandrino a seconda


delle stagioni fornita dal secondo gruppo di documenti,
dove, come vedremo, lo stesso grano aveva a marzo,
sempre come oggetto di pegno, una valutazione pi alta
di un quarto.
Dal chirografo di Eunus risulta chiaro che le merci
date in pegno erano gi state da lui acquistate al momento
del primo prestito di 10 000 sesterzi il 1 8 (o 28) giugno17;

10 Questo chirografo, insieme a TPSulp. 46 = TP. 44, rappresenta


l'unico documento di locatio horrei noto dalla prassi giuridica romana;
sulla locazione degli horrea, v. Alzon 1966;Macqueron 1979, 199 sqq. ;
spec. 208 sqq. ; Wacke 1980, 299 sqq. con altra bibl.
Sulla posizione di Diognetus, che redige il chirografo di locatio
horrei, v. Serrao 1984, 3609 sqq. : tra le tre ipotesi possibili egli
considera pi persuasiva quella secondo cui Cypaerus, conduttore
degli horrea Bassiana, avrebbe affidato gli horrea stessi in gestione al
suo schiavo Diognetus. Se cos fosse Diognetus li esercisce nomine
proprio e non quale institor preposto dal suo padrone ad una attivit
economica da lui esercitata direttamente Il iussus specifico di Cypaerus
per la locazione ad Hesychus sarebbe dovuto alla volont di dare per
opportunit commerciale maggiori garanzie a determinati clienti; in
tal modo il dominus veniva a rispondere illimitatamente in base al suo
iussus e nelle forme dell'aci/o quod iussu.
12 Sul termine, che ricorre anche in una lex horreorum (FIRA, IH,
145 b), v. Alzon 1966, 539; Rickman 1971, 52; 54; 197 sq.
13 Inverosimile l'ipotesi del Macqueron 1979, 212 n. 51, che la
colonia di Puteoli abbia stabilito nel contratto di appalto degli horrea
publica una tariffa privilegiata per i mercanti di grano; v. infatti TPSulp.
46.
14Sotto questo riguardo si confronti infatti la ben diversa situazione
dell'altra locatio horrei TPSulp. 46 = TP. 44 + 46.
15 In questa sede non ci interessano direttamente gli ultimi due
documenti riguardanti il mercante frumentario C. Novius Eunus e lo
schiavo imperiale Hesychus, datati l'uno pi di un anno dopo e l'altro
addirittura due, per cui per brevit qui non ne tratter. L'elemento
unificante per C. Sulpicius Faustus, il proprietario del nostro
archivio, che se in questi primi atti del 37 appare come testimone, negli
ultimi del 38 e del 39 assume la figura di adiectus solutionis causa, cio
di delegato a ricevere il pagamento al posto del creditore, funzione
svolta evidentemente nella sua attivit di banchiere.
16 II viaggio fino a Puteoli doveva durare nella buona stagione circa
un mese; solo un eccezionale record la traversata in nove giorni
ricordata da Plin., N.H., XIX, 3; nella cattiva stagione si arrivava per
a 80 e pi giorni. Sulla durata di questi viaggi, v. Duncan-Jones 1990,
25 sqq. ; cfr. Rickman 1980, 128 sq.
17 Non si pu condividere interpretazione del Casson 1980, 28,
secondo cui Eunus avrebbe preso a mutuo la somma di 10 000 sesterzi
da Euenus per comprare una partita del grano alessandrino in arrivo in
quei giorni a Puteoli; poi il 2 luglio lo avrebbe dato in pegno al creditore
e avrebbe pagato a rate il suo debito, mettendo sul mercato al momento
opportuno il grano pignorato. Questa ipotesi urta contro grandi difficolt
:
anzitutto fin dal primo documento di giugno Eunus dichiara di
disporre gi del grano alessandrino (quae habeo penes me in horreis),
che Casson 1980, 32 n. 39, interpreta invece come what I am to have
on deposit under my name; in secondo luogo ben difficile immagin
are
come avrebbe potuto vendere il grano, che il suo creditore aveva
ormai in pegno a proprio nome, senza prima estinguere il debito.
.

1'

merci pignorate stato trasferito al creditore Hesychus


per sua maggiore sicurezza. Il modo in cui avvenuto il
trasferimento del possesso indicato nel terzo docu
mento del dossier (TPSulp. 45 = TP. 7) redatto lo stesso
2 luglio e alla presenza dei medesimi signatures di
TPSulp. 52. Fra di essi spicca un ingenuus, A. Mevius
A.f. Fai. Iulus, membro di una gens puteolana che, forse
per mero caso, fra quelle ben attestate ad Alessandria
(Camodeca 1992, 129).
Si tratta di un chirografo di locano horrei10, in cui il
servo Diognetus, loca ad Hesychus per ordine (iussu) e
alla presenza del suo dominus11 Y horrearius C. Novius
Cypaerus, a sua volta patrono del debitore Eunus, Yhorreum
duodecimum negli horreaBassiana media dove si trova
vano i 7000 modi di grano alessandrino e lo spazio fra le
colonne del portico del livello inferiore (intercolumnia in
iisdem horreis imis)12 dove erano posti 200 sacchi di
cereali e legumi dati in pegno da Eunus ad Hesychus; il
tutto era locato da Cypaerus per un canone puramente
nominaledi 1 sesterzio al mese13. Enoto che Cicerone (de
finib. 2. 26. 84) considerava il possedere granai a Puteoli
una tipica fonte di arricchimento. Questa singolarit si
pu spiegare facilmente se si considera che horrearius
Cypaerus era il patronus di Eunus e che, come ora risulta,
egli partecipa come signator anche al secondo
chirographum di mutuo del 2 luglio. Si pu verosimil
mente
immaginare che Cypaerus avesse un preciso inte
resse nell'affare del suo liberto e si assumesse quindi i
costi reali della locazione14.
D'altra parte si deve tener conto di un fatto tecnico:
per la concessione del possesso sulle cose pignorate era
necessaria la locazione a nome di Hesychus dei vani dove
esse erano conservate e per esistenza stessa di un valido
contratto di locatio-conductio occorreva un canone (merces)
anche se nominale (12 sesterzi ali' anno). Inoltre il debi
tore si assume espressamente ogni rischio di vis (danni
furti) non imputabili ali' horrearius riguardo alle derrate
pignorate, ma nulla si prevede sul possibile deterior
amento
di merci di per s deperibili come cereali e legumi;
ci ci autorizza a ritenere che doveva trattarsi di un mutuo
a breve termine, dell ' arco di pochi mesi, come del resto
prassi costante negli atti dell' archivio15. Una prima inte
ressante
considerazione si pu senza dubbio trarre da
questi documenti: se i due mutui di 10 000 e 3000 se
sterzi contratti dal nostro mercante frumentario, C. Novius
Eunus, non fossero stati connessi con il commercio del
grano, egli avrebbe potuto ben vendere le derrate per
procurarsi il denaro che gli occorreva senza dover
ricorrere al mutuo. Pare evidente invece che egli non
riteneva conveniente vendere in quel momento il grano
alessandrino e le altre merci nel mese di luglio, proprio
nel periodo d'arrivo delle prime navi granarie da Ales
sandria16.
Un interessante indizio sulle, del resto ovvie,

Giuseppe CAMODECA
ma il nostro mercante vuole disporre di altro denaro
contante (prima 10 000 e poi altri 3000 sesterzi) da
investire nell'acquisto di ulteriori partite di grano
alessandrino; socio nelF affare doveva essere il suo patronus,
C. Novius Cypaerus, che metteva a disposizione gli
horrea publca da lui gestiti per immagazzinarlo ed
attendere il momento migliore per vendere col migliore
profitto, prima il grano acquistato con il mutuo e poi,
saldato il debito con Euenus, quello dato in pegno.
D'altra parte il liberto imperiale Euenus, tramite il suo
schiavo Hesychus, aveva investito in tutta sicurezza il
suo capitale di 1 3 000 sesterzi, ben coperto dal valore di
mercato delle derrate avute in pegno, e che certo gli
fruttava un non trascurabile interesse, che, come al solito,
non viene dichiarato, ma che con ogni verosimiglianza
gli era versato mensilmente ' 8 . E la clausola della restituzio
ne
a richiesta del creditore (quae ei reddam cumpetierit)
senza termine prefissato gli consentiva, nel caso le cose
si mettessero male, di ingiungere immediata restituzione
ed, in mancanza, di rivalersi vendendo all'asta le merci
pignorate.
Un interessante termine di confronto costituito dal
secondo gruppo di documenti dell'archivio dei Sulpicii
riguardanti il commercio del grano alessandrino, sul
quale la mia riedizione, qui pubblicata per la prima volta,
apporta rilevanti novit. Si tratta di tre documenti datati
fra il 1 3 e il 15 marzo del 40; questa volta protagonista
lo stesso C. Sulpicius Faustus che il 1 3 marzo da a mutuo
20 000 sesterzi ad un me reato rfrumentarius, L. Marius
lucundus, liberto di un altro liberto, L. Marius Dida
(TPSulp. 53 = TP. 8 + 92 + ined.); fra i testimoni dell' atto
un liberto dei P. Annii. Questa circostanza va sottolineata
perch nello stesso giorno C. Sulpicius Faustus loca
dXY horrearius . Annius SeleucusV horreum vicensimum
sextum nel settore superiore degli horrea siti neipraedia
Barbatiana di Domitia Lepida (su cui v. infra); per
questo horreum, dove sono depositati 1 3 000 modii di
grano alessandrino (cio circa 87 ton.), si fissa un canone
di locazione di 1 00 HS al mese (TPSulp. 46 = TP. 44 + 46
+ ined.)19. Stranamente solo due giorni dopo, il 15 marzo,
segue il chirografo (TPSulp. 79 = TP. 69), in cui L.
Marius lucundus da in pegno al creditore Faustus in
garanzia del mutuo di 20 000 sesterzi i 1 3 000 modii di
grano alessandrino siti nel magazzino nr. 26 degli horrea
Barbatiana, assumendone su di s ogni rischio di danno
sottrazione e si fissa il termine di due mesi (le Idi di
maggio) per la restituzione; in caso contrario il pegno
sarebbe stato venduto all'asta.
Ma perch in questo caso la locazione dell' horreum
XXVI, in cui era depositato il grano oggetto del pegno,
precede, anzich essere contestuale posteriore alla
costituzione del pegno, come sarebbe logico e come
accade nel caso di C. Novius Eunusl Gli studiosi che si

sono occupati di questo documento di locatio horrei


(TP. 44) si sono imbattuti in un'altra apparentemente
insuperabile difficolt; infatti nel chirografo, cos come
letto dai primi editori20, redatto da Nardus, servo
dell' horrearius P. Annius Seleucus, questi locava a
Faustus horreum vicensimum sextum in quo repos itum
est tritici Alexandrini millia modium decem et tria, cui
sarebbe seguita dopo una brevissima lacuna di circa 5
lettere, incomprensibile espressione mutuitur (sic)
dominus meus. Ora, poich la forma verbale mutuitur
non esiste, tutti i commentatori di questo documento21
si sono vanamente sforzati di darle un senso verosimile.
Non per il caso di discuterle: per fortuna si tratta
semplicemente di una lettura errata correggendo la
quale si possono, a quanto credo, risolvere in un solo
colpo i due problemi che si sono rilevati.
Infatti a mio avviso si deve senza alcun dubbio
leggere: in quo repositum est tritici Alexandrini millia
modium decem et tria quae admetietur dominus meus
cum servis suis (cio Annius Seleucus, il padrone di
Nardus, che scrive il chirografo). Il verbo admetior
termine tecnico usato in varie fonti sempre in contesti di
misurazione di derrate, e in specie del grano22. E anche
indicazione del canone mensile di locazione, che nelle
precedenti edizioni era stata restituita in modi inverosim
ili23,trova finalmente una piana soluzione con a
decifrazione della parola mercede {mercede in mensibus
singulis sestertis centenis nummis).
Dunque Faustus prima di accettare in pegno il grano
alessandrino depositato ne\V horreum XXVI vuole che

18 Sul problema degli interessi nei negozi di mutuo, v. Camodeca


1992, MA sqq. con bibl.
19 II documento costituisce un dato interessante, perch assai raro,
sul costo dell'immagazzinaggio del grano e sui profitti degli horrearii;
sul punto, v. Rickman 1980, 150.
20 AE 1973, 167, poi con miglioramenti Sbordone 1976, 146; Bove
1984, 64 sqq.; cfr. anche Macqueron 1979, 202 sqq.
21 Crook 1978, 236, seguito da Casson 1980, 33, vorrebbe attribuire
al verbo il significato non altrimenti attestato di to hand over as
security for a loan; Macqueron 1979, 203 n. 20; 211, proponendo di
intendere mutuitur per mutuatur, interpreta [quorum pretium X]
mutuatur; slmilmente Bove 1984, 65 sq., integra [pro q(uo) L. Marius
lucundus HS XX] mutuitur, ricostruzioni entrambe, a tacer d'altro,
escluse gi di per s dall'eccessiva lunghezza.
22Cato,Agr., 154; Cic, 2 Verr., Ili, 192; Liv., XXXV, 49, 10; Gai.,
/, 18, 1, 35, 7; Non. 743 (L.); v. Th. L.L., s.v., 725 s.
23 Macqueron 1979, 203 n. 21 , restituisce fantasiosamente: dominus
meus [ex k.... ]is in mensibus singulis s[esterti]s n[ummi]s X recipiet; in
senso analogo Bove 1984, 65 sq.: dominus meus / [a C. Sulpjicio
Fa[usto ex hac di]e in mensibus singulis /s[estert] is cen[ tents] num[mum
recipiet]; Sbordone 1976, 146: cufin u] suris q[uae pactae sujnt in
mensibus singulis [sestertjis cenftenis] nummis; slmilmente Casson
1980. 33.
106

Puteoli porto annonario e il commercio del grano


V horrearius lo misuri e ne stabilisca l'esatta quantit
che lucundus aveva dichiarato in 1 3 000 modii (87 ton.).
noto infatti che le cose fungibili come il grano
vengono identificate solo a peso e a misura; stabilirne il
quantum era necessario per individuare precisamente
l'oggetto del pegno, oltre che per fissarne il valore.
Questa a mio parere la spiegazione della singolare
circostanza per cui la locazione del deposito del grano
precede di due giorni la costituzione vera e propria del
pegno su di essi. Solo al termine delle operazioni di
misurazione, condotte dall' horrearius cum servis suis,
possibile la costituzione del pegno.
Chiariti a mio avviso i termini della questione, si pu
tentare di intendere le ragioni economiche dell'affare.
Siamo alla met di marzo; in teoria dovrebbe essere un
buon momento per vendere il grano alessandrino, ma il
mercante frumentario L. Marius lucundus non vuole (o
forse non pu) farlo e, pur avendo bisogno di 20 000
sesterzi, preferisce chiedere un mutuo al finanziere C
Sulpicius Faustus, dandogli in garanzia i 13 000 modii
di grano, che questa volta sono valutati circa un quarto
in pi rispetto al caso di Eunus, che si svolgeva a giu
gno/luglio
(HS 1,53 a modio rispetto a 1,18)24. Ma al
mercato all'ingrosso, specie su quello di Roma, esso
doveva avere un valore ben pi grande; secondo i pi
recenti calcoli, in Italia il prezzo era in generale di 4
sesterzi al modio e nel primo principato a Roma arrivava
a 5/625. Ma anche a Puteoli non poteva essere di molto
inferiore a 3 sesterzi al modio26; infatti in et giulioclaudia il prezzo normale del grano nel Basso Egitto, al
di l di variazioni stagionali, si pu calcolare in 8
dracme per artaba (cio grosso modo equivalenti a 2 HS
al modio)27, cui vanno aggiunti i costi del trasporto28 e
dell'immagazzinaggio. Ci da la misura di quanto si
cautelasse il creditore pignoratizio riguardo a merci
deperibili.
Eppure si deve notare che a met marzo il periodo del
mare clausum era oramai finito e che i 1 3 000 modii di
grano alessandrino di lucundus avrebbero riempito una
di quelle piccole navi da carico, che potevano risalire
anche il Tevere e il cui armamento per trasporto granario
sar solo qualche anno dopo, nel 51, considerato da
Claudio sufficiente per accedere a speciali privilegi ed
immunit29. Inoltre va ricordato che proprio nell'estate
precedente Caligola aveva fatto costruire il famoso ponte
di navi onerarie fra Puteoli e Bauli per celebrare il suo
trionfo sul mare in emulazione di Serse, anche se consi
derare questa manifestazione di vana potenza come cau
sadiretta delle grandi difficolt di approvvigionamento
che ci furono a Roma nell'inverno 40-41 pare essere
un'esagerazione delle fonti, specialmente del pi tardo
Cassio Dione (LIX, 17, 2), in cui l'episodio ampliato
ed ingigantito con elementi leggendari30. Eppure,
107

stante una situazione cos favorevole, lucundus decide


per una qualche ragione di tenersi ancora il grano
alessandrino in deposito negli horrea Barbatiana.
Questa volta per, trattandosi della met di marzo, non
si pu ovviamente pensare che lucundus voglia procur
arsidanaro contante da investire in acquisto di altro
grano come si supposto per Eunus. Si pu comunque
immaginare che volesse acquistare altro tipo di derrate,
in quel momento sul mercato a prezzo conveniente, per
il cui acquisto preferiva indebitarsi piuttosto che vendere
il suo grano. Qualche luce sul punto pu forse trarsi
dalle clausole del pactum de pignore vendendo conclu
so
fra il debitore lucundus e il creditore Faustus: si
idibus Mais primis ea sestertia viginti millia, quae
supra scripta sunt, non deaero, solve ro satisve fecero,
turn liceat ubi (a Fausto) id trticum Alexandrinum sub
praecone ... vendere (cio vendere all'asta). Si precisa
poi che sipluris venierit, omne quod superesset reddas
mihi heredive meo; si quo minoris venierit, id ego
reddam ubi heredive tuo. Fino a quel momento ogni
rischio riguardo al frumento pignorato era assunto dal
debitore oppignorante. Mi pare significativo il termine
delle Idi di maggio per la restituzione del prezzo e per
l'eventuale vendita all'asta. Entro due mesi lucundus
ritiene di restituire il mutuo ricevuto, evidentemente
col ricavato dell'affare che avrebbe concluso con i
20 000 sesterzi avuti in prestito da Faustus. Ma se le

24 In questo caso erano per compresi 4000 modii di legumi e altri


cereali, per i quali si pu probabilmente ipotizzare un prezzo di mercato
inferiore al grano alessandrino.
25 V. le analisi di Duncan-Jones 1982, 145 sq.; 345 sqq. ; Rickman
1980, 147 sqq.
26 Mrozek 1978, 153 sqq., argomentando confusamente, vorrebbe
calcolare il prezzo del grano a Puteoli in base ai dati forniti dai docu
menti di Eunus; si visto per quanto questo procedimento sia peri
coloso.
27 Sul punto v. ora la documentazione completa in Duncan- Jones
1990, 143 sqq. ; cfr. gi Duncan- Jones 1976a, 241 sqq.; artaba da 48
choenices, che era quella usata ufficialmente per le requisizioni granarie,
equivaleva a 4,5 modii: sulle varie misure dell' artaba, che erano in uso
v. Duncan-Jones 1982, 372 e in part. Duncan-Jones 1976b, 43 sqq.;
Duncan-Jones 1979, 347 sqq.
28 Secondo Rickman 1980, 149 sqq., incideva solo per il 16% circa,
cifra per considerata troppo bassa dal Duncan-Jones 1982, 367 sqq.
29 Suet., Claud., 18,3-4e 19;Tac.,/4/rn.,XII,43, 1-2; Gai., I, 32; Ep.
Ulp., 3.6; cfr. Tac, Ann., XIII, 51,2; sul punto, . Pomey/Tchernia
1980-81, 35 sqq. e ora Herz 1988, 90 sqq.
30 In Seneca, Brev. vitae, 1 8, 5, si deplora retoricamente che mentre
l'imperatore si diletta a costruire ponti di navi, l'annona va in malora;
nessun accenno ad una conseguente crisi annonaria in Suet., Cai., 19;
n in Jos., Ant. lud., XIX, 5-6; per una attenta considerazione dell'epi
sodio,v. Garnsey 1988, 222 sqq. La data dell'estate del 39, fornita da
Cassio Dione, confermata da Suet., Cai., 19, 3.

Giuseppe CAMODECA

108

nientemeno che la zia di Nerone e la suocera di Claudio.


Cos attingiamo ad un livello sociale ben pi alto del
l'aristocrazia
cittadina, non solo quello senatorio, ma
addirittura la stessa casata imperiale, gi presente in
questi affari, come si visto, con suoi schiavi e liberti.
Che questa Domitia Lepida sia proprio la zia di Nerone,
la figlia di L. Domitius Aenobarbus, cos. ord. 16 a.C, e
di Antonia maggiore37, non v' alcun dubbio. Essa non
va comunque confusa con la sua quasi omonima sorella
maggiore Domitia, come fa il D'Arms (D'Arms 1980,
76, 78) , sulla sola base delle propriet baiane di quest'ul
tima
(Tac, Ann., XIII, 21,3), per ereditarne le quali essa
fu secondo Cassio Dione (LXI, 17,2; cfr. Suet., Nero, 34,
5) uccisa da Nerone nel 5938. Il fatto poi che i suoi praedia
portino il nome di Barbatiana non indica, come si
supposto, propriet della gens Barbatia, ma quelle di un
Barbatus, se si pensa che primo marito di Domitia Lepi
da,da cui nacque la celebre Valeria Messallina, fu L.
Valerius Messalla Barbatus, cos. 12 a.C. Questi mor
giovane e la moglie dovette ereditarne questi praedia
puteolani, il che ci fornisce un nuovo dato non trascurabile
sulle propriet lucrative dell ' aristocrazia senatoria a Puteoli
in et augusteo-tiberiana. Anche questi fondi di Domitia
Lepida finirono per probabilmente nel patrimonio im
periale
nel 54, quando l'odio di Agrippina le sar fatale
procurandole la condanna a morte da parte di Claudio
(Tac, Ann., XII, 64, 2-3; 65, 1; Suet., Nero, ).
Dunque nel 40 gli horrea siti nei praedia puteolana di
Domitia Lepida erano stati dati in gestione tramite loca
zione ad un liberto di una delle pi importanti famiglie
cittadine, gli AnniP9. Altro buon esempio di intreccio di

31 Tp 14 1 ^ Landi 1980, 196 sq.; ho potuto riconoscerne anche


l'originale (inv. 14438) ormai assai contorto e quasi illeggibile.
32 Per il complesso esame ricostruttivo di questo documento rinvio alla
sua prossima pubblicazione.
33 Per la cifra di 30 milioni di modii da ult. Garnsey 1988, 231 sq.;
per 40 milioni Rickman 1980, 10, 232. Secondo Duncan- Jones 1990,
193 in this case the government was probably converting some of its
revenues in kind into revenues in cash.
34 Cos Macqueron 1974, 507 sq., ipotizza una requisizione del
grano di Eunus da parte dell'annona.
35 Non so come qualche studioso (ad es. Kunkel 1973, 158) abbia
potuto supporre che C. Novius Eunus fosse un mercante alessandrino
solo perch trattava (anche) grano alessandrino.
36 E' da escludere l'ipotesi dell'Alzon 1966, 42 sq. secondo cui
horrearius sarebbe il custode delle chiavi; contra per gi Thomas
1966, 357 sqq.; Rickman 1971, 196;Wacke, 1980,307.
vpiR2, D 1 80; FOS, nr. 326.
SPIR2, D 171; FOS, nr. 319.
dell'39Alzon
I nuovi
1 966,documenti
32 sq. cheputeolani
gli horrea smentiscono
erano sempre chiaramente
gestiti direttamente
la tesi
dal proprietario da un suo rappresentante (schiavo procuratore);
contra gi Rickman 1 97 1 , 1 95 e ora Macqueron 1 979, 206 sqq.

'

cose fossero andate male, si stabilisce che la vendita


all'asta detriticumAlexandrinum avvenga alle nundinae
successive il 15 maggio, una data che significativament
e
precede di poco l'arrivo delle prime navi granarie da
Alessandria previsto per inizio di giugno, dopo di che il
prezzo del grano sul mercato puteolano sarebbe sensi
bilmente
calato.
Merita infine almeno un cenno un altro documento
dell'archivio dei Sulpicii, di cui purtroppo lo stato di
grave lacunosit rende assai difficile e incerta la ricostru
zionedel testo, ma non ne giustifica certo la prima
pessima edizione31. Quanto si legge su questa pag. 5,
datata 22 die. 57, del massimo interesse: vi si parla di
18 000 modii (cio ben 120 ton.), con ogni verosimiglianza
di grano alessandrino, da vendere all'asta; di una nave
(che probabilmente quella che l'ha trasportato); di un
navicularius di condizione peregrina, un orientale Theodori
flius, certo per non un alessandrino, che in qualche
modo ha a che fare anche col porto di Sidone ecc32.
In conclusione questi documenti ci permettono di
osservare da vicino l'attivit e le operazioni finanziarie
dei mercatores frumentarii puteolani, degli horrearii e
dei finanzieri della citt, un vero e proprio microcosmo
che ruotava attorno al commercio del grano alessandrino,
che vi appare interamente in mani private. Questo com
mercio libero non doveva per riguardare il grano fiscale
necessario per lefrumentationes imperiali, quantificabile
in 12/15 milioni di modii (80/100 000 ton.), ma la re
stante
parte del tributo frumentario dovuto dall'Egitto e
dall'Africa, che si pu calcolare grosso modo in 30/40
milioni di modii (200/250 000 ton.) e che doveva servire
per le scorte e per il fabbisogno complessivo della popo
lazione di Roma33. N il liberto di Tiberio, Euenus, dal
quale Eunus riceve a mutuo i 1 3 000 sesterzi, risulta in
qualche modo collegato ali' organizzazione dell' annona
imperiale, n quest'ultima, come si da taluno suppos
to34, intervenuta nell'affare. Si tratta sempre, come si
visto, di liberti liberti di liberti, al pi figli di liberti,
come a mio avviso lo stesso C. Sulpicius Faustus (Camodeca 1992, 25 sqq.). In generale essi appartengono a gentes
campane35; alcune di queste gentes fanno anzi parte
dell'oligarchia puteolana, come i L. Marii e in partico
lare
gli Annii, per i quali ho potuto tempo fa dimostrare
la ricchezza e il potere cittadino fin dalla tarda repubblic
a;
qui si ricordi solo che la basilica del nuovo foro augusteo, la basilica Augusti Anniana, fu costruita a loro
spese e che loro estesi interessi commerciali trasmarini,
in specie orientali ed egiziani, sono ben testimoniati
proprio in et giulio-claudia(Camodeca 1979, sqq.).
Un loro liberto, P. Annius Seleucus (forse di origine
sira microasiatica e che si dichiarava analfabeta), svol
geva la lucrosa attivit di horrearius^, gestendo gli
horrea siti nei praedia Barbatiana di Domitia Lepida,

Puteoli porto annonario e il commercio del grano


interessi fra ceto senatorio e aristocrazie cittadine.
Viceversa l'altro horrearius, C. Novius Cypaerus,
anch'egli di condizione libertina, aveva ottenuto in
appalto dalla colonia puteolana la gestione degli horrea
Bassiana publca Puteolanorum, costruiti da un Bassus,
purtroppo non meglio noto, forse come manifestazione
di evergetismo verso la citt40. Si anche visto come
questi horrearii non si limitassero a guadagnare con il
canone di locazione dei numerosi ambienti dei loro
horrea, ma potessero essere pi meno direttamente
cointeressati, anche tramite i loro liberti, alle operazioni
finanziarie dei loro clienti sulle merci depositate. Dietro
si scorge sempre l'intervento dei finanzieri e banchieri
locali come C. Sulpicius Faustus; i dubbi che sono stati
espressi anche di recente (Andreau 1 987, 363, 519) sulla
possibilit che Faustus e il suo liberto Cinnamus abbiano
svolto anche il mestiere di banchieri sono superati dalla
mia rilettura di TP. 40 + 1 18 (= TPSulp. 82; Camodeca
1 992, 29 sqq.). Si pu capire quindi l'entusiasmo con cui,
stando a Seneca (Ep., 77, 1), l'intera citt accoglieva
l'arrivo della classis Alexandrina ai primi di giugno.

non mi pare confermino l'ipotesi del Frederiksen


(Frederiksen 1980-81, 23 sqq.), secondo cui la forma
zione della classis Alexandrina sarebbe da porre in
epoca neroniana42. Per questo egli si fonda sul presup
posto, a mio parere indimostrato, che la classis
Alexandrina come tale doveva viaggiare tutta insieme
in un unico convoglio. Questa idea gli fa ingiustamente
svalutare la preziosa testimonianza svetoniana (Aug.,
98, 1) dei marinai alessandrini che nel porto di Puteoli
salutano Augusto, che vi era di passaggio negli ultimi
giorni della sua vita, come loro benefattore e salvatore;
e ci solo perch in questo episodio non si parla di una
flotta ma di singole navi. A me invece questo aneddoto
pare assai significativo per sostenere che fu l'epoca
augustea a segnare il salto decisivo rispetto al passato
per il commercio granario fra Puteoli e Alessandria,
anche se si pu ritenere per certo che esso and poi
meglio organizzandosi per tutta l'et giulio-claudia.
Del resto che la classis Alexandrina arrivasse a Puteoli
in un unico convoglio non risulta da nessuna fonte; anzi
vi sono buoni argomenti per sostenere che i convogli
erano almeno due all'anno, il secondo dei quali doveva
svernare nel porto flegreo e ripartire per Alessandria
all'inizio della primavera43.
A Puteoli dovevano arrivare gi dall'et augustea
almeno 10-15 milioni di modii annui solo di grano ales
sandrino44,
equivalenti a 70 000- 10 0000 tonnellate. Un

2. Questi documenti ci forniscono anche interessanti


precisazioni sulla organizzazione e sulla stessa struttura
edilizia degli horrea puteolani di epoca giulio-claudia,
con la divisione in tre settori, horrea ima, media, superiora. Non si pu condividere l'interpretazione che di ques
tedesignazioni dava il Sommella41 , con riferimento cio
alla posizione di questi horrea nel tessuto urbano digra
dante lungo tre grandi terrazze disposte fra i 35-40 m e
il mare, per cui ad es. gli horrea ima sarebbero stati quelli
localizzati nei quartieri portuali. Dal testo della TPSulp.
45 (= TP. 7), in particolare, dove vengono locati Yhorreum
duodecimum in horreis Bassianis publicis Puteolano
rum
medis item in iisdem horreis imis intercolumnia...,
essendo inverosimile pensare a tre piani, sembra chiaro
trattarsi di horrea disposti su tre livelli, sfruttando il
naturale pendio del terreno, ma senza alcun riferimento
alla loro localizzazione nelle diverse zone della citt. In
questa si riconoscono ancora almeno quattro grandi
complessi di horrea, databili per le tecniche edilizie
dair epoca tardorepublicana-augustea fino agli inizi del
II secolo e posti sia nell'area immediatamente a ridosso
dei quartieri portuali, sia nella terrazza superiore lungo
le percorrenze verso la grande viabilit esterna (via
Campana, via Domitiana); per non parlare ovviamente
dei grandiosi complessi di magazzini che la foto aerea
mostra nella zona ora sommersa dal mare lungo la ripa
puteolana che si estende fino al portus Iulius (v. carta
archeologica a tav. 1 ).
I documenti finora esaminati con le grandi quantit
di grano alessandrino commerciato a Puteoli nel 37-40

40 Escluderei senz'altro l'ipotesi del Frederiksen 1980-1, 21 e del


Macqueron 1 979, 204 n. 24 che si tratti di un Bassius di un Bassaeus,
gentilizi mai testimoniati nella Puteoli giulio-claudia.
41 V. la mia Tav. 1 e Sommella 1978, 90 n. 90; passim con la
descrizione e la pianta degli horrea ancora riconoscibili.
42 Sarebbe un fatto recente nel 64 al tempo della lettera di Seneca,
.,, 1.
43 Ci si giustamente dedotto dalla constatazione che le notizie
ufficiali, quali il cambio dell'imperatore, arrivavano in Egitto pi
rapidamente se l'avvenimento cadeva in marzo a luglio/agosto (v.
Duncan-Jones 1990, IO./.; 1 6. sq.). Nell'estate del 38 un certo numero
di navi alessandrine salpa da Puteoli imbarcando Agrippa I e tutto il suo
seguito (Phil., in Flac, 26-27). Inoltre quel che sappiamo intorno alla
classis africana, organizzata da Commodo (HA., v. Comi., 17, 7)
sull'esempio di quella alessandrina, mostra che per lo meno sotto
Costantino (CTh., 13, 5, 6) essa partiva in pi convogli (v. Herz 1988,
\40 sqq.; 241 sq.).
44 Secondo una fonte tarda, come VEpit. de Caes., 1, 6, sotto
Augusto il grano egiziano importato a Roma ammontava a 20 milioni
di modii; se alcuni studiosi ne hanno dubitato (ad es. Frederiksen 1 98081,19 sq.), altri non l'hanno respinta (da ultimi Pavis d'Escurac 1976,
170; Casson 1980, 21). Ci che sembra senz'altro inaccettabile
combinare questo dato con l'affermazione di los., Bell. lud., 11,383,386
(su cui v. in seguito), per concludere che a Roma arrivavano ben 60
milioni di modii solo dall'Africa e dall'Egitto; conrra v. Rickman 1980,
231 s<7.;Garnsey 1988,231.
109

Giuseppe CAMODECA
unico convoglio avrebbe significato arrivo simultaneo
di 300-500 navi da carico di medie dimensioni (cio da
20 000 a 50 000 modii l'una), che avrebbe posto seri
problemi organizzativi, tenendo conto che per scaricare
una nave di questo tonnellaggio occorrevano dai 4 ai 5
giorni e forse pi (Pomey/Tchernia 1980-8 1,41; cfr. 40
e n. 40). Inoltre, a quanto sembra, il contributo granario
africano era andato aumentando considerevolmente fra
Augusto e Nerone, tanto che, stando a Giuseppe Flavio
{Bell. lud., II, 383 e 386), nel 66 esso costituiva addirit
tura
il doppio di quello alessandrino45. A questo pro
posito non si pu dimenticare che a Rusicade di Numidia,
uno dei maggiori centri di esportazione cerealicola
africana, viene onorato il Genio della colonia puteolana
(CIL, Vili, 7959=ILAlg., II, 4), anche se l'iscrizione, al
contrario di quanto si sostenuto talvolta, sembra pi
tarda dell'et giulio-claudia46. Che nei documenti del
l'archivio
dei Sulpicii appaia per solo grano alessandrino,
potrebbe essere dovuto al mero caso oppure alla loro
stessa datazione al 37-40, precedente il forte aumento
delle importazioni granarie africane, che comunque
alcuni studiosi hanno ritenuto destinate fin dall'inizio
principalmente al nuovo porto ostiense claudio-neroniano,
peraltro assai poco sicuro. In conclusione quindi, se si
calcola anche il minore contributo dalla Sicilia47, a Puteoli
durante la bella stagione dovevano arrivare ed essere
scaricate ben pi di un migliaio di navi di medie dimensioni
solo per il traffico granario, cui vanno aggiunte le
operazioni di carico delle varie migliaia di navi pi
piccole adatte alla risalita del Tevere. Ci lascia inten
dereil gran numero degli addetti, e la complessit delle
operazioni connesse con le attivit portuali a Puteoli, vitali
per l'annona romana, e di conseguenza l'ampiezza
delle strutture ad esse destinate.

funzione portuale e del commercio trasmarino della


citt50.
Invero il Dubois (Dubois 1907, 260) pensava che il
molo puteolano fosse solo di poco posteriore alla fon
dazione
della colonia repubblicana del 194 a. C, invo
cando sia il rapido sviluppo del suo porto e delle sue
attivit commerciali trasmarine, sia la menzione di un
molo puteolano in Appiano (b.c., V, 71-72), sul quale
all'inizio dell'estate 39 a. C. sarebbe avvenuto il famoso
incontro di Antonio e Ottaviano con Sesto Pompeo. E
tale ragionamento sembra seguito di recente anche dal
Castagnoli (Castagnoli 1977,64 . 84). Ma era questo il
molo cui si riferiva Appiano? Invero lo storico (V, 71,
298) parla chiaramente di tavolati di legno posti su pali
infissi nel mare, dunque di pontili costruiti per l'occa
sione. Il porto di Puteoli doveva avere numerosi pontili
di legno che dalla ripa si allungavano nel mare anche
per lungo tratto per permettere lo sbarco e l'imbarco
delle merci sulle navi; in tal senso una testimonianza
esplicita, addirittura autoptica, anche se stranamente
poco considerata al riguardo, quella di Licinio Muciano, cos. 63/64, cos. Ili nel 73 ( fr. 12 P. ap. Plin., N.H.,
Vili, 6), che in occasione di uno dei suoi imbarchi per
l'Oriente ricorda questi pontili procul a continente

3. Di queste infrastrutture nulla quasi si sapeva


fino a poco tempo fa. Fra di esse spicca certo il celebre
molo lungo 372 m. ; esso noto sia dagli imponenti resti
di 15 pilae visibili ancora agli inizi del secolo e poi
inglobati nel molo moderno48, quanto in particolare
dalle splendide raffigurazioni sulle famose fiaschette
vitre di produzione puteolana d'epoca tetrarchica,
oltre forse dal disegno del Bellori ex antiquapictura. La
sua costruzione stata riportata dalla pi recente dottri
na49all'et augustea. E l'ipotesi ben si inquadrerebbe
con quanto ora conosciamo sul grande interesse di Au
gusto per Puteoli, da lui elevata al rango di colonia Iulia
Augusta e sul vasto rinnovamento edilizio cittadino che
ne consegu, a cui concorsero con grande munificenza
ed emulandosi a vicenda le pi importanti famiglie
dell'oligarchia puteolana del tempo, tutte d'altronde
pi meno direttamente interessate allo sviluppo della
110

45 Nel senso del forte aumento delle importazioni dall'Africa e


dell'importante ruolo svolto in ci specialmente da Nerone, con una
sostanziale fiducia nella testimonianza di Giuseppe Flavio, v. Picard
1956, 163s^.;Gallotta 1975,28^.;Pavisd'Escurac, 1976, 170; 175;
Rickman 9S0, 61 sqq.; OSsqq.;23l sqq., che quantifica in 13milioni
e 27 milioni di modii rispettivamente il contributo granario dell'Egitto
e dell'Africa. Dubita invece dell'affermazione dello storico ebreo
Duncan- Jones 1990, 192.
46 L'uso esclusivo delle hederae distinguente s fa a mio avviso
preferire il II secolo (cfr., anche per la formula di dedica, ILAlg., II, 5,
non precedente ai Severi); per un giudizio pi puntuale sarebbe per
necessaria l'autopsia dell'iscrizione e del rilievo raffigurante il Genio
della colonia con la cornucopia e simboli significativi, come un orna
mento di nave.
47 Per la Sicilia fornitrice di grano ancora in et imperiale, v. Pavis
d'Escurac 1976, 177; Rickman 1980, 106; Duncan-Jones 1990, 190.
48 V. spec. Dubois 1907, 254 sqq.; cfr. Sommella 1978, 74, nr. 54;
Castagnoli 1 977, 64 sq. Quanto ai pretesi bacini portuali a sud del Rione
Terra (v. Beloch 1890, 133 con tav. Ili; Dubois 1907, 261 sqq. con fig.
20; cfr. Sommella 1978, 74, nr. 56 con fig. 167) essi si rivelano dalla
pianta (v. Tav. 1) null'altro che un grosso doppio sistema di pilae a
protezione del lato del promontorio pi esposto alle mareggiate, opera
da datare, come altre analoghe del mare flegreo, all'et augustea (Verg.,
A>.,IX,710stf<?.;Vitr.,V, 12, 2-4) (Camodeca 1991, 149 *?.). Al suo
interno erano site probabilmente delle piscinae e altre strutture perti
nenti alla vicina villa maritima, appartenuta in epoca Claudia alle sorelle
Metiliae Marcia e Rufna (tre lorofstulae aquariae, ivi rinvenute, CIL,
X, 1905, cfr. add. p. 972), di famiglia senatoria e nipoti dello storico
Cremuzio Cordo (PIR2, M 553-4; FOS, nrr. 547-8).
49 Sommella 1978, 79; Panciera 1977, 195; Frederiksen 1984, 334.
50 Sul punto v. Camodeca 1991 , 148 sqq.; Camodeca c.s.

Puteoli porto annonario e il commercio del grano

Ill

sotto Claudio Nerone. A questo punto mi sembra del


tutto inverosimile immaginare che entrambi i poeti si
siano ricordati di celebrare come una ciclopica meravig
lia
del lavoro umano un'opera gi esistente da almeno
mezzo secolo oppure che occasione per tali enfatiche
espressioni possa essere stato un semplice restauro; non
resta che pensare alla costruzione stessa del molo o, per
meglio dire, ad una sua ricostruzione (v. n. 54) in forme
tanto grandiose da comportare un suo sensibile allu
ngamento
che consentiva di difendere dall'azione del
mare una parte molto pi grande delle infrastrutture
portuali poste sulla ripa di fronte. Pur non volendo
trarre conclusioni affrettate, certo che Nerone risulta
un ottimo candidato come artefice di quest'opera impon
ente, se si pensa che nel 60 Puteoli fu colonia neroniana
e che, a quanto ritengo si possa dimostrare, a Nerone si
deve un ampio progetto di risistemazione urbanistica
della citt e forse la costruzione ed inaugurazione nel 66
dell'anfiteatro maggiore (Camodeca 1991, 157 sqq.).
Ma in particolare non si pu dimenticare che nel gran
dioso disegno neroniano, in parte realizzato alla morte
dell'imperatore e su cui ingiustamente ironizza Tacito
{Ann., XV, 42, 2-4), Puteoli doveva essere collegata
direttamente col Tevere mediante un canale navigabile
per renderne pi sicura e continua la funzione annonaria.
Del resto tali giganteschi progetti di dominio sulla
natura si inquadrano perfettamente nella politica di
opere pubbliche di quegli anni57.
Uno dei pi rilevanti settori dell' antica citt con la r
ipa puteolana58 e i quartieri suburbani che si estendevano

5 In tal senso Carcopino 1913, 264 sqq. che fantasiosamente lo pone


sulFisoletta menzionata da Paus., Vili, 7, 3 e raffigurata in Bellori;
contra da ultimo Gabba 1970, 1 19 con bibl., il quale ritiene per certo che
Appiano, quando menziona in 72, 303 il molo di Dicearchia, intende
riferirsi sempre allo stesso pontile ligneo.
Cos ad es. Gabba 1970, 1 19; Schor 1978, 42.
" Cos gi Gardthausen 1891, 105, n. 20; cfr. Hadas 1930, 94 sq.;
Carcopino 1913, 258 sqq.
54 Ostrow 1979, 1 13 sqq. Altro discorso ovviamente l'esistenza,
testimoniata da Suet., Cai., 19, 1 (per il 39), cfr. gi Strab., V, 4, 6, di
un molo frangiflutti in cementizio pozzolanico con analoghe funzioni
di protezione dalle mareggiate, verosimilmente gi da tempo necessario
per le dimensioni del traffico marittimo puteolano, ma, come si vedr,
esso non pu essere quello stesso celebrato dai poeti Antifilo e Filippo.
55 Da ultimo per la datazione al 40 della "Ghirlanda" di Filippo, v.
Gow/Page 1968.
56 Mller 1935, 11 sqq., che dimostrava come in Ant. /., IX, 178
non poteva trattarsi del futuro imperatore Tiberio; la datazione neroniana
del poeta confermata e seguita anche da Robert 1979, 257 sqq.; Gow/
Page, 2, 120; Cameron 1 980, 43 sq.; da ult. Volpe Cacciatore 1983,259
sqq.
57 Sul punto v. le considerazioni di Traina 1987, 40 sqq. con bibl.
58 Del tutto inutilizzabile ormai il prolisso, fantasioso articolo di
Spano 1930, 295 sqq.
'

porrecti. Si anche sostenuto, ma l'ipotesi giust


amente non ha trovato consensi, che
dallo stesso Appiano menzionato
poco dopo (V, 72, 303), come luogo di un secondo
incontro avvenuto l'indomani fra i tre personaggi, sia
diverso dai pontili di legno costruiti per il primo collo
quio51. Per di pi poich altre fonti come Velleio (II, 77,
1 ), Plutarco {Ant., 32, 2) e Cassio Dione (XLVIII, 36, 1 )
pongono l'incontro a Miseno e altre ancora a Baia,
come Fioro (II, 18, 4), esso stato non di rado ritenuto
non precisamente localizzabile all'interno del golfo di
Pozzuoli52. Ad ogni modo la testimonianza appianea,
seppure la si volesse considerare pi degna di fede delle
altre33, non potrebbe comunque provare l'esistenza nel
39 a.C. del grande molo raffigurato sulle fiaschette
vitre; qui l'opera assume un rilievo tale da rendere
evidente come Y opus plarum rappresentasse uno dei
pi celebrati monumenti della citt54. Per una sua co
struzione
in et augustea stato richiamato dal Beloch
in poi (Beloch 1890, 131) un epigramma di Antifilo di
Bisanzio {Ant. Pai., VII, 379= 14 Mller), poeta ritenu
to
di et augustea, in cui si magnificava il grande molo
del porto di Puteoli che si spingeva fino all'alto mare. Il
molo stesso orgogliosamente diceva: Io ricevo la flot
tadel mondo. Qui vicino c' Roma; questo porto a sua
misura. Stranamente queste frasi, che in modo cos
significativo si riferiscono a mio avviso alle flotte an
nonarie
romane (si ricordino i litora mundi hospita di
Stazio, Silv., Ili, 5, 75), sono state inverosimilmente
messe in relazione col portus Iulius dal Dubois e dal
Castagnoli (Dubois 1907, 259; Castagnoli 1977, 64 n.
84). Si pu invece essere sicuri che il molo celebrato da
Antifilo sia quello di Puteoli, poi raffigurato sulle fi
aschette
vitre. Pi meno negli stessi termini entusias
tici
lo esalta anche Filippo di Tessalonica in un'altra
composizione poetica raccolta nell' Anthologia Palatina
(IX, 708); questi era ritenuto pi tardo di Antifilo e
datato all'et di Caligola55. Ma la conclusione, che in
generale se ne tratta, di una costruzione del grandioso
molo di Puteoli in et augustea, va a mio avviso respinta.
Gi il Mller56 aveva infatti dimostrato che Antifilo di
Bisanzio, ritenuto fino ad allora un poeta augusteo,
scriveva un elogio di Nerone Cesare per aver questi
restituito nel 53 la libertas ai Rodii {Ant. Pai., 9, 178 =
30 Mller); la stessa raccolta di Filippo di Tessalonica
fu edita secondo i pi recenti studi con tutta probabilit
in epoca neroniana e non nel 40 (Cameron 1980, 43
sqq.; 61 sq.; cfr. Hartigan 1979, 108 sq.).
I due componimenti poetici che magnificano il molo
di Puteoli vanno ormai considerati, come era naturale
attendersi, pi meno contemporanei, il che rafforza
l'idea di un'unica occasione per la loro composizione;
essi sono per da datare molto pi tardi dell'et augustea,

Giuseppe CAMODECA
fino al portus Iulius e al lago Lucrino, dall'alto medio
evosommersi dal mare, riappare finalmente per la
prima volta nella sua realt topografica d'insieme nella
mia pianta ricostruttiva (tav. l)59 frutto dell'attento
studio di una serie di foto aeree perpendicolari effettuato
con la valida collaborazione dell'architetto C. Iuorio e
di pochi mirati saggi di controllo subacquei60. Ne risulta
finalmente chiaro61 come il porto di Puteoli e il portus
Iulius venivano a costituire dall'et augustea in poi un
eccezionale sistema integrato di strutture portuali a fini
commerciali (i sodi portus di Stat., Slv., IV, 8, 7?), reso
del resto necessario dal contemporaneo enorme sviluppo
del traffico marittimo di merci e derrate, che confluivano
nella citt flegrea con destinazione finale, quasi sempre,
Roma. Gli sporadici rin-venimenti subacquei di questi
ultimi anni, purtroppo per lo pi casuali e privati del
contesto topografico, hanno comunque dimostrato una
continuit di vita fino al tardo impero sia della ripa che
del portus Iulius. E gi dalla restituzione in pianta ap
paiono
evidenti le varie fasi costruttive con orientamenti
diversi; non qui per la sede per una pi puntuale
descrizione e ricostruzione delle vicende edilizie di
questo importante settore della citt, che sarebbero in
ogni caso premature, essendo di oramai prossima
attuazione un progetto, da me ideato, che prevede
un'attenta ricognizione ed il rilevamento strumentale
con cartografia numerica in scala 1 : 1000 di tutta la ripa
puteolana.
Il portus Iulius era stato costruito, come noto, da
Agrippa ed Ottaviano nel 37 a.C. per le necessit
militari connesse con la guerra contro Sesto Pompeo,
sfruttando il lago costiero del Lucrino e il pi interno e
profondo lago d' Averno62;il primo fu messo in comuni
cazione col mare tagliando l'istmo sabbioso mediante
lo scavo di un grande canale, ancor oggi ben visibile
lungo circa 300 m e largo 50, mentre un altro canale
collegava i due laghi. Ma il portus Iulius conserv solo
per pochi anni questa funzione militare, dato che proba
bilmente gi negli anni 20 a.C. la flotta fu definitivamente
spostata a Miseno. La poca profondit del Lucrino,
lamentata gi da Strabone (V, 4, 6), non comport
comunque il suo abbandono come struttura portuale;
essa fu destinata a scopi commerciali, come mostrano
sia i bacini e le darsene ancora conservati all'interno del
porto lagunare e separati da un lungo molo (ca. 1 10 m x
10 m), sia l'eccezionale serie di horrea, magazzini e
taberne posti lungo due strade parallele, una delle quali
prosegue rettilinea verso la terraferma e probabilmente
serviva come asse pricipale di disimpegno di questa
zona portuale.
Lungo la ripa, tra la citt e il Lucrino, si andarono
sviluppando specialmente a partire dall'et augustea
dei vici (quartieri) suburbani a carattere emporico. Ci
112

comport una nuova connotazione funzionale dell'in


tero
sito, che in et tardo-repubblicana era invece carat
terizzato
da ville residenziali suburbane poste sulla
collina della Starza e digradanti verso il mare, fra cui i
celebri horti Cluviani di Cicerone; il litorale si and ora
riempiendo con una cortina di edifici connessi con
l'attivit portuale. Avevo gi potuto identificare e loca
lizzare con precisione due di questi vici, il vicus Lartidianus
e il vicus Annanus, mediante due basi di statua, recuperate
in mare ancora in situ e dedicate nel 121 all'imperatore
Adriano, la prima ritrovata alla fine dell' 800, impian
tandosi il cantiere Armstrong (oggi Sofer), la seconda
nel 1972 presso il pontile della Pirelli (Camodeca 1977,
75 sqq.). Ed ora i due vici appaiono finalmente nella
loro ben distinta ma strettamente collegata realt
topografica ed urbanistica (tav. 1). Inoltre i dedicanti di
queste due basi di statua si definivano significativ
amente
inquilini vici, cio appunto forestieri l residenti,
impegnati nelle attivit mercantili legate agli impianti
portuali. Questi quartieri dunque, analogamente ai
fondachi delle citt medievali, erano abitati da mercanti
stranieri che per ragioni di commercio risiedevano a
Puteoli, provenendo dalle pi lontane regioni del Medit
erraneo sia occidentale (in particolare africani e spa
gnoli) sia orientale (egiziani, fenici, arabi-nabatei, siriaci,
microasiatici, greci etc.); ad es. dalla mia rilettura di un
graffito ercolanese (CIL, IV, 10676) risultato un vicus
Tyananus a Puteoli, che prendeva il nome dai cappadoci
di Tyana che lo abitavano; e dai numerosi graffiti di una
taberna di via Terracciano, databili alla prima met del
II secolo, risulta vividamente la particolare frequenza
degli orientali (Camodeca 1991, 143). Nei vici dove essi
risiedevano i peregrini avevano anche costruito i templi
ai loro dei nazionali; cos il tempio del dio nabateo
Dusares, l'unico noto in Occidente, era sito proprio nel
vicus Lartidianus come mostra il recupero in mare in
questa zona di vari altari e lastre marmoree a lui dedi
cate. Qui possibile restituire in pianta il portico

59 Una sua prima redazione stata pubblicata in allegato al volume


/ Campi Flegrei, Napoli, 1987.
60 Per questi mi sono avvalso della grande esperienza nel rilievo
subacqueo di C. Leggieri e L. Russolillo.
61 A differenza che nel pionieristico tentativo di Schmiedt 1 970, tav.
136 fig. 4-5, ripreso in seguito dal Castagnoli 1977, 52 fig. 7, che risulta
non solo sommario e approssimativo, ma per di pi inficiato nella fig.
5 da un'erronea indicazione nella scala con conseguente sensibile
compressione del rilievo.
62 Su quest'area v. Pagano 1983-84, 1 3sqq. ; per una ricostruzione
della linea di costa e dell'orografia dei due laghi in et imperiale v. la
mia pianta in/ Campi Flegrei, Venezia, 1990, 162.

Puteoli porto annonario e il commercio del grano


colonnato in piperno, gi noto agli antiquari del '700 e
dell '800 come "tempio delle Ninfe", nei cui pressi fu
rinvenuta nel 1972 una bottega di scultore, attiva alme
no
fino a tutto il II secolo; non lontano andr collocata
anche una vera e propria statio marmorarii (NScA, 1 888,
640 sqq.; Dubois 1907, 130 sqq.). Una vivida descri
zione di questo tratto della ripa in et severiana si pu
leggere a mio avviso in un passo assai interessante di
Filostrato (v. Apoll. Tyan., 7, 12) con l'elenco delle
numerose navi alla fonda pronte a partire per i pi
diversi e lontani paesi (Africa, Egitto, Fenicia, Cipro,
Sardegna, Spagna).
E proprio all'altezza del vicus Lartidianus possibile
identificare con sicurezza un preciso aggancio urbanisti
co
fra i quartieri portuali e la viabilit esterna che correva
lungo la terrazza urbana superiore di quota 40 m; infatti
ancora visibile in sezione (a q. 1 3) la strada basolata larga
ca. 3,5 m63, che dalla ripa risaliva fino a sfociare nella
via Domtiana proprio all'altezza dei grandi horrea
detti Pondera attraverso un erto vallone (loc. Canalone),
sui cui versanti si dispongono due grandi complessi
edilizi articolati su vari livelli con pi fasi costruttive
dall'et augustea al II secolo inoltrato. Sul costone nord
si identificano altri ambienti, anche termali, probabil
mentequelli scavati nel 189064. Si tratta di strutture
residenziali a servizio dei vici della ripa, abitate an
ch'esse
da peregrini05. Si possono ipotizzare in base
alla ricostruzione dell'orografia antica almeno altre
due di queste strade di collegamento fra la zona portuale
e la viabilit esterna atte a superare il forte salto di
quota.
4. Strutture portuali e di immagazzinaggio di dimens
ionicos grandi, il cui buon funzionamento doveva
essere vitale per l'annona romana, richiesero certo una
crescente attenzione da parte dell'amministrazione imper
iale. Il primo provvedimento imperiale noto solo con
Claudio, sul cui interesse per i problemi annonari non
il caso di insistere; egli istitu a Puteoli come ad Ostia
una coorte urbana ad arcendos incendiorum casus
(Suet., Claud., 25, 2) per la protezione dei servizi
annonari che le due citt svolgevano. Ma l'epigrafia
non ci fa conoscere per Puteoli quella complessa orga
nizzazione
imperiale, nota invece per Ostia, per l'am
ministrazione
delle attivit portuali ed annonarie a
partire dai primi provvedimenti dello stesso Claudio
(un liberto imperiale procurator portus) e poi di Traiano
e Adriano (un procurator annonae equestre e un liberto
imperiale procurator portus utriusque)M\ La risposta
fino a poco tempo fa era divenuta un topos: con la
costruzione del porto claudio-neroniano e poi di quello
traianeo 1 ' importanza commerciale e annonaria di Puteoli
113

era rapidamente decaduta. Non mi dilungo ora a dimos


trare quanto questa idea di una decadenza complessiva
della citt sia senza fondamento67. invece opportuno
raccogliere e riesaminare la sparsa documentazione
epigrafica puteolana di II e III secolo concernente
l'organizzazione dell'annona imperiale e il commercio
del grano a Puteoli. Si deve premettere che se la diffe
renza numerica con la documentazione ostiense im
pres ionante,
non va dimenticato che il patrimonio
epigrafico puteolano si conservato in proporzione
assai minore di quello di Ostia. Comunque le testimo
nianzeputeolane, seppure poche, sono a questo riguar
do
significative.
Fondamentale importanza assume infatti la base
onoraria posta da una regio puteolana (la regio Decatriae)
al vr egregius lulius Sulpicius Successus, procurator
portus Puteolanorum, edita nel 1 972 dal D'Arms (D' Arms
1 972, 255 sqq. = AE 1972, 79) e da lui datata alla met
del IV secolo per motivi paleografici. Ma non c'
dubbio che questa iscrizione non pu essere posteriore
al 326 per il titolo di vir egregius che scompare dopo le
riforme dell'ordine equestre di Costantino e per lo
stesso titolo di procurator essa va posta assai meglio
alla fine del Ili-inizi IV secolo68. evidente che un
procurator imperiale di rango equestre non sarebbe
stato necessario se il traffico portuale di Puteoli non
fosse stato ancora in quest'epoca di interesse statale. A
mio avviso inoltre non possibile pensare ad una
creazione tardo-imperiale per il posto di procurator
portus Puteolanorum; esso deve risalire certo al princi
pato.Se vale, come credo verosimile, il parallelo ammin
istrativo
con Ostia, un simile posto affidato inizia
lmente ad un liberto imperiale potrebbe gi essere stato
istituito da Claudio69; ed presumibile che la carica non
sia divenuta equestre prima di quella omologa di Ostia

63 La sua esistenza era gi nota comunque agli eruditi del '700 e


"800: ad es. Paoli 1768, tav. XL e De Ioro 1830, 38 sqq.
64 Fulvio 1890, 123 sqq. (cfr. Dubois 1907, 221, . 2), descrive un
interessante affresco, l ritrovato, di un paesaggio marino con navi e
opus pilarum (un'immagine dal vero del porto puteolano?) ora al
Museo Nazionale di Napoli. Non ha invece nulla a che fare col porto di
Puteoli, al contrario di quanto pensava il Dubois 1907, 220 sq., il
famoso affresco di Gragnano, che risulta essere una veduta di Alessand
ria,
. Kolendo 1982, 305 sqq.
65 Come conferma la scoperta in questa zona presso i Pondera di un
piccolo tempio da cui proviene una statuetta di naoforo (De Iorio 1 830,
61; Dubois 1907, 152; Tram Tan Tinh 1972, 57; cfr. La collezione
egiziana, Napoli, 1989, 149 nr. 15. 48).
'* Sul punto da ultimo Houston 1980, 157 sqq. con bibl.
"Basta rinviare a D'Arms 1974, 04 sqq. eCamodeca 1991, \63sqq.
68 Cos Camodeca 1977, 66 en. 18; Camodeca 1980-81, 62.
m Cos anche Houston 1980, 162

Giuseppe CAMODECA
fra Alessandro Severo e Gordiano70. Una testimonianza
indiscutibile sulla presenza di un'organizzazione
annonaria imperiale a Puteoli (alle dipendenze di un
procurator annonae locale?), analoga a quella ostiense,
fornita da CIL, X, 1562, una grande base marmorea
dedicata nel foro della citt ad Antonino Pio e al Genio
della colonia puteolana da unAugusti servus dispensator
a frumento Puteolis et Ostis. Ci mostra come il fiscus
frumentarius avesse rappresentanti in entrambe le citt.
Non si pu non ricordare che fu proprio Antonino Pio a
far eseguire nel 139 importanti lavori di restauro al
molo puteolano, promessi gi da Adriano, per i gravi
danni subiti da una mareggiata71.
Mancavano finora a Puteoli, a differenza di Ostia,
dediche poste al praefectus annonae12 che era a capo di
questa complessa organizzazione annonaria; questa l
acuna ora colmata da un'iscrizione ancora inedita e di
prossima pubblicazione a cura di chi scrive, anche se
ritrovata nel lontano 1921 e da me rintracciata nei
depositi del Museo. Si tratta di un praefectus annonae,
finora ignoto [...Jlius Iulianus (certamente non L. Iulius
Vehilius Gratus Iulianus); nella sua carriera si disti
nguono tre procuratele provinciali ducenarie, una
praefectura {classisi), infine l'ufficio palatino di a
rationibus prima della prefettura dell'annona. Questo
schema di carriera, in particolare la sequenza a rationibus
-praefectus annonae , come noto, tipico dell' epoca fra
Adriano e Settimio Severo ed alla fine del II secolo pu
a mio avviso assegnarsi l'iscrizione. Meno probanti so
no invece altre due testimonianze spesso richiamate al
riguardo: l'una, CIL, X, 1729 (ora al Kelsey Museum),
una dedica funeraria posta ad un Gregorius, figlio del l
iberto
imperiale M. Ulpius Nicephor, proximus commentariorum annonae, generalmente datata in et tardotraianeo-adrianea e attesterebbe l'esistenza a Puteoli di
numerosi impiegati dell'annona con a capo questo
funzionario73. Ma questa interpretazione dell'epigrafe
va incontro ad una grave difficolt: si giustamente
rilevato74 che, essendo Gregorius un cognomen deriva
to
da un signum, risulta inverosimile una sua datazione
precedente alla met del II secolo; se invece si intende
l'iscrizione come una dedica funeraria al giovanetto
Gregorius, non figlio ma servo di M. Ulpius Nicephor,
posta dai genitori del defunto (Nicephor e Ulpa Pro
futura),
anch'essi servi ex servi del liberto imperiale,
proximus commentariorum annonae, l'iscrizione pu
essere pi opportunamente datata verso il 170. Di
conseguenza, al momento della redazione del testo, M.
Ulpius Nicephor, anche se ancora vivo, doveva essere
in et assai avanzata e certo non pi in carica. Se ci
vero, nulla impedisce di pensare che la sua funzione
neu' organizzazione annonaria imperiale fosse stata svol
taa Roma e che a Puteoli egli si fosse semplicemente
114

ritirato in una sua propriet75. Una cosa simile si po


trebbe
supporre anche per il liberto imperiale M. Ulpius
Proculus, morto a Puteoli, che era stato (ma dove?)
tabularius fisci alexandrini, ufficio probabilmente
connesso con l'annona (NScA, 1901, 20)76.
Ben pi interessanti per il nostro tema sono altre due
iscrizioni: la prima, ritrovata nel 1925 negli sterri pres
sol'ingresso orientale dell'anfiteatro e pubblicata dal
Maiuri non del tutto correttamente77, fornisce la prima
testimonianza epigrafica di un collegio di navicularii a
Puteoli, ed era forse pertinente ad una loro sede in uno
degli ambienti del portico esterno lungo il lato meridio
nale
del monumento. L'iscrizione databile per stretti
confronti paleografici con altre epigrafi puteolane nella
prima met del II secolo: si tratta quindi assai veros
imilmente
di una dedica al divo [Traiano] al divo [Hadriano] da parte dei navicularii con un interessante r
iferimento
esplicito alla loro funzione annonaria alle
linn. 3-4; alla lin. 3, non ben compresa dal Maiuri78, non
credo vi siano dubbi ad intendere: qui ad ur[bem] e alla
lin. 4: et copiarti (forse rei frumentariael) . Non vi
prova migliore per dimostrare che anche dopo la crea
zione del porto traianeo di Ostia, Puteoli e i navicularii,
qui operanti, svolgevano un'importante funzione
annonaria.
Infine che il commercio all'ingrosso del grano fosse
a Puteoli ancora nel II secolo un buon mezzo di arri
cchimento
e di ascesa sociale mostrato con ogni ev
idenza
da un'altra iscrizione puteolana databile nella

70 II primo procurator p rtus utriusque di rango equestre noto per


il 247; l'ultimo liberto imperiale nel 224, v. la tabella di Houston 1980,
171.
71 CIL, , 1640-41; nel 139 la citt lo onor pubblicamente per i
beneficia ottenuti {CIL, X, 1646cfr. 1645); sempre nel 1 39/40 il locale
collegium Scabillariorum innalza una statua a lui e alla moglie Faustina
(CIL,X, 1642-3).
72 Sebbene siano ricordati per et giulio-claudia numerosi liberti di
vari praefecti annonae: C. Turranius, L. Faenius Rufus, Ti. Claudius
Athenodorus.
73 Su CIL, X, 1729 . interpretazione e datazione ai primi anni
adrianei di Weaver 1971, 77 sqq. seguito da Rickman 1980, 223.
Precedentemente Dubois 1 907, 1 1 3 intendeva addirittura che il funzio
nariodell'annona fosse il giovanetto defunto.
74 Solin 1987, 39 sq. con foto dell'iscrizione.
75 Non mancano esempi di casi analoghi nella stessa area flegrea, v.
CIL, X, 1740 = Parma 1983-84, 295 sqq. con foto e bibl.
76 Del tutto incerta l'integrazione [proc] ad an[nonam] dello
Hirschfeld, seguito dal Dubois 1907, 1 1 3, in EphEp, Vili, 366 (Puteoli),
un cursus equestre di II secolo.
"Maiuri 1927, 320 = Maiuri 1983, 1 10; un apografo dell' iscrizione
in Maiuri 1955, 54 fig. 20.
78 Maiuri, //. ce. a n. 77, stranamente legge un incomprensibile
QVIA DVIH.

Puteoli porto annonario e il commercio del grano


prima met del II secolo, ritrovata nell'area forense
della citt (ma di reimpiego), in cui due mercatores
frumentarii, probabilmente padre e figlio, il primo di
chiara condizione libertina, avendo ottenuto Vadlectio
neu' ordo decurionum puteolano, costruiscono a loro
spese e dedicano al Genio della colonia Puteolanorum
una [scholal] cum basibus et sedibus aeneis in unaportcus
ante aedem posita19 . Che si tratti di mercanti di grano e
che la loro fortuna sia stata dovuta a questo commercio
mostrato assai significativamente dall'altorilievo
scolpito sul fianco destro della base: un modius ricolmo
di spighe di grano80. La carica simbolica di questa as
sociazione
fra il Genio della colonia di Puteoli e il modius
di grano ancora in pieno II secolo assai significativa.
In proposito va richiamata l'analoga dedica al Genio
della colonia puteolana {CIL, Vili, 7959), posta a mio
avviso ali' incirca in questa stessa epoca, a Rusicade di

Numidia. In conclusione mi pare che queste sia pur


poche testimonianze puteolane esprimano a sufficienza
che la citt continu a svolgere per tutto il principato la
sua funzione annonaria accanto (o, se si vuole, in
subordine) ad Ostia.

79 AE 1976, 140, dove alla lin. 4 si deve per correggere la lettura


dell'editore /- Clodius -]f. Pai. Salv[iusfl]ius in [Ti. Claudius Ti.] f.
Pal. Salv[ia]nus; alla lin. 2 il gentilizio del personaggio va a mio avviso
integrato assai probabilmente [Ti. Claujdius Euhodus e non [Clojdius.
80 Si noti un modius, non la pi generica cornucopia, tipico attributo
del Genius Coloniae. Ma forse v' di pi; sulla superficie superiore
della base si nota una larga cavit circolare formata da piani concentrici
e digradanti di non facile interpretazione; ora non so se sia un mero caso,
ma calcolando la capacit di questo cavo circolare si ottiene appross
imativamente
quella del modius.

115

Fig. 1 (in alto) - TP Sulp. 46, tab.I, p. 2.

Fig. 2 - TP Sulp. 46, tab. II, p. 4

Fig. 3 a-b - TP Sulp. 46, Tab. Ill, p. 5

/ f

*'

' I \ |l> ii *ii. M


'

I'

till' 1

t__

Giuseppe CAMODECA
APPENDICE
1. Il dossier di C. Novius Eunus.
1.1. Il mutuum cum pignoris datione del 18 (o 28) giugno 37.
TPSulp. 51 (= TP. 15) - Trittico
Tab. I: inv. Pompei 14360; pag. 2: foto 13528.
Tab. II, pag. 3: foto 13518; 1 360 1 ; inoltre pag. 2 + pag. 3, foto 13557.
Tab. Ill: inv. Pompei 14364; pag. 5: foto 13521-22.
tab. I-II(costole) (ad atramentum, index)
Chirographum C. Nov//ii Euni HS X mutuorum
Put. XIV k. lui. // Proculo et Nigrino cos.
tab. I, pag. 2 (a graphium, scriptum interior)
Cn. Acceronio Proculo C. Petronio Pono cos.
XIV k. Iulias
C. Novius Eunus scripssi me accepisse ab
mutua ab Eueno Ti. Caessaris Augusti
5
liberto Primiano apssente per
Hessucus ser. eius et debere ei sesterta
decem milia nummu que ei redam
cum petiaerit et ea sesterta decem mil
ia s.s.s. p.r.d. stipulatus [[ets]] est Hessucus
10
Eueni Ti. Cessaris Augusti 1. Primiani
ser. spepodi ego C. Novius Eunus;
pro quern iis sestertis decem milibus
ei
nummu dede pignoris arabonistab. II, pag. 3
ve nomine iridici alxadrini modium
septe milia plus minus et ciceris faris
monocpi lentis in sacis ducentis modium
quator milia plus minus que ominia
5
poss/ta habeo penus me in horeis Bassianis
puplicis Putolanorum que ab omini
vi periculo meo est [[dico]] fateor.
(S)
Actum Putolis

(18 giugno 37)


( 1 8 giugno 37)

tab. II, pag. 4 (ad atramentum, signatores su due colonne ai lati del sulcus centrale, a sinistra prenome e gentilizio, a destra
cognomen)
C. No vii
Euni
Q. [F]alerni
[ ]
C. Sulpici
Fausti
C.[ ]
[ ]
5
[
]
Helvi[]
C. No vii
Euni
tab. Ill, pag. 5 (a graphium, scrptura exterior)
Cn. Acerronio Proculo C. Petronio Pontio Nigrino cos.
quartum (sic) kalendas Iulias
C. Novius Eunus scripsi me accepisse mutua ab Eueno
Ti. Caesaris Augusti liberto Primiano apsente per
118

(28 ! gi. 37)

Puteoli porto annonario e il commercio del grano


5

10

15

Hesychum servum eius et decere ei sestertium


decem millia nummum quae ei reddam cum
petierit / et ea HS X m.n. q.s.s.s. p.r.d. stipulatus est
Hesychus Eueni Ti. Caesaris Augusti 1. Primiani
servus spopondi ego C. Novius Eunus / proque
iis sestertiis decem m[ill]ibus nummum dedi
ei pignoris arrabo[n]isve nomine tritici alexandrini
[plu]smmus
modium septem millia et ciceris farris monocopi
lentis in saccis duc[en]tis [mod]ium quattuor millia p.m.
quae omnia reposita habeo penes me in horreis
Bassianis publicis Pu[teo]lanorum quae ab omni vi
periculo meo esse fat[e]or. Act. Puteolis

1. 2. // mutuum cum pignoris datione del 2 luglio 37


TPSulp. 52 (= TP. 16 + ined.) - Trittico
Tab. I: inv. Pompei 14361; pag. 2: foto 13593-4.
Tab. II: inv. Pompei 14362; pag. 3: foto 13617-8, cfr. 13596; inoltre pag. 2 + pag. 3, foto 13616 e 13619; pag. 4, foto serie
nuova D507 16; infine costole, tab. I-II, foto 13610.
tabb. I-II (costole) (ad citmmentum, index)
Chirographum C^No // vii Euni HS oooooo mutuor.
praeter alia HS X // ob pignws tritici
tab. I, pag. 2 (a graphium, scriptum interior)
C. Cessasare Germanico Aug.
Ti. Claudio Germanico cos.
VI nonas Iulias C. Novius Eunus
scripssi me accepisse muta ab
5
Hessco Eunni Ti. Cessaris Augusti
1. Primiani ser. [[muta]] et
debere ei sestertia tra milia
nummu prt, alia HS .
que alio chirographo meo
10
eidem debo et ea sestertia
tra milia num. nummu
q.s.s.s. p.r. recete dari

(2 lug. 37)

tab. II, pag. 3


stipulatus ets Hessucus Euni
Ti. Cessaris Augusti 1. Primiani
ser. spepodi ego C. Novius Eunus
in qua ominis suma dedi ei
5
pignoris tridigi alxadrini
um septe mila quot est possir[um]
in horeis Bassianis puplicis Putola[nor.]
medis horeo duode[cimo] et sacos ducen[t-]
os lentis c[ice]r[is ..]+issi monocopi
10
et faris in quibus sunt modium
quator milia qui sunt possiti in
isdem horeis que ominia ab omini
vi priculo meo est fator. (S)
Actum Putolis.
119

Giuseppe CAMODECA
tab. II, pag. 4 {signatores sulla destra del sulcus centrale, in parte ad atramentum [nr. 1 ], in parte [nrr. 2-3] con praenotatio
graffita su legno)
C. Novi E[uni]
A.M[evi]A./
Cypaeri
5

[C.NoviEuni]

1.3. La locatio horrei del 2 luglio 37


TPSulp. 45 (= TP. 7) - Trittico
Tab. I, pag. 2: foto 13611
Tab. II, pag. 3: foto 13575 cfr. 13671; pag. 4: foto 13553, 13574.
Tab. Ill, pag. 5: foto 13573
Tabb. I-III (costole): foto 13540, 13623; pagg. 2, 3 e 5: foto 13541, 13609, 13620-21; pagg. 4-5: foto 13597.
tabb. I-III, costole (ad atramentum, index)
Chir[ograp]hum Diogne II C Novii Cypaeri servi
co[ndu]ctionis hr // rei XII in Bassianis
in quo triticum est // [pi]gnon acce/?/, a Novio Euno
tab. I, pag. 2 (a graphium, scriptura interior)
C. Caesare Germanico Augusto
Ti. Claudio Nerone Germanico cos.
VI non. Iulias
Diognetus C. Novi Cupaeri ser.
5
scripsi iusu Cupaeri domini
mei cora ipsum me locasse
Hesico Ti. Iulii Augusti liberti
Aeueni ser. horreum XII
in horreis Bassianis puplicis Putiolano10
rum medis in quo repositu
est triticum alexandrini
quod pignori accepit
tab. II, pag. 3
hodie ab C. Novio Euno
item in isdem horreis
imis inter columnis be
repositos habet saccos legu5
menum ducentos quos
pignori accepit ab aeodem
Eunum.
Ex k. Iulis in menses singulos
sestertis singlis nummis.
Act. Putiolis (S)
tab. II, pag. 4 (ad atramentum, signatores ai lati del sulcus centrale per i sigilli).
C. No vii
Cypaeri
A. Mevii
A.f. Fai. Iuli
Diogneti
C. Novii Cypaeri ser.
C. Novii
Cypaeri 1. Euni
Irenaei
C. Iuli Senecionis
ser.
[Dio]g/ieti
C. Novii Cypaeri ser.
120

Puteoli porto annonario e il commercio del grano


tab. Ill, pag. 5 (a graphium, scriptum exterior)
C. Caesare Germanico Augusto
Ti. Claudio Nerone Germanico cos.
sextum nonas Iulias. D/ognetus C. Novi
Cypaeri servus scripsi iussu Cypaeri domini
5
mei coram ipso me locasse Hesycho
Ti. Iuli Augusti 1. [ue]ni ser. horreum
duodecimum in horreis Bassianis publicis
Puteolanorum medis, in quo repositum
est triticum alexandrinum quod pignori
10
accepit hac die a C. Novio Euno item
in iisdem horreis { horreis } imis inter
columnia ubi repositos habet saccos [[du]]
/eguminum ducentos quos pignori accepit ab
eodem Euno. Ex k. Iulis in menses
15
singulos sestertiis singulis n[u]m. Act. P[u]i.
2. Il dossier di L. Marius Iucundus
2.1.11 mutuum cum stipulatione del 13 marzo 40
TPSulp. 53 (= TP. 8 + ined., cfr. 92) - Trittico
Tab. I: inv. Pompei 14357; pag. 2: foto 13599.
Tab. II, pag. 3: foto 13536; pag. 4: foto 13534, cfr. 13527; inoltre pag. 2 + pag. 3, foto 13510.
Tab. Ili: inv. 14440; pag. 5: foto D52189.
tab. I, pag. 2 (a graphium, scriptura interior).
C. Laecanio Basso Q. Terentio Cullione cos.
Ili idus Martias
L. Marius Didae 1. Iucundus scripsi
me accepisse et debere C. Sulpicio
5
Fausto sestertia viginti millia
nummum, quae ab eo mutua
et numerata accepi; eaque se
stertia
viginti millia nummum
q. s. s. sunt proba recte dari
10
stipulatus est C. Sulpicius Faustus
spepondi ego L. Marius Iucundus.
tab. II, pag. 3:
Act. Putiol. (S)
tab. II, pag. 4 (ad atramentum, sei signatores sulla destra del sulcus centrale per i sigilli, di cui si scorgono ancora le tracce
dalla foto):
L. [Mari Iucundi]
[.] Ma[r]Z? [
]
C. Iuli Celens
5

M. Ma[r]i [
]
P. Anni F[e]l/c/s

tab. Ill, pag. 5 (a graphium, scriptura exterior)


C. L[a]ecanio Basso Q. Terento Culleone cos.
Ili idus Martias
121

Giuseppe CAMODECA

10

L. Marius [Dijdae /. Iuc[und]us scr[ip]s[i me a]ccepisse


et debere C. Sulpi[ci]o Fa[us\.o sestertia v]iginf/
millia num[mu]m quae [ab e]o [mutua] et
numerata acce[pi]; eaque [HS] ((I)) ((I))
quae s. s. s. p. r. [d.] sti/?wlatus [est C. Sul]picius
Faustus spo[po]ndi ego L. Ma[rius Di]?ae 1.
Iucundus.
[Actum Puteolis]

2. 2. La locatio horrei del 13 marzo 40


TPSulp. 46 (= TP. 44 + 46 + ined.) - Trittico
Tab. I, pag. 2 (inedita): foto 14718, 14720, 14722.
Tab. II: inv. 14402; pag. 3: foto 13549; pag. 4: foto s.n. inv.
Tab. III: inv. 18130; pag. 5: foto 13554.
tab. I, pag. 2 (a graphium, scriptum interior) (inedita) (apografo, fig. 1)
C. La[e]ca[nio Basso Q. Terentio Culle]one cos.
[Ill idus Martias]
Nardus P. [Anni Seleuci servus scrip]s/ coram
[et ius]sM [P. Anni Seleuci domini] mei
5
qu[od is negaret] s[e littjeras [scire]
m[e locasse] C. Sulpicio [Fausto] horreum
[XXVI, quod e]st /n/?[raedis Domit]iae
Lepid[ae Barbatianis] superi [oribus, in] q[uo]
[repositum est tritici alexandrini] millia
10
[modium XIII, quae dom]i[nus m]ew[s] adme//[etur] cum [servis suis, mercede
tab. II, pag. 3
in mensibus singulis sestertis
centenisnummis. (S)
Ac[tu]mPuteol.
tab. II, pag. 4 (ad atramentum, signatores sulla destra del sulcus centrale per i sigilli) (fig. 2)
P. Anni Selewci
Cn. Pol/i Cn./.Rufi
C.IuliFelicis
Nardi P. Anni Seleuc
i
ser.
5
P. Anni Seleuci
tab. Ill, pag. 5 (a graphium, scriptura exterior) (fig. 3a e apografo, fig. 3b)
C. Laecanio Basso Q. Ter[en]tio Culleone cos.
/// i[du]s Mamas
Nardus P. Anni Seleuci servus sc[n]psi coram et iussu
Se/[eu]ci domini me/ [q]wod is negaret se litteras
5
scire m[e] locasse C. Sulpicio Fausto horreum
vicensimum et sexs/iim, quod est in praedis Domitiae L[e]pidae B[a]rbatianis superioribus, in quo reposi
tum
est intici alexandrini millia mod[iu]m
decem et tria, [quae] aJmetietur dominus meus
10
cum s[er]vis [sui]s, m[er]c[ed]e in mensibus singulis
sestertis centenis nummis.
Actum Puteolis
122

Puteoli porto annonario e il commercio del grano

2. 3. La pignoris datio del 15 marzo 40


TPSulp. 79 (= TP.69) - Trittico
Tab. I e II, perdute.
Tab. Ill, pag. 5: foto 13665.
tab. Ili, pag. 5 (a graphiwn, scriptura exterior)
C. Laecanio Basso Q. Terenfto Cull[eone] cos.
idi>usMar[tiis]
L. Ma[rius Didae 1. Iucundus scripsi me dedisse C. Sulpicio]
Fa[usto pignoris nomine trit]/c/ alexan[drini modium]
5
millia [decem et tri]a quae suni posita in [Domiti-]
ae Lepidae [praed]is Barbai/ams superioribus [horreo]
XXV7ob HS vigiliti millia nu[mmum quae per chiro-]
graphum scripsi me ei debere [ ]
Si idibus Mais primis ea HS ((I)) [((]I)) q.s.s.s. non de[aero\ so/[vero]
10
satisve fecero, turn liceat tib id triricu[m quo de agitur]
sub [p]raecone de condicione/?/g[nor]/s quo[... vendere.]
[Si pluris venier]/?, omne quod superesse[t] reddas [mihi he-]
[redive meo; si] quo minoris venierit, id ego reddam tibi
heredive tuo. Utique id triticum quo de agitur
15
omni periculo esset meo heredisve mei haec
mihi tecum ita conveneruntpactusque sum.
Actum Puteoli s

123

Giuseppe CAMODECA
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dell'Istmo (Ps. Lucian., Nero, 1-5). RFIC, 1 15, 1987, 4049.
Tram Tan Tinh 1972: TRAM TAN TINH (V.),
Le culte des divinits orientales en Campanie, en dehors
de Pompi, de Stables et d'Herculanum. Leiden, 1972
(Et. prlim. aux relig. orient, dans l'empire romain,
XXVII).
Volpe Cacciatore 1983: VOLPE CACCIATORE(P.),
Antifilo di Bisanzio. RAAN, 58, 1983, 259-274.
Wacke 1980: WACKE (.), Rechtsfragen der
rmischen Lagerhausvermietung. Labeo, 26, 1980, 299324.
Weaver 1971: WEAVER (P.), Cognomina, Supernomina and CIL, X, 1729. Antichthon, 5, 1971, 77-84.
Wolf/Crook 1989: WOLF (J.G.), CROOK (J.A.),
Rechtsurkunden in Vulgrlatein aus den Jahren 37-39
n. Chr. Heidelberg, 1989 (AHAW, Phil.-Hist. Kl. 3).
125

Giuseppe CAMODECA
Discussion
M. CHRISTOL: Je voudrais dire G. Camodeca que
je ne suis pas surpris que le port de Pouzzoles ait conserv
une grande importance, car le port de Claude Ostie a t
le lieu de dboires importants pour les flottes annonaires.
Il y a eu au moins deux temptes tragiques sous Claude
et sous Nron qui ont dtruit chaque fois des centaines de
navires. Ce qui m' a retenu dans sa communication, si l'on
prend ses indications sur le plan chronologique, c'est que
nous avons d'abord des tmoignages, les tablettes par
exemple, sur le trafic priv, et nous n'avons rien sur la
partie du service annonaire que on peut penser publique,
celle qui est rserve aux frumentationes. C'est un
problme. Et ensuite nous trouvons des renseignements
sur la prsence de l'administration, donc des gens qui
sont tout de mme attachs faire vhiculer con
venablement
tant le bl des frumentationes que le bl du
march libre dans les annes ou les dcennies ou les
sicles les plus tardifs; les documents qu'il cite
appartiennent au deuxime et au troisime sicles. Alors,
je voulais savoir s'il a des lments concernant le contrle,
la surveillance, l'organisation du trafic public qui taient
aussi du ressort du prfet de l'annone l'poque nronienne ou flavienne, c'est--dire le transport du bl
rserv aux frumentationes, qui, lui, n'tait pas du bl
mis dans le domaine priv.
G. CAMODECA: difficile poter rispondere, man
cando purtroppo i documenti; si pu per ribadire il
parallelo con Ostia: anche ad Ostia abbiamo pi meno
la stessa cosa: i primi provvedimenti imperiali sono quell
i
di Claudio come anche l'istituzione del procurator
portus. Prima non abbiamo un'organizzazione annonaria
comunque, non sappiamo nulla nemmeno per Ostia. La
stessa cosa vale senza altro per Puteoli, come ho cercato
di mettere in evidenza: solo in seguito si ha un maggiore
numero di funzionari e si va indubbiamente verso un'or
ganizzazione
annonaria sempre pi ampia e articolata,
sia a Ostia sia a Puteoli. Questa la mia im-pressione.
Purtroppo, a parte, ripeto, il testo svetoniano su Claudio
per l'istituzione della coorte urbana a Puteoli ed a Ostia,
che certamente a scopo annonario, non ci sono altri
documenti su funzionari dell'annona fino all'et traianea
quando anche a Puteoli ne compaiono alcuni, sebbene di
rango decisamente secondario. Solo che come abbiamo
visto anche stamattina con la Cbeillac, Ostia ha una
documentazione estremamente pi vasta.
D. FORABOSCHI: Una questione semplicissima sui
prezzi. I prezzi di Pozzuoli risultano, circa il grano
alessandrino, almeno di un quarto inferiori al prezzo
egiziano. Come si pu spiegare questo? Inoltre pratic
amente uguali ai prezzi della Lex Sempronia frumentara
126

anteriori di pi di un secolo che a sei assi e un triente


vendeva il grano a un prezzo calmierato, per cui il
problema delle liste io lo vedrei molto ridotto. solo un
calmiere, e quindi non c' bisogno di liste di assegnatari.
Son d'accordo con Lo Cascio soprattutto, anche tenendo
conto di questo aspetto. Ma il problema grosso questo,
questa differenza: vendevano in perdita. Dov'era l'inte
resse del vendere in perdita?
G. CAMODECA: Attenzione, come ho gi segnalato
nella relazione, la valutazione fatta per un pegno era
sempre nettamente inferiore e di parecchio, non sappi
amo
di quanto, al valore del mutuo. La cosa pi importante
che il grano pignorato risulta valutato di pi a marzo
rispetto a giugno. Per il prezzo di mercato va calcolato
forse al doppio e qui parliamo di mercato all'ingrosso.
Per questo abbiamo altre testimonianze: per esempio da
un pegno di vasellame d'argento, nello stesso archivio,
confrontando il peso dell' argento impegnato con il valore
del mutuo; chiaro che il creditore si tutela molto bene,
non vuole oscillazioni di prezzo, non vuole preoccupaz
ioni.
Addirittura, nel nostro caso, c' il rischio del
deterioramento: quando si tratta di merci deperibili,
aspettare due mesi, con la possibilit che il grano nel
frattempo si deteriori farebbe correre rischi al creditore
da cui egli si vuole assolutamente garantire. Comunque
chiaro che i prezzi del grano a Pozzuoli sono molto bassi
rispetto all'Italia. Questo un dato, mi pare, evidentissimo.
Cl. NICOLET: Je voudrais poser une question
Camodeca propos de ces tablettes dont il avait dj parl
Paris. L'tranget de ces prts court terme, o
effectivement les rapports entre la valeur vraisemblable
du gage et emprunt ne sont pas trs faciles voir, me fait
penser deux choses: d'une part une chose trs connue,
\efenus nauticum: lefenus nauticum n'est pas un prt,
c'est une forme lmentaire, embryonnaire d'assurance,
le but est donc d'assurer une marchandise pour un
transport. Est-ce-que, en l'occurrence, il ne pourrait pas
s'agir, concernant la marchandise, de quelque chose qui
est plus proche de l'assurance, une garantie cherche
pour la bonne garde d'une marchandise, la permanence
d'un capital plutt que d'un veritable prt pour d'autres
oprations. La deuxime chose quoi cela me fait penser,
c'est toujours une rflexion propos de l'utilisation du
prt; Andreau et d'autres connaissent bien cela dans le
monde romain. Les emprunts ou les fausses ventes sont
un moyen utilis dans un tat relativement embryonnaire
du droit commercial, du droit des choses, pour obtenir un
rsultat diffrent: je pense aux fameuses ventes pour
raliser une fondation, c' est--dire en ralit, pour arriver
grever une terre d'un loyer, d'un revenu, qui sont

Puteoli porto annonario e il commercio del grano

expliques trs clairement par Pline le Jeune pour sa


fondation Corne, mais qui sont, mon avis, tout
simplement le mcanisme adopt par le systme des
alimenta impriaux o, sous prtexte d'un emprunt, ce
qu'on voit raliser en ralit c'est tout simplement le fait
de crer un loyer sur une proprit, le fait d'obrer une
proprit, de transformer, disons Y Eigentum en Besitz
comme dirait Kaser. Alors, je me demande si des op
rations de ce genre sont vraiment des oprations bancaires,
commerciales, relles ou une faon d'exprimer soit une
assurance, soit autre chose.

equivalenza, quella che ho ricordato con pegno di


argenteria, perch ne danno il peso. Per anche in questo
caso, dobbiamo tentare un'approssimazione perch pur
troppo l'ultima cifra del peso perduta; siamo appunto
grosso modo, come dicevo, su circa il doppio del prestito.
Ad ogni modo io sono convinto che non c'era una regola
fissa; questo era uno dei patti che venivano conclusi tra il
mutuatario e il mutuante, evidentemente dipendeva dalla
necessit: chi aveva bisogno di denaro contante, natural
mentespinto dalla necessit, poteva arrivare ad accettare
patti pi onerosi. La regola ovviamente la protezione
del credito; del resto tutto in questi documenti dimostra
ad abundantiam, che il creditore romano si cautelava in
tutti i modi. Quindi non c' dubbio che il valore del pegno
era molto pi alto, ma non possiamo quantificare, e s
econdo
me non esisteva nemmeno una quantificazione
esatta. Dobbiamo dire grosso modo il doppio, non pi di
questo.

G. CAMODECA: Credo si possa rispondere abba


stanza sicuramente; abbiamo fortunatamente 120 docu
menti e questi bene male riescono a darci un'idea che
in molti casi si tratta di veri e propri prestiti; su questo non
c' dubbio, serve denaro contante in vista di un affare. Per
quale precisamente non ce lo dicono le tavolette, ma
dobbiamo tener conto di un fatto, che sappiamo molto
bene, su questi prestiti vi erano interessi altissimi. Ora,
chi otteneva il prestito doveva essere ragionevolmente
sicuro di poter rientrare subito per restituire, altrimenti
erano veramente dolori. Nel caso nostro, abbiamo cert
amente un me reato rfrumentarius. La cosa interessante, su
cui ho voluto richiamare l'attenzione, che il 28 giugno
il nostro Eunus chiede 10 000 sesterzi, il 2 luglio ne
chiede altri 3 000 sempre sul medesimo pegno: siamo nel
periodo dell'arrivo delle navi alessandrine, lui un mer
cante di grano alessandrino; mi pare che ci siano molte
possibilit per immaginare che aveva bisogno di danaro
contante per comprare sul mercato del grano alessandrino
a prezzi buoni, da stipare, notate, negli horrea del suo
patronus che chiaramente era cointeressato ali' affare. Mi
pare sia abbastanza chiaro che, almeno in questo caso,
c'era l'intenzione di realizzare un affare.

W. JOHANNOWSKY: Sempre a proposito di quanto


ha detto Camodeca, speriamo che un domani si possa
avere una datazione archeologica pi sicura dei singoli
edifici e complessi facenti parte del porto di Pozzuoli.
Son rimasto molto meravigliato della datazione dell'an
fiteatro pi recente all'epoca neroniana: non mi pare che
si possa datarlo cos presto anche perch, tra l'altro,
stato costruito piuttosto di getto, non solo, ma cosa dire
delle sculture; gi nella parte bassa abbiamo degli ele
menti tecnici che ci fanno arrivare all'et flavia; e d'altra
parte tutta la decorazione che superstite, soprattutto
quella della somma cavea, ma anche altro, gi di et traianea. Quindi non mi pare che possiamo contare su un
tempo di costruzione eccessivamente lungo, che abbia
superato i trent'anni. L'anfiteatro flavio certamente
stato compiuto in un periodo di una quindicina d'anni.
D'altronde, mi auguro che le esplorazioni subacquee che
saranno fatte sotto la guida di Gianfrotta prossimamente
nella zona del portas Iulius possano portare a dati pi
sicuri. Il molo principale stato incorporato in quello
attuale; ma d'altra parte dobbiamo anche tener conto che
si tratta di un molo e che la sua funzione principale do
veva essere quella di frangiflutto, e chiaramente il porto
di Pozzuoli aveva bisogno di strutture del genere gi
alquanto prima di Nerone.

J . ANDREAU : J ' ai t passionn par la communication


de G. Camodeca et par son explication des tablettes de
l'Agro Murecine. Il y a quelque chose qui m'a particu
lirement intress, c'est videmment l'ide nouvelle
que ces gens l taient aussi des coactores argentarli. Je
voulais lui demander d'autre part: est-ce-qu'il y a des
textes qui indiquent une sorte de valeur moyenne du gage
par rapport au prt? Il a parl aujourd'hui d'un tiers ou
une moiti en plus, on trouve dans la bibliographie, par
exemple dans un article de Mrozek, l'ide que le gage
tait le double du prt, mais il n'apporte aucune preuve de
cette ide. Est-ce-qu'il y a des documents qui indiquent
une pratique? Ou bien est-ce que la pratique, on ne peut
que la deviner d'aprs tel ou tel de nos exemples?

G. CAMODECA: La risposta semplice: per quanto


riguarda il molo, ho detto anch'io che senza dubbio un
molo in muratura doveva esistere gi prima. Io ho parlato
della costruzione del grande molo, quello raffigurato poi
sulle fiaschette vitre; questa l'opera ciclopica celebrat
a
da ben due poeti dell'Antologia Palatina, entrambi ora
datati dai filologi, piaccia non piaccia allo Johannowsky ,
fra Claudio e Nerone. Per quanto riguarda l'anfiteatro, co
me ho gi scritto altrove, esistono delle testimonianze

G. CAMODECA: Le cose stanno come ho detto


prima anche al Foraboschi. L'unica tavoletta, oltre le
nostre sul pegno di grano, dove possibile fare una
127

Giuseppe CAMODECA
epigrafiche oltre che letterarie, male per niente consider
ate.
Il ragionamento di Johannowsky non convince per
ch si ostina a non tenerjie conto; il peso della tradizio
ne.
La decorazione traianea della summa cavea, ben nota
gi al Maiuri, non sposta i termini della questione sulla
datazione dell'anfiteatro; la sua costruzione sotto i Flavi
non pu certo essere decisa solo in base alle iscrizioni di
dedica Colonia Flavia Augusta Puteoli, n, peggio, pre
tendendo
di distinguere strutture murarie degli anni 70 da
quelle degli anni 60. Per parte mia ritengo che nella
questione si debbano tener presenti due dati finora non
considerati, anche alla luce di quanto ora sappiamo
sull'importanza della colonia neroniana a Puteoli. Uno
letterario, un passo di Dione Cassio, ben noto; quando nel
66 Tiridate venne per via di terra in Italia per ricevere la
corona di re d'Armenia, Nerone volle riceverlo con
grandiosi giochi e cacce, durati giorni, nell'anfiteatro di

128

Pozzuoli; significativo che la citt era una sua colonia:


si dovr credere che l'anfiteatro era quello repubblicano,
antiquato ed insufficiente gi al tempo di Augusto
(Svetonio)? Ci tanto pi che un'iscrizione del tempo di
Nerone ci fa conoscere un curator operum publicorum
primus, una specie di commissario straordinario nominat
o
appositamente per sovraintendere alle opere pubbliche
della nuova colonia; per giunta costui risulta onorato alla
presenza dell'imperatore proprio in relazione a qualcosa
che aveva a che fare con anfiteatro... Il tema non pu
essere svolto nell'ambito di una risposta e ci si torner;
ma quanto detto mi pare basti a mettere in discussione
inveterate certezze e a proporre l'ipotesi di una datazione
neroniana con l'inaugurazione nel 66 dell'anfiteatro nel
le sue strutture fondamentali; che poi vi siano stati
successsivi completamenti della decorazione in et flavia
e traianea non pu certo meravigliare.

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