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GRAMMATICA DELLESPRESSIONE*

Attraverso lo studio dei trattati (LUSSY - CHRISTRIANI KULLAK) si affronter


lespressione musicale quale un ramo della scienza musicale e si apprenderanno le
regole che stanno alla base dei fenomeni percepiti attraverso la musica.
Solo seguendo indicazioni razionali, regole precise su come eseguire con
accentuazioni esatte, con fraseggio voluto, con le necessarie nuances, qualsiasi
composizione avr la sua corretta espressione.
Dal trattato De lexpression musicale Accents, nuances et mouvements dans la
musique vocale et instrumentale di Mathis LUSSY (1828 1910)
La musica si compone di tre elementi principali :
- la tonalit
- la misura
- il ritmo
ai quali si collega la necessit per il nostro orecchio musicale di :
-attrazione (percepire alcuni suoni su altri)
-regolarit (percepire regolarmente un suono forte ogni 2, 3, o 4)
-simmetria (cogliere una certa simmetria nellarticolazione dei suoni che
costituiscono i gruppi, i disegni che formano una frase)
I suoni forti che ci fanno percepire con regolarit la misura sono gli accenti metrici
(essi soddisfano listinto musicale)
I suoni forti che coincidono con linizio delle frasi o di parti di esse,marcando
differentemente le sequenze battere levare (tesi arsi)* , sono gli accenti ritmici.
Essi soddisfano lintelligenza musicale hanno in musica la stessa funzione della
punteggiatura in un discorso.
I suoni forti che imprevedibilmente, non coincidendo con accenti metrici o ritmici,
arrivano per sottolineare note cui affidato il ruolo di cambiare tonalit o modo, di
rompere la regolarit della misura o del ritmo, sono gli accenti patetici. Essi
soddisfano il sentimento musicale.
Per quanto sia fondamentale la misura, laccento metrico sar sopraffatto dallaccento
ritmico ( se la prima nota di ogni misura,secondo la regola metrica, dovrebbe essere
forte, molto pi spesso invece richieder un accento debole in quanto nota conclusiva
di inciso o di frase)
Entrambi poi, accento metrico e accento ritmico, cederanno il posto allaccento
patetico che predomina.
*

TESI = nella metrica greca il tempo forte del piede; nella metrica latina il tempo debole.
ARSI = nella metrica greca il tempo debole del piede; nella metrica latina il tempo forte

*Da Laboratori di teoria applicata A.A. 2005/2006


Docenti: Carlo Grante Antonella Ceravolo
Compilazione a cura di Antonella Ceravolo
1

REGOLE DELLACCENTUAZIONE METRICA


1. La prima nota di ciascuna misura deve essere forte.
2. Nelle misure a 2 tempi, con una sola nota per ciascun tempo, la 2^ debole.
3. Nelle misure a 3 tempi, con una sola nota per ciascun tempo, la 2^ e la 3^ sono
deboli.
4. Nelle misure semplici a 4 tempi, con una sola nota per ciascun tempo,
2^,3^,4^ sono deboli.
5. Nelle misure composte ogni nota che vale un tempo o una misura riceve
laccento.
6. Nelle misure a 2,3,4 tempi, la nota iniziale di un gruppo di suddivisioni corte
forte (anche se coincide con un tempo debole).
7. Tutte le note prolungate sul 1 tempo della misura successiva o su un tempo
successivo, sono forti qualunque sia il loro valore.
8. La nota che, allinizio di una misura, di un tempo o di parte di esso, cade sopra
o sotto una nota prolungata (impropriamente chiamata sincope), e sopra o
sotto una pausa, forte (dalla regola contrappuntistica sulla marcatura del
tempo.
9. La nota iniziale di un gruppo o di un tempo che si presenta particolare e pi
articolato in suddivisioni rispetto al testo precedente, forte.
10. Se la nota che conclude una misura, un tempo o parte di esso, ripetuta, cio
essa da inizio alla misura seguente, al tempo seguente, o alla parte successiva
di esso, molto forte; la chiameremo ripetizione temporale.
11.Pi una nota lunga, soprattutto se la prima della misura, pi accentuata.
12.Le note precedute da pausa sono forti.
13. Pi il movimento veloce, meno le note iniziali delle misure e dei tempi
prendono accento.
Esempi(1)

DELLACCENTUAZIONE RITMICA
Non vi alcun segno nella scrittura musicale per indicare il ritmo (inteso come
elemento costitutivo fraseologico), a parte la legatura che spesso imprecisa;
indispensabile dunque acquisire altri strumenti per riconoscerlo e per far sentire cos
distintamente la nota iniziale e finale di ognuno e dare ad essa uno speciale rilievo.
Ben ritmare significa dunque dare ad ogni frase il suo giusto significato secondo le
leggi di attrazione che regolano i raggruppamenti delle note e danno ad esse un senso.
Laccento ritmico laccento della punteggiatura musicale.
Occorre peci pensare che, cos come ogni verso pu essere messo in musica, vero
anche il contrario: in questa ottica un ritmo dunque un insieme di note che
corrisponde a un verso.
Ruolo di unit ha la misura, cos come il tempo ha ruolo di unit nella misura : 2,3,4
o pi tempi formano una misura cos come 2,3,4 o pi misure formano un ritmo.
RITMI MASCHILI, FEMMINILI E MASCHILI FEMMINILIZZATI
(NOTA FINALE DEL RITMO)
Quando il ritmo termina allinizio di una misura o su un tempo forte si dice maschile;
quando invece termina a met misura, su un tempo debole si dice femminile.
A volte si incontrano ritmi invertiti: maschile femminilizzato si dice quando
leffetto tronco del ritmo maschile ammorbidito col prolungamento della
penultima nota, o la sua ripetizione sui tempi deboli della misura.
Il ritmo femminile diviene invece forte quando:
Termina con una sincope, quindi la seconda nota (debole) pi lunga della
prima.
Lultima nota preceduta da una pausa.
Lultima nota una ripetizione temporale.
Lultima nota si prolunga sulla prima del ritmo seguente.
Esempi(2)

FRASEOLOGIA MUSICALE
La cosa principale che ci colpisce quando ascoltiamo un brano che lultima nota di
ciascun ritmo caratterizzata da una caduta del suono che ci da limpressione di
un riposo, pi o meno completo, cui generalmente segue un silenzio pi o meno
lungo.
Anche questi momenti di riposo si verificano con una certa regolarit (simmetria del
ritmo).
Dopo un certo numero di ritmi (frasi o parti di frase) ce n uno che da un senso di
conclusione definitiva attraverso una nota, la tonica, cui si arriva attraverso la
cadenza.
Le diverse cadenze (completa, incompleta, interrotta) che fanno avvertire la
conclusione delle frasi, delle semifrasi o degli incisi, corrispondono alla
punteggiatura musicale (fraseologia)
COME RICONOSCERE I RITMI DI UN BRANO.

1. Esaminare se le note ripresentano in raggruppamenti, disegni simili o


simmetrici: questi gruppi o disegni costituiscono una unit (inciso, ritmo).
2. Esaminare se, ogni 2,3,4 misure si presentano le stesse note o le stesse figure e
se vi a conclusione una nota lunga o un silenzio.
3. Infine ascoltare la tendenza al riposo che lultima nota di ogni gruppo suscita
allorecchio: riposo incompleto o finale.
COME RICONOSCERE GLI INCISI.

Individuati i ritmi, cerchiamo qualche principio che ci permetta di riconoscere gli


incisi (i frammenti in cui pu essere suddiviso un ritmo e in cui si pu ravvisare un
senso di riposo pio meno completo)
1. Un piccolo disegno pi volte ripetuto.
2. Un valore lungo seguito da uno corto, pi volte ripetuto.
3. Un valore corto seguito da uno lungo, pi volte ripetuto.
4. In presenza di una ripetizione temporale.
5. Quando il ritmo comincia sullultimo tempo della misura e la seconda nota
della misura o del tempo la stessa della precedente.
6. Quando si interrompe un movimento melodico con un ampio intervallo (salto)
e una nota, anche collocata su tempo debole, diviene forte perch considerata
inizio di inciso.
7. Separare un inciso dopo la prima nota che chiude un gruppetto o una linea
intera e indivisibile.
8. Separare un gruppo di note che si presentano con un ruolo di imitazione, eco o
riempimento.
9. Separare le note che servono a ricondurre al tema principale o a un nuovo tema
(soudure).
10.Alla fine di una frase, di un periodo, si staccano le note che, con eguale valore,
procedono per grado congiunto ascendente o discendente.
11.Separare gli incisi del secondo ritmo per similitudine col primo, laddove si
ravvisi laffinit tra i due ritmi.
4

12.Separare le successioni cromatiche o diatoniche ripetute in sequenza.


13.Separare dopo la risoluzione di una dissonanza.
14.Fare inciso quando, dopo una successione di terze, seste o accordi, vi una
sola linea (o nel caso contrario, quando dopo una linea melodica vi una
successione di terze, seste o accordi)
Questi i casi pi frequenti in cui si devono delineare, definire i contorni degli incisi.
Nulla per assoluto.
Ad esempio nelle composizioni di movimento veloce meglio non suddividere in
incisi ma piuttosto par prevalere laccento metrico; in ogni caso evitare che una
suddivisione di cattivo gusto renda il pezzo spezzettato o zoppicante.
Affidarsi alle regole ma anche allorecchio e alla necessit di cogliere lultima nota
di un inciso , di un gruppo, come un riposo, una conclusione, anche se non definitiva.
Esempi (3)

LA NOTA FINALE DEI RITMI


Mancando il riferimento verbale nella musica strumentale, una delle maggiori
difficolt per una corretta accentuazione ritmica consiste nellidentificare se una nota
finale (femminile del ritmo precedente) o nota iniziale del ritmo seguente.
Ecco cosa considerare per prendere una decisione in merito:
1. La tendenza al riposo che quella nota suscita al nostro orecchio.
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2. La simmetria dei disegni e lanalogia tra i ritmi.


3. Larmonia (generalmente lultima nota di un ritmo appartiene allaccordo che
accompagna).
4. Il valore, in genere pi lungo, o la presenza di una pausa dopo la nota indica
che la stessa conclusiva.
Comunque, considerate le frequenti eccezioni e irregolarit, applicare sempre le
regole con intelligenza e discernimento, seguendo anche il buon senso, il buon gusto
e il cuore.
REGOLE DELLACCENTUAZIONE RITMICA
(ACCENTO DELLA NOTA INIZIALE)

1. La prima nota di ogni ritmo forte, qualunque sia il posto che essa occupa
nella misura o nel tempo, quando:
a) la nota pi alta di un ritmo discendente o di un ritmo secondario;
b)quando in levare ma da inizio a un ritmo analogo al primo (che aveva avuto
inizio in battere)
2. La prima nota di un ritmo debole:
a) se pu essere considerata come finale dinciso;
b) se da inizio a un ritmo che si completa tra la seconda met di una misura e la
prima met della misura seguente.
(ACCENTO DELLA NOTA FINALE)

1. Lultima nota di un ritmo maschile forte :


a) se ripetizione temporale o sola nellultima misura;
b) se arriva con una grande intervallare
2. Lultima nota di un ritmo maschile debole :
a) se corta (e sullo stesso tempo comincia il ritmo successivo);
b) se preceduta da una nota su cui grava un accento patetico;
c) se preceduta da una nota lunga.
3. Lultima nota di un ritmo femminile debole:
a) se preceduta da una nota lunga;
b) se preceduta da una nota a distanza di semitono(sia ascendente che
discendente)
c)se preceduta da una ripetizione temporale
4. Lultima nota di un ritmo femminile forte:
a) se sincopata;
b) se preceduta da una pausa;
c) se una ripetizione temporale;
d) se si prolunga sulla prima nota di un ritmo seguente.
Diviene invece forte la penultima nota di un ritmo femminile, prendendo dunque
laccento:
a) se di valore lungo (se al posto del valore lungo vi un trillo o un gruppo di
note la prima di esse a prendere laccento);
b) se cromatica;
c) se una ripetizione temporale.
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In questi casi la penultima nota ritarda lultima nota, attesa e desiderata dallorecchio
per il necessario senso di riposo, e che per questo necessita di minor forza.
ACCENTI DEGLI INCISI
La prima nota di un inciso forte, lultima debole, qualunque sia la loro
collocazione nella misura o nel tempo.
Possiamo dunque affermare che la prima e lultima nota di un semplice inciso hanno
la capacit di annullare laccento metrico.
Esempi(4)

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