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associata sono propriet privata e sono protetti da diritti di autore. I diritti
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Versione 7.1
Febbraio 1999 by C.S.I.
Traduzione Settembre 2000 by Brunetta e Perin Engineering Srl.
Copyright Computers and Structures, Inc., 19781998.
Il logo CSI un marchio registrato della Computers and Structures, Inc.
SAP2000 un marchio registrato della Computers and Structures, Inc.
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MOLTO TEMPO, LAVORO E RISORSE SONO STATI IMPEGNATI
PER LO SVILUPPO DEL PROGRAMMA SAP2000 E PER LA
DOCUMENTAZIONE RELATIVA. IL PROGRAMMA E' STATO
USATO E PROVATO A FONDO. SCEGLIENDO DI UTILIZZARLO,
TUTTAVIA, L'UTENTE ACCETTA E CAPISCE CHE NESSUNA
GARANZIA SULLA SUA ACCURATEZZA E' ESPRESSAMENTE O
IMPLICITAMENTE OFFERTA DAI PRODUTTORI O DAI
DISTRIBUTORI.
L'UTENTE DEVE ESPLICITAMENTE CAPIRE LE ASSUNZIONI
DEL PROGRAMMA E DEVE VERIFICARNE IN MODO
INDIPENDENTE I RISULTATI.
RINGRAZIAMENTI
Devono essere ringraziati tutti i numerosi ingegneri strutturisti che, nel
corso degli anni, hanno fornito suggerimenti preziosi ai fini del miglioramento di questo prodotto fino allo stato corrente.
Un riconoscimento speciale dovuto al Dott. Edward L. Wilson, Professore Emerito, Universit di Berkeley, California , che stato responsabile del concepimento e dello sviluppo della serie originale di programmi
SAP e la cui continua originalit ha prodotto molti dei concetti peculiari
che sono stati implementati nella presente versione.
Indice
CAPITOLO I
Introduzione
Informazioni su questo manuale
Argomenti . . . . . . . . . . . .
Convenzioni tipografiche . . . .
Riferimenti bibliografici . . . .
1
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Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
Considerazioni sulla modellazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
Sistema di coordinate locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
ii
Gradi di libert . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Gradi di libert disponibili e non disponibili . . . . . . . . . . . .
Gradi di libert vincolati esternamente . . . . . . . . . . . . . . .
Gradi di libert vincolati internamente . . . . . . . . . . . . . . .
Gradi di libert attivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Gradi di libert nulli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Vincoli esterni e reazioni vincolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Molle. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Masse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Carico dovuto a forze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Carico dovuto a spostamenti del suolo . . . . . . . . . . . . . . . . .
Spostamenti dei vincoli esterni . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Spostamenti di molle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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iv
Capitolo I
Introduzione
SAP2000 la versione pi recente e potente della ben nota serie di programmi di
analisi strutturale SAP.
Argomenti
Ciascun capitolo di questo manuale diviso in argomenti e sotto-argomenti. Tutti i
capitoli (eccettuato questo) cominciano con una lista degli argomenti trattati. Di seguito alla lista si trova un sommario che riassume il contenuto del capitolo.
Convenzioni tipografiche
In tutto il manuale vengono usate le seguenti convenzioni tipografiche:
da < db
Convenzioni tipografiche
Capitolo I
Introduzione
Riferimenti bibliografici
In tutto il manuale i riferimenti vengono indicati dando il nome dellautore o degli
autori e la data di pubblicazione, usando parentesi. Per esempio:
Si veda Wilson e Tetsuji (1983)
E stato dimostrato (Wilson, Yuan e Dickens, 1982) che.
Tutti i riferimenti bibliografici sono riportati in ordine alfabetico nel capitolo Bibliografia (pagina 81).
Riferimenti bibliografici
Capitolo II
Sistemi di Coordinate
Ciascuna struttura pu usare molti sistemi di coordinate diversi per descrivere la
posizione dei punti e le direzioni dei carichi, degli spostamenti, delle forze interne,
e delle tensioni.
La comprensione di questi sistemi di coordinate diversi di fondamentale importanza per poter definire il modello in modo appropriato e per linterpretazione dei
risultati.
Argomenti
Sommario
Sommario
I sistemi di coordinate vengono usati per localizzare parti differenti del modello
strutturale e per definire le direzioni dei carichi, degli spostamenti, delle forze interne e delle tensioni.
Sommario
Capitolo II
Sistemi di Coordinate
Capitolo III
Lelemento Frame
Lelemento Frame viene usato per modellare il comportamento di travi pilastri e
bielle nelle strutture piane e tridimensionali.
Argomenti
Sommario
Collegamento dei nodi
Gradi di libert
Sistema di coordinate locale
Propriet della sezione
Scostamenti dalle estremit (End Offsets)
Rilasci alle estremit (End Releases)
Massa
Carico dovuto al peso proprio
Carico concentrato di campata
Carico distribuito di campata
Output delle forze interne
Sommario
Lelemento Frame fa uso di una formulazione a pilastro generale e tridimensionale
che comprende gli effetti della flessione biassiale, della torsione, della deformazione assiale e delle deformazioni biassiali di taglio. Si rimanda a Bathe e Wilson
(1976).
Le strutture che possono essere modellate con questo elemento comprendono:
Telai tridimensionali
Bielle tridimensionali
Telai piani
Reticoli piani di travi
Bielle piane
Un elemento Frame modellato come un segmento che congiunge due punti. Ciascun elemento ha il proprio sistema di coordinate locale per la definizione delle
propriet della sezione e dei carichi e per linterpretazione dei risultati.
Ciascun elemento Frame pu sopportare il carico dovuto al proprio peso, pi carichi concentrati e distribuiti.
Per tener conto della dimensione finita delle intersezioni fra asta e pilastro sono disponibili gli scostamenti dalle estremit (End Offsets). Sono disponibili anche rilasci alle estremit (End Releases) per modellare differenti condizioni di vincolo
interno alle estremit dellelemento.
Le forze interne dellelemento sono calcolate di norma alle estremit di ciascun elemento o anche in corrispondenza di punti equidistanti fra loro, il cui numero fissato dallutente.
Per maggiori informazioni e dettagli aggiuntivi si rimanda al capitolo Lelemento
Frame nel Manuale di riferimento per lanalisi SAP2000.
10
Sommario
Capitolo III
Lelemento Frame
Gradi di libert
Lelemento Frame attiva di norma tutti i sei gradi di libert ad entrambi i nodi.
Tuttavia, i tre gradi di libert rotazionali non vengono attivati ad un nodo se quel
nodo non riceve dallelemento nessuna rigidezza rotazionale o nessun momento
flettente applicato.
Ci si pu verificare sotto una delle seguenti condizioni:
Lo scostamento dall estremit considerata nullo e le propriet geometriche
della Sezione j, i33 e i22 sono tutte nulle (a diversa da zero, as2 e as3 sono
arbitrarie), oppure
Lo scostamento da quella estremit nullo; entrambe le rotazioni flettenti, R2 e
R3, sono rilasciate a quella estremit e la rotazione torsionale , R1, rilasciata a
una delle due estremit.
Quando queste condizioni si applicano a entrambe le estremit, lelemento si comporta come una biella.
Per maggiori informazioni si rimanda ai paragrafi:
Gradi di libert (pagina 48) nel capitolo Nodi e Gradi di libert
Propriet della sezione (pagina 14) in questo capitolo
Scostamenti dalle estremit (pagina 18) in questo capitolo
Rilasci di estremit (pagina 21) in questo capitolo
Gradi di libert
11
Asse longitudinale 1
Lasse locale 1 sempre lasse longitudinale dellelemento, con la direzione positiva diretta dallestremit I allestremit J.
Orientamento di default
Lorientamento di default degli assi locali 2 e 3 determinato dalla relazione fra
lasse locale 1 e lasse globale Z:
Il piano locale 1-2 assunto verticale, cio parallelo allasse Z,
Lasse locale 2 assunto con direzione positiva verso lalto (+Z) a meno che
lelemento non sia verticale, nel qual caso lasse locale 2 preso orizzontale
diretto lungo la direzione globale +X,
Lasse locale 3 sempre orizzontale cio giace nel piano X-Y.
Un elemento viene considerato verticale se il seno dellangolo fra lasse locale 1 e
lasse Z minore di 10-3.
Langolo fra lasse locale 2 e lasse verticale uguale allangolo fra lasse locale 1 e
il piano orizzontale. Ci significa che lasse locale 2 punta verticalmente verso
lalto per elementi orizzontali.
12
Capitolo III
Lelemento Frame
cui gli assi locali 2 e 3 sono rotati intorno allasse locale positivo 1 rispetto
allorientamento di default. La rotazione positiva di ang in senso antiorario quando lasse locale +1 punta verso losservatore.
Figura 1
Langolo delle coordinate dellelemento frame con riferimento allorientamento
di default
13
14
Capitolo III
Lelemento Frame
Lindicatore del tipo di verifica, ides, che indica se lelemento che usa la
Sezione deve essere verificato come elemento in acciaio, in calcestruzzo o non
deve essere verificato affatto.
Tipi di profilo
Per ciascuna Sezione le sei propriet geometriche (a, j, i33, i22, as2 e as3) possono
essere specificate direttamente, calcolate dalle dimensioni della Sezione specificate, o lette da un file contenente un database di propriet specificate. Ciascuna di
queste opzioni determinata dal tipo di profilo, sh, specificato dallutente:
Se sh = G (sezione generale), le sei propriet geometriche devono essere
specificate esplicitamente;
Propriet della sezione
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16
Capitolo III
Lelemento Frame
Figura 2
Formule per larea di Taglio
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Usando il programma PROPER, fornito su richiesta dalla Computer and Structures, Inc., si possono creare altri files di database di propriet.
Le propriet geometriche vengono immagazzinate con le unit di lunghezza specificate al momento della creazione del file di database. Queste unit vengono automaticamente convertite nelle unit in uso da SAP2000.
Ciascun tipo di profilo immagazzinato in un file di database pu essere individuato
da uno o due diversi nomi in codice. Per esempio, il tipo di profilo W36x300 nel file
AISC.PRO pu essere etichettato sia come W36X300 che come W920X446. I
tipi di profili che si trovano in CISC.PRO possono essere individuati con una singola etichetta.
Le etichette per i tipi di profilo disponibili per un dato file di database si trovano in
un file di codici con lestensione .LBL. Per esempio, i nomi per il file di database
AISC.PRO si trovano nel file AISC.LBL. Il file di etichette un file di testo che pu
essere stampato o letto con un editor. Ciascuna riga nel file di etichette mostra il
nome o i due nomi corrispondenti ad un singolo tipo di profilo immagazzinato nel
file di database.
Lutente pu selezionare il file di database che deve essere usato nel momento in
cui definisce una data Sezione Frame. Il file di database in uso pu essere cambiato
in qualsiasi momento quando si definiscono le Sezioni. Se non viene specificato
nessun nome per il file di database, viene usato il file di default SECTIONS.PRO.
Lutente pu copiare qualunque file di database in SECTIONS.PRO.
Tutti i files di database delle propriet di Sezione, compreso il file
SECTIONS.PRO, devono trovarsi nella directory che contiene il file di dati di input
o nella directory che contiene i files di programma SAP2000. Se il file di database
specificato presente in entrambe le directories, il programma user quello che si
trova nella directory del file di dati.
Scostamenti di estremit
Gli elementi Frame sono modellati come elementi lineari connessi a punti (nodi).
Tuttavia i veri elementi delle strutture hanno la sezione trasversale di dimensioni finite. Quando due elementi, come trave e pilastro, si connettono ad un nodo si ha una
qualche sovrapposizione delle sezioni trasversali. In molte strutture le dimensioni
18
Scostamenti di estremit
Capitolo III
Lelemento Frame
Figura 3
Calcolo automatico delle propriet ella sezione
Scostamenti di estremit
19
Luce libera
La luce libera (Clear length), indicata con Lc, definita come la distanza fra i nodi
meno gli scostamenti dalle estremit:
Lc=L-(ioff+joff)
dove L la lunghezza complessiva dellelemento. Cfr. Figura 4 (pagina 21).
Se gli scostamenti dalle estremit sono specificati in modo tale che la luce libera sia
minore dell1% della lunghezza totale dellelemento, il programma, dopo un avviso, provveder a ridurre proporzionalmente gli scostamenti in modo tale che la luce
libera sia uguale all1% della lunghezza totale. Di norma gli scostamenti dalle
estremit dovrebbero essere una percentuale minima della lunghezza totale.
20
Scostamenti di estremit
Capitolo III
Lelemento Frame
Figure 4
Scostamenti di estremit dellelemento Frame
Rilasci di estremit
Di norma, i tre gradi di libert traslazionali e i tre rotazionali a ciascuna estremit
dellelemento Frame sono continui con quelli del nodo e pertanto continui con
quelli di tutti gli altri elementi connessi a quel nodo.
Rilasci di estremit
21
Massa
In unanalisi dinamica, la massa della struttura usata per il computo delle forze interne. Il contributo alla massa dellelemento Frame si trova raggruppato ai nodi i e j.
22
Massa
Capitolo III
Lelemento Frame
Figure 5
Rilasci di estremit dellelemento Frame
La massa totale dellelemento uguale allintegrale sulla lunghezza della densit di
massa, m, moltiplicato per larea della sezione trasversale, a.
La massa totale distribuita ai due nodi nello stesso modo in cui un carico trasversale distribuito in modo simile indurrebbe una reazione alle estremit di una trave
semplicemente appoggiata. Gli effetti dei rilasci alle estremit sono ignorati nel
momento in cui viene distribuita la massa. La massa totale viene applicata a ciascuno dei tre gradi di libert traslazionali: UX, UY e UZ.
Nessun momento di inerzia (di massa) calcolato per i gradi di libert rotazionali.
Per maggiori informazioni si veda:
Il paragrafo Propriet di sezione (pagina 14) in questo capitolo per la
definizione di m e di a.
Il capitolo Analisi statica e dinamica (pagina 65).
Massa
23
Peso proprio
Il carico dovuto al peso proprio di tutti gli elementi del modello pu essere applicato a qualunque condizione di carico. Per un elemento Frame, il peso proprio una
forza distribuita sulla lunghezza dellelemento. Il valore del peso proprio uguale
alla densit di peso, w, moltiplicata per larea della sezione trasversale, a.
Il peso proprio agisce sempre verso il basso, nella direzione dellasse globale Z. Il
peso proprio pu essere scalato di un fattore che si applica allintera struttura.
Per maggiori informazioni si veda:
Il paragrafo Propriet della sezione (pagina 14) in questo capitolo per le
definizioni di w e di a.
Il capitolo Analisi dinamica e statica (pagina 65).
24
Peso proprio
Capitolo III
Lelemento Frame
Figure 6
Esempi della definizione di carichi di campata concentrati
25
Figure 7
Esempi della definizione di carichi di campata distribuiti
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Capitolo III
Lelemento Frame
Figure 8
Esempi di carichi distribuiti di campata
27
Intensit di carico
Lintensit di carico una forza o un momento per unit di lunghezza. Per ciascuna
componente della forza o del momento che deve essere applicata viene dato un unico valore del carico se questo uniformemente distribuito. Sono necessari due valori il carico se lintensit del carico varia linearmente nel suo intervallo di applicazione (un carico trapezoidale).
Si vedano le Figure 7 (pagina 26) e 8 (pagina 27).
P, la forza assiale,
T, momento torcente
Queste forze interne e questi momenti sono presenti ad ogni sezione trasversale sulla lunghezza dellelemento.
La convenzione dei segni illustrata in Figura 9 (pagina 29). Le forze interne positive e il momento torcente agenti sulla superficie positiva 1 sono orientati nella direzione positiva degli assi delle coordinate locali dellelemento. Le forze interne
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Capitolo III
Lelemento Frame
Figure 9
Forze interne e momenti dellelemento frame
29
30
Capitolo IV
Lelemento Shell
Lelemento Shell viene usato per modellare il comportamento a shell, a membrana e a piastra nelle strutture piane e tridimensionali.
Argomenti
Sommario
Collegamento dei nodi
Gradi di libert
Sistema di coordinate locale
Massa
Carico dovuto al peso proprio
Carico uniforme
Output delle forze interne e delle tensioni
31
Sommario
Lelemento Shell ha una formulazione a tre o quattro nodi che combina il comportamento separato a membrana e a piastra flettente. Lelemento a quattro nodi non
deve necessariamente essere piano.
Il comportamento a membrana usa una formulazione isoparametrica che comprende le componenti di rigidezza traslazionali nel piano e una componente di rigidezza
rotazionale nella direzione normale al piano dellelemento. Si veda Taylor e Simo
(1985) e Ibrahimbergovic e Wilson (1991).
Il comportamento a piastra flettente comprende due componenti di rigidezza rotazionali della piastra, fuori dal piano, e una componente di rigidezza traslazionale
nella direzione normale al piano dellelemento. Per default viene usata una formulazione a piastra spessa (Mindlin/Reissner) che comprende gli effetti della deformazione di taglio trasversale. A scelta, possibile scegliere una formulazione a piastra sottile (Kirchoff) che trascuri la deformazione di taglio trasversale.
Le strutture che possono essere modellate con questo elemento comprendono:
Shell tridimensionali, come serbatoi e cupole
Strutture a piastra, come ad esempio solette e platee
Strutture a membrana come pareti di taglio (setti)
Per ciascun elemento Shell della struttura, lutente pu scegliere di modellare il
comportamento a membrana, a piastra o a shell completo. Generalmente si raccomanda di usare il comportamento a shell completo, se non nel caso che lintera
struttura sia piana e adeguatamente vincolata.
Ciascun elemento Shell ha il suo proprio sistema di coordinate locale per la definizione delle propriet del Materiale e dei carichi e per linterpretazione delloutput.
A ciascun elemento pu essere applicato un carico gravitazionale oppure uniforme
in ogni direzione.
Per la rigidezza dell' elemento Shell viene usata una formulazione variabile, con integrazione numerica da quattro a otto punti. Le tensioni, le forze interne ed i momenti, nel sistema di coordinate locale dellelemento, sono valutate ai punti di integrazione di Gauss 2 per 2 ed estrapolati ai nodi dellelemento. Una stima approssimata dellerrore nelle tensioni o nelle forze interne dellelemento pu essere ricavata dalla differenza dei valori calcolati da elementi diversi connessi ad un nodo comune. Ci fornir unindicazione dellaccuratezza di una data mesh di elementi fi-
32
Sommario
Capitolo IV
Lelemento Shell
niti e pu essere usata in seguito come base per selezionare una maglia nuova e pi
accurata.
Per maggiori informazioni e dettagli aggiuntivi si rimanda al capitolo Lelemento
Shell nel Manuale di riferimento per lanalisi SAP2000.
33
Figure 10
Collegamento dei nodi e definizione delle facce dellelemento shell
34
Capitolo IV
Lelemento Shell
Figura 11
Esempi di Mesh che utilizzano lelemento Shell quadrilatero
Gradi di libert
Lelemento Frame attiva sempre tutti i sei gradi di libert relativi a ciascun nodo ad
esso connesso. Quando lelemento viene usato solo come membrana, lutente deve
assicurarsi che i gradi di libert per la traslazione normale e per le rotazioni flettenti
abbiano vincoli esterni o altri appoggi. Quando lelemento usato solo come piaGradi di libert
35
Asse normale 3
Lasse locale 3 sempre normale al piano dellelemento Shell. Questo asse diretto
verso losservatore quando il percorso j1-j2-j3 in senso antiorario. Per elementi a
quadrilatero, il piano dellelemento definito dai vettori che congiungono i punti
mediani delle due coppie di lati opposti.
36
Capitolo IV
Lelemento Shell
Orientamento di default
Lorientamento di default degli assi locali 1 e 2 determinato dalla relazione fra
lasse locale 3 e lasse globale Z:
Il piano locale 3-2 viene preso verticale, cio parallelo allasse Z,
Lasse locale 2 viene preso in direzione positiva verso lalto (+Z) a meno che
lelemento non sia orizzontale, nel qual caso lasse locale 2 preso orizzontale
diretto lungo la direzione globale +Y,
Lasse locale 1 sempre orizzontale cio giace nel piano X-Y.
Un elemento viene considerato orizzontale se il seno dellangolo fra lasse locale 3
e lasse Z minore di 10-3.
Langolo fra lasse locale 2 e lasse verticale uguale allangolo fra lasse locale 3 e
il piano orizzontale. Ci significa che lasse locale 2 punta verso lalto per elementi
verticali.
Tipi di sezione
Il tipo di sezione, specificato dal parametro type, determina il tipo di comportamento modellato dai corrispondenti elementi Shell:
Propriet della sezione
37
38
Capitolo IV
Lelemento Shell
Figura 12
Langolo delle coordinate dellelemento Shell in riferimento allorientamento di
default
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Spessore
Ciascuna sezione ha uno spessore membranale costante ed uno spessore a flessione costante. Lo spessore membranale, th, usato per calcolare:
La rigidezza di membrana per sezioni a shell completo o a sola membrana
Il volume dellelemento per calcolare il peso proprio e la massa dellelemento.
Lo spessore a flessione, thb, usato per calcolare:
La rigidezza flessionale della piastra per sezioni a shell completo o a sola
piastra
Di norma questi due spessori coincidono ed necessario specificare solo th. Tuttavia, per determinate applicazioni, come la modellazione di superfici corrugate, il
comportamento a membrana e quello a piastra flettente non possono essere adeguatamente rappresentati da un materiale omogeneo a spessore costante. Per questo
scopo necessario specificare un valore di thb diverso da th.
Massa
In unanalisi dinamica, la massa della struttura viene usata per il calcolo delle forze
di inerzia. Il contributo alla massa dellelemento Shell si accumula ai nodi
dellelemento. Non vengono considerati effetti inerziali entro lelemento stesso.
La massa totale dellelemento pari allintegrale sul piano dellelemento della densit di massa, m, moltiplicata per lo spessore, th. La massa totale ripartita ai nodi
in modo tale che sia proporzionale ai termini diagonali della matrice della massa.
Per maggiori informazioni si veda Cook, Malkus, e Plesha (1989). La massa totale
viene applicata a ciascuno dei tre gradi di libert traslazionali: UX, UY e UZ. Non
vengono calcolati momenti di inerzia di massa per i gradi di libert rotazionali.
Per maggiori informazioni si veda:
Il paragrafo Spessore (pagina 40) in questo capitolo per la definizione di th,
Il capitolo Analisi statica e dinamica (pagina 65)
40
Massa
Capitolo IV
Lelemento Shell
Carico uniforme
Il carico uniforme viene usato per applicare forze uniformemente distribuite alle
superfici mediane degli elementi Shell. La direzione di applicazione del carico pu
essere specificata nel sistema di coordinate globale o in quello locale.
Le intensit di carico sono date come forza per unit di superficie. Le intensit di
carico specificate in sistemi di coordinate diverse vengono convertite nel sistema di
coordinate globale e sommate insieme. La forza totale che agisce sullelemento in
ciascuna direzione locale data dallintensit di carico totale in quella direzione
moltiplicata per larea della superficie mediana. Questa forza spartita ai nodi
dellelemento.
Per maggiori informazioni si rimanda al capitolo Analisi statica e dinamica (pagina 65).
41
42
Capitolo IV
Lelemento Shell
Figura 13
Tensioni e forze interne dellelemento Shell
43
Capitolo IV
Lelemento Shell
Le tensioni e le forze interne dellelemento Shell vengono calcolate per tutti i casi di
analisi: Carichi, Modi e Spettri di risposta.
Per l'analisi dei Carichi e Moale sono calcolati anche i valori principali e le direzioni principali associate. Langolo dato misurato in senso antiorario (visto dallalto)
dallasse locale 1 alla direzione del valore principale massimo.
E importante sottolineare che i risultati dellanalisi a spettro di risposta sono sempre positivi e che viene persa la corrispondenza fra valori differenti.
Per maggiori informazioni si veda il capitolo Analisi statica e dinamica (pagina
65).
44
Capitolo V
45
Sommario
I nodi (joints), chiamati anche punti nodali, sono una parte fondamentale di ogni
modello strutturale. Essi assolvono a molte funzioni:
Tutti gli elementi si connettono alla struttura (e perci luno allaltro) ai nodi
La struttura supportata ai nodi usando vincoli esterni (Restraints) e/o molle
Il comportamento a corpo rigido e le condizioni di simmetria possono essere
specificati usando vincoli interni che si applicano ai nodi
Ai nodi si possono applicare carichi concentrati
Ai nodi vengono posizionate masse concentrate e momenti di inerzia
rotazionali
Tutti i carichi e tutte le masse applicate agli elementi sono in realt trasferiti ai
nodi
I nodi rappresentano le principali localizzazioni nella struttura in cui gli
spostamenti sono noti (gli appoggi) o devono essere determinati
Tutte queste funzioni vengono discusse in questo capitolo, eccettuati i vincoli interni (Constraints) che sono descritti nel capitolo Nodi vincolati internamente (pagina 61).
Usando linterfaccia grafica SAP2000 i nodi sono creati automaticamente alle
estremit di ciascun elemento Frame e agli angoli di ciascun elemento Shell. I nodi
possono anche essere definiti indipendentemente da qualunque elemento. I nodi
agiscono indipendentemente luno dallaltro a meno che non siano congiunti da
elementi.
I nodi stessi possono essere considerati come elementi senza alcuna connessione.Ciascun nodo pu avere il proprio sistema di coordinate locali per la definizione
dei gradi di libert, dei vincoli esterni, delle propriet del nodo, e dei carichi, e per
linterpretazione delloutput del nodo. In molti casi, tuttavia, il sistema di coordinate globale X-Y-Z usato come sistema di coordinate locale per tutti i nodi del modello.
Ad ogni nodo ci sono sei gradi di libert per lo spostamento tre traslazioni e tre rotazioni. Queste componenti dello spostamento sono allineate lungo il sistema di coordinate locale di ciascun nodo.
46
Sommario
Capitolo V
47
Gradi di libert
La deformazione del modello strutturale governata dagli spostamenti dei nodi.
Ciascun nodo del modello strutturale pu avere fino a sei componenti di spostamento:
Il nodo pu traslare lungo i suoi tre assi locali. Queste traslazioni sono chiamate
U1, U2 e U3.
Il nodo pu ruotare intorno ai suoi tre assi locali. Queste rotazioni sono
chiamate R1, R2 e R3.
Queste sei componenti di spostamento sono note come gradi di libert del nodo. I
gradi di libert locali del nodo sono illustrati in Figura 14 (pagina 49).
In aggiunta ai nodi regolari definiti come parte del modello strutturale, il programma crea automaticamente dei nodi maestri (master joints) che regolano il comportamento di ogni vincolo interno definito dallutente. Ciascun nodo maestro ha gli
stessi sei gradi di libert dei nodi regolari. Per ulteriori dettagli si rimanda al capitolo Nodi vincolati internamente (pagina 61).
48
Capitolo V
Figure 14
I sei gradi di libert per gli spostamenti nel sistema di coordinate locali del nodo
Ogni grado di libert nel modello strutturale deve essere di uno dei seguenti tipi:
Attivo lo spostamento calcolato durante lanalisi
Vincolato esternamente lo spostamento specificato e la reazione
corrispondente calcolata durante lanalisi
Vincolato internamente lo spostamento determinato dagli spostamenti di
altri gradi di libert
Nullo lo spostamento non influenza la struttura ed ignorato dallanalisi
Non disponibile lo spostamento stato esplicitamente escluso dallanalisi
Questi diversi tipi di gradi di libert sono descritti nei paragrafi seguenti.
49
50
Gradi di libert
Capitolo V
Gradi di libert
51
Figure 15
Esempi di vincoli esterni
52
Gradi di libert
Capitolo V
Molle
Uno dei sei gradi di libert di qualunque nodo nella struttura pu avere condizioni
di supporto a molla di tipo traslazionale o rotazionale. Queste molle congiungono
elasticamente il nodo al terreno. I supporti a molla in corrispondenza di gradi di libert vincolati esternamente non contribuiscono alla rigidezza della struttura.
Le forze elastiche che agiscono su un nodo sono collegate agli spostamenti di quel
nodo per mezzo di una matrice simmetrica dei coefficienti di rigidezza della molla
53
= M1
M2
M3
u1
0
u2
0 0 0 0
u3 0 0 0
r1 0 0
sym.
r2 0
r3
0
u1
u2
u3
r1
r2
(Eqz. 1)
r3
dove u1, u2, u3, r1, r2 e r3 sono gli spostamenti e le rotazioni del nodo, ed i termini
u1, u2, u3, r1, r2 e r3 sono i coefficienti di rigidezza della molla specificati.
E possibile assegnare degli spostamenti allestremit fissata al suolo della molla
attribuendo loro un valore nullo o diverso da zero (per esempio, in relazione ad un
cedimento imposto dell'appoggio). Questo spostamento del terreno pu variare da
una condizione di carico allaltra.
Per maggiori dettagli si rimanda ai paragrafi:
Gradi di libert (pagina 48) in questo capitolo
Carico dovuto allo spostamento del suolo (pagina 57) in questo capitolo.
Masse
In unanalisi dinamica, la massa della struttura usata per il calcolo delle forze
inerziali. Di norma, il valore della massa ottenuto dagli elementi usando la densit
di massa del materiale e il volume dellelemento. Ci produce automaticamente
masse concentrate (non accoppiate) sui nodi. I valori della massa dellelemento
sono uguali per ciascuno dei tre gradi di libert traslazionali. Per i gradi di libert
rotazionali non viene prodotto nessuno momento di inerzia della massa. Questo
procedimento valido per la maggior parte delle analisi.
Spesso necessario aggiungere masse concentrate e/o momenti di inerzia di massa
che possono essere applicati a ciascuno dei sei gradi di libert di ciascun nodo della
struttura.
SAP2000 fa sempre uso di masse concentrate allo scopo di avere migliore efficienza di calcolo e accuratezza nelle soluzioni. Ci significa che non c accoppiamento
delle masse fra i gradi di libert di un singolo nodo o tra nodi diversi. Queste masse
54
Masse
Capitolo V
Figure 16
Formule per i momenti di inerzia delle masse
Masse
55
= M1
M2
M3
u1
& u &
1
&&
u
2
&&
u
3
& &
r
1
& &
r
2
& &
3 r
0
u2
0 0 0 0
u3 0 0 0
r1 0 0
sym.
r2 0
r3
0
& &
& &
& & & && &
dove 1 u, 2u, 3u, 1 ,r 2 re 3 rsono le accelerazioni di traslazione e rotazione del nodo,
ed i termini u1, u2, u3, r1, r2 e r3 sono i valori della massa.
I valori della massa devono essere consistenti in unit di massa (W/g) e i momenti
di inerzia polare delle masse devono essere in unit WL2/g, dove W il peso, L la
lunghezza, e g laccelerazione di gravit. I valori della massa netti su ciascun nodo
della struttura devono essere maggiori o uguali a zero.
Per la formulazione dei momenti di inerzia polare di massa per varie configurazioni
piane si veda la Figura 16 (pagina 55).
Per maggiori informazioni si rimanda al:
Paragrafo Gradi di libert (pagina 48) in questo capitolo
Capitolo Analisi statica e dinamica (pagina 65)
56
Capitolo V
Figura 17
Carichi dovuti a forze e spostamenti del suolo
Le forze ed i momenti applicati in corrispondenza di gradi di libert vincolati esternamente si sommano alla reazione corrispondente ma non influenzano in altro
modo la struttura.
Per maggiori informazioni:
Vedi paragrafo Gradi di libert (pagina 48) in questo capitolo.
Vedi Capitolo Analisi Statica e Dinamica (pagina 65).
57
Figura 18
Spostamento del suolo in corrispondenza di gradi di libert vincolati e non
58
Capitolo V
non viene specificato nessun carico dovuto allo spostamento del suolo, lo spostamento del nodo per quella condizione di carico nullo.
Le componenti dello spostamento del suolo che non si trovano lungo gradi di libert
vincolati esternamente non caricano la struttura (ad eccezione che nel caso di molle). Un esempio di quanto detto illustrato in Figura 18 (pagina 58).
Spostamenti di molle
Gli spostamenti del suolo su di un nodo sono moltiplicati per i coefficienti di rigidezza della molla in modo da ottenere le forze ed i momenti effettivi applicati al
nodo. Gli spostamenti di molle applicati in una direzione senza rigidezza di molla
danno luogo ad un carico applicato nullo. Lo spostamento del suolo, e pertanto le
forze ed i momenti applicati, possono variare da una condizione di carico allaltra.
Nel sistema di coordinate locali di un nodo, le forze ed i momenti applicati sul nodo
F1, F2, F3, M1, M2, e M3, dovuti agli spostamenti del suolo, sono dati da
F1
F
2
F3
= M1
M2
M3
u1
0
u2
sym.
0
0
u3
0
0
0
r1
0
0
0
0
r2
0
0
0
0
0
r3
ug1
u
g2
ug 3
rg 1
rg 2
rg 3
(Eqz.2)
dove ug1 , ug2,. ug3, rg1, rg2 e rg3 sono gli spostamenti del suolo e le rotazioni, e i termini u1, u2, u3, r1, r2 e r3 sono i coefficienti di rigidezza della molla.
Le forze ed i momenti netti della molla che agiscono sul nodo sono la somma delle
forze e dei momenti dati nelle equazioni (1) e (2); si noti che sono di segno opposto.
Su di un grado di libert vincolato esternamente, lo spostamento del nodo uguale
allo spostamento del suolo e pertanto la forza netta della molla nulla.
Per maggiori informazioni si veda il paragrafo:
Vincoli esterni e reazioni vincolari (pagina 53) in questo capitolo.
Molle (pagina 53) in questo capitolo.
59
Capitolo VI
Sommario
Un vincolo interno consiste di un insieme di uno o pi nodi vincolati internamente. Gli spostamenti di ciascuna coppia di nodi del vincolo sono collegati da equazioni di vincolo. Le tipologie di comportamento che possono essere imposti dai
vincoli interni sono:
Comportamento a corpo rigido, in cui i nodi vincolati internamente traslano e
ruotano insieme come se fossero uniti da connessoni rigide. I tipi di
comportamento rigido che possono essere modellati sono:
Corpo rigido (Rigid Body): rigido per tutti gli spostamenti
Sommario
61
62
Capitolo VI
Figura 19
Uso del vincolo interno Diaframma per modellare un solaio rigido
63
Equazioni di vincolo
Le equazioni di vincolo collegano gli spostamenti di ogni due nodi vincolati (indici
i e j) tramite un vincolo interno di piano rigido. Queste equazioni sono espresse in
termini di traslazioni nel piano (u1 e u2), rotazione (r3) intorno alla normale e coordinate nel piano (x1 e x2), tutte prese nel sistema di coordinate locale del vincolo:
u1j = u1i-r3i x2
u2j = u2i-r3i x1
r3i = r3j
dove x1 = x1j-x1i e
64
x2 = x2j-x2i
Capitolo VII
65
Sommario
Con SAP2000 sono disponibili diversi tipi di analisi, inclusi:
Analisi statica
Analisi modale, mediante luso degli autovalori (Eigen) o dei vettori di Ritz
Analisi a spettro di risposta per azioni sismiche.
Tutti questi tipi di analisi possono essere svolti durante la medesima esecuzione del
programma, e i risultati possono essere combinati per loutput, con le seguenti eccezioni:
Per ottenere uno spettro di risposta necessaria lesecuzione di unanalisi
modale
Durante lesecuzione del programma pu essere svolto un solo tipo di analisi
modale: agli autovalori oppure ai vettori di Ritz.
Per maggiori informazioni e dettagli aggiuntivi si rimanda al capitolo Analisi statica e dinamica nel Manuale di riferimento per lanalisi SAP2000.
Casi di analisi
Ciascuna analisi eseguita detta un caso di analisi. Lutente assegna un codice
(nome) a ciascun caso di analisi. Questi codici possono essere usati per creare combinazioni aggiuntive e per il controllo delloutput.
I casi di base dell'analisi sono:
Condizione di carico elementare, o semplicemente carico (Load) una
distribuzione spaziale di carichi elementari e il corrispondente risultato
dellanalisi statica
Modo un autovettore o un vettore di Ritz e la corrispondente frequenza,
risultante dallanalisi del modo di vibrare
Spec il risultato di base di unanalisi a spettro di risposta
Lutente pu specificare un qualunque numero per ciascuno di questi tipi di analisi
da calcolare durante una singola esecuzione del programma.
66
Sommario
Capitolo VII
Per mezzo dell'interfaccia grafica possibile poi ottenere combinazioni lineari e inviluppi dei vari casi di base dell' analisi.
Per maggiori informazioni si vedano i paragrafi:
Analisi agli autovettori (pagina 68) in questo capitolo
Analisi ai vettori di Ritz (pagina 69) in questo capitolo
Analisi a spettro di risposta (pagina 73) in questo capitolo.
Analisi statica
Lanalisi statica di una struttura comprende la soluzione del sistema di equazioni lineari rappresentato da:
Ku = r
dove K la matrice di rigidezza, r il vettore dei carichi applicati e u il vettore degli spostamenti risultanti. Si veda Bathe e Wilson (1976).
Per ciascuna condizione di carico elementare definita dallutente, il programma
crea automaticamente il vettore dei carichi r e risolve per il vettore degli spostamenti statici u. Ciascuna condizione di carico elementare pu comprendere:
Carichi dovuti a peso proprio su elementi Frame e/o Shell
Carichi di campata concentrati o distribuiti su elementi Frame
Carichi uniformi su elementi Shell
Carichi sui nodi dovuti a forze e/o a spostamenti del terreno
Altri tipi di carichi descritti nel Manuale di riferimento per lanalisi SAP2000.
Per maggiori informazioni si veda il capitolo:
Lelemento Frame (pagina 9)
Lelemento Shell (pagina 31)
Nodi e gradi di libert (pagina 45)
Carichi di accelerazione
Il programma calcola automaticamente tre carichi di accelerazione (Acceleration
Loads) agenti sulla struttura, dovuti ad accelerazioni traslazionali unitarie in cia-
Analisi statica
67
M]
=0
68
Capitolo VII
T = 1/f
f = /2
E possibile specificare il numero di modi, n, che devono essere trovati. Il programma cercher gli n modi di frequenza pi bassa (periodo pi lungo).
Il numero di modi effettivamente trovati, n, limitato da:
Il numero di modi richiesti, n
Il numero dei gradi di libert di massa nel modello
Un grado di libert di massa un grado di libert attivo che possiede una massa traslazionale o un momento polare di inerzia di massa. La massa pu essere stata assegnata direttamente al nodo o pu derivare da elementi ad esso collegati.
Solo i modi che vengono effettivamente trovati saranno disponibili per successive
operazioni riguardanti lanalisi a spettro di risposta.
Si veda il paragrafo Gradi di libert (pagina 48) nel capitolo Nodi e gradi di libert.
69
70
Capitolo VII
Un grado di libert di massa qualunque grado di libert attivo che possiede massa
traslazionale o momento polare di inerzia di massa . La massa pu essere stata assegnata direttamente al nodo o pu derivare da elementi connessi.
Soltanto i modi realmente trovati saranno disponibili per successive procedure di
analisi a spettro di risposta.
Si veda il paragrafo Gradi di libert (pagina 48) nel capitolo Gradi di libert dei
nodi.
Periodi e frequenze
Per ciascun modo vengono date le seguenti propriet dipendenti dal tempo:
Autovalore,
= 2p f
Fattori di partecipazione
I fattori di partecipazione modale sono i prodotti dei tre carichi di accelerazione per
gli autovettori di ciascun modo. I fattori di partecipazione per il modo n corrispondenti ai carichi di accelerazione nelle direzioni globali X, Y e Z sono dati da:
fxn =
fyn =
fzn =
mx
my
T
n
mz
71
=1
La grandezza e il segno reali dei fattori di partecipazione non sono importanti, mentre sono importanti i valori relativi dei tre fattori per un dato modo.
( f xn ) 2
Mx
( f yn ) 2
My
( f zn ) 2
Mz
dove fxn , fyn , fzn sono i fattori di partecipazione definiti nel paragrafo precedente; e
Mx, My e Mz sono le masse totali non vincolate agenti nelle direzioni X, Y e Z. Le
frazioni delle masse partecipanti sono espressi in percentuale.
Insieme con i valori individuali della frazione di massa partecipante per ciascun
modo n, vengono stampate anche le somme delle frazioni di massa partecipante per
tutti i modi fino al modo n. Ci fornisce una misura semplice di quanti modi sono richiesti per raggiungere un determinato livello di accuratezza nellanalisi di azioni
dovute ad accelerazione del suolo.
Se sono presenti tutti i modi naturali della struttura, la somma dei rapporti della
massa partecipante per ciascuno dei tre carichi di accelerazione dovrebbe generalmente essere il 100%. Tuttavia pu non essere cos in presenza di certi tipi di vin-
72
Capitolo VII
colo interno dove condizioni di simmetria impediscono che parte della massa risponda alle accelerazioni traslazionali.
73
Figure 20
Definizione del sistema di coordinate locali per lo spettro di risposta
Non prevista una corrispondenza fra due diverse quantit di risposta. Non sono disponibili informazioni su quando si verifichi il valore estremo durante
lapplicazione del carico sismico o su quali siano i valori contemporanei delle altre
quantit di risposta.
Lanalisi mediante spettro di risposta viene eseguita utilizzando la sovrapposizione
modale (Wilson e Button, 1982). I modi possono essere ricavati usando lanalisi ad
autovettori o lanalisi a vettori di Ritz. Si raccomanda luso dei vettori di Ritz in
quanto essi producono risultati pi accurati a parit di numero di modi.
In una singola esecuzione del programma pu essere eseguito un qualunque numero di analisi a spettro di risposta. Ciascun caso di analisi chiamato uno Spec e
lutente gli assegna un codice univoco. Ciascuno Spec pu differire negli spettri di
accelerazione applicati e nel modo in cui i risultati sono combinati.
I paragrafi successivi descrivono pi dettagliatamente i parametri da usare per definire uno Spec.
74
Capitolo VII
75
Figure 21
Curva digitalizzata di spettro di risposta
Se la curva dello spettro di risposta non definita su un intervallo di valori del periodo ampio abbastanza da coprire i modi di vibrare della struttura, la curva viene
estrapolata per periodi pi grandi e pi piccoli usando unaccelerazione costante
pari al valore assunto in corrispondenza del pi vicino periodo definito .
Combinazione modale
Per una data direzione di accelerazione, gli spostamenti, le forze e le tensioni massime sono calcolati su tutta la struttura per ciascuno dei modi di vibrare. Questi valori
modali per una data quantit di risposta vengono combinati per produrre un unico
risultato positivo per quella data direzione di accelerazione usando uno dei seguenti
metodi. Per specificare quale metodo usare usare il parametro modc.
Metodo CQC
Specificare modc = CQC per combinare i risultati modali mediante la tecnica della
combinazione quadratica completa descritta da Wilson, der Kiureghian e Bayo
(1981). Questo il metodo di default di combinazione modale.
76
Capitolo VII
Il metodo CQC prende in considerazione laccoppiamento statistico fra modi ravvicinati causato dallo smorzamento modale. Lutente pu specificare un rapporto di
smorzamento CQC, damp, misurato come una frazione dello smorzamento critico:
0 damp<1. Questo dovrebbe riflettere lo smorzamento presente nella struttura in
modellazione. Si noti che il valore di damp non influenza la curva dello spettro di
risposta, che sviluppata indipendentemente per un dato valore di smorzamento
strutturale inerente alla curva stessa. Di norma questi due valori di smorzamento
dovrebbero coincidere.
Se lo smorzamento nullo, questo metodo degenera nel metodo SRSS.
Metodo GMC
Per combinare i risultati modali mediante la tecnica di combinazione modale generale necessario specificare modc = GMC. Questa la stessa tecnica della procedura di combinazione modale completa descritta dallequazione 3.31 in Gupta
(1990). Il metodo GMC prende in considerazione laccoppiamento statistico fra
modi ravvicinati in modo simile al metodo CQC, ma include anche la correlazione
fra modi con contenuto a risposta rigida.
Come con il metodo CQC, lutente pu specificare un rapporto di smorzamento
GMC, damp, in modo che 0 damp<1. Uno smorzamento alto aumenta
laccoppiamento fra modi ravvicinati.
In aggiunta, il metodo GMC richiede che vengano specificate due frequenze, f1 e
f2, che definiscono il contenuto in risposta rigida del moto del suolo. Queste frequenze devono soddisfare la condizione 0<f1<f2. Si assume che le parti a risposta
rigida di tutti i modi siano perfettamente correlate.
Il metodo GMC assume nessuna risposta rigida al di sotto della frequenza f1, risposta pienamente rigida al di sopra della frequenza f2 ed un ammontare di risposta rigida interpolata per frequenze comprese fra f1 e f2.
Le frequenze f1 e f2 sono propriet dellinput sismico, non della struttura. Gupta
definisce f1 come:
f1 =
S Amax
2p S Vmax
dove S Amax laccelerazione spettrale massima e S Vmax la velocit spettrale massima per il moto del suolo considerato. Il valore di default per f1 lunit..
Gupta definisce f2 come:
77
1
f1+
3
2
fr
3
Metodo SRSS
Specificare modc = SRSS per combinare i risultati modali mediante la radice quadrata della somma dei quadrati. Questo metodo non considera nessun accoppiamento dei modi come fanno i metodi CQC e GMC.
Combinazione direzionale
Per ogni spostamento, forza o tensione nella struttura, la combinazione modale produce un singolo risultato positivo per ciascuna direzione di accelerazione. Questi
valori direzionali per una data quantit in risposta vengono successivamente combinati per produrre un singolo risultato positivo. Per specificare quale metodo usare
si usa il fattore di scala di combinazione direzionale, dirf.
Metodo SRSS
Specificare dirf = 0 per combinare i risultati direzionali prendendo la radice quadrata della somma dei quadrati. Questo metodo invariante rispetto al sistema di
coordinate, cio i risultati non dipendono dalla scelta del sistema di coordinate
quando le curve dello spettro di risposta date sono le stesse. Questo il metodo raccomandato, e di default, per la combinazione direzionale.
78
Capitolo VII
03
. ( R+ 2
R3 )
R 2 = R 2+
03
. ( R+ 1
R3 )
R 3 = R 3+
03
. ( R+ 1
R2 )
79
Smorzamento ed accelerazioni
Per ogni modo vengono prodotti lo smorzamento modale e le accelerazioni del suolo in ciascuna direzione. Il valore dello smorzamento stampato per ciascun modo
il rapporto di smorzamento CQC o GMC specificato, damp.
Le accelerazioni stampate per ciascun modo sono i valori risultanti dallo spettro di
risposta applicando i vari periodi modali, dopo moltiplicazione per il valore di scala
specificato sf. Le accelerazioni si riferiscono sempre agli assi locali nellanalisi a
spettro di risposta. Sono identificate in uscita come U1, U2 e U3.
Ampiezze modali
Le ampiezze modali dello spettro di risposta forniscono i moltiplicatori degli autovettori che contribuiscono alla deformata della struttura per ciascuna direzione di
accelerazione. Per un dato modo e una data direzione di accelerazione, lampiezza
il prodotto del fattore di partecipazione modale e dellaccelerazione da spettro di risposta, diviso per lautovalore, 2, del modo.
Le direzioni di accelerazione sono sempre riferite agli assi locali nellanalisi a spettro di risposta e sono identificate in uscita come U1, U2 e U3.
Per maggiori informazioni si veda:
Il paragrafo precedente Smorzamento ed accelerazioni per la definizione
delle accelerazioni da spettro di risposta
Il paragrafo Risultati dellanalisi modale (pagina 71) in questo capitolo per la
definizione dei fattori di partecipazione modali e degli autovettori.
80
Capitolo VIII
Bibliografia
AASHTO, 1992
Standard Specifications for Highways Bridges, 15th Edition, The American
Association of State Highway and Transportation Officials, Inc., Washington,
D.C.
AASHTO, 1994
LRFD Bridge Design Specifications, Customary U.S. Units, 1st Edition, The
American Association of State Highway and Transportation Officials, Inc.,
Washington, D.C.
ACI, 1995
Building Code Requirements for Structural Concrete (ACI 318-95) and Commentary (ACI 318R-95), American Concrete Institute, Farmington Hills, Mich.
AISC, 1994
Manual of Steel Construction, Load & Resistance Factor Design, 2nd Edition,
American Institute of Steel Construction, Chicago, Ill.
81
82
Capitolo VIII
Bibliografia
83
84
Capitolo VIII
Bibliografia
85