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POLITECNICO DI BARI Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Sezione Ingegneria Strutturale FRANCESCO Appunti di Tecnica delle Costruzioni TELAI PIANI ANALISI DEL COMPORTAMENTO STATICO — DEFORMATIVO E CALCOLO DELLE SOLLECITAZIONI Ottobre 2004 (Rev. Ottobre 2011) Collaborazione : Rocco Solazzo - Francesco Fiorito ‘retarplani_-_ Rev. Ottobre 2011 _ 7 CarrroLo 1 PRELIMINARI LI. Generalité sui telai Indicato con il termine "struttura" un qualsiasi insieme di corpi connessi fra loro, opportunamente collegato con l'ambiente ed in grado di trasferire a quest'ultimo le azioni cui & soggetto, si definisce “yelaio piano una particolare struttura costituita da un sistema di aste giacenti in un piano e carica- te nello stesso. Le aste (elementi monodimensionali rettilinei o comunque a "piccola curvatura", monolitici © con sconnessioni) sono assemblate comunemente in maglie rettangolari (0 pid in genere poligonali) i cui vertici, detti "nodi", rappresentano i punti di intersezione degli assi delle aste che vi convergono. 11 collegamento dei telai con il suolo avviene tramite "vincoli" (incastri, cerniere, carrelli, doppi pen doli) tali da rendere il sistema esternamente isostatico 0 iperstatico; tali vincoli possono essere "per ‘fett" oppure "imperfetti" a seconda che vietino in assoluto gli spostamenti secondo le proprie direzio- ni efficaci, ovvero consentano dei “cedimenti vincolari" u (traslazioni 77 € 6, rotazioni 7) di tipo "ela- stico" (dipendenti dai carichi) o di tipo “anelastico" (indipendenti dai carichi, e quindi costituenti essi stessi condizione di carico). Di questi i primi si hanno quando il vincolo & cedevole con assegnate rigidezze k (k, verticale, ks orizzontale, k, angolare) ed assumono entité proporzionale alla reazione vincolare X secondo la rela- zione X=k-u (fig. 1a). Inodi vengono considerati in genere "nodi incastro”, ciot tali da non consentire alcuna rotazione relativa fra le estremita delle aste che vi convergono, ma possono anche essere ipotizzati come cemiere perfette (in particolare per le strutture metalliche) e pitt ra- ramente come cerniere elasti k, che, ossia tali da permettere ro- ie tazioni relative di tipo elastico. . In questultimo caso il nodo a, - vincolo elastico b. - nodo elastico pud essere schematizzato come una cemiera perfetta con 'ag- giunta di molle angolari M, Sig. 1 - Connessioni elastiche ciascuna con propria rigidezza k,, fra le varie aste (fig. 16). TELAIPIANI_-_ Rev. Ottobre 2011 p2 ‘Nel merito delle sconnessioni che possono interessare un‘asta, non appare superfluo ricordare che esse possono essere "semplici": 7, 0 M=0 © cemiera -—-—_4 3 4N#0 T#0 MeO ‘© doppio pendolo orizzontale —t— 3 \N#0 T=0 7,20 M20 ‘© doppio pendoto verticale —_I-— 6,40 5 }N=0 1, =0 T#0 oppure “doppie": ‘M=0 ‘* pendolo orizzontale —— 5 4Ne0 r=0 M=0 + pendolo verticale u—_I-— 3 1N=0 T#0 MeO ‘© doppio pendolo binato ap 6,40 3 4N=0 1,70 T=0 oppure "triple" 7, #0 © sezione dellasta 1 5,20; 1, #0 i gli spostamenti relativi (rotazione e traslazioni) dei due tronchi dove con y,, 5,, 7, si sono indi dellasta in corrispondenza della sconnessione. TELAIPIANI - Rev. Ottobre 2011 p38 1.2. Carichi e spostamenti sulle La generica condizione di carico [C] su un telaio é costituita dall’insieme di pit azioni agen aste (forze e coppie distribuite o concentrate) e sui nodi (forze e copie di nodo). Oltre a tali carichi possono perd essere presenti anche altre azioni, quali variazioni termiche, uniformi © variabili linearmente nello spessore delle aste interessate, nonché cedimenti anelastici di vincolo. ‘Nel merito delle variazioni termiche variabili linearmente dal valore Af, al valore Af, , conveniente At, + At, che vengano trasformate nella somma di una variazione costante pari aA’ = ed una va- riazione cosiddetta "a farfalla" A", Per effetto della condizione di carico [C] si determina nel telaio un sistema di spostamenti {5 } (tra- slazioni ¢ rotazioni), fra i quali particolarmente importanti sono quelli {w } dei nodi: attraverso la loro conoscenza ¢ infatti possibile pervenire sia alle sollecitazioni che allo stato deformativo di tutte le aste component il telaio stesso. In termini generali, in relazione alle deformazioni possibili itelai piani si distinguono in * Telai a nodi fissi, se i nodi possono subire esclusivamente delle rotazioni © Telai a nodi spostabili, se i nodi, oltreché rotazioni, possono subire anche delle traslazi lefinisce "fisso" se risulta collegato, tramite due aste inestensibili e non al- A tal riguardo, un nodo lineate, a due punti del telaio (sezioni, nodi, vincoli) certamente fissi. fa delle aste 1.3. Rigidezze e deformabil La determinazione delle sollecitazioni di una generica asta, di cui si conoscono la condizione di carico ¢ gli spostamenti delle estremita, & possibile mediante luso delle sue "rigidezze" W , oppure delle cor- Lo os rispondenti “deformabilita" =, cio’ di quelle caratteristiche fisico-meccaniche che ne caratte- rizzano la "risposta strutturale", relazionando le forze con gli spostamenti. Data un'asta deformabile flessionalmente ed assialmente, libera nel piano, le cui estremita possiedono quindi ciascuna 3 gradi di liberta, ossia 3 possibilita di spostamento, definiamo "rigidezza propria" relativa a ciascuno di tali spostamenti quella forza o quella coppia che determina lo spostamento stes- so di valore unitario quando tutti gli altri sono impediti ‘A seconda che la rigidezza in questione sia una coppia, una forza ortogonale all'asta, oppure una forza assiale, si parlera rispettivamente di "rigidezze flessionali", "rigidezze tangenziali" e "rigidezze estensio- nali"; le rigidezze flessionali e quelle tangenziali, inoltre, si definiscono pit propriamente "/lessionali al- la rotazione" e "flessionali alla traslazione", nonché "tangenziali alla rotazione" e "tangenziali alla trasla- zione" a seconda che lo spostamento ad esse correlato sia rispettivamente una rotazione od una traslazio- ne, Allorquando nell'asta in questione allo spostamento unitario imposto si accompagnano anche altri TELAIPIANt Rev. Ottobre 2011 p.4 spostamenti delle estremiti, del tutto liberi oppure elasticamente contrastat, le rigidezze si definisco- no rispettivamente "improprie" e "reali". Nell'ambito di tutte tal fattispecie, in modo duale rispetto alle rigidezze WV, che sono "forze in grado di pro- durre spostamenti unitar, le deformabilita ® rappresentano "spostamenti prodotti da forze wiitarie" Gli schemi riportati al par. A.1, individuano, trascurando il contributo deformativo del taglio, sia le pid! comuni rigidezze proprie e improprie di aste monolitiche con vincoli perfeti, che varie rigidezze relative ad aste con sconnessioni ¢ con vincoli elastici. In tali schemi si sono indicate con W, [F'- L] le rigidezze flessionali alla rotazione, con W, [¥] quelle flessionali alla traslazione, con W,[F'] quelle tangenziali alla rotazione e con W, [F- Z~"] quelle tan- genziali alla traslazione. In ossequio al teorema di Maxwell, in ogni schema risulta 7, = 17, Data un’asta rettilinea A-B di luce /, incastrata elasticamente e soggetta ad una qualunque condizione di carico [C }, ¢ possibile metterne in relazione le coppie vincolari_M ,= EM ed M=EMz con il carico [C]e con gli spostamenti y,, 7, € Syg, utilizzando le rigidezze W come indicato in fig. 2: M, a M, Ve Ye ‘fig. 2- Sovrapposizione degli effetti (spostamenti): uso delle rigidezze TeLAIPlANI ~ Rev. Ottobre 2011 as Imomenti M,, € M,, sono ovviamente le coppie d’incastro perfetto 4, © Hp relative al carico [C]. In modo duale rispetto a quanto visto, & possibile mettere in relazione gli spostamenti ¥4=Liu> Ye= La © 84g Con il carico [C] e con le coppie M, € M,,utilizzando le deformabilita © come indicato in fig. 3 i} Va Ye, 4 pe be {c] @) ra a Nay Aeeg: NOL ‘ tn (2) 4 3 . M, Ya Yox ® 4 3 M,=M,=0 te ff i OQ parte Bae 6, 4 & Y= ‘fig. 3 - Sovrapposizione degli effetti forze): uso delle deformabilita Lerotazioni 74 € 75) sonoowiamente quelle 7, € Fy generate dal carico [C] nella trave semplicemente appoggiata alle estremita, cioé resa isostatica; le rotazioni 74, = 75, dovutea Sy sono di corpo rigido. TELAIPIANI - Rev. Ottobre 2011 7 pe Come @ evidente, entrambi i procedimenti utilizzano "i! principio di sovrapposizione degli effet", che € applicabile nella usuale doppia ipotesi di comportamento "elastico lineare" del materiale e re. gime di "piccoli spostamenti". {I primo, che mette in gioco le rigidezze W , consiste nellimporre lequivalenza delle coppie M, ed Mo con quelle risultanti da una sommatoria di modelli tali che nel primo di essi agisea solo il carico [Cle siano nulli gli spostamenti 4, 7g, 54g , ed in ciascuno degli altri sia presente uno solo di tali spostamenti: a questo si riff la metodica di risoluzione del problema dell'equilibrio elastico cosiddetta "degli spostamenti" 11 secondo, che mette in gioco le deformabilita ©, consiste nellimporre lequivalenza degli sposta- menti 74 © Y_ con quelli risultanti da una sommatoria di modelli nel primo dei quali sia presente so- lo il carico [C] e siano nulli le coppie M,, ed M, ed il cedimento di corpo rigido 4, , ed in cia- seuno degli altri sia presente una sola di tali coppie o ill cedimento 6 yy :a tale procedimento si rif’ la ‘metodica di risoluzione del problema dell equilibrio elastico cosiddetta "delle forze" 14. Rigidezze di nodo e di piano; coefficienti di ripartizione. Considerato nel piano un generico nodo-incastro N i cul convergono n aste, ciascuna di rigidezza Aessionale all rotazione W,, si definisce *rigideza alta rotcione de! nodo" la coppia. Wy = SW, a Una coppia My applicata in tale nodo produce la rotazione nodale yy ¢ si ipartisce fra le n aste in aliquote M, che si determinano imponendo la relazione di equilibrio M, My, unitamente a quella di congruenza 7, =yy, ove 7,8 la rotazione della i-esima asta (fig. 4). My _ M X. yon yale S > Fe o 2 ae Ww va 7 a 2 2 WE Vs= Wy Jig. 4 - Nodo rigido Tatar plant _~ Rev. Ouobre 2011 pz M, My . Essendo quindi y,=—+ © 7y=— siottiene ssendo 4 nae 8 maa M,=M, i= Muy, MyPs ove il fattore p, @ il "coefficiente di ripartizione" della coppia My relativamente all'i-esima asta. In modo del tutto analogo, considerata nel piano un‘asta inestensibile P, cui siano collegate ortogo- nalmente n aste aventi rigidezza tangenziale alla traslazione W,, ¢ definita "rigidezza alla trasla- zione dell'asta" la forza assiale W, =) W, , si ottiene che una forza Fy applicata assialmente a sull'asta P provoca la traslazione di piano 6, ¢ si ripartisce fra le n aste collegate secondo le ali- w, quote Fy = Fey Fpp, ,ove il fattore p, € il "coefficiente di ripartizione" della forza Fp rela- tivamente all'i-esima asta (fig. 5). ‘fig. 5 - Piano inestensibile il collegamento delle » aste é "in serie", ossia tale da aversi in Tanto nel nodo N, quanto sull'asta P, ciascuna delle estremita collegate rispettivamente la stessa rotazione y, = yy owvero lo stesso spo- stamento 6, =dp. Se si considera invece un nodo elastico N, in cui per semplicita si immagina che convergano solo due aste di rigidezza flessionale alla rotazione W, © W,, collegate da un molla M di rigidezza an- golare k,, una coppia My applicata in N dovra ripartirsi fra le due aste mettendo in gioco anche la molla, la quale risultera sottoposta alla coppia X= M,=M,-M, , ovvero della coppia TELAI PIANI Rev. Ottobre 2011 p.8 (| =My ~M} , a seconda che venga impegnata "in parallelo" con I'asta 2 (X = M,) 0 con Vasta 1 (x' =!) (fig. 0. Saar i Mis (@) molla Min "paralielo" con l'asta 2 (6) molla Min "parallelo" con l'asta 1 fig. 6 - Nodo elastico Con ovvio significato dei simboli pud allora scriversi nella prima fattispecie (parallelo molla - asta 2) nhs nay oe W, W, Per cui, imponendo la condizione di congruenza Aa =y,~7, si ottiene: MM My kW” da cui TeLAl PUAN Rev. Ottobre 2011 po L ¢ quindi ponendo G =My-M,, siottiene W, +h, My » clot M,=My 1 _W +k, Il rapporto rappresenta la "deformabilita del complesso molla-asta 2, pari alla som- 2 hk, a _ Mak, ma delle rispettive deformabilita, ¢ il suo inverso W,=—2"* ne é quindi la rigidezza. si ottengono le relazioni L111 _ mth +t ote We, We, Con considerazioni del tutto identiche si pud valutare la ripartizione di una forza Fp fra due aste di rigidezza tangenziale alla traslazione W; ¢ W, nel caso che Iasta di piano P che le collega abbia rig Oe. 7). dezza estensionale k, wee (@) asta P in "parallelo” con V'asta 2 (®) asta P in "parallelo" con Vasta 1 fig. 7 - Piano estensibile TELAIPIANI ~ Rev. Ottobre 2011 p.lo Lasta P risultera soggetta alla forza X = F, =F, —F; , ovvero alla forza X’ = Fy =F, - Fj a se- conda che venga impegnata "in parallelo" con V'asta 2 (XY = F,) 0 con l'asta 1 (X' Fi). In definitiva si avra: M, KR A Val la pena di osservare che dai rapporti —“ , “2. edagli omologhi = , #2 gi ott ‘al la pena di os: IPP Mi el loghi Fr Fy ‘ottiene ancora E* interessante notare, infine, la perfetta identita formale esistente fra le relazioni degli anzidetti colle- gamenti meccanici (serie e paralelo) di elementi (aste e molle) di rigidezza W, e gli omologhi collega- enti elettrici di conduttori di resistenza _, , quando si ponga la corrispondenza fra le grandezze del sistema meccanico (Forze F, 0 M, , rigidezze W, , deformabiliti © ,, spostamenti 1,) con le grandez- 2¢ del circuito elettrico (forze elettromotrici V, resistenze R, ,conduttanze G, , intensita di corren- tei,). real plant _- Rev. Ottobre 2011 pil CaprToLo 2 COMPORTAMENTO STATICO - DEFORMATIVO 2.1. Analisi geometrica dei telai: simmetria, emisimmetria, parasimmetria isi in questione deve essere effettuata preliminarmente al calcolo delle solleitazioni, al fine di ricava- re ogni possibile elemento, desumibile dalla "geomeria" del telaio (configurazione, caratteristiche delle aste e dei nodi, vincoli) associata alla condizione di carico, in grado di fornire utili indicazioni per Tutilizzo di carico pid semplici che di eventuali modelli ridotti, ciot a minor grado di iperstaticita. 1e condi- Lanali sia di condizioni Un telaio geometricamente simmetrico rispetto ad un asse verticale ¢ soggetto ad una qualungus zione di catico, compresi i cedimenti di vincolo, pud sempre essere studiato come somma di una condi- zione simmetrica ed una emisimmetrica rispetto allo stesso asse, equivalente a quella assegnata. Perciascuna di queste condizioni é inoltre possibile ricavare un "telaio ridotto", costituito da meta del telaio in esame con opportuni vincoli al contorno sezio- at nato: nei due casi di asse di simmetria passante per la F mezzeria di un traverso, J J oppure coincidente con Passe di un ritto, Vindivi- duazione di tali vineoli possibile attraverso lesame +—__* delle condizioni statiche cinematiche relative alle a) condizioni di simmetria in S sezioni di simmetria e di vi 4 s 1. Ny Neo emisimmetria —(l+l)- = ES, een Considerato il semplice te- s tts = laio di fig. 8, geometrica- eB is => free (condizion! cinematiche) mente simmetrico rispetto ss y=0 allo asse verticale passante b) condizioni di emisimmesria in S per a sezione di mezzeria wy MT sg dM wy N=0 S del traverso, a seconda ONS ne LISD conto ant ¢ J fe che la condizione di carico A ee (aeo sia simmetrica 0 emisim- cae aed => pss (condizioni cinematiche) metrica, tale sezione assu- s v=o mera le caratteristiche di nt sezione di simmetria o di emisimmetria, e dovranno Jig. 8 - Telaio semplice quindi essere rispettate le condizioni (a) 0 (5). TELAI PLAN! - Rev. Ottobre 2011 - p.l2 ‘Ne consegue che la sezione S risulta rispettivamente equivalente ad un doppio pendolo a scorrimento verticale (a), ovvero ad un earrello a scorrimento orizzontale (6) (fig. 9). 2 emisimmetria in S Jig. 9 - Telaio semplice: schemi ridotti Immaginando invece che l'asse di simmetria coincida con I’asse di un ritto, ad esempio del ritto centrale del telaio a due campate di fig. 10, le condizioni statico-cinematiche di simmetria e di emi- simmetria nel nodo S comportano che mentre nel caso a’ il ritto centrale potra essere sostituito reLal punt ~ Rev. Ottobre 2011 _ a p.l3. con un incastro cedevole verticalmente con costante elastica k, pari a E4/2h (meta delle sua ri- gidezza estensionale), nel caso b' dovra adottarsi, nel telaio ridotto, un altro ritto, inestensibile (FA =o) e avente inerzia pari a f/2 @) condizioni di simmetria in S N s M N N20 LHS a fee eo pr TA an 5=0 eet 3 fe Y | 4 th 5) condizioni di emisimmetria in S SCS = fics Set = fee i ito oe rr 3 the ee Ste st => In-o Y 4 — 6 ™ 6 y#0 Y fig. 10 - Telaio doppio TeLAIPLANI - Rev. Ottobre 2011 _ p.l4 Cid in quanto, nei due, il dimezzamento rispettivamente dello sforzo normale o del momento sul ritto, rispetto ai valori dei tel i origine, comporta di necessita il dimezzamento della rigidezza estensiona- Je 0 di quella flessionale alla rotazione del ritto stesso (fig. 11) simmetria in tt FR Brie FAze emisimmetria in S % Ss 2% 3 7 $8 4 a ons Thy x OS i ™ fig. L1- Telaio doppio: schemi ridotti e condizioni statico-cinematiche nel nodo S rear PIN _- Rev. Ottobre 2011 _ Nel caso di un semplice telaio parasimmetrico ad una sola campata, ossia dotato di simmetria polare rispetto alla sezione S di mezzeria del traverso, per cui una rotazione di 180° attorno ad non ne modi- fica la configurazione (fig. 12), i modelli ridotti si ottengono asse~ gnando alla sezione S del semitelaio il vincolo cemiera fissa, ovvero doppio pendolo binato, a seconda che la condizione di carico sia po- larmente simmetrica 0 emisimmetrica rispetto ad S: cid perché per carico polarmente simmetrico (0 emisimmetrico), alle gid note condizioni di emisimmetria (0 simmetria) assiale si aggiungono in S a ‘fig. 12 Telaio parasimmetrico A 4 ean rispettivamente anche la condi- ls ; => zione di spostamento nullo, ov- +2 vero di spostamento libero del traverso, necessarie per lequi- h @ librio alla traslazione del tra- carico polarmente verso stesso (fig. 13) simmetrico E opportuno ricordare che le anzidette condizioni di carico si definiscono rispettivamente po- larmente simmetrica ed emi- simmetrica in quanto il carico, 1 seguito di una rotazione della struttura come prima indicato, conserva lo stesso verso nel primo caso e risulta di verso ‘opposto nel secondo caso. carico polarmente emisimmetrico fig. 13 - Telaio parasimmetrico: schemi ridotti retat PAN! _-_ Rev. Ottobre 2011 p.l6 2.2, Telai parziali Per quanto al precedente paragrafo, dato un generico telaio a pit campate e pitt piani (fg. 14), sottoposto a ‘ad una qualunque condizione al di carico, @ sempre possibile 1 estrame dei "Zelai parziali’, A venti appropriate condizioni di vincolo in corrispondenza delle sezioni di distacco dal contesto di origine. Cid @ altresi conveniente in quanto, pur essendo la riso- luzione dei telai multipiano 7 affrontabile _agevolmente a nan 4 1 1 1 7 4 “7 con tausitio degli elaboratori elettronici, per valutazioni di ‘fig, 14 - Telaio multipiano prima approssimazione & in genere pid’ immediato ricor- rere a sub-modelli sufficien- temente ridotti, su cui opera- ell T I re con il semplice metodo di eA Ds a a A. Cross (v. par. 3.5). ultimo piano In tale ottica, nel caso di a y < : s y v_tlai con geometria regola- i ree con condizione di cari i] co prevalentemente vertica- a 4 o ree Ie, tali quindi da poter rite- piano intermedio 2h = pent piano; B=‘ => alr ot) here trascurabili gli spo- S © ~ vy s :

ta e dai relativi pilastri primo piano Aut 4 4, 4 1 ay (fig. 15 - Telaio multipiano: schemi ridotti di piano TeLALPIAN! - Rev. Ottobre 2011 - pir (fig. 15), € dlaltro canto anche in verticale possono essere ricavati degli schemi ridotti, costituiti da una singola pilastrata (di riva o interna) e dalle travi di piano in essa concorrenti (fig. 16). cae a aie t+ 1 pilastro di bordo pilastro interno Jig. 16 - Telaio multipiano: schemi ridotti verticali 1 vineoli da apporre al contomo sezionato sono usualmente cerniere o incastri a seconda delle effettive condizioni statico-deformative di tali sezioni nel telaio di origine: il vincolo cemiera viene pertanto ritti dei telai parziali di piano, nella posizione di nullo del momento flet- opportunamente adottato né tente, mentre il vincolo incastro & invece abitualmente assegnato, salvo casi particolari, alle estremita delle travi dei telai parziali verticali. 2.3. Diagrammi qualitativi della sollecitazione flettente e deformate elastiche ui lio soggetto ad una certa condizione di carico, utilizzando le informazioni di tipo cinematico e statico che la struttura stessa pud fornire, consente in genere di poteme tracciare sia il "diagramma qualitativo" della sollecitazione flettente che la corrispondente "deformata elastica", con i quali accertame in modo iduazione preliminare delle peculiarita salienti della deformazione ¢ della sollecitazione di un te- sintetico il "comportamento meccanico", prima del calcolo. Caratteristica di detto diagramma qualitativo & quella di rappresentare un "possibile" andamento della sollecitazione, con un tracciato ovunque coerente con le condizioni di equilibrio di tutti i nodi det ¢ di tutte le aste del telaio; molto utili "diagrammi limite", che si ottengono con riferimento agli "schemi deformativi limite" del telaio stesso, associati alla con- per la sua definizione sono i cos etal pnt -_ Rev. Ottobre 2011 p18 siderazione che gli effetti flessionali degli spostamenti di piano sono in genere prevalenti o secondari, rispetto a quelli dei carichi, a seconda che spostamenti e carichi abbiano la stessa direzione o siano fra mente diverso da quello loro ortogonali. Nel secondo caso il diagramma in questione non é sostanz’ nodi impediti di spostarsi, mentre nel primo se ne discosta quasi sempre con modificazioni significa- tive, sia come verso che come entita della sollecitazione. La deformata elastica, a sua volta, si ottiene anch'essa sulla base degli anzidetti schemi limite, asse- gnando a tutti i nodi del modello Ie presumibili posizioni traslate e ruotate e collegandoli con linee che, nel rispetto dei carichi, dei vincoli e della geometria strutturale, presentino contemporaneamente curvature coerenti con il diagramma qualitativo del momento flettente; tale tracciamento, peraltro, non & sempre automatico, in quanto spesso occorre che vengano individuati correttamente non solo la direzione ed il verso degli spostamenti, ma anche i loro mutui rapport Ne consegue che di norma conviene tracciare preliminarmente il diagramma qualitativo flettente, in quanto pitt immediato, e quindi in base ad esso determinare la deformata del telaio, risultando utile solo di rado fare il contrario, Nel merito degli anzidetti spostamenti nodal 4- Ie traslazioni che avvengono nella direzione dei carichi sono in genere nettamente maggiori di fine, @ opportuno tener presente che: quelle nella direzione ortogonale; b- le rotazioni hanno sempre verso opposto rispetto alla risultante delle copie di incastro perfetto delle aste convergenti nel nodo. TELAIPIANI_- Rev. Ottobre 2011 CapIToLo 3 CALCOLO DELLE SOLLECITAZIONI 3.1. Premessa Rifacendosi a quanto illustrato nel par. 1.3,, la risoluzione del "problema dell'equilibrio elastico" dei te- lai piani, ossia la ricerca dell’unica configurazione (forze e spostamenti) contemporaneamente equilibra- ta e congruente pud essere ricercata tramite le metodiche cosiddette "degli spostamentt" e “delle forze" Atal fine, riferito preliminarmente il modello ad un sistema globale piano O(%,Y), & necessario identi- ficare e ordinare (secondo le loro componenti) gl spostamenti ¢ le forze relativi ad un certo insieme discreto di sezioni, utilizzando allo scopo un "sistema di coordinate globale" le cui direzioni so- ‘no coincidenti con quelle del sistema di rferimento. hy i i IY sistema globale (spostamenti eforze nodali) ci yap Lo 3 AG Le i, “po Op t t Paeaeae As oa i Le i i it sistemi localt(spostamentie forze di estremitiaste) Jig. 17 ~ Telaio piano: sistemi di coordinate Ogni coordinata defini- sce quindi uno sposta- mento o una forza; le sezioni vengono scelte in base a specificicrite- ri, ed in genere si viduano nei nod Analogamente, anche per ogni singola asta del telaio & possibile identificare e ordinare (secondo Ie loro com- ponenti) gli spostamen- tie le forze relative ad tun certo insieme die sereto di sezioni (in genere le estremita), utilizzando un "sistema di coordinate locale" avente direzioni coin cidenti con quelle di un sistema di riferimento locale ofx.y) (fig: 17) etal PUN! ~ Rev. Ottobre 2011 p.20 La scelta del sistema di coordinate globale dipende sia dalla "geometria" del telaio, associata alla condizione di carico, che dagli "scopi" che ci si é prefissi nell'analisi, e se quindi quest'ultima, come di consueto, mira a valutare lo stato di sollecitazione di tutte le aste del modello, & necessario che gli enti spostamenti e forze individuati da detto sistema siano in grado di definire in maniera univoca la configurazione statico-cinematica di ciascuna asta: si parlera pertanto in generale di "sistema a n coordinate", se n & il numero degli spostamenti, o delle forze, necessari per caratterizzare in maniera completa la risposta strutturale del telaio in esame. Si definiscono "spostamenti indipendenti" quegli spostamenti non legati da alcuna relazione (ovvia- mente di tipo cinematico, ossia di congruenza) che ne condizioni a priori i valori, per cui uno qualun- que di essi pud avvenire anche quando tutti gli altri sono pari a zero, Nel caso di un'asta nel piano, gli spostamenti di estremita indipendenti sono in generale 6 (due trasla- ioni ed una rotazione per ogni estremita) ma si riducono a 5 (per 'unicita della traslazione assiale) se si pone Ia condizione di indeformabilita estensionale, e diventano solo 3 (una sola traslazione assiale, una sola traslazione ortogonale all’asse ed una sola rotazione di corpo rigido) se si aggiunge l'ulteriore condizione di indeformabilita flessionale, che & in realta doppia, in quanto lega sia le traslazioni orto- gonali all'asse dell'asta che le rotazioni In modo duale si possono definite "forze indipendenti" quelle forze non legate da alcuna relazione (owviamente di tipo statico, ossia di equilibrio) che ne condizioni a priori i valori Nel caso di un'asta nel piano, le forze di estremita indipendenti sono necessariamente solo 3, in quanto le 6 forze in gioco (due forze ed una coppia per ogni estremita) sono comunque legate dalle tre condizioni di equilibrio (alla traslazione assiale, alla traslazione ortogonale all'asse ed alla rota- zione) dell’asta. In definitiva si pud concludere che in generale, dati n spostamenti (0 forze) legati da r condizioni di congruenza (0 di equilibrio), il numero di spostamenti (0 forze) indipendentié Y= ”—7 Nel caso di strutture piane, ad ogni nodo incastro in cui convergono m aste possono associarsi al pit ‘tre coordinate spostamenti, che definiscono due traslazioni ed una rotazione, owvero 3 (m-1) coordina- te forze che definiscono 2 (m-1) forze ed (m-1) coppi 3.2, Metodo degli spostamenti Dato un generico telaio iperstatico, riferito ad un assegnato sistema globale, il metodo in questione consiste nella individuazione dell'unico sistema di spostamenti alle coordinate, fra gli infiniti "con- gruenti" (ossia rispettosi della "cinematica" del telaio), tale che la configurazione deformata da essi definita (unitamente alla condizione di carico [C}) sia contemporaneamente anche "equilibrata" (os- sia rispettosa della "statica” del telaio stesso) eval piant_-_ Rev. Ottobre 2011 pt Detto quindi {1} tale *sstema di spostament indipendentiu, alle coordinate", ¢detti ancora: + {F} ilvettore delle n "forze alle coordinate" F, , ossia le azioni nodali (forze e copie) applicate alle coordinate « {Fj ilvettore dette n "forze di vincolo perfetto” F 1, ossia le azioni nodali (forze e copie) da ap- plicare alle coordinate perché agendo assieme a tuti i carichi della condizione [C J, con esclusio- ne delle forze F, , rendano nulli tutti gli spostamenti 1,5 jema di spostamenti { u} © [K] la "marrice delle rigidezze" n x n relativa al Tequazione matriciale che esprime il metodo in questione @ la seguente: {e-F Ei ‘Tale relazione rappresenta il sistema di» equazioni di equilibrio (incognite spostamenti) cui si per- viene imponendo l'equivalenza del telaio in esame (carico [C] ¢ spostamenti u,) con una sommatoria di n+1 modeli, i cu il primo & caricato con la condizione [Ce con le forze {F P} (spostamenti u, nulli) ¢ tutti gli altri sono caricati ciascuno con un sistema di forze F,, tale da produrre un solo spostamento u, rendendo nel eontempo nulli tutti gli altri sieme delle forze F,, ovviamente, equivale al vettore {F—F}, ossia al sistema di forze Lt > [kw ‘A titolo di esempio, dato il telaio di fig. 18 (4 volte iperstatico), riferito ad.un sistema globale O (7), ste AB-BC-BD = EA= asta DE = Else Zz ¥ rif. globale ‘fig. 18 - Telaio con grado di iperstaticita 4 TeLAIPIANI - Rev. Ottobre 2011 _ p22 si assume preliminarmente il sistema {1} dei quattro spostamenti indipendenti alle coordinate (fig. 19) ‘fig. 19 - Telaio di fig. 18: coordinate spostamenti nodali ¢ si pone quindi l'equivalenza della condizione di carico assegnata con due ulteriori condizioni: la prima si ottiene aggiungendo a detta condizione il sistema di forze {F - F}, e la seconda é costituita dal sistema di forze {F-F} (fig. 20). ‘fig. 20- Telaio di fig. 18: sovrapposizione degli effetti (carichi) Poiché gli spostamenti x"), relativi al modello (1) sono tutti nulli, & evidente che gli spostamenti 1?) relativi al modello (2), dovendo essere _u, = u\") +u!*) , sono uguali agli spostamenti u, (principio di equivalenza). Tl modello (2), a sua volta, viene ricondotto ad una sommatoria di ulteriori 4 modelli (2,i), in ciascuno dei quali la condizione di carico & costituita dal sistema di forze F, tale da produrre uno solo degli sposta- TeLAt PlANI ~ Rev. Ottobre 2011 p.23 menti u, e rendere contemporaneamente null tutti gli alti (fig. 27); le forze k,, che compaiono nei modell jsulta k,, =k, in forza del teorema di Maxwell (2,4) sono ovviamente le rigidezze nodali, per le qual ‘fig. 21 - Telaio di fig. 18: sovrapposizione degli effetti (spostamenti) TELAL PAN! _- Rev. Ottobre 2011 p24 Per lequivalenza del modello (2) con la sommatoria dei modelli (2,i) si ha pertanto il sistema di 4 equazioni nelle 4 incognite u, No R= yt + fatty + say + ety = + Re -R - B= kam + bth + Mast + haat + Fy ~ Fe = ka + hata + sty + haat + Fx Lv — Fy = kay + kage, + kyty + kytty = + Fy e tale sistema di equazioni di equilibrio ¢ appunto, in forma matriciale, lanzidetta equazione del me- todo degli spostamenti tr Nel caso in esame, trascurando al solito gli effetti del taglio sulla deformazione, risulta: La matrice delle rigidezze & in definitiva fay in his Bw ky ky kas & rx] = |*2 Han has he yy Kay os ew Kay key as ew ‘ove i termini della i-esima colonna sono le rigidezze del modello (2,i) ¢ Puguaglianza k, =k, deno- ividuata dai termini a indici uguali k, . ta la simmetria rispetto alla diagonale principale, i Nel par. 4.2 sono riportate le forze di vincolo perfetto di aste monolitiche e con sconnessioni, soggette a varie condizioni di carico. Tetal PUAN! _~ Rev, Ottobre 2011 p.25 3.3. Metodo delle forze In termini duali rispetto al metodo degli spostamenti, i] metodo delle forze per la risoluzione di un ge- nerico telaio iperstatico, riferito ad un assegnato sistema globale e di cui si sia preventivamente scelto tun opportuno schema principale, consiste nell’individuazione dell'unico sistema di forze alle coordi- nate, fra gli infiniti "equilibrari" (ossia rispettosi della "statica" del telaio), tale che la configurazione deformata da esse indotta (unitamente alla condizione di carico [C’]) sia contemporaneamente anche "congruente" (ossia rispettosa della "cinematica" del telaio stesso). Detto quindi { F} tale "sistema din forze indipendenti F, alle coordinate", pari alle reazioni ipersta- tiche X, (interne e/o vincolari) dello schema principale prescelto, sommate con i corrispondenti even- tuali carichi F;’ direttamente applicati alle coordinate stesse, ¢ detti ancora: © {ul il vettore degli n "spostamenti alle coordinate" u,, ossia gli spostamenti dati alle coordinate; + {} il vettore degli n "spostamenti di liberté perfetta" ii, , ossia gli spostamenti alle coordinate generati nel sistema principale dalla condizione di carico [C’] depurata dagli eventuali carichi F/; + [H] la"matrice delle deformabilita n x n relativa al sistema di forze {F} Tequazione matriciale che esprime il metodo in questione é la seguente: ANF} Tale relazione non & altro che il sistema din equazioni di congruenza (incognite forze), il quale esprime lequi- valenza del telaio in esame (carico [C] ¢ spostamenti u, ) con una sommatoria di +1 modell isstatici (e 4uindi risolubili con sole equazioni di equilibrio) tuti uguali allo stesso schema principale assunto, di cui il primo presenta gli spostamenti 2%, (condizione [C] depurata dalle eventuali azioni F;') tutti gli altri presenta- no ciascuno un sistema di spostamenti 1, ognuno determinato da una sola forza ipersatica F, =X, + F. Linsieme degli spostamenti u,,, owiamente, equivale al vettore {u~iZ}, ossia al sistema di sposta- menti [27] {F}. AA titolo di esempio, si prende a in esame Jo stesso telaio di ig 18 gi esaminato con il meto- do degli spostamenti (4 volte iperstatico), assumendo come {u-a} c 7 [r}= schema principale quello ot- 2 tenuto ponendo una sconnes- sione a cemiera nel nodo B Resa (due iperstatiche interme) eli- Aes berando rispettivamente alla {Phat eee rotazione ed alla traslazione i 4 or Xtk vincoli A ed E (due iperstati- Jig. 22 - Telaio di fig. 18: schema principale e coordinate forze nodati °h* Vineolari) (ig. 22). etal plat _~ Rev. Ottobre 2011 p.26 Come si evidenzia nella fig. 23, (fig. 23 - Telaio di fig. 18: sovrapposizione degli effetti forze) “TeLatPuant ~ Rev. Ottobre 2011 p.27 laforza F, é parillareazione X, sommatacon il carico Fj =—T , gli spostamenti w= 13 = upc rappresentano la rotazione 1, del nodo B, non nota a priori. Si pone quindi 'equivalenza del sistema di spostamenti x, con la somma di quelli generati dalla con- dizione [C] depurata dalle forze F (modello 1) e di quelli generati dalle forze F; (modello 2): poi- ché le forze F, sono comprensive delle forze F; , ¢ evidente che la condizione di carico complessiva dei due modelli é equivalente a quella originaria. TI modello (2), a sua volta, viene ricondotto ad una sommatoria di ulteriori 4 modelli (2,1) , in cia- scuno dei quali si hanno gli spostamenti x,,; gli spostamenti h,, che compaiono nei modelli (2,i) A nodali, per le quali risulta h,, = hy in forza del teorema sono ovviamente le relative deformabili di Maxwell. Per lequivalenza del modello (2) con la sommatoria dei modelli (2,i) si ha dunque il sistema di 4 ‘equazioni nelle 4 incognite F, my — = yh + Ia + hah + ah +m + My + My uy — = Ih + bak + Ish + Irae + Uy + tay + Uy uy Hy = My F + Iigky + yh + teh + My + Mss + ty Uy — = yA + high + hak + hh + lg + as + tag e tale sistema di equazioni di congruenza & appunto, in forma matriciale, l'anzidetta equazione del metodo delle forze {u-u}=[H]{F} I valori delle F; che si ricavano da questo sistema sono peraltro ancora in funzione della rotazione 0, ma questultima pud essere determinata tramite la rotazione uj. dell'asta Po R+R as uy = us, essendo m, =u, BC, la quale & soggetta alle forze NV, , F,, (R-F,-F) applicate in B, e vale quindi: Mec PLRtR ,\R {ud he ont ee 5 R)e La matrice delle deformabilita é in definitiva Ty ag Is Ig hay Tig Igy Ig yy sg Ths Tse Kay Frag ay Pr [a= lita del modello (2,1), € Puguaglianza h,, = hy ove i termini della i-esima colonna sono le deformal denota la simmetria rispetto alla diagonale principale, individuata dai termini a indici uguali hy . TELAT PLANT ~ Rev. Ottobre 2011 - p.28 Appare peraltro chiaro come I'anzidetta procedura comporti non poche difficolta operative, dovendosi determinare le deformabiliti fe gli spostamenti i, che in genere sono di facile valutazione (ma non sempre) solo per modelli particolarmente semplici, e come altresi il numero delle incognite F, possa diventare molto rilevante all'aumentare dell'iperstaticita del telaio. 3.4. Confronto fra i metodi Sebbene nell’analisi di un telaio iperstatico tanto il metodo degli spostamenti quanto quello delle for- 72 consentono, in maniera duale Tuno rispetto alfaltro, di ricavare Tunica soluzione del problema dell’equilibrio elastico rispettosa sia dell'equilibrio che della congruenza, d’altro canto l'utilizzo dell'uno o deit'atro metodo & sostanzialmente condizionato dal numero delle incognite coinvolte, oltre che dalla facilita di scrittura delle equazioni e dallo scopo dell’analisi stessa (determinazione delle de- formazioni o delle sollecitazioni). {In generale pud pertanto affermarsi che il metodo degli spostamenti & pid conveniente per strutture fortemente connesse, (ridotto numero delle incognite u, ed equazioni sempre di forma semplice), ‘entre il metodo delle forze & invece pitt conveniente nel caso di stutture a poche iperstatiche (ridot- ‘ognite X, e determinazione diretta degli sforzi), to numero delle i Per converso il metodo degli spostamenti non conduce direttamente alla conoscenza delle sollecita- Zioni (che devono essere poi ricavate in funzione degli spostamenti x, ), e d’altra parte il metodo delle forze comporta in genere equazioni di forma non semplice ¢ ad elevata possibilita di efrori nei segni. ‘Da un punto di vista fisico, in entrambi i metodi il segno positivo 0 negativo che a fine analisi risulta per ogni incognita (forza o spostamento), rispettivamente ne conferma o ne inverte il verso inizial- mente assegnato con il sistema coordinato, In conclusione le caratteristiche di dualita dei due metodi risultano chiaramente dal confronto fra i se- guenti schemi riepilogativi: A- Metodo degli spostamenti + Equazione risolvente => {F~F}=[a]{u} © {F} = Forze alle coordinate => dati © (F} = Forze di "vincolo perfetto" alle coordinate (forze che impediscono gli spostamenti alle coordinate prodotti dai carichi non applicati alle coordinate) © [K] = Matrice delle rigidezze © {u} = Spostamenti alle coordinate => incognite TELAI PIANI - Rev. Ottobre 2011 p29 B.- Metodo delle forze © Equazione risolvente => {w~i}=[H]{ F} => Spostamenti alle coordinate => dati a + {} => Spostamenti di “Viberta perfetta" alle coordinate (spostamenti prodotti dai carichi non applicati alle coordinate) + [H] = Matrice delle deformabilita {F} = Forze alle coordinate => incognite di rigidezza [K] e di deformabilita [17], giova ricordare che: Da ultimo, nel merito delle matric 1. le due matrici, in quanto identificative delle caratteristiche fisico-meccaniche della struttura, di- pendono esclusivamente dalla geometria strutturale e dal sistema di coordinate seelto, ¢ sono vi- ceversa indipendenti dalla condizione di carico; 2. ta definibilita di ciascuna matrice & legata all’esistenza dei modelli che ne individuano le singole colonne, ossia alla condizione di indipendenza degli spostamenti u, (matrice [X]) e delle forze F, (matrice [#]); 3. itermini k, ¢ A, , diversamente dai termini k, © hy , sono sempre tutti positivi, essendo composti da uno o pitt elementi anch’essi sempre tutti positivi: cid in quanto ogni termine k, rappresenta la forza da applicare alla coordinata i-esima per vincere I’insieme delle singole re- sistenze esplicate dai vari elementi della struttura avverso all’unico spostamento x, =1 , ed ogni termine , rappresenta lo spostamento che si produce alla coordinata i-esima in conse- guenza delle singole deformazioni che avvengono nei vari elementi della struttura sotto Vazione dell’ unica forza F, 4, tanto i termini k, che i termini h, sono sempre significativamente pia elevati, in valore assoluto, degli analoghi termini k, © /,, dal che consegue che le due matrici oltre che simmetriche, sono anche a "diagonale principale prevalente"; 5. se in una struttura le due matrici sono entrambe definibili per uno stesso sistema di coordina- te, esse risultano I'una Pinversa delt°altra ossia tali che [X]-[47]=[7] , ove [7] & la matrice TELAIPUUM! - Rev. Ottobre 2011 unitd (termini della diagonale principale pari ad 1 e rut gli altri pari a zero) (fig. 24). coordinate forze e spostamenti METODO DEGLI SPosTamENT! (F,=0) rte fle ]f} 12ES 6ES P e Be se Sob 0 = L r . =| 34 2Ey = MO= Fees dks/ 2 UN=| F387] 5 (htt ‘] le 1 2EF EF fig. 24 - Sistema a 2 coordinate (spostamenti e forze) TELAL PIANI _~ Rev. Ottobre 2011 p.3l 3.5. Metodo di Cross La risoluzione dei sistemi di equazioni derivanti dagli anzidetti procedimenti di analisi, ¢ pit specifi- catamente da quello degli spostamenti, pud essere effettuata con metodi iterativi per successive ap- prossimazioni, che consentono sufficienti livelli di esattezza. La caratteristica di tali sistemi di avere la matrice dei coefficienti (le rigidezze) a "diagonale prevalente", fa si infatti che "iterazione continua alla Seidet" sia rapidamente convergente, necessitando in genere diinon pit di3++4 "gir?" per giungere a valori delle incognite soddisfacentemente esatti Il "metodo di Cross" non é altro che l'applicazione di tale procedimento di iterazione, sviluppato sugli increment 4,107," nw) delle incognite wu, ai sistemi di equazioni {- ¥}=[X] {u} relativi a mo- dellij cui nodi possono solo ruotare (telai a nodi fissi), € che coinvolgono quindi esclusivamente rigi- dezze flessionali alla rotazione. Pregio essenziale del metodo & che Iterazione, che viene vantaggiosamente sviluppata direttamente sullo schema geometrico, senza scrivere le equazioni ed operando in modo meccanico, fornisce diret- tamente i valori dei momenti flettenti. Dato dunque un qualunque telaio a nodi fissi, per ogni nodo si determinano preliminarmente: © le rigidezze flessionali alla rotazione W,, delle aste convergenti; W, _W, a7 * i "coefficient di ripartizione" py , fra le aste convergent, di una coppia flettente applicata nel nodo; ‘© le coppie di incastro perfetto J, relative a ciascuna asta convergente, da cui si ottengono i "mo- menti squilibranti" F,= J, ei "momenti equilibranti" —F, del nodo; © i "coefficienti di trasmissione" t, che individuano l’entita della coppia_m, =t,m, che in ogni singola asta si trasmette nell'estremo j, bloccato alla rotazione, per effetto di una coppia my ap- plicata nell'estremo i supposto libero di ruotare. Per modelli a nodi fissi, ovviamente, & sempre ty Cid fatto, ipotizzando un modello caricato esclusivamente sulle aste, cio privo di azioni applicate nei nodi, dopo aver individuato le incognite rotazioni nodali indipendenti u, (sistema coordinato) ed ave- re assunto come positivo il verso di rotazione orario, si bloccano preventivamente tutte tali rotazi applicando alle coordinate i momenti squilibranti F, =) 1, di competenza: in termini mece: cid equivale ad applicare ai nodi dei morsetti di blocco rotazionale. Iniziando quindi da uno qualunque di tali nodi (in genere il pitt squilibrato), gli si riconferisce la liber- 1 di ruotare applicandovi il momento equilibrante ~ F, (in termini meceaniei rimuovendo il morsetto presente) e ripartendolo, tramite i coefficienti di ripartizione p, , fra le varie aste convergenti, TELAI PLANT ~ Rev. Ottobre 2011 a : Si determinano poi le coppie equilibranti 1/,=-F,p, nell'estremo i e le coppie di trasmissione I, =t,11, nell'estremo j (che & impedito di ruotare) di ogni singola asta, ¢ indirettamente si ottiene BM oy oa K, W, My altresi la rotazione w;, essendo ~ Fp, = ‘A questo punto il nodo in questione, in cui sono presenti le coppie J, ¢ J,, @ in equilibrio e si im- ‘magina di ribloccarlo nella configurazione di rotazione u; raggiunta. Si passa quindi ad uno dei nodi contigui, in cui sono presenti le copie /, e la copia I1/,, pervenutavi (squilibranti) ¢ in modo analogo a quanto gid detto per il primo nodo, gli si riconferisce la liberta di ruotare applicandovi il momento equilibrante ~ }"(J,, + [,): si ottengono cosi le coppie equili- -D(4, +1, )p, €le coppie di trasmissione 11), =1, 1, nei nodi contigui, branti_ 11, Cid fatto anche tale nodo, in cui sono presenti le coppie 7,, 1, ¢ II, é in equilibrio e si immagina di ribloccarlo nella configurazione di rotazione u, raggiunta. Si procede quindi con le stesse modalitd per tutti gli altri nodi, in modo da completare un primo giro di iterazione, al termine del quale i singoli nodi hanno ruotato ciascuno di una certa entita u/ , restan- do bloceati nella posizione raggiunta. Tale configurazione deformata non & perd equilibrata, in quanto alla fine delle anzidette operazioni si avri in pili nodi la presenza di residue copie squilibranti 117, , che si sono sostituite alle copie F, nel compito di tenere i nodi stessi bloccati alla rotazione. Bisogna pertanto operare un secondo giro di iterazione, e procedendo con lo stesso ordine seguito nel i rotazioni wu” : nei primo giro si ottengono una nuova serie di copie IJ; ¢ II; ed una nuova serie ricquilibri dei nodi le copie ~ (JH, + 11/;) i sostituiscono alle coppie - Y(t, + 111; Le coppie 111, saranno nettamente minori in valore assoluto delle omologhe 11; ¢ ove fossero tra- scurabili in confronto alle corrispondenti coppie 1, si pud ritenere che i nodi siano in equilibrio e considerare quindi concluso il procedimento. Le coppie finali alle estremitd di ogni singola asta si ricavano infine come sommatoria delle coppie J, U,, Ill, Hj, Ill; ,€ le rotazioni dei nodi saranno pari alla sommatoria dei due contributiu) eu" Nel caso invece che le coppie II non siano trascurabili, bisognera procedere ad ulteriori giri di ite- razione (normalmente non pid di altri due), in modo da raggiungere tale condizione e poter considera re quindi concluso il procedimento. i Ia coincidenza delle anzidette operazioni con il metodo di risoluzione del sistema Appare chiara qi diequazioni {-F}=[K]{u} sviluppato per iterazione continua sugl incrementi delle variabili u,. Posta la corrispondenza fra i nodi del modello € le equazioni del sistema, il primo giro di iterazione meccanica infatti, nel quale si sbloceano uno alla volta le rotazioni dei nodi tenendo bloccati tutti gli altri, non & altro che il primo giro di iterazione matematica, nel quale si ricavano una alla volta le in- cognite u; ponendo nella i-esima equazione pari a zero le incognite successive alla /-esima e adottan- do per quelle precedenti i valori analogamente gia ottenuti dalle corrispondenti equazioni. TeLat IAN! _~ Rev. Ottobre 2011 - Le coppie JJ), non sono altro che i prodotti delle rotazioni w, dei nodi j, limitrofi al generico i-esimo nodo, moltiplicate per le rigidezze k, =W,/2- Il secondo ed i successivi giti di iterazione meccanica, che mettono in gioco esclusivamente le copie I, , corispondono ai giri di iterazione matematiea sviluppati senza tener conto dei termini noti ~ F, Come si é visto, le coppie finali alle estremita di ogni asta sono pari alla sommatoria dei relativi momenti 1,, 1, & III, © sono pertanto in parte costituite da coppie che si ottengono a nodo bloceato alla rotazione (1, ¢ HII, ).¢ in parte da coppie che si ottengono invece a nodo libero di ruotare (II, )- Ne consegue che le rotazioni u, di ogni nodo, pari alle rotazioni delle estremita di ciascuna asta con- DH i Felativa ad una qualungue di pmA ky ‘vergente, possono essere ricavate tanto con la relazione -Dl +m) taliaste, quanto con Ia relazione u, = SP 1° ‘A miglior chiarimento del metodo, se ne riporta l'applicazione su una semplice trave continua a quat- tro campate (fig. 25). , relativa a tutte le aste. My My My My My Wy, — I, | H, —+ Wy i, | — mm, I, | iy — Wy, | Wl, — I, | I, + Ms mm, —, |W, — MW, 1, — Uh, Pa FP ‘fig. 25 -Trave continua: metodo di Cross Se il nodo 1, ove il procedimento ha avuto inizio ed é stato arrestato alla fine del secondo giro di ite- razione, non risulta sufficientemente equilibrato, si prosegue con un terzo ed eventuale quarto giro. TELALPIANI - Rey. Ottobre 2011 p34 Nell'esempio si ha: lip ho =4al s 10 at lop Jy =A gh 5 2 75 V giro => My =-(ho+a)oos M2 =Uo + a)eai — My = halls An +g +) My = tyllgs Hy =a, +g + ty) plligs Moy =Uleg + Tyg + Mig Pgs Mls = ty; Wy Uh, = ~(lyy + Igy + Uey)oy3 Mig = tll tally s falls Ty = (UP, + HL, )oys: tally; Thy MPa Ms = by Tey Hi = —Ullipsys HD 2° giro => € quindi in definitiva My =Iho + lig + Mig My = Tig + Hin + Mig + Mig + My Mg, = [py + Hy + I + HE, + I, Thy + Hy + Wy + TDs + ly yg + Hig + Hy + Hg + Ty Ig + hg + Uy Mg = 143 + Mg + IM Come si é gid detto, il metodo illustrato si applica a modelli che presentano solamente incognite rota- Zioni, cio’ a modelli a nodi fissi, per i quali sono note le rigidezze flessionali alla rotazione delle aste & oppure a ), ma in realta é possibile estenderlo anche a modelli in cui alcuni nodi abbiano piena liberta di traslare. TELAIPIAN ~ Rev. Ottobre 2011 _ nas Cid in quanto per le aste interessate dallo spostamento vengono coinvolte ancora rigidezze flessionali alla rotazione note (quelle delle mensole, pari a = e bastera pertanto solo adottare i nuovi coeffi- Ml, ne t,=—* =-1 evalutare le nuove coppie di incastro perfetto 1, oi cienti di trasmi Gli schemi che seguono (fig. 26) esemplificano quanto detto. Mss is Ly 3 Pas = = i | | @ | | j @ | \ 1 db Jig. 26 - Telai con nodi liberi di traslare: metodo di Cross TELAIPIANI - Rey. Ottobre 2011 p36 Schema (a). ah Pn = 35 Schema (o): Wy, =422; Pu= a Tetarpant - Rev. Ottobre 2011 p37 Nel caso invece che si abbia un ordinario telaio a nodi spostabili, la metodica di Cross pud svilupparsi ancora ponendo l'equivalenza statico-deformativa del telaio in questione con una opportuna sommato- ria di modelli tutti a nodi fissi, e quindi risotvibili come gid indicato ("Cross generalizzato"), reso pertanto in esame il semplice schema di fig. 27 4 #8 D 0 fig.27: Telaio monopiano a nodi spostabili: metodo di Cross generalizzato che presenta lo spostamento d del traverso BC, se ne pone l'equivalenza con gli schemi 1 ¢ 2 (ove S, Si» Sz sono le sollecitazioni relative ai tre modellie —X @ la forza che impedisce lo spostamento 6 del traverso) ¢ si trasforma poi lo schema 2 attraverso lo schema 2, caricato con lo spostamento 5=1 e quindi anch'esso a nodi fissi. La forza X" di tale schema é Tazione di un vincolo fittizio che tiene il traverso bloccato nella posizione 5 =I; al pari di X essa é facilmente ricavabile imponendo nel modello l’equilibrio del traverso alla traslazione orizzontale. In definitiva le sollecitazioni $ del telaio assegnato, a nodi spostabili, si ottengono come somma delle sollecitazioni S, del modello 1, che é a nodi fissi, e delle sollecitazioni 5, =68 5% del modello 2, calcolate queste ultime tramite le sollecitazioni $$” del modello 2", anch'esso a nodi fissi, ossia X om a S=5, +S, =5, +65) =5, 4+ i i x TELAIPIANI ~ Rev. Ottobre 2011 p.38 Nel caso di telai a.» piani il metodo si sviluppa in modo analogo, impedendo preventivamente tutti spostamenti di piano 6, con un sistema di forze — X,, e facendoli poi avver uno alla volta, come & illustrato nel modello a due piani di ig. 28, il quale presenta lo spostamento 5, del traverso CD e lo spostamento 6, del traverso BE. 4 Coe -x, 5, 4%, > a 5. xX, . 4 6; s, 5 rd as WY ee 1 ae iy a a ae 1 be > > 4 651 5 = 5 = 8 5, =0 + 8. J s” Jig: 28 - Telaio bipiano a nodi spostabili: metodo di Cross generalizzato Si pone quindi la gid vista equivalenza con gli schemi J © 2, ¢ dopo aver caleolato le forze — x, ¢ ~; che vietano gli spostamenti_ 5, e 5;, si trasforma lo schema 2 attraverso gli schemi 2 © + 5; =0 nel pri- 2, anch’essi entrambi a nodi fis essendo gli spostamenti rispettivamente 6, = mo modelloe 5,=0 , 8, =1 nel secondo. TELAIPIANI ~ Rev. Ottobre 2011 p39 Alparidi X, e X; leforze X{ e X/?) si ricavano con semplici equazioni di equilibrio alla tra- Pe 1 2 ‘ ‘ P| slazione dei traversi Lequivalenza dello schema 2 con la somma degli schemi 6, -2" e 6,-2 consente di scrivere il sistema © _ 5 x® 5X? -8, XP =x, - 6X} + XP =X, dal quale si ricavano gli spostamenti incogniti 6, € 3, ¢ si possono ottenere infine le sollecitazioni S dello schema in esame tramite la sommatoria $=, +5, =5, 46,5) +5,5% icato dei simboli, si ha evidentemente Nel caso pitt generale di m piani, con owvio sig S=5,4+8; ove gli m spostamenti 6, siricavano dal sistema di n equazioni %, 8X2 YX (con ji), Appare peraltro evidente come l’anzidetta metodica generalizzata, rimettendo in gioco la sovrapposi- zione di pid modellie la risoluzione di un sistema di equazioni, perde il peculiare pregio di “automati- citk meccanica” del procedimento a nodi fssi, diventando non pratico gia per un numero di spostamenti 6, maggiore di due. In tal caso pud perd risultare ancora utile, per quanto laborioso, l'utilizzo di altri metodi classici di riso- luzione (Kani, Grinter, ecc.), in quanto anch’essi basati solo su operazioni di tipo automatico. TELAIPIANI ~ Rev. Ottobre 2011 p40 APPENDICE, TeLAl PiANt - Rev. Ottobre 2011 pl real puat_- Rev. Ottobre 2011 p.42 430-3041 2 lea yeaa Geo! al, M=wit : a reLaLplaNt - Rev. Ottobre 2011 p43 Phyl + 6ES | 2Ey 3k 6EF *"~ eT+2BF M=-W,1=-7k, 260 caer __ 2hgl + 6EF 3k, I V=-W,3M=-W,1 ” Y Rev, Ottobre 2011 TELAIPIANT , . , hy, a a Me a 1, 1 by iy ’ ae sey a 2k + 6EF “yD +12B7~ ___6En FP +1287 51+4EI 1 p.44 TeLaL PLAN! - Rey. Ottobre 2011 p.4s ees Be ae ry + 3EF 3EIL et sy "EP SEF ° w= 7 Aye 5,P +3ET~ 3B p46 TeLaI PUAN! _~ Rev. Ottobre 2011 J oo WH, 1+3ca? 1 p= ee __ + @) 1+ 4cGa? 3a +1) aa 26J _1+6c(a~a?) + de (Ga? 3a +1) TELATPIANI Rev. Ottobre 2011 _ - p.47 4.2. Forze di vincolo perfetto di aste monolitiche e con sconnessioni TELAIPIAME ~ Rev. Ottobre 2011 p.48 p.49 Rev, Ottobre 2011 TELAI PAN] _~ a 1a M,=0 V5 atarie ~atarig'g— TELALPIANI - Rev. Ottobre 2011 p.s0 TELAIPUNI_~ Rev. Ottobre 2011 p.Sl TELAIPIANI - Rev. Ottobre 2011 m M, =alatig so My = alanigp a argo atari 2S 12Ey ey Hy=aldig |i, =—alang?6 alAt 2BJ s 7 TELAI PIANT vy, Rey, Ottobre 2011 p53 TeLAI PLANT _- Rev, Ottobre 2011 TELAIPIANT Rey, Ottobre 2011 TELAIPUNI - Rev. Ottobre 2011 p.56 12 2 +2 _+_4 — reLal pian! ~ Rev. Ottobre 2011 _ p57 M,= alarigp M, = a1 arigp 12Ey 12Ey en Panel anise Hy =atanigeg ee Hy ~alarigeg 2 V,=-al Attgé p.58 Rev, Ottobre 2011 TELAI PLANE _~ TeLat Plan! - Rev. Ottobre 2011 p.59 TELALPIANI ~_ Rev. Ottobre 2011 sar be p.60 p.6l rELALPIAN! _~_Rev. Ottobre 2011 TELA PLAN] - Rev. Ottobre 2011 p.62 w 7) a@lAt2EF rar] es TF TELAI PLAN! - Rev. Ottobre 2011 INDICE Cap. 1.- Preliminari 1.1. Generalita sui telai 1.2. Carichi e spostamenti... 1.3. Rigidezze e deformabilita delle aste. 1.4, Rigidezze di nodo e di piano; coefficienti di ripartizione. . 2.- Comportamento statico - deformativo geometrica dei telai: simmetria, emisimmetria, parasimmetria 2.1. Anali 2.2. Telai parziali... ; 2.3. Diagrammi qualitativi della sollecitazione flettente e deformate elastiche.. . 3.- Caleolo delle sollecitazioni Bu, Premessa..esseseeeseo 3.2. Metodo degli spostamenti 3.3. Metodo delle forze.... 3.4. Confronto fra i metodi 3.5. Metodo di Cross. Appendice A.1. Rigidezze di aste monolitiche, con sconnessioni e con vincoli elastici, A.2. Forze di vincolo perfetto di aste monolitiche e con sconnessioni. p.63 uw 16 7 19 20 25 28 31 40 47

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