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a Luna lastro che pi ha attirato lattenzione delluomo, in tutti i tempi. Ci che colpisce di lei sono
i simboli che evoca, gli influssi a lei attribuibili e le azioni alle quali possibile associarla.
Considerata, per esempio, una divinit dai Romani associata al mistero della notte e del buio,
elementi fondamentali degli incontri con i lupi mannari, come ci racconta Nicerote, uno dei partecipanti alla
cena di Trimalcione nel Satyricon; simbolo della Natura bella e terribile del Leopardi pi maturo autore
del famoso Canto Notturno di un pastore errante dellAsia. Misteriosi nellantichit e in parte al giorno
doggi rimangono gli influssi del nostro satellite sulla Terra: non mancavano e non mancano neppure
oggigiorno contadini convinti che dalla Luna dipenda il buon esito di certe attivit agricole, come la potatura
delle piante, la conservazione del legname o la semina; come proverbiale che i lupi abbiano la tendenza a
ululare al disco pieno della Luna (anche se questo, accertato, non vero). Ultimamente si fanno spazio
anche le ipotesi che vedrebbero collegate le emorragie durante gli interventi chirurgici al plenilunio o,
addirittura, lesistenza di un effetto Transilvania, per cui la Luna piena altererebbe, in peggio, lo stato
psichico degli esseri umani. Solo teorizzata dai Greci e dai Romani e confermata dalla legge della
Gravitazione Universale di Newton linfluenza della Luna (e del Sole anche se in minor parte) sulle maree .
Naturalmente luomo non si mai accontentato di guardare e basta ha sempre desiderato di sapere
qualcosa di pi riguardo alla Luna e non si mai appagato solo delle sensazioni uniche che essa suscitava in
lui: il caso di Aristarco di Samo, matematico del 310 a.C., il quale tent di misurare la distanza tra Terra e
Luna con lutilizzo della trigonometria. Ma la curiosit che luomo ha avuto sul conoscere la Luna lo ha
portato non solo a perfezionare la teoria (sulle fasi lunari o le eclissi di Luna ad esempio), ma anche la
pratica: la data del 20 luglio 1969 ne la prova: Neil Armstrong, E.E. Aldrin sono i primi uomini a mettere
piede per la prima volta sul suolo lunare (grazie alla missione USA Apollo 11, anche se importanti conquiste
nel campo spaziale erano avvenute gi qualche anno prima grazie alla tecnologia sviluppata dagli scienziati
dellURSS). Per il progresso tecnologico futuro, la Luna rappresenterebbe, in teoria, una figura
fondamentale: stata accennata lidea della Luna come prima tappa per astronavi pilotate da uomini che
dovrebbero intraprendere, in un futuro forse non lontanissimo, i pi audaci viaggi interplanetari. E ancora
riguardo a questo si sta pensando anche a un sistema a guinzagli rotanti per il trasporto di carichi dalla
Terra alla Luna e forse alla costruzione di una base spaziale che semplificherebbe non poco lidea dei viaggi
interplanetari.



L

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Composto tra l'ottobre del 1829 e l'aprile del 1830, questo canto fu pubblicato per la prima volta
nell'edizione dei Canti del 1831. L'idea fu suggerita da un passo di un articolo pubblicato nel 1826 riferito
ai pastori nomadi dell'Asia Centrale: Parecchi tra loro passano la notte seduti su un sasso a guardare la
luna, e ad improvvisare parole molto tristi su certe arie che non lo sono di meno.
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?


Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore;
Move le greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando
avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e pi e pi s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Col dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
la vita mortale.
Nasce l'uomo a fatica,
Ed rischio di morte il nascimento
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolare dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio pi grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perch dare al sole,
Perch reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita sventura,
Perch da noi si dura?
Intatta luna, tale
lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.
Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che s pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir della terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perch delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno co' suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star cos muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in ciel arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Cos meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre l donde son mosse;
Uso alcuno, Alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avr fors'altri; a me la vita male.
O greggia mia che posi, oh te beata
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perch d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma pi perch giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu se' queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
la mente, ed uno spron quasi mi punge
S che, sedendo, pi che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda, o quanto,
Non so gi dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, n di ci sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perch giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?
Forse s'avvess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Pi felice sarei, dolce mia greggia,
Pi felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando l'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
funesto a chi nasce il d natale.

3


Questo canto, a differenza degli altri grandi idilli, ambientato in un luogo lontano e indefinito e il suo
protagonista un anonimo pastore, portavoce degli stati d'animo di tedio e di sgomento provati da ogni
uomo di fronte alla vanit e all'incomprensibilit dell'esistenza. Caratteristica l'assenza di riferimenti di
tempo e di spazio, levocazione di un paesaggio disabitato e sconfinato, la figura solitaria e anonima del
protagonista che contribuiscono a conferire al canto un carattere simbolico.
Da notare:
1. La figura del semplice pastore: un personaggio ingenuo, primitivo, in contatto con la natura ma consapevole
dellinfelicit universale come ogni uomo civilizzato
2. Analogia tra la vita errabonda del pastore e il movimento degli astri e delle stagioni
3. La duplicit della figura della Luna, sottolineata dallampia gamma di epiteti che il pastore le rivolge: tanto
bella e vicina da invitare al colloquio e al tempo stesso fredda e remota spettatrice, che non si cura delle
vicende umane.
Riguardo ai contenuti, il Canto pu essere suddiviso in 4 parti:
vv.1-38
I versi 1-38 possono essere divisi in due distinte parti: la prima (vv.1-20) che ha come centro la Luna e la seconda che
ha come centro l'uomo (vv.21-38): abbiamo quindi nella prima parte la tematica della vita cosmica e nella seconda la
tematica della vita umana. Le domande che il poeta si pone sono di tipo retorico, cio non hanno in s l' esigenza della
risposta. L'esigenza nell'uomo, e il bisogno nasce da una dissacrazione religiosa e dal contatto diretto con la realt. E'
una tematica dominata dal contrasto fra natura e ragione, un contrasto che la prima fonte dell'infelicit umana. La
tematica della vita umana sfocia in quella della vita cosmica perch l'uomo nella natura non trova pi alcuna dolcezza,
alcun sollievo, perch anche la natura dominata da quella condizione di amarezza e di infelicit che domina l'uomo:
il pessimismo cosmico nel quale tutto avvolto senza soluzione.
vv.39-60
Anche questa seconda parte divisibile in due sezioni, entrambe basate sulla tematica della vita umana. La prima (vv.
39-51) contiene la descrizione dell'esistenza soprattutto nei primi momenti che seguono la nascita: la prima
manifestazione di vita il pianto e il primo atto d'amore nei suoi confronti rappresentato dalla consolazione che i
genitori rivolgono al neonato. La seconda parte (vv. 52-60) contiene una serie di domande retoriche dal tono
profondamente drammatico, in cui il poeta si chiede come mai l'uomo continua a procreare sapendo che per tutti la vita
sventura. La chiusura contiene il paragone fra la vita mortale dell'uomo e la vita immortale della luna. Nel complesso
cogliamo quasi l'impotenza dell'uomo che si evidenzia proprio nell'atto suo forse pi delicato: quello di consolare il
bambino dell'esser nato: un atto che ci appare subito inutile e vano (il verbo /consolare/ ripetuto per ben tre volte nei
vv. 44, 49 e 54 quasi a sottolineare il profondo senso di impotenza dell'uomo, ma anche di mancanza di razionalit).
vv.61-104
La terza parte tutta incentrata sulla tematica della vita cosmica, e mette in evidenza il pessimismo 'cosmico' appena
velato dal fatto che comunque il cosmo, e in particolare la luna, conoscono la serie di risposte alle domande retoriche
precedentemente formate. E non solo il cosmo conosce l'origine della vita dell'uomo, perch l'uomo nasce e muore,
cos' "lo scolorar del sembiante", perch l'avvicendarsi delle stagioni, ma anche perch l'aria, l'infinito sereno, le stelle,
nella profonda suggestione di un mondo surreale nel quale illusoriamente tutto pu essere risolvibile. E il dolore del
poeta aumenta, sapendo che lui del 'tutto' nulla sa, mentre cosciente della fragilit della sua esistenza e che la vita per
lui altro non che il dolore, anche se qualcuno potr vivere in qualche modo dei momenti pi o meno felici. Ancora una
volta ritorna la figura della luna, intatta, giovinetta immortale che partecipa del moto stesso dell'universo, parte
integrante di quella surrealt alla quale sempre l'uomo nella sua fragilit tende.

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vv.105-143
La quarta parte tutta incentrata sulla tematica della vita umana, in un rapporto non pi possibile sul piano della
conoscenza (delle leggi perfette che regolano il cosmo), ma sul piano dell'esistenza con la 'greggia', la quale posa senza
pensiero, sull'erba o sotto l'albero in una condizione di quasi beatitudine, mentre il poeta soffre per la sua condizione di
tedio e di noia. I versi 133-138 offrono uno spiraglio per il superamento della dolorosa situazione in cui il poeta si trova
e che ha descritto precedentemente; ma questo spiraglio viene distrutto dai versi seguenti e specialmente dagli ultimi:
"forse in qual forma, in quale / stato che sia, dentro covile o cuna, / funesto a chi nasce il d natale". Se
precedentemente il poeta punta la sua attenzione sul fatto che qualcun altro un poco di gioia o "contento" pu
assoporare nella vita, con l'ultimo tremendo verso toglie ogni possibilit all'uomo di credere che comunque la vita possa
offrire un poco di felicit. Cadono le illusioni, e al poeta e all'uomo non resta che l'attesa della morte.
In questo canto Leopardi riserva una grande libert della struttura metrica(sei strofe di diversa lunghezza di
endecasillabi e settenari liberamente alternati e ritmati; ciascuna strofa termina con la rima in ale), uso di espressioni
indefinite, duttilit e limpidezza della struttura sintattica, naturalezza e fluidit del ritmo.




In questo estratto, Petronio mira a ricostruire leffetto di una narrazione folclorica. Per questo sceglie
lincontro con il lupo mannaro, tema assai noto al racconto di paura popolare. Numerosi infatti sono gli
elementi di cultura popolare presenti nellepisodio: la presenza della luna piena al momento della
trasformazione (luna lucebat tamquam meridie), lorinare intorno ai vestiti e la loro trasformazione in pietra,
la credenza che di notte le strade fossero percorse dagli spiriti dei morti. Questa storia di licantropia solo
una delle molteplici storie incastonate allinterno del romanzo (il Satyricon) allo scopo di esaltare la forza
primaria e dominante dellistinto.

Provocato da Trimalchione, un tal Nicerote racconta una storia terrificante:
6 Ai tempi che ero ancora uno schiavo, si abitava in Vico Stretto; oggi la casa di Gavilla. L, come dio vuole,
incominciai a trescare con la moglie di Terenzio, quello dell 'osteria. La ricordate, Melissa di Taranto, una splendida
cicciona. 7 Io per, giurabbacco, non era mica per il fisico, o per farci l 'amore, che mi interessavo a lei, ma perche era
tanto morale. 8 Se le chiedevo qualcosa, mai che mi dicesse di no; se guadagnava un soldo, mezzo soldo era per me; lo
depositavo nel suo seno, ne mai che restassi fregato. 9 Il suo compagno venne a morte mentre erano in campagna. [...]
62.1 Volle il caso che il padrone fosse partito per Capua a smerciar il meglio delle sue cianfrusaglie. 2 Afferrata al volo
l'occasione, convinco un tale, ospite l da noi, a venire con me sino al quinto miglio. Non per nulla era un soldato forte
come un demonio. 3 Leviamo le chiappe, verso il canto del gallo. La luna luceva come a mezzo giorno. 4 Arriviamo a

5

un cimitero: il mio uomo si mette a farla tra le tombe, io mi siedo canterellando e conto le tombe quante sono. 5 Poi,
come torno con gli occhi al compagno, quello l che si sveste e depone tutti gli abiti al margine della strada. 6 Io avevo
il cuore in gola, ero pi morto che vivo. Quello allora piscia in cerchio intorno agli abiti e all'improvviso diventa lupo.
Badate che non scherzo: non mentirei per tutto 1 'oro del mondo. 7 Dunque, come dicevo, una volta quel che divenne
lupo, incominci ad ululare e fugg nelle selve. 8 Sulle prime non sapevo pi dove fossi. Poi mi feci vicino, per
raccattare gli abiti di quello l, ma gli abiti erano diventati di pietra. A morir di paura, chi pi morto di me? 9 Tuttavia
strinsi in pugno la spada, e, abracadabra, andai infilzando le ombre, sin quando non giunsi al podere della mia amica. 10
Entrai che ero uno spettro, mezzo scoppiato, ma con il sudore che mi correva per la forcata, con gli occhi fissi: ce ne
volle per rimettermi. La mia Melissa sulle prime era stupita che io o gli fossi in giro cos tardi, e "Se arrivavi un po'
prima, -disse -almeno ci davi una mano, che un lupo si introdotto nel podere e da vero macellaio ci ha sgozzato tutte le
bestie. Per non l'ha fatta pulita, anche si se riuscito a fuggire, che uno dei nostri schiavi gli ha trapassato il la collo
con la lancia". 12 A sentir questo, non riuscii pi a chiuder occhio, ma, appena fatto giorno, via di corsa alla casa del
nostro Gaio, che sembravo l'oste dopo il repulisti. E una volta che giunsi in quel luogo, dove gli abiti erano diventati di
pietra, non altro trovai che del sangue. 13 Come poi giunsi a casa, il mio soldato giaceva sul letto che che sembrava un
bove e c'era un medico che gli curava il collo. Mi fu chiaro che era un lupo mannaro, ne ho potuto da allora dividere il
pane con lui, nemmeno se mi avessero ammazzato. 14 Comodi gli altri di pensarla in proposito come vogliono, ma io,
se mento, che il cielo mi punisca.

Petronio
Nato a Cuma nel 14 d.C., segnalatosi per la disinvolta eleganza dei modi e la bizzarria era diventato una vera
autorit. Come proconsole in Bitinia e pi tardi come console aveva dimostrato energia e capacit di
comando. Tornato a Roma entr nelle grazie dellimperatore che lo volle come arbitro di eleganza
(elegantiae arbiter). Il suo crescente prestigio infastid il prefetto del pretorio Tigellino che lo accus di
complicit nella congiura dei Pisoni. Petronio mor nel 66 a Cuma.
Satyricon (trama)
La storia narrata nel Satyricon ha inizio a Marsiglia. Qui in occasione di una pestilenza, Encolpio, il
personaggio narrante, viene scelto dalla cittadinanza come capro espiatorio e viene scacciato. Encolpio inizia
un vagabondaggio che lo porta a visitare varie citt dellItalia Meridionale. Encolpio, come Poseidone
perseguita Ulisse nellOdissea, incorso nellira di Priapo. La persecuzione attuata dal dio sta forse nel fatto
che Encolpio gli assomiglia nellaspetto, ma non nel carattere. Priapo un mortale nemico dei ladri, mentre
Encolpio, studente spiantato, costretto pi volte a rubare. Priapo, il dio della fertilit, si prende le sue
vendette nella sfera sessuale: gli contrappone femmine possessive o disturba i suoi amori con la classica
presenza del terzo incomodo. Amante di Encolpio con tendenza allinfedelt il giovane efebo Gitone.
Satyricon (modelli)
La struttura e i temi trattati nel Satyricon richiamano in primis lOdissea omerica, parodicamente ripresa
nella persecuzione divina e nel motivo del viaggio (anche il numero dei libri del Satyricon era probabilmente
24 come quelli dellOdissea). In secundis, evidente una ripresa parodica del classico romanzo greco
damore, con la differenza che la coppia di fidanzati omosessuale e non eterosessuale e la fedelt
conservata a tutti i costi si trasforma in fedelt tradita di continuo. Fondamentali pure i riferimenti alla
Fabula Milesia (per il tema erotico) e alla Satira Menippea (per lalternarsi di parti in prosa e in versi).



6



r ri is st ta ar rc co o d di i S Sa am mo o ( (3 31 10 0 a a. .C C. . - - 2 23 30 0 a a. .C C. .) ) solitamente citato come uno dei precursori di Copernico nel
proporre una visione eliocentrica del cosmo. Una visione in cui il Sole, fermo, occupa il centro del
sistema e Terra e Pianeti gli orbitano intorno, mentre la Luna orbita intorno alla Terra e le stelle sono
fisse sullo sfondo. Matematico ed astronomo egli occupa tuttavia un posto importante nello sviluppo
dell'astronomia matematica; oltre alle sue teorie, infatti, a lui si deve il primo tentativo di determinare le
dimensioni e le distanze del Sole e della Luna. I valori da lui ricavati, per quanto errati, furono utilizzati da
tutti i suoi successori per pi di 1500 anni. Solo verso il XVII secolo, infatti, dopo le osservazioni di
Copernico, Keplero ed altri si ebbe una determinazione corretta di queste distanze. L'unica opera di Aristarco
sopravvissuta si chiama Sulle grandezze e le distanze del Sole e della Luna.
Le ipotesi da cui parte possono essere riassunte come segue:
1. la Terra una sfera
2. il Sole lontano, ma non troppo perch i suoi raggi colpiscano Terra e Luna con angoli
diversi
3. la Luna orbita intorno alla Terra in modo che sia possibile avere le eclissi

Con l'uso della trigonometria, sconosciuta ad Aristarco, la sua deduzione equivalente alla situazione
mostrata nella figura qui sotto (molto approssimativa):




90 3

87


A
A

Luna
Sole

Terra

7

Quando la Luna esattamente semipiena, langolo TLS di 90. Aristarco ha misurato langolo LTS
ottenendo un valore di 87. Poich la somma degli angoli interni di un triangolo di 180, langolo TSL
risulta di 3. Disegnato un triangolo con questi valori per i tre angoli, si misurano i lati TS e TL e si calcola
il loro rapporto, che risulta uguale a 19. Quindi TS:TL = 19:1. Tutti i triangoli che hanno gli angoli di
90; 87; 3 sono simili fra di loro e di conseguenza per tutti, anche per quello Terra-Luna Sole, si avr
TS:TL = 19:1. La distanza Terra-Sole (TS) deve quindi essere 19 volte maggiore della distanza Terra-
Luna (TL). Procedimento perfettamente valido e corretto, nonostante i valori errati lo portassero a
conclusioni sbagliate.
In realt langolo LTS di 8951' ed il rapporto TS:TL di 389:1.


Sappiamo per il secondo principio che:

F=m
2
a 1.1

e l'accelerazione centripeta in un moto circolare uniforme uguale =v
2
/r cio

.

Newton sapeva che

1.2

dalla terza legge di Keplero. v nel moto circolare uniforme pari ad una circonferenza fratto il periodo

da cui

.

Per cui sostituendo a nella (1) abbiamo

1.3

Ma dalla terza legge di Keplero

cio




per cui sostituendone l'espressione nella 1.3 otteniamo



ovvero




8

Per il terzo principio della dinamica ad ogni forza corrisponde una uguale e contraria per cui, indicata con m
1
la massa del sole attirata dal pianeta con una forza F'. Si ottiene in modo analogo



Dall'uguaglianza delle due forze si ottiene

e quindi

costante
Da qui si deduce

.

Da qui risulta



Ovvero la legge di gravitazione universale di Newton cos come la conosciamo.

Perch Newton non riusc a risolvere l'ultimo problema, ovvero determinare G ?
Non esistevano a quel tempo strumenti cos sofisticati per misurare cose cos piccole. Bisogna aspettare il
1798 per avere l'esperimento di Cavendish.
_______________________________________________________________________________________
Supponiamo di avere un pianeta di massa m e il Sole con una massa Ms. La forza di gravit fra essi :


Questa forza responsabile dellaccelerazione centripeta del pianeta:


Perci la forza centripeta necessaria per mantenere in orbita il pianeta non altro che ma:


Inoltre la velocit del pianeta, v, il rapporto tra la circonferenza dellorbita,2r, e il tempo T.
Quindi abbiamo che:



Ora uguagliamo la forza centripeta alla forza di gravit per ottenere:


Eliminiamo m e riscriviamo in modo diverso:



9

Ovvero, per concludere:


Come previsto da Keplero, T proporzionale a

.
Questo valore dipende dalla massa del Sole o pi precisamente, il periodo T dipende dalla massa
del corpo intorno al quale si orbita. Esso non dipende quindi dalla massa del pianeta orbitante.




l l s so og gn no o d de el ll l u uo om mo o, , c co ol lt ti iv va at to o s si in n d da al ll l a an nt ti ic ch hi it t , , s se em mp pr re e s st ta at to o q qu ue el ll lo o d di i r ra ag gg gi iu un ng ge er re e i il l c ci ie el lo o. . S Se e n ne e h ha a l la a
p pr ro ov va a g gi i n ne el l m mi it to o d di i D De ed da al lo o e e I Ic ca ar ro o. . V Vo ol la ar re e s st ta at ta a u un na a p pa as ss si io on ne e a al ll la a q qu ua al le e s si i s so on no o d de ed di ic ca at te e p pe er rs so on ne e d di i
v va ar ri ie e n na az zi io on ni i e ed d e es st tr ra az zi io on ni i s so oc ci ia al li i: : s si i p pa ar rl la a d di i p pe er rs so on na ag gg gi i i il ll lu us st tr ri i d de el l c ca al li ib br ro o d di i L Le eo on na ar rd do o D Da a V Vi in nc ci i, ,
E Et ti ie en nn ne e e e J Jo os se ep ph h M Mo on nt tg go ol lf fi ie er r ( (i in nv ve en nt to or ri i d de el ll la a m mo on ng go ol lf fi ie er ra a) ), , i i f fr ra at te el ll li i W Wr ri ig gh ht t ( (i in nv ve en nt to or ri i d de el l p pr ri im mo o b bi ip pl la an no o a a
m mo ot to or re e) ). . D Da a a al ll lo or ra a l l u uo om mo o h ha a c ce er rc ca at to o d di i a ar rr ri iv va ar re e s se em mp pr re e p pi i i in n a al lt to o. . Ad opera di Auguste Picard il primo
volo nella stratosfera, e da allora i progressi sulle macchine volanti non si sono pi fermati. Ma per avere i
primi voli anche al di fuori dellatmosfera bisogner aspettare il secondo dopoguerra e la guerra fredda.





I

10

Data da ricordare
sicuramente il 4 ottobre
1957 per il lancio del
satellite Sputnik-1 (a
sinistra ), sovietico
, dal peso di 54 kg e
alloggiato nel muso di n
missile balistico sovietico
Gli scienziati sovietici,
diretti dal leggendario
progettista Sergei Korolev avrebbero mostrato la loro
superiorit al mondo anche un mese dopo con il lancio dello
Sputnik 2 seguito da un secondo con a bordo la cagnetta
Laika, per vedere se cera la possibilit di mandare anche un
uomo nello spazio. Il ritorno di Laika, dimostrava che luomo nello spazio non era pi un sogno, ma una
attuabile possibilit. Ecco infatti che il 12 aprile 1961 il pilota militare Yuri Gagarin (in alto) percorse
lorbita della Terra a bordo del Vostok 1, lanciato alle 9:07 della mattina (il satellite sarebbe tornato al suolo
unora e quarantotto minuti dopo il lancio). Lenorme successo riscontrato dai sovietici fu un durissimo
colpo per gli americani, i quali passarono subito al contrattacco: il mese successivo al volo di Gagarin, il
presidente americano John Fitzgerald Kennedy lanci il pi ambizioso progetto per quei tempi: lo sbarco
delluomo sulla Luna. Il programma fu diretto dal tedesco Werner Von Braun e fu eseguito a Cape
Canaveral, in Florida. Nel frattempo nel 1963, Valentina Tereskova entra nella storia come la prima donna
ad andare nello spazio. LURSS ha ancora una volta battuto gli USA sul tempo.


Nonostante vari insuccessi e gravi tragedie (tre statunitensi persero la vita durante una prova a terra
dellApollo 1 nel gennaio del 1967), gli USA furono i primi ad avere lonore di posare il piede sulla

11

Luna. Siamo al 21 luglio 1969 quando Neil Armstrong, accompagnato dal colonnello E.E. Aldrin e da
Michael Collins che rimase in orbita, atterr con successo sulla Luna.



12

S So op pr ra a r ri ip po or rt ta at ta a l la a c co op pi ia a d de el ll la a t ta ar rg gh he et tt ta a i in n a ac cc ci ia ai io o i in no os ss si id da ab bi il le e c ch he e A Ar rm ms st tr ro on ng g l la as sc ci i s su ul ll la a L Lu un na a, , a al l p pr ri im mo o
s sb ba ar rc co o n ne el l l lu ug gl li io o 1 19 96 69 9. .

Armstrong ed Aldrin collocarono alcuni
strumenti per le rilevazioni scientifiche
tra questi vi era uno specchio per
riflettere i raggi laser proiettati dalla
Terra che avrebbero reso possibili
perfette misurazioni della distanza
Terra-Luna, e infine un sismografo.
Dopo la cosiddetta Corsa alla Luna
degli anni 70, le missioni spaziali verso
il nostro satellite si sono ridotte
notevolmente. Solo recentemente la
sonda Clementine, costruita riadattando
un satellite spia militare, ha ripreso
numerose immagini delle regioni polari
ancora sconosciute, ma nel maggio del
1994 questa sonda ha perso i contatti con
la Terra. Dal 1998 in attivit la sonda
Lunar Prospector della NASA, che ha lo
scopo di effettuare la mappatura
completa della superficie lunare e di
studiarne la composizione mineralogica. Grazie a queste innumerevoli spedizioni siamo riusciti ad ottenere il
vastissimo numero di informazioni oggi a nostra disposizione: i moti lunari, le eclissi, le maree, la
composizione interna del nostro satellite ormai per noi non sono pi un mistero.



L La a L Lu un na a l l u un ni ic co o s sa at te el ll li it te e n na at tu ur ra al le e d de el ll la a T Te er rr ra a. . E E u un n a as st tr ro o p pr ri iv vo o d di i l lu uc ce e p pr ro op pr ri ia a, , c co os st ti it tu ui it to o d da a m ma at te er ri ia al li i a al ll lo o
s st ta at to o s so ol li id do o, , l la a c cu ui i m ma as ss sa a t to ot ta al le e p pa ar ri i a a 1 1/ /8 81 1 d di i q qu ue el ll la a d de el ll la a T Te er rr ra a. .


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Dati caratteristici della Luna




La massa e le dimensioni della Luna sono abbastanza ragguardevoli se vengono paragonate a quelle degli
altri 63 satelliti del Sistema Solare ( la sesta per grandezza). La densit della Luna di 3,3g/cm e la sua
forza di gravit circa 1/6 di quella terrestre. Unaltra importante caratteristica della Luna riguarda
ovviamente la mancanza di atmosfera e di idrosfera; tale mancanza dovuta al basso valore della gravit e,
di conseguenza, al basso valore della velocit di fuga (la Terra in grado di trattenere la sua atmosfera
perch la sua velocit di fuga alta e corrisponde a 11,2 km/s) da questo corpo celeste: eventuali gas presenti
si sarebbero facilmente dispersi nel lontano passato, quando la Luna era molto calda, e si disperderebbero
anche oggi. La velocit di fuga dalla Luna di soli 2,4 km/s. Un altro effetto dato dalla mancanza di
atmosfera lelevata escursione termica fra la notte e il d lunare, con temperature che mediamente
variano dai -150C ad oltre +110C. Per quel che riguarda le caratteristiche generali utile ricordare, infine,
lalbedo della Luna, ossia il suo potere riflettente: esso di circa 0,07. Ci vuol dire che solo il 7% della
luce solare ricevuta viene inviata verso di noi.

Anche la Luna, come la Terra e gli altri corpi celesti, cambia continuamente posizione nello spazio. Essa
dotata di un insieme di movimenti simultanei. I principali sono:
il moto di rotazione che essa compie intorno al proprio asse;
il moto di rivoluzione intorno alla Terra;
il moto di traslazione assieme alla Terra intorno al Sole.


La Luna compie un movimento di rotazione attorno al proprio asse in senso antiorario impiegando
27
d
7
h
43
m
12
s
, esattamente quanto impiega per la sua rivoluzione; questo il motivo per cui la Luna volge
verso di noi sempre la stessa faccia. In teoria, quindi dovremmo vedere il 50% della superficie lunare.
Bisogna tener conto per che la Terra causa di perturbazioni che prendono il nome di librazioni (a causa
dellinfluenza sul rigonfiamento equatoriale). Altre librazioni sono apparenti, cio connesse alle diverse
Massa (10
24
kg) 0,07349 Magnitudine massima -12,74
Volume (10
10
km
3
) 2,1958 Semiasse maggiore (10
6
km) 0,3844
Raggio Equatoriale (km) 1738,1 Periodo di rotazione (ore) 655,728
Raggio Polare (km) 1736 Periodo orbitale (giorni) 27,3217
Densit (kg/m
3
) 3350 Perigeo (10
6
km) 0,3633
Gravit (m/sec
2
) 1,62 Apogeo (10
6
km) 0,4055
Velocit di fuga (km/sec) 2,38 Velocit orbitale media (km/sec) 1,023
Diametro apparente (") 1864,2

Velocit orbitale massima (km/sec) 1,076

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posizioni che la Luna assume rispetto alla Terra, che pure si sposta, e ai vari punti della superficie terrestre
dai quali si osserva la Luna; insieme a quelle vere, esse ci consentono di vedere un po pi della met della
superficie lunare, circa il 59 %.



Il movimento di rivoluzione della Luna attorno alla
Terra si compie in senso antiorario lungo unorbita
ellittica di cui la Terra occupa uno dei due fuochi. In
tale orbita, il punto pi vicino alla Terra prende il nome
di perigeo (356 410 km), mentre quello pi lontano
viene chiamato apogeo
(406 740 km). La velocit con cui la Luna compie il suo
moto di rivoluzione attorno alla Terra si aggira intorno a
1 km/s, ed maggiore in prossimit del perigeo e
minore in prossimit dellapogeo. Il
piano dellorbita lunare non coincide con quella
dellorbita terrestre, ma forma con esso un angolo di
509; i punti di intersezione tra le due orbite prendono
il nome di nodi, mentre la linea che li unisce viene
chiamata linea dei nodi. Per la durata della rivoluzione
bisogna distinguere se viene riferita ad una stella della
Sfera celeste oppure allallineamento Terra-Sole (figura
a lato). Per la prima, la durata di 27
d
7
h
43
m
12
s
(e si
parla di mese sidereo) mentre per la seconda, della
durata di 29
d
12
h
44
m
3
s
, si parla di il mese sinodico.
In realt la Luna e la Terra girano insieme, intorno al
baricentro o centro di massa del sistema che esse
costituiscono. A causa della maggiore massa terrestre
rispetto a quella lunare, per, il baricentro del sistema
Terra-Luna situato allinterno della Terra (il
baricentro cade a 4670 km dal centro della Terra e quindi internamente, dato che il raggio terrestre di 6371
km); per questo motivo si pu dire, approssimativamente, che la Luna gira intorno alla Terra.
.

Nel compiere il suo moto attorno alla Terra la Luna si sposta anche intorno al Sole: ne deriva un movimento
di traslazione in senso
antiorario, che descrive la
traiettoria di una specie
di ovale deformata, un
po sinuosa, che prende il
nome di epicicloide e ha

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la caratteristica di rivolgere la sua concavit sempre dalla parte del Sole: la Luna infatti lunico satellite
del Sistema solare la cui orbita sempre concava verso il Sole.

Altri movimenti della Luna, molto pi lenti, consistono in perturbazioni degli spostamenti lunari nello
spazio, causate dalla variabile attrazione gravitazionale del Sole e dei pianeti. Tra i pi importanti vi sono:
il moto di regressione della linea dei nodi: la linea dei nodi, infatti, non rimane fissa nello spazio,
ma si va spostando continuamente, ossia ruota in senso orario con un periodo di circa 18,6 anni.
la rotazione dellasse maggiore dellorbita lunare: la linea che congiunge il perigeo con lapogeo
ruota in senso antiorario, come lasse maggiore dellorbita terrestre, compiendo un giro completo in
8,85 anni.
Naturalmente, insieme alla Terra, la Luna partecipa al movimento che il Sole e tutti i corpi del Sistema solare
compiono verso la Costellazione di Ercole, e quindi anche alla rotazione della nostra Galassia e alla sua
recessione, ossia allespansione dellUniverso.


Le condizioni di illuminazione della Luna cambiano regolarmente durante il mese sinodico, al variare della
sua posizione rispetto alla Terra e al Sole: si hanno perci le fasi lunari, che mi accingo a descrivere.
Quando la Luna si trova in congiunzione, ossia dalla stessa parte del Sole (rispetto alla Terra),
lemisfero che essa rivolge verso di noi non viene colpito dai raggi solari e quindi risulta oscuro:
abbiamo allora la fase di Luna nuova (o novilunio).
Quando invece la Luna si trova in opposizione, i raggi solari illuminano la met della Luna rivolta
verso la Terra ed allora abbiamo la fase di Luna piena (o plenilunio). Le posizioni corrispondenti a
queste due fasi sono dette anche sizigie.
Fra queste due posizioni se ne hanno altre due che vengono chiamate quadrature: esse si verificano
quando la Luna, la Terra e il Sole occupano i vertici di un triangolo rettangolo ideale, con la Terra
situata dalla parte dellangolo retto. In entrambi i casi dellemisfero lunare illuminato dal Sole
vediamo soltanto la met rivolta verso di noi, quindi un quarto della superficie lunare, quindi le due
fasi corrispondenti si chiamano primo quarto e ultimo quarto. Fra queste quattro fasi principali,
della durata di 7
d
9
h
11
m
, si hanno tutte le possibili condizioni di illuminazione intermedie.


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La Terra e la Luna vengono illuminate soltanto sullemisfero rivolto verso il Sole, mentre dalla parte opposta
producono coni dombra le cui dimensioni variano al variare della distanza dalla fonte di illuminazione (il
Sole).Il cono dombra della Terra per esempio presenta una lunghezza media di 1 382 000 km, con
oscillazioni che non superano i 23 000 km (in pi o in meno); il cono dombra della Luna ha invece la
lunghezza media di 373 500 km con variazioni
che non superano i 6400 km in pi o in meno.
Le eclissi di Luna si verificano in plenilunio e
quando la Luna si trova in uno dei nodi.
Possono essere totali o parziali, a seconda che
nel cono dombra terrestre cada tutta la Luna o
solo una parte di essa (anche se spesso le
eclissi lunari sono totali).
Le eclissi totali di Sole si verificano in
novilunio quando la Luna si trova in uno dei
nodi; a causa delle grandi dimensioni del Sole,
esse interessano zone ristrette della superficie
terrestre, mentre zone pi ampie vengono
interessate da eclissi parziali di Sole.
Particolarmente interessanti sono le eclissi
anulari di Sole, che si verificano quando la Luna:
si trova in uno dei nodi
in apogeo, ovvero alla massima distanza dalla Terra
nella fase di novilunio
In queste condizioni il cono dombra della Luna non riesce a toccare la superficie terrestre e quindi essa non
riesce a occultare completamente il disco solare, del quale si pu vedere la parte periferica a forma di anello
luminoso.

Il paesaggio della Luna caratterizzato, a grandi linee, da ampie distese scure e a fondo quasi piatto, che
prendono impropriamente il nome di mari, e da regioni ancora pi vaste, chiare che costituiscono le terre
alte (o altopiani). I mari sono ricoperti da una coltre di polvere originata dalla cenere lanciata dai vulcani,
rimescolata dai numerosi impatti delle meteoriti e leggermente elaborata dal vento solare. La polvere e pi
in generale, i detriti rocciosi lunari incoerenti prendono il nome di regolite. Inoltre in corrispondenza dei
mari accertata la presenza di aree che provocano perturbazioni nel tragitto dei satelliti artificiali in orbita
attorno alla Luna, per un maggior effetto del campo gravitazionale. Queste aree sono denominate mascon
(dallinglese Mass Concentrations). Le terre alte costituiscono pi del 70% della faccia rivolta verso di
noi (in complesso esse coprono l85% della superficie lunare). I rilievi lunari hanno forme diverse e
superano anche i 9000 metri (la cima pi alta tocca i 9900 metri). I crateri e i circhi sono stati formati dalla
caduta di meteoriti o dallintensa attivit vulcanica. I crateri possono avere diametri di tutte le misure: da

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decine di km a qualche centrimetro. Quando il loro diametro supera i 40 km e raggiunge 240 km circa si
parla di circhi.
Le rocce dei mari sono simili ai basalti (lave solidificate) terrestri, hanno una composizione chimica e
mineralogica simile alla composizione delle nostre lave (povere in SiO
2
e ricche in silicati di Al, Fe, Mg,
Ca). Le rocce delle terre alte lunari, le pi diffuse, sono rocce intrusive (dovute alla solidificazione di
magmi in profondit) dette anortositi, di un tipo raro sulla Terra. I basalti analizzati hanno rivelato et tra i
3,2 e i 3,8 miliardi di anni; le anortositi sono ancora pi antiche, di et comprese tra i 4,1 e i 4,4 miliardi di
anni. I sismografi lasciati sulla Luna hanno registrato terremoti lunari che, per, indicano una modesta
attivit interna di questo corpo celeste, molto minore di quella della Terra. Le cause di queste scosse possono
essere ricercate in:
frane;
assestamenti della crosta lunare;
distanza minima o massima dalla Terra;
Linterno della Luna, dopo la sottile crosta (spessore tra 30 e 100 km), costituito dal mantello che
comprende una litosfera rigida e unastenosfera debolmente plastica e meno spessa ed il nucleo centrale,
essenzialmente non metallico, che si estende oltre i 1300 km di profondit.



Sullorigine della Luna sono state formulate diverse ipotesi; nessuna di queste, per, si configura ancora
come una teoria universalmente accettata. Abbiamo:

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lipotesi della fissione secondo la quale la Luna si sarebbe staccata dalla Terra in un tempo in cui il
nostro pianeta era ancora allo stato fuso ed in rapida rotazione. Questa ipotesi presenta qualche
aspetto problematico. Infatti non si spiega la differente densit tra i due corpi e il perch il piano
dellorbita lunare sia inclinato rispetto a quello dellEclittica. Inoltre sembra inconcepibile che il
nostro pianeta abbia potuto ruotare tanto velocemente in passato da permettere una scissione.
lipotesi della cattura, invece, sostiene che la Luna fosse un corpo vagante nel Sistema solare e,
giunta nelle vicinanze del nostro pianeta, sarebbe stata catturata dal campo gravitazionale terrestre.
Anche questa ipotesi presenta i suoi pro e i suoi contro. Risolve il grosso problema derivante dalla
diversit di composizione fra la Terra e la Luna ma il fenomeno della cattura sarebbe dovuto
avvenire con una velocit relativa della Luna non maggiore di 1 km/s e fino ad una distanza non
maggiore di due raggi terrestri. I calcoli dimostrano che la Luna non pu aver oltrepassato il limite
di Roche, pari a 2,86 raggi terrestri oltre i quali avviene la frantumazione.
lipotesi dellaccrescimento secondo la quale la Luna si sarebbe formata per lunione di frammenti
di corpi celesti, particelle e polveri in orbita attorno alla Terra.
Infine, secondo lipotesi dellimpatto gigante, la Luna si sarebbe originata dalla violenta collisione di
un proto-pianeta, grande quanto Marte, con la Terra in via di formazione. Questultima lipotesi
pi accreditata tra gli
studiosi di
Planetologia.
















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Le maree sono movimenti periodici: esse consistono in oscillazioni ritmiche con innalzamenti (flussi) e
abbassamenti (riflussi) del livello marino. La fase di massimo sollevamento lalta marea, quella di
massimo abbassamento la bassa marea; la differenza tra queste due lampiezza della marea. Il
comportamento delle maree era gi noto ai Greci e ai Romani
(anche se non avevano basi scientifiche). Esse sono dovute
allattrazione gravitazionale esercitata soprattutto dalla Luna e
subordinatamente dal Sole sulle masse marine e oceaniche, anche
se la Luna esercita unattrazione doppia perch pi vicina alla
Terra. Nel fenomeno, per, interviene anche la forza centrifuga
legata alla rivoluzione del sistema Terra-Luna intorno al baricentro
comune; pertanto, lalta marea si verifica sia in corrispondenza del
meridiano su cui culmina la Luna (anche se con un certo ritardo,
definito ora di porto), sia ai suoi antipodi. Il diverso comportamento delle maree (diurne, semidiurne e
miste) si spiega con la teoria dellonda stazionaria o teoria dellonda oscillante. Secondo questa teoria,
oceani e mari sono suddivisibili in diversi bacini, nei quali la massa dacqua oscilla naturalmente con
ampiezza e periodo che dipendono dalla forma e dalle dimensioni del bacino; se il periodo naturale di
oscillazione di circa 24 ore e 50 minuti si hanno maree diurne, se
di 12 ore e 25 minuti si hanno maree semidiurne, se il periodo
intermedio tra i due si hanno maree miste. Loscillazione di marea
interessata anche da un movimento circolare impartito dalla
rotazione terrestre, che fa girare lalta marea in senso antiorario nel
nostro emisfero (in senso orario in quello australe) intorno ai punti
anfidromici in corrispondenza dei quali il livello marino rimane
praticamente costante. Quando il Sole, la Luna e la Terra si trovano
allineati, cio nelle fasi di sigizie, le forze generatrici si sommano e si
raggiungono i massimi valori di marea (maree vive); quando i tre
corpi sono disposti secondo i vertici di un triangolo rettangolo, cio
nelle quadrature, le forze si annullano parzialmente e si hanno le
oscillazioni minime (maree morte). Le maree causano anche
movimenti orizzontali delle acque: sono le correnti di marea, che si
verificano nei bracci di mare che mettono in comunicazione bacini in
fase di marea opposta.








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