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Zeno Martini (admin)

CORRENTE

DI INSERZIONE DI UN
TRASFORMATORE
18 March 2004

Domanda:
Perch nel funzionamento a vuoto del trasformatore circola una corrente bassa ma
la corrente transitoria di inserzione paragonabile a quella che si forma in caso di
corto circuito?
Risponde admin
L'intensit della corrente all'inserzione dipende dal valore che ha la tensione di
rete nel momento di chiusura dei contatti. Il trasformatore un circuito ohmicoinduttivo con induttanza in ferro. L'induttanza dipende dalla permeabilit del circuito
magnetico: maggiore la permeabilit, maggiore l'induttanza. La permeabilit
magnetica del ferro non costante ma dipende dal valore di induzione magnetica
in esso presente. Oltre un certo valore di induzione la permeabilit decresce
rapidamente. Ovviamente, essendo costante la sezione del nucleo magnetico,
l'aumento di flusso ottenibile solo con l'aumento dell'induzione, che altro non , del
resto, che la densit del flusso. Ed il flusso magnetico proporzionale al prodotto
dell'induttanza e della corrente. A parit di flusso una riduzione dell'induttanza
implica un proporzionale aumento della corrente.
Per rendere pi semplici i ragionamenti supponiamo che il trasformatore a vuoto
sia un circuito puramente induttivo, che non esista cio alcun fenomeno dissipativo
di energia, n per effetto joule (perdite nel rame dell'avvolgimento nulle) n per
correnti parassite ed isteresi magnetica nel ferro (perdite nel ferro del nucleo nulle)
che, a vuoto, sono prevalenti. Supponiamo anche che all'atto dell'inserzione il nucleo
non sia magnetizzato, cio consideriamo nullo il magnetismo residuo. Le ipotesi
non sono lontanissime dalla realt, per questo lecito farle, in quanto a vuoto
la reattanza, cio il prodotto dell'induttanza per la pulsazione, che rappresenta il
fenomeno dell'immagazzinamento dell'energia magnetica, prevale nettamente sulle
resistenze che rappresentano i fenomeni dissipativi.
La tensione applicata allora equilibrata dalla sola forza elettromotrice di
autoinduzione regolata dalla legge di Faraday: la variazione di flusso magnetico in un
determinato intervallo di tempo uguale al valore medio della tensione indotta per
l'intervallo di tempo.
Se l'inserzione avviene quando la tensione massima, dopo un semiperiodo il flusso

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deve essere ancora nullo poich il valore medio della tensione nel semiperiodo
considerato nullo, in quanto la tensione si inverte passando da un massimo positivo
al massimo negativo. Il flusso raggiunge, dopo un quarto di periodo dall'inserzione,
il valore massimo, che,indicando con Um il valore medio della tensione nel primo
quarto di periodo T, pari Um*T/4. Nel semiperiodo successivo la situazione si ripete
con la polarit del flusso magnetico invertita. Il flusso dunque oscilla con periodo T,
in quadratura con la tensione e con valore massimo pari a Um*T/4 ed il suo valore
medio nullo.
Se l'inserzione avviene quando la tensione nulla, dopo mezzo periodo il flusso
raggiunge il valore Um*T/2 e, dove Um il valore medio della tensione nel
semiperiodo. Um identico al valore precedente, quindi il flusso raggiunge un valore
massimo che il doppio del precedente.Nel semiperiodo successivo la variazione
di flusso ancora pari a Um*T/2 , per di segno opposto in quanto la tensione
opposta. Questa variazione si somma algebricamente al flusso precedente,
annullandolo. Dopo un periodo il flusso dunque di nuovo nullo e la situazione si
ripete identica nei periodi successivi. Il flusso oscilla dunque tra zero e Um*T/2 con
valore medio Um*T/4.
Nel caso pi probabile in cui l'inserzione avviene in istanti diversi i valore massimo
e medio del flusso sar intermedi rispetto ai valori precedenti.Il flusso magnetico
prodotto dalla corrente assorbita, detta appunto corrente magnetizzante ed il
prodotto dell'induttanza del circuito per la corrente diviso il numero di spire. Poich
l'induttanza in ferro, per raddoppiare il flusso non sufficiente un raddoppio della
corrente, ma, per effetto della notevolissima riduzione della permeabilit del ferro,
quindi dell'induttanza, occorre una corrente parecchie decine di volte superiore.
L'intensit di corrente pu dunque raggiungere picchi notevoli, anche di parecchio
maggiori della corrente nominale. Tutto dipende dal punto di lavoro a regime del
materiale magnetico, cio dal valore di induzione scelta per il progetto del nucleo.
La presenza dei fenomeni disspiativi impedisce alla corrente di raggiungere sempre
lo stesso valore massimo ad ogni periodo. Il flusso medio richiederebbe una corrente
media continua che non pu permanere per un tempo illimitato poich non esiste un
generatore che la mantenga fornendo l'energia che essa continuerebbe a dissipare
sulle resistenze. Dopo un periodo transitorio la componente continua della corrente
si annulla ed i picchi notevoli nei primi periodi si riducono progressivamente fino a
stabilizzarsi sul valore di regime della corrente magnetizzante a vuoto.Il magnetismo
residuo del nucleo pu attenuare od incrementare il picco del flusso a seconda che
sia discorde o concorde con esso, quindi della corrente di inserzione.
La matematica, come al solito, elimina il grande numero di parole e permette una
dimostrazione pi rapida e precisa. Se consideriamo nulla la resistenza del primario
per il secondo principio di Kirchhoff deve essere u-N*df/dt=0 (N il numero di spire).
Se u=U*sin(wt+a) risolvendo l'equazione precedente si ha che il flusso dato da
f=F*cosa-F*cos(wt+a). Se a=90 , cio se all'istante iniziale la tensione massima, il
valore massimo raggiunto dal flusso F, che il valore massimo di regime del flusso,

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mentre se a=0, quindi se la tensione nulla al momento dell'inserzione, si pu vedere

che il valore del flusso raggiunge un valore pari a 2*F. Il valore massimo del flusso
potr dunque essere un qualsiasi valore compreso tra Fe 2F.
Lascio a te il piacere di scoprire matematicamente ci che succede introducendo i
valori non nulli di resistenza. Io mi riservo di dettagliare l'argomento in una apposita
lezione.

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