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Lordine politico
delle comunit
a cura di Davide Cadeddu
collana Olivettiana/2
Edizioni di Comunit
I
Di una societ fondata sullidea
di una Comunit concreta
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Lidea fondamentale della nuova societ di creare un comune interesse morale e materiale fra gli uomini che svolgono la loro vita sociale ed economica in un conveniente spazio
geografico determinato dalla natura o dalla storia.
La Comunit intesa a sopprimere gli evidenti contrasti e
conflitti che nellattuale organizzazione economica normalmente sorgono e si sviluppano fra lagricoltura, le industrie
e lartigianato di una determinata zona ove gli uomini sono
costretti a condurre una vita economica e sociale frazionata e
priva di elementi di solidariet.
Le Comunit, creando un superiore interesse concreto,
tendono a comporre detti conflitti e ad affratellare gli uomini.
1. Del territorio delle Comunit
Il territorio di una Comunit coincider normalmente
con ununit geografica tradizionale che potr essere il
circondario, la diocesi, il distretto, il collegio elettorale.
Ad esso saranno apportate gradualmente le correzioni
necessarie a creare unit che abbiano nella natura il loro
fondamento e nelluomo i loro limiti.
Le Comunit italiane saranno costituite nella loro forma
definitiva sullarea consentita da una divisione conveniente
di ciascuna provincia.
2. La misura umana della Comunit
La misura umana di una Comunit definita dalla
limitata possibilit che a disposizione di ogni persona per
dei contatti sociali.
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Un organismo armonico ed efficiente soltanto quando gli uomini preposti a determinati compiti possono esplicarli mediante
contatti diretti.
Gli eletti di una Comunit non potranno certo conoscere
personalmente i centomila componenti della Comunit stessa.
Viceversa costoro conoscono assai bene le vicende private di
quelli, i tratti del loro carattere, la loro competenza generale o
specifica. A sua volta leletto potr trattare in seno alla Comunit
analiticamente e mediante contatti e sopralluoghi diretti tutti
i casi importanti o che eccedono lordinaria amministrazione
relativi alla propria competenza e alla propria responsabilit.
Tutti i problemi, in una Comunit, entrano in limiti
semplici e facilmente controllabili: il raggiungere un campo
sperimentale, un reparto autonomo di una officina, una
clinica per fanciulli, un cantiere edile, uno studio darchitetti
o di un pittore, possibile usando mezzi umani o naturali.
La Comunit sar il dominio delluomo, la Regione
controllabile soltanto col mezzo di un autoveicolo, lo Stato
col mezzo di un aereo o di una ferrovia.
Unica, completamente umana, solamente la Comunit.
3. I mezzi tecnici non possono aumentare negli
amministratori la comprensione dei fattori umani
I mezzi di trasporto moderni e di telecomunicazione non
aumentano che apparentemente i contatti umani. Li spostano
solo di luogo, ma il numero delle persone con le quali il potere
pu avere scambi di idee o di servizi dipende dalla energia
nervosa di uomini e dal loro tempo personale giornaliero
di lavoro, condizioni che non possono essere modificate da
mezzi tecnici. La risoluzione dei problemi di vita delluomo
implica, da parte del potere, conoscenze attinenti a rapporti
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loro territorio. Le Comunit che sorgeranno dalla trasformazione dei grandi centri urbani potranno essere tra laltro
individuate dalle maggiori unit economiche che ivi esplicano la loro attivit, con esclusione di riferimenti al nome di
persone viventi.
Si potranno cos individuare, con molteplici vantaggi politici e amministrativi, la Comunit Fiat a Mirafiori, la Comunit Ansaldo a Cornigliano, la Comunit Galileo a Rifredi.
Si tratta di esemplificazioni puramente indicative; tali casi
di individuazione saranno contenuti in limiti ristrettissimi.
Perch unindustria dia luogo a una Comunit necessario
e sufficiente che essa costituisca unattivit di alta importanza
economica, occupi un elevato numero di dipendenti e che le
sia assegnato uno spazio geografico importante (senza esclusione, in questo, di attivit economiche minori).
Il decentramento industriale, lindispensabile riorganizzazione dellindustria come conseguenza del passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace e degli orientamenti antiautarchici della nuova politica economica, suggeriranno ai compilatori
del necessario Piano regionale le soluzioni definitive.
8. I comuni piccoli e medi conserveranno
le amministrazioni tradizionali
I comuni piccoli e medi compresi nel territorio delle Comunit conserveranno amministrazioni autonome proprie.
Tuttavia, essendo nel nuovo Stato la Comunit e non il
Comune lespressione massima dellautonomia politica locale, questultimo assumer in parte la fisionomia di organo di
decentramento amministrativo della Comunit, come esso
era secondo la legge comunale e provinciale nei riguardi della
Provincia e dello Stato.
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