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Edizioni di Comunit
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Il cammino della Comunit, nelledizione che proponiamo, fu pubblicato per la prima volta nel 1959 dalle Edizioni di Comunit nellantologia Citt dellUomo. Rispetto al testo originale, nellattuale edizione sono stati apportati alcuni minimi aggiornamenti formali e di lessico per agevolare la lettura.
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Non rifiuto la scala delle conquiste che permettono alluomo di salire pi in alto. Ma non ho punto confuso il mezzo con lo scopo, la scala e il tempio. urgente che la scala permetta laccesso al tempio, altrimenti esso rimarr deserto. Ma il tempio, solo, importante. urgente che luomo trovi intorno a s i mezzi per ingrandirsi, ma essi non sono che la scala che porta alluomo. Lanima che gli edificher sar cattedrale, perch essa, sola, importante. Antoine De Saint-Exupry, Citadelle
Milioni di italiani attendono con ansia crescente un rinnovamento materiale e morale. Sebbene questo possa dirsi in cammino per i vari segni che le forze dei giovani ci indicano, riempiendoci di speranza, esso trova innanzi a s forze negative di cui conosciamo ormai fin troppo bene la struttura cancerosa, la volont testarda, la natura corrotta. Un Nord industrialmente progredito e un Sud straordinariamente povero e depresso, un regime democratico in sostanza debole, appena ieri rinato da
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Adriano Olivetti
una lunga parentesi di oppressione totalitaria, fanno dellItalia di oggi un singolare paese le cui condizioni si prestano a preziose possibilit come a tragici eventi, intorno allessenza della democrazia e della stessa libert, perch lItalia potrebbe diventare nessuno lo pu dire un campo sperimentale per una nuova e pi alta societ al di l del capitalismo e del socialismo o ricadere in forme di totalitarismo pi o meno evidenti. Dopo sette anni dalla dichiarazione e approvazione della nuova Costituzione del dopoguerra, si discute oggi al parlamento italiano se si debba applicare o no la Costituzione stessa, in talune questioni delicate, come la difesa delle libert individuali o la messa in vigore delle autonomie regionali. Se non siamo ancora propriamente oppressi da un regime totalitario, non possiamo fare a meno di constatare come taluni temibili, allarmanti sintomi premonitori di involuzione, siano presenti ovunque: la scomparsa quasi totale di una stampa indipendente dai gruppi monopolistici, la decadenza delle istituzioni universitarie, la povert e il letargo delle associazioni culturali, il monopolio governativo della radio e della televisione, quattro milioni di famiglie con reddito nullo o lontanissimo dal minimo vitale di esi-
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Adriano Olivetti
stenza, migliaia di persone sfrattate che non trovano abitazioni perch gli appartamenti disponibili sono soltanto quelli costruiti per le classi privilegiate. Lo straniero passa, non vede la miseria delle campagne e dei sobborghi e osserva con ammirazione lintreccio delle automobili di lusso e il rapido elevarsi dei palazzi di cristallo e di marmo. Terreno fertile, condizioni ideali per linsediarsi di nuovi esperimenti di autoritarismo e di soppressione delle libert fondamentali. Ma c unaltra ragione che ci fa riporre le nostre speranze e quelle del popolo italiano in unazione diversa, in unazione autonoma; gli che la societ nuova si crea solo attraverso delle formule nuove che sono personalistiche e comunitarie e il personalismo comunitario non si attua aggiungendo una croce alle bandiere rosse della rivoluzione proletaria, ma si attua creando giorno per giorno i nuovi organismi, nelle comunit, nelle fabbriche, nelle regioni. Nuovi organismi che siano lespressione di un cristianesimo sociale intimamente sentito e che traggano dalle sue premesse teoriche adeguate conseguenze pratiche. Perch, altrimenti, andando di questo passo lo Stato diventa, attraverso i partiti, larbitro assoluto dei desti-
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