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[_Philtogss l 153 | 2009 1 109-134 Carto Martino Lucarint IL NUOVO ARTEMIDORO. Lannuncio della scoperta di un papiro contenente frammenti del geografo greco Artemidoro di Efeso ¢ la sua successiva pubblicazione! hanno suscitato interesse in tutti i cultori di antichita classica. II nuovo papiro non contiene infatti soltanto frustuli di prosa greca prima sconosciuti, ma anche una serie di disegni ¢ una carta geografica. E’ dunque comprensibile che Veditio princeps (d’ora innanzi PA) del papiro sia stata curata, oltre che da due esperti papirologi quali B. Kramer e C. Gallazzi, da due storici dell’arte antica, G. Adormato e S. Settis, ¢ da un filologo, A.C. Cassio. Fin da prima della pubblicazione di PA, L. Canfora e alcuni suoi scolari hanno sollevato dubbi sull’autenticita del papiro e hanno proposto che tanto i disegni quanto i brani in prosa siano opera del falsario ottocentesco C. Simonidis. La discussione frai sostenitori dell’autenticita del reperto e chi tale autenticita nega si é protratta per qualche anno senza che del papiro esistesse ancora un’edizione. Nel presente contri- buto discuteremo principalmente due pubblicazioni: PA, nella quale @ contenuta la summa del pensiero degli editori, convinti dell’autenticita del papiro, e il volume di Canfora dal titolo 11 papiro di Artemidoro?, pubblicato nel gennaio 2008, poche settimane prima di PA3. Terremo inoltre conto di altre due pubblicazioni: il volume con cui Canfora ¢ alcuni suoi collaboratori hanno ampliato quanto gia sostenuto nel volume laterziano* e la recensione che a PA hanno pubblicato Canfora e altri studiosi3. Io sono convinto che ci troviamo davanti a un pezzo nuovo di Artemidoro; credo perd che la maggior parte delle obiezioni mosse da Canfora e dai suoi allievi siano degne della massima considerazione, poiché sollevano problemi reali; rispondere a queste obiezioni &, oltreché doveroso, assai produttivo per una pid profonda comp- rensione di cid che il papiro ci ha restituito. Canfora’ ha mosso serissime obiezioni + Gallazai (2008). ? Canfora (2008a). ? Un elenco di tutte le pubblicazioni sul papiro uscite in sedi specialistiche prima della pubblicazione di PAsitrovain PA 55-56, * Canfora (2008b). > Canfora 2008). § Diora innanzi quando scrivo ,Canfora" alludo non solo ai contributi scriti da lui, ma anche a quelli dei suoi allievi, Distinguerd i singoli autori allorché citerd singole osservazioni che appartengono soltanto a uno i loro. 110 Carto Martino Lucarin1, Il Nuovo Artemidoro alla possibilita che il papiro in questione contenga un testo antico. Le difficolta che egli solleva sono di due tipi: linguistico-filologiche e papirologiche. Nel presente contributo ci limiteremo ad analizzare le prime. Poiché nel libro di Canfora tali difficolta non vengono mai raccolte, ma sono enunciate alcune da una parte, altre da un’altra, mi pare opportuno innanzitutto clencarle. L’ordine segue la comparsa che esse fanno nel volume’: 1) lo stile asiano del proemio non si addirebbe a un geografo efesino vissuto verso il 100 a. C. (43-46); 2) noi sappiamo che il brano descrittivo, restituitoci dalle colonne 4-5 del papiro, apparteneva al II libro di Artemidoro; il proemio che leggiamo nelle colonne I-II parrebbe invece essere un proemio generale all opera, che quindi doveva essere collocato all’inizio del I libro, non del II (48, 441-442). 3) Nella descrizione della Spagna restituitaci dalle colonne 4-5 manca gran parte delle notizie che la tradizione indiretta (Stefano di Bisanzio, Strabone e Plinio) ci dice essere state presenti nell’opera di Artemidoro (109-112); 4) a leggere con attenzione Marciano e Stefano di Bisanzio, si ricava che la descrizione della Spagna iniziava gia nel I libro di Artemidoro, sicché @ impossibile che la descrizione generale di quella terra (che avra preceduto quella pitt dettagliata) si trovasse nel II libro (116~ 120). 5) Una parte del testo tramandato dal papiro era gia noto dal De administrando imperio di Costantino Porfirogenito®: alcune erronee congetture moderne fatte sul testo di Costantino sembrano essere state tenute presenti da chi ha scritto quel papiro (221-264); 6) quanto nel papiro si legge circa la Lusitania @ in contraddizione sia con quello che, secondo Costantino Porfirogenito, di tale regione diceva Artemidoro sia con l’idea che della Lusitania si aveva all’epoca di Artemidoro (276-280). 7) Lordine in cui nel papiro sono elencate alcune localita della Betica deriva da Strabone, cosi come Vespressione Mevesdtos sboyov Kal Apéva (287-288). 8) L’espressione thy Bknv xeoryoapiy h Poors ¥yet tovottny é una maldestra variazione su espressioni di Marciano e'Tolomeo (289). 9) Nel papiro si incontrano alcune chiare somiglianze con la descrizione della Spagna che Marciano fa nel Periplus maris exteri: poiché Marciano stesso ci informa che di tale opera la fonte non é Artemidoro, tali somiglianze sono inspiegabili se non ammettendo che, chi ha scritto il papiro, si é ispirato a Marciano (289-290). 10) Nella descrizione della costa occidentale della Spagna, l’autore del Se non tratto alcune difficolta sollevate da Canfora 2 perché esse mi sembrano facilmente superabili © E? questa coincidenza con un passo tramandato da Costantino sotto il nome di Artemidoro (fr. 21 Stichle) che ha consentito agli editori di atribuire a questukimo il testo del papiro. Gli editori osservano giustamente (96-97) che, se non ci fosse la coincidenza testuale col fr. 21 Stiehle, la eronologia ricavabile dalle notizie storiche presenti nel papiro portercbbe a datare opera fra il 137 e il 27 a. C.,e che sper il lasso di tempo cosicircoscritto non sono attestati che due uomini di scienza greci spintisi fino alla Penisola Iberica per ragioni di studio: Artemidoro di Efeso e Posidonio di Apamea". In realta ci sarebbe anche un terzo candidato, ‘Asclepiade di Mirlea. In suo favore potrebbe essere invocato il maggior dettaglio con cui nel papiro sono de- seritte le coste della Betia (cfr. Canfora 2008 a, 286 e quanto osservo al punto 7), dal momento che Asclepiade scrisse una Tleouitynois éOvav vv ev TougSntavia (FrGrHlist 697, T 4). In un primo momento, allorché le obiezioni di Canfora alla paternitA artemidorea mi erano parse insuperabili,avevo pensato che il nuovo brano fosse Vinizio della Tlegufynous di Asclepiade. Tuttavia, come cercheremo di dimostrare, Vattribuzione ad Artemidoro deve ritenersisicura. Philologus 153 (2009) 1 qt papiro sembra aver tenuto presente Strabone, in parte fraintendendolo, in parte acco- gliendo emendamenti errati di filologi moderni (295-298). 11) La topografia dei Pirenei presupposta dal papiro é stata ispirata da Tolomeo (290-291, 300-306). 12) La distanza fra Gades e il Promontorio Sacro che ricaviamo dal papiro é inconciliabile con quella che Strabone leggeva in Artemidoro (307). 13) La distanza tra Gades il promontorio degli Artabri che leggiamo nel papiro non si concilia con quella che in Artemidoro avevano letto Plinio e Agatemero (308-309). 14) Secondo Plinio e Agate- mero, Artemidoro dava il 814tna complessivo tra Gades e il promontorio degli Artabri, mentre nel papiro (ove pure Pautore afferma di voler considerare i duaoth- ata Ka00duKdc) tale distanza non @ calcolata nel suo insieme (309-310). 15) La distanza fra le &vargboetc del fiume Anas ela citta di Cilibe é data in linea retta, mentre da Marciano ricaviamo che Artemidoro non faceva Ja distinzione tra distanze calco- late in linea retta e secondo la linea della costa (310-312). 16) Da Strabone si deduce che Artemidoro non aveva scritto un proemio quale quello che leggiamo nelle colonne 1-2 del papiro (322-325). 17) La lingua del papiro, soprattutto quella del proemio, @ piena di espressioni che si incontrano solo nel greco tardo o addirittura bizantino (passim, ma soprattutto 325-389). Comesi vede, le difficolta che Canfora solleva sono numerose € di grave momento. Jo credo tuttavia che siano tutte superabili. Cominciamo dalla prima e discutiamole una per una. 1) Che le colonne 1-2 del papiro (il cosiddetto ,,proemio*) siano scritte in uno stile magniloquente é vero. L’essenziale su questo stile credo lo abbia detto Cassio, il quale collega lo stile di questo proemio allo stile asiano di Egesia di Magnesia (su questo stile cfr. Cic. Br, 325). Secondo Canfora, tuttavia, vi sono due gravi difficolta ad ammettere che Artemidoro scrivesse in modo asiano. Il primo problema riguarda il genere letterario: sarebbe cioé strano, secondo Canfora, che un geografo si servisse di questo stile, che le fonti ci insegnano essere stato proprio degli oratori. Il secondo problema nasce dalla patria di Artemidoro, Efeso. Discutiamo prima del secondo dei problemi sollevati da Canfora. Egli parte qui da un passo di Quintiliano (12. 10. 16), nel-quale, per spiegare la nascita dello stile asiano, viene riportata l'opinione del grammatico Iatino Santra (I sec. a. C.): quod quidam, quorum et Santra est, hoc putant accidisse, quod paulatim sermone Graeco in proximas Asiae civitates influente nondum satis periti loquendi facundiam concupierint, ideoque ea, quae proprie signari poterant, circumitu coeperint enuntiare ac deinde in eo perseverarint. Santra collegava dunque la nascita dello stile asiano con la scarsa familiarita che gli abitanti dell’Asia minore avevano con la lingua greca. Ora, si chiede Canfora, perché mai Artemidoro, che proveniva da una citta di cultura greca quale Efeso, nella quale quindi sempre si era parlato greco, avrebbe dovuto scrivere in uno stile che era proprio di persone »neoel- lenizzate“? Io credo che una tale obiezione colpirebbe nel segno a due condizioni: 1) che la spiegazione che Santra dava dell’asianesimo fosse vera’; 2) che Artemidoro > Mac. almeno Norden (1909) 137 sg. 112 Carto Martino Lucarimi, Il Nuovo Artemidoro fosse vissuto nel tempo in cui l'asianesimo comincid a diffondersi. Nessuna di queste due condizioni, tuttavia, si verifica, La spiegazione di Santra @ fatta con evidenti fini denigratori verso Pasianesimo: non si pud quindi dire che, poiché un nemico dell’asia- nesimo accusava gli asiani di non saper parlare greco e noi sappiamo invece che Arte- midoro veniva da una citta in cui il greco si parlava bene, allora Artemidoro non poteva usare uno stile asiano. Se anche poi fosse vera losservazione di Santra, & evidente che essa sarebbe comunque da riferirsi solo al momento in cui ’asianesimo nacque (non dopo il III sec. a. C.). E’ infatti evidente che una volta che questo nuovo stile si affermd, divenne una moda seguirlo e sinanco nelle scuole si comincid a far leggere ai ragazzi gli oratori asiani®, sicché non ci sara da stupirsi se poco prima del 100 a. C. un efesio aderi a tale moda. Certo che sia un geografo a servirsi di tale stile non pud non stupirci. Eppure, se non di geografi, noi sappiamo di almeno uno storico, Time, il quale, secondo Cicerone (Br. 325), usava quel tipo di prosa asiana che ora Cassio ha riconosciuto nel proemio di Artemidoro". 2) Pid complicata si rivela la faccenda circa il proemio. II problema sollevato da Canfora sarebbe facilmente risolto, se pensassimo che il nostro papiro contiene degli excerpta dall’opera di Artemidoro; in tal caso potremmo supporre che il testo delle colonne 1-2 contenga il proemio generale dell’opera, quello delle colonne 4-5 un pezzo del II libro. Una tale spiegazione & stata presa in considerazione anche dagli editori, i quali per@, alla fine (PA 115), hanno preferito pensare che il papiro trasmetta Vinizio del II libro. A questo proposito, essi hanno richiamato (115) numerosi scrit- tori antichi, i quali hanno aperto con un proemio pitt libri della propria opera, non soltanto il primo. Io credo che esista un caso, non richiamato né da Canfora né dagli editori, il quale pud gettare una luce maggiore sul nostro proemio. E? ben noto che Strabone fa precedere i 15 libri dedicati alla descrizione del mondo (3-17) da due libri dal carattere introduttivo (1-2). In questi due libri egli si occupa di questioni generali, prima esponendo e discutendo le teorie di alcuni suoi predecessori (1. 1-2. 4), poi esponendo alcune idee generali sui compiti del geografo e sulla struttura del mondo (2. 5); con Vinizio del III libro (che segue immediatamente 2. 5) inizia la descrizione vera e propria della terra. B” notevole che Strabone, dopo una lunghissima sezione dedicata all’esposizione e alla critica delle teorie altrui (tutto il I libro e grandissima parte del I), introduca una sorta di secondo proemio (2. 5, 109 C)"% "Enel 68 totg 71Q0s Exelvous hoyors ovextic Eow Hh Eyxelonats tik hueréoas dmooxéaees, habovtee '? I famoso pezz0 di Egesia, vissuto ben prima di Artemidoro, su Atene (fr. 24 Jac.) a noi noto da una citazione di Strabone (396 C). Osservava Wilamowitz a proposito di questa frase (1900) 6: yer [sci Strabon] hatte sie doch wohl als Knabe in Amaseia auswendig gelernt” " Contro un'adesione di Artemidoro all’asianesimo si esprime anche L. Lehnus (Canfora 2008 c, 279-288), secondo il quale il ungo soggiorno di Artemidoro ad Alessandria militerebbe contro tale adesione Ma, a parte che tale lungo soggiomno non é per niente sicuro, il fatto che Pasianesimo non abbia avuto fortuna in Egitto non é in alcun modo sufficiente a dimostrare che un efesio, che si fosse abituato in patria a scrivere in uno stile asiano, dovesse abbandonare tale stile una volta trasferitosi in Egitto. " Dj ,seconde introduction" parlano Aujac-Lasserre (1966) 10. Philologus 153 (2009) 1 113 dont Exéoav Myouwy, bx. Set xv yopoyoaqety Exyrergodvta TORK TV quoLKdg Kal nadnuoruxds Meyouevww dmodeoda, Kai xod tiy Erelwos anbvoudy te Kai aloww tit &iig mpcrynareveodat. etontar yo (7. 23 899.) 81. 088" oiKoB6p106, O88 Gonutéxtoy oixiav ¥ xbdwv ldgvoai Kane old te yevout” de axgovortas ¢ov hudtony¥:1.2. $i possono osservare alcune somilgianze fra questo secondo proemio di Strabone ¢ quello restituitoci dal papiro: entrambi si rover dopo un’introduzione generale (il primo libro nel caso di Artemidoro®, 1. 1-2.4 nel esse i Strabone) ¢ precedono Vinizio della descrizione delle singole region; in entrambt w insiste sulla necessiti, che colui che intraprende un'opera geogratica (tov. ésBoARGpevov yeovoagla. ... Se Artemidoro, det tov yoQoyoagety Emxewgotvta Strabone) sia fupportato da una dottrina pia larga. Strabone espone questa sun doterins per due interi libri (IUD. E’ notevole che il secondo proemio di Stabore presenti somiglianze col primo (in particolare il confronto dell’attivita del geografo con quella dell bos, eff. 7 C). Ha ragione Canfora a dire che il proemio del Papiro presenta i caratteri di un ,proemio generale", ma il caso di Strabone mostea che, in un testo geografico, un secondo proemio, con caratteristiche comuni al proemio, generale, poteva essere introdotto prima delPinizio della descrizione delle singole regioni. Artemidoro insiste sulla necessita di una vasta dottrina del geografo (cfr. anche col, TIL. 13-14), ma qui non la espone. Perché? La risposta ce la possono dare, mi pare, proprio le prime righe del papiro: tov éyBaaouevov vearoagta tig Skng émotiyne Enldedéwy roistoda Eavtot det. Queste parole potrebbers bey essere preludio a una enlderéic vi emovhunc, ma é evidente che questo non 2 possibile, poiché tale émidei- 51s avrebbe dovuto precedere V’inizio della descrizione Jella Spagna, ma nel papiro manca lo spazio per una tale émideiE\c, perché certo essa non Poteva essere contenuta nella IIT colonns, purtroppo perduta. Mi pare dunque mele probabile che la solu- ione migliore sia ipotizzare che Pémidctéac occupasse la secione precedente a quella restituitaci dal papiro, vale a dire il I libro. Del contenuto del primo libro tratteremo anche in seguito. 3-4) Riunisco qui i punti 3 ¢ 4; nel corso della trattazione si capira il perché, Partiamo dal punto 3. Le tre pagine che Schiano dedica alla dimostrazione di come nel dloro diceva circa la Spagna sono tal da lasciare una profonde impressione nel lettore. Elenchiamo tutte queste ,mancanze*: 1) la notizia circa Palfaber, usato dalle popola- zioni iberiche della costa mediterranea; 2) le osservazioni circe I forma del promon- torio sacro e il tramonto che da li si pud vedere; 3) la deserisione cher costumi delle donne spagnuole; 4) la polemica contro Eratostene, Eforo, Polihtp circa alcune cose Tiguardanti Gades e lo lepdv dxowrhglov; 5) la menzione delle male circostanti la Spagna ¢, soprattutto, delle citta costiere di Abdera, Malaka, Carteia, ‘HuegooKo- aeiov. © Sul problema del contenuto del libro di Aremidoro vedi quanto ossero, infra e ai punti 13-14, 114 CaRto Mantino Lucarini, II Nuovo Artemidoro Ora, di mancanze quali quella circa lalfabeto ¢ le abitudini delle donne non credo ci sia da stupirsi: qualsiasi lettore di Strabone sa bene che non di rado nei Geographica 'a descrizione dei luoghi precede quella degli usi e dei costumi dei popoli. Ben pit difficile risulta spiegare la mancata menzione di alcune localita costiere e delle isole circostanti la Spagna. Come si spiega che tali localita non figurassero nel periplo? In quale altro punto dell’opera potevano mai figurare? Schiano scrive a questo proposito: »A ogni modo, dovremmo immaginare che dopo questo elenco di distanze [quello cio che leggiamo nel papiro] quasi un portolano per i naviganti relativo ad alcune localita poste lungo la costa, Vautore ripartisse [...] con un secondo periplo dal Promontorio di Afrodite Pirenaica per procedere a una descrizione pitt dettagliata; occorrerebbe cio’ pensare che questo gruppo di distanze avesse, per 'autore di questo testo, uno statuto epistemologico differente dalle altre e da ogni altro genere di infor- mazioni e meritassero percid una posizione prioritaria. Di qui l’anomalia di un reiterato periplo della regione“, Schiano prosegue elencando alcuni peripli rimasti ¢ conclude: ,,Nei casi citati, non accade mai che l’autore prima descriva il periplo di una singola regione elencandone gli otadvacuot, ed effettui poi nuovamente il periplo per fornire notizie geografiche o storiche*. Se Artemidoro avesse davvero scritto un periplo, le osservazioni di Schiano sarebbero cogenti e definitive; eppure, come Schiano stesso riconosce (102-106), Artemidoro non scrisse un vero periplo, sibbene uun’opera geografica piti simile a quella di Strabone che ai peripli dello ps. Scilace o di Annone. Io credo che qui Strabone possa darci la chiave per intendere questa apparente incongruenza tra il nuovo papiro ¢ la tradizione indiretta artemidorea: vi sono infatti dei casi in cui Strabone sembra aver proceduto nello stesso modo in cui, chi crede all’autenticita del papiro, deve postulare abbia proceduto (per lo meno nel caso della Spagna) anche Artemidoro. Partiamo dalla descrizione della Gallia Narbo- nese (178 C sgg.): prima vengono descritti i quattro lati di questa terra, dopodiché si passa a descrivere il lato meridionale, vale a dire il litorale mediterraneo, la cui descrizione inizia dal confine occidentale, che alcuni identificavano col promontorio di Afrodite Pirenaica, altri coi Topsmiou tgdmava. Segue poi: fowt 8° EvOev nev cic Négfova pihia EfjKovea rola, EKxetDev bE cig Neuatoov dySofKovta OKre, Ek Nepaioou dt 514 Obyéovov Kai Tagovoxwvoc cig rH Begud bSaTa tt Béxotua Kahot- neva, deg mhyoiov Maooanlag gout, nevtijxovta tola, évtebHev 68 els *AvtinOM kal tov ObGgov xorapdy épSopfxovea ToLa. Strabone prosegue per alcune righe con altre misurazioni (esplicitamente attinte ad altre fonti rispetto a quella finora usata) che qui non interessano. Successivamente inizia la descrizione dettagliata della costa della quale prima si erano elencate solo le distanza fra alcune localita: troviamo qui tuna lunga sezione dedicata a Marsiglia, la menzione dell isola di Bhaoxwy, delle &xGo- dai tod “AtaKos, del Rodano, di Arles, del ‘Povoxivery, di ‘Ayé6n, tutte localita costiere assenti dal periplo precedente. Come si vede dunque, lo schema che pare essere presupposto dal nostro papiro, s'incontra anche in questo passo di Strabone. Non éI'unico caso. Nel quinto libro Strabone descrive gran parte dell’ Italia e al suo interno Etruria (222 C e sgg.): Tiis 68 Tuoonvlas pfiKos tv 1 uéytotov elvat pace Thy Tagadtay dd Aowyns néxoL ‘Qotlwv d.oxtAwv mov Kai mevtaKooiwy otadiwv, Philologus 153 (2009) 1 115 *AatOs 68 x00 Huioous Hartov td aodg tots Soeow. tis nev obv Tous éx6 Aotyng Telus TOV tetQaKootwv cradle elatv, evteDDev O° tic Obonarégoac dtaxdo.or Kai Srbotixovea: méhiv 6° EvOévbe é¢ Momhdviov Siaxbae §PdounKovea, & 68 To- mhovion eis Kooay éyyig dxtaxdai01, of 8 eaxoolay a01. Strabone ha appena cominciato a descrivere I’Etruria e, dopo averne dato la misurazione complessiva in lunghezza e larghezza, da le distanze fra una serie di localita costiere. Dopo aver informato circa queste distanze, Strabone inizia Is descrizione vera e propria del litorale etrusco, la cui prima cittd & Lunae, cui segue Pisae, i fiumi Arnus e Auser, Vola- terrae, Populonia, le isole Aethalia, Corsica e Sardinia Seguono poi Cosae, Graviscae, Porgi, Alsium, Fregenae, Regis Villa, Ostia (dell locale fre Cosae e Ostia solo in Pochi casi si danno le distanze relative, di quelle della zens settentrionale non se ne aggiungono rispetto a quelle del brano greco trascritto). Anche in questo caso dunque abbiamo prima un periplo complessivo che ei infor, solo sulle distanze fra alcune localité costiere, poi un periplo pid dettagliato nel quale vengono aggiunte altre localita costiere, assenti nel primo periplo. Fra le informazioni circa la Spagna che noi sappiamo essere state presenti nell opera di Strabone, ¢ delle quali giustamente Schiano osserva la mancanza nel papiro, ve ne é una delh, quale é opportuno discutere ui. Artemidoro, secondo ci informa Strabone, dedicat, ampio spazio allo legdv xeqorigtov (fr. 12-13 Stiehle}: un cosi largo spazio era determinato dal fatto che tale luogo fu visitato da lui personalmente: ora come a spiega, si chiede Schiano, che nel Periplo presente nel papiro di quelle notizie autoptiche, che circa lo fepdv éaxoeonigiow Artemidoro aveva raccolto, non vi sia traccia? Anche qui l’Etruria di Strabone credo Possa offrire un parallelo alla disposizione della materia che ¢ trovava in Artemidoro, Pescrivendo infatt,allinterno del secondo e pia dettagliato periplo, lacittd di Popy. lonia, Strabone (223-224 C) riferisce di essere stato © Posto e narra cid che li ha Potuto vedere, Non ci sara quindi da stupirsi se, anche rel caso ih Artemidoro, le osservazioni autoptiche sullo lepov dxgwrfotov erano comprese in un periplo succes- Sivo, senz’altro pit approfondito rispetio a quello resttainnns dal papiro. Un altro caso di un primo periplo pit generale, che non comprende tutte le localita Comtiere di cui verra fatta menzione successivamente, Strabore lo presenta nel caso della Sicilia (265 C sgg.): "Eowt 8° h Sixeht tolvovos 1 orwart [...}. 18 88 omic dwooitownr toxic doa, Hehaguts wey H mods thy Kew kai tiy otwAiSa chy Pnylven xovotoa tov Hogdwéy, Méqguvos 88 Exxeysévm 19d Ew Kal 1 SuKEAIKG ds dqpogitovow ai rgets tikoan, 880 uév elon -]. tov 38 xegimhowv 6 Moveddvioc atadtuy Teraxoot Eni tots tetpaxvoxiAiog dmocpatver, éy dé Ti LoQoyoawpig (fr. 13 Klotz) heiGo Myerar vd Siaotinata Kare weoos Sengnéva whiaond Ex pev Tehaovidos elg Mbhas etxoor névte- tooatita 88 Kal & Muy etc Tovdagida: elt’ cic "Aya 0u9- Yov rovaKovea Kai té Toa els “Adavoa Kal médhwy cto toa els Kepanoidtov- rerita piv mohixvua els 8° ‘Inégay motapoy Sexaoxted) dur héons O€ovta tii ZeKehlac: elt’ ei TMavoguov tovéxovta xévte, 680 ¢ Kai ToLaKovta eis 1 THY Alyeotéwy Eundguoy- 116 Caxto Martino Lucarmt, II Nuovo Artemidoro out 88 els AUMPaiov tovéxovea dxud. EvtedBeV SE KGuyarver éxt 1 ovexis mieupev eis uév 16 "Heddy éBdouricovea aévte, én 88 15 ’AKQayavTiMOY Ey.nd. guov elcoor Kal dita etxoow *** el¢ Kanagivav: elt’ éxt Méyuvoy meveixovea, Evoey atdw Kati 1 teltov mhevgdv els uv BugaKoboas to\dKove #, eis 8 Kardvay é&fpcovra: el’ ei Tavgonéwov toudxovea rola: elt’ ele Meoofvav Toud- Kovta. Ho trascritto per intero questo lungo brano, perché mi pare sia molto istrut. tivo per la comprensione del nuovo Artemidoro, Abbiamo qui infatti prima l'elenco dei lati della Sicilia e il loro orientamento; segue poi (dopo una brevissima menzione di Posidonio) un periplo complessivo dellisola, fatto secondo la Chorographia di Agrippa (fr: 13 Klotz): la coincidenza colla descrizione della Spagna che leggiamo sulle colonne 4-5 del papiro mi pare evidente. E anche qui, come nei casi dells Gallia Narbonese ¢ dellEtruria, il periplo complessivo iniziale 8 ben lungi dal menzionare turte le localita che si trovano nel periplo dettagliato che segue. In quest'ultimo infatt si fa menzione di almeno sei localita assenti nel periplo tratto da Agrippa: Né&os, Méyaga,, v0 Eupwvias axgunigioy, il fiume Bipaudoc, 1 tev Alyeoreley euxo- oetov, "Eoué, Fralle varie assenze che hanno colpito Schiano nel periplo restituitoci dal papiro c’ come gid abbiam detto, quella delle isole citcostanti la Spagna (fr. i fr. 24-26 Stichle, i quali ci assicurano che Artemidoro trattava delle Baleari). In effetti ’ davvero strang che nel periplo complessivo della penisola iberica Artemidoro non abbia mensionste leBaleari. Eppure, anche in questo caso, Strabone mostra come cid non debba stupire: anche egli infatt, nel periplo della Sicilia che abbiamo trascritto, non rammena le isole Eolie; eppure in seguito dedica loro il dovuto spazio (275 C). Uno stesso pro- cedimento ha adottato nel caso della Corsica, della Sardegna e dell’ Isola d’Elba, come ci siaccorge leggendo le pagine dedicate all’Etruria, che abbiamo menzionato sopra. Quanto sin qui argomentato mi pare possa rendere ragione del ,differente sratuto pistemologico* fra le informazioni del periplo del papiro e quelle che la tradivione indiretta attribuisce ad Artemidoro; ,differente statuto epistemologico" che, a diffe. renza di quello che pensa'Schiano, dal momento che trova parallel in Strabone,-non deve creare problemi ai sostenitori dellautenticita del papiro. Ma in cosa consinte In differenza fra questi due tipi di periplo? Icasi di Strabone che ho riportato lo indicano chiaramente: il primo periplo contiene un numero minore di localit3 costiere, ma di ciascuna di esse viene indicata la distanza relativa dalle due localita pit vicine: il Periplo pitt dettagliato contiene un maggior numero di localita, ma per le localith assenti nel periplo precedente non viene di regola data la distanza, ile cape perché cisiano queste due forme di periplo; una spiegazione potrebbe essere che nel iris periplo venivano inserit le localiti delle qual il geografo era in grado di indivare le distane selahce dalle due localita pia vicine, nel secondo anche quelle per cui cid nom era possibile. Tuttavia, come mi fa serrate WW Ehlers, anche nei moderni Reiseftihrer vengono spesso prima indicate le distanve fra le localta pia important, eui segue poi una descrzione pit deaghata comprendente un maggior numero di localita, Philologus 153 (2009) 1 117 Questo modo di procedere, é vero, @ assente, come osserva Schiano, nei peripli veri ¢ propri ¢ anche in Strabone & molto raro: a parte i casi che ha indicato, non saprei mostrame altri, Tuttavia, io credo si possa, se non dimostrare, ragionevolmente ipotizzare che Artemidoro, anche in un altro caso (oltre a quello del papiro), abbia fatto precedere un periplo meno dettagliato, ma in cui erano indicate tutte le distanre fra le localita menzionate, a un altro periplo, probabilmente pit dettagliato, ma nel quale non erano indicate le distanze. Nel VI libro di Strabone, fra le altre regioni, viene descritta la Tapigia (281 C sgg.). Dopo aver menzionato un certo numero dh localita del litorale adriatico © averne indicato le distanze relative, cosi prosegue Strabone (285 C = fr. 45 Stichle): Tatra uev obv xan’ “AgteiSagov xettau ta diaoth- hana, @not 5° 6 xwgoyodipos (fr. 44 Klotz) va dtd tod Boevteoiow péxou Tagydavou wAlow Exardv eEfkovea sévte: heowéter 6 aitit 6 ‘AgTeULdw00s, "Evtedbey 8" els ‘AyKdva Siaxdoua aeveiKovea teooaga jd gnaw éKeivos, 'O 8° “AgtE|LS«Q0¢ tig Alow adnotov &wta tod 'AyK@vos otadious elonke xUAlovg d1aKoaiouc Tevtfixovtd, wok) Evbetotegov éxelvou. Strabone osserva qui la discrepanza tra alcune distanze che leggeva in Agrippa c in Artemidoro. Dal passo di Strabone risulta chiaro, mi pare, che Artemidoro non dava la distanza fra il Gargano e Ancona, mentte la dava tra il Gargano e Aesis, pochi chilometri a Nord di Ancona, Mi pare dunque Pressoché certo che in Artemidoro, all’interno di un periplo dell’Adriatico, nel quale ¢rano menzionate un certo numero di localiti, tutte accompagnate dalle relative distanze, Ancona era assente. Si legga ora il fr. 47 Stichle di Artemidoro (= St. Byz. A 36 Bill.): "Aykdv: dtc Tuxevtivey. [...] 1 E0vuiKov “AyKtbwos. [...] Meyetar 8& kal “Avewvitn, ts “Agtenl5wgos, Artemidoro dunque menzionava Ancona, Se vero quanto abbiamo fin qui argomentato, anche nel caso di Ancona si verifica quello che Schiano ha osservato per le citta costiere di Abdera, Malaka, Carteia, "Hucgooxo- melov, la presenza cioé nella tradizione indiretta (Stefano di Bisanzio) di toponimi artemidorei, i quali non sono peré presenti nel periplo dello stesso Artemidoro. Il fenomeno andra spiegato, come gia accennavo, cosi: nel opera di Artemidoro cera prima un periplo contenente un minor numero di localiti, ma per le quali era sempre fornita la distanza; successivamente un altro periplo che menzionava pid localita; le localita di quest'ultimo periplo non menzionate in quello precedente non aveveno per indicazioni di distanze relative. I! papiro ci ha restituito un periplo del primo il punto 4. A giudizio di Schiano, come dicevo, la descrizione della are, nell’opera di Artemidoro, gia nel libro I, il che renderebbe sommamente improbabile che allinizio del libro II si trovasse un nuovo proemio seguito da una descrizione generale della Spagna. Io concordo pienamente con Schiano che, se la descrizione della Spagna fosse iniziata nel libro I, il brano restituitoci dal Papiro non potrebbe in alcun modo derivare dal libro II. Cid andrebbe contro ualsiasi logica, Tuttavia, gli argomenti in base ai quali Schiano ritiene che la desert, zione della Spagna iniziasse ne I libro non mi paiono cogenti. Questo il ragionamento di Schiano: noi sappiamo dalla tradizione indiretta che Artemidoro, nel Llibro, men. vionava alcune cittd della Gallia Narbonese; d’altra parte Marciano ci informa che, 118 CARLO Martino Lucarint, Il Nuovo Artemidoro al’interno dell’opera di Artemidoro, non c'era una distinzione fra la provincia Narbonensis¢ le province della Spagna e che anzi queste province venivane teattare Bella stessa parte dell’opera; da questo dobbiamo dedurre che la descrisione dlls Spagna cominciasse nel I libro, subito dopo la fine della Narbonensis's, Mentre della menzione di alcune citta della Narbonensis diremo in seguito, in Primo luogo bisogna occuparsi dei passi dai quali Schiano deduce che la deserisione della Spagna iniziasse nel I libro; infatti, come gia ho detto, se tale ipoteal fosse vera, sarebbe davvero difficile atribuire il brano del papiro al II libro di Arvemidore, 1 testimone principale a questo proposito é Marciano, il quale, nel IL libro lel Periplus ‘ars exteri, dopo aver detto che la Gallia si divide nelle tre énagylau di Lugdunensis, Aquitania ¢ Narbonensis, prosegue (pp. 550-551 Miller, di cui dd anche il testo): Atzouey tolvwy wv mrpithowy, dKohobOus dnd tig “AKvTavlas dg&iuevor tov nie tov arepixhowy dvayoiyew imeoxdueda: vi yg NagBanotac tdv aeotx.ow Ev UH ELTONA Tis “Agewidddgou yeuyoapas Hrot nEpimAOV oaUpce dieEH.Douey, et kal 6 mgoeionuévos “Agrepidwgos iy dtaloeow aw ev ah Kehtoyaaria, dbs xa toy Ev tip "IBngia Emaony ovx énouiioato. Il significato del passo @ abbascanca chiaro: Marciano dice che, mentre della Lugdumensis e dell’Aquitania, poiché si affacciano sul mare exterum, dita ora, della Narbonensis invece ors non trattera, Poiché ne ha gia trattato nell’Artemidori epitome (purtroppo perduta), I problema é dato dal ultima parte del periodo, nel quale le parole th Kehroyanari, Gs Kat tay ev sono un’integrazione del Miller. Schiano rifiuta tale integrazione, accetta il testy tradito ¢ intende: ,sebbene il predetto Artemidoro non ha fatto una distinzione [fra la Narbonensis] le province della Spagna". Se una tale esegesi 2 corretta, Marciang inviterebbe qui il lettore a cercare le notizie sulla costa della Narbonensis addove egli tratta anche della Spagna; ora, poiché noi sappiamo che della Narbonensis Arvensi- doro-Marciano ' trattd nel libro I, se la trattazione di questa provincia non era divin da quella della Spagna, ecco che di queste ultime Artemidoro-Marciano inizioy = trattare nel T libro. Risulterebbe in tal modo impossibile che all’inizio del It libre Artemidoro-Marciano desse una descrizione complessiva della Spagna. To non credo che questa ricostruzione sia corretta. Innanzitutto non si capisce Perché Marciano dovrebbe invitae il lettore a cercare la descrizione della Narboronss laddove egli parla della Spagna; che infatti della Spagna si parlasse per lo pitt nel IT libro é testimoniato in maniera inequivocabile dalla tradizione indietta: se anche

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