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A- .
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Madonna della Perla di Raffaello
(Museo di Madrid)
La
DOCUMENTI
DA
ALESSANDRO LUZIO
MILANO
CASA EDITRICE L. F. COGUATI
CORSO PORTA ROMANA, 17
1913.
Fina Art»
p'3
PROPRIETÀ LETTERARIA
i)-mHò
-
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a Pompeo Molmenti
—
gli
a
—
g)
d'
studiosi troveranno, nuovo
vi
:
ma mie rapsodie varranno mostrare fonte inesausta
le
;
i
gli
le
punto attinsero incompiutamente spesso
(e
di
Malatesta, affidato ad un artista insigne delle tue lagune, Piero dalle Ma-
(5
raccolto
io
pittori
si
i
Mantova
di
dell'arte,
di
di
le
per guide
della Reggia non fanno che ripetere stereotipe fiabe sono pubblicati vo
si
:
qualche magro
contributo del Muntz o qualche spropositata razzia del Bertolotti) abbia mai
di
sante
Agli archivi mantovani (comprendendo tra essi quasi affatto dimenti
il
collezioni
di
intraprendere, delle fonti della storia artistica, perchè dessa riposi su più
salda base scientifica.
VI A POMPEO MOLMENTI
più: il crìtico estetico a sua volta non deve mai sdegnare il modesto ausi
liario, che può dar lume o certezza alle sue intuizioni.... e perchè no? fre
nare salutarmente certi voli troppo arditi della sua fantasia.
Fra le migliori mie soddisfazioni di.... topo d'archivio, conto quella ap
gli
punto di aver ripescato
gli
elementi necessari per identificare otto superbi
in
si
Baviera: che tu, innamorato dell'arte veneziana, sarai felice
di
di
veder
e
qui riprodotti.
Del Tintoretto non troverai incisioni
di
scrittura tra
le
nessun facsimile
di
del volume ma questa un'altra conseguenza non trascurabile un'at
gli (è
:
;
Milanesi,
di
gonzaghesca.
Mi quindi attenuto nella scelta degli autografi
sono quelli che non
a
lasciassero dubbi Tiziano sarà curioso distin
di
di
guere compare
Pietro Aretino!....
Tu, infaticabile hai saputo
di
di
fatiche gradisci ad ogni modo questo l'attestazione sincera
e
:
di
tetici quadri d'autore, donarono un feudo del valore di 50 mila scudi a' Canossa
gigantesche gli esodi purtroppo continui delle nostre opere d'arte olir Alpe e
(1) Pubblicazioni frammentane di documenti fecero il Baschet nella Raccolta Veneta del 1866,
il Noel-Sainsbury nel raro libro Originai unpublished Papera illustrative of the life of Sir *P. 'P.
II,
Rubens, Londra, 1859; il D'Arco nelle Arti ed Artefici, 288. Sovra que' dati incompleti son
basate anche opere inglesi più recenti, del Phillips, del Law, che avremo più oltre occasione
di
le
Kunstwissenschaft Lipsia,
f.
e
:
(2) Avverto una volta per tutte, che intendono tratti dall'archivio Gonzaga documenti che
s'
...
"
Introduzione vii
Capitolo I — Un po' di bilancio della Corte de' Gonzaga
"
1
Capitolo II — La formazione della Galleria
"
19
CAPITOLO III — La vendita della Galleria n
63
DOCUMENTI.
Documento I — L'inventario dei quadri del 1627 Pag. 89
Documento II — La corrispondenza degli archivi di Mantova e Lon
"
dra concernente la vendita del 1627-28 137
DocuMEMTO III — Eslratti dal Catalogo di Bathoe "
168
APPENDICI.
'
*
(Nella Gonzaga del Possevino). (Nella Gonzaga del Possevino).
Ill
—
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CAPITOLO PRIMO.
(1) Che si chiamassero Corradi può sicuramente affermarsi in base ad alcune bolle del 1288
con cui Niccolò IV conferiva certa prebenda * dilecto filio Petrozano nato nobilis viri Corradi de
Corradis de Gonzaga canonico , (Rome, VII1 Kal. Mali, P. N. a. Petrozzano o Pietro Giovanni
I).
era fratello primo capitano del esiste anzi un atto del 15 aprile 1341 con cui
di
Luigi, popolo:
Petrozzano dichiarava tacitato dal primo Signore Mantova per quota spettategli dell'asse paterno.
la
di
si
(2) Vincenzo scrivendo nel settembre del 1606 poeta Gabriele Zinani, che s'era proposto
al
I,
la vi
la
lo
rita dcll'historia, perchè non fu Luigi che portò Sassonia Italia casa nostra, ma Vitichindo.
di
in
Fu ben Luigi primo signore questo stato, ma altri centinaia anni, tutti
d'
le
di
precedettero per
lo
di
cavalieri d'heroiche qualita ecc. (lett. orig. 22 settembre). Men modesto suo padre, duca Fer
il
,
un suo scritto polemico anonimo, nel quale accampava pretese co' Savoia,
di
dinando parità
in
affermava che l'origine della sua casa deduce con retta discendenza per mille ducento et tanti
'
si
anni dai Re Francia cominciando dall'a. 379, ricadere Hugone che regnò
di
in
Gonzaghi ,.
li
1
CAPITOLO PRIMO
(il
datore della dinastia) poter arrotondare considerevole,
di
propria,
la
già
di
fortuna co' beni cittadini o ('). Indi
di
congiunti banditi dal Comune
poco, caduti lor volta nella cruenta lotta dell'agosto 1328, Bo
a
a
i
nacolsi impinguarono nuovi Signori con possedimenti così
di
Mantova
i
vistosi da far gola Cangrande della Scala, più tardi Bernabò
a
a
Visconti: quegli ne tentò confisca suo beneficio, questi volle im
la
a
almeno l'umiliazione
di
Gonzaga vassalli
ai
ri
a
e
conoscere da lui l'investitura delle accumulate ricchezze (2).
Sulle prime Gonzaga capitani del popolo parvero appagarsi d'uno
i
e
percentuale sui profitti della zecca 0)
di
Mantova ma poco poco
a
;
loro mani tutte
in
:
fiorenti dell'Italia superiore, per industria per popolazione (4). Era
e
la
il
e
i
(1) 1326, 30 sett. Raynaldus de Bonacolsi».... jussit, voluit et mandavit quod omnes emp-
"
:
tiones aeu acquisitiones quoquo modo facte per Loysium de Gonzaga quibiucumque bannitis con
a
finati! seu suspectis Comunis Mantuae ve) ab habentìbus cauaam ab eia valeant, teneant ac plenum
sorciantur effectum.... non obstantibus aliquibus stalutis ku reformationibus civitatis et Comunis
Mantue.... ,. Estesa anche ad altri Gonzaghi, oltre Luigi, era concessione anteriore del 20 set
la
rado de Gonzaga et Loisio eius D.ni Conradi filio acquistar certa casa
in
contrata Bechariorum u.
'
a
(2) Cangrande aveva ottenuto addirittura da Lodovico Bavaro privilegi necessari per ap
il
sostanze de' Bonacolsi ma quella concessione del 29 aprile 329 restò lettera morta.
le
propriarsi
1
:
Maggiore smacco soffersero Gonzaga da Bernabò Visconti. Questi nel 358 costrinse far atto
a
1
li
i
sudditanza: donandogli possedevano Mantova, Cremona, ecc., per riaverne poi subito
di
quanto
a
l'istesso giorno giugno) l'investitura ex nono da lui. Gonzaga nel curvarsi quella sopraffazione
(8
a
I
Vescovo
di in di
di
Bernabò cercarono
di
segreta. Dichiararono
Milano, ciò facevano contro coscienza propter vim et metum Berna-
*
dona
di
'vis ,, nè erano quindi obbligati rispettare patti, appena potessero infrangerli. L'atto
a
ii
zione intanto, del 358, importantissimo perchè specifica ad uno ad uno vasti possedimenti gon-
1
(3) Cfr. PORTIOU, La zecca di Maniova, 40. primo stipendio corrisposto dal Comune
Il
di
al
Mantova).
oscillò sempre tra' 25 35-40 mila
in
poi popolazione
e
i
abitanti.
UN PO DI BILANCIO DELLA CORTE DE GONZAGA J>
denza fiscale disponeva già allora di mille ingegnosi espedienti per spillar
denaro da tutto e da tutti ('). Dazio sul vino all'ingrosso e al minuto,
sulla beccaria, sulla macina, sul pesce de' laghi, sulle lane, su' contratti (2),
su'.... postriboli 0) ; monopolio del sale, pedaggi d'ogni sorta, tassa sui
forestieri (4).... ecco, per dire i soli cespiti principali, i proventi copio
sissimi del bilancio comunale, in cui i Gonzaga potevano liberamente
pescare, amalgamando l'amministrazione pubblica con la privata.
Il loro dominio datava appena da quarant' anni : e da' rogiti di
mutui, dagli istrumenti d'acquisto di nuove proprietà fondiarie, da' libretti,
diremmo oggi, di cassa di risparmio, dalle costituzioni di doti, da' legati
innumerevoli de' testamenti.... si può toccar con mano quanto fosse cre
sciuta la ricchezza de' Signori di Mantova, quanto fosse cercata ed am
bita la loro alleanza.
Un libretto del 1 370-76 può veramente assomigliarsi a uno dei
nostri conti correnti di banca: vi sono elencati tutti i depositi fatti dal
terzo capitano Lodovico a Venezia (5) distinguendo nettamente il ca
gli
Il
°/°
il
5
il
teresse, senza che per ciò cessassero depositi de' Gonzaga, dacché un
i
(1) Si veggano numerose rubriche riflettenti dazi negli Statuti bonacolsiani che C. D'Arco
le
pubblicò ne' suoi studi sul municipio (II, 292). Sotto Vincenzo fu stampato 1'" ordine
di
Mantova
I
Mantova
di
(Mantova, indice
si
609)
:
,
merci, derrate, soggette dazio, così per l'entrata, come per l'uscita
*
alfabetico tutte
di
le
dalle
a
marchese Gianfrancesco, preso da scrupoli, disponeva nel suo testamento del 23 settem
Il
(3)
bre 444 volo, jubeo et mando quod dacium postribuli civitate Mantue statim amoveatur ,.
di in
'
1
(4) Del 1612 ha stampa una estesissima nota quello che pagano
"
forastieri per
si
li
il
dazio dello bollette ,. Si pagava più o meno, entrando Mantova, non solo se
di
di
era a piedi
si
a
"
a
2
a
8
:
3,
dinari et piedi soldi dinari e segue così per ordine alfabetico l'elenco de' forestieri da
a
9
:
,
*
genere pagavano
1
7
,
6,
8.
denari piedi soldi denari Qualonchc forastiero che venira Mantova ooero apresao un
"
2
a
(5) "In Christi nomine Amen M.cus D. D. Lodovicus de Gonzaga habet infrascriptos denarios
ad cameram imprestitorum civitate Veneciarum ut inferius continetur scriptos contrata S. Boldi
in
in
de Veneciis ,. Ogni cifra porta distinta l'intestazione: Hoc est capitale — hec est utilitas conti
"
I
,
liquidavano ogni semestre; p. es. nel 1376 così: Facta ratione XX marcii MCCCLXXVI vi-
"
si
detur quod omnia imprestila... sunt summa due. LXXXm XVI auri, s. VII p. Tangit omni medio
in
gli
fiorini di dote) fontigo de biavi altre somme
di
dà credito
"
sul
li
,
(').
°/°
cospicue, che fruttavano solo
3
il
Prestiti numerosi veggono fatti cittadini mantovani,
si
e
a
a
vicini: p. nello stesso anno 1385, 40 mila ducati Vi
a'
di
principi di es.
sconti, 25 mila agli Estensi. Questi ebbero altri prestiti negli anni
44 mila
di
successivi, tanto che sui primi del quattrocento eran debitori
ducati d'oro boni et justi ponderis, ex causa mutui Avevano anzi
"
u.
gli
di
Estensi rilasciato in pegno una bella quantità argenti gioielli
e
(di cui v'è l'elenco descrittivo) graziosa liberalità del sovventore
la
ma
:
restituirli, castello
di
consentì contentandosi della sola ipoteca sul
a
di
Melara. nel 1435 furono stipulate nozze Margherita
le
Quando
Gonzaga con Leonello d'Este, venne minorato debito, con l'assegna
il
dote mila ducati su' 44 mila an
di
i
Visconti,
gli
i
i
i
case regnanti
le
segnalare
a
gli
più tardi conseguita da' Principi Mantova, veder assunte due con
di
di
sanguinee
3
procura
a
"
sposata septem
è
milia florenorum auri boni ece. nec non 300 florenos che spettano
le
u,
dall'eredità materna.
La
li-
posito a Venezia un'altra somma di 25 mila fiorini, che ex mera
('). Molti più tardi,
di
beralitate regalavano all'avo Barbara anni
u
in
nell'istruzione inviato
al
a
u
gli
d'oro lasciato dal che altri
di
di
il
fiorini: Paola Gonzaga tratta nel 1476 infauste nozze con Leo
fu
Baviera
Mantova nel 463 Federico (3.° marchese) con
di
la
sposa semplice
a
1
di
Gonzaga certe
I
pin
guedine (4); questa considerazione Fran
di
dovette matrimonio
si
e
a
il
moni! bona aliqua temporalia aut dotem seu donationem sed potius amicitiam, benivolentiam et affi-
nitatem p.ti D.ni Marchionis Brandeburgensis.... liberaliter dictam d.nam Barbaram dotare volunt et
eidem.... ratione dotis donare et largiri 25 milia florenorum renensium, ita quod dieta pecunia sit
propria dos ipsius Barbare.... Ex mera liberalitate
d.
march. Federico
,
la
nuziali, con l'istoria Traiano, disegnata dal Mantegna (cfr. EISLER, "Die Hochzeitstruhen der lelzien
di
Grtifin fon Gorz nello Jahrbuch der K. K. Zentral-kommission fiir Kunst- und historische Dcnl(walc,
del 1905: e LUZIO, Un'opera sconosciuta perduta del Mantegna, nella Lettura dell'aprile 1907.
e
(3) Cfr. LANZONI, Sulle nozze di Federico Gonzaga con Margherita di ÌVittelsbach, Mi-
I
Uno. 1898.
(4) Federico Gonzaga dichiarava nel 1516 non voler sposare una francese mal formata,
di
belli de ex. S.ri genitori soi (LUZIO, Isabella d'Este Leone X, parte p. 70).
I,
e
li
,
CAPITOLO PRIMO
d'Este, che
gli
recò dote 25 mila
in
cesco (4.° marchese) con Isabella
ducati d'oro sontuoso corredo.
e
Dell'ascendente de' Gonzaga nella prima metà del Cinquecento
son luminosa testimonianza pratiche intavolate dal 5.° marchese e
le
per aver figlia del re
in
di
primo duca Federico moglie dapprima una
di
Polonia, poi.... Caterina Borgo, incaricato
da Carlo V condurre trattative col re polacco, scri
di
in
le
persona
Mantova era un marchesato, im
di
veva agosto 522 che quello
7
il
in
nome:
di
le
propriamente,
bellissime città redditi, numerosi, ricchi nobili sudditi.
"
u, grassi
e
i
i
Carlo V — —
di
ama
"
soggiunge assai questa famiglia originaria
tutti Principi non ve
di
Germania guardando attorno Europa,
u:
e
i
n'ha alcuno che pareggi Mantova, come
di
Signore un eccellente
il
le
fu
chi doveva affidargli una figliola
in
in
gittime isposa: forse questa
e
ragione recondita per cui fallirono trattative col re Po
di
la
così
le
VII,
fu
lonia, come successive con Clemente che un pelo nel 530
le
1
Marchese o neo-Duca Mantova nipote Ca
di
di
promettere sua
al
la
terina poco più che decenne!
Chi — mi sia consentito domanda che già
di
dire ripetere
la
sa
senza
la
il
regno della virago medicea, senza della
S.
di
notte Bartolo
le
stragi
meo? — pretesto apparente o ragione reale del disaccordo tra
la
Il
dif
di fu
Gonzaga
il
e
il
il
a
il
il
stianos non sit nunc ubi S.mus Rex Poloniae possit collocare filiam suam melius, quum nullus
D
Rex est cui nunc bene dari possit et etiam nullus Din est qui habeat tale dominium, videlicet par
in
Milano.
di
gli
Bisanzio ma quella invece
di
per antenati
fu
tare Imperatori
l'origine prima della rovina della sua casa, cui l'eredità de' PaleoIoghi
a
maturò lutti del 1630.
i
sentendo immediata
la
di
Federico Gonzaga, sola importanza un
la
ingente, Margherita Paleologa
a
d'oro:
di
vi
fu
dote
e
sionale vertiginoso nelle doti hinc inde assegnate alle spose che anda
vano o venivano dalla corte di Mantova.
Eleonora d'Austria portò 100 mila fiorini d'oro: Margherita Far
nese, poi ripudiata, 300 mila scudi d'oro; Eleonora de' Medici, Mar
Savoia, Caterina de' Medici, altrettanto!
di
gherita
Mentre, canto,
af
d'altro marchese Federico nel 1480 aveva
il
le
a
done che per quella erano maritate se non ducati XXI mila u, solo
e
decideva ad elevare 30 mila dote Clara,
la
di
per eccezione
di si
spo
a
(la
di
al
sata Montpensier
Ferrara,
di
Margherita, sposa
e
scudi
20 mila Eleonora, 50 mila scudi, seconda
la
prima imperatrice,
1
1
sempre
fondi costituiti
i
in
ga
il
e
Mantova;
di
ma
di
di
alla
lo
3138
di
of
Savoia,
"
viene ,, esclamava duca Ferdinando nel cit. scrìtto polemico contro non
*
(1) Non
il
Mantova con quota descendenza ad ener hoggidì solo, vero et legittimo successore
di
viene Duca
il
Per es. per la dote di Eleonora de' Medici, ne' capitoli stipulati
con Bianca Capello ('), i Gonzaga diedero in ipoteca possedimenti del
l'estensione di circa 10 mila biolche. Per Caterina de' Medici s'ipote
carono parimenti i latifondi della Virgiliana : innumerevoli molini, valli....
ed altri beni allodiali, vastissimi.
quale si posson seguire le traccie perenni ne' secoli, pur attraverso alle
distruzioni barbariche fatte sotto l'Austria nell'archivio Gonzaga.
B
Liber iste cartarum quadraginta octo bullatus bullo virgiliano pro
Comune Mantue consueto datus et asignatus fuit per nobilem et cir-
(1)
' Io Bianca Capello gran duchessa di Toscana capitolo et dichiaro co. di s. ,, e la firma
apposta al celebre atto del 6 gennaio 1584, con cui a Vincenzo Gonzaga veniva sposata Eleonora
de' Medici : previa la " pruova vistasene in fanciulla , intatta, che desse " certezza della potentia et
attitudine (di lui) al matrimonio con vergine ,.
" nota delli datii di S.
(2) Per es. c'è del 1568 una E. posti al pubblico incanto a quali nes
suno vi ha detto ,.
UN PO DI BILANCIO DELLA CORTE DE GONZAGA 9
se pur
(1) Federico Gonzaga dal suo letto morte (giugno 1540) ordinava fosse levato macaluffo
di
il
acciocchè quando piaccia a N. Dio ch'egli abbia corso della sua vita, ciascuno possa
S.
"
finire
a
il
conoscere quanto amasse suoi sudditi. Sotto figlio Guglielmo, trova invece che Don Angelo
si
il
i
a
Pietra, celebre riformatore della contabilita, aveva istituito de' registri speciali anche per riscossione
la
del macaluffo.
(2) Nella cit. lettera da Borgo, rìcordavasi come Gonzaga avessero percepito un
di
Andrea
i
Milano,
di
(3) Nel 1495 tutti massari de' comuni mantovani indirizzarono Francesco Gonzaga una
a
i
presente guerra ,,
(5
pregandolo ad adottare temperamenti che sollievo de' sudditi aveva concesso suo padre, mar
e
a
i
di
la
guerra
'
gli
dolo al carnefice: l'amministrazione fu risanata; stipendi degli uffi
ciali, falcidiati della metà. Così restaurata sincerità de' bilanci,
la
può
si
vedere ogni menomo dettaglio come
in
le
spese
corte gonzaghesca: come
ci
le
e
gestione un inferiore
a
Poterono allora inaugurarsi, o meglio esser onore ('),
in
appunto rimessi
si
mulacro Virgilio, recanti
di
posti nel
gli
gli
di
distribuiti pesati;
e
di
!
:
Margherita
depositata intatta, forza de' capitoli nuziali anche
in
restò
a'
Gonzaga
e
inedita,
In
Infrascripti sunl denari! positi cassono intestato un libretto del 1380, che anche
in
'
(1)
B
continuasse ad acccantonar de' risparmi nel tesoro corte indubitato: non poterono però
di
poi
si
(2) Collima con relazione veneta, edita dall'Alberi, del 587 merita perciò piena fede, a
la
parte tono ampolloso adulatorio. Con lettera 27 ottobre 1587 Vincenzo dicevasi pronto pre
a
il
a
UN PO' DI BILANCIO DELLA CORTE DE' GONZAGA 1I
gli
et oltre la argentana et addobbamenti pre-
tiosissimi !...
u
si
rilevanti, ove osservi con quanta amministrativa perizia fossero
si
i
riusciti ad alleggerire certi capitoli non addirit
di
Gonzaga spese, se
di
tura convertirli d'entrata. Essi ebbero merito bat
in
cespiti
il
a
le
eppure, lungi dal tornar loro d'aggravio, l'" officina monetaria ap
u
degli utili, perchè un ingegnoso sistema
di
portava regia eliminava tutti
gli
paltatore della zecca una percentuale sulle monete coniate anche per
e
conto (').
di
estranei
suo speciale
si
scudi)
il
„
la
la
passivo,
delle cavalle affidate all'industria privata offrivan spesso lauti guadagni (2).
A.
Si
S.
consideratione
"
Verona
di
Campagna, ufficiale
3
in
di
giustine,
S. ha dimandato a me se può battere, ho risposto che battitura delle giustine,
le
et M.nu
lo
la
si
quest'effetto ha messo
in
cecha
m. scudi. Inteso questo, M.nu m'ha comandato che ne scriva a V. A. S. che compiacendosi
di
3
dell'onoranza spettante
si
a lei
si
(2) Cfr. CARLO CAVRIANI, Le razze gonzaghesche di cavalli nella liauegna contemporanea,
a. II, nn. 3-4. Quando Enrico
III Mantova nel 1574, Guglielmo volle
fu
cavalli (DE NOLHAC-SOLERTI, viaggio di Enrico III in Italia, p. 187). L'uso dare
di
in
//
soccida degli animali era antichissimo casa Gonzaga se ne trovano documenti del 283.
in
II
1
7
:
D.ni Antonii de Gonzaga dante prò se et vice ac nomine D.ni Federici canonici mantuani eius
(11
gli
introiti de' dazi, degli affitti, del sale, ecc. raccolgono persino
le
si
di
briciole, registrando regalie più insignificanti cioè onoranze
le
le
lo e
:
offerti dono da' castellani delle ville
in
polli spadone che mer
i
Natale;
di
canti
al
di panni presentavano Principe, ogni festa pesce,
il
frutta, carciofi, ecc. recati omaggio alle cucine ducali.
in
le
gli
Erano affittati tanti lotti
in
piccoli persino orti giardini
e
i
del Te: tanto (è registrato) rende l'orto de' cardi, l'orto sul Te del
gioco della palla, l'orto maggiore, giardino, ecc. letame delle stalle
Il
gli il
era portato Te: stallieri che ab antico
di
del Castello avevan
in
ritto quel grasso provento
a
velluto, che
di
25 braccia
di
del grazioso regalo Principe distribuiva
il
Si
loro Natale. trova fatta persino menzione, nella riforma del 553,
a
1
candele: de' moccoletti, che non dovevano
di
di
del Duca. grandi luminarie eran serbate per feste parata
le
della reggia.
In
mento degli ufficiali. Restò immutato anche con lui l'antico sistema così
gli
in
in
metà
e
gli
nomia, col grano de' mulini, con onoranze de' castellani, con acquisti
le
eran
v'
persone:
il
bilancio della corte stabiliva dunque per quante bocche ogni ufficiale
dovesse esser contato. A seconda della sua maggiore o minore impor
tanza era computato per 2-3-5 bocche: più modesti naturalmente
i
(1) La privativa della pesca sui laghi Mantova era data appalto con l'obbligo fornire
di
in
di
tutto pace necessario alla corte un prezzo favore; nel bilancio del 1588 Svantaggio del
di
'
a
il
pace acquistato così buon patto era quotato ducati 2846 '/,(
a
M
UN PO' DI BILANCIO DELLA CORTE DE' GONZAGA 13
di
fa
(I) Per a. nel 1464 un Giacomo miniatore lagnava che fosse stato negato del grano
si
a
il
il
:
un solenne rabbuffo (lett. da Coito, aprile). Ricordatogli che Giacomo aveva diritto alle spese,
2
11 * 10
avvertiva che grano nei magazzini marchionali ce n'era a bizzeffe grafia de Dio....
di
la
tua
'
,;
Tebaldeo nel 1496 deplorava che tutto l'anno scalchi avessero dato vino tristissimo et
'
carne a suo modo ,. marchese Francesco, che guerreggiava nel reame scrisse tosto
di
Napoli,
II
Mantova che poeta ferrarese doveva avere spese per tre bocche honorevolmente ,.
"
le
il
14 CAPITOLO PRIMO
spenditore di corte, a' fattori che non pagano a tempo o non sommi
tigiani postulanti per sé o per altri ( ' ). In un bilancio del 1 526 leg
in
casa Gonzaga un sempre aperto,
Principi
In
e
a
i
di
Mantova facevano pagar salate cui godevano,
di
semiti immunità
le
a'
i
Si
mandati, patenti degli atti gonzagheschi. può dire che ad ognuna
le
grosso salasso
o
degli israeliti o della loro università o de' più denarosi fra essi. Mo
un decreto del duca Guglielmo, cattolico sino
al
struoso es. bigot
p.
questo £a/.
577,
gli
gli
punità per eventuali delitti, nascosti o no, che avessero sulla co-
(1) Nel 1507, per certe spese inerenti alla fabbrica del palazzo S. Sebastiano, B. Ghisolfo
di
avvertiva
in
'
il
ducati 500 circa, qual ha terre che facto che fusse condemnatione se poterìa subastare et ven
la
dere (leti. aprile) e così accomodare ogni cosa, nell'interesse del Prìncipe. — Nel 627, non
1
1
1
;
,
G. B. Bremio segretario ducale suggeriva, con letterina dal The, 27 maggio: S. A. ha risposto
"
che ella favorisca cento scudi che sin hora glieli dona, onde
di lo
di
in mano lei sta poter aiutare tedesco per corapositione che ultimamente ha presentate
le
il
il
all' A. S. ..
UN PO' DI BILANCIO DELLA CORTE DE' GONZAGA 15
a
attendere tranquillamente consueti Lodovico
d'
negozi. cancelliere
a'
Il
Gabbioneta, del decreto che nella villa
di
fu
estensore segnato Gonzagai
ce ne svela retroscena con una letterina del 20 luglio un suo
il
a
Havrà V.
S.
collega, cui scrive cinicamente: con queste
"
tre spedi
A. decreto che
S.
si
la è
nulla scudi che pagano all' A.
S.
per 12 per remissione dei delitti
i
S.
commessi bene che nel mandar esso decreto
gli
gli
della cancelleria et che perciò avertisca ch'essi hebrei non caccias
sero carotte per haver detto decreto gratis con pochi danari che
il
o
non sarebbe conveniente.... u.
frequenti scoppi
i
van essi tutto l'agio rifarsi co' lucri del commercio co' pro
di
fiorente,
noi
sudditi, matura consideratone risoluto solevarli in
di
habbiamo dopo
delle usure solite pagarsi de' loro
la
sollievo interesse
E.
questo
si
7
1
conduttori
di
anticipare
i
A
gli
onesti
le
„!
di
gioiellieri. Gonzaga
I
Ne ob timorem poenae propter delieta quae ab ipsis orlasse patrata essent, deterreantur ,.
*
(1)
f
in di
giustizia cui
'
si
,
16 CAPITOLO PRIMO
abbacinati dal luccichio delle gemme e de' gioielli : sin dal trecento la
storia dell'oreficeria troverebbe negli atti dell'archivio Gonzaga i docu
menti più ghiotti sugli squisiti lavori che uscivan di mano agli artefici
di tutt' Italia e che i Signori di Mantova bramosamente cercavano. I
corredi nuziali delle principesse Gonzaga (') dimostrano quante e quanto
superbe gioie portassero andando a marito: stupendo fra tutti il corredo
di Elisabetta, sposa nel 1382 a Carlo Malatesta. La sua scritta nu
ziale è una pergamena di molti metri di lunghezza, comprendente un
interminabile elenco di gioie del più peregrino lavoro. Suo fratello Fran
cesco aveva depositato addirittura tre casse di gioie a Venezia (rogito
14 dicembre 1406). Gli inventari di gioie si susseguono per ogni Prin
cipe, elencando, dove più, dove meno, favolose ricchezze: talvolta l'in
ventario è corredato di disegni riproducenti i più fini lavori d' orefice.
Si arriva così a Vincenzo I che accumulò un prodigioso tesoro di gemme
d'ogni sorta.... fors' anche al di là di quanto desiderasse. Molte gioie
invero, io suppongo, che Vincenzo comprasse per rientrare in qualche
modo ne' suoi capitali. Liberalissimo co' principi tedeschi, suoi congiunti,
aveva largheggiato con loro ne' prestiti : e non di rado per riavere le
gli
fu
sovvenute a costoro, mestieri metter
a'
somme cospicue panni
de' tardi debitori qualche gioielliere petulante d'Augusta.... Desideroso
nel maggior numero più buon mercato possi
di
al
acquistar gemme,
e
rivelato
in
confessione!) segreto
il
aver
di
S.™ Inquisizione!...
la
gli
gemme
carezzava Vincenzo con voluttà anche ne' suoi estremi momenti.
Il
I
dinando, trattenuto lontano dal letto del padre moribondo, che duca
il
(I) Gioielli meravigliosi donò duca Guglielmo alla sua sposa Eleonora d'Austria: l'elenco
il
1
cominciò a far portare gioie in tanta bellezza et quantità che è stu
gli
pore tt, su cui parevano affisarsi estasiati stanchi suoi occhi azzurri.
All'indomani G. B. Bignami annunciava mede
di al
del decesso, un
Si
sono trovate gioie valore
"
simo card. Ferdinando (24 febbraio)
:
d'un miglione et docentomilla scudi, et ottocento nulla scudi contanti.
in
A.
(il
Vuole successore, Francesco) tutti debiti,
S.
"
pagare
i
mostra haver pensieri grandi et dal popolo et dalla città tutta
si
spera
felicissimo governo B.
"
il
I
stimabile splendor delle vesti, de' broccati d'oro, ecc., ammon
lo
u, per
scudi.
di
Ahimè! doveva
la
questi splendori abbaglianti presto seguire
a
La
di
pit
di
intanto direttamente sfacelo della
lo
di
le
tempi procellosi perdere gioie
il
i
purtroppo,
e
il
scelta,
come vedremo.
Basti frattanto aver chiarito, con questi rapidi cenni, come
al
me
cenatismo artistico de' Gonzaga non mancasse una solida base econo
mica, neppure, nelle sue linee fondamentali, una plausibile ammini
e
la
saggezza politica,
consistenza morale spensieratezza nel vivere La
la
lussuria tratto comune dominante ne' Gonzaga sin d'uno de' primi
il
è
fra loro, Guido, 2.° capitano, rozzo cronista Aliprandi lamentava nei
il
Guido —
" fu
e
„
non avia.... Stasia sempre cum granda compagnia piacialli cazar osel-
e
|
lare.... ('). giù, da questo lato della sete immoderata de' pia
E
su per
u
Gonzaga rassomigliano
si
e
i
de' Signori, morto nonagenario, dopo aver sposato tre mogli, fu quasi
1' unico caso di longevità nella sua stirpe, nella quale con l' infiacchirsi
progressivo delle avite energie s'accorciò via via spaventosamente anche
la durata media della vita. Pochi de' Gonzaga superarono i 60 anni,
molti non raggiunsero i 50 ; la linea principale si spense nel 1 627 dopo
aver visto sparire in tre lustri quattro duchi: Vincenzo I, di 50 anni
(1612), i suoi figli: Francesco, di 26 anni (1612), Ferdinando, di 39
(1626), Vincenzo II, di 33 (1627). In tanta ricchezza di bastardi,
mancò a' Gonzaga un erede legittimo per assumere senza contrasti quel
dominio, che animosi rivali assiepavano e minacciavano: primi fra tutti
"
i Savoia, con cui i Duchi di Mantova avevano osato competere di
parità B, non sentendo nella lor fatuità impotente quanto la molle effe
minatezza li rendesse ornai inadatti a cozzare con una dinastia guer
riera, piena di audacia e d'avvenire.
Strano a dirsi: i Gonzaga affondavano ornai in completa decadenza,
e sognavano ciò nondimeno o di supplantare i Savoia o se non altro
venire ad accordi vantaggiosi, scambiando il Monferrato con l'isola di
Sardegna! Il vescovo Agnelli scriveva da Roma 16 febbraio 1619 al
duca Ferdinando, avergli il Papa dimandato
' s' era vero che V. A.
facesse baratto del Stato di Monferrato col Regno di Sardegna.... di
cendomi che non sa se fosse partito vantaggioso per V. A. ed accen
nandomi che miglior sarebbe quello di Cremona! a
CAPITOLO SECONDO.
1
ON è paese alcuno più abondante di palazzi discosti l' uno
dall'altro in qualche luogo meno di mezzo miglio, accomodati
con caccie di diverse salvaticine et pesche, con giardini et
altre commodità proprie de Principe „
— scriveva l' anonimo esten
sore della relazione complessiva sul regno di Guglielmo; e a ragione,
gli
de' Signori Mantova (da non confondersi co' Gonzaga dei rami
la
di
Porto,
di
di di
di
di
Marmirolo,
di
di
Milano, Venezia.
a
insomma
la
La
di
restò
metter per ogni dove armi de' Signori, de' loro amici
le
di di
trattava
e
gli
su per giù con stessi nomi (camera del sole, del crogiuolo, della
museruola, delle città, degli elementi, degli Imperatori, ece.).
Che già nella seconda metà del Trecento molti pittori lavorassero
Mantova attestato dalle richieste che ne facevano Visconti,
è
a
i
i
lor volta illeggiadrire
di
quali desiderando caccie
"
figure ca
il
a
u
Pavia, per aver buoni artefici (lett.
a'
stello
di rivolgevano Gonzaga
si
1380 del Conte
di
25 sett. Virtù).
Da quella anonima stacca solo verso 1425
di
folla pittori
si
il
un' individualità Pisanello: corte, che die
di
geniale, primo pittore
il
il
nome, per soavi cose fiorite dal suo pennello, un appartamento
le
là
a
del palazzo, rovinato nel 1480.
Di quel periodo poco o punto sappiamo troppe vecchie parti
:
della Reggia furon distrutte dal piccone de' Gonzaga medesimi, non
e
senza loro rammarico se dobbiamo arguire da una disposizione testa
di
marchese Gianfrancesco che nel
corte, sacrificate
in
rifar altrove pitture della cappella uno
di
degli
le
in
quando pallacium fuit reformatum repingantur eo modo quo erant
quadam alia ecclesia vel capella, ubi melius fidecomissariis meis vi-
debitur u.
Novara,
S.
eretto da Bartolino
di
stato
Il
(la
forse assai prima che non creda data del 395 rappresenta piut
si
nel 1459 se ne abbattè una buona metà per rifarlo più splendido. Se è
ne
il
Roncof erraro
al di
suo Principe de' predicozzi co' fiocchi, pretendendo d'aver più volte
imbroccato con catastrofiche.
le
quel profeta
gli
Havemo ricevute alcune tue lettere quale non habiamo dato altra
"
in le
a
risposta, perchè dirti vero tu intri cose che più tosto sono pacie
il
a
trar gioso mezo, come habiam fatto, perhò attendi a vivere e lassa stare
queste novelle H.
haressemo
a
la
nostra speramo
e
(1) Leti. 17 giugno 1459 del marchese Ludovico a Cosimo de' Medici, concernente m.ro An
'
tonio Manetta ,.
Laurana era certo a Mantova, Sforza conte
di
(2)
1
e
"
lo
quelle sue fabriche ,. Poichè l'artista fu trattenuto più lungo, Marchese scrisse maggio) allo
(8
a
il
*
Sforza, sollecitando
di
"
15 novembre 466
"
bisogno impacciato ,.
Il
1
il
,
'
,.
22 CAPITOLO SECONDO
gli
di
che erano accanto che incaricati eseguire fedelmente suoi
i
disegni venivano spesso trattati con soldatesca durezza. Per es., certo
Samuele (') castello Cavriana,
di
in
ebbe commissione adornare
di
la
il
d' di
cartoni Andrea: era un lavoro
a'
di
base messer qualche importanza,
poiché sentiamo nominare fra altro una stanza Ercole, una stanza
l'
del sole; nerbo o
gli di
ma pittore doveva rigar diritto suon poco
il
a
meno. Tra il serio faceto, marchese Ludovico faceva balenar
il
e
il
visione del carcere, se non dipingeva ammodo, o s'attardava
la
spesso
di
nel
a'
1471
e
bruscamente licenziato 0).
Più solida fortuna ebbe Mantova Niccolò da Verona, che aiutò
a
quale suc
si
il
rispet
e
ammirazione, cui possa inorgoglire un artista. Quando nel 1461
di
tosa
(1) Forse costui era figlio dello scultore Jacopino Tradate, qui tanquam Praxitcles viro*
di
'
ex marmore fingebat vultus ,, come diceva l'epigrafe del monumento erettogli a Mantova, una
in
II,
(2) Dalle curiose lettere del vicario Cavriana togliamo questi brani faceti Maistro Samuele
'
:
se ricomanda a V. E. lavora per forza per non depingere batiponto (prigione) che non vede
lo
e
e
mai quello uscio che tuto trema M. Samuele se recomanda a V. Ex. non
"
ha dubio alcuno che quella faza metere solaro non sia compito.... ben dice
lo
lo
lo
in
batiponto per
se ge poria metere per tropo lavorare, che lui pare fare cose de gran maraviglia (17 marzo).
a
lì
a
il
stro Billano de Bugati ,, Lo raccomanda nelle cause vertenti possa ritornare più presto
*
perche
il
al
servitio nostro ,.
Viceversa 28 aprile 47 marchese Ludovico scriveva da Borgoforte Jac. Bochalini
1
a
1
il
il
si
done etiam cum A. se lassa andare cun dio tanto sera meglio a.
el
provato da una lettera del marchese Ludovico Francesco della Rama (Coito, nov.
1
469)
S
a
in :
I
*
visto quanto tu ne scrivi de ditferentia che hai cum m.ro Nicolò depinctore per non navere
la
teso pacti et conditione hai cum lui de fornirte quelle tue capelle gesia de S. Francesco
in
la
li
„
gli
gli
sioni più lusinghiere la provvisione mensile di 75 lire era
pagata con puntualità quasi sempre irreprensibile (2); Marchese stesso
il
chiedeva scusa pe' ritardi procedenti da forza maggiore.
Guai poi che osassero cozzare con messer Andrea,
ai
malcapitati
scontroso, spesso
in
carattere ombroso volentieri lite co' suoi vicini
e
e
torto o ragione.
a
e
il
al di
vico fulminò l'impertinente con questo rabbuffo cui incaricava l'Agnelli
dite all'ortolano che sta presso luogo de A. M.
"
la
agosto):
(1
a
Predella che havemo più caro esso Andrea ne ponta del pede
la
"
H
— Molti
fu
che mille poltroni corno lui L'ortolano subito licenziato.
è
B.
di
anni dopo, Mantegna, che malgrado suoi frequenti omei miseria,
il
furto pecunia
e
e
marchese Francesco s'affrettò render ragione all' implacabile artista,
il
invocante
la
al
peggio per grazia padre
il
e
qual come po' riaver intesi solemne magistro et perciò havemo carissimo. Et perchè
la
ha
è
l'
l'
S.
la
siamo mossi a scriverli questa e pregarla.... (a) prestarli adiuto e Consilio suo mediante
lo
el
quale con
segua optirao bon spaciamento e possa ritornar servirce, che nel vero ce ne farà piacere assai,
e
la a
ne manco grato ne sarà favore e Consilio che gè prestara che se a nui propri
la
el
facesse....
il
(2) Per esempio durante Toscana, marchese Federico scriveva alla consorte
di
la
guerra
il
Margherita
:
dare gè sonno quelli che hanno ad esser pagati de mese mese, come Vice
el
podestade,
è
a
il
zudese de appellationc, Consilio, Andrea et altri.... Se ben questori) non fosseno cussi
el
Mantegna
pagati a ponto fine del mese et che se gè dessero page sue de 35 35 zorni.... considerato
in
le
al
(3) Con questa lettera inedita, non compresa tra molte che ha dato rCristeller nella sua
le
il
magistrale monografia:
11l.° et Ex.0 Signor, dopoi debite racomandacione. Io narrai alli giorni passati ad V. S. come
le
uno che chiama due volte, zoè duj sabati, che lui mi venne a radere,
di in
Saviola mi robbò
in
di si
il
feci pigliare
la
il
et etiam esaminare certo testimonio sopra ciò, et eravi tal indicio che lui poteva mettere ala
lo di
si
corda per qual cosa Federico Soscalco podesta, taliter che esso Saviola fo
la
favorì
al
apresso
24 CAPITOLO SECONDO
eran tollerati anche i figli del Mantegna: de' poco di buono, che pro
vocarono spesso, a parte le ramanzine del Principe, il formale intervento
del capitano di giustizia pe' loro misfatti.
Delle opere innumerevoli, compiute a Mantova in 47 anni dal
Mantegna, ci furono invidiate dal tempo non le sole decorazioni murali
di edifici oggi distrutti, ma anche molti ritratti di famiglia ch'ei dovette
eseguir pe' Gonzaga : in occasione di nozze, o come dono a congiunti
ed amici. P. es. nel 1466, allorchè si trattava di sposar Dorotea Gon
zaga a Galeazzo Maria Sforza, l' ambasciatore mantovano a Milano,
Guido Nerli, mandò in fretta certo ritratto, che s'era clandestinamente
procurato, di non so che rivale di Dorotea (probabilmente Bona di
gli
di
Barbara di Brandeburgo, che pareva opportuno farne subito trar
copia: dar questo carico Andrea Mantegna.... La Dorotea
"
posseti
a
non ne pare già mancho bella de questa (lett. marzo da Goito).
I
u
Marchese invitava l'artista dui retracti
"
Nell'agosto 1471 portargli
il
u
dolevasi
in
di
lettera non aver
d'
i
dal naturale (lett. luglio
6
1477).
cuore del marchese Ludovico
di
Stava sopratutto veder finita
a
camera dipinta o sala degli sposi come quella che doveva eternare
lo la
splendore della sua corte celebrare uno degli avvenimenti più lieti
e
della casa
erano impartiti fattor generale
di
perentori
diatamente quanto occorresse Goito 25 ottobre 1471, Facton
al
"
pittore.
generali. Vogliamo tu faci havere incontinenti ad A. Mantegna pesi tre
u.
La sala degli sposi, che nella parte non dipinta doveva essere
lassato onde mi parve cosa ingiusta. Hora ho novo facto pigliare et etiam ho trovato magior
di
lo
indiai, ma mi pare che cosa vada et dubito che come prima serà favorito. Ma aciò
in
longo:
la
ladri pari suoi prego V. degni far scrivere ad maestro Jacomo che
S.
lo
castigano castighi
si
si
li
indicio lui ha del venerabile homo, rendendomi certo che quella fara bona et sancta opera,
lo
attento
gli
io
lo
paese anello
il
gli
davano le udienze solenni, venivan ricevuti ospiti più illustri (2);
la
configurazione del castello permetteva allora che sin quasi alla soglia
della sfolgorante sala arrivare cavallo (3).
si
mantegnesca potesse
a
A quelle meraviglie un'altra, non minore, ne aggiunse Mantegna
il
di
Cesare,
in
co' Trionfi già fatti parte, prima che pittore fosse chia
il
mato Roma da Innocenzo Vili, ma non ancora compiuti nel 1492,
a
di
cospicuo terra.
I
scenario inestimabile, ad apparamento degli spettacoli teatrali, che te
si
rado nel cortile del castello, dove ancor oggi occhieg-
di
nevano non
(1) Prova ne siano quote due lettere del segretario Antimaco Marchesi: sett. 1492.
ai
I
de Rossi, ventenne, vescovo e.... studente
fu
"
figliuolo del conte Guido
Il
a
et
Mantova.... volontieri la
la la
fama
'
gli
sua et spalera de V.rs Ex... unde opererò che dieta camera apparata sia monstrata et
la
spa
lera destesa ,.
10 dicembre: A questo oratore s'e facta et fossi ogni honorevole demonstratione, et qui
in
'
di
terra se mostra ciò che bello et già ha veduto camera depincta, ca-
la
la
la
spalera,
la
è
le li
li
il
Ludovico Beatrice Sforza, p. 142). Gia nel 1475 un atto donazione del marchese Ludovico
di
e
luglio reca intestazione Mantue castro, in camera magna picta audientie ill. D. N. ,.
in
"
rogato
il
l'
:
I
un ambasciatore turco; e fra' molti ragguagli mandati alla Marchesa merita speciale rilievo se
il
guente
:
da una gran parte de zentildone de terra inscieme cum R.rno Mons. S. et cusì ricevetteno
le
la
lo
nanti camera depinta, perche vene a cavallo fino all' ascio de sala,
lo
pio Ambasciatore
la
la
et
V. S.
fu
la
lo
FEDERICUS DE CASALMAIORE.
Che Isabella Este collocasse de' quadri nella sala del Mantegna apprende da una lettera
di d'
si
del 1506, allusiva certo S. Sebastiano del Salviati, allora allora rimessole dall'artista. G.
al
Ja
la
le
finestre de
di la
'
partì
la si
qui, che quadro del S.to Sebastiano stato mosso dal suo loco portato più verso finestra,
è
e
di e
il
che sa certo che camera stata aperta poi raserrata, questo ne dimanda conto a
la
per
è
e
il
me. Se questo vero, me ne maraviglio ne resto stupido perchè so certo che dal mio lato non
e
e
sij
chiave alcuna che quella camera e de quelli pochi che sono castello non e alcuno che
di di
in
è
debba tanto desyderare veder quello quadro che cum artigli1 alcuni ardisse di aprire quel uscio....
,
sul 5. Sebastiano del Salviati lettera stessa del pittore ch' Rh. d'Italia
la
io
Pe' Bellini, cfr. Arch. Si. dell'Arte. 1. 276. Per Carpaccio il n. 191 dell' Inventario. Pel
Sodoma e il Civerchio, BERTOLOTTI. Artiall, pp. 152-54. Il Dos» lavorò nel 1512 a Palazzo
PosterIa: e forni più tardi a Isabella d' Este la pianta di Ferrara per quelle serie di disegni di citta
*
che ella tanto amava. — Lett. 11 luglio 1523 di Isabella a Girolamo da Sestola : seguendosi
l'ordine delle città che facemo pingere alla alobia nostra di corte, si aprozima il loco dovi vorres-
simo fusai pieta Ferrara. Però vi pregamo ad far il possibile per farni haver uno disegno.... ,. —
Lett. del 4 agosto al medesimo:
' Molto ni piace che non mancati d solicitare M."> Dosso per
il disegno di Ferrara ,.
ei
i
dovette cedere passo un nuovo venuto, Lorenzo Costa, già sulla
il
a
fine del 506 insediatosi Mantova, come pittore officiale (2). A lui
1
a
furono affidate decorazioni del Sebastiano,
S.
iniziato
di
le
palazzo
nel 1507: lui pare che Isabella
d'
Este commettesse tutta una serie
a
0);
di
a
i
italiani stranieri (4). L'artista, che godeva d'una lautissima provvisione (5),
e
S. Francesco
di
al
"
la
la
sepultura capella
il
e
fatta per
la
felice memoria del vostro servo.... ancor uno quadro da anchona che sia per compito
ornamento satisfattone de l'anima come de mondana pompa, fatto perhò per mane, parendo
la
sì
e
questo un fatto che desume dagli Inventari del 627 e del 665, nel primo de' quali
E
si
(3)
1
1
*
legge: nel camerino della grotta dove sono parabole de Evangelio del.... nome restò
si
le
(il
l'
1
P
reca: otto
di
di
(20 maggio)
:
mo' quarto o Cr.mo Re et narandomi un certo suo
d'
'
pittore {Leonardo reputato qui excellente, mi disse che molto se delectava haver figure de tutti
P)
quella havea un nominato m. Costa quale era persona assai laudata. Sua M. mi disse che volontieri
haverebe una sua qualche figura nuda over una qualche Venere.... ,.
Francesco adempieva desiderio del Re donnaiolo, cui mesi dopo direttamente inviava
il
a
il
qual ho fatto far a posta al mio pletore, havendo inteso che quella desiderava haver una im
di
leze
di
di
corpi maximamente
Mant., ultimo nov. 1518.
il
ai inllio ebbe sole L. 25 mensili luglio 1511 Amico Maria della Torre annun
di
provisione.
Il
5
Il
superiore dell'ufficio del sale, col vistoso emolumento inerente alla carica..., e con l'esonerazione dai
relativi pesi. Moti assidua et fideli servitute.... superioratum salerii nostri.... cum facultatibus etiam
'
substituendi virum aliquem idoneum qui huiusmodi officium nomine ipsius Laurentii exercere pos-
sit, ecc. ..
28 CAPITOLO SECONDO
si
a
tivano disagio.
a
di
galleria quadri
Mantova che sotto Federico per l'influsso Giulio Ro
di
Gonzaga
e
a
a
il
stiglione
:
Siamo contenti che fate far quelle spallere corame alte quattro
di
"
pelli, et che fati metter nostra impresa del Monte Olimpo dove
la
a
voi parerà che stii meglio, ve faremo mò mandare misure delle lon-
le
di
di
in
di
pittore un quadro
di
a
M.ro Sebastianello, ma qualche altro excellente pittor, un quadro per
a
cadauno de quella grandeza che pare voi, vero che non vores-
è
li
a
di
Havendo quel
'
gli
nostro vicariato sopra certi lini, volemo che tu viste administri justicia, facendo chel
le
ragioni sue
resti satisfatto expediendo cosa presto, acciò che possi ritornar ad certi lavoreri nostri che l'ha
la
I
in
le
mani....
Mantue, VI nov. 1519 ,.
"
Isabella d'Este aveva nel 1506 spiegato tutta la sua astuzia fem
minile per ottenere a ogni patto la Sommersione di Faraone di G. van
Eyck, o G. di Bruges (2) : ma è solo nel 1 535 che entrò nella inci
piente collezione mantovana il fondo più ricco di quadri fiamminghi per
(1) Pel ritratto di Leone X vedi la memoria Braghirolli-D'Arco nelMrcA. .1/. il. del 1868;
e cfr. il n. 132 dell' Inventario.
gli
belli, che costano cento scudi:
in
estremamente et tutti questi
ci
di
ne sono vinti, che non mostrano altro che paesi foco, che pare che
brusino mani approximandosi Ex. ha
S.
le
li
grandi, per esser più propinqui alla vista et aere suo, et altri farà
li
poi mettere nelle camere et esse ancora vanno fodrate come ca
li
:
pò
li
e
vinti quadri
di
(2
tre grandezze solamente maggio).
u
Duca
di
Quante portentose composizioni eseguissero per primo
il
Mantova pittor delle Grazie mago Vecellio ornai risaputo
il
il
e
pe' diligenti lavori del Cavalcaselle, del Braghirolli ('); la è serie de' do
dici Cesari acquistò subito tal rinomanza che da ogni parte se ne chie
devano copie, Duca Baviera mandava Mantova un suo
di
pit
il
e
imparasse
le
(1) Or. anche mie Spigolature tizianesche ruNjlrch. st. dell'Arte. III. 207 n. del
le
e
il
il
di .
con un par maniche de malia della più fina.... Et perche pto mio servitore molto desideroso
è
il
vedere et imparare modo del depenzere italiano, havendo specialmente inteso V. Ill.m» S. ha-
el
di
vere un depentore
voler havere recomandato pio mio
di
monstrarli et insegnarli
la
in
LUDOV1CUS utriusque
Bavariae Dui
"
marni pp. ,.
quadri inviatigli;
gli
preziosissimo sangue e intagliargli un suggello con l'Assunta e apo
stoli (2) volle ora che migliori pittori della vicina Verona disputas
si
i
a
Paolo Caliari. nomi del Brusasorci, del Farinati, Battista del Moro
di
I
— —
di
il
veggon riuniti 553,
in
1
1
appunto
1
indirizzata Cardinale, lor compito.
al
la
messe erigere
e
oggi (3).
al
le
Ghisoni (4), Lorenzo Costa iuniore: cui tele sono rimaste, più
le
a
il
o meno, intatte fra tanta procella d'eventi, mentre nessuno sa qual fine
Leoni, cui
di
Adriano
S.
S.
dris »cu tabuli* opera equidem et industria arteque auctoris exquititiuima express» depictisque, quae
non tam nobis vehemender gratae quam jucundissiraae fuerunt, quibus vii etiam hoc tempore optatiiu
qukquam nobis cadere potuisset....
Landshuet. XXVI junij 1535.
è
;
(I
)
(2) PLON, fi. Celimi, 156 sgg., 187 sgg. Del suggello stupendo d'Ercole, fatto dal Cellmi,
card. Federico Gonzaga, variando solo dicitura come da un bell'esemplare
la
il
(3) L'Arch. Gonzaga conserva un bellissimo disegno (P. Ili, del campanile, che presenta
3)
feste Natale.
di
le
a
1
32 CAPITOLO SECONDO
gli
Con altri BonacoUi stava quando
Hebbe contrario maligno destino.
il
e
fa
Ogn'altra cura l'huom bando
in
porre
a
Sol mirare aere ivi un giardino;
in
'a
il
Frutti, fior, fronde, girasole croco.
e
gran Gulielmo che regge governa
Il
e
largo Stato con bel giudicio
si
Il
questo
questo Castello
e
'l
Ma
di
tutto
è
A fondar Città;
la
ma tutto finto.
è
fu
chiaro poco
di
sopra;
e
gli
e
Famiglia del Licinio
(Galleria d' Hampton Court).
gli
altri honori,
Frigi u ron disfatti
E
come alfin
f
i
Per commessi da Paride eiTori,
li
vede CavaI legno
il di
E
vi
gran
si
il
Che distrusse Ilione, tutto Regno.
e
Ricca scena: gl'istrioni intenti
la
ù
le è
A bell'opre concorrono spesso,
cui superbi nobili ornamenti
e
I
e
A pittura, rilievo, segue appresso
a
e
Una città, qual par che sia ripiena
Di quant'arti e virtudi unqua ebbe Athena.
seguaci
Il
il
vi
son
stanze sono,
e
lago, campagne
è, il
L'essempio poi
La
fu
nuova
la
licenziosità
la
di
ca
e
in
la
palma
LA FORMAZIONE DELLA CALLER1A 35
il
e
a
d'archivio che sue cure maggiori volgessero alla scultura: tutta
le
si
la
ultra-ortodosso prelati autorevoli del Vati
di
diretta
fu
di
cano precisamente ottenere necessario permesso esportar
il
a
da Roma un numero ragguardevole antichi 40 scudi
di
cimeli....
il
Recatosi Roma 1572, duca
vi
pezzo! nel Guglielmo conquistò
il
a
di
sua galleria statue, formar
la
1
a
quale l'avevano aiutato, come consulenti, Vittoria Tiziano;
la
la
il
e
cui s'erano incorporate
di
in
e
cellenza migliori anticaglie della grotta isabellesca, aveva gran rino
le
gli
manza tra amatori d'arte (2) e.... veniva celebrata dal Toscano
in
versi grotteschi, non però privi d'importanza storica.
il
il
Quanto
Fu -edificato, et abbellito apieno
Da l'Estense magnanima Isabella,
Da colei, cui per moglie Himeneo rese
A Francesco Mantova Marchese.
di
(1) Sulla villa Coito cfr. una memoria documentata dell' intra neW'Arch. si. lombardo
di
del 1888: su' fasti gonzagheschi del Tintoretto, quanto pubblicai neWArch. si. dell'Arie, III, 397,
io
Guglielmo pittoriche
e
;
S. A. ha rissoluto che loggie intorno a Corte Vecchia siano depinte perchè non pia-
le
'
li
ciono così bianche, perciò farete depingere chiaro et scuro quella parte ove sono ancor
di
ponti,
di li
su et
in
il
gli
stucco,
le
scolture
di
Fatte che Gallinone scriva a Vinegia Segala che venga fornire sala de Marchesi
"
la
al
a
il
far
Il le
per galleria ,.
e
a
(2) vescovo Galimberti, che avea assistito Duca nelle compere, esclamava che quando tutte
il
statue fossero a posto sarebbe spettacolo non più veduto nè forse per vedersi tempi nostri ,.
"
le
In Monico 8 agosto
Pagato a Georgio Hovenagen miniator fiamengo n. 4 ta
volette miniate (1) a duc. 9 l'una d. 36
*
Una più grande 18
Dua quadretti in una tavola "20
n. 2 quadretti di mano sua per
n fl.
14
un quadro della Madona
6
due quadri fatti suttilissimamente con penna .
la
"
. . . 10
di
eleo
*
una testa 12
a
"
una
6
una boscalia verdura fatta oleo '10
a
e
3
venduti S. A duc. 46,7
a
in
al
sudetto stampa
n. carantani 20 l'una car. 120: carte 18 car. 12
6
a
a
Vi
196 car.
4
a
car. 784.
a
e
1594,
(1) Secondo una lettera, 21 giugno
di
miniatore de Hoefnaeghel ,.
le
"
a
I
Bahuet per tre ritratti piccioli e un grande L. 144, altri due ritratti L. 36, altro ritratto duc. ,.
l|j
3
S.r Giovanni
"
noscere. Nel novembre 1593 Angela India moglie del Bahuet fiamingo pittore
di
A. 200 scudi,
"
di
Nel 595
"
a
I
"
di
il
di
1
1
altri 50 duc. hauti prima ,. due artisti furono ecclissati da' connazionali che seguirono sui quali
li
:
I
rimando all'appendice Fe celebri articoli del Baschet nella Cazetie d. B. A. (maggio 1866
a'
sgg.).
e
38 CAPITOLO SECONDO
gli
Venezia, ambascia
tori spiavano ogni occasione per rendersi accetti duchi mecenati;
a'
sia
ne' piccoli centri, dove qualche capolavoro sperduto mal poteva esser
difeso dalle insistenti sollecitazioni della corte Mantova.
Purtroppo documenti nella loro imprecisionedi abituale non per
di i
di
Troia.
di
all'appartamento
Tra
gli
affaccendarsi ottenere
lo
in
"
per pittura
u
in
valore.
di
opere indisputato
delle copie offerte
in
di
di
et degni stare
„.
ratamente u dal Borgano e dal Viani, prefetto delle fabbriche 0). Erano
essi che insieme ad altri valentissimi artisti, ospiti della corte: il figlio
del Tintoretto (2), l' intagliatore Andreani 0), Pourbus, Rubens, ece. gui
gli
zione mantovana. Segnalata la preda, si concentravan tutti sforzi per
accettando qualunque forma venditori
di
accaparrarla: pagamento pre
i
ferissero. Così un vecchio curiale romano, che aveva una splendida rac
colta antichità, fra cui un Antinoo meraviglioso, fece, per cederla,
di
si
dal Duca una buona pensione annua: Canossa Verona
di
assegnare
i
acciuffarono, come narrato dell'Inventario, l'occasione per
di
n.
al
8
è
Cagliano nel
al
titolo l'arrosto de' redditi pingui del feudo.... dovuto pennello del
al
Sanzio
!
Era assolutamente una frenesia che aveva nel 1604 invaso duca
il
Vincenzo accumulare Mantova ogni sorta tele: con strano ac
di
di
a
(1) La corte bavarese cedette alla gonzaghcsca pittore-architetto Antonio Maria Viani, che
il
S.me D.n«
Sistit se tandem Anthoniua pictor et venisset quidem citili*, nos illum
ni
labores impedivissent, quos ab eo cupiebamus. Habeat igitur illum D. V. excusatum ut habeat etiam
;
die aprili* a.
Nel 1595 veggon firmati dal Viani molti conti relativi alle fabbriche corte: p. es. egli
di
si
gli
di
(3) Intagliò, come noto, trionfi del Mantegna, e forse a quel lavoro riferisce ricevuta
la
si
è
seguente
Io :
*
Andrea Andriano intagliatore ho ricevuto dal M.co S.f Otaviano Capriano schudi vinti
per comicione A.
di
AND.* ut supra ,.
"
40 CAPITOLO SECONDO
.... Al presente faccio fare una capella nella quale desidero di riavere li ri
trattipiù simili che sia possibile delle immagini di N." S." che fanno e hanno fatto
miracoli in diverse parti del mondo, sarà perciò contenta V. S. di farmi fare quelli
che sono in cotesto Regno di famosa divotione et in quella miglior forma che potrà
con il nome de luoghi et altre particolarità, che non guarderò a spese ma desidero
che siano fatti di buona mano et eccellente.
Di
più faccio fare una camera nella quale penso di raccogliere li ritratti di tutte
le più belle dame del mondo, cosi Principesse come dame private, onde vorrei che
parimenti V. S. si pigliasse pensiero di farmi havere li ritratti di quelle più famose
di bellezza di cotesto Regno, non tanto vive quanto morte, et non tanto Principesse
quanto d'altra conditione, rimettendo a V. S. l 'esquisitezza della pittura che da me
sarà pagata la spesa prontissima .
Nel giugno dell'anno stesso il Duca fece una delle consuete soste
.... Dopo la partenza nostra da casa sono avertilo che i quadri de pitture
et specialmente quelli che sono in la sala£de Troia et nella Galarietta sono mal an
dati et guasti, però da parte nostra pregarete Madama a voler nanti che se ritiri
fuori della città provedere a tal disordine, facendole visitare tutte et acconciare, si
che ve si rimedij quanto più si puote, et del tutto non vaddano a male con fare
ancora che col parere di S. A., il Prefetto Pietro Paolo, quale fac
al
Viani] et
[il
il
del compartimento che s'ha da fare d'esse pitture nella Gallarla grande, sicchè
ri al
ritorno nostro troviamo fatto d.1° disegno. Intendendo noi che più oltre non
si
il
tardi a disporle alli suoi luoghi, et però vogliamo che non perda tempo
in
finire
si
adesso d'essa
sola sarà tanto più presto ispedita....
(I) Ne' conti del maggio 1594 rilevasi l'impostazione Danari datti
"
Corte vechia ..
LA FORMAZIONE DELLA GALLERIA 41
.... Ha veduto Madama ciò che V. A. scrive in materia delle pitture che
sono nella sala di Troia et altrove, et si daranno buoni ordini acciò siano custoditi
meglio, et che la fabrica della Galleria si tiri inanti....
Hormai mi trovo a buon termine di dar compimento a una mia galleria, nella
quale con progresso di molti anni et con molta diligenza ho procurato di redurre
delle migliori pitture che siano rioggi in Italia, fra quali una sola ne tengo de Pietro
da Perugia, che non è anche de mia intima sodisfattione, onde sapendo quanto va
glia l'autorità di V. S. Ill.ma in quelle bande ho pensato di ricorrere al mezo suo
acciò si compiaccia di tener mano perchè me ne capiti qualcheduna, contentandomi
di pagarla liberalmente secondo verrà approvato dal giuditio di lei che so essere
finissimo.... (4 ottobre 1605).
"
di disegni de' primi huomini che siano mai stati nella pittura.... Ra-
faello, Pietro, Micalangelo, Tiziano, Tadeo, Parmegiano, Barocci et tanti
altri che sarebbe lungo a nominarli tutti u; e probabilmente l'acquisto
fu concluso, benché non se n'abbia documento sicuro (').
Di quegli anni s' incontrano invece numerose testimonianze sulla
ralmente ricorso a Murano, sin dal 1600-01 (2), ma nel 1604 resta
.... Trattai col Pittore da Murano che deve dipingere l'aquile o l'arme nei
cristalli delle finestre della galleria di S. A. il quale mi disse in presenza di m. An
gelo delli Angeli che non havea cominciato a dipingere, perchè non era mai stato ris-
soluto come dovevano farsi, cosi lo pregai mettere in scritto il modo, nel quale dette
arme sariano state meglio dipinte, ch'io havrei mandato la scrittura a V. S., la qual
scrittura esso pittore tri' ha portato questa mattina et io glie la mando qui annessa
(manca).
gli
Peggio andava la bisogna co' muratori e scalpellini, che non
pagati finirono per scioperare, con pochissima riverenza munifico Prin
al
cipe. Fabio Gonzaga informava dell'occorso 30 novembre 605
lo
il
:
.... Li muratori del corritore hanno già coperto l'altra parte sopra
le
camere
denari, avanzando 300 scuti circa, per finito pagamento.
di
(1) BRAGHIROLU, docc. LXII, LXIII, LXV. Duca voleva avere sott'occhio libro dei
Il
il
ricato del Duca recasse Perugia, segretamente, per trattare l'acquisto. Quale componimento
si
si
d' a
trovasse non saprei dire un prezioso libro parla molto ne' documenti mantovani
di
disegni
si
si :
del 1627-26, ma non può asserire se fosse precisamente questo del Crispolti. Parrebbe anzi che
fosse un libro disegni del Parmegianino solo, acquistato nel 599 n. 243 dell' Inventario.
di
cfr.
1
il
;
(2) Lo prova una sgrammaticata letterina da Venezia 13 maggio 1601, mittente ado
in
cui
il
terza
la
Braganze avisa A. V.
S.
"
le
Bortolo
la
qualmente
le
io
a
li
giorni pisati a fado marchado con V. A. S. di far tutte quele fenestre di la ghalaria, che ve
ramente ho visto alcuni distali che sari una cosa molto nobile, me dise chel fava far
io
la
liga-
il
si
e
a
il
R
far una cosa che sarà bellissima e notabile con manco spesa
di
di
a foco.... ,. Cfr. su M.k> Anzolo d'Anzoli vetraio BERTOLOTTI, Le arti minori alla corte di Man
tova, nrWArch. si. lombardo del 1868, p. 1024.
LA FORMAZIONE DELLA GALLERIA 43
gli
cembre) che si trovasse il danaro a tutti i costi e si rabbonissero
artefici, quali non sdegnava dirigere benignamente graziose esortazioni
a'
.... Scrivo Presidente del Maestrato, che ad ogni modo dia qualche
al
si
sodisfattone a quei muradori che lavorano nella galeria, quale vorrei che omni-
la
mio ritorno, et però per l'amor Dio, V.
S.
mano
di
namente fusse finita tenga
al
procuri
la
si
vorando allegramente, che alla fine del lavoro saranno intieramente soddisfatti come
convenuto, et cosi parimenti rimediare aHi stuccatori che finalmente
di
procuri
si
si
è
il
è
tutte
le
la
possa
a
il
Borgano,
le
in
celebri maestri, bisognose due
lettere del 1611, creditori, alle
di
di
esser sottratto
:
stato sequestrato
le
(lett.
8
è
tutte
a
nè sapendo come vivere nè come pagare detti hebrei et altri ancora, tanto più che
lavoro nella galleria S. A. quale ho tralasciato ogni altro
di
affare presente
si
a
molti quadri de Titiano (1) d'altri pittori come Ser.mo S.r Principe sa, però
il
e
vengo con ogni humiltà supplicare all'A. S. che.... non sia molestato.... ch'io possa
a
lavorare alegramente nelle non mai a bastanza belissime et lodate pitture, nelle quali
lavoro con quella maggior diligenza che per me sia possibile et spero
di
riportarne
honore assai....
L'indomani ripicchiava:
lavoro nella galleria, nè cessarò mai sin tanto che non sia da finita per eccellenza
gli
(1)
44 CAPITOLO SECONDO
bene, e non dimanderò per tal fattura pagamento alcuno sino che S. A. sia da
me sodisfatto completamente de detti quadri della Gallerìa, e sin hora il Ser.'no
S.r Principe sa la quantità delli quadri da me accomodati.... Si levi qualsivoglia se
questro fatto sin tanto che io habbia datto fine alla Gallaria, che sarà di qua da
fatale senza fallo alcuno.
di
consentisse so
allora u;
"
suggerì
il
e
cercò
si
(2)
ll
Ser.mo Signore
5,
Credo bavera hauto doij pezzi del colar de ordine fatti con diamanti quali costano
la 1
li
l'
don pezzi L. 48, sono tutto L. 380 libre de Millario puro costo, che volendoli fare
in
questo
è
il
:
di
di in
che
in
li
tutto fanno L. 386 Milano. L' havera hauto parimente per man M. Davit de Cervi
di
bot
5
li
toni per banda, nelli quali sono 20 robini et 20 turchine per uno, quali costano scudi 15
la
le
li
manderò V. A....
lo
giore
a
JACOMO CORTE.
di
(3) Cfr. rare stampe del Follino sulle feste del 1608, uscite quell'anno istesso dall'officina
in
le
capi nel cenno naturalmente generico che ne dava don Silvio al car
dinale Ferdinando); aprì con larghezza anche maggiore del solito i cor
doni della borsa, distribuendo sussidi a povera gente, a destra ed a
manca; e con ciò sperava di aver scongiurato la Nemesi, che sentiva
primo canto del Furioso; aveva infine voluto, a sfregio degli odiati
Farnese, che la galleria mantovana possedesse la riproduzione (ad opera
del Facchetti) del ritratto della ganza di Alessandro VI, della celebre
Giulia da cui i Duchi di Parma ripetevano le origini impure della loro
potenza ('). Su quest'ultimo episodio vai la pena di soffermarsi, porgen
doci esso un caratteristico esempio delle rivalità mal represse tra le corti
italiane del tempo.
Checche obbietti oggi il Pastor nella sua Qeschichte der Pàpste
n
(II, 537), la leggenda u diffusa dal Vasari era allora generalmente
creduta autentica da tutti.... dagli stessi Farnese: i quali adoperavano
la loro influenza in Vaticano, perchè forse occultata a sguardi indiscreti
la pretesa Giulia Farnese del Pintoricchio (o Fregnese, come dicevano
gli
riprodotto, per es. nella tav. 83 della Tapiri der Renaissance dello
Steinmann, eccitava appunto maligni desideri della corte
di
Mantova.
i
.... A.
S.
di
sta ritratta in una Madona sopra la porta della camera dove dorme l'inverno il
S.r Card. Burghese ma è sul muro. I farnesiani hanno fatto ogni opera per faria
cancellare, ma per esser mano di quel grand'uomo non l'han voluto fare. Questo si
che vi è inchiodato sopra una tela con chiodetti spessissimi e poi vi è un tafetà, e
salvare lo stato alla sua casa ; e ne' primi mesi del suo dominio non
ebbe agio di attendere a svaghi, dovendo fronteggiare l'uragano scate
natosi sul Monferrato. Appena però potette allietarsi d'aver rintuzzate
le insidie nemiche, non ebbe più freno ad accogliere i molti artisti co
tere il decoro del sacro Collegio e l'onore della casa : minaccia che
sarà quella l'ultima volta che pagherà i debiti dell'incorreggibile eccle
siastico.... ed allora non prevedeva che per la morte del primogenito
sarebbe destinato a salire sul trono un cardinale dissipatore.
Gli artisti osannarono entusiasti all'assunzione di Ferdinando: la
"
cantante Adriana Basile vedeva già rifiorire il secolo d'oro u di Vin
cenzo (lett. 23 dicembre 1612); e primo a prendere la strada di Mantova
— fra' molti pittori, che a Roma avevan servito il card. Gonzaga (') —
fu Domenico Fetti; poi Carlo Saraceni, specialmente incaricato di pre
parare i cartoni per le decorazioni della galleria principesca (2).
A Mantova aveva Ferdinando già subito condotto seco l'architetto
Niccolò Sebregondi, che i molteplici lavori della sua lunga carriera in
servigio de' Gonzaga iniziò con la costruzione della Favorila: una villa
che potrebbe ancor oggi essere ammirata, in parte, nella bellezza delle
sue linee architettoniche e nella sontuosità delle sue decorazioni se van
dalica incuria non avesse lasciato ruinare l'ultimo maestoso salone una
* 1610 ad
(1) Da un libro di apesedel card. Ferdinando spigoliamo queste impostazioni artistiche:
Antiveduto della grammatica, a Paolo Brilli per paesi di pittura , —
' 1611, 7 dic. A Domenico
Fetti per pitture fatte, 80 scudi , —
* 1612, 22 sett. A Niccolò
Sobregondio architetto per essere
andato a Frascati ,. Nel genn. del 1612 acquistò una Madonna di Caraccioli e un S. Francesco
* assai boni
di Paolo Brillo ,
Supplico V. S. Ul.ma farmi gratia di nuovo scrivere a Mantova, che desidero di sapere par
ticolarmente la grandezza, larghezza et altezza della sala o galena che sia, se la volta è liscia o no,
gli
vi di
la
compartimenti
s'
o pure tutta da capo piedi, overo se va fregio, se sono pillastrì o altri vanni dove vadano
vi
a
Di Casa questo
dì
di
gennajo 1615.
2
Francesco Albano (0. Tra le minute del 1617 ve n'ha una, senza
indirizzo, che io penso fosse destinata al Reni: la quale a ogni modo
gli
intenti del Duca accrescere, con belle pitture,
di
precisa bene
la
sua collezione sorgente nella Favorita.
Desiderando ornare certe mie stanze con alcune pitture dei migliori maestri
di
io
che hoggidì vivano mi son ricordato principalmente della persona vostra, onde vengo
a ricercarvi con questa un quadro mando,
di
della misura che cui soggetto
vi
il
sarà della Giustitia et della Pace che s'abbraccino insieme, rimettendomi per resto
il
quanto rappresentarlo disegno quello che
al
in
vi
somministrerà vostro speri
il
giuditio vo sicuro che della vostra mano non uscirà cosa se non degna
di
mentato
;
voi et che corrisponderà alla mia aspettatione, et quanto prima potrete darmi l'opera
ispedita l'haverò più cara per ricambiarvene largamente.... 24 ottobre.
Ferdinando,
di
Sotto dotato
di
regno versatile, enciclopedico
il
gli
gli
ingegno, come dicevano ammiratori (2), doni
di
acquisti quadri,
e
i
statue, avvicinano per importanza quelli del duca Vincenzo; cu
si
di
l'apprendere un
è
la
presente ossequiosa
Ser.rno Principe....
in
sotto
la
Ser.™* segno
e
d'avorio, Urbino,
d'
famoso
e
S.r
al
la
per 65 anni
di
segretario
il
di e
ancora Gran Cosimo gran duca Francesco, avolo, credo io, V. A. zio
il
M.ma Supplico
a
Di Castiglione 18
di
giugno 1617
li
e
i
gli
(2)
Piacenza 30 genti. 1622 un fra Innocentius Constantius lector olivetanus ,. Ferdinando era flui
"
in
latino...
e
e
La famigua di Vincenzo I Gonzaga del Pourbus
(Posseduta dal Conte Senatore D'Arco).
(Accademia Virgiliana).
5
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LA FORMAZIONE DELLA GALLERIA 49
il
gli
nel 1621
et....
di a
:
sicuro tutti quadri con farne inventario et ascendono 143 pezzi. Tutta questa
al
numero
in
posi
li
città gode de l'acquisto che V. A. S. ha fatto et tutti mi dicono che vagliono molto più ,.
— Idem, quadri ch'egli ha
di
il
:
lo
:
cluse per in. scudi, ma pare che contratto fosse poi stornato dal Duca con un pretesto, perche
6
il
non aveva più denari da pagare (sua lett. orig. del marzo 1622).
4
i
(6) BERTCLOTTI, Artisti, p. 67. In altra lettera precedente (p. 66) una tavola
di
parla
si
il
di
gentilhuomo trevisano, ma fuori della sua patria per varie fortune. Fu creato del Malombra pittore
venetiano famoso per inventione forza più che per colorito ha comperato tutto
la
per
il
e
il
e
l'
ritratti
di
dissegno. Fa professione
di
di di
di
in
particolare
è
è
4
50 CAPITOLO SECONDO
l'arte italiana. Mi sorride infatti l'ipotesi che a lui possan riferirsi queste
lettere d'un agente diplomatico del re di Polonia, che trovo nel car
teggio milanese del 1623, dirette al conte Striggi, gran cancelliere di
Ferdinando.
Non credarò che possa esser 'uscita di mente a V. S. IH.™s la cognitione della
persona; benchè io non abbia quella continuato con lettere; ma fu nell'haver io
accompagnato a Mantova, et a S. A.™ Ser.™* il Pittore, che desiderava, Pietro
Francesco Morazzoni. Rimasi all'hora tanto appagato delle gratie che S. A.™ Ser.™*
fece all' istesso Morazzoni, ch' io mi stimai obligato, quando mi si fosse presentato
altro sogetto ancorchè non di tanta pezza poterlo proporre per serviggio nella me
desima Al.* Hora havendo per le mani un virtuoso dell' istesso mestiero del pen
nello, il quale ha già fatto molte oppere segnalate di sua mano, et ritrovandosi egli
qua forestiere, con desiderio d'impiegarsi a mettere il suo talento per qualche gran
Sig.ra; m'è parso di persuaderlo che non farebbe meglio, che di collocarsi al ser
viggio dell'AI." di Mantova, per le grandi occ."' che tiene di adoprare virtuosi; non
tanto alla galaria famosa quanto ad altri luoghi di eminenza campestri. Ho però vo
luto, prima ch'egli reccerchi altro appoggio, confidare di far sapere a V. S. IH.™*,
che porrebbe riuscire costà per alcuni delli molti servigi ne quali occorre a S. Al.7*
Ser.m* di valersi a tali oppere. Mi farà V. S. IH.™" gratia singolare a tenere di lui
proposito con S. Al.z" Ser.ma ; e venendo a risolvere ch'io l'havessi ad incaminare
a Mantova, di molto buona voglia sono per disporlo, et metterlo al viaggio per la
confidenza che tengo che egli con l'oppere sue, possa dar la compiuta sodisfatione
che si deve a S. Al.M Ser.™ ; e V. S. Ill.ms si degnarà iscusarmi di questa briga,
sicura che a quella non mi moverei se non tenessi tal sogetto per atto a riuscire
all'intento di tanto serviggio. Con che a lei rinnovo il desiderio che sarà sempre
in me di servirla; e le baccio le mani, augurandole di continuo ogni sua maggiore
prosperità. Da Milano li 4 di Aprile 1623.
D. V. S. IH.™" Devot.mo et Obblig.™° Ser.re
Luigi Solari.
IH.™° S.r mio....
Ho ricevuto la benignissima risposta che V. S. I. si è compiaciuta dare alla
mia lettera, et sempre più rimango appagato della propria gentilezza di Lei et be
nignità verso me: et da che risserva nel ritorno del S.mo Signore il tenerle propo-
Brama ricovrarsi sotto l'ombra favorevole della prottetione di V. A. nè vole accordo veruno per
chè non pretende mercatare ma solo farsi conoscere dall'A. V....
gli
le
giorno
e
strato non intendere, perchè non ha l'animo vile, dietro un quadro V. A....per presentare
sì
Mantova, 27 marzo 1623. GlO. M.> da V.a (Fra Giovanni Maria da Viadana).
Del medesimo Le invio pittore che vien allegramente giovane
(s.
di
di
spirito garbo.. .
'
d.)
e
il
V. A. che onnisciente nella sua propria professione potra insegnarli più hore che
in
maestro
è
il
anni. Dal quadro sbozzato che porta seco conoscerà fiera dalli onghioni. V. A.
la
doni com-
in
le
è
è
LA FORMAZIONE DELLA GALLERIA 51
sito del pittore avvisatole, hora che qua si sparge che S. A. possi haver dato di
volta in cotesta città, questa servirà solo a pregare V. S. I. di tener memoria di
tale serviggio, già che vado trattenendo al meglio ch'io posso esso pittore sino al
l'avviso che ricevarò da V. S....
Milano a 14 di giugno 1623.
D.mo Obbmo S.re
Luigi Solari.
gli
lano con la contessa Arundel : ed anche se uffici del Solari non
concernessero lui, indubitato che Mantova recò con quella no
si
a
è
la
duca Fer
in
con cui Contessa reduce
la
il
dinando delle splendide accoglienze ricevute:
Ser.mo Principe
Riconosco con ogni più possibile riverenza et devotione molta benignità e
gratia con quale V. A. S.m" degnò honorarmi sua humilissima serva la nella splen
la
la
memoria
la
questa casa)
V. A.
gli
che mi seranno
di
ticolare delle grandissime sue virtù et valore et de l'amorevole affetto che porta
li
Ser.""1 con
la
gratia
la
et con
la
le
mamente
il
protettrice facesse
si
si
gli
di
qualche pit
a
grido (all'Albano,
al
di
prio allora, speciale risalto nelle feste addirittura fantastiche di cui Man
gli
tova fu teatro Eleonora, ad
di
per sponsali assunta Imperatrice.
Nel 622 folla de' Principi accorsi Mantova per quelle nozze era
la
a
1
rimasta stupita dalla sontuosità degli appartamenti ducali, dove, secondo
descrizione del Bertazzolo 0), fior delle pitture
la
di
"
s'era esposto,
il
Andrea del Sarto, del Tiziano, del Man-
di
Raffaele, del Correggio,
vasi
di
di
tavole scrittoi rimessi cristallo
"
tegna insieme gemme,
e
a
„
antiche moderne
di
di
di
di
monte, diaspro, lapislazuli, agate onde
e
„,
Eppure penserebbe?
tova Università, de' gesuiti (2); Fer
di
dinando così orgoglioso geloso della sua galleria, dove nel 1622 aveva
e
al
a
energia. conoscesse
l'
di
scientifica, lardellata
di in
Duca
di
con una curiosa lettera del maggio 1624, nella quale infilzava una
9
s'
il
Duca ridotto per acquietare rimorsi della coscienza, che non davano
gli
i
u.
(1) Si vegga raro opuscolo del Bertazzolo: Breve relatione dello sposalitio fatto dalla Set. ma
il
(2) Cfr. VOLTA, Compendio st. cronol. della Storia di Mantova, IV, 47 sgg.
(3) Lett. giugno, agosto 1622 da Venezia dell' inventore Attilio Parsio.
2
1
8
Ognuno sa, che la fidente giovinetta era stata presa al laccio d'un
simulato matrimonio, in cui s' appalesò tutta la profonda corruzione e
Ebbene egli mostrò poi col fatto che la brutta lebbra della simu
lazione s'era appresa a lui sovratutto: così malvagio da sedurre e ab
bandonare la Faà, da costringerla a prendere il velo in un chiostro, da
rinnegare il figlio Giacinto, che avrebbe potuto salvar la corona a casa
Gonzaga.... se fosse stato legittimato. Mentre Ferdinando commetteva
queste indegnità per calmare le gelosie della sterile consorte Caterina
de' Medici; con ipocrita raffinatezza si baloccava nel dettare scritti asce
tici, o si sbracciava a tenere edificanti sermoni co' suoi visitatori.... (0.
Il disordine morale di questo Duca si rispecchia nella sua corri
spondenza, piena de' più bizzarri contrasti: asceticismo bigotto che s'af
fanna a scovar dappertutto reliquie di santi; morbosa passione per co
mici, musici, nani, buffoni; lusso personale smodato nelle vesti, ne' me
1
1
8
8
Vivo con ardentissimo desiderio vedere quell'operetta da Lei composta ad Virgines de spi
"
Daniele Nys, futuro acquirente della galleria, dopo aver visto Venezia duca Ferdinando
a
il
il
gli
esclamava entusiasta, che costui era parso nel ragionare che ha fatto per sua bonta meco che
"
si
parlava mai che Dio per l'amore grande che poetava sempre psalmi spirituali che
di
portava,
li
faceva cantare alli suoi musichi, et giorno et notte aveva suo studio nella sacra scrittura.... Beato
il
rosi sotto Ferdinando da dover temere ogni giorno lo scandalo d' una
vendita all'asta, ad arbitrio de' creditori insoddisfatti.
Si poteva permettere che que' gioielli andassero perduti per casa
II,
Vincenzo
fu
sime, quasi per imporre silenzio tristi presentimenti generali sulle sorti
a'
(buttando
e
e
di
fin d'oro) era una larva d'uomo, non che Principe. Destituito del
vivido ingegno, della estesa coltura, della brillante facondia del fratello
L'inventario delle gioie S. A. Sei.nu impegnate per due. 547151 nel sacro monte
di
"
(1)
gli
Verona
di
conservato tra inventari del 1627. V'era persino compre») un diamante grande
"
è
,
tavola legato anello smaltato de negro.... che donò S. M.ta Cesarea Ser.mo S. Duca Ferdi
in
al
nando1 Non erano tutto che una ventina ma ognuno qualificato cosa esquisita et
in
al di
gioielli:
'
„
di
di
parti pieno
e
lI,
(2) Cfr. Documenti, leti. febbr. 1629 del Nys a Lord Dorchester: cui afferma d'aver
in
2
fatto risolvere alla vendita duca Ferdinando, poco prima della sua morte.
"
il
,
LA FORMAZIONE DELLA GALLERIA 55
più sedotto che seduttore, s' era incapricciato d' una vedova ricca di
ne' calcoli de' Sabaudi, quali con uno de' consueti doppi giochi della
i
dichiarato valido....
Gli atti d'archivio riboccano delle più ciniche prove
di
mostruosa
disonestà, offerte allora così dal duca Ferdinando come dal fratello
Vincenzo. Costui
in
al
duca Ferdinando
1
:
(
)
S. Duca
di
Pare
al
Principe
il
sicuro vederi
in
questa casa
si
e
quella casa
di
Savoja u.
56 CAPITOLO SECONDO
Il.
cinatore de' pasticci matrimoniali Lasciamo narrare allo
Striggi stesso curiosissimo episodio:
il
Jll Duca. Quello che mai hanno potuto hora miei uffici
"
fin
i
favore V. A. nella causa D.
di
di
lo
ha
l.
a
Io
il
nuovo scrivesse
si
dal Re Co. d'Ognate nella conformità precisa contenuta
al
nel memoriale
V. A....
gli
dicendomi
di
questi s.n
cosa Re
in
Io di
di
intento feci fare dal più famoso pittore queste parti due ritratti
l'
li
uno
di
l'
V. A.
fo
da E.
S.
in
della lettera
di
dissi mi era
le
comandato che
io
più
si
i
del Re E.
S.
di
et che
in
t- Aìé-io Attuto
■
Adita tArdy ri: mitj\x>
^
UtffWyYft© e <*u*Arv Cu>e- 4.
/t^n^m^-Vnotf*
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uirfnOC ,-mAXAyg»^'*^
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J
i
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«Milli .■
■S
"ft&ettttlS-LuÀP'. rr*h**tr#fV
/
totttlQtno ùtn&o xt
\n pren y
Firma del PERUGINO. In alto, firma di GlUUO ROMANO.
In basso, visto di GIULIO sotto mandato di pagamento.
r t
Firma di LEONBRUNO.
Aretino.
t - \ i
]^
- * < Firma di
SEBASTIANO
DEL PIOMBO.
Firme
del Moro
..
?*
del BRUSASORCI
(censore della lettera collettiva)
"£>«**
f*M
II*** del FARINATO.
Firma del BRONZINO.
'^Up^"^
Firma del MORAZZONE
(far flu |
3
i/i^ j§w Ow/^
Ffrma </«/ RUBENS.
^Obea^etJ.j^ ^
■J
F/rmo </«/ POURBUS.
*■ V C/iA%t'04
Firma del GUERaNO. Z7'"™ <W VlANI.
■ ■■■- M«
se fossero riusciti così perfetti come haverei voluto che fossero : che però
la supplicava farmi gratia di comandare che dalla sua guardarobba me
gli
ne fussero prestati due de migliori, che io haverei fatti subito co
piare, et nel medesimo tempo mostrai miei pregandola
le
sempre
a
i
troppo ardire mio E.
S.
in
di
perdonarmi supplicarla così fatta cosa.
il
di
suo et restò essi ma
i
di
che fissamente
mi disse che se bene non poteva dire se non che fossero buoni ad
ogni modo Velasquez si
pittore del Re haverebbe fatti assai migliori,
li
V. A.
di
consigliandomi già che haveva da inviarli non lasciare
a
valermi del sodetto pittore, accettai fare
di
qual cosa prontamente
la
E.
S.
dipingendo Regina
la
lasciata ogni altra opera etiandio M.
S.
di
qual sempre
E. faceva. Allhora
S.
tiando vedendo
io
d'
le
ria
ver ben colpito haver dato all' E.
S.
di
le
mostrandosele stimarla cominciai
di
ottimo
di
così effetto fece solo artificio mio che non mi partii
là
il
scrivere subito....
a
marzo 1627 u.
(pari sono ec
"
a
1
haverli mo
le
et prima
strati Co. Duca me n'era pentito perchè non havendone fatto prima
al
questa
il
et Mantova
li
talari
il
li
in
che se me E.
io
V.
gli
Mantova forse
si
e
a
i
58 CAPITOLO SECONDO
Al Duca. "
Le mando qui congiunti due ri trattini che credo sa
"
8 giugno. Ho guadagnato il punto che tutti i grandi di Spagna
mi danno la mano diritta nelle loro case nel medesimo modo che fanno
con Savoja et Fiorenza u.
affari
di
non
di
Io
ce dipingono
que' nani che furono sempre
di
(1) Cfr. LUZIO-RENIER, Buffoni Nani nella N. Antologia del 1891. Dall'epoca Vin
di
e
cenzo poi crebbe anche maggiormente Yengouemcnt per questi giocattoli umani, che n recluta
in in
I
annoverata " tra le dame di M.™ Serenissima a una nana, e un nano " ongaro o polacco , tra
gli
S. Chiesa non sdegnava
di
camera del Duca. Persino un Cardinale fornire nani
di
di
di
aiutanti
i
Gonzaga, come n'è prova seguente lettera a Vincenzo
la
:
I
Ser.mo Prencipe
Dal presente mio gentilhuomo V. A. Ser.mo intenderà successo del mio viaggio verso Roma:
il
per quale mando V. A. duoi nani nati nobilmente maschio et femmina, et quello che più
è
a
il
fratello et sorella. Se havessero lineamenti del corpo, come mi pare comprendere che habbiano
di
i
quelli de l'animo, ardirei sperare che havessero satisfare V. A. molte parte, così come sono
di
in
a
loro poco et desidero molto. Se amano fraternamente insieme et se fossero separati
fa
di
prometto
cilmente questi prencipii non hanno
la
In
I'
ranno. desidero che reescano miraculosi ma quando facessero altrimente V. A. escuserà me come
Io
non haverli ritrovati migliori, et essi come mostri natura, che non sono atti
di
poco aventurato
in
a fare operationi perfette. Con essi vengono alcune altre cosette de Polonia,
di
le
bande quali se
le
bene costì non sarano pretiose serviranno almanco per ricordo della mia servitù.... V. A. et
al
a
S.mo sig. Duca suo padre...
L'appartamento speciale pei nani quel perìodo (fine del cinquecento). Vincenzo andava
li
è
pe' pappagalli. Per uno questi volatili, poco mancò che l'ambasciatore
di
mantovano Venezia dovesse officiare addirittura Senato segretario ducale G. B. Bremio scri
II
il
a
avida
'
a
Restò S. A. con qualche disgusto vedendo chel mercante ritiri dal venderlo
"
mente lettera.
la
si
e
moglie mi
fa
d'haver animaletto che ordina che V. S. S.r Avellani cui ne scrivo tentino ogni strada
e
a
'I
l'
per levarlo dalle mani del detto mercante, usando dico qualsivoglia mezzo per riportarlo sia con
minaccie o con quel più stimerà costì proposito per intento. Ma non vuole già ch'ella ne parli
si
l'
Repubblica, ecc. ,.
in
"
con tutto
lo
l'
di
più1 ,.
In altra missiva del 28 settembre da Goito Bremio comunica:
il
la
n'
ha formato
'
così bel concetto nell'animo suo che persiste volerla et però comanda che V.
di
S.
in
di
inviassi da libbre perle orientali delle più esquisite da far macinare per valersene
le
opportunità
4
medicamenti per sua persona et che insieme mandassi una mediocre quantità per ciascuna sorte
la
di in
si
a
Madrid nè Siviglia nè altrove per essere 50 anni che impressero con una sola edizione ,.
s'
a
Nel 622 facevan venire da Londra Mantova 50 grani d'aurum potabile un medico
fa
si
1
moso vendeva scellini grano.... per pura amicizia: chè tutto ammonta
lo
di il
g
60 CAPITOLO SECONDO
gli
aggrapparsi tenace all' esistenza, sperando di poter sventare intrighi
de' suoi stessi cortigiani, cui aveva paura! gran cancelliere Ales
di
Il
gli
sandro incuteva sopratutto
lo
Striggi spavento, perchè supponeva
suoi danni — legato cioè Guastalla,
di
al
congiurato Principe aspi
a'
rante — Vincenzo una lettera angosciosa
di
Ducato Mantova
in
al
e
;
del 27 agosto 1627 confessava alla sorella, imperatrice Eleonora, ch'egli
era costretto dissimulare dinanzi potente ministro.... ma avrebbe
al
saputo suo atempo disperderne trame riaffermare propria au
le
la
e
di a
torità sovrano....
gli
gli
vero che frattanto eventi precipitavano: imbarazzi pe
Il
il
e
e
fidi consiglieri ducali prevalse precisamente parere dello Striggi che
il
occorresse senza inutili omei vendere meglio della galleria alla che
il
tichella per far denari, pagare creditori molesti, crearsi un piccolo fondo
i
contro
di
previdenza pericoli
i
Lo Striggi doveva aver già tutto concertato dapprima col Nys:
mercante consumata scaltrezza, che non bene se fosse francese,
di
si sa
chiamato Nice o
In
è
Nizze, ciò farebbe supporre origine semitica: fiammingo
lo
designa un
e
tal 21
di
gli di
di
meva
bene essere anche Londra celebratissime ricchezze della
le
sapeva
a
Mantova, come re
di
il
la
u;
e
nel 626, aveva Re invitato alla sua corte pittore italiano Orazio
il
il
1
di
agi
e
(I) Su' Gentileschi cfr. LAW, 'Che Royal Galkry Hamplnn Court, p. 86 sgg. Orca
of
un
quadretto, che Gentileschi aveva fatto con gran cura, molt'anni innanzi, pel duca Vincenzo, Bar-
il
Magno:
LA FORMAZIONE DELLA GALLERIA 61
II,
mire, col neo-duca Vincenzo che avrebbe certo accampato minori
riluttanze Ferdinando. Ed invero non s'era Vincenzo 1618, pur
di
nel
gli
ottenere dalla onori
di
d'
Spagna sterili un generalato (alle stesse
condizioni cui avevan concesso don Piero de' Medici) mostrato
l'
a
a
Madonna
di
va
di
disposto regalare una raffaellesca, pressochè uguale
lore quella che padre suo aveva così esorbitantemente pagato
il
a
Del 20
di
Canossa quell'anno appunto strana lettera che
la
a'
agosto
è
?
in
Ho Madonna grande mano propria Rafael Urbino,
di
di
d'
.... una
lo
cosa sin
et compagna della quale dal S.r Duca Vincenzo mio S.r padre che sia
la
golarissima
gloria S." Marchesi Canossa per ducatoni. Mi vien detto che
in
fu
ai
pagata m.
io 0
ammirata Corte, onde, se ben 1 agli occhi me
in
le
sarebbe cotesta con lagrime
disfarei, nondimeno manderò sempre ch' Ella me ne persuada. Ne più bello
la
ne
nè qualificato regalo, credo io, che far S.r Cardinale Lerma
di
poi
al
potesse
si
chè dai più intendenti pittori vien attestato che detto quadro sia delle perfette
il
cose che facesse l'autore. Alcun altra galanteria anco manderò come d'orioli o
si
si
mile, ecc.
V. S.,
fa
in
quale
si
a
il
il
et per mio poco giuditio sarà cosa molto rara et degna certo una Madonna
di
di
in
il
i|
corpo, che cinti et ambi duoi guardano con affetto grand.mo con tutto ch' bambino sia età
d'
si
il
'<
azurro, che se bene cade per terra però bella vista et ornam.1o bell. ma faccia senza
fa
di
le
al
È
cun ornamento
la
vede
si
il
bello fatto dalla natura. Nè altro mi spiace esso quadro se non l'essere assai picciolo, perchè non
in
il
figura per essere buona statura, et piutosto grossa che mediocre. Insomma
di
malam.te
la
capisse
ci
alcun Pittore
si
è
il
per cavarne loro buono et fino giuditio, perchè non finito intieram.te ma farò
Io
per saper
è
il
lodandolo bene
si
fattura sua.... u.
Roma, 13 1610. quadro Gentileschi viene con
la
febbraio
Il
Gonzaga, che hierì partì per costà et nel ritorno fatto de esso (il quadro era stato rimandato
si
all'artista
io
rendessi copia per originale, poichè per certi segni fatti nascostamenteho trovato medesimi quando
ha restituito.... Chi ha veduto oltre S.n Facchetti et Stametti
lo
pagato 25).
62 CAPITOLO SECONDO
Ser.™ S."....
Non rechi a V. A. (la supplico) amiratione se da un fraticello vestito di sacco,
professore di pudicizia e castità li venghi apresentato in segno di somma osservanza
et affettuoso vasallaggio e volontario un quadretto lascivo certamente (e non lo niego)
già destinato al fu Card. Aldrobandino di mano di ecc.111° pittore, il cavallier Ma-
lagigi, del quale solea dire il famoso Federico Barocci da Urbino ch'esso cavalliero
pingeva pitture vive e dava spirito alle pitture altrui ancor che d'ecc.mo pittore. Sia
come si voglia, hor sia una Madalena non penitente od un'Eva nostra madre a
V. A. viene avanti, la qua! supplico a rimirar cotesta minima cosa con il grand 'oc
chio da Prencipe come è nata et è, e rimiri l'affetto mio che l'accompagna.... Se
nel petto di V. A. si fosse ingenerato qualche scrupolo di amiratione della lascivia
del quadro, la supplico con ogni humiltà restar servita di doverlo scancellare con
un'altra pittura d' un Cristo N. S. spirante in croce che devo per obbligo di servitù
mandarli....
Di Recanati, li 12 marzo 1627.
rgtf l virgiliano
— et penitus loto divisos orbe britannos — cor-
m W/f reva probabilmente alle labbra de' mantovani anche nel Sei-
(1) Lo provano due lettere di Enrico VI, datate l' una del 19 e l'altra del 31 ottobre 1437
(' anno regni nostri XV ,); nelle quali ringrazia Gianfrancesco delle accoglienze fatte a un consigliere
aulico inglese che recandosi in Terrasanta era passato anche da Mantova. Da costui aveva appreso
"
che il march. Gianfrancesco prepotens et inclitus Princeps carissimus et predilectus consanguineus
noster.... specialiter affectat licentiam de nobis habere conferendi liberatam nostrani colere aut devi
amenti diversis subditis suis et amicia prò honore nostro ac speciali recordatione nostri habendis
unde sibi grate» intime referimus multiforme!. Nos igitur affectui suo in hac parte favorabiliter incli
nati remque sibi placidam agere volentes concessimus et licentiam dedimus eidem consanguineo nostro
conferendi liberata* colere nostre aut devisamenti quinquaginta personis dunctamen ipsi nobiles ac de
prosapia valida et sanguine existant. In cuius rei testimonium has literas nostras, etc. ,.
(2) Cfr. il cit. lavoro del Cavriani : al quale si potrebbero aggiungere molte lettere di Francesco
64 CAPITOLO TERZO
gli
promettevano da parte del monarca tenere
si
cure paterne (2).
Federico Gonzaga, esultanti per quelle cospicue relazioni con corte inglese. Francesco faceva
la
e
di
scrivere doni
al
i
enim inde existimationi mcae tota Italia accessisse cognosco, ut nihil mini hactenus
in
"
Tantum
natura datum, neque fortuna indulctum, ncque virtute mea militari
(si
me rxistit)
in
neque qua
a
partum sit, quod tanto decori conferri possit, quantum mihi ex benivolentia V. M.tù redundat ,.
Offre sè, calcoli S. M. "se quoque statum Italia habere et Conzagam familiam sibi
Io
stato
in
;
D.no Griffith Don nuncio suo intellexerim eam quoque equini gregis magno studio detineri ,. Di una
delle cavalle donate dice con enfasi ncscio an ea praestantiorem ulIa unquam adhuc aetas viderit a.
"
:
"
Se
il
d'
Con non minore entusiasmo scrìveva Federico Gonzaga alla madre Isabella
assorta nel suo viaggio Roma (22 nov):
di
ambassatore dil Re
di
la
li
semitara, brochero, arco, carcasse et maza et un pugnaletto anchor et dono apresso mio bal-
il
li
zanello corsero bonissimo, benissimo guarnito. A l'ambassator ho donato mio bon corsero Spez-
il
zacatena, perchè lui mi donò uno ubino et faciolo volentieri per monstrar ad ogniuno de chi son
nato.... ,.
Francesco scriveva alla moglie che doni ricevuti erano più richi et superbi, vera
"
Anche
li
:
d
;
,
Correggio assicurava (22 luglio 1518) Mantova che Enrico VIII desi
di
di
Manfredo Marchese
il
(1) Cfr. EINSTEIN, The Italian Renaissance in England, New York 1902, p. 61 sgg.
e
;
presso
9
che raccomandava
al
Mantova
il
costumi et maniere ,. Fra tante corti della penisola sua scelta era
la
"
le
Italia per
s'
in
impararvi
e
"
magnificentia
I
a
mandare
la
il
(Ercole
il
Vili Londra.
"
Marchesi Mantova d'aver parlato con Enrico su questo viaggio d'Ercole Ri"
di
a
i
M. clic del Bolo suo quando V. E. mandarla ne haria quella cura et ne farìa
la
el
sposerai S.
II,
datata erroneamente 18 aprile). Tra lettere del Chierigati dall'Inghilterra già edite son notevoli
le
gli
quelle del 19 inaggio 1517 sulla celebre congiura della plebe inglese contro stranieri; del agosto
6
sulla letale malattia del sonno che imperversava nell'isola, ecc. (State 'Papers, ibid., pp. 385,413).
Ritratto di Francesco Gonzaga del Bonsignori
(già posseduto dall'antiquario Bressanelli di Mantova).
Medaglia nuziale di Francesco Gonzaga
ed Isabella d'Este
(Gabinetto delle Medaglie di Berlino).
Col duca Federico tentò Enrico Vili anche accordi politici (0,
ma la bifida natura di quel voluttuoso indolente sfuggiva ad ogni pro
posta rischiosa: e il carteggio tra Mantova e Londra restò confinato
ai consueti regali di cavalli, per giostre, tornei, ece. (2).
Lo scisma religioso, con le conseguenti tragedie coniugali di En
rico Vili, sorvenne presto a troncare anche queste officiosità de' Gon
zaga: devotissimi alla Chiesa romana, segnatamente a tempo del cardi
nale Ercole, amico sviscerato per giunta del suo collega di porpora,
Reginaldo Polo. Quando nel 1546 Enrico Vili mandò il bolognese
Ludovico dell'Armi a Mantova per tentare non so che pratiche poli
■ gli
non
gli
si
christiani u.
gli
facoltà che eran allora, per così dire, innati
di
penetrazione tutti
a
ambasciatori italiani non soli veneti, come esagerando s'è ritenuto
a'
e
talora. Del mantovano Litolfi sono p. es. quelle stupende relazioni sul
carattere inglese, che furono accolte nel State Papers 0).
of
Calendar
Meravigliosi dispacci che dal 558 566 (4)
sono al
egualmente
1
1
i
uno
lingua
la
(2) P. es. del 30 gennaio 520 questa lettera del Decrevit S.nrni Rei Anglie
"
Sofolcus
'
in 1
:
,
meus hiis proximis Kal. Maij armis se exercere, et quo haslicij sui ludi spectaculum multorum
frequentili redderetur insignius, exterarum etiam gentium nobiles invitai ut et illi quoque una expe-
riantur quantum viribus atque armis polleant. Me simul hoc negocio comitem sibi assumpsit,
in
si a
(
d'
"
giocano
:
a
Venetian, VI,
fu
(3) 1668-73. Ivi però ne data una lezione incompleta, mentre l'Arch. Gon
zaga possiede testo integro
di
(4) Si trovan pure riferiti, ma non tutti, nel Calendar of State Papera, Venetian, VII, sgg.
1
Manca un dispaccio dello Schifanoia da Bruxelles 21 luglio 1560, pur relativo alle vicende inglesi:
come mancano altri atti disseminati rubriche varie dell' Arch.
in
di
5
66 CAPITOLO TERZO
England u che nel 1580 volle visita Mantova, sentì il bisogno di farsi
precedere da una commendatizia dell'imperatore Rodolfo! (').
gli
di
Naturalmente inglesi
e
di
esser
nel
1
;
vicende v'ebbe Xadmirable Crichlon, che colmarono
di
rose Gonzaga
i
onori.... ma cui gloriosa giovinezza rimase troncata dal ferro del prin
la
una si dispu
sulle circostanze è
che l'uccisione
di
pietoso amico
al
repugnante
I,
generoso
e
(1) Lett. 13 maggio dell'Imperatore; Thomas Arundelius.... quem praeter natalium iplendorem
'
gli
melioribus literis probe institutum esse cognovimus visita Italia per istruzione e special
in
è
l'
;
a
"
(2) Lettera duca Guglielmo, Venezia, 26 genn. 585. Prior Inghilterra raccomanda
d'
al
Il
vivamente Cristoforo Parkings ab Hoptono prete dottissimo, anche compositore musica, fervente
di
"
Polonia.
INTRA, Una pagina della giovinezza del "Principe V. Q. neW'Arch. st. il. del 1886;
(3) Cfr.
DOUGLAS CRICHTON, The Admirable C, London, 1909.
e
lidamquc gloriam nato.... [torna in Italia per istruirai; Io raccomanda caldamente], ut qua decet eius
ordinis et dignitatis virimi humaniter admittere, fide atque authoritate vestra apud vos degentem ab
omni injuria tueri, benigne fovere, studiaque ejus ad veram virtutem solidamque gloriam promovere
velili».
"VII Kal. Maia» 1597.
Frater amantissimi!» JACOBUS REX ,.
(1) Cfr. FA VARO, Carteggio inedito di "Cicorie Brahe, G, Keplero, Bologna, 1886, p. 154.
e», così : ' dare a mi quatrina per comprare mi bisonia.... Io trouve me multo
(2) Scriveva ad
stufe.... Io bave finet quest vostro tafel ,. Roma, 18 agosto 1612.
"
(3) Dispacci dell' oratore mantovano, Battaino, Venezia, 23 aprile 1622 : Mercordì sera fu
sententiato a morte il Senatore Foscarini, convinto d'haver rivelato i secreti della Repubblica a questi
ministri cesareo et spagnolo intervenendoci anco il mezo della Contessa di Rondel alla quale perciò
dicono che sia stato fatto precetto di partirsi da questo dominio et hieri mattina fu per questo in
collegio col ambasciator d' Inghilterra. La notte circa le sei hore fu strangolato in prigione et la
mattina nell'alba è stato appeso alle forche in piazza co' piedi in su et poi la sera sepelito in S. Gio
vanni et Pauolo. II suo cameriero che fu con lui carcerato et che li ha fatto la spia è stato subilo
liberato con darli bona somma di denari et il beneficio di doi bandi.... ,.
7 maggio. * Essendosi doluta acremente la Contessa di Rondel per l' imputatione datali del
Foscarini et essendo dama della qualità che è et principalissima del regno d' Inghilterra, e parso bene
alla Republica di darli la sodisfattone che V. A. intendera dalle congionte scritture et oltre di ciò il
giorno dell'Ascensione a Murano con occasione di certe regate li ha fatto un solenne banchetto : cose tutte
che fanno credere maggiormente quello che si è detto, ma che si voglia coprire con queste apparenze ,.
13 agosto ' Fra poco parte la Contessa di Rondel alla volta d' Inghilterra, e questo fa credere
che habbia hauto parte nel caso del Foscarini ,.
68 CAPITOLO TERZO
Degli onori resile dal duca Ferdinando, nel suo passaggio per Mantova,
toccammo teste: e a propria volta anche il marito, ammiratore delle
fabbriche mantovane, chiese ed ottenne, verso il medesimo tempo, un
disegno completo del palazzo del Te.
"
L' Ece.mo S. Co. d'Arrondel Gran Mariscial d' Inghilterra (veniva
scritto il 18-22 luglio 1623 da Milano al gran cancelliere Striggi) de-
sideraria poter haver il modello del Palazzo del S.™° S. Duca di Man
tova detto del Tei, ma vorre' che fusse fatto con ogni puntualità e per
mano di persona inteligente e che mostrasse ogni particolarità con una
distinta naratione delle cose principali vi son dentro, in materia di scul
tura e pittura, cioè in camera e sala tale vi è la tale e tal cosa, e
E il 9 agosto :
"
A questo sig. Agente di Lucca a chi fu lasciata
cura dalla sig.a Contessa di Rondel di procurare il modello et descrit-
tione delle fabriche A. di S. nostro S.re et sborsar il denaro bisogne
vole ho detto quello che V. S. Ill.™ mi scrive in questo proposito.
Rende le dovute gratie all' A. S. della pronta dispositone di compia
cere alla sodetta S.™ et priega inoltre V. S. Ill.™ quando non si trovi
ancor presso S. A. fatto il modello di dette fabriche.... restar servita
d'intendere qual sarebbe la pretensione dell'Architetto di S. A. per far
detti modelli et descrittione, conforme la nota che già rimessi a V. S. u (').
Ve
gli
espan
e
i
lì
lì
il
e
Foscarini, omai riconosciuto innocente. Nel dispaccio del 24 sett. Battami annuncia:
il
fu
la
d'
Collegio
S. S.t* dovendo breve partirsi alla volta della sua patria ,. Cfr. RAWDON BROWN, L'Archivio
di Venezia con riguardo speciale alla storia inglese, Venezia, 1865, p. 124; e ROMANIN, Storia
doc. Venezia, VII, 184 sgg.
di
(I) Leti, del residente mantovano G. Matteo Parodio, a cui Arundel s'era rivolto col tramite
l'
dell'agente lucchese.
LA VENDITA DELLA CALLERIA 69
(1) Lett. d'Isaac Wake, Venezia, 5 aprile 1627, al duca Vincenzo II:
' Dalla lettera di V. A. e la cortese visita del sig. Parma suo residente, comprendo che vive
in V. A. quell' affetto amorevole con il quale la Corona d' Inghilterra e la Ser.ma Casa Gonzaga
hanno per lo passato cordialmente corrisposto insieme : e si come posso assicurare l'A. V. del reci
proco e sincero amore del Re mio Signore, cosi conformandomi anch' io all'ottima volontà di S. M.
dopo avere rese all'A. V. riumilissime grazie de l' honor che m' ha fatto, me le offerisco pronto in
ogni occorrenza per servirla in tutto quello che si degnerà di comandarmi. Dio prosperi la persona
di V. A. alla quale auguro ogni colmo di felicità, ecc. ,.
(2) Monsieur mon cousin. Les asseurances que vous nous aves donnees de vostre affection tant
hereditaire que particuliere par le Marquis Pompee Strozzi nous ont este si agreables que vous ne
pouves doubter d'une correspondence de nostre part aussi sincere et cordiale que vous scauries de-
sirer. Ce que nous amplifierions icy par les raisons qui nous y obligent, si nous n'eussions discount
asses particulierement sur ce subjet avec le dict Marquis vostre ambassadeur, auquel nous nous re-
mettons, prians dieu vous vouloir tousiours avoir en sa saincte garde.
gli
Purtroppo non abbiamo in archivio elenchi originali su cui
vendita de' quadri (3): fino certo
fu
stipulata ma un
la
punto sup
a
inventario generale dell'eredità del duca Ferdinando, che pe'
di
plisce
l'
proposito base
la
inventario dirsi fondo inedito, benchè dal
in
le
sulle cornici, che pur erano un elemento non irrilevante della stima fatta
di
la
zosa venisse valutata più della tela); infine l'inventario D'Arco
e
è
cosparso continuamente errori ridevoli, che alterano addirittura
di
il
soggetto del quadro ne rendono impossibile l'identificazione.
e
al
di la
reggia, nè alienare certi ritratti domestici quadri raffiguranti fasti
o
casa Gonzaga.
Lo Striggi sbraitava più tardi (5) che, malgrado vendita all'In
la
di
straricca
di
ghilterra, tele
la
sempre
e
II, II.
wu
*
(3) Anche Sainsbury scrìve (p. 332): unfortunately do not nnd this catalogue;
it
il
no doubt delivered to Charles ,. Non se ne trova traccia nella grande collezione degli Siate 'Paperi
I
dove pur sono elencate riassunte lettere del Nys. Probabilmente potranno ripescare questi
le
si
e
6
gli
laugurata cessione, può ritenersi come accertato che il meglio della col
lezione mantovana fosse precisamente divenuto preda dell'abile mercante
(3) Docc. lett. cit. 24 aprile. Secondo una grida del 14 giugno 1627 ducatene era va
il
lo
Farò
la
diligenza per formento che durarono fatica ad havere per trentaquattro lire
gli il
il
già
il
*
di
calcette da donna
di
paio. formento
Il
il
qua vale L, 33 né molto bello et minor prezzo. bellissimo poi vende L. 35, onde
si
è
Il
è
il
Brazza cinque cenciaIo nero a L. brazzo importa L. 20, che sono ducatoni d'argento ,.
4
2
il
Questi dati dimostrano anche più evidentemente qual basso prezzo fossero stimati venduti
a
quadri
in
un anno
di
semi-carestia
1
i
II,
ogni speranza assistito dalla fortuna, o, com'egli asseriva nel suo gergo
la
(il
quattro lire per visto che tirchieria
di
sua
la
perdita ducatone): poi,
l'affare, invocò un
di
mandar monte
la
di
minacciava sospensione
mese abbondante, a
per.... meditare sulla grande imprudenza che propen
deva commettere, per troppo amore alla pittura.
a
la
il
e
tista, concluse che sarebbe partito per Mantova, per trattar sopra
perchè con viva voce
fu
la
sua, seppe
la
luogo: mossa astutissima
e
e
ducali.
Lo Striggi aveva esibito Nys sua casa per esser più ad agio
al
la
sospetti
e
i
di
storo sfacciata connivenza col mercante inglese. l'uno
E
capisce
si
vistosi
e
gli
de' quadri,
di
importava
i
propri forzieri.
non po
di
tesse assistere
a
a
l'abilità del gran cancelliere, com'egli almeno pretendeva nelle sue auto
apologie (1).
Certo è che il duca Vincenzo lI non aveva volontà propria, e
in
microcefalia esso lettere settembre
le
cui un fidato cortigiano narrava una sua visita alla Ser.m■ Altezza, sog
sul
II,
allibito
al
coraggio sen
a
il
Nella
di
domanda
al
testa riparare
sarebbe possibile un'operazione
di
renti che Nys con sleale simulazione avrebbe servito.... poi ripiomba
il
!
II. II,
per cercar
I
■a' atmosfera più confacente alla mal ferma salute — costruire dal Viani, spendendovi centomila
scudi d'oro giardini, caccie, ecc. Delle delizie Maderno ha
in
di
del 1659, disegnata dal fiammingo Francesco Geffels, architetto del palazzo Sordi.
74 CAPITOLO TERZO
gli
Non occorreva dunque molto per tacitar scrupoli d'un Duca
siffatto: datagli l'assicurazione formale che sospetti concepiti sul Nys
i
erano infondati che quadri spediti già segretissimamente nel settembre
i
1627 Murano, alla villa del Nys ('), avrebbero veleggiato fra breve
a
Gran Brettagna, donde non sarebbero mai più per uscire; Vin
la
per
Si
cenzo subito l'animo sdraiò soddisfatto nelle
in
mise pace. più
II
sibaritiche Maderno
di
in
delizie accarezzando gioie parte riscattate
le
:
Verona; annusando odori squisiti mandatigli regalo, sopra mer
gli
in
a
cato, dal Nys (2) solo per un ultimo scrupolo artistico impose che
e
;
facessero almeno copie de' quadri più belli venduti. Partiti per
le
si
gli
zione purchessia sostituirli, per ingannare credenzoni indiscreti.
e
i
Ordinò che mandasse uno de' pittori corte Venezia
di
tal uopo
si
a
:
ma Nys rispose con grande gentilezza che v'erano de' buoni artisti
il
là,
anche sulla confezione delle copie avrebbe vigilato egli stesso 0).
e
in
negoziatore saggi
:
ciancie del volgo esclamava doversi opporre indifferenza suprema;
il
vento avrebbe presto disperse. Meglio tornava conto (ei soggiungeva)
le
occuparsi del secondo contratto abbozzato, pel quale alla prima ven
Inghilterra,
e
e
altre pitture.... tra cui Trionfi del Mantegna, ostinatamente contesi sin
i
Si
1627)
a
con lui cessò anche l'ultimo ritegno nel disperdere quattro venti
a'
e
due sale superbe, che sarebbero rimaste spoglie del loro precipuo or-
II, II, II. II,
lett. 30 ottobre,
6,
namento ('), Carlo di Nevers assillato dal bisogno di denaro per sal
vare la vacillante corona, non esitò un momento a sacrificare e il gran
dioso ciclo delle composizioni mantegnesche, e cammei, e marmi.... tra
cui i Cupidi dormenti di Prassitele e di Michelangelo! (2).
ri
pigliare trattative vendita, tanto più Nys mostrava freddo
le
si
il
e
concludere secondo negozio:
di
il
non trovandoli abbastanza belli; furia stiracchiare
di
combinò l'ac
e
a
le
de' trionfi, proprie spese, un regalo alla principessa Maria nuora
a
confronto
al
pagato
de' marmi, strappati per un Mantova,
di
duca
al
di
pezzo pane
le
raccolte nell'intera Inghilterra potevan riguardarsi
i
M
Pure Nys non potè lungo gioire del suo trionfo: rampollarono
il
anzi per lui dalla seconda compera, che completò great mantuan
la
"
y,
e
dall'insolvenza.
Alle lettere che narrano l'odissea delle sue disgrazie v'è poco o
di
nulla da aggiungere (5) bastando solo chiarire che quel po' po' scia
:
gure
e
(ospite per molti mesi nella stessa casa del Nys), col plauso del-
e
II, II, II,
febbraio 1629.
9
2
e
2,
I.
76 CAPITOLO TERZO
gli
colpo che avrebbe procurato mille doppi favore sovrano: senza
il
a
avere perciò nè l'autorizzazione preventiva del Re, neppure l'assistenza
e
personale del Lanier, che già con un paio de' quadri più delicati del
Correggio s'era, per via de' Grigioni, restituito Londra, dopo aver
la
a
ben disposto carico delle altre pitture imbarcate nave Mar
"
sulla
gherita 0). il
u
di
capolavori
i
Mantova, cui dire stendevano avi
di
tegna
e
a
Francia (2);
di
damente Granduca Toscana
di di
la
mani Regina
le
il
e
arditamente decisione concludere contratto,
la
sotto pro
la
prese
il
pria esclusiva responsabilità personale.
Fu rovina. Neanche Carlo riposava sur un letto
la
sua
I,
questa
gli
di
di
Buckingam
sentire anzi acerbissime della corona regale; 10,500 sterline,
le
spine
e
non erano
di
neanche per lui. Quando Nys tirò su Londra le ordinarie tratte, con
il
a
tra Londra Venezia, Roth-
fu
tra
(il
tre
il
e
schild
di
—
gli
ma sua posta,
a
II,
col card. Richelieu con Francia, v. lettere dell'amb. francese Venezia. (Docc.
di
la
Regina
a
e
(3) prezzo
a
Il II
il
NOÉL-SAINSBURY, p. 334, pubblica delle istruzioni del Nys un suo agente, inviata
a
(4)
a Londra per reclamare pagamento nelle quali detto that might have had from the Quee»-
'
è
il
I
LA VENDITA DELLA GALLERIA 77
gli
Il Nys aveva tempestato con del Duca Man
di
supporlo. ufficiali
Cupidi, dimenticati delle spedizioni del 1628:
in
tova per avere una
i
e
;
gli
gemme.
Più alla verità più ragionevole ogni caso,
in
consentaneo
il
è
e
in
le
e
lavori, che l'avrebbero alla peggio aiutato recuperare buona parte del
a
Come finissero suoi guai non sappiamo una supplica sua dispe
i
re ce
a
a
I
stesso, suggeriva mezzi più idonei per far denaro: viceversa, sembra
i
di
di
vantasse
a
sua volta col Nys, dacché nel 1639 officiava l'ambasciatore inglese a
Venezia (3) per ottenere un'indennità dal mercante fallito fuggiasco.
e
Mother 50,000 dollars, equal lo L. 15,000 for them, besides all the expenses, which Sig. Burla-
by
machi, now Amsterdam, was advised agent for Card. Richelieu ,. Ciò non col
in
Sig. Lopez,
lima però affatto con
le
(2) Docc. leti. 25, 26, 27 settembre, 14 ottobre, 15 novembre 1626, 28 febbraio,
10 marzo 1629.
II,
più curiosi a risolvere, ove si pensi che l'ultimo sfacelo della gallerìa
mantovana, avvenuto tra' rumori della guerra, a cuor leggero affrontata
da Carlo di Nevers (2), precedette di due anni appena il sacco di Man
tova. Si entra quindi nel campo sconfinato e mal certo delle congetture
a voler decidere che cosa sarebbe avvenuto se la galleria fosse caduta,
tuttora intatta, nelle mani de' vincitori ebbri di preda, di sterminio, di
sangue....
gli
il
e
gli
Volta (3), perdute tra orrori del '30 tante belle cose che già ave
l'
n
Comico ad es. l'udir l'Aldringen nello
è
staccar dalle pareti soffitti più rare pitture esistenti nella rinoma
le
e
alquanto sfre
l'ho veduto fino miei tempi (4) conservavasi per
io
giato guasto,
e
a
e
(5).
1
u
II,
guerra
in
1
II
il
fu
(5) Interessante e
in
quest' occasione ma
il
In
volumi delle opere di S. Agostino, scritti di suo pugno sul papiro.... Portati a Milano dal compra
tore venderonsi diece milla reali ,. Cfr poi LANZON1,
Un famoso cimelio gonzaghesco, Bergamo, 1901,
per quanto riguarda il superbo onice del Museo di Brunswick, rubato nel sacco dalla grotta d' Isa
bella d' Este. Questa dovè essere allora leucramente distrutta dalla furia de' barbari imperversanti
nella collezione di cristalli, di medaglie, di gemme, ecc. Francesco Nerli scrìveva più tardi (Miinster,
24 agosto 1646) d'aver riferito alla Duchessa di Longavilla le sue impressioni di testimonio oculare
del sacco : ' passò ad interrogarmi de danni patiti nel sacho et discendendo a molti particolari, mas
sime delle richezze, come di tanti christalli che v' erano, pitture et gioie, sopra che havendo io
hauto pur tropo campo di discorere come testimonio di veduta potei, ecc. ,. La Duchessa chiese il
ritratto del Duca " per farsene far copia dal pittore medesimo di cui il s.r Duca suo si serve, che e
pittore del1i ambasciadorì olandesi che I' hanno condotto seco per volere li retratti di tutti li am
basciatori del Congresso... „.
In una lettera successiva (Parigi,
14 febbraio 1649) lo stesso Nerli narra d'esser stato egual
mente interrogato dalla Regina di Francia " de cristalli de quali gl'ho reso conto così de vasi princi
pali come delle rotture di essi dalla M. S. amirato et compatito : poi m' ha domandato di quel sacho,
dove era Madama S.m*, ecc. ,.
Si comprende come dopo tante manomissioni della Grotta non restasse di meglio che portar
via anche i superbi soffitti, la porta di G. Cristoforo Romano, ecc. e adattar tutto alla meglio nei
nuovi locali del Paradiso, ov'oggi s' ammiran quelle ultime reliquie dell' appartamento a pianterreno
d' Isabella I
A Maria
Ill.m* et ecc.au S.1a nipote et figlia mia amat.nu. Oggi a otto ricevetti una di V. E. nella quale
si lamenta ch' io non li habia risposto ad alcune sue scrittemi doppo l'entrata de l'arme cesaree in
80 CAPITOLO TERZO
(il
n
rivarono da Mantova assolutamente rovinati utterly ruined and spoiled M,
"
causa quicksilver
a
„.
I
fecero resto....
il
i
del Mantegna furono così guasti da uno scellerato ristauro del Laguerre,
che oggi Law Court costretto
di
nel suo catalogo Hampton
ri
il
a
conoscerli BL. ('). Cesari tizianeschi, venduti per
"
very dilapidated
I
trentamila lire all'ambasciatore spagnuolo, nell'asta pubblica della colle
zione Carlo Madrid, dove tutti non
di
in
emigraron perirono
si
I,
E
sa quale (2). probabile specie
lascive, molti marmi
di
distrutte da' puritani 1649:
le
fossero nel
e
quadri mantovani Carlo valse per operare de' cambi non se n'ha
si
e
I
di
Michelangelo
e
sitele, su' quali forse tuttora discutere con poco profitto,
si
seguita
a
traccia Italia,
in
vuol cercare
la
perchè ne senza tener
la
se presente
loro emigrazione
in
Inghilterra.
Mantova. Ora questo primo ponto, con assicurarla ch' non ho usato tale mal termine
io
rispondo
a
verso mia amatissima sig.ra figlia, che amore certo m' tale, benchè questi rumori
in
la
non
in
è
habia hauto fortuna poterglielo dimostrare come era mio desiderio, poichè nel principio
di
quando
tenevo buone occasione non mi volsero fidare nè credere mie lettere, ne ultimo poi non sa
si
l'
pevo come governarmi per non esser indovina scoprendo animi altrui. Dio sia lodato, perciò non
li
ho mai perduto nè perderò amore alla E. V. quale sa Dio quanto da me vieti compatita et
la
l'
quello ch' faccio per lei et travaglio sentito. Mi rallegro però che pacce sia conclusa se bene
io
la
il
perdita francesi
i
proiettori, che se alla prima facceva mio modo non saria stata
la
è
a
il
possibile acciò resti contenta con restitutione almeno parte delle gioie et altre cosse levate cassa
in
come più intieramente intenderà da D. Diodato lui mi rimetto per non haver più tempo
si al
quale
a
scrivere, come ancora sopra senso che qua hauto per insolentie usate da soldati ne' mo
le
di
è
il
lo
a
il
Eleonora.
(1) LAW, The Royal Gallery of Hampton Court illustrated, London, 1898, p. 276.
(2) PHILLIPS, The 'Picture Gallery of Charles nel Portfolio del gennaio 1896, p. 99.
I
FASTI GONZAGHESCHI
del TINTORETTO.
(1433).
Battaglia di Fornovo
(1495).
LA VENDITA DELLA GALLERIA 81
Resta appena una fioca speranza che talune opere siano come
supposizione può trovar conforto nel fatto che di tanto in tanto, quando
men lo si aspetta, fa capolino nelle esposizioni londinesi d'arte o....
nelle botteghe de' mercanti d'antichità qualche quadro d'indubbia orìgine
mantovana. Tale ad es. è il caso del ritratto tizianesco d'Isabella d'Este,
ora appartenente alla collezione Goldschmidt: ricomparso, per curiosa
coincidenza, in Inghilterra poco dopo che era venuto alla luce il ritratto
di Federico Gonzaga, giovinetto, dipinto dal Francia (').
Ingenti ad ogni modo sono le perdite : a riscontro delle quali può
"
solo computarsi il bel numero di tele della great mantuan collection u
reperìbile) del Bathoe tutte le indicazioni relative a quadri mantovani. (Cfr. estratti che ne do
n. Ili de' Documenti).
di
Il
ragguagli l'opuscolo (del Roussel) La Petite Sainte-Famille de Raphael, Parigi, 1892; Phil
e
il
lips, p. 51.
(3) Rinunziando fare dell' erudizione a buon mercato, mi son dispensato nell' inventario
di
a
accennare quali siano quadri più celebri della collezione mantovana, conservati tuttora, che Law
di il
i
Phillips
la
fatiche Ercole del Reni, Mercurio che insegna a Cupido del Correggio ed
d'
le
dotte. Ho invece abbondato nella documentazione, intercalando all' inventario tutti que' dati impor
tanti che posson desumere da fonti archivistiche su' vari acquisti quadri, o su' rapporti tra
di
si
pittori Gonzaga.
e
i
82 CAPITOLO TERZO
tare qualche reliquia venduta a viI prezzo da' devastatori ; ma, com'era
gli
17 ottobre 1 63 1 : Nel pasagio che hanno fatto Allemani per Cre
mona hanno lasciato presi nella galaria V. A. Mi
S.
di
mappamondi
li
sono capitati nelle mani et conosciuti che erano della Ser.™ Casa....
subito presi et gli ho mandati V. A. S....
li
a
u.
il
Carlo Nevers
di
a
Ser.mo Signore,
di
Nel ritorno dell'esercito ali emano di Mantova un ufEtiale quella natione ha
certa persona da me conosciuta alquanto discosta qua un quadro
di
venduto et
a
puris
di
lato, tutto
li
il
a
simo oro, et detto Christo et Angioli dicesi essere assai coperti o intreciati o come
diamanti qualche decine migliaia de scudi:
di
di
di
conci valore
di
siano finissimi
et perchè s'intende essere delli predati nel Ducal Palazzo V. A. S. Mantova,
di
in
forsi anche delli nobili addobamenti de Ser.™ Duchi suoi antecessori, però a me
parso particolar debito dame parte V. A. che quando pensa sia cosa sua
il
io è
A.
gli
haverlo,
fu
S.
V. A.
af
vil prezzo che proprio Gradisca intanto
S.
tanto meraviglia. buon
il
è
fetto, ecc.
1634)
trovarsi colà mobili, arazzi, scrittoi, baldacchino, ecc. che parevan levati
"
a
a
stato scritto da
al
È
di
di
nel sacco
di
sa fossero ne se venissero
si
con nuovi acquisti medicar le ferite insanabili delle vendite e del sacco.
Carlo I cercò di avere alla sua corte Guido Reni ('): ma l'ar
tista non voleva staccarsi da Bologna, e il Duca indi a poco morì, af
franto dalle ambasce dell'infelice suo regno.
Più intenso divenne il movimento artistico a Mantova, passata la
metà del Seicento. Molte commissioni ebbero da Carlo II il Guercino
e il Sustermann (2): presero stabile soggiorno alla sua corte il fiammingo
Daniele Vandyck, confuso dal D'Arco col celebre Antonio 0), e il
(2) Pel Guercino, cfr. n. 236 dell' Inventario. Pel Sustermann, cfr. BERTOLOTTI, Artiati, p. 67.
(3) Non v'ha dubbio per me che molte opere del Vendico, elencate nell'Inventario del 1665,
e dal D'Arco ascritte nell' indice ad Antonio, siano di Daniele ; che era buon pittore di fiori, di
ammali. Di lui si conservano molte lettere nell'Arch. Gonzaga, allusive appunto a' lavori che veniva
compiendo per Carlo II.
84 CAPITOLO TERZO
quali, con l'andar del tempo, avrebbero realmente potuto, come enfa
ticamente promettevano i Castiglione, ricostituire nella reggia mantovana
uno de' centri più luminosi d' Italia. ,
Ma era purtroppo l'ingannevole guizzo della lampada che si spe
gne : Ferdinando Carlo, ultimo duca, provocò con bestiale incoscienza (2)
la procella che doveva sommergerlo, condurlo alla fuga, alla morte scon
gli
la
sua
si
e
trastulli balli, commedie....
in
di
di
di
baloccava cene,
680 altri
B
;
:
u
non tanto buoni come sodetti locuzione ado
la
per usare
"
quadri
li
u,
tutti mobili S. A.
S.
di
di
707 (3).
1
(2) L'Amadei, Cronica, IV, 500, racconta come spettatore immediato mi rammento ancora
'
:
in
di
quell'enfatico trasporto
di il
dovergli leggere
e
lo
bestemmiò
la
spossessava):... chi
e
avevalo consigliato partito delle due Corone: ma non era più tempo
di
prender querelarsene.
a
il
quel momento inviato Francia, sig. per calmarlo nelle sue smanie,
in in
di
di
Sovraggiunse Cergy,
l'
assicurandolo nome del suo Re che avrebbelo assistito con una grossissima pensione, valevole
al
decoroso mantenimento lui tutta sua corte poi disse che nella pace generale
di
di
la
avrebbe
lo
e
e
;
fatto mettere tutti stati.... con totale risarcimento de' danni patiti1
in
di
possesso
i
(3) Codice D'Arco, n. 102, dell' Arch. Gonzaga. dati questo elenco anonimo, ma desunto
di
I
senza dubbio dall' Inventario generale della corte, coincidono con una nota officiale delle robbe
"
(Cfr.
LA VENDITA DELLA GALLERIA 85
(ci
Principe: per es. dice medesimo elenco) S.r Marchese Claudio
al
"
il
20 giugno 1707
gli
sono dati
in
Gonzaga li se deposito.... tre quadri
grandi, uno solevatione
di
Mantova contro
la
rappresenta Passarino
Bonacolsi, opera del Mantegna molto logorata dal tempo. Li altri due (')
rappresentano altre istorie, assai logori, fatti da un veronese con ma
le
S.
niere del Mantegna. Stimati dal Calabro tutti tre doppie due
cento (2).
u
celebre
al
ascritto
la
quadro Mantegna (3) tela, posseduta
Il
è
cui Morone ha con tanta vigoria rappre
in
sentato quell'episodio
debellati rivali fondò l'incontrastato dominio de' Gonzaga per 380 anni.
Al fiacco ed imbelle Ferdinando Carlo, che non aveva saputo cader
da sovrano con l'armi pugno, doveva riuscir incresciosa
in
vista d'un
la
quadro, cui eran legati così forti gloriosi ricordi della sua casa.
e
a
di
potevano figli
naturali ma destituito legittimi eredi costretto quindi sentir spento,
di
a
:
se,
contesa aspiranti
!)
stria
di
una serqua
da una folla insomma
di
Di simile grandezza ,, aggiunge questo punto nota officiale delle robbe ,, cit. qui sopra.
*
la
'
(1)
a
e
è
a stabilire quali fossero quadri migliori asportati dall' ultimo duca Gonzaga.
i
attribuire
al
'
„
li
dodeci de quali mano del Mantegna (?), compagni, con cornice stretta adorata furono levati dalla
di
camera principale castello et hora servono per soprausci negli appartamenti ducali ,.
di
86 CAPITOLO TERZO
gli
di tutti
ef
peratrice Eleonora Gonzaga, dichiarato erede necessario
fetti esistenti Venezia (').
in
Padova
u
Così un fato malefico perseguiva Gonzaga, condannando emi
a
i
grare oltremonti anche ultime reliquie della loro infranta grandezza,
le
del loro improvvido fasto.
*
ricche suppellettili un peculio che fu detto am
le
montare 22 m. doppie. D'ogni cosa Senato fece fare solenne inventario ,. Per
di
più quale
a
il
il
cfr. Appendice cit.
L
DOCUMENTI
I.
Nel logion serato che guarda nel giardino altre volte de bussi.
1. Undeci quadri dipinti con 1' aritrati dell' Imperatori antichi fatti di mano di Ti
tano incornisati con cornici guarnite d'oro, stimati scuti, da L. 6 l'uno, mille
e cento, L. 6600.
L'ambasciatoremantovanoB. Agnello scrivevada Venezia 10 agosto1538 al duca Federico: Ho parlato
"
con m. Titiano de li quadridelti Imperatori,qual m'ha rispostofinhoraesserstatooccupatoin far un quadronella
saladel granConsiglio{battagliadi Cadore), ma ch'orache l'ha finitoattenderàall'Imperatori et che senzaalcun
fallo veniràcon essia trovarV. Ex. a meggioil meseproximo". Gli Undici Cesarifuronoriccamente pagatidal
duca Federico,tantochePompeoPedemonterintuzzando le pretesesmodatedi altriartistiosservavail 7 luglio 1587
"
non doversicostoroparagonaicol Vecellio. Intesi una voltache gli Imperatorifatti da Ticiano l'eccellenzadel
S.r Duca Federico... gli detteuna gran summadi denari. Ma V. S. mi dira fora: egli pagòla reputatone,ma
foraiche no, per ciò che per la eccellentiae dottrinasua fu l'inventoreessoTiciano dalle testein fuoriperchèle
tolsedalle medaglie, benchèancoraIi ci vuole buona intelligentia.Pagò ancheper quanto intesia Antonio da
"
Correggiocerti puochiquadricol maritarglidue figliole,ecc. Nei mandatide'Gonzagasi trovache anchemal-
"
t'armi dopo la mortedi Federico, veniva pagatoun assegnoannuo di 25 ducati et hoc pro pensionequam
" "
D. PomponiusfiliusD. Ticiani Vecellii tenetursolvere (pel suo beneficio di Medole): quod beneficiumlll.mus
quondamDux... promisitdicto D. Ticiano in retributionem quarundarum
"
tabularumin quibuspinxeratimmagines
degli Imperatori.Notissimele copiede' Dodici Cesarifatteda B. Campì(Phillips, p. 99). MassimilianoII mandò
" "
nel 1572 egualmente a copiarliil suopittoreGiovanni de Monte (lett. 26 nov,,pubbl.dal Davari nei Jahrbuch
dei Musei viennesidel 1895). A sua voltail duca Guglielmo nel 1574, incaricò Fermo Ghisoni di esemplare
quei dipinti tizianeschi,per farne donoa un potenteministrospagnolo,com'èdettoin quest'ordine di pagamento
"
del 29 marzo: Magn.co D. Thesoreredella cameraducale,pagatea me Fermopittorescudi dogentoe ottanta
d'oro in oro per il pretiodi duodici ritratti dei duodici Imperatoriet quattroaltri ritratti dell'istoriadi Psiche,
fata"a olio, per lui vendutia S. E. Ill.ma, li quali quellaha mandatoa donar,in Spagnaal signorAntonio Perez,
segretario della C.a maesta ". In un testamento di Camillo Capilupi del 1603è rammentata fra altreopered'arte
"
la seriedei Xll Cesari,cavatida quelli che S. A. tiene in Castello de mano de Titiano et per le manidi
m. Theodoro(Ghisi) ''.
Cfr. n. 88 degliestrattidal catalogoBathoe(Doc. IH).
90 DOCUMENTI
2. Un altro quadro simile con figura d'un Imperatore di mano di Giulio Romano,
incornisato come li sopradeti, stimato scuti cento, L. 600.
Pei le opere<£Giulio Romanoeh. i no. 27-31. 38. 40, 43. 48. 56, 57, 76 del cat Bathoe.
3. Un quadro con sopra dipinto Venere et Cupido che dorme et un Satiro con
un ornamento frigiato d'oro stimato scuti 150, L. 900.
Cfr. n. 36 cat. Bathoe: e i nn. 17, 18. 37, 81 per altreoperedel Correggiovendutea Carlo I.
4. Un quadro con una Madonna con un puttino in braccio, un Angelo, con San
Giovanni, dipinto di mano di Andrea del Sarto, stimato scuti 150, L. 900.
Cfr. per Andrea i nn. 33, 41 del cat. Bathoe.
"
(I) La rispostadel Duca è tra le minutecon la data del 18 maggio. Quando il difettoscopertonel quadrodi
Rafaele non sia in luogonobileet sostanbale et sia tenutocomedite corrigibue,potreteattendereal contrattoinsinoal-
l'ordinechegiàvi nabbiamo dato et intantoiiavremoa caro che ci mandiateun dissegnodi manodel Facchettidi quella
partediffettosaper saperprecisamente il luogoet qualità del diffetto,il qualequandofosserilevantelevaretemano dalla
compredasin tantoche havemovedutoil dissegno".
92 DOCUMENTI
gli
dobleinsiemecon altri denarispesida me per servinodi S. A" ne restereiobbliga ti&simos comefarò ancorse
ì
Ella procuraràche S. A. rimettadanari Roma ancoper far acquisti pitture,quandol'A. S. continoviin
in
di
questidesiderii,et prema volerarricchii sua Galena ".
in
di
coserare
la
"
26 maggio. Mando a V. S. disegnodel quadro Raffaelecolli segnidelle spaccature,che sono in
di
il
esso, quali da vicino veggonopiù che non fannoquestisegni,ma da lontanomeno, nè toccano faccia
la
le
si
si
d'alcunafigura".
"
Altra del 26 maggio. .... questimille scudi non sarannoguardati,non pur tocchifin che non sia stabi
contrattodel quadro Raffaele,che quandopur l'A. S. deliberi volerlonon terminaràancocosì
di
dì
lito
si
si
il
a farecon una moltitudine pittori,che partecipano del poetaet conseguenza quel furore
di
in
di
presto,riavendosi
dal qua!nasce loro operatione, et fra se stessipoco d'accordo volersiprivaredel quadro, che
in
la
cosaan
la
sì
darà a mesi".
"
giugno. Mandai disegnodel quadro Raffaele colli segnidelle spaccature,che sono esso, già
di
in
9
il
fu
dì
in
di sì
di ;
al
"
26 gennaio 1602. Mandaròprestoa V. S. spesafattadelli mille scudid'oro oro che l'A. S. fece
la
in
rimetterequa per l'acquistodel quadro Rafaelleche poi non
fu
mai risoluto,acciò ch' Ella mi possafar sgra
di
vare questodebito
di
9,
8,
Cfr. per a1tr*Madonneuscitedall'officina 80 del cat. Bathoe.
di
Raffaello nn.
i
Un quadro con sopra una Venere, un Mercurio che insegna
9.
1egere Cupido,
a
con ornamento fregiato d'oro, opera mano del Correggio,
di
10.
sta attendendo Moise bambino che veniva giù per detto fiume, con cornice
a
di
S.
di di
. deposto et
le
1
1
di
la
12. Dodeci
d'oro, stimati scuti 360, L. 2160.
Dieci altri quadri dipintovi un Imperator per quadro a cavallo,
di
13. opera mano
Giulio Romano, con cornici fregiate d'oro, stimati L.
di
14. Un quadro con sopra un vecchio che scherza con una dona nuda, con diversi
bambini che burlano
in
di
di
Io
sententia
e
di
di
la
16. et
chio, stimato scuti 50, L. 300.
"
D'Arco stampa: che
"
(1) bailano (ballano)I
lo
Il
27. Un quadro con un mapa con ornamenti di legnami di pero, stimato scuti 3, L. 18.
28. Un quadro con sopra dipinto un paese con cornici tocate d'oro, stimato scuti 3,
L. 18.
29. Un quadro dipintovi un ritrato d'una spagnola con cornice, stimato scuti 3, L. 18.
30. Un quadro con sopra dipinto un giovaneto con cornice fregiata d'oro, L. 6.
31. Un quadertino con dipinto un ritrato d'un Gardinale con cornice, L. 6.
Impossibilenaturalmenteprecisarechi fossequestoCardinale,comel' altro segnatoal n. 23. Gioveratuttavia
rammentare chenellagalleriadovevaesistereun ritrattodel Cardinald' Este, inviato al duca Guglielmonel 1580
(lett. da Padova20 agostodi certoGranata):
Li mandoun retrattodel Car. d' Este naturalissimo in tempoche haveala barba per cosa particolare
perchenon si lassa ritrarreet io in Roma lo feceritrarredal pittordi Moroneet è questol'originaleprimoet da
questosenesonocavati3, che uno ha havutoM.ma Leonora,l'altro tengoio et l'altro ha havutounasignora...
"
Die Jovis 14 Januarij 1627. Seguita il soprascritto Inventario nel sodetto corri
dore alla presenza dei soprascritti testimoni eccetto il S.r Tarabuzzi in luogo del
quale si è tolto il M. Ill. S. Giacomo Andreasi elletto dall'ill.™° Senato come nel
l'atti del S.r Pedroca.
32. Quattro quadertini con ritratto di quattro puttine incornisati, doi altri di simil
grandezza con ritratti di damme, stimati scuti 6, L. 36.
33. Trei ritrati di principesse, cioè doi dell'Infanta di Burseles et uno dell'infanta di Sa
voia et uno del Re di Scotia (1) senza mani, incornisati, stimati scuti 16, L. 96.
34. Un quadertino piciolo con l'aritrato del Duca di Bavera Alberto et uno d'una
dona scapiliata, L. 12.
35. Un ritrato d'una Madonna, L. 2.
36. Quattro quadretti con teste di ritrati, Re et Regina di Spagna et uno de una
dama et un huomo volgare, stimati tutti L. 36.
37. Doi ritrati di dame con il busto con cornici, L. 24.
38. Un quadretto con una donna et huomo nudo, L. 24.
39. Un ritrato di D. Bassano, fatto di mano di Francesco Birbes (2) con cornice,
stimato scuti 20, L. 120.
40. Un quadro con dipinto un bambino in fassa, ritratto del S. D. Giacinto (1)
con cornice, L. 24.
41. Un quadro con una Madonna sentata sopra un trono di mar more in campo
d'oro con cornici adorate, L. 36.
42. Un altro quadro di simil grandezza antico con una Madonna con le mani gionte,
doi angelini, N. S. bambino nudo et un S. Gioseppe, con cornice, L. 36.
43. Un quadro grande con una Pietà, un S. Francesco et un Angelo con una torza
in mano, L. 60.
44. Un quadro grande con sopra dipinto cinque puttini della casa Guerera con cor
nici, L. 36.
45. Un quadro con sopra dipinto Adone, Venere e Cupido con cornice fregiata
d'oro opera fiamenga, L. 18.
46. Doi ritratti, uno d'una donna et uno d'un huomo incornisati di noce intersiata,
L. 60.
47. Un quadro sopra l'asse dipinto una nozza (2), copia del Brughel con cornice,
L. 36.
48. Quattro ritratti di damme, cioè doi principesse di Savoia et doi genovese con
il busto, incornisati, L. 72.
49. Un quadro grande con sopra dipinto gente che fanno sacnfitio all' idolo, con
cornici, L. 30.
50. Un quadro con il ratrato di Giulio Romano, L. 60.
5 1. Un ritrato d'un pontefice con la mitria et peviale con ornamento fregiato d'oro,
L. 24.
52. Un quadro grande con sopra N. S. menato davanti a Caifa con la turba di
giudei, con cornice fregiata d'oro, L. 72
53. Un quadro con l'istoria di Salamone quando fece sacrificio con doi bambini, L 18.
54. Un quadertino con dipinto un paese, con cornice prefilata d'oro, L. 18.
55. Un quadro con una Madonna, S. Giovanni et un bambino che scherza, con
ornamento intagliato et adorato, L. 24.
56. Un quadro con una mezza figura di S. Giacomo di Galitia, copia del Fetti, L. 24.
57. Un ritrato d'una donna con busto basso, mezza figura, et ornamento fregiato
d'oro, L. 36.
58. Un quadretto con dipinto l'istoria quando fu presentata la testa di Pompeo a
Die sabbati 16 Januarij 1627. Seguita il sodetto inventario nel sopradetto loco.
66. Un quadro con un aritratto di Madama di Ferrara (1) vestita da vedova, con
ornamento fregiato d'oro, L. 48.
67. Un quadro dipintovi streghe in campo di paesi con ornamento di noce fregiato
d'oro, L. 48.
68. Un quadretto con una Madonna con un libro in mano con cornici di noce, L. 12.
69. Un quadretto antico con sopra dipinto la Madonna, N. S. bambino, et S. Gia
como di Galitia, L. 12.
70. Un anconetta (2) dipintovi la Madonna, il bambino, S. Giovanni et S. Fran
cesco, con ornamento adorato et la sua coperta, L. 72.
71. Un quadro dipintovi l'istoria dell'Inocenti, opera del Passarotto, L. 60.
72. Un quadretto dipintovi un S. Francesco vestito da conventuale con una corni-
cetta adorata, L. 12.
73. Un quadertino con l'historia di N. S. et l'adultera, maniera venetiana, L. 18.
74. Un quadro con l'aritrato di M."** Eleonora (3) con cornici fregiate d'oro, L. 48.
75. Un altro quadro con un paese dipintovi un strigozzo con ornamento fregiato
d'oro, L. 48.
76. Un quadretto piciolo con dipinto S. Francesco che riceve le stimate con orna
mento, L. 6.
77. Un quadro con N. S. in scurzo deposto di croce con le Marie, L. 12.
78. Doi quadri sopra l'asse chiamati i Coriolani di mano del Costa vecchio, stimati
scuti 100, L. 600.
79. Trei quadretti legati in ornamento fregiato d'oro in campo turchino, uno sopra
N. S., l'altro S. Girolamo et l'altro la Madonna con il bambino, L. 60.
80. Un quadro con sopra una damma senza brazzi et con ornamento fregiato d'oro,
L. 18.
81. Un quadretto dipintovi S. Biagio, S. Roccho et S. Sebastiano, L. 24.
82. Un quadro con un ritrato di un leutista (4), L. 6.
83. Un altro quadro antichissimo dipintovi S. Pietro e S. Paolo con ornamento, L. 24.
84. Un quadro con dipinto la Madonna di Monteserato con cornice, L. 18.
85. Un quadro con un aritrato di S. Francesco di Paola, L. 6.
86. Un quadro con sopra N. S. quando fu presentato nel tempio a S. Simeone, L. 24.
87. Un quadro con l'aritrato di S. Carlo, L. 18.
88. Un quadro con sopra dipinto S. Maddalena di mano del S. Principe di Gua
stalla (5), L. 150.
89. Un quadretto con una Madonna mezza figura con il bambino in braccio, con
cornice, L. 60.
90. Un quadro con Adone et Venere di mano di Teodoro Ghisso, L. 60.
TeodoroGhisi, n. nel 1536. mortonel 1601, si vedeannoveratotra' salariatide' duchi Guglielmo e Vin
cenzoI comecustodedel Palazzo del Te. Buon pittore,eraadoperatosoventeper ritrattie per copie. Cosi p. es.
"
il duca Vincenzo facevascrivereil 19 ottobre 1599 all'Abate del Monasterodi S. Benedetto-Po: La S.ma
ArciduchessaMaria di Gratz quandoritornavada Loreto a casaviddein cotestasegrestia un quadrodi devotione
di mano comesi dice del già Luca da Ravenna eccell.mopittore(Luca Longbi) et ordinò a Mes.r Teodoro
pittoredi questacittà che ne facesseuna coppiacon la maggiordiligenzache fossepossibile,il che non sapendo
essoMes.r Teodorocomefarese non con longotempodi tre, o 4 mesi, et cosìcon riaverequi il d.to quadro
in sua battaper rimetterlopoi finita la coppiaal suo luogo,et riavendoegli espostociò al S.mo S. Duca qualde
siderasolameute che Madamasodettasia compiacciuta et ben servita,et per ciò m' ha ordinatoche scrivaa V.
Pai. là R.ma che vogliaquandopossa,nè altro legitimamante osti concedere a Mes.r Teodoro il d.to quadroche
dal stessoli saràmostratoet ricercato,acciòche possacomedi soprafar la sod.tacoppia,con la quale occasione
dice che farà cosadi piacereet gustoa S. A.... ,
11quadrodi Venere e Adone, elencatonel1'inventano,fu intagliatodal fratellodi Teodoro, Giorgio Ghisi :
anch'essocompreso,e con salanopiù alto, in parecchibilanci.
(1) Fuentes.
" "
(2) 11D'Arco stampa: Assalcne I
FASTI GONZAGHESCHI
del TINTORETTO.
117. Un quadro con dipinto un imperatore a cavallo, con ornamento fregiato d'oro,
L. 18.
118. Un quadro con N. S. che porta la croce, mezza figura, oppera di Mantegna
con ornamento fregiato d'oro, L. 90.
1 19. Un quadro con dipinto un ritrato della Marchesa Isabella con ornamento di
noce, L. 36.
120. Un quadro con dipinto l'aritrato d'un Marchese vecchio giovanetto, L. 36.
121. Un quadro con dipinto un potino all'antica con ornamento d'oro, L. 60.
122. Un quadro con dipinto un ritrato mezza figura con ornamento, L. 24.
123. Doi quadri fatti a guazzi dipintovi in uno la fabrica della Favorita et l'altro
il palazzo di Porto, L. 48.
124. Nove quadri dipintovi la genologia del Duca di Savoia con moglie et figlioli,
L. 108.
125. Un quadro con dipintovi il Re d'Inghilterra (1) giovanetto con ornamento, L. 12.
126. Un quadro con S. Francesco capuzzino, L. 6.
127. Un quadro con l'aritrato della Principesa Orsina, L. 12.
128. Doi quadri con dipinto in uno copia della testa di fra Bastian del Piombo et
l'altra di Girolamo Speciaro, L. 12.
Forsequestatestadi fra Bastianoprovenivadalla collezioneartisticad' un tesoriere— Niccolò Avellani —
nel 1621 sostenuto in carcere,perchei suoi conti non parevanolimpidi. Dalla sua prigione— dove molti amici
andavanoa confortarlo,fra gli altri DomenicoFetti con un suo fratello— l'Avellani si sfogavaa mostrarsi vittima
di calunnie: prometteva completorisarcimento d'ogni eventualeammanco,dovutoad errorema non a frode; e
toccòinfine il tastopiù sensibileper un principe-artista,qual era il duca Ferdinando....mise cioè a sua disposi'
zioneun bel manipolodi quadri,che essoAvellani avevatrovatomododi adunarenellasua casa.Il Duca abboccò
subitoall'amo: e l'Avellani con letteradel 6 luglio se ne dichiaravafelicissimo.
Ho veduto— scriveva— li quadricontenutinella presentelista, et elettida S. A., il prezzolo portano
con essiloro. S. A. Ser.maè d'ottimogusto,io non patui mai seco,nè mai a questoterminevero, poichèS. A.
è, et sempren'è statopadrone,e tantopiù, che in me non è scemata puntola servitùet la dovutadivotione,anci
ch' ho causad'accrescerla dovendodalla sua benignitariconoscere ogn'essermio, ecc., ecc. ".
La lista, che segue,veramente ghiotta,non portaindicazionedi prezzo:
La Madona del Passignanocon la sua cornicede noce. — La Madona d'Agostin Carrocciocon la sua
cornisettad'ebano. — Un Christo,et una Madona de dissegnodel Bonsignore.—. Un San Sebastianocon le
coinisened'oro di dissegnodi manodel detto. — Un Falsettodel Caglia con le sue cornicede noce. — Una
testadi San Girolamo,chi dice del Parmesanino, chi de un certodi Picighettone,con le suecornicede noce.—
Una testadi manode Brusazorsicon le suecornici.— 'Dna testadel fra del 'Piombo, se ben alcuni diconodel
Parmesaninocon cornicidi noce.— 11ritrattodi Zan Bellino depintodal medes.ocon le cornicidi noce. — Una
testadel duca Francescoprimo,con le suecornicedi noce.— Un retrattod'un Gesuatto,dicesidi Raffaelled' Ur
'
bino, ma l'Avellani non lo tieneper tale benchèsia di manodi granMaestro .
1 29. Doi quadertini piccioli con dipinto in uno una Pietà et l'altro un ritrato antico,
L. 12.
130. Un quadro con dipinte cose naturali, L. 24.
Die lune 18 Januarij 1627. Seguita il sopradetto Inventario nel sodetto loco.
131. Un ancona con sopra l'Asontione della Madonna, di mano di Luca Cadias,
L. 240.
Un'altra Madonna del Cambiasifu donatanel 1603 alla duchessaEleonora (lett>14 giugno dell'agente
romano,Arrigoni):
"
Avendo intesoMona, ill.mo d'Ascoli il desiderioche tienel'A. V. d' haverun quadro della gloriosissima
Verginedi qualchevalent'homoanticome n' ha consegnato unoche S. S. ili.ma affermaesseredi Luca Cangiasi»
(1) Carlo I?
98 DOCUMENTI
3 qualerappresenta la Madama che lattail figlio, et «peroche ma spiaceràa V. A. Ancor che venÌMetenui»
per copiaet non per originale,panni benech'al quadrosia statorattogran tortopoiché col dargli la verniceet
gli hannolevatodi quellagratiache portavasecol'antichitàsua.... ". (Oi. n. 3 del cat. Bathoe).
sbollettario
Manerbio, 24 maggio.
Ho fattosaperealla S.ra Donna Maria quantoV. A. S. si è degnatadi comandarmiintorno alla pittura
e Là mi ha rispostoche rendeinfinitegtatiea V. A. per la granbenignitache le dimostracon l'offerirlela copia
ssmiHssima,la quale essaaccettarebbe e l' haverebbeper immensagrana, quandobavessedesideratoper sè essa
pittura,ma che l' ha desiderataper S. M.ta, la quale havendointeso dall'Acn che V. A. gle la volle dare il
ripreseperchenon l' haveatoltaet havendoegli rifertoquestoa essaS.ra lei che ha bisognod' un' audienzadalla
M.ta S. per suoi importantiinteressi,haveapensatoche essapitturafosseil mezzoa farglielahavere,comesarebbe
statopercheS. M. sapendoquestoper averglilorivellatol'Ach gle n' haveaper lui fattodar intentionce ch' essa
S.ra havearisoltodi scriverea S. M. nel mandarlela pittura che V. A. glie l' havea data volontierisapendo
ch'essal' havearicercataper gustodi S. M. e che l'Ach è statoogni settimanada lei per intenderese l' havea
havuta....
// medesimo,14 giugno.
Ho fattosaperealla S.ra Donna Maria quantoV. A. si è degnatadi comandarmi nel particolaredi S. Gio
vannicon quel migliormodoche ho saputousare: la quale non ha dettoaltro, ma tenendoin manouna lettera
sigillataalla Ducale se la lasciòcadereet io la presie gli la diedi et essadisse: questaè la letteradel S.r Duca
di Modenache a puntomi mandacertepittureche darò a S. M., ond' io notandoil mìstcriodissiche me n'al
legrava....
// medesimo,21 giugno.
Credo che l'A. V. S. baverache far assaia difenderee conservare la pittura di S. Giovanni fanciullo
di mano di Rafael d' Urbino, poichéhavendoio dettoalla S.ra Donna Maria quelloche V. A. si degnò di
comandarmi....e tiavendoloessafattosapereall'Acn et egli a S. M. nerimatinaessoAch vennequa e mi disse
che S. M. il mandavaa dirmi che io scrivaa V. A. che se li piacedi favorirladella sodettapitturaessasentila
grancontentoe gle la ricompenserà con qualchecosadi suo gusto.Et io gli risposiche V. A. l' ha gia destinata
e postanellasua galleriainsiemecon moltealtre con granordinee concertoe chelevandolane seguiràdisconcerto
e confusione.Et egli replicò: tantoè, S. M. la desideragrandemente,ma S. A. non me la doveva mostrare,
parcheio l' ho lodatoa S. M. la qualeè risoltadi mandarper essahuomoa posta....
// medesimo,28 giugno,
S. M.ta ha fattochiederealla S.ra Donna Maria il ritrattodi V. A. S. e l' ha fattocopiareall'Ach et il
ritieneper sè.
Il Duca al Manerbio,9 luglio.
....Se la M.ta dell' Imperatore
ci dimanderàil quadrodi pitturadi S. Giovanni fanciullo cercaremosi in
questodargligusto,comehabbiamofattoin altreoccasioni....
Manerbio, Praga, 7 gennaio1605 :
" che V. A. non habbiaad un cennomandataquella
[Accenna] qualchemalignitàdi personadisgustata
pitturadi S. Giovanni fanciulloin man sua per poterpoi presentarla o farla presentarea S. M. e con essafarsi
stradaalii suoi capricciosiinteressi,percheoltreche la dettapersonache è la S. Donna Maria ha fattodi questa
cosameco querelagrandissima, se n'e anco lamentatacon Ciò. d'Ach.... U ritrattidi V. A., della S.ma S.
duchessae delli S.mi figlioli• sorelleche eranoin tantaveneratione e stavanonella cameradelle visitehora son
derelittie non si vedonoma inveceloro quelli di Modena appaiono,si vedonoe sonocelebrati,perchedi là ven
gonolittereducali e cardinalizie....".
133. Un anconetta dipintovi il Presepio con un coro d'Angeli cavato dalla stampa,
L. 24.
134. Un ritrato di Mad.m* di Ferrara vestita da Sore (1), L. 18.
135. Un ritrato del Duca Vincenzo bambino con cornice, L. 18.
136. Un quadro con trei ritrati di dame francesse con cornici, L. 24.
137. Trei quadertini con ritrati di casa d'Austria con cornici fregiate d' oro,
L. 18.
138. Un quadertino picolino con dipintovi la faccia del Salvatore, L. 12.
139. Un quadro con dipinto il ritrato di Mad.ma Madre (2), mezza figura con la
cornice, L. 36.
140. Un quadro con dipinto S. Giovanni che inghirlanda di fiori l'agnello, opera
del pitor fiorentino, L. 60.
141. Doi quadri con l'aritrati del Re et Regina di Francia con cornice dipinte di
negro, L. 12.
i due ritrattidel Pourbus — Enrico IV e Maria de' Medici — conservati
Sono quasi certamente ancoraad
HamptonCourt (Law, pp. 163, 165).
142. Trei quadri in uno dipinto il ritrato del Papa Aluigio, nel secondo Papa Ino-
il Gran Duca Ferdinando, L. 54.
centio, nel terzo
143. Un quadro grande dipintovi la parabola di quello che non haveva la veste
nuptiale, di mano d' un Padre Capucino, L. 150.
144. Un quadro dipintovi l'aritrato di Mad.™ di Ferrara con cornici intersiate, L. 48.
145. Un quadro con una Madonna che ha un putino in braccio sopra le nuole
sostentate dalli Angeli, opera fiorentina, L. 120.
146. Un quadro dipintovi l' incendio di Troia, di mano di Federico Eamengo, L. 30.
Cloe FedericoValchenburgo,di cui s' è detto,a p. 37.
157. Un quadretto dipintovi N. S. che ascende in cielo con apostoli con cor
nice, L. 12.
158. Un quadro iminiato sopra carta pergamina, diversi fiori dal naturale con
cornice, L. la
6.
stoli, L. 600.
163. Sei carte a stampa istorie del testamento vecchio et novo, tirati sopra telari
incolati sopra tella et con cornici [reggiate d'oro, L. 36.
la
di
164. stampa
a
6.
165.
il
ritrato
6.
di
166.
il
" "
(I) D'Arco stampa Matta Mcsos
Il
I
l'inventario de' quadri nel 1627 101
167. Trei quadri con trei ritrati, cioè uno d'una Dama, uno d'una Ninfa et l'altro
d' un vecchio, L. 12.
168. Un disegno di Giulio Romano disignato con consule romano con diverse
figure, L. 12.
169. Un quadretto con una testa, maniera bolognessa, L. 6.
170. Un altro quadretto con dipinto una mezza figura, maniera bolognessa con cor
nice, L. 12.
171. Un disegno tirato sopra il tellaro, disegnatovi il paese della Voltolina con
cornici, L. 12.
172. Un quadro dipintovi l' istoria del testamento vecchio del Juda che caccia un
chiodo nelle tempie a Cisara, L. 90.
173. Un quadro fatto a sguazzi, cioè la conversione di S. Paolo con cornice, L. 4.
174. Un quadretto dipintovi un paese con ruine di Roma con la cornice, L. 36.
175. Un quadro dipintovi di chiaro in scuro N. S. quando assende in cielo con
cornice nera, L. 24.
176. Un quadro dipintovi un bambino prencipe di questa casa con la cornice, L. 6.
177. Un quadro dipintovi una Leda con Giove converso in un cigno, L. 90.
178. Un quadretto dipintovi una testa di soldato con la cornice, L. 6.
179. Un quadro stampato con la barca di S. Chiesa con cornice, L. 12.
180. Un quadro con dipinto un ritrato sopra l' asse, cioè un vecchio rasso con la
zazera de Marchessi di Monferato, L. 36.
Questo e i ritrattimonferrinial n. 320 potevanesserdel Caroto, di cui un'importanteletteraè serbatanel
carteggiodi MargheritaPsicologa:
IlI.ma et ec.ma Madona. — Dapoi ch'io portetili retrattidipinti a la S. V. non mi è acadutoa ve
ntrea Mantua, ch' io seriavenutocomòde' fare li fideli servitoria fare riverentiaa quella. (Raccomandauna
nipote di suo fratello, conviventecon loro a Verona), lo meleròquestoarenteli altri hobligi che io ho con la
inclita casadi Moaferato.
Adi 17 settembre1543 in Verona. Di V. I. S. servircr
FRANCESCO CAROTO, dipintor.
A MargheritaPaleologa,e non a Isabellad' Este, deveriferirsil'aneddotonarratodal Vasari. V. 283: sul
"
quadro,raffigurante un gentiluomovecchioe rasocon uno sparvieroin mano ", che il Carotodipinsea gara
con un fiammingo,rimanendosoccombente. La principessadi Mantovalo avrebbeconsolatodello scacco, compe
"
randoil quadroe collocandolonella grotta". Ma nell'inventariodel 1542 questoquadronon e elencato:l'aned
doto dunquenon concernei tempio almenola personad' Isabella.
181. Un quadro dipinto sopra l'asse il ritrato di Filippo padre di Carlo quinto con
cornice fregiate d'oro, L. 36.
182. Un quadro dipintovi una dona che sona d'arpa, L. 12.
183. Un quadro dipintovi Ercole che s'abruggia sopra un rogo con cornice nera, L. 24.
184. Un quadro con sopra N. S. quando fu battuto alla collona, L. 18.
185. Un quadretto dipintovi il sposalitio della B. V., L. 24.
186. Un quadro grande dipinto a guazzo di mano di Federico Zuca, L. 240.
187. Un quadro con dipinto il viaggio che fece Papa Clemente a Ferrara, L. 24.
188. Un quadro fatto a guazzo dipintovi l'istoria d'Orfeo con cornice, L. 12.
189. Un quadro dipintovi un prelato vecchio con barba bianca con cornice inta
gliata, L. 60.
190. Un quadro grande dipintovi la città di Venetia, L. 90.
191. Un quadro con dipinto la città di Gerusalemme, L. 36.
Era forseil quadro offertoal march.Francescoda Vittore Caipaccio con una lettera (non autografa)del
15 agosto1511, di cui l'Arch. Gonzagapossiededue esemplari.La si veggariprodottanellasplendidaoperadel
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205. Un quadro dipintovi la Galatea con diversi mostri marini, opera di Giulio
Romano, L. 120.
206. Un quadro dipinto a paesi pieno di storie diverse, cioè battaglie et altre
cose, L. 90.
207. Un quadretto dipintovi un paese di mano del Civetta con cornice adorata,
L. 60.
208. Un ritrato del Mansfelt con cornice, L. 9.
209. Un quadro dipintovi doi figure che sopiano in un tizzone di fuoco con cor
nice, L. 12.
210. Un ritrato d'una dama, Cattarina Gonzaga di Cleves (2) con cornice ado
rata, L. 48.
211. Un dissegno della pianta di Casale et Cittadella incornisato, L. 12.
(1) G. Bastainsigneguerriero.
(2) rtclc: di Nevers.
l'inventario de quadri nel 1627 103
216. Un quadro guasto dipintovi Alessandro Magno, opera di Giulio Romano, L. 18.
217. Un quadro con dipintovi una dona con la testa d'huomo con cornice di mano
di Francesco Birbes, L. 120.
218. Un quadro con dipintovi una prudenza di mano di Giova nino Ferrarese con
cornice fregiata d'oro, L. 90.
219. Un quadro con dipinto trei taggioni (1) con cornice adorata di mano di Paolo
fiamengo, L. 60.
220. Un quadro dipintovi Sofonisba Angosciola et il ritrato di M. Fermo con
cornici, L. 120.
Sulla pittriceSofonisbaAnguissolaun Giiolamo Negri scrivevail 18 febbraio 1561, dalla corte di Spagna,
"
al duca Guglielmo: .... Essa Reginasi mostrad' naveringegno,et di bonis.maintragna,ella ha cominciato
a depingere,et dice la SofonisbaCremonese,che è quellache le insegna,et è molto favorita sua, che ritrà dal
naturalecon un carbonein manierache si conoscesubitola personache ha ritratta".
Per Fermo s' intendeil Ghisoni (t 1575) assaireputatocomeritrattista ; il card.Ippolitod' Este recatosinel
"
l'estatedel 1561 a Mantova per passarun pezodel tempoa S. Bastianosi fece venir Fermo con moltiquadri
di ritratti: di lei (Card. Ercole), del S.r Duca di f. m. et S.re Don Ferrantee ha gli altriquellodel Comparino
cavaglierdella piazza, ignudo,tantonaturalesi del viso che del corpo,è cosamiraculosa ". (Leti. 10 agostodel
Vescovodi Reggioad Ercole). Sulle pittureeseguitedal Ghisoni nella Reggiagonzaghesca, cfr. Vasari, ed. San
soni, VI. 486.
221. Un quadro dipintovi Orfeo cbe è ne l'inferno, di mano del Fiorentino (2), L. 90.
222. Un quadro dipintovi S. Madalena elevata in aere dipinta su l'asse con cornice
fregiata d'oro, di mano di Giorgio Vassara, L. 300.
223. Un quadro dipintovi la Madalena et sua sorella Marta, mezza figura, opera
del Balioni, L. 90.
224. Un quadro dipintovi Judit che taglia la testa a Oloferno di mano d'un Ca-
salasco, con cornice intagliata, L. 150.
225. Un altro quadro grande con sopra dipinto Judit ch' ha tagliato la testa a Olo
ferno, di mano del Baglioni con cornici, L. 240.
226. Un quadro grande dipintovi trei virtù legate con catene d'oro di mano del
sodetto, L. 300.
227. Un quadro dipinto sopra l' asse, un S. Gironimo che si batte il petto, ado
rando un crocifisso, con cornice fregiata d'oro, di mano de l'Ovino, L. 180.
" stagioni
(1) Il D'Arco lesse: ".
"
(2) Il D'Arco: di pittorefiorentino
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228. Un quadro dipintovi la festa di S. Martino con una quantità di pitochi che
bevano ad una botta, opera del Bruol vecchio, L. 360.
229. Un quadro dipintovi S. Agnese che sta contemplando, fatto da un pitor bo
lognese, con cornice freggiata d'oro, L. 180.
230. Un quadro dipintovi Lucretia Romana intiera con cornici freggiate d'oro, L. 90.
(I) Cioè l'incisore Gaspare Mola, una cui notevoleletterav. in BERTOLOTTI, Le Arti minori alla cortedi
Mantova, Jlrcb. stor. lomb., 1888, p. 508. Egli esegui nel 1604 delle medaglieper Vincenzo I. Servi anche Fran
cescoe Ferdinando.Al primoscrivevada Firenze29 maggio1612 Alesa. Senesiche il Granducagli mandavail Mola
non obstanteche habbiatra le mani certolavorodestinatoal Re di Francia ". Ferdinandovenivaassicurato da Vin
cenzoGiugni (Firenze, 26 marzo 1613) che il Granducadi Toscanaavevaappunto dato licenzaper un paio di mesi
al Mola perchepotessesoddisfare i desideridel Signordi Mantova. Nel 1624 il Mola (sua lett. da Firenze 3 settembre)
"
feceper FerdinandoGonzagadue medaglied'oroed una d'acciaioche egli stimava assaipiù chele due d'oro ". Stava
poi cesellandopel Duca un superbocrocifisso,intornoal quale, dolendosidel bassoprezzoconvenuto,scriveva:
Quanto al negotiodel crocifissoè pur veroche l'accordofu in 2500 scudid'oro e foni che ci è pericoloche io
gli avanziun podere,ò fattoil contoche mi salveròa fatica.Si conclusein dettasommacertissimo, anzi che S. A. S.
mi fecetoccarla manoe disse: tà che io Io vollio, parendolicomein effettoè poccaspesa,alla stimache ne sarafatto.
E perchèfa di bisognod' un modellodi bronzoè di necessitache S. A. S. mi faci pagare500 scudi perpagarequesto
ietto, che poi saràrinettoda me conformeal bisogno,e che faci l'assegnodi ottantascudid'oro ogni meseper spatiodi
diciottomeri, che tantoè limitatoa mio giuditiodi poterfinirel'operacon l'aiuto di Dio ".
l'inventario de' quadri nel 1627 105
231. Nove quadri grandi dipintovi li trionfi di Cesare, di mano del Mantegna, sti
Per la storiade' Trionfi cfr. KRISTELLER, A. Mantegna, 297, 462. Aggiungiamoqui una letteradel
14 genn. 1497, con cui Fedeleda Forlì, occupatonellerappresentazioni teatralidella cortedi Mantova,ammonira
"
il March. Francescoa non esporreaddobbicosi preziosicome i Trionfi mantegneschi al perìcolodi pioggia. Io
sono(sciiveva)con ogni mio studiodretoa lo aparechiode la festa.Io dubitandoche li tempinon ce inganino
nel meglio, per haverio intesoche Mons. Veschovocopre il cortilesolumde tele, io considero,ill.mo S. mio,
che volendo V. Ex. meterein questoparatoe li triomphiet anchoramoltialtri ornamentipretiosi, mi parerla
assaistraniochepoi la piogiace facessepocohonoreet utile. Signor mio, io ho pensato che a coprirequestocortile
tuctodeassenon seriatroppospesa....V. S. poteràsicuramente apararequelloluococon tutti quelli ornamentiche
"
a quellapiacerà,altramente seriapericoloso (I). — Più importante ancorauna letteradel famosobuffonefraMa
"
riano, che il 20 maggio1507 scrivevaal MaicheseFrancesco; a triomphietiamdi A. MantegnaV. Ex. sarà
contentaraccomandarmi et maximeal quadrettoche ci stavaderimpetto quandose davanoalla comedia .
Chi eseguisse nel 1627 la copia de' Trionfi da lasciarein luogodelia vendutaserie de' dipinti mantegneschi,
ignoriamo ; tra gli atti del MagistratoCameraleAntico trovasiquestafatturadel 21 marzo 16 14 :
"
Conto de io Lodovico Dondi pittoredeiquadridellecoppiedel Trionfodel Mantegnafattial S.moS. Duca,
cioè finita l'oppera,di quelloch'à navutoet quelloch'à bavere.
Prima à hautoscudi 55 da L. 6 l' uno dal S.mo S. Duca Vincenzo b. m., et ciò apparea libri del S.t Fe
deiicoRoberti a rendereraggionese. 55.
Più à hautoscudi 16 et L. 4 dal S.r Duca Francescob. m. et questigli à hauti a conto dei quadri del
Trionfo del Mantegna,et gli ebbedal Marliani, se. 16 L. 4.
Più à fattoun altro quadroal S.mo S. Duca Francescodel primocantodel Ariosto, et ciò ne fa fedel'Ili.
S. Co. Camillo Arrigoni, et che non à hautonienteet gli dava scudi dodici, se. 12.
Andare alla summadi ducatonicentocomesta il suo acordofattocon il S.mo S. Duca Vincenzo deiquadri
audettidel Mantegna.Intuito il suo avanzosc. 77 L. 2.
LodovicoDondi scrisseil di 21 marzo 1614".
Il 29 marzoseguid'ordinedel Duca il saldototale:
" ducalesimapagatial Mag.coLodovicoDondi Pittorescudi77,
. . . . S. A. comandache dallasuatesoreria
L. 2, da L. 6 per scudo,et questiper compitasodisfatione per la copia del Trionfo del Mantegnafattoper ser-
viiio di S. A. et per un altroquadrofattoper servinodel S.mo S. Duca Francescodi glo. mem.del primocanto
dell'Ariosto,ecc.".
Sino almenoal 1586 i Trionfi eranoal palazzo di Pusterla (palazzodi S. Sebastiano),poichè là Raffaello
"
Toscanoli vedevaancoraal suo tempo,descrivendoli al solitocon versiscellerati.Dopo averaccennatoalle alte
"
pitturee istorieeccellenti del palazzo: al suo deliziosogiardino; soggiunge
233. Doi quadri grandi ch'erano nel palazzo della Pisterla di mano del Costa vec
chio, dipintovi i fatti del Duca Francesco, L. 600.
234. Doi quadri legati in uno con cornici d' oro, in uno Vulcano, Venere et Cu
pido, nelr altro quando l' Ebrei passarono il Mar Rosso, di mano di Giulio
Romano, L. 480.
Apropositodi passaggidel Mar Rossoe relativasommersione degli Egiziani, dovesaràandatala celebretela
di G. di Brugesper cui tantos'affannònel 1506 Isabellad' Este? Da quest'inventarionon si riescea identificarla.
I1 quadroera posseduto dall'antiquarioMichele Vianello, mortoa Venezianella primaveradel 1506. Isabellaricor
" Sumersione" e uno stupendovaso d'agata, die subito ordini a' suoi agenti
dandosid'averglivistoin casala
" "
TaddeoAlbano e Lorenzoda Pavia perchèquelledue bellecose venissero acquistate per lei all'astapubblica.
Ma furon prevenutidal gentiluomo Andrea Loredano in quantoal quadrodel Bruges: e allora bisofnò intendersi
" " M ''
con costuiperavere la tavola che Isabella sopratuttele altre cosedesiderava. Isabellasii scrisse (20 maggio)
profferendosi
" "
a sborsareil prezzo pagatodal Loredano cunaquelloguadagnoche lei vorrà : e il gentiluomo,
combinandoabilmentela cavalleriacon l' interesse, annui.... a pattoche la cosarestasse segretaod anchevenisse
annunciatala cessionedelquadrocomedonospontaneo I Così fu fatto: Isabellapagò100ducatie 25.... di mancia;
'
elogiandoassail'accortonegoziatoreLorenzoda Pavia, al quale scrivevail I0 giugno: vi ringraciamo .... Cai
modoservatocol M.co M. Andrea Lauredanoper fami compiacere di la summersione di Faraone,restamo' che
saldatila postacum quellasecreteza chelui medemovorràperchèdal cantonostrola reputaremo et diremoriaverla
havutain donoet resteremoni a Sua M.cia obltgate.Serivernoa Tadeo Albano che ezbursili dinari sì dil primo
costo,cornode ti 25 ducatiche siamocontentedonarli.... ". L'Albano a sua voltaannunziavail 18 giugnoche
Loredano,dopola Sommersione, "
il compiacente avevaconsentito a cederealla Marchesa alcunealtrecossel'aveva
conperatea l' inchantodel Vianelloper il propriopretiochea lui sonocostate : che sonouno retratodi quel Janes
de Brugia che fecela prefattasumersione fattode propriamano et XVIII peci de porcelana,fra li quali vi hè
doy vasiet uno botazetto.Non se curi la Ex. V. lasarintendereche l'abia compratoquestasumersioneper boa
rispeto,ma più prestomostrihaverlanautain dono per essercossivolontàdel zentilomo".
235. Un quadro dipinto sopra Tasse l' historia d' Icaro che vola per aera, L. 480.
236. Un quadro di mano de Guarcino da Cento dipintovi l' istoria del Tasso, L. 90.
DUE LETTERE DEL GUERCINO.
Alle letteredel Guercino,pubblicateda Bcrtolotti(I), sonoda aggiungerele due, che trent'annipiù tardi
l'artistadi Cento indirizzavaal duca Carlo II.
Altezza Ser.ma
Per i Uttori della presentesi manda a V. A. S. il quadrodel Lotte benissimoconditionato e con quella
medesima cubinoneche io a vivavoceli feci in casadell' ill.mo Sampieri.Sarà effettodella sua benignissima
gran
dezzail gradir di nuovo la1partodella mia debolezza,comeil riceverloper caparra benchèdi legier momento
della mia humilissimaservitùversoil suo rerito. L' ill.mo poi Sampieri(2) sudato è stato dall' Em.mo Savelli
nostrolegatoa ricercarlodel quadrodel Tancredi per la Ser.maArciduchessaconsorte,et essocortesissimamente
l' ha concesso,dì modo ch' io lasciandoda parte qualsivogliialtro interesse,m' impiegherònel darli l' ultime
pendiate....
Bologna,li 9 sett. 1651. Hum. dev. S.
GIO. FRANCESCO BARBIERI.
237. Quattro quadri quali erano al palazzo della Pisterla dipintovi alcuni fatti del
March. Francesco, stimati scuti 40 Y uno, L. 480 (sic).
238. Un ancona dipintovi la Madonna, S. Longino et S. Andrea, opera di Giulio
Romano, L. 600.
239. Un altra ancona dove la Madonna è morta, pianta dalli Apostoli, opera di
Michelangelo da Caravazzi, L. 600.
Cfr. Un. 13 del cat. Bathoeper un'altrapitturadel Caravaggio.
242. Un quadro dipinto sopra I asse, N. S. quando fu battuto alla collona di mano
di Giulio Romano, L. 360.
243. Un quadro dipintovi un Cupido che dorme con cornice fregiate d'oro, di mano
del Parmegiano, L. 90.
di
al
si
a
quecentoche devoda S. A. per tantepittureet disegnivenduttolicosi d'accordoet
io
ci
e
mici Ardenti
I
Ser.moS.re....
Havendoritrovato S.r SenatoreGrati disposto riuscire(sic) dell'Anonciatadel Parmesaninoho volutoavi-
a
il
assaimeno quelloche già ne volea,et sariaancorhuomoche risarcirebbe ove guasta. Però degnerà
di
la
ci
si
è
farmi intenderesopraciò suo volere,che credosaria prezzo 75 ducatoni.Io poi ho fattoaquisto 20 quadri
di
1
il
il
di pittura eccellentihuonuni,de quali se cosi piacerà ne darò una notaet gli farò vedere....
di
le
le
li
Hum.mo
HIERONIMO PADOVANI.
Ill.mo S.r mio.
Ricevei lettera V. S. che degnòSua A. S. tarmiscrivereper manodel S.r FrancescoArmi et trat
di
la
si
lo
ci
ai ri
li
sposihaverscritto 75 ducatoniet mostrai copiadella mia lettera, che giudico ben fatto che V. S.
di
la
si
ci
1
degnasse dime una parolaa S. A. Ser.ma.... Alli mesipassati feci offerire150 scudi, ne poteihavere,che
la
ci
stavasu 500 horache bramada me che accettiun suo figliolonell'Accademiadegli Ardenti, dei quali sona
li
il
HIERONIMO PADOVANI.
Un'altra annunciata del Parmigianinoesistevaa Viadana nellaex-chiesade' Francescani nel 1611 go
il
:
vernonapoleonicointimòche fosseportata Brera con letteradel febbraio prof. Felice Campi avvisava
1
0
di e
il
a
(I) Da una letteradel 13 die. 1627 (Docc. Il) può avere certezzache libro disegnivenduto Nys, e
al
di
la
si
il
"
tavola predetta.Sulla qualeavevasollevatodei diritti la famigliaAvigni, comepatronadella cappellaove il
quadrofu collocatoin origine.Ma ritenendovanocozzarecol governovice-realegli Avigni rinunziaronoa ogni
pretesasul quadro,rimettendosi di S. A. 1. (I).
in tuttoalla generosita
Nel cat. Bathoe,il Parmigianinosi trasformain Parrnentius,cfr. nn. 22, 90.
252. Un quadro con un altro S. Sebastiano con cornici di mano del Costa vec
chio. L. 150.
253. Un quadro dipintovi un paese con una Maga che sta facendo figure sopra la
terra, L. 60.
254. Un quadro dipintovi una Geometria intiera di mano d'un pitor da Nuvo-
lara, L. 108.
Forse Lelio Orsi da Nuvola», cfr. □. 559. Potrebbeperòanche trattarsidi Ja corno Barbonedi Novellar".
che Carlo di Luxemburgoraccomandava vivamenteal duc" Vincenzo,con lett. da Roma 2 agosto1603 lodan
forza,colorito." Nella nuova(eidiceva)e notabilechiesadi S. Pietro di questa
donel'eccellenza:per invenzione,
" "
atta si dipmgonomolte cappelle ; e il Barbone con tuttoche li sia statadata sempreottimaintentioneda
dell'opera", temed'esserdimenticato,
S.ri soprastanti ove non l'assistal'appoggiodel Duca di Mantovapressoil
card. Aldobrandino,
255. Un quadro grande dipintovi Lacoonte con suoi figlioli con cornici. L. 150.
256. Un quadro dipintovi doi filosofi che stanno attendendo sopra un cadavero, L. 90.
257. Un quadro sopra Tasse dipintovi N. S. quando fu battezzato da S. Gio., di
mano del Franza con la cornice, L. 300.
258. Un quadro dipintovi l'anfratto della Principessa di Parma, già sposa di questa
casa, L. 90.
259. Un quadro dipintovi Plutone che rapisce Proserpina, L. 36.
260. Un quadro dipintovi un ritrato d' una Principesa vestita all'antica, L. 90.
261. Un quadro dipintovi una donna iniuda dal naturale in campo di paese, L. 90.
262. Un ritrato della Regina di Francia (3), mezza figura con cornici, copia, L. 36.
263. Un quadro dipintovi Cupido che fabrica l'arco con cornici fregiate d'oro, L. 60.
264. Un quadro dipintovi molti fruti del naturale con cornici, L. 72.
265. Un quadro posto sopra l'uso della galaria picola quando ch'Ercole fila, L. 60.
266. Ventitrei (4) ritrati posti nella sommità della galaria di mano del Ferri, L. 276.
(1) La vertenzasi trascinòalcuni anni; cominciònel 1805, e in quella stessaoccasione,col quadro del Parmigia
nino, fu tentatol' incameramento "
anche d' un quadro del Tintoretto: S. Pietrocon gli apostoliin atto di riceverele
chiavi da G. C. ", esistentetuttoraad Acquanegra,nellachiesi de' Cappuccini.Il Comune sorseperòa rivendicarlo,
"
dimostrando che il quadrodel Tintoretto trovavasine'tempiandatinellaanticachiesaparrocchiale fuori del paese,de
nominataS. Pietro ", ed era statotrasportato
"
da' Cappuccini quandola parrocchiale fu :
(2) MargheritaGonzaga,sposanel 1606 a Enrico duca dì Lorena.
(3) Maria de'Medici.
"
(4) Il D'Arco lesse ventisei".
l'inventario de' quadri nel 1627 109
267. Dicciotto putini interi ne l' istesso loco, di mano del sodetto, L. 320.
268. Quattro quadri fatti a paesi posti nella medesima galaria di mano di M. Mi
chel, L. 240.
269. Otto quadri mezza figura di mano del Fetti di diversi santi incornisati, L. 288.
Cfr. i nn. I0, 50, 51, 64, 69 del cat. Bathoc; e per le operede1Fetti tuttoraesistentiad HamptonCourt,
Law, pp. 59, 181.
273. Un quadro dipintovi quattro orbi che cascano del fosso, di mano del Brughel
vecchio con cornici fregiate d'oro, L. 150.
Cfr. il n. 83 del cat. Bathoe,doveperògli orbi sarebberodue soli.
280. Un quadro sopra l'asse dipintovi un villano che s'avede d'un altro che casca
giù di un albero, L. 90.
Nel passetto per andar nelli camarini della sala dei spechi.
281. Trei quadri grandi, in uno dipinto una bataglia navale, nel secondo le nove
Muse in aere et nel terzo l' istoria d' Ester avanti il Re Asuero, L. 900.
Sono quadridel Tintoretto,tuttoraconservati,ad HamptonCourt (Law, p. 25), la battaglianavaleera orse
quellaturchesca
che il Robustiavevadipintopel card. Ercole Gonzaga,inviandogliela
con la seguenteletterina....
dettataa un amico:
R.mo et ill.mo Mons. et patronmio oss.mo.
Non ho rispostoprimache adessoa quelladi V. R.ma et ill.ma S. perchedesideravadi rispondere insieme
HO DOCUMENTI
"
Non menofervidoestimatore del Tintorettofu Vincenzo I. Un bilancios. d. annoveratra le provisioniche
si paganogni mese": Claudio Monteverdie GiacomoTintoretto(a cui eranoassegnate L. 28.15; all'altro75).
È un dato importantissimo : essendoignotofinorache il Tintorettofossestabilmente per qualchetempoa Mantova.
Il bilancio dev'esseredel 1590-93 perchesolodel 1569 il Monteverdi venne a Mantova e il Tintorettomorì
nel 1594 a Venezia.
La protezionedi Vincenzo I si esteseda GiacomoTintorettoal figliuolodi lui, Domenico, buon ritrattista,
che passòa Mantovaalcuni mesidel 1598-99.Una minutadel 21 genn. 1599, indirizzataal S.r Dionigi Con
tarmi(mecenate del Robustifuntore), ce ne offrela prova:
"
CUr.mo S.re. Essendocapitatoqui in Mantovail Tintorettoil qualeha fattoil ritrattodellanuovaReina di
Spagnamentrevi si ritrovavadi passaggio, onde havendoio graditomolto la manieraho presogusto di valermi
con tal occasionedi lui et perciòl' ho tratenutoqui questopuocodi tempo.Hora ritornandosene egli costàho vo
luto accompagnarlo conquestamia da V. S. 11I. magiovandomi di credereche sebeneella n' haverasentitoqualche
disaggioiscuserànondimenola tardanzasua, coli' assicurarsi che sia stataper servinoet sodisfattone mia. Il che
"
lutto ho fattocon quellaconfidenzacon la qualedesideroche V. S. si vagliaall'occorrenza delle cosemie....
Una collezionedi quadridel Tintorettoe di Tiziano fu offertanel l612 al ducaFrancesco: ma per l'ingor
digia de' prezziil contrattoandò a vuoto.1 documenticonservano tuttaviainalteratoil loro interesse:
lll.mo S.r mio
Perchequel m. Gio. Battistapittoreche V. S. IlI.ma nella sua de l'altro ordinariomi dice che sarebbeve
nuto a trovarmiè amalatogravemente.... ho procuratod' naverun certopittorefranceseche s' intende assaibene
de l'arte della pittura.... Et cosi in compagniadel S.r Ambasciatoredi Franciaet di essopittorevidi tuttele pit
turenotateet anco l'altre che si ritrovanom. Lorenzoet Gio. Antonio Sala, le quali sonnoassaimal tenuteet a
tfniditiodi tutti S. Elena di Titiano e la più eccellente,se beneli prezzisonnotantoingordiche m'assicuroche
leverannola vogliaa V. S. IlI.ma oltreche ogniunadi loro restain qualcheparteimperfetta....Il pareredel pit
toreet del S.r Ambassatoreche se n' intende più che mediocremente è che non vaglionoil quartodi quello che
domandanoli padroni.... Hum.mo S.re
Venetia, alii IO nov. 1612. CAMILLO SORDI.
Sant'Helena di Titiano. duc. 150 — San Sebastiano,del Tintoretto,due. 100— L'Adultera del Tintoretto.
due. 130 — La Cena del S.re, del Palma vecchio,due. 60—11 ritrattodi Sebastianodel Piombo, duc. 50 ™
Li Tre Magi, di Titiano, due. 300 — Venere e Adone, di Titiano, due. 150 — I Tre Magi, del Tintoretto,
due. 50 — L'Adultera, di Giorgione,due. 60 — Quatro stagionide l'anno, di Paulo fiamengo,due. 60 — Ve
nere,di Giorgione,due. 50 — Il ritrattodel Tintoretto,di sua mano,due. 50.
Di più vi sono:
Lazaro mendico,del Tintoretto,due. 150 — Sansonequandodormeet li sonotagliatili capelli,del Tinto-
retto,duc. 130 — S. Lorenzo, del Tintoretto,due. 100 — 11Paradiso,del Tintoretto,due. 450 — Diversief
fetti d'Angeli che fannomusica,del Tintoretto,due. 180 — Susanna,del Tintoretto, due. 70 — La Samari
tana, del Tintoretto,due. 70 — Abram quandovuolesacrificareil figliolo,del Tintoretto,due. 50 — Un Cristo
che si riponein sepolturada tre angeli,del Tintoretto,due. 130.
282. Un quadro dipintovi N. S. che porta la croce al Monte Calvario, opera del
Brugol con cornici, L. 600.
l'inventario de' quadri nel 1627 IH
283. Un quadro dipintovi una battalia navale di mano del Tintoretto, con cornice
nova, L. 60.
284. Un quadretto dipintovi N. S. in croce con cornici di piela, L. 6.
285. Un quadretto dipintovi un paese con una mina et un S. Francesco di mano
del Milanese, con cornice bianca, L. 24.
" ''
Chi ria questomilanese non io:opinereipel Ceranoo Crespi C. Battista.Sotto il regnodi Ferdinando
si redonomoltipittori,nati o residentia Milano, adoperatida lui in quadridi sonetto sacro. P. es. il Monca1
vo,
o GuglielmoCaccia, benchédolented' intermettere i moltilavoricheavevaa Milano ed altrove,scrivevada Monza
"
28 giugno 1617che si sarebberecatoa Mantova,appenafinita certaoperaa' padride' Servi ". Il 7 dicembre
"
spediÌ quadri che da S. A. S. gli furonobenignamente incaricati". — Concernonoil Ceranoparecchidocu
mentidel 1616-18. Il march.Valtaro scriveda Milano 24 genn. 1616 che il Ceranoera malato:
Subito che potràverràa servireV. A. Per la medemacausanon ha potutofinireil quadro dì Sant'Jago
che fa a V. A. ".
Andrea Cavagnolipresentava l'artistacon questacommendatizia da Milano, 12 sett. 1617:
Il latoredella presente
saràil S.r G. BattistaCeranopittorequa della nostracittà eccellentissimo col quale
ad instantiadi S. A. ho operatoche sene venghicosti per un certoritrattoche gli saràimpostoda M.ma Sei.ma
di Ferrara....S. A. gli ha fattofar per me essibitionigrandissime et ha mandatoqua un stafieresuoa spesarloe
servirloper strada".
" "
Il Cerano medesimoscrive voler sbrigarsiprestoavendo molti affari della profession mia comulati nella
" sbaraglio
malattiae i raccoltide' vini a de' villani da Cerrano".
della òScretion
Importanteè quest'altrasua letteraal duca Ferdinando,Milano, 20 7bre 1618
Il giornoche V. A. S. partìdi Milano io vidi nella libreriapublicail Villapandi per la visionedi Ezechiel
e d più mi fu promesso una dichiarazione diffusa, cavatadal testoebreo,la qualecon un puocho di schizzoin
vialò a V. A. S. anessoal S. Jago suo.
Il ZifTerapuoi d'ordinedi V. A. mi comandòche io trovassiquattropittoriper pingera frescoe non sa
gli
fra tutti servirannoper qualsiasilavoro con ogni celeritàdesiderata, come .più diffusamente
ne scrivo Perfetto
al
e
Da che fui costìrichiesto servino quellaS.ma Altezza.... avevostabilito far quest'hora quadro
di
di
al
il
cli
delle nozze Canna Galilea ordinatomicostìda S. A. S. ma perche dal mese settembre....son sempre
di
di
Mantova.
chiaro
di
2.
1
288. Un quadretto dipintovi una Anonciata Fiorenza, copia con cornice nera, L.
di
30.
289. Un quadertino dipintovi
S.
et
il
stimate,
l'
Sebastiano et
la
bambino, L. 90.
il
Fiorentino, L. 24.
293. Un quadro dipintovi N. Ecce homo mano
S.
di
di
Rubenscfr.
i
figura, L. 60.
295. Un quadro dipintovi N. Ecce homo,
S.
120.
112 DOCUMENTI
DOCUMENTI CORREGGESCHI.
Il pittore mantovanoFachetti(I) segnalònel 1592 a Vincenzo I una Madonna del Correggio,conservata
da' frati di S. Agnesein una cappellett» pressoLuzzara.Era, ci scriveva,un quadrodi una MadonnaconS. Gio
"
vanni Battista(2) e un' altra figuradi Santo in piedi fattaeoa si compito studioche se li può dare ogni gran
prezzo.Et percheso con quant'opra la facci cumulode cosi virtuosefigure,cercandolesin da stranipaesi,mi è
parsodarglinotitia di questache ba nel suo, che con lasciarnecopiain dettaespellerlaessa potrà porrenel nu
merodellepiù pretiosepittureche habbi,quandoperòli frati non ne navessero fattoaltro contratto.Son ben sicuro
naverglielavedutacon un Christocheportala crocedell' istessamano ". Il Duca non se lo lasciòdire due volte:
e stradafacendovolle che da Viadana, attiguaa Luzzara, gli fosseroconsegnati non so che quadri della chiesa
de' Francescani.
Men fortunatisembrariuscissero, 6 anni dopo, i suoi tentatividi procacciarsi
altra tela dell'Allegri.
La Chiesa de' Francescanidi Correggiopossedeva più quadridel grande pittore: fra'quali, sicuramente, la
MadonnaconS. Francesco che esisteora a Dresda,e la fuga in Egitto che s'ammiranellagallerìadegliUffizi (3).
Dell' uno e dell'altrodi questidue dipinti,o di un terzoa noi ignoto,cercònel 1598impadronirsi VincenzoI.
Certo Bergamasco, che accampavadiritti di proprietàsul quadro,si mostròdisposbssimo a cederlo, rilasciandoal
Duca la dichiaiazioneche segue;
Sendostatoio AlessandroBergamasco da Correggioricercatoistantemente agli anni passatidal S.rD.r Hip-
politoGianottiet hora dal S.r GirolamoCalcagnimiei cugini, a nome del Ser.moS.r Duca di Mantova della
venditad' una mia Ancona della S.ma Madonnaet N. S. postanella Chiesadel Conventode Padri Minori Con
ventualidi S. Francescoin Correggiodai miei antecessori, fattadi manodel già M.ro Antonio di Correggiopit
tore,et desiderosissimo di servirein quantocomportano le miedeboliforzea S. A. Ser.madichiaroper la presente
che io prontamente et piùche volentierinefo padronel'A. S. rimettendomi nel restoalla benignitàsua, et supplico
perciòl' ill.mo et scemo S.r Camillo di Correggiomio signoreet padroneet prego con ogni efficaciapossibileil
Padre R.mo Generaleet i Padri di dettoConventoa voler liberamente dareil lor consenso afincheS. A. Ser.ma
conseguisca il desideriosuo d' haverla dettamiaAncona. In fededi che ho fattofare la presente che saràfirmata
di mia propriamanoet soggillatacol solitomio soggillo.
Data in Correggioalii XV di maggio1598.
Io ALESSANDRO BERGAMASCO afermoquantodi sopra".
In un'accompagnatoria del primogiugnoil Bergamasco confermache per quantospettavaa lui consentivapie
namentealla cessionedella sua Ancona, augurandoal Duca di Mantova di poterconseguireV intentodi acca
parrarsela— frasiquesteche denotanocom'eglinon fossepoi l'assolutoproprietario, qualesi spacciava.
Da chi potevanosorgereopposizioniai voleridi Vincenzo I? O dal signoredel luogo,Camillo di Correggio,
che di sottomanoostacolava i Gonzaga, pur protestandosi ossequiosissimo nellesue lettereal potentevicino: o
da' PP. Francescani,che solo la violenzadel Duca di Modena costrinsepiù tardi a lasciarspogliarela lorochiesa
"
di quelletele — l' una dellequali era statanel 1514 commessa all'Allegri, ancor figlio di famiglia".
AI qual propositomi si conceda una digressionedi moltaimportanza per la biografiadel Correggio. Ignoran
dosi l'anno precisodella sua nascitasi dedusseche et fosse nato nel 1494 dal solo fattoche nel rogitodel 1514
(stipulatoco' PP. Francescaniper la Madonnadi Dresda) figuravaanche, chiamatoa dare il suo consenso,il
"
padredel giovanepittore. Antoniusf. Peregrinide Alegris cum consensusui palris promittitVen. Fr. Hiero-
nimo de Cattaneiscustodi S. Franciscide CorrigiaOrd. Fr. Min. et Sex Antonio Zuccardo.... uti executoriet
'
fìdeicommissarioq. Quirini de Zuccardisse tacereet pingereet construere anchonamunam,ecc. .
Dunque (si disse) il Correggionon toccavaancorai 21 anni se era necessario che il padreIo coprissedella
sua autorità.
È, un errore:si diventavamaggiorenni a 25 anni, non a soli 21 ; ma il nodo della questionenon è qui. Il
Correggioera ancor scapoloe figlio di famiglia.Al casosuo era quindi applicabileil paragrafoLXXXII del
libro II degli Statutidi Correggioche nella stampadel 1675 suonacosi:
" Filii
familiasnon obligentur,nec obligaripossintex aliquocontractunec aliquaoccasionesineconsensupa
tria; sedcum consensupatris et eiusvoluntate,etiam sineparabolaet auctoritatejudicis possintobligarisi fuerint
maioresvigintiquinqueannis; si vero filari familiasfueritminor25 annispossitobligaricum consensupatriset cum
auctoritateJuJicis; et quilibetfilius familiasmaiorannisviginti quinquefaciensfamiliamseparatama patre possit
obligari tamquampater familiasex quocumquecontractuetiamsineconsensupatris,et habeaturac reputeturin
omnibus supradictistanquampaterfamilias,ita quod possitagereet convenili in quocumqueiudicio, etiamnon
interveniente licentiavel consensueius patris".
"
L'Allori s'ammogliònel 1520: nel 1514 era ancor filius familias", conviventecol babbo; i Francescani
nell'affidargli,con la commissione di quellapala d'altare,metàdell'onorariocospicuo(100 ducati)avevanoeviden
"
tementenecessità d'essergarantitidal paterfamilias".
(1) BERTOLOTTI, Artisti, p. 29. Leti. 8 febbr.. e non settembre,1592 del Fachetti.
equivocorispettoa' Santi rappresentati,
(2) È probabileche il Fachetti prendesse e che si tratti della Madonna
d' Hampton Court (Law, p. 102).
(3) TIRABOSCH1, Biblioteca Modenese, vol. VI, p. 253; PUNGILEONI, Memorie *f. di A. Allegri, I.
46 sgg.; RICCI, Correggio,Berlino, 1897, pp. 97-101, 123.
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Isabella d'Este di L. Costa
(Galleria d' Hampton Court)
l'inventario de' quadri nel 1627 113
Ed ora torniamoa Vincenzo I, e alla sua predilezionepel Correggio— predilezionecosi viva da indurloa
resistere a un desideriodell' Imperatore
1
Nel 1605 s'agitava alla Corte Cesareala questionedel feudodi Correggio,che sollevavamoltecupidigie:
Rodolfo II da quelle controversie e menepolitichevenneinfervoratone'suoientusiasmiper le operedel grande
pittore,che avevavistola luce nello staterellocontesoinnanzial suo tribunale.
In una sua lettera,o memoriale,del 25 aprile,che purtropponon si è conservata, perchèVincenzo I la trat
tenneseco,Giovanni Ach, pittorecesareo,espresse al Duca di Mantoval'ardentedesideriodell' Imperatore di pos
sederedue quadridel Correggio....quelli indubbiamente che ornavanola grottad'Isabella.
Di cedergH originaliil Duca non volle saperneed esibiuna copiadel Rubens.
Il ritardo nella esecuzionedelle copieprovocòi malumorinon dissimulatidi Rodolfo: ne sollecitavaa sua
volta l' inviol'ambasciatoremantovano Manerbio,avvertendo che quelloera il migliormezzodi ottenereun'udienza
Sovranaa Praga per affaripoliticiI Dicevadi essersiscusatoco' ministricesarei,gettandola colpasul pittore; e
tantoinsistèche Vincenzo I sentì anchelui il bisognodi premersul Rubens perchespedissele copie.Vennero
mandatea Praga (e la accoltecon vivissimoplauso)con questaducaledel 30 settembre :
.... Finalmenteall'arrivonostroqua habbiamoritrovatefinitele copiedelliduequadridel Correggiodesi
deratida S. M.tà, quali vi inviamocon questaacciò subitole havretericevuteli faciatepresentare alla M.tà S.,
dicendoleche per esserestatefattetuttedue di manodel fiamingoche sta qui al servitionostro,conformeall' or
dine suo, si è tardatoa poterlihavereassaipiù del desiderionostrocon tutta la sollecitudineche s'è usata acciò
si potessero mandarequantoprima. . . VINCENZO ".
301. Doi quadri sopra l'lissi, in uno una donna che accorda un leuto con trei ritrati,
mezze figure con ornamento fregiato d'oro di mano del Bordonon, stimato
scuti 30, et ne l'altro dipintovi un'istoria
di done che parechiano una cuna (1)
in campo di paesi, ornamento nero, opera di Giulio Romano, stimato scuti 25,
in tutto, L. 150.
Il quadiodel Pordenoneè ora attribuitoa BernardinoLicinio (Law, p. 26).
Tìcianoe soprauna Madona con Cristoche dormee S.o Giovanniet un Angelo. Mi dispiacerabeneche
è
il
di
la
il
a ;
di
e
A. S.ma facioriverenza....
p.o Di S. A. S. Aff.mo et D.mo S.re
In
di
3
marzo 604)
(li
il 1
2
"
M.o 111.re S.re Intendodal Bellonache ha ricevuto quadro cui V. mi scrivecon sua del p.o
di
S.
la
di
questo,et per essereopera Titiano nonpuò esserse non bello et per venirmidella mano lei non può essermi
di
di
di
di
la
a
è
volerlagoldere segnodella servitùmia versol'A. S. S., l'accetti donqueS.re non per esserecosa bona nè
bella ma per essereinvencionee fattada mane un tantoservitorsuo. Mi spiaccebene che questamia rozza
di
faccioreverenza....
le
le in
a
"
fu
di
e
1
l'
II
s'
" "
(1) D'Arco una cena
:
I
l'inventario de' quadri nel 1627 115
303. Un quadro dipintovi l' incendio di Roma, dove Nerone sta suonando : un
altro, un Imperatore con un' aquila sopra le spalle, di mano di Giulio Ro
mano, L. 240.
304. Un altro quadro copia di detto Giulio Romano, L. 36.
305. Un quadro sopra l'asse dipintovi S. Pietro che predica e di S. Giovanni con
Seira caduto morto con cornici d'ebano, opera fiamenga, L. 60.
306. Un quadro dipintovi il Re Assuero il qual riceve la Regina Ester sentato sopra
un tribunale con cornice d'ebano. L. 150,
307. Un quadro dipintovi una parabola d'uno ferito con cornice d'ebano, L. 90.
Nella Capelletta.
308. Un quadro sopra l' altare dipintovi N. S. che ora ne l' orto con cornice fre
giata d'oro, L. 150.
309. Un quadro sopra un scritorio dipintovi la madre natura con cornice turchina
fregiata d'oro, di mano di Giulio Romano, L. 90.
310. Doi quadretti dipintovi fiori cavati dal naturale con cornici d'ebano, L. 60.
311. Un quadro dipintovi un S. Geronimo penitente, figura intiera con cornice nera
fregiata d'oro di mano di Giulio Campo, L. 240.
312. Un anconeta con ante da serare adorate dipintovi la Madonna col bambino
in braccio, S. Bernardo e S. Benedetto et nelle ante S. Giovanni, S. Lucia
et doi ritrati, L. 240.
313. Un quadro dipintovi un S. Geronimo che contempla con una testa di morto,
mezza figura con cornice di violino, opera del Coreggio, L. 240.
314. Un quadro dipintovi una Madonna con il bambino in braccio con cornice nera
fregiata d'oro, di mano d'Andrea del Sarto, L. 240.
315. Un quadro dipintovi la Madonna con il bambino in braccio et S. Catterina
con cornice di violino, opera di Titiano, L. 240.
316. Un quadro grande dipinto sopra l'asse, diversi fiori cavati dal naturale con
cornici fregiate d'oro, L. 180.
317. Un quadretto longo dipintovi un paese con navighi di mare, con cornici ado
rate, L. 36.
318. Un quadro dipinto: N. S. deposto sopra il sepolcro in scurzo con cornici
fregiate d'oro di mano del Mantegna, L. 90.
319. Un quadertino dipintovi la Madalena colegata in terra con cornici di vio
lino, L. 36.
116 DOCUMENTI
320. Sei quadertini dipintovi sei ritrati, doi putine del march, di Monferato, in un
un giovane con zazara bionda sbarbato, in uno un frate di S. Benedetto, in
uno Erasmo Rotterdamo et ne l'altro il Duca di Sasonia con cornici di violino,
stimati tutti, L. 150.
321. Un quadro dipintovi una Madonna che allatta il bambino et S. Gioseffo con
cornice intagliata, L. 60.
322. Un quadro dipintovi S. Geronimo che ha una mano sopra una testa di morto
et sta legendo, con cornici et le sue ante, L. 360.
323. Un quadretto dipintovi una dona fiamenga con cornici di violino, L. 120.
324. Un quadro dipintovi un giovanetto iniudo con cornici, opera di Titiano, L. 120.
329. Un quadro dipintovi il ritratto di Mad.™ Malgarita vecchia (1), di mano della
Sifonisma Angosciola, con cornici, L. 120.
330. Trei quadri, in uno dipintovi l'essequie della B. V., ne 1' altro la B. V. con
il bambino in braccio et S. Giacomo et nel 3° cinque quadertini copiati insieme
con cornici adorate, stimati tutti, L. 300.
33 1. Un quadro dipintovi una Madonna con il bambino in braccio et S. Sebastiano
con cornici adorate, di mano del Giambelino, L. 150.
Dev'essereil "Presepio,che dopo lunghesollecitazioni
Isabellad' Este riuscìa procurarsi
dal Bellini. Deliziose
questedue letterine,che sul quadrettodi Giambellinoinviavaa Isabellail suo favoritoliutaio,Lorenzoda Pavia:
"
Venezia, 16 luglio 1504.
Me pareuna ora mile a sapereComosaràpiaciutoquestoquadroa la S. V., e invero1'è bela cosa,ma
se io l'aveseordinatoavenavolsutole figurepiù grande....De invencionenessunonon po' arivarea m. Andrea
Mantegna,cheinverol'è ecclentissimoe il primo,ma Giovan Belino in colorireè ecelentee turi che k vistoquesto
quadreroogneunolà comendatoper una mirabileoperaet e ben finitequelecosee da vedereper Botile".
13 agosto.
Per una vostraintesedel quadroesserepiacutoa la Ex. V. de che ne ò auto grandissimopiacere,ancora
che le figuresianopicole.L'è ben ci vero, cosi me parseancoraa mi. El mancamento fo de chi l' ordinoe,che
se dovevafar faredo overotre desegnicosì de grosoe a quellomodos'averiavistoel melio,ma a mi non mefo
maledito niente, et non me lo voleaanchemostrare,che se pure l'avessevistoli avenafatoremudarequalque
cosa. E pù me maraveiaide la taulach'è moltotrista,che se la dipinturapodeseparlaremolto se lomentaria de
la taula eserecosi trista,o che il sia che io ò una naturache nesunacosame finiaemaiede satisfare del tuto
comencando a le coseche facoio.... ".
332. Un quadro dipintovi il Sudario di N. S. di mano del S.r Perfetti (2) con
cornici, L. 90.
333. Un quadro con il disegno del giudizio di Michelangelo di mano del Marcello
con cornici (3), L. 300.
334. Un quadro dipintovi N. S. Ecce homo di mano del Tintoretto con cornice
adorate, L. 36.
335. Un quadro sopra l'asse dipintovi la Madonna con il bambino in braccio,
S. Gironimo et S. Giovanni, L. 60.
336. Un quadro senza cornice con sopra N. S. che porta la croce, I— 12.
337. Un quadretto dipintovi la B. V. col bambino in braccio che sposa S. Cate
rina et S. Giovanni con cornice nera fregiata d'oro, L. 12.
338. Un quadro dipintovi N. S. Ecce uomo con la corda al collo con cornice di
violino. L. 36.
339. Un quadro dipintovi la Madonna delle Gratie con cornice di pero negro, L. 60.
340. Quattro quadertini dipintovi quattro ritrati, in uno una Principessa, in uno il
Duca Francesco primo, nel terzo il Card. Ercole et nel 4° il Card. Francesco
con cornici fregiate d'oro, L. 72.
341. Doi quadri dipintovi doi Madonne con il bambino in braccio, mezze figure
con cornici bianche, L. 60.
342. Un quadretto dipintovi S. Gironimo che cegna una testa da morto con cornici
di violino, opperà di Quintino, L. 180.
343. Un quadro dipintovi una testa d' una dona scapiliata, bozzata, con cornici di
violino, opera di Leonardo da Vinci, L. 180.
344. Un quadro dipintovi N. S. menato davanti all' adultera con cornici di noce,
L. 90.
345. Doi quadri senza cornici dipinti su 1' asse, mezze figure, in uno la B. V., il
bambino, S. Giovanni et S. Sebastiano ; ne l' altro, una Madonna, il bambino,
S. Giovanni, S. Gioseffo et una santa, L. 180.
346. Doi quadretti dipintovi doi S. Madalene con cornici, L. 90.
347. Un quadretto dipintovi N. S. giovine con cornice fregiata d'oro, L. 36.
348. Un quadro senza cornice con una Madonna con il putino, S. Catterina,
S. Biagio, S. Geronimo et S. Giovanni, L. 36.
349. Un quadro dipinto sopra l'asse, una Madonna con il bambino in braccio,
S. Giovanni et doi angeli con cornici fregiate d'oro, L. 36.
350. Quatordici quadri del S.m° Rosario con cornici d'ebano, stimati scudi 20 l'uno,
L. 1680.
35 1. Doi quadertini con doi ritrati, uno dell' Imperator Rodolfo et l' altro della So-
fonisma che dipinge, L. 36.
352. Quattro quadertini dipinto sopra l'asse quattro ritrati, trei di principesse tode
sche et uno d' un prelato con cornici adorate et uno senza, L. 60.
353. Un quadertino dipintovi un S. Francesco che riceve le stimate inumato
d'oro, L. 6.
354. Un quadro dipintovi una testa di ritrato con ornamento nero, L. 18.
118 DOCUMENTI
355. Un quadro dipintovi un Cupido che scherza et ride con ornamento fregiato
d'oro, di mano del Begino (1), L. 60.
356. Un quadro dipintovi un ritrato d'homo vecchio rasso con cornici, L. 30.
357. Doi quadretti sopra l' asse dipintovi in uno l' Europa et ne l' altro Orfeo al
l' Inferno, L. 24.
358. Un quadretto dipintovi N. S. ch'è visitato dai Maghi con cornice nera, L. 24.
359. Sette quadretti disegnati cinque a tratti di penna et doi d'aquarello, quattro
legati in ebano et trei in violino, stimati tutti, L. 360.
360. Doi quadertini, in un dipintovi la testa di S. Pietro et nell' altro un frate,
L. 12.
361. Un quadertino dipintovi una Madonna col bambino in braccio, S. Giovanni
et altri santi con cornici di noce, L. 36.
362. Un quadertino sopra il rame dipintovi l' inferno legato in nero di mano del
Brugol, L. 60.
il passagio che fecero Ebrei del mar rosso incorniciati d'ebano, 180.
365. Un quadretto su l'asse senza ornamento, dipintovi una cucina, L. 30.
366. Doi prospetive dipinte su l'asse, L. 120.
367. Un quadretto senza cornici dipintovi Gioseffe che fuge dalle mani del
Egiptia, L. 24.
l'
368. Un quadreto sopra rame, dipinto una Lucretia romana, senza cornici, L. 36.
il
369. Un quadertino con sopra ritrato una donna che sta sonando sopra un cem
balo, L. 18.
370. Un quadertino sopra rame dipinto un Ercole giovanetto ch tirato da una
'è
il
banda dalla voluptà et dall' altra banda dalla virtù con cornici fregiate oro,
d'
L. 24.
371. Un quadertino picolo con Madonna,
S.
il
d'ebano, L. 18.
372. Quattro quadri colegati dipintovi paesi et navi da mare, doi con cornici ado
L.
gli
et
la
il
con cornici, L.
in
testa, 12.
374. Un quadertino con ornamento adorato sopra rame, dipinto Cupido che lega
il
vino, L. 24.
il
porta asse
la
l'
violino, L.
di
36.
376. Un quadretto dipintovi V. che adora N. nel presepio circondato da
S.
B.
la
" "
(I) D'Arco: forsestavolta
la
Fidino lezionegiusta.
e
è
:
l'inventario de' quadri nel 1627 119
378. Un quadretto dipintovi la regina d' Egito che cava Moisè bambino dall'aqua
con cornice bianca, L. 24.
379. Un quadretto con dentro un vecchio in habito da povero et con un bendino
in testa con cornici di pero, L. 12.
380. Un quadretto, un riuomo che scopre una dona iniuda con la cornice nera fre
giata d'oro, L. 12.
381. Un quadretto fatto di chiaro in scuro dipintovi David che ha tagliato la testa
a Golia, di mano del Mantegna con cornici di noce, L. 60.
382. Un quadro dipinto sopra il rame piati con frutti del naturale con ornamento
d'ebano, L. 60.
383. Un quadretto piciolo dipintovi un S. Sebastiano con cornici fregiate d' oro
mezza figura, L. 6.
384. Quindeci quadertini dipintovi sopra ritrati del naturale, alcuni con cornici ado
rate, alcuni no, di diversa età e qualità, L. 90.
385. Trei altri quadertini, in uno dipinto un incendio, nell'altro un paese et l'altro
miniato, L. 30.
386. Sei quadertini tondi dipintovi alcune bizarie del Brugol con cornici tornite,
L. 180.
387. Un altro quadretto tondo miniato, cioè quando S. Giovanni predicava nel de
serto con cornici, L. 36.
388. Un altro simile tondo dipintovi un paese di mano del Brugol, L. 36.
389. Un quadretto dipinto sopra 1' asse quando si solevò la città di Parigi contro
il Re, con cornici di pero, L. 12.
390. Doi quadertini di carta a stampa miniati con cornici, L. 4.
391. Nove carte a stampa del trionfo del Mantegna, L. 9.
392. Un rame dipintovi la Madonna di Fiorenza, L. 18.
393. Un quadretto dipintovi una testa di un giovi (sic) con un pelizzo (1), L. 18.
394. Un quadretto dipintovi N. S. deposto di croce con le Marie che lo piangono,
L. 48.
395. Un ovato di pietra da lavagna, dipintovi sopra un presepio, L. 12.
3%. Un quadretto dipintovi una Venere con Cupido apreso sopra il rame con
cornice d'ebano, L. 30.
397. Un quadretto dipintovi un incendio con cornice fregiata d'oro, L. 18.
398. Doi quadretti in uno dipinto un ritrato d' una damma con busto basso, nel
l'altro una femina che sta morendo con una ferita che ha nel collo, L. 30.
399. Sedeci quadertini sopra il rame, copiati li trionfi di Cesare, con cornici fre
giate d'oro, L. 192.
400. Doi quadertini in uno dipintovi un vassettino con fiori del naturale et nell'altro
un paesino, L. 18.
401. Un quadertino dipintovi S. Teresia sopra il rame con cornice d'ebano, L. 12.
"
(I) Fane: giovine; D'Arco legse Giove "I Cfr. il a. 411 "un vecchiocon un pelizzo
120 DOCUMENTI
402. Un quadertino dipintovi una Madonna con il bambino sopra una tavola con
cornici d'ebano fregiate d'oro, L. 12.
408. Un quadretto copiato dal S. Ger.m° d' homo balla (?1) con cornice adorata,
L. 12.
409. Un quadretto dipintovi S. Giovanni nel deserto con cornici d'ebano, L. 18.
413. Sei teste di nitrati diversi, cinque con cornici et uno senza, dipintovi sopra un
Prencipe giovine con la zazara, un bufone, un vecchio venetiano, una donna
con un scufiotto in testa, un giovine con un bereton all' antica et un giovine
vestito di rosso, L. 48.
414. Doi quadretti con doi Madonne con il putino, uno con cornice nera fregiata
d'oro et l'altra di pero, L. 24.
415. Ventisette quadertini con cartine imminiate, dipintovi varie istorie del Van-
gelio, con cornici, stimati scuti 4 l'uno, L. 648.
416. Quattro quadertini sopra l'asse dipintovi paesi con cornici fregiate d'oro, L. 24.
417. Doi altri quadretti maggiori, dipintovi paesi con cornice nera, L. 18.
418. Un quadretto di parangone dipintovi sopra un Christo con cornici fregiate
d'oro, L. 12.
419. Un paesino dipinto sopra l'asse con cornici di pero, L. 12.
420. Un quadertino di parangone dipintovi sopra N. S. incoronato di spine con
cornici di pero, L. 18.
421. Un quadretto di pietra dipintovi sopra Cadmo che libera Andromeda con
cornici d'ebano con un filetto d'oro, L. 60.
422. Un quadertino dipintovi sopra un ritrato di Massimigliano Imperatore con cor
nici di noce con filetto d'oro, L. 12.
423. Un quadertino inumato sopra carta bergamina con cornice nera, L. 36.
424. Sette quadrettini picioli, dipintovi ritratti in uno un giovine con un beretino
rosso in testa, in uno Carlo d'Austria, in uno un gentilhomo all'antica, in un
l'inventario de' quadri nel 1627 121
441. Un quadro dipintovi una Madonna che adora il bambino, mezza figura con
cornice adorata, L. 12.
442. Un quadro di pietra viva, dipintovi N. S. in angonia consolato dall'angelo con
cornice di noce, L. 12.
443. Un quadro di pietra di parangone, dipintovi Medea che sta facendo incanti
con cornici di noce, L. 36.
444. Nove quadertini d'asse dipintovi nove teste d'arìtrati, in uno una donna pelosa,
nel 2° Consalvo Ferrando, nel 3° Caston Fois, nel 4° un giovine sbarbato con
un beretino in testa, nel 5° , 6° , 7° , 8° e 9° capitani diversi vestiti alla to
L.
gli
desca, doi con cornici et altri senza, 90.
ritratto Foys conservato
ora ad HamptonCourt Savoldo(Law, p. 53).
di
Gastone attribuito
di
al
è
Il
445. Doi quadertini dipinti sopra
S.
l'asse: uno l'effigie Francesco et nell'altro
in
di
un padre dell' istesso ordine con d'oro,
d'
cornici ebano, con alcune rosette
L. 24.
446. Un ovatino N.
d'
ebano,
S.
che ariposa con ornamento
di
pietra dipintovi
s'
L. 18.
447. Un ovato dipintovi miniatura diversi animali, L. 30.
di
sopra
448. Un quadro d'asse N.
di
S.
dipintovi sopra città Gerusalemme che
la
et
è
condotto monte Calvario, L. 60.
al
449. Un quadro
di
d'
di
60.
450. Un quadro d'asse dipintovi una battaglia fra vilani et soldati occorsa Fiandra,
in
senza cornici, L. 60.
45 . Nove ovatti et diverse istorie con ornamento ado
di
(I
)
rato, L. 480.
452. Un pezzo otto fazze dipintovi diversi mostri infernali
di
preda
di
parangone
a
2°, 3°
il
marchese ornamento, L. 24.
di
in
uno dipintovi
in
la
nel 2° L.
S.
piciole senza
Antonio L.
S.
2"
9.
un una
L.
d'
donna,
6.
testa una
457. Un anconettina con
S.
perta cristallo, L.
di
2.
di
in
460. Doi quadretti con cornice nera dipintovi doi ritrati, uno
S.
Ilario et altro
di
l'
L.
di
Bernardino,
S.
12.
461. Doi quadertini paesi con ornamento d'ebano, L.
di
miniatura 36.
a
462. Trei altri quadertini oglio dipintovi paesi sopra rame con cornice d'ebano,
il
a
bambino Giovanni
la
sopra asse et
il
l'
rame
di
in
senza
l'altro quando N. croce, L.
S.
ne porta 12.
la
(1) D^Arco
Il
l'inventario de' quadri nel 1627 123
465. Un quadretto dipintovi S. Benedetto con molti santi fatto a guisa di reliquiario,
L. 18.
466. Un quadretto dipinto sopra il rame, le trei gratie, con ornamento nero, L. 18.
467. Un quadretto fatto a diminiatura, quando i Maggi adorano N. S., con cornice
d'ebano coperto di cristallo, L. 24.
468. Un altro simile quando N. S. fu preso nell'orto, L. 30.
469. Un quadretto di rame dipintovi un Presepio con ornamento nero fregiato
d'oro, L. 8.
470. Un quadretto sopra l'asse dipintovi Judit con cornici di pero, L. 12.
471. Doi quadretti dipintovi doi cani del naturale, L. 6.
472. Un quadretto di rame dipintovi sopra la fortuna con diversi amori, L. 24.
473. Un quadretto sopra la tela dipintovi una testa del naturale, L. 12.
474. Un quadretto sopra l'asse dipintovi una capella dove una donna fa oratione
davanti a una Madonna con cornice nera, L. 18.
475. Un quadretto dipintovi un bambino con una donna che li fa carezze, L. 4.
476. Doi quadertini di miniatura dipinti a paesi, uno con la cornice d' ebano et
l'altro con la cornice di pero nera, L. 18.
477. Quattro quadertini dipintovi 4 teste del naturale, una Carlo quinto, 2m d' un
cittadino, la 3* d' un fratte di S. Domenico et la 4" d' un capuccino, L. 36.
478. Un quadretto piciolo dipintovi un S. Geronimo che si batte il petto, con cor
nici, L. 6.
479. Un quadretto sopra il rame dipintovi un paese con ornamento nero, fregiato
d'oro, L. 6.
480. Trei quadri di pietra di paragone, in uno dipintovi una Pietà pianto dalli
angeli, nel 2° un Endimione con luna in aera et nel 3° una Madonna in piedi
che sta contemplando, doi incorniciati d'ebano et l'altro senza cornici, L. 90.
481. Un quadretto di pietra viva dipintovi il Sudario di Turino con ornamento nero
in doi pezzi, L. 6.
482. Trei teste di ritrati di putine di casa d'Austria et un vecchio rasso con cor
nici di noce, L. 30.
483. Un quadretto dipinto su l'asse, una Madonna col bambino in braccio incorni-
sato d'ebano, L. 24.
484. Un quadretto d'asse dipintovi la Madonna morta senza cornici, L. 12.
485. Un quadretto su l'asse dipintovi S. Francesco che riceve le stimate, L. 12.
486. Un quadretto dipinto azzera (1) dipintovi l'istoria di Lot che
sopra pietra
scherza con sua filiola con cornice d'ebano, fregiata d'oro, L. 90.
487. Un quadertino fatto a diminiatura dipintovi la prospetiva di Maderno con cor
nici di pero, L. 12.
488. Doi quadri con dipinto doi teste del naturale, in una un pitore et nell'altro
un soldato, uno con la cornice adorata et l'altro nera, L. 24.
489. Un quadertino sopra l'asse dipintovi una principessa di casa d'Austria con
cornici d'ebano, L. 16.
490. Un quadertino picciolo dipintovi un' impresa con un'aquila con rosette adorate,
L. 6.
"
(I) II D'Arco lesse: uzura
124 DOCUMENTI
491. Doi ramettini piccioli senza cornici, uno dipintovi la Madalena mezza figura et
nell'altro un paesino, L. 12.
492. Doi quadertini fatti a mano di pena con ornamenti di pero nero coperti di
talco, L. 18.
493. Trei asseselle, doi dipintovi paesi et una con una nave in mare senza cornici,
L. 18.
494. Doi quadertini fatti a diminiatura sopra carta pergamena, in uno Apollo con
le Muse et ne l'altro Tolomeo con l'astrolabio con cornici di noce, L. 12.
495. Un rametino dipintovi il corpo di S. Cecilia morta, L. 12.
4%. Un quadretto d'assisela con ornamento d'ebano dipintovi il ritrato del Par-
megianino pitore, L. 6.
497. Un barbello (1) fatto a diminiatura sopra carta pergamena con cornici di vio
lino, L. 6.
498. Un quadro di rame dipintovi il rapto di Proserpina con cornici di noce, L. 36.
499. Un anconetta sopra il rame dipintovi l'Anonciata con colone et cornisamento,
L. 12.
500. Un assesella dipintovi sopra un paesino con ornamento nero, L. 12.
501. Un quadretto d'asse dipintovi il ritratto del Gonnella (2) con cornice adorata,
L. 24.
502. Un altra anconetta simile alla soprascritta dipintovi S. Antonio da Padoa, L. 12.
503. Un quadretto dipintovi una testa fatto a maniera che pare un Apostolo con
cornici di pero, L. 6.
504. Un quadretto d'asse dipintovi il Card. Federico (3) con cornice nera fregiata
d'oro, L. 6.
505. Trei quadri, doi di rame et uno d'asse, con dipintovi la prospettiva della chiesa
d'Anversa, nell'altro una Capella di chiesa finta di notte et nel terzo prospet
tive di palazzi, uno con cornici d'ebano, l'altro di violino et l'altro senza, L. 240.
506. Cinque tondi fatti a torno, dipintovi dentro cinque ritrati, doi Prencipi tode-
schi, uno inghelese et doi italiani, L. 90.
507. Trei cartine di carta pergamena fattovi sopra diminiatura di diversi fiori et
animali, L. 20.
508. Un quadertino picciolo dipintovi un S. Francesco capuccino con ornamento
nero, L. 6.
509. Quattro quadri lavorati a guazzo di mano d'Andrea Mantegna, in uno Tobia,
nel 2° Ester, nel 3.° Abram, et nel 4.° Moise con cornici nere fregiate d'oro,
L. 240.
510. Un quadretto dipintovi una testa d'un frate zoccolante con cornice, L. 6.
511. Un quadretto rotto per mezzo dipintovi un putello che piange con cornice
nera, L. 3.
512. Una figura a stampa sopra l'asse con il fuoco nel mezzo alle gambe, L. 1.
513. Doi asseselle dipintovi sopra paesi, una con ornamento et l'altra senza, L. 4.
514. Un disegno fatto di lapis rosso d'una Madonna col putino in braccio et
S. Giosefo con cornice di noce, L. 2.
515. Un quadertino sopra tella dipintovi un inverno con cornice, L. 2.
516. Un quadretto d'asse dipintovi un paese et un todescho et una tedesca senza
cornici, L. 6.
5 17. Un quadertino sopra l'asse dipintovi un paese con cornice fregiata d'oro, L. 8.
518. Un quadretto sopra l'asse dipintovi tentationi di S. Antonio con cornice fre
giata d'oro, L. 6.
519. Un quadertino d'asse dipintovi un paese con cornice nera, L. 1.
520. Sei quadertini, cinque su la carta bergamina et l'altra sopra il rame, dipintovi
L.
gli
uno con la cornice d'ebano et altri
di
diversi paesi, pero, 120.
521. Un quadertino dipintovi sopra l'asse un paese con ornamento fregiato d'oro,
L. 24.
522. Un quadertino sopra l'asse un paese con ornamento noce, L.
di
dipintovi 24.
di
523. Un quadertino sopra l'asse dipintovi un vilano mano del Brugol con cornice
fregiata d'oro, L. 30.
524. Un quadertino sopra l'asse Madonna che fugge Egitto con cor
in
dipintovi
la
Lorenzo
di
d'ebano, L. 15.
526. Un quadretto fatto guazzo dipintovi un paese con cornice noce, L.
di
15.
a
527. Un altro quadretto stampa miniato dipintovi Angelica et Medor con cornice
a
noce, L.
di
2.
un paese con
L. 12.
529. Un quadretto sopra tella dipintovi ponte che passa
in
un paese et un roccha
con cornici, L. 12.
530. Un quadro longo dipintovi dove N. che cava l'anime,
S.
di
il
cristallo, L.
6.
et un
532. Un anconetana da letto con cornice
d'
di
cristallo, B. V., L.
in
et
il
N. S. et L.
S.
il
L.
S.
d'oro, L.
4.
537. Un quadretto
S.
di
d'ebano, L. 12.
538. Un quadretto d'asse dipintovi un paese et quando tagliano Ca
S.
la
testa
a
539. Un ovato di lapisazzero dipintovi il Salvatore con molt 'augelli, opera del Fetti,
L. 70.
540. Una testa d' una vergine scapiliata con ghirlanda di foglie in testa, fatta a di-
miniatura con cornice d'ebano coperto di cristallo, L. 24.
541. Un ramo dipintovi la copia di S. Francesco del Bronzino, L. 24.
542. Trei quadretti di rame, in uno dipintovi il giuditio universale, nel 2° quando
N. S. fu condotto al Monte Calvario et nel 3° quando Enea andò con la
Sibilla all'inferno incornisati d'ebano et uno con riporti d'argento, L. 180.
543. Un quadertino ridotto nel mezzo un tondo con dentro dipinto un ritrato d'una
testa d' un Prencipe oltramontano con cornici d'ebano, L. 6.
544. Un quadertino d'asse dipintovi una testa di morto con cornici, L. 4.
545. Un quadertino d'asse dipintovi un S. Bernardino da Siena con cornice ado
rata, L. 6.
546. Un quadretto di rame dipintovi un concetto della morte con ornamento d' e-
bano, L. 36.
547. Un quadretto sopra l'asse dipintovi un S. Francesco con una crosetta in mano
con ornamento adorato, L. 9.
548. Un quadertino di rame dipintovi la Madonna con il bambino et S. Gioseffo
con cornice d'ebano, L. 40.
549. Doi figure fatte a diminiatura di mano di Lelio di Nuvolara, cioè un angelo
et una donna iniuda, con cornici d'ebano et sopra un cristallo, L. 90.
550. Un quadertino sopra tella dipintovi la B. V. incoronata che sta legendo con
cornice adorata, L. 10.
55 1. Un quadretto di rame dipintovi un paese, una donna che fila et che tiene un
cavallo a mano, ornamento turchino fregiato d'oro, L. 24.
552. Un quadretto sopra l'asse dipintovi una testa tronca dal busto d'un santo con
cornici adorate, L. 15.
553. Un quadretto sopra il rame dipintovi l' istoria dell'adultera con cornici d'ebano,
L. 36.
554. Un quadretto d'asse dipintovi in un tondo una testa d'una antica in profilo con
cornici con ornamento adorato, L. 15.
555. Un quadretto sopra l' asse dipintovi S. Giovanni che scrive l' Evangelio con
la cornice di violino, L. 24.
556. Un quadro d'asse dipintovi una prospetiva d'una chiesa di quelle di Fiandra
senza cornici, L. 50.
557. Un quadretto stampato sopra il cendallo, S. Gualberto con suoi miracoli con
cornice, L. 2.
558. Un quadretto d'asse dipintovi sopra la testa del Salvatore incoronato di spine
con ornamento nero fregiato d'oro, L. 12.
559. Un quadretto sopra l'asse dipintovi la Madonna con il puttino con ornamento
fregiato d'oro, L. 12.
560. Un quadretto con doi teste di vecchi rassi che sta contemplando con orna
mento adorato, L. 12.
561. Un quadretto d'asse dipintovi una Madonna et il bambino, mezza figura con
cornici adorate, L. 12.
565. Trei quadri sopra le porte, in uno un paese con S. Geronimo nella grotta
con ornamento adorato, L. 60.
566. l'altro fatto a guazzo dipintovi il Castel S. Angelo di Roma con cornice ado
rata, L. 8.
567. il 3° l' istoria quando fu presentata la testa di S. Giovanni tagliata ad Erode
con cornici di noce, L. 90.
568. Un ritratto della Regina Maria di Francia tutto in piedi con cornici di noce,
L. 120.
569. Un quadro sopra l'uso dipintovi una Madonna col bambino in braccio et quattro
altre figure, con ornamento intagliato et adorato, L. 36.
570. Un quadro sopra la porta dipintovi S. Cecilia con angeli che fanno musica
con cornice fregiata d'oro, L. 90.
"
(I) Il D'Arco: baccanaria"I
128 DOCUMENTI
DOCUMENTI CARRACCESCHI.
MargheritaGonzaga,sorciladi Vincenzo, sposòAlfonso II d' Este, ultimoDuca di Ferrala: e, divenutare
dova nel 1597, n ritirò nel conventodelle orsoline,ch'ella fececostruirdal Viani. La chiesa hi decoratadi bei
quadridel Ferti, di sua sorellaLucrina ivi monaca(I), e sopratuttodi una tela di LodovicoCarracciche rappre
sentavail Martirio di S. Orsola. Ad essoriieriscesila letteraseguente,dal pittoreindirizzataa Margherita:
Ser.maS.ia
Si compiacque V. A. l' anno p. d' honoiaimiper mezzodel P. D. Silvio commettendomi che io la servissi
nella grantavoladel Martirio di S. Orsolaet io abbracciail'operaconquellostudioche perme si puotepiù grande
e feci a mie spesela grantela tuttad' un pezzoed il telaro,continuandol'operasin a terminedi godersi,uè mai
ho chiestopartedi prezzo,ancorchèsoglianosempreesseresovvenutianticipatamente i pittori con buone somme.
Hora supplicoV. A. S. a degnarsidi dareordine ch' io sia sollevatocon quel denaroche a lei piaccia,acciò
che io possasoddisfarea miei bisognicheneterròperpetuaobligationea V. A. S. et condurròla pitturaa quella
perfettione
che desidero
Da Bologna,adii 18 di marzo 1615. d.mo et hum.moS.
LODOVICO CARRACCI.
Il quadrofu collocatol'anno seguen'e,comeil Barbozzi(agentebolognesedel duca Ferdinando)lo preavver
tiva, ondeprodigasse al pittoreonestee lieteaccoglienze:
Ser.moS. mio....
Percheil S. LodovicoCarazzi pittoresingolaree mio amicissimo vienea collocarenella chiesadi M.ma Ser.ma
di Ferrarauna grandee nobilissima sua fattura, non ho volutoche un soggettoper infiniti rispettiraguardevole si
partadi costa senzaesserearrichitodella proletioneincomparabiledi V. A. S., la quale per ereditariasortee
propriagenerosità è unico Mecenate,ecc. Perciò supplicol'A. V. S. che ai degnid'abbracciarecon la sua beni
gnitacotestosoggetto,il qualese non fossecelebratissimo per tuttal' Europa et caro a tanti Prencipi come egli è
meritarebbe per alcun segno del suo valoreriserbatonel tesorodelle pitture adunatedal gloriosogran Padre di
V. A. S. et per l'amirabileopra ch'egli conducecostàd'esserehonoratodi quellagratin,ecc.
Bologna,9 gennaio1516. AND. BARBAZZI.
Il pagamento dei quadrofu fatto,perordinedi MargheritaGonzaga,a Ferraradal suouomod'affari G. Moro,
che le scrivevail 24 gennaio:
Hierseraasaiben tardi mi fu resauna letteradi V. A. dal Mag.co Lodovico Caiacci pittoreal quale io
feci pagarsubitoscudi250, da lire quatrodi Ferraral' uno.... fui necessitato
di spenderelire sette di Ferrarane
l'aggiodi 140 ungaridi pesoch' io procuraiche li fosseropagati,il rimanenteseli diedetantamonetaveneciana,
per manierach'egli è restatointieramentesati-iato".
1 due quadridi S. Francescoe S. Antonio sodoattribuitidallevecchieguidedi Mantova al Possenti,scolaro
di L. Carracci,od allo stessomaestro : ma i documentigonzagheschili restituisconoal vero autore,al Bonon.
Margheritavenivainfatticosi informatadal suo agenteferrarese predetto(3 luglio 1616):
Ser.maM.ma
M. Carlo Bonon pittoreha lavoratosin qui asai lentamente nelli dui quadridi V. A., cioè di S. Francesco
et di S. Antonio di Padova.... Mi ha promesso di darmelifiniti primache passiil presentemese....
GIULIO MORO.
Nel settembre i due dipinti eranoa posto.
Tre anni dopo i PP. Teatini, profittandodella liberalitàdi MargheritaGonzaga,assegnarono al Carraccil'e
secuzionedi due quadri per la cappellache nella lor chiesadi S. Maurizio era dedicataalla Santa, di cui la mu
nifica principessaportavail nome. In un libretto,conservatonell'Arch. Gonzaga,son raccoltele deliberazioni dei
PP. Teatini ne'Capitoli tenutidal 1615 al 1624; e tra esseleggiamo,sottola data 20 gennaio1619:
Fu conchiusoche si faccianofinir i due quadriper la Cappelladi S.a Margheritadal Pittor Caracci Bo
logneseper non perderl'arra di 30 zecchinidatigli già dalla f. Memoriadi Madamadi Ferrara ".
"
E il 26 novembre: essendomortoil Caraccio pittorebologneseil qualehavea già dato principioa due
quadriper la cappelladi S. Margherita,per li quali haveahavutagià l'arra si è conclusoche si veggaricuperar
quantosi può di essaarra et si facciaseguitari quadrida altri pittori che pareràal P. Preposito e P. Butricario
''
in Bologna,etiandiocon qualchemediocrespesadi più, purchèsianofatti da valenthuomini dell'arte (2).
Secondodocumentidell'Arch. di Stato (1809-1I) tre eranoi quadricarracceschi che ornavanola Chiesadi
S. Maurizio, alloradettachiesamilitaredi S. Napoleone;e cioè: l'Annunciatadi AgostinoCarracci,S. Marghe
rita nell'artod'esseredecapitatadi Annibale Carracci,S. Francescorapitoin estasidal suonodell'Angelo di Lo-
"
(0 Un elencoredattonel 1787 de' quadri trasportatida1Monasterodi S. Orsola al Reale Ginnasio" annovera:
6 quadrettipicciolidipintisulla lavagnadal Fetti, mezzibusti: 8 quadridi Lucrina Fetti, tutti sulla vita e passionedi
Cristo, dalla visitadi S. Elisabettaal suppliziodel Calvario.
(2) Come si concilia questaaffermazioneinoppugnabilecon la letteradel Carracci,Bologna, 14 giugno 1616
"
(efr. D'ARCO, Artefici, tavola S. Margherita fini mandai Mantova.... piacque
II,
cui detto
la
in
di
la
50)
si
è
a
1
il
il
Ritratto d'Isabella d'Este, di Tiziano (Museo di Vienna).
Ritratto tizianesco d'Isabella giovane svisato dal Rubens
(Incisione del Vorsterman).
l'inventario de' quadri nel 1627 129
577. Un quadro senza cornici, dipintovi una donna dal naturale, coperta da un
panicello, L. 18.
578. Un quadretto sopra l'asse dipinto S. Antonio tentato di diverse fantasme con
cornice fregiata d'oro, opera del Brugol, L. 240.
579. Un quadretto d'asse dipintovi del naturale un giovine con una lettera in mano,
L. 24.
580. Un quadretto d'asse dipintovi la B. V. con il puttino et S. Giovanni et sei
sante che la circonda assisa in tera, L. 36.
581. Un quadro sopra l'asse dipintovi il Martirio dell' Inocenti con cornice di pero,
L. 100.
562. Un quadretto sopra la tella di chiaro fatto in scuro Davit che ha tagliato la
testa a Golia con cornici, L. 24.
583. Doi quadri in uno dipinto Mad.™» et l'altro l'Imperatore (1), L. 60.
584. Un quadro sopra tella dipintovi diversi frutti del naturale, L. 36.
585. Cinque quadri tutti d' una somilianza con cornici dipinte di bianco tutti sopra
l'asse; nel primo la Madonna con il bambino in braccio, nel 2° S. Cristoforo,
nel 3° la Madonna che lava il bambino nato, nel 4° la Madonna con il bam
bino et un coro d'angeli et nel 5° N. S. che lava i piedi alli apostoli, L. 148.
586. Un quadro longo dipintovi N. S. quando resusitò, sopra l'asse, opera del Man-
tegna, L. 90. »
587. Un quadretto sopra tella dipintovi la Madonna che allata il bambino, mezza
figura con cornici, L. 30.
588. Doi quadri con cornice adorata, in uno la B. V., il bambino, S. Giosefo,
S. Anna et S. Giovanni et di sotto una Madonna sentata sopra un trono, ne
l'altro la Madonna che adora il bambino, opera imperfetta, L. 60.
593. Doi quadri d'asse dipintovi doi ritrati di dottori oltramontani, opera di Quin
tino con cornice bianca, L. 180.
594. Un quadretto d'asse dipintovi N. S. che scherza con S. Giovanni fanciullo,
con cornice, L. 24.
595. Un'ancona dipinto sopra l'asse, la Madonna, il bambino che dorme, S. Fran
cesco et S. Geronimo con ornamento intagliato adorato, L. 120.
5%. Sei quadretti d'asse dipinto in uno una parabola de 1' Evangelio,
di quello che
fu ferito, nel 2° un sacrifitio antico, nel 3° Bacco et una Ninfa, nel 4° un Si
leno imbriaco, nel 5° una donna vestita alla moderna con bichiero in mano,
nel 6° la virtù ch'ha legato il vitio, L. 360.
597. Una testa d'un ritrato fiorentino, opera del Bronzino con cornice con intaglio
fregiato d'oro, L. 120.
598. Un quadro d'asse dipintovi una Madonna con il bambino in braccio, mezza
figura con cornice, L. 30.
599. Un quadretto dipintovi un ritratto del naturale con zazara longa con cornice
et intagli! adorati, L. 18.
600. Un quadro dipintovi una Judit con la testa de l'Oloferno con cornice adorata
di mano del Bronzino, L. 150.
Cfr. il n. 78 del cat. Bathoe.
607. Un quadro grande dipintovi N. S. quando creò animali con cornice fre
giata d'oro, L. 60.
608. Doi quadri dipintovi un fratello ed una sorella, L. 36.
609. Un quadro dipintovi Judit, mezza con cornice ado
di
il
di
Pietro 360.
S.
et et
Certo Sacra Famigliadel Dossi (Law, p. 34 n. 49 del catalogoBathoe).
la
Un quadro d'asse dipintovi un padre et matre famiglia con otto figlioli opera
di
61
1.
612. Un quadro fatto guazzo dipintovi gente antica che stano giocando scaco,
a
con cornice
Cfr. n. 47 del cat. Baihoe.
l'inventario de' quadri nel 1627 131
613. Un quadro d'asse dipintovi un marchese antico con cornice adorata, L. 30.
614. Un quadro sopra l'asse dipintovi S. Geronimo intiero che sta contemplando
con un libro in mano con cornici di piella, L. 60.
615. Un quadro dipintovi una Lucretia romana iniuda opera di Titiano con cornice
di noce, L. 160.
616. Un quadro sopra l'asse dipintovi un Plutone sopra un carro tirato da cavalli
con cornici di piella, opera di Giulio Romano, L. 90.
61 7. Doi quadri di sotto mezzo tondi, in uno l' istoria di trei Maggi et nell' altro
la circoncisione di N. S. con cornici di piella, L. 72.
618. Un quadretto sopra l'asse dipintovi un presepio con cornice piata fregiata d'oro,
L. 48.
619. Un quadro sopra l'asse dipintovi un paese con S. Cristoforo che passa l'aqua,
cornice adorata, L. 120.
620. Un quadro sopra tella dipintovi trei teste di vecchi con barba longa, opera
del Balioni, L. 36.
621. Un quadro sopra tella dipintovi N. S. et l'adultera con un puoco di busto
senza cornice di mano del Mantegna, L. 72.
Cfr. a. 15 cat. Bathoe. e per altre operedel Mantegna,il n. 7.
622. Un quadro sopra la tella dipinto un ritrato del naturale d'un goioliero in trei
faccie con cornice di noce, L. 90.
623. Un quadro di tella senza cornice dipintovi diversi villani dal naturale et frutti,
L. 72.
624. Un quadro sopra l'asse dipintovi un cambiator da monete todesco et una te
desca, senza cornici, L. 72.
625. Doi quadri grandi legati insieme con un ornamento adorato, in uno dipinto il
sposalitio di S. Catterina et ne l'altro N. S. deposto di croce, L. 240.
626. Doi quadri d' una grandezza con cornice adorata, in uno dipinto una donna
scapiliata, mezza figura, et nell'altro una Venere et Cupido cavati dal natu
rale, L. 90.
627. Un quadretto rotto per mezzo dipintovi soldati, con cornice piata, L. 72.
628. Un quadro d'asse dipintovi una copia di Lucretia romana, L. 48.
629. Un quadro con le ante dipintovi i trei Maggi che adorano N. S. con cornice
fregiata d'oro, L. 240.
630. Quattro quadertini legati in un ornamento, nelli quali vi sono diverse Ma
donne e santi, L. 120.
631. Otto quadretti alti tutti in una misura con cornice adorata, in uno una Ma
donna col bambino sentato sopra un cossino, nel 2° una donna che sta tesendo
fiori, nel 3° la B. V. con il bambino che li stringe il dito grosso, nel 4° una
testa d' un uomo, nel 5° un ritrato d' un giovanetto con una bretta in testa,
nel 6° un ritrato d' una donna fiamenga, nel 7° una Madonna con il bambino
che dorme in braccio, nel 8° una S. Madalena, L. 144.
1 32 DOCUMENTI
632. Doi quadretti legati in un ornamento adorato dipintovi una Madonna per
quadretto, L. 36.
633. Sei quadri dipintovi ritrati del naturale: in uno, un vecchio rasso con la za-
zara, et i guanti in mano; nel 2° un giovine con la zazara longa et beretta
all'antica; nel 3° una donna con busto basso verde; 4° un vecchio rasso con
un libro in mano; 5° uno con le mani al petto et centa rossa; 6° un ritrato
con le maniche tagliate, tutti con cornici di noce, L. 360.
Or. Un. 16 del cat. Bathoe.
634. Trei quadri di mano del Fetti sopra 1' asse, in uno dipinta la visione di
S. Pietro, nel 2° Eva (1) che sta filando, nel 3° il sacrifitio di Nouè, doi con
cornici et uno senza, L. 300.
635. Doi quadertini legati in un quadro, in uno una Madonna et nell'altro N. S.
nel tempio, L. 18.
636. Un quadro con cornice adorata dipintovi una Madonna scura, L. 12.
637. Un quadro dipintovi un ritrato d'homo con barba rossa con cornice adorata, L. 8.
638. Un disegno grande del giuditio di Michelangelo, di mano del Marcello, L. 150.
639. Un disegno di tutto il mondo sopra la carta pergamena con cornice nera, L. 36.
640. Un asse in forma d'otto facie senza cornice dipintovi la favola d'Aragna (2),
L. 12.
641. Un quadretto dipintovi N. S. deposto di croce, cavato dalla stampa del Par-
megiano con cornice, L. 2.
642. Un quadretto fattovi una bozza sopra quando N. S. disputava fra dottori con
cornice, L. 24.
643. Un quadro dipintovi di chiaro in scuro un modello della villa della sala della
Favorita, L. 15.
644. Un quadrettino dipintovi N. S. colgalo sopra la croce con cornice adorata, L. 18.
645. Un quadretto dipintovi Orfeo che sta sonando in un paese con cornice fre
giata d'oro, L. 4.
646. Trei asseselle dipintovi sopra di chiaro in scuro in una il Spirito Santo che
cade sopra alli Apostoli, ne l'altro S. Barbara et nel 3° S." Caterina, L. 18.
647. Un quadertino dipintovi un paese con una cingalina con cornici, L. 15.
648. Doi quadri longhi d'asse dipintovi diversi mostri marini che van scherzando
per il mare, opera di Giulio Romano, L. 300.
649. Un quadro grande dipintovi N. S. quando fu portato alla sepoltura con cor
nice fregiata d'oro, L. 400.
650. Un quadro dipintovi il Martino de Nocenti con cornise di noce, opera del
Brugol, L. 240.
Or. il n. 55 del cat. Bathoe.
"
una "I
(1) D'Arco:
"
(2) 11D'Arco stampa: Ariana ".
l'inventario de' quadri nel 1627 133
654. Doi quadri legati in uno, in uno dipinto Aula, et nell'altro Venere, Cupido
et Vulcano, L. 48.
655. Un quadro dipintovi una copia di Felippo Cesare (1), L. 18.
656. Un quadro dipintovi un Amor che dorme con cornici, L. 18.
657. Quattro quadretti longhi dipintovi quattro paesi, L. 48.
658. Trei quadri compagni con cornici adorate, in uno Danae, nel 2° una Judit
opera del Romanino et nel 3° una vestita da cingara, L. 180.
659. Un quadro Iongo in altezza d'asse dipintovi l' assontione della B. V., L. 60.
660. Un quadro dipintovi sopra diversi che fano musica con cornice fregiata d'oro,
L. 24.
661. Trei quadri senza cornici, doi pari et un minore dipintovi paesi, L. 96.
662. Un quadro dipintovi Lot che sta scherzando con le figliole senza cornici, L. 72.
663. Un quadro dipintovi un paese et un'aqua che score et una liberalità senza
cornici, L. 15.
664. Sette quadri con cornici dipintovi Santi et Sante diverse, opere del Fetti,
L. 420.
665. Un quadro sopra l'altare dipintovi il sposalitio di S. Caterina con cornice fre
giata d'oro, L. 240.
666. Doi quadri retrati del naturale, uno d'una Regina di Spagna et l'altro d'una
dama spagnola con cornici, L. 40.
667. Un quadro sopra l' asse dipintovi la Madona con il bambino in braccio,
S. Geronimo et S. Gioseffo, con cornice intagliata dorata, L. 72.
668. Un altro quadretto simile al detto con la Madonna, mezza figura con il bam
bino in piedi sopra la tavola, S. Giovanni, S. Giorgio et S. Francesco con
cornice adorata, L. 72.
669. Un quadro dipintovi N. S. coronato di spine et legato di fune, vestito di
porpora, con cornice nera fregiata d'oro, L. 24.
670. Un quadro sopra l'asse dipintovi la Madona simile a quella delle Gratie con
cornice fregiata d'oro, opera di mano del Bonsignore, L. 300.
DevesiintendereFrancescoBonsignorio suo fratelloBernardino
> Quest'ultimo figura morto, di 55 anni, a
Mantova (Registrinecrol.)il 9 gennaio1529.
67 1. Un quadro sopra l' asse dipintovi una Madonna mezza figura con il bambino
in braccio che presenta una ghirlanda di fiori ad una Vergine con cornice fre
giata d'oro, L. 150.
672. Un quadro sopra l'asse dipintovi una Madona che sta a seder in terra con il
bambino in braccio, S. Gioseffo, S. Elisabetta et S. Gio. con cornice adorata,
L. 90.
673. Un quadro sopra l'asse dipintovi una Madona circondata da Angeli et pastori
con cornici di noce di mano di Dosso, L. 120.
Nel 2° camarino.
674. Quattro quadri dipintovi paesi sopra l'asse con cornice d'ebano, L. 480.
675. Un altro quadro maggiore dipinto sopra la tella un paese alla ripa del mare
con cornice d'ebano, L. 120.
676. Doi quadretti dipintovi sopra l'asse diversi frutti et animali con cornice nera
piata, L. 72.
677. Un quadretto sopra il rame dipintovi un Presepio con cornice d'ebano, L. 48.
678. Otto quadri tutti a una misura dipintovi sopra Madone et altri Santi con cor
nici adorate, stimati tutti, L. 600.
679. Doi quadretti sopra porte con Madone mezza figura con il bambino, uno in
piedi et l'altro che sede, con cornici nere fregiate d'oro, L. 72.
680. Diecisette quadri d' asse dipintovi ritrati di casa d'Austria con trascritti i loro
nomi, con cornici a tutti eccettuando a quattro, L. 150.
gli
di
usci dipintovi dame con un
puoco busto con cornici fregiate d'oro, L.
di
12.
682. Un quadro sopra camino donna che sona viola
di
di
dipintovi una finta
il
notte, L. 36.
683. Un quadro dipinto sopra con braccio, che
in
685. Sette quadri dipintovi ritrati dame, quattro con cornici trei senza, L. 240.
di
687. Dieci quadretti fatti diminiatura con cornice adorata dipintovi sopra frutti
a
dipintovi
692. Un 'anconetana attacata una Madona, L.
9.
all'uso dipintovi
l'inventario de' quadri nel 1627 135
Nella 2» camera.
693. Un quadro dipintovi una Leda con Giove converso in un cigno, L. 30.
694. Un quadro dipintovi un paese con diverse figure con cornice fregiata d'oro, L. 18.
695. Un quadertino piciolo dipintovi un Quinto Curdo con il cavallo che salta
nella voragine, con cornici, L. 8.
696. Doi quadretti senza cornice in uno dipinto quando fu tagliata la testa a S. Gio
vanni et nell'altro quadro figure in un groppo, L. 16.
697. Un quadretto dipintovi una dama antica con cornici, L. 6.
698. Cinque quadertini senza cornici dipinti a paesi, L. 25.
699. Trei quadri dipintovi trei ritrati del naturale, doi che stano legendo sopra libri
et uno armato, doi con cornici et l'altro senza, L. 120.
700. Un quadro sopra l'asse dipintovi la natività della Madonna con cornici, L. 24.
701. Un quadretto dipintovi una testa senza cornici, L. 1.
702. Un quadertino dipintovi un paese con cornici, L. 2.
703. Un quadro dipintovi una sore con un gilio in mano con cornice nera, L. 9.
704. Un quadertino senza cornici dipintovi una Madona che basa il bambino, L. 10.
705. Quattro quadretti con teste di ritrati persone vulgari, L. 16.
706. Un quadro senza cornice dipintovi una donna che piglia fiori fuori d'un vaso, L. 8.
707. Un quadro senza cornici dipintovi N. S. bambino sentato sopra le nuole, L. 18.
708. Un quadro dipiatovi la cena di N. S. con cornici, L. 4.
709. Un quadretto piciolo dipintovi la B. V. con il bambino in braccio, L. 18.
710. Un quadro dipintovi l' Erodiade, mezza figura con cornici, L. 4.
711. Un quadretto dipintovi un Signore della casa, L. 6.
712. Doi quadri alti e stretti, dipintovi in uno una Sibilla et nell'altro un Profeta,
L. 72.
713. Un quadertino senza cornici, dipintovi la Madalena nel deserto, L. 12.
7 14. Un quadretto dipintovi una donna iniuda con una testa di morto in mano, L. 3.
715. Un quadro dipintovi un frate di S. Francesco, L. 4.
716. Un quadro dipintovi un S. Geronimo cavato dalla stampa d'Alberto, L. 4.
717. Un quadertino picciolo dipintovi un S.re della casa, L. 4.
718. Un quadro dipintovi un ritratto rotto con la cornice, L. 12.
719. Un quadretto dipintovi N. S. che porta la croce, mezza figura con cornice
fregiata d'oro, L. 12.
720. Un quadretto dipintovi un bambino che dorme con cornice, L. 4.
721. Un quadro senza cornici dipintovi un ritrato con un coletto tagliato, L. 4.
722. Un quadretto dipintovi una prospettiva d'una piazza con cornice, L. 4.
723. Un quadretto dipintovi un ritratto antico con beriola rossa, L. 4.
724. Un quadretto dipinto a paesi con cornici, L. 4.
725. Un altro quadretto dipinto a paesi con un romito in una grotta con cornice
nera, L. 3.
726. Doi quadri sopra l'asse dipintovi doi vescovi santi, L. 48.
727. Un altro simile dipintovi il Salvatore, 16.
728. Doi quadretti dipintovi in uno la Madonna che adora il bambino et nell'altro
il sposalitio di S. Caterina con cornici, L. 6.
136 DOCUMENTI
736. Nove quadretti longhi in altezza dipintovi dal naturale vasi pieni di fiori con
cornice nera, L. 240.
737. Cinque quadri sopra il legno dipintovi vasi di fiori et frutti dal naturale con
cornice d'ebano fregiata d'oro et mascherini di bronzo, L. 600.
736. Doi telle di forma ovata dipintovi in una Diana et nell'altra Adone, opera
del Balioni, L. 120.
Or. il n. 21 del cai. Bathoe.
739. Un quadro dipintovi sopra il ritrato di Selim re de' Turchi con cornice bianca,
L. 30.
II.
La corrispondenza degli Archivi di Mantova e Londra
concernente la vendita del 1627-28
conte
e
i
dal 'Public Record Office Londra, che
di
a
Parigi (già editi nell'opuscolo del Roussel, La petite Sainte-Famille de
Raphael).
agosto
2
e
:
musico del Re
di
un gentilhomo ch' Ingilterra et sona
d'
inglese viola
la
sopra
è
gamba comprare
il
a
d'
so
che Sua M.'à della gran Bretagna ringratiarà ogni che farà accoglienza questo
a
u.
è
V.
di
stare gamba,
li
fa a
che più ch' un altro sopra lauto et dipende da persone alte. Va vedendo
il
il
S.r et estasi
il
tendo abastanza proferire honori ch'à riceputo... et sarà una tromba che farà
si
li
Sua Maestà u.
di
sentire fin
in
cab ine to
Idem, 14 novembre 1626: Hebbi gran disgusto della morte del S.™° Fer
'
dinando: fiora resto consolato ch'el Ser.mo Duca Vincenzo sia successo et prego
A.
S.
Iddio conservarli longa vitta et fare godere papato con sommo contento.
il
a
Averò A.
S.
trattare
la
a
S.™ et potrò venire mandare, fatto che sia un poco tempo. Intanto ringratio
il
o
V.
11
di
me u.
a
138 DOCUMENTI
"
// medesimo, 28 gennaio 1627: Il presentator di questa è il S.r Felipo
Usegren (1) il qual pigliarà in notta li quadri, con il favor di V. S. Ill. et ritornato
che sarà tratteremo del pretio u.
Niccolò Avellani, 20 febbraio 1 627 : " Qui si dice che Filippone sii costi a
far scelta de' quadri dell'A. S. per comprarli e farne essito poi in Inghilterra e con
altri Prencipi grandi, che hanno sempre havuto l'occhio per havergli. Questo vien
biasmato sopra modo da quelli che sono pratichi delle corti... racordando che in
ogni evento quegli saran dimandati per cose singularì uscite per denari dalle mani
del Ser.mo di Mantova, il quale oltre che per l'altre singolar cose è grandemente
nominato per causa del singolar studio di pittura che supera ogni altro... poi che
gli
gli
dua sono in Europa Prìncipi che per singolarità studio celebrati:
di
sono
l'uno Ser.mo Patrone per rispetto delle pitture, et l'altro Granduca per
il
è
il
è
scolture. Però V.
S.
delle che vaglij
di
causa prudente quest'avertimento,
si
I.
è
degni pigliarlo bona poi che come ho detto se fosse vera l'alie-
in
parte,
si
e
natione d'esse pitture che tutto mondo insieme non n'ha tante, chi ama casa
la
il
gli
Ser.ma ne sentirebbe dolore, si come per contrario quelli che invidiano altro
in il
non desiderariano che haver questo capo per lacerar l'estimatione cosi
di
mano
mag.mo Principe ,.
D. 5Vj/j, 627
,
Mantua,
E
marzo tornato mio homo che mandai
6
il
1
a
:
io
è
vorrebbe ancora pigliare dell'altri quadri della segonda poliza. Che se cosi conten-
A.
S.
subito notta
di
di
be sogna sia ma
smorsarò ogni cossa con dire che nulla puol fare u.
si
20 Ho ricevuto
//
medesimo,
la
sua
la
1
7
:
prezzi delli quadri cristalli ripartiti duo capi. Mando qui incluso un altra notta
in
e
delli quadri che vorrebbe, alla quale ho pretio medemo che ha messo
io
messo
il
ma
V. bianco,
S.
il
non essendo quei nella lista mandatami.... Poi proferirò pretio tanto honesto che
io
li
:
(I
)
affetto
a
et supplicarla restarservita favorirmi quel librettoche diedi mentr'era questa città con quelli ovadini
di
di
le
di
in
di
le
dendolemi farà gratia farleconsegnare mona.Vincenzo Feti che lui me recapiterà.Iddio con ampiezade stati
di
le
a
Di V. A. S.
Idem.
et oltre di questo
27 marzo:
vorrebbe:
"
La notte mandatomi importe. ... se. 19598
..."
Madona e Evangelisti del Sarto ■
2000
San Jeronimo Julio Roman del naturai 1000
Duo quadri del Coregio nella Grotta:
Marsio Apollo et a l'imposto "
e tre deità . 2000
"
Le tre Gratie, Venere, Amori di Guido . . 300
Li Orbi del Brugel vecchio "
200
Otto ovadi Brugel vecchio ■
200
Madona picola di Rafael .
Madonina del Sarto abozzata \
"402
n
n
15102
se. 34700
Un quadro d'una famiglia di Bernardin Licinio di molti
"
ritratti 300
Gli primi se. 19598 sono il pretio che V. S. Ill.™" ha messo nella notte:
—
gli
li
li
più alto che mai possibile, et fanno insieme se. 35 mila, però intendo
io
stato
il
che tutti hanno da essere scudi mantuani et che mi sia disfalcato ducatoni quat-
li
tromille che ho d'avere per palla con ovadi et che dando sicurtà
di
a Mantua
la
lapis,
mi sia conduto detti quadri a Venetia, ove sborsare subito danaro a quello che
li
il
di
mi sarà comesso farò discaricare nella mia Morano che
la di
et casa nissuno
le
io
di
siano condotte qui acciò che per strada non mi siano imposto datii ponte
al
è
Lagoscuro.... u.
aprile d'accordo
"
resposta sua
3
3
1
:
se. 19598
che V.
in S.
di
il
mantuani
dare delli duodeci
di
Imperatori
li
se. 36398
Quadri che si nomina da novo
Un San Jeronimo di Quintino se. 300
Lucretia Romana del Correggio, cioè una delle
dua, la meglio (2) n
400
"
Una pietà picola del Correggio 200
Una Madona Palma vecchio con S. Rocco et
S. Bastiano '100
Un ballo d'Andrea Mantegna nella grotta (3) . "301
"
Un quadro del Costa vecchio nella grotta . . 301
1602
se. 38 mila
si che V. S. Ill.™ vede che ho augmentato il prezzo di alcune cosse nella seconda
poli/a et fatto una terza poliza d'alcune cossete da me smentigate, facendo tutto
insieme scudi 38 m. di Mantua. Et credo che a quel segno V. S. IH.™ me le puoI
far dare, conoscendo in mia conscienza di avere in molte cosse offerto troppo per
l'amore grande che porto alla pittura....
"
*P. S. Et quanto alla poliza delli quadri refutati, se V. S. IH.™ voele che le
pigli ne darò se. 2 mila, che tutto insieme farano boni e cattivi se. 40 m. di Mantua u.
Idem, 10 aprile: ' La sua di 7 coir, mi denontia che non si voel diminuir
niente delli prezzi scritti, sopra di che ripetarò che non trovo gran svario d' un
pretio a l'altro, cioè della domanda alla proferta, ma la differentia della moneta fa
qualcosa. Però per facilitare la moneta darò 5 m. scudi di più, che fanno 45 m.
scudi di Mantua.... pretio veramente grande et intendo con li patti già scritti. Et
credo che V. S. IH.™ mi scriverà di si u.
•
Idem, 17 aprile: Vedo che si persista nel pretio accenato in tanti ducatoni
con farmi buono il poco mio credito, ma avanti che dichi il mio ultimo pensiero
suplico V. S. IH.™ di mettere il pretio alla quarta lista che fin hora non si è fatto,
et sono li quadri (aggiunti nella lettera del 3 aprile, ai quali a lapis, di pugno
forse dello Striggi furono segnati in parte i prezzi: S. Girolamo di Quintino,
scudi 500, Lucretia di Correggio 2100, Madonna del Palma 200) u.
Idem, 24 aprile: ' Ho havuto la grata sua di 21 corr. con lo pretio della
quarta lista, et acciò il tutto passa con intendersi bene repiligarò il passato per
concludere con fermezza.
La prima lista sono una quantità di quadri in tre foglie di carta, messo
li pretii da V. S. Ill.1" uno a uno et
importano in tutto ducatoni 19598 proferto sc. 19598
La seconda 12 Imperatori Titiano, Ma
donna Raffaello, Madonna A. del
" "
Sarto, S. Jeronimo Giulio Romano, . 27000 12000
La terza le tre Gratie di Guido, Orbi
Brugel vecchio, 8 ovati Brugel vecchio.
Madonna picola Rafaello, duo quadri
Coregio della Grotta, un quadro d'u
na
donna
famiglia di molti ritrati,
A. del Sarto abozata
Quadri refutati apare per una sua nota
una
... Ma
"
"
7700
7125
"
"
3400
2000
Ho poi proferto sopra tutto il mercato ' ... 5000
La quarta lista il San Jeronimo Quin
tino, Lucretia romana di duo la me-
"
gliora, una Madonna di Palma vecchio 1000 proferisco 1000
Idem, 12 giugno : ' Non ho più tosto resposto per un grave contrasto che vi
è nato fra me et la mia borsa. Io voleva proferire più di quello ho fatto, ella non
142 DOCUMENTI
voel et dice che basta. Però li darò un altro assalto et avisarò con il prossimo
quello sarà seguito.... u.
Idem, 10 luglio: ' In resposta la gratta sua di 15 giugno, mi sono assai affa
ticato di persuadere la mia borsa di voHere spudare d'avantagio delli scudi man-
tuani 50 m. et dapoi molti contrasti et gran rumori fatti insieme in secreto siamo
restato in apontamento che io debbi andare a Mantua et sopra luoco stabelire il
pretio, et cossi mi metto a 1' ordine per venire. Ho una litte contro un Conte to
desco che finirà in duo setimane.... Sarò subito da V. S. Ill.™ per dare Y ultima
mane a quel negotio, et finito quello mi sono ancora inamorato in quei vasi di cri
stallo di montagna et agate et altre pietre con pensiero fermo di convenire del
pretio prima de 1' uno et poi de l'altro, pure che V. S. IlI.™ dispona il tutto in un
ponto temperato come mi confido u.
Idem, 24 luglio: ' V. S. Ill.™ m' hesibisce la sua casa: favore tropo grande
che non ho meritato, il che tuttavia accettarci se non fusse quel negotio che la sa,
per rispetto del quale sarà meglio che io stia retirato come passagiero con l' hoste
per non dare inditio alli curiosi di cossa alcuna.... u.
"
Idem, Mantova, 30 agosto: Io Daniele Nijs essendo stato a Mantua 17
giorni, credendo di spedirmi in 3 giorni, et avendo oltra il mercato fatto con S.
A. S. delle pitture, imbosato un mercato delli marmi et poche pitture, et non po
gli
tendo per scarsità di tempo finire detto mercato, ho pregato molto IH. S." Giulio
Cesare Savarello, Gio. Batt.* Nusari concludere detto mercato
di
in
mia absentia
e
Io
conforme tenirò per retto
la
ben fatto, et mi obligo tenirlo per fatto et pagarò zusto quello haveranno con
di
cluso. Le quale pitture sono comprese duo liste lassato Ill.mo Conte Striggi
in
S.r
al
Cancell.™ . Et libro ebano con cento
di in
di di
d'
coperto
d'
in
30 d'agosto
in
Mantua.
dì
propria
a
Daniel Nys u.
notte
4
bona salute et felice viagio, iddio laudato, et siamo per tutto per desterità
la
passati
Gli danari con
in
tarò mercordì p. tutti detto S.r Cristino, che per giovedì puotrà fare viaggio ,.
al
si
V.
n
Diego settembre:
6
per zelante soverchiamente del servitio del comun padrone, massime dove ella habbia
V. longhezze trovate nel S.r Nys circha sborso
lo
S.
del dinaro tempo prefisso.... Le significai anco mormorationi che subito arivato
le
al
andare atorno con poca riputatone S. A. per vendita dei quadri, qui
la
di
intesi
publicamente nottoria.... che tale favola per città che non parla d'altro....
la
la
si
è
per havere
la
Spedisco Godino su
le
presente poste
I.
il
che può,
io
si
ancora una difficoltà accennata dal S.r Nys che non habbia suffi
io
et per avisare
danaro, onde egli legitimamente possia sborsarlo
in
questo
è
sente
si
a
LA CORRISPONDENZA DEGÙ ARCHIVI DI MANTOVA E LONDRA 143
pare alla prudenza di V. S. I. che tutto quello passa in questo negotio venga es
sere saputo da S. A. come lo stimerei bene, non manchano a noi ancora prettesti
più ragionevoli di recedere dalla negotiatione.... Supplico V. S. Ill.™ a compatirmi
et a scusare V ardire, se la estrema passione che io provo in sentire quello ch' io
sento mi spinge a non tacerlo parimenti a lei, la quale.... qui è tenuto.... promotore
di tale negotio, del quale tutti dicono che chi l'abbia conchiuso non possa in ultimo
riportarne gran giovamento.... Senatori principali amici della Casa hanno sino detto
che se russerò tutto il corpo del Senato vorebbero redimere le pitture e rimetterle
A.
gli
per farli conoscere che fatto fare da quei Ministri chi più
di
a S. fida....
si
è
residente deImperatore (diceva) che sarebbe obligato A.
S.
di
scrivere come
Il
l'
a
sia stato inganato ,.
cale): Tengo lettera del S.r Cristino venutami questa mattina da Venetia per
'
d'
staffetta, con cui mi dice haver sentito molta mormoratione colà per vendita
la
maggior quantità et qualità quello che
in
di
in
dei quadri publicata effetto, sog
è
giungendo che S.r Nys del corrente, essendo nostri giunti colà non
ai
3,
ai
6
il
denaro, i A.,
fa
instanza, S.
il
a
inferire che questa sarebbe una buona occasione
di
volendo quasi recedere dal con
tratto, che da lui stima dannoso, mentre da altri meglio informati giudicato
si
è
A. V.
S.
ai
utile per sa
Il
9
contante et promise prima che partisse
lo
di
rebbe stato pronto tutto stesso qua,
il
ma un giorno non ha regola. Però non posso credere che Nys non sia per usare
il
in
"
il
tale materia, ne et
il
A.,
S.
fermò ma mo
si
il
desta
tutto fosse passato solo per mio mezzo, ne haverebbe ella ricevuto non poco utile.
Ma factum non biasimo già dar via quadri per dispegnar gioie, che
Io
lauda.
il
di
debiti necessari], tanto più che questa casa resta cosi bene pitture fornita dopo
tale alienatone, non l'agguaglia, et V. S.r Duca
S.
choro
di
al
nostri non può dar sicuro giudicio delle deliberationi. so che tal negotio non
in
di
vaglia.
lo
Il
publicatione del fatto, che se fosse passato solo per mia mano, mi dava l'animo
che sarebbe rimasto segreto (2).
„
(1) Gonzaga.
" "
altre lettere Parma del 15, 22 lett. ripete: cosafattacapo ha ". — Vorrebbe col sangueproprio
al
le In
'
(2)
soffocare mormorazioni, ma non v'è ormaialtro rimedioche silenzio.
il
144 DOCUMENTI
"
Q. C. Zavarelli, 1 1 settembre : Parlando col S.r Nys.... me sono anco doluto
che si sia tanto divulgato la vendita di queste pitture, ecciam nelle persone basse
che ne hanno tenuto discorsi di poco gusto a quelli che amano il bon servitio di
S. A. Ha risposto che questo non sia venuto da lui, ma si ben da' suditi di quella
che habbino ripreso liberamente questa vendita, et che lui habbia detto siano per
il più copie et che il buono non li sia stato venduto, di modo che anche in questo
si scarica.
Trattarò delle statue e con il ritorno ne portare quella risolutione che ne ha-
verò cavato u.
sodisfatione da lui pretesa delli 4 m. ducatoni fece motto che nel negotio che
trattava de quadri per Inghilterra riavrebbe havuta sodisfatione per quanto haveva
gli
inteso, et che Nys replicò, che Re non haveva tempo da attendere a tali
il
il
Riferisce
di
essendo studiare.
a
de quadri Venetia stata per coprir fatto, et che negotio sia per Parma
a
il
è
il
il
fu
corrobora Spiga con questo che quando stabilito contratto, Zavarelli mandò
lo
il
il
il
suo nipote Parma per provisione del denaro. Et che quando furono Venetia
la
a
a
Il vero ritratto leonardesco d'Isabella
(Firenze, Galleria degli Uffizi).
IO
Preteso ritratto leonardesco d'Isabella d'Este (Louvre).
LA CORRISPONDENZA DEGÙ ARCHIVI DI MANTOVA E LONDRA 145
gli
il Crestino altri per ricuperare contante dal Nys, furono trovate
le
et scuse
il
gli
allo sborso perchè non riaveva denaro, ma poco dapoi giunse persona posta
il
a
Spiga) da Parma con cambio. Di fatto che
di
(cosi dice lettere
lo
tutto
le
questo
V.
S.
brevemente ho spiegato egli parla con tali circostanze che se ne cava
il io
a
Zavarelli quello che habbia voluto servire
la
giuditio che sia veramente stato
Parma, il che non invidiava d'altro che Pa
di
casa pretiose pitture
di
queste Ser.mi
i
Crede ancora Spiga che se quattro occhi et sodamente col
lo
droni. parlasse
si
a
Nys per sapere verità contratto egli confidenza direbbe chiara.
di
in
questo
la
la
Ho discorso voluto darne parte V.
S.
affinchè se stima bene ne faccia
di
questo
a
A.
Io
penna da scrivere
al
motto
la
a
vegga se può intervenire per cui sia stato fatto sud. negotio non nominandogli
il
però nè Inghilterra nè Parma u.
"
settembre esseguito
dine datomi da V. A.
S.
dato da lei, che contiene nell'annesso foglio et quanto agli altri 25 mila man-
si
si
Verona dimani o l'altro per riscossa delle gioje et rinovatione dei
la
daranno
a
di
boletini, quale riscossa procurerò che segua con l'elletione quelle che saranno
la
più proposito per vendita dissegnata. rimanente del denaro, che diecimila
la
Il
è
a
ottocento et trentatre scuti, stato riposto da parte sotto mia chiave particolare „.
è
"
Diego settembre residente
:
A.
S.
S.
e
a
senti
la
il
della sua reputatione, restò confuso, aggiungendoli
in
ri si
il
il
liberamente verun
le
parlasse senza
il
guardo dolse del personaggio cui havevo spedita staffetta che non
la
posta
si
a
e
a
gli
havesse fatto pur un motto, dicendo che se ne fusse stato avisato haverebbe
A.
S.
voluto per tutti conti che stornasse partito. rutto ha però ricevuto S. S.
Il
il
i
si
accontenti informarsi
d'
segretissimamente se
si
si
chi sia stato comperato questi quadri, compratore chi stato, se Nys overo
il
il
il
è
gli
S.r
si
il
rebbe modo per riavere dette pitture, se sono per anco costi crede che
vi
se
la
e
gli
Ser.m*
la
di
A.
S.
S.
essere
V.
S.
in
in
detta
lettera disavantaggi della sua reputatione con che stato fatto questo negotio....
è
i
che più
io
per corroboratione
le
la
sangue.
la
S. A.
in
tione V. et mi ha detto che debba scriverle che non resti per qualsi
di
IlI.m"
voglia cosa non riaverla, quando bene convenisse rubarla, che manderà qui
a
IO
146 DOCUMENTI
condotta d' nomini, bisognando per tale effetto, carezze e ciò che ocorerà, perchè
insomma la desidera per tutti i conti. Per amor di Dio V. S. Ill.°* veda di far
A.
gli
restare consolato S. S. di questa creatura che le assicuro farà cosa tanto
cara.... che ne resterà con memoria tale, ecc.
In
glie questo punto intendo una
gran nova.... che Zavarelli.... se valso del colore del Nys habbi comperati
il
e
di
quadri) per Duca Parma: cosa che.... saria total ruina del S.r Zavarelli
la
il
(i
A.
S.
per l'affronto che (laverebbe fatto havendoli dato d'intendere che questi
a
in
quadri siano andati mano a principi oltramontani che mai non se ne sarebbe sen
tito nova alcuna. Sia raccomandato anche questo alla sua prudenza.... (.
il
è
dimostrar pentimento della vendita de' quadri aggraverebbe male, farebbe aumen
il
mormorationi ricupero, Nys
"
anco
le
"
tare
al
u. Quanto sagacissimo et
si
il
è
un Re Inghilterra, se pur
d'
d'
perchè trattandosi vero che per quello sian stati
è
compri, parrebbe quasi che quello s'appogiasse ingiuria. Dio perdoni pure a chi
l'
a
„.
grat.™ sua
di
22
in si la
la
in
quale non aveva ricevuto mie et quanto libretto che non trova. Spero
al
si
fu
f.
il
sarà gionto, qual agiustarà quello occorrerà. Il negotio stato tenuto sempre da
il
è
anzi tanto che non volse comunicare
lo
al
senza
V.
S.
1'
Il
altra strada et quei che dovevano tacere hanno fatto tribuno et messo bocca
in
il
del popolo
:
non curarsene....
di
di
mostrare „.
settembre
:
V.
di
che come
lo le
I.
vi
le
russero destinate
al
male
e
il
A. Ma qui
le S.
e
per sicuro che pitture erano comperate per Duca Parma.... e
di
quasi state
il
quello che più haveva fatto credere stato che dal medesimo Duca.... stata fatta
l'
di è
di è
fusse stato
ci
qualità, agate, corniole et altre simili robbe, che tutte sono appunto state dal Za
varelli ricercate per S.r Niis, questo quello che move S. A. sentirne pas
il
le
si
e
sentisse fatti
la
si
il
havesse venduti detti quadri per se. 20O1 d'oro, come dice, per vedere palpa
si
il
bono, ma A.
S.
flagrante
Principi Italia, che per
gli
d'
resto
ci
il
LA CORRISPONDENZA DEGÙ ARCHIVI DI MANTOVA E LONDRA 147
che è venuto un fiorentino mandato dal Granduca costi per levarne alcuni pezzi.
Per amor di Dio, V. S. IH.™ veda di cavarne il netto che forsi questo basterà
per tutto. Anzi si dice che questo fiorentino li ha dichiarato di non voler guardare
a denari di quale si sia quantità per haverli.... u.
"
D. Nys, 2 ottobre: Quanto al volgo il primo vento portarà via tutte
le lor
zanze et niente fu niente sia. Se lo libreto non si trovare, suplicarò che mi sia dato
quel libro di disegni coperto d' ebano con seragli di argento che ha il S.r Giulio
Campagna, se bene mi saria più caro quel libreto picolo, ma de duo mali bisogna
elegere il minore. Il S.r Zavarello mi scrive che S. A. S. voel mandare un pittore
a posta per copiare li quadri della galleria, ma non fa besogno che mandi, che qui
non ne manca et ne abiamo di boni, et le farò copiare et le mandare poi con le
sue soaze u
Idem, 11 ottobre: " Li quadri che mancano della lista accordata sono:
Se. 1500
li quali se. 1500 ho tenuto: se dapoi si sono trovati, che si faccino consignare al
S.r Zavarelli et le pagherò subito, et non trovandoli pigliarò altre cose in cambio.
Il tutto come comandarà V. S. Ill.™. Il libretto vien bramato dalla mia tavola.... u.
"
Mantova, 27 ottobre, lo Stàggi al Nys: Nel tempo che mi è venuta la
lettera di V. S. con la nuova nota dei quadri che mancano il S.r Zavarelli si è
trasferito a Venetia, talchè bisognerà aspettare il suo ritorno per concertar seco
G. C. Zavarelli, 30 ottobre: " Al mio arrivo che fu martedì trovai il S.r Nijs
alla villa, il qual è poi ritornato eri e siamo statti asieme a molti e longi discorsi,
i quali finalmente si sono con qualche industria ridotti a segno da doverne cavar
l' intento. Siamo alli 50.m scudi da lire 6 ma con la agionta di una casella piccola
con christalli tagliati guarnita di oro e gioielata, quale non è al mio parere di molto
valore, e per il resto si raporta alle note, da quali fu lasciato fuori un libro de dise
gni per quel rispetto che ragordarò spero a V. S. DI.™: anco questo intende vi sia com
preso. Farò ogni sforzo per arrivar alli ducati che saranno scudi 8.m più delli 50.m scudi
e poi me ne ritornare non havendo qui che far per i mei interessi cosa alcuna....
Intende detto Niis con li se. 50.m haver le statue e piture qui condotte senza
sua spesa nè risego, e di pagar il denaro avanti la festa del S.mo Natale, se bene
perchè teme che non li voglia vendere vole questa casella, nè lo ò potuto cavar di
questa openione.... u-
*
G. C. Zùvarelli, 6 novembre : Il Niis si è mostrato mal sodisfatto della esclu
sione hauta della casella, seben à procurato di nasconderlo e di curarse poco di
questo contratto: e questo me lo à mostrato la bassa promessa de se. 40.° da lire 6
senza essa casella, seben poi nel fine del discorso si è rimosso dicendo che con detta
casella sia per condurse a magior pretio delli se. 50.m esebiti la passata. E perchè
ho scoperto non essere questo negotio di sua specialità, ma siben de altri, non ha
vendo voluto concludere senza il conferirlo a chi deve, seben ciò non me à detto
liberamente, me tratenirò qui infinatanto che possa haver hauto discorso per sentir
se senza essa casella si vorà condur al limito e poi me ne ritornarò, e si discorrerà
sopra questo fatto quello che penso sia per succedere.... u.
"
(Il Nys) comprò da Mozanigi da 100 statue tra quali v' è pocho di buono
e vol mostrare che con queste habia provisto al suo desiderio.... Ò mantenuto la
reputatone del negotio come si conviene u.
*
D. Nys, 20 novembre (a Qiulio C. Zaoarelli) : Vedo con la sua dì 17 9brio
che V. S. scrive che vi sono solo due liste, 1' una di se. 37697, l'altra di se. 8710.
Et io mi trovo quelle duo liste datomi dal Perfetto (1) l'urta di se. 38000, l'altra
di sc. 8000, fanno insieme 46000, ma oltra quelle duo io ne ho dato una terza a
l' Ill."1° S.r Conte Sfriggi contenendo :
cluso niente. Et vedo che questo mercato non voel concludersi per mancamento di
bon principio. Hora se cossi le pare stabilimo prima la robba che se mi voel dare,
perchè io tratto con la cassetta et voi senza talvolta et alcune volte con ella; l'uno
tira di qua, l'altro di là et questo è la causa che non si accordiamo. Hora per fare
questo benetto mercato, besogna tornare al principio. Io domando adunque quanto
V. S. voele delle tre liste già nominate di sopra insieme con la cassetta et ancora
con quel carneo grande, et io poi proferirò generosamente, et spero che faremo
mercato con l' aiuto d' Iddio ; però vedete primo se S. A. S. si vorrà privare di
quello che io domando, et poi sapere il pretio, il quale io aspetto.
Averò caro che V. S. agiusti il conto vecchio, con ancora il punto delle copie
et soaze (cornici) per non pensarci più „.
"
D. Nys, 4 dicembre: Vedo con la grata sua di 30 novembrio quello scrive
in proposito della prima lista ch'è stata messa a sc. 38 m. e la seconda sc. 8 m. e
fanno insieme sc. 46 m. Io poi fece una terza lista che è di poco rilievo, della quale
pol V. S. Ill. ancora domandar pretio. Et ancora pretio della cassella di cristallo in
tagliato et ancora pretio del Carneo grande. Et poi darò una proferta. Sopra di che
aspetto suoi comandi con pregar Iddio che la feliciti et il tutto sarà da me tenuto
segreto „.
Probabilmente a questa lettera andava annessa la lista che segue, di tutto pugno
del Nys (collocata erroneamente tra i carteggi del 1628).
"
Marmi di S. A. S. che sono in più luoghi della Casa et Favorita:
Nel salone.
Venti quatro busti con teste di marmo, fra le quali vi sono i dodici Cesari.
Venti tre busti di marmo con teste fra grandi e piccole.
Quattro puttini che dormono.
Un busto di pietra rossa con testa, che ha rotto il naso.
150 DOCUMENTI
Gallerìa picciola.
Un basso rilievo.
Una figura della madre natura.
Sedici busti di marmo con le testi grandi e piccole.
Un puttino con un Cigno.
Gallerìa grande.
Una statua di bronzo del Canossa.
Dodici statue di marmo, intero grando del naturale.
Quattordici piccole.
Duodici teste.
Nella libraria di S. A.
scherzano.
Trei quadri di Giulio Romano, uno con l' Incendio, l'altro un imperatore co l'aquila
sulla spalla et il terzo il Carro di Fetonte con alcune Ninfe.
Una Musica con una donna che accorda un liuto con altre figure.
Una donna scapigliata et un giovane con una sfera, opera di Titiano.
Un Sudario opera del S.r Antonio M.» Vianini prefetto di S. A. S.
Un disegno mezzano del Giuditio di Michel Angelo, opera di Marcello.
Due quadri di Scrittori, uno di Erasmo et l'altro con lettera in mano.
Sette quadri di pari grandezza con ornamento dorato.
(1) Cioè di BernardinoGain' mortonel 1575. Per un suo quadroincompletoda condurrea terminevenivaofficiato
un pittoredellacortemantovana Costa) con questalettera Niccolò Ferrari cons. Zibramonti
di
(il
al
hi
ec
cellentissimo,
qual passò migliorvilta inantipotessefinirla. Questaoperabenchèimperfetta stata messa operaet
in
a
è
è
riputatacosamaravigliosa,
ne sin hors, benchèsiancomparsidiversipittoriper volerlaperficere,è statoriputatoalcunode
gno et bacale perficerecosacossidegna.
a
LA CORRISPONDENZA DEGÙ ARCHIVI DI MANTOVA E LONDRA 153
D. N\>s, 13 dicembre : " La sua di 8 corr. contiene la verità come l' Evangelio,
et ho il tutto ben inteso. Et inanzi che passiamo oltra in questo secondo mercato,
giudicarci che fusse buono che ultimassimo il primo se cosi pare a V. S. Ill. et poi
veniremo alla lotta per il secondo. Nel primo V. S. Ill.™ ha d' avere le copie et
le soaze delli quadri della galleria. Et a me mancano quadri per sc. 1500, et il
libretto del Permesiano. Che V. S. Ill. agiusta questo con il S.r Zavarello et poi
intriamo ne l'altro negotio. Et humilmente faccio riverenza u.
Idem, 25 dicembre : * Sia in nome d' Iddio che al ritorno del S.r Zavarello si
agiustarà il primo contratto et poi daremo l'assalto al secondo u.
bene. L' instabilità delle cosse mortale non è altro che dispiacere et piacere, a l'uno
è cordoglio, a l'altro gaudio. Chi non ha dispiaceri,
ne aspetta, et chi ne ha se ne
libera, tutto camina per apunto come ha da caminare. Et non havendo da stare qui
che per passagio poco importa che li successi siano più a un modo ch' a l'altro:
bisogna goldere questo mondo con 1' uno et l'altro successo, guardare avanti et non
indietro, sia ben, sia male, sia vita, sia morte, non ne separarà mai da Jesu Cristo
nostro unico salvatore al quale raccomando V. S. IH. et io alla sua bona gratia u.
"
Idem, 29 gennaio: Spero in uno mese di h avere compito le copie delli
quadri della galleria, le quali finito che saranno le farò consignare qui al residente
se V. S. IH. non mi dirà incontrano. Et poi che quel libretto di disegni del Par
migiano non si trova, supplico V. S. Il1.™ di farmi dare quel altro libro di disegni
con coperte di ebano et seragli d'argento che sta in mano del Sig.r Campagna.... u.
Idem, 26 febbraio: " Vedo con mio dispiacere con la sua di 16 febbraio che
non puol trovare quel libretto promessomi dal S.r Duca Vincenzo felice memoria;
almanco farmi dare quel altro che tiene il S.r Campagna, ne prego V. S. Ill.™ Ho
poi gran dispiacere di non esser bono di poter fare qualche servitio segnalati a Sua
Altezza Ser.ma novo duca. In materia delli quadri originali, le copie si vanno facendo
et subito saranno in ordine.... le darò a questo Residente Parma con darne aviso u.
G. C. Zavarelli, 1 aprile: ' Me sono trovato con il S.r Daniele Neis che è
venuto sopra al negotio delle statue e pitture, che restasse voto de efetto per le
cause che V. S. Ill.™° sa. Dal qual discorso si scopre che tutavia tenga viva la spe
ranza de haverle: non sono però entrato in altro, nè Io farei senza ordine.... u.
Questa va con il S.r Lanier, il quale veramente ha fatto et usato [ogni] cura
et dilligentia per ben accomodare et ornare le pitture tolte dal Ducca di Mantova
et farli incassare et cariccare sopra la nave Margarina in modo tale che sua M.ta ha-
verà gran gusto di vederle et intendarà poi da lui il modo che ho tenuto per averle,
et da poi che sono al mondo ho fatto diversi contratti ma mai il più difficile che
questo et che mi sia successo tanto felicemente, havendo primo la città di Mantova
et poi tutti li principi della Cristianita et insieme grandi e piccoli fatto estrema ma
raviglia che si habbia saputo disporre il Ducca Vincenzo a contratarle et il popolo
di Mantova ha fatto tanto strepito, che se il Ducca Vincenzo le havesse potutto
rihavere, le averebbe volentieri pagate il doppio, et suo popolo si contentava di dare
li danari. Et il principe di Guastalla ha fatto proferire la mità guadagno, credo per
farne un presente a l' imperatore. Il gran Ducca di Toscana et alchuni di Genua
hanno fatto il medesimo et io istesso mi stupisco, che questo negotio mi è riuscito.
Et admiro qui drento qualche fatalità, che ha voluto favorirmi, non per me ma per
il sujetto, per il quale contratava, che è il Re della Gran Bretagna. Prego dunque
Idio, che le lassi capitare a bon porto, et che S. M.u le goldi eternamente. Nel
trattare ho usato ogni artificio per averle a pretio moderato come è seguito, che se
avessero saputo che era per S. M.u averebero voluto altro tanto. Hora tratto a
LA CORRISPONDENZA DEGLI ARCHIVI DI MANTOVA E LONDRA 155
Roma per avere il quadro di S.ta Catarina del Corregio, et spero mi riuscirà.
Queste guerre contra il Monferato causano che il Ducca di Nevers va impegnando
molte goie, et mi dubito che darà via le statue di marmo delle qualli avete auto
la lista per avanti, che se per caso Sua M.u ha qualche desiderio di averle, piacerà
a V. S. III.™ farmelo sapere, acciò che altri non le levano. Et non farò fallo di
procurare ogni magior vantagio. In oltre suplicco che siate contento di assicu
rare S. M.'a che tutto quello mi capiterà di bello nelle mane che ne darò subito
aviso, acciò che S. M." ne sia patrona, havendomi intieramente dedicato al suo
servitù) in tutto quello mi giudiccarà atto. Il Si.r Lanier parte questa sera con duo
quadri del Corregio, li più belli che siano al mondo, et queli soli vagliono li danari
che si ha pagato Idio li dia buon viaggio, et l' ho provisto da per tutto
del tutto.
di buone lettere da credito, con che facendo fine mi racc.do alla sua buona grafia,
et che mi tenga in quella di S. M.u.
Venetia, 27 aprile 1628.
et uno di Raffaello, liquali sono più belli quadri che vi sia mondo et vagliono
al
danari che ha pagato lor rarità et esquisitezza. La nave Margarita
in di
tutti
la
per
si
li
doverà hora essere avanti viaggio, non vedo hora che sia gionta Londra, acciò
a
Sua M."1 possi vedere tanti belli quadri et esquisiti fra quali
di
Madona Raffaello
la
il
di
Duca Mantua
al
il
questo negotio ancora vivo. Vi sono poi duodeci imperatori Titiano, un quadro
di
li
è
grande d'Andrea del Sarto, un quadro Michiel Angelo Caravagio, tanti altri quadr1
di
di
Titiano, Corregio, Julio Romano, Tintoretto, Guido Reni, tutti deHi più belli. Insoma
cossa eminente et gloriosa, che mai più non scontrerà cossa simile, veramente
si
come M."1
la
è
dunque ne sia
la
marmi del Duca Mantua, delli quali avete avuto con certe pitture com
di
la
lista
li
drento. Et come lui sta guerra et che va impegnando molte gioie dubito
in
prese
trattare, però V.
fa
Duca Baviera
S.
di
il
Ill.ma mi dirà volere Sua M> et credo che per lire diece mille sterlini che
di
si
il
averebbe, stante con che molto mi race.° alla sua bona gratia pregando
le
guerre,
Iddio conservarlo per sempre.
Venetia, 12 maggio 1628.
Di V.
S.
trattare
il
marmi, ma lui tiene oltramodo care, che pretio convenevole mi lassarò sempre
le
accomodare u.
156 DOCUMENTI
"
Idem, 1 luglio : Dice bene il proverbio che ogni groppo vien al pettine. Quel
libretto che V. S. IH. ha tanto fatto cercare a Mantova è capitato qui a Venetia
nella botega del Spetier del San Zorzi a san Marco, dove è stato messo per ven
dere da un prete ch'era già frate della Madonna delle Gratie e che se ne andò con
il Principe di Polonia per musico et hora ha portato questo libreto di Polonia, da
toli da Gulielmo Viani, che si ritrova colà, per venderlo a Venetia o Verona al
S.r Jacomo Musello, credendo lui ch'essendo morto il Duca che nissuno vi poneria
ochio, ignorando anco che questo libreto era contratato a me. Hora subito che io
viste che era in quella botega andai da l'Avogador Vendramin, il qual intese che
quel libreto era stato robato al S.r Duca di Mantua, mandò un ministro publico et
se Io fece presentare nell'avogaria dal predetto botegaro in nome del Ill.mo S.r Parma
Residente di Mantua, il qual anche mandò suo secretano a fare instantia a l'avogador
che non rilassase quel libreto fin a ragion conosciuta. Adesso abiamo besogno che
V. S. Ill.* dia ordine et facultà all' Ill. S. Residente Parma che possi comparire
in Collegio et dove farà bisogno per farsi restituir esso libretto, stante che è stato
robato al S.r Duca felice memoria. Et di gratia V. S. Il1. non manchi farlo subito
per puoterlo conseguire, facendo qui quel prete musico gran strepito per riaverlo
servendosi di certi nobili fastidiosi, alli quali ha dato da intendere che è del Prin
cipe di Polonia. Ma la bugia ha le gambe curie, et sono qui persone che farano
fede che è il medesimo libreto chel S.r Jacomo Musello vendè al Duca Ferdinando,
et chel Duca Vicenzo mi concedete, se bene non si trova più in libretto, ma l'hanno
ligato in una soaze overo cornice d'ebano. Questo è il caso et si aspela l'ordine al
S.r Residente acciò se lo facci restituire dalla justitia ove si ritrova ; et humilmente
li bascio le mane u.
bitam." col mezzo della giustitia, per farlo restituire all'A. S., onde io rispondo
che usi ogni diligenza per riaverlo, ecc. u.
C. Zavarelli, 22 luglio:
Q.
Daniel Neis
ci
S.r
il
abocati per quelli altri interessi parso trovarlo assai freddo. Dimani
di
siamo me
di e
simile mercantia.... u.
Idem, 12 agosto: Questa matina nel far del giorno sono qui capitato
"
ò
e
trovo S.r Daniele Neis alla villa, non ostando che l'avessi pregato con mia le-
la
il
tera che ebe eri matina voler diferir tale andata. Li l'han mandato
di
suoi casa
a
punto persona
di
a
LA CORRISPONDENZA DEGÙ ARCHIVI DI MANTOVA E LONDRA 157
si tratta con il detto S. Neis dal quale mostra di havere hauto scienza esibendo me-
glior partito di quello si fusse per haver da detto S.r Daniele ,.
Idem, 14 agosto: * Essendo tornato dalla villa il S.r Daniele Neis habiamo
tratato soppra alla efetuacione del negotio per il quale me sono qui tradotto, quale
è ridotto a segno di doverse con facilità accordar non vi essendo altra diferenza,
salvo che vi vorebbe anco la casella e poi si è ridotto, havendole questa absoluta-
mente negata, a cosa curiosa di molto minor valore, ma perchè scrissi a V. S. Ill.
sabato la recerca statame fatta da persona che comprarebbe questa robba, me è parso
bene di non me ridur a più stretta negociacione con d.° S.r Daniele insin a tanto
che non ò di quella risposta con la quale me governare conforme ella me comandare.
Darà esso S.r Neis li ducatti cinquanta milla di moneta di Venetia, farà far le
copie a sue spese, e doverano esser di buona mano et apresso farà il Regale, che
io le ò atacato, alla Ser.mm S.ra Principessa Nostra Signora; nel resto si starà nella
già tratata scritura, la quale si moderarà in alcuna parte a comodo del S.r Nostro,
ne altra diferenza vi è, salvo che vorebe agiongervi qualche cosa e lasciar da far
le coppie, volendovi del tempo molto e della spesa, se ben anco questo penso de
riaverlo acordato conforme a noi, e le farà fare ; non ò ristretto per le cause sodette
come farò quando me venga detto che si faccia e sia lasciato di ascoltar altri par
titi a quali non diedi minima intencione, come non farò quando non habia espresso
ordine di V. S. Dl."» u.
D. Nys, 8 settembre: ' E gionto il S.r Giulio Cesare Savarelli con la barca
et ho avuto la robba, ma vi sono solo duo pultmi che dormono et ne ha da essere
quattro: manca quel di Presitele et quello di Michiel Angelo, che in tutte maniere
bisogna mandare : nelli quadri hanno mandato una testina di soldato per la testa di
Zorgione, che non è, però sarà bene trovarla, ancora vi è una Madona con una
testa di S.' Isepo del Coregio, che non è, et però si doverà trovare. Intanto aspetto
il resto acciò paghi et dia satisfattone. Et hum.te mi raccomando u.
dovere, e quando li aviserò che ciò sia seguito, pagarà tutto quello sarà rimasto de
bitore, mostrando d' haver molta confidenza in me e di non voler danne alcun di
sgusto. Procurarò anco di far caricar le copie delle piture quali non sono state levate
da quello che promise di farlo.... il che doveva far M. Giovani Arisio da Viadana,
al quale ò promesso lire 7447 amontar del vino.... ,.
Nys) due
Michelangelo,
di
bramati da
l'
e
:
lui, per quali aggiunge essersi principalmente indotto contratto delle altre cose.
al
li
Non vorrei mancando questi ch'egli cercasse qualche occasione, veggendolo sin hora
molto ritenuto promettere pagamenti non che farli u.
li
a
il
e
di
di
tutto Prassitele
il
di
ve
e
duto figurine.... u.
le
pagamento.... Egli dopo compimento ricevuto delle robbe mi cangia hora carte
le
in il
perchè rimasto concerto più volte ratificato, quand'era qui S.r Zavarelli,
in
mano,
il
che haverebbe esso Nys fatti rimaner contenti o con soddisfattone o con promessa
creditori questa mattina lasciato meco intendere che desidererebbe venissero
si
è
i
da me senza nominar lui assicurati medesimi per tempo dell'apertura del banco
li
il
che parmi che sarà giuoco da Herode Pilato, ma alle spalle mie resterà
si
di il
il
Un dubbio
in
Buckingan.... non cagioni qualche intoppo lunghezza dal canto del Nys per do
la
o
vutaci sodisfattione, s'egli sia pur vero che molte delle robbe da lui comperate rus
sero anco dispositone d'esso Buckingan.... u.
a
essere procurando
di
14 ottobre:
"
agiustare conti con S.r Neis, quale un poco duretto.... Mi dato notta de
à
il
il
è
i
V. Fa per haverle....
S.
accontenta (Man
si
e
i
IO m. corrente ,.
di
tratte moneta
le
cano)
9
a
LA CORRISPONDENZA DEGÙ ARCHIVI DI MANTOVA E LONDRA 159
le
è
incolerisce non dalle parole ma ben da' fatti „.
lo
mostra
si
e
Lazaro d'Italia, 15 nov.: " S.» Nis dice che ha nella sua lista partita delli
la
Il
duc. 400, ma che non vol pagare per sino che non ha certe robe che va per anco
li
V.
S.
e
u.
le
che parti eri sono pezi 36 u.
e
S.
in
lo
Ul.ma
che datte che mancano contratto. Le saranno poi anco
le
le
siano statue
al
tera
li
che amanca luogo delli carnei che non volse, che
in
di
sarebe vender
li
tutto
le
la
e
a
*
A Lord Dorchester.
sua persona, et me
V. Ecc. Sig.1 Iddio sia pregato che conservi longo
lo
in
sanità et dia colmo felicità con corona della vita eterna che ha acqui
di
tempo
in
la
di
il
sue
le
il
il
gratia
di
il
perso tempo a mesi per trattare et andare inanzi et indrieto et tenuto S.r Ni
6
il
in 5
colo Lanier casa tutto quel tempo senza ch 'abia messo niente a conto ben vero
è
;
hora, poichè tutto ho fatto per un ponto solo, ch'è d'acquistare bona gratia del
la
Re, più che tutte del mondo. Hora nel trattare con Duca
le
il
lui mane
si
Triomfo Jullio Cesare et aveva fabricato due sale nove dove aveva accomodato
di
li
di
drento et ne pretendeva vinti mille doppie Spagna, segno evidente che non
li
160 DOCUMENTI
voleva vendere. Et li più intendenti mi dicevano che haveva lassiato il più bello et
che non avendo il Triomfo del Mantegna di Jullio Cesare che non aveva niente,
il che mi pongeva fin al cuore et non ardiva dire niente di paura che Sua M.u aven
dolo saputo se ne fusse acuorato, et lo dissimulava ancora in parte con il Sig.r La
niero il quale avanti di partire de qui haveva trattato per li marmi et statue del
Duca con alquante pitture ch' erano state trovato in certe camere recondite, et do
mandavano delle pitture diece mille mezedopie di Spagna et delle statue 50 mille
meze doppie di Spagna et il S.r Lanier et Io ne pareva che si poteva dare diece
mille lire sterlini. Et la cossa restò cossi. Hora essendo morto il Duca Vincenzo et
intrato in possesso il Duca di Nevers, il qual trovandosi astretto per la guerra fu
consigliato di vendere et impegnare li suoi mobili, et il gran duca tratava per li
marmi e la regina madre di Francia ancora, et essendo venuto un homo a posta di
Mantua per darmene aviso, Io non voleva intrare in quelle statue et pitture che ha
veva visto et revisto con il Sig.r Lannier et questo non che non russero degne et
meritevole ma solo perchè non aveva ordine di Sua M.ta. Et le refiutò duo et tre
volte. Gionze poi a Venetia il S.r Julio Cesare Zavarello, principal ministro del Duca
et quello che ha tutti li suoi datii et che manegia le sue intrate, et mi disse: voi
fatte un gran errore a non pigliare le statue et pitture del Duca et saranno tolte dal
gran Duca o Regina madre di Francia. Et io rispose: pigli chi voel, io non le vo
glio. Lui replicò : se io vi facessi dare le nove pezze di Andrea Mantegna, ch 'è il
Triomfo di Jullio Cesare, non vi risolverete perchè so che il Duca Vicenzo non ve
le volse dare ? Alhora io li rispose : si che le pigliare, ma non spendarò più di lire
diece mille sterlini di tutti li marmi, pitture, compreso quelle nove pezze del Triompho
di Jullio Cesare, sopra che tornò a Mantua et non sapendo il Duca l' importanza
di quelle nove pezze si contentò et tornò quel Jullio Cesare Zavarelli con l'acordo
fatto per diece mille cinque cento lire sterlini, et non fu mezo di avere tanto tempo
per poterne dare aviso a Sua M.ta , ma sapendo io la bontà delle statue et che tutte
le pitture erano originale et poi che 'l Triomfo di Jullio Cesare del Mantegna era
una cossa rara et unica al mondo et che non si puol stimare suo valore, ho creduto
fare gran servitio a Sua M.la et con questo acquistare sua bona gratia a fatto, senza
il minimo pensiero di alcun interesso: tanto nel primo mercato che in questo non
domando cosa alcuna che la bona voglia del Re. Ma vedo che il negotio non si ha
tolto in Ingilterra conforme alla mia sincerità. Et che si ha voluto avere l'aviso de
l'Ambassator Wake, il che ho a caro et non mi dà alcuna noia, sapendo che non
basta a essere huomo sincero et da bene, ma che bisogna stare al fuoco et al mar
tello come fa l'oro. Et V. Ecc. mi creda che tutte le statue che sono in Ingilterra
sono solo bagatelle a paragon di queste, essendomi riuscite assai megliore et più
degne di quello mi parevano a Mantua; et con primo corriero mandare li disegni
delle statue a V. Ecc. acciò vedi li nomi che representano per farne parte a S. M." .
Et per le pitture so che piaceranno fuor di modo, et che di tutto acquistarò lode et
gratia. Ma una cossa mi preme, che avendo subito sborsato al Duca di Mantua le
diece mille cinque cento lire sterlini et tratto lì nel S.r Burlamachi, non avendo lui
avuto risolutione del Re, et essendo li danari maturi le ha tornato a trare sopra di
me et andaranno presto maturando qui, anzi parte sono maturi et sarò sforzato tor
narli a trarre sopra detto Sig.r Burlamachi. Di gratia V. Ecc. procuri che sia dato
buon ordine al detto S.r Burlamachi che dia compimento alle mie tratte per detta
Ritratto d'Isabella d'Este dipinto da Tiziano
(Collezione Goldschmidl).
Ritratto tizianesco d' Isabella matura copiato dal Rubens
(Museo di Vienna).
LA CORRISPONDENZA DEGLI ARCHIVI DI MANTOVA E LONDRA 161
somma, altramente perderla il credito et l' honore che ho acquistato tutto il tempo
della mia vita in un subito. Ripetto che non ho il tempo di trattare di venderli ad
altri et anche non lo vorria fare, poi chè con tanto amore le ho tolto per Sua M.ta ,
havendo con maturità giudicato essere degno anzi necessario che li pervengano per
condire et accomodare le altre che ha già in possesso et mi assicuro che ne averò
grado et honore, ch' altro non cercho. Et aspetto l'ordine per mandarle. Le statue
hanno d'andare per mare con buona nave Inglese, et le pitture per terra per via di
Basilea fin in Midelburgo ove passarano il mare; che Sua M.ta rimetta questo ne-
gotio in me e farò che le riceverà ben conditionate. Et con questo hum.le me le in
chino pregando Iddio per sua longa vita come fa mia consorte et mia figlia che V.
Ecc. tenne a battesimo.
Di V. S. Ill."™ et Ecc.1" Servitore hum.e
Daniel Nys.
Venetia, 2 febraro 1629.
*
Al medesimo.
Otto giorni sono che scrisse a V. Ecc. a pieno sopra le statue et pitture com
prate dal Duca di Mantua per Sua M.'a et scrisse di mandare li disegni delle statue,
il che ho fatto insieme ala stampa delle nove pezze del triomfo di Jullio Cesare di
Andrea Mantenga, et ho mandato il tutto in un ruotolo indrizato al S.r Matio di
Questre per consigliarlo al S.r Felippo Burlamachi et lui ha ordine darlo subito a
V. Ecc. per mostrarli a Sua M.u. Le stampe del triomfo sono inrollate insieme, et
li disegni delle statue et busti sono rotolate drento le stampe, et ho messo sopra la
più parte delli nomi di dette statue, le quale si trovaranno assai più rare di quello
ho scritto. Et suplico Sua M.ta di credere che non ho havuto interresso in questo
negotio, ma che il zelo puro del suo servitio et del suo gusto m' ha fatto incaparare
queste rarità in un tempo opportuno, come sapendo molto bene che passata questa
ocasione non si poteva haverle per qualunque dinaro. Et non ho avuto altra mira
che di acquistare la bona gratia del Re ; questo è la verità et realtà del fatto. Et
poi è robba senza parangono et che nessun Principe ne habbia di simil bontà nè
quantità. Con che m' inchino alla sua bona gratia pregando Iddio per sua longa vitta.
Di V. S. Dl.™ et Ecc.™» Hum.e Servitore
Daniel Nys.
Venetia, 9 febraro 1629.
Monseigneur,
Au reste, comme V. Ecc. at veu icy les statues et pittures que j'ay achatté du
Ducq de Mantue pour sa M.tó vous prie bien humblement de dire a sa M.tó , que
je le suplie de croire que je n'ay eu aucun interrest en ce negoce, mais que le zele
pur de son service et de son goust m'at fait incaparer ces choses en un temps op
162 DOCUMENTI
portun, come sachant moult bien que passé ceste ocasion ne s'eussent plus peu avoir
pour nul denier ny argent. Et puis sont les plus rares pittures et statues qu'aulcun
Prince aye en Europe, et telles se trouveront, et autrement ne les eusse prins, ne
m 'estant mis en ce negoce pour nulle autre chose que pour acquerir honneur et en
trer en la bonne grâce de sa M." Voilà la pure verité. Et plaira a V. Ecc. de pro-
tecter vostre bidet en cest affaire, car j'ay procedé rondement et droitement come
on trouvera en effect. Et j'ay envoiez au S.r Baron Carleton les desseings des sta
tues et les estampes des neuff pieces du Triomfe de JuHe Cesare d'And." Mantegna
à ce qu'on voie mieux leur rarité et qu'on n'aie soupçon qu'on les puisse canger,
come en effect on ne fera, car tout mon but n'est que de me faire bien vouloir et
acquerir honneur, et n'ay pretendu ny ne pretens autre en cest affaire. On trouvera
que j'ay subit paié le Ducq le mesme pris qu'ay escrit et n'ay prins ni provision
ny courtage en ce marché ny aussi au premier marché et aussi n'en pretends; me
suffit la grâce du Roy, lequel je suplie, come j'ay paié subit l'argent, qu'il luy plaise
faire donner ordre que mes traites J'ay une fois tiré l'argent sur le
soyent paiées.
Sig.r Burlamachi, lequel n'aiant eu provision du Roy, at retiré l'argent sur moy, et
je tourne à present à le reprendre sur luy. S'il ne paioit ceste fois serait ma ruine,
car n'ay le temps de traitter à les bailler à autres, come eusse bien trouvé du com
mencement, mais les aiant prins pour le Roy ne scaurois avoir le courage de les
presenter à autres. Et partant j'attens que sa M.tó face donner ordre pour le paie
ment de mes traittes à mesure que viendront. Et je scay qu'aiant receu et veu le
tout qu'il me scaura bon gré de cest affaire, sur quoy bien humblement m'incline
et prie Dieu pour sa santé.
De V. Ecc. bidet bien hum.Ue
Daniel Nys.
Venise, 9 febrier 1629.
"
D. Brunazzi, 28 febbraio 1629: Ho consigliato le statue al S. Daniele
Nys e ne ho preso receuta e dimani pagherà le 3 lettere de cambio de V. S. I. ,
favori. Per il primo che sia mandato inventario delle robbe ultimamente ven
l'
col nome ancora degli artefici cosi delle pitture come delle sculture. secondo: per
Il
sapere se V. A. sentirebbe bene che sotto l'autorità del suo nome presso questi
a
e
LA CORRISPONDENZA DEGÙ ARCHIVI DI MANTOVA E LONDRA 163
con le buone per prima dire al Nys la convenienza, ma per hora sin che la pratica
non sia più stretta stimasi bene che non se gliene debba far motto. Nel medesimo
soggetto scrive l'Ambasciatore a V. A. l'annessa imponendo a me che io gliela invii....
onde con la medesima diligenza si possa haver qui I inventario e l'altre descrittioni
per il sabbato da poter con l'ordinario mandar al sodetto Cardinale u.
*
Vincenzo Caffini, Mantova, 20 aprile 1629 (a G. 'Parma): Per esser il
Prefetto in letto inchiodato di podagra non ho potuto prima d'hora spedire la staf
fetta, havendo da lui riavuta la congiunta nota de quadri et statue vendute cosi dal
S.™ Vincenzo come da S. A. N. S.re a cui havendo io presentata la lettera del
sig. Ambasciatore Ch.mo et letta quella di V. S. mi comanda l'A. S. di rispondere
che egli havrà molto caro che al S.re Ambasciatore venghino in mano i quadri et
statue da S. E. desiderate, ma che di presente vorrebbe schivare ogni litigio, mas
sime sopra contratto fatto da S. A. perchè suppone che non si parli de quadri
venduti dal sig. Duca Vincenzo, che in tal caso parrebbe potersi pretendere che il
sig. Duca Vincenzo sodetto non havesse potuto far esito di cose cosi insigni et an
nesse al Principato et ornamento particolare di questa casa. Non rifiuta però S. A.
di passare ogni ufficio.... acciò resti servito il sig. Ambasciatore, massime per il fine
da V. S. avisato u
"
V. Caffini, Mantova, 2 maggio (al Parma) : La malattia del Prefetto li ha
impedito per quello che dice di dar la nota degli artifici delle statue; vedrò però
164 DOCUMENTI
hoggi se potrò cavargliela dalle mani, se bene io credo che batezzarà a suo modo,
havendomi detto S. A. medesimo che non vi erano cose di molta stima ,.
"
Idem, Mantooa, 9 maggio (al Parma) : I nomi de fabbri delle statue vendute
sono rimessi a qualche parocchiano perchè il Prefetto che comincia a farsi portar in
dice non saperli, da quello dell'Amore di Prassitele fuori] se pure vero,
[in
seggia
è
et si scusa sopra l'antichità dicendo però che sono de artefici rari u.
Monsieur,
mets vous
ie
la
response que
à
et peintures dont vous m'avez escript de part de Monseig.r Cardinal....
le
statues
la
vous ay desia mandé que pour travailler et pouvoir
Je
affin de sçavoir
la
à
à
prix que chaque vendue, mais après Altesse et
le
à
à
ses officiers et avoir mesme envoie expres n'ay pu tirer un esclaircissement entier
ie
y
le
que me semble aussy que les
Je
le
des dites peintures et
le
mémoire
fidèlement copié sur Yoriginal demeuré a Mantoue, contient celles vendues par
il
feu duc Vicence.... celles qu'il de M. de Mantoue qui est
le
et aussy acheptées
a
qui s'y cognoist mieux que moy et depuis avec Monsieur marquis de Brezé,
le
mais entre autres ces neuf grands tableaux des triomphes de César sont en admira
tion par toute l'Italie.... marchand vouloit vendre tout ensemble mais iay fait en
le
le
sorte part
à
consentira mesme de séparer les dits triomphes du reste des peintures ou iay trouvé
différence quant au nombre, car mémoire de Mantoue porte dix de plus
le
de en
la
mémoire de Daniel Nizze, lequel vous envoie aussy, affin que l'on puisse
ie
que
le
s'il
le
autres
prix de vente ny marché ou contract qui en fust faict, ce qui procède de
le
la
la
dextérité du marchand ou de profonde négligence des gens de Mons.r de Man
la
iuste des
le
J'envoie
à
Il
fait en cette monnoie, et qu'il remet discretion de luy donner ce qu'on voudra
la
à
pour profit. Or Reyne mère du Roi m'a escript et comande mesme chose
la
la
le
que Monseig.r Cardinal.... Maintenant donc iay désiré de Daniel Nizze que puisqu'il
le
envoie son homme Paris, luy permist d'aller auparavant où sera Monseig.r
le
il
à
Cardinal et prendre son chemin par affin de recevoir ses commandemens et traitter
là
avec luy de ce qu'il luy plaira d'achepter quoy qu'en chose de cette consequence
ie
LA CORRISPONDENZA DEGÙ ARCHIVI DI MANTOVA E LONDRA 165
penserois que cela meritte bien d'envoler icy exprès un homme (ideI et bien en
tendu, pourveu qu'on se hastast de paour que le marché avec Angleterre ne s'acheve.
Venise, le 2 juin 1629.
Avaulx.
Madame,
Ensuitte du command.' dont il a plu à V.'"* Maj.l,; m'honorer touchant les statues
de Mantoue, j'ay fait sçavoir à celuy qui les a entre les mains qu'il s'en peut def-
faire où il voudra; et pour les neuf grands tableaux des Triumphes de César iay
demandé le prix et offert de traitter, mais il ne les veut vendre pour rien du monde
qu'avec les statues prétendant que comme c'est le plus beau de ce qu'il a il doibt
servir d'ornement au reste et donner envie de prendre tout. Je l'ay tourné des tous
costés et fait mon possible pour la considération de son interest pour l'obliger à ne
perdre pas cette occasion de tirer de l'argent d'une chose qui luy demeure inutile
depuis dix-huit mois et qui trouverra moins d'achepteurs que iamais en ce temps de
guerre, toutefois il a tousjours persisté fort résolument.... Il est bien certain, Madame,
que ces neuf pièces sont très-exquises et contenteroient extrêmement S/S** Maj.té , qui
aime les bonnes peintures et qui s'y cognoist en perfection ; c'est un ouvrage le plus
beau et le plus achevé qui se puisse veoir, mais ce marchant ne m'a pas seulement
là,
voulu dire combien il les estime et ainsy ie l'ay laissé et ferai pourtant observer
main s'il change de résolution, ou par fortune,
si,
à
auquel cas j'en donneray aussy tost advis V.'" Maj.w
à
Al Cary.
*
S.r
Monseigneur,
passé iours escrit a Monsieur Rollantson qu'aiant esté assalii de mes creanciers
8
qu'ont pensé boutter par terre, leur ay subit ouvert mes coffres
je
me et ma maison
et leur ay dit: paiez vous tous iusques au dernier dénier come ils ont fait. Or en
ce remue-mesnage mes gens ont trouvé en une arrière place des peintures et statues
du Roy mon très clement maistre, de quoi j'ay esté fort esmerveillé et ensemble
ioieux. Et en ay subit averti Monsieur Rollantson et Monsieur Burlamachi. Et sont
:
Peintures Madeleine, demi figure Titian une Lucrèce, Titian, nue trois testes
;
;
:
6
à
narota; un enfant, Sansovin; un enfant de Prasitelle. Ces trois enfans n'ont pris
les plus rares choses qu'avoit ducq.
le
et sont
J'envoiray tout par les premicres navires angloises. Et outre les 72
le
st.
ie
l.
166 DOCUMENTI
prie Sa Ma.tó qu'il faie paier par Monsieur Burlamachi autres 8 l. st., et outre cel*
je perdrai encore bien dix mille ducats aux changes
J'attens ceste gTace et rechanges.
et m'incline bien humblement aux pieds de Sa MM . Et a vous Monseigneur baise
les mains.
Tres humble Serviteur
Daniel Nys.
Venise, 13 juin 1631.
*
Al Re Carlo I.
(.. d.. 1635?).
Trespuissant Roy
Aiant Daniel Nys par l'espasse de beaucoup d'années servi a Venise les Am
bassadeurs de V. Majesté, Wouton, Carleton, Wacke et Milord Cadile et desboursé
à Wacke pour maintenir sa maison et pour reconduire sa femme en Angleterre deux
milles livres sterlins et plus, lesquelles lui sont encore deues. Plus aiant achatté les
premieres peintures du Duc de Mantue pour y 68 mille et tenu le S.' Larmier avec
son serviteur long temps en sa maison sans le charger d'aucunes despenses. Et en
3e lieu aiant achapté pour soy les statues et peintures dernieres du Duc de Mantue,
lesquelles il pouvoit revendre au Cardinal Richelieu à fort grand proffit. Mais l'Amb.
Wacke aiant eu ordre de V. Ma.tó de ne les laisser vendre à personne, come aussi
son homme qu'il envola sur ce suject en poste en Angleterre lui rapporta la mesme
instance par lettres de Monseigneur, le grant thresorier et Visconte Dorchester, prin
cipal secretaire de V. M.', , fust cause qu'il mist tout autre desseing hors de sa pensée
pour entierement complaire à V. M. 'é. Mais son malheur volust que les parties qu'il
tira en Angleterre et autres places n'aiant esté paiées à son temps mais entretenues,
tirées et retirées sur changes par l'espace d'environ trois années, cela lui osta entic
rement son credit et le força de quitter ses affaires, lui faisant perdre plus de cent
mille escus d'effects qu'il avoit en diverses places. Touttes fois en descharge de sa
conscience il paia à chascun le sien, part en argent comptant et part en gages,
lesquels il promist de retirer à Noël 1634, lequel temps estant escheu, et ne pou
vant retirer lesdits gages qui valent bien le triple des sommes pour lesquelles il les
at engagées, il s'esponne en dangier d'estre entierement ruiné s'il n'est soublevé et
assisté par V. M.tó lui faisant paier livres trois mille ster. environ que lui restent
encore pour supliment des dits comptes, et puis encores la partie de Mons.r Wake,
puis que V. M.1* a si roialement satisfaict de ce qu'il debvoit. Qui at
tout le reste
esté cause qu'il s'est transporté en ce royaume, y estant mesme persuadé par le
S.r Rowlanson Agent de V. M.té que l'asseura qu'on ne manquerait de lui donner
satisfaction. Mais trouvant plus de difficulté qu'il ne pensoit, il at différé aussi
les habitans. Ce que ne pouvant pas estre mis si tost en praticque et le temps ce
pendant le pressant, il est forcé de recourir a V. M.tó la supliant de prendre en sa
royale consideration les longs et considerables services faits a vostre Couronne et à
ceux qui en despendent, donner ordre s'il lui plaist à quelques uns qu'il trouvera
plus à propos, de traitter avecques lui, pour entendre quelques propositions qu'il fera
par lesquelles V. M.1é poura facilement le satisfaire, comme aussi pour monstrer et
faire cognoistre la valeur et condition des gages qu'il at laissées en mains de ses
crediteurs, lesquels il offre de faire mettre en mains de qui V. M.tó commandera,
corne choses unicques et dignes de tomber es mains d'un si grand Roy qui seront
touttesfois valuées à pris si raisonnable que V. M." mesme jugera valoir le double.
Ce qui redondera à la gloire de V. M.lé et soulagera la miserable condition de son
très-fidele serviteur qui se trouve presentement en necessité. Et l'obligera de prier
Dieu avec sa numbreuse famille pour la perpetuelle felicité de Vostre Majesté.
2.
Length Breadth
ft.
ft.
1.
3
2
A MP. thought to be done by Schiavone, or some
2.
in
in
landskip, a black
a
— L. B.
ft.
frame, painted upon the right line.
ft.
2.
0.
I
I
A MP. done by Luca Congeagio. Our Lady, Christ and Joseph, Christ
3.
of
sucking at her right breast, whereby being some part
a
life, old wooden carved frame, whereof the four corners are
in
B.
ft.
0.
7.
1
2
in
is
water lake, when bridge over the said water towards the town,
in
ft. in
the
is
a
9.
little ebony upon light.
1
B.
ft.
4
1/2
1
A MP. done by Garossella (Garofolo?). Our Lady and Christ playing with
5.
Joseph; the left side St. John with lamb his arms, whereby landskip,
in
at
a
- arched wooden frame, little entire figures, painted upon the wrong light.
in
painted
L. ft. B. ft. 11.
3.
0
1
A MP. Another the like aforesaid fellow piece, an arched frame, thought
in
6.
to be also Garossella
God the Father, appeared between the two Disciples, the one being
of
the shape
in
St. James with his pilgrim's staff, and the other some other Saint, and more
in
the
same piece afar off, going up towards the hill, Christ again the midst of two
in
Disciples at the heavenly Emmaus on high, painted upon the right light. — L. ft.
3.
1
B.
ft.
10 1/2.
0
also the
"
(1) Nei numeriseguenti sigla MP significhera
appunto Mantua piece ...
la
ESTRATTI DAL CATALOGO DI BATHOE 169
where our Lady, Christ and St. John, and six other Saints sitting by ; and in the
landskip, a St. Christopher carrying Christ over the water, and also another,
St. George on horseback, running with a spear to kill the dragon and also on high
upon the rock, a St. Francis, and St. Jerom, and St. Dominica, painted upon the
— L. 1 ft. 9. B. 1
5.
of ft.
right light.
A An
by
MP. done Raphael's school. Italian piece an high
in
8.
some
old and overguilded frame, being our Lady and Christ on her lap, Christ kissing
St. Catharine on the left side St. Catharine leaning with her left hand on St. Ca
;
tharine's wheel, and with her right hand holding her drapery, painted upon the
— L. B.
ft.
9.
wrong light. 2. ft.
1
1
A
by
MP. said school. Another the
of
to be done Raphael's like
9.
some
an high old gilded frame, being our Lady and Christ
in
in
sitting sideling, and also
a
her upper garment light blew,
of
in
frame, painted upon the right light. — L. ft. B. ft.
9.
2.
2
1
A MP. done by Fette. The picture Lot with his two Daughters, painted
of
0.
1
right light. — L. B.
1.
7.
f.
f.
In 0
in
an arched five square blew and
1
a
1
red habit with green sleeves, having Christ on her lap, who playing at the left
is
monkeys; and above her, being painted, the Holy Ghost
in
side with some the
clouds, and God the Father. Joseph being at the right side ft. in an orange yellow
and some red habit, painted upon the wrong light. — L. B. 10.
f.
'/
z
I
I
A MP. Our Lady blew and yellow red habit, Christ on her lap,
in
12. the
turning his head towards the right shoulder, wooden frame,
in
in
who triangle
is
a
;
10.
f.
f.
a
black complexioned woman's head, with book; half so big as the life, painted
a
— L. B.
ft.
ft.
1.
1
down to the earth, and the other hand holding cross; about his middle, holding
ft. a
9
1
A A
by
15. done
adulterous woman by the Jews before Christ;
brought being four half figures,
is
so big as the life, painted upon the right light. — L. ft. V2. B. ft.
4.
almost
9
2
1
his left hand pair gloves, and his right hand upon a
in
table, . .
0
'
1
a
2
f
1
;
8.
B.
7. f.
A MP. done by Antonio Corregio, one large and famous picture, painted
1
upon cloth
and slaying Marsyas, whereby one sitting and stinging him with vipers, and anolher
his left ear with pipe, and the third slaying him, and beneath
in
blowing a
it
a
little young Satyr's head, being all four entire figures, less than half so big as
in
170 DOCUMENTI
the life, besides the young Satyr's head, being painted in a landskip in an all-over
gilded frame, in a double door shutting case.
18. A MP. done by Antonio Corregio. The second, another the like above-
said fellow piece in water-colours, of Antony Corregio, being an unknown story,
containing four entire figures in a landskip, and four angels in the clouds, containing
in all eight figures, whereof one is sitting with the signs of Prudence, Obedience,
Fortitude and Justice; the other figure being sitting in the manner of a goddess of
war, with a piece of a red broken staff of a launce, having a monster with a wolfs
head and a dragon's tail under her feet: and the third being an Egyptian, me
asuring with a pair of compasses on a globe, signifying Astronomy, whereby is
0.
in
4.
almost
f.
f.
4
7
A MP. 48). A large piece of the Marquis
by
containing some four intire figures so big as the life and many other figures of a
— L. B.
5.
whole army to be seen afar off, carved gilded frame.
in
4.
f.
f.
7
5
a
of
fellow piece the like
in
25. the
aforesaid burial, where Christ sitting at the table at Emaus, with his two Di
is
sciples, and a boy, and the Host standing by, containing five intire figures almost
— L.
ft.
3.
8
5
a
playing upon flute, the fifth being woman listning to the musick, painted upon
a
3.
4
3
27. A MP. done by Julio Romano. A high and narrow piece, carved
in
a
white and gilded frame, being Sacrifice, some four intire little figures, and goat
a
— L. B.
0.
2.
lying by to be sacrificed.
f.
f.
4
28. A MP. by Julio Romano. Above the door, some Italian Prelate's
done
dark red velvet habit and white surplice, sitting a chair with both
in
in
picture,
a
— L.
of
.
3
f
;
B.
2.
f.
3
of
the Mother is brought to bed, and a tent, whereby attending some four nymphs
about, washing the child, containing seven intire little figures, in a white carved
and gilded frame, painted upon board. — L. 3 f. 6. B. 4 f. 8.
30. A MP. done by Julio Romano. Another of the aforesaid long piece,
where Cupid is lying along upon a willow bank, and some four figures by, and some
light naked nymphs more afar off sitting at the water-side: intire little figures, ina
white carved and gilded frame, done upon board. — L. 3 ft. 6. B. 5 f. 9.
3 1. A MP. done by Julio Romano. Vespasian and Titus upon a triumphal cha
riot, drawn by four horses, painted upon a board in a white and carved and gilded
— L. B.
ft.
frame, containing some ten little figures.
ft.
7.
3
I.
5
32. A MP. done by Ant. Corrigio. A sitting St. John, holding chair-cross
a
his hand, gilded frame, intire figures, less
of
wooden
in
said to be Corrigio,
in
a
than the life. — L. 10. B. 9.
4
f.
f.
3
A MP.
by
in
figures,
a
— L. ft. 10. B.
ft.
gilded frame.
3.
4
5
34. A MP. done by Lovino. Our Lady and Christ, St. John, St. Ann, Joseph
and St. Katharine, six intire figures less than the life, said to be done by Lovino,
da Vinci,
of
of
B.
0.
f.
4
4
f.
35. A MP. done by Raphael Urbin. A large piece painted upon board, by
Raphael Urbin, being our Lady, Christ, and Joseph, St. John, St. Ann, intire figures
less than the life, an all-over gilded and carved frame. — L. B. 9.
9.
in
f.
f.
4
3
36. A MP. done
by
Ant. Corrigio.
In
of
cloth being Satir by, taking up' some part
a
— L.
2.
f.
(1).
6
37.
a
Corrigio. standing naked Venus, Mercury sitting teaching Cupid his lesson, intire
a
crosses be, from whence the disciples Christ have taken him down to bury him,
so big as the life, Christ being shortning,
5. in
8.
f.
f.
4
3
a
40. A MP. done by Julio Romano. A picture of black spread eagle sitting
a
upon Julius Caesar's left shoulder, being accompanied with three men, coming from
the Senate-house at Rome, wooden gilded frame. — L. . B. ft. .
in
ft.
3
1
1
1
of a
man's picture with flower upon her hair at her forehead, holding her right hand
a
'' "
(2) Forie questa madrenatura (n. 309 dell'Inventario) non Galateaconmostrimarini,come Law
la
la
e
è
il
ritiene.
172 DOCUMENTI
at her breast, a yellow tiffany upon her breast, in a wooden frame painted upon
board. — L. 1 f. 9. B. 1 f. 5.
42. A MP. A young Neptune, guiding with his Neptune's fork his four horses,
going with the said Neptune thro the sea, in a blue gilded frame. — L. 3 f. 7.
B. 5 f. 9.
43. A MP. done by Julio Romano. The picture of the painter Julio Romano,
done by himself, holding with his right hand a paper whereupon drawn some draught
fort or building. — L. B.
6.
2.
of some
ft.
ft.
of the foundation 3
3
44. A MP. done by one of.... By quicksilver defaced picture by Acteon
a
bathing with divers Nymphs, wooden frame, containing intire
in
and Diana six
7. a
half so big as the life. — L. B.
7.
figures,
f.
f.
2
3
45. A MP. A piece, being the picture of Judith holding Holofernes his head
her left hand, and an old woman holding lighted candle her left hand,
in
in
a
right hand holding a bag to put the head in, being wooden
in
and with her
a
frame. — L. B. 6.
3.
f.
f.
2
3
in
a
of
wherein the hangman putting the head St. John Baptist, where by an old
is
woman yellowish head dressing, and some four half figures so big as the life
in
a
;
— L. B.
0.
wooden
in
frame. . f. 11.
3
3
a
in
47. a picture
are sitting playing at chess, containing some fifteen figures being half so big as the
life; — L. B.
4.
9.
wooden frame.
in
f.
f.
3
5
a
48. A MP. said to be of Julio Romano. A piece where Rome set on fire,
is
where the people flying with pack and sack, containing upon the first ground some
besides the little ones the landskip afar off. — L. II.
in
seventeen figures
3
,
f.
B.
6.
f.
3
49. A MP. done by Dosso. A piece of our Lady and Christ playing
'
great
his arms, and Joseph and another Saint, standing by,
in
a
old wooden gilded frame. — L. B.
in
7.
2.
an
f.
6
f.
5
habit a wooden
in
staff,
a
— L.
6.
frame. B.
5.
f.
f.
2
5
51. A MP. done by Fetti. Item. Another old Fryar sidefaced, with long
a
grey beard, looking upwards, holding his left hand withe lily branch, where
in
wooden frame.
5.
3
f.
a
B.
6.
f.
3
man, table,
a
black slach'd sleeves, with withe under little falling peaked band,
in
it,
stitched
a
B.
0.
in
figure.
f.
f.
2
2
a
53. A MP. (1). A gentleman's picture, black cap and habit, girded with
in
a
red ribbands, bands, with his left hand at his breast; wooden frame, half
in
a
fi
— L. B.
6.
f.
2
54. A MP. A gentleman's picture with black cap and habit, holding his
in
a
8.
3.
large
f.
2
f.
2
a
55. A MP. said to be done by Brughel. The piece of the slaying of the
Innocents, said to be of the old Brugill, the soldiers being all in boors habits, in
a wooden frame. — L. 2 f. 6. B. 3 f. 6.
56. A MP. done by Julio Romano, a piece of Lantyr, to whom is presented
by a young man, a dead wild boar, and Envy lying on the ground, with some
other figures; painted upon a board without a frame. L. 4 f. 3. B. 2 f. 9.
57. A MP.
done by Julio Romano, the picture of Jupiter ; a woman standing
by holding the flame of Jupiter's thunder-bolt in her hand, on the other side stan
ding Pallas; painted also upon a board without a frame. — L. 4 f. 2. B. 2 f. 9.
58. A MP. (1), a defaced gentleman's picture, without a beard, band, or ruff,
in armour, holding a long truncheon in his left hand; done upon a rotten cloth,
pasted upon a new board. L. 3 f. 0. B. 3 f. 4.
59. A MP. The piece where Socrates is rode by his naked wife, another
wench looking on through a window. — L. 4 f. 4. B. 3 f. 7.
60. A MP. done by Salviati. A man saint, with a big beard, with two
folded hands, praying and looking upwards, in a red and blue upper habit. —
L. 3 f. 4. B. 2 i. 7.
61. A MP., a young man's picture in a black cap and habit, without a ruff
or band, in a landskip to the shoulders. — L. 2 f. 0. B. 1 f. 9.
62. A MP., a side faced picture, with a shaven beard, and a red cap, and
a very little falling band, as if it were part of the shirt; in a wooden frame. —
L. 1 f. 11. B. 1 f. 4.
63. A MP. Another old man's picture, with a shaven beard, and a black cap
and habit, having put on half way on his right hand a glove, done to the shoul
ders; painted upon a board without a frame. — L. 2 f. 0. B. 1 f. 7.
64. A MP. done by Fetti. A Saint in white habit holding both his hands at
his breast; in a wooden frame. — L.
3 f. 4. B. 2 f. 6.
65. A MP. The picture of Herodias with St. John's head in a platter, looking
towards her right shoulder to another old woman standing by, with one hand at her
breast; in a gilded frame. — L. 3 f. 1. B. 2 f. 9.
66. A MP.
Saint John side-fac'd in a camel's skin habit, with a staff in his right
hand, holding with his left hand, a white camel's skin. — L. 3 f. 4. B. 2 f. 6.
67. A MP. A fat naked Bacchus with a rose in his right hand, in a black
cap with feather, and a diamond hat band standing before him on a table; in a
wooden frame. — L. 4 f. 8. B. 3 f. 6.
68. A MP. by Rubens. A woman's picture in a black habit and scarf, said
to be done by Rubens, when he was in Italy; in a wooden frame. — L. 2 f. 5.
B. 1 f. 7.
69. A MP. done by Fetti. A middle-aged side-faced saint, with a long brown
beard, writing with a pen in a book, in a light yellow and green habit ; in a wooden
frame. — L. 3 f. 4. B. 2 f. 6.
70.A MP. An old man's head with a white grey beard, looking towards
die right shoulder, and being less than the life : in an old cloutic. some part carved
and gilded frame. — L. I f. 5. B. 1 f. 2.
71. A MP. A blackish complexion young man's head, little ruff, in a black
cap and habit, with red sleeves, his right hand on his breast, in his left hand a
pair of gloves; in a black frame. — L. 2 f. 1. B. 1 f. 8.
72. A MP. done by Lodano (Lovino?), our Lady and Christ, lying along
in her left arm, and, with her right hand holding some part of her withe linnen;
in an old defaced all-over gilded frame. — L. 1 f. 8. B. 1 f. 2.
73. A MP. done by Romanino. The picture of Temperance, with her right
hand putting out a pot of water into another pot, a man by in red apparel, with
both his hands at his breast, in a black cap with a white feather, half figures, bigger
than the life; in a wooden frame.
— L. 3 f. I. B. 3 f. 8.
74. A MP., the picture of Christ sitting at a well, where the Samaritan woman
is kneeling before him, with a water pot at her left side, in a red and white habit,
the Apostles in little figures afar off in a landskip ; in an all over gilded frame. —
L. 2 f. 7. B. 1 f. 10.
75. A MP. Upon the 1 1 th. window-post, a head in a black cap and furr'd
habit, holding with his left hand upon his breast at his fur; in a black some part
gilded frame. — L. 1 f. 7. B. 1 f. 2.
76. A MP. said to be done by Julio Romano. A woman in the action of
kneeling, looking about her left side reaching a shirt to a naked young man, who
holds with his right hand a green bush afore his nakedness, in his going away;
painted upon a board, without a frame. — L. 4 f. 2. B. I f. 10.
77. A MP. An ancient piece, of an old grey Fryar, holding a blew book in
both his hands, whereupon in the midst upon a red round place, the name of Jesus
is painted, where by an Angel, with a little white lily branch in his left hand, with
his right presenting a kneeling Churchman; intire standing figures almost so big as
the life ; in an old carved wooden gilded frame. — L. 3 f. 1 1. B. 2 f. 3.
78. A MP. done by Bronsino. The picture of Hell, where Orpheus is standing
playing upon his harp before Pluto, for to have his wife Euridice from Pluto, whe
rein done upon the first ground, about some twventy-two figures, and in little, afar
off, a great many more; in a wooden gilded frame. — L. 3 f. 5. B. 3 f. 0.
79. A MP. A naked Fortune, standing upon a round globe, holding a fortune
sale ; whereby at her feet are two young mermaids in the water, with wings, each
of them having oars, an intire figure, not half so big as the life; without a frame
upon a board. — L. 3 f. 2. B. 1 f. 8.
80. A MP. done by some out of Raphael's school. A picture of our Lady in
the clouds, with four angels, and beneath upon the earth, in a landskip, a little
kneeling, Saint John holding both his hands upwards, in a new all over gilded frame.
— L. 1 f. 8. B. 1 f. 2.
81. A MP. done by one of the Corregio. Upon a marble stone the picture of
Christ painted, where he is in a trance, in the Mount Olivet, where an angel is
presenting him with a cup in his right hand, and his left hand upon Christ's shoul
der (1); in a wooden frame. — L. 2 f. 0. B. 1 f. 7.
82. A MP. A very big, and very large print of Albert Durer (2), being the
triumph part of the Emperor Maximilian Primus, which was bought by the king,
of Abraham Dorkender.
83. A MP. A water coloured piece, said to be of old Brugel, but is not;
where the blind being leading the blind ; being also utterly spoiled, and defaced by
quicksilver.
84. A MP. More, another water-coloured piece, wherein some branches with
cherries, also quite spoiled by quicksilver.
85. A MP. Another the like, by quicksilver quite spoiled Mantua piece of
some branches.
86. A MP. In a frame, some drawing piece upon paper.
87. A MP. said to be done by Titian. Upon a board, our Lady sitting on
the ground, with Christ on her lap, in a blew garment, with Joseph in a yellow
drapery, with three angels in a landskip. — L. 0 f. 9 '/ 2. B. 0 f. 2.
88. The 12 Cesars by Titian; now in the Escuria!.
NB. One of them was supplied by Vandyke in the room of one spoiled
and left at Mantua (sembra, il Vitellio).
89. Bought by the King; done by Raphael Urbin. A young man's head wi
thout a beard, in a red cap, whereon a medal and some part of his white shirt, wi
thout a ruff, in his long hair ; being the Marquis of Mantua, who was by the Emperor
Charles V made the first duke of Mantua. The picture being only a head so
big as te life. Upon a board in a black frame, painted upon the right light. —
L. 0 f. 5 Via- B. 0 f. 8V2.
90. Said to be done by Parmentius. A piece of two naked children em
bracing one another, signifying Christ and St. John in the desart, said to be done
by Parmentius (1). Changed by the king with My Lord Stewart Pembroke, de
ceased for a Judith; being a little intire figure, said to have been done by Ra
phael Urbin, of which said two children the king had amongst the Mantua collection
pictures, a copy which Sir James Palmer had given him, painted upon the right
light. — L. 1 f. 4 i/2. B. I f. 6.
91. Done by Titian, a sitting naked woman, with both her hands putting
on her smock, which the King changed with the Duchess of Buckingham for one of
His Majesty's Mantua pieces: in a wooden black gilded frame, half a figure as big
as the life.— L. 3 f. 2. B. 2 f. 6.
'
92. Done by Titian. The picture of the Marchioness of Mantua, in an old
fashioned red velvet apparel with her right hand done to the knees, half figures
so big as the life, in a wooden gilded frame. — L. 3 f. 0. B. 2 f. 5.
93. Done by Sir Peter Paul Rubens. Bought by the king when he was
prince. The picture of the lately deceased young Duke Mantua's brother (2), done
in armour to the shoulders, when he was in Italy, in a carved wooden gilded frame.
— L. 2 f. 1. B. 1 f. 10.
94. Done by Cantareno. Upon a bed lying along a Lucretia forced by Tarquin,
intire figures half so big as the life, which the king changed for a Mantua piece with
the Dutchess of Buckingham ; in an all over gilded frame. — L. 2 f . 9. B. 3 f. 2.
95. Done by young Palma. The great naked Venus, done by young Palma,
sitting by a table, whereon a looking glass, and a white pot, and a water glass,
whereby Cupid at her right shoulder with a bone in his hand, which said piece
the king had, in way of exchange, of Mr. Endymion Porter, who had one of the
our Lady and Christ,
of
king's Mantua pieces for which an altar-piece with
it,
is
two shutting doors, being done by Baltasar de Cone (1). — L. B. II.
2.
f.
f.
5
3
96. Done by Paul Veronese. A Leda upon white bed, with white
a
swan, holding with her right and under a purple curtain, which piece the king
changed with my Lady Buckingham for Mantua piece. — L. B.
0.
.
2.
.
1
a
3
f
f
of
of the remnant the utterly ruined and
In
a
his left hand.
A
by
99. St. Sebastian, a whole intire figure upon board, turned black
a
quicksilver.
A lord's children, painted ali
of
in
100. picture one piece,
being quite defaced and utterly by quicksilver spoiled.
A the emperor Otho,
of
is
ver, and quite washed away, which the king did send to his agent to Brussels, but
since come to Mr. Porter hands.
's
it
is
:
I
Ser.moS.re
.... Invio V. Altezza una mezaLucretia romanasoprauna tela che uccideet una Anconetta legno
di
di
s'
a
lunghezza un mezobraccioet puocomeno largache s'apre due parti. Di fuori una Annunciatone,cioè in una
in
di
partel'Angelo et nell'altra B. V. fatti a chiaro scuro.Dentronel mezo una Madonnacon colori naturalipossa
la
resta
la
l'
e
suoipiedi uno vestitoall'anticainginocchiato
verso Madonna; da l'altraparteS. Catherinache con una manotiene
la
ai
dicio cosararissima.... il
Da Roma 10 maggiodel 1597. Hum.mo S.re
di
a
LODOVICO CREMASCO.
< ^
o
55
y
c
<
-1
-J
CQ
<
12
Isabella d'Este del Parmigianino
(Galleria d' Hampton Court).
APPENDICI
12
APPENDICE A.
Iconografia Gonzaghesca
gli
Kenner dichiara di non aver potuto stabilire quali fossero artisti, incari
di
Mantova
in
doro Ghisi, Lorenzo Costa iuniore, Giovanni Bahuet, Stefano Sanvito (1):
in
m.
a
Ordinai l'altro giorno sei quadri per fare alcuni ritratti, quali hora
vi
sopra
dico che faciate pingere quelli che serano notati qui abasso facendoli da mezza
Costa s'egli termine farli
in
in
di
il
li
faccia m. Theodoro Ghisi che sta sul Te, solicitando che finiscano.... Sachetta
li
23 ottobre 1582.
il
S.
Due quadri simili con ritratto del S.mo Duca nostro Signore cavandolo dal
il
A.
S.
quadro che trova del S.r Carlo Aldegato, fatto quando era putto
in
casa
si
padre ca
il
vandoli da quello
il
il
Principe N.
S.
(I) Sanvitoera ancorvivo operasonel 1604 ritrattiparla una sua letterinaindirizzata Vincenzo del
di
I,
e
a
:
27 ottobre.Da un carteggio Carlo Magni col fratelloGiovanniambasciatorea Roma apprendiamo che Sanvito,
di
di
il
" namingo",
conviva col cioecon Pourbus,facevanon so che ritratti,probabilmente de' Principi, da inviarsicolà (let
il
Il Sanvito desidera riavere il retrato del Duca Francesco di mano del Costa
vecchio, dice essere in corte vecchia : ha fatto le due Fame et doi retratti, è drieto
al terzo, cominciando a Luigio primo. Il Rubone ha fenito trei satiri, et dimane fi
nirà il quarto. Il Mainardo à in bon termine la faciata verso la Camera Vitoria che
dimani finirà li frati. Il Burgano spera di fenir hogi le istorie della solita della Ca
mera Vitoria.
Più significanti ancora certi accenni del 1588, che devon riferirsi al
Bahuet :
dotte spessissimo a decorazione de' vari palazzi (1).... e persino per abbelli
mento delle scene teatrali. Così nel 1 592, per la recita del 'Pastor fido,
B. Castiglione determinò di sostituire n i ritratti de' XII Principi n manto
vani a' soliti n dodici Imperatori che si facevan da tutti i o a' dodici mesi ;
(I) Il VASARI, VI, 4fl9 dice che CesareGonzaga,della lineadi Guastalla,fece dipingere,in un suo gabinetto
"
d'antichitàe oggettid'arte, a Fermo Ghiaonila geneologia
di casaGonzaga; che n è portatobenissimo,e specialmente
nell'ariadelletoste".
ICONOGRAFIA GONZAGHESCA 181
Subito che ho letta la lettera di V. S. son corso con la mente per tutti questi
luoghi qui dintorno per vedere se vi fusse cose da servire il S. Duca Ser.mo ma
insomma non solo non vi trovo il ritratto del S. Federico da Bozolo ma neanche
d'altri famosi di questa linea. In Sabioneta è facil cosa che vi sia quello del detto
S.r Federico e vedrò di saperlo di certo, ma non saprei però come procurar di ha-
verlo, non havendo io colà più amicitia di quello che S. A. sa. Se intenderò che
vi sia ne darò aviso a V. S. acciò che di costà pensino poi il modo di haverlo.
Di Sabioneta agevolmente si potria havere ancora contezza de fatti notabili di molti
della casa perchè il S.r Duca Vespasiano di b. m. era accuratissimo in raccorre si
mili memorie e scritture da riporre nel suo archivio. Qui in casa ho io il ritratto
del S.r Cagnino fratello di Rodomonte : se di questo v'è bisogno subito lo invierò....
Di San Martino, 19 marzo.
gonzagheschi, compete
tanto maggior valore sembra infruttuosa ricerca
la
copia.
gli
*
* *
Nel concetto del duca Vincenzo I l'opera del Fioreta doveva preludere
a un più ch'egli accarezzava in mente, di eternare tutti i suoi
vasto disegno
antenati. Una disposizione testamentaria del 29 luglio 1 595 e' informa che
Vincenzo voleva esser sepolto nella cripta di S. Andrea : da rifare ex novo
così ampia e capace, che la si potesse adornare n cum columnis et incro-
staturis marmoreis et cum viginti quatuor sepulchris marmoreis Principum fa-
miliae Gonzagiaeae, incipiendo ab Aluisio inclusive et sequendo usque ad
dictum testatorem : necnon et DD. uxorum singulorum ipsorum principum, il-
larum scilicet a quibus linea Principum processit.... n. I mausolei eran già
bell'e disegnati ; il notaio dichiarava di ricever in consegna il compiuto pro
getto da allegare al testamento, n Predicta omnia debeant fieri.... iuxta exem-
plar, et ut vulgo dicitur dissegno mihi infrascripto notario per eius Celsitu-
dinem traditum.... n.
(I) Cfr. ridi'Arch. st. lombardodel 1884 (vol. I, p. 493) lo salilo dell' INTRA, L'antica cattedraledi Man
tovae le tombedel primi Gonzaga.
APPENDICE B.
gli
dell'arte s'è finora, malgrado
io
Nessuno storico eccitamenti eh' davo
ne\Y Emporium del maggio-giugno 1900(1), seriamente occupato dell'icono
Isabella Este. L'Yriarte co' suoi articoli nella
d'
d'
grafia intricata malcerta
e
Gazelte Beaux Jlrts del 1888 del 1895-96, Richter con sue
le
des
il
il
e
posto, porgendo
a
di
di
e
qualcuno dei molti ritratti
d'
di
di
si
Quando
e
di
d'
d'
Rubens, superfluo soggiungere che queste ricerche non sono una mera cu
è
per
il
I.
Chi
d'
di d'
disse che attorno alla culla Isabella Este s'erano date conve
gno tutte fate per prodigare alla primogenita Leonora d'Aragona tutti
le
doni più leggiadri che possono ornare una creatura umana, non usò una
i
sconsolata
gona ricordava d'averla conosciuta Leonora Napoli quat-
la
quando portò
a
trenne appena, d'aver giudicato fin da allora che riuscirebbe una creatura
e
la
degl'anni
si
opposte disparità
e
rentela, re Federico confessava che non avrebbe voluto altra moglie che
(1) Cfr. l^epertorium K., 1901 pp. 491-%, cui C. v. F. (Fabriczy) diedelargo riassuntodelle mieprime
in
/.
il
ricerche.
184 APPENDICI
questa sua nipote. E di quel tempo che facendosi per la cappella ducale
degli Estensi parecchie immagini in cera o in istucco, la effigie di Isabella
eseguita da un artista mediocre, certo Bartolommeo Palazzo, destava l'ammi
razione generale. Insieme al ritratto di sua madre Leonora si vedeva là (se
condo la descrizione di Francesco Ariosto giureconsulto) n in un cossino de
biamo notizia alla curiosa somiglianza che esso presentava con Anna d' Este.
La moglie di Ercole II diede in luce il 16 novembre 1 53 1 la sua primo
Mando per contento della Ill.ma S. Duchessa il retratto mio che ho pensato
esser quello del qual voi mi scrivete per esser fatto in tempo ch' io era in età di
circa tre anni. Voi mò potete far giudicio certo se l'ha similitudine alcuna con la
puttina di S. Ex. che se a Dio piacesse ch'ella mi assomigliasse secondo l'opinione
de l'Ill.mo S. Duca saria una cosa che mi sarebbe d'un contento incredibile. Ho
'
fatto dare al Pittore un altro mio retratto che si fece dopo eh io venni a marito
per farlo rinfrescare. Come el sii in ordine ve lo mandare. Ben mi piacerà che
poi l'un et l'altro me sii rimandato. Raccomandomi alla p.u S.ra Duchessa, ecc.
I RITRATTI D'ISABELLA DESTE 185
O' abuto li retrati (è ancora il buon Cholgia che scrive in data 8 febbraio) e
subito li portai a la S."> Duchessa e tanto li son piaciuti che non lo poteria dire,
e subito andasimo da la putina. S.n mia, il retrato putina li suomia certissimamente,
dal naso in zoso è tuta de V. S. Ogn'omo che l'à vista dice che se sumia certis
simamente, cusi S. S.™ à voluto che gi li lasa per questo carnevale e poi mi à dito
che mi li darà....
di
copia haver nanti me n.
E
eseguir n per possi
bile che questi quattro ritratti Isabella bambina — due rimandati
a
i
Mantova, due rimasti Ferrara — siano andari perduti? Non ad ogni
a
è
i
Anna
di
d'
modo un dato prezioso fatto sapere che Este ricordava nelle
il
zia?
Io
nessuna effigie
chessa Guisa, ma non sarà difficile qualche erudito francese fare
il
a
questo confronto.
Ad bellissimo del ritratto Isabella bambina
d'
ogni modo un succedaneo
in
parte
il
Isa
la
questa
n
a
;
di
nozze erano entusiasti quella bambina che rispondeva con tanto intel-
n
lecto con lingua tanto expedita che mi parve uno miraculo che una pula
e
a
di
singulare inzegno
il
Così l'ambasciatore Cusatro, che più tardi scriveva mando madonna Isa
n
:
effigie
e
inzegno
di il
è
Il
dei registri economici riferita dal Venturi sotto data del 30 maggio 480,
la
la testa de madonna Isabella n. Cosma Tura doveva più tardi ritrarre pari
menti Beatrice d' Este per mandarne l'effigie a Lodovico il Moro ; ma questi
dipinti sono disgraziatamente perduti.
Non è presumibile che nei dieci anni di attesa al compimento delle
nozze qualche altro ritratto d' Isabella non fosse inviato allo sposo per mo
strargli il crescere rigoglioso di quella fiorente giovinezza.
Francesco Gonzaga le donava nel 1484 la medaglia che di lui ci ri
mane, raffigurato come baldo adolescente ; e la fidanzata non avrà mancato
di ricambiarlo colla sua immagine.
gli
Nel 1490 si celebrarono con grandissima pompa sponsali, ad ac
e
di
crescere clamorose dimostrazioni gioia dei mantovani per nuova
le
la
Marchesa gettarono allora delle monete coniate ad hoc per commemorare
si
di di
fausto evento. cui forse
il
di
sciuti esistono nel medagliere estense Modena nel Mùnzkabinett
e
Berlino, ha importanza
d'
Isabella, poiché sua
la
la
capitale per iconografia
venne delineata schiettamente dall'artista, che mirò
vi
effigie sopratutto
a
rilievo profilo del marchese Francesco dai
in
mettere ad accarezzare il ca
e
la
sposa
è
in
seconda linea.
pittore ferrarese Ercole Roberti era stato l'anima delle feste nuziali
Il
Isabella usando
n
;
è
e
che anche ritraesse per commissione de' molti che rim
la
la
giovane sposa,
piangevano nella sua patria (1).
D'Isabella
in
perché vuoto lasciato da lei nella famiglia nella corte era così doloro
il
— —
bi
samente sentito che tutti congiunti servi ed amici provavano
il
e
trova espresso nelle molte lettere da Ferrara, dirette alla nuova Marchesa
di si
espressioni
e
aprile
0
1
la
a
retrato et come vado tavola fazio ponere suso una cadrega per scontro me,
a
a
V.
S.
21
il
alla noia
di
(I) La congetturache Roberti abbia rappresentatoIsabeila,sotto veste Lucrezia romanache s'uccide, non
di
la
il
d'
i
conciatura.
Ì RITRATTI D'ISABELLA d'eSTE 187
.... non avea voluto far per nisuno de soi fratelli.... Vole poi mandar là el maestro
che retragi V. S. pregando quela se digni esserne contenta perchè il vi vorà tenir
in loco di cosa sancta al capo del suo lecto.
el
retractode
li
(f
d'
lo
1
il Il
l'
a
V. S. et se megliorusseet più pretioaotantopiù voluntierage mandarla".
Io
ci
È
'
ma cum una berettaet zuponeantiquide quelli che se solevanousare.Voressimofamecavareun altro da questocum
una berettaet zuponede quelli chel portava tempochelmoritte però pregamovogliatimandarciuno de quellisuoi
al
vi
;
il
li
ni
in
la
.'
Mantue. XXVIII aprilis 1512 ''.
certolui ad eseguirei nuovoritratto. Anche più tardi egli mise mani
fu
li
sij lo
li
S.r Duca haverimo piacerechece rimandiatio per thesorero nostroquando quest'hora non partitoda Ferrara
in
a
li
il
9
il
Visto quantoV. S. mi comette,... subitocon bona cura ho fatto acconciareda M.ro 1Dosso doi retrattide
li
ill.mi S. Duca Hercoleet Madama Eleonora bo.me.... quali per Braghinosuo messogli mandoet se ho tar
di
io
li
I'
dato alquanto mandarli causatoche S.r Duca fratello V. Ex. mi haveadettovolerli vedereun'altra fiataet
di
el
il
al
li
Dossonon avrà mai, a sua volta, ritrattoIsabella?Lo ritengopiù che probabile:e debbonsi lui riferire do
a
//
e
il
trice s'addossa amorosamente, mentre colei colla mano lascia pendere la viola,
chi altri può essere se non Isabella, celebrata per la perizia nel suono, per
la grazia nel canto?
Al pari del fratello Ippolito aveva Isabella una vera ripugnanza a farsi
ritrarre: e a prodigar la sua effigie era invece continuamente costretta dalle
insistenti preghiere di ammiratori e parenti. La commissione del suo ritratto
al Mantegna è del gennaio 1493.
Per satisfare (scriveva la Marchesa a Jacopo d'Atri che faceva un viaggio nelle
Provincie meridionali) per satisfare a la ill.nu M.M Contessa de la Cerra, quale
amamo cordialmente havemo ordinato de esser retrata in tavola per mane de Andrea
Mantinea, et lo faciamo solicitare per mandartila dreto, aciò che tu sii quello che
ge la presenti, nanti la partita tua, la quale volemo che non sia senza la effigie de
la p.ta M.n» Contessa, doppo che essa vuole la nostra.
Il D'Atri tornò nell'aprile col ritratto della Contessa d'Acerra (1) e Isa
bella in un'affettuosissima lettera protestava di aver provato la più viva gioia
nel veder le sembianze di chi le era cara quanto la sorella Beatrice :
et per quello che nui stesse judicamo se assimiliano poco, sapendo cum quanta
dimculta se ritrovano pictori che perfectamente contrafaciano vulto naturale, te-
el
spesso
la
e
garita, Jacomo et altri che hanno veduto V. defecto del pictore per modo
S.
la
al
che niente restamo ingannate del concepto nostro. Ringratiamola summamente che
ce ne habia compiaciute et pregamo non manchi de fede dattace per mezzo
la
la
la
:
in
de Jacomo de mandarcene un altro tavola che cussi faremo nui del nostro
la
a
;
la
a
gli
di
figura
è
l'
la
3
d' è
quale
il
il
di
Acerra
di
(I) Costa nel 1507 divenne Duchee» Francavata:e D'Atri stesso, una letteredell' maggiode Napoli,
di
in
8
il
"
wicur&vaIsabellache anchenella nuovafortuna vecchiaamica era sempre fidissimaserva".
la
le
I RITRATTI D'ISABELLA D'ESTE 189
gli
Dolne che non potiamo mandare nostro retracto,
le el
summamente
al
presente
perchè el Pictore ne ha tanto mal facta che non ha alcuna de nostre simiglie
:
havemo mandato per uno forestere, qual ha fama de contrafare bene naturale
el
;
V.
S.
quale non se scordarà
in
facto chel serra manderemo subito
lo
a questo
la
mezo che siamo tutta sua.
di
forestiere Santi, cui
la
prescelto cognata
li
d'Urbino doveva aver fatto ad Isabella grandissimi elogi. Nel 1490 Ales
sandro Collenuccio riferiva allo stesso d'Atri (Pesaro, 14 novembre) d'aver
Bianca Maria Sforza, che Elisabetta
di
portato alla Duchessa un ritratto
e
subito ne fece fare un exemplo Giovanni de Sante suo pittore favorito.
n
a
h
chiamato espressamente
il
gli
non solo ritratto Isabella ma anche altri lavori che vennero
d'
guirvi
il
al
Ho parlato V.
S.
cum Zohanne de Santo de retracti de secondo quella mi
li
comise et lui me ha risposto non haverli anchor forniti per non essersi mai rehabuto
gli
mfirmita ma el restaurato
a
che'l possi lavorare non attenderà ad altro fin che non riabbi servito Ex. V.
el
la
il
a
alla sorella Elisabetta
:
era
S. la
li
p.1*
Et perchè se non sono finiti non più speranza che per sua mano siano per ter
è
li
dricio V.
S.
cavalaro per
lo
minarsi essendo sequita sua morte,
la
el
presente
la
a
quale prego me vogli mandare quelli che esso Zoanne haveva lavorati, finiti
la
o
no che siano, perchè farrò supplire qua mancamento....
io
al
Elisabetta rispondeva con una lettera già pubblicata dal Campori, che
Santi non aveva potuto per male da cui era stato colto Mantova
il
il
asso. Più fortuna aveva avuto Isabella col suo, che 494
in
già gennaio
il
3
1
non perchè
gli
Ill.1"°
el
l'
petute proteste della Marchesa alla Contessa d'Acerra ci provano che Isabella
non la pretendeva a una straordinaria bellezza, di che sarà a suo tempo da
tener conto.
Ed ora ci si affaccia un quesito assai arduo a risolvere : sulla paternità
del ritratto, rifiutato da Isabella, perchè non aveva alcuna n de le sue simi-
glie n. Era esso dovuto al pennello sovrano del Mantegna? L' ipotesi sca
turirebbe legittima da' documenti , perchè a messer Andrea era stato dato
1'incarico primo ; lui dunque faceva Isabella n solicitare n . Lavorando di lo
gica.... e di fantasia combinate, si può agevolmente dedune il perchè del
presunto insuccesso del Mantegna come ritrattista della sua ammiratrice e
patrona (1). Pur conoscendo che ella non possedeva perfezione classica di
forme, purezza di lineamenti, Isabella sapeva però che il suo volto irradiato
dalla luce interiore dell'anima esercitava una seduzione tutta sua a cui nes
suno poteva sottrarsi : era questa impronta geniale che ella voleva resa dai
suoi ritrattisti, e poichè le sarà parso che il Mantegna nella rude sincerità
del suo pennello non fosse riuscito a cogliere nel suo vero carattere amma
liante la fisonomia tutta intellettuale di lei, nulla di più naturale che il ritratto
venisse rifiutato dalla giovane principessa
— la quale ne' suoi scatti di bam
bina imperiosa non curava di infliggere una umiliazione al vecchio Mantegna,
come non esitava a minacciar la prigione al pigro pittore Liombeni.
Il fatto stranissimo successivo che Isabella non compare nella celebre
tela della Madonna della Vittoria, benchè
il primitivo progetto per quel
quadro contemplasse espressamente l'ordine al pittore di effigiare da un canto
il n capitano victorioso n di Fornovo, e dall'altro h la ill.™ consorte n (2), av
valora grandemente la congettura che tra il Mantegna e la Marchesa fosse
sorto un dissidio insanabile (per quanto dissimulato dalla cortesia de' rapporti
personali) siilI' interpretazione del n vulto naturale n di lei , più d' ogni altro
difficile a rendere.
Son tutti ragionamenti che filano diritto e che potrebbero accettarsi per
buona moneta.... se non fosse pur anco da prendere in considerazione il caso
(1) L'ambasciatore mantovanoa Roma. Gian Lucido Cattaneo,cosi ringraziavaIsabella,il 5 nov. 1491, per la
protezione che accordavamagnanima al grandepittore:
Ill.ma Madonnamia ho vistocum quantoamoree desideriodeservired. Andrea Mantegnane la regiesiade suo
nol circhaquellobeneficiola S. V. caldamente me ha scrìtto: al che non achadedir altro se nonche me operaremulto
de bonavolia, si perobedirevolentiericomandamenti di V. Ex., si per li meritid'essod. Andrea, quali certamente
sonno
non vulgarì,et io pressole altreobligationeche ho alaS. V. mele constituischo anchoradebitorede questademostrahone
amorevole factaal p.to d. Andrea per essereoperapia e degnaa fomentaret aiutar similesuo servo ornato de vìrtude,
et ala gratiade quellacontinueme rìcomando.Ex Urbe V. nov. 1491".
(2) Cfr. nel1'Emporium del novembre1899 il mio studiosulla Madonnadella Vittoria, p. 360.
I RITRATTI D'ISABELLA d'eSTE 191
Quest'altro pittore adoperato allora sovente per ritratti familiari era Fran
cesco Bonsignori : grandemente amato dal Marchese di Mantova, che nel 1494
gli
di
terra Gonzaga, usando nel relativo decreto
a
motivazione più lusinghiera.
la
del 13 giugno
Dio
di
in
ha largito Principi terra virtù,
la
a'
premiare
(é
detto) poter
Egli cielo.
in
fa
com'
in
Verona exercere volentes, prò eius ingeniosa picture arte muneranda, que parvo spatio
amplissimum terrarum orbem comprehendere potis est et animantium formas linea-
mentis sic figurare ut spiritus tantum et motus desit ad vitalis corporis esentiam; ad
quod eo etiam libentius invitamur, quo pictura ipsa non modice nos delectat eiusque
oblectatione mentem variis ocupationibus, solicitudinibus, et curis implicitam sepius
relaxamus et solamur.
di
Bonsignori nel marzo dipingere
la
l'
1
sua primogenita Eleonora, cui effigie era desiderata ardentemente da' nonni
la
in
altro documento
pur concerne un ritratto della Marchesa pel fratello card. Ippolito. 30 set
tembre 1495 scrive quel Taddeo de Lardi, che già conosciamo: Il habiamo
n
a
retratto stato
n'
se pregamo.
(Fra parentesi, saranno stati entrambi ritratti opere del Roberti). Nui non
i
el
faremo fare et
Io
di
battaglia
a
raggiungere campo
il
celebrare, con un quadro ispirato alla visione esatta de' luoghi degli usi
e
ripetiamo, qualifica
a
:
avesse fatto mala prova nel 1493: ma che tuttavolta Isabella, rabbonita, dopo
"
(1) Deliziosaquestaletterina SilvestroCalandraad Isabella,soggiornante a Ferrara(14 marzo 1494): ill.ma
la
di
M.a sua filiola per gratia del nostroS. Idio sta benissimo et ogi maistroFranciscodepintore ha comenzaad re-
la
la
del 1910, p. 134. Bonsignorivolle andara forza su' luoghidoves'erasvolta mischiatra Carlo Vili e Lega;
al la
la
il
Il
i
192 APPENDICI
aver visto 1' imagine della sua piccina Eleonora, volesse dargli l' occasione
d' una rivincita, commettendogli di nuovo il proprio ritratto del 1495 ?
Che il Bonsignori l' abbia effigiata a' piedi della B. Osanna, come è
stato supposto, io stento a credere (1), tanto freddo, amorfo e incoloro parmi
quell'aspetto di penitente : laddove è certo, per altri documenti del carteggio
isabellesco, che un ritratto, posseduto da Margherita Cantelma, ed opera del
gli
veronese, era oggetto d' ammirazione universale fra amici milanesi della
Marchesa, Me scrive da Mortara primo 505 Cantelma,
la
piacque, giugno
1
n
con Hysabella Trocta et con Alfonso, che con niuna altra per
la
più parlar
Milano, perchè era con affectione ascoltata, quand'
in
io
sona fosse parlava
della mia della volta et
el
Signora, quale contemplavamo qualche piatoso
caro retractino. Che sia benedecto quel mastro Francesco retractatore che me
ha così ben servita Tutto induce credere che Bonsignori facesse altre
il
n
a
!
;
manca elemento per stabilire dove serbino ancora que' suoi
si
se
ci
ogni
e
esemplari decantati dalla Cantelma dell' immagine isabellesca — tanto meno
e
possiamo arguire qual fine facesse ritratto del 1493 (sia o no del Bonsi
il
III.
è
a
soggiorno
Il
di
esser sicuramente dimostrato morte
la
cantore,
in
di
Caratteristiche
e pocodopodella battagliadel Taro
:
a
l
muratori12 marangoni 8; tutti alla fabbricade Gonzaga,quali cum grandedimcultaho aviati lavorare....ecc. ".
io a
e
copertade coramead uno scutooverotargone,qualeha fattoa V. S., dicendoche quella grandeinstantia haverlo.
fa
di
poi volevache provedesside uno cavalloet de dinari per lui et per unofamiglio....Perseverandolui de volervenire
io
li
io
U
I,
del Vasari (ed. Sansoni,V, 301) Isabellanon figuravaneppurenel Cenacolo S. Francesco,dove Bon
di
descrizione
11 il
"
signorieffigiòFrancescoGonzagacui fratelloSigismondo,co' figli Eleonora e Federico, fanciullo bellissimo". Ce
" "
nacoloera finito nel 1507, come Fr. Petrus de Arrivabenis guardianusS.ti Francisci preavvertivai Marchesecon
l
me disseche omnino più longafino uno mesesaràfinita l'opera,ma perchè staresenza cornisonedisopra,che
el
la
a
gia altrevoltene tubiamo parlatocum quela, non stanabene, sta'parlato Gisolfo lauda ma se scusa
al
farlo
di
lo
è
el
tatacerchaducati 15 ".
Preteso ritratto d'Isabella di Paris Bordone
(Gallerìa dell'Eremitaggio, Pietroburgo).
0
5
<
-j
_—
o
u
<
-
2
DC
J
a.
<
1 RITRATTI D'ISABELLA D'ESTE 193
cristoforo doveva essersi sentito a disagio nella corte milanese, orbata del
suo splendore, d' ogni sua letizia con la fine immatura della moglie di Lo
dovico il Moro ; e si comprende come l' artista fosse felice di passare al
servizio dei Gonzaga. Questo periodo della sua vita fu incompiutamente
studiato dal Venturi nella prima annata deli' Archivio storico dell'arte; e me
che con la data del 1498 si trovano nel Santuario delle Grazie presso Man
tova, e che a prima vista si riconoscono per sua fattura. Uno de' monumenti,
d' una semplicità ed eleganza deliziose,
Girolamo Stanga, un fu fatto per
parente di Marchesino Stanga, per il quale Giancristoforo aveva eseguito la
celebre porta venduta al Louvre. Ma due lavori soprattutto vanno ricordati
come dovuti a Giancristoforo nel suo soggiorno mantovano del 1498: l'im
presa del crogiuolo per Francesco Gonzaga e la medaglia d' Isabella d' Este.
II,
di
42) aveva pubblicato una lettera
gli
derico Calandra, da cui risultava che Giancristoforo aveva fornito schizzi
per impresa del crogiuolo, ma un caso felice ha voluto che questi disegni
l'
e
da essi vede che Giancristoforo sottopose alla scelta del Marchese due
si
fu
F. Gonzaga, Gian
di
Prima ancora
di
lo
cristoforo
la
medaglia
1
Niccolò :
di
il
medaglie Isabella che non voleva mai fare cosa prima facta da altri
n
e
n
;
Niccolò ne suggerì
di
medaglia bellissima che ha sul retto l'effìgie sul rovescio una donna alata,
e
medaglia
gli
La
fu
cessanti, che Giancristoforo dovette fare una replica della medaglia nel 505,
1
leggermente
l'
e
evidente dai
E
13
194 APPENDICI
La medaglia era stata coniata nel 1 498 e noi incontriamo nel 1 507 una
1° luglio 1506 (1) che dà la chiave di tutto. Ecco in poche parole l'arruffata
storiella. Nel novembre 1 505 Giancristoforo recandosi da Mantova a Roma
passò da Fossombrone, dove doveva consegnare all' Unico per commissione
della Marchesa una delle sue medaglie. La Duchessa d' Urbino, per beffarsi
dell' Accolti suo spasimante, indettò Giancristoforo a mostrare all' Unico
soltanto la medaglia d' Isabella senza lasciargliela. L' artista la ritenne seco
col pretesto che doveva servirsene per farne altre e promettendo all' Unico
di spedirgli in breve da Roma l'esemplare destinatogli. Viceversa passarono
gli
mesi e mesi e l' Unico non vedendo più la medaglia capì che era stato
dalla Urbino Era
di
giuocato un tiro traditora se ne dolse con Isabella.
e
questa burla, se fosse trattato della medaglia del 1498? No certo,
si
possibile
tante in giro che Giancristoforo non aveva
di
ce erano
n'
perché quella
il
,
appiglio per ritenere dovuto all' Unico, mentre
la
menomo esemplare sua
l'
dover
di
lo
gherminella era ovvia quando poteva addurre pretesto torre
il
n
di
in
505
al
bre 1
e
1
quei qua
e
Non 505-07
di
fu
d'
Loreto lui riferirsi
in
a
1
5
:
I
4
1
a
S.
in
nostra medaglia fatta dal nostro artihce venne Sua
la
ingeniosissimo
desiderio de vederla et molto ne instò che voglia far che possa vedere
la
sì
:
confidandone voi che sapemo poter col
in
l'
Cardinale
S.
Chi
Io
S.1
cavalero Valento, una del conto Paulo Fragoso dicembre del teso
6
(lett.
n
"
Dimorando,o Pheniccpia, novembre Sempronio l'antiquoforo.... sopravenne
(I) transcorso
el
certo scultore
di
far
la
via da
di
per visitarmi lasciarmi retractodel tuo sydereovolto, qual mi mostròdicendoch' glielo lasciassiper
el
Fossombrone
io
e
tomeexemplo che da Roma rimanderia,e che questoa te facevochosagratissima. perchènon solo dubitoma
di
el
E
e
gli
in
ti in
è
a
natura chosaalcuna trovarin bocca donna risposta fraudelibera, suplicoo sol bellezzao mar
in
di
di
di
di
di
vir-
tute, ecc. che per una tua de infrascripto
dubbiosia resoluto con sevasortesempseinresolutospiritomio, cioè se
el
di
l'
visitarmio lassarmisuo retracto prefatosculptoredectespetialcommissione Ex. tua.... '~x Urbe, Kal. Julij 1506
al
l'
gli
Malgrado elogi son poi tentato
Niccolò
di
credere che fosse limitato introdurre mo
si
poche grossolane
e
dificazioni allo squisito cimelio Gianci istoforo
di
se almeno lui può attri
a
;
Mo
di
buirsi strana medaglia isabellesca nella raccolta estense
la la
(conservata
di
dena) quale piuttosto un raffazzonamento vecchi motivi, un decalco,
di
che non una nuova spontanea creazione getto.
e
IV.
d'
nel Isa
1
bella, della Marchesa veniva commesso
in
un altro ritratto
al
pittura parmi
Gianfrancesco Maineri. La Giangaleazzo Sforza, che soleva
di
giano vedova
Ysabella de Aragonia Sforcia unicha i,
in
firmarsi desgracia costretta co
n
la
rifugiarsi
a
perciò apposta
E
giugno
a
di
:
III.™ D.u consanguinea nostra amantissima.
b.
amore et m.
la
l'
è
in
ma
havemo fixo nel core. Et poichè N. Dio
S.
mente ne piaciuto de levamelo
al
l'
è
pensiamo tuctavia de trovare qualche suo bono retracto, donde inteso nuy che
lo
Ill.mo S.r Marchese nostro ha vero cavato quando Sua M."1 viveva, che molto n'è
l'
piaciuto, venendo ad Mantua M.ro Zo. Antonio Beltramo depintore molto experto
li
nel mesterò suo, presente exhibitore, habiamo dato carico che'l se presenti dal
li
S.r Marchese con una nostra habiamo scripta che lassi cavare dicto retracto, quale ne
li
ha promesso de fare volenteri, et siamo certe che Sua S.™ non mancho ne gratificar,!
che continuamente ha facto ne altre. Et adciochè V.
sij S.
in
questa
che siamo satisfacte de questo nostro desideno pregamo anchora quella nostra pro-
curatrice, metendo nuy questa nostra obligatione apresso l'infinite altre ecc.
Mediolani 13 junii 1498.
Isabella de Aragonia Vicecomes.
Ducissa Mediolani.
ritratto della Marchesa, ch'ella amava teneramente quanto forse aveva odiato
Per
d'
Beatrice Este.
fu
eseguire questo ap
punto mandato chiamare da Ferrara Maineri. Beatrice de' Contrari rife
il
a
8
il
1
il
gli
satisfare voglie
le
a
a
I RITRATTI D'ISABELLA d'eSTE 197
E il 2 1 novembre :
homo racomando.
lo
Mai-
di
Dagli accenni oscuri Beatrice parrebbe potersi desumere che
il
nell' ira per aver ritratto una Leo
di
d'
neri temesse essere incorso Isabella,
nora lei invisa (?). Certo egli andava
che Mantova trepidante, un
e
a
a
è
di
ferrarese della Marchesa sentì
di
altro corrispondente bisogno munirlo
il
speciale commendatizia.
M.ro Zohanne Francesco da Parma che retrò ill."» M.a Anna dopoi che
la
la
si
è
era morta de più de uno mexe et quello che ha retracto l'amico, ecc. (sic).
Il
è
vene per servire V. Ex. et me credo che satisfarà assai, l'è homo molto timido,
li
a
I'
è
voluntiera....
gli
Este amava
d'
il
e
e
:
Maineri, pittore miniatore finissimo, conciliò subito sue simpatie, sicché
le
si
e
st. 88).
I,
1
a
Natale del 1498, ben inteso con gita del pittore Mantova
la
pel
il
e
quadro tempestavano,
a
minacciarla
di
redarguirne moglie
a
n
e
donna
la
povera
si
fece immediatamente sentire suo quos ego, per quanto temperato da forme
il
gli
a
e
"
In
lo
mandasse
e
:
venutoet giontoqua navendonui volutointendere causache facevarenitentene ha dicto esserper una operache
lo
la
a
il
gli
havemoassicuratoche non
curreracaricone interesse alcunoet havemovolutodarvineavixo pregandovi che per nostrorespecto habiatiexcuaato
1'
ne
diatefastidioalcunofin tantoche compitoquestonostroretractoritornaràa Ferrarache haveremogratiss.oda M.
lo
la
li
lui troviamo
d'
le
a
1
e
Il
Ex. V. parmenonesaer
la
el
in
la
esuberante
198 APPENDICI
IH.m" princeps et Ex."11 dom. pater col.m<! Dubito venire in fastidio non solum
facto pregare che voglia mandare uno di miei retracti coloriti. Ritrovandomi questo
anchor non mi sia molto simile, per essere uno poco più grasso che non sono io,
lo ho consignato al Negro mio M.ro de stalla, cum ordine che prima ne parli a la
Cel." V. et quando la se contenti lo presenti a la p.M M.» Duchessa da mia parte ;
quando non, facia quanto la gli comandare.
Mantuae, XIII martii 1499.
il
2
1
Dal Negro V.
S.
ne de col ritracto suo
la
lettera
la
stato
la
presentato
è
imagine del quale ne piaciuta parendone assai simile lei vero che alquanto
è
è
a
e
;
V. excepto se non facta più
S.
demonstrativa de più che non ha
la
grasseza
la
è
dopoi che noi vidimo.
la
grassa
ritratto
al
frequenti
la a
di
Giambellino
di
apposta per farsi dare ritratto che Leonardo, molti anni prima, aveva ese
il
clementia V. III. S. me reprometto che almanco acceptarà mia fidel servitù suplemento
in
la
de cuoi manchamento
la
di
mio. Linde, Ex. ma M.na mia, ritrovandone presente quanelpalatiovostrode S. Zorzo. essendoquestitempisuspecti
al
A
li
privoe de robhaet de denari,né ancora finito. Vero che ho alquanteopereprincipiate,ma non possofinire
le
è
gli
per non poternaverecolorine altrecoseche hisongnano, et quellepersonede che sonofora, talmenteche non me
è
possoprevalere cosa alcuna.Ma conoscendoV. Cel.ne esserDea de virtù et tenir sceptroregio mano,cum
le
in
in
il
erubeacentiaperò, uso questotermine sub tuumpraesidium confugio.IlI.ma D.na, istasdeprecationes ne despiciasin ne-
:
li
non periamo,et cum più prestoperchesonspintodel bisogno: undenon potendolirenderaltro meritotutti pregaremo
et amplissimo stani—
in
Sulla fine del 1499, quando la tempesta rovesciatasi sul Moro indusse
l' artista a lasciar Milano, egli riparò dapprima a Mantova : e di quel sog
giorno riportò l' impressione più grata. Ne abbiamo la prova nel fatto, che
stabilitosi a Firenze nella primavera del 1 500, Leonardo, malgrado la sua
gli
città. venne idea
l'
di
al
proprietario
n
e
Ma-
gli
la
dessigno
n
Firenze, era
di
latesta, un mese dopo
in
allora agente marchionale grado
a
spedire giù
a
burro battente dal Vinci.
Mando disegno de
el
la
man propria de Leonardo Vinci qual se rechomanda come servitore suo a quella
el
a S.ria
V.
S.
Mantua potere dar judicio qual sera stato migliore architetto o o
la
per
a
lui benchè'l sia certo de dover essere superato da quella, chè facile est inventis
si
;
addere, V. El Leo
S.
la
p.to
si
nardo dice che fare una chosa perfecta bisogneria poter transportare questo sito
a
la
è
di
el
li
di
di
busso, cupressi nè
V. vorà,
S.
il
a
;
che
la
(11 agosto).
Le
gli
cui Marchese
in
subito accettare
le
permisero profferte
;
del 1501,
lo
vaglia quando
a
Leo
di
il
nunziava Marchese
al
la
chasa
V. Ma Agnolo
S.
esso me
el
a
havesse
el
la
lì
pria chasa sua, qual uno Lorenzo da Monte Aguto, qual ultra casa
el
el
la
è
q. et te
è
nuto questo tal m.ro homo inzegnoso et molto sufficiente circha tal exercitio del fa-
bricare.... M.ro Lorenzo contento de venire servir quella et questo modo
la
è
V.
S.
m.ro
el
modello „.
"
si
il
il
200 APPENDICI
Del ritratto d' Isabella Leonardo fece due schizzi : l' uno ritenne con sè
lardi) e in un disegno della Galleria degli Uffizi questi abbozzi preziosi del
l'effigie della Gonzaga.
Anche in cose d'arte bisogna procedere n dal noto all' ignoto a , e perciò
intendo prima passare in rassegna tutto il materiale archivistico e iconografico,
e solo alla fine di queste ricerche mi riserbo di esaminare se la identifica
zione del ritratto Leonardesco, tentata dall' Yriarte, sia veramente accettabile
senza un'ombra di dubbio. Qui non posso trattenermi dal dire che se real
mente la n scoperta n dell' Yriarte dovesse esser suffragata da giudici compe
tenti, sarebbe questo un bellissimo caso, poichè a farlo apposta
gli
argomenti
in
portati campo dal critico francese sono meno serii concludenti che
e
,
i
immaginare.
la si
Giancristoforo Romano — —
di
lo
"
(I) Non comprendocome Richtor. oc. cit., p. 160, faccia incontrareltabella Leonardo apparentlyen Ve-
e
il
"II, equivocando
mila chiariiaimaletteradel Gusnascoalla Marcheu.
RITRATTI D'ISABELLA d'eSTE 201
Nous serons inoins timides, et nous jetterons plus de lumière sur l'identité du
modèle qui a servi pour ce dessin piqué, en mettant en regard la jolie tète penchée
d'une figure de premier pian du tableau que Lorenzo Costa a peint, vers 1504,
pour Isabelle d'Este (sur un sujet donne par elle, sur des dimensions qu'elle a fixées)
afin de faire pendant à deux Mantegna, à un Perugin et à un Giovanni Bellini,
dans son nid d'élection, son Paradiso.
Le tableau figure aujourd'hui au Louvre dans la galerie italienne, sous le N. 175,
et il a pour titre La Cour d'Isabelle d'aste. Dans ce Studio, d'où elle adressa tant
de lettres aux artistes de toute l'Italie, la marquise avait fait encastrer le tableau de
Costa entre deux beaux candelabri sculptés, et, sur la boiserie en intarsiatura for-
cadre, on encore, au-dessus de place qu'occupait l'oeuvre, nom
lit
le
mant le
la
:
Isabelle d'aste, comine pour indiquer aux spectateurs que l'artiste avait peint dans
portrait de marquise de Mantoue. plus qu comparer
la
ce tableau ne resterà
le
a
Il
de Léonard au portrait de Costa, et lecteur conclura.
le
dessin
le
Orbene vedremo fra breve che quel quadro del Costa non ha nulla
.°
d' 1
:
Este
d'
ipotesi
il
l'
a
,
;
d'
la
rappresentare figura, su
e
è
l
tenzione dello spettatore.
VI.
Ferrara Alfonso
di
502 celebrarono
si
a
1
Este con Lucrezia Borgia Isabella che aveva visto non senza
d'
ramma
e
:
infangarsi imposta
più che era distanza mal accetta
la
Mantova,
di
Marchesa
di
la
ingraziarsi ogni
e
di
un ritratto
le
poichè
inviare un artista Mantova.
di
l'espediente
a
alcuni boni retrati et fatone anche qui certi altri perfectione ho conosciuto
in
seco
sua et desiderando grandemente havere de V. Ex. prego
io
la
sufficentia effigie
la
quella quando nolli sia incomodo voglia essere contenta lassarsi ritrare dal dieto che
me ne farà singolarissima gratia.
il
di
Gian Giacomo non saprei dire: certo, un poco buono, perchè un anno
n
a
;
202 APPENDICI
Marchese le rispondeva (19 luglio 1503) che non era facile agguantare
quell'artista randagio, di ndomicilio instabile n.
Fra le dame che avevano accompagnato a Ferrara Isabella per le nozze
della Borgia, la più entusiasta della nostra eroina era la Marchesa di Co
ttone, che le assegnava il vanto della bellezza e della grazia non solo sulla
sposa ma su quante altre gentildonne erano intervenute alle feste. Tutte erano
n uno niente a a paragone d' Isabella, scriveva la Marchesa di Cotrone allo
Francesco Gonzaga. Restituitasi nelle provincie napoletane,
sposo felice, la
Marchesa di Cotrone serbava il più affettuoso ricordo d' Isabella d' Este, e
nell'agosto 1 506 le spediva un sonetto composto dal Cariteo sopra un tema
veramente bizzarro. La Marchesa di Cotrone aveva cioè n essendo in Mes
Fareti dire (alla M.M di Cotrone) che scrivemo a Zo. Cristoforo sculptore
gli
che'l facci uno ritratto effigie nostra perchè non sapendo che
in
marmo de
la
volesse donassimo
la
lo
a
direttamente
in
a
si. dell'Arte,
di
151).
effigie nostra, haveremo charo che ne vogliati fare una de mità de gran-
la
la
la
fu
deza o circa che quella de Alexandro da Baese et darla da parte nostra alla
dieta Marchesa, che noi ve remetteremo denari che ne scrivereti apreciarla....
li
dei Gonzaga
in
lettera se con-
li
in
man propria, licet non bisogni perchè S.ra Marchesa non vole altro ritratto
la
signerà
per essere quella habij retenuto suo et factone volunta de V.
S.
contenta che
el
la
unico perciò che abbia ricercare sarebbe quello che Marchesa aveva
si
la
1
a
I RITRATTI D'ISABELLA d'esTE 203
aggiunga un quarto ritratto eseguito nel 1 506 per donarlo Margherita Can-
a
telma , l' amica del cuore di Isabella. Fu Mario Equicola che lo portò a
Ferrara alla Cantelma, la quale il 15 settembre diceva di averlo accolto
con * omni veneratione i.
Che fine avranno E sperabile che sia stata più lieta di quella
fatto?
toccata abella immagine di Isabella
una che esisteva come ex-foto nella
Annunziata di Firenze. In quella chiesa, dove i Gonzaga possedevano una
splendida cappella disegnata dall'Alberti, anche il marchese Francesco aveva
fatto collocar la sua effigie; e la Marchesa di Cotrone visitando Firenze
nel 1 502 scriveva il 30 maggio al Gonzaga :
Non men bella era l' immagine lasciatavi da sua moglie, e di cui un
oscuro artista fiorentino con lettera del 25 dicembre I 507 reclamava il prezzo:
Fa ora circa anni due che la S. V. venne qui a Firenze alla Anunziata e che
mi facesti fare una inmagine a vostra similitudine che è delle belle magine che vi
sieno e fecila porre nel più bello luoco che sia in quella chiesa che ne feci quistione
co' frati che non ve la volevono porre in quello luoco, ora la ve si pose ed èvi et
è più bella che mai, come caschuno vostro mantovano che sia venuto in questa
terra può fare fede. La S. V. sa che quando me la facesti fare che io ne volevo
duc. 25 d'oro, che se russi stato un altro n'arebe voluto duc. 50.
gli
immagine (1).
le
nobili fiorentini
di
la
(I) Su cottili cfr. VASARI, ed. Sansoni.III. 375 MAZZONI. boli iella SS. Annunziata nella Tiivlsta
e
VII.
gli
di
quale aveva comuni
in
virtù convertire
la
ganga
tutto l'oro che incontrava nelle sue esplorazioni archivistiche. Un bel docu
mento, un fatto prezioso cambiavano subito, sotto mano del Bertolotti,
la
si
Così del Costa
in
è
diventò.... un ritratto Copialettere Lib. 201 reca questo
di
suo marito.
Il
e
biglietto Calandra
al
Zo. Jacomo.... Perchè vorressimo far mettere ne ultimo quadro che ha fatto
ni
l'
Costa del retracto nostro un bel distico laude sua, haveremo charo ne fac
il
a
ciati qualcuno et mandarcelo.
Capriane XXVIII Junij 1508.
il
Copialettere fosse del Marchese senza curarsi d'altro riferì lui prezioso
il
e
a
dipinto Venturi Kenner, non avendo modo
di
controllare errore,
il
il
l'
e
:
il
Lib. Isabella Este,
d'
201 invece
d'
il
e
;
lettere emana da Isabella, niente affatto da suo marito. Ogni dubbio viene
e
di
poi rimosso dal fatto che quel ritratto, per cui chiedeva un distico del
si
Ella
di
d'
faceva allora arredare con ogni sorta oggetti arte suo apparta
il
poichè nel
e
naliera da Mantova teneva informata sul progresso dei lavori, ed ella dava
la
in e
mag.1°
1
5
a
:
gli
del retratto no
al
quatto
di
sopra
h
il
il
a
d'
Andeteno tutti
di
Lo ilI.
S.
qual
a
V.
S.
trato de De pocho
lo
telaro suo.
1 RITRATTI D'ISABELLA D'ESTE 205
Subito lo portai, dove che piacque ad ogniuno n, Nel novembre dello stesso
anno Isabella era a Ferrara, e le sue lodi entusiastiche del ritratto del Costa
Estensi vederlo:
gli
mandò espressamente un cavallaro
si
invogliarono
a
a
Mantova per portarlo Ferrara.
di
Dove dipinto, che era fregiato o
sarà andato un distico
questo del
Calandra o — come appar più probabile — una iscrizione ad hoc lit-
di
(n
tere n)? Mi par già sentire qualche di per francese esclamare: bacco, non
c'è dubbio — Cour d'Isabelle d'Elste che noi abbiamo Louvre.
la
al
è
la
quadro col titolo qualifi
è
cazione appioppatagli da' francesi non che un' assai tardiva appiccicatura.
è
L'inventario del 1542, redatto tre anni morte d'Isabella dal notaio
di la
dopo
Stivini, mano dal già mes. Lorenzo
di
lo
Costa pittore con diverse figure dentro, che dal lato della finestra, con
è
e
verdure dentro et una incoronatione . Quell' inventario relativamente assai
n
è
Isabella
in
preciso, se quadro avesse davvero rappresentato mezzo alla
il
e
sua corte, buon tabellione avrebbe scritto tout court, senza tante indicazioni
il
Madama
di
di
b.
generiche come ha fatto: un quadro pittura con m. et
n
la
appresso grotta
di la
h
i
Richelieu,
di
il
e
nelle sue Recherches sur les Collections de Richelieu (p. 39) quadro del il
1
quadro prova
n
di
l'erba,
in
ninfa
la
la
al
piedi con un turcasso caccia — via via, altre figure son destinate
la
è
rappresentare poesia,
il
a
,
,
in di
fusamente una scena guerresca, lontano vede una nave ancorata nel
si
e
sognare (citato
il
quel guerriero
a
di
un'asta terra, come per dire cessi qui ogni rumore guerra n, ravvisato
n
a
a
!
B. Castiglione
in
perchè
e
e
206 APPENDICI
gli
veva recarsi a Mantova, come ambasciatore del Duca di Urbino, fatto
fu
capire che non senza pericolo avrebbe calcato territorio de' Gonzaga. Sta
il
bene che Isabella cortese ed equanime non divideva furie del
le
sempre
in
marito contro buon Baldassarre; ma ella cosa
le
rispettava troppo ogni
il
dello sposo,
di
suscettività non sarebbe mai permessa ordinare Costa
al
si
e
che dipingesse proprio allora Castiglione come uno degli ornamenti della
il
sua corte.... da cui era bandito!
Non bisogna dimenticare che quadro del Costa appartiene quel
il
a
di
di
di
allegoriche,
la
rappresentazioni
si
piacque fregiar
sua grotta. Esso difatti — ce inventario del 542 — faceva pen
lo
prova
l'
1
dant Parnaso alla Virtù che scaccia vizij del Mantegna
al
al
Trionfo
li
e
e
della castità del Perugino: tutti quadri, de' quali Isabella, con minuzia per
fino fastidiosa inceppante ispirazione degli artisti, aveva dato soggetto,
l'
il
e
nell'Archivio Firenze
di
misure. Braghirolli ritrovò
le
la
disposizione
Il
il
e
contratto notarile stipulato col Perugino, cui Isabella aveva tracciato tutti
in
a
del non ha dubbio che
la
ordinatogli
v'
particolari composizione quadro
e
:
i
contribuire
di
n
diolo della Marchesa.
n
del
la
prova palmare
:
Ill.™ et Ex.™ D.°" mi sing. Ho ozi ricevuto una de V. Ex. per suo messo
il
cum del quadro vole et cum instructione secondo se ha gover
lo
la
la
desegno
a
gli
nare pictore; subito mandai per quello et monstrai tutto, piacque grande
li
il
il
mente
in la
sa
V. Ex. per lavorarli cuore. Parlando
di
il
mi parea lustro,
si
il
tela. Gli necessario che V. Ex. me dia aviso, se opera de Messer Andrea
l'
è
de tutto
el
possa
le
figure
forme al quadro ove ha a star vicino che se convengano in tuio. Intese queste
cose se preparerano tutte altre necessarie, et pictore comenciarà lavorare, et
le
il
sito buon solicitatore come ho promesso alla E. V., che bene et presto
la
sia
io
li
compiaciuta e non tirata longo modo de quelli altri soi pictori, che tanto de
al
al
sidero sia satisfacta, che l'è impossibile l'opera non sortisca desiderato effecto,
la
il
et me persuado poterà stare parangone degli altri soi como desidera. Quando
al
il
gli
sarà et
adviso per sua consolatone, non per racordarli precio, nè danari, perchè non se
il
I RITRATTI D'ISABELLA D'ESTE 207
ha a parlare de denari, vorò che V. Ex. se degni acceptarlo in dono per amor mio
si como li promisse, stiane pur di bona voglia che presto et bene li sera mandato,
non manchando io de l' ufficio di buon factore in tutto quello sera bisogno, et se
in altro la posso gratificare la prego se degni comandarme come ad suo buono ser
vitore et me li raccomando et bene valeat.
Bononie, primo decembris MDIIII.
Da V. Ex. in contracambio dil quadro, li dono, non voglio cosa alcuna, se
non che se degni per amore mio havere per ricomandata la Violante, quale mai
m'è uscita, nè può uscire di mente, in modo serò sforzato venire a stare cum V.
Ex. diexe giorni in questo carnevale. Allei di nuovo quanto più so et posso me
raccomando.
E. V. Serv. et affinis
Ant. Gal. Bentivolus manu propria.
Che il quadro fosse del Costa lo sappiamo con certezza da una lettera
di Girolamo Casio, già pubblicata dal Venturi , del 17 agosto 1 505 : n iI
R.mo Protonotario — egli scrive — ersera me impose facesse intendere ad
V. E. come l'opera che faceva il Costa era molto inanti et che omnino sera
finita prima che a Natale proximo et per il juditio mio V. Ex. ne restarà
satisfatissima n. A sua volta per tranquillare l' impaziente Marchesa il Benti-
voglio l' avvertiva (24 aprile) che il pittore aveva tanto tardato perchè n sì
io non so spiegarmi per quale allucinazione l' Yriarte (1) s' incaponisse a veder
le
si
il
"
Luzio hat leichtesSpie1 un die unnereimteAnnahmeYriarte's.... auf Null zu reduciren chiamavaquelladel
e
;
"
criticofrancese hochstphantashacheArgumentation".
206 APPENDICI
figure l'héroine assise sur l'herbe, les cheveux sur Ics épaules (comme dans
le dessin de Léonard), avec une resille et un collier!... i È questo un caso
veramente unico di una Principessa , di intelligenza sovrana , che facendo
glorificar la sua corte dal pennello di un artista di grido, si acconcia lei ad
una parte secondaria, e assiste indifferente, con un agnello tra le ginocchia,
a una incoronazione solenne di non si sa che incognita Dama.... No, no; è
Questo ritratto non potrebbe per avventura identificarsi col n. 295 della
collezione Hampton Court, designato semplicemente Portrait Lady
cl'
of
ri
n
a
ascritto Perugino poi Costa? (1). La congettura sorrise
al
di al
prima
al
già
e
la
gentildonna
il
Obbiezione
di
sovranità, né ornamenti o gioielli. scarso valore, perché em
di
al
e
fu
che per
la
originale esistente alla corte Mantova. Invece quel ritrattino presenta gran
col 'Portrait of a Lady
d'
dissime somiglianze Hampton Court nel quale
;
per mia parte non esiterei riconoscere Isabella del Costa; mentre nel
a
l'
proprio
in
la
la
vergine su
n
Mantova corti
di
fu
vi
si
inglese
a
omaggio
Marchese arte prediletta da
d'
di
ritratto
Il
caduto prigione de' Veneziani nel 509, aveva voluto averne una copia
e
1
(1) LAW, The Rovai Calieri al H. C. pp. 106, 309. Richte non se ne punto accottol
Il
le
il
"
24 novembre: questanocte march.Francesco)mandò tore suo retractoqual era ne camerade arme et
le
(il
il
quellode V. S. che era nel camerinoet manda p.to Re. Credo che andando cosi alto loco non sranceràa V.
". in
al
li
EH
"4^
^
L i/H ^J
WJi ■L
-
M
TÉ»
\. ^^^^BIQH"
14
Il tri
di
Cesai
de
Man:-.
(CU«
dH -
Coati
dargli sopratutto sua moglie.... e i suoi cavalli (1), non dimentica di parlare
del Costa con grande affetto. Prosciolto dalla prigionia nel 1510 per l'in
ll,
di Giulio marchese Francesco lasciava Venezia:
in
terposizione casa
il
e
Jeronimo Marcello Tomaso rimanevano due ritratti da
S.
del gentiluomo
a
servigio. L'Anonimo
in
di
tigli dal Gonzaga riconoscente premio qualche
Morelliano, sotto data del 525, la
registra così
li
1
:
El retrato de Madama Marchesana de Mantoa e de Madonna sua nola, furono
de man de Lorenzo Costa, mandati Venezia signor Francesco, allora che l'era
al
a
preson torresella.
in
La
d'
mia identificazione del quadro Hampton Court giova (parmi) anche
ad accertare fosse quella Sacra famiglia del Costa, cui l'artista, su-
in
qual
pergiù tra 508 1510, aveva raccolto ritratti principali della famiglia
il
il
1
i
In
la
per
rito, dovette Isabella nel 1510 cedere per propiziarsi
la
quel quadro Regina
Francia: Mar
di
effusione
la
quale ringraziava grande
Mantova, esclamando Jacopo d'Atri,
di
primogenito
S. vostro
la
in
consorte perchè haveva barba, dove p.1» M.1» fece quello
la
circa X anni essa subiunxe che doveva essere facta quando bello
la
figura
il
in
si
figura
e
Madonna Isabella
di
Hampton Court.
of
col Lady
n
e
VIIl.
Costa
fu
per prima
Il
posare.
le
pazientemente
si
n
a
di
di
patientia
n
Lu
le di
lerne più sapere questo supplizio quando perciò tre anni dopo
e
:
d'
M
210 APPENDICI
Il Costa stabilitosi a Mantova sulla fine del 1506 aveva preso officiai -
Altro non scrivo ad V. Ex. excepto che il suo retracto facto dal Francia in
gli
ch' monstrarmelo
io
veda,
el
per
gli
judicio
lo
portato mio,
la
imagine
al
sera
gli
gli
Ex., credo se non me ingano saprò demostrare ruti suoi veraci lineamenti,
gli
scriverò dubite
lo
poi
la
gli
pictore vegna scarsa, non lasserà ad che pensare per ben servire.
Lucrezia
di
assimigliare
il
n
n
n
gli
scrissi
la
proximi (questa lettera precedente pur troppo smarrita). Quando sarà libe
dì
è
a
non attenderà ad
lo
rato che
non etiam consumato et perfecto a suo modo, poi significarò sopra ciò parer mio.
il
I RITRATTI D'ISABELLA D'ESTE 21 I
Gli di proximi andai studiosamente a casa del Francia pictore, per vedere al
suo natural quanto rasimigliava lo relracto de V. Ex. facto di sua mano. Dirò il
vero senza assentatione, non mi pareva havere con essa similitudine alcuna, mostrando
più saturno, più scarna, altro essere, altra effigie che de V. Ex. et in quanto mi
rapresentava la imaginativa natural il fece advertito in tutto quel mi parea mancare,
exhortandolo per l' honor suo et contento mio ad transferirse insin ad Mantoa per
vedere la viva imagine de V. Ex. aciò il suo simigliarne retracto paresse el suo
gli
natural vivente ; ma non puotè persuader tanto che mi promettesse volere fare,
il
con dire era troppo pericoloso mettersi tal parangono più presto de fortuna che
di
da arte voler fare uno natural voleva
in
retracto.
ri
il
formare; et poi mutarlo et rimutarlo secondo judicio mio: et potria essere che
el
V. Ex.
gli
gli
gli
gli
de sollicitudine
Ex Bononia sept. 1511.
7
e
a
a
di
di
mi scrive V. Ex. non più exhorterò Francia pictore che vegna a Mantoa a des-
il
signare
è
il
presente
il
rarie, simigliandosi assai bene retracto che ba facto con quel altro V. Ex.
lo
de
gli
il
a
gli
altra tanta simiglianza, non sera molto discrepante dal suo natural. non
Io
man
gli
sera
la
il
di
petente sulla somiglianza del ritratto. quale era compiuto alla fine d'ottobre,
Il
gli
Ill. ac Ex.ma D.n» D. et soror hon.m» Lo Francia nostro intra pictori auri-
gli
fice
V. fin totale con cornice deaurata intorno per intendere de
S.
Ill.1»» perducto
al
la
l'opera sua judicio mio. Molto commendai parendomi meritasse laude et com-
S. lo
lo
gli
socedesse bene intra mani, non ha curato che più veda, havendomi pro
lo
le
messo de portarlo più et più volte inanti che finisse per mutare et rimutare quelle
il
parte ad me paresseno da mutare, benchè invero siano pocche che non satisfacciano
mio et cosi spero V. vederà parangono de
S.
farà ad Ex.™* quando
al
gusto
al
il
In
quel primo non mancho naturai che ma de artificio assai più perfecto.
quello
questa nostra citate tuti queli che conoscono V. Ex. vedendo questo ritratto tutti
El
gli
par vedere viva imagine quella. simile
di
consentienti insieme afErmano che
S. la
gli
judican anchora intimi familiari de Marchese suo consorte, maxime
lo
Ex.mo
Scalona presente apportatore. Unde facio conjectura che resterà ben satisfacta
il
doi retracti mandar ad V. Ex. alla qual de continuo me raccomando insieme con
li
figlie mie, anzi sue, havendole maritate suo modo con grandissima satisfactione
le
a
de noi tutti.
Ex Bononia die 25 octobris 1511. Ex."» D.1* V.
LUCRET1A ESTENSIS DE BeNTIVOLIS
* Serva et soror deditissima.
Lo Francia Marchesa
di
stesso giorno scriveva direttamente alla
il
Mantova
:
Mandemo V.
S. la S.
di
l'opera, a
al
la
li
a
piaceri servitij suoi. Nec plura. Vale et vivas foelix.
e
due ritratti — tanto quello del Francia, quanto l'altro datogli per mo
I
n
,
appena
si
n
a
a
;
Francia
al
satisfacte, et avendoni vui cum arte vostra facto assai più bella che non ni ha
I'
data
la
facto
comodità de qualche messo ficlele satisfaremo debito nostro con effecti ultra I'obligo
al
che sempre
Mantue XXV nov. MDXI.
1 RITRATTI D'ISABELLA d'ESTE 213
gli
contento haver satisfacto ad V. E."" S. del ritratto suo, et tanto più che scrive
con più bella che natura. Ma non vendica
in
haver facta tanto
la
si
della pictura, che creda poter excedere irreprehensibile magistra,
la
arte
la
natura
gli
che troppo arrogante seria nondimeno dir vero non spia/e de tanta ma
il
a
;
dama un tal preconio. Perciò essendo a commutar gli occbij de nigri in bianchi
lo lo
evento dubio, per non guastare quel che sta appresso de bene et per non perdere
certo per incerto, rnalvolenteri se metteria tal periglio, allegando bissogneria
lo
mutar et
le
al
sogneria una altra volta darli vernice, et se variasse uno pocchetto circa re-
la
la
la
quando fosse qua esso ritracto che provaria ogni cosa contentare V. Ex.
la
per
a
qual de quel che potrà non mai trovarà defesso gratificargli: ne mi similmente
si
serò mai tarda ad exequire quanto ad me imponerà, grande o picchol che sia, purchè
possia, facendo come dice Eolo Junone Tuus Regina quid optes Explorare
si
labor, mihi jussa capessere fas est. Felix igitur valeat, et me quod facit cordicitus
deamet, filiasque nostras et me commendatas habeat.
Ex Bon. die decembris 1511.
9
ragioni
e
di
alla sua liberale natura, Isabella donò via questo dipinto del Francia. L'Yriarte
di
lo
ipotesi
ritratto del Francia fosse rimasto Bologna andasse travolto nella rovina
il
e
a
quadro spedito
e
a
del pittore
di
si
il
è
it
quali privarsene.
a
Sulla fine del 1511, proprio quando era arrivato ritratto del Francia,
le
il
in
rilegato, Pistoja,
a
2 14 APPENDICI
lei intitolate ( 1). Isabella ebbe carissimo il dono per l'eleganza del manoscritto
e per il pregio di una raccolta, che ella ormai temeva perduta e che la com
pensava in qualche modo del dispiacere provato nel vedersi defraudata delle
rime di Niccolò da Correggio, che dovevano pure esserle dedicate e che
con subdoli pretesti — malgrado le sue fiere rimostranze — le venivan ne
Perchè non sapemo ben la natura, et conditione sua, non vorressimo in pocho
nè in troppo mancare, nè in parte alcuna offendere 1' animo suo, però vi pregamo
a volerni consigliare in qual modo vi pare ni riabbiamo a governare in farli qualche
dono, et de che sorte vona essere per più honore nostro, et satisfactione sua; et
quando da vostra posta non vi sapiati resolvere, potreti conferirne con lo Ill. S.
Don Sigismondo nostro fratello, et col Pignata con li quali intendemo esso havere
stretta conversatione, dandoni poi subito aviso dil parere vostro et loro.
mandò sicuramente
il
si
Zaninello
lo
in
perché gergo pre
tenzioso contorto, nella sua lettera del aprile 1512 diceva che es
1
7
e
la
pari preso prestito penna
il
ir
ii
Il
n
Isabella per Za
fu
lo
più primo perché premiare
,
ninello non esitò distaccarsi dal ritratto del suo prediletto Federico che
a
,
Francia aveva fatto l'anno Bologna. Di che Zaninello
le
lo
pure prima
il
Dal V.
S.
di
lo
erìge suo
a
me
si
V.
S.
sono con
la
apresso
ritracio suo mio basso tugurio, benchè hora se po' dire alto, et già assaissime
lo
il
ne restano
''
Richtet, op. cìl., p. 166, fraintendendo,chiama Zaninello scrittore pococonto
",
(I)
of
lo
little note ed
di
Il
le
amirative et forse con qualche invidia per liavere ne la stantia mia et Venere et
Cupidine. Rengratiare non posso et manco io so la Ex. V. di tanto dono et resto
con grand."1° adispiacere ch' io non sia atto se non in tutto almeno in qualche pic-
V.
gli
porto. Et
S.
ciola parte mostrargli la servitù mia che aifectionatamente Ill."1"
a
humilmente mi raccomando.
Ferr. XXX maij MDX1I.
De V. Ill.-
S.
Servo
Zanfrancesco Zaninello.
di
fosse regalato ritratto dipinto dal
il
Francia La dello Zaninello
lo
cui
in
del 30 maggio 1512, una settimana prima (cioè giorno stesso
il
è
Ferrara)
a
a
di
mentore del giovinetto perché
II
n
:
stato forza donare via retracto de Federico nostro figliolo che fu facto
il
è
e
;
si
è
a
due ritratti che tutta Ferrara accorreva vedere che facevano pendant,
si
e
a
come Venere Cupido, doveva esser pure del Francia l'effigie isabellesca,
e
dunque avergli
1
1
5
1
:
un altro ritratto. Alla fine del 1511 solo suo ritratto che Isabella avesse
il
disponibile era quello del Francia dacché quello del Costa sino 1514
al
,
restò nell'appartamento del castello, dove era stato con tanta cura collocato
;
donarlo un semplice privato sarebbe stata una grave offesa pel suscet
il
e
tibile artista. Ergo.... mi pare indubitabile che dipinto del Francia andasse
il
Ferrara. Isabella che fece sacrificio dell'effigie tanto più cara suo
al
il
a
proprio ritratto.... chi sa? alla sua risoluzione non era fors'anche estraneo
e
un nuovo delicato riguardo per Costa che come non avrebbe visto vo
il
soddisfatto che suo celebrato ritratto del 508 fosse esposto un perico
il
quadro
si
apre
il
incerte per rintracciarlo. Lo Zaninello (morto nel 1518) aveva una collezione
artistica ragguardevole, nel 1513 Isabella mandandogli l'effigie del Pistoia,
e
da lui pos
di
di
i.
di
Isabella donando suo ritratto allo Zaninello non potesse che dargli un
il
di
di
di
quadro degno
,
,
216 APPENDICI
getture.
Che il ritratto di Federico Gonzaga , ricomparso nel 1903 a Londra
(collezione Leatham) sia del Francia , a me non par disputabile , e pel co
stume indossato dal giovinetto, e per l'evidente rassomiglianza con la madre,
quale è effigiata nel ritrattino della collezione Ambras. L' Unico Aretino,
corteggiando a Roma nel 1511 il principino di Mantova, insisteva appunto,
col suo gergo buffamente enfatico , su questa somiglianza ; dicendogli : n tu
assimili ben a quella traditrice di tua madre, tu sei ben così bello come è
IX.
Per 1' ultimo periodo della vita d' Isabella non abbiamo la stessa ric
chezza di documenti sui suoi ritratti. Era del resto ben naturale che col
proceder degli anni in lei si accrescesse la repugnanza a farsi ritrattare, non
soltanto per la noia della posa, ma anche e più per l'avversione congenita
in ogni donna a far consacrare dall'arte le ingiurie del tempo. Nel 1516
ad es. l'ambasciatore d'Atri le scriveva di Francia che alla corte di Fran
cesco 1 si desiderava moltissimo un ritratto della Marchesa e della figliola
Eleonora, di cui la fama magnificava, esagerando, oltr'Alpi la singolare bel
lezza; e Isabella risponde seccata il 28 febbraio:
Quanto sia per mandarvi il rìtracto nostro, questo non potemo nè volemo fare,
si perchè non ni havemo alcuno nè volemo più quella (noia) di star paciente a fami
ritrare, si anche perchè seria prosumptione la nostra a mandarlo in Franza. Di quello
de la Duchessa de Urbino per tal rispecto non ni pare di far opera di haverlo et
anche perchè non essendo de la beleza che l'è stala dieta (1) alla Regina molto
meglio è lassarla in quella reputaIione, però ni pare che metiate questa pratica in
silentio.
Ill.™ et Ecc.™ ecc. Mi è piaciuto intendere per una de V. Ex. el retrato suo
mandatoli esserle piaciuto. Ho ricevuti li otto scudi, quali se daranno al pictore, tor
nato che sia da Bollogna, anchor che non era necessario questo dono, attento che
chi è servitor e pagato da lo ill.ma s.r suo fratello è ancor di V. Ex....
Ferrane, V Junij 1516
L.co da Bagno.
Parmi certo da ciò che il pittore fosse uno de' Dossi , addetti stabil
mente al servizio degli Estensi : la lode d' Isabella a cotesto lavoro avvalora
l' ipotesi che il dipinto fosse d'artefice non volgare.
Il figlio di lei, cardinal Ercole, alcuni anni più tardi richiamava la sua
attenzione su un ritrattista famoso , Sebastiano del Piombo , scrivendole da
Orvieto 25 marzo 1528:
Già alcuni giorni M.ro Sebastiano pittore tanto eccellente quanto è la fama sua
venne in questa terra, e mi fu a fare riverentia; io lo pregai che mi volessi ritrarre,
perchè mi pareva haver in memoria che V. Ex. già quando ero in Mantova mi disse
ch'egli molto naturalmente retraliea. lui mi ha promesso farlo subito che li siano ve
nuti alcuni colori. Come sii fatta questa figura la manderò alla Ex. V. a ciò che
vedendome alcuna volta la si ricordi ecc.
di
tanto me esso
a
Ma
di
per conto suo Isabella non sentì alcun bisogno mettere alla prova
sue relazioni col Luciani,
di
le
si e
Ferrante Gonzaga.
di
gli
insieme
al
bisogno
il
Dossi Mantova per ammirarvi
di
una scappata tesori arte adunati
d'
far
i
S. Giorgio. Un giorno
di
cui tutta Ferrara era attesa an
in
in
nel castello
di
que' duelli che erano gradito spettacolo delle corti delle
di
siosa uno
e
plebi italiane del Rinascimento, due pittori preferivano rinunziare all'emo
i
fare una corsa Mantova. Girolamo
È
zionante spettacolo ancora buon
il
e
a
da Sestola che ce ne dà notizia con questa sua lettera Isabella
:
Ill.™ S.r" mia....
A quando se doveva combatere, M.° Doso Ticiano bon pitore guale
dì
passati
e
fa
gui Ferara S.r ducha una bela tela forono Mantova et veduto cosse
le
al
a
à
del Mantegna ne dise gran bene S.rc laudati ha laudato
al
vostri studi/ et
li
e
li
li
e
tundo per ,
più belo chel S.re n'à ancora lui
el
somamente
el
el
Ticiano A V.
S.
parangon. continuo mi racomando.
di
uno ma dise vostro non
el
Data Ferara 22
in
dì
di
novembre 1519.
a
De V. Jeronimo de Sestola
S.
la
Ser.rc
dito Cholgia.
d'
la
presso
sa ne chi ne quando avesse eseguito dalla corrispondenza del 508
si
l'
1
:
risulta soltanto che questo tondo, dov'era dipinto un San Michele, era stato
allora rimesso de azuro ultramarino n.
n
9
1
5
1
a
di
casa due artisti venuti visitare suoi appartamenti ed ella non cono
a'
;
i
sceva Tiziano
di
avuto bisogno spiegarle chi fosse che cosa valesse Vecellio. Prima
d' il
di e
del 1519 non può dunque parlarsi ritratti tizianeschi Isabella, ed erra
di
nuovo Yriarte nel ritenere che Marchesa avesse 40 anni circa quando
la
1'
S. Girolamo
di
del Vecellio, facendo poco meno che un affronto all' artista agli interme-
e
(I) Or. LUZIO-RENIER, La cotturad"Isabella, p. 110. Isabella corto danari non potèpiù comperare
di
a
il
a
il
il
Sua Ex. de non comprardicto quadro,maximeche mi ha factoparlareet con Navagerìocon ogni instantiaet con
n'
il
copiarli nel suo soggiorno a Mantova su' primi del Seicento. Per una curiosa
coincidenza, del ritratto d' Isabella giovane abbiamo l'originale tizianesco, e
non conosciamo la copia del Rubens se non indirettamente per un' incisione
del Vorsterman ; mentre del ritratto di Isabella vecchia fino a questi ultimi
anni si ritenne l'originale tizianesco e bisognava contentarsi
perduto di sup
plirlo con la mostruosa copia del Rubens nel Museo di Vienna (n. 845
Alte Meisler).
Vedremo che il ritratto d' Isabella giovane non fu eseguito da Tiziano
che nel 1 536 : l' ordine cronologico reclama dunque che si parli prima del
ritratto d' Isabella vecchia, che certo precedette l'altro e fu fatto dal vero.
A giudicare dalla copia del Rubens, parrebbe che Isabella avesse già
passato i 60 anni. Non bisogna invero fidarsi della fotografia, che in questo
caso inganna, perché tutta la caratteristica del quadro sta nel colorito. Dalla
semplice fotografia si direbbe d' aver davanti agli occhi una donna sul tra
monto della giovinezza, a cui nuoce soltanto la soverchia
pinguedine, ma che
presenta ancora , come dicono i francesi, dei beaux restes. Il quadro invece
fa un' impressione del tutto diversa, assolutamente disgustosa. Isabella ci ap
pare là —
per ripeter vecchio libercolo (1) — come una
le frasi d'un mio
donna , che nasconde le sue rughe sotto il belletto , e indossa vestiti dalla
tinta chiassosa (un abito di velluto rosso), poco in armonia col suo volto
appassito. Guardando quel dipinto del Rubens si arriva a giustificare quella
lingua sacrilega di Pietro Aretino che parlando nel 1534 in un suo libello
anche della Marchesa di Mantova la chiamava * disonestamente brutta et
arcidisonestamente imbellettata i, soggiungendo che aveva n i denti di hebano
et le ciglia di avorio i.
Fortunatamente il perduto originale tizianesco, non ha guari scovato in
un castello d' Inghilterra, e passato alla collezione Goldschmidt, dissipa af-
fatto l' impressione penosa , che destava la copia del Rubens : e nel ripro
durlo dalla Gazelte des Beaux Arts del 1903 mi varrò anche della bellissima
descrizione fattane da Maurice Hamel nella rivista francese (1). Premetto che
non deve far meraviglia che sia ricomparso in Inghilterra, perchè il catalogo
Bathoe ci fa fede ch'esso fu là portato nel 1627 e lo registra (n. 92) con
sufficiente esattezza.
n L'œuvre fort bien conservée — scrive l' Hamel — peut prendre rang
parmi les plus beaux portraits du maître. Elle est de sa manière la plus
riche, la plus délicate et la plus puissante. On est frappé d'abord de la
plénitude de vie qui en émane et de la densité de la forme. Sur un fond
vert sombre, Isabelle d' Este se présente de face, vêtue d'une ample robe
rouge sombre aux manches bouffantes ; la chemise découvre largement la
courbe grasse des épaules et la gorge épanouie ; un collier de perles a
moins d'éclat que cette carnation chaude aux reflets ambrés ; la main droite
ramasse les plis lourds de la robe. La coiffure en turban fait valoir la peti
tesse de la tête, enserrée de cheveux d'or brun ; la bouche charnue et fine
sourit ; les joues, un peu empâtées, laissent deviner la finesse de l'ovale pri
mitif; les yeux brillent d'un éclat humide et, dans ce visage où le souvenir
de la fraîcheur d'antan se mêle aux signes de la maturité, ils ont gardé
le feu et la naïve ardeur de la jeunesse. La taille alourdie et l'ampleur
des hanches disent que l'âge est venu, mais sans émousser la vitalité ar
" "
(I) Il Riciitrr, op. cit.. p. 156, dice che l'originaledella collezioneGoldschmidlnon è convincente (?) : e in
realtànon sapreiche cosaquestafrasesibillina sanifichi. La copiadel Rubense la relativastampa del Voratermancon
la scritta— Isabella blaterai*GonzagaMarchionissa— non stabiliscono in modo irrefragabile1'identitàdella persona
?
Non abbiamola riprovadel cat. Bathoe?
I RITRATTI D'iRABELLA DESTE 221
'"
ci) L' Hamel dice a ragione: toutebellequ'elle soit, cetleoeuvrea, dans l'impression du visage,danslei mains
et dansla pose,quelquechoaed'impersonnel, d'un peu froid et vide. Il y manquel'impression dircelede la natureet la
presencereellede la vie ". Pel Richter invece(oh varietàsemprebizzarrade' gustiI) il ritrattotizianescodi Isabellaaio-
"
vaneè so rreshund spontaneous in conception che quasici offendeil saperlouna semplicecopia. Più assaidi questi
criterisoggettivimette conto notareil fattoche l'originaletizianescodovetteesserassai ritoccato,perche nella copiadel
Rubenssi vededistintamente una catenad'oro, che nellatela del Vecellio è disparsasottoil ridipinto.
222 APPENDICI
spondente ferrarese d' Isabella , che si firmava co' più disparati pseudonimi ,
e spesso con quello di Apollo, le scriveva nel 1 534 :
S.
11l."» S.r
in
a
quest'ordine
:
Perchè coloro che prestarono ritratto di noi qual ebbe Mess. Titiano
ci
el
il
che
volemo che voi ve facciate rendere et che per persona
lo
la
habbi ad havergli rispetto ce mandiate aconcio che non
di
vi
sia pericolo
lo
sorta
di
guastarsi.
Mantue, VI marzo 1534.
d'
e
alle sollecitazioni della Marchesa l'ambasciatore Agnello rispondeva mag
il
5
gio 1536:
Ticiano
gli
qui, chè
di
gnor Duca alla Corte, col quale deve anche tornare Mantova, dove V. E. lo
a
(I) L' unicaletteraanterioredello Stabellinoche (illuda ritratti Isabella, datatada Ferrara novembre15241
d'
è
a
"
anni, con sua frase mo'terzoo quart'anno?" Non
I
la
ci
E
bisognaquindi supporreche gia altra volta Isabellaavessericorsoagli Zaninelliper aver prestitoquella suaeffigie.
in
L'artistache dovettecopiarenel 1524 ritrattod'Istbella non era cerio Vecellio, cui relazionicon Mantovaco
le
il
il
gli
Alla riceputa quella V. Ex. XXX dil passatodata Sennede, me ne andai Sabastiande Gian -
di
di
di
in
di
di
V
me daria ".
lo
"
Manda ritrattoe nome Sebastianoe fratelloprega Marchesaad averli per servitori quel loco che tra
di
la
in
a
il
copialettere
della Marchesa ha serbatostavolta suarisposta
la
ci
Il
D. B. Sibilino.
Invernoricevuto retratto quale sta moltograto,et comepiù prestoce ne seremoservitesecondo
ni
lo
il
è
il
I
intentonostro remetteremo.
Volemo benche nomenostroringratiatiassaiSebastianoet fratellodella prompteza
in
in lo
vi
il
gli
che hannousato dami detto ritratto,et faretiintendereche non siamoper riaverli menorconto quello che
in
di
il
Zaninelli
gli
di
vederà prima di me, et lei medesima potrà parlar del ritratto et
la
spedito
Il
e
a
ricevuta con questo importantissimo biglietto all'Agnello (29 maggio 536)
:
Titiano che dubitiamo non
di
di
di
ritratto nostro di man ne piace sorte
Il
contiene.
di
esser stata in quell'etade ch'egli rappresenta quella beltà che in se
ben pensato far qualche dimostracione con esso Titiano per fatica
di
Havemo
la
ma habbiamo deliberato voler prima ritratto de Zanninelli,
di
esso,
in
usata
il
il
gli
lo
farete restituisca,
di
Braghirolli Crowe-Cavalcaselle non conobbero
la
più parte
il
Il
questi documenti per una deplorevole svista lessero male nome dello
il
e
d'
maggio
si
1
5
n
e
a
,
Francia, che cioè suo ritratto isabellesco era stato donato Gianfrancesco
il
a
Zaninello
di
lui Tiziano
di
fu
lo
perché
e
le
quadro
evidenti sforzi da lei fatti per ripararne volle
gli
gli
bellezza oltraggi:
e
e
che Vecellio com'era da modello
la
il
n
,
La Tiziano
ci
rito dal Francia anche Vecellio però, come Rubens, doveva aver ag
il
il
al :
che non credeva davvero d'essere stata bella anche da giovane (1).
così
Dato perciò iniziale del Francia
di
Tiziano, ritratto isabellesco che ammira Vienna rischia assai, alla luce
si
il
a
di
perciò che
in
qualche
nome della Regina
di
Rubens non lascia adito dubbi, dacché evidentemente nella sua dimora
a
di
Isabella, che
d'
al
(I) Cosi scrivevogia nell'Emporium non comprendocon qual fondamentoi Richter, che riassumeda capo
e
a
;
fondo mio studio,infiorandolo osservazionipoco concludenti,sentenzi! " Luzio mistalten his supposition
di
ihat
in
is
il
il di
a
tra cui veramentemoltostrana supposizione che nel ritrattodel Franciapotesseesservieffigiatoanche figliod' Isabella
la
insiemealla madre1...Ma no: due ritratti eran distinti,e non bisognafonderli un solocontro l'evidenzade' docu
in
i
mentiper giustificare
cervelloticheipotesi.
224 APPENDICI
Quel ritratto d'Isabella giovane, prima assai che dal Rubens, dovè
esser copiato da parecchi artisti, e fors' anche ripetuto da Tiziano stesso :
ma su questo punto non son riuscito ad orientarmi per mancanza di docu
menti iconografici.
Il Crowe e il Cavalcasela parlano di copie conservate a Verona, a
maggior diritto di essere accolto fra' ritratti isabelleschi il dipinto della col
lezione Mond, magnificato dal Richter, e già presentato dalla Gazette des
di
Cesare
del
lantegna
di
Cesare
dei
Mantep
suoi affreschi che ornavano così detto Palazzo del diavolo, palazzo
il
il
Paris Ceresara, astrologo
Il di
al
dapprima
a
sollecitatoria del marchese Federico:
-si
M.ro Hieronymo. Havendo noi inteso dal m.0° m. Paris Ceresario cavalliero et
gentilhomo nostro dilectissimo voi non esser mai comparso per dar principio alla
di
impresa tolta per voi alla faciata palatio per tante volte che'l ha
vi
questo suo
ricercato, ne siamo restato molto admirativo, sapendo promesse che facesti non
le
di
S.
sol ad esso m. Paris ma anchora allo ill.™° nostro patre fe. me., et perchè
desiderosissimi che dita faciata expedisca, parso per nuntio
ni
la
siamo posta
si
a
di
exhortarvi con questa nostra vogliati fra tre o quatro giorni venire per non man
car de fede vostra, altramente saremo costretti far provvisione di altri pittori et
la
dareti causa
ni
bisognò
Il
veder illeggiadrita
di
giungere Principe
al
il
a
scrive
:
in
lo
a
prete del domo; dove sereti contento per parte nostra exhortarlo venir subito
a
manca
la
li
per haverlo
li
grato,
tenderne che iniuria sia facta noi.
la
F
1
1
sommo sotto
la
a
(I) Or. CROWE-CAVALCASELLE, Tiziano, 467. Un ribalto Federico,che era sia morto nel giugno
di
I,
fu
del 1540. mandatodalla vedovaDuchessaad Otto Enrico, contePalatinodel Reno, nel novembre quell'anno.
di
15
226 APPENDICI
lettere antiche alte un braccio e mezzo (1), fra le quali è un numero di fan
ciulli che passano tra esse in varie attitudini e tutti bellissimi i. Ne fu solo
il palazzo del diavolo che s' inghirlandasse di affreschi del Pordenone : sino
a pochi anni fa poteva ancora discernersi nettamente , su la facciata d' una
casa di piazza cavallo Federico Gonzaga. L' ombra sua
Broletto, ritratto a
dell'appartamento a pianterreno d' Isabella d' Estc (5) con un anticaglia sopra
la porta ; e per i tratti del volto, somigliantissimi a' dipinti tizianeschi, e so
"
(I) Le lettereintrecciatecomponevan et amicorumdomila ".
la scritta Ceresariorum
a) Cfr. SUSANI, Nuovo profilo di Manioca, del 1836. p. 112.
(3) Cfr. LA W, op. ctt., p. 112. Equivocaperòil Law riferendoal ritrattodel Parmigianinole indicazioniche il
Bathoedava pel ritrattotizianescod' Isabellavecchia.
(4) Cfr. LUZIO, Isabellad'Ette e F. Gonzaga promessisposi, p. 61.
(5) Sgombratoora il pianterrenodel Palazzo ducale dal magazzenodella Croce Rossa,si è messoin piena luce
l'appartamento che Isabellad' Este si fecelà costruirenel 1520-22. Molti bei fregiin stucco,molteelegantidecorazioni
pittoriche,improntatede' mottifavoritio delle divisedella Marchesa(XXVII — nec spe nec metu),son riapparsi,sfal
dato l' intonacoondeper lungotemporestaroncelati. Soprale porte, nè più nè menodi quantovedesiancoraal Te,
eranoindubbiamente collocatide' bustiantichi: uno de' quali il Parmigianinoesemplònel suo dipinto.
(6) Op. eli., p. 149.
I RITRATTI D'ISABELLA DESTE 227
dica senza riavermi alchuno respecto se farò dispiacere portarne non di-
si
e
a
scompiacia mente,
il
più grato mi sarà compiacere alla E. V. che satisfare all'apetito mio. Et perchè qua
dice varie nove delli progressi delli exerciti et da diversi lochi havemo diversi
si
lei chel non era cum troppo nostra satisfactione non l'ha voluta usare. Per questo
non dicemo alla S. V. expresamente che siamo contente per non fare injuria
a
gli
gli
Ma Laura, nè negamo per non scompiacerla. Lei farrà mo' quello che parerà.
la
Ravenna,
di
descrivere
la
indugiava battaglia
s'
riassumendo una lettera autografa, purtroppo perduta, del fratello Alfonso che
con sue formidabili artiglierie aveva fulminato amici avversari.
le
e
228 APPENDICI
Erano trascorsi quarant' anni dalla morte d' Isabella d' Este , quando
nel 1579 i Gonzaga furono chiamati a contribuire alla collezione tirolese,
di cui s'è parlato nell'Iconografia gonzaghesca.
Per il ritratto d' Isabella d' Este non poteva esservi che l' imbarazzo
della scelta, poichè nell' ultimo ventennio del Cinquecento le due tele di
gli
Tiziano non avevano ancora preso il volo da Mantova ed ornavano ap
partamene ducali, dove
Rubens potè più tardi suo agio copiarli. Di più
il
a
acquisto, redatto da Daniele Nys nel 628,
d'
si
1
un ritratto della marchesa Isabella con cornice
di
strato note n, quelle note
ir
vede
la
si
per
del duca Ferdinando Tirolo non venne scelto nè
di
collezione ritratto
il
Isabella giovane Fu
d'
d'
tizianesco nè
cui essa bella
in
preferenza figura
e
a
d'
alla tradizione domestica sulle vere sembianze Isabella. Non può quindi
negarsi valore iconografico speciale questo ritrattino viennese mette conto
a
e
d'
fu
sue congetture, ma
le
questo
Il
articolo relativo Isabella dice errori madornali, traviato dal Bertolotti, dal
a
troppo
è
l'
a
d'
che tomba Isabella sia adorna con suo busto con una
la
epigrafi
il
sua amica
la
cui sepolcro
fu
e
fu
(I) Isabella seppellita abito francescana (secondol'Amadei) nel coro interioredelle suore S.ta Paola,ac
in
". la di
di
"
cantodel march.Francesco.L'epitaffio celebravacome virili animo foeminae,multis atqueinsignibuspraeditaevir-
tuu'buset vitaeet sobolisfoelicissimae La chiesa oggi una caserma cavalleria della tomba Isabella disparsa
di
d'
è
è
:
ogni tracciai
1 RITRATTI D'ISABELLA D'ESTE 229
Altro errore è il credere che il ritratto del Francia fosse rimasto a Man
tova e potesse servir di modello per la collezione tirolese, quand'è provato
da' documenti che era stato donato al ferrarese Zaninello. Naturalmente il
Kenner non poteva saper ciò: ma é gratuito da sua parte il supporre che
il Francia avesse copiato il ritratto che nel 1 494 Giovanni Santi aveva fatto
gli
per la Contessa di Acerra. Come mai lettera già edita più
la
sfuggita
è
cui alla Contessa
di
d'
il
pinto del Santi, dicendo: secundo m'è referto, se me puoteria più assomi
Dunque Isabella non seco, vide
lo
lo
gliare? solo non ritenne ma non
n
neppure, come bene ripetere: il Francia ebbe tutt' altro modello davanti
la è
in
agli il suo dipinto ogni modo fuori que
è
e
gli
all' arciduca Ferdinando Tirolo
di
stione copia mandata poiché
la
per
,
Zaninelli
lo
Kenner credette
di
in
—
gli
bella dai 20
in
quella riproduzione
fu ai
appare giovanissima 25 anni,
età coinciderebbe precisamente con epoca cui Santi chiamato in
il
l'
l'
e
e
a
a
Vienna quel quadretto, Isabella non appare poi così giovane
di
nel Museo
come ritiene Kenner dai documenti dell'Archivio Gonzaga
la
comunque,
il
Nel 1517 ad es. ella fece suo pellegrinaggio Marsiglia, quando aveva
il
43 anni suonati ebbene nelle lettere che Equicola, suo compagno isto-
l'
e
:
riografo ripete
a
a
,
tutti ammiravano Marchesa non solo per lusso delle sue foggie ma anche
la
il
per ponno
a
n
V.,
di
che Madama sii matre S. che ella pare sorella sua scrive
la
pena
i
testualmente
l'
e
;
quella bellezza che era già XII anni i. Fatta pur larga parte
in
et essere
la
all'esagerazione adulatoria, non resta men vero che bisogna andare rilento
a
Dalla tela
poco più eppure Francia non l'aveva dipinta sotto suggerimenti della
il
o
1511
Ti
Io
all'arciduca Ferdinando
di
di
d'
co Cfr. AppendiceA.
230 APPENDICI
cesco non avrebbe nel 1514 mandato in Inghilterra l'effigie prediletta della
moglie, se non fosse stato agevole averne rifatto altro esemplare dall'artista,
sempre volonteroso e pronto a servire i suoi mecenati.
Quel n ritratto della marchesa Isabella con cornice di note n, poteva
esser benissimo del Costa (1): naturale che lo si prescegliesse come l'effigie
che una tradizione costante additava per il più fedele della Marchesa, tanto
più che a Mantova viveva sempre, sino al 1 583, Lorenzo Costa juniore che
non avrà mancato di tener alta la fama di questo dipinto dell'avo.
Resta però da vedere diligenza venisse eseguita la copia.
con quanta
Gli artisti a cui era affidata questa serie di ritratti gonzagheschi non si può
dire che brillassero sempre per grande accuratezza: e ad es. il ritratto di
Giulia Gonzaga è così mal fatto che nessuno vedendolo potrebbe spiegarsi
come quella gentildonna destasse tanti entusiasmi al suo tempo, e invogliasse
persino il Barbarossa a organizzare una spedizione per rapirla. Sarà stata
XI.
(I) Neil' inventariodel 1627 v'è ancheun altro ritrattadella marche»IsabellavalutatoL. 36 (n. 119).
I RITRATTI D'ISABELLA d'eSTE 231
Corpus quadratoni neque gracile neque obesum ; subflavus ( I ) capillus ; niger oculus
clarus et nitidus; tranquillas illas atque micantes
oculorum faces coronans superciliorum
acus; nasus venustissime deductus; (2) plenior et ruboris plena lactea facies; lactea
dentium compago ; teres ex lato pectore surgens collum ; arctior cum cingula sit, mini-
musque zonae orbis ; manus oblonga et succi plena ; totiusque corporis habitudo pro-
fecto longe lateque supra mortalem ostentane
La sposa non è troppo bella, ma una dolce cera et quantunche havesse cum lei
molte donne et la IlI.m" M.M Duchessa de Urbino quale è bellissima et veramente
momtra esser sorella de V. Ex. che la mia Ill.™ S.r" et da li nostri et da quelli
sonno venuti cum questa Duchessa da Ferrara porta il vanto de la più bella et questo
è senza fallo perhò che appresso sua S.™ erano le altre uno niente....
La Ill.™ patrona mia havea una vesta di velluto verde carica de passatori, quali
tiene de lo amor di V. Ex. cum uno robone di veluto negro foderato di lupi (come
nel ritratto tizianesco); in testa havea uno scomotto d'oro et al fronte uno circhiello
d'oro et al collo uno circhio d'oro cum diamanti dentro.
per la vivacità dello spirito, l'affabilità de' modi, per l'eleganza e 1' origina
lità delle acconciature ; ma in questo affascinante complesso di doti, la vera
e propria bellezza fisica aveva, io penso, la minor parte.
Badiamo bene : le ripetute proteste con cui Isabella si schermiva mode
stamente dalle lodi esagerate sua bellezza (al Trissino rammenta il pro
alla
verbio : so che tu non dici il vero, pur mi piace) hanno tutta l' espressione
della sincerità. La ripugnanza a farsi ritrarre, la rinunzia a figurare nella
Madonna della Vittoria del Mantegna, nel Cenacolo del Bonsignori non si
comprenderebbero in lei, innamorata dell' arte, qualora davvero la sua fosse
stata una radiosa bellezza che ad ogni pittore doveva riescir facile il ripro
durre. Nel 1514-15 Isabella si trattiene a Roma parecchi mesi e non cura
di farsi ritrarre da Raffaello, a cui pure aveva commesso 1' effigie di suo
figlio Federico, e preferisce col mezzo del Castiglione di ottenere una piccola
Madonna del Sanzio. Leonardo la ritrae n di carbone n ed ella non insiste
perchè la faccia n di colore n e chiede un Cristo giovinetto, adducendo a
pretesto che il Vinci non aveva h commodità n di trasferirsi a Mantova per
ispirarsi al vivo modello. Ma questa difficoltà non le impedì di far eseguire
il suo ritratto dal Francia : nel caso di Leonardo era dunque un pretesto
qualsiasi,poichè il pittore poteva ad ogni modo tradurre in tela il bozzetto
fatto a Mantova pochi anni prima. Il vero è che Isabella non ci teneva ai
suoi ritratti, sentiva anzi fastidio — come lei dice — di n andare in volta
depinta n non certo perchè si sapesse troppo bella. Alla sua schiettezza ri
pugnava l'adulazione de' pittori, e d'altra parte era donna e non voleva com
parire meno attraente di quel che la facevano la mobilità capricciosa ed
espressiva del volto, le grazie dello spirito, la perenne gioventù, lo splen
dore del lusso. £ questa complicata psicologia femminile che non bisogna
perder d'occhio nel giudicare la condotta della Marchesa: la vera fisonomia
della quale, meglio che da ritratti di seconda mano o idealizzati, meglio che
da pomposi elogi di retori compiacenti, si deve ricostruire da quelle rivela
zioni caratteristiche, di cui sono spesso così ricchi i documenti dell'Archivio
Gonzaga.
Carlo VIlI nell' ottobre 1 495 parla con un cantore del Marchese di
Mantova e vuole avere minuti ragguagli d' Isabella. Jacopo d'Atri ci riferisce
per intero l' interessante colloquio in una sua lettera del 6 ottobre :
"
Essendo Don Bernardino da Urbino capellano andato cum li altri cantori per
darli piacere, sua Maestà lo domandò, como persona che se persuadeva per l'ordine
gli
dovesse
a
età, vostra,
del volto et bona gratia (ultra belleza) che più importa, poi como eravate ad
la
la
la
superavate
fece una festa mirabile, et allegrosse che non foste più grande, essendo anche sua
I RITRATTI D'ISABELLA D'ESTE 233
M.'a di quella sorte. Volse intender insino alle fogie et vestimenti et poi minuta
"
mente delle virtù y e al sentir le Iodi che venivano fatte d'Isabella la M.ta sua re
stava stupefacto et inamorato.... per forma che '1 povero Re u era cotto. Chi sa, sog
"
giungeva il D'Atri, che il Re un bel giorno ve compari a San Piero e non ve
basasse mille volte, avvisando V. Ex. che el Re de Franza non è cosi deforme
come nostri il fanno u.
italiani esageravano
di
ammettendo che nel descrivere, anche fantasia,
come fece Francesco Mantegna, deformità del Re invasore.
la
Isabella era grassoccia paffuta già nella medaglia
di
Bassa statura,
e
mantovana del 1490. Nel mandare nel 1499 suo ritratto Isabella d'Ara
il
a
ella scriveva — — Lodovico Moro
Io
gona
il
il
è
a
Maineri l'aveva ingrassata perciò dipinto non ma viceversa
le
somigliava,
il
e
apprendiamo curiose.
l'
L'
di
Unico Aretino aveva appioppato
le
in
perché appunto grassa come un tordo una
si
;
sua vezzosa letterina marito. Nel 509 territorio mantovano era trava
al
il
1
gliato dai francesi alleati più molesti che se fossero stati de' nemici
il
e
;
,
marchese poco
neziani aveva molti trarsi impaccio. Pare che un giorno
d'
grattacapi per
,
di
che cresceva sempre malgrado
le
quegli anni fortunosi Isabella risponde briosamente (in una lettera tutt' au
e
bon senno, ma se
io
ogni modo non po' negare che non siano più ingrata gente del mondo.
la
se
speri riprese so
il
n
n
:
pravvento nella sua vecchiaia Isabella arrivò sino quella lourdeur, che
e
tutto
e
;
perciò mi rafferma nella mia idea che non bisogna foggiarsi Isabella
d'
Este
in
una bellezza classica, rispondente alle qualità superiori della sua intelligenza
del suo animo.
e
234 APPENDICI
XII.
L.
gli
Tra italiani, Uzielli Venturi
di
Beltrami, mi scrissero o non
il
di l'
e
dubbi sull' ipotesi del
la
aver esaminato questione avere grandissimi
n
Yriarte che essi ed altri valenti dell' arte abbiano
io
ed m'auguro storici
l'
;
nettamente a pronunciarsi (1).
Per mio conto, avendo dimostrato risibilmente sbagliato argomento
l'
princeps dell' Yriarte — confronto col quadro del Costa — soggiungo che
il
Giancrìstoforo non son tali da
di
tra
le
la
somiglianze disegno medaglia
il
lo e
stesso Yriarte manifestava 888.
In
togliere quella peritanza che nel questo
1
ciò che agli uni
di
e
gli
pare evidente lascia increduli altri dal che grandi disparità
le
si
spiegano
:
— —
di
di
giudizio non solo nei raffronti difficilissimi tra un ritratto profilo
profili. Se ne vuole
di
una prova? Del disegno del Louvre esiste una replica nella Galleria degli
Uffizi Yriarte avvertendo che presentava una
la
riprodusse semplicemente
l'
e
légère
Il
n
dà acerbo
giudizio cette copie réproduit, mais en l'alourdissant,
le
più
il
la n
:
io
al
i
a
c'era per l'artista bisogno
di
di
degli Uffizi?
Io
disegno
il
zione del Rosenberg che facendo anch' egli un raffronto tra due disegni
i
dice: fast noch mehr Geist und Leben atmet das zweite Bilniss.... Man
n
mòchte sie gerade darum auch fiir die Skizze halten, die Leonardo mit nach
i.
di
lo
spirito; appunto
e
Più
di
Io
l'
e
del critico tedesco, sembrandomi che nel disegno degli Uffizi Leonardo non
dell'acconciatura, ma anche più
in
il
e
è
i
Avrò
di
e
di il
il
il
il
quasi mi sono
H
in
a
236 APPENDICI
gli
modello,
di
due quelli del Francia e dell' altro che
tizianeschi , servì
quelli del Costa, del Pordenone, del Romanino,
fu
quello infine che proto
tipo del quadrettino della collezione tirolese. Lorenzo da Pavia, vedendo
lo
Venezia, — — ué
lo
schizzo leonardesco esclamava sentito molto
si
è
a
possibile melio i.
E
naturale (simile) quella. Sta tanto bene fato, non
è
a
è
?
melio necessità che Isabella fosse ritratta
di
di
non implica faccia, modo
in
i
da averla davanti agli occhi viva presente, meglio che non avrebbe potuto
e
un profilo?
di
credo fermamente
Io
Io
se disegno leonardesco n. 414 della Galleria degli Uffizi non abbia mag
il
d'
giori diritti
di
di
busto '/3 minore del vero
di
braccia incrociate, con capelli increspati raccolti entro una rete. Matita rossa,
e
questo
e
casa
il
attribuisce Francabigio.
lo
lo
al
Il
I
lo (
)
Berenson con più ragione Pontorno, ed altri danno Giov. Ant. Bol-
Io
al
assegna
il
imitatore Leonardo.
In
di
la
caratteristiche della scuola fiorentina, tutt 'altro che indegno del grande maestro.
è
Vi chi
di
Io
fu
parmi perché
d'
assai. Isabella già nell' agosto del 492 essendo con sorella
la
grassa
a
1
(I) Della pittura italiana studi storico-critici(Milano 1697, pagina 107). Pur attribuendo Bachiacca n. 4M.
al
il
"
Morelli aggiunseperò: non voglioinsistere modoassoluto questobattesimo".
in
in
il
I RITRATTI D'ISABELLA D'ESTE 237
in
265), ha scendono treccia
le
(Arch.
i
ne appare abbia mai adottato capigliara increspata
le
a
Isabella
d'
turbante, che era invece speciale figura nei due ritratti tiziane
e
quello del Francia nel suo modello.
in
e
Nel disegno leonardesco n. 414, poi da notare che certi particolari
dell'abbigliamento convengono è
più ad una principessa che non ad una sem
ricorda
d'
plice giovane donna fiorentina . Quella catena oro ad es. mi
n
,
dalle cento Isabella Este soleva portare
d'
catena volte che maniche
le
la
:
di
del vestito
di
le
grandi
d'
dame del Rinascimento amavano tener separate fatte altra stoffa che
il
e
ci
sopratutto briosa volto
il
d'
d'
sorride arguta maliziosa. che ritratto
il
e
,
le
si
giovane
e
presente medaglietta
Non mi dissimulo che molti mia ardita: ma
la
critici
d'
spero che sia almeno discussa con benevolenza da' quei oltralpe,
che nel quadro del Costa scorgono un Castiglione guerriero, regalano alla
e
*
*
Concludo. La mia lunga rassegna non sarà inutile per storia dell'arte,
la
di
in
poichè strada facendo ho dato, non foss' altro, notizie laterali grande
teresse.
Per Isabella
d'
a
i
questo
il
è
a
le 1
:
cui per
in
fu
fu
innumerevoli ritratti che costretta disseminare
a
corti principesche del tempo, preferiti da lei vennero dipinti dal Costa.
i
di
fu in
d'
una epigrafe nel 1514 donato re Esso
al
Inghilterra.
e
è
:
in
vagliate discusse
è
e
di
io
grado
e
petenza tecnica della mia.
APPENDICE C.
I.
Giulio Romano , che s' era finalmente deciso a lasciare la natale città , per
entrare a' servigi de' Gonzaga. Le pratiche del Castiglione per attirare alla
Corte di Mantova non soltanto Giulio, ma anche un altro de' migliori allievi
di Raffaello d' Urbino, erano cominciate subito dopo la morte di Leone X.
In una lettera al marchese Federico, del 1 6 dicembre 1 52 1, scriveva infarti :
ho parlato a questi dui giovani che forno allevi di Raphaello, li quali riumil
mente basano le mani di V. E. e sono deliberati di venirla ogni modo a servire:
ma perchè questa bella sala del Papa è fatta più della metà, desiderano di fornirla,
se cosi vorrà il novo Pontefice, ma fatta che la sia, senza dilatione alcuna veni-
ranno e parralli grandissima gratia servir quella, e veramente, signor mio illustrissimo,
son certo che la ne sarà benissimo servita et honorata, perchè sono valentissimi.
casa, che due anni prima di morire s'era Giulio costruita, ornandola di pit
ture all' interno, di stucchi nella facciata e collocando sulla porta d' ingresso
una statua greca di Mercurio.
Sulla lapide sepolcrale era stato inciso un pomposo distico latino che
lamentava aver seco Giulio Romano portato nell' avello tre arti ; ma nella
ricostruzione della chiesa il marmo andò sperduto, e le ceneri del pittore
restarono confuse tra le infinite che là attorno ha seminato la morte.
* *
gli
voleggiarono o che là si fosse accampato re dei Goti ; o che om
d'
Te fosse
di
brosi viali avessero un o che contrazione tejetto,
la
la
foggia
/
:
di
acuto filologo prof.
il
in
documenti
la
spiegazione
è
mantovani del Trecento) significhi tiglieto, valle de' tigli ma assai dubbio
è
:
Italia dei tigli;
in
piantagione
si
già
e
una delle tante voci dialettali,
in
in
l'origine vera del nome da cercare
è
parte ancor vive nel mantovano nel veneto, derivate dal latino teges (parva
e
una stalla pe' migliori poledri della lor razza famosa cavalli
di
in
que' prati
e
:
:
,
di
monache
S. Chiara, volle Federico Gonzaga che sorgesse una villa suburbana, cui
in
leporevive per metterlesuso Te, logo circumdatode aqua et suso portede Mantua dovevolemopoterepigliare
le
al
qualchevoltapiacere,ve pregamo
" "
fornirci «se lepri aciò che quandoveniretiin qua ve possiamo menarea
di
di
di
Cesare
del
Mantegna
16
Il trionfi
di
Cesare
del
MantefM
Giulio Romano spiegasse tutto il suo genio non meno lussureggiante.... che
lussurioso. Il pittore lo servì a meraviglia : l' artista che in Roma s' era pre
stato ad illustrare i sonetti pornografici di P. Aretino , non s' impose molti
scrupoli in certe sale del palazzo del Te, destinate ad accogliere
gli
adul
40 anni. Le pitture della sala
di
d'
a
Psiche dovevano
di
in
di
anzi certo modo formare un ambiente suggestivo
di
a'
cartoni del Pippi, via via popolavano palazzo del Te delle più leggiadre
il
abbaglianti fantasie.
e
La
di
di
fortuna comprare dal figlio piut
la
n
tosto agli amori darsi bel tempo che non all' arte inclinato (2) quasi
e
a
n
,
lo al
si
disegni
e
e
i
d'
disegni
molti
Così che oggi l'Albertina Vienna possiede gran parte de' cartoni
di
è
dallo stesso Strada, quale, seguendo disegno del creatore del palazzo
il
il
documenti
Il
d'archivio, soprattutto
di
pagamento,
di
ma anche aiutano
la
più se
a
guire almeno nelle sue fasi più notevoli costruzione del del Te (3).
la
palazzo
Per parte architettonica, Giulio Romano ebbe come alter ego maestro
la
Battista Covo, succedutogli più tardi anche nella direzione generale delle
Corte, ma morto troppo presto per
di
cui
di
1
:
(1) STEFANO DAVARI Descrizione dello storicopalazzo del Te a Mantova — Tip. Eredi Segna,Man
:
tova 1905, edizionefattaa spesedel Municipio riccamente illustratada 22 foto-incisioni.Artisticamente più bella
la
e
al
(3)
Il
(4) Gli
di
16
242 APPENDICI
gliere Carlo V a Mantova, si decise di rifare anche certe parti del Te, che
a Federico Gonzaga non parevano di sufficiente bellezza. Al Covo, che
aveva ottenuto licenza di andar a perfezionarsi a Roma, il Principe fa scri
Degli altri che rimasero fedeli al loro duce e maestro, il più insigne è
Rinaldo Mantovano (1), che nella sala dei giganti potè dar libero corso alla
sua grandiosa abilità di scenografo. 1 documenti provano che già Fermo da
Caravaggio aveva eseguito parte della sala; ma n quando venne lo Impera
tore, il lavorero è sta guasto et fatto più bello n, dicono i mandati di paga
mento. Rinaldo ebbe ad aiutanti, per qualche dettaglio, il pittore Luca da
Faenza, soprannominato Figurino, e Io stesso Fermo da Caravaggio, i quali
dipinsero n de quelli paesi e montagne n ; e forse all' uno od all'altro vanno
gli
e
di
monti precipitanti.
Ebbene Rinaldo Mantovano dal marzo —
in
la
n
maggior parte
224,
di
in
di
a'
tempi,
;
Federico Gonzaga, erano non infrequenti incagli ne' lavori per.... man
,
di
canza pecunia.
Romano
in
inedita, marchese
al
sapere
Federico che 25 ducati alla settimana, fissati dal tesoriere pe' lavori del
i
Te,
di
non ha mai avuti tutti, anzi con gran stento ho gratia cavarne
li
(I) Se ne ignora nome famiglia, l'anno morte:ma forse lui può riferirsil'annotazionede'registrinecro
di
di
e
a
il
in
di
in
"
de anni 38
(1
febbraio).
1
IL PALAZZO DEL TE - FEDERICO GONZAGA E MICHELANGELO 243
Giulio Romano,
gli di
anzichenò bruscamente finire più presto
al
ingiungeva
— Bacco Venere —
in
di
quella stanza sacra cui tardava trascor
e
a
al
il
Costa agosto):
(3
Perchè desideramei molto veder fornita quella camera del Te già principiata
per poterli alloggiare questo inverno, volemo che serviati Julio Romano de
al
sp.
Lopino vostro, che dice commedia, nostro servizio sin che fornita
in
in
tanto sia
detta camera, che restaremo molto satisfatti de voi, et bene valete.
Questa letterina
—
importante anche come prova che Te era un
il
la
che un buon allievo, finora ignoto, del Costa fosse chiamato dipingere
a
lo
in
Carlo Mantova
di
gli
di
dati
si
pagamento
assegnano 21 lire per aver lavorato nei quadri del Costa, che hanno posto
n
Te
in
Isabella Este.
si
d'
è
a
il
244 APPENDICI
gli
dei ritratti genuini si volse a parecchi, tra altri Giovio, cui scriveva
al
a
nel marzo 1531
:
la
sul me
moria de quelli che son stati famosi ne militia sotto una loggia che faccio far
la
a
loro cavate dalla vera similitudine
di
voglio farci mettere immagini essi
le
posta,
parte bronzo.
in
in
parte marmo
e
incaricato detto
il
Cittadella, ma scultore morì, non lasciando iniziata serie (1).
lo
la
neppure
A miglior patto aveva pensato F. Gonzaga ornare
di di
suo palazzo
il
nel 1527, sfruttando barbarie dei saccheggiatori Roma con ingenuo
la
e
:
cinismo s'era indirizzato Maramaldo marchese Del Vasto, per pre
al
al
Desiderano (cosi parlava nome de' due.... palazzi) de ornarse de cose antiche,
a
o teste gambe, o busti, o statue integre, cosi de metallo come de marmo et però
o
:
che voi avete preda Roma, desiderano per mezzo della liberalità vo
in
che sanno
quelle cose che voi ne vostri soldati fanno stima, che attendete
di
stra preda de
a
di
il
e
di di
Roma provengono quei tre stupendi busti antichi conservati nella stanza
indicazioni dello Strada, Tito,
di
Fetonte secondo
le
mogli
le
raffiguranti,
Settimio Severo, Eliogabalo.
Non meno sollecito nel curare l'arredo delle stanze, F. Gonzaga ordi
nava sin dal 1527 ricchissimi corami Roma Venezia.
n
e
a
Acciò che intendiate meglio mente nostra, dicemovi che apparamenti del
la
li
in
li
che siano indorati.... Delli due camerini volemo che nel primo siano di coramo be-
retino, che li frisi e le colonnelle siano dorate: nel secondo siano di corame d'ar
gento, con frisi e colonnelle ut supra....
Già nel 1530 v'erano al Te porte di diaspro, che fecero stupire Carlo V!
Chi può dire quanti gioielli e cimeli si adunassero in quelle stanze ? Un
inventario pubblicato dal Davari nell'Archivio storico dell'arte del 1899 ci
gli
Te
di
mostra che nel 1655 (1) v'erano nel a profusione oggetti alto pregio
lavoro: orologi, scrittoi, specchi, coppe, ece.
di
di
Riporterò per curiosità
1'
in
:
dei Giganti un tavolino marmo balaustro con sopra un taber
di
Nella sala
d'
con colonnati cristallo con capitelli
di
di
ebano argento
d'
e
,
leone con
di
di
indorati con quattro piedi sopra 21 vasi cristallo
di
monte legati
e
maniglie d'argento indorate suoi fiori d'argento, con diversi altri ornamenti cri
di
e
stallo incastrati
Nel camerino contiguo, due tavolini
di
sopra
la
Un quadro con cornici indorate lavorate ottangolo con sopra sei amorini.
e
Ed eravamo nel 1655, dopo tremendo sacco del 1630, quale pre
il
il
di
la
in
per invasione francese piombarono sulla città, principio alla fine del
l'
e
Te
fu
posto spesso
Il
bombe!...
di
saglio
Sotto dominazione austriaca
la
oppose qualche
alle del tempo
devastazioni degli uomini e restauri deI Pozzo del
a'
e
e
:
di
napoleonica
Bologna. A lui nell'agosto 805 Intendente generale de' beni della Corona
ai l'
1
di
e
di
passeggio n.
gli
el
la
le li
strutti i giuochi d'acqua ; nel grand'atrio non si è mai riparato il guasto fat
tovi da una bomba austriaca.... del 1799! Senza dire dei gravi danni che
ora minacciano il soffitto della stanza di 'Psiche, alcuni locali erano sino a
poco tempo fa affittati , adibiti a magazzino e quindi malconci. I visitatori
della grotta possono anche oggi udir lo schiamazzo degli avventori d' una
osteria — che fa bella mostra di sè all'ala sinistra di facciata del Te, quasi
ad offrirci un simbolo , tutto moderno e plebeo , delle antiche orgie prin
cipesche.
1l.
vuol ora esser trattato a parte un singolare episodio della storia del Te, che
si collega relazioni di Federico Gonzaga con Michelangelo.
alle
Mentre la fabbrica del Te era poco più che iniziata, Federico Gonzaga,
desideroso di adornarla con qualche opera insigne di Michelangelo, commet
teva a Giovanni Borromeo, agente mantovano in Firenze, di far pratiche a
tal uopo col Buonarroti, usando le più calde, più rispettose sollecitazioni. La
lettera del Marchese al Borromeo, scritta in termini così umili e insistenti di
supplica, è un documento caratteristico del tempo; perchè non denota solo
un omaggio specialedi Michelangelo, ma esprime altresì con la più
al genio
schietta effusione quel sentimento, comune nella Rinascenza, della superiorità
gli
e
tando libertà della sua ispirazione bizzarri capricci del suo
la
persino
e
i
,
umore.
Pietro Aretino lui pure, che taglieggiava sfacciato Principi tributari,
i
d'
di di
nel chiedere Michelangelo dono un semplice abbozzo, scriveva
il
a
signore
n
o
:
,
,
di
celeste carte
le
qualità quelle
care? certo che apprezzarci
di
in
vi
il
e
parole,
la
uguali superstite,
stessa ammirazione ossequiosa incondizionata all'artista. Gonzaga scriveva
Il
e
infatti Borromeo:
al
per della virtù sua, non meno celebrata et rara nell'arte della sculptura,
la
fama che
unica et illustre nel della pittura, come anche per experientia che ha-
la
mestiero
vemo Et per
in
vista qualche lochi delle non mai abastanza laudate opere sue.
questo non cosa che non facessimo per lui, dove sapessimo poterli far cosa grata
è
ma se mai havemo desiderato haver cosa alcuna del suo, hora più che mai et tanto
IL PALAZZO DEL TE - FEDERICO GONZAGA E MICHELANGELO 247
maggiormente siamo in questo ardentissimo desiderio, quanto che in tulio dediti alla
fabrica del Palazzo nostro che facemo fare sul Te non studiamo in altro che in
renderlo vago et adomo de tutte quelle belle cose che potemo haver fatti per mani
delli megliori et più excellenti Uomini che si trovino. Et perchè ne parerla pur che
detto loco seria molto ornato de un'opera del predetto m. Michele Angelo volemo
et vi commettimo che vediate di trovarlo et li facciate intender la bona opinion et
disposition dell' animo nostro, che tenemo verso lui, pregandolo appresso in nome
nostro con quel modo più efficace et affettuoso che vi parerà conveniente che'I
voglia esser contento fami questo honore, compiacendola di una qualche cosa fatta
di mano sua o sia di sculptura o di pittura, come a lui più piacerà, chè noi non
curamo più dell' uno che dell' altro purchè sia cosa che reiesca dalle mani sue. Et
gli
se per caso vi dimandasse che subietto voressimo, direti che non cercamo nè
desideramo se non un'opera dell' inzegno suo, et che questa nostra particolare
la
è
d'
et precipua intentione, nè più che un'altra, ne più n'è
d'
pensamo una materia
a
core un subietto che altro, purchè riabbiamo un exempio della sua singularìssima
l'
ni
al
presente potesse
gli
di
dar principio paresse
li
mezzo farai
in
poterai servire volemo che che'I voglia almeno
lo
pregati questo
haver un disegno se ben fosse fatto carbone, con quale possiamo
di
di
sua mano,
il
temperare questa nostra rionestissima voglia et intentissimo desiderio, fin tanto che'I
in
compiacere qualche cosa finita del quale sia fatta
di
la
si
voglia sculta picta sapemo certissimamente non potrà se non sommamente pia
o
gli
ne haveremo sempre
in
interponere R.mo
l'
in
rini) nome
che ne re
in
il
Et non mancareti
in
procurando
m. Michele Angelo o pitta o nel che adoperareti come seti solito
vi
sissimo sculta,
fare nelle altre cose che sapeti cuore, riavendogli questa sopra
al
esserne presente
a
il
Marchese, facendogli
di
la
speranza
— marmo, raffigurante
in
di
Io ho facto per mezzo d'uno amico mio amicitia com Michelagnolo schullore
et sono in qualche praticha com lui. Et spero havere certo quadro di figure nude
che combatteno, di marmore, quale havea principiato ad instantia d' un gran signore
ma non è finito. E braccia uno e mezo a ogni mane, et cosi a vedere è cosa bel
lissima, e vi sono più di 25 teste e 20 corpi varij et varie actitudine fanno. Mi è
parso sino qui havere facto un bel passo che habbi voluto mostrarmelo, che non
mostra cosa alchuna ad alcbuno, et anche mi pare haverlo aceso talmente dello
amore e benivolentia sua verso V. Ill.ma S. che non sia meno el desiderio suo di
servirla che V. Ex. di havere qualche cosa del suo. E ciaschuno con chi mi sono
consigliato m' à dicto che el tucto sta a indovinare la sua fantasia e che comincia
a volermi per amico; pure si schusa assai essendo obbligato a N. S. quale non
resta farli grandissima instantia dolendosi che non lavora como se vuole e che ha
alchuni che continuamente dicono a S. B."c che non fornirà mai questa opera, e
gli
di sua mano andare fuora
di
che ogne minima cosa che si vedesse saria gran
S> et che vuole pensare qualche modo per
S.
il
gì'
gli
Io
servirla fuggire imputatone potessino essere date. ho offerto farnelo
le
e
pregare R.m° et S.rc Ippolito et che se sera bisogno V. Ex. ne scriverà alla
al
al
me
la
che me dirà presto quello sarà da fare et non mancherò sollicitare quello destro
in
modo che pensi potere condurre
io
cosa.
la
di
a
nulla; da sua lettera del
di
e
gli
tutti animi:
Io
sono stato più volte con Michelangelo scultore et non posso anchor ritrar
quando voglia fare, et credo lui come gl'altri
di
io consigliavo
si
è
venire a stare mesi a Mantova dove V. Ex. riaverla facto buona cera,
IJ
et
li
qualche volta parse che occhio, poi del camino et forse mal
vi
mettesse temeva
volintieri lassava sua danari. Ditemi quando sarà tempo che vorrà glie ne facia
li
non
al
lo
et
al
mente boni
a
sovvenne sempre con larghezza affetto alla famiglia certo però altre mag
;
giori
di
come
e
a
IL PALAZZO DEL TE - FEDERICO GONZAGA E MICHELANGELO 249
Dal tempo e dalle cure politiche non fu mai tuttavia affievolito in Fe-
rìco Gonzaga l' ardente desiderio d' un qualche lavoro di Michelangelo pel
suo Tusculum suburbano : e i carteggi del 1531 ce ne danno interessante
prova, con lettere scambiate tra il Borromeo stesso, Francesco Gonzaga am
basciatore mantovano a Roma, e il Principe.
IH.111°et exmo S.re .... Dipoi la venuta di Charlo abiamo più volte seguito Mi-
chelagnolo scultore per vedere se sarà possibile che compiaccia V. IH.™ S. di qualche
opera di man sua et jer sera per ultimo mi venne a trovare a casa, mostrandosi de
gli
sideroso di acquistare la protectione di quella ma che non lo può fare se non
al è
N. perchè Sua B.ne non vuole lavori
S.
expressamente
cuna cosa se non l'opera cominciata già tanto tempo, dove lui lavora giorno et nocte
et non lassa non solo parlare ma com fatica vede, et iersera mi disse come
si
si
Capila
di
del Guasto havea facto ricercare per mezzo del R.111°
lo
S.r Marchese
di il
alcune cose per S.'" Marchesa Pescara (1) et che gl'avea risposto
di
la
fare
non volere se da Sua S.u non fusse comandato et che avendogliene scripto a
li
Roma havea risposto non voleva lavorasse altro che per Sua B.ne et se
gli pigiasse
altre imprese ne Ilaria dispiacere; ma che se Sua S.u darà licentia lavorerà per
V. Ex. giorno de feste et dolsesi assai che non venne a Mantova quando
el
le
volsi menare. Ora V. IH.™ S. intende l'animo suo et quello bisogna operare
el
io
per havere intento suo. Et Carlo siamo molto affaticati per farli conoscere
lo
io
ci
et
quanto gli potrebbe tempo giovare patrocinio quella et riaverli facto servino.
di
el
a
chè facto dire che se non lavora dando fine quest'opera che farà levare
li
à
questa sua
la
tanta
è
vita fine....
al
il
il
far qualche sosta ne' lavori delle tombe medicee richieste del
le
compiacer
e
a
è
conviene da parte nostra, che facendo noi fabbricare alcune stantie sul Te, tra
11,
le altre cose in che se faticamo per ornarla, travagliamo perchè vi siano opere
o in pittura o in scultura di tutti li
ex." e famosi artefici che sono hoggi in Italia;
gli
m. Michel Agnolo
di
e desiderando altri havere qualche opera mano
di
tra
l'iiavevamo fatto recercare de farne qualche cosa suo modo. Egli ha risposto
a
che ha una comissione expressa gagliarda de non fare cosa alcuna nè occuparsi
l'
e
lavoreri de huorao dil mondo fin che non habbia finito certe
in
opere de Sua B.1*
che ha d'andare un poco lungo. Perochè humilmente supplicamo Sua S.ta che
in
degni de farci de contentarsi chel M. Agnolo ne facci
le
si
che sia cosa di sua mano et non lavorerà se non o quando non potrà
vi
feste
le
lavorare per p." che mi sarà molto grato. Voi vederi mo' ogni modo de
in
la
S.ta
impetrar questa gratia....
Mant. XXVI Maij 1531.
risposta giugno
1
5
:
Ho N. V. Ex.
S.
la
passato del desiderio che ella haveria che m. Michel Angelo facesse qualche
li
opera de sua mano per metter nel Palla/o suo del Te: et havendo fatto intender
S.
fa
S.ta difRcultà che esso m. Michelangelo ad poterla compiacere, ho
la
la
a
supplicata ad volersi dignare de non solo darli licentia de poterli lavorare ma com
metterli anche chel voglia servire p.u V. Ex.... Ella ha risposto che pensa
la
me
chel sia impossibile che egli attendesse picture (se V. S. IH.1" volesse opere de
a
quella sorte) perchè essendo lui occupato sculptura come per esser per
in
et
la
è
molto tempo, non po' havere mano disposta dipingere, sei non interlassasse per
al
la
l'
homo,
S.
altra, et oltra ciò S.u dice conoscer natura de de sorte che nel
la
l'
l'
termine chel se ritrova de presenti occupato nel lavoro che de sopra detto non
è
se metteria ad fare cosa de pictura, dubitando che de l'opera chel facesse non ne
riportasse più presto carico che laude per esser molto severo ne sue: pur
le
cose
con tutto ciò ella non mancara de satisfare rechiesta de V. Ex. facendoli scri
la
a
bona forma, acciò che se possibil sia compiaciuta de qualche cosa sua,
in
vere
la
è
che per lei non restarà de darli commodità del tempo, ancor che molto
la
sia
li
core chel vadi perseverando indesinentemente l'opera che ha per mano che
l'
a
stato felice
si di
in
a
n
n
belle parole; anche secondo tentativo del 1531 approdò nulla. Eppure
a
il
non disanimato dagli insuccessi, sett' anni dopo, Federico Gonzaga faceva
chiedere Michelangelo de' cartoni da Anton Maria Folengo, un parente
a
fu
4
il
stante le fabriche del Papa non lo dispone a compiacere.... ogn' altra via
sarà indarno i.
gli
Ma non valsero neppure uffici del Meleghino; con una lettera
e
del Calandra, castellano Mantova,
di
di
aprile Folengo dichiarava
al
17
il
dover rinunziare ad ogn' altro tentativo:
S.
S. già mi scrisse che
Michel Angelo.... Aciò che V.
S.
di
far
in
le
parlare detto m. Michelangelo.... nè mai hanno far frutto alcuno et
al
possuto
a
me non parso meraviglia, quando ho inteso che nè per prezzo nè per preghiera
è
ha voluto compiacere
di
Farnesio uno cartone sopra'l quale era un
di
mai R."1°
il
S. Paulo, ma in presentici
Io
sua squarzò.
di
Quest' ultimo tratto completa carattere fiero ed iroso Michelangelo;
il
affrontato secondo.
le
poter
il
constatare co' documenti irriducibile diniego del Buonarroti ad associare
l'
il
suo nome Palazzo del Te che doppia decadenza
una
al
rappresentava
:
,
di
artistica morale. Quella titanica anima comune
e
immergeva cancaneggiare
e
1
Quanto alla pittura d'Andrea del Sarto ch'ella comanda per la sua che vorria
li provedessi, non ho mancato di mia diligentia maggiore in cercare e far cercar
s' io potessi trovar cosa secondo ch' io sento il desiderio di V. A. ma per ancor
non ho trovato cosa ne buona nè pur mediocre, sendo che quest' opere d'Andrea
da molti anni in qua hanno havuti moltissimi desiderosi d' riaverne, e ne son ite
fuori di Firenze la maggior parte e qua ce ne son molte che molti tenghano origi
nali che son copie et anco di debol mano, il che non avverrà per quanto conosca
nel servitio che di continuo starò vigilante per V. A. S. u.
Non appare che il Bronzino si facesse più vivo per lungo tempo: e
perciò Eleonora premurava più volte il segretario granducale Belisario Vinta
perchè svegliasse il pigro artista (2). Prontissimo il Vinta replicava il 3
marzo 1 586 (st. f . 1 585) alle rinnovate sollecitatorie della Principessa :
"
Sono stato a posta a trovare il Bronzino pittore per ricordargli i ritratti che
desidera la Ser.m* S.ra Principessa et mi ha promesso di fargli in ogni modo ben
presto, dicendo d' havere tardato tanto perchè non essendo stata la Principessa Anna
alla sua morte effigiata è stato di bisogno che egli vadia ricercando di havere uno
degli ultimi ritratti che fumo fatti in vita di lei, et con quello si andera accomo
dando et io gliene rammenterò, acciò che la S.ra Principessa rimanghi contenta et
servita u.
"
Il Parola viene et.... porta finalmente li ritratti fatti dal Bronzino per la Ser.™
Principessa.... Il Bronzino ha da essere pagato della sua fatica, che suole havere
per ciascuno ritratto dalli 5 alli 6 scudi, ma gliene basteranno 5 u.
n
Ho fatto sapere a M.™ Ser.™ Duchessa quanto V. S. ni scrive a' 22 del
presente, che ha lodato che V. S. non habbia accettato il quadro d'Andrea del
Sarto in Siena se non con la conditione scritta di poterlo far vedere et riceverà
molto a grado che V. S. vaddi dietro mettendo insieme altri quadri de più belli
che fia possibile u.
"La prego ancora a farmi grana, fatta per me humil.IM riverenza alla
S.ra Duchessa, di dirle che io ricevetti li 130 scudi che havevo sborsati di mio al
Martelli per il quadro che io mandai d'Andrea del Sarto, ma che io hebbi a pa
gì'
la vettura,
in
questo
il
il
e
a
Siena
il
è
a
Sarto, più che mediocremente bello, et perchè desidero haverne uno per
di
io
il
mio camerino comprarci volentieri, perciò mi piglio ardire, confidata nella molta
di lo
di
di
più
ci
li
254 APPENDICI
il mio camerino farlo comprare et condurmelo in qua col ritorno di V. A., che di
quanto spenderà glie lo restituirò et li terrò infinito obligo del fastidio che li piacerà
torre per me, ecc.
Obedientissima consorte e serva
ELEONORA Duchessa di Mantova.
gli
stiglione.... Ad esso Conte siano dati denari, robbe e tutto ciò che bisognerà
per tal causa.... Bacio V. A. mani, ecc. u.
le
a
la
mi
alle cose della tragicommedia del Cavaliero Guarino. Non restarò hanco renderli
di
mi promette torsi quadro che
di
in
infinite gratie del fastidio che vedere
la
li
il
scrissi et metterò quest 'obligo apresso molt 'altri H.
a
contenti
di
*
. . . .
si
dirle, che quel quadro, intendo ch' alto un braccio et un quarto, largo
di
et et
è
et che m' ingegnerò farlo venire qui da Siena, tempo ch'il S.m°
in
un braccio
di
,
possa
duca
4
maggio
Ho veduto quadro d'Andrea del Sarto fattomi monstrare dal cav. Vinta
"
il
che ho giudicato cosa bella meritevole che sia goduto da V. A. perciò non man
e
....* Rendo molte gratie all' A. V. del travaglio che presa in vedere
si
il
è
Andrea del Sarto, et del pensiero che tiene farmelo havere, che mi
di
di
quadro
bellezza, ma molto più per vedermi favorita ciò dall'A. V. „.
in
tra
le
rapporti
e
di di
loro servizi
di
di
"
Più tempo fa V. A. S. si degnò comandarme che io li facessi due punzoni :
un grande con la testa e l'arme di V. A. S. con il tosone acresciutovi l'arme
d'Austria con il berrettone secundo che l'A. V. S. me impose a bocca et un altro
minore con la med.» testa e nel riverso la impresa ordinatami da lei.... „.
un bel
:
tipo di agente, cui lettere sono piacevolissime, quanto Più
le
sgrammaticate.
finanziarie:
di
che d'arte egli era, dir vero, competente cose aveva anzi
a
de' suoi progetti speciali per estirpare usura infrenare predominio eco
1'
il
e
nomico della gente semitica (la sua bète noire) fondando Mantova un Monte
a
vi
risparmio, che
l'
sue suggestioni non rimasero forse inefficaci sull'animo del duca Vincenzo
:
tuttavia trovavan certo lettere con quali Dieciaiuti
le
miglior accoglienza
le
il
d'
dava ragguaglio del suo affaccendarsi perchè una schiera artisti abili e
di
patto
a
che avrebbe dovuto essere suo consultore più autorevole. A suo credere,
il
ne' prezzi
fu
arbitri.
di
di
samente indicato) hanno non piccola importanza per storia delle officine
la
di
copie
:
di
si
conferitagli
(1) Lett. del Vinta ■mons.Primicerio Mantova,da Pisa 23 febbf. 1593 (it. 1592):
di
f.
"
V. S. contenti dire alla S.ma S.ra Duchessasua et mia Sig.ra che Gran Duca mio Padrone contenta
si
di
si
il
che Mes.r Jacopo Ligozzi serval'A. S. per quel tempoche ella voglia".
(2) Arlhli di., p, 177. Al conteAgostinoGiusti Verona mandò Ligozzi un quadro Raffaello, con lett.
di
di
il
" "
da Firenze che. 1595, esistente nell'Arco. Gonzaga.Era un rinato dipinto tavola (?).
in
2
256 APPENDICI
trovate; e purtroppo anche molti inserti delle lettere superstiti non furori
versati in archivio) :
n di
In questo giorno ò consegniato la cassa delle pitture , come pur la nota
sua spese e costo che ascende alla somma di se. dugentocinquantanove L. 3, che
come si vede in el conto incruso, ne sbatto se. cinquanta che mi rimase quando
me li mandò per conperare la perla, a tale che ò speso del mio se. dugentonove
L. 3, e ne vedrà le riceute in nella chassa; detti la mancia quello che li venne a
stimare, che li stimò solo se. 40 che se li stimavono quello che e' vagliono si pa
gava più di se. 25 perchè si paga un giulio per scudo a tale che ò risparmiato
se. 20.... Se altra volta la mi comanderà sarò molto più perito co' pittori, ma mi
à ingannato il fidarmi di Jacopo Ligozi, che mi à tradito e mi faceva tradire, se
io non lo chiarivo per justizia che di se. 85 furno 38,4, e ora s'è trovato in
casa il S.r Lorenzo Salviati e Gaddì cose degnie e belle e la vede il nome de' pit
tori e quello che ànno fatto e loro prezzi, e quello Achille non fa bottega, è un
mascalzone, è quello che à fatto quelle dua Madonne magiore e quello Sangiovanni
picholo, per copiare pare sia valentomo, quale verrebe a stare costà con V. A. S.
se la volessi copiare qualcosa, a dirme il vero inmita bene, se V. A. S. volessi far
copiare quella storia del palazo dove stava il S.r Carlo de Rossi alla porta di
San Sebastiano o del Ti o altra a suo gusto, non si spenderla troppo in lui, per
quello mi disse quando eramo in buona: à la moglie che è sanese, che è stato 18
anni in Siena, però tutto sia rimesso in S. A. S. u.
2? aprile. ' El S. Carlo Rossi mi scrise che per loro A. S. voleva sapere se
c'era di buona mano ritratti di teste illustre fatte : li dissi che no, ma che si fare-
bono in dua mesi cento, e che ne adimandavono se. 5 e se. 3 per ciaschuna.
O trovato poi uno che ne fa quantità e ne manda 200 per volta in Ispagnia, e mi
adimanda lire dieci de l'una a farle bene, e ne à da cento fatte, le darà a lire otto,
però se V. A. arà questa volontà mi basta l' animo fargniene fare bene tirate e
fatte con diligenzia al prezzo che vorrò, e le dà fatte presto.... e saranno conforme
a quelle della Galleria di qua, perchè anno e' lucidi e rivegono a loro posta.... ,.
"
30 aprile. Il S.r Carlo Rossi mi scrive che io faccia fare dodici quadri di
ritratti di santi e sante quali siano chavati da valenthomini e vengino da pitture
fatte da Michelagniolo, d'Andrea del Sarto, Rafaello da Urbino e simili, e dice
vorebe uno Cristo in grenbo o un Dante. Non intendo questo Dante. Io fui dal
Ligozi pittore e li trattai di questa sua volontà, quale mi disse che io scrivessi a
V. A. S. che saria bene, che ella mandassi in iscritto che cose di santi la vorebe
e dove più desidera e darne tre di detti quadri per ciascuno valentomo, aciò face-
sino a recatto a chi li farà meglio e più presto, e mi à nominati quatto pittori in
fra i quali mi à nominato uno Lodovico Buti, quale fa benissimo e giornalmente ne
fa per la galleria e aveva per le mane alcuni quadri che li fa fare Gaches per loro
A. S. e li danno se. 25 dell'uno. Io li ò parlato e dettoli se farebe questi ritratti,
e avevo pensato che e' facessi copie di Madonne quale sono inella trebona e inelle
camere di S. A. S. e alcuni ne sono per le case di questi gentilomini e sono di
mano di detti pittori famosi nominati, de quali ànno i lucidi e quelli che non anno
li aranno. Ci sarà un Sangiovanni giovane fatto da Rafaello da Urbino alto B.* 3,
trionfo
di
esare
del
utegna
dì
Cesa
de
Mante
e ci sarà di B.» 2, questo è cosa regia: ci é uno Sanfrancesco del Sarto. Ci sarà
la Pietà et poi ci sono come ò detto. Madonne col Banbino in braccio, col Sangio-
vannino, altri con Santa Anna, altri con S. Giuseppe, altri con Angioli però tutte
circa,
'/2
Madonne di B.» 2 e 2 V2 e di B." 1 quali saranno cosa degnia, perchè
e
di
più infimo de11i originali aprezano sc. 300 e 500, saranno
di
maniera
si
e
il
che non saranno da vergogniare, che starò sempre loro sulle braccia da principio
a
d.° Buti per quanto me farebe, disse
in
(ine. Adimandai sei mesi, ne dimandò
li
a
di
dodici.
lo
io
sc. 25 15, dissi
li
li
e
a
Se facessi Ligozi ne vorebe sc. 50 de l'uno, so che saranno belli come
i'
e
li
fa
di
Sig.r Carlo faccia fare
e'
io
sua. charestia
li
il
mandi V. A. S.ma, però con questo consiglio del Ligozzi mi parso farli
li
è
a
e
là,
modo vole per mandare Ispagnia fare cose per
in
masimo se
la
asapere questo li
:
V. A.
S.
vole per sua Casa ora degni scrivere quello pare che
la
se
la
si
li
li
io e
facci, vorrà che faccia chapriccio del pittore o mio, o crede con
io
la
se
li
a
e
S.
Intendo che va dia felice
li
è
a
forse che suo ritorno farà resoluzione farmi chiamare.... u.
al
viaggio
la
sanità
la
e
e'
"
fare
e
a
in
mi sono questa città
e
la «fi e
S.r Alberto Bardi
di
è
V. A.
fo
S. cose
di
Ligozzi quale V. A.
ò
S.
vista consiglio del S.r Jacopo molto afezionato
è
le e
a
dato chaparre per tele e colori, dato tempo loro tutto luglio, quella ora
ò
e
a
V. A. Fiandra, forse allora sarà comodo allora acenarmi che
S.
sarà tornata
di
se cosi
a
V. A.
S.
agosto. era
6
dove sendo tornato da Roma S.r Lorenzo Salviati, che andò per eredità del
l'
il
Cardinale, portate qui alcune cose, dove ricercai mi mostrò molte cose
lo
suo
à
Lionardo da
Vinci, da Pontorno, del Sodoma altri principali ecelenti pittori, dove
di
di
Jacopo
e
mi concese che per questo servizio potessi tor copia quello volevo, e infra l'altre
di
fo
copiare uno Ecce omo fatto dal Correggio quale regia che
e'
pittori ànno fatto a gara per farlo: sarà fornito fra giorni, altri saranno forniti
6
li
fra dieci giorni, perchè Ligozi aveva fatto una Iudetta, copiata
e'
questo causa
e
vede volle
la la
la
la
e
e
di
ma me sarà
e
garbo; però V. A. dicha se, come sia forniti dodici, se mando, o quello vorrà
li
li
li
e
;
io :
cosi piaccia Dio benedetto sia per suo contento: se V. A S. vorrà che
e
a
faccia copiarne altri quelli del S.r Lorenzo Salviati volontieri. Con che
di
farà
si
fine, Dio dia ugni magior contento alla sua Ser.mn Casa.
li
"
(I) una letteralucceuivadel giugno, che tratta certacomperad'azurrooltremarino, detto: mentreclie
In
di
3
in
a
17
258 APPENDICI
"
20 agosto. E' ritratti li manderò della prossima, che quello Ligozi ra à fatto
gran torto ed è maluomo, come intenderà u.
"
27 agosto (ad Annibale Chieppio). Poi che le consigliai al corriere e' ritratti
aspetto che e' Ligozzi mi forniscila dua che con tante girandole e bugie mi à con
dotto sino a ora, però vorei che V. S. facessi scrivere dua versi a me o a Ligozi
che non volessi fare alla peggio co' prezi, che à tanta la testa alta apresso alli altri
che è cosa stravagante u.
"
3 settembre. Sono forzato a darli questo fastidio, la mi perdoni: à da sapere
che quattro sono e' pittori che anno fatto e' 12 quadri, che a tutti ò dato le caparre
sono da quattro mesi, e quelli che avevono fornito ò saldo e òlii pagati: ci resta
Jacopo Ligozzi, quale mi asasina che ne à fatti solo due di B.* 1 '/3 e li ò dato
se. 50 e oltre che li à fatti altra volta e venduti, oltre che io li avessi dato se. 30
di caparra e l'azurro ol tramar ino e le pitture aciò potessi fare le copie: ora doven
domi spedito dagli altri non tanto mai ò posuto avere li dua ritratti fattomi, ma à
messo al punto un Achille suo alievo che ne à fatti quatro, e sono tanto sfaciati che
mi adimandò se. 85: ora perchè io vedevo questa girandola contro mi, sono ri
corso alli S.ri della Achademia e li ò fatti chiamare tutta dua e fatto che secondo
le legie sieno tratti dua stimatori delle borse, quali hanno stimato e' 4 di se. 85
crederò mancho di se. 40, non è ancora aperto il referto: ora sono alle mane
per fare stimare quelli de Ligozzi che mi adimanda se. 65 di dua, crederò sa
ranno stimati mancho assai, e non sarei venuto a questo e li davo se. 55 ma il
signor Don Giovanni Medici mi dise che io non me ne fidassi che era un grandis
simo agiratore e molte cose. Sig.r, costui non trova chi li dia più da fare, fa bene
se bene e' è de' par sua, ma chiappa danari da questo e quello e non dà sadisfa-
zione a nesuno se non per forza di birri: à fornito 6 giorni sono e non mi voleva
consegniare ; ora perchè io sul mostaccio li ò detto il vero à detto che vole scrivere
a V. A. S. contra di me, io che per lei più che per me medesimo, e che voleva
se. 65 di 2, e se. 85 di quatro, aveva pensato chavarmi di mano se. 150, che
fanno insieme questa combricola, e perchè spero che li stimatori che sono pure
pittori ne abino a calare più di se. 60 e questo è 1' uso dell'Academia. E cosi
fa la guardaroba di S. A. S. quando fa fare pitture, si fanno stimare da questi
dell'Academia, e nesuno se ne può schostare a tale che se questo sedizioso scri
dato se. 50
in
tutto
ò
altre inprese.
a
e
dato ad intendere quelli dua che ne anno fare sino N. 50, cosi mi anno
e
a
a
a
V. A. co
S.
in
benedirli farmi fare una fede, quale porta alla dogana, cose
le
una chiesa
si
e
benedette non pagono: farò quello saprò potrò per lei, ne stia sicura. Se V. A. S.
e
fu
li
il
li
sanità
e
li
à
tento magiore u.
QUADRI ACQUISTATI IN TOSCANA DA VINC. E FERD. GONZAGA 259
brio 1602.
Di V. A. Ser.™ fidelissimo et hob.mo
Servitore Jacopo Ligozzi.
Dopo l' haver scritto due mia simili in uno medesimo giorno a V. A. S.m»
segui che da M. (sic) detto delFOrso, per via della Corte del
Giuliano Diocauti
clar.mo sig.** luogotenente et Consoli dell'Accademia del Disegno de Pittori di Fio
renza mi fu fatto comandamento ch' io dovessi comparire davanti a lor SS. per
dover far stimare li miei quadri fatti per V. A. Ser.ma da parte di d.° Magistrato
et di detto M. Giuliano, attore dice egli di V. A. Ser.™, dove che tal coman
damento mi fu di grandissimo fastidio, atteso che non era conveniente che sendo
restati d'acordo insieme del prezzo, ciò è la Giudit, scudi quaranta, che tanto mi fu
pagata una simile dal Ser."1° Granduca: et la Madona copiata da uno originale d«
Andrea del Sarto che ne volevo almanco scudi venticinque et rimanemo d'acordo
che me la pagassi solo scudi venti, a tal che in tutto mi doveva scudi sessanta, a
mia spese di tela et azzurro oltramarino: dove che havendomi in più volte dato
scudi cinquanta (quando mi doveva dare scudi dieci per resto di tal soma et acordo
260 APPENDICI
et io doveva consegnarli li quadri per V. A. S.) mi trovai haver hauto tal coman
damento, et non solo quello, ma di più il giorno seguente uno altro da parte pur
di detto Sig.or Locotenente, qualli tutti V. A. S. per sua gratia si degnerà vederli
inclusi ne la presente, dove che dimorati che fumo dinanzi allor SS. et negandomi
egli l'accordo fatto con grandissima disputa mi toglieva li scudi dieci del patto fatto,
pregai quei Signori che si degnasero di venir a veder le Pitture sopradette. Mi
favorirno salire nelle mie stanze in Galleria del Ser.mo Qran Ducha, et viste che
l' hebbono dissono che V. A. S. era pienissimo servita con amore et diligientia,
maravigliandossi della maniera tenuta contro di me dal detto Giuliano Dell' Orso :
et in soma per levar le dispute mi contentai che mi togliessi schudi cinque, nell'atto
del qual pagamento io li consegnai alla presenza di detti Signori li sopradetti quadri
ben conditionati sopra i suoi telai, nelle quali pitture ci sono contrasegni da cono
scerli come di mia mano, et non copia: quali furno consegnati a esso Giuliano il
dì cinque del presente a hore 22. Io non potrei dire a V. A. S. il disgusto rice-
utto per tal causa, perchè non harei creduto simil cosa da detto Giuliano, atteso
masime sendo venuto a mia notizia che V. Al. Ser.ma confidava in me circa al
prezzo et valuta delli quadri fatti dalli altri pittori, perchè detto Giuliano havendo
fatto li prezzi da per se non mi ha detto mai cosa alcuna, salvo che dopo che
riebbe convenuto con li detti Pittori mi mostrò una lettera di V. A. S. dicendo
che si rimeteva in tutto in me, li risposi che haveva fatto il servitio per il verso,
havendo già pattuito e poi venendomelo a dire, cosa che mi fu di gran disgusto
vedendo V. A. S. confidarsi in me nè haver possuto satisfarla. La prego che secondo
la sua solita benignità mi scusi se havessi offeso li suoi orecchi con darli tal aviso
*
* *
Dobbiamo credere che tra' due litiganti il Duca desse ragione al Die-
ciaiuti, poichè dopo d'allora per molti anni (1) non s' incontrano più lettere
del Ligozzi, laddove il suo competitore continuò ancora per lungo tempo a
prestar i suoi servigi di mediatore artistico-finanziario con Vincenzo ed Eleo
nora de' Medici, sempre più appassionata per i quadri d'Andrea del Sarto.
Una gentildonna del Monferrato, che dimorava a Mantova e possedeva
una Madonna d'Andrea, non riusciva a salvarla dalle avide mani della Du
chessa, e dovè supplicare Vincenzo e il segretario Chieppio perchè le fosse
serbata quell' immagine devota a cui soleva confidare le sue pene e le sue
lacrime.
gli
sua ma ch' io tenea quel quadro come in deposito per farne quello ch' io havrei
l'A.
S.
fatto sapere, per S.r Gorno mandai a sùplicare
la
cosi restassi servita
il
e
sciarmi mio quadro.... Mi dicono che M.» Ser.™ se n'alterò.... (Protesta sua
la
il
decozione ai Principi).
Da Mantova
di
in la
prediletta
é
o
che pochi mesi dopo intavolavano pratiche Firenze per un altro quadro
s'
adoperando
il
:
seguente agosto
1
1
:
11
la
sua figlioli per Madonna d'Andrea del Sarto et nel meglio modo che ho saputo
la
sono venuto doppo l'avermene chiesto 1300 scudi et non manco l'oferta de 950.
a
gli
Mi poi ritornati pregare che voglia aiutare detto che non dovevo
io
sono
ò
li
a
900 et che ho fatto più 50 scudi. Loro m'ànno detto che daranno ma veglio
lo
passare
vorebbero arrivare mille et suplicono che lie ne sia lassato una copia. Se V. A.
a
gli
li
noscie assai grossiero, però ne lascio toliendo solo tavola, dove pittura
la
le
la
sopra,
è
3
in
salute fece
al
ha trattato circa
di
compra quel
*
stato
la
è
quadro della Madonna Andrea del Sarto, della quale mi contento che
di
cavi
la
si
(I) La wotuoM cua lei, insiemead altre, servìpiù tardi gesuitiper fabbricare loro Universita,oegi Palazzo
di
la
a'
deglistudi.
262 APPENDICI
copia mentre io tarderò ad arrivare costi, poichè essendovi cosi poca differenza del
prezzo potrò io conchiuderlo senza difficoltà al mio arrivo. Le cassette V. S. le
terrà appresso di se fin ch' io vengo, et ne cavarà il ritratto da quella dove ella
s' imagina che sia facendolo haver alla Granduchessa da mia parte, se è quello
della Principessa mia figlia com' io credo. Io camino per Dio grafia con buona sa
lute et a V. S. mi raccomando con pregarle dal Signore ogni bene B.
' M.° V. A.
gli
Giovanni Caccini viene a come lei ordinato et l'ò pro
io
à
Ò
visto
di
il
3
lo
et
a
a
a
logna ho pagato se.'1 IO porto. Harò caro conduca ben conditionato.... u.
di
si
di
D'altre attivissime pratiche per quadri d'Andrea del Sarto e Raf
faello del
ci
porgono 606)
s'
(che
1
Dieciaiuii, gennaio Da uno amicho mi sta detto che qui eie uno quadro
3
1
è
:
di
d'
una
e
altro, ecc. u.
(1) Nel principiodella letteras'accennaad altra pittura,mandata Mantova, ma con particolaritroppo generici
a
perchè Dotsaidentificarla
ai
a
Il
Il
se domandaLodovicoCardi miesopiù per Cigoli huomoche tiene primatofra pittori hoggiet cominciato una
d'
a
il
li
il
cappellaa Roma
in
tavola—
QUADRI ACQUISTATI IN TOSCANA DA VINC. E FERD. GONZAGA 263
micho lo vorebe dar via. Dipoi si richordi V. A. S. che ella ebe per le mane uno
alltro quadro di mano di Michelagniolo Buonaroti, che era una monacha di Bolldrone,
e dichono ne volse dare scudi 200, non lo volse vendere, ora è morto chi non
Iasava vendere e vorebbe murare una cella, però volendo V. A. S. averlli cho-
metta qui a qualcheduno per lei. Ce n'è unaltro 30 miglia lontano, dichono di Mi
chelagniolo, ma io non l' ò visti, mi raporto, mi è parso farllo sapere a V. A. S.
aciò possa fare resoluzione della sua voluntà e pregandola a tenermi per suo servi
tore, e Dio li dia ugni bene u.
g1'
gli
io me pensava il ritorno di un pittore da Roma che scrisse haverebbe veduti
V.
di
ad instanza mia ho voluto pregar con questa S. che contenti farlo chia
si
mare et havuta informatione de d.1' quadri farli vedere da persona intelligente con
significarmi poi relazione che ne haverà della bellezza et prezzo cui potreb-
la
si
a
bono pagare t.
pittore
Il
il
quadri era certamente Rubens, tuttora mantenuto Roma spese de' Gon
il
del grande
in
agosto:
il
sempre ne darà
nella cosa delli quadri che m' avevano d'essere mostri fatti vedere da Giuliano
o
quello
è
:
mostra.
al
et un San Giuseppe, alta circa dua braccia larga 2/} me non pare originale,
è
1
a
,
ben bello. Non fatta vedere ancora pittori mio modo, non c'esendo Ci
il
l'
ò
goli chi un poco fede più che alli altri, pure c'è delli altri valenti omini
di
li
a
quali damerò et credo mi diranno vero prezzo; non gliene dico perchè ancora
il
'
non hauto, parlato con un pittore mi dice che crede originale abbia
il
l'
l'
l'
ò
Card.18 Sfondrato se non ritrouvo che sia l'originale non consiglierei V. A. che se
;
ne curasse, se bene bellissima, et vede bisogna sia fatta da qualche suo giovane M.
si
è
Pittori
in
d'
casa
l'
il
è
visto, et chi battezza propio et chi dice copia ma bello; pure credo più
lo
io
il
quelli dicono copia, poi che sento dire che l'originale Card.,e Sfondrato, et
l'
à
il
264 APPENDICI
non sento dire che facessi altro a sua giorni di questa inventione del velo. Andrò in
tendendo meglio per fare servitio a V. A. L'altro di Michelangelo è in monastero
La discordia de' pittori, l' incertezza del valore de' quadri fece abortire
1
Io non ho tenuto proposito con V. A. delli quadri perchè questi pittori non
m'ànno concordemente detto che sieno originali, però io ho licentiato la pratica. O
sentito da uno amico esserne dua a Lucca in mano a una gentil donna vedova ch è
una Madonna sant.IM et un S. Giovanni, uno di Raffaello d' Urbino, et l' altro di
Andrea del Sarto. Mi dice l'amico che n a trovati sc. 500 di tutti a dua, ma che
non li à voluto dare. Se V. A. vole che intenda meglio lo farò ,.
fosse seguita, come appare da una minuta del novembre 1606, al Giugni
intestata :
* V.
Mi sarà caro da S. di sapere l' ultimo prezzo delli duoi quadri di pittura,
uno de N. S.re et l'altro de S. Ciovanni de quali ella mi ha scrittto sotto li 10 del
passato, cercando sopra il tutto di chiarire se sono originali et di mano come V. S.
dice, uno di Raffaelle d'Urbino et l'altro d'Andrea del Sarto M.
1
Io ho mandato un pittore a Lucca per vedere se li quadri sono veramente
uno di Rafello, et l'altro d'Andrea, et secondo l'aviso n'arò ne raguaglieró V. A.
come ancora dell' ultimo prezzo et restando con il medesimo desiderio di sempre
servire a V. A. u.
8
a
o
di
doverli dar via, et per non potere lei venire Lucca, non ho potuto havere
la
a
detta mizura, et perchè non haveva mai havuto risposta nessuna da Voi, essendosi
haveria dati via, ne
fu
scoperto che trattato con non so che mezzo, con S.r Duca
l'
il
di
al
il
QUADRI ACQUISTATI IN TOSCANA DA VINO E FERD. GONZAGA 265
haverebbe trattato se qualche risposta riavesse riavuto da voi, tuttavia subbilo che
lei possa essere a Lucca haverà la resolutione, et io potrò per huomo a posta man
dare la mizura, et scrivere puntalmente il negozio, et quando questa S.ra sarà fuora
gli
di questo travaglio del figlio, intenderà ancora che cosa dirà chi trattava con
il
di
S.r Duca Mantova et potrà per huomo a posta mandarvi mizura quanto
la
si
e
occorre, che quello che per hora dire.
vi
posso
è
di
lettera seguente
la
nota):
è
I
posti dal Sig. Caval. Giugni Sig. Duca Mantova, sono della S.ra Maria
di
Ser.mo
al
Bottini da Siena, et uno d'essi che un San Giovanni d'Andrea del Sarto et
è
pittura rara.
è
L'altro crede che sia del Gierino vecchio, che era della scuola de Raffael
si
Urbino et
d'
S.
Giuseppe.
è
;
Ne dimandano sc. 600 ma forse haveranno per 500. La misura dei quadri
si
larghezza un braccio.
la
è
—
di
d'
questi quadri ed anche un' altra
Madonna, braccheggiata dal Dieciaiuti — non so. Costui ne scriveva
il
gennaio 1607 (st. Mantova:
2
f.
1606)
a
l'
2
e
e
à
uno adornamento intagliato da gran maestri indorato bellissimo. Credo che darà
lo
prima chi
la
è
e
:
in
d'
V. A.
S.
naturale esere
il
di
striotto fogia
al
l'antica romana. Mi viene detto che voglia parechi cent, scudi, però
di
arebe per
si
sc. 200 forse qualcosetta meno. Non vista uomo mondo sono molti anni
al
l'
e
V. A.
fo
lo
di
la
se mi
è
per compiacere
e
Ma il Bardi non tornò che dopo un buon mese ; indi nuove scuse del
pittore al Duca con sua lettera dell'5 genti. 1609 (st. f. 1608):
la
loro; et harò per fortunatissimo favore che note et servizio riesca
di
le
gusto
il
a
V. A. come mi vo immaginando che potesse essere pigliare quell' altre galan
si
il
terie dello scrittoio del medesimo sig. Conte tutte insieme un sol prezzo, cercando
a
in
il
a
e
d'
haver ancor visto (se ben ho qualche ragionamento), non posso con fondamento
n'
le
scriver cosa alcuna, come potria seguire breve, come cercherò con ogni dili
in
comandandone suo volere, non resterò mai et con ogni possibile diligentia, fede
il
(st. 1608)
f.
dinando Gonzaga:
e'
questa fusse
da me, che veggio poco, quanto mi potrebbe egli credere? Ella che
di
ogni
si
si
(I) Soprannominato
Pippo Sciamerone, padre Francesco
fu
e
il
QUADRI ACQUISTATI IN TOSCANA DA VINC. E FERD. GONZAGA 267
*
* *
renza ancorche copiosa di opere simili potesse dubitare l'A. V. che o non russero
gli
originali, o difficilmente se ne privassero padroni et con gagliardi prezzi, tut
i
penuria incredibile, hora più che mai piazza, denari per
in
di
d'
tavia et questa
la
l'estremo callo delle monete infinite famiglie, et difficoltà
d'
forestiere, necessità
la
la
di
vender pitture vecchie a terrieri avidi del quatrino et forestieri per proibi-
la
a
tione d'estraerle rigorosissima possono farmi acertar l'A. V. della buona conditione
et della reale qualità per giudicio che ne farò fare da questo Bronzino
di
esse
il
1
)
(
che famosissimo et per l'obligatione che dicono padroni delle pitture faranno
è
i
mantenerle originali de' Maestri che nomineranno, per quella poca pratica
di
et
havuta dalle pitture vedute V. A. et comprate diverse volte dal d.° S.™° defunto
a
et dal S.r Duca Francesco, posso dire che respetto a quei prezzi che viddi sbur-
io
delle sodette C'è una Madonna grande Giacopo da Pon-
di
sare, esser questi bassi.
una povera famiglia cui sono refutarono 200 du.™
di
di
torno
in
casa assicurato et
00 et forse per manco. Un sacrificio
d'
hora daranno per Isacco pur del mede
la
che
le
di
la
e
non dubiti ancorchè non sia mia professione, perchè anzi questo farà che
di
rispetto
resti ben servita da me con ogni fede sincerità. Et però quand'ella inclini
a
in
faccia sapere, che fratanto mantenerci padroni delle pitture.
lo
questo me speranza
i
Firenze, 20 dicembre 1616.
Girolamo Parma.
Le immense spese del Duca perle feste nuziali del 1617 ostacolarono
de' progetti del segretario Parma per
lo
forse attuazione meno non
la
piena
:
c'è rimasto documento che allora comperassero pitture Firenze; ma degli
si
scambi
i
carteggi, frequenti notizie, per quanto imprecise. Così una volta nel 1618
gli
Ferdinando chiede (2) che mandi miglior quadro del Fetti per do
si
il
ospite quadretto
si
scelga
tra' molti dalla sua galleria.... con avver
la
tenza che se ne prenda uno soggetto non lascivo, perchè destinato a una
principessa (3), alla cognata Maria Maddalena.
cardinal de' Medici non voleva
le di
e
gli
d'arte tra
di
Se Lei
di
di
la
ma questo
il
(1) CristoforoAllori.
(2) Clr. AppendiceG.
luglio 1624allo Sfriggi, che rUpoK "
luglio: Si manda V. A. un quadrettosedio dal Prefetto.
(3) Lett.
2
a
il
(Viani)
la
QUADRI ACQUISTATI IN TOSCANA DA VINO E FERD. GONZACA 269
"
Subito riceuto i comandamenti di V. A. S. non mancai eseguirli prontissi
mamente, detti ordine al Sig.r Piero Capponi per il coro, andai a trovare il Vi-
liverte, quale dicie non mancherà con ongni accuratezza di ben servire V. A. S.
ma quanto al quadro del Cigoli non se ne può fare assegnamento, ma che con oc
casione non mancherà procurare qualche altra cosa per V. A. S. Matteo Rosselli
non manca con ongni sommo studio studiare quello deve fare per V. A. Il Fonte-
buoni tornò da Pistoja e lagora per V. A. nè leverà mano sino non l'abbia ser
vita ; il Mola mi à promesso con questo corriere mandare quanto à promesso a V.
A., il Sacchi ancor lui mi à detto rimanderà le musiche di V. A. S. Li frati di
S. Marco mi consengnionno lo Exce Homo e mi dissero che quello voleva far loro
V. A. S. gniene facessi in denari, quali avevano destinati per tante elemosine a
poveri gentilomini del loro popolo. Sino jerì incassai ogni cosa e domani invierò a
Bolongnia ogni cosa insieme con il Crocifisso auto dal Tacca, e se questa mattina
fossero venuti li doganieri a suggellar le casse le averia spedite oggi, ma non si
mancherà di domani. Il Mola mi disse aver segreto di levar quelli screpoli di quello
Ecce Omo, e che in tre giorni mandangniene a casa lo averia accomodato, che
non l'ò volsuto fare per dengni rispetti massime avendo da venire lui a Mantova....
Giovan Batista Lupicini cierca di avere una pittura, quale è in Lucca, et potendola
avere si farà vedere per V. A. a tutti questi signori pittori. Il sig.r Michelangniolo
Bonaroti venne al casino e vedde quel quadretto di quella fiaminga, quale stima che
V. A. S. abbia una delle belle cose possa aver principe et àmmi detto che Felicie
da Ganberaja, quale è venuto a servir V. A. d' intagliatore, sia il primo omo fusse
in Fiorenza, se bene alle volte è un poco scapigliato. Sono avanzati alcuni vetri e
quadretti che vedrò darli via e del ritratto ne darò conto a V. A. S. u.
l'o pagata dieci scudi, che vedrò detti denari cavarli di quei quadrettini che mi
lasciò, et è in lengnio, che l'è presa per esser mano di autore che V. A. S. non
ne à, quale fu mastro di Lionardo da Vinci, e quando troverrò spese che non ec
cedine) a questa la farò senza dargniene conto avanti. L' à visto il Rosselli , quale
non manca di servir V. A. S. con ongni affetto, come fa ancora il Fontebuoni, e'I
Belivert: il Rosselli mi à domandato cinquanta scudi, inperò V. A. S. avisi se
gnene devo dare con pigliarne ricevuta.... g.
12 ottobre.
"
Non tenendo risposta alcuna di dua mia mandate a V. A. S.
sera causa di meno scrivere: solo dirò che la figura della Fortezza di mano del
Botticelli conpra per V. A. S. mi à detto il Bilivert essere la meglio cosa abbi
fatto detto mastro, e che in mano di V. A. la stima cento cinquanta scudi; e do
mani ò da vedere un' opera di Ciechin Salviati e poi ne darò parte a V. A. S.
con l' intervento del Rosselli e Belivert.
14 febbraio 1622.
"
Conforme alli comandamenti di V. A. S. ò inviato per
la condotta de Muriani li libri N. 17 statimi consengniati dalli Padri di San Dome
nico di Fiesole et insieme ho ancora mandato il quadro di mano del Botticielli
benissimo accomodati con sua incierati canavacci che non possono patire di cosa
alcuna : per altra mia della passata dissi a V. A. S. come il Rosselli à tirato avanti
assai li dua quadri e mi à domandato altri cinquanta scudi et in breve averà finito
l'opere, come ancora il Fonte buoni, il Biliverte come averà fornito il quadro del
signor Cardinale subito metterà mano per servire V. A. S. Mandai la misura della
lunghezza delle cornicie, che starò attendendo se stanno bene e quanta quantità ne
devo far fare, et anco il detto mastro vorria un poco di denari. Il Susini ha fornito
dieci Crocifissi, che cinque (sono) vivi e cinque morti. Ora V. A. S. comandi quelli
vole ; et il prezzo è di dieci scudi Y uno.... Credo manderò qui incluso la nota di
tutti i quadri della Galleria del Sig.r Alberto de Bardi, se però l'averò, se no la
manderò la prossima ,.
QUADRI ACQUISTATI IN TOSCANA DA VINC. E FERD. GONZAGA 271
"E un pezzo che non ho nove de miei quadri, di grafia sollecitateli perchè ne
ho di bisogno, pigliate i Cristi dal Sussina et mandatemi il conto che vi si rimet
teranno i denari. Saprei volentieri se il Tacca mi potesse fare otto statuine di bronzo
di altezza di 4 palmi e mezzo l'una (1) et in che tempo. Le statue vorrei che
fossero : un Giove, un Ercole, una Pallade, una Diana, un Neptuno, una Giunone,
un Plutone et una Flora col cornocopio et quanto fossero per costare; per non fal
lare nella misura vi mando la lunghezza con questa nel refe. Vorrei che procurasti
havere quattro ghiri vivi, di quelle bestiole che paiono topi et hanno la coda come
scoiattoli et che me li mandaste quanto prima, sicome ancora che mi facesti sapere
che sorta di sapone usate costi in Firenze, quanto si vende la libra et se vi fosse
esito per chi ne mandassi. Et Dio vi guardi. Di Mantova li 23 di giugno 1622.
Il Duca di Mantova.
A Filippo Berardi che Dio guardi
Fiorenza.
"
13 settembre 1622. Non ò mancato sollecitare li sua quadri del Rosselli,
quale.... è stato causa il S.r Cardinale che V. A. S. sino adesso non sia stata ser
vita et anco la malattia auta il detto Rosselli.... Assolutamente à promesso che per
(I) Parolecancellate.
272 APPENDICI
15 novembre.
"
Potrà V. S. Ill.™ dar parte a S. A. come il Rosselli è alla
fine delli sua quadri, quali convenne S. A. S. darli dugento ducatoni, cioè cento
dell'uno, et esso ne à auti cento a buon conto. Il Fonteboni ancor lui della
Madonna di Pistoja è alla fine, ma l'altro quadro è assai indietro, nè si è con
detto Fonteboni fatto prezzo alcuno, imperò comandi V. A. S. quello si deve fare,
e lui à auto venti dua ducatoni di caparra. Qui in Fiorenza, dato S. A. S. volesse
pitture, ciene sono in vendita, che volendo attendere se li manderà ad dire di chi
sieno, mano et il prezzo, come ancora che figure sieno e che grandezza.... u.
"
10 gennaio 1623. Do in fretta perchè voi partire il Corriere come ò pagato
li cento ducatoni alli frati di Sandomenico di Fiesole quali restano sodisf attissimi :
quanto alli quadri per comprare ci è una Madonna di Jacopo da Pontormo delle
meglio cose abbia fatto e con ricchissimo adornamento, e ne domandano quattro
cento scudi: il San Giovanni è venduto, ma non è cosa di rilievo, poi che è di
maniera assai dura.... u.
17 gennaio. " La passata scrissi a V. S. IH. con tanta fretta che non so meno
mi abbia scrìtto: ora con questa le dico come se S. A. S. desidera aver una Ma
donna di Jacopo da Pontormo si à da vendere et è della meglio maniera abbia
mai fatto e se bene ne domandano quattro cento scudi sotto metafora di altri, credo
si caverà per meno di trecento, poi che in oggi non ci è chi compri, ma l'ò fatta
Vedere et è proprio quadro per S. A. S. ,.
"
21 febbraio. Non ò mancato far vedere la Madonna di Jacopo da Pontormo,
quale è giudicata esser ritocca da Ilui, ma non tutta di sua mano, quale ò lasciato
stare, ma desiderando sua altezza S. di sua mano opera, si ritrovono li Sig." Vin-
centio et Ottavio Benedetti un quadro di un ritratto di mano di detto Pontormo,
cosa, dicono, delle meglio abbia fatto in sua vita, e me lo averìano consengniato
acciò Io avessi mandato a S. A. S. e se li fusse piaciuto 'sariano stati d' accordo :
non l' ò volsuto accettare prima non ne dia parte, come fo. Quanto alli quadri il
Rosselli ne à fornito uno di tutto punto e l'altro è a bonissimo termine e simil
mente Stagio Fontebuoni à fornito la Madonna e la manderà insieme colli dua
quadri del Rosselli e perchè mi à detto il Sig.r Foderi venir costà la seconda set
timana di quadragesima si potria consegniare a S. S.u . Ora vegga con S. A. S. di
far rimessa al Rosselli delli cento ducatoni di resto concordato, acciò me li con
segni; e quanto al Fontebuoni rimette in S. A. S. il prezzo, e per aviso a V. S.
11l. il Rosselli (à) auto cento ducatoni di caparra et il Fontebuoni ventidua come
sa benissimo S. A. S. e non mancherò con ogni accuratezza inviarli con detta oc
casione, nè si meravigli S. A. S. del Rosselli perchè queste A. S. quando da lui
fano far cosa alcuna sempre la pagano avanti li levino il lagoro di mano.... u.
Il trionfo
di
Cesare
del
Mantegna
18
Nono quadro : CESARE SUL CARRO TRIONFALE
APPENDICE E.
Tipma ....
febbraio 1593. Li dissegni sono in carte intagliate in rame et in
"
legno et sono figure et paesi et sono di Alberto Duro, di Luca d'Olanda, di Cor
nelio et d'altri eccellentissimi huomini et sono ligate in libri grandi con incredibile
diligenza. Vi sono in Mantua pittori che di ragione devono saper dar conto a S.
A. Ser.™ della qualità di queste cose. Fra quali di ragione m. Teodoro (Ghisi) et
uno delli Andreasi et forse il Borgano et credo ancora m. Annibale EtOrata.
perchè qui si è risaputa di questi libri et carte slegate, li Cardinali Sfondrato, Mon-
talto et Farnese mi h nno fatto dimandare di vederli et fanno instancia grande. Vi
sono 7 quadretti di pittura di paesi stimati assai belli et una Donna Giulia Gonzaga
di mano di Fra Bastiano in una tavola di marmo, un quadro di S. Eustachio che
viene da Alberto Duro et alcune altre cosette che danno ornamento a studii di
Cardinali et de prelati, et de ogni cosa se ha da fare vendita.... Io farò per S. A.
Ser.ms quello che farei per cosa di mio particolare interesse.... u.
"
26 marzo. Il S.r Guidobono mi fa sapere con una sua.... qualmente V. A.
Ser.m» si contenta de pigliare il studio del S.r Cardinale di f. m. ma che non si
risolve di pigliare li libri delli dissegni se prima non li vede.... Li dissegni sono tali
che chi non li ha li procura con molto studio et adesso li SS. Cardinali Cadano,
Monte, Sfondrato, Montalto et molti altri ne fanno una professione grandissima et
cercano di metterli insieme. Il Card. Scipione li ha raccolti in spatio di 30 anni
incirca et ha le cose migliori di Alberto Duro in rame et in legno, che è stato il
primo huomo in questa professione, ha le opere di Luca d'Olanda, di Cornelio et
ha molti altri paesi di diversi huomini : quali dissegni sono legati in libri in foglio
grande et le cose sono benissimo conservate. Io supplico V. A. Ser.111" di pigliare
detti libri perchè sono gioie et servono a molte cose et principalmente a passar
l' hore del caldo l'estate et a fuggir l'otio. Mons. Carretto mi ha persuaso a mandar
a V. A. uno de detti libri et io.... li mando il libro di Luca d'Olanda et un altro
di Stefano, che sono delli più piccoli ; non mando alcuno di quelli altri, come havrci
desiderato, perchè sono in foglio reale grande et molto discomodi a portare per il
cornero, ma hanno più robbe grande et di maggior vista. Un libro solo di Alberto
è stato venduto pochi anni sono 150 scudi, et io darò a V. A. li doi d'Alberto,
quello di Cornelio, un altro di diversi valenthomini , li doi che mando adesso et
quatro altri di manco prezzo però delli sudetti, tutti per 450 scudi ! u
*
5 aprile. Io haveva fatto accomodare con tela incerata et canevaccio un libro
di Luca d'Olanda delle sue carte in rame.... ma al corriere non bastò l'animo di
18
274 APPENDICI
portarlo per non invilupparsi.... Poi che questa occasione è passata veggo gran dif-
ficulta nel mandarlo et non minore punto saria poi anco nel rimandarlo, quando non
fosse di sodisfatione a l'A. S. la quale.... voria vederli tutti insieme, et questo non
so come si possa esseguire.... perchè li libri sono grandi et occupano luogo.... Io
havea proposto che facessero pigliare informatione da pittori eccellenti d'esse opere
di Alberto Duro, di queste di Luca, di Marcantonio, di Cornelio et di infiniti altri
che hanno tagliato in rame et in legno et secondo quelli si pigliasse risolutione, ma
io dico a V. S. che S. A.
può stare sopra di me che li libri sono per eccellenza
belli et ben tenuti et copiosi, perchè il Card, di f. m. era valentissimo in queste
cose, et S. S. R.ma faceva assai bene con la penna et disegnava per eccellenza et
ha havuto delle prime cose che fossero ne l'arte et le ha messe insieme in termine
di 30 anni et io so de darli per prezzo honestissimo quando li lascio tutti a S. A.
per 450 scudi.... acciò restassero nella casa u.
15 giugno. ' M. Giovanni creato di Mons. Carretto potrà fare fede a S. A....
se li ho consignati molti libri del studio che non erano compresi ne l' indice et fra
questi ve ne sono tre di cosmografia della Italia, della Francia et de l'Alemagna
che erano molto cari al S.r Cardinale de f. m. Quanto alli libri de dissegni.... saprà
V. S. che io restai in letto con febre quando Mons. di Mantova si parti, et perchè
S. S. IIl.™" haveva locato il palazzo mi convenne uscire et per non tramutar più
volte tutte le robbe mandai a casa di Mons. Capilupi le più importanti che furno
li libri et dissegni et altri quadri di pittura del S.r Card, di f. m., li quali furori
visti del Patre Zaccone cortegiano antico di Roma et servitore del Re di Spagna
et li piacquero et ne parlò al S.r Duca di Sessa, che ha ordine da S. M. di com
prare cose simili per il Principe suo figliolo che ne ha gusto grandissimo per quanto
mi hanno detto, et S. Ecc. mandò da me a dimandarmi se mi contentava di man
darglieli a casa, il che io feci prontissimamente.... et S. E. mi ha fatto dire dopoi
che li vuole tutti che saremo d'accordo.
"
Io l'aspetto questa sera che ritorna dal bagno di Stigliano.... et sentirò ciò
che offerisce.... Farò una dimanda grande et sproportionata et mi fermare su quella
dimanda, in modo che sarà facile cosa che si escluda la vendita, et in quel caso io
li manderò o porterò a S. A. ma quando per mia disgratia questo S.re li volesse
ad ogni mal partito, supplicherò V. S. a intercedere per me appresso S. A. acciò
non restasse disgustata.... u.
18 giugno. " Hoggi fo incassare li libri con doi o tre altre curiosità et man
derò ogni cosa a S. A. u.
APPENDICE F.
nIll." s.»
"
Mando a V. S. nell'annesso scattolino il ritratto del Ser.m° Sig. Principe mio
S.rc guernito in oro et gioie, come V. S. vedrà : adesso non ha potuto venire
quello dell' ecc.m° S. D. Ferdinando secondogenito di S. A. perchè il pittore più
eccellente dell'A. S. è stato et è amalato molti giorni sono et tuttavia sta infermo,
onde per non lasciar passar il tempo si è fatto fare da un altro pittore che non ha
cosi buona mano et non ha potuto finire se non il ritratto d'esso S. Principe che
come disopra si manda. Ma si è già dato principio ad un quadro grande ch'havia
in piedi S. A. mio patrone, M.ma Ser.m" Duchessa sua moglie et nostra Signora et
ancora i Sig." loro figlioli. Aspettarò d' esser avisato della ricevuta di V. S. di
quanto adesso si manda.... „.
II Pourbus fu subito ammirato assai più del suo predecessore per una
straordinaria maestria di ritrattista, che faceva perdonare la bizzarria del ca
rattere. Da Mantova 16 maggio 1602 la cancelleria ducale scriveva al Ma-
nerbio, ambasciatore in corte cesarea:
notati nell' inserto foglio, et fra poco se le mandaranno quelli ancora del S. Duca
et delle due Ser.me Madame. Intanto V. S. iscuserà la tardanza perchè questo pit
tore di S. A. è assai humorista et non se ne può cavar construtto se non quando
gli
piace amalato,
gli
delle
di
Quando
altra ad libitum)
di
principesse
l'
o
276 APPENDICI
S.r Principe di Conca ma non mando prezzo alcuno poi che ancor non hanno
fatti portar Napoli.... u.
a
giunto
è
l'annuncio Pourbus —
di
fu
quella spedito
(1) Leu. da Torino l.« genn. 1606. sconciata BERTOLOTTI. JtrlirU. p. 163.
in
al
il
"
che Cario Emanuele era adirato con lui per aversifitto nel animo ch' sii causache infante Margheritahaobi
la
io
I
maleconica ".
"
(3) Leti, del Pourbusda Parigi 20 agosto1606. Hieri cominciai retrattodella Regina (Maria de Medici)
in
il
a
;
manoper fare retrattodel Delfino (il futuro Luigi XIII) et credo fareancoquellodel Re (Enrico IV): tutto
di
io
il
il
u 2 agosto. Minute.
"
Don Ottavio Gentili
"
Per certificare se i quadri dell' heredità del Principe di Conca, dei quali ci
haveti mandato la nota son veramente originali, riabbiamo risoluto mandare Fran
cesco fiamengo nostro pittore che li vegga et giudichi il prezzo che si può dare
per esse.... Al S.r Principe di San Severo scriviamo che bisognando il mezzo suo
per agevolar l'adito a Francesco acciò le possa vedere comodamente si compiaccia
di favorirlo et di farli anco haver comodità per ritrar alcune dame delle più belle
che siano in Napoli.... u.
' 2 agosto.
■
Francesco pittore
1 di Conca
. . . . Siamo avisati che nell' heredità del Principe sono restati al
cuni quadri originali di Raffaello, di Titiano, di Alberto Duro et d' altri valentho-
mini.... i quali desideriamo ad ogni modo per la nostra galleria et intendiamo che
non sarà molto difficile non scoprendosi sin a quest' hora concorrenti. Vogliamo
perciò che.... vi transferiati sino a Napoli.... procuriati di vedere i sudetti quadri,
considerandoli molto bene per certificarni si sono veramente originali, ecc.... u.
"
Ha però visto li ritrati di alcune dame principali che ha fatto questo altro
namingo che habbita qui et dice che sariano buoni per il camerino di V. A.... Ha
visto ancora qualche cosa di buono di Michelangelo Caravaggio che ha fatto qui
che si venderanno.... u.
"
se la commodità delle dame corresponderà al poco tempo ch' io ho de restar
qua. Quelle che sono tenute per belle sono in poco numero et le copie di esse si
potranno havere di mano d' un fiamengo valenthuomo che li ha quasi tutti et io ho
trattato seco del prezzo, ma non vuol manco de IO ducati del pezzo, della gran
dezza di quelli del camerino. Se a V. A. parerà poi di fare quella spesa io so che
Ella resterà servita assai bene et che in Napoli da niun altro potrebbe essere ser
vito meglio.... u.
278 APPENDICI
n
passar a Vico per veder i quadri del S.r Principe di Conca, conforme V. A.
me ha comandato et desiderando di spedirmi quanto più presto me sarà possibile
lasciare a D. Ottavio la norma delli prezzi di questi quadri, a ciò conforme a
quello si possa regolare nella compra et darò ordine del modo che si (laveranno
da incassare a fine che non patiscano pericolo di guastarsi per il viaggio. Ho visto
qui doi quadri bellissimi di mano de M. Ange'o da Caravaggio : 1' uno è d' un
rosario et era fatto per un'ancona et è grande da 18 palmi et non vogliono manco
di 400 ducati; l'altro è un quadro mezzano da camera di mezze figure et è un
Oliferno con Giuditta et non lo dariano a manco di 300 ducati. Non ho voluto
fare alcuna proferta, non sapendo l' intentione di V. A., me hanno però promesso
di non darli via sin tanto che saranno avisati del piacere di V. A. a.
apparenza si dovesse limitare la sua nuova gita a non più di pochi mesi (2)
il vero è che il Pourbus si lasciò attrarre dall'ambiente parigino, dove r per
io gli
la
son sue parole ch' ne faccia prezzo,
il
gli
Francia; de qui
di
di
la di
,
ambasciatore Giustiniano Priandi dava 24 febbraio 1622 annunzio
l'
il
l'
e
della morte del Pourbus con queste parole caratteristiche morto con
è
n
:
rehavuto che fosse certa sua indispositione tornarsene costà per finirvi
I:
''.... Mi scordai scrìvere V. A. che Regina prega mandarli Francescopittoreper due o tre mesi,
la
io la
di
a a
a
al
" "
LIONORA
",
28 Agosto 1607.
di
Di Porto
a
li
"
11
li
il
:
"
Pourbus scusava,allegando non averche due mani: Ferdinandoripicchiava:ma egli ha pur garzonidellemani
si
i tuoi giorni. Il Rubens è qua chiamatovi dalla Regina madre per il disegno
della sua galena i.
Così i due fiamminghi, che avevan fatte le lor prime prove in Italia alla
corte de' Gonzaga, eran destinati a darsi il cambio anche Parigi, sotto la
a
* *
"
Al Card. Montalto
"
IH.™° et R."» S.re mio oss.mo
"
L'esibitore della presente sarà Pietro Paolo damingo mio pittore, qual mando
costa per copiare et far alcuni quadri di pittura, come più diffusamente V. S. Ill.™
piacendoli intenderà dal medesimo. Confidato al solito nella molta amorevolezza di
lei ho voluto accompagnarlo con la presente, con la quale prego V. S. IH.™" stret
tamente a favorirlo con la molta auttorità sua in tutto quello che da esso lui verrà
ricercata per mio servitio, assicurandola che aggiungerò questo novo favore a tan-
t altri da me ricevuti ecc.... Questa sera son per incaminarmi alla volta di Gratz per
trasferirmi poi di là alla guerra in Croazia, ove, et in ogni altro luogo che mi sia,
reputerò non poco a mia ventura di poter servire a V. S. Ill.™.
"
Di Mantova a 18 di luglio 1601 u.
( I) La letteradell' Imperatoremortatestualmentecosi:
Rudolphussecundusdivina faventeclementia,ecc.
me Consobrine.PrioceptdiarissimeVenit ad nossupertoribusmensibusPetrusPaulus, qui variasio
111.
ingeniosas pronteturut nobisearumaliquasoatenderet. Is cumnobissatisfecerit,nostroquepermissudomumrevertatur. eum
Dil. Tuae commendamus ut cum eidemiam anteacceptumintelligamus accephordeindenostracausaait Dat. in arce
nostraRegia Pragae,die quintamensisMaii a. d. MDCI.... ''.
In una letteraprecedente del 29 marzo, 1'Imperatore ringraziavail Gonzagadel dono fattoglidi cavallie pitture.
"
Quod nobisDil. Tua nupermunusmisitet equo*et picturasrecteaccepimiu....".
La congettura che il Rubens sia da identificarecon quel Pietro Paolo non e del tutto avventata; e spiegherebbe
benissimo,anzi, dove e comeegli passassei primi mesidei 1601, su cui i biogransuoidifettandi notizie.Ma il non
vederaggiuntaal nomedi Pietro Paolo nè la qualificadi pittorene l' indicazionedellapatriaci lasciaassaidubbiosiche
si trattidel Rubens.... anzichè,putacaso,d' un alchimistaod altro inventoreconsimile.
280 APPENDICI
"
20 aprile 1602. Sarò in pratica per trovar giovani valentuomini che ser
vino S. A. della quantità de quadri che vengono desiderati da Lei et procurare
che le copie siano cavate da originali di grido et di fama et che la spesa di esse
non ecceda la somma delli 10 fin alli 18 scudi che V. S. mi scrive. Ma per com
pito servino di S. A. crederei che fosse bene ch'ella intendesse dal Pittor suo
fiamengo ciò che di bello et di raro egli ha visto qui et che poi comandasse a
me che le facessi bavere copia delle tali et tali pitture, coH 'accennarmi anco i luoghi
dove si trovano.... ,.
pubblicati dal Bertolotti (1), che però, al suo solito, molti ne ha ommessi
o raffazzonati a capriccio, e per alcuni ha interamente sbagliato la data
(collocando tutte le lettere del 1602 tra quelle dell'anno precedente Sup
!).
plisco dunque quell'erronea pubblicazione, riproducendo corretti passi
a
i
gli
dando
in
maggio
4
a
di
sono messi
si
prezzo trenta scudi per quadro, overo che sia pagata l'opera loro come dalla stima
Io
tre periti verrà giudicato. che so come camina negotio non ho voluto nè
di
il
A.... Qui
S.
fatta da Pirin del Vago che viene stimata per una degnissima cosa et commen
è
data grandemente da m. Pietro Facchetti, quale m' ha pregato volerla proporre
il
A.
S.
dicendo che se quella pittura fosse cosi altra materia che d'una rotella
in
a
che non sanano danari che
di
il
:
17 agosto 1602. "Scrissi a V. S.... ch'io non trovava pittori che volessero
V. A.
fu
l'A.
S.
risposta alcuna.... Se
in
di
servita valore.... u.
gli
sig. Pietro
2
noi).
il
si u
di
Facchetti che non sodisfa interamente d'essi et vorrebbe riportar honore que
A.
gli
dì,
gli
dieci dodici nei quali andarano tirando inanzi anche altri quadri
si
o
lasciarsi
Mentre il Facchetti dava l' ultima mano a' n sedici pezzi tutti cavati da
disegni di Raffaello, tutti stimati perfettissimi n, copie di quadri clas
altre
sici si stavano approntando alla corte ducale di Mantova, come ne porgeva
informazione al consigliere Chieppio questa importante lettera del conte
Guerrieri :
n
. . . . Circa il mandare i quadri in Spagna veggo le cose che non sono in
termine, come forse pensava S. A. riavendomi fatto dare a Mes.r Bernardino pit
tore (Malpizzi) la qui inclusa relatione che vedrà V. S. qual mi ha insieme sog
giunto che dovendo fare questo viaggio, s' intende havere un servitore, trovandosi
in età tale che per tutti i rispetti non può di meno....
Mantova, 9 novembre 1602.
Gio. Battista Guerriero ,.
*
Il S.r Francesco Borgano copia uno quadro de uno Christo morto de mano
de Ticiano et tol termine a finirlo 15 giorni.
Mes.r Stefano Sanvito copia dui quadri, uno de un S.° Sebastiano, di mano
de Zorzone da Castel f rancho et uno quadro de una natività che vien dal Parme-
giano, tol termine a finirli tutto questo mese.
Marcho Leon copia un quadro del sposalitio di S." Caterina et uno altro quadro
de una meza figura, che sono la prudencia di mano de Zorzone da Castel franco,
tol termine 15 giorni.
Io Bernardino ho finito uno quadro del sposaI itio de la madonna di man del
Parmegiano, et ne ho uno altro comintio grande de una madona del Parmegiano
dove è il N. S. che à uno gallo legato in bratio (1), et uno quadro grande di assai
fatura, sarà finito a 8 di de dicembre in circa u.
1607-08:
di
ci
veduti quattro
Q.
già
da un Marchese Malaspina, della bellezza ne posso dar poco giuditio nè riavevo
S.
meco pittore, ma tengo che non siano belli quanto convenga prezzo che diman
al
fa in
rispondente tre
al
mette petto,
si
vi
et questo
del buono, et altro sta dipinta Judit col capo tronco d'Oloferne che mi pare
in
un
''
(2) Lett. dell'Arrìgoni 12 agosto1606: manomio trova somma scudi70,... quali nosuppliròsinoalti
In
di
la
si
75 acciò servano tre mesate S.r Pietro Pavolo Rubens". (Cfr. Codex DiplomaticusRubcnianus.Anversa
di
al
meglio di tutti, et questo ancorchè rispetto al contenuto sia più honesto nondimeno
l' historia è rappresentata assai lascivamente et di questo solo dicono che siano stati
offerti cento scudi dal S. Card. Borghese, ma vogliono di tutti farne un solo con
tratto. In un altro poi vi è l'Amore di Leda ma assai ordinario. Se l'A. S. v in
clinerà, farò che siano veduti essi quadri dal S.r Pietro Pavolo et da altra persona
della professione.... u.
era scelto ad arbitro sul valore di un dipinto che il Pomarance aveva com
piuto per la duchessa Eleonora. Alla quale tuttavia non piacque molto il
responso dell'artista — sopratutto perchè non le pareva che ci fosse propor
zione tra il valore assegnato ad un' opera del Pomarance in confronto alla
tela del Caravaggio
— e non lo dissimulò in una sua lettera al Magni del
16 febbraio 1608 (Minute):
"
Intorno al quadro fatto dal Pomarancio per nostro servizio, già che si è stato
appuntato il prezzo da Pietro Paolo come ragionevole in 400 scudi d'oro non sap
piamo che dire in contrario. Solo mettiamo in consideratione che già il medesimo
P. Paolo fece comperare a S. A. un quadro del Caravaggio per 350 ducatoni, et
pure il quadro era maggiore di questo et di pittore più famoso et tenuto in mag
gior pregio u.
n
S'è ripigliato il negotio del quadro del Pomorancio per qualche stabilimento
della sua mercede et ancor che esso Pomorancio si trovi a lavorare alla S.u Casa
di Loreto nondimeno riavendo rimessa tutta la conclusione in petto di Mons. Giusti
auditore di Rota credo che pur in assenza sua si potrà anco accertare la conveniente
sodisfatione.... Havea già come rappresentai sino questo febbraio a V. A. giudicato
il S.r Pietro Paolo Rubens che deducendosi dalla somma pretesa (500 scudi d'oro)
cento scudi d'oro si potesse pigliare temperamento di pagargli 400 scudi simili : ma
hora da quel poco che si può cavare si va comprehendendo che tutto si possa acco
modare in scudi 400 di moneta, che viene a constituire differenza d'80 se. a van
taggio dell'A. V.... La via della stima non è rifiutata dal Pomorancio, ma non ci
viene nè anco di buona voglia per il rìschio in che può stare di concorrenti di
(1) Erra dunqueil Coda Diplomatica Tlubcnianui (I, 375) nel supponeche il responso sfavorevolede1Rubens
si riferissealle pitture del palazzoCapodiferro,attiguoa palazzoFarnese,di cui era statopropostoI' acquistoal neo-
cardinaleFerdinandoGonzaga.Le considerazioni estetiche del Coda mancanoassolutamente
del commentatore di bat- !
(2) Cfr. L. VENTURI. Sludil su M. da Caravaggionell'arte, anno XIII.
284 APPPEND1C1
poco buona volontà. Ma nè forsi all'A. V. può tornar bene.... essendo molto veri
simile che li pittori per le occasioni che possono haver di ricever la corrispondenza
eer caratino di sostenere la reputaticene dell'opera, massime che ciò torna in univer
sale a loro honore et della loro professione che avvilita nelli lavori d'un valenthuomo
haveria anco meno di stima nelle opere de suoi pari ,.
* *
di
zione : ne era mancata occasione lasciare Mantova
a
gli
un'orma indelebile del suo genio, con sfolgoranti quadri della SS.ma Trinità,
ne' quali aveva effigiato co' duchi Guglielmo Vincenzo, con duchesse
le
e
e
Eleonora d'Austria Eleonora de' Medici Vincenzo,
di
ed anche figli
5
i
,
mettendovi per sopramercato uno de' più superbi levrieri del Duca.... ed un
auto-ritratto. S' era dipinto cioè accanto suoi Mecenati sotto
a'
le
spoglie
nell' epoca
di
ritratto del pittore, levriero, ecc. sono, forse per sempre, disparsi!... Della
il
di
(I) Mi par d'arguirloda una lettera G. Magni (2 febbraio1606) che Bertolotti(Artisti, p. 37) ha «rondato
di
il
stare)e altreamenitàsimili. Rubens avevafattoa Roma un quadro per Chiesanuova,che era maleesposto,e
la
"
l'avrebbeperciòvolentieriinviato Mantova. venuto pensiero(scrive Magni) che potessegustareS. A.
in
na
d'
E
a
il
"
verloper havermostrato desiderarqualchecoso del suo per la galleria (provaevidente,che operedel Rubensnon
di
I,
APPENDICE G.
Domenico Fetti
Scrivo Fetti e non Feti, com'è d'uso comune: poiché i documenti più
autorevoli e la stessa sua firma consigliano di ristabilire i due t... (1), uno
de' quali l'artista romano perdette per via, nel passare da Mantova a Ve
nezia, dove morte precoce lo spense.
Il duca Ferdinando l'aveva conosciuto a Roma, quand'era Cardinale : e
cardinale Montalto:
di
suo ex-collega
al
ottobre) porpora,
io
Dotti.0° Fetti, cui desiderio volendo compiacere l'accompagno con questa mia, per
al
V.
S.
sarà consolato della collatione desiderata (2) mi trovarò ancora parte della cor
io
mente
si
a
gli
gli
ordine ducale del 1614 facesse pagar arretrati della sua provvisione h,
n
il
il
(3) Fetti natoverso 1569 era ancorgiovanissimo nel 1613: ma va presacum grano sali» questaqualificadi
Il
il
studente.
286 APPENDICI
L'iH.™ S.r Pauolo Anselmi pres.tó del Ducale maestrato.... comise a me Gio.
Rossi che dovessi far nota come S. A. S. comanda ch'essendosi il S.r Lorenzo Santi
musico di S. A. levato di casa di Mons. Carbonino col quale stava a donzena li
sii continovata la spesa et salario che haveva prima che sarà in tutto di scucii 13
et duchi
di
n, parola
è
II,
per gareggiare
il
Rubens Ferdinando
in
l'
!
Toscana, che
di
volmente (2) pochi mesi dopo, ospite egli stesso della corte fiorentina, facevasi
;
Granduca uno de' più bei quadri del suo favorito pittore.
di
un vanto offrire
al
promesso (lett.
h
quadro del Fetti, diteli che me ne mandi uno, migliore sua eletione,
il
o
a
di
di
il il
"
(2) Lett. 22 maggiodella Granduchessa: pittoreFeti ha recatocosi buonenuoveecc.
ci
'
le
DOMENICO FETTI 287
Al Fetti
Lodiamo la diligenza che havete fatta sin qui nella materia de quadri e con
questa vi diciamo che saranno di nostra soddisf adone quelli dell' Ercole onde potrete
conchiuder il mercato, che a tal effetto vi mandiamo la congiunta di cambio a vostra
dispositione per 750 du.", si che con questo danaro pronto avertite di avanzare li
cento, de quali ci date qualche intentione.
Quanto a quelli del Collini ci paiono veram." troppo cari, tuttavia approviamo
quelli che vedrete descritti nell'inclusa nota estratti dalla mandataci da voi, quando
gli
in
sono questa casa
Madonna nondimeno pur del med.mo Collini non sarebbe discara ogni volta
la
di
restante questo soggetto
il
accapare quadri della magg.re longhezza et larghezza che potrete perchè serviranno
di
le
stanze questo
al
soffitte, serve
studio che ad ornamento Delle teste come ben sapete ne habiamo
di
più stanze...
a
da Roma più esquisite buon patto per ciò non occorre attendere
di
et coteste
e
a
a
del Collini.
Di Porto 14 luglio 1621.
il
Duca
di
S."» Sig.re
solami ricevo V. A. alla quale vorrei cosi poter ubi
S.
benig.™
di
Hoggi
la
perchè quelli che desidera mandati. Volesse dio che fossero mio potere,
in
siano
li
in
suoi piedi.
a
a
(1) Nel libra de' Mandati del duca Ferdinando(e. 156 t.) registrato data 30 nov. 1620 seguente:
in
è
il
"
Habbiamofattadonationea DomenicoFeti romanonostropittoreet servitore benamatodellacasachegiaacquistò
S.r Duca nostropadre m. dalli fratelli Arrisone posta Mantova questacontradadell'Aquila dove dice
di
in
in
si
f.
il
della torredel Zuccaropresso suoi noti confinicomeper istroraento gia rogatoda Giovanni Rossi notarocamerale18
li
"
i
in
''
non escludendoneppure femmine che per una voltatantopotrannosuccederei difettode maschi".
n
le
288 APPENDICI
Verso la fine di luglio i quadri comperati dal Fetti erano già spediti a
Mantova, sur una barca appositamente mandata ad hoc dal Duca. Il residente
mantovano a Venezia, Fr. Battaino, avvisava infatti il 30 luglio:
. . . Per la barca venuta qua a levare i quadri compri per S. A. dal Feti pit
tore, mando a V. S. il drappo che è riuscito meglio assai della mostra ecc.
Ser.™° Signore.
Non per timorosa fuga, nè per rifiuto di mia servitù con l'A. sua mi sono asentato
di Mantova, ma per accidente si fatto. Andando il dì di S. Agustino a vedere a
giocare al ballone (cosa insolita a me) con il S.r Gabriele Ballestrieri, et essendoci
accomodati per vedere, quando con furia diabolica io mi sento crollare per le spalle
e sforzarmi di tonni il Iogo da un frate del rocchetto, non mai nè visto nè cogno-
sciuto, pure invaginandomi volessi attraversare il giocho e gir di lungo mi scanso e
lui furiosamente mi passa inanti, nel trapassar che fece io volto alla compagnia
dissi: non so che cosa mi voleva far di dietro quel frate, ma egli tornando poi e
ponendomisi per mio disprezzo davanti, rispose quasi minacciandomi, che guardassi
gli
come parlavo che lui non era frate, et io risposi che frate o non frate
Io
lasciavo
nel suo essere che tale m'era parso.
e
Lui più risentito sogiunse che guardassi come parlavo, che lui non era frate
e
riavrebbe mostro fora con aperta disfida che imparassi
di
procedere, con
lo
me
li
chierica che haria percosso, sogiungendo mi voglio partir qui, che veggio questo
di
l'
al
il
mi stato quale
è.
il
è
è
e
:
portasse
si
il
che per quanto ho inteso de' sig. Raffi, voce piena corani populo, quasi havesse
è
questo impertinente
gli
forfante, con altre parole insolenti simili peggiori che dettò sua megera, mi
e
"
(I) Cfr. L. VENTURI, art. cit. La rissa per giuditiodatosopraun fallo, mentregiocavaallaracchetta,verso
fu
l'ambasciatordel Granduca". Deve intendersi folio nel sensospecialeche ha giocodella palla: non quindi caso
al
il
il
la
la
La letteradel Fetti una vivace pitturadelle disputeche sorgevano facilmentetra gli spettatoriaceal-
in
contestazione.
è
fa, mi dice. Alora io ch'era pur suo servitore che altro poteva far che rispondere
che era persona onorata con altre parole che mi pose in bocca la impertinente in
giuria dettami, e di cacciar mano incontro al sig. Gorni, che prima di me havea
posto mano e cavato le armi ? E già cominciavamo a tirarsi, quando da molti fummo
partiti, dicendo questi: cosi si porta rispetto al Principe, poiche quivi era: et in vero
fu poco il rispetto, del sig. Gorni, cosi verso la persona del S.r Principe come verso
S. A. per essere io suo servitore... ma io non ci ho colpa, poichè alhora essendo
io giunto non sapea che vi fosse il S.r Principe e se cacciai mano fu per mia di
fesa e per rintuzare la provocatione la quale è di tre sorte: di parole, di cenni e
di fatti, ed io ve le ritrovava tutte... Ora non so che onore sia il loro a raccon
tare ch'io ho intaccata la razza e che l'habbia percosso et altre calunnie per più
intarmi chi pol più nocermi, e dove solo spero, non havendo mai io ne ciò detto
nè fatto, e quello dissi fu solo contro alla persona del frate, volendo lui per forza
tormi il luogo, e le pietre istesse mosse da luogo a luogo mostrano di far resistenza
con la forza del peso istesso, et io non ho da farne resistenza? et non ho da mo
strare ingiuriato, non portando loro il debito rispetto, quanto che mi honori il titolo
del nome di suo servo, che altri voglia oscurare quello ? Oltre poi non sapea fosse
de Raffi, nè gentilhomo, nè invero tale era il suo procedere, lo me ne andai a
casa e li fui subito sequestrato, loro se ne girono dal S.r Principe et agravarono
il fatto, racontando..., che havea ingiuriata tutta la casa....Qual meraviglia se il
Sig. Principe e il Sig. Conte Carlo Maffei male informati dissero quello disse
ro ?.... Ho inteso che il sig. Conte Carlo à detto : se non sui fratelli o altri ne
faranno vendetta, lui sempre la farà... Sua Ecc. sogiunse a tavola cosa non mai da
me imaginata per l'af etto della profonda riverenza portatali e che son per portarli
fino havrò vita.
Ora suplichevolmente a lei mi volgo, ben che habbia ancora inteso che lei sia
sdegniata verso di me, sapendo che lei è quella luce imutuata e che quando arà
intesa la mia parte non ho dubio che non mi reponga nel primiero stato... V. A.
Ser.™ sa come in tanto spazio di tempo che io l' ho servita, che ben credo saranno
i 30 o 40 anni, se mai ha inteso se non cosa onorata e modesta: e per lo contrario
del frate per cer.™ relatione intendo ora ch 'è assaissimo diferente... e solo il luogo
dove intervenne questa diavoleria lo dimostra quello è poichè il gioco del ballone
non è stanza da frate senza scandolo e macchia della religione.
....
Ho di più inteso che fatta la pace mi si voleva fare un afronto e più
mi à intispettito il non essersi trovati conforme a l'ordine del S.r Conte Alaramo, per
concluderla. L' havermi ora levato il pane, se d'ordine di S. A. S. non dirò altro, se
non che sarò sempre eterno servitore: et se mi partii cosi, furono le seguenti cagioni,
il non havere cavalcatura, la dificulta che si à ora de l'audienza, pre l'essere stato
venuto dalla parte contraria, e sapendo quanto possono più di me, lo spavento del
principe, mi fecero fare quello ho fatto e per mio grave negotio venire a' Venetia,
e poi il sapere come racontavano la cosa, e la sua ira ; tutte queste cose mi posero
in mente, che meglio da Venetia aria poi informato sua A. S. come ora faccio.
L'afronto poi che mi si doveva fare col consenso di chi non voglio dire, non volea
dimora, in somma son qui a Venetia non per paura, poichè da solo a solo non ho
sua A., et mio pa
gli
ma
gli
drone mi faccia afronti, poi che afronti fanno facilmente, e non cancelono
si
si
si
19
290 APPENDICI
mai, se ricevessi afronto e non perdessi la vita, mi creda non vorei più vivere, e
morendo vorei mostrare come colui si fa padrone di ciascuna vita che la sua di-
spreza. Partitomi di Mantova sono anche per questo per cedere a tutti e per non
mostrare che voglia combatere con gente che tanto pote più di me, essendo io solo,
forestiero, privo di boni amici, da moltissimi odiato, et ora intendo che trionfano et
la cagione di ciò è l'avere io sempre ateposto i propri interessi per l'utile del
amicho; in tante aversità solo il confidare ne l'A. S. mi a viva ; e se in questa cosa
trovasi qualche difetto dalla mia banda farmelo ricognoscere, e co la sua pietà....
mi levi di tanti sospetti e pene col formare una solida e vera pace e non finta,
come mi fu detto e più poi me ne son certificato che si dovea fare. Gli finirò di
qua quelli quatro quadretti, in questo mezzo che si farà quello ò detto, che di ciò
lo ritorno a risuplicare di far che sia posto in esecuzione quanto prima....
Di Venetia il di IO di settembre 1622.
Um. et Dev.m° Ser."
Domenico Fetti.
II Duca non mancò di fare sollecitazioni pel ritorno dell'artista alla sua
corte; ma il Fetti si schermì, protestando prima una malattia (1), poscia im
pegni già assunti a Venezia. L'agente mantovano Valerio Crova così ne rag
guagliava un cancelliere ducale :
Ho parlato al Feti pittore, quale come scrivo a S. A., dice non poter far di
presente risolutione circa il suo ritorno costi, trovandosi havere qua impegnata la pa
rola per un'opera che deve fare in senato, onde supplica il Ser."1° Padrone a con
cederli licenza per tre mesi, nel qual tempo finirà l'opera suddetta, e verrà poi
prontamente a servire l'A. S. e dice d'haver ciò fatto perchè immediatamente dopo
gli
fu
questo quanto
è
ripeteva
al
giungendo che dall'opera, per cui era impegnato Venezia, Fetti pro
si
il
a
n
:
ogni altra cosa ritornerà subito servire (l'A. V.). Ne stato possibile cavar
a
le
di
scusa
i di
si
è
Il
L'annunzio delle sue disperate condizioni venne subito trasmesso al Duca dal
suo tesoriere Niccolò Avellani :
Tengo lettera da Venetia ch'el povero Fetti fusse assalito da febre maligna che
lo tien freddo, che li causa vomiti, ardore inestinguibile, puzza e fetore di fiato et
orine pessime ; è però vero che sabato era nella settima, supplico però riverentemente
V. A. gradarmi di qualche rimedio, poichè inviandosi il prete suo fratello dimani
per quella volta gliel manderei per aiutarlo, se però il rimedio lo ritrovasse vivo et
a quell'effetto ho mandato costi il mio servitore.
Mantova 4 Aprile 1623.
Fosse morto allora, come parrebbe inevitabile per questa lettera, od abbia
il Fetti prolungata sino al 1624 la sua infelice esistenza (secondo la data
tradizionale de' biografi), certo è che nel suo ufficio di pittore di corte a
Qui pure si trova un pittore francese quale è statto due anni in Firenze al ser
gli
vino dell' ill.01° S.r Cardinale Medici per suo pittore et ha fatto molti paesi già da
Altezza veduti casino quella città,
in
il
pittore
al
gli
giugno ci attesta come il Sebregondi, per appagare
1624 strani gusti del
suo mecenate — desideroso d'aver tutti commodi possibili
là
immagi
e
i
nabili letto —
di
compreso
si
a
:
Nel frattempo pittori non erano rimasti inoperosi: dei più celebrati
e
i
in
rap
il
gli
porti aveva sin dal 1619 commesso de' quadri, che forse non erano de
:
Favorita. Agnelli
di
12 gennaio
A.
S.
Baglione, cui ho dato per pagamento 50 scudi.... con tutto che ne pretendesse 80,
a
A.
gli
S.
S.
Starà attendendo da
di
l'A.
S.
mani soggetto
il
da esso.
et
il
il
sue saranno
le
fatture
A.
gli
S.
Montalto desiderarebbe che facesse honore che potesse dipinger quella sala
l'A.
S.
di
in
portarsi
resti ben servito et esso dell'opra sua rionorato.
LA FAVORITA, L'ALBANO E IL BAGLIONE 293
9 febbraio: Hor ora il pittore mantovano m'ha portate le copie deHi quadri
ordinatigli da V. A.... ha già incominciate le altre opere connesseli.
*
* Ne
L' invio del Baglione e del Monterasio a Mantova per attendere alla
decorazione della Favorita può esser sicuramente fissato nell'estate
pittorica
del 1 62 1 . Una minuta del 18 agosto all'agente mantovano in Roma, Fabrizio
Arragona, lascia intravvedere qual vasto disegno accarezzasse allora, per la
sua villa prediletta, il duca Ferdinando:
Staremo attendendo poichè già il mese di Agosto alla receputa di questa sarà
quasi fuora, la venuta del Baglioni et Monterasio pittori, per i quali vi si rimette
il denaro, che viene con l'annessa di cambio, et poichè ci avisate che il Brilli ser
virà anch'egli di costà volontieri, ditegli che haveressimo bisogno di 24 paesi, i quali
vorrebbono essere di lunghezza palmi 5 romani et di larghezza palmi 8, et questi
farete l'accordo con lui del prezzo per mezo del S.r marchese Mattei, non ci curando
più che tanto dell' inventione, et ci raguaglierete del tutto. Di più vorressimo che
ci procacciaste dal Padovanino pittore costi che fa di ritratti, 14 ritratti di dame
romane di suo gusto, non ci importa di più luna che l'altra, vestite da Ninfe, et
queste devono essere meze figure, cosi ancora accordarete il prezzo con lui et il tempo.
Meglio specificava l' Arragona i quadri desiderati dal Duca in una let
tera del 4 settembre :
Circa le fatture dei quadri ch'ella desidera da questi pittori, trovo per le infor-
mationi prese da più persone di giuditio che i 24 quadri a paesi che dovria fare
il Brilli le costeranno intorno a 2400 di questi scuti, non lasciandosi sin hora il Brilli
294 APPENDICI
intendere di farli per meno di 100 scuti l'uno, e i 14 ritratti di dame del Padova-
nino daranno anch'essi vicino a 200: robba tutta che quando V. A. si assolvi di
farla fare costà da un paro di questi principali allevi de medesimi pittori non le co
stare rattando le monete più di un terzo della spesa di sopra espressa.... Al gionger
di questa mia ella haverà di già sentito i pareri del Cav. Baglioni e del Monterasi,
onde potrà inviarmi più risoluta l'ultima sua volontà.... Posso assicurar V. A. che
cosi nell'una come nell'altra sorte de pittura vi sono qua giovini che non la cedono
fuor che nel grido alli sodetti : e quand' ella si compiaccia ch' io le mandi mostre
della lor sufficienza confido che ne anderà in modo sodisfatta che potria forsi cam
biarmi li ordini già dati, non tralasciando intanto di dirle che quand'ella pure per
siste nel primo comando, che è necessario mi facci gratia di dichiararmi un poco
meglio per qual verso s'intende la longhezza e la larghezza del quadro a paese, an
corchè per la qualità di esso la larghezza di palmi 8 si vaddi pigliando qua per la
longhezza e la longhezza di palmi 5 per l'altezza, imaginando che vadi come per
ordinario quasi s'usa posto in opera per longo e coricato.
Soggiungeva il 2 ottobre :
suoi quadri
e
i
d'ottobre,
in
sui primi come diligentissimo informava l'Arragona due let
tere del 9:
(Jll Duca). Visto comandi che V. A. m'invia con sua della coir, setti
la
i
mano per poterli quanto prima inviare cotesta volta, ho trovati cose degne
li
e
a
in
di
la
si
tione con quale sono stati fatti. Non mancare per ciò della mia dovuta diligenza
la
V. A. Ho
di
di
col Brilli s'haveva quadro con disegno marittimo fermar mercato delli altri
di
il
quattro paesi, ma non havendo potuto nè trovare primo ne colpir nel prezzo
il
a
mio gusto nelli altri, lascierò che dia l'ultima mano S.r March.
di
vi
Mattei che
il
V. A.
S.
me gusto
il
" giorno
(I) Un ordineducaledel 22 ottobre1621assegnavaa Bastioni: mese mese anticipata
di
in
l
L.
al
7
mente a cominciaredal 24 ottobre.In un bilanciodel 1622 vedonoaddettialla cameradel S.r Duca. F. Albano
".
si
il
LA FAVORITA, L'ALBANO E IL BAGLIONE 295
Dell'altro dove è dipinto il sacrifìcio d'Abram che era già del S.r Card. Ar-
rigoni, n'andrò investigando ciò che ne sarà seguito, e trovatolo spiarò per qual via
al
si
maggiore ricevendo calore dal buon occhio che faria stesso denaro, senza del
lo
li
potrà perciò dar principio ad alcuno
di
quale non essi quadri.
si
*
*
*
il
gli
della Favorita
di
si
se quadri per
Guido Reni. L'invito direttogli :
fu
era subito pensato non però accolto
a
dall'artista, che accampò infermità mortali altra volta contratte nel dipin
n
n
di
di
gere fresco (1). Dovette perciò
Duca contentarsi dapprima scolari
il
a
Guido, procuratigli dal suo agente bolognese conte Andrea Barbazzi (2) ma
:
di
il
con uno codesti pittori principali fatto da me con quel animo coraggioso
di
stato
è
il
un ap-
in
grata me et
a
il
a
come persona che fatto nella Pace mille altri lochi famosi diverse
di
in
Roma et
à
(1) Cfr. memoriadel Braghirollisu G. Reni nella 'R(V. si. mantovana, 90, quale non pubblicò per altro
la
il
è I.
"
lettera(20 giugno 1617) del Duca card. Capponi,legato Bologna, ove detto: L' haver vedute Roma
di
in
la
al
opere Guido Reni pittore costa mia podiafatione desiderarloper dipinger una mia villa ". prega
fa
di
di
mi
in
E
a
il
"
Cardinalead esortarei pittoreperches'assumaun'opera che non sara pococonto".
di
l
(2) Barbazzi accompagnò con lettera10 settembre 1616, senzanominarli,soloraccomandando che fosseroben
Il
li
"
trattati avessero maggiorliberta del mangiare
la
".
e
296 APPENDICI
mente servirà all'A. V. S. et che per il suo valore, maniere et honeste qualità ella
eccederà in qualche cosa dagli altri in ben trattarlo, et di tanto io ne lo ho assi
curato....
gli
ubbidire al cenno di Io ho offerto danari per viaggio, ma egli come
il
Io
persona ch termini discretissimi m'ha detto che per hora non ne ha bisogno.
a
S.
valore
di
ho già con altra mia motivato a esso
il
curo, ecc., ecc.
a
Mantova parecchi mesi del 1621-22, finì per partirne disgustato, esalando
a
il
e
a
i
si
a
Ferdinando
di
buffo, che troviamo una lettera du
al
in
autografa consigliere
cale A. Chieppio
:
non niego che non habbi fatto per me cartoni dell'opere che volevano fare alla
si
i
Favorita et che non m'habbia donato un quadretto sul rame et fatto alcuni altri
ci ri
fu
ma dessero
le
spese
il
li
;
barie che furono accordate per un tanto et cento ducati mese conto dell'opera
al
che aveva da fare. Hora l'opera deve fare Bologna olio et non più fresco,
in
si
a
cartoni servono lui per suo disegno et 200 ducatoni ricevuti superano cre
il
a
i
i
a
i
dretto et ritratto della Principessa Maria et una testa d'un Cristo che m'ha co
al
piato. Dice costui non so che Lucio Massari che l'à fatto venire,
di
un questo
li
a
fu
ho fatto rispondere per Co. Sanesi ben mille volte che ben con saputa mia
si
il
ma
il
lui opere, che se havesse condotto mille aiutanti non mi importava ma non toc
le
si
il
a
olio grandi come ho ordinate gliele pagarò cortesemente. Guido Reni mi serve
le
a
ma che costui
a
tenda che habbi fatte per niente, poi dia ragione cento du
io
in
di
le
spese
li
li
gli
catoni mese, et poi paghi aiutanti et poi l'opere, non havrei fatto questo
al
li
patto con Rafaello d'Urbino o col Correggio se fossero vivi. Hora intendete per che
via vanno fatti conti come egli pretende esorbitantemente. Del resto stiamo
li
e
i
bene. Venetia una bella Venetia ma mare una gran bestia. Ho trovato qui
il
è
amici assai, questo popolo et nobili mi corrono dietro come per miracolo, che
io
si
quando vo per Sensa sono Sensa, perchè se mi parto Sensa disfo Sensa....
di
la
la
la
LA FAVORITA, L ALBANO E IL BAGUONE 297
i
Baglione era tornato Mantova per collocare suoi quadri, deside
si
il
e
i
rava decorosamente licenziarlo.
Cavalier
S.
Baglione novembre dello
4
(leti.
il
a
fu
Striggi) maniera che Irattato S.r Albano....
il
mi ha dato ordine che da Lei procuri saperlo.
A
di
A.
S.
al
Quando
a
tore Albano, che penso valesse cento ducatoni, ma Campagna ne saprà netto.
il
Mi lasciò anchora un bilietto firmato da lei da fargli pagar cento ducatoni dal Cro il
stino sopra suoi assignamenti et per accertar meglio sarà presso Co
la
minuta S.1
li
il
pare allegasse
facture fatte et da farsi. Tutto scrissi A.
di
dito
S.
rispose
gli si
onde
in
conformità buone,
di
le
brusche Non
di
anchora dall'autorità
lo
di
S.
non mi diede
risposta precisa....
al
Quando
prima havevo trattato del particolare delle pitture da farsi alla Favorita per servicio
(1) Veramentequestaletterache segueha data dell'I magro ma Ione un lapiui calami; ad ogni modo
la
il
la :
I
del Ser.'"° sig.r Duca, una lettera con la quale ringraciava S. A. della catena e de
nari havuti per mano di V. S. Ill. et ricercavo non solo la misura de quadri che
dovevo fare et esibivo me stesso e l'opera mia ad ogni gusto di S. A. Ser. ma
anco la suplicavo degnarsi dar ordine per qualche sorte d'emolumentuzzo per le fa
tiche passate et quelle a che stavo dispostissimo. Dopo havere aspettato sino hora,
non mi essendo arrivato aviso alcuno da detto Sig.r Bertazzoli e pure premendomi
sino al vivo del cuore il servizio di cosi gran patrone, sono necessitato ricorrere a
lei, e supplicarla come faccio degnarsi passare per me in voce questo officio, che
con detta lettera facevo con S. A., et con una sua intorno a sopradetti particolari
dirmi ciò che da quella haverà ritratto, m'imagino l'istesso che essa a me disse, che
cioè S. A. voleva che continuassi et che per le passate et fatiche avvenire darà
qualche buon ordine, ma hora so sarà più preciso et particolare, la gentilezza di
V. S. IH. m'ha dato animo di ricorrere a Lei, non meno che la premura che devo
havere del servizio di S. A., con la quale ogni hora può essa trattare. Scusimi però
della briga, et se conosce me buono a cosa alcuna degnisi comandarmi vivendole
io servitore divorassimo, et con questa riverente le baccio le mani.
Da Bologna li 6 di luglio 1622.
Di V. S. Ill.— Ob.n*1 Ser.™
Francesco Albano.
L'Albano non si fece poi più vivo sino all'anno seguente : quando cioè,
gli
Ferdinando, invocò
di
per esser una buona volta pagato dal duca uffici
Andrea Barbazzi, vecchio amico del Reni che già conosciamo (1). Accluso
il
1
a
Havendo l'anno passato l'Albano finiti cartoni per dipingere fresco due
li
li
a
logna per eseguirli in tanti quadroni oglio, conforme alle misure che restò man
a
darli, et perchè non senti poi più altro, vedendosi mancare questa ocasione mediante
quale haverebbe conseguito sodisfacione, A.
S.
havuto pagare altro che quadri oglio et che cosi invenzioni con studio
le
ri
li
in a
dotte cartoni finiti (che pure sa che fatica andavano con suo grave danno
le
è)
si
ad male senza rimuneracione et che più del suo proprio haveva pagato Mas
di
al
a
saro scudi 350, risolse dimandare 100 ducatoni, de quali rimaneva creditore
si
li
a
Hora torna A.
S.
mesi
le
le
5
se non per l'istesso farle dunque pagare mercede delle fatiche fatte
in
Ser.™'
la
detti cartoni, quali essendo pensieri o sugetti particolari che non possono servire se
A. l'Albano
S.
A.
di
in
in
a
" ''
trova un estremobisognoessendoegli comesa S. A. S. larghissimo dissipatore altra volta(25 gennaio1623)
in
Il Re (leti. 5 ottobre del Priandi) è ito alla caccia per alcuni giorni, intanto
la Reina Madre è venuta qua, et hieri fu al suo palazzo di Luxembourg espres
samente per vedere i quadri, che ha trovati bellissimi, et mi disse per due volte
che ne rimaneva molto contenta et che ne ringraziava V. A. V'era colla M.1* sua
buona comitiva di Cavalieri et Dame, Principi et Principesse, che tutti comenda-
rono assai dette pitture ; da Berteloi scultore et da alcuni pittori è stata giudicata
gli
opra del Cav.re Baglioni grandemente stimato fra altri del suo tempo.
ancora 19 ottobre:
E
il
al
et tutta
la
Rubens)
e
a
Luxembourg
di
di
sua
a
gli
licenza, ha però voluto che M.r d'Alligre Ambasciatore vedesse prima della sua
partenza.
quadri
II
il
;
spererei regalare
a
spuntare nel
m'è paruto doverle significare con ogni riverenza, rimettendomi però alla somma
di
sua prudenza.
,
Gli atti dell' Arch. Gonzaga non offrono testimonianze dirette inconfu
tabili sul dono che venne allor fatto card. Richelieu: ma
al
nessuno potrà
ammettere che esortazioni del Priandi passassero inosservate. Ove dunque
le
pensi che nella collezione del Cardinale figurarono due quadri del
si
la
pretesa
il
i
302 APPENDICI
bella d'Este del Costa; il trionfo della costila, del Perugino (1); si può ra
gionevolmente supporre che il Richelieu li avesse tra il 1624 e il 1627 dal
Duca di Mantova, e non già, come opina il Bonaffé, che al Cardinale per
venissero più tardi, per il tramite di non sappiamo quale de' saccheggiatori
di Mantova. E invero significante che nelle trattative del 1627 col Nys
venivano assolutamente esclusi il 'Parnaso del Mantegna, il quadro del Costa
e la Pietà piccola del Correggio. Vedo bene, scriveva il Nys il 24 aprile
il primo maggio (cfr. doe.
Il)
e che non bisogna pensare questi quadri.
a
Da che dipendeva un'esclusione così perentoria, se non dal fatto.... che già
de' Gonzaga, perchè donati
in
più
in
in
venutone realmente
al
possesso?
Correggio dono esplicitamente affermato, degli altri può quindi ragio
si
il
al
presumere,
di i
Nevers allo Striggi, recatosi in Francia
In
I
aiuti, Le lettere c'habbiamo ricevute
(4
per scongiurare leggiamo maggio):
n
da voi ne vengono dal mulattiere che costà condusse quadri per
il
portate
i
S.' Cardinale.... n.
Cominciamo dal produrre questo conto de] sarto fiorentino del Duca di
Mantova :
cosi anchora guarniti spallacci et poi apresso fattoci de fiorelini recamati d'oro
tirato alla turchesca foglioline d'oro passate et profilate vergole d'oro con uno
di
e
di
e
a
reale con grandissima fattura d'opera minuta quale monta tutto vestito ed zu
il
il
bone et feraiolo tutto nostre spese, fattura et roba acetto raso et tela et
la
la
il
a
A.
S.
Migliorati sotto
detto ve
di
Scudi
2,
stito, costa
br. vergola d'oro da passare pagata
di
6.
17
parola dal Sig. Filippo Berardi, messa drento alla casetta col vestito mandatogli
di
Milano Scudi L.
6.
di
30 luglio dal
di
di
1619
ò
Giugni scudi
S.
Ser.™°
304 APPENDICI
550 di moneta di L. 7 per scudio per saldo di questo conto che li restarebi scudi
quarantuno, lire 2, ecc.
Nel giugno 1617 si trova un conto di tre mila ducatoni per dodici
bottoni con diamante, fatti a Milano da un povero orefice, che sudò sangue
per esser pagato; un altro fornitore milanese, di cristalli, dovè accettare
questa obbligazione di credito, rilasciatagli sulle casse ducali del Monferrato :
1/,
di
bacina
di
l'uno per prezzo cristallo
di
lanese una
oro con rubini d'un
in
rocca et boccale simile reliquiario d'altri
di
un legati
e
tredici pezzi pure cristallo ordiniamo che glie ne faciale
di
vi
pagare presente
al
metà l'altra metà fra.... sei mesi.
la
8.
66 da 108 valutato ducatone
di
Sono scuti 10
il
a
et redotto cechini L. 12 l'uno, che sono cechini 3895 reali 22.
in
tova
e
a
al
paramento
nando (non certo restìo nel comprarlo) un Francesco Cerbelone riccama-
i
Milano
in
dore (1623):
i
Si
di
come sotto segue:
sudetto letto fatto riccamato sopra veluto cremesino riccamato tutto
Il
quale
vi
seta tutti naturali suoi
il
li
è
dentro, et fuori, nelli detti
di
di
sono tre
e
ovati con figure diverse, quali figure sono cavate dalle metamorfisi d'Ovidio, et sono
rialzate con oro, seta naturale.
al
e
Vi sono sue co11one parimenti ch'accompagnano, con entro duoi ovati per
le
coIona.
Vi cortine overo tendine d'ormesino cremesino quali lavorate
le
sono sono
le
d'oro passato d'un lato quanto dall'altro, et fiori del tutto naturali.
di vi
tanto sono
Nel ha d'essere capicielo veluto con un grande
in
vi
ovato, nel quale ha dentro alcune figure che segni cara trionfo delle Dee.
vi
si
il
suo et sarà
la
sua
il
è
pizzo
vi
sudetto
è
suoi alamari.
li
quale et
al
Il
il
è
è
APPENDICE L.
Idem, 3 aprile: Ricevei dal S.r Principe Centurione il bellissimo quadro mano
del famoso Raffaele con sua cornice dorata, opera in vero squisita per tutti i capi.
20
306 APPENDICI
Quadri che sono nello studio in casa del fu S.r Gio. Vincenzo Im
periale :
altezza larghezza
3 tre Imperatori del Titiano palmi 5 p.mi 4
1 donna che si pettina con un uomo
..." che li
7,
porge il specchio del Pordenone 4
3
p
1 una vedova del Titiano 4 V»
3
1 Nettuno circondato da Tritoni con rapimento
'
7,
ri
di donne di Giulio Romano 5
8
"
Guido Reni 91/,
n
1 S. Sebastiano di
7
"
7,
del Titiano 6 7,
il
1 Cristo in Croce con un ritratto
4
1 Pilatto che si lava le mani di Andrea Schia-
"
7,
n
vone 5
7
"
7,
n
I L'adultera di Giorgione 5
7,
■
apostoli del Feti
n
*/«
5 cinque 4
3
Titio, del Procaccino
"
7
I
Madalena
I
8
Adone morto braccio Venere del Cam-
in
a
1
biaggio
'
Gio. Battista
S.
in
n
n
7
8 5
7, 7,
9
1
V,
8
1
1
I
con
e
1
Vi 7,
7,
d.° Rubens
1l
8
n
6
Il
5
1
Cristo morto
"4
I
7.
"
Veronese
7
"7
a
1
"6
6
Venere piedi
e
I
"
. . .
2
3
1
Altra testa
n
Francesco Mazzola
di
"
. . . .
2
3
I
Madonna
1
Titiano
n
Vi
di
3
3
Il tentativo di ricostituire la galleria 307
altezza larghezza
2 Due quadri che vengono dal Coreggio mano
1/<
1/«
di Schidone palmi 5 p.™
4
Co. Baldassare Castiglione
di
Ritratto del
"5
I
Titiano
"
4
Ritratto donna piedi del Rubens "7
di
in
"
. .
"6
9
I
..."
S.
di
"
. . .
9
"7
.
I
5
I
"
"4
5
I
"
in 5
I
in
Salvatore con et sieme
V. A. natività Cristo finta
S.
di di
Fiasella detto Sarzana pittore del quale tiene
la
il
Francesco
in
nella capella vicina alla camera dove ella
di
in
Maria Imperiale del colà dove viddi quadri tutti che sono
i
grandissimo numero da quali quelli, che V. A. nella lista inviata
al
scielti legerà
gli
Co. Carlo Bulgarino, altri troveranno forse più facile compratore. Vuole buona
la
padrone de quadri trovi hora stato, bisognoso
in
fortuna che fermissimo mag
al
si
di il
gior segno moneta et agitato dalle intestine liti questioni col fratello. Metamor
e
quali piacque
a
a
il
quadri che fatti nottare Gio. Benedetto, V. A. non haverà per cosi dire paragone
in à
puntuale aviso.... Troverà l'A. V. nottati duo quadri dell' istesso Sarzana e....
il
Ci marmoree et
di
altri quadri, delle quali cose per scarsezza del tempo non ho potuto render certo
la
ragguaglio, che seguirà come dissi. Però punto esenziale consiste nel levarle dalle
il
il
V. A
di
onde indubitatam.te
di
come resterà
V. A. Gio.
fu
la
S
a
amirano qui duo tele emggiate: una, Hercole mentre deposta con nerezza
in
la
la
pesante
la
e
e
immerso ne' fangosi piaceri de' suavi insulsi dell'impudica sua bellissima adorata
al
tutta fastosa
la
quale
e
e
primo lampeggiar delle sue lascive bellezze habbi reso prigioniero già invitto eroe,
il
domator de' tiranni, l'uccisor dell'idra, l'espugnator dell'inferno. Cosi con sommo
il
rappresentanti
di
figure
meonie ancelle.
Adone braccio Venere, per per
in
esprime
il
a
gli
lacrime. Ma però da chi con occhio linceo penetra quel candido seno
di
affetti
vivacità con quale ben tosto argomenta dell' infrutuoso
vi
certa fine
la
scorge
si
il
ed godimento novello drudo. Questi duo soli, S.™ A., vagliono un Perù.
di
lutto
il
quadro che legge Madalena, che pentita lava col pianto piedi a Cristo,
la
si
Il
i
opera del Feti copiata da Paulo Veronese, un misto
di
quest'è veramente esquisite
bellezze, cioè tutto Feti più che Paulo, istoriato con quantità grande figure.
di
il
e
San Sebastiano Guido Reni credo che quel sublime pittore
di
ascendesse
Il
in
Non parlerò delle opere del divino Titiano perchè solo amirare ma non lodare
ponno.
si
Ma che? basta dire che questa raccolta fatta con lungo corso d'anni da
il
è
G. Vincenzo Imperiale cavaliere eminente
in
lettere, opulente oro et quello che
in
di
più l'honora ottimo gusto nella pittura, tutto all'opposto del presente Francesco
Maria suo figlio.
Che più? credo fatale gioie Mantova,
di
perchè
la
venuta queste morte
la
a
Pallavicino prima et del Principe Gio. Filippo Spinola poi
di
Ansaldo Molfetta
di
in
di
città pitture
si
e
questa qualità.
Li venderono all'incanto quadri tutti del G. Batista Balbi,
fu
mesi passati
si
il
per fare un bellissimo colpo....
io
{Benedetto,
supremo honore de' bonissimi comandamenti V. A.
di
feci portare
in
S mi
il
casa insieme
il
quadri tutti da' quali scelsi quelli che V. A. nella lista da me inviata
al
osservò
i
maggior fondamento
si
opere come
in
mane
le
questa intesi
dal Sarzana istesso, mandato dall'Imperiale. Li quali prezzi constano per una esti
matione, che già fece detto pittore, mentre vivea q. Gio. Vincenzo.... F. M.
il
il
tarli tutti un
si
si
et l'inopia
è
Sarzana o che sia arteficio per fare gioco doppio o che sia lealmente tale
Il
il
di
Io
afferrare continuatione
la
si
piosa raccolta che fatto delle bellissime statue, ardisco quasi dire che restituirà
in
à
Grand' honore mi
S.
e
:
S.™ nella memoria compiace tenere della mia povera et inferma servitù, et ne
si
IL TENTATIVO DI RICOSTITUIRE LA GALLERIA 309
riverisco la gratia con riporla fra mezzo ad eterne obligationi, ascrivendomi a somma
fortuna il godere della benevolenza di si gran Principe, per servitio del quale rice
verà qui congionta distinta notta dell'opere mi trovo haver peifuionati et per obe-
dirla vi ho agionto ancora il prezzo desidero di essi, quale però rimetto totalmente
alla di lui benignità, come faccio ancora di quella le mandai questo carnevale, et
se le piacerà riaverle le farò subito trasferire costi come farò anco della mia per
sona quando cosi gradisca, che però prego V. S. Ill. a darmene aviso....
p. et
in
4
tutto fra tutti doppie 150 eccettuato quello mandato questo carnevale col quale
e
di
36 genovini del qual denaro ne vedrei volontieri sodisfatto che
io
costo mercante
il
deve havere. tutto però rimetto et comandi del Padrone S.m°
le
gusto
al
Il
di
Salvatore
1
frutti et altre galanterie da quel diligentissimo pittore fiamingo, del quale ne tiene V. A.
alcuni bellissimi pezzi, et originale Possino 3....
di
di
di
a
:
del suo et
a
si
mi retti
e
ficherà suo
il
Ho
di
comprati
che secondo mio credere stato molto avantagioso negotio sono:
il
Un putto, cioè Gesù bambino dipinto dal Vandich che appoggiato sopra
il
di
fiori,
quel
è
Una rassegna de soldati con marchia del campo tutti messi et più lontani
la
figure
si
a
5
e
palmi
S.
di
in
alta. Per l'aquisto de quali tutti ho sborzato doppie circa, scrivo circa perchè
1
S. 1
7
nel
a
i
3 10 APPENDICI
del Marchese Clemente dalla Rovere, dove per degni rispetti li faccio incassare.
Colà dove hieri apunto per vederli si ridusse a pranzo quasi tutta la nobiltà di
S. Siro et al doppo desinare sopragionse il Prencipe d'Ancre con molte delle prin
cipali dame di questa città, et i Lomelini tardi pentiti di essersi per avaritia privati
del più bell'arnese che potesse far risplendere la loro chiesa, fanno cose grandi per
riaverlo, e finalmente mi hanno fatto richiedere per il S.r Marchese d'Arquata di
lasciarglielo tanto che se Io faccino copiare, et io le ho francamente risposto ciò
non esser in mio potere tenendo ordine da V. A. di subito trasferirlo a Mantova.
La irresolutione dell'Imperiale per quanto mi ha riferito il S.r March. d'Arquata pro
cede dalla necessità che tiene di havere il consenso da questo Senato Ser.m° per
essere i suoi quadri legati per la legge de fideicomisso, onde mentre che verte la
lite col fratello m'incaminerò con questi ben custoditi verso Casale....
Manderò prima un pedone al S.r March. Governatore Andreasi acciò mi invii
sei soldati a cavallo per salvaguardia della condotta....
gli
Paralleli agli sforzi de' Castiglione in Genova erano armeggi del
residente gonzaghesco Milano, Pier Maria Rangoni, per acciuffar buoni
a
di
due quadri che disposinone
il
a
V. A. S., ridotto prezzo, con non poca difficultà, scudi 200, protesta che sono
a
il
V. A. S.
di
buon prezzo 100 doppie. Supplico pertanto comandare quello
in
a
in
maggio accompagnava
n
di
cassa del Michelangelo sebbene egli dica Michelangelo Roma
n
n
e
n
:
in
di
due dispacci del marzo (1), aprile, forse anzichè opere del Buo
4
Mantova,
di
Caravaggio,
a
dacchè anche qualche anno dopo Pietro Aimondi detto Bologna proponeva
il
l'acquisto d'un altro dipinto del Merisi (lett. da Bologna, 29 marzo 665)
1
Mi eccellenti, l'uno
di
di
di
di
vi
tutta esquisitezza
è
in e
400, scudi
S.
di
avanti Cristo, dil quale non accenno alcun prezzo a V. A., aspettando ch'essa mi
dii sentore
di
di
66
la
1
,
volendo aver ogni patto alla sua corte decoratore Villa, disputatogli da'
il
a
Duchi Savoia,
di
rapire,
di
"
(I) Tiene Ceva (tcrive Rantoli) quadridue del Michelangelo Roma,mi diceriaverlipagati150scudi...
di
il
li
il
* *
Ser.mo Padrone
Avvisatomi da Salvator Castiglione di dover essere unitamente con Nicolò Re-
nieri (1) da' Padri de Servi per notificar loro lo stabilimento dell'accordo per il
quadro di Paolo Veronese del Refettorio siamo stati il med.° Renieri et io questa
matina a Servi, ma trovato che il P.re Emo theologo della Repubblica, che dispone
le cose del Monastero era a godere la campagna in una villa sopra Mestre, Vi siamo
andati hoggi et trovatolo in difficoltà di vedersi meco senza aver prima licenza dagli
Inquisitori di stato, ha udito il Renieri dando et ricevendo reciproca parola che il
quadro si terrà per V. A. Ha perciò dettoli di esser domattina dal Priore, acciò
lo notifichi in di lui nome a Frati, et è restato di procurare la licenza del Senato,
in che non mostra di haver difficoltà
Venetia, 7 luglio 1663. L'Abbate Tinti.
L'acquisto del quadro di Paolo non era cosa- isolata : in quello stesso
giorno veniva anzi segnalata a Carlo II una collezione veneziana preziosis
sima da incorporare alla sua galleria. Bortolo Foresti scrive che erano n pit
Per capir meglio la lettera del Foresti giova dare in extenso la nota
(acclusa a una lettera, pure del 7 luglio, del negoziante Giuseppe Colorai)
n de tutti li quadri che erano nel studio del Moro della Zuecca che hora
si trovano in mano de 1' Ecc.'"" Ambroso Bembo n.
Un Christo di età di 12 in 14 anni, mezza figura che tiene una palla in mano,
altri dicono sia il ritratto del Duca Visconti Conte di Virtù, opera di Leonardo da
Vinci, alto più di 3 quarte, largo quasi 2 e 1/?-
Un ritratto di un giovine con bella capigliera che tiene una mano sopra una
spada, mezza figura al naturale, opera di Raffaele, altri dicono sia il suo ritratto et
altri ha detto poter essere Davide d'altezza 5 e larghezza quarte
'/a
un quarte
e
et più.
4
di
fa
la
battaglia mano
si
1,
detto quarte
2
il
di
la
un brazzo.
di
vese, alto quarte 5 largo più
e
quarte
2,
3,
largo
1
,
onze
1.
di
di
la
1/s
Tre pitocchi, mezze figure naturale del Guerri, altri dicono del Fetti,
al
alto
un brazzo,
5.
largo quarte
Si
di
Christo con Madalena Marta et cinque altre mezze figure naturale
al
e
'/s
discepolo
di
1
1
e
di
mezzo tra
la
la
e
circa, largo
in
onze onze
5.
6
S.
di
Giuseppe et Caterina
Lotto, alto più largo quasi braccia.
di
5,
quarte
2
quadro fece
presto pendant; Girolamo Molino con bella
la
di
la
V. del mio
S.
strare
e
il
e
a
termina alla picciola marca nero. Nella grandezza del quale entravi bel
di
figure,
7
dola. Alla presenza, una ragazza ad un sasso colgata con ghirlanda de fiori in mano
e poi un Amorino che ancor esso con vezzoso brio atteggia, et in mezza tinta una
schìaveta con un cavagno et un puttino in aria con pensiero di presentare de' fiori
in gli
fa
alla beli' Europa che con ridente guardo conoscere brama.
la
.
Altri due bovi sono bellissimi, et lontananza medesima accompagniata
la
e
da femina che se ne va (come colà anche vede) con suo toro spasso del
al
si
il
l'onde, intelligenza tutta che ogni genere ricercasi nell' inven
in
per mostrare
si
I'
e
come nel ben distribuire con veri fondamenti cose, sopra un grande
le
tare finge
tronco d'albero un'aquila osservante all' interessi del trasformato padrone, che bisogna
certo concludere che più gran Paolo con penelli che altri con parole sa espri
al
favole, che il
modo rapresentate visibile istorie.
di
di
con scaltrezza dimanda
la
bensi sentire
ri
convenienza preterizione loro fondandola qualità
la
di
tutta sopra
la
spostomi essere
A.
S.
S.
quantità dell'opra, tuttavolta non dispero farne godere quei
di
tutti
a
e
vantaggi mediante buon ordine che anderò tenendo nel negotio ecc....
il
Ob.mo S.re
Venezia, agosto 1664. Girolamo Molino.
2
li
forte trascinò
la
si
prezzo pratica
Il
Francia
di
a
a
a
il
L'altro giorno parlando con l'Ambasciatore Francia egli uscì dirmi che
di
a
doveva giorno seguente andare vedere quadri del Molino per concludere
la
li
a
il
che V. A. havea
io
pezzo, affermando
di
li
Si
in
già
Salvo errore
le
sempre sullo stesso quadro se
è
ducale, l'altra
al
agosto
il
corrispondente.
nuovamente battuto alla de' Gonzaga Carlo era rimasto vittima
II
reggia
;
de' suoi stravizi, ne l'orbata casa poteva più pel momento pensare ad ac
di
quisti quadri.
Li V. A. Ser.™ furono
di
Ill.™
di
comandi questa su
e
in S. gli
bito eseguiti,
al
ma risposta
qualche suo servo confidente che sia, doppo letta da Lei, consigliata mano del
li
li
A. Francia.
di
cosa Questo
borsa volese venuto
io
V. A.
S.
di questo affare lo stimarla bene, perchè non so la causa che il S.r Castiglione non
mi risponda, forsi per essere lui quello che in tutti li negoti vi voglia la sua por-
tione Suplico V. S. di risposta in Vicenza.... che per qualche tempo per una
Iute mi traterò....
Vicenza, 4 agosto 1665. S.re vero
Bernardo M
drfij
IU.« S.«....
Con diverse mie scrise a V. S. per ordine di questa A. S. ne l'affare del
quadro già significatoli et perchè non so nè vedo alcuna risposta, nè tampoco se la
mente di S. A. S. se aplica a far tal acquisto, replico.... per poterne risolvere li
padroni del medemo. La grandeza del quadro di Paulo Veronese sono di alteza
1/,
1/*
pur
di
in
in
largeza
1
1
capitare ne galaria questa Alteza....
la
Bernardo M
AML-
S.r Salvadore Castiglione
Mantova.
*
*
II,
L'inventario degli oggetti d'arte posseduti da Carlo compilato nel
II,
1665, d'Arco (Arte
fu
cale (1); poi confuse tra loro collezioni artistiche della Reggia con quelle
le
di
di
l'
Ne l'altro gabinetto.
Otto pezzi quadricon l'operadel testamento vechio manode1Costa vechio.
di
di
In un'altra camera.
Nove pezzi paesaggigrandidipinti ogliocon rappresentazione variefavole.
di
di
In un'altra camera.
Nove altri pezzi quadrosimili grandi.
di
creatione
di
la
di
il
IL TENTATIVO DI RICOSTITUIRE LA GALLERIA 315
Nella Galena.
Un quadro con una Madona con un putino in geda et altre figure di Ticiano con
cornici adorate.
Duoi quadri di Paol Veronese con il Senturione et l'altra l'adoratione de Maggi
senza cornici.
Un quadro longo della Madona in Egito con diverse figure del detto, con cor
nici adorate.
Due quadri, uno la caduta di S. Paolo, et l'altro la probatica piscina del detto (2)
cornici liviere et oro....
Un quadro grande con il ritratto di Casandra istoriato di Guido Regnio (sic) con
cornici adorate....
Duoi quadretti compagni, uno le nozze del ricco Epulone et l'altro un banchieri
de denari, con cornici adorate, del Feti....
Un quadreto di Venere di meza figura, di Pavol Veronese....
Uno scrittorio con una figura di Giove d'argento con un'aquila pure d'argento, et
sopra.... un vaso d'argento con varii fiori frati et dalle bande due profumiere
d'argento....
* *
ergo
IL TENTATIVO DI RICOSTITUIRE LA GALLERIA 317
in 1/,
rame 3).
Cristo fra due ladroni del Rubens tavola
X
6).
(5
V,
4).
Il
6).
X
7,
3).
'
(2
4).
riposo Egitto Paulo veronese (10X
in
di
Il
14).
La B. V. con bambin A. Vandich
di
X
(6
7).
X 3).
1/»
genovese
X 3).
V,
del Montagna
in
Limbo tavola
di (2
Il
V,
La B. Vergine,
S.
X
(8
10).
(3 e
Giochin
S.
5).
S. di e
Joseppo
e
X
V,
(3
5).
mano del Brilli.
di
Paesetto
P. Veronese X 2).
di
tavola
(4
Il
di
oza
7
a
(1
a
f
'2).
X
in
5).
X 4).
1/«
Armeni
(2
(3
La caduta X
S.
X 3).
di di
di
di
quarte
3,
1/i
tura basso
2
e
e
patio,
(2
3).
318 APPENDICI
Quattro quadri (2X4 l' uno) rappresenta chiarì e scuri, la Bella Judith et altre
ligure di mano del Mantegna.
Battaglia naval del Tentoretto (16 X 24) e altri 7 quadri di battaglie (i fasti Qon-
zagheschi).
Due quadri (10X '3 l'uno): Lot e Sanson del Guerzino.
S. Agata di P. Perugino (11 X 12).
Un Baccanal del Moretto da Brescia (9 X IO).
Donna sentada del Ranieri (4 X 13).
Cristo morto del Perugino (1l X 18).
La Natività di Cristo di Andrea Ferrari (pala di brazza 5 e br. 4).
La B. V. e S. Caterina, copia dal Titian de Parise Bordon (9 X ' 3).
Adon e Venere del cav. Dal Cairo (12X21).
Un quadro ovado (3 1/i X 5) dell'Albano con puttini.
Amore e Adon del Guerzino (14 X 17).
La fama del prete genovese (6 X 9).
Due Imperatori, copia di Titian (6 X 8).
La B. Vergine, dì Paulo veronese (5 X 6).
Arazzi grandi 6 instoriati con putini tessuti con oro, dissegno di Raffaello.
Arazzi grandi 8 con ligure grandi al naturaI, dissegno di G. Romano.
Arazzi grandi IO, con puttini tessuti con oro, dissegni di G. Romano.
Arazzi grandi 8 con figure rappresentanti Diana, tessuti con oro, dissegni della
scola di G. Romano.
Arazzi grandi 9 istoriati con figure : rappresenta l' incendio di Troia, antichi ; di
buon disegno, schietti senza oro.
Arazzi grandi 6: Fetonte, disegno di G. Romano senza oro.
gli
Arazzi grandi 8, instoriati con figure, rappresenta Achilli, tessuti con poco oro,
disegno del Rubens.
Pezzi arazzi detti Tobia, oro, disegno
di
Raffael.
di
senza
3
Correggio (Antonio Allegri), 26. 52, 75 sg., 81, Giorgione da Castelfranco, 26, 110, 149, 153,
89 sgg., 98. Ili agg., 115. 139 sgg.. 147. 157, 281, 306
149. 151. 153, 155, 157, 257. 2%, 301 sg., Gonzaga Cesare principe di Guastalla, 95
307. 312 Grandi Ercole, 187
Costa Lorenzo seniore, 27 sg., 79, 93, 95, 100, Guercino (G. Francesco Barbieri), 83, 106, 318
102. 105. 108. 141. 180 sg., 200 sg.. 204 sgg., Guerri Dionisio, 312
215,229 «g.. 234 sgg.. 241. 243. 302. 314.
Costa Lorenzo il giovane, 31, 152, 179, 230 Hoefnagel (Hovenagen) Giorgio miniatore fiam
Cotignola (Zaganelli da) Bernardino, 312 mingo, 37, 149, 153
Ferrari Gaudenzio, 103 sg., 317 Licinio Bernardino, 114. 130. 139 agg.
Fetti Domenico, 47, 49, 81, 94, 108 sg., 126. Ligozzi Jacopo, 255 sgg.
128. 132, 147, 149. 151. 153. 159, 181, Liombeni G. Luca, 190
268, 285 sgg., 306, 308, 312. 315. 317 Lippi Domenico, 39
Fontebuoni Anastasio, 269 sgg. Luca d'Olanda. 98. 151. 172. 273 sg.
Francesco da Urbino, 21 Luini Bernardino, 103 sg.
Michelangelo Buonarroti. 42, 75, 77, 80, 107, Prassitele, 75. 157 sj., 164 sg.
152, 157 sg., 165. 246 sgg., 256. 263 sg.. Prete genovese (Strozzi Bernardo), 307, 312,
269. 310 317 «g.
Michelangelo dalle battaglie (Cerquozzi), 317 Primaticcio Francesco, 243
Michele (Parrasio>). 109 Procaccini Camillo. 104, 3%
Michele d' Ungheria (Michele Ungaro), 21
Miele Giovanni, 305 Quintino (Massys Quinten), 117. 130. 140 sg..
Mola Gaspare, 104, 269 149. 153
Monsignore Girolamo, 152
Montagna, 317 Raffaello Sanzio, 26, 29, 39. 42, 52, 61 sg.,
Monte (de) Giovanni, 89 71, 75, 77. 84, 90 sgg., 97 sgg., 107. 109,
Monterasio Giovanni, 48, 293 sgg. 139 sgg., 155, 165, 232, 239 sgg., 255 sgg.,
Morazzone P. Francesco (Mazzuchelli) , 48, 50, 262 sgg.. 267, 277, 281. 2%. 305. 311. 318
MI Raffaello da Urbino intagliatore, 48
Moretto da Brescia (Alessandro Bonvicino), 318 Reni Guido. 48. 81. 83. 96, 139. 141, 155.
Moro (del) Battista, 31 295 sgg.. 306. 308. 315 sgg.
Morone Domenico, 28, 85, 93 Renieri Nicolò, 311. 318
Rinaldo Mantovano, 242
Palma vecchio (Nigreti Jacopo), 92, 110, 140 sg., Rubens P. Paolo. 37. 39 sg., 43, 49, 60. 98.
147 103, 111, 113, 149, 153, 183, 219 sgg., 228,
233, 237 sg.. 263. 275 sgg.. 286. 301.
Parmigianino (Mazzola Francesco), 42, 49, 97 sg.,
107 sg., 124. 153 sg., 226. 281 sg.. 306 306 sg., 315, 317 sg.
Passarotto, 95
Penni G. Francesco. 239. 242 Sacchi Carlo d'Andrea, 305
Perréal Jean. 26 Sadeler Giovanni, 37
Perugino (Vannucci Pietro), 26, 41 sg., 46, 201, Salviati Francesco, 25. 173, 270, 281, 317
206, 208, 302/318 Samacchini Orazio, 169
Petenzano Simeone (Peterazzano), 312 Sansovino Jacopo, 165
Piombo (del) Sebastiano (Luciani), 28, 97. 110 Santi Giovanni, 189 sg., 229
217. 273 Sanvito Stefano, 179 sg., 281
Pinturicchio Bernardino, 45 Saraceni Carlo, 47
Pisanello (Antonio Pisano), 20 sg. Sarto (del) Andrea (Vanucchi), 38, 52, 71, 81,
Pomarancio (Roncalli Cristoforo), 283 90, 98, 115. 139 sgg., 155, 252 306.
Pontormo Jacopo, 236, 257, 267 sg., 271 312
Pordenone (Corticelli G. Antonio), 98, 114, Savoldo Girolamo, 122
224 sgg., 236. 306 Schiavone Andrea, 168. 306, 312
Possenti Benedetto, 128, 314 Sebregondi Niccolò, 47, 292
Possino Gasparo (Poussin), 305, 309, 315 sg. Segala Francesco, 35
Pourbus Francesco (Birbe*, Urbis), 37, 39 sg., Segrino v. Usegren
82 sg., 93. 100. 102 sg.. 108. 179. 275 sgg.. 3 15 Semplice (fra) da Verona, 48, 100
Pozzo Paolo, 245 Sodoma G. A. (Buzzi). 26. 257
322 INDICE DEI NOMI DI ARTISTI
216. 218 sgg,. 229. 237 sg.. 267, 269, 277. Vorsterman Luca, 219 sgg.
281 sg.. 287. 305 sgg, 311 sg., 315. 317 sg.
Wright Beniamino, 67
Tura Cosma, 185
I del Pourbus.
I con
de' Medici del Rubens.
(Codice
le mogli
(Accademia
Eleonora
Fioreta)
Virgiliana) ..."
d'Austria ed
"
ivi
49
Francesco V bambino del Pourbus. (Codice Fioreta)
' ivi
Autografi del Mantegna ed altri celebri pittori u 56
Ritratto di Francesco Gonzaga del Bonsignori (già posseduto dall'an
"
tiquarioBressanelli di Mantova) 64
Medaglia nuziale di Francesco Gonzaga ed Isabella d' Este. (Gabinetto
"
delle Medaglie di Berlino) 65
Medaglia d' Isabella, di Gian Cristoforo Romano. (Esemplare di lusso
del Museo di Vienna) "
ivi
"
Vincenzo II Gonzaga duca di Mantova
Fasti Gonzagheschi del Tintoretto:
Gianfrancesco Gonzaga, creato marchese dall' Imperatore Sigi
smondo (1433) "
80
Vittoria navale di Ludovico Gonzaga contro i veneziani (1439). .
' ivi
Federico Gonzaga libera Lugano (1478) "
81
324 ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI
37 TS 5102 li
0™02-013-01 «> 1