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R. ACCADEMIA DELLE SCIENZE DELL'ISTITUTO DI BOLOGNA
CLASSE DI SCIENZE MORALI
GOPPREDO COPPOLA
L-—
IL TEATRO
DI
ARISTOFANE
Volume primo
B8CHANGE
PREMESSA
970936
Questo primo volume del mio libro sul teatro di Aristo
fane potrebbe intitolarsi « Prima di Aristofane », e il titolo
ne esprimerebbe chiaramente il contenuto, poiché non tanto
di Aristofane si parla in queste pagine, quanto della com
media attica avanti Aristofane, e specialmente dell' opera di
Cratino. Di Aristofane in particolare tratterò nei nove capi
toli del secondo volume, che, già quasi pronti nel mano
scritto, vedranno la luce per la stampa entro il 1937. Ma
appunto perchè i due volumi possono vivere separatamente,
se pur di vivere essi meritano, V uno dall' altro, ho preferito
renderli indipendenti, aggiungendo già in questo primo un
indice delle cose notevoli che lo faccia di più facile consul
tazione e lettura.
E tuttavia sono uniti V uno all' altro. Non perchè questo
sia il primo e l'altro sarà il secondo volume di una stessa
opera intitolata « Il teatro di Aristofane », ma perchè non si
può bene intendere e capire che cosa sia stata nella storia del
teatro attico la commedia di Aristofane, se prima non s'in
tenda e capisca l'opera di Gratino, che fu il vero geniale
fondatore del coro comico.
ColV aiuto di alcuni frammenti nuovi della commedia
cratinea, scoperti di recente negli scavi papirologici, sono
riuscito a interpretare frammenti già noti per antiche cita
X PREMESSA
***
Quali che sieno per apparire agli altri i risultati della
mia indagine sulla commedia cratinea, essi si riassumono
in questa breve conclusione: che Cratino fu degno precur
sore della più giovane generazione dei commediografi della
commedia attica antica. Uno studio sulla commedia cratinea
mancava del tutto, nè sarebbe stato possibile tentarlo prima
delle recenti scoperte papiro-logiche; ma oggi che abbiamo
PREMESSA XIII
1 PRIMI COMMEDIOGRAFI
« Eupolis atque Cratinus Aristophaiiasqitó- poetae »''
è un famoso verso di Orazio, che ormai.-ha, can'saRFftttX
in eterno la triade dei grandi commediografi della com
media attica antica. Il giudizio di Orazio riecheggia
quello di Platonio, e riproduce esattamente il pensiero
dei critici Alessandrini, i quali riassunsero in questi tre
nomi la commedia greca del quinto secolo, il violento
Cratino, il brillante ed elegante Eupoli, e quello scon
certante e caustico eccitatore di riso che è Aristofane.
Questi tre poeti anche nei frammenti ci stanno dinanzi
come personalità vive ed umane, e ancora oggi, qua
lunque giudizio noi fossimo per dare intorno all' opera
loro, non sapremmo esprimerlo meglio che colle parole
di Platonio (').
Oli Alessandrini conoscevano molto poco della com
media anteriore a Cratino, anche perchè dubitavano,
e con ragione, di quel che n' era stato conservato, in
frammenti o in opere intere, dalla tradizione. Molto
* *
tante vittorie sui cori dei suoi rivali. Non valse a nulla
ch'egli facesse sentire accenti di ogni sorta, e sonasse
il liuto, o sbattesse le ali come gli uccelli, sonasse e
danzasse alla maniera dei Lidii, o ronzasse come una
zanzara, e si tingesse di verde come una rana. Non
resistette, e alla fine, fattosi vecchio e sebbene fosse
vecchio, fu scacciato di teatro perchè gli era venuto a
mancare il dono di far ridere, il che non gli era mai
capitato da giovine ......
Per quanto facciate e cerchiate, non troverete nulla
in questo giudizio che sia meno che rispettoso verso
Magnete. Aristofane lo descrive come un poeta, il quale
era molto brillante nella composizione dei cori e pre
diligeva creazioni coloristiche e musicali, travestendo
i coreuti da rane o da uccelli o da zanzare; afferma
che, giovine, Magnete resistette sulle scene e trionfò
sui rivali costantemente; ricorda che vecchio fu scon
fitto, e quasi rinfaccia agli Ateniesi lo sgarbo di aver
procurato al grande vecchio un cosi acerbo dolore.
L'anonimo scrittore di un trattatello sulla commedia
dice che Magnete vinse undici volte, ma aggiunge che
nessuna commedia sua si è conservata autentica, nep
pure le nove che portano il suo nome ('); Ateneo
parla di lui vagamente e dubita sieno sue le commedie
attribuitegli dalla tradizione (2); gli altri scrittori che
ne parlano accennano tutti allo stesso dubbio; i lessi-
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AUMX CRATINUS
Il poeta Gratino mori quasi centenario. Nel 424
quando Aristofane vinse co' suoi « Cavalieri » alle feste
Lenee, Cratino, che ottenne il secondo premio, era già
vecchio, ma continuava ad essere un originale tipo di
artista, che più invecchiava e più si mostrava giove-
nilmente audace. Lo stesso Aristofane, nella parabasi
dei «Cavalieri», gli dimostra ammirazione, senza na
scondere che gli tornerebbe comodo se il vecchio ab
bandonasse il teatro (*).
Egli era un pericoloso competitore. Aveva dominato
sgominando gli avversari; aveva già vinto nel 453, e
vinse almeno per altre otto volte ancora, eccitando
l' invidia di non pochi commediografi, per esempio di
Callia, che un antico commentatore della parabasi dei
« Cavalieri » ricorda fra gli avversari che Cratino aveva
non solo superato ma perfino deriso nelle sue comme
die. Se Callia presentò i « Satiri » nel 437, ottenendo
un successo molto modesto, è invece probabile che il
grande successo quell'anno fosse dei « Plutoi » di Cra
tino. Le cui ventuila commedie, se veramente ventuna
(') Cratino era stato battuto da Aristofane già nel 425, poichè
i suoi « Tempestati » furono giudicati al secondo posto dopo gli
« Acarnesi ».
26 CAPITOLO SECONDO
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(') Già il Vitelli aveva notato che il verso 24 sgg. Seyp' èaiiì^|isv
7tpòs ecc. riecheggia il frm. 235 dei « Chironi » : axfjtjnv \ièv Xeip<ove£
sA.rjXuu.sv. Anche in 27-28 si legge [àXV uòvtj ajx^tfis 7tptóxrj, [5XXrjv
Sé xiv' aù] xix' ànto'ixi. Cfr. nota 2 di pag. 27.
(2) È stato giustamente e acutamente osservato dal G-eissler
che nei frammenti dei « Chironi » ricorrono molti elementi baste-
voli a definire, con una certa approssimazione al vero, la crono
logia. Soprattutto è interessante quel che il Gbisslbr scrive a
pag. 21 del suo utilissimo opuscolo Chronologie ecc. Egli avverte
che le relazioni tra Pericle e Aspasia si fecero strettissime nel 445,
e che nel 440 Aspasia salì in grande reputazione e potenza presso
gli Ateniesi. Dunque, poiché tra il 439 e il 437 cadono i tre anni
del decreto di Morichide che vietava ai commediografi di attaccare
personalità e istituzioni del governo, i « Chironi » saranno del 440
o del 436-431. Io credo che sieno del 440, chè dopo quel famoso
decreto fatto revocare dallo stesso Pericle, difficilmente Cratino
avrà osato aggredirlo di nuovo cosi apertamente : sarebbe stato
non solo pericoloso, ma anche inopportuno. Cfr. pag. 32.
AUDAX CRATINUS li!
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dal suo indivisibile amico Cercione: sarà Teseo che nel frm. 49
dice: « all'alba ho trovato Cercione che cacava sur un mucchio
di legumi e son rimasto soffocato ». Cfr. Geissler pag. 19
della Chronologie ecc. La prima vittoria di Cratino è del 453,
come avverte Eusebio e conferma la lista dei vincitori delle
Dionisie, ma non sappiamo con quale commedia egli vincesse
quell'anno. Tre anni dopo, nel 450 vinse Cratete, ch'era stato
nel 453 attore della vittoriosa commedia cratinea.
40 CAPITOLQ SECONDO
(') Forse quel che ho scritto non è esatto. Ho detto che sulla
scena comparivano due donne, la Commedia e l'Ubriachezza,
riferendomi a quel che scrive lo scoliasta al verso 399 dei
« Cavalieri » di Aristofane: xrjv 8è (xto|iciK$£av) uéiicpSaitei aùxtoi òxi
urj xa>|i<oi8o£rj |Hjxéxi, axoXàfoi Si xiji MÉD-rji, ma ciò non significa che
anche l'Ubriachezza comparisse sulla scena.
(2) Infatti, secondo lo scoliasta dei « Cavalieri », gli amici
convincerebbero la Commedia ad interrogare Cratino sui motivi
della sua avversione, xxl xijs sxO-?as àvsptoxdÈv xijv aix£«v. Ma qui
c'è una certa ambiguità nel testo dello scholio che suona così:
(il poeta immagina...) .... ^iXous Ss 7tspixuxóvxas xoù Kpaxivou 8eÌ33-«i
44 CAPITOLO SECONDO
|irj8sv 7t?0TC3iss iWPMWi^jaan xxi xrjs è)ftp-x.z àvsp&nàv xrjv aa£civ, e sem
brerebbe che gli amici pregassero Cratino |irjSèv nporcsxès jcspinoirjaxi,
di non far nulla di precipitoso e d'interrogare sua moglie sui
motivi della sua avversione. Invece a parer mio, quel xoO Kpax£vou
dipende da ipiXoi>s, e non è retto dal 8eXa&a.i, e il icspixUYóvxas
esprime chiaro che gli amici di Cratino si trovano lì per caso.
E poi è la moglie di Cratino che vuole intentare l'accusa di
adulterio, ed è Cratino che ha « avversione » per la sua legittima
consorte, sicchè è la Commedia che deve chiedere a Cratino le
ragioni della sua avversione. Dunque, o leggiamo cp£Xou:; Ss xoù
Kprtivou 7ijpix'Jxóvtas (xùxfjs) 8sra8-oii ecc., o lasciamo com'è, ma senza
far dipendere affatto il xoù Kprutvou dal SstoD-zi Del resto, io penso
che Cratino avrà evitato di comparire sulla scena fin dall'inizio,
ed avrà preferito presentarsi dopo per pronunziare la sua requi
sitoria contro la commedia dei giovani e la difesa della sua arte.
Il resto lo dicevano per lui, e d'accordo con lui, i suoi amici.
(*) iNon è nient' affatto necessario sostituire al niXIxxi, del
frm. 918 ora tradotto, come propone Kock. Cratino ripro
duce fedelmente le parole di Archiloco e si rivolge non ai soli
spettatori, ma a tutti gli Ateniesi.
AUDAX CRAHNUS 45
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IL CORO COMICO
La notizia di Elio Aristide, che una commedia di
datino cominciava con tetrametri anapestici; l'assoluta
certezza che quei tetrametri appartengono all'inizio della
« Bottiglia », èv àpxfji xoù Spà^axos, e sono versi del coro
composto dagli amici di Cratino; la possibilità di av
valorare anche meglio, con altri documenti, la nostra
dimostrazione, invitano a riprendere, e forse a defini
tivamente risolvere, una quistione, che, brillantemente
sollevata nel 1895 da Giorgio Kaibel, fu poi lasciata
Ii e dimenticata ('). Il Kaibel pose il problema a pro
posito degli « Ulissi » di Cratino; noi crediamo, invece,
di potere allargare i termini di esso, abbracciando
tutto intero il problema della parodos e della parabasi.
La «Bottiglia», commedia del 423, cominciava
coll' entrata del coro sulla scena. Ecco il punto, e
ognun vede come sia interessante ricercare se questa
tecnica di composizione fosse seguita da Cratino anche
in altre commedie. La « Bottiglia » è l' ultima commedia
da lui composta; per assurdo, dobbiamo supporre che
nelle precedenti commedie Cratino facesse altrettanto,
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àye St?) npòc, Sto 7tpwxov à7tàvxwv laxw xal Àau-jiavs /epaiv
aylvov (ieyàXrjv
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(') Dei versi 4-6 abbiamo già parlato a pag. 32. Ma credo
utile aggiungere che 1' [àXXà 9o[5o0|is9,a] |irj guvxUx'aiai [ìapuvó|ievoi era
ricordato in parte dai codici di Prisciano (frm. 166), con la forma
guvxu-xiai, restituita in Simu^£aiai già dal Bunkel, per conngettura.
Sul significato di £i>vtjx& (singolare o plurale poco importa), ag
giungerò che nel verso 1006 delle « Rane » di Aristofane, Eschilo
invitato dal coro a rispondere alle accuse di Euripide, ha dap
prima ritegno, sdegnando di discutere col suo rivale, e questo
suo disagio manifesta dicendo: O-u|ioù|iai |ièv xrji guvxUxiai, xa£ |iot>
xà a7iXàyxv' àyavax-eì Anche qui, corno ho già avvertito, gli
avvenimenti interessano direttamente il poeta e il coro, e non
sono avvenimenti politici di largo interesse, ma circostanze che
riguardano il teatro e i cori comici. Cfr. anche pag. 28.
IL CORO COMICO 63
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* Hi
se-»-
94 CAPITOLO QUARTO
(') Dice il riassunto del Pap. Oxyrh. 663: xal xrjv |lèv 'mévr,v
sis xdXapov &QKsp xupòv xp'jc(jas, éauxòv 8' sis xpiàv |isxaaxeuàaas ò7io(iévei
xò tiéXXov. Pericle-Dioniso si muta in montone, e forse nel suo
travestimento sarà da vedere un'allusione al 7tpo^axontóXrjs, al
commerciante di montone amico di Pericle che si chiamava
Lisicle, e che fu uno dei capi del partito della guerra.
96 CAPITOLO QUAETO
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I NUOVI COMMEDIOGRAFI
Non solo Ecfantide aveva composto, prima di Cratino,
una commedia satiresca, ma anche il poeta Callia. Il
« Satiri » di Ecfantide sono databili intorno al 445,
quelli di Callia, che ottennero il quarto premio, sono
certamente delle Lenee del 437. Cratino, che negli
« Archilochi » aveva già censurato aspramente la com
media di Ecfantide e chiamato « figlio del funaro » il
poeta Callia, presenterà egli stesso, alle Lenee del 424,
una commedia intitolata « Satiri » (*).
Di questa commedia non si conserva altro che il
titolo, ma poichè, dopo il « Dioniso-Alessandro » e la
« Nemesi », Cratino ha rappresentato ancora quattro
commedie con titolo mitologico, gli «Abitanti di Serifo»,
le « Stagioni », i « Satiri », le « Deliadi », e finalmente
la «Bottiglia», che è di argomento letterario, ecco
confermato per altra via quel che noi già abbiamo
opinato intorno alla sua attività, che fosse suo costume,
* *
i
114 CAPITOLO QUINTO
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i
I NUOVI COilMKDIOORAFI 119
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(') Platone rappresentò nei primi anni del quarto secolo una
commedia intitolata « Faone » : sarà il caso di ricordare che anche
Cratino doveva avere trattato un argomento simile, come lasciano
supporre i frammenti 330 e 331?
(2) Rimando per altre notizie e per il testo del frammento
la n. 1175 dei Papiri della Società italiana.
120 CAPITOLO QUINTO
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ALFREDO TROMBETTI
ELEMENTI DI GLOTTOLOGIA
L. 80 —
V. DE BARTHOLOMAEIS
LE CARTE DI G. M. BARBIERI
L. 20 —
GOFFREDO COPPOLA
CIRENE
E
IL NUOVO CALLIMACO
L. 40 —