in relazione al nuovo Posidippo 1. Tra gli oltre cento epigrammi restituiti dal papiro milanese del nuovo Posidippo (P.Mil.Vogl. VIII 309) 1 evidente il particolare ruolo che assume la presenza femminile, bench nel rotolo manchino proprio gli epigrammi di genere erotico e simposiale cui pi si lega il nome di Posidippo quale ci noto dallAnthologia Graeca 2 . Cos se la prima e pi ampia sezione (1-20 A.-B.), virtuosisticamente dedicata alla descrizione di pietre lavorate e di gemme preziose, attraversata dal bagliore 3 accomunante bellezza dei gioielli e delle donne cui essi sono destinati 4 , il piccolo gruppo degli anatematici (36-41 A.-B.) consiste essenzialmente in dedi- che alla divinizzata regina Arsinoe II Filadelfo 5 , mentre gli i aaixo (71-88 A.-B.), 1 Sviluppo qui osservazioni sorte a margine del lavoro di commento alla sezione sepolcrale per leditio princeps di P.Mil.Vogl. VIII 309. Ringrazio Luigi Lehnus per il sostegno costante e vari rilievi. Per le edizioni del nuovo Posidippo mi rifaccio alle abbreviazioni in uso: B.-G. = Posidippo di Pella. Epigrammi (P.Mil.Vogl. VIII 309), ed. a c. di G. Bastianini e C. Gallazzi con la collaborazione di C. Austin, Milano 2001; A.-B. = Posidippi Pellaei quae supersunt omnia, edd. C. Austin et G. Bastianini, Milano 2002, di cui seguo testo e numera- zione degli epigrammi. 2 NellAnthologia Palatina gli epigrammi con univoca ascrizione Hooioi aaou provengono quasi esclusivamente (con leccezione di VII 267) dai libri V e XII. Per la possibilit che la perduta c. XVI del papiro contenesse linizio di una sezione avente per titolo `Emtixo , o anche Euaotixo vd. B.-G. 234 e F. Conca, Alla ricerca di un poeta, in Posidippo un anno dopo 21. 3 Cos la pietra di Niconoe di 6,5s. A.-B. xoto ooto v / xi vro0oi otp0r mv a[o0r vou p ]ou or o e 7,5s. A.-B. p ] _ r ai ootm i / ouo ari ruxm i mti rio o p (sul rapporto tra i due epigrammi K.J. Gutzwiller, ZPE CXLV, 2003, 46). Linsistenza sulla luce sprigionata dalle pietre comunque propria anche degli epigrammi in cui non si menzionano donne, cos in particolare 8,5s.; 13,4; 16,5s. A.-B.: con caratteristica variatio strutturale la sezione si conclude per con due epigrammi in cui compare la distruttiva azione di Posidone attraverso unenorme ar tp (19,5 A.-B.) e levocazione di un apotp r xoto yyuo (20,3 A.-B.), cf. B.-G. 133; L. Lehnus, ZPE CXXXVIII (2002) 11; W. Lapini, ZPE CXLIII (2003) 42-44 e lampio intervento di D. Petrain, Homer, Theocritus and the Milan Posidippus (P.Mil.Vogl. VIII 309, col. III.28-41), CJ XCVIII (2003) 359-388. 4 Allinterno dei [i0i]x_ ov _ i primi sette epigrammi hanno per tema gemme intagliate offerte in dono a donne, cf. B.-G. 25 e le osservazioni di Conca, Alla ricerca cit. 21-24; sulla interaction of womens beauty and the beauty of the gems e in genere sullimportanza dellelemento fem- minile negli epigrammi del papiro milanese, cf. Hutchinson 2002, 2. 5 Quattro epigrammi su sei (36-39 A.-B.), mentre a Let rivolto lep. 40 e quasi del tutto perduto il 41: un esame in P. Bing, Posidippus and the Admiral: Kallikrates of Samos in the 190 BENEDETTO con il grande rilievo assegnato alle vittorie equestri nei giochi panellenici delle prime tre generazioni di sovrani tolemaici, sono in realt incentrati sulle regine: la Filadelfo e Berenice II 6 , nonch Berenice I 7 . Nellmbito dellorganizzazione per categorie tematiche propria del rotolo, notevole per lopera di un singolo autore di cronologia cos alta 8 , la predominanza dellelemento femminile (si parlato di Dominanz des Weiblichen in der Epigramm- Sammlung) 9 spicca in modo particolare tra i venti [r aitu io] 10 , di cui solo gli ultimi due sono dedicati a uomini (60 e 61 A.-B.). Il presente contributo intende esaminare alcune connessioni che pare possibile riscontrare tra epigrammi sepolcrali conservati da P.Mil.Vogl. VIII 309 ed epigrammi di Antipatro di Sidone, con rife- rimento soprattutto a termini e immagini connotati dallappartenenza alluniverso dellesperienza femminile. Ad Antipatro di Sidone, operante negli ultimi decenni del II secolo a.C. e generalmente considerato il pi tardo tra i poeti scelti da Meleagro per la sua Corona 11 , ha di recente Milan epigrams, GRBS XLIII (2002-2003) 243-266. P.Mil.Vogl. VIII 309 naturalmente destinato a offrire nuovo materiale alla riflessione circa ruolo e significato di Arsinoe Filadelfo nella poesia alessandrina del III secolo, tema notoriamente ampio e dibattuto, su cui riferimenti e proposte in L. Lehnus, Notizie callimachee IV, in Poesia e religione in Grecia. Studi in onore di G. Aurelio Privitera, a c. di M. Cannat Fera e S. Grandolini, II, Napoli 2000, 382s. e ora nei contributi di E. Lelli e di V. Bertazzoli, ARF IV (2002) rispettivamente 5-29 e 145-153; per la possibile attribuzione a Posidippo, e connessione con Arsinoe II, dellelegia SH 961 (= *114 A.-B.) si veda Barbantani 2001, 57-61. 6 Sugli iaaixo come espressione di poesia di corte, in relazione sia al culto dei Oroi `Aoroi e di Arsinoe II sia a Berenice II, ricordo le pagine di J. Bingen, Posidippe: le pote et les princes, in Un poeta ritrovato 47-59; che la vincitrice cantata negli epp. 78-82 A.-B. sia Berenice figlia del Filadelfo e di Arsinoe I e sorella di Tolemeo III, e non Berenice II moglie dellEvergete, suggerisce L. Criscuolo, Agoni e politica alla corte di Alessandria. Riflessioni su alcuni epigrammi di Posidippo, Chiron XXXIII (2003) 327-331. Sulla sovrapposizione delle figure di Berenice II e di Arsinoe II nella versione finale della Coma Berenices nuove osservazioni e proposte in S. Jackson, Callimachus: Coma Berenices: Origins, Mnemosyne s. 4 LIV (2001) 1-9. 7 Per la cui presenza in chiusura della complessa struttura della sezione vd. B.-G. 214s. e le annotazioni ad epp. 87 e 88 A.-B. Unoriginale riflessione, anche in prospettiva comparatistica con le letterature dellEuropa medievale e moderna, sulla effettiva applicabilit del concetto di Hofdichtung alla poesia fiorita ad Alessandria sotto i primi tre Tolemei in A. Kerkhecker, Mouormv r v too m/ Dichter und Dichtung am Ptolemerhof, A&A XLIII (1997) 124-144. 8 L. Lehnus, Posidippo ritorna, RFIC CXXI (1993) 365s. Su struttura e caratteristiche delle varie sezioni del rotolo utile la rassegna in B. Acosta-Hughes T. Renner, BASP XXXIX (2002) 179-185. 9 Cos H. Bernsdorff, Anmerkungen zum neuen Poseidipp (P.Mil.Vogl. VIII 309), GFA V (2002) 38 (articolo reperibile allindirizzo Internet http://www.gfa.d-r.de). 10 Il titolo della sezione manca nel papiro, ed proposta degli editori, cf. B.-G. 157; dubbi esprimono D.E. Lavigne-A.J. Romano, ZPE CXLVI (2004) 14 n. 7. 11 Come si ricava dalla ricostruzione in HE I xv-xvi, respinta da Cameron 1993, 50s., il 191 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo riservato particolare attenzione Kathryn Gutzwiller, non solo soffermandosi su ampiezza e modalit della technique of variation massicciamente usata dal Sidonio nei confronti degli epigrammisti del passato (in ispecie del III secolo), ma altres indicando in lui un possibile predecessore e modello di Meleagro nellimpresa di raccogliere una silloge di epigrammi, propri e di poeti precedenti, tra loro collegati da un continuo gioco di variazioni e rimandi 12 . 1.1. Il telaio e lepitimbio. La produzione epigrammatica di Antipatro di Sidone facente parte dellAnthologia, come noto interessata dallannosa questione degli Antipatri 13 , comprende tra laltro un gruppo di cinque funerar in forma di enigma (AP VII 423-427 = 28-32 G.-P.) che a vario titolo hanno negli ultimi anni attratto linteresse della critica. Anche per essi, come spesso per le poesie del Sidonio, si suole rintracciare il modello in Leonida di Taranto 14 , il cui componimento in que- quale preferisce pensare che Antipatro di Sidone sia vissuto sino ai primissimi anni del I secolo a.C. e che sia stato Archia lultimo poeta accolto nella silloge meleagrea, possibilit non esclusa da Gutzwiller 1998, 277 (a date in the 90s would fit a collection that included Antipater of Sidon and conceivably Archias of Antioch, but contained none of the epigrams of his fellow Gadaran Philodemus, who was born about 110 B.C.). Ipotesi sulla cronologia delle raccolte di Meleagro e di Archia, a proposito della sequenza AP VII 189-201, in R.B. Egan, RhM n.F. CXLI (1998) 24-30. 12 Gutzwiller 1998, 239s. e 276. Negli ultimi anni si avuta una vera fioritura di studi che, a partire dai resti di raccolte epigrammatiche su papiro, hanno cercato di indagare non solo se e in che misura questo tipo di antologia abbia avuto rappresentanti anteriori alla collezione di Meleagro o se questultima costituisca una novit assoluta nella tradizione antica di poesia epigrammatica (M. Puelma, Epigramma: osservazioni sulla storia di un termine greco-latino, Maia n.s. XLIX, 1997, 194s.), ma anche con quali concrete caratteristiche fossero costruite tale raccolte: si ricordino soprattutto Cameron 1993, 1-18 (Epigram and anthology); Gutzwiller 1998, 15-46 (Hellenistic epigram books: the evidence from manuscripts and papyri); Argentieri 1998; F. Maltomini, ZPE CXXXIV (2001) 55-66; Parsons 2002, 115-122. Per un mbito diverso da quello epigrammatico cf. C. Pernigotti-F. Maltomini, Morfologie ed impieghi delle raccolte simposiali: lineamenti di storia di una tipologia libraria antica, MD XLIX (2002) 53-84. 13 A un cui riesame dedicato Argentieri 2003, che riprende il sottotitolo del volume di Setti. Apparso pochi anni prima che sugli studi italiani intorno allAnthologia Graeca iniziassero ad agire le suggestioni dellestetismo decadente, Setti 1890 si segnala per limpegno nellanalisi filologica e la capacit di recepire e applicare la decisiva innovazione significata dai contributi di Passow, Weigand, Weisshupl (infra n. 64) con i quali si era preso a indagare nella disposi- zione degli epigrammi dellAnthologia Palatina la permanenza delle serie risalenti alle antologie di Meleagro e di Filippo (si veda la rassegna critica in Setti 1890, 9-12, con la chiara percezione della svolta rappresentata dallapproccio di Passow per impostare su un piano nuovo il problema della determinazione della paternit degli epigrammi). Sul Setti (1856-1910) e la sua produzione, E. Degani, Italia. La filologia greca nel secolo XX, in AA.VV., La filologia greca e latina nel secolo XX. Atti del Congresso Internazionale. Roma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 17- 21 settembre 1984, II, Pisa 1989, 1089s. (= Filologia e storia. Scritti di Enzo Degani, Hildesheim 2004, 1070s.). 14 Come era chiaro ad es. a O. Benndorf, De Anthologiae Graecae epigrammatis quae ad artes spectant, Bonnae 1862, 25 n. 2: alia res est, si in epigrammatis funebribus explicantur quae 192 BENEDETTO stione (AP VII 422 = 22 G.-P.) presenta una collocazione, sicuramente meleagrea, immediatamente a ridosso della serie dei cinque epigrammi di Antipatro. In AP VII 422 un passante si chiede quale significato possa avere il dado chio scolpito sulla tomba che sta osservando (HE 2092s. iov omvtr / yuatov uar tuou xrirvov o oto yoov). Mentre in Leonida la pointe finale circa il beone Pisistrato risulta tutta dai diversi passaggi mentali 15 dellanonimo io interrogante tipico delle convenzioni dellepigrammistica funeraria, in quattro degli enigmi antipatrei la rivelazione del significato dei simboli scolpiti sul sepolcro affidata, in simmetrica alternanza, allimmediato intervento della voce della pietra (AP VII 423 e 425) o alle risposte che essa offre al viandante (AP VII 424 e 426) 16 . In uno di tali riddling epitaphs, Antip. Sid. AP VII 424 = 29 G.-P., il passante- poeta resta incerto di fronte allanomalia dei simboli, tipicamente non-femminili, che trova sulla tomba di una donna, Lisidice, e perci interpella la defunta 17 . Sono una briglia, una mordacchia per cavalli e un gallo beotico da combattimento, raffigurazioni che provocano il commento della voce esterna, in quanto esse non piacciono n si addicono a donne che vivono in casa, per cui sono invece adatte le opere della conocchia e del telaio (AP VII 424,5s. = HE 374s.): ou o orv ou o` r ar oixrv u amoi oioi yuvoii v, o o to t` p oxo to r yo to 0` i otoao omv. Si tratta perci di ou oo 18 , che tuttavia agli occhi di chi osserva la tomba non si lasciano chiaramente interpretare come richiamo al carattere, alle virt o al nome in tumulis repraesentantur (cuius generis duce Leonida VII, 422 eximius cultor erat Antipater Sidonius VII, 423-427); ripercorrendo i giudizi della critica su Antipatro, tra Jacobs e Kaibel, Setti 1890, 151 notava che in generale quel che pi volontieri si ripete delle caratteristiche dellarte sidoniana la grande imitazione che egli fa dellopera dellepigrammista tarantino. 15 Fantuzzi 2002, 441. Sullepigramma di Leonida in relazione a uno o pi tra i riddling epitaphs di Antipatro si soffermano anche Goldhill 1994, 199-205 e Gutzwiller 1998, 267ss., interventi che verso gli epigrammi enigmatici del Sidonio dimostrano unattenzione cui si erano rivelati evidentemente estranei Gow e Page parlando di epigrams, which in themselves seem plainly no more than a form of riddle to which (on the evidence) A[ntipater] was more addicted than others (HE II 57). 16 In Antip. Sid. AP VII 427 il passante che interpreta da s il messaggio degli enigmi iscritti, in evidente ripresa delle modalit proprie dellepigramma di Leonida, cui anche esplici- tamente rimanda il particolare della gettata del dado chio, cf. Gutzwiller 1998, 270s. 17 Fantuzzi 2002, 446. 18 Secondo la terminologia propria degli stessi epigrammi enigmatici antipatrei: cf. AP VII 425,5s. = HE 388s. r v0rv o ruvo / toio o` r o oto o ou oo tru r Bi tmv e AP VII 426,5s. = HE 394s. ou i o tov r otoxo r m or ti ou oov o xo / o vr o p v yo op ouorvr rooi r mv, nonch AP VII 428,19s. = HE 4678s. xoi op ou oo tou to to o` ou voo ar to o ri ori, / `Avti aotov aoyo vmv u vt` o a` r io0rvr mv, distico finale dellepigramma di Meleagro per la tomba di Antipatro di Sidone posto a chiusura della serie degli epitafi enigmatici. 193 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo della defunta, n daltra parte sono identificabili quale dmonischer Grabeswchter 19 , uso funerario greco ampiamente testimoniato anche in sede archeologica (soprattutto nella forma del leone) e come tale spesso studiato negli ultimi decenni 20 , ma oggetto anche dellinteresse della filologia ottocentesca per la Grbersymbolik ricavabile dagli epigrammi del VII libro dellAnthologia e da quelli di provenienza epigrafica 21 . Il termine i oto aoor, denotante le aste verticali del telaio e variamente discus- so nella tradizione grammaticale e scoliastica, non compare n in Omero n in altri epigrammi dellAnthologia 22 , ma risulta due volte presente tra gli epitimbi di P.Mil.Vogl. VIII 309, nel contesto femminile che gli proprio: dapprima nellepigramma per la vecchia di Marato (45 A.-B.), quarto della sezione e primo in cui si commemo- rano vecchie 23 , poi in quello per la diciottenne Egedice (49 A.-B.), che apre la sequenza in memoria di giovani morte prima delle nozze. Entrambe le occorrenze sono in genitivo plurale clausola di pentametro, come pure li otoao omv di Antipatro. 19 Cf. H. Husle, Sag mir, o Hund wo der Hund begraben liegt. Das Grabepigramm fr Diogenes von Sinope. Eine komparative literarisch-epigraphische Studie zu Epigrammen auf theriophore Namenstrger, Hildesheim 1989, 13s.: in jedem Fall will das Standbild oder die entsprechende Reliefdarstellung als ou oov verstanden werden, und zwar in einem dreifachen Sinn: (1) als dmonischer Grabeswchter, (2) als Namensymbol und (3) als Sinnbild typischer Charaktereigenschaften (con riferimento proprio ad AP VII 426,5s.). Al volume di Husle vanno accompagnate le osservazioni di P.A. Hansen, CR n.s. XL (1990) 302s. e ZPE LXXXII (1990) 198-200. 20 Cf. J. Kubin ska, Les monuments funraires dans les inscriptions grecques de lAsie Mineure, Warszawa 1968, 61-63 (con elenco di iscrizioni menzionanti leoni funerari); G. Pfohl, Das anonyme Epigramm, Euphrosyne n.s. IV (1970) 82-89; C. Vermeule, Greek funerary animals, 450-300 B.C., AJA LXXVI (1972) 49-59; T. Ritti, Luso di immagini onomastiche nei monumenti sepolcrali di et greca. Alcune testimonianze epigrafiche, archeologiche e lette- rarie, ArchClass XXV-XXVI (1973-1974) 639-660 (alle pp. 653-657 sono passati in rassegna alcuni epigrammi, tra cui lantipatreo AP VII 427, che svolgono con variazioni il tema delloiviyo posto dalle raffigurazioni sepolcrali); Husle, o.c. 50-57; Fantuzzi 2002, 437-439. 21 Si vedano i capitoli III (Grbersymbolik) e IV (Todtenbilder) in Weisshupl 1889. 22 Nei poemi omerici si ha i otoar op, parte dellalbero della nave (cf. Od. XII 51, 162, 179). I grammatici citano gli i oto aoor come sinonimo di xrr ovtr (cos anche Polluce e Arpocrazione nel riportare i frammenti di Eubulo e Aristofane per cui vd. B.-G. 163 ad VII 25; J.J. Keaney [ed.], Harpocration. Lexeis of the Ten Orators, Amsterdam 1991, 146s., x 37). 23 A quanto pare, i primi tre epitafi (42-44 A.-B.), mutili nel rotolo, costituiscono un sottogruppo a s, dedicati a donne adepte ai misteri, offrendo cos importanti elementi di contatto con quanto era gi noto circa i legami di Posidippo con pratiche e ambienti misterici, cf. B.-G. 158; G. Zanetto, Posidippo fra naufragi e misteri, in Posidippo un anno dopo 104-107. Circa mystery cult and m o ru orr mv nellepitafio per Nicostrate 43 A.-B. in relazione a uniscrizione funeraria tardoellenistica vd. ora C. Karadima-Matsa N. Dimitrova, Epitaph for an initiate at Samothrace and Eleusis, Chiron XXXIII (2003) 343; uninteressante testimonianza delle cre- denze magiche vive a Pella intorno alla met del IV secolo a.C. la defixio incisa su una tavoletta di piombo di recente edita e commentata da E. Voutiras, DIONUSOFWNTOS GAMOI. Marital Life and Magic in Fourth Century Pella, Amsterdam 1998. 194 BENEDETTO Diversa la funzione che gli strumenti della tessitura assumono nei due epitafi. Se nellepigramma per Egedice, analogamente a quanto avviene in quello per Nicomache (55 A.-B.) 24 , levocazione delle spole (xrxi or) e delle aste del telaio (gli i oto aoor) risponde alla volont di rappresentare plasticamente la definitiva assenza dello mo tramite gli og- getti ormai muti e abbandonati che erano stati compagni delle sue giornate 25 , nellepitimbio per lottantenne Maratena quegli stessi oggetti parlano di una lunga vita di fatiche e di impegno. Il riposo della morte trova perci efficace espressione nellimmagine delle mani infine sollevate dal duro e diuturno lavoro al telaio (45,1s. A.-B.) 26 : p Moo0p[vp tp io]r i o o vr aouor K_ [.....]o_ ou v yp oi [oram ]v ri o o ` i otoao o[mv. A fronte della scarsa fortuna letteraria di i oto aoor, particolarmente in poesia 27 , interessante rilevarne varie attestazioni in papiri documentari, che confermano la connotazione tecnica del vocabolo ricavabile dalle testimonianze dei grammatici 28 . In 45 A.-B. e in Antip. 24 Appunto il procedimento dellevocazione degli oggetti che parlano della morta accomu- na gli epigrammi per Egedice e per Nicomache, nel quale anzi pi accentuatamente linteresse del poeta sembra indirizzarsi, pi che sulla giovane Nicomache, sul contesto che la circonda, come nota R. Pretagostini in Posidippo un anno dopo 127, opportunamente altres richiamando la Silvia leopardiana, in particolare i vv. 47s. (N teco le compagne ai d festivi / Ragionavan damore). Il confronto non si limita a esteriore coincidenza di sensibilit poetiche separate nel tempo e nei luoghi, ove si ricordi a proposito di A Silvia, vv. 7-10 e soprattutto 20-22 (Porgea gli orecchi al suon della tua voce / Ed alla man veloce / Che percorrea la faticosa tela) il rifarsi dei commentatori alla Circe di Verg. Aen. VII 12 e 14 (nonch a Georg. I 293s.), per cui natu- ralmente come per Posidippo del resto sono da tener presenti i precedenti omerici. 25 Cos concorrendo a fissare il silenzio di Egedice, su cui ora con osservazioni e proposte Battezzato 2003, 31-33. 26 Cf. Magnelli 2004, 26s. 27 Limitata, oltre che allepigramma antipatreo, a un frammento dei Bassarica di Dionisio trasmesso da Steph. Byz. s.v. Aooovi o (p. 220,1-4 Meineke), citt r v0o tr ar ao yuvoi xr `A0pvoi p i o tpti / ou tp o xoxo moiv r ` i otoao omv tovu ouooi, / ou tp o o` r too v tr <xoi r i otm v> r u oovto, dove le donne per volont di Atena in un sol giorno tessono i pepli tendendoli sulle braccia del telaio, e nello stesso giorno li tagliano e li tolgono dai telai (fr. 2 Livrea). 28 Dopo P.Oxy. II 264, segnalato in LSJ 9 , gli i oto aoor sono emersi in altri simili testi documentari (P.Oxy. XXXVI 2773,13; P.Stras. 628,7; P.Oxy. Hels. 34,4): si tratta di contratti del I e II sec. d.C per la vendita o luso di telai dove vengono menzionate le parti che li costituiscono. Tra esse appunto i oto aoor ou o, da intendersi come le aste verticali (side beams) reggenti la struttura del telaio, su cui C. Daremberg-M.E. Saglio, Dictionnaire des antiquits grecques et romaines, s.v. Textrinum, V/1, Parisiis 1900, 165b; Crowfoot 1936, 37 e 46; S. Calderini, Ricerche sullindustria e il commercio dei tessuti in Egitto, Aegyptus XXVI (1946) 15 e 28; R.J. Forbes, Studies in Ancient Technology, IV, Leiden 1964, 206 e 224; per raffigurazioni vascolari di telai verticali, a partire da un piatto cipriota di et tardo-geometrica, riferimenti in M. Aspris, BJ CXCVI (1996) 7 con nn. 33 e 34, mentre sul warp-weighted vertical loom nel mondo romano J.P. Wild, Textile Manufacture in the Northern Roman Provinces, Cambridge 1970, in part. 61- 68. Rappresentazioni recenti di un warp-weighted loom con la corrispondente terminologia greca 195 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo Sid. AP VII 424 essa vale a definire la virtuosa esistenza delle due donne, conforme a quel modello penelopeo caratterizzante la grande maggioranza degli elogi femminili noti dal- lepigrafia funeraria 29 . In AP VII 424 il disvelamento dei simboli finalizzato appunto alla lode di Lisidice. Alla voce interrogante, che si stupisce come tra le figure sulla tomba manchi proprio ci che possa riferirsi alle opere della conocchia e del telaio (to t` p oxo to r yo to 0` i otoao omv), la defunta prontamente risponde indicando limmagine che ne pro- clama le tradizionali virt femminili: il gallo, che rappresenta il notturno levarsi di Lisidice per lavorare la lana (HE 376 to v r v o vryor vov r aot` ri io vu xtro o vi) 30 . Quasi a replicare pi prontamente alla sconcertata osservazione del passante circa limpropriet dei simboli raffigurati per la tomba di una donna, nella spiegazione data dalla defunta quello il simbolo trattato per primo, bench fosse lultimo di cui la voce esterna aveva chiesto conto. Che la lana rimandi alloperosit femminile risulta con tutta evidenza da epigrafi e rilievi funerari 31 , ed affermato esplicitamente nellantipatreo AP VII 423 = 28 G.-P. nei cui primi due distici si elencano, illustrandone il significato, le figure presenti sulla stele (una gazza, una coppa, un arco, della lana, la fascia della mitra): to v r v o ri aou u0ov, o ri o ov, m r vr, xi ooo o ori, to v or r 0o ou vtoov o or xu i, to v Kp ooov or to to o, to o` ri io to v ioryo v, o voro o` ou i to to v aoioxo toov. I simboli sono dunque intesi a ricordare Bittide quale cretese, operosa, morta in et canuta, ma anche incline alla loquacit eccessiva e al bere. Lepigramma pu vedersi come ripresa e rielaborazione di AP VII 455, di Leonida di Taranto (68 si possono trovare negli articoli di E.J.W. Barber, The peplos of Athena (in J. Neils [ed.], Goddess and Polis. The Panathenaic Festival in Ancient Athens, Princeton, N.J. 1992, 109) e di A. Pekridou- Gorecki, Textilherstellung, in NP XII/1 (2002) 225. 29 Limmense majorit des femmes [] tiennent toutes plus ou moins de Pnlope (Vrilhac 1985, 90; cf. inoltre 111); utile anche la documentazione discussa da . Martnez-Fernndez, La mujer en los epitafios mtricos de Creta de poca helenstica, Fortunatae IV (1992) 119-150. 30 Con parole quasi identiche la connessione tra povert e levarsi al canto del gallo ritorna nellepitafio da Meleagro dedicato ad Antipatro, pur esso costruito sullinterpretazione dei simboli che compaiono sulla stele del poeta: ao or , ti i to o tu o; r aiar ari o voi arvim , / o vi0o xoyyoi vuxto o vryor vm . / ou ooxr m oxo atov yo o voi vrtoi (AP VII 428,7-9 = HE 4666-4668). 31 Cf. J. Pircher, Das Lob der Frau im vorchristlichen Grabepigramm der Griechen, Innsbruck 1979, 55 (a proposito delliscrizione apposta alla famosa stele di Menofila, da Sardi, del II sec. a.C., dove il to oo, il canestro dove riporre la lana, appunto indicato come ru to xtou o` o rto ... o vuo [= GV 1881 e SGO I 04/02/11]); Vrilhac 1985, 91-96 (con losservazione che la rappresentazione di donne intente alla rocca assai pi frequente sulle stele dellAsia Minore e dellOriente greco che dellAttica); Kosmopoulou 2001, 300-302. 196 BENEDETTO G.-P.), epitafio in trimetri giambici per lubriacona Maronide 32 . A proposito di to o` riio tov ioryov 33 sono stati altres opportunamente indicati precedenti omerici, in particolare la figura dellumile filatrice che compare in una famosa similitudine del libro XII dellIliade (vv. 433-435): o ` r ov m tr to ovto yuvp rvp ti o p0p , p tr oto0o v r ouoo xoi ri iov o i o vr xri i oo ouo`, i vo aoioi v o rixr o io0o v o ptoi. Il termine rvp ti, presente in Apollonio Rodio e poi pi volte nella poesia ellenistica 34 , ritorna anche nel Posidippo milanese 35 , nellepitimbio che immediata- mente segue quello per la donna di Marato. Lep. 46 A.-B. dedicato anchesso a una vecchia, Boti , che ha passato la vita al servizio di Atenodice badando ai bambini e ai lavori domestici: ypu r ym rvp ti r ai rr rooiv r yp mv, io0i o mxoi xp Boti `A0pvooi xp, ri io aoioru ouoo xori v xoi vp oto i toi aoixi o xoi tptm v ar yoto xrxuo mv oi o` p op 0oo mv r ai vu iov ou oo v i ou ooi tp v vo0pxoo ov ypu v r 0oatov r r . 32 A una Maronide, vecchia ioxpto e orioo, dedica un epigramma lo stesso Antipatro di Sidone (AP VII 353 = 27 G.-P.), che Gow-Page dispongono immediatamente prima della serie dei cinque epitafi enigmatici: si pu pensare che esso abbia perso nel corso della storia della tradizione la posizione originariamente assegnatagli da Meleagro, who likely grouped it either with Antipaters other riddle epitaphs or with the Leonidas poem it varies (Gutzwiller 1998, 272 n. 87). 33 Frequente lattributo ioryo /io ryo nelle epigrafi funerarie femminili: cf. P. Herrmann, Gevra" qanovntwn. Totenruhm und Totenehrung im stdtischen Leben der hellenistischen Zeit, in AA.VV., Stadtbild und Brgerbild im Hellenismus. Kolloquium, Mnchen, 24. bis 26. Juni 1993, Mnchen 1995, 192 e n. 20. 34 Parimenti in una similitudine la yuvp ... rvp ti di Ap. Rh. III 291ss., dove cos detta una filatrice che vive del suo diuturno lavoro ai tooop io r yo. Su rvp ti (a proposito di o voo / rvp trm di AP VII 507,1s.) Magnelli 1999, 264; su lana e tessitura nella poesia ellenistica cf. E. Livrea (infra n. 51) ad Ap. Rh. IV 1062ss.; L. Lehnus, Ecale e la lana, ZPE XCV (1993) 6; C. Neri, Studi sulle testimonianze di Erinna, Bologna 1996, 144ss., 183s.; K. Spanoudakis, Philitas of Cos, Leiden-Boston-Kln 2002, 195 e ora i molteplici riferimenti in Neri 2003 (e.g. 47s., 196, 396; su rvp ti 330). 35 Non fu invece ripreso da Leonida, come ebbe a notare Marcello Gigante trattando del realismo di Leonida a proposito della vecchia filatrice Plattide (p ypu arvi pv Hot0i o uvor vp) di AP VII 726: cf. Gigante 1971, 85s. (cos, in un contesto pieno di Ares, compare una filatrice, creatura destinata ad avere un ruolo nel mondo poetico di Leonida. Omero la chiama rvp ti); il passo omerico e quello leonideo sono richiamati a proposito di Antip. Sid. AP VII 423,3 to o` ri io to v ioryo v da M.L. Chirico, Topoi ed imitazione in alcuni epigrammi di Antipatro Sidonio, AFLN n.s. IX (1978-1979) 20. 197 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo Soprattutto se letto in stretta connessione con lepigramma che lo precede, per la vecchia Maratena, dato rilevare nellepitafio per Boti una serie di elementi che trovano riscontro in immagini e scelte espressive di Antipatro di Sidone. Interes- sante in primo luogo la menzione della rvp ti omericamente associata allas- siduo lavorare la lana, con ri io in posizione di rilievo in principio di verso, collocazione di cui lAnthologia offre un solo altro esempio nellanatematico AP VI 250,5 = PG 787 ri io tr ooo rvto xoi r xuovo tio oi tpv (Antifilo), mentre uniche altre occorrenze della forma ri io nellAnthologia sono i due citati luoghi antipatrei AP VII 423,3 = HE 364 e AP VII 424,7 = HE 376, entrambi da epigrammi sepolcrali dedicati a donne. Ad AP VII 423, in memoria di Bitti , ci riporta in particolare il secondo distico dellappena citato 46 A.-B., lepitimbio per Boti 36 ri io aoioru ouoo xori v xoi vp oto i toi aoixi o xoi tptm v ar yoto xrxuo mv 37 dove lesametro disegna la vita della defunta come serrata tra ri io e i toi, con soluzione accostabile alla disposizione chiastica dei due termini scelta invece, e con analogo effetto, da Antipatro (AP VII 423,3s. = HE 364s.): to v Kp ooov or to to o, to o` r i i o to v ioryo v, o voro o` ou i t o to v aoioxo toov. 1.2. Il telaio e la dedica. Ma xrxuomv di 46,4 A.-B., polisillabico genitivo plurale in clausola al pari di i otoao o[mv dellepigramma precedente, che ancora 36 Oltre che nel gi visto (supra n. 32) caso di Maronide in AP VII 353 = 27 G.-P. rispetto a Leon. Tar. AP VII 455 = 68 G.-P., la ripresa da parte di Antipatro di nomi presenti nei suoi modelli si riscontra ad es. in AP VII 164 = 21 G.-P. Hpm (come Leon. Tar. AP VII 163 = 70 G.-P.) e AP VI 287 = 52 G.-P. Biti p e Bi ttiov (come Leonida AP VI 286 = 40 G.-P., vd. anche Bi tivvo in Antip. Sid. AP VI 206 = 6 G.-P.), cf. Tarn 1979, 124 n. 25. Per la forma Bitti o Botti del nome della donna cantata da Filita secondo Hermesian. fr. 7,77 Powell (verso per cui una diversa lettura propone ora F. Angi, SemRom V/1, 2002, 51-53) vd. Spanoudakis, Philitas of Cos cit., 31s., incline a ritenere that the proper forum for a Bittis would be the epigram and that she might have been celebrated as an hetaera in some of Philitas epigrams (alla pertinenza di Bittide a brevi carmi elegiaci di contenuto erotico e di mbito epigrammatico pensa anche L. Sbardella, Filita. Testimonianze e frammenti poetici, Roma 2000, 56). 37 La correzione aoi<xi o x>oi degli editori principi a fronte di aoiaoroi del papiro; E. Livrea, Critica testuale ed esegesi del nuovo Posidippo, in Posidippo un anno dopo 63 propone a<o>iaor oi<>, da concordarsi con i toi, e traduce il distico insegnando a trattare la lana ed i fili per le variopinte fasce, intrecci di traforate cuffie. Sulle tecniche e la terminologia riguardante colorazione e decorazione dei tessuti nellEgitto di et ellenistica molte informazioni in M. Mossakowska-Gaubert, Tissus colors et dcors exports dgypte au premier sicle ap. J.-C. (daprs le Periplus Maris Erythraei), Topoi(Lyon) X/1 (2000) 289-318. 198 BENEDETTO consente di evocare versi antipatrei. Se nellAnthologia la chiusa ar yoto xrxuo mv trova un esatto corrispettivo solo nel pentametro finale di un epigramma amatorio di Agazia (AP V 276,10) 38 , ad Antipatro di Sidone dobbiamo la menzione pi frequente (tre volte, sempre in clausola di pentametro: HE 201, 611, 651) del par- ticolare copricapo femminile a reticella ora riemerso tra i versi del nuovo Posidippo. La forma xrxuo mv compare in Antip. Sid. AP VI 219,4 = HE 611, dove il molle nodo di tramata rete (o m tr otratm v o oti xrxuo mv, trad. Pontani) bizzarro attributo di un eunuco, effeminato sacerdote di Cibele, in un lungo epigramma la cui attribuzione al Sidonio motivabile con ragioni di contesto e di stile 39 , mentre peraltro pi interessante lattestazione del vocabolo offerta (in accusativo) da AP VI 206,4 lunico dei suddetti tre luoghi proveniente da un epigramma esplicitamente ascritto ad Antipatro di Sidone. Sino alla pubblicazione di P.Mil.Vogl. VIII 309 la pi antica presenza di xrxu oo in mbito epigrammatico si aveva in un breve anatematico di Nosside (AP VI 275 = 5 G.-P.), dove esso offerto da una giovane ad Afrodite 40 , analogamente a quanto in AP VI 206 compie Filenide, una delle cinque amiche che dedicano allUrania oggetti e monili di quotidiana femminilit. Tra essi appunto la cuffietta traforata, elaboratamente descritta da Antipatro in due versi di compiaciuta, fenicia sovrabbondanza 41 (HE 200s): 38 Mentre il solo xrxuo mv in clausola si ha in Paul. Sil. AP V 270,2; Paolo Silenziario fa uso del termine altre due volte (AP V 260,1 xrxu ooi oi yyouoi trp v ti o; tp xooi oi otm e AP XVI 78,2 u oro xrxuo oi o otuo xuor vp). Lampiezza delle riprese dai poeti della Corona di Meleagro ad opera di Agazia e del suo circolo notata da Cameron 1993, 24 e risulta con tutta evidenza dal ricco apparato di fonti e loci similes nelle edizioni degli epigrammi di Paolo Silenziario (Torino 1963) e di Agazia (Milano 1967) curate da G. Viansino. 39 Dubitanter accettato come sidoniano da Gow-Page (HE II 84), mentre assai pi convinto e asseverativo era il giudizio in tal senso di Setti 1890, 67, che anche passa brevemente in rassegna le varie opinioni dei dotti da Brunck in poi; data per sicura lattribuzione al Sidonio in Argentieri 2003, 44 e 79. Lepigramma parte di una serie di quattro (AP VI 217-220) intesi a variare il tema The lion and the Gallus, su cui H. White, Essays in Hellenistic Poetry, Amsterdam 1980, 69-78: corrispondenze di passi di Nonno con lepigramma antipatreo per leunuco frigio mette in luce C. De Stefani, Note a quattro epigrammi dellAntologia Greca, SIFC s. 3 XIV (1996) 200-203, rilevando la confidenza di Nonno con la produzione di Antipatro. 40 Cf. AP VI 275,2 = HE 2808 o v0ro xrxu oov to vor ori v Eou 0o ( Samita unetra come Poliarchide in AP IX 332 = 4 G.-P., altro epigramma di Nosside per dedica ad Afrodite? Cf. Degani 1977, 276s.); sul xrxu oo O. Specchia, Nosside, Rudiae V (1993) 22. Da tenere presente anche AP VI 280,2 = HE 3827 ooi ov to v tr xo o u too xrxu oov, epigramma anonimo in passato variamente attribuito ad autori del III secolo (Leonida, Teodorida) e comunque ascrivibile a un firmly Meleagrian context (Gow-Page). 41 Per una scuola fenicia cui, insieme al Sidonio, ascrivere Meleagro, Filodemo e Archia si veda Degani 1977, 293ss. (ed E. Degani, Lepigramma, in G. Cambiano-L. Canfora-D. Lanza [edd.], Lo Spazio Letterario della Grecia Antica, I/2, Roma, 1993, 221ss. = Filologia e storia cit. 620ss.); sul background semitico riflesso nel meleagreo AP VII 419 si sofferma M. Luz, Salam, Meleager!, SIFC s. 3 VI (1988) 222-231. 199 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo to v or ioao yxtoio xo o oiyxtp o ioivi oato v o o aoip o v0roi xrxu oov 42 . Mentre le altre due ricorrenze di xrxu oo attribuibili al Sidonio (AP VI 219,4 = HE 611 e AP VII 413,4 = HE 651) appartengono ad epigrammi in cui la femminilit del tema suona paradossale 43 , AP VI 206 per intero coincide con lelencazione delle verginali offerte alla dea da parte delle cinque ragazze, sviluppata dal poeta s da farne una tra le numerose rielaborazioni delle celebri dediche di Leonida di Taranto cariche di arnesi e manufatti e molteplici dedicanti: dai tre fratelli che consacrano a Pan tre diverse reti per altrettanti differenti tipi di caccia (AP VI 13) alle amiche o alle sorelle che ad Artemide o Atena fanno voto dei prodotti e degli strumenti delle loro fatiche al telaio (AP VI 286 e 288-289). Proprio AP VI 206 consente di estendere ad un altro gruppo di testi antipatrei, gli anatematici modellati sul canto degli strumenti di lavoro di Leonida 44 , le osservazioni sin qui condotte circa possibili rapporti tra epitimbi del nuovo Posidippo (segnatamente 45 e 46 A.-B.) ed epitafi enigmatici di Antipatro. AP VI 206 posto da Gow-Page a conclusione di una piccola serie di tre o vo0potixo , tutti al fem- minile e con esplicita attribuzione al Sidonio 45 . Si trova cos preceduto da AP VI 160 = 4 G.-P. e da AP VI 174 = 5 G.-P., due epigrammi ispirati a Leonida di Taranto nel lessico e nel tema, offerte femminili di strumenti della tessitura 46 . Chiara vi 42 La forma ioao yxtoio congettura di Hecker accolta da Gow-Page a fronte del trdito ioar xtoio, difeso da Dilthey contro lintervento heckeriano (cf. Setti 1890, 27 n. 1) e con- servato nelled. Waltz; strettamente legato a questo di Antipatro il seguente, AP VI 207, di Archia, dove nella dedica seriale di cinque amiche che sapprestano alle nozze ancora compare un xrxu oov. Iscrizioni conservanti inventari di templi spesso menzionano vesti date in dono a Era o ad Artemide, verosimilmente not the work of professional artisans but the best quality samples produced by devout women, which had been presented to the goddess to signify the successful (thanks to divine support) transition to the next stage of the life-cycle (M. Kleijwegt, Textile manufacturing for a religious market. Artemis and Diana as tycoons of industry, in W. Jongman-M. Kleijwegt [edd.], After the Past. Essays in Ancient History in Honour of H.W. Pleket, Leiden-Boston-Kln 2002, 105s.). 43 Giacch vi compaiono nel primo il gi citato eunuco femminilmente abbigliato e nellal- tro Ipparchia, la quale scegliendo la vita forte dei Cinici rifiuta capi tipici dellabbigliamento femminile come appunto il xrxu oo (lattribuzione ad Antipatro di Tessalonica nel mano- scritto Palatino da parte del correttore C normalmente rifiutata: cos anche Argentieri 2003, 16 n. 14). 44 La suggestiva definizione di Gigante 1971, 22, cui si deve una rinnovata attenzione agli epigrammi dedicatori di Leonida consistenti in elenchi di strumenti di lavoro offerti alle divinit; sulla fortuna del motivo G. Viansino, Paolo Silenziario. Epigrammi, Torino 1963, 31-34; G. Pfohl, Inschriften in der Anthologia Graeca, Euphrosyne n.s. II (1968) 157s. e ora Magnelli 1999, 275s.; Rossi 2001, 131ss.; Argentieri 2003, 76. 45 Per lassenza in P di unesplicita ascrizione al Sidonio di AP VI 174 (ricavabile da Planude) vd. HE II 37. 46 Le dediche sono ad opera della giovane Telesilla e di tre sorelle nei due epigrammi di Antipatro, ad opera di quattro e tre sorelle rispettivamente in Leon. Tar. AP VI 288 = 41 G.-P. 200 BENEDETTO lintenzione di rivaleggiare con le perifrasi che Leonida dedica alla xrxi , larmo- niosa spola del telaio 47 , da Antipatro riproposta in AP VI 174,5 xrxioo o` ruaoiptov, o poo vo to v r v r i 0oi nonch nellincipit del primo dei tre anatematici ora ricor- dati (AP VI 160,1s. xrxi oo to v o 0ivo rioovi omv o o mvo / raor vov, i otm v Hoo oo o xuo vo). Levocazione della xrxi vale dunque quale senhal, non lunico, della variatio/aemulatio esercitata dal Sidonio sui due epigrammi di Leonida: funzione non diversa parrebbe svolgere in rapporto al nuovo Posidippo la presenza in Antipatro di i oto aoor e xrxu ooi. In Antip. Sid. AP VI 160 e VI 174, come nel modello leonideo AP VI 288, la xrxi compare in quanto r i s u o - n a sul telaio 48 . Lo stesso valore proprio anche delle tre menzioni della xrxi in P.Mil.Vogl. VIII 309, tutte negli epitymbia: nellepigramma per la vecchia di Marato (45,3s.) e in quelli per le giovani Egedice (49,3s.) e Nicomache (55,1s.) la dimen- sione sonora del lavoro al telaio vale a ricreare nel ricordo, in passi tra loro simili 49 , unatmosfera di raccolta operosit femminile che tra gli esiti poeticamen- te pi felici della sezione sepolcrale, e che risulta non priva di paralleli nellmbito della migliore epigrammistica funeraria nota dalle iscrizioni 50 . e VI 289 = 42 G.-P. Ai due epigrammi leonidei fa cenno un recente contributo di difficile accesso: N. Bustos, La figura de la mujer en tres epigramatistas del perodo helenstico: Calmaco, Asclepades de Samos y Lenidas de Tarento, Stylos (Buenos Aires) XI (2002) 27-41. 47 Cf. AP VI 288,4s. to v o tio xivor vov / xrxi oo, to v i otm v oao tioo e AP VI 289,5s. o o` oo tov ratmv ruotiov ryotiv iotmv, / xrxioo, tov rrmv Hovroao uoxo. 48 Letimo stesso di xr xriv pare potersi ricondurre al risuonare [...] della xrxi sul telaio, cf. Restani 1995, 97s.; V. Raimondi, QUCC n.s. LXVI (2000) 138ss. Interessante perci ora riscontrare la presenza di xr xriv accanto alla xrxi anche in 45,3s. A.-B. r ti xr oi or iyr[i oi / xrxi oi r[ator ov] otp ovo ouvo_ r _[vp (in Antip. Sid. AP VI 174,5s. = HE 194s. si ha x r x i o o o` ru aoi ptov, o poo vo to v r v r i 0oi, / Boxui r u x r x t o u o oir xivr i tou). Anche richiamandosi per confronto allarcaica struttura dei telai scandinavi conservatasi sino a epoche recenti cercano di determinare lesatta funzione della xrxi nel telaio greco gli articoli (ricordati anche dalla Restani) di M. Landercy, La destination de la KERKIS dans le tissage en Grce au IV e sicle, AC II (1933) 357-363 e soprattutto di Crowfoot 1936, 36-47: 44-46; per le attestazioni papiracee vd. E. Wipszycka, Lindustrie textile dans lgypte romaine, Wroclaw-Warszawa-Krakw 1965, 53 n. 13. 49 Vicini nelle soluzioni espressive 45,2-4 e 49,3s. A.-B., mentre evidenti analogie tematiche accostano gli epp. 49 e 55. R. Pretagostini propone di intendere ao r m ov / xrxi oo di 55,1s. A.-B. non al suono della spola mattutina (cos sia B.-G. che A.-B.) ma presso la spola mattu- tina, cio al mattino, stando al telaio (Lepigramma per Nicomache, in Posidippo un anno dopo 125): peraltro proprio il legame tra mattutinit e musicalit della spola connota passi come AP VI 160,1s. = HE 182s. xrxioo tov o0ivo riooviomv oo mvo / raorvov, iotmv Hoooo o xuo vo e AP VI 247,1 = PG 2781 xrxi oo o 0oo oioi rioo oiv ri xrom vou (cf. Magnelli 2002, 16 n. 6; F. Ferrari, Nicomache al telaio, SIFC s. 4 I, 2003, 219s.). 50 Cos nellepitafio di et ellenistica per Plauta GVI 758, dove, al pari di quanto troviamo negli epigrammi per Egedice e per Nicomache, il silenzio del telaio e dei suoi strumenti (tra cui la xrxi ), per sempre abbandonati dalla donna, icasticamente ne rappresenta la morte (o xr o o` r v oxoti p apvi ooto xoi o o ou tm / xrxi o ou aivutp xri toi r a` p oxo tp ): unanalisi 201 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo A 45,4 A.-B. xrxi oi r[ator ov] otp ovo ouvo_ r _ [vp in particolare affine Antip. Sid. AP VI 174,2, verso in chiusura del distico che annunzia la dedica a Pallade di oggetti della filatura (un cesto, una rocca, una xrxi ) da parte delle coetanee Dem, Arsinoe e Bacchilide (HE 190s.): Hoo oi toi tioooi 0r oov o ixr i oov o o vo tru oi rator ov oto ov` r aioto rvoi. Di ratoro riferito a tessuti vi sono esempi in Apollonio Rodio 51 , e soprattutto in Nonno 52 e in Gregorio Nazianzeno, cui anche dobbiamo lunica altra occorrenza dellaggettivo in contesto tessile nellAnthologia Graeca (VIII 105,4 or xoi opmv vpoto ratoro) 53 . Il nesso ratorov otoovo (otpovo Planude) di Antip. Sid. AP VI 174,2 = HE 191 trova un esatto corrispettivo solo in P.Mil.Vogl. VIII 309, c. VII 27 (= 45,4 A.-B.) r[atorov] otpovo, s da indurre a ritenere verosimile la dipendenza di Antipatro dal verso del Posidippo milanese, al quale gli epigrammi antipatrei sono del resto spesso accomunati da quel gusto per la poesia degli ogget- ti proprio in generale della poesia epigrammatica ma particolarmente evidente nei componimenti rivelati dal nuovo rotolo 54 . Proprio in Antip. Sid. AP VI 160,5s. = HE 186s. xoi apvo xoi tovor ipoxotov xoo0ioxov / otoovo ooxptou xoi touao uoxo anatematico che nel ricordare lofferta di Telesilla (o ioryo) a Pallade (rioxomv ... oroaotioi) si apre con la menzione della canora xrxi mattutina 55 si ha peraltro lunica altra presenza di otpmv/otomv nellAnthologia 56 . dellepigramma e del rilievo che laccompagna, dove pure sono riconoscibili xrxi , apvi ooto e p oxo tp, in C. Breuer, Reliefs und Epigramme griechischer Privatgrabmler. Zeugnisse brgerlichen Selbstverstndnisses vom 4. bis 2. Jahrhundert v. Chr., Wien 1995, 90-94. 51 Cf. Ap. Rh. III 874s. (rator ou / itm vo) e IV 169 (rator m r ovm ), su cui la nota di Livrea (Apollonii Rhodii Argonauticon liber quartus, introd., testo crit., trad. e comm. a c. di E. L., Firenze 1973). 52 Pi volte nelle Dionisiache, cf. XI 506 e XLII 449 (rator oio oi` ri oto), XVIII 215 (vp oti rator m ), XXXIV 279s. (oio ar aou / rator ou), XXXVII 711 (rator ov ... i tov). 53 Quasi identici altri due luoghi dei Carmina del Nazianzeno, PG XXXVII 1370,3 e 1453,11s.; in PG XXXVII 901,5s. si ha ou aou uoo / r o0p , rator mv ooi ooo r yo i tmv. Sono tutti passi in cui deprecato il lusso di vesti e abbigliamento. 54 Come mette in rilievo G.O. Hutchinson, The Catullan corpus, Greek epigram, and the poetry of objects, CQ LIII (2003) 215. 55 Nel distico pi volte citato: xrxi oo to v o 0ivo rioovi omv o o mvo / raor vov, i otm v Hoo oo o xuo vo (HE 182s.). 56 Non omerica, otp mv/oto mv parola assai rara nella poesia non drammatica. Compare in Esiodo (Op. 538 otp ovi o` r v aou m aop v xo xo pu ooo0oi: die technischen Wrter stehen hier zuerst, Hesiodos Erga, erklrt von U. v. Wilamowitz-Moellendorff, Berlin 1928, 105, ad l.), mentre in Batr. 183 si ha r x ooo vp ratp xoi otp ovo rato v r vpoo/r oyo (parla Atena), verso sulle cui difficolt vd. R. Glei, Die Batrachomyomachie. Synoptische Edition und Kommentar, Diss. Kln 1984, 167s.; oto ovo in [Bion] II (Epith. Ach. et Deid.) 24 con- gettura dello Scaligero. 202 BENEDETTO Il vocabolo riemerge in Nonn. D. XXIV 257s. outootoi or / otpovr rpyvuvto aouvorvoio itmvo, nella scena che vede Afrodite maldestramente alle prese con il telaio 57 , dove la ricchezza di termes techniques recherchs ha fatto pensare al curatore della recente edizione delle Belles Lettres che il passo sinspire sans doute dune source potique perdue e che per tale tipo di lessico sia opportuno rifarsi appunto agli anatematici che si stanno qui considerando (Arch. AP VI 39; Antip. Sid. AP VI 160; Antip. Sid. AP VI 174; Philipp. AP VI 247; Leon. Tar. AP VI 288 e 289) 58 . 1.3. Il telaio e letra. Per vari motivi notevole anche la chiusa di AP VI 174, dove mediante il topos dellapostrofe al passante Antipatro rivela il significato da attribuirsi alle offerte delle tre donne, che cio ciascuna scelse di condurre senza biasimo la vita guadagnandosela con il lavoro delle mani (HE 196s.): m riv yo oi o aovto o vri oro ri r0` r xo oto, ri vr, to v r x rim v o vur vo i otov. Se in AP VI 288 e 289, gli anatematici di Leonida cui si rif AP VI 174, motivi della dedica da parte delle offerenti sono rispettivamente il desiderio di ottenere la pro- tezione di Atena e la decisione di ritirarsi dai lavori al telaio (i travagli di Atena, `A0ovoi o aouoo rvoi xoo tmv) 59 , spicca nellepigramma antipatreo, come nota- no Gow e Page, a determination to earn an honest living 60 , lorgoglio di una vita povera ma onesta debitrice solo alla fatica del lavoro di ogni giorno: la vita di Boti , la rvp ti protagonista di quellep. 46 A.-B. che la singolare mediazione dei versi di Antipatro di Sidone (soprattutto in AP VII 423s. e AP VI 174) lega in una rete di nascosti rimandi allepigramma che lo precede in P.Mil.Vogl. VIII 309. Val la pena anzi aggiungere che mentre AP VI 203 = PG 3134 (Filippo) p ypu p rvpti, p yuip aooo fornisce a livello lessicale tra gli epigrammi dellAnthologia un interessante parallelo per lincipit ypu r ym rvp ti r ai rr rooiv r yp mv (46,1 A.-B.) 61 , al verso posidippeo da accostarsi piuttosto rvp to in AP VI 57 Cf. D. Gigli Piccardi, Afrodite al telaio. Una leggenda cipriota in Nonno, MH LVIII (2001) 169-175. 58 N. Hopkinson in Nonnos de Panopolis. Les Dionysiaques. Tome VIII: chants XX-XXIV, Paris 1994, 276; su ipo xoto in Nonno e in Antip. Sid. AP VI 160,5 la nota di H. Frangoulis a Nonn. D. XXXVII 630 (Nonnos de Panopolis. Les Dionysiaques. Tome XIII: chant XXXVII, Paris 1999, 98). Gi si osservata, e ancora si osserver, lutilit di porre i textilia delle Dionisiache di Nonno in relazione a termini e immagini del mondo della tessitura in Antipatro (e nel nuovo Posidippo); per Nonno e Antipatro vd. supra n. 39. 59 Sulluso dei verbi p ym e aou ooi negli epigrammi consistenti in dediche di strumenti da parte di chi per vecchiaia si ritira dallattivit svolta vd. H. Khn, Topica epigrammatum dedicatoriorum Graecorum, Diss. Vratislaviae 1906, 61; Gutzwiller 1998, 93 n. 114. 60 HE II 38, ad l. Per iscrizioni epigrammatiche dove sono menzionati les instruments de travail que tisseuses et fileuses consacrent Athna, vd. Vrilhac 1985, 93s. 61 Meno significativo rvp ti in AP IX 276,2 = PG 2043 (Crinagora). 203 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo 39,7 = PG 3626, da un epigramma di Archia chiaramente esemplato sulle dediche antipatree di strumenti della tessitura. L il distico finale oi r oov rvp to i ov opvoio v, `A0o vo ao tvio, tou 0` oi ooi ooi 0r oov r yo tior con il riferimento al diuturno lavoro manuale delle tre sorelle 62 riecheggia da presso la conclusione di Antip. Sid. AP VI 174, dove la vera offerta delle tre amiche come il ragno capaci di lavorare il delicato ordito (ioov oovo / truoi ratorov oto ov` r aioto rvoi) appare lintera loro vita guadagnata con la fatica delle mani (to v r x rim v o vur vo i otov), al pari appunto dellesistenza trascorsa dalla rvp ti Bats nel badare alle bambine della padrona insegnando loro a trattare la lana e i fili per le fasce / variopinti (46,3s. A.-B.). Ad intendere il distico finale di Antip. Sid. AP VI 174, pi ancora che il modello delle dediche leonidee per necessario considerare un particolare gruppo di epigrammi anatematici, il cui tema una specifica indagine di S.L. Tarn, anni fa, compendi nella formula The weaver who turns hetaera, esaminandone in partico- lare cinque (AP VI 47s. e VI 283-285) 63 . Riconosciuti di origine meleagrea sin dal XIX secolo 64 , sono accomunati dal presentarsi quali dediche di strumenti del pro- prio lavoro da parte di tessitrici che intendono diventare prostitute 65 abbandonando il duro servizio di Atena a favore della pi remunerativa sequela di Afrodite. 62 Si noti che la Suda ( 208), trattando di rvp ti (p o, p o ao rim v m oo) e rvp tp, cita appunto AP VI 39,7 oi r oov rvp to i ov opvoio v, `A0o vo (r v `Eaiyo ooiv, IV 798,21s. A.). 63 Cf. Tarn 1979, 115-131 (Dedicatory epigrams: the weaver who turns hetaera) e B.-G. 181, ad IX 24. 64 Sono ascritti alla Corona di Meleagro nelle tabelle di Weisshupl, 3 e 5; Gow-Page pur accogliendo VI 46-48 rimangono dubbiosi circa lorigine meleagrea (cf. HE II 35 e 578). Il primo esplicito tentativo di recuperare dallAnthologia Graeca le serie originali delle raccolte di Meleagro e di Filippo risale, sulle orme di osservazioni di Jacobs (e di Brunck), a un programma accade- mico di F. Passow (De vestigiis coronarum Meleagri et Philippi in Anthologia Constantini Cephalae, Vratislaviae 1827 poi in Francisci Passovii Opuscula academica, disposuit N. Bachius, Lipsiae 1835, 176-197), che dapprima dava un elenco di epigrammi riconoscibili in base ai nomi degli autori come antiquorum tantum et a Meleagro ipso laudatorum poetarum flores (179: si tratta di AP V134-215; VI 109-163, 262-313; VII 406-529, 646-665; IX 313-338, 563-569), per poi sbito riconoscere la quasi impossibilit di ricostruire lordine alfabetico (xoto otoiri ov) in cui secondo lo scoliasta del codice Palatino sarebbe stata organizzata la raccolta di Meleagro. Altre serie epigrammatiche di origine meleagrea saranno proposte nella prima parte dellarticolo di G. Weigand, De fontibus et ordine Anthologiae Cephalanae, RhM n.F. III (1845) 161-169, dove si indica tra laltro AP VI 43-53 (contra Setti 1890, 136s.). Questi primi contributi alla ricostruzione della Corona di Meleagro muovevano appunto dalla notizia data dallo scolio circa lordinamento alfabetico della raccolta, dalla fine del XIX secolo sempre pi spesso revocata in dubbio (ma vd. Luck 1967, 51s.): cf. Argentieri 1998, 17 e n. 84. 65 In anon. AP VI 283 si ha unetra che diventa tessitrice. 204 BENEDETTO Mentre in Antip. Sid. AP VI 174 la spoletta e gli altri arnesi della tessitura attestano il tributo delle tre amiche alla dea per una vita oscura e faticosa ma onesta, in AP VI 47 66 figura la vedova Bitt, che, giunta ai quarantanni, esprime la sua volont di darsi alle opere di Cipride votando ad Atena la xrxi e cos per sempre liberandosi di quellattrezzo di un mestiere da fame (ipp o rvov r yooi p) 67 . Affine allepigramma antipatreo per Bitt ladespoto AP VI 48, quasi identico nellincipit 68 , e interessante anche per il secondo distico, dove si indicano le motivazioni del gesto della donna (HE 3814s.): ao vto o aootu ooo yuvp to tr tou r v r i 0oi o 0ou xoi otuyro ovti oo i otoao vmv. I travagli delle filatrici e le odiose cure di chi tesse ripropongono la possibilit di un confronto con la dura vita al telaio della vecchia di Marato in 45,2 A.-B. ou v yp oi [oram ]v ri o o ` i o t o a o o[m v, tanto pi che i o t o a o v m v in clausola un unicum non solo tra gli epigrammi dellAnthologia 69 , al di fuori dei quali il termine ricorre quasi esclusivamente in Nonno, sempre come aggettivo (per lo pi concordato con `Aooi tp, iop p, xou p, ao0r vo). I due versi nonniani con il genitivo plurale i o t o a o v m v, cio D. V 603 xrxi oo i otoao vmv xoo tmv o aou rto xou p e XLI 306 0r oxrov i otoao vmv o arori ooto xrxi oo rim v, appartengono entrambi a passi dalle non ovvie connessioni con il lessico di 45 e 46 A.-B. 70 : mette conto osservarlo, in quanto lunica presenza degli i oto aoor (e di 66 Della cui attribuzione ad Antipatro di Sidone si spesso dubitato nonostante gli sia esplicitamente assegnato dalla tradizione manoscritta: per una rapida rassegna delle posizioni critiche, e una riconferma della paternit sidoniana, vd. ora Argentieri 2003, 213. 67 Lirridente ripresa delle dediche di oggetti connessi alla tessitura si palesa nel ricorrere delle modalit strutturali dellepigramma anatematico e in precise concordanze lessicali, con la xrxi ancora in primo piano sia per la sede in principio di esametro (AP VI 47 e 160 presentano anzi la stessa apertura nella sequenza xrxi oo + articolo + aggettivo) sia in quanto AP VI 47,1 xrxi oo tp v io oioov `A0pvoi p 0r to Bittm evidentemente condivide con Antip. Sid. AP VI 160,1s. xrxi oo to v o 0ivo rioovi omv o o mvo / raor vov, i otm v Hoo oo o xuo vo e Antip. Sid. AP VI 174,5 xrxi oo o` ru aoi ptov, o poo vo to v r v r i 0oi la stessa sensibilit per la trasformazione del vocabolario tessile in tessile-musicale (Restani 1995, 108s.). 68 La xrxi vi detta ioryo e non iooioo come in Antipatro: xrxioo tpv ioryov `A0pvoi p 0r to Bittm / o v0ro, ipp o rvov r yooi p (HE 3812). 69 Le altre due presenze del vocabolo nellAnthologia si devono a Filippo di Tessalonica, AP IX 778,3s. = PG 2668s. Ku ao / xrxi oiv i otoao voi ao vt` o aooor vp e AP VI 247,1s. = PG 2781s. xrxioo o0oooioi rioooiv rixromvou, / Hoooo iotoaovou rioitou xo oxo. Oltre che il frustulo 975 (a) PMG i otoao voi ri oxr (da Efestione) va ricordato Man. IV 422s. tru xtoo ... / i otoao vou (Manethonis et Maximi quae feruntur carmina astro- logica, ed. A. Koechly, nella collettanea didotiana Poetae bucolici et didactici, Parisiis 1862: ma il lavoro del Koechly risale al 1849/1850, cf. C. De Stefani, Eikasms XIV, 2003, 265). 70 Particolarmente nella scena di Persefone al telaio di Nonn. D. V 601-608: si confronti V 605 xrxioo iotoaovmv xootmv oaourto xoup con 45,1s. A.-B. ovraouor ... rio o` iotoaoomv, 205 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo i otoao omv) sinora nota in un testo poetico si aveva, oltre che in Antip. Sid. AP VII 424,6 = HE 375, in un frammento dei Bassarica di Dionisio, autore verso cui i debiti di Nonno sempre pi emergono 71 . Non mancano altre coincidenti scelte stilistico-lessicali tra il gruppo anatematico Weaver who turns hetaera e la sezione sepolcrale in P.Mil.Vogl. VIII 309. In 46,2 A.-B., io0i o mxoi xp Boti `A0pvooi xp, lumile esistenza di salariata della vecchia rvp ti tutta ricapitolata dallaggettivo iniziale, che trova riscontro in anon. AP VI 283,2 = HE 3820 i o0io vu v oao0i oi arvioi apvi ooto xou ri, un breve adespoto trattante di unetra costretta in vecchiaia a guadagnarsi da vivere appunto lavorando al telaio trame di mercenario tessuto (i o0io ... apvi ooto) 72 : in un contesto dunque capovolto rispetto allepitimbio in lode dellesemplare vita di Bats, ma che con esso ha in comune la tarda et della protagonista e lasprezza del lavoro salariato alle prese con lane e tessuti. Pur compreso tra gli epigrammi anatematici, AP VI 283 in realt privo di una dedica, s da far supporre che possa esserci giunto mutilo del distico iniziale 73 . Linteresse del breve epigramma consiste essenzialmente nella variazione svolta, per cui vi compare uninvecchiata etra spinta dalla povert a miseri lavori di tessitura, situazione opposta a quella che troviamo nel vicino AP VI 285 (Nicarco) dove una giovane tessitrice getta nel fuoco spolette, cestino e fili per darsi a una nuova vita al servizio di Cipride. Allusioni al mondo delle etre non sono estranee agli epigrammi sepolcrali di P.Mil.Vogl. VIII 309, come pare risultare soprattutto da 53 A.-B. L le r toi oi piangono Calliope caduta dal tetto nel corso di una aovvui 74 , in due efficacissimi distici che si lasciano accostare a quelli con lincipit di 45,4 A.-B. xrxi oi e con 45,5 A.-B. r x [xoo t]mv, nonch i tpv in clausola di D. V 605 e vp oto di D. V 608 con vp oto i toi in chiusura di esametro in 46,3 A.-B.; per Nonn. D. XLI 306 0r oxrov i otoao vmv o arori ooto xrxi oo rim v cf. ancora 45,2 e 4 A.-B. da tenersi naturalmente presente che forme del tipo aouoo rvoi xoo tmv sono frequenti tra gli anatematici dellAnthologia, almeno da Leon. Tar. AP VI 289,8 = HE 2230, in sguito variamente ripreso (cf. Gow-Page, ad AP VI 95,6 = PG 876) sino agli epigrammi di Macedonio nel VI sec. d.C., peraltro spesso indebitati a Nonno (J.A. Madden, Macedonius Consul. The Epigrams, Hildesheim 1995, 169), e che espressioni simili si ritrovano in un lungo arco di tempo anche nelle iscrizioni funerarie. Possibili relazioni tra versi nonniani, proprio dal V canto delle Dionisiache, e 15,1-3 A.-B. (lepigramma per la pietra ooxovti o citato da Tzetzes) osserva Magnelli 2004, 25 n. 1. 71 Cf. F. Vian, ZPE CXXII (1998) 71-78 e vd. supra, n. 27. 72 Connessione tanto pi notevole se, come persuasivamente suggerisce Gronewald 2003, 64, in 46,2 A.-B. va letto i o0io, da concordarsi con ri io del verso successivo. 73 Cos Gow-Page: It is somewhat surprising that the woman is not given a name, and it seems possible that a couplet is lost from the beginning (HE II 579). Secondo Tarn 1979, 128 n. 34, lepigramma trasmesso invece completo e la mancanza di dedica e nome della donna trova giustificazione proprio nel fatto che il vero interesse dellepigramma si concentra in the reversal of the motif Weaver Who Turns Hetaera and in the variation of the point of the Judgement of Paris. 74 Sulle aovvui or vd. ora F. Ferrari, Il pubblico di Saffo, SIFC s. 4 I (2003) 49s. Circa 206 BENEDETTO dedicati da Callimaco (AP VII 459 = 37 G.-P.) al rimpianto per Cretide da parte delle compagne di lavoro samie 75 , dove pure non sembra azzardato scorgere rimandi a un ambiente di etre 76 tramite riferimenti alla tessitura 77 : Kp0i oo tp v aou u0ov r aiotor vpv xoo aoi riv oi pvtoi Eoi mv aoo xi 0uyotr r, p oi otpv ouvr i0ov o ri oov p o` o aoi ri r v0o or to v ao ooi u avov o rio rvov. il contesto di prostituzione proprio di xo0` u pou tr yro in 53,3 A.-B. interessanti elementi di raffronto fornisce uniscrizione di Taso databile al 470-460 a.C., scoperta nel 1984 e pubblicata nel 1992, su cui A.J. Graham, The woman at the window: observations on the stele from the harbour of Thasos, JHS CXVIII (1998) 22-40, il quale dimostra come tr yo, oltre che nel- laccezione di bordello, anche nel semplice significato di tetto possa intendersi riferito a practices of prostitution (cf. pp. 29-32). Un esame dei dati a disposizione per lEgitto d B. Legras, La prostitution fminine dans lgypte ptolmaque, in G. Thr J. Vlissaropoulos- Karakostas (edd.), Symposion 1995. Vortrge zur griechischen und hellenistischen Rechtsgeschichte, Kln-Weimar-Wien 1997, 249-264. 75 Per la connessione tra Samo e prostituzione nelluso epigrammatico cf. F. Cairns, Asclepiades and the hetairai, Eikasms IX (1998) 182 a proposito di Eo ioi in Asclep. AP V 207,1 = HE 838 (vd. inoltre p. 169 e n. 19 circa aoi riv in contesto erotico). Per Callim. AP XIII 24 = 20 G.-P. quale dedica di unetra vd. B.M. Palumbo Stracca, Lettura critica di epigrammi greci (I), BollClass s. 3 VI (1985) 66-71; E. Livrea, Due epigrammi callimachei [1989] = KREONA BAKANIH. Quindici studi di poesia ellenistica, Messina-Firenze 1993, 100-105. 76 Cf. White 2001, 79-81. Val la pena chiedersi se persino lepigramma per Nicomache (55 A.-B.) non nasconda riferimenti in questo senso. In apertura di pentametro ao0r vov vi spicca non meno che in 53,2, e quanto al pianto della citt (tp v or to oivov / ao0r vov `Ayri mv o ro por ao i) e ai freddi letti dei pretendenti (o to tr yom v / tm v vpotruor vmv u ` r rvrv r ro), forse non puramente esteriori risultano taluni confronti con lepigramma antipatreo per Laide (AP VII 218 = 23 G.-P.) dove, dopo la morte della famosa etra, alle gare dei preten- denti (vpotp r ... orato rvoi o ito tr xoi m vptp v o ooi tpv) succede il pianto di Eros (xoi yoro v u mv r otovo porv Em): n si dimentichi il corale ricordo di Naucrati per Dorica in Posidipp. 17,7 G.-P. = 122,7 A.-B. ou voo oo v oxoioto v, o Nou xoti m or uo ri, lepigramma che ci conservava laggettivo Eoam oi (v. 5) ora riemerso con P.Mil.Vogl. VIII 309 nei problematici Eoam iou r o o mv o o ou cari a Nicomache, nella cui immagine sembra cos tralucere una caratterizzazione che diverr in seguito tipica delle doctae puellae degli elegiaci romani (Magnelli 2002, 16). 77 Attivit alla quale in senso proprio da riferirsi ouvri0o, cf. Hesych. o 2532 (ouvri0oi ouvuoi vouooi. ouvryoi ) e Eust. ad Od. I 236,20 (ouvr i0o or xui m m oar xoi r i0o, p ouvryoor vp r iov. xotopotixm or , xoi p o am ouvryoor vp). Leonida di Taranto nel famoso epigramma per Platths sovrappone senso proprio e traslato del termine (AP VII 726,3 = HE 2413 xoi ti ao p oxo tpv xoi to v ouvr i0ov o toxtov) a indicare come, per dirla con Gow-Page, the spindle shares the work of the distaff (or perhaps of Platthis) in spinning; ouvri0oi sono le due vecchie filatrici Bittm e oivi cui dedicato un bellepigramma sepolcrale da Chio di et ellenistica (GVI 474, anche in W. Peek, Griechische Grabgedichte, Berlin 1960, nr. 127). Su r i0oi e ouvr i0oi ora Neri 2003, 327ss. 207 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo Come si detto, i venti r aitu io (42-61 A.-B.) riguardano quasi soltanto donne, con una ripartizione generale che distingue giovani e vecchie. A queste ultime riservato un numero di epigrammi (sette) 78 inferiore a quello risultante dalla somma di componimenti in memoria di bambine (la decenne Mirtide di ep. 54), o moi (epp. 44, 49, 50, 51, 53, 55) e partorienti (epp. 56 e 57) 79 . In memoria di donne morte in tarda et sono i primi sei epigrammi della sezione, con lecce- zione del lacunoso 44 A.-B., ultimo nel gruppo delle iniziate ai misteri e a quanto pare destinato a una vergine; a due vecchie (Protide e Menestrate) sono poi dedicati gli epp. 58 e 59, mentre compaiono nei conclusivi 60 e 61 A.-B. gli unici due uomini, il sessantenne Mnesistrato e il vecchio Aristippo (cc. IX 35-40 e X 1-6). In conformit a moduli frequentemente attestati dalle iscrizioni, lepigramma per lottantenne Menestrate propone il ricordo di una donna che, o io ypo oxouoo, muore circondata dalla riconoscenza di figli e nipoti, ricompensata in tal modo dagli di per una vita esemplare, come anche nel precedente 58 A.-B. accade a Protide, spentasi dopo cinquantanni di serena vita matrimoniale avendo visto i figli ormai adulti farsi strada nel mondo. Sfugge per a tale topico ed edificante schema la prima met dellepigramma, che ci parla di una Protide citareda figlia di citareda 80 , voltasi alle nozze solo dopo aver abbandonato nomoi beotici e ao0rviou ... 0o[io. In un analogo decisivo momento, nel gi menzionato AP VI 285 la giovanissima Nicarete opta invece per la dolce vita in mezzo alle feste (= HE 2743s., trad. Pontani): ri rto or otro vou xoi apxti oo xoi rto xm mv p aoi travo v r riv r v 0oi oi i otov. Un altro epigramma strettamente legato a Nicarch. AP VI 285 e pur esso inteso a variare il tema della tessitrice che si fa prostituta, il pi volte citato Antip. Sid. AP VI 47, per Bitt, presenta interessanti analogie con 58 A.-B., particolarmente con i versi del distico di mezzo, nei quali si ricorda la lunga e quieta esistenza vissuta da Protide accanto al marito 81 dopo la radicale scelta di abbandonare la vita 78 Oltre a 42 A.-B. (per cui vd. B.-G. 158), si tratta degli epp. 43, 45, 46, 47, 58, 59 A.-B. 79 Vi sono poi i casi particolari di ep. 48 (la schiava Bitinide) e 52 (dove comunque menzionata la giovane Aste, cf. B.-G. 25 n. 47). 80 Secondo lintegrazione di Austin ([xi0om oo / pt]_o 0r), a proposito della quale pu essere utile confrontare la clausola esametrica o or um oo nellantipatreo AP VI 118,3 = HE 498, da un anatematico con dedica tripla dove accanto a due uomini (un arciere e un cacciatore) compare appunto una suonatrice di lira. Due iscrizioni da Tralle, in Caria, datate al II/III sec. d.C., in cui le dedicanti affermano di provenire r x aoyo vmv aooxi omv / o ao yr vou tm v aooxi omv sono oggetto del riesame di S.L. Budin, Pallakai, prostitutes, and prophetesses, CPh XCVIII (2003) 148-159. 81 Sposo riguardo a cui viene in mente la dedica ad Afrodite della Callicle di Leon. Tar. AP VI 211,6s. = HE 1964s. (m v p 0rrv tuou oo, yvpoi o Ku ai, / r v ooi ti 0poi Koi xrio 208 BENEDETTO di citareda ereditata dalla madre. Nel passo espressa la peculiare rivisitazione del motivo epigrammatico circa tessitura e prostituzione che caratterizza il componi- mento, il fatto cio che Bitt abbandoni xrxi oo tp v io oioov e si dia alla vita da etra non da giovane (cos Nicarete in AP VI 285), ma vedova e ormai quarantenne, come the prominent positions of tr oooo and orxo oo in line 4 82 valgono efficacemente ad evidenziare (p p r ym yo / tr oooo ri r tr mv r or vp orxo oo). La stessa struttura, con identico enfatizzante ruolo dei numerali, si ri- scontra in 58,4 A.-B. ar vt]r ip0ri oo o voi ouvp v orxo _ [oo, verso introdotto nellesametro precedente da una forte movenza avversativa (o ` r viout_ [m v) che assolve analoga funzione al p p r ym yo di Antip. Sid. AP VI 47,3, come pi chiaramente risulta dal considerare linsieme delle parole di Bitt alla dea Atena per annunciare la propria volont di passare alle opere di Cipride (HE 460-463): ri ar or , oi r, 0ro , xoi tp vo` r r p p r ym yo tr oooo ri r tr mv r or vp orxo oo o vru oi to oo om o, to o` r aoi Ku aioo r ymv o atooi, m p yo xri ooov o m to 0r riv. Si tratta di una scelta opposta rispetto a quella di Protide, e in tale quadro difficil- mente appariranno casuali i rapporti rilevati tra 58 A.-B. e i due epigrammi del Sidonio (AP VI 47) e di Nicarco (AP VI 285), essi stessi accomunati da quella variety of approaches to the topic of weaving and sex 83 cui si ricollegano anche i due adespoti che gi si avuta occasione di menzionare (cf. AP VI 48,4 = HE 3815 o 0ou xoi otuyro ovti oo i otoao vmv e AP VI 283,3 = HE 3820 i o0io vu v oao0i oi arvioi apvi ooto xou ri) in relazione rispettivamente a 45 e 46 A.-B., gli epitimbi per la vecchia di Marato e per Bats. aooto oiv), prostituta riconoscente alla dea per il fortunoso accalappiamento di un marito, cf. Livrea, KREONA BAKANIH cit. 100. Per una particolare variazione del motivo della dedica al termine di unattivit, unito a riferimenti sessuali, vd. R. Pretagostini, Vino, amore e... violenza sessuale. Hedyl. A.P. 5.199, in M. Cannat Fera-S. Grandolini (edd.), Poesia e religione in Grecia. Studi in onore di G. Aurelio Privitera, II, Napoli 2000, 571-574. 82 Tarn 1979, 126. Per orxo oo cf. G. Massimilla, Callimaco. Aitia libri primo e secondo, Pisa 1996, 205 (ad fr. 1,6); per AP VI 47 e 285 vd. B.-G. 181. 83 Gutzwiller 1998, 303 a proposito di AP VI 283-285. interessante rilevare lesistenza di raffigurazioni vascolari in cui etre o prostitute compaiono intente a filare o lavorare la lana, cf. D. Williams, Women on Athenian vases: problems of interpretation, in Averil Cameron-A. Kuhrt (edd.), Images of Women in Antiquity, London-Sydney 1983, 96s. (due esempi del VI e del V sec.); weaving and prostitution sono del resto accomunati dal costituire, insieme al baliatico, le attivit da cui le donne potevano trarre denaro pi ampiamente attestate nella documentazione papiracea: cf. J. Rowlandson (ed.), Women and Society in Greek and Roman Egypt, Cambridge 1998, 246s. 209 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo 1.4. Uno sguardo dassieme. Da quanto si notato mi sembra che con suffi- ciente verosimiglianza e chiarezza emerga la presenza in vari epigrammi di Antipatro di Sidone di spunti lessicali e tematici tali da rimandare utilmente a passi della sezione sepolcrale di P.Mil.Vogl. VIII 309, in particolare agli epp. 45, 46, 55 e 58 A.-B. Basti averli messi in rilievo, nella consapevolezza della difficolt di definire precisi rapporti di dipendenza a fronte della quantit certo ingente della produzione epigrammatica anche dei principali autori che ci rimane ignota, del che proprio un ritrovamento quale P.Mil.Vogl. VIII 309 rende ancor pi consapevoli 84 . Gli epigrammi antipatrei a vario titolo richiamati sono gli epitafi enigmatici AP VII 423 e 424 = 28 e 29 G.-P., le offerte di strumenti della tessitura in AP VI 160 e 174 = 4s. G.-P. 85 e laltro anatematico AP VI 47 = 43 G.-P., dove la dedica della xrxi viene a rappre- sentare la scelta di una vita da etra. A livello stilistico e lessicale i possibili rapporti con epitimbi del nuovo Posidippo coinvolgono, anche con corrispondenza di sede metrica, termini tecnici o comunque molto specifici (i otoao omv, xrxuo mv), analogie nelle metafore (larmoniosit della xrxi ), il valore di alcune perifrasi (HE 364s. to o` ri io to v ioryo v, | o voro o` ou i to to v aoioxo toov e HE 197 to v r x rim v o vur vo i otov) e talune pi puntuali consonanze nella trama del verso (HE 461 tr oooo ri r tr mv r or vp orxo oo e soprattutto HE 191 tru oi rator ov oto ov` r aioto rvoi). Tutto comunque evoca il mondo della tessitura, che anche per lo smaliziato procedere combinatorio dellarte di Antipatro si conferma, come tante volte nella letteratura greca sin dai poemi omerici, lieu symbolique de lexpression et de laction fminine, e per i personaggi femminili rcit mtonymique de leurs penses et de leurs destins 86 . 2. Lattenzione da pi parti riservata negli ultimi anni agli epitafi enigmatici di Antipatro si inscrive in una pi generale tendenza critica interessata a una rifles- sione, non estranea a suggestioni postmoderne, sulle interazioni tra testo e monu- mento, civilt della scrittura e culture of viewing 87 , temi rispetto ai quali il rotolo del Posidippo milanese offre utile materiale di approfondimento, sia per levidente impostazione ecfrastica di molti epigrammi, e di intere sezioni (si pensi a i0ixo e o voiovtoaoiixo ), sia per la possibilit di leggere in vari componimenti, soprat- 84 Esemplari i rilievi in proposito di Hutchinson 2002, 7, suggeriti dalle connessioni rinvenibili tra epigrammi del papiro milanese e la poesia latina di I sec. a.C./I sec. d.C.; circa quanto della produzione epigrammatica degli autori pi noti andato perduto si vedano inoltre le osserva- zioni di F. Maltomini, ZPE CXLIV (2003) 71 n. 9, ispirate da P.Mil.Vogl. VIII 309 e dallan- cora inedito P.Vindob. G 40611. 85 Per xrxu oov/xrxuo mv si sono richiamati anche Antip. Sid. AP VI 206 = 6 G.-P. e VI 219 = 64 G.-P. 86 I. Papadopoulou-Belmehdi, Le chant de Pnlope. Potique du tissage fminin dans lOdysse, Paris 1994, 21. 87 Approccio per cui si veda Goldhill 1994, con le osservazioni di G. Zanker, ZPE CXLIII (2003) 60-62. 210 BENEDETTO tutto di mbito funerario, riferimenti al monumento sepolcrale accompagnante il testo epigrammatico. Lo sforzo di ricostruire un possibile contesto documentario e artistico utile allinterpretazione degli epigrammi di provenienza letteraria o epigrafica vicenda lunga e illustre nella storia degli studi classici postumanistici. Anche senza avven- turarsi nella silva dellerudizione epigrafica e antiquaria sei-settecentesca, bello vedere al nome e ai propositi di Scipione Maffei (1675-1755) rispettosamente ri- chiamarsi uno dei maggiori tra i nuovi Altertumswissenschaftler, F.G. Welcker, in apertura della sua Sylloge epigrammatum Graecorum ex marmoribus et libris 88 , raccolta di epigrammi in massima parte di origine epigrafica nella quale Welcker pi volte si occupa delle stele figurate e della loro relazione con i carmi iscritti 89 . Interessi questi non improvvisati n casuali per lallora quarantaquattrenne Welcker, nella Roma di inizio secolo amico e discepolo del danese G. Zoga, i cui Bassirilievi antichi di Roma Welcker parzialmente tradusse in tedesco nel 1811, pronto ormai a votare la futura, ultracinquantennale, attivit di docente alla inscindibile unione di filologia e archeologia, nel nome di una ricostruzione totale dellantico 90 . Del resto la Sylloge epigrammatum Graecorum del 1828, aperta da una lunga epistola prefatoria ad Fridericum Jacobsium 91 e arricchita di contributi dello stesso Jacobs e di August Bckh, soprattutto in grazia dellutilizzo delle iscrizioni epigrammatiche pubblicate nel primo tomo del boeckhiano Corpus Inscriptionum Graecarum (1825) si attirer laspra recensione di Gottfried Hermann, che coinvolger Welcker e la sua Sylloge nellepocale polemica Hermann-Bckh intorno a natura e compiti del sapere filologico 92 . 88 Welcker 1828, VIII a proposito dellidea del Maffei di raccogliere in Poesis gratiam le iscrizioni metriche greche e latine, proposito su cui A. Buonopane, Il Prospectus universalis collectionis di Scipione Maffei e la nascita della scienza epigrafica, in AA.VV., Scipione Maffei nellEuropa del Settecento. Atti del Convegno Verona 23-25 settembre 1996, a c. di G.P. Romagnani, Verona 1998, 665s.; per una valutazione dellimportanza di Maffei nella storia degli studi di epigrafia greca, e per i riconoscimenti tributatigli da Bckh, si veda, nello stesso volume, I. Calabi Limentani, Scipione Maffei e lepigrafia greca. Un primo orientamento 637-658. 89 Alle pagine sulle allegoriae [...] in monumentis sepulcralibus (Welcker 1828, 135s.) rinvia in apertura della sua trattazione della Grbersymbolik Weisshupl 1889, 68 n. 1. 90 Basti qui rimandare agli articoli di J. Mejer, Welcker and Zoga e di W. Geominy, Die Welckersche Archologie, in W.M. Calder III-A. Khnken-W. Kullmann-G. Pflug (Hrsg.), Friedrich Gottlieb Welcker. Werk und Wirkung, Stuttgart 1986, 53-78 e 230-250. 91 La raccolta welckeriana era stata preannunciata dallo stesso Jacobs nel suo Delectus epigrammatum Graecorum, Gothae et Erfordiae 1826, XXVIII n*: adde auctaria nonnulla Inscriptionum metricarum, quarum insignem copiam congessit Welckerus noster, qui quae epigrammata hujus generis in duabus prolusionibus edidit, emendatiora novisque accessionibus aucta propediem peculiari libello iterabit. 92 Che la recensione di Hermann si appuntasse in particolare sugli epigrammi tratti dal primo fascicolo del Corpus Inscriptionum Graecarum notato dallo stesso Welcker in apertura della sua replica, parimenti dura: Zu der Sylloge Epigrammatum Graecorum. Abweisung der 211 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo Al rapporto tra epigrammi dellAnthologia Graeca e iscrizioni troviamo attri- buita particolare importanza, nella filologia del XIX secolo, dallolandese A. Hecker (1820-1865), nome ben noto a chi frequenti gli apparati delle edizioni novecentesche dellAnthologia (Waltz, Beckby, Gow-Page) senza per che dei caratteri e dei meriti del suo lavoro si sia realmente conservata memoria. Bench le sue due Commentationes criticae de Anthologia Graeca (1843 e 1852) costituiscano il pi ampio contributo alla critica epigrammatica nel periodo compreso tra le Animadversiones di Jacobs (1798-1814) e i lavori di fine secolo di Reitzenstein (Epigramm und Skolion del 1893) e di Stadtmueller 93 , vari fattori hanno concorso perch di Hecker sopravvi- vesse solo limmagine vaga e indistinta di brillante e spesso azzardato congetturatore. Un ruolo in questo senso ha indubbiamente avuto la struttura stessa dei due lavori heckeriani, disorganica e by no means easy to consult 94 , dai titoli inoltre atti a generare ieri come oggi frequenti confusioni 95 . Non tuttavia difficile concludere che a una compiuta conoscenza delle due Commentationes, e a un adeguato rico- noscimento del valore della breve ma intensa produzione filologica da Hecker ri- volta alla poesia alessandrina (con gli importantissimi contributi callimachei), pi e primariamente abbia nociuto il tragico destino di segregazione e di oblio 96 da cui verunglckten Conjecturen des Herrn Prof. Hermann von F.G. Welcker, Bonn 1829, 3. Gi due precedenti programmi dedicati da Welcker a Epigrammata Graeca ex marmoribus collecta (del 1819 e del 1822: cf. R. Kekul, Uebersicht ber Welckers literarische Thtigkeit, in Id., Das Leben Friedrich Gottlieb Welckers, Leipzig 1880, 496s.) avevano peraltro suscitato una negativa reazione di Hermann, come ricorda E. Degani, Filologia e storia, Eikasms X, 1999, 288 (= Filologia e storia cit. 1277); meritevoli di approfondimento mi sembra risultino i divergenti giudizi, da parte dei vari protagonisti della polemica su Wort- e Sachphilologie, circa valore e modalit di trattamento delle iscrizioni epigrammatiche, campo cui anche in sguito Welcker continu a prestare attenzione (cf. RhM n.F. I, 1842, 201-221; n.F. III, 1845, 234-275; n.F. VI, 1848, 82-107; n.F. VII, 1850, 613-621, etc.). 93 Il primo volume della cui edizione (Anthologia Graeca epigrammatum Palatina cum Planudea) usc nel 1894. Nella precedente didotiana, curata per i primi due volumi da Fr. Dbner (Epigrammatum Anthologia Palatina cum Planudeis et appendice nova epigrammatum veterum ex libris et marmoribus ductorum, Parisiis 1864-1872), largo spazio era fatto alle proposte di Hecker (juvenis rara et doctrinae copia et mentis perspicacitate ornatus, I xxiij); appunto laver troppo spesso abbracciato Heckeri praecepta ingeniosi sed temerarii viri venne presto rimproverato a Dbner da G. Kaibel, Observationes criticae in Anthologiam Graecam, in AA.VV., Commentationes philologae in honorem Theodori Mommseni scripserunt amici, Berolini 1877, 326. 94 HE II 683; nella pur breve nota dedicatavi Gow-Page chiaramente distinguono i due libri di Hecker sullAnthologia Graeca e ne riconoscono valore e importanza. Cpita di vedere riproposte e difese congetture di Hecker (note peraltro attraverso Dbner), cf. S. Fogelmark, Eranos C (2002) 25-30. 95 Alla Commentatio critica de Anthologia Graeca, Lugduni Batavorum 1843, fece infatti sguito nove anni dopo la Commentationis criticae de Anthologia Graeca pars prior, Lugduni Batavorum 1852. 96 Per cui rimando al mio Il Prologus Aetiorum di A. Hecker, in M.A. Harder-R.F. Regtuit- G.C. Wakker (edd.), Callimachus, Groningen 1993, 11-15 e a G. Benedetto, I Telchini di Withof, 212 BENEDETTO il giovane autore fu definitivamente travolto dopo il completamento di quella Commentationis criticae de Anthologia Graeca pars prior (1852) mai seguita da una seconda parte. Lultimo lavoro di Hecker, inteso a sostituire completamente il volume del 1843 97 , pur presentando una ininterrotta serie di congetture e interventi testuali su centinaia di epigrammi dellAnthologia non si limita a un aggregato di coniectanea quali nella seconda met del XIX secolo saranno programmaticamente cari alla scuola di Cobet 98 . Il disegno generale della Commentatio del 1852, difficile invero da seguire nellandamento fratto e divagante che la caratterizza, espresso in aper- tura del primo (Quaestiones epigraphicae) dei due libri in cui essa divisa. Con- vinzione di Hecker che nellAnthologia Graeca vadano distinte due parti fonda- mentali, una Sylloge Inscriptionum e un Epigrammatum Florilegium 99 : alla dimostra- zione dellorigine epigrafica di un gran numero di poesie provenienti dalle antolo- gie di Meleagro (primus Anthologiae conditor), di Filippo e di Cefala sono appunto dedicate le circa duecento ricchissime pagine della prima sezione dellopera. Lam- bizioso tentativo di Hecker, che Weisshupl riconobbe essere stato il primo a evidenziare con forza dass in den Sammlungen [...] neben epideiktischen Gedichten eine gros- se Zahl wirklicher Epigramme stand 100 , verr qua e l discusso nei lavori tedeschi in J.H. Withof, Callimaco e i Telchini, a c. di G. Benedetto, con una nota di L. Lehnus, Palermo 1995, 36s. e n. 80; circa la posizione di Hecker nellmbito degli studi callimachei tra la met del XVIII e la met del XIX secolo cf. L. Lehnus, Callimaco prima e dopo Pfeiffer, in F. Montanari-L. Lehnus (edd.), Callimaque. Entretiens Hardt XLVIII, Genve 2002, 3s. 97 Come esplicitamente detto nelle pagine prefatorie indirizzate a Jacob Geel: Commentariorum libros, quos ante novem annos publici iuris feci [...] quum longe alios esse cuperem quam revera esse perspexeram, consilium cepi exemplaria libri nondum divendita redi- mere novisque his commentariis pro maiore parte prius editos antiquare [...] in plurimis sententiam quam antea tutatus eram abrogavi, in multis eidem obrogavi, in aliis vero huc transtuli (Hecker 1852, Vs.). 98 Per lAnthologia si vedano ad esempio i contributi di H.J. Polak (Mnemosyne n.s. V, 1877, 321-328 e 430-438; n.s. VI, 1878, 215-224; n.s. VII, 1879, 413-423) e la recensione di H. van Herwerden alledizione Dbner (Ad Anthologiam Palatinam, Mnemosyne n.s. II, 1874, 302-346). 99 Hecker 1852, 1s.: Anthologiam Graecam si equidem edendam susciperem, quod non puto me facturum, sed si facerem, integrum carminum corpus in duas distribuerem partes maiores, Syllogen Inscriptionum et Epigrammatum Florilegium, in quo titulo diversam carminum indolem indicavi. Sbito peraltro Hecker si dimostra consapevole della difficolt di tracciare storicamen- te una netta distinzione tra iscrizioni metriche e epigrammi letterari: sed inscriptiones quum plerumque essent breviores neque certum versuum excederent numerum, nil mirum eodem nomi- ne [scil. r aiyo oto] iam mature, ut Meleagri antiquissimi Anthologiae conditoris aetate, dicta esse omnia carmina parvi ambitus, cuiuscunque tandem argumenti. 100 Hecker war der erste, welcher diesen Punkt mit aller Schrfe betonte (Weisshupl 1889, 28 citando lopera di Hecker come Commentationes criticae de Anthologia Graeca, Lugd. Bat. 1852). Curioso perci che nessuna menzione si faccia di Hecker salvo due bruschi cenni per respingerne due congetture, pp. 41 e 145 in van Herwerden 1891, lavoro dedicato quasi per 213 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo di fine Ottocento allorigine degli studi sullAnthologia nel XX secolo; prima di essere accantonato e dimenticato, il lavoro heckeriano sar attaccato in ragione dellidea espressavi che la Corona di Meleagro (nonch poi la raccolta di Cefala) in buona parte si basasse su dirette trascrizioni ex lapidibus ad opera degli antichi editori 101 , e pi in generale giacch in permultis epigrammatis inscriptiones [Heckerus] odoratus est, quae re vera demonstrativi generis sunt 102 . Alla luce dellodierna crescente consapevolezza della necessit di leggere in context 103 la poesia ellenistica, e quella epigrammatica in particolare, sicuramente degno di nota il netto rifiuto da parte di Hecker della visione dellepigramma greco quale prodotto letterario artificiale e disimpegnato, a favore invece di una forte insistenza sulle caratteristiche che lo legano al contesto storico e documenta- rio, e che lo distinguono dalla nozione di epigramma propria delle letterature moderne: Jam vero, universa Anthologia ad eam quam modo commendavi rationem descripta [...] sponte in oculos incurret diversissimum fuisse Graecorum poetarum in his carminibus conscribendis institutum ab usu recentiorum. Et ipsum hoc lectorum menti in perlustranda Anthologia penitus insitum et quasi insculptum velim [...]. Idque sane vix dignum videretur cuius inter eruditos fieret mentio, nisi experientia compertum haberem, non tantum semidoctos qui vulgo elegantiores habentur, verum etiam eruditos et eruditionis laude claros viros fal- sissima opinione duci, poetas epigrammatarios Graecos argutiae maxime studuisse et facetiis eosque ioculariter ludentes aut festive dicaces et ingeniose mordaces semper telum aliquod intero a carmi epigrafici (con riferimento al terzo volume delledizione didotiana dellAnthologia, ed. E. Cougny, Parisiis 1890); pi frequenti e favorevoli i richiami a Hecker in H. van Herwerden, In Anthologiam Palatinam commentatio critica altera, Mnemosyne n.s. XIV (1886) 366-414. 101 Hecker 1852, 90: inscriptiones autem partim ipse descripsit Meleager, partim ab amicis et familiaribus hospitibusque acceptas primus publici iuris fecit, opinione criticata da Weisshupl 1889, 29-33. Senzaltro interessante rileggere le pagine di Hecker alla luce del ricco dibattito critico odierno su rapporti e interferenze tra raccolte di stone-epigrams e di book-epigrams, su cui ampiamente Gutzwiller 1998: vd. inoltre Parsons 2002, 110s.; Fantuzzi 2002, 395s., 467 n. 61. In attento dialogo con ipotesi e polemiche dellet di Kaibel e di Wilamowitz le argomentazioni di H. Erbse, Zu den Epigrammen des Simonides, RhM n.F. CXLI (1998) 213-230. 102 Th. Preger, Prolegomena a Inscriptiones Graecae metricae ex scriptoribus praeter Anthologiam collectae, Lipsiae 1891, IX-XIII. Netto nel rifiuto di ogni visione pragmatica dellepigramma alessandrino fu R. Reitzenstein, anche con espressioni sprezzanti che non man- cano forse di alludere alla Commentatio heckeriana (cf. Epigramm und Skolion. Ein Beitrag zur Geschichte der alexandrinischen Dichtung, Giessen 1893, 102s.: der so oft wiederholte, unselige Vergleich der fr den Vortrag und das Buch dichtenden grossen Alexandriner mit modernen Dorfschulmeistern, welche fr ein paar Groschen auf Wunsch Grabsteinverse liefern sollen, hat nichts erklrt und unsere Kenntnis des Epigramms dieser Zeit nur schwer geschdigt). 103 Importanti le indicazioni di P.J. Parsons, Poesia ellenistica: testi e contesti, Aevum(ant) V (1993) 9-19. Si tengano presenti e.g. L. Lehnus, Antichit cirenaiche in Callimaco, Eikasms V (1994) 189-207; L. Bacchielli, Apollonio Rodio e il Santuario Cireneo delle Nymphai Chthoniai, QUCC n.s. LI (1995) 133-137; N. Ehrhardt, Poliskulte bei Theokrit und Kallimachos: das Beispiel Milet, Hermes CXXXI (2003) 269-289. 214 BENEDETTO iaculatos esse cuius aculeum in lectorum animis relinqui cuperent. Quod non refugerunt quidem nec omiserunt prorsus, sed sylloge carminum, in quibus hoc egerunt, minima est Anthologiae pars, maxima vero florilegium Inscriptionum, quarum longe plurimae revera marmoribus incisae fuerunt, reliquae ita scriptae sunt ut lapidi insculptae fuisse videri possint 104 . opportuno osservare che lidea heckeriana di una Sylloge Inscriptionum da ricavarsi dallAnthologia Graeca 105 trover in certo modo parziale compimento un secolo dopo, nella grande raccolta dei Grab-Epigramme di W. Peek (1955), primo e unico volume delle progettate Griechische Vers-Inschriften. L infatti gli epigrammi dellAnthologia da Peek ritenuti di origine iscrizionale sono pubblicati in una stessa serie continua insieme ai carmi rivelati dalle moderne scoperte epigrafiche, s che it is only upon looking at the adnotatio critica that one finds that a given poem comes from the Greek Anthology and belongs to a particular author 106 . Al di l comunque dei molti stimolanti spunti rinvenibili nella Commentatio del 1852, ta- lora francamente sconcertanti per chiarezza intuitiva e capacit associative, ai no- stri fini pi conta ora rimarcare alcuni specifici contributi. La ricerca heckeriana della presenza di carmina lapidi inscripta si volge naturalmente con particolare attenzione ai libri VI e VII, e tra gli epigrammi di cui si sostiene la derivazione ex inscriptionum numero sono ad esempio ampiamente trattate le dediche di strumenti e utensili da parte di lavoratori e artigiani ritiratisi dalla loro attivit (r x tr vo aouoo rvoi) 107 . In realt anche numerosi epigrammi del IX libro, in quanto con- 104 Hecker 1852, 4s. corsivi miei. LEpigrammatum florilegium, laltra parte di cui sarebbe costituita lAnthologia Graeca, andrebbe secondo Hecker diviso in tre libri comprendenti ouixto, r mtixo aoioixo ouaotixo , oxmatixo . 105 Ampia la raccolta divisata da Hecker di tali r aiyo oto: inscriptionum syllogen dico congeriem carminum quae in templorum parietibus, deorum simulacris, donariis diis sacratis et tabulis votivis inscripta fuerunt (`Avo0potixo), et quae in sepulcrorum cippis incisa (`Eaituio), aut in statuis, picturis, poculis caelatis aliisque artis operibus exarata aut in fronte codicum manuscriptorum extra ordinem paginarum scripta legebantur, Graecis proprio nomine dicta `Eaiyo oto (Hecker 1852, 1s.). 106 Lo nota P. Bing, Between literature and the monuments, in M.A. Harder-R.F. Regtuit- G.C. Wakker (edd.), Genre in Hellenistic Poetry, Groningen 1998, 34 n. 44 (There it comes as a shock to the uninitiated to find a wide assortment of poems from the Greek Anthology [...]. Peek does [...] place quasi-inscriptional poems in an epigraphic context. For Peek sets inscribed and literarily transmitted epigrams side by side according to type, in consecutive numeration and without typographic distinction). La stessa impostazione fu seguita da Peek in Griechische Grabgedichte, ricca antologia con traduzione tedesca e brevi note (Berlin 1960); nellutile silloge di J. Geffcken (Griechische Epigramme, Heidelberg 1916) Steinepigramme e Literarische Epigramme sono invece disposti in sezioni distinte. 107 Cf. Leon. Tar. AP VI 205,10 m vp r x tr vo o v0rto aouoo rvo (= HE 2001 m vp r x tr vo 0p xoto aouo rvo), da cui Hecker 1852, 142 prende le mosse per lanalisi e la raccolta di molti altri simili epigrammi inscriptionibus annumeranda (cos Leon. Tar. AP VI 4 e VI 296; Antip. [Sid.] AP VI 93; Theocr. AP VI 338 e 339 ecc.). Per Leonida si ricordi a questo proposito la nota di M. Gigante, Riflessi epigrafici su Leonida di Taranto, PP XLII (1987) 460s.; riguar- 215 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo siderati inscriptiones Anthologiae Meleagricae, quas Cephalas in Nonum librum `Eaiorixtixm v retulit 108 , vengono attribuiti alla supposta Sylloge Inscriptionum. Ricostruendola, Hecker si dimostra spesso incline a riconoscere nei testi epigrammatici riferimenti ai bassorilievi delle stele sepolcrali per cui sarebbero stati composti. Cos, premettendo che etiam alia occurrunt in Anthologia Meleagrica carmina, quae intelligi nequeunt, nisi animo tibi informes imaginem anaglyphi lapidis, cui subscripta fuerunt, Hecker introduce AP VII 170, lepigramma per il piccolo Archianatte, risolutamente attribuito a Posidippo 109 , il cui ultimo distico Nu o o` ou x r i pvrv o vp aio, o ` r ai you vmv oto xoio0ri to v oxo v u avov r ri egli ritiene sia da riferirsi ad imaginem anaglyphi, in quo conspiciebatur mater filium mortuum in sinu fovens 110 . Allipotesi di Hecker, menzionata non senza favore da Gow-Page 111 , paiono offrire singolare riscontro 56 e 57 A.-B., gli unici due epitimbi di P.Mil.Vogl. VIII 309 in cui compaia un fanciullo insieme alla madre (in entrambi i casi partoriente, a differenza di AP VII 170). Riguardo a 57 A.-B., lepitafio per Filonide dominato con gusto epidittico dalla scena del serpente che do a P.Mil.Vogl. VIII 309, interessanti sono gli stretti rapporti con testi epigrafici dai santuari di Asclepio messi in luce per la sezione degli i ootixo da G. Zanetto, Posidippo e i miracoli di Asclepio, in Un poeta ritrovato 73-78. 108 Hecker 1852, 113, in apertura di una rassegna di epigrammi del IX libro intervallata da digressioni e incisi connettivo-esplicativi, tipici della tumultuaria disposizione degli argomenti nellultimo libro del giovane critico olandese. 109 Circa la diversa paternit dellepigramma data in due differenti luoghi di P (Hooioi aaou e Koio ou) vd. la discussione di Gow-Page, HE II 501 e di Fernndez-Galiano 1987, 23, che dubitanter lo considerano posidippeo (ora *131 A.-B.); segnalo come curiosit bibliografica che AP VII 170 compreso nella breve dissertazione (in medicina) di R. Goetze, Der Tod im Kindesalter: Eine medizinhistorische Studie auf der Grundlage von Epitaphen der Anthologia Graeca, Erlangen- Nrnberg 1974, 17-21. Il raro `Aro voxto ricompare tra i vouoyixo di P.Mil.Vogl. VIII 309, c. XIV 7 = 90,1 A.-B. 110 Hecker 1852, 93. Daccordo con la proposta heckeriana si dir Weisshupl 1889, 103; nessun cenno invece in P. Schott, Posidippi epigrammata collecta et illustrata, Diss. Berolini 1905 (lavoro su cui L. Lehnus, Posidippo nel tempo, in Un poeta ritrovato 28s.). Nel considerare inscriptionis sepulcralis fragmentum lattuale frammento posidippeo SH 700 = 148 A.-B., Hecker 1852, 77 si rif a una proposta di Meineke, che propriamente aveva parlato di epigrammatis sepulcralis partem (Stephani Byzantii Ethnicorum quae supersunt, ex rec. Augusti Meinekii, Berolini 1849, ad 295,10). 111 In grazia soprattutto di r ri (HE II 501: the tense lends some colour to Heckers view that the epigram is designed for a grave-relief, real or imaginary). Nonostante il richiamo a uniscrizione del I sec. d.C. dove riecheggiato il secondo distico (GVI 1159), vi in Gow-Page una significativa attenuazione della sicurezza con cui Hecker postulava una precisa immagine che accompagnasse lepigramma; altrove polemico con la ricerca heckeriana di realia A.S.F. Gow, Asclepiades and Posidippus. Notes and queries, CR n.s. IV (1954) 197 n. 2. 216 BENEDETTO minaccia la donna al momento del parto, M. Gronewald ha persuasivamente sug- gerito che nel primo distico tixtou op aotr aoi oo imvi oo _ o _ y _ _ i_ o_ [ _ ] o_ u _ t_ m oari ov u ar xrop r rxu ir[v o i o_ u _ t_ m, privo com di agganci nel sguito del testo, rimandi alla Darstellung einer Schlange auf dem Grabstein 112 . Del resto la chiusa di 56 A.-B. (vv. 7s.) ar vtr r v ou v, `Aoip ti yu voi, oxo rooi rp ori tr xvmv, r v o` r ai ooi you vooi xoi ou xori induce a pensare che anche questo epigramma, al pari di quello per Archianatte, potesse originariamente accompagnarsi a unimmagine sepolcrale raffigurante il bambino sulle ginocchia della madre 113 . Nei versi test citati le parole rivolte a Eleut dalla voce anonima consueta nel genere epigrammatico 114 , con levocazio- ne dei figli lasciati in vita contrapposti al piccolo che la donna porta via con s tra i defunti, riflettono modalit espressive note anche dalle iscrizioni funerarie, e tra gli epigrammi dellAnthologia si lasciano avvicinare in particolare ai distici finali dellepitimbio per Aretemiade (Heraclit. AP VII 465 = 1 G.-P.) e del derivato Antip. Sid. AP VII 464 = 53 G.-P. Entrambi gli epigrammi parvero a Hecker di provenien- za iscrizionale, tanto da suggerirgli di accennare lipotesi (nonostante le difficolt di tipo cronologico) che potessero essere stati incisi su due facce eiusdem cippi 115 : 112 Gronewald 2003, 66. 113 Cf. B.-G. 179, ad IX 14. Che il nuovo epigramma trdito da P.Mil.Vogl. VIII 309 per il particolare del figlioletto morto insieme alla madre partoriente e deposto sulle sue ginocchia potesse confermare la paternit posidippea dellepigramma per Archianatte supponeva Gigante 1993, 8; cos anche N. Piacenza, Limmortalit negata: osservazioni sullepigramma VII 170 dellAntologia Palatina, Aevum(ant) XI (1998) 350 n. 11. Alla possibilit che nellapostrofe del v. 7 (`Aoip ti yu voi) sia espresso il nome della defunta fa cenno Fantuzzi 2002, 466 n. 56. 114 Cf. P. Bing, A&A XLI (1995) 121s.; G.B. DAlessio in Callimaco. Aitia Giambi e altri frammenti, Milano 1996, 547 n. 4; Gutzwiller 1998, 60; 191. 115 Osserva Hecker 1852, 99: Quum de poetae aetate, cuius carmina in Anthologia Meleagrica legebantur, non satis ab omni parte constet et hic Heraclitus non diversus haberi possit ab aequali Callimachi, pro certo affirmare nolo quod verosimillimum mihi videtur, in altero eiusdem cippi latere insculptum fuisse epigramma Antipatri Sidonii ib. c. 464, quod alteri certe quod ad suavitatis et elegantiae dotes a latere apponi meretur. Va comunque notato come a Hecker basti qui un rapidissimo cenno (appunto quum [...] hic Heraclitus non diversus haberi possit ab aequali Cal- limachi, e cf. Dbner, Epigrammatum Anthologia Palatina cum Planudeis cit. 474, ad l.) per affermare, a differenza ancora di Jacobs (Delectus epigrammatum Graecorum cit. 292s. e 493) lattribuzione, poi costantemente accolta (ma vd. W. Swinnen, AncSoc I, 1970, 41 n. 10), di AP VII 465 a Eraclito di Alicarnasso, lamico cui dedicato forse il pi noto tra gli epigrammi di Callimaco (AP VII 80 = 34 G.-P.); per un inquadramento dei dati riferibili a Eraclito di Ali- 217 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo va rilevato a questo proposito che uniscrizione di Delo ha restituito nel 1937 un nuovo, lungo epigramma a firma del Sidonio (= 42 G.-P.) 116 celebrante cinque de- diche del banchiere Filostrato, e accompagnato sulla stessa pietra da analoga poesia di un emulo, Antistene di Pafo 117 . lecito ritenere che le ricerche dei prossimi anni sempre pi si concentreranno ad indagare possibili rapporti con rilievi funerari degli epigrammi restituiti da P.Mil.Vogl. VIII 309. Occasione di riflessione in questo senso mi sembra possa consentire il tante volte citato ep. 46 A.-B., per Bats, la rvp ti alla cui sepoltura provvedono le giovinette da lei per anni allevate e istruite nei lavori femminili, e ormai giunte alla nuziale soglia dei talami. Lepigramma si conclude indicando come vo0pxoo ov la defunta, con un termine fortemente rilevato nel verso (tp v vo0pxoo ov ypu v r 0oatov r r ) e inteso evidentemente a caratterizzare Bats, la vecchia con la verga, espressione che probabile rimandi soprattutto a un qualche legame della defunta con ambienti misterici, conforme allatmosfera dei primi tre epitimbi 118 (cf. Aiovu ooio 0ro [avpv in 44,3 A.-B.). La quasi totalit delle attestazioni di vo0pxoo o pertiene allmbito dionisiaco, sia in senso proprio sia con il valore proverbiale noto da un passo del Fedone 119 . Il termine ricorre anche in alcune epigrafi di et imperiale (II-III sec. d.C.) connesse ad asso- ciazioni dionisiache, recentemente raccolte e commentate a cura di A.-F. Jaccottet 120 . Delle quattro iscrizioni, tutte sepolcrali, in cui compare vo0pxoo o (nrr. 47, 107, 108, 185 Jaccottet), evidentemente quale carica allinterno di una associazio- carnasso vd. ora Barbantani 2001, 32s. Altri epigrammi antipatrei da Hecker considerati originaria- mente scritti in lapide sono AP VII 2 e 6 (= 8 e 9 G.-P.) e AP VI 93 (= Antip. Thess. 32 G.-P.). 116 Lepigrafe di Delo recante la poesia di Antipatro lunica iscrizione accolta in HE, cf. Luck 1967, 24. Del successo di Antipatro recano testimonianza i suoi epigrammi rinvenuti come iscrizioni (Degani 1977, 294; Argentieri 2003, 15 n. 11), nonch le iscrizioni ispirate a suoi epigrammi, per cui vd. van Herwerden 1891, 124 (a proposito dellattuale GVI 1869); SGO II 08/ 08/10 (da AP VII 164) e IV 19/10/01 (da AP VII 426). 117 Un confronto tra i due epigrammi tracciato nel bellarticolo di W. Peek, Antipater von Sidon und Antisthenes von Paphos, Philologus CI (1957) 101-113. Lorigine fenicia di Antipatro ben si accorda con quella del banchiere, Filostrato di Ascalona, assai legato alle autorit romane e parte di una comunit di Syrian and Phoenician entrepreneurs molto attivi a Delo (cf. N.K. Rauh, The Sacred Bonds of Commerce. Religion, Economy, and Trade Society at Hellenistic Roman Delos, 166-87 B.C., Amsterdam 1993, 52s.); sulla firma di Antipatro e di Antistene a conclusione dei due epigrammi vd. Argentieri 1998, 3 n. 10 e Parsons 2002, 112 e 118. 118 Cf. F. Conca, In margine agli epigrammi funerari, in Un poeta ritrovato 70; per la presenza di vecchie nei riti dionisiaci vd. J.N. Bremmer, Greek maenadism reconsidered, ZPE LV (1984) 284. Alla possibilit di una vague Dionysiac connotation delle Kou oi di 51 A.-B. fa cenno Battezzato 2003, 39. 119 Cf. B.-G. 165, ad l.: anche il vo0pxoo o yr mv in Philostr. Iun. Im. I 19,2 parte del corteggio di Dioniso, mentre nel solo Xen. Cyr. II 3,18 e 20 oi vo0pxoo oi (portatori di bastoni) vanno riferiti a una sorta di allenamento per soldati (per cui cf. anche Onos. 10,4). 120 Jaccottet 2003, su cui la prontissima recensione di W. Slater, BMCR (2003.10.23). 218 BENEDETTO ne dionisiaca 121 , tre riguardano uomini e indicano una funzione onorifica 122 inadat- ta allumile Bats: al suo caso meglio pare potersi accostare una semplicissima iscrizione sepolcrale da Roma (II sec. d.C.?) per una Giustina (Justine / nartecofore / dulcissime / Mercurius f[ecit]) ricordata in una funzione selon toute vraisemblance, dans une association voue au culte du dieu grec 123 . Daltra parte pur noto come, sin dal IV secolo, sia dato trovare esempi di stele funerarie erette in memoria di nutrici dai loro padroni, o dai fanciulli un tempo assegnati alle loro cure, e come talvolta a tali monumenti si accompagnino metrical or quasi-metrical epigrams composed specifically for the dead nurses 124 . Lepitimbio per Bats potrebbe ap- punto pensarsi in connessione con unimmagine sepolcrale in cui la defunta com- parisse da sola o anche in compagnia delle figlie di Atenodice 125 , non senza eventualmente conferire allarticolo in t p v v o 0 p x o o o v ypu v r 0oatov r r (v. 6) pregnanza deittica analoga a quanto si ha in 35,1 A.-B. o vti o t m i x o o x i Etum_[v] u_a_[o]x_r_i__r_v_[o] pm, dallepigramma per lindovino Strimone di Tracia in cui ravvisabile il riferimento a eine Rabenskulptur oder allenfalls eine Stele mit Rabenrelief auf dem Grab 126 . 121 G. Ricciardelli, Inni orfici, Milano 2000, 400, nel rimandare a uniscrizione di Attaleia (ora nr. 108 Jaccottet, 198-199 d.C.), ove appunto compare un vo0pxoo o onorato dal ricordo della oari o dionisiaca. 122 Cf. Jaccottet 2003, II 100 n. 155, la quale anche per vo0pxoo o ricorda levoluzione gerarchizzante avutasi in et imperiale e consistente nel rendere onorifici e propri di una sola persona funzioni e titoli che originariamente erano comuni a tutto il gruppo degli iniziati. 123 liscrizione nr. 185 nella silloge della Jaccottet, di cui si veda il commento ad l. 124 Cf. Kosmopoulou 2001, 291. Va ricordato che Dioscor. AP VII 456, Callim. AP VII 458 e Theocr. AP VII 663, tutti e tre in memoria di nutrici, sono considerati da Hecker 1852, 154 ex cippis descripta anche in ragione del confronto con liscrizione per una ti t0p Mr itto dapprima pubblicata nel Corpus Inscriptionum Graecarum di Bckh e poi riedita da Welcker 1828, 20s.: oggi CEG 571, una delle pi antiche (met del IV sec. a.C.) tra le non molte epigrafi per nutrici giunteci, cf. Kosmopoulou 2001, 308s. 125 Come talvolta attestato dalle stele funerarie: si veda Kosmopoulou 2001, 288s. per esempi del IV-III sec. dove le nutrici sono rappresentate with young children, apparently their charges (in un rilievo del III sec. a.C. le ragazze sono due). Tra essi compreso il bassorilievo per Melitta, particolarmente interessante proprio per la menzione nellepigramma, e la rappresen- tazione sulla stele, di Ippostrate, Stifterin del monumento sepolcrale in memoria della nutrice: nellmbito di unampia indagine iconografica, si veda H. Schulze, Ammen und Pdagogen. Sklavinnen und Sklaven als Erzieher in der antiken Kunst und Gesellschaft, Mainz 1998, 38s. Tra gli epigrammi di P.Mil.Vogl. VIII 309 utile il confronto con lorgoglio della schiava Bitinide per la stele erettale dai padroni, ru oitou [oi, / p ti r] _ m_ otp pv xr ooov` r ru0ri p (48,3s. A.-B.). Una rassegna di iscrizioni per nutrici come framework per linterpretazione dei citati epigrammi di Dioscoride, Callimaco, Teocrito ora in Rossi 2001, 305-313. 126 Cf. S. Schrder, berlegungen zu zwei Epigrammen des neuen Mailnder Papyrus, ZPE CXXXIX (2002) 27, interpretazione recepita nelle note ad 35 A.-B.; si ricordi che molti tra gli i aaixo paiono concepiti come destinati ad accompagnare effigi o statue dei cavalli vin- citori, per cui vd. le note in B.-G. 197-199, 203, 212-214 e E. Kosmetatou-N. Papalexandrou, ZPE CXLIII (2003) 53 n. 5. 219 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo Il poeta sembra peraltro legare la gratitudine delle giovani in particolare alle funzioni di istitutrice di Bats (cf. aoioru ouoo), e dunque singolarmente appro- priata risulterebbe a questo proposito la doppia valenza di vo 0p, indicante la ferula dei pedagoghi oltre che il tirso delle baccanti. Qualora accanto al predomi- nante riferimento dionisiaco-misterico si volesse leggere in vo0pxoo ov ypu v anche un cenno allopera di Bats nel prendersi cura delleducazione delle ragazze affidatele, lespressione non cesserebbe di suscitare difficolt, dal momento che al vo 0p normalmente associata in mbito pedagogico una valenza punitiva o comunque correttiva 127 che pare estranea allatmosfera di commossa riconoscenza dellepigramma. curioso ritrovare unambiguit in certo modo analoga 128 in due, contigui epitafi enigmatici antipatrei, AP VII 424 e 425. Il primo il gi visto epigramma per Lisidice, alla quale il passante chiede ragione della mancanza sulla tomba dei consueti simboli femminili (o o to t` p oxo to r yo to 0` i otoao omv) in favore invece di immagini incongrue quali briglia (o vi o), mordacchia (xpo ) e gallo beotico. Lisidice risponde chiarendo tra laltro che la briglia intende com- memorare la defunta come guida della casa (HE 377 o vi o o` ou oo ori om oto p vi oov), funzione che sul tumulo di Mir nel successivo AP VII 425 invece indicata dalla presenza di un arco (HE 382 to o r v ou oo ori r aovru tovov o yr tiv oi xou). , questa, raffigurazione apparentemente del tutto arbitraria, al pari delle altre scolpite sulla tomba di Mir (una frusta, una civetta, unoca, una cagna), alla cui delucidazione Antipatro dedica appunto lepigramma, che si apre invitando a non stupirsi di tali simboli, in primo luogo la frusta: p 0o ri o otiyo Muou r ai op oti ru oomv. La sferza rappresentata sul tumulo trasmette infatti il ricordo non di una padrona crudele verso i servi, ma di colei che ne sapeva con giustizia punire le colpe (HE 384s.): 127 Come nota Conca, Un poeta ritrovato 70. Ben nota la funzione del vo 0p/ferula come punitivo attributo dei pedagoghi, unico significato con cui il vocabolo compare nellAnthologia, nellanatematico di Fania (probabilmente un contemporaneo di Antipatro), dove un vecchio maestro di scuola giunto al termine della sua attivit dedica a Ermes i propri oxi amv e vo 0p, cf. AP VI 294,1s. = HE 2972s. oxi amvo aoaoooyo v i o vto tr xoi aooxoi tov / vo 0pxo, xoto mv ao xtoo vpaio mv (epigramma su cui L. Bodson, AC XLI, 1972, 113-122; White 2001, 93s.; B.-G. 165): il richiamo a tale verso apre la voce della Suda dedicata a vo 0p (n 37). Si pu aggiungere che nella scena di punizione scolastica certo pi ampia giuntaci dalle letterature greca e latina, il terzo mimiambo di Eronda, protagonista lo oxu to e non il vo 0p, la canna flessibile, meno dolorosa (L. Di Gregorio, Eronda. Mimiambi [I-IV], Milano 1997, 224). 128 Che negli epigrammi di P.Mil.Vogl. VIII 309 vi sia spazio anche per termini volutamente ambigui suggerisce D. Petrain, ZPE CXL (2002) 12, a sostegno della sua proposta di intendere ar ou in c. V 7 (= 28,2 A.-B.) come scricciolo (toi o, wren) s che the poem may even exploit the semantics of ar ou to produce a striking double-entendre. Lipotesi ripresa, ed estesa anche a ar ou o vp di 25,1 A.-B., da D.E. Lavigne-A.J. Romano, Reading the signs: the arrangement of the new Posidippus roll, ZPE CXLVI (2004) 18-20, nel quadro di una lettura della sezione oi mvooxoaixo come programmaticamente costruita (dallautore o dalleditore della collezione?) su puns, wordplay, and shifting exspectations about the interpretation of omens. 220 BENEDETTO o oti o` ou x o oo v, r vr, oroao tiv, ou o` o yr mov omoi xoo otriov o` r voixov o aoxi p. Analizzando la serie dei cinque epitafi enigmatici antipatrei AP VII 423-427 = 28-32 G.-P., oltre a rilevarne la disposizione obviously grouped by sex, the three on women preceding the two on men 129 , K. Gutzwiller ha avanzato lipotesi che Meleagro abbia in questo caso conservato lordine gi presente in una raccolta di epigrammi propri e altrui realizzata dallo stesso Antipatro di Sidone 130 . Assieme alla struttura della sezione sepolcrale in P.Mil.Vogl. VIII 309, in cui appunto gli epitymbia in memoria di donne precedono quelli per uomini, val la pena ricordare come buona parte delle analogie sin qui riscontrate riguardino due epitafi contigui del nuovo Posidippo (45 e 46 A.-B.) ed epigrammi del Sidonio a loro volta trasmes- sici appaiati dallAnthologia (VII 423 e 424) 131 . A partire dal possibile rapporto tra Antip. Sid. AP VII 423s. e 45s. A.-B. piace perci pensare che per la paradossale o oti di AP VII 425 132 il gusto rielaborativo di Antipatro abbia potuto trarre ispirazione anche dal vo 0p di Bats. Se davvero gli epitafi enigmatici AP VII 423-425 sono parte di una sequence that originally appeared in Antipaters own poetry book 133 ci si pu allora figurare il blocco dei tre epigrammi antipatrei come non ignaro della disposizione degli epitimbi posidippei ora nota dal papiro milane- se, sino a vedere lincipit di AP VII 425 = HE 380 (p 0o ri o otiyo Muou r ai op oti ru oomv) 134 in relazione, e quasi in dialogo, con il verso finale (tp v 129 Gutzwiller 1998, 272. 130 It is my suggestion that Meleager took over from Antipater, with little or no modification, this series of epitaphs already structured through pairing and thematic linkage (Gutzwiller 1998, 273): invitano alla cautela circa tali ricostruzioni P.E. Knox, AJPh CXX (1999) 629-632 e, con maggiori riconoscimenti alle proposte della Gutzwiller, L. Argentieri, Athenaeum LXXXIX (2001) 679s. Lipotesi che Antipatro di Sidone abbia curato unantologia di epigrammi die hnlich angelegt war wie diejenige Meleagers era gi di Luck 1967, 36, che nel corso della sua recensione a HE (cf. 38s., 47, 50s.) pi volte raccoglie indizi in tal senso esaminando la dispo- sizione degli epigrammi nelle sequenze meleagree. 131 Si ricordino anche i nomi delle defunte (Boti e Bitti ) cui sono dedicati 46 A.-B. e Antip. Sid. AP VII 423 (e cf. supra n. 36). Un cenno a parallelismi di struttura tra sezioni di origine meleagrea in AP VII e lancora inedito papiro milanese di Posidippo in Gutzwiller 1998, 307s. 132 Su cui Gutzwiller 1998, 272. 133 Ibid. Fanno sguito agli epitafi enigmatici di Antipatro AP VII 423-427 il meleagreo AP VII 428 dedicato allo stesso Antipatro di Sidone e il yi o sepolcrale AP VII 429, di Alceo Messenio, secondo J.S. Bruss, CJ XCVIII/2 (2002/2003) 161-180 originariamente inteso ad accompagnare una collezione di epigrammi curata dallo stesso Alceo e poi confluita nella Corona di Meleagro. Circa la verosimile ipotesi that, when epigrams of Callimachus appear together in AP, they appear in the original sequence, vd. Parsons 2002, 102; a sequenze del XII libro dellAnthologia Palatina che conservino lordinamento non solo della Corona di Meleagro ma delle sue fonti fa cenno Morelli 2000, 184s. (con rimando alle indagini di Wifstrand). 134 Il verso riprende probabilmente stilemi dellepigrafia funeraria quali si riscontrano in 221 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo vo0pxoo ov ypu v r 0oatov r r) di quellep. 46 A.-B. a sua volta ripreso dal primo degli antipatrei per stele enigmatiche, AP VII 423 in memoria di Bitti . Non mancano del resto anche per i superstiti epigrammi del Sidonio esempi atti a rammentarci quanto vasta sia la produzione epigrammatica perduta, e quanto per lincontro tra il portato della tradizione medievale e i risultati delle scoperte papiracee dia spesso modo di cogliere inaspettati indizi e significative conferme: cos in P.Oxy. 662, di et augustea, uno dei pi interessanti reperti papiracei di raccolte (antologie?) epigrammatiche tra III sec. a.C. e inizio dellra volgare, troviamo attestata la sequenza Leonida-Antipatro, frequente nellAnthologia, sia in due epigrammi ignoti (ora Leon. Tar. 51 G.-P. e Antip. Sid. 48 G.-P.) sia negli epitafi per Prex corrispondenti ad AP VII 163 e AP VII 164 135 . Poter riscontrare in Antipatro di Sidone legami con gli epigrammi di P.Mil.Vogl. VIII 309 confermerebbe la ben nota predilezione del Sidonio per la ripresa e la rielaborazione dellopera degli epigrammisti del primo Ellenismo 136 , attesterebbe GVI 1341,1 p 0ou or, o ori to, ti vo to o r v0o or xri oi (II sec. d.C.?). Lattacco con p immediatamente seguito dalla seconda persona singolare dellimperativo presente non frequen- te tra gli epigrammi dellAnthologia, e lo si trova comunque in usi non avvicinabili al verso antipatreo, cf. AP VII 235,1 (p rtri Moyvpti, Diodoro di Tarse); IX 685,1 (p xivri Kooivov, Leonzio scolastico); XII 2,1 (p p tri or toioiv, Stratone), oltre a XIV 22,1 (p r yr). Nel vecchio Posidippo si ha p r oo xri ai0ovoi o aoto v ooxu oioi, ioivi in AP V 186,1 = HE 3058: per p ] o yiooi in apertura di 19,1 A.-B., messo a confronto con Antip. Sid. AP VII 425,1 p 0o ri xt., vd. Di Benedetto 2003, 2. 135 Lappartenenza dei due epigrammi ad una breve sezione di origine meleagrea (AP VII 159-167) gi nella tabella di Weisshupl 1889, 6; AP VII 164 e 165 mancano in Planude, cf. H. Stadtmueller (ed.), Anthologia Graeca epigrammatum Palatina cum Planudea, II/1, Lipsiae 1899, LIII e LXXXII. Una discussione della sequenza AP VII 163-164 in relazione a P.Oxy. 662 in A. Wifstrand, Studien zur griechischen Anthologie, Diss. Lund 1926, 33s. (anche nel reader meritoriamente curato da S.L. Tarn, The Greek Anthology I, New York-London 1987), il quale approda allipotesi che nel papiro si conservino resti di unantologia epigrammatica raccolta dal poeta Aminta e precedente la Corona di Meleagro. A fronte del rifiuto di Cameron 1993, 11s. di vedere in P.Oxy. 662 = P.Lit.Lond. 61 i resti di unantologia epigrammatica premeleagrea, lidea di Wifstrand riproposta da Argentieri 1998, 15s. che considera il papiro non solo indipendente da Meleagro, ma anche cronologicamente precedente; pi prudente quanto allanteriorit rispet- to a Meleagro, Gutzwiller 1998, 35 (ma vd. ancora L. Argentieri, Athenaeum LXXXIX, 2001, 681). Una delle ragioni principali dellinteresse di P.Oxy. 662 comunque dato dal potervi ravvisare des principes qui ont t la base de la formation de la Couronne de Mlagre: un groupement dpigrammes selon les mmes thmes ou des thmes trs proches, la variation sur un motif, lalternance des auteurs (F. Pordomingo, Sur les premires anthologies dpigrammes sur papyrus, in Proceedings of the 20 th International Congress of Papyrologists Copenhagen, 23- 29 August 1992, collected by A. Blow-Jacobsen, Copenhagen 1994, 330). 136 Le quali non si limitano certo a Leonida di Taranto: per Teodorida in Antipatro cf. W. Seelbach, Die Epigramme des Mnasalkes von Sikyon und des Theodoridas von Syrakus, Wiesbaden 1964, 75. Il distico AP VII 282 = Theodorid. 19 G.-P., da Planude detto `Avtiao tou, secondo Luck 1967, 33s. si pu supporre essere stato originariamente presente in einer von Antipater von 222 BENEDETTO lattenzione per un poeta (quale fu Posidippo) legato allet aurea del potere lagidico, ricca per Sidone di opportunit di sviluppo 137 , e risulterebbe non privo di rilevanza anche in rapporto alla letteratura latina. Da un noto cenno nel De oratore ciceroniano (III 194) 138 lecito desumere che Q. Lutazio Catulo incontr e conobbe Antipatro 139 , e quindi verosimilmente dedurne il ruolo del poeta di Sidone quale uno dei primi a portare il genere epigrammatico a Roma 140 sul finire del II sec. a.C.; accertate possono del resto considerarsi riprese di immagini antipatree, soprattutto di mbito programmatico, in Lucrezio 141 , e forse non del tutto da escludersi rimane leventua- Sidon veranstalten Sammlung accanto ad una perduta Variation antipatrea che avrebbe dato origine alla doppia ascrizione dellepigramma. Un prospetto delle imitazioni antipatree ora in Argentieri 2003, 84ss. 137 Sullintegrazione nel regno lagidico nel corso del III secolo come occasione di prosperit per Sidone e le sue lites commerciali vd. C. Apicella, Sidon lpoque hellnistique: quelques problmes mconnus, Topoi(Lyon) Suppl. 4 (2003) [La Syrie hllenistique] 136-144. Pi in generale, vi sono vari indizi per ritenere che Sidons acceptance of Hellenization was more enthusiastic than that of any other city in Phoenicia (J.D. Grainger, Hellenistic Phoenicia, Oxford 1991, 110); un esempio dellellenizzazione di comunit sidonie in Giudea e dei loro legami con i Seleucidi durante le guerre maccabaiche trattato da B. Isaac, The Near East Under Roman Rule. Selected Papers, Leiden-New York-Kln 1998, 3-20. 138 Crasso conclude la sua esposizione sullimportanza della variet delle clausole nella prosa oratoria richiamandosi alla famosa versatilit poetica di Antipatro Sidonio: horum vicissitudines efficient, ut neque ei satientur, qui audient, fastidio similitudinis, nec nos id, quod faciemus, opera dedita facere videamur. quod si Antipater ille Sidonius ille, quem tu probe, Catule, meministi, solitus est versus hexametros aliosque variis modis atque numeris fundere ex tempore tantumque hominis ingeniosi ac memoris valuit exercitatio ut, cum se mente ac voluntate coniecisset in versum, verba sequerentur, quanto id facilius in oratione exercitatione et consuetudine adhibita consequemur. Nellepigramma dedicato al sepolcro di Antipatro a conclusione dei cinque epitafi enigmatici del Sidonio, anche Meleagro chiama il predecessore xp v Mou ooi aoixi o u vo0r to (AP VII 428,16 = HE 4675). 139 Circa il passo ciceroniano in relazione ad Antipatro cf. R. Reitzenstein, Antipater von Sidon, in RE I/2 (1894) 2513; F. Mnzer, Q. Lutatius Catulus, in RE XIII/2 (1927) 2080 (a differenza di Reitzenstein sicuro nel trarre dal De oratore indicazione delle persnliche Beziehungen di Catulo con Antipatro); T.B.L. Webster, Hellenistic Poetry and Art, London 1964, 303; E.J. Kenney, Doctus Lucretius, Mnemosyne s. 4 XXIII (1970) 381 n. 3; Cameron 1993, 51 n. 7; E. Courtney, The Fragmentary Latin Poets, Oxford 1993, 75. Lattento saggio di A. Perutelli, Lutazio Catulo poeta, RFIC CXVIII (1990) 257-281 si legge ora con aggiornamenti in Id., Frustula poetarum. Contributi ai poeti latini in frammenti, Bologna 2002, 31-58. 140 Barbantani 1993, 24. Un riesame delle complesse e connesse questioni del circolo di Lutazio Catulo, del ruolo di Antipatro di Sidone rispetto agli epigrammisti latini tra II e I sec. a.C. e della conoscenza che questi poterono avere dellantologia meleagrea in Morelli 2000, 131-185, dove si tende a ritenere che almeno buona parte dei componimenti dei preneoterici sia stata composta prima della pubblicazione dello Etr ovo, conclusione con la quale concorda quanto osserva R. Hunter, Epilogo romano, in M. Fantuzzi-R. Hunter, Muse e modelli. La poesia ellenistica da Alessandro Magno ad Augusto, Roma-Bari 2002, 535. 141 Cf. A. Grilli, Antipatro di Sidone e Callimaco (AP 7, 409), PP XXXIV (1979) 204; 223 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo lit della conoscenza del proemio degli Annales enniani, e di un suo utilizzo diretto o mediato, da parte dello stesso Antipatro di Sidone 142 . Degli epitafi fittizi antipatrei per poeti del passato tre sono dedicati a Saffo (AP VII 14 e 15; IX 66) 143 , allinflus- so dei quali probabilmente lecito almeno in parte riferire le tracce della partico- lare fortuna della poetessa di Lesbo nella poesia e nella societ romana del I sec. a.C. 144 Anche dunque a proposito dei superstiti indizi circa una funzione mediatri- ce svolta dalla personalit e dallopera di Antipatro nei confronti degli ambienti letterari romani, non inutile rifarsi alla presenza di Saffo nei carmi di Posidippo, gi nota almeno dallepigramma per letra Dorica (ep. 17 G.-P. = 122 A.-B., con limmagine delle Eoam oi ... ori or) 145 e ora confermata da P.Mil.Vogl. VIII 309, dove due volte ricompare il rarissimo aggettivo Eoam o, in passi di problematica interpretazione ma certo nel segno di una dolente femminilit 146 . Milano G I O V A N N I B E N E D E T T O A. Cucchiarelli, Sogno e prologo letterario tra alessandrinismo, precedenti enniani e dottrina epicurea: la polemica a distanza di Lucrezio (I 102-45; IV 907-1036), Maia n.s. XLVI (1994) 163-166; C. Neri, Le taccole primaverili (Antip. Sid. AP VII 713 = LVIII G.-P.), Eikasms VI (1995) 155-157; Neri 2003, 201. 142 Il passaggio dellanima di Omero in Stesicoro menzionato in AP VII 75, `Avtiao tou, normalmente ritenuto il Sidonio (ma tra gli epigrammi del Tessalonicese stampato da Gow- Page in The Garland of Philip): sul problema spesso discusso delleventuale relazione dellepigramma con il proemio degli Annali di Ennio cf. Barbantani 1993, 69s.; Gutzwiller 1998, 261 n. 69. 143 Sinotticamente disposti nella dissertazione di M. Gabathuler, Hellenistische Epigramme auf Dichter, Diss. Basel, St. Gallen 1937, 34s. (per lattribuzione al Sidonio di AP VII 15, distico esaltante Saffo come Omero delle poetesse, vd. A.D. Skiadas, Homer im griechischen Epigramm, Athen 1965, 129s.; possibilista per lattribuzione al Tessalonicese G. Burzacchini, Eikasms VIII, 1997, 128). Gli epigrammi fittizi antipatrei per poeti del passato hanno negli ultimi anni attratto particolare attenzione, anche come indizio della riflessione del Sidonio intorno al proprio epigonale rapporto con la tradizione letteraria greca, cf. P. Bing, The Well-Read Muse. Present and Past in Callimachus and the Hellenistic Poets, Gttingen 1988, 58ss.; C. Neri, Il poemetto e lepigramma. Note sulla fortuna dellopera di Erinna in et alessandrina, Aevum(ant) IX (1996) 206ss.; Gutzwiller 1998, 259-265. 144 Barbantani 1993, 38s.; poste sullo sfondo della fortuna della poetessa di Lesbo nellepigramma ellenistico dalla seconda met del II sec. a.C. le osservazioni circa la presenza di Saffo tra i preneoterici di Morelli 2000, 185-202. Su Saffo in Catullo, utilmente provocatorie le argomentazioni di N. Holzberg, PCPhS XLVI (2000) 28-44. 145 Opportunamente Fernndez-Galiano 1987, 116 a proposito dellepigramma per Dorica richiama per confronto Antip. Sid. AP VII 218 = 23 G.-P., sobre la hetera Lais, fingiendo ser una inscripcin real. Sullepigramma posidippeo nel quadro di un riesame delle testimonianze circa Saffo e Dorica si sofferma J.B. Lidov, Sappho, Herodotus, and the Hetaira, CPh XCVII (2002) 222s.; recentissimo B. Acosta-Hughes, Alexandrian Posidippus: on rereading the GP epigrams in light of P.Mil.Vogl. VIII 309, in B. Acosta-Hughes E. Kosmetatou M. Baumbach (edd.), Labored in Papyrus Leaves. Perspectives on an Epigram Collection Attributed to Posidippus (P.Mil.Vogl. VIII 309), Washington, D.C. 2004, 42ss. e 51s. 146 La presenza dellaggettivo sicura in c. IX 2 = 55,2 A.-B. xrxi oo Eoam iou r 224 BENEDETTO Abbreviazioni bibliografiche GVI = W. Peek (ed.), Griechische Vers-Inschriften. I. Grab-Epigramme, Berlin 1955. HE = A.S.F. Gow-D.L. Page (edd.), The Greek Anthology. 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Di Nino, Primavera purpurea e quotidianit infranta, ZPE CXLVI (2004) 36-38. 225 Su alcuni epigrammi di Antipatro di Sidone in relazione al nuovo Posidippo Gigante 1971 = M. G., Ledera di Leonida, Napoli 1971. Gigante 1993 = M. G., Attendendo Posidippo, SIFC s. 3 XI (1993) 5-11. Goldhill 1994 = S. G., The naive and knowing eye: ecphrasis and the culture of viewing in the Hellenistic world, in S. G.-R. Osborne (edd.), Art and Text in Ancient Greek Cul- ture, Cambridge 1994, 197-223. Gronewald 2003 = M. G., Bemerkungen zu Poseidippos, ZPE CXLIV (2003) 63-66. Gutzwiller 1998 = K.J. G., Poetic Garlands. Hellenistic Epigrams in Context, Berkeley-Los Angeles-London 1998. van Herwerden 1891 = H. van H., Studia critica in epigrammata Graeca, Leiden 1891. Hecker 1852 = A. H., Commentationis criticae de Anthologia Graeca pars prior, Lugduni Batavorum 1852. Hutchinson 2002 = G.O. H., The new Posidippus and Latin poetry, ZPE CXXXVIII (2002) 1-10. Jaccottet 2003 = A.-F. J., Choisir Dionysos. 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