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Gli epigrammi alessandrini come arte allusiva Author(s): Giuseppe Giangrande Source: Quaderni Urbinati di Cultura Classica, No. 15 (1973), pp. 7-31 Published by: Fabrizio Serra editore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20537677 . Accessed: 21/10/2013 16:44
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http://www.jstor.org
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Gli
come
epigrammi
arte
alessandrini
1
allusiva
Giangrande
di Giuseppe
Come
stato
recentemente
il poeta di deve all'epigramma, alludere n?cessita anziehe in descrivere lac?nicamente, dettaglio: solo una conoscenza delle tradizioni letterarie perci? approfondita
essere in certo deve epigramma * ' ottenere la neH'ambito punta letterarie venzioni assegnavano
" in et? ellenistica scritto, senso una trovata"2: per dei pochissimi versi che
del tempo (tem?tica, usus linguistico) e delle abitudini sociali elleni stiche pu? metterci in grado di capire ci? ehe il poeta vuol dire.
si pu? comprendere che non epigramma se non attraverso la conoscenza di una specifica sociale convenzione ? ? in allude modo cui il poeta Asclepiade esplicito. Leggiamolo Comincier? con un
s?
I 850
z 1v zi? vuxtoc \ioi r? 'Tu?OYjTOc 'QjioXoyiqa' r? ? Nix ?) xai g?[?.vy)v &[logz ?sa^oep?pov x 0 ? x ?xei, cpuXaxY)S? noLpo?yzTO?i. ?p' sTciopxe?v yj&sXs; Tov X?/vov, 7ia?&??, a7uoa?eaaT?.
1 Questo del di B.
articolo
riproduce Ho
essenzialmente
due
seminari
da me
tenuti
nell'lsti
di Urbino
a di Gow-Page.
attinto
lavori
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G.
Giangrande
Questo
gi? perch? simo), ma
? grammaticalmente chiaiis av?re senso Le diffi l?gico. perch? sono gi? state riassunte ed ad loc: da Gow-Page, colt? r?xzi ^?siv non era a casa sua per ricevere Asclepiade, che Eraclea indicano ma che ella doveva venire (da casa sua, o comunque da piuttosto qualche strano le parole d'altro canto, cp?Xov ?vSov g/ouca mo parte); non ? la che il luogo dove Asclepiade parla alia lampada non a letto casa del poeta andar? Eraclea che poteva (? chiaro con un rivale di Asclepiade la casa di quest'ultimo). dentro proprio che il lume quindi a casa di Eraclea. L'ultima soluzione non possa essere n? a casa di Asclepiade,
Pare n?
da Marcovich proposta (Rh. Mus. ad operare miracoli di critica 1971, p. 333 ss.), che ? costretto ? una moltiplicazione dei lumi (se non II primo miracolo testuale. il Marcovich, dei pa?i). Secondo cio?, l'anafora X?^vs, g-s ... X?^vs, tratta au mostra "eine und il di dieselbe che si Lampe": infatti, non dice n? Xu^voi, \)[lz??, n? au fjtiv, au S?, per cui poeta, cui una pluralit? il poeta di lumi viene rivolge n? a casa in due esclusa; la preghiera di Eraclea, posti ci dato che il lume ?nico tuttavia, non n? a casa di trovarsi puo il Marcovich lo trasforma mira uno avendo dicono a casa del e l'altro a poeta in due ci? che und dieselbe cio? miracolo, ed all'uopo si i due lumi avente,
? stata
Asclepiade colosamente casa le parole ", Lampe ritrasformare serve da per pi? trova clea. della
lumi,
di Eraclea.
il Marcovich
ed astratto,
il dono cio?, non parla Asclepiade, dell'utrobiquit?. ma lume materiale, ad un dio Lume che si astratto, a casa a casa di Asclepiade ed di Era contempor?neamente tale di una transustanziazione ?, naturalmente, L'ipotesi e dall'epigramma testi paralleli esa stesso ehe stiamo i passi il Xu^vo? ? invocato corne tutti nei quali e divinizzato, si tratta di un lume sempre personificato una determinata materiale di un oggetto che occupa dai In dei casi, (il Xuxvo?, a seconda la donna ? testimone infedele, si starnutisce, avventure delle spegne per amorose,
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Gli
epigrammi
alessandrini
non si tratta mai, in tali preghiere al lume, n? rivolte etc.3; ma in due case differenti, n? di un preteso di due lumi posti Auxvo? non ed onnipresente. immateriale di Asclepiade fa L'epigramma a questa come ? eccezione dal contesto: chiaro il poeta regola, le parole concreto ad un lume che brucia X?x^s, ai... rivolge come ad Asclepiade; l'anafora davanti "koyyz, az ... X?xv?, o-? mostra, " tratta eine ilMarcovich si di und che dieselbe ammette, ", Lampe lume concreto dal poeta. II problema cio? di uno stesso pregato consiste del bruciando se il lume che sta concretamente nello stabilire dunque si trovi effettivamente davanti ad Asclepiade nella casa o in di altrove. Eraclea, poeta, quella del Marcovich, Eliminata ritorniamo l'ipotesi alPepigramma. osservano n? casa nella di se il lume non sparirebbero n? in quella di Asclepiade, di Eraclea, aveva convenuto Eraclea dove appuntamenti, che le difficolt? casa aggiungono, camere usato pero, che nelPanti per appuntamenti. che interessavano Asclepiade in bordelli, bensi rinchiuse
le etere
le etere In realt? ? vero l'opposto: e Posidippo non erano le prostitute " " in Licht, Sittengesch. libere (materiale II, p. 46 ss.)4. peripatetiche a casa del poeta, o venivano o si mettevano Tali d'ac ragazze cordo con lui ha Asclepiade Gow-Page del poeta, in una per incontrarsi ambedue le descritto camera situazioni. per appuntamenti. NeU'epigramma a casa sarebbe venuta ai ma suoi Eraclea poi
850 ss. la ragazza aveva detto che ma ? venuta, cosicch? ordina questi poi non il lume; neU'epigramma esaminato schiavi di spegnere qui aveva stanza nella di venire di appuntamenti, promesso si ? fatta viva. scorrere trovarla, ora Concludendo: fiumi come di la soluzione di un che ha fatto se sappiamo Passiamo la conoscenza I 2972 inchiostro ? in realt?
non
problema
semplicissima,
ad un
di un
grammaticale: 7uapaxoixav
Sxt7rcova
333, 63-66,
vuta
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G.
Giangrande
s?oXTuav <piXoxa(X7??axai (XovoTcsXfXov auy%?Sa xai airsy?vav xpaxo? ?pY)(ioxo[iou K?XXcov eEp[X?ia S-st' ?vaxTOpi, au(i?oX' ?ycoya? x?pxov
7iai$s?oi>, 7ioXi6) yu?a Ss&s?c xafji?TG).
t'
il cuoio
l'olio, 8km?9 ma
(91X0 s??X7cav presup che tempo ? era compreso una non si era trovata. soluzione Gow-Page
lubrificato
assurdo: paleografi leggere k\ olncc?, che ? doppiamente u -av> e le due alterazioni -a? non son? > ? camente, (non una!) e in ogni caso ? chiaro di fronte ad che ci troviamo convincenti, un epiteto, parallelo (7rapaxo?Tav, rcXaxTopa, cpiXoxa[A7r?a, agli altri se senso e in dei forma consideriamo Ora, composti [xov?7T?X[jlov). Hell. II, eu-, frequentissimi Epigr. mlVAntolog?a (cf. Gow-Page, a intravedere la soluzione. cio?, ? p. 309), cominciamo L'epiteto, " sano. Dal eu6X7rav ha del dire che di vista vuol senso, punto a disposizione una bottiglia ha d'olio (cf. s?aforuo? "che piena" a disposizione una loc. borsa oppure piena": Gow-Page, cit.), " " "suited alia bottiglia adatta dell'olio compagna (cf. sux?X^ di to the wine cup ", citato da Gow-Page, vista Dal punto ibid.). morfol?gico, normalmente, Xov), usato composti, d?rico: cf. forma (invece della come ? formato sSoXtov) stesso da Fania (Gow-Page, come i commentatori s??Xu?v che si ci s?ap^?v 3003). si aspetterebbe di s?ap (invece di in a
xaXxofjUTp?? accanto la terminazione cio?, assume suXupo?. L'epiteto, usato al v. 1. da Fania vocabolo 7uapaxoLTav,
Questo tipo ? comune hanno dimenticato, a x'^o^rpo?, s?xup?? accanto dei sostantivi
corne
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Gli
epigrammi un
alessandrini
11
ora
erotica
capire
solo
sulla
I 1463
'Ex[xa?v?i x2^7)
^UXOTOCXY)
xal xal
?XX? tl
xualv (JL7]V?6>
ocrea
?X9u?e?
Si tratta grazie
lista delle
? convenzionale
la chiusa
le bel
cf. Entr. Hardt amata, XIV, p. 149). " che the of C must Gow-Page sappiano importance " " e sono che text his corrections the in not be underestimated ", " 66 e di true I, p. XXXVII), sebbene, per {Hell. Epigr. pi?, usually in s? e per s? preferibile, in quanto spe ?x9U??? appaia l'epiteto si vedono costretti ad acco zuyvzzc,, tuttavia gen?rico credono che testo ei>9U???, perch? significhi ?x90??? gliere " " " inferior over-grown ", e quindi un tal senso sarebbe plainly " over ad ??9U???. In realt? l'aggettivo ?X9uv)? non vuol dire mai " attesta dalle ". Corne ? chiaro grown ", cio? sproporzionato " " dire vuol S. L. zioni ", spor J., aggettante ?x9i>Y)<; s.v.), (cf. corne non denota in fuori ex-, cio?, sporgenza f?sica, "; gi?, gente Per esempio, e in enormis, metaf?rica da una norma. sporgenza cifico, al nel in Vettius contesto fuori. Valens, mostra mal compreso chiaramente, i seni, per essere corne il da L. S. J., l'aggettivo, e in denti occhi denota sporgenti essere dovevano appunto perfetti,
Ora, e non cascanti in in fuori, aggettanti all'ingi? (materiale sporgenti e n. n. dovevano Sch?nh. 367, 370, p. 148, 88): p. 79, Jax, Weibl. mammae II non inclinatae essere ?xXiv??c, (Prop. gi? ?xa(X7i???, ?X9U?e? ? il termine aggettivo, appropriato anat?mico al contesto esatto ma usato in se
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G.
Giangrande
nel comune raro, fu banalizzato sucpu?s?, aggettivo stanza nel contesto. inserir? per potersi gen?rale zione pu? anche aver avuto motivi moraleggianti siderato clusione: una della volta pi? non di sconveniente dell'evasivo sx<pu?e?5 bensi sulla base pi?,
di La
senso
abba con
banalizza
(Ixcpu?s? fu
e gen?rico s?<pu?e?). Con ? ed inferior", "plainly e?<pu?e? e tem?tica della erotica ellenistica possiamo vedere che C offre la
anat?mica, terminolog?a " true ". che ? lezione Passiamo ora della Il testo ad un altro
sulla erotica.
base
terminolog?a ? il seguente:
epigramma anat?mica
che
si pu?
accoppiata
II 2282
fQ,? ?apu touto, IIp?yjTC, xai su TsxuXcojx?vov otuXov 7r?v aTi? ?ou?ci>vo)v ?&p?ov ?xx?xuxa? sic y?fxov o?x ?v?TOifXov ?yzi> S? as Si^a yuvaixcov
(byaO-?, xai arcapyac ?H>[zov arcavTa 7ropoi?.
aXX? xaTa7rp7juv? tov ??cpSyjxOTa ?aXXov ' T?vSs xai ?v&rjpYJ xp?^ov ?tco y\oi\ix>?i o? y?p ?p7]pLaiov vaisi? opo?, aXX? reap' "EXXyj? afX<pi7uoXsi?. fj?va T7]v ispvjv A?[jt^axov
sono ? convenzionale in ogni dettaglio: i monti L'epigramma la troviamo s?lita solitari litote (?pY?fxa?ov opo?), (o?x ?v?Toifxov : cf. n. 41: si Urb. definisce modestamente 1970, p. 97, Priapo Quad. non spadonem). tutto c'? di Non bisogno leggere l'epigramma: che il poeta che l'arma di insiste bastera sul fatto qui notare ? gonfla di un (a7uapya?, e?cpSrjxOTa). Ora, arcapy?co, detto Priapo ad esempio la mammella di una vacca, vuol dire, ?rgano quale s.v. corne affermano i lessicografi dal Th?s., (citati aTcapy?o): ? 71X73 " essere xai ed aver biso pv]? Ssofxsvo? ?xxpiasw?), pieno di liquido il liquido ": basta qui ricordare che, secondo gno di emettere gli antichi, ci? che causava il fen?meno loca liquido spermatico: Urb. 1970, p. 98). Dunque, da tutti i critici, voleva tc?&ok;, sono i 7u?poi arap seguito leggere etc. da menzionati Aristotele, Galeno, (laTLxo? (cf. L. S. J., s. v. a7iavTa 6 modale accusativo ?, naturalmente, 7u6po?, b). ?ufx?v es. comune Hell. Epigr. cf. p. II, nell'Antolog?a: (tipo Gow-Page, tument era il ? soggetto Priapo Lucrezio semine, (cf. Quad. i 7u6poi? distrutti dal Ruhnken, che, cui dice
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Gli
epigrammi
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" " accus. accus, of reference p. 521, "; Garland p. 134, of Philip, mezzo of respect "), e 7uopoi? ? dativo strumentale ai, per (" grazie dei canali da me qui lo stesso motivo "). Esattamente spermatici = non ros nec in ? Carm. 48: spiegato Priap. 8?0[i?vo? ?xxp?G?co?
pru?na, sed...
Eccoci zione
ora
ad
esaminare la conoscenza
un
altro della
epigramma terminolog?a
la cui fisiol?gica:
spiega
presuppone
II 2062
ar?va?e aua^iyycov X?P?^V * T?VOVTa?, & 57U?0l)X? TOl? TOI 7Tp?7T?L. * OUX ZG& ? X?aCOV (JLTj 'X???v' U7TO?X?7T?. auTo? y?p aXXcov ?x [x?v o^oct?ov S?xpu
?&Xi^a?, K- t. X.
Procediamo incomprensibile
conoscenza
convenzioni
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G.
Giangrande
xai ?XX?
Tr?Xt.xco[x?^?Lv xai
o?x ?S-?Xco
Tc?pvYjv
(jLtaco TauTa
fxaviyjv.
(is vapxiaao?? ?vaSr]aaT? xai 7tXayia?Xo)v y??aaT? xai xpoxivoi? yjpiaoLTS Tu^a (?upo^? xai MiTuXTjvaio) tov 7uv??[Xova T?y?aT? Bax^q) xai au^???aT? fxoi <pcoX?Sa 7rap&?viXY)v. di Filodemo, ? costruito in modo L'epigramma, felicissimo, non contiene bensi due addirittura due una, perch? gi? sorprese, 6 tr?vate '. La prima ? stata gi? da me indicata altrove (Entr.
Hardt XIV, p. 145). Gli ordini per il banchetto si davano con infiniti esortativi, o con infiniti seguiti da jpi\: dato che si tratta di ingredienti di un banchetto, il lettore si attende di trovare o
Xpy) alla fine in posizione non sorprese con imperativi, della frase, o un all'inizio enf?tica, finiscono per qui: infinito del seguono mentre invece, imperativale, trova o?x ?&?Xco. Ma le verso, chiaramente ordini, espressi di un banchetto che ? in tutto
l'approntamento e per tutto an?logo a quello ai versi che il poeta, 1-4, ha detto e di odiare di non desiderare profondamente (o?x ?&?Xo, [xiac? Tau Ta Ta 7ip?? osservato i due (laviyjv). Corne gi? hanno Gow-Page, banchetti dal sono, contrapposti poeta per quanto riguarda gli in si corone, m?sica), gredienti (vino, unguenti, insomma, analoghi: il lettore, o non vuole domanda un banchetto? vuole Filodemo au^???aT? l'epigramma: e come messo in chiaro deve essere, cio? alla fine del come il Kaibel ha matrimonio, designa accettano. ? il noto che Ora, Gow-Page 5 era e banchetto nuziale in tutto tutto ai rispettabile per an?logo banchetti da scapoli, ai quali il poeta, finora scostumati, scapolo, e dei quali non vuol pi? sentir ha appunto preso parte, parlare. Ai banchetti nuziali c'era il vino, le corone, c'erano i c'erano le Tcopvai e c'era, invece, solo mancavano la rispettabile flauti, sposa Eppure dove 7rap&?vix7j. Perci? Xp?aaT?) ? quello vuol dare poeta egli desidera simpotici, : il banchetto del addio alla ora desidera che Filodemo (ys?aaTs, suo matrimonio il (au????aT?) : insomma, vita da del ed il banchetto che scapolo, tutto an?logo, negli ingredienti da frequentati 7r?pvai, nel con la soluzione ? proprio
? dunque, ai banchetti
seppure sconvenienti
Cf.
Becker-G?ll,
Charikles
III,
p.
375
ss.
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Gli
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alessandrini
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da tali banchetti: la contrapposizione dei tempo del tutto diverso ? vv. banchetti due ai 5-8, quello neU'epigramma rispettabile ? ai vv. 1-4 ? quindi indecente del tutto l?gica, ed in essa quello creata dal poeta. la punta risiede argutissima Ora nico II esamineremo e cineg?tico: un epigramma dal tono, per dir cosi, bot?
1683
?v8o&?v aXfia?
tX&?a tcouXutt?Stjv ?'8pax?v i-x&ufioko?, vYjXO[iivcp S'?rc?pouox xa? 1? aX?? ?jx' znl x^pcrov ?pTc?y8y]v aypY)? 8za[ibv ?)TC09^?(ji?vo<;. z[?tzzgz 8ziK(? a?x?p ? SiaxYj?te?c xaraxaipto?
7TTC0X?, 7raxuo"Xo?vo) X??to y?p urevaX?o?
Tov 8? xu*^?
^epi
e(x?u^LY]v aypv) x^P0"0^^ Due Tutti difficolt? di sono state hanno viste dai
al v. 6 e ai w.
7-8.
di trasformare la cercato, invano, *n un la renden per pur prima parte ep?teto l?pre, tzolx^x0^ ce Tha gi? (8?iXg>), e ehe in conto che la l?pre un ep?teto dosi un ep?teto caso nel contesto ozioso, Taxu? sarebbe ogni quale corne Gow-Page ammettere. ha studiato la ter devono Nessuno se si ? mai domandato nessuno, cio?, bot?nica, tzcci?g minolog?a Xoivo? non La bot?nica essere il nome di un tipo di canna. possa piuttosto un ci risponde di si: ??ugxoivo?, denota sostantivo, il esattamente ed costruito sostantivo tzolxogxowo?, tipo di canna, un an?logo evi all? stesso modo, denota tipo di canna, dunque tox invece di Il dentemente sostantivo spesso pi? (7uaxuo?u-).
i commentatori
anche in Nonno, altrove: citato in XUgxoivo?, per di pi?, esiste " rete s. Slxt?ou di vuol dire v., e?So? 7raxuaxoLvou Th?s., tipo " H secondo ai fatta di 7raxuaxoLvo? che ha fatto difficolt? punto a leggere un9 si vedono costretti critici ? uto + accus. :Gow-Page sanno corne confessano, non dare un aypyj? efx?u&ivjc, solo perch?, a un aypvjv e[x?u&i7]v; essi stessi, per sovram senso grammaticale ammettere che non ? facile devono mercato, capire corne il geni Ma tutte queste dif in accusativo. tivo abbia potuto corrompersi ficolt? sativo, sono inesistenti, il testo ? sano. Tto in quanto s. v. uto, nclVusus del tempo (cf. Bauer, Wort., con l'accu 2 c; Mayser,
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G.
Giangrande
Gramm. mento,
p. 513) il poeta
vuol vuol
dire dire
"
mo stava
non cattur? solo pesce, tempo in cui stava pescando, pescando, ma e pesca nel caccia Scrittori di anche, contempo, cacciagione. amano che la cattura indicare avviene di regola ad una certa ora (p. es. Cyn. Mostrer? minciamo II 3554 con 1, 110 ss.). ora un come testo si debbano pieno di emendare allusioni Co gli epigrammi. ed epiche: omeriche
?TL &p?jV0V aX0?0[X?V, Zia?-Xl TpO?TjV 'AvSpO(JL?xV)C S?pX?[X?0-' ?X ?a&pOiV 7UaaaV ?p?l7U0(X?V73V (Ji?frovA??vT?tov uno aT?<p?v7) T? tc?Xtjoc tov e? LTTTccov "ExTopa aup?[X?vov f YjS? *j" Mai,ovtS?Ci) 8i? (xouaav, ov o? fx?a rcaTpi? ?oiS?v xai xoa[X?LTat, ya?Yjc S' ?[X<poT?p7]cxX?(iaTa.
Y Iliade \ al v. 4, il poeta allude alio il Reiske ad r?8e non d? senso, pens? " e "Ettore cio? cavalli ai il ?xS?tov, l? ?tztz?uv), legato (?x8?tov " " suo emendamento ? stato definito clever da Gow-Page, loc. ad e non per uno, ma Al contrario, ? pessimo, l'emendamento addi Questo epigramma Dato strazio di Ettore. celebra che tre motivi. il motivo formale: per Anzitutto, l'aggettivo e una a esiste in greco, dia che ?xS?to? non congettura luogo una parola essere nuova le solo proposta pu? quando possibilit? dal vocabolario state esau offerte esistente siano greco espressive come ora vedremo ? rite dal critico, mentre il Reiske ? tali possi bilit? non le ha esaurite affatto. Secondo: motivo di contenuto. rittura Ettore A. P. bensi al carro, tanto ? vero che in legato ai cavalli, 6 Terzo motivo: 1, 152, leggiamo S?<ppia aup?(X?vov. paleogra ?x non il > Per la soluzione convince. 73 ficamente, pro passaggio un aggettivo cos?: esiste in -Seto? che faccia c?d?rent al caso nostro? tura ? addirit egregiamente, perch? P. Tale IvSsto? 9, 372, 2). {A. nell'Antolog?a, agget ?vS?co significa tivo che in greco vuol dire (dato "legare a") " " " " non ? pos tied to ", ", angebunden #?/ligatus (in italiano " senza un nome il preverbo sibile rendere che ne dipenda: legato, attestato al carro Comm. (Bast, "). ? noto Pal. p. 762: che h= la confusione ?v, h=r?). tra II testo 73 ? comune era originale quindi ?v ed Ne esiste uno che ci serve non fu
seil,
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Ettore La
dai
cavalli.
? costruzione ?? qui denota l'agente: epico Gramm. Hom. II, p. 100) che si trova nelV An (Chantraine, Garl. Phil. ed in poesia elle (cf. per es. Gow-Page, tologia 2295) la congettura nistica6. Conclusione: soddisfa lingua (IvSeto? ? non ai cavalli) circostanze al carro, fu legato attestato), (Ettore e paleograf?a. preposizione tragica L'epigramma II 3296 che esamineremo ora ? simpotico:
Kpa(Ji?Y)v 'ApT?[ii8o)poc, 'ApiaTapxo? 8? T?pLXcv, 8' S&xev y)[juv ?oX?iaxouc 'A&Yjvayopa?, TjTOXTiov OiXo8y](jio?, 'A7roXXo9avY)? 8? 8?o (xv?? * Xotp??ou, xa? Tp?i? ?jcravfa? zy&zC) ?rt, ?iov "j" xa? CTT?9avoo? xai aajx?aXa xa? fx?pov r?yXv "j* Xa[x?av?7 xa? 8?xaTY)? ?U&? fr?Xco 7rap?y?iv.
non ? stata a?ferrata da Gow punta di questo epigramma i si mai domandano lo abbia Filodemo scritto. Page, quali perch? conoscano la punta ? f?cilmente si Eppure comprensibile, purch? e le convenzioni In letterarie del Entr. Hardt tempo. simpotiche La XIV, stions p. 142 ho cio? fatto notare della la "lista in que tipo di epigramma uno dei due spesa ", ingredienti pi? ? le etere ? l'altro ingrediente ? il vino che nel
della lista, cio? importanti con apparente viene messo, lista dei alla fine della nonchalance, se osserviamo commestibili. ci Ora, questo epigramma, accorgia mo sono in quantit? modesta che, mentre gli altri commestibili c'? relativamente di carne abbondanza grande (?oX?iaxouc, Y]7r?TLov), e che tale commestibile ? menzionato alla fine della lista. porcina, Dato che le etere venivano scherzosamente spesso per designate, me un alimentan di fichi derrate carico da met?fora, (per quali spiegato Gnomon sueti in questo senso, cf. Class. e che 2), diventa Rev. 1966, p. 554), (cf. L. S. J., s. v., i calembours 1965, p. 279, e Kannicht, con con x?^P?? sono carne che la chiaro x??pel0V ?
s. v. ?x, 4 (ex con verbo Theocr., passivo, come con verbo in Gow-Page, intransitivo,
come Garl.
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G.
Giangrande
senza il sim le etere, le quali metaf?rica, designante di sarebbe servendosi Insomma, Filodemo, posio possibile. c'? abbondanza met?fora vuol dire che al suo banchetto oscena, 7 nel senso da L. S. J., s. v., 2, se non di x?^P?? indicato abbon danza di cibo. una derrata non Un (3280 volta servir?: oscene, epigramma in tutto simile a questo, un anch'esso dai suoi di Filodemo editori che una non ? stato compreso Gow-Page), a che scopo di pi? si domandano non
eppure l'epigramma che qui non esaminer? xauXoi, ?7u?ai (poSov, Ipe?w&oc, essen uno dei due identificato abbiamo ingredienti vo[A?v). Poich? ora che manca ziali del banchetto, il xo?po?, osserviamo ogni men zione dell 'altro i quali Di ci? il vino. ingrediente, osservano che ??v ? anche bensi si sono accorti Gow ? intollerabile, perch?
? che una
Page,
al
7 mi fa acutamente II collega notare che ai cinque maschi Comotti partecipanti banchetto di %otpetov. corrispondono cinque misure proprio 8 In ?IA ON, A del con cadde rotondo la O che per aplografia segue. tipo " " 9 in ogni O in punto ": eu&? vuol all'ora dire all'ora caso, decima, senza ritardo ".
decima,
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Gli
epigrammi
alessandrini
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perch? che
(ora termini
a banchettare suoner?
: proprio
ad un
epigramma
di Antifilo
di
sapore
ornito
KaXxoc8?>v S?cttyjvov ?pcoSiov ?x&p? xoXoc?el. T?u X^PLV ? 7rpo80TY)? Opvi? ?sl XsyeTai, qt z?? ?Xa xcoXov ?Xa9pov zpz? T?vay*LTLV Ooi?oc 8 ? p tc o v *?" GTTjaa? <\>0L[L[L?Tr?v ?&YjfXoX?ya f? ?7r? TOT' 7?t?X(.V?vTUU?pYj&?V 8UG[X?V??? ?$r?GOW 8i8aax?[X?voi, 7i?^o?aT?iv Tc?Xayo?. ?aXX?T? 8t] xaxov opviv, zizzl ?apuv 7^paT0 {Xia&?v ?X SfjCOV X?XXOUCXa? ?pUOV ? 7Upo8?T7)C. ?^ ?
senza motivo, che la forma d?rica Gow-Page, proclamano " in context intolerable In ? the Ionic ". present KaXxaSc?v realt?, o eoliche di forme abnormi l'intrusione in un epi (forme doriche e forme in dialetto in un epigram scritto ioniche gramma i?nico,
parte a trovare
che essenziale punto (il poeta dice o^?, dell'epigramma non In secondo sta cenando facendo l'airone colazione). (S?pTOv), ? ? non escluso Antifilo ? noto che gli epigrammatisti luogo, amano usare parole nei lessicografi. rare, per noi cons?rvate Ora,
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20
G.
Giangrande
si ha l'aggettivo insomma, ?&tjjxov uaT?piv?v: leggiamo " : nei verbi senso Terza considerazione tardi ". di o&73(xo? nel o aggettivale, se ? nominale la prima parte, pu? av?re composti, in al Garl. Phil. verbo: avverbiale funzione es., 1704, nel p. rispetto " la nuovo verbo oppor parte xatposignifica prima xaipofjtav?co, " sono opportunamente vuol dire il verbo tunamente ", cosicch? " ad loc). Cf. per es. ?p&07tpay?v, uaT?po?ou (cf. Gow-Page, ispirato " stava scritto X?co. Antifilo ha dunque raccogliendo ?ih3fxoXoy?i, non ora ? solo paleografi La ". mia restituzione ad tarda tardi, in Esichio ma e sem?nticamente ? contestualmente camente, appropriata, dal perfetto anche morfol?gicamente o&tjjxo parallelo suffragata = una e : sono in etc. verbi tali -?co, contengono xaipo[xav?(o, Xoy?o) -o. uscente in parte prima L'epigramma sue armi e nelle arti che ad opera esamineremo di Eros, ora tema descrive Eracle in privato lettera
delle tura
frequentissimo
figurative.
II 2372
t? N?(i,?io? f'HpaxX??, 7iou goi 7TT?pfroc [iiya? 73 xa? r? to?cov ?yazkzo? 1080x73 ; ^XaZva Tcou ao?apov fxi[i7)[ia ; t? a' ?7tXaa?v &8? xo(.zr?<pr? A?ai7iTco? xa^x^P T' e,yy-oiT?[Li^ 08?V73V ;
?^-9-73
yu(Xvo)o-??c
07rXo)v
a?o
; t?c
S?
a5
?7T?pa?v
tranne ? chiaro, congettura fiifi^a al v. 3. II Ruhnken come di in Esichio trovo tale parola sin?nimo ?pi[X73(xa, perch? ac minaci si torvo ". Che "de vultu in?7zkr?^i<;, e comment?: intende il volt o dell'eroe, tratti del volto di Eracle non vi ? dubbio: Tutto un sentimento di depressione, sconsolatezza esprime e ? violento Tuttavia paleograficamente ?pi[X7j(jLa (xaT73973, ?S?vtjv). " non adatto, sem?nticamente bizlnktfei? vuol dire rimpro perch? " " accettano vero ", non ed inten alterezza (Gow-Page ?pi^^a " erra ? la parola nel senso di che il dono strength ", doppiamente dire il poeta, come ha visto non vuol dire "forza ", e nel contesto, ?7r?TcX73^? il Brunck, si tratta di un sentimento dal volto, non di espresso " " motus sentimento Dato dire animi vuol che ", ", forza). x?vTjpia un da ed ? spesso accompagnato aggettivo qualificativo (vedere to:
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Gli
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alessandrini
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e da Janacek), a ao?a avevo da Schenkl rispettivamente pensato " sentimento pov xivY)(xa ", congettura arrogante paleograficamente e sem?nticamente ma con estrema il Gentili dottrina soddisfacente, ed acutezza mi fa osservare to che il testo ? sano. In Xen. Mem. Ill sentimento che 10,5, l'astratto u?piaTixov (" arroganza "), essere uno 8i? tou 7rpoac?>TOi> ? detto dei cio? [xt(xv)(xaTa, 8ta9a?v?t, una "res imitatione di rappresenta ", immagine, expressa oggetto e zione art?stica Lex. Lexil. (cf. Sturz, Xenoph., Sauppe, Xenoph., ehe senofonteo concludere (xi[xv][xa). Sulla base del passo possiamo un senso ? ed ha sano, ao?apov chiaro, [xi[xv)[xa perfettamente to "altera al il allude che fatto l'astratto poeta immagine": " con alterezza sentimento dirla ", ehe, per cro?apov, Senofonte, ? \?\vr\\LVL, traspare dal volto di Eracle (Sia tou 7ipoa<?TOu 8ia9a?v?i), della Eracle Insomma: art?stica. rappresentazione con sia l'espressione dove altera cui il poeta doman l'eroe ? nor s. v.
dall'arte mimetica In altri scultori. rappresentato degli ? detto il \ii\Lr?\LCL ? rappresen ", perch? ao?apov, "altero to ao?apov ad opera dello del sentimento scultore. che esamineremo maggiore ora nel contiene v. 5: varie difficolt?
difficolt?
7) ra?xac
Xa&p07r?8ac Tpc?xTac Xz?Gl t?&yjgi toxou?, O?tO? ?[JLO? T?t>VY)X?7T?pl, f [?VY)0~TIV f 8? TZOLpZpiZi? v?Xpov ?? ?XXoTpiou? 9?i8?[X?vov 9?puyac. Secondo il testo costanti Xotou Gow-Page ? sano. Se si considera x^u? che ? privo Xc?to? e di x^u? senso: sono in realt?
regolari,
753 citharae compagni (Ov. Rem. Am. lotosque lyraeque; xa? in Gow-Page, Mus. 23 K.; Garl. Philod. auXvjGL? xi&apvjGi? e se si considera 577 s. Xwto?? ... x^uv), che gli epigramma Phil. " ... et in il tisti usano peculiaribus genitivus saepissime possessivus " die. coniunctionibus genus... quibusdam Quae fuerint (Ouvr?, p. 56 ss.), comprenderemo il flauto Tali che qui Xcotou ? genitivo visto possessivo (" la
? metaf?ricamente
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G.
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abbiamo met?fora gi? vista un'an?loga ad loe). 2972 7iapaxo?Tav : cf. Gow-Page, va dal momento che benissimo: xoupoi vano una fiaccola e dal ciascuno simposio simposio possessivo
(forma d?rica, ? distributivo, costruzione anch'essa golare "i servi vuol dire, della fiaccola"10 insomma, una ". Non c'? fiaccola ciascuno portano bisogno
porta regularmente al i banchettanti TO?xa? ? genitivo il sin tipo di poesia; servi "i normale): regolarmente di mutare Tpcox altri: Tp<i>xTa? ? la diffi state che
che
Stadtm?ller ad Ta? in Tp?xTTjc, come vogliono a ora alla d?rica forma corrispondente tpc?xttjc n. Veniamo son? al v. 5. Le congetture colt? principale, pi? pazzesche 1'ultima
? quella che creano proposte: escog? tata da Gow-Page, una nuova il addirittura indica senso, chiarissimo, Eppure parola. la soluzione Si tratta di un digiunatore: subito giusta. v?joric vuol " e e non tra la ? confusione dire [lvt?g", vyjaTi? digiunatore nei manoscritti (cf. L. S. J., s. v. (ivvjaTYjc). Recuperato infrequente emen resto del verso. il Facile sarebbe vTJaTiv, rimane da spiegare dare raxpai VTJaTiv 8? 7rap?p7io) (cf. ?7iai, Siai: Garl. Phil. 13, 3701, 2274; si potrebbe pensare che (?VTJaTivsia nato da ILAPAINH2TIN
'
stret
to '), oppure di vocale 7cap? VTJaTiv Se 7tap?p7ro> (l'allungamento non finale breve davanti ad una liquida ? un epicismo in ins?lito 30 -? X-, 1473 -? fi.-), ed infatti cf. Garl. Phil. questi epigrammi: Schneider mento non sativo aveva (A. PL l'accu IIap?p7rco regge, negli epigrammi, Callim. 60,1 Pf.). T?ftv7]X? vr?pi 11,1; 279,1; epigr. ? 7C?pLT?&v73X? in tmesis inversa, e regge il dativo ?(jlo? (cf. ?^O-v/ja xco + dat. in Q. Sm. 6,449; di TCpt&vqax?o, sin?nimo cf. L. S. J., " s. v. TCpi&vTjax?o). ??pi col dativo accanto ": cf. Soph. vuol dire " il senso 1240 x??Tai v?xpo? TC?pi v?xpo), dove ? Antig. giace " x?LTaL eselude accanto ab che il verbo ", perch? significhi bracciare "; esiste anche la variante v?xpo? rap? v?xpcp12: taie pensato ? necessario. a 7raps ?fxvyjaTov. Tuttavia, un tale muta
10 in Garl. Phil. 874 yjdpcc #?peo? Cosi, <9-p?vaxa vuol dire " ? associata la for?a che cio? all'estate ". regularmente un rapporto di regolare associazione. insomma, esprime 11 e dal D?bner. ? stato gi? visto dal Boissonade Questo 12 come = 7rocp?. rettamente inteso fu, cio?, rtep?
" Il
la for?a genitivo
dell'estate possessivo,
",
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Gli
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alessandrini
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" = " bei ? un epicismo vor ", cf. Capelle, ", (per izzp? + dat. s. Wort. Hom., vuol "mi dire ? z\lo\ ts&vyjxe n?pi v.). 03to? e spiegato morto accanto ? difeso dal resto della ", ed il testo e quest'ultimo, accanto ? morto al poeta, il digiunatore frase: ap uso punto, mento II 2296 passa rap? accanto v- ?, come al ho morto detto, (nocpep-Ktu v?xp?v13). L'allunga non ins?lito negli epigrammi.
'Ex&?gtyj Mo?aaic o~?Xt.8Y]9?y? Xco?Y)T?ipa, 9CoX?? ?ei 0-09 ?y)?xX?[X[xaTa 9?p?o(iiv7}, T?7TT?X?XaLVOXpCt)? IZpOLl?<\rr?<pQlGl ^X^TIj
G?X9Y], TYjV 9&OV?p7)V ?lXOVa 7CXaTT0fX?VY) *,
?&i tt]X?g?, [ayjS' octov 64'?t. 9??y' iizb Moua?cov, ?v ?aaxavov ^y?(pc? 8??av ?T??iaay?y7]. Questo epigramma II poeta inveisce preso. tratta? creduto tratti dal v. Evidentemente a causa e finora non ? stato com ? argutissimo, contro il tarlo dei libri (0-1X973, al v. 4).
quali
libri si
si era che si
di poesia da Mo?raic ? invitato ad l'insetto 5, dove cio? da un libro di poesia che sta divorando. So9?7]c al v. 2 vuol " dire "poesia Hell. Se si pp. 157 e 422). (cf. Gow-Page, Epigr. tratta di poesia, son? scritti sacri alie Muse, ed ecco perch? tro viamo le Perch? l'aggettivo tepaZ? al v. 3. Perch?, poi, ^9010-1? sta divorando, di scrittura, colonne che l'insetto aeX?Ssc, erano di ^73901 da parte degli scribi che le contavano (su sempre munite n. tali calcoli cf. Devr?esse, Introd. p. 60 ss., specialmente 7 p. 61, e 87, n. 1)14. II poeta la il tarlo ha detto che lascia propria tra gli ^90115, le pagine, rodendo cio? nelle colonne immagine,
? chiaro
^?oiai di 1553,
di
7rap?p7r<o,
cio?, gli
designante periodo
scritti
questo
parlano cf.
cio? ad ". 15
per
corpo
TrXaTTOfz?vYj. Si vermiforme
circolare,
la ").
(" book-worm
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G.
Giangrande
di scrittura. magine
Il senso
ora
? chiaro:
basta
Il poeta, ha ? un aggettivo riferentesi quale ?^739(0 " il senso ? il tarlo non porti a me aifinch? ostile S??av ?7T?iaay?yy)) per mezzo (?aoxavov ^73901 ".
" im 6^?i ???^?co, struttura chiastica al una della sostan fama sua
". Notare Tele che si trova tra gli ?7390L (6^?l ?^-^cp) immagine II poeta ha destr? chiasmo S?^av. gante otyzi ?aaxavov ?(z^t^co un nuovo mente ad esso giocato sull'aggettivo ?fz^Yj?o?, dando " " Tali devo sono, ricordarlo, appena significato. Neuwendungen La graf?a invece di di questo di poesia. genere tipiche ?^7396) ?[x^9cp ?, naturalmente, i libri, procura al poeta Alie Muse, naturalmente, fen?meno una fama comunissimo. di persona nominate: ostile. II tarlo, Ostile rodendo a chi ? in
appena riappare com viene deriso perch? Adv. Indoct. 17, dove un indotto Luciano, ad essere divorati dalle pra libri destinati proprio a?X9ai, perch? non ed ostile li legge 16. Facile indotto alia poesia, egli, appunto sarebbe saggio emendare brusco da ?7r?iaay?y7) una persona come
il motivo
in ?7U?iaay?y73c, ma in realt? il pas in verbale all'altra ? comunissimo altro ve : bastera cio? ? quindi segnare
ho mostrato
o^izi
va lontano ? (dico questo)17 fuggi dalle Muse, il tarlo, con la sua immagine che si trova tra le colonne di perch? non mi crei una fama di persona alie Muse ostile ". scrittura,
16 O&ovspo? causata di ostilit? che esso ? motivato nel alla Eveno pu? poeti,
di
pura del
(" spiteful "), non ? poeta, distrugge pu? nei alla da libri
oppure ? ovvio
divorandola; egli ? ostile pero, biblioteca dagli dei altri suoi che
la presenza (corne
ignoranza
? poeta
tarli cio?
altrui, induce
gelosia
professionale,
a non
colleghi. 17II poeta, essersi rivolto al tarlo, si rivolge dopo ora designato con la terza persona viene eTretaayayfl. tratto stilistico t?pico degli epigrammi.
ora
al
lettore,
per presto
cui
Ritorneremo
su questo
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Gli
epigrammi un
alessandrini
25
ora
epigramma,
in
s? chiarissimo,
eccetto
al v. 6 :
Y]??aiv 8' ?7Ux?Xcrav ?X?xXuo~TOv S?jxa? aXXou S?tffXOpOCOtX?L7]?aU(Jl?oXoV ??8? TUX^?j A?COV 8* ?Tcl VYjO? Ul?a 8' C?? ?CTT?lX?. ?&paUCTTOU ?x otar' a&o? r?Xi>&?v f yaivj? f ?(XTOpi?j?. # ?v?aOU [XO?pYj? (X7)T?p?? CO? X?xOV 7) [X?Va?X7TTOV ?c?OV ?X?^) X??V7] 8' ?ipSTai o?S? V?XUV. un epiteto I critici sono d'accordo ehe in ?x yaivj? si nasconda ma finora nessun di di IfXTOp?Yj?, ha sod aggettivo quelli suggeriti " ha disfatto. de Jacobs, seguito da Gow-Page, proposto ??xTaiy]? " senso aveva nel che Dione desi siderato molto ", ", auspicato ma l'idea ? contestualmente insoste derato quel viaggio, compiere erano proverbialmente corne i viaggi per mare pericolosi, e nessuno in rilievo, farli: desiderava gwo? qui mette l'aggettivo se mai, desiderava tornare un navigante, salvo (cf. e. g. A. P. 9, 41, su cui il poeta si tratta di insiste ? che 6 ??xTaicov Xt[jt?v<ov). Ci? nibile: come dice di una per mare, ?[iTOpia xaT? fr?Xaaaav viaggio essere il trasporto marittimo Piatone pi? precisi, (Resp. 371 a). Per v. un si da faceva all'al costiero di un carico 2) (90pTo?, emporio con la madre, ? partito tro. Dione dalla citt? costiera dove viveva su una costa: un altro conside questa per raggiungere emporio, un razione, lezione costa a pi? ovvie originaria costa ". mostrano che la di natura paleografica, ragioni " ... era ?xTa?vjc da costiero, IjxTOp?Yj? commercio 2550 8?opa 7iap5 ?x la sedes, cf. Garl. Phil. Per
dato da te pres derivanti dall'aiuto [7rap?] " Taivj? ... ?7tg>9?X?y]? (" doni " so la costa "); per rcap? verb cf. L. S. J., s. v., 3 (que without senza verbo ? fr?quente sto tipo di costruzione negli epigrammi). II 2741 T? auxa 'PoiTjv H/xv&ox?T?uva y?pat,?9Xoi? ?Tcoo-7??8i.ov xa? poS?a? crTa9uXYJ? ?(jlov &' Y]8?7TVOUV 7C?TOX6i[Jl?V0V "KziZtY] &jyY\ [A?jXOv xa? x?puov y\<?p&v ?X9av?? ?x X?tc?8ov xa? a?xuov x^??ovTa, tov ?v 9?XX01CtoSoxo?tyjv, xa? 7i?pX7]v y)8y) ipuGoy?t^v eX?y)v
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26
G.
Giangrande
aoi,
9iXo8?Ta
non ? stato capito dai critici. Questo gustosissimo epigramma ? "in addirittura Secondo inadatto 9iXo8iTa Gow-Page l'epiteto " ? dei custode this context giardini, (sic!), perch? Priapo, perci? dei viandanti, dei viandanti, nemico e, anche se egli fosse protettore " out of place in un epigramma sarebbe dedicato "quite l'epiteto dal padrone di un frutteto. la frutta In realt? proteggeva Priapo va i viandanti in senso viandante subito proprio se un omosessuale: er?tico, notoriamente, a tiro entrando nel frutteto, il dio procedeva ? appropriatissimo l'epiteto in virt? del fatto che egli ama :
gli capitava a Tpu7rav18 l'incauto. in senso Insomma, 9t,Xo8iTa? ? usato es. come Sono per er?tico, 9iXoyuv73?, 9iX07rai?, 9iXo7rap&?vo?. verso i vian le famigerate di Priapo amatorie propensioni proprio ? e comune ? motivo nei Car che tengono danti nelPAntolog?a ? dal mina Priapea ultimi frutteto: lontano insom l'epiteto, questi ama i ? contestualmente felicissimo. ma, Priapo, proprio perch? e senso ? protettore in della frutta viandanti nemico dei carnale, " the point lies in the para Una volta di pi? insomma, viandanti. " e ama i viandanti Garl. Phil. p. 348): Priapo dox (Gow-Page, ne ? nemico. Passiamo II 2256 ora ad un epigramma dedicatorio:
TaXXo? ? XatT(*?L?, ? V?7]T0[J10?, C07T0 Tu[X?>Xoi) AoSio? ?pXTjaT?? fx?xp' ?XoXi>?o(i?vo?, Ta raxp? Sayyapico Ta8? fiaTspi T?(jL7rava f TauTa f
?WjxaTO xai [x?aTiv Tav 7roXuaaTpayaXov
TauTa t'
?p?L%aXxoi>X?Xa xufi?aXa
ex Xuaaa? apT'
xai
(jtupo?VTa
?oaTpu^ov
?varcai>a?[X?voc.
restituir? bisogna un ? Ora, per X0O90? Tii?A7uava. ep?teto dei epiteto va qui vero P. ? tanto Stadtm?ller vole che 6, 165, 5), (A. timpani Basta che ?yaupo? ? indicato restituir? ricordare T?[X7cava xou9a. s. v. ?yaupo?) come di X0O90?, dai lessicografi sin?nimo (cf. Th?s., un chiaro, il sostantivo
Il testo
? tutto
tranne
al v. 3, dove
18
Per
il motivo,
cf. A. PI.
236-243.
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Gli
epigrammi
alessandrini
27
per
trovare
leograficamente accennarlo, orizzontale il mio descritte ? bene anzi verso alla maiuscola
si legga T?8? (xaT?pt, T?fXTcav' ayaup?. Pa non presenta, emendamento debbo appena Confusione tra T e Y ? fr?quente, e
difficolt?.
proprio di Erucio Ther. 661). 832; Nie. (Hes. Theog. dal punto il mio ? soddisfacente di emendamento = e del vocabolario (?yaup?c XOU90?), paleografico tiene alia lingua ?pica). Osserviamo II 11 Ou ora un epigramma massacrato
si trova
(?yaup?c
dai
critici:
a? xuvcov y?vo? ??X', E?puuST}, o?S? yuvaixo? o?aTpo? tov oxot?tj? KUTcpiSo? ?XX?TplOV, 8' 'ApE&o?aTj ?XX5 'A?Stj? xai yTJpa?, ?7rai Max?r/} X??Tai ?Taip??73 T?fJUO? 'Ap^?X?0). aoi 8' o? TOUTOv?yo> T?&?(Jiat T?90v, aXX? Ta B?x^ou
73(xaTa xai axTjv?? ?(i.?aX? TOi&ojx?va?.
Il testo, come vedremo, ? sanissimo. hanno scritto Gow-Page " " e corrotto ? irresi che TOi&ofiiva? sicuramente definiscono ", " ? il clou la proposta fatta da Hermann di mutare stibile qx?aX? senso come Il vedremo!?in ?[x?aSt. gen?rale dell'epigramma, si tratta in e?fetti di un motivo trito ? chiaro; dell'epigramma ad 15-16 della loro numerazione) (cf. Gow-Page, il monumento di monumento, bisogno perch? stesso con le sue opere letterarie. Ricordando : Euripide se non ha lui lo ? fatto
Hell. Epigr. XTjat.... axTjvTJat, (cf. Gabathuler, ma xai la correzione oxtjvoc?, ?^aTa leggere nelle "journ?es in scena proprio consacr?es si mettevano trag?die " va benissimo ad cosicch? ? Bacchus t?[loltol 19, men (Waltz, loc),
19 Cio?, rappresentavano
^octoc nei
Bax/ou giorni
designa della
le
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G.
Giangrande
tre ?yjjxaTa presenta difficolt? da Gow-Page. Il primo gi? indicate ? che l'epigramma ? elegantemente da osservare costruito punto di persona del mutamento sul principio che abbiamo verbale, gi? vv. ad essersi rivolto incontrato: si dopo Euripide (gz, 1-2), Adeo al lettore nei vv. rivolge sona xsctoci, proprio cosi seconda tarlo con con la terza per 3-4, e designa Euripide corne Eveno al tarlo, si in prima rivolge al lettore, si rivolge il designando perci?
di Adeo ? ?TCio-ayayy). L'epigramma in seconda l'allocuzione costruito persona dopo elegantemente: (gz) alla terza persona, nei vv. 1-2, segue il passaggio il cui soggetto ? stesso lo avviene ultimi due versi: alla Euripide negli (x??Tai); poi allocuzione diretta alla terza persona (go?, v. 5) segue il passaggio
In ambedue
? sano. la met?fora
i casi, il
Che cosa ? uno
da ?XX?. Dunque, Ijx?aXe dire? Anzitutto ricordare che bisogna luogo, pu? bisogna essere non espressa in Arg. 824 4, Apollonio del linguaggio militare, ricordare che, da un in et?
dei mezzi
secondo met?fora Per
In
una
esempio, in accezione
egli vede le onde come un esercito usa x?7tt?v, verbo 943 Apollonio in accezione t?cnica del propria con e alia riferimento vuol nave, l'equitazione, perch? egli vede, sua met?fora, far si, per mezzo della che il lettore veda la nave come un cavallo t?c Ora, efx?aXXco, nel impennantesi. linguaggio nico si diceva dell'edilizia, un Ne edifizio20. erigere come scritto. delle
alessandrina, nome, ma da un verbo. usa Rodio Tp?^aio, verbo alie onde, riferendosi perch? ostile da respingere; in Arg. 4,
ha usato Euripide le trag?die che ha stile alessandrino. re 21, sanissimo: nel senso 2946),
da costruzione ?sate pi?tre per il che vuol dire che consegue poeta il proprio monumento pi?tre per costruire La met?fora ? bellissima, dello vede 2667, " al
e propria II participio ora TCifrojx?va? ?, possiamo " " dire vuol obbedienti Garl. Phil. (cf. " che il teatro e le scene erano obbedienti
gi?
visto
designa
metaf?ricamente da parte Wort. che N. abbiamo contenente Phil. 2667, dei T.,
le colonne
di poesia
scritta,
perch?
queste
eran o
oggetto
della
frase
7m&o(xsvo?
il soggetto =
del "
verbo ",
docile
cf. Garl.
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Gli
epigrammi
alessandrini
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il motivo dell'epigramma
costituita nelVultimo dall'uso verso. cercare di
? trito:
metaf?rico
sciupati
per
spiegare
a7i?t,X7]T^pa [X?OTca B0UGTP?90V ?xpoa?Sapov GIT08?XOV GTOp?fXOl) Xa? 7CY)paV[X?TpOU yafjup?v T? Sp?7iavov, GTaxuy)T?(i,ov otuXov ?po?p7)c xa? 7raXioupo9?pov x?^Pa frspsu? &p?vaxa xa? TpyjTo??TO8?cova? ? yaT?fxoc ?v&?TO Ar?o?
n?pjjuc, ?viYjpcov 7uaua?[X?vo<; xafxaTCov.
L'epiteto
9?pov, perch? il nome rcaX?oupoc, designante avrebbe 7taXLoupo9?pov non simo. Primo Per : gli comprendere epigrammatisti
7iaXioupo9?pov, al v. 4, ? stato mutato avevano i critici finora riconosciuto e ne un albero, senso. In realt?, l'epiteto, cercano bisogna sempre non solo avevano
anche 7iaXioupo? vuol dire ?sate ci autore d? che accezioni spesso Esichio, dagli " ? vaso da vino ", x?Soc. Ora, dalle sappiamo epigrammatisti! mano a di forma Talisie che il &ptva?; fatto (x?^pa 9-?p?u? 8-p?vaxa) veniva n. 23), x?Sot. 1966, p. 499, per la mietitura (9-?p?u?; cf. Ant. Class. ai tc?&ol, attinto si beveva molto nella quale occasione vino, sono che si ricordi spesso, presso Infine, gli gli oggetti : abbiamo visto antropomorfizzati22 personificati, epigrammatisti, " " letto di di un'altra ? rcapaxo?Tav frusta che una compagna usato frusta, nel il poeta senso che ha usato accanto Tuna all'altra. giacciono la mano ? met?fora: %Hva? un'elegantissima del &p?va? di vino ", nel senso che l'apparire le due fruste della mietitura, comporta l'apparire dei vasi
Qui "che
vale, ?7T?iX73T73p, e la
22 Ci?
anche uno
per
questo
epigramma:
uno
strumento
? detto
strumento
(o7rXov).
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30
G.
Giangrande
ora
l'ultimo
epigramma:
'Ava^ayopYj? \lz tov oux ?7:i rcoaai I?piyjTOV ?v y&ov? S' ?[X90T?pcp yo?vaTi x?xXijx?vov, T?u^? Se Oup?jia^oc Xap?T(ov S? \loi ?yx?&t xaXifjv
a&pyjaa?, Si^?i> {/.tjxsti nfo? ztzzgov.
Nelle
linee generali
Ci? per ovvi motivi. ginocchio cosa abbia causato la erezione chiarsi.
? che capito ha dovuto per cui Priapo inginoc a Priapo Alcuni critici avevano che accanto pensato ([xoi una vicina la statua di una bella vicina, chia si trovasse modificato
in XapiTc?, ma Xapkcov da Jacobs, da respinta seguito e : non statue di inoltre si vicine, ?yx?&i regge Gow-Page erigevano il genitivo. Jacobs ha proposto XapiTcov S? \ioi ayx*. xaXiyjv, inter " a very clever correction vento definiscono che Gow-Page ", e che due parole, ? pessimo. Jacobs deve mutare invece Anzitutto ?y non poteva certo eccitarsi luogo, Priapo x?i?i e xaXyjv; in secondo La soluzione ? semplicissima. In primo alla vista di un precinto. che il fen?meno di cui ? oggetto abbiamo gi? osservato luogo, veniva secondo dal semen causato, l'opinione degli antichi, Priapo prodotto Priap. 26, dai colei. 1. 14, (Carm. Priap. 73 xr?hr?, x?Xr? era l'ernia del che il 3, 45), ed in pi? sappiamo nome X73X73 ? usato dagli epigrammatisti (A. P. 6, 166, 4; 11, 342, 2). essere enorme Taie ernia poteva allu (A. P. 11,342,2). Priapo, " sacco al suo enorme scherzosamente dice dendo scrotale, guar e capirete la mia accanto alle Grazie, datemi ernia, posta perch? 8; 25,7; 29,4). sacco scrotale Ora, sappiamo (p. es. Artemid. che le statue delle Grazie; si trova presso caduto ". Cio? Priapo come ? presso di queste, si ? eccitato alla loro vista; il suo posto sacco enorme una ha prodotto scrotale tanto semen da causargli cader e al suolo. tale da farlo Insomma: erezione basta leggere ora ai ? chiarissimo. di xaXvjv, e tutto Passiamo x?Xvjv invece sono Priapo parla del I colei del dio Priapo suo membrum erano visibili s?minale in Carm.
dettagli.
Il dativo
si tratta X?&i, ma ? dativo possessivo (costruzione regolare quando di parti del corpo). Facile sarebbe emendare in xr?kr?v, ma x?Xyjv err?neo: sarebbe usano talora attiche forme gli epigrammatisti
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Gli
alessandrini
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(quale ? xaXiq) anziehe mo che la costruzione struzione situ?t a 1577, tiamo senza accanto 3438, 2358, che Priapo me", che
corrispondente ?yx?&i
posta, es. Gow-Page, GarL Phil. e ?ranos no 1970, p. 85, n. 23 e p. 92. Ancora, " non l'ernia dice ", argutamente guardatemi perch? la sua "ernia" ? talmente enorme da
notia di co
"gu?rdate lo stesso
il motivo
in A. P. notiamo che il poeta ha 11,342. Infine, che la di ci del int?ressa corpo designato parte Priapo (gli opx?t?) di una met?fora per mezzo arguta (" ernia "). Tali part? del son? raramente chiamate devo corpo, appena accennarlo, dagli si ricorre o ad una met?fora col loro vero nome: epigrammatisti o ad un'assonanza: per esempio, arguta, " " ha scritto invece ?pxcov giuramenti non stata n? dal l'assonanza ? capita in Garl. Phil. di 44 il poeta 6px?cov "coleorum"; antico, che, non ha mutato
copista
come si potessero toccare giuramenti, comprendendo " critici n? in dai che hanno moderni, ", opxwv ?pxcav giurando asso la cosi intenzionale scrivere di opyzc?v, distruggendo proposto nanza creata dal poeta.
Birkbeck University
College of London
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