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FOSCO MARAINI, ovvero LITALIANO A URLAPICCHIO

http://sebastianoz anetello.blogspot.it/2012/10/fosco- maraini- ovvero- litaliano.html January 3, 2013

IL LONFO
Il lonfo non vaterca n gluisce e molto raramente barigatta,1 ma quando soffia il bego a bisce bisce2 sdilenca un poco, e gnagio sarchipatta. frusco il lonfo! pieno di lupigna3 arrafferia malversa e sofolenta! Se cionfi ti sbiduglia e tarrupigna se lugri ti botalla e ti criventa.4 Eppure il vecchio lonfo ammargelluto4 che bete e zugghia e fonca nei trombazzi6 fa lgica busa, fa gisbuto;7 e quasi quasi, in segno di sberdazzi8 gli affarfaresti un gniffo. Ma lui zuto9 talloppa, ti sbernecchia; e tu laccazzi.10 1. ... non vaterca: espressione dialettale marchigiana, dal volgare Vai a Terchi (paese del Piceno famoso per i vespasiani in pietra serena). Comunque vatercare cos come mingere controvento cosa che il lonfo evita accuratamente di fare. ...raramente barigatta: non esistono testimonianze dirette che possano suffragare la teoria che ogni lonfo in giovent o nellet matura sia solito barigattare. Vittoria Contini Serpieri, nel suo Tutto quello che avreste voluto sapere sul barigatto ma non avete mai osato chiedere! (Edizioni La Lanterna, Genova, 1937), tratta ampiamente largomento ma nel suo esauriente testo non fa alcun cenno n al lonfo n ai lonfoidi in genere. 2 . ...soffia il bego a bisce bisce: quel modo ignorante e fastidioso di spifferare a raffica che ha il vento di tramontana nella provincia di Bergamo (El bego sifla cumpgn al serpentn). Quando laria ghiaccia sferza il naso e le orecchie ogni buon cristiano portato a sdilencare magari archipattando (zompettando sotto i portici) come fanno i lonfi sprovvisti di cappotto col colletto di pelliccia. 3. ...frusco ...pieno di lupigna: che sono poi la stessa cosa, lo stesso stato di agitazione (e di rabbia) che assale il lonfo prima della castratura. Meglio esser fruschi che cantare in chiesa recita il motto dei cercatori di tartufo dAlba che, quanto a lupigna, non sono secondi a nessuno e tante ne avrebbero da raccontare. 4 . Se cionfi ti sbiduglia e tarrupigna: mai cionfare davanti a un lonfo! segno di mancanza di rispetto. buona regola cionfare quando i lonfi, specialmente quelli giovani e irruenti, sono impegnati nella sbatarchiatura o nello sgrondolo. Solo cos si pu evitare una sbidugliatura (spettinatura da scapaccioni) o peggio ancora una sonora arrupignatura (contemporanea torsione manuale molto dolorosa delle orecchie: la destra verso il basso, la sinistra verso lalto). 5. ...ammargelluto: altra voce dialettale (napoletana) che per non riguarda solo i lonfi, ma tutti coloro che eccedono nel consumo di pizza Margherita e cannoli alla crema. Un famoso uomo politico italiano, costantemente ammargelluto, il senatore repubblicano Giovanni Spadolini che mal sopporta i lonfi per la loro arcinota fedelt alla monarchia. 6. ...fonca nei trombazzi: foncare nei trombazzi considerato atto immondo (ma non per i lonfi) dal 1947, cio dallentrata in vigore della legge Bardelli-Lastrucci-Trer (DC-PLI-PSDI) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 23/7/1947. Legge che allarticolo 2 secondo capoverso dice ...e quindi con effetto retroattivo, dal 1 gennaio 1947 fatto divieto a chiunque di foncare nei trombazzi, pubblici o privati che siano, siti in frazioni, paesi e citt di tutto il territorio della Repubblica Italiana. 7. ...fa gisbuto: Il far gisbuto duopo perch goder maggrada cantava Lorenzo il Magnifico

alle nobildonne della Signoria. Ma, mentre per ogni lonfo in grado di procreare il significato erotico dellespressione tuttora rimasto invariato, per la stragrande maggioranza degli altri tale significato andato via via mutando fino ad arrivare allattuale comune interpretazione. Come riporta ogni dizionario che si rispetti fare gisbuto, oggi, equivale a fare lo gnorri (colui che gnorra). 8. ...in segno di sberdazzi: il pi classico e conosciuto segno di sberdazzi quello che fanno i generali quando perdono una battaglia (Cambronne docet!). I lonfi, invece, sottolineano certi momenti di rabbia drizzando il dito medio della mano sinistra e puntandolo verso il cielo o, se trattasi di lonfo ateo, verso il meridiano di Greenwich. 9. ...zuto: ma raro che un lonfo stia zuto. Di solito preferisce farne a meno. Alcuni lonfi, ovviamente i pi carismatici, non stanno zuti nemmeno davanti a unautorit. 10. ...e tu laccazzi: solo chi ha provato sa quanto sia pericoloso, e nello stesso tempo esaltante, accazzare un lonfo. Infatti esistono solo due possibilit di accazzare un lonfo senza rimetterci la ghirba: o te lo ha chiesto lui o per i lonfi ministeriali sborsando una discreta somma in contanti.

IL GIORNO AD URLAPICCHIO
Ci son dei giorni smgi e lombidiosi1 col cielo dagro e un fnzero gongruto2 ci son meriggi gnlidi e budriosi3 che plgidan sul mondo infrangelluto,4 ma oggi un giorno a zmpagi e zirlecchi5 un giorno tutto gnacchi e timparlini,6 le nuvole buzzllano, i bernecchi7 ludrchiano coi frnagi tra i pini;8 un giorno per le vnvere, un festicchio un giorno carmidioso e prodigiero,9 il giorno a cantilegi, ad urlapicchio10 in cui mhai detto tamo per davvero. 1. ...smgi: come dice il protagonista de La citt morta di DAnnunzio: Un giorno smgio mi donasti i baci. ...lombidiosi: pieni di appuntamenti e di opportunit ma non sempre favorevoli. Classico giorno lombidioso fu il 15 marzo del 44 a.C. (le Idi). Proprio quel giorno Caio Giulio Cesare venne raggiunto da ben ventitr sorprese, a mezzo pugnale, che posero fine a ogni suo cruccio. 2. ...fnzero gongruto: vento di scirocco umido e attaccaticcio. Quando soffia per lunghi periodi le vesti della gente si trasformano in carta moschicida e le forme di pecorino si squagliano come la ceralacca vicino al fuoco. 3. ...meriggi gnlidi: i classici pomeriggi dellisola di Giava adatti alla coltivazione di riso, canna da zucchero e tabacco. Per la coltivazione del cocomero, invece, sono pi adatti i meriggi manfni del golfo di Taranto. ...budriosi: col sole o senza sole: a piacere. 4. ...infrangelluto: espressione napoletana che significa infastidito, scoglionato. Il femminile infrangelluta descrive perfettamente quella dolorosa espressione che assumono alcuni politici quando vengono trombati alle elezioni: Poverello... mo vedrai che faccia infrangelluta ci viene a Don Rafele! 5. ...zmpagi e zirlecchi: ambedue le espressioni vengono dal pi puro dialetto milanese. Mentre zmpagi sta per spinte, pigiature (es.: el muturn del Gianni el va minga senza zmpagi), zirlecchi significa saltelli, ballonzolii (es.: el stradn che purtava a Rogoredo lera tucc un bs e insc el furgn faseva na sfilada de zirlecchi). 6. ...gnacchi e timparlini: mutuati dallantico sassone (ted. gnakken und thimparlen). Ancora oggi in Germania gli gnacchi e i timparlini sono quei ciondoli che adornano la coda degli aquiloni o le ruote in cima al palo della cuccagna (cfr. F.M. Trabuchk, Spielen mit die Karussel, Arcibildung, Bonn, 1955). In questo caso il poeta usa metaforicamente tali vocaboli per significare gaiezza, giovialit e speranza nel domani. 7. ...le nuvole buzzllano: quando non tira vento forte e quando la temperatura tra i sedici e i

diciannove gradi centigradi. Se cala il vento e la temperatura scende, smettono. ... i bernecchi: ginnocfali, passeracci dentirostri color ruggine dal capo quasi nudo (scient. Gymnocephalus calvus) che muggiscono come vitelli. Vivevano solo in Brasile ma migrarono in Italia al seguito del calciatore Socrates (Fiorentina Football Club). Ludrchiano coi frnagi. 8. ...frnagi: pettirossi, passeracci di sinistra (scient. Sylvia rubecola). Vivono sui pini e ludrchiano coi bernecchi. 9. ...giorno carmidioso e prodigiero: come ha spiegato molte volte il colonnello (poi generale), che leggeva le previsioni del tempo alla televisione, i giorni si dividono in carmidiosi e in prodigieri. I primi iniziano col cielo sereno e finiscono col cielo nuvoloso, i secondi iniziano col cielo nuvoloso e finiscono col cielo sereno. Da ci facile dedurre che il giorno descritto dal poeta iniziato col cielo sereno, diventato nuvoloso verso mezzogiorno poi, nel pomeriggio, si uteriormente rannuvolato rasserenandosi verso la fine della giornata. 10. ...ad urlapicchio: quando le nuvole buzzllano e i bernecchi ludrchiano coi frnagi; quando tutto carmidioso e prodigiero; quando lei vi ama... (Le note sono di Maro Marcellini.) FOSCO MARAINI (Firenze, 1912 Ivi, 2004) con la famiglia (da sinistra) Yuki, la prima moglie Topazia Alliata, Dacia e Toni (foto di Oishi Kuranosuke) La vita di Fosco Maraini si svolge allinsegna della tensione fra polarit opposte: di padre italiano e di madre figlia di un inglese e di una polacca, cresce fra cattolicesimo e protestantesimo:Essendosi comunque sviluppato il mio endocosmo in Toscana, quindi in Italia, le primissime scosse culturali che ho avuto sono state legate alla scoperta del mondo protestante, molto diverso da quello cattolico. Mia mamma era inglese, ma si era molto italianizzata. Ma cerano delle zie inglesi che invece restavano solidamente ancorate allendocosmo protestante: il contatto con loro mi ha rivelato quale profonda distanza ci possa essere tra i mondi interiori di ciascuno. (F. M.); un esempio? Eccolo: Il cibo rivela molto di una cultura. Da bambino, durante unassenza dei miei genitori, una mia zia inglese venne a stare con noi. Davanti alle mie lamentele per i suoi piatti davvero immangiabili, se ne usc con laffermazione, per me strabiliante: My dear boy, food must not taste good. Il cibo deve servire per nutrire, non deve essere buono: questo un punto di vista tipicamente protestante, assolutamente incomprensibile per un cattolico. Perch per un cattolico ci sono i digiuni, ma solo in certi periodi c il magro, ma insomma anche il magro pu essere ben condito. (F. M.); figlio di artisti (il padre Antonio Maraini scultore, la madre Yoi Crosse scrittrice), prende una laurea scientifica, in Scienze Naturali; applica il rigore scientifico alla ricerca umanistica, dedicandosi agli studi etnografici; Un termine che ho spesso usato con un certo divertimento quello di Citluvit, che sarebbe il Cittadino Luna Visita Istruzione Pianeta Terra. Io penso che lendocosmo del Citluvit mi sarebbe molto congeniale. Gli appartiene il desiderio di scoperta e di esplorazione. Fin da bambino, bilingue e dalla doppia nazionalit, ho vissuto ogni esperienza come unavventura e una scoperta, proprio come il Cl di Case, amori, universi. di cultura occidentale, si dedica allo studio dellOriente: gira tutta lAsia, esplora il Tibet e

studia il Giappone; Negli anni 30 non era poi cos eccezionale andare in Asia orientale. Solo che ci volevano quaranta giorni di viaggio [...]. Era un viaggio lungo, lento, qualche volta anche penoso, sia per il cattivo mare sia per il caldo, ma si vedeva tanto mondo, si imparavano tante cose: era come fare un autentico corso in asiologia. Si cominciava dallEgitto, poi Bombay, Colombo, Manila e finalmente Shanghai, da dove si andava a Kobe. Quei sette e otto porti che si vedevano erano tutti interessantissimi, nel senso che cerano persone diverse, costumi diversi, odori diversi, suoni diversi, cieli diversi: era davvero appassionante. Se penso che adesso bastano undici ore per arrivare a Tokyo, senza aver visto niente, credo proprio che fra i due sistemi, lantico era migliore. (F. M.); laureato in Scienze Naturali presso lUniversit di Firenze, vi ritorner come docente, ma per insegnarvi Lingua e Letteratura Giapponese; Si sposa due volte, da giovane con la nobildonna siciliana Topazia Alliata, in tarda et con la giapponese Mieko Namiki. da questo humus che nasce il gusto per la sonorit delle parole: il fatto desser cresciuto parlando lingue diverse, e daverne poi imparate delle altre, alcune di cui peregrine assai, mi ha reso cosciente sin da piccolo della parola come oggetto, cosa, fastello di suoni, polline di sogni. [...] Pian piano imparai ad amare le parole col gusto che il musicista ha per i suoni e per i timbri, il pittore per i colori e gli impasti, lo scultore per le forme e la pelle della materia; ma in pi cera tutta linfinita ricchezza semantica, il mondo sconfinato dei pensieri e dei sentimenti che le parole risvegliano e mettono in moto, che sono capaci devocare con precisione terribile o vaghezza dolcissima. (F. M., Introduzione a Gnsi delle fnfole) Da qui nasce lamore per i dizionari e soprattutto per le nomenclature e, ancora di pi, per i nomi di luogo. Termini scientifici estremamente evocativi, come quelli che designano le terre rare, per esempio, scoperte nei suoi studi scientifici: Lantanio, Praseodimio, Ittrio, Olmio, Erbio, Disprosio... certo Disprosio fu qualcuno! [...] Forse, anzi certo, era un filosofo Lo ha detto Disprosio stesso. Ma poteva anche essere uno squisito di qualche luminosa decadenza, tra bizantina e tardogallica. Parlare delle delizie di Disprosio, dei giardini di Disprosio, delle alcove di Disprosio parrebbe singolarmente appropriato, no? (F. M., Introduzione a Gnsi delle fnfole). Oppure nomi di luogo intelleggibili come quelli dei monti Paglia Orba e Incudine o misteriosi come il Deserto degli Agriati (in Corsica) Da quei termini scientifici inusuali e da questi curiosi nomi di luogo alle parole inventate delle fanfole il passo breve. Sono parole inventate che leggiamo (o sentiamo) per la prima volta, eppure risultano singolarmente evocative: qual il loro segreto? La chiave ce la d il titolo stesso della raccolta: quelle fanfole che sono un organismo OGM (OrtoGraficamente Modificato): un montaggio di fole e pezzi di fanfaluche, con abbondante uso della fantasia. Proviamo a esaminare Il giorno a urlapicchio. Smgi evoca mogi, ma anche sfregi (notare la e larga che appesantisce il tutto); carmidioso sembra una legittima derivazione da carme (incrociato con radioso o con melodioso?) e prodigiero non che una variante genetica di prodigioso (provate a invertire: carmidiero e prodigioso: il primo perde di forza, il secondo diventa troppo ovvio). Naturalmente non sempre le corrispondenze sono cos precise; a volte i richiami sono labili: zmpagi e zirlecchi evocano zompi e zampilli, a volte il gioco completamente gratuito: i bernecchi e i frnagi, per esempio (per chiaro cosa fanno, perch luderchiano deriva chiaramente dal latino ludus = gioco). Non mancano le onomatopee: gnlidi fa pensare allimportuno gnaulare di un gatto; gnacche suggerisce un colpo secco ed energico (un fumettistico gnac risciacquato in Arno). Ma conta molto anche il ritmo e la posizione degli accenti: latmosfera plumbea e stagnante iniziale sottolineata dalla predominanza delle parole piane e con poche consonanti doppie, mentre leccitazione finale resa mediante un abbondante uso di parole sdrucciole e di consonanti doppie. Si tratta dunque di invenzioni verbali tuttaltro che gratuite e, quindi, tuttaltro che facili: Confesser inoltre ci che far ridere, o peggio sorridere, i benpensanti che quasi ogni parola frutto dun lungo studio. Certe espressioni proprio non mi venivano per mesi, sapevo quello che cercavo, ma il sassolino giusto la marea non me lo gettava mai sulla spiaggia. Poi un certo giorno, magari facendomi la barba, cambiando una gomma della macchina, studiando gli

ideogrammi cinesi o seduto sulla neve al sole, eccoti il sassolino cercato. (F. M., Introduzione a Gnsi delle fnfole) Fosco Maraini definisce metasemantica la sua poesia: se nel linguaggio usuale per creare una parola nuova si parte dal significato (canna + occhiale = cannocchiale; pro + fanum (davanti al tempio, cio fuori dalle sacre cose) = profano; bchamel, dal nome del marchese di Bchamel), nel linguaggio metasemantico Proponi dei suoni ed attendi che il tuo patrimonio desperienze interiori, magari il tuo subconscio, dia loro significati, valori emotivi, profondit e bellezze. dunque la parola come musica e scintilla (F. M., Introduzione a Gnsi delle fnfole): la parola come materiale sonoro, in primo luogo, che, in secondo luogo, accende il significato. Ne risulta una sorta di poesia al quadrato: se infatti il linguaggio poetico, a differenza del linguaggio comune, non (tendenzialmente) univoco, ma pregno di significati multipli, rimandi e suggestioni, non solo mentali, ma anche sonore; se inoltre, il testo poetico bipolare, costituendo il tramite fra scrittore e i lettori, che lo decodificano e interpretano ciascuno secondo la propria personalit e cultura, evidente come tutto queste caratteristiche, nel caso della poesia metasemantica, si amplifichino a dismisura. Il rischio che si amplifichino cos tanto da precludere una qualsiasi comprensione, per quanto vaga. Rischio, mi sembra, sostanzialmente evitato. Paventando, fra il serio e il faceto, questo rischio, Maro Marcellini ha aggiunto alle fanfole di Maraini un vasto apparato di note che a volte chiariscono i significati ma pi spesso fingono semplicemente di farlo, prendendo a prestito e mettendo cos alla berlina il linguaggio serioso del mondo accademico. E ci prende gusto: a fronte di mezza pagina di poesia, ne troviamo due di note! Ma ci prende gusto anche il lettore, perch le note sono altrettanto godibili delle poesie. NOTA Versione corretta l8 ottobre, sera: nella precedente versione non avevo rilevato il contributo di Maro Marcellini. Me ne scuso con tutti. LETTURE CONSIGLIATE Io vi consiglierei caldamente Fosco Maraini, Gnsi delle fnfole, Milano, Baldini Castoldi Dalai editore, 2a ed., 2007, che contiene il CD con la versione musicale delle Fnfole, di Massimo Altomare e Stefano Bollani; ma purtroppo il libro esaurito, come pure la prima edizione dello stesso editore senza CD del 1994. Ledizione di Baldini e Castoldi rappresenta lampliamento della prima pubblicazione delle Fnfole: unedizione privata, in 300 copie (Bari, 1966); in www.maremagnum.com se ne trova in vendita una copia: basta sborsare 350 euro! SITI INTERNET: http://www.foscomaraini.net/ Sito morto, ma contenente interessanti citazioni di Fosco Maraini. http://www.vieusseux.fi.it/romantico/vieusseux_asia/fosco_maraini.html Pagina del sito del Gabinetto Scientifico Letterario G. P. Viessieux, dedicata a Fosco Maraini, di cui conserva la biblioteca e la fototeca.

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