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ESAME ISTOLOGICO : esame estemporaneo mediante uso del criostato biopsie mirate su tessuti e\o su organi prelievi autoptici ESAME CITOLOGICO : esame su versamento interstiziale esame su urine esame su striscio vaginale agoaspirato
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FASE PROPEDEUTICA FASE PROPEDEUTICA DI LABORATORIO FASE PRE-ANALITICA FASE ANALITICA FASE POST-ANALITICA FASE INTERPRETATIVA REFERTAZIONE
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ISTOLOGIA :
FASE
PROPEDEUTICA
CITOLOGIA : richiesta esame da reparto o divisione ospedaliera interna o da medico esterno allegate notizie cliniche e patologiche circa la motivazione della richiesta di esame contestuale invio di campione citologico o di vetrino con striscio vaginale gi eseguito dal ginecologo (preparazione ed anamnesi del paziente sottoposto ad agoaspirato in apposito ambulatorio)
richiesta esame da reparto o divisione ospedaliera interna o da medico esterno allegate notizie cliniche e patologiche circa la motivazione della richiesta di esame contestuale invio di reperto anatomico o istologico (vetrini di consulenza) esecuzione autopsia e relativi prelievi effettuata dal medico anatomopatologo
ricezione biopsie e reperti classificazione e numerazione reperti su apposito registro interno annuale progressivo compilazione apposito modulo di profilo mirato riduzione reperti anatomici ad opera del medico in apposite cassettine per istologia procedura di fissazione dei tessuti (autotecnico) (circa 15 h.) in processatore automatico
FASE
ISTOLOGIA :
PRE - ANALITICA
inclusione in paraffina dei reperti in precedenza fissati preparazione microtomo e bagno termostatato stendisezioni raccolta sezioni istologiche di circa 3 su vetrini; loro fissazione in stufa a secco termostatata; procedimento deparaffinazione in solventi (per esame al criostato : riduzione reperto e taglio sezioni con loro immediata fissazione in metanolo)
FASE
ISTOLOGIA :
ANALITICA
colorazione manuale o automatizzata delle sezioni su vetrino colorazione di routine E.-E. colorazioni speciali reazioni specifiche di immuno-isto-chimica montaggio vetrini in mezzo di inclusione idoneo (colorazione esame criostato) Controllo di qualit : uso di sezioni gi risultate positive in qualit di controllo positivo controlli inter-laboratorio
FASE
POST - ANALITICA
ISTOLOGIA : apposizione etichette identificative sui vetrini contenenti le sezioni colorate archiviazione in apposite rastrelliere delle cassettine per istologia contenenti le inclusioni in paraffina consegna dei vassoi contenenti i vetrini e dei moduli di profilo mirato al medico anatomo-patologo specialista archiviazione dei vetrini diagnosticati in istoteche
FASE
INTERPRETATIVA
ISTOLOGIA : osservazione dei vetrini al microscopio ottico interpretazione e diagnosi da parte del medico anatomopatologo specialista refertazione su apposito modulo di profilo mirato e relativa consegna in segreteria amministrativa Controllo di qualit : lettura vetrini incrociata tra medico lettore e medico revisore lettura alla cieca inter-laboratorio
REFERTAZIONE
refertazione su apposito modulo in segreteria amministrativa archiviazione documentazione cartacea inserimento su personal computer del referto in archivio informatico dedicato per singola area di interesse (istologia; citologia; immunopatologia) archiviazione documentazione informatica consegna del referto dalla segreteria al reparto o al medico richiedente o al paziente
DOPO IL PRELIEVO
-Tessuti Freschi inviati direttamente al patologo: perch e come. -Tessuti sotto vuoto Banche di tessuti: perch e come. Problemi connessi.
La diagnosi istopatologica, che si basa sullo studio della morfologia, richiede l uso di fissativi idonei a preservare nello statu quo ante migliore possibile la struttura del campione. La fissazione di un tessuto fornisce quindi una immagine statica, la quale, bench non ne rappresenti proprio le caratteristiche dell aspetto in vivo, deve tuttavia essere costantemente riproducibile. Requisiti fondamentali del fissativo ideale : sicura preservazione della morfologia di base integrit della struttura antigenica impedimento di alterazioni biochimiche nei tessuti, per aggiunta o sottrazione di componenti chimiche opposizione ai processi autolitici e putrefattivi.
Fissazione
Definizione
Trattamento chimico che porta alla immobilizzazione e alla stabilizzazione di componenti tessutali con minima dislocazione ed estrazione dei composti nativi La FORMA delle cellule e dei tessuti deve venir conservata il pi possibile simile alla condizione vitale
Fissazione
Una fissazione ideale prevede: Stabilizzazione contro modificazioni successive indotte da trattamenti susseguenti quale linclusione in paraffina Simultaneit nel campione della reazione tessuto-fissativo ( rapida penetrazione e diffusione nei tessuti ) Riproducibilit del processo di fissazione nonostante differente composizione del tessuto Assenza di anormali componenti prodotti o estrazione di componenti native Rapidit di azione ( per evitare linsorgere di autolisi ) Assenza di sovra-fissazione
Fissazione
Classificazione
I fissativi si dividono in due classi a seconda che agiscano per: 1) Coagulazione: denaturazione irreversibile delle proteine, con nuove stabilizzazioni tra gruppi diversi di diverse proteine che reagiscono una con laltra formando aggregati MODIFICANO in modo irreversibile la struttura terziaria 3 Modi: movimento termico con distruzione della struttura secondaria e terziaria (calore) repulsione elettrostatica tra parti diverse di una proteina (acidi forti, sali di metallo) rimozione di H2O con disidratazione (etanolo) La disidratazione con etanolo pu seguire la fissazione per Cross-link stessa
Fissazione
2) CROSS LINKING: ovvero la formazione di legami crociati tra polipeptidi allinterno di una stessa proteina o tra proteine vicine STABILIZZANO la conformazione nativa della proteina E un processo ADDITIVO, pi o meno sensibile Tipico di ALDEIDI, CARBODIMIDE Utile anche in ME, Istochimica
per perfusione, in assoluto la migliore da un punto di vista teorico pratico, ma limitata all animale da esperimento o ad organi asportati in loco e con vasi integri
per uso di vapori, secondo cui i tessuti si fissano grazie ai vapori che
si liberano da una soluzione fissativa riscaldata, permettendo cos una fissazione in situ (si evita in tal modo che alcune sostanze solubili possano diffondere in soluzione e disperdersi). Si usano fissativi altamente volatili come : formaldeide, glutaraldeide, acido osmico.
Modi di Applicazione ( 1 )
Immersione
Il campione deve essere immerso in almeno 20 volte volume di fissativo Ottima fissazione se: dimensioni adeguate (< 3 mm di spessore) minimo intervallo tra asportazione e immersione (< 30 m ottimale) ( le cellule, tolte dallorganismo, non sono pi ossigenate e muoiono in un tempo variabile)
Modi di Applicazione
Immersione
Importante il tipo di contenitore ( a bocca larga ) e le dimensioni. Importanti le indicazioni sul recipiente (non sul coperchio) Nome, data, Numero; provenienza
Modi di Applicazione ( 2 )
Perfusione a circolazione chiusa in forma liquida (aldeidi)
Distanza tra vasi e cellule: max. 100 microns Diffusione: penetrazione del fissativo e raggiungimento della adeguata concentrazione nel tessuto. Dipende da: rapporto di diffusione del fissativo che a sua volta dipende da: Concentrazione Temperatura Natura dl fissativo Topografia del tessuto in rapporto al fissativo Tipo di tessuto Cross Link o coagulazione
Modi di Applicazione ( 3 )
Esposizione di cellule e tessuti disidratati (liofilizzati) a fissativi in forma gassosa (aldeidi) ad elevata temperatura ( 80c )
Usata solo per applicazioni particolari in istochimica per rivelare amine biogene ( noradrenalina, serotonina, dopamina)
Disidratazione
ETANOLO METANOLO ACETONE PROPANEDIOLO
Chiarificazione
XILOLO BENZOLO CLOROFORMIO
Inclusione
Paraffina Gelatina / Agar
Epossidiche
Metodi di congelamento
METODI RAPIDI
Metodo
Tessuti in liquidi refrigerati
Fluido organico In gas liquido (N2) Fluido organico In ghiaccio secco Liquido organico Raffreddamento Termo-elettrico Supporto metallico Raffreddato per conduzione
a
T (C)
- 196
a
Efficienza
Il pi veloce
- 79
b
- 40 - 30
a: N-esano, isopentano, miscele di butano e pentano b: giaccio secco in miscela con etanolo, metanolo o acetone
Sezionamento
Microtomo
Temp. ideali per i vari tipi di tessuto Lama Tratt. delle sezioni
1) Essicamento (+ fissazione) 2) Freeze drying o altri metodi
Rischio ambientale
Criostato
Ultra-microtomia
M.E.
Freeze Drying
(Liofilizzazione)
Principi
Condiz. di congelamento
Applicazione ai tessuti
Trattamento successivo
Fissazione in vapori
Inclusione in paraffina
Freeze Sobstitution
xilolo xilolo xilolo etanolo 100 etanolo 100 etanolo 100 etanolo 95 etanolo 70 etanolo 50 H2O distillata
5 5 5 5 5 5 5 5 5
colorazione
Tipo di legame
tra colorante e tessuto
Covalenti (tra non metalli = elettroni condivisi tra due atomi) Complessi es. gruppi aldeidici R. Schiff (atomo centrale con 1 o 2 legami) es Ag. Diammina Intermolecolari (van der Waal)
Coloranti
COLORANTI : DEFINIZIONE CROMOGENO ( Luce visibile 400-800 mm) 400Criteri di purezza Gruppi cromofori -N | -N azo N=O nitroso N - O2 nitro Spettro c=c alkene c=o oxo (gruppi auxocromi) es: -SH
NITRO AZO CHINONICI
NOMENCLATURA
coloranti
Coloranti
(Assorbimento Coloranti cationici RNA (selettivo) es. col. GRAM
+ Cresyl-violetto + I2 - col. Rosso = Fucsina
COLORANTI COMPLESSATI CON METALLI (Lacche) EMATEINA Compl. con AL ossidazione di ematossilina EMALLUME (Mayer - Carazzi) Fe EMAT. HARRIS - Lillie
Dipende da:
Tempo e temperatura Tampone Trattamento dopo la colorazione Aggregati di coloranti legati a gruppi acidi
Meccanismo:
Metacromasia
Visibile U.V.
Alcool resist.
PAS
H H C C OH OH
H H
C O C
disidratare in etanolo 95 4 disidratare in etanolo 100 4 (3 cambi) chiarificare in xilolo (3 cambi) montare in mezzo dinclusione (Entellan o balsamo Canada)
contrasto nucleare con NFR (rosso nucleare neutro [1 %] in solfato di alluminio [5 %] a caldo e filtrato] ) 2-3
Risultati : nucleo rosso intenso; glico - proteine acide blu - verde; colorazione citoplasmatica di fondo rosa tenue
disidratare in etanolo 95 4 disidratare in etanolo 100 4 (3 cambi) chiarificare in xilolo (3 cambi) montare in mezzo dinclusione (Entellan o balsamo Canada)
Risultati : nucleo blu scuro; glicogeno e glicoDopo proteine neutre rosso magenta. pretrattamento con diastasi il glicogeno non si colora
disidratare in etanolo 95 4 disidratare in etanolo 100 4 (3 cambi) chiarificare in xilolo (3 cambi) montare in mezzo dinclusione (Entellan o balsamo Canada)
Risultati : nucleo blu scuro; glico - proteine acide blu - verde; glico - proteine, glicogeno e sostanze PAS+ rosso - magenta; collagene rosso; colorazione citoplasmatica di fondo rosa tenue; altre strutture giallo
Risultati : lipidi neutri ed esteri di colesterolo rosso; fosfolipidi rosa pallido; nuclei blu - scuro
Risultati : lipidi neutri blu - nero; con tale metodo si colorano anche gli steridi, gli acidi grassi, i fosfolipidi e i glicolipidi. I nuclei ed i proteoglicani acidi si colorano in bruno, tuttavia ben differenziato dal colore dei lipidi
soluzione contenente : [Orange G 2 g + verde luce 0.2 g + CH3COOH 2 ml /100 ml H2O distillata] 10 lavare H2O di fonte chiarificare in xilolo (3 cambi) montare in mezzo dinclusione (Entellan o balsamo Canada) 5 disidratare in etanolo 100 4 (3 cambi)
Risultati : fibre elastiche bruno - rossastro; fibre muscolari e citoplasma violetto; fibre collagene e reticolari verde; eritrociti e mielina arancione; nuclei e strutture basofile blu scuro
Risultati : fibre reticolari nero; collagene ocra -bruno scuro; nuclei rosso intenso N. B. : non utilizzare strumenti metallici (pinzette)
Risultati : fibre elastiche marrone scuro - nero; collagene rosa - rosso; connettivo giallo; nuclei blu scuro
MICROSCOPIA ELETTRONICA
La M.E. utilizza il potere separatore, a brevissima lunghezza d onda, delle radiazioni elettroniche emesse dal cannone elettronico (Filamento di Tungsteno e cilindro di Wehnelt) che consentono di ottenere, in modo appropriato con lenti elettro-magnetiche, ingrandimenti lineari di 30.000 x ed oltre. M.E.T. = Microscopia elettronica a trasmissione; permette di ottenere l immagine elettronica, riprodotta su lastra fotografica o su schermo fluorescente, reale ed ingrandita di una sezione di tessuto (spessa da 10 a 100 nm), i cui punti possono essere attraversati o meno da un fascio di elettroni. M.E.S. = Microscopia elettronica a scansione; permette di ottenere un perfetto esame tridimensionale della superficie di un oggetto o un pezzo anatomico o biologico, scandendo il fascio di elettroni la superficie per linee successive, come un pennello elettronico. L immagine si ottiene direttamente su tubo a raggi catodici. L ingrandimento finale da 20 a 100.000 x. Dato il potere di penetrazione molto basso degli elettroni, le sezioni devono essere ultra-sottili (60-150 nm), fissate in Tetraossido di Osmio o in Glutaraldeide, incluse in resina e colorate con sali di metalli pesanti(acetato di Uranile e citrato di Piombo), onde aumentare il contrasto dell immagine.
Risultati : doppia colorazione con aumento del contrasto e maggior evidenza di particolari ultrastrutturali; immagini in bianco e nero e\o con tonalit di grigio.
Citologia Finalit Necessit di ottimale fissazione e colorazione delle varie componenti Modalit di preparazione
Preparati citologici
Cervice uterina Urine Versamenti Bronchi Vie bilari Polmone Mammella Tiroide Linfonodi Spazzolati Striscio - Spatole Citocentrifugati
Agoaspirati
Microbiopsie
Citologia
Automatica Analisi dimmagine Citometria di flusso Ago Spatole Anse
Strisci
Filtri Millipore
Risultati : nucleo blu scuro; citoplasma variante tra il blu-verdastro (basofilia) ed il rosaarancione\rosso chiaro (eosinofilia)
-Trasparenza citoplasmatica
Problemi di colorazione con Papanicolau 1) Coloraz. Nucleare pallida -Insufficente rimozione di fissativi a pellicola (polietilen-glicole + alcool etilico) -azione decolorante di HCl -striscio parzialmente asciugato prima della fissazione
Problemi di colorazione con Papanicolau 1) Coloraz. Nucleare pallida (2) -pH dellacqua corrente poco alcalino -colorante troppo vecchio
Problemi di colorazione con Papanicolau 2)Coloraz. Nucleare troppo intensa -fissazione con alcool >95% -tempo di immersione in HCl troppo breve -striscio troppo spesso che trattiene il colore (N.B. possibile decolorare)
Problemi di colorazione con Papanicolau 3)Coloraz. Citoplasmatica insoddisfacente -permanenza in alcool 70% troppo lunga = decolorazione -asciugatura dello striscio prima della fissazione = tutto rosa
Problemi di colorazione con Papanicolau 3)Coloraz. Citoplasmatica insoddisfacente -striscio di alterno spessore -tempo di coloraz. scarso o non scuotimento del cestello -scarsa col. con verde luce = sostituire o pH non 4,5-5
Problemi di colorazione con Papanicolau 4) Riscio di inquinamento e trasporto di cellule -filtrare i coloranti
Risultati : DNA e RNA blu; sostanze acidofile rosso - arancio e proteo-glicani rosso - violetto * specialmente elettiva per le cellule del sangue *
Risultati : DNA e RNA blu; sostanze acidofile rosso - arancio e proteo-glicani rosso - violetto (eseguito specie su strisci)
Risultati : Batteri Gram + blu scuro; batteri Gram - rosso; colorazione di fondo rosa N. B. : porre attenzione alla differenziazione
Risultati : Bacilli alcool - acido resistenti rosso; flora batterica e tessuti vari blu N. B. : porre attenzione alla differenziazione
Risultati : nuclei blu scuro; eritrociti giallo arancio; connettivo rosso; granulociti eosinofili rosso; granulociti neutrofili viola; granulociti basofili blu elettivo per il tessuto emopoietico, i linfomi ed i midolli
Risultati : i cromosomi si colorano in rosso - porpora una variante con l aggiunta di fast green e ripetuti ed accurati passaggi in alcool a vario grado utilizzata per identificare la cromatina sessuale che si colora in rosso ed il citoplasma in verde chiaro.
Microscopia a fluorescenza
Piccole quantit Illuminazione con luce a P breve Emissione nel visibile Eccitazione / Sbarramento Caratt. Spettro di Assorbimento Caratt. Spettro di Emissione
Fosforescenza
Tipi di Fluorescenza
Autofluorescenza
- fibre elastiche - LIPOFUSCINE - NADH2 - Porfirine - Vit. A - Farmaci
O
F carboline
H N
METACROMASIA MASCHERATA
Reagenti di SCHIFF
Fluorescenti
ALDEIDI
FUCSINA BASICA (para-rosanilina) Tioflarina T AMILOIDE PROCION yellow cellule (neuroni) BANDEGGIO CROMOSOMICO COL. SOPRAVITALE cell sorting
Lampade FOTOGRAFIA
XENON MERCURIO
Acidi Nucleici
Coloraz. con coloranti basici M.O. Ordinaria M. Fluorescenza (Acridina Orange) Metacromasia Valutazione Quantitativa (Microspettrofotometria) Controlli con trattamento enzimatico (RNAsi - DNAsi)
Reaz. Di FEULGEN
COLORANTI COMPLESSATI CON METALLI (Lacche) CROMO-GALLOCIANINA CROMO Reaz. di FEULGEN per legame purina - Desossiriboso Idrolisi acida Concentrazione HCl Temperatura Formaz. di gr. aldeidici Frammentazione del DNA Sensibilit Specificit di - reazione - localizzazione
disidratare in etanolo 100 4 (3 cambi) chiarificare in xilolo (3 cambi) montare in mezzo dinclusione (Entellan o balsamo Canada)
Valutazione quantitativa
Principi
Luce Cell
Metodi alternativi
BRDU TIMIDINA TRIZIATA TRIZ - Ibridizzazione in situ - Immunocitochimica - Autoradiografia - Citofluorimetria cell sorter
Laser
Autoradiografia
Principi Potere di risoluzione Stripping Emulsione
Marcatori H3 / P4 / S
Tempo di Esposizione
Problemi
mettere le sezioni al buio a 60 C nella soluzione argentica pre-riscaldata (10 ml di metenammina [3 %] + 0.5 ml di AgNO3 [5 %] + 1.2 ml di Borace [5 %]) 60 - 90 o 18-24 h. al buio RT lavare in H2O di fonte 5 - 10 HAuCl4 (cloruro oro) [1 %] 2-3
contrasto nucleare con NFR (rosso nucleare neutro [1 %] in solfato di alluminio [5 %] a caldo e filtrato] ) 2-3
Risultati : i depositi di ferro si colorano in blu; i nuclei in rosso intenso N. B. : non utilizzare strumenti metallici (pinzette)
fissare in una soluzione di tiosolfato di sodio [5 %] 3 lavare H2O di fonte lavare H2O distillata 5
Risultati : sali di calcio (fosfati e carbonati) nero; nuclei rosso intenso N. B. : non utilizzare strumenti metallici (pinzette)
Risultati : lattivit enzimatica dell esterasi appare in rosa - rosso; i nuclei in blu - scuro
SICUREZZA IN LABORATORIO
CONSIDERARE OGNI CAMPIONE BIOLOGICO COME POTENZIALMENTE INFETTO
SOTTOPORSI ALLE PRINCIPALI VACCINAZIONI USARE CAMICI, GUANTI, CALZARI E MASCHERE PROTETTIVE USARE GUANTI ED OCCHIALI APPOSITI NEL MANEGGIARE AZOTO LIQUIDO USARE GUANTI ANTI-TAGLIO AL MICROTOMO E AL CRIOSTATO USARE CAPPE DI ASPIRAZIONE CON FILTRI SPECIFICI PER FORMALDEIDE E PER XILENE USARE GUANTI E LAME MONOUSO PER DISSEZIONE USARE MASSIMA CAUTELA NELL IMPIEGO DI ULTRA-CENTRIFUGHE, FORNO A MICROONDE, AUTOCLAVE, STIRRER ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE DA LABORATORIO IN GENERE EVITARE DI CONTAMINARE IL PROPRIO POSTO DI LAVORO E TENERLO IL PIU PULITO POSSIBILE CONTROLLARE PERIODICAMENTE IL SISTEMA ANTI-INCENDIO, I SISTEMI DI ALLARME GAS E L ACCESSO ALLE VIE DI FUGA OSSERVARE CORRETTA VENTILAZIONE E RICAMBIO ARIA LOCALI NON FUMARE E NON CONSERVARE O CONSUMARE CIBI IN LABORATORIO
ARTEFATTI ISTOLOGICI
Definizione Difetti o anomalie dei tessuti, da riferire non ad un processo naturale (fisiologico o patologico) ma allintroduzione di materiali estranei, a procedure non corrette di fissazione, inclusione, sezionamento, colorazione, montaggio dei vetrini. E importante riconoscere gli artefatti, per evitare di interpretarli (e diagnosticarli) come un processo patologico o una malattia del paziente.
ARTEFATTI ISTOLOGICI
1)Artefatti causati prima del prelievo: 1.1. Polvere di talco 1.2. Materiale di sutura 1.3. Effetto da termocauterio 1.4. Effetto da agenti chimici 1.5. Particelle di carbone 6. Garza 1.7. Essicamento
ARTEFATTI ISTOLOGICI
2) Artefatti causati nellintervallo tra il prelievo ed il trattamento istologico 2.1. Effetti di schiacciamento 2.2. Essiccazione 2.3. Congelamento 2.4. Chinatura 2.5. Introduzione di materiali estranei quali grani di polvere
ARTEFATTI ISTOLOGICI
3) Artefatti durante la fissazione 3.1. Autolisi durante la fissazione 3.2. Fissazione inadeguata o incompleta 3.3. Effetti da fissazione con Fiss. di Zenker (coartazione) 3.4. Deposito di cristalli di Sublimato mercurico 3.5. Effetti di estrazione da fissazione in formalina 3.6. Depositi di Emateina acida da fiss. in formalina
ARTEFATTI ISTOLOGICI
4)Artefatti legati a procedure di inclusione 4.1. Inadeguata fissazione 4.2. Inadeguata disidratazione 4.3. Presenza di residui di liquidi chiarificanti 4.4. Inadeguata infiltrazione di paraffina 4.5. Uso di paraffina troppo calda
ARTEFATTI ISTOLOGICI
5) Artefatti legati alle procedure dinclusione 5.1. Inclusione di frammenti multipli di diversa durezza 5.2. Orientamento scorretto dei frammenti 5.3. Prolungata esposizione a paraffina sciolta
ARTEFATTI ISTOLOGICI
6)Artefatti da sezionamento erroneo 6.1. Angolo di taglio sbagliato 6.2. Lama o blocchetto mal fissati (effetto tende alla veneziana) 6.3. Lame poco affilate 6.4. Raccolta di frammenti di tessuto anomalo pesci
ARTEFATTI ISTOLOGICI
7) Errori nella raccolta delle sezioni sui vetrini 7.1. Contaminazione dei vetri da muffe o pollini 7.2. Uso di quantit eccessive di adesivo 7.3. Raccolta di frammenti di altri blocchetti 7.4. Pieghe nelle sezioni 7.5. Bolle daria sotto le sezioni 7.6. Uso di acqua troppo calda per stendere le sezioni
ARTEFATTI ISTOLOGICI
8) Artefatti da colorazione I 8.1. Mancata sparaffinatura 8.2. Effetti di bolle tra sezione e vetro 8.3. Sbagli nella colorazione con: 8.4. Ematossilina di Harris 8.5. Emallume di Mayer 8.6. Eosina 8.7. Imperfetta disidratazione prima del montaggio
ARTEFATTI ISTOLOGICI
8) Artefatti da colorazione II Sbagli nelle colorazioni speciali: 8.5. PAS 8.6. PAS-diastasi 8.7. Rosso Congo 8.8. Giemsa 8.9. Feulgen 8.10. Metenamina-argento per i funghi
ARTEFATTI ISTOLOGICI
9) Errori nel montaggio con coprioggetto 9.1. Contaminazione del liquido di montaggio 9.2. Uso di coprioggetto troppo piccoli 9.3. Erroneo posizionamento del vetrino 9.4. Intrappolamento di bolle daria 9.5. Montante troppo abbondante 9.6. Montante troppo scarso
ARTEFATTI IN CITOLOGIA
c.1.) Errori nella raccolta delle cellule c.1.1. Cellule sovrapposte c.1.2. Cellule troppo rade c.1.3. Eccessiva quantit di sangue c.1.4. Mancato uso di adesivo c.1.5. Effetto da citocentrifuga c.1.6. Contaminazione batterica (nelle urine) c.1.7. Stiramento delle cellule per compressione
ARTEFATTI IN CITOLOGIA
c.2.) Errori nella fissazione delle cellule c.2.1. Effetti di essiccamento prima della fissazione (nella col. di Papanicolau) c.2.2. Effetti di essiccamento troppo lento (nella col. di Giemsa)
ARTEFATTI IN CITOLOGIA
c.3) Errori nella colorazione delle cellule con la col. di Papanicolau c.3.1. Col. Nucleare troppo debole c.3.2. Col. Nucleare troppo intensa c.3.3. Col. con Orange G troppo debole c.3.4. Col. con Orange G troppo intensa c.3.5. Col. con Verde luce troppo debole c.3.6. Col. con Verde luce troppo intensa
ARTEFATTI IN CITOLOGIA
c.4) Errori nel montaggio con coprioggetto c.4.1. Contaminazione del liquido di montaggio c.4.2. Uso di coprioggetto troppo piccoli c.4.3. Erroneo posizionamento del vetrino c.4.4. Intrappolamento di bolle daria c.4.5. Montante troppo abbondante c.4.6. Montante troppo scarso