Sei sulla pagina 1di 55

Università di Napoli Federico II

Corso di Laurea Magistrale in Medicina Veterinaria


“Tecnica conserviera degli alimenti di origine animale”

Federica Orlando
Margherita Nasto
Serena Santonicola
Aicha Sayad
• INTRODUZIONE
> Conservazione degli alimenti
• SEPARAZIONE A MEMBRANA
> Definizione
> Cenni storici
> Funzionamento e classificazione delle membrane filtranti
• MICROFILTRAZIONE
>Definizione
> Campi di applicazione: Latte- Vino- Acqua
• ULTRAFILTRAZIONE
> Definizione
> Campi di applicazione: - Siero di latte- Succhi di frutta
• NANOFILTRAZIONE
>Definizione
>Campi di applicazione: Acqua – Siero demineralizzato
• OSMOSI INVERSA
>Definizione
> Campi di applicazione: Acqua
• VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA SEPARAZIONE A MEMBRANA
> Vantaggi
> Svantaggi
 L'esigenza di avere a disposizione notevoli quantità di cibo per lungo
tempo ha spinto l'uomo a trovare metodi capaci di conservare le
qualità organolettiche e le proprietà nutritive degli alimenti,
cercando di ritardare il naturale processo di deterioramento degli
stessi.

 Conservare significa dunque difendere gli alimenti da agenti esterni


(chimici, fisici, biologici) che potrebbero alterarne le
caratteristiche organolettiche.

 Le tecniche di conservazione nel tempo hanno subito un processo di


adattamento alle esigenze di mercato, il quale richiede sempre di più
alimenti pronti, data la scarsa disponibilità di tempo per la
preparazione di cibi al momento.
 Le tecniche di conservazione possono essere classificate in :

1. TECNICHE CHE SFRUTTANO I FATTORI FISICI:


a) Utilizzo di alte temperature:
- cottura
- sterilizzazione
- trattamento UHT
- stassanizzazione
- tyndalizzaqzione
- pasteurizzazione
b) Utilizzo di basse temperature:
- refrigerazione
- congelamento
- surgelazione
c) Sottrazione di acqua:
- essiccamento
- disidratazione
- liofilizzazione
d) Sottrazione di aria
- sottovuoto
- atmosfera protettiva
e) Irraggiamento
- radiazioni ionizzanti
- radiazioni elettromagnetiche
- ultrasuoni
2. TECNICHE CHE SFRUTTANO I FATTORI CHIMICI :

a) Uso del sale


b) Uso dello zucchero
c) Affumicamento
d) Uso di sostanze chimiche

3. ALTRE TECNICHE :

a) Separazione a membrana

- Microfiltrazione
- Ultrafiltrazione
- Nanofiltrazione
- Osmosi inversa
“La separazione a membrana è un processo fisico che
prevede la presenza di membrane semipermeabili, le quali
possono essere considerate come speciali setacci che
possiedono una trama molto fitta e consentono di trattenere
le particelle più grandi e facendo passare quelle più piccole.
Questo processo di separazione assume denominazioni
differenti a seconda del diametro dei pori costituenti la
membrana filtrante. “
• Cenni storici

 Malgrado il processo di osmosi (conosciuto come il trasporto di


acqua o di un solvente attraverso una membrana semipermeabile,
permeabile cioè al solvente ma non al soluto) fosse noto già dal
1748, solo nel 1855 fu costruita la prima membrana sintetica con
nitrocellulosa.
 Agli inizi del ‘900 iniziarono i primi studi mirati al controllo delle
dimensioni dei pori dei filtri di membrana, i quali furono immessi
sul mercato solo nel 1945, e usati per rimuovere particelle dalle
correnti liquide.
 Le prime applicazione a livello industriale dei processi a membrana
risalgono alla seconda metà degli anni ‘50 per i processi di
dissalazione di acque marine e salmastre, solo negli anni ‘60 e ‘70
furono introdotti nel settore alimentare.
• Funzionamento delle membrane filtranti:

 I processi a membrana realizzano, attraverso l’applicazione di una


forza motrice, la separazione tra due fluidi, attraverso una barriera
selettiva, rappresentata dalla membrana stessa. Quando la soluzione
da trattare o l’alimento vengono sottoposti a questo processo, il
filtro si lascia attraversare dal permeato o diluito, trattenendo
invece il retentato o concentrato.

 I principali processi di separazione a membrana sono:


- microfiltrazione (MF)
- ultrafiltrazione (UF)
- nanofiltrazione (NF)
- osmosi inversa (RO)
Processo di separazione a membrana
• Classificazione delle membrane filtranti:

L’elemento essenziale nei processi a membrana è rappresentato dalla


membrana stessa. Pertanto le differenze dei sistemi a membrana
dipendono proprio dalle differenti tipologie di membrane filtranti
esistenti. Le membrane filtranti vengono classificate sulla base di diverse
caratteristiche:

1. IN BASE AL MATERIALE:
> Membrane organiche : naturali (derivanti da prodotti cellulosici
modificati) o sintetici (poliammidi, polietilene)
> Membrane inorganiche: ceramiche o metalliche.

2. IN BASE ALLE STRUTTURA:


> Membrane isotrope o simmetriche: con struttura simmetrica a
canali. Hanno problemi di ostruzione.
> Membrane anisotrope o asimmetriche: formate da uno strato più
denso di 0,1-0,5 µm poggiato su una struttura di sostegno di 150-200µm
> Composite: ottenute stendendo su una membrana asimmetrica un film
sottile con pori di dimensioni estremamente ridotte
3. IN BASE ALLA POROSITÀ:
- Membrane porose: con dimensione dei pori compreso tra 1nm e 10 μm
> Membrane macroporose: con dimensione dei pori > 50 nm
> Membrane mesoporose: con dimensione dei pori da 2 a 50 nm
> Membrane microporose: con dimensioni dei pori da 1 a 2 nm
- Membrane dense: con dimensione dei pori < 1 nm

4. IN BASE AL PESO MOLECOLARE DEL TRATTENUTO:


> Il peso molecolare del soluto trattenuto è detto anche taglio
molecolare o MWCO ( Molecular Weight Cut-off) ed è in relazione
alle dimensione del materiale trattenuto in funzione della
caratteristica della membrana.

5. IN BASE ALLA FORZA MOTRICE:


> Membrane di filtrazione: la forza motrice che consente il trasporto
dell’acqua e della specie chimica in soluzione è data da una differenza
pressoria
> Membrane di elettrodialisi: la forza motrice che consente il trasporto
dell’acqua e della specie chimica in soluzione è data da una differenza di
potenziale elettrico.
Malgrado tutti questi parametri, la classificazione maggiormente
utilizzata nella pratica, è effettuata sulla base delle dimensione dei
pori della membrana filtrante, secondo la quale distinguiamo:

MICROFILTRAZIONE: porosità nominale compresa tra 100 e


200 Å, pressione esercitata fino a 5 bar.

 ULTRAFILTRAZIONE: porosità nominale tra 20 e 100 Å,


pressione esercitata fino a 10 bar.

 NANOFILTRAZIONE: porosità nominale tra 10 e 20 Å,


pressione esercitata fino a 50 bar.

 OSMOSI INVERSA: porosità nominale tra 1 e 10 Å,


pressione esercitata tra 70 e 150 bar.
Membrana in polietilene

Membrana in metallo
Membrana in nitrato di cellulosa
 Definizione:

La microfiltrazione è un processo che rimuove particelle solide


da un fluido o da un gas facendolo passare attraverso una
membrana microporosa ( con porosità nominale compresa tra
100 e 200 Å, e una pressione esercitata fino a 5 bar). È
possibile rimuovere particelle sospese, lieviti, pigmenti,
emulsioni, batteri.
 Campi di applicazione:

Settore caseario

@ INDUSTRIA ALIMENTARE

Settore enologico

@ SETTORE IDRICO
Potabilizzazione
dell’acqua
L’applicazione del processo di microfiltrazione nel settore caseario
trova impiego per la produzione di una specifica tipologia di prodotto:

Latte pastorizzato microfiltrato


E’ prodotto da latte crudo sottoposto ad un processo di
microfiltrazione abbinato al trattamento termico, deve
presentare un contenuto in sieroproteine solubili non inferiore al
14% delle proteine totali. Il contenuto delle proteine totali non
deve essere inferiore a 28gr per litro. Avendo subito un
processo di pastorizzazione successivo alla microfiltrazione
risulterà negativo alla prova della fosfatasi. Mantenuto a
temperatura di refrigerazione ha un periodo di conservazione
maggiore rispetto al normale latte (10 gg dopo la produzione)
• FILIERA DEL LATTE ALIMENTARE:

RACCOLTA LATTE

PRETRATTAMENTI

TRATTAMENTO TERMICO
RACCOLTA LATTE

Il latte di vacca al momento della raccolta presso l’azienda di


produzione deve rispettare parametri specifici riguardanti il
contenuto in grasso, proteine, carica batterica, cellule
somatiche e residuo secco magro; inoltre la temperatura di
raccolta non deve essere < 8°C ( raccolta giornaliera), <6°C
(raccolta non giornaliera) .
PRETRATTAMENTI

Sono processi tecnologici effettuati negli stabilimenti di lavorazione del


latte prima del trattamento termico vero e proprio, finalizzati
all’eliminazione di impurità macroscopiche, alla riduzione della carica
microbica e cellule somatiche, alla standardizzazione del tenore in
grasso e all’omogeneizzazione del prodotto

Pulizia centrifuga e
separazione della panna

Battofugazione

Omogeneizzazione

MICROFILTRAZIONE
- Pulizia centrifuga e separazione della -Battofugazione: applicazione della
panna: latte sottoposto ad una forza forza centrifuga che consente la
centrifuga con la quale vengono separazione dal latte dei microorganismi
eliminate particelle più e delle spore più pesanti .
pesanti e parte del
contenuto in cellule
somatiche; e viene
separata la panna,
componente più
leggera del restante latte.

- Omogeneizzazione: frantumazione in
appositi apparecchi (omogeneizzatori) dei -MICROFILTRAZIONE:
globuli di grasso del latte, disperdendoli E’ un tipo di allontanamento fisico non
in modo uniforme nella massa liquida. selettivo delle impurità microscopiche del
latte attraverso l’utilizzo di membrane
filtranti in ceramica, che presenteranno
pori di 1.0 μm, con una pressione
esercitata tra 1 e 1,2 bar.
Impianto di microfiltrazione del latte
TRATTAMENTO TERMICO

L’applicazione di un trattamento termico del latte consente di ridurre


e/o eliminare agenti patogeni e alteranti, in modo da garantirne la
salubrità.

Pastorizzazione

Sterilizzazione
Pastorizzazione

“trattamento termico in flusso continuo per almeno 15 secondi a


temperatura inferiore al punto di ebollizione ma superiore ai 72 °C,
ovvero per tempi e temperatura integranti una equivalente quantità
di calore, idoneo ad assicurare la distruzione di tutti i
microrganismi patogeni e di parte rilevante della flora microbica
saprofita, con limitate alterazioni delle caratteristiche chimiche,
fisiche e organolettiche”.

-PASTORIZZAZIONE BASSA: latte trattato a 63 °C per 30 min

-PASTORIZZAZIONE ALTA: latte trattato a 73 °C per 15 sec

- PASTORIZZAZIONE A TEMPERATURA ELEVATA: latte trattato a


121°C per 2-4 sec
Sterilizzazione

“trattamento termico idoneo ad assicurare la distruzione di tutti


i microrganismi presenti nel latte o che ne impedisca
definitivamente la proliferazione.”

-STERILIZZAZIONE CON METODO CLASSICO: il latte


viene riscaldato, in contenitori ermeticamente chiusi, a 118-120°C
per 15-20 minuti. La salita e la discesa della temperatura sono
progressive e lente.

-STERILIZZAZIONE UHT: La sterilizzazione si ottiene tra


i 140-150 °C per 1-5 secondi in flusso continuo. L’effetto
conservativo sul latte viene potenziato dal fatto che il
confezionamento del prodotto avviene in maniera asettica e con
l’utilizzo di contenitori in grado di preservarne la qualità e
l’igiene.
La filtrazione è una comune pratica enologica, utilizzata in diversi
momenti e per diversi scopi: eliminazione delle fecce prima della
fermentazione alcolica e dopo la refrigerazione, pastorizzazione, pre-
imbottigliamento. La microfiltrazione del vino consente pertanto di
ottenere un prodotto biologicamente stabilizzato, senza un eccessivo
impoverimento di materiale colloidale, indispensabile a garantire
struttura al vino e mantenimento della spuma. Di comune uso sono
membrane polimeriche o ceramiche a fibra cava.
VINO
Il vino è una bevanda alcolica fermentata, ottenuta esclusivamente dalla
fermentazione totale o parziale del frutto della vite, l’uva (sia essa
pigiata o meno) o del mosto.

In base al processo di vinificazione distinguiamo:

- VINI NORMALI: sono vini immessi al consumo dopo aver


subito il solo processo di vinificazione.
> Vino bianco
> Vino rosato
> Vino rosso
> Vino novello
> Vino passito
> Vino ruspo
> Vino barricato
- VINI SPECIALI: sono vini che dopo il processo di vinificazione vengono
sottoposti ad ulteriori interventi tecnici, o all’aggiunta di
altri componenti.
> Vino spumante
> Vino liquoroso
> Vino aromatizzato
• FILIERA VITIVINICOLA (vino rosso)

CONFERIMENTO UVE
RACCOLTE

PIGIATURA E
DIRASPATURA

FILTRAZIONE

MACERAZIONE E
FERMENTAZIONE

MATURAZIONE E
INVECCHIAMENTO

PRE-IMBOTTIGLIAMENTO

IMBOTTIGLIAMENTO ED
ETICHETTATURA
La microfiltrazione del vino può avvenire secondo due meccanismi:
le particelle da eliminare possono essere trattenute sulla
superficie del filtro; oppure oltrepassare la superficie ed essere
trattenute tra le maglie del filtro stesso. Il flusso del liquido
inoltre può giungere perpendicolarmente al filtro, oppure
tangenzialmente. Il primo comporta un colmataggio superficiale
rapido, mentre il secondo favorisce lo scivolamento del deposito
dalla superficie,e non tra le maglie interne. Di comune uso sono
membrane polimeriche o ceramiche a fibra cava.
I moduli filtranti sono alimentati da una pompa di ricircolo realizzata in modo da
evitare fenomeni di riscaldamento del prodotto, la gestione avviene tramite
software
- POTABILIZZAZIONE DELLE ACQUE-

• L’applicazione della microfiltrazione nel procedimento della potabilizzazione


delle acque può essere sostituita con la fase di chiariflocculazione
(procedura altamente complessa che unisce in se tre processi diversi, la
coagulazione, la flocculazione e la sedimentazione)

• Le sostanze che devono essere rimosse durante il trattamento di


potabilizzazione sono:

- ferro e manganese presenti nell'acqua di origine profonda;


-idrogeno solforato presente nelle acque di falda o in aree
vulcaniche;
- solfati presenti nelle acque profonde ed in zone ad attività
termale. - metalli pesanti, come antimonio, arsenico, piombo
- microinquinanti organici come idrocarburi, pesticidi e solventi;
ammoniaca, nitriti, nitrati
- forme di vita microbiologica come:
plancton;miceti;protozoi;batteri banali e patogeni; virus
 Definizione

L’ultrafiltrazione è un processo tecnologico operato su una


membrana filtrante caratterizzata da porosità nominale
tra 20 e 100 Å e sulla quale è esercitata una pressione di
10 bar. Ed ha quindi una capacita filtrante superiore
rispetto alla microfiltrazione data la riduzione del
diametro dei pori. Mediante l’UF possono essere separate
particelle quali: batteri, virus e proteine.
 Campi di applicazione:

FORMAGGIO

@ INDUSTRIA ALIMENTARE PRODOTTI OTTENIBILI


DALLA TRAFORMAZIONE DEL
SIERO DI LATTE

PRODUZIONE DI SUCCO DI
FRUTTA PERMEATO
- Produzione di Formaggio -

″ E’ il prodotto della maturazione della cagliata ottenuta per


coagulazione presamica (è l’altro nome dato al caglio, l’ingrediente
riportato nell’etichetta di tutti i formaggi, ovvero l’estratto dello
stomaco del vitello con un corredo enzimatico atto a modificare la
struttura della caseina), acida o per l’aggiunta di sali di latte intero,
scremato, o della crema. ″
 La Feta e tipi di formaggi simili possono essere prodotti
direttamente da concentrato di UF. Fermenti, acido, caglio, sale e
altri additivi vengono aggiunti al concentrato di UF che può essere
immediatamente posto nella confezione finale, nella quale avviene la
caseificazione.

 Anche molti tipi di formaggi freschi a base di latte o crema


fermentati, come il quark o gli spalmabili, si possono produrre
utilizzando l’UF. Dopo la fermentazione, il prodotto viene
concentrato al livello desiderato, sottoposto al trattamento finale e
confezionato.
- Prodotti ottenibili dalla trasformazione del
siero di latte-
 Il siero di caseificazione costituisce ciò che rimane del latte a
seguito del processo di cagliatura, necessaria per la produzione
casearia di ogni tipo. Dal volume totale del latte trattato l’80-90%
lascia il processo sotto forma di siero.

 Vi sono due tipi di siero: quello dolce ed il siero acido. siero dolce,
sottoprodotto della produzione di formaggi duri, semiduri e molli ha
un pH compreso tra 5,9 e 6,3, mentre quello ottenuto dalla
coagulazione della caseina utilizzando acidi è un siero acido con pH
compreso tra 4,3 e 4,6.

 Disfarsi del siero è un grosso problema; per molto tempo è stato


considerato come un fastidioso prodotto di scarto, scaricato in mare,
disperso sul terreno o utilizzato come alimento per gli animali, ma con
le nuove tecnologie, attualmente è possibile produrre sostanze ad
elevato valore aggiunto.
LATTE RICEVIMENTO PRETRATTAMENTI

PASTORIZZAZIONE

starter
INOCULO

SIERO
COAGULAZIONE caglio

ROTTURA SPURGO, ESTRAZIONE


COTTURA
CAGLIATA CAGLIATA
Le principali sostanze prodotte dal siero attraverso
l’ultrafiltrazione, sono:

Lattosio alimentare: è lattosio in polvere, presente in misura non inferiore


al 99,0%. Si ottiene dal siero di latte o dal permeato da UF (Ultrafiltrazione),
mediante i processi di concentrazione, cristallizzazione, centrifugazione,
lavaggio, essiccamento e macinazione.
trova impiego maggiormente nel settore
dolciario
Sieroproteine concentrate in polvere (WPC) : provengono dalla
concentrazione del contenuto proteico del siero di latte mediante
separazione a membrane ( Ultrafiltrazione - UF). Il concentrato
proteico, destinato alla trasformazione in polvere, è quindi la parte del
siero che non attraversa le membrane, ma viene trattenuta dalle
stesse, con una parte di ceneri e lattosio. Viene utilizzato, in
particolare, come sostituto parziale del latte magro in polvere sia nel
settore alimentare sia in quello zootecnico.
- Produzione di Succo di frutta permeato-
“Con succo di frutta si intende il risultato della spremitura o della
riduzione in puré di frutti diversi. I succhi di frutta come arance o
mele sono molto comuni ed il loro consumo è cresciuto negli ultimi anni a
causa delle loro qualità nutritive. I succhi possono essere concentrati e
richiedere quindi l'aggiunta di acqua, e hanno un preciso livello di
purezza, che in alcuni Paesi è per legge del 100%. “

• La legislazione italiana prevede la commercializzazione di tre tipi di succhi di


frutta:

1. quelli semplici, ottenuti dal solo processo meccanico di spremitura,


2. i succhi concentrati (concentrazione superiore al 50%) in cui una parte
dell'acqua presente viene eliminata,
3. i succhi disidratati, ridotti quindi in polvere e i nettari di frutta, ove al
succo e alla polpa del frutto (in percentuale variabile dal 30% al 50%)
viene aggiunto lo zucchero diluito in acqua.
• Problema dell’amaro dei succhi di frutta:

Il sapore amaro è determinato dai limonoidi, derivati triterpenici. Tra


questi, particolare importanza riveste la limonina (LM), un composto
bicarbociclico . La limonina, come tale, è presente nell'albedo (la
superficie più interna, bianca e spugnosa della buccia dell'agrume), nelle
pellicole e nei semi dei frutti, mentre nelle cellule del succo è presente
come precursore non amaro, il limonoato-A ring lattone (LARL) che, in
ambiente acido, a pH 3.0-3.5, e per azione dell'enzima limonina D-ring
lattone idrolasi, che pure passa nel succo con la spremitura, viene
convertito in limonina amara. Tale fenomeno è noto come "amaro
differito“.

I processi di separazione a membrana in flusso tangenziale


rappresentano oggi una tecnologia ben sviluppata, in grado di
fornire una valida possibile soluzione al problema dell'amaro nei
succhi d'arancia e di agrumi in generale.
In particolare, la separazione dei diversi componenti è un'operazione di tipo
fisico, che avviene a temperatura ambiente o moderatamente più alta, senza
che i costituenti del succo trattato vengano danneggiati o chimicamente
alterati. Numerosi esperimenti hanno dimostrato che membrane organiche
permettono di ottenere un succo d'arancia chiarificato, privo dell'enzima
Limonina D-Ring Lattone Idrolasi e con una concentrazione di limonina stabile
nel tempo, al di sotto della soglia di percezione dell'amaro, stimabile intorno a
4-5 parti per milione (ppm).

Il succo permeato, dunque, costituisce una soluzione


limpida, non amara, ricca di tutti i componenti nutritivi del
succo fresco
 Definizione

La nanofiltrazione è un processo tecnologico operato su


una membrana filtrante caratterizzata da porosità
nominale tra 10 e 20 Å e sulla quale è esercitata una
pressione di 50 bar. Ed ha quindi una capacita filtrante
superiore rispetto alla microfiltrazione e ultrafiltrazione
data la riduzione del diametro dei pori.
 Campi di applicazione:

@ SETTORE CASEARIO SIERO DEMINERALIZZATO

TRATTAMENTO DELLE
@ SETTORE IDRICO
ACQUE REFLUE
Mediante impiego della tecnologia della nanofiltrazione e dello scambio ionico si
ottiene una separazione di siero demineralizzato al 35 o 80% .Il processo di
nanofiltrazione consente la demineralizzazione del prodotto al 35% mediante
separazione dell’acqua e di sali. Il successivo passaggio alla fase di scambio
ionico consente di ottenere un siero demineralizzato fino al 80%. Il siero
demineralizzato può essere successivamente cristalizzato ed essicato, utile
come siero in polvere nell’industria dolciaria, formulazione di alimenti per
lattanti, bevande in polvere, dessert, budini, ripieni per cialde, glasse, creme
gelato, frappè, prodotti da forno raffinati, prodotti dolciari, creme spalmabili,
prodotti a base di cioccolato, prodotti dietetici.
La nanofiltrazione (NF) è un processo di separazione a membrana che
date le piccolissime dimensioni dei pori strutturali viene utilizzata il
trattamento delle acque reflue, in quanto è in grado di rimuovere sostanze
idrosolubili inquinanti, di equilibrare i Sali minerali presenti creando un
acqua con basso residuo fisso.
La Nanofiltrazione nel settore idrico viene utilizzata per le operazioni
di:
> ADDOLCIMENTO DELLE ACQUE
Quando l'acqua contiene una quantità significativa di calcio e di magnesio, è
denominata acqua dura. L'addolcimento dell'acqua è una tecnica che
favorisce la rimozione degli ioni che inducono l'acqua ad essere dura, nella
maggior parte dei casi ioni calcio e magnesio. Un addolcitore per acqua
raccoglie i minerali che determinano la durezza all'interno del relativo
serbatoio di condizionamento e di tanto in tanto li fa fuoriuscire per il
drenaggio.
> RIMOZIONE SPECIFICA DI METALLI PESANTI
I metalli pesanti sono presenti nelle acque sotterranee; solitamente essi
sono Nickel, Piombo, Cadmio e Zinco. La nanofiltrazione può essere efficace
nella rimozione di metalli pesanti a basse concentrazioni, sebbene gli ossidi
dei metalli possano intasare le membrane in condizioni aerobiche.
> RIDUZIONE DEL SALE NELLE ACQUE SALMASTRE
Viene solitamente definita salmastra quell'acqua che possiede una salinità
superiore a quella dell'acqua dolce ma inferiore a quella marina.
Tecnicamente, l'acqua salmastra ha un contenuto salino compreso tra i 0.5 e
30 grammi di sale per litro. Le prestazioni tipiche per una mambrana a NF
cono una rimozione del 50% di NaCl e del 90% o piu' di CaSO4stiche
oligominerali.
 Definizione

L’ultrafiltrazione è un processo tecnologico operato su una


membrana filtrante caratterizzata da porosità nominale
tra 1 e 10 Å e sulla quale è esercitata una pressione di 70-
150 bar. Ed ha quindi una capacita filtrante superiore
rispetto alla microfiltrazione, ultrafiltrazione, e
nanofiltrazione data la riduzione del diametro dei pori.

 Campi di applicazione:

TRATTAMENTO DELLE
@ SETTORE IDRICO ACQUE REFLUE
• Dal punto di vista impiantistico il metodo sfrutta il principio della
filtrazione tangenziale, come anche altre tecniche separative
mediante membrane simili alla nanofiltrazione. L'osmosi inversa è
utilizzata nel trattamento dell'acqua, sia per la desalinizzazione, sia
per la rimozione di tracce di fosfati, calcio e metalli pesanti, nonché
pesticidi, materiali radioattivi e di quasi tutte le molecole inquinanti.
 Vantaggi
L’utilizzo dei sistemi di separazione a membrana come abbiamo visto può
essere applicato ad una vastissima categoria di prodotti, e in una molteplicità
di settori.

• Nel settore alimentare offre un mezzo efficiente per ottenere alimenti di


qualità e sicurezza superiori senza distruggere le fondamentali qualità
sensoriali del prodotto. Rimuove ingredienti indesiderati come microrganismi,
scorie o sedimenti che hanno un impatto negativo sulla qualità del prodotto,
rendendo il prodotto finale più appetibile e aumentando la sua durata.
Dall’altra parte, può semplificare alcune fasi della produzione e migliorarne la
resa, ha un alto grado di selettività, migliora il controllo sul processo
produttivo ed ha bassi costi energetici.

• Nel trattamento delle acque il vantaggio dell’applicazione di nanofiltrazione


e osmosi inversa è sicuramente rappresentato dal risparmio idrico. Da un
punto di vista ambientale l’utilizzo di separatori a membrana rispetto alle
tecnologie di depurazione esistenti: ha un basso consumo energetico, e il
processo può avvenire a basse temperature (consentendo anche il
trattamento di sostanze sensibili al calore)
 Svantaggi

Gli svantaggi dei sistemi di separazione a membrana sono rappresentati


principalmente da due fattori, il primo è dai costi d’impianto di
filtrazione, che essendo gestiti da particolari software richiedono
manutenzione continua.
Il secondo fattore, e sicuramente quello più problematico, è
conseguente alla necessità di dover utilizzare particolari additivi
chimici per la pulizia dei filtri di membrana, che per loro conformazione
sono soggetti a progressivi fenomeni ostruttivi, tale additivi chimici
dovranno poi essere smaltiti dall’industria in questione sotto forma di
rifiuti speciali; che oltre a rappresentare una spesa per l’impresa
rappresentano una fonte di inquinamento ambientale.

Potrebbero piacerti anche